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Matteo Angioni III F

Riassunto di storia

A.S. 2014/2015

LOCCIDENTE MEDIEVALE
L A CRISI POLITICA DELL O CCIDENTE MEDIEVALE E LE INNOVAZIONI TRA 1300 E 1400
Bonifacio VIII e Filippo il Bello
Nel 1294, poich papa Celestino V aveva rinunciato al suo incarico, fu nominato al suo posto
Bonifacio VIII. Questi due personaggi erano molto diversi: Celestino V sembrava essere il
pastore evangelico che avrebbe portato a una radicale riforma della ricca Chiesa; Bonifacio
VIII invece era conosciuto per la sua concezione ierocratica del potere. Il principale avversario
politico di Bonifacio VIII fu il re di Francia Filippo IV il Bello. Impegnato in un conflitto con il
re dInghilterra (Edoardo I), nel 1296, sottopose a tributo anche i beni della Chiesa, allora il
papa replic con una prima bolla nella quale minacciava di scomunica il re, se non avesse
ritirato i suoi provvedimenti. Filippo IV non si fece intimorire dalle minacce del papa e viet
luscita dal regno di qualsiasi bene e somma di denaro diretta a Roma. La scomunica aveva
perso il suo grande potere, ormai il re di Francia poteva contare su una solida struttura statale
basata sul servizio di funzionari retribuiti e sostituibili, il papa fu cos costretto a lasciar
cadere la bolla del 1296. Agli inizi del 1300 si diffuse la credenza secondo la quale chi andava
a pregare nel primo anno di ogni secolo, sulla tomba di Pietro, si sarebbe procurato
lindulgenza plenaria. Bonifacio VIII, dopo essersi reso conto che non cera nulla di eretico in
questa pratica, proclam il 22 febbraio 1300 il primo giubileo della storia della Chiesa: in
pratica chi andava in pellegrinaggio a Roma aveva diritto allo sconto totale delle pene
purificatrici. Il giubileo segn: lapprovazione della concezione tripartita dellaldil (oltre
paradiso e inferno esiste anche il purgatorio), il riconoscimento della teoria secondo la quale
con delle buone azioni si otteneva uno sconto delle pene nel purgatorio e laffermazione di
Roma come centro della cristianit latina. Dopo il successo ottenuto con il giubileo, Bonifacio
VIII ritenne di potere riprendere il conflitto con Filippo il Bello da un punto di forza. Allora il
18 novembre 1302 eman la bolla Unam Sanctam, che affermava solidamente la concezione
ierocratica del potere. Nello stesso tempo ripresentava la teoria delle due spade e, in base ad
essa, rivendicava il diritto di controllare il potere temporale. Il re di Francia, anche questa
volta, assunse un atteggiamento di sfida nei confronti del papato, utilizzando per i suoi fini
lassemblea degli stati generali (formata dai rappresentanti dei tre ordini: oratores, bellatores
e laboratores). Filippo IV aveva gi fatto proclamare da questa assemblea che, il potere del re
non dipendeva dalla chiesa ma da Dio e, adesso, sollevava accuse sulla legittimit dellelezione
di Bonifacio VIII. Cos facendo metteva in discussione la validit di qualunque atto del papa,
compresa la bolla Unam Sanctam. Per obbligare il papa a convocare un concilio sulla
legittimit della nomina a vescovo di Roma, un gruppo dinviati di Filippo il Bello, sotto suo
comando, tent di far prigioniero il pontefice nella sua villa di Anagni. Il piano del re, per fall,
infatti, una sommossa popolare riusc a liberare il pontefice, che mor pochi mesi dopo. Questo
fatto, conosciuto con il nome di oltraggio di Anagni, suscit un enorme scandalo anche fra i
pi accesi avversari di Bonifacio VIII come Dante Alighieri.

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La concezione politica di Dante


Dante Alighieri (1265-1321) aveva unalta concezione dellautorit politica e per questo
respingeva le pretese ierocratiche di Bonifacio VIII. Il poeta fiorentino tra il 1311 e il 1312
scrisse un trattato, intitolato De monarchia, nel quale espresse le sue idee politiche.
Questopera divisa in tre libri e ognuno di essi affronta un aspetto delle teorie di Dante:
I.

II.
III.

Nel primo libro, espone le ragioni per le quali Dio ha istituito lautorit imperiale.
Secondo Dante, il motivo la duplice natura delluomo: quella materiale (il corpo) e
quella spirituale (lanima). L'uomo, dunque, deve vivere una duplice esistenza quella
terrena (breve durata) e quella ultraterrena (eterna), e inoltre deve aspirare a due
mete fondamentali: la felicit terrena e la beatitudine celeste. Per giungere a queste
mete, Dio ha fornito alluomo una coppia di strumenti (la ragione, felicit terrena e la
fede, per la salvezza eterna) e una coppia di guide (il papa e limperatore). Per quanto
riguarda le guide: il papa garante della verit religiosa; limperatore, invece, ha il
compito, emanando leggi sagge e razionali, di tenere a freno la cupidigia umana e di
eseguire unazione arbitrale tra le varie parti che possono entrare in conflitto, senza
mai sostituirsi alle singole realt politiche.
Nel secondo libro, afferma che lautorit imperiale spetta di diritto al popolo romano,
in quanto Cristo nato nel periodo di massima pace e splendore dellimpero.
Nel terzo libro, Dante ribadisce che lautorit di governare il mondo stata data
allimperatore direttamente da Dio. Pertanto il papa non deve pretendere di avere
nelle sue mani anche il potere temporale. Tuttavia il compito del pontefice di
preservare la vita eterna delluomo, celebrato come pi importante di quello
dellimperatore e quindi questultimo deve comunque avere rispetto dellautorit
papale.

Dante riprese le sue tesi politiche anche nella Divina Commedia. In questopera lo scrittore si
rappresenta pi volte come un profeta il cui compito annunciare limminente intervento di
Dio, che tramite un suo inviato salver il mondo dal caos e dalle assurde proposte ierocratiche
del papa. Nella commedia, Dante, critica severamente loperato di alcuni pontefici (come
Bonifacio VIII), ma fa sempre unattenta distinzione tra la figura sacra del pontefice e quella
delluomo peccatore.
Il contesto storico
Nel 1305 fu eletto papa un vescovo francese che prese il nome di Clemente V e che in seguito
nel 1309, per sfuggire alle pressioni dellaristocrazia romana, decise di trasferire la sede del
papato da Roma ad Avignone (territorio sotto linfluenza del re di Francia). Alla morte di
Clemente V, fu nominato papa un altro cardinale francese che decise di restare lontano da
Roma. Un provvedimento che sarebbe dovuto essere temporaneo si trasform in una
situazione stabile che dur fino al 1378. Nel 1314 quando si stava per riunire il conclave,
Dante scrisse ai cardinali una lettera di severe critiche contro la cupidigia che divorava le alte
gerarchie ecclesiastiche e contro labbandono di Roma. Questa lettera ci dimostra per
lennesima volta la sua concezione di se stesso come profeta. Nel frattempo in Germania
assunse il potere Ludovico il Bavaro che entrato in conflitto con il papa Giovanni XXII (che non
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voleva riconoscerlo come sovrano legittimo), pronunci una sentenza che lo definiva come
anticristo e collaboratore di Satana. Nella sua lotta contro il papa Ludovico il Bavaro trov
lappoggio di un celebre filosofo italiano Marsilio da Padova e delle tesi della sua opera
Defensor pacis, nel quale si affermava che era il popolo ad affidare il potere nelle mani di chi
governa e nessun altro. Secondo questa concezione, Ludovico fu solennemente incoronato
imperatore a Roma nel 1328, e pi tardi nel 1338 unassemblea di principi tedeschi afferm
che limperatore non aveva bisogno di nessuna consacrazione da parte del papa.
Successivamente nel 1356, Carlo IV, con la Bolla doro, defin un gruppo di sette principi
formato da tre ecclesiastici (gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia) e quattro laici (il
conte palatino del Reno, il duca di Sassonia, il marchese del Brandeburgo e il re di Boemia) che
avevano il potere di eleggere limperatore. Inoltre la bolla riconosceva che la carica
dimperatore ormai era un po pi di un titolo onorifico.
Comuni, signorie, principati
In Italia laffermarsi dei comuni aveva portato allaccentuazione dei conflitti interni alle citt,
allora, per riportare la pace e la sicurezza, il governo fu affidato a un cos detto signore (di
solito un nobile, esperto di politica e guerra, esterno alla citt). Col passare del tempo i comuni
si trasformarono in signorie, cio in Stati governati da una figura che aveva pieni poteri e che
non doveva rendere conto allassemblea dei cittadini. Il signore aveva grande autorit ma non
una posizione molto stabile, poich chiunque poteva denunciarlo di essersi impadronito del
potere, un tempo esercitato dai magistrati del popolo e quindi mettere in discussione la sua
carica. Nel 1395, per risolvere questo problema, Gian Galeazzo Visconti si fece conferire il
titolo di duca dallimperatore tedesco, cos facendo la sua carica era legittimata dalla pi alta
figura della cristianit. In seguito, molti altri signori comprarono una carica dallimperatore e
cos si passo dalle signorie ai principati. Signori e principi sentirono ben presto il bisogno di
avere a disposizione degli eserciti per potersi difendere o eseguire manovre offensive. In un
primo tempo i soldati (mercenari) che si mettevano ai servizi di signorie e principati erano
stranieri e solo in seguito si fecero avanti dei condottieri italiani (figure di alto livello sociale
con, a disposizione, un esercito di qualche centinaia di uomini). Dato che il fenomeno
dellaffermarsi delle truppe mercenarie in Italia sintreccia molto spesso con quello della
nascita dei principati, si afferm anche la figura del principe condottiero. Si concep in
questo periodo un nuovo metodo di pensare decisamente pi laico e distaccato dalla religione,
in cui le esigenze della vita terrena assumevano un peso maggiore rispetto al passato, e
tendevano a passare in primo piano, rispetto alla prospettiva della vita eterna. Un metodo di
pensare in cui il fine (nel nostro caso il potere) giustifica i mezzi (complotti, omicidi). I
principi del quattrocento sono comunque conosciuti per il loro mecenatismo, ci tenevano a
portare a corte figure intellettuali, artisti, architetti la cui presenza serviva per mantenere alto
lonore del signore e per celebrare le sue doti politiche, inoltre con le loro opere abbellivano le
corti e i palazzi reali.
Il grande scisma
Il papato rest ad Avignone per circa settanta anni, in questo periodo la Chiesa cerc
soprattutto di arricchirsi, imponendo tasse o decidendo a chi assegnare incarichi ecclesiastici

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per i quali, per, si doveva pagare. Tutto questo, rovin il prestigio del papato che fu accusato
di essere troppo mondano e avido di ricchezze. Informato di queste critiche e consapevole che
il papato non poteva stare ad Avignone ancora per molto, Gregorio IX, nel 1376, torn a Roma.
Nel 1378 mor, la sua morte provoc una profonda spaccatura nella Chiesa tra il popolo
romano che voleva un pontefice italiano e i cardinali francesi che volevano far tornare, il
prima possibile, il papato in Francia. A distanza di poco tempo furono eletti due papi: uno
romano (Umberto VI, sostenuto dallInghilterra e dai nemici della Francia) e uno francese
(Clemente VII, appoggiato dalla Francia e dai suoi alleati), questo fatto port lOccidente a
sprofondare nel cosiddetto Grande scisma. A porre fine al conflitto fu il Concilio di Costanza
(1414/1418), che dopo essersi proclamato superiore allautorit del papa, elesse un altro
pontefice obbligando gli altri due a rinunciare al potere. Si afferm in questo periodo, anche se
per poco, il movimento conciliarista che chiedeva una gestione pi collegiale della Chiesa, ma
il papato riusc a imporre di nuovo limpostazione monarchica. Anche se risolto questo
dilemma dello scisma, la figura del papa sub un colpo mortale.
La guerra dei Centanni
Un fatto che pes notevolmente sul grande scisma fu la guerra dei centanni: una serie di
conflitti, tra il regno di Francia e quello dInghilterra, che dur per circa cento anni, dal 1337 al
1453. Le cause che portarono alla guerra furono numerose e di varie ragioni. La situazione
precipit alla morte di Carlo IV, nel 1328, che, avendo lasciato il regno senza un erede, fece
cadere la Francia in una grave crisi dinastica. La corona pass al cugino del sovrano, Filippo VI
di Valois. Ma il re dInghilterra, Edoardo III, era strettamente imparentato con il defunto Carlo
IV, quindi afferm di avere pi diritti a regnare di Filippo VI, e reclam cos la corona francese.
Fondamentali, per le sorti del conflitto, furono le innovazioni tecniche degli inglesi, che
adottando luso di un nuovo tipo di arco (long bow) misero in seria difficolt lesercito nemico.
Le nuove tecniche adottate dagli inglesi in campo militare, inoltre, provocarono una disfatta
della tanto temuta cavalleria francese e deposero lassoluta supremazia, nel campo di
battaglia, di essa. Durante la guerra dei centanni cominci a farsi strada, quindi, la grande
rivoluzione militare dellepoca moderna, che avrebbe riportato in primo piano il ruolo della
fanteria e ridimensionato quello della cavalleria pesante. LInghilterra, in un primo momento,
accumulava un gran numero di vittorie, le pi importanti sono: quella di Crcy (1346) quella
di Poitiers (1356) e quella di Azincourt, dopo questultimo successo, gli inglesi occuparono
Parigi e gran parte del territorio francese. Figura fondamentale, per la sorte del conflitto, fu
Giovanna dArco. Una volta ottenuto il comando dellesercito, G. dArco, riusc a liberare la
citt di Orleans dallassedio e a far incoronare il principe Carlo VII. Un anno pi tardi fu
catturata dal nemico, e in seguito condannata al rogo (1431) con laccusa di essere una strega.
Le sue gesta favorirono e incoraggiarono la riscossa francese, che port alla riconquista di
Parigi e allespulsione dei nemici dal regno. Dopo la sconfitta subita nella guerra dei centanni,
lInghilterra fu lacerata da una violenta guerra civile messa in moto dalla pazzia del sovrano
Enrico VII appartenente alla dinastia Lancaster. Il nuovo conflitto vide coinvolte due
importanti famiglie di nobili inglesi, gli York e i Lancaster, e dur per circa trentanni, fu
chiamato guerra delle due rose, poich le due famiglie avevano ciascuna una rosa come
stemma (gli York, bianca mentre i Lancaster, rossa) e si concluse definitivamente con la
battaglia di Bosworth Field nel 1485. Questa battaglia vide contrapposti Riccardo III (York) ed
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Enrico Tudor (Lancaster), nello scontro Riccardo III mor e, per mettere fine al conflitto Enrico
spos Elisabetta di York creando una nuova dinastia, i Tudor, che port il paese a diventare
una grande potenza marittima.
Lespansione dellImpero ottomano
Mentre i due stati pi ricchi dEuropa si combattevano, in oriente, acquistava sempre pi
importanza il piccolo stato turco creato da Osman. I turchi ottomani (chiamati cos per via del
nome del fondatore del loro regno) approfittarono della situazione critica in cui si trovava
limpero di Costantinopoli, e, tra il 1330 e il 1360, riuscirono a conquistare gli ultimi
possedimenti bizantini in Anatolia e nella Tracia. Dopodich, i turchi, si diressero verso la
Bulgaria e la Serbia, e dopo averle conquistate, verso Costantinopoli. Sotto la guida del sultano
Mehmet II, nel 1453, riuscirono a espugnare la capitale bizantina, provocando la caduta
dellImpero romano dOriente, che fino a quel momento aveva resistito e respinto sia le
invasioni barbariche sia gli attacchi degli arabi durante la prima espansione musulmana. Ci
che permise la conquista di Costantinopoli, fu luso dellartiglieria. Le prime testimonianze in
Europa delluso di armi da fuoco risalgono al 1326-1327, cannoni e bombarde furono usati
soprattutto per lassedio di grandi citt fortificate anche durante la guerra dei centanni. Per
lassedio di Costantinopoli, il ruolo dellartiglieria ebbe una rilevante importanza, furono usati
cannoni di varia grandezza e il pi grande (chiamato la Mahometta) poteva sparare palle di
pietra di circa quattrocento chili. La scienza della costruzione dei cannoni, per, era molto
complessa, e fu tramandata ai turchi da degli artigiani europei.

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