Le fonti dirette:
– Grammatici latini = la lista dei puristi che si pronunciano su forme scorrette e molto lunga:
Appio Claudio
(300 A.C), Virgilio (VII secolo), Paolo Diacono (740-801). Il fatto che i grammatici si siano
interessati
alle forme sbagliate rivela che tali forme erano spesso entrate nell'uso anche nelle classi elevate.
L'Appendix Probi e un repertorio di forme scorrette, e stato scritto a Bobbio, che trasmette un'opera
grammaticale, gli Instituta Artium, con 5 appendici. Il nome Appendix Probi deriva dall'autore
Marco
Valerio Probo (Grammatico del I sec. d.C.). si tratta di una lista di parole secondo lo schema A
(forma
corretta) non B (forma scorretta).
– Autori latini antichi, classici e tardi= nelle commedie di Plauto troviamo caratteristiche del latino
volgare
e delle lingue romanze: il maschile per il neutro, certe scelte lessicali non classiche. Altri importanti
autori
sono Petronio, con l'opera Satyricon, e Marco Tullio Cicerone, che nell'opera Epistolae ad
familiares
decide di scegliere un lessico non letterario, opta per la costruzione preposizionale (a scapito dei
casi); sul
piano fonetico monottonga AU (es: auricola/oricola).
– Iscrizioni latine = nelle murarie e sulle lapidi funerarie affiorano tratti linguistici che sono
caratteristici
della lingua spontanea. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce migliaia di iscrizioni in tutto il
territorio dell'impero. Interessanti sono le iscrizioni sui muri di Pompei: imprecazioni, motteggi,
insulti,
messaggi erotici ecc. I tratti volgari di queste iscrizioni sono ben attestati: la sonorizzazione delle
occlusive sorde in posizione intervocalica (logus/locus), la caduta di -m finale, la sincope, cioe la
caduta
di una vocale atona, e a volte di una consonante, soprattutto in posizione
post-tonica(fridam/frigidam), la
monottongazione dei dittonghi(phebus/phoebus), l'uso dei diminutivi tipico del linguaggio
familiare(-
ellus). Il passaggio a iod di -i o -e in iato(peria/pereat), la riduzione di certi nessi consonantici
(ns>s) es:
mesa/mensa, testimoniati anche da ipercorrettismi (formonsus/formosu).
– Glossari = lessicografi e glossografi occupano un posto importante nella conoscenza del latino.
L'iniziatore di questo genere e Pompeo Festo (II sec. d.C.) che epitomo il De Verborum
Significatione. I
glossari sono dei vocabolari rudimentali, che traducono parole e costruzioni considerate estranee
all'uso
del tempo. Isidoro di Siviglia (570-636), lessicografo latino, nelle sue Origines sive Etymologiae
fornisce
numerose indicazioni sul latino tardo e popolare. La glossografia e molto ricca nella tarda antichita
e nel
medioevo. Il reperto piu importate sono le Glosse di Reichenau.
– Trattati tecnici = i trattati di architettura, opere di medicina o veterinaria, di farmacologia, di
cucina,
d'agricoltura, mineralogia ecc.
– Storie e cronache = a partire dal VI secolo vi e un fiorire di opere stoiche scadenti. Un esempio
emblematico e la Historia Francorum di Gregorio di Tours.
– Autori cristiani = da questi autori la lingua era considerata uno strumento di espressione
dell’ideologia
cristiana: tale lingua era piena di tratti e costrutti della parlata popolare. Verso la meta del IV sec. si
nota
un certo ritorno all'antica tradizione romana ed ellenistica. San Girolamo dara una veste piu
letteraria ai
testi sacri nella sua versione, la cosiddetta Vulgata.
Le fonti indirette:
L'esistenza nella lingua parlata di determinati vocaboli non direttamente attestati dalle fonti e
ipotizzabile
attraverso la comparazione delle stesse lingue romanze, che permettono di ricostruire il lemma. Un
elemento
protoromanzo ricostruito doveva far parte realmente del latino volgare quando questo elemento e
postulato:
A) da tutte le lingue romanze o dalla maggioranza;
B) da un gruppo geograficamente unito.