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Lotta per le investiture tra papato ed impero

XIII XIV secolo


Bonifacio VIII dopo le dimissioni di Celestino V ( non vero che le prime dimissioni ci sono state
con papa Benedetto)
Il papato era piu concentrato sul potere temporale che ad essere guida spirituale mentre il popolo ed
i credenti piu ferventi volevano che il papato seguisse lesempio del vangelo invece vivevano nel
lusso nello sfarzo ed il clero godeva di molti privilegi.
Bonifacio VIII fu messo come tappabuchi per aspettare che le due famiglie in constasto si
mettessero daccordo.
Morto Niccol IV nel 1292, fu infatti loccasione di occupare il soglio pontificio con un proprio
candidato da parte delle due famiglie romane degli Orsini e dei Colonna scaten dispute
interminabili sulla sua successione.
LA CRISI POLITICA DELL'OCCIDENTE MEDIOEVALE
BONIFACIO VIII E FILIPPO IV IL BELLO

Bonifacio VIII e Filippo il Bello

Tra Duecento e Trecento domina la figura di Bonifacio VIII, eletto papa nel 1294. Il suo predecessore Celestino
V, un eremita abruzzese -Pietro da Morrone-, si era dimesso pochi mesi dopo la sua elezione di vicario di
Cristo. A quell'epoca molti uomini desideravano una radicale riforma della chiesa, in coerenza con i principi
evangelici. Celestino V parve il tanto sospirato pastore evangelico, che avrebbe riportato la chiesa alla sua
purezza originaria. Ma egli era privo di ogni esperienza in campo politico, giuridico e amministrativo e, non
sentendosi idoneo prefer rinunciare. Il suo posto fu preso da Bonifacio VIII -Benedetto Caetani- il quale
sosteneva la concezione ierocratica*, ovvero l'assoluta superiorit del papa rispetto ai sovrani temporali.
Nel 1296 il re di Francia Filippo IV il Bello, per reperire fondi nella guerra contro il re d'Inghilterra Edoardo I,
sottopose a tributi anche la Chiesa. Bonifacio replic nel 1302 con una prima bolla (Unam Sanctam documento
ufficiale emanata da un'autorit) con la quale minacciava il sovrano ad una scomunica nel caso non avesse
ritirato i provvedimenti fiscali nei confronti del clero.
Ma nell' XI secolo l'arma della scomunica non era pi capace di provocare gravi problemi al principe che ne
fosse stato colpito. Filippo poteva contare su risorse pi elevate che gli permettevano di avere una schiera di
funzionari sotto la sua dipendenza perch pagati da lui. La scomunica si rivel quindi inefficace: Bonifacio VIII
fu costretto a lasciar cadere la bolla nel 1296 [rafforzamento del potere temporale].

Il Giubileo del 1300

All'inizio del 1300 a Roma si diffuse una credenza secondo la quale chi si fosse recato a pregare nel primo anno
di ogni secolo sulla tomba di San Pietro si sarebbe procurato l'indulgenza plenaria, ovvero la completa
cancellazione di ogni sofferenza penitenziale che l'anima avrebbe dovuto scontare in purgatorio. Dato che non
vi era nulla di eretico, papa Bonifacio VII la conferm ufficilamente, indicendo il primo giubileo (=un periodo
di tempo nel quale era possibile, tramite il pellegrinaggio a Roma, ricevere l'indulgenza plenaria, cio la totale
remissione delle pene purificatrici nell'adil) della storia nella chiesa -prima l'indulgenza plenaria era concessa
solo a coloro che fossero morti in battaglia contro i musulmani-.
Il giubileo segn il trionfo della concezione tripartita dell'aldil, secondo cui esisteva un terzo luogo (il
purgatorio) dove le anime subivano delle sofferenze purificatrici. Inoltre rappresent il riconoscimento

ufficiale e definitivo della nuova dottrina. Roma si mostr come il vero e fondamentale centro della cristianit
latina. La polemica delle indulgenze avrebbe portato Lutero allo scontro con la chiesa di Roma.

Bonifacio VIII e la bolla Unam sanctam

Dopo il successo del giubileo, Bonifacio VII riprese lo scontro tra Filippo il Bello. Nel 1302 il papa eman la
bolla Unam sanctam, dove il pontefice proclamava che non ci sarebbe stata salvezza agli uomini al di fuori
della Chiesa, defindo il documento come la pi esplicita e articolata concezione ierocratica del potere.
Bonifacio VIII riproponeva la teoria delle due spade, elaborata da Bernardo di Chiaravalle, rivendicando
perci il diritto di controllare e giudicare il potere temporale.
Per la seconda volta Filippo il Bello assunse un atteggiamento di sfida nei confronti del papato, utilizzando per i
propri scopi gli Stati generali. Convoc un'assemblea in cui furono radunati i rappresentanti (provenienti da
tutte le regioni del regno) dei tre ordini o stati. Infatti gli intellettuali di quel tempo avevano diviso il popolo
cristiano in tre stati: il clero (coloro che pregano), la nobilt guerriera (coloro che combattono) e il terzo stato
(coloro che lavorano). L'assemblea neg il concetto di mediazione ecclesiastica, cio all'idea secondo cui il
sovrano aveva ricevuto il potere da un papa detentore di entrambi poteri (le spade), quello spirituale e quello
temporale. Nel 1303 gli stati generali sollevarono la questione riguardo la legittimit dell'elezione di Bonifacio.
Nell'agosto del 1303 un gruppo di inviati di Filippo il Bello tent di far prigoniero il papa nella sua villa di
Anagni allo scopo di convocare un consiglio riguardo la decisione della legittimit della sua elezione.
L'operazione non riusc poich il pontefice fu liberato da una sommossa popolare. Il cosiddetto oltraggio di
Anagni dest scandalo anche tra i pi accesi avversari di Bonifacio, che mor poco tempo dopo.

La regalit sacra e taumaturgica

Le dure prese di posizioni di Filippo potrebbero indurci a pensare che fosse un sovrano ostile alla dottrina
cristiana. Ma Filippo era molto legato alla religione; fu solo un tenace difensore della lunga tradizione che
concepiva il re come figura sacra. Secondo una concezione medioevale il re era una figura che aveva ricevuto
da Dio il compito di governare il suo popolo e quindi era il vicario di Dio stesso. Il re entrava in possesso delle
sue funzioni tramite il rituale della consacrazione: una separazione che permette all'essere umano di uscire
dalla normale realt profana e di entrare in un rapporto con il divino. Tale rituale avveniva per mezzo
dell'unzione del corpo e delle mani del sovrano. Il re poteva addirittura considerarsi come una figura
sacerdotale, dotato di potere taumaturgico. Filippo IV il bello, considerandosi come figura sacerdotale e
taumaturgo, non si sentiva affatto inferiore al papa n poteva tollerare la pretesa dei pontefici di essere gli unici
mediatori tra il mondo umano e quello divino.
DANTE E BONIFACIO VIII
Dante detest talmente Bonifacio VIII da incontrarlo all' inferno prima che questo papa morisse.
Aveva sessant' anni Benedetto Caetani quando fu eletto nel 1294. Nato ad Anagni, aveva i modi
diretti e bruschi dell' uomo di campagna e idee altrettanto schematiche e rigide sul ruolo della
Chiesa. Questo carattere e la certezza ideologica della supremazia del papato su tutte le potenze
della terra, trasformarono i suoi anni di regno (furono nove, fino al 1303) in un inferno rivestito di
paramenti d' oro e di ambiziosi disegni politici. Intervenne negli affari del regno di Napoli, della
Francia e nelle vicende interne anche di Firenze, tra guelfi e ghibellini, Bianchi e Neri. Dante ne
sub le conseguenze con l' esilio. Ma fu l' uso simoniaco ( simonia = compravendita di cariche
ecclesiastiche) di questa volont di potenza da parte sua e di altri pontefici; il loro disprezzo di ogni

senso di spiritualit e libert umane ad essere denunciate nel XIX canto dell' Inferno, dove il
disgusto morale del poeta diventa anche gioco ironico e beffardo.
Dante esprime la sua concezione politica anche nellopera De Monarchia Si tratta della teoria dei
due soli vale a dire
La teoria dei due Soli era una concezione politica medievale e scolastica che vedeva l'autorit
papale e quella imperiale di pari dignit, ma riferite ad ambiti diversi. Essa si contrapponeva a
quella del Sole e della Luna e sosteneva che l'autorit del papa e quella dell'imperatore si dovessero
occupare in maniera indipendente di due ambiti diversi, la prima di quello spirituale, mentre la
seconda di quello politico
LA GRANDE PESTE

Peste nera (o Grande morte o Morte nera) il termine con il quale ci si


riferisce normalmente all'epidemia di peste che impervers in tutta Europa tra
il 1347 e il 1353 uccidendo almeno un terzo della popolazione del continente.
Epidemie identiche scoppiarono contemporaneamente in Asia e in Vicino
Oriente, il che fa supporre che l'epidemia europea fosse parte di una pi
ampia pandemia. el Medioevo non era utilizzata questa denominazione, ma
si parlava della grande moria o della grande pestilenza.
Gi nel 1339 e nel 1340 vi furono epidemie nelle citt italiane, che
provocarono un deciso aumento della mortalit. Le fonti fanno supporre che
si trattasse prevalentemente di infezioni intestinali. Tutte le citt europee di
quel tempo erano, a dir il vero, delle vere e proprie discariche a cielo aperto,
con cumuli di rifiuti giacenti a marcire per strada. Come se non bastasse, la
tragica situazione igienica era aggravata dall'assenza di fognature, con rifiuti
organici versati direttamente in strada da finestre e balconi. questo il quadro
nel quale, nell'ottobre 1347, la peste fa la sua comparsa nei porti del Mar
Mediterraneo, a Messina, a Costantinopoli (Istanbul) ed a Ragusa di
Dalmazia (Dubrovnik). L'epidemia della peste fece la sua comparsa anche a
Venezia, nota come la citt del commercio, che intratteneva scambi di
prodotti con l'estremo oriente. Si pensa che il batterio della malattia fu portato
dai topi che viaggiavano a bordo delle navi e che, una volta approdate queste
ultime, sbarcassero sulla terraferma, liberando le pulci, uniche vettrici della
malattia. Una volta appurato che tutto si muoveva e gravitava attorno alle navi
e ai topi, nacque la precauzione di fare sostare per quaranta giorni le navi,
con il loro equipaggio, a largo della Laguna di Venezia, per appurare se ci
fossero degli infetti. Da qui nacque il termine "quarantena".

L'area di origine della pandemia sembra esser stata quella regione dell'Asia
centrale
la peste fu introdotta nella vasta rete commerciale dei Genovesi, che si
estendeva su tutto il Mediterraneo. A bordo delle navi commerciali che
partivano da Caffa nell'autunno del 1347 la peste giunse a Costantinopoli,
prima citt europea contagiata, e in seguito arriv a Messina e nel corso dei
successivi tre anni contagi tutta l'Europa fino alla Scandinavia e alla Polonia.
L'Egitto trasmise la peste alla Nubia (Sudan) ed all'Africa centrale. Le prime
regioni europee ad esser contagiate furono gli Urali, il Caucaso, la Crimea, e
la Turchia.
Gli equipaggi infetti delle navi trasportarono il contagio da Genova a
Marsiglia,
L'Italia venne contagiata da tre direzioni: dalla Sicilia venne contagiata tutta
l'Italia Meridionale ed il Lazio. Da Genova venne contagiata tutta la
Lombardia (con la notevole eccezione del Milanese), il Piemonte, la Svizzera.
Da Venezia venne contagiato il Veneto, l'Emilia-Romagna, la Toscana, l'Istria
e la Dalmazia.
Si calcola che la Peste nera uccise tra i 20 e i 25 milioni di persone, un terzo
della popolazione europea dell'epoca.
CONSEGUENZE DELLA PESTE
CALO DEMOGRAFICO
Si calcola che la Peste nera uccise tra i 20 e i 25 milioni di persone, un terzo
della popolazione europea dell'epoca.
CRISI DEL COMMERCIO

probabile che appena prima dello scoppio dell'epidemia, la popolazione


europea in epoca medievale avesse raggiunto il picco pi elevato di
livello demografico; gli effetti della peste dovettero dunque essere
immediatamente evidenti: l'eccedenza di forza lavoro agricola si azzer,
alcuni villaggi si spopolarono e gradualmente sparirono, molte citt
persero di importanza, mentre crebbe il numero dei terreni rimasti incolti.
Anche le razzie di soldatesche sbandate o di ventura favorirono una
vasta ondata migratoria dalle campagne verso le citt
La crisi demografica e la grande peste
-Il ritorno della carestia.
Durante il 1300, in Europa, ci fu una grave crisi demografica, caratterizzata da innumerevoli
precipitazioni e un grande freddo. I cambiamenti climatici portarono grandi carestie in molti paesi
dellEuropa settentrionale. Questi fenomeni portarono alla fame la maggior parte della

popolazione, questo col tempo port ad un indebolimento dellorganismo, che insieme ad un basso
tasso di igiene, rese favorevole lo sviluppo della peste in Europa.
-Lepidemia del 1347/1350.
Nel XII secolo, il popolo mongolo (proveniente dall'Asia), cre un gigantesco impero, che si
estendeva sino alle steppe russe. La stabilit politica dell'Asia, favor notevolmente con le due citt
marinare di Genova e Venezia. Con le grandi carovane che si spostavano verso occidente, oltre le
merci, giunsero in Europa anche batteri di varie malattie. Nel 1337, un esercito mongolo, che
assediava Caffa, una colonia genovese della Crimea, dovette abbandonare l'impresa poich
decimato dalla peste, ma prima di ritirarsi, tir all'interno delle mura di Caffa i cadaveri infetti, cos
contagiando i coloni genovesi.
Quando i mercanti presero il mare per tornare in patria, diffusero il morbo prima di tutto nell'impero
bizantino, e poi da Messina, in tutta la Sicilia, da li l'epidemia pot diffondersi in tutta Italia. La
peste provocata da un batterio chiamato Yersina Pestis, questa malattia pu essere di due distinte
forme: La peste bubbonica, trasmessa dalla pulce del ratto nero, forma i cos detti bubboni, che
sarebbero dei rigonfiamenti alla base degli arti, essa aveva una mortalit del 40% / 70% (si moriva
in 4/5 giorni); oppure peste polmonare, molto pi grave della bubbonica, essa viene trasmessa per
via aerea , colpisce l'apparato respiratorio, e riporta una mortalit del 100%.
-Gli effetti della peste in Europa.
Nel giro di due anni, la peste colp l' intera Europa, provocando la morte di circa un terzo della
popolazione globale del continente europeo. Per, la mortalit non fu uguale in ogni paese, ad
esempio in Inghilterra, la documentazione, indica una mortalit del 20/25%, mentre in Borgogna,
Brema, Amburgo, Siena, Firenze e Palermo, la popolazione fu ridotta del 40/50%.
La peste dur sino al XVII secolo, con l'epidemia di Marsiglia nel 1720 e di Mosca nel 1770. Fra il
1350 ed il 1700 per, la malattia non si present contemporaneamente in ogni luogo, ma si
presentava ripetutamente con intervalli pi o meno lunghi di tempo prima in una regione e poi in
un'altra.
-Le conseguenze economiche della peste
Il XIV secolo, fu caratterizzato anche dal fenomeno dei cosiddetti villaggi scomparsi, con questo
termine, si indica l'abbandono delle campagne da parte dei contadini, che migrarono verso i centri
urbani (nei quali la popolazione fu particolarmente decimata dalla peste), poich la carenza di
manodopera spingeva in alto i salari. Mercanti ed artigiani, per compensare le spese, allungarono la
giornata lavorativa, a tal fine che vennero introdotte delle campane che segnavano l'inizio e la fine
del lavoro.

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