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Letteratura inglese 1 (11-03-19)

Nel XVI secolo gli intellettuali, gli studiosi, ma anche i commercianti, dall’Inghilterra si spostano in Italia, che
era la culla della cultura, della scienza, la culla di quello che viene chiamato il periodo dell’Umanesimo.

L’Umanesimo è un movimento culturale che ha il suo apice tra il XV e il XVI secolo (1400-1500).

Da una visione teocentrica si passa ad una visione antropocentrica ► L’uomo è al centro di tutto. C’è una
focalizzazione non tanto sulla dimensione divina e spirituale ma sulla dimensione umana, che viene
narrativizzata da autori come Petrarca e Boccaccio.

In questo periodo abbiamo una svolta culturale profonda rispetto al Medioevo ispirata da quella riscoperta
dei classici latini e greci che circolano in Europa soprattutto dopo la caduta dell’Impero romano d’Oriente
nel 1543 (abbiamo la caduta di Costantinopoli, la fine impero Bizantino con la vittoria degli Ottomani, e le
conseguenti migrazioni degli intellettuali da Oriente a Occidente).

È un momento di profonda crisi delle certezze dell’umanità, che vengono messe in discussione da
rivoluzioni in ambito religioso, geografico, politico.

- Si sviluppa il movimento del Neoplatonismo, che cerca di rielaborare le idee di Platone in chiave
cristiana. che ha come principale esponente Marsilio Ficino.
- C’è la scoperta dell’America nel 1492, che convenzionalmente segna l’inizio dell’età moderna. Ci
rende conto quindi che il mondo è diverso da come si credeva, si mette quindi tutto in discussione.
- Abbiamo i primi casi di eresia. Un esempio è quello di Martin Lutero, rappresentante dello scisma
protestante, nel 1517 stampa le 95 tesi in cui dichiara che la Chiesa Romana è una chiesa
eccessivamente corrotta. In questo periodo c’è una crisi della Chiesa cattolica a causa della vendita
delle indulgenze, e Lutero si scaglia contro tutto questo, affermando che il rapporto con il divino
(con le scritture) deve essere un rapporto diretto e non mediato da qualcuno.

Erasmo da Rotterdam viene considerato da molti il padre dell’Umanesimo europeo.


Scrive Diatribe de libero arbitrio, quindi parla del fatto che ogni essere umano possa prendere le proprie
decisioni, da solo, senza essere guidato dalla divina provvidenza.
E se in un primo momento lui scrive l’Elogio della follia e lo dedica a Tommaso Moro, pian piano si distacca
dalla Chiesa cattolica, con cui invece Tommaso Moro continua ad avere rapporti, fin quando non viene
considerato un eretico.
Erasmo da Rotterdam cerca di conciliare i principi base dell’Umanesimo con il cristianesimo, mettendo
l’uomo al centro della Chiesa e valorizzando il rapporto personale e individuale con Dio, inoltre favorisce lo
studio filologico dei testi sacri, al fine di ricavare la lezione originale di tali testi, non condizionata da
traduzioni.

Tommaso Moro scrive Utopia, ci fornisce l’immagine dell’Inghilterra dal punto di vista sociale, ideologico e
religioso in questo periodo.
Si immagina che un viaggiatore compia un viaggio come quello che era stato compiuto pochi anni prima
nelle Americhe, scopra una civiltà completamente nuova e che questa civiltà sia completamente all’oscuro
dal concetto di corruzione.
Tommaso Moro scrive quest’opera cercando di dare buoni consigli a Enrico VIII. Descrive infatti quello che
può essere il risultato di un’operazione politica di un tiranno illuminato. Tommaso Moro vedendo il rischio
del sovrano di voler accentrare il proprio potere sia dal punto di vista spirituale che temporale, scrive
questo testo cercando di ricordare al sovrano che deve difendere i valori del cristianesimo e deve
occuparsi di creare una realtà più giusta, e lui insiste soprattutto sulla necessità di creare una realtà
opposta a quella che c’era stata fino a Riccardo III, l’ultimo sovrano prima della dinastia Tudor.

La guerra delle 2 rose è l’evento storico che segna l’Inghilterra e che al suo termine lascia spazio a
quell’evoluzione culturale, politica, sociale che ha reso l’Inghilterra la potenza che è ancora oggi.
È una lotta dinastica combattuta in Inghilterra tra il 1455 e il 1485.
È chiamata così perché a contendersi il regno sono due casate che hanno entrambe come simbolo una rosa:
la rosa rossa dei Lancaster e la rosa bianca degli York.

NOTA! Sono due casate della nobiltà inglese, perché allora benché ci fosse una monarchia, il re ancora non
aveva un grande potere nelle sue mani, non era un grande accentratore come lo sarà poi Enrico VII.

La guerra delle 2 rose si divide in 5 fasi con vittorie alterne. Alla fine Enrico VII Tudor, che apparteneva ai
Lancaster, sconfigge Riccardo III di York, e decide di sposare Elisabetta di York, quindi le due casate si
uniscono dando inizio alla dinastia dei Tudor, che ha come simbolo le due rose sovrapposte.

NOTA!
- La dinastia dei Tudor inizia con Enrico VII, vincitore della guerra delle due rose
- Prosegue con Enrico VIII
- Poi abbiamo Edoardo VI
- Una brevissima parentesi di Lady Jane Grey
- poi Maria I
- Infine Elisabetta I

Con i Tudor cambia il ruolo del sovrano e l’Inghilterra diventa una potenza moderna.

Enrico VII è un grande accentratore: crea un potere centralizzato, tutto il potere è nelle mani del sovrano
(limita il potere della nobiltà ► la nobiltà per acquisire potere deve essere il più vicina possibile al sovrano).
Inizia una politica espansionistica, dota l’Inghilterra di una flotta navale ► prima armata navale inglese.

Enrico VII ed Elisabetta di York danno origine all’intera casata. Hanno due figli: Arturo ed Enrico. Il padre
vuole che Arturo sposi Caterina d’Aragona, la figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando II (regnanti di
Spagna). Arturo sposa Caterina ma muore molto giovane. Il successore al trono è quindi Enrico VIII, che per
mantenere rapporti con la Spagna chiede una dispensa papale per far sì che sposi la cognata Caterina
d’Aragona.

Quando escono le tesi di Lutero nel 1517, Tommaso Moro (che aveva scritto Utopia consigliando al sovrano
di difendere i valori del cristianesimo) chiede a Enrico VIII di scrivere una piccola opera in cui difende la
Chiesa cattolica (il papa che gli aveva concesso di sposare Caterina d’Aragona) dalle accuse eretiche che gli
muovono i protestanti. Enrico VIII fu quindi proclamato DIFENSOR FIDEI (Difensore della Fede).
Avrà 6 mogli:

- Caterina d’Aragona non gli dà un erede maschio, e lui decide quindi di procurarsi una nuova
moglie. Chiede al papa di divorziare da Caterina, ma gli viene negato più volte il permesso.
- Quando anche Anna Bolena non gli dà un erede maschio, la accusa di tradimento, di stregoneria, e
la fa decapitare.
- Si sposa con Jane Seymour che gli dà un figlio maschio, ma la donna muore presto.
- I consiglieri lo fanno unire ad un ramo tedesco, sposa Anne of Cleves, da cui poi divorzia.
- Sposa Kathryn Howard che viene decapitata.
- L’ultima moglie è Katherine Parr che però rimane vedova.

Nessuna delle sue mogli gli dà l’erede da lui desiderato.


Eredi: Edoardo VI (Jane Seymur), Maria I (Caterina D’Aragona), Elisabetta I (Anna Bolena).

NOTA! Tutto ciò è raccontato anche da Shakespeare, che scrive dei canti storici, nei quali parla anche dei
sovrani d’Inghilterra, per creare la storia della dinastia Tudor, una sorta di omaggio alla regina Elisabetta.

Nel 1534 abbiamo:

- L’Atto di Supremazia, che stabilisce che il re è l’unico capo supremo della Chiesa Anglicana.
 L’Inghilterra si stacca dalla Chiesa di Roma e il sovrano ha nelle sue mani sia il potere
spirituale che il potere temporale.
 Si circonda di consiglieri protestanti.
 C’è un incredibile arricchimento delle casse di corte grazie all’espropriazione dei monasteri.

- L’Atto sui Tradimenti, che rese tradimento, punibile con la morte, il rifiuto di riconoscere il Re
come legittimo capo spirituale e temporale.

- L’Atto di Successione, che spostò la linea dinastica dalla ex sovrana alla discendenza di Anna Bolena
(varierà più volte con il variare delle consorti del sovrano).

Quello di Edoardo VI, unico erede maschio di Enrico VIII, è un regno molto breve perché lui muore
giovanissimo (viene incoronato a soli 10 anni), ha una salute molto cagionevole e tutto quello che farà
durante il suo regno è in realtà deciso dai suoi consiglieri.
Con Edoardo VI nel 1549 si rende obbligatorio the Book of Common Prayer (scritto da Thomas Cranmer, un
consigliere arcivescovo), ovvero i precetti della Chiesa anglicana per la prima volta trascritti in inglese.
Stabilisce quindi che qualsiasi funzione religiosa debba essere fatta non con i testi in latino ma con i testi in
inglese  segno decisivo rispetto alla separazione con la Chiesa cattolica.
I consiglieri di Edoardo VI gli consigliano di cambiare di nuovo la successione e di considerare, nel caso di
una sua morte prematura (come poi è successo) di scegliere come successore una sua cugina, Lady Jane
Grey.

Lady Jane Grey è stata regina d’Inghilterra per soli nove giorni, dal 10 al 19 luglio 1553. La ragione è che si
teme Maria I, figlia di Caterina d’Aragona, perché è stata cresciuta come la madre, legata alla Spagna, sotto
i principi del cattolicesimo. Si voleva invece mantenere la religione anglicana in Inghilterra. Però l’idea che
Maria fosse la legittima erede di Edoardo ebbe la meglio, e divenne infatti regina d’Inghilterra (organizzò
una marcia su Londra).

Maria I, figlia di Enrico VIII e di Caterina di Aragona, tentò di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra.
Nonostante l’iniziale appoggio del popolo, Maria I fa un errore, sposando Filippo II di Spagna. In questo
modo, siccome il sovrano maschio aveva più importanza, l’Inghilterra diventa una sorta di colonia della
Spagna. Ciò la porta ad essere malvista dal popolo.

Per aver fatto giustiziare centinaia di oppositori religiosi (eretici) e Thomas Cranmer, è nota anche come
Bloody Mary.

Durante il regno di Maria I, la sorella Elisabetta fu imprigionata con la presunta accusa di tradimento perché
di fede protestante, ma fu poi liberata in quanto non si trovarono prove a suo carico.

Maria I non riuscì ad avere eredi a causa, pare, di un tumore ovarico. I membri del partito cattolico al
potere sapevano benissimo che, con la morte senza figli della regina, il trono sarebbe passato alla
sorellastra protestante e tentarono pertanto di convincere la regina a firmare l'atto con cui si condannava a
morte la sorella, ma Maria si rifiutò e alla sua morte Elisabetta salì al trono.

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