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APPUNTI

DI

Dalle lezioni del Prof. Vacca

STORIA

DELLA

CHIESA II

INTRODUZIONE Alcuni affermano che la storia della Chiesa medievale cominci nel 337 e finisca nel 1517 (morte di Costantino riforma). Altri datano dal sec. V (invasioni germaniche) al 1300 (con Bonifacio VIII). Altri ancora datano dal 476 (caduta dellimpero dOccidente) al 1453 (caduta dellimpero dOriente). Sono secoli di storia: circa 1300 anni. Le tematiche pi importanti sono: 1. Roma e Costantinopoli. Esiste una relazione fra le chiese dOriente e Occidente (i due polmoni). Un primo incidente si ha con il canone ventottesimo di Calcedonia. A Calcedonia le sedi sono: Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia ed, infine, Gerusalemme. Costantinopoli si colloca al secondo posto, essendo la sede dellImperatore. Le altre sedi patriarcali vantavano origini apostoliche. Alessandria si ribella al canone ventottesimo ed alla supremazia di Costantinopoli. Abbiamo il sorgere di molte chiese che si distaccano dallecumene. Stessa reazione ce lha Roma contro Costantinopoli. Il canone ventottesimo segna linizio di una tensione fra le due sedi. Spesso a Roma, nelle elezioni del Vescovo, ci saranno unanima orientale ed unanima romana. Verso la fine del 400 viene eletto patriarca di Costantinopoli Acacio, che non accettato (scisma). Il partito romano elegge papa Simmaco e lopposizione orientale elegge Lorenzo. Si hanno, quindi, due scismi. Si arriva allassioma prima sedes a nemine indicatur. Al Concilio di Costantinopoli si hanno 101 canoni contro la Chiesa latina, che ha principi insostenibili (pane azzimo, celibato, primato). Vengono chiuse chiese e monasteri latini a Costantinopoli. Abbiamo, poi, la lotta iconoclasta, con la cessione dei beni al Patriarcato di Costantinopoli. Scisma Pozio-Ignazio 1054 Scisma tra Oriente ed Occidente (ma forse uno scisma in senso pieno non c mai stato dal punto di vista giuridico). 2. Regnum et Sacerdotium. Abbiamo diversi sistemi di governo: a. Teocrazia: limperatore legifera non solo sulla vita civile, ma anche sulla vita religiosa; le assemblee regie sono anche religiose; i vescovi partecipano come principi; le leggi emanate sono i capitularia, che hanno anche un contenuto religioso; trova il suo culmine nel sec. X con gli Ottoni; il fondamento teologico la concezione monarchica di Dio, fin dallinizio presente; gli Ottoni si definiscono vicari di Cristo, cos come i vescovi; la visione del potere universale; b. Christianitas: si delinea a partire da Gregorio VII; c un potere universale che pu essere esercitato dallimperatore o dal Papa; c. Ierocrazia: il Papa unico detentore di ogni potere; finisce con Bonifacio VIII e la bolla Unam Sanctam. 3. Istituzioni monastiche: saranno lanima di tanti governi e di tanti signori. Labate di Cluny era considerato dal Papa cumfrater, e chiamava gli imperatori figli cari. Numerose furono le riforme proposte dai monaci. I cluniacensi erano vicini alla preghiera, i cistercensi allazione. Sorgono anche i canonici regolari. Infatti, i monaci erano tutti laici, che simpegnavano particolarmente nella santit. Nellabbazia cera un solo presbitero a servizio dellabbazia. Dopo Cluny si hanno monaci sacerdoti. I canonici regolari saranno, invece, dei preti a cui si da una regola, preti-monaci che prendono sul serio la cura animarum. I certosini sono monaci che attendono al silenzio, attuando una ribellione silenziosa alla crisi del tempo, con il ritiro nella Certosa. Pi avanti abbiamo gli ordini mendicanti. 4. Religiosit popolare: si esprime soprattutto nel culto delle reliquie, dei santi, nelle molte devozioni. Si hanno storie di traslazioni, visto che il santo fa la citt. 5. Rinascite. Non il periodo della decadenza e dellabbruttimento. Gelasio, Carlo Magno (uniformit), Ottone I, II e III (che fanno da papi della situazione), Gregorio VII. LA STORIA DEL MEDIOEVO RIMANE STORIA DELLA CHIESA La Chiesa incarnata nella storia, presente nel mondo. Non Chiesa di societ perfetta, piuttosto fa la storia, e tutte le sue strutture sono quelle dominanti: ad es., imparare a leggere si faceva dal salterio. La Chiesa legifera anche in campo civile. La forza centrale della civilt medievale proprio il cristianesimo, e la presenza cristiana, dopo la caduta dellImpero, delinea persino i confini dellEuropa. La Chiesa sostituisce alla regale potest degli imperatori la sacra autorit dei pontefici. Agostino, nel De civitate Dei, Gregorio Magno, Benedetto da Norcia. Questultimo raccoglie attorno al monastero i popoli dispersi (cfr. lurbanistica dei paesi) ed il tempo stesso scandito dalla campana: tutti gli affari pi importanti si svolgono in Chiesa. Carlo Magno unifica lEuropa romano-germanica nel segno della croce. La coscienza cristiana e romana, cio cattolica, la base della storia di questo periodo. La concezione del Medioevo come periodo oscuro dignoranza parte dal 500. I centuriatori di Brandeburgo (protestanti) tentano di riscrivere la storia della Chiesa di 100 anni in 100 anni. Essi identificano il cammino della storia medievale con la storia del papato. Successivamente, per, sono gli illuministi che sostengono queste posizioni. Sono, infatti, i preti coloro che incutono nel popolo la superstizione e che costituiscono un ordine a parte che viene accusato di mediare il rapporto con Dio obbligando il popolo. LEnciclopedia li descrive come dominatori, pretendenti uno speciale rapporto con Dio. I preti dipingono gli dei come implacabili e vendicativi per suscitare terrore nel popolo, fino allo spargimento di sangue con linquisizione. Laccezione molto riduttiva secondo quanto detto.

In realt il Medioevo ha una sua attualit. Il CVII, nellOptatam Totius, ribadisce la validit del metodo teologico dogmatico del Medioevo, ancora perseguito dalla Chiesa. Bisogner ricercare con onest la verit, approfondendola. L OT sottolinea lattualit di s. Tommaso. Giovanni Paolo II parla dellEuropa, che nata grazie alla presenza della Chiesa medievale, e di ritorno a quellEuropa fatta attraverso la fede. Il Cristianesimo sul continente europeo risale al tempo degli apostoli (Pietro e Paolo), con la centralit di Roma. Il tempo della cristianit unita tempo dellunione fra Oriente ed Occidente fino allXI secolo. Recentemente il Santo Padre ha scritto sullEuropa altri documenti. Reagendo alla carta di Nizza sottolinea lambiguit: stato tolto il riferimento alla cristianit dellEuropa, lasciando soltanto un riferimento a valori comuni umanistici (si guarda per es. al patrimonio artistico, senza guardare alla fede che lo ha prodotto). Lidentit europea fondata sulla cristianit. daccordo anche Cacciari. In un motu proprio dichiara la centralit del Cristianesimo nel processo di formazione dellEuropa. Specificheremo adesso la cronologia. Ci sono diverse ipotesi, gi ricordate prima, tra cui quella che fa iniziare il Medioevo con Maometto e Carlo Magno e lo fa finire con la crisi della ierocrazia. In genere il medioevo segue una cronologia determinata dagli storici latini (italiani, francesi e spagnoli): Alto Medioevo, dalla caduta dellImpero dOccidente (476) al sec. XI (riforma gregoriana); Basso Medioevo, dal sec. XI alla scoperta dellAmerica (1492). Gli storici di lingua anglosassone o tedesca distinguono tre fasi: 1. Primo Medioevo: dalla morte di Costantino fino al sec. IX con lavvento dei carolingi; 2. Alto Medioevo: dal sec. IX alla morte di Federico II (1250); 3. Tardo Medioevo: dal 1250 alla riforma protestante (1517). Come si pu notare, diverso il modo di intendere lAlto Medioevo. LA CHIESA E LIMPERO DORIENTE [COSTANTINO (324-337) TEODOSIO (378-395)] A Costantinopoli, nuova sede dellImpero, si instaura la Teocrazia, fondamentale per la comprensione dellImpero dOriente. Tale impero riflesso terreno del Regno dei Cieli: un imperatore, ad immagine di Dio, governa sulla terra e mette in pratica i comandamenti. Limperatore rimane il vicario di Dio, espressione che verr poi applicata al Papa, in Occidente. limperatore che convoca i concili e che fa lunione in Oriente, nonostante la Chiesa fosse divise in patriarcati. La Chiesa romana si opporr a questa concezione dellimperatore, attaccando duramente qualsiasi intervento che viene visto come uningerenza. Osio di Cordova diceva a Costantino di non impicciarsi degli affari della Chiesa. Ambrogio di Milano dir a Valentiniano II di non avere nessun diritto imperiale su cose divine, della Chiesa. Ritorniamo un attimo al Concilio di Calcedonia. LA POLITICA DI COSTANTINOPOLI Nelle intenzioni di Teodosio lImpero doveva continuare ad essere uno, seppure le sedi erano state divise. Il progetto fall: nel 395 Alarico invade la prefettura dellIllirienm (ex Jugoslavia) e Oriente ed Occidente vengono divisi. A partire dal sec. IV abbiamo il sorgere di due tradizioni diverse allinterno dellImpero: due tradizioni diverse a livello politico ed a livello ecclesiale. Era tramontata la speranza di ununit effettiva. La parte orientale riusc a difendersi meglio dai popoli germanici, mentre in occidente si ebbe la trasmigrazione e linsediamento. Si ebbero diversi tentativi da parte dei popoli germanici di infiltrarsi in Oriente, ma senza effetto: solo nel 1453 i turchi riescono a far cadere limpero in Oriente. Fino a quel momento la struttura teocratica: lautorit viene esercitata dallecumene dei patriarchi, non da uno solo (diversit con lOccidente). -- LANTAGONISMO DI COSTANTINOPOLI CON ALESSANDRIA E ANTIOCHIA Costantinopoli, pur non vantando origine apostolica, viene, dal canone ventottesimo di Calcedonia, posta prima di Alessandria ed Antiochia. Altra premessa: la teologia traccer le linee del ruolo dellimperatore proprio in Oriente. Nel 431 ad Efeso si scontravano le due tradizioni di Nestorio di Antiochia, patriarca di Costantinopoli nel 428 su nomina di Teodosio II, e Cirillo dAlessandria , ma la disputa dottrinale spesso portata avanti con gli sgabelli (Efeso) e che porta ad una divisione fra i monaci. Ma, al di l della disputa dogmatica, si scontrano Alessandria e Costantinopoli (ad essa si lega inizialmente Antiochia), su questioni di giurisdizione (cfr. anche canone terzo di Costantinopoli). La contesa scoppia ancora pi aspra con Teodosio II: Cirillo dAlessandria confuta Nestorio, patriarca di Costantinopoli, fautore e sostenitore del cristotokoo. Celestino, papa a Roma, condanna Nestorio. Subito dopo si convoca Efeso (431) e Nestorio viene esiliato, mentre la sua scuola viene condannata. Alessandria ha la meglio su Costantinopoli. In seguito al concilio abbiamo il primo scisma. Prende avvio una Chiesa acefala, staccata dallecumene: la Chiesa nestoriana, la pi antica dunque delle Chiese orientali, con una dottrina cristologica basata sulle due nature. Diffusa in Persia, Mesopotamia e Iran del Nord, nel 1552 si trasforma nella chiesa caldea, che oggi conta ca. 200.000 fedeli. Dopo Efeso, le parti dogmatiche si rovesciano: Alessandria fu sconfitta. Dioscoro, vescovo di Alessandria succeduto a Cirillo, si oppose a Costantinopoli, dove era patriarca Flaviano, che in un sinodo del 448 aveva condannato Eutiche. A Flaviano indirizzato il famoso Tomus. Eutiche era archimandrita di uno dei monasteri pi importanti di Costantinopoli, acceso oppositore di Nestorio, e affermava che, dopo lunione, la natura divina aveva assorbito in Cristo la natura umana: monofisismo (supernatura). Dioscoro appoggia subito Eutiche, per la sua dottrina anti-nestoriana. Nel 449, ad Efeso, viene riabilitato Eutiche e destituito Flaviano: Leone lo definisce il brigantato di Efeso. Nel 451 Eutiche e Dioscoro vengono condannati, e con loro anche la Chiesa di Alessandria: il Concilio di Calcedonia di cui leggiamo il testo. Per la parte politica il concilio rappresenta il trionfo di Costantinopoli, con il canone ventottesimo, che leggiamo: Alessandria e Antiochia vengono sconfitte. Tutto ci porta ad una lacerazione ulteriore, perch abbiamo il sorgere delle chiese ortodosse, nel senso che si ritengono ortodosse. Riportiamo per comodit il canone XXVIII di Costantinopoli, Voto sui Privilegi della sede di Costantinopoli: Seguendo in tutto le disposizioni dei santi padri, preso atto del canone (III) or ora letto, dei 150 vescovi cari a Dio, che sotto Teodosio il Grande, di pia memoria, allora imperatore si riunirono nella citt imperiale di Costantinopoli, nuova Roma, stabiliamo anche noi e decretiamo le stesse cose riguardo ai privilegi della stessa santissima chiesa di Costantinopoli, nuova Roma.

Giustamente i padri concessero privilegi alla sede dellAntica Roma, perch la citt era citt imperiale. Per lo stesso motivo i 150 vescovi diletti da Dio concessero alla sede della santissima nuova Roma, onorata di avere limperatore ed il senato, e che gode di privilegi uguali a quelli dellantica citt imperiale di Roma, eguali privilegi anche nel campo ecclesiastico e che fosse seconda dopo di quella. Di conseguenza, i soli metropoliti delle diocesi del Ponto dellAsia, della Tracia, ed inoltre i vescovi delle parti di queste diocesi poste in territorio barbaro saranno consacrati dalla sacralissima sede della santissima chiesa di Costantinopoli. chiaro che ciascun metropolita delle diocesi sopradette potr, con i vescovi della sua provincia, ordinare i vescovi della sua provincia, come prescrivono i sacri canoni; e che i metropoliti delle diocesi che abbiamo sopra elencato, dovranno essere consacrati dallarcivescovo di Costantinopoli, a condizione, naturalmente, che siano stati eletti con voti concordi, secondo luso, e presentati a lui. -- LE CHIESE ORIENTALI Solo a partire dal VI sec. la Chiesa conosce cristiani orientali: si tratta di alcune comunit cristiane ordinate gerarchicamente, separate dallortodossia sia greca che romana. Fino ad Efeso le uniche divisioni della Chiesa erano state definite dallImpero. A partire da Calcedonia il patriarcato di Costantinopoli rivendicher i diritti e le prerogative riconosciuti al patriarcato di Roma. Allorigine c la disputa teologica, ma anche presente la rivalit politica e di supremazia, che prender col tempo il sopravvento. Lecclesiologia di queste chiese rispetta la Tradizione. Sono chiese gerarchicamente strutturate, nelle quali i monaci sono la fonte da cui provengono i vescovi, unici celibi. Le comunit orientali riconoscono il valore dei Sacramenti, anche se talvolta il numero cambia, e venerano la Vergine ed i Santi. Ma differiscono notevolmente nella liturgia, patrimonio che definisce lidentit e la specificit di queste chiese, tanto che non si dice sommariamente rito orientale. Lungo i secoli queste chiese si uniranno nel XVI sec. proprio a Roma (gli uniati) con la sola differenza della liturgia. Tra le Chiese orientali dobbiamo certamente ricordare: la Chiesa nestoriana (cfr. pag. 3); la Chiesa giacobita, spesso definita Chiesa siriana-occidentale perch insediata nella parte occidentale dellEufrate. questa una Chiesa monofisita, di cui il fondatore Giacomo, vescovo anchesso monofisita che organizz un clero ben compatto gi alla sua morte, costituito da 2 patriarchi, 27 vescovi, 10.000 preti. La Chiesa giacobita non ha mai avuto un buon rapporto con lo Stato, al punto da essere quasi una chiesa clandestina. Oggi conta circa 200.000 fedeli sparsi nel nord dellIraq, in Libano, in Siria, a Cipro. Altri sono presenti nelle Indie e si arriva a circa un milione di fedeli; la Chiesa armena, saldamente strutturata ed organizzata, nata dallo Stato e da esso favorita. La religione unisce tutti i membri dispersi. Il clero numeroso e colto. Questa Chiesa divisa in due patriarcati, che si contendono lautorit. Conta circa 4.000.000 di fedeli; la Chiesa maronita, da Marone, monaco asceta di Antiochia nel IV sec., che fonda questa chiesa sullorganizzazione monastica: il monastero svolge unimportante azione di guida. Oggi sono uniati e tutti sono sottoposti alla giurisdizione di un patriarca di tutta lAntiochia e di tutto lOriente; la Chiesa copta, quella degli antichi egiziani convertiti. Attualmente comprende tutti i cristiani indigeni dEgitto. Il loro primate il patriarca di Alessandria, detto papa. Notevole instabilit per la minoranza rispetto ai musulmani, e sono tra i tre ed i cinque milioni; la Chiesa etiopica, che ha avuto legami con il patriarcato di Alessandria fin dalle origini. Cos si trov separata da Bisanzio e da Roma. Il numero dei sacerdoti secolari non inferiore a quello dei monaci, ma limportanza minore. Il sacerdozio ereditario: esiste una classe chiusa, poco colta, molto rituale. Conserva alcune pratiche giudaiche, come ad es. la circoncisione, vietato luso della carne di maiale e si celebra il sabato e la domenica. Conta tra i sette ed i nove milioni; le Chiese delle Indie, che vantano origini apostoliche (in s. Tommaso apostolo). Da ricordare tra queste la Chiesa siromalabarica e quella siro-malancarese. Generalmente i cristiani di queste chiese si chiamano cristiani di s. Tommaso. Fino al XVI sec. queste chiese non si sentirono mai separate dallortodossia romana o bizantina. I portoghesi cercarono di farle rientrare nellobbedienza a Roma. La Chiesa malancarese sorta da uno scisma allinterno della Chiesa malabarica. Dal punto di vista politico, Calcedonia era il risultato di una lotta di forze: i monaci, i vescovi, ecc. ecc. ed ha avuto diversi stralci in Egitto. Qui il pensiero monofisita era ben radicato, e da qualche parte, come ad Alessandria, vi furono delle sommosse. -- LENOTICON E LA SEPARAZIONE ROMANA Era il momento di ricreare lunit in Oriente, tentando di unire le chiese orientali. Abbiamo diverse letture di Calcedonia: da Leone (457) a Giustiniano (565) si fece questo tentativo rielaborando Calcedonia. Zenone Isaurico nel 482 emana leditto Henotikon (=unitivo) per riunire i cristiani dEgitto, Libia e Pentapoli. La rilettura teologica viene fatta da Acacio, patriarca di Costantinopoli. LHenotikon condanna Nestorio ed Eutiche ed esalta la memoria di Cirillo (lettura negativa di Calcedonia). Trascura, inoltre, il contributo di Leone Magno (il Tomus ad Flavianum) e ritorna al Simbolo di Nicea come il solo Simbolo. Roma ovviamente non accetta e papa Felice III protesta con limperatore, condannando e scomunicando Acacio: si ha lo scisma acaciano. Questo si protrae dal 482 al 519. Da notare che il patriarca romano non aveva ancora il diritto di scomunicare il patriarca di Costantinopoli. Sempre Felice III scomunica Zenone, a cui suggerisce di occuparsi solo del regno. Alla fine del V sec. abbiamo, quindi, due tradizioni riguardo allimperatore: 1. in Oriente, a partire da Eusebio di Cesarea, limperatore si ritiene vicario di Dio (=teocrazia), al punto che limpero un riflesso del cielo, cos che limperatore riflette il Dio monarca; 2. in Occidente, invece, si hanno due poteri distinti: la sacra autorit dei pontefici e la potest regale dei governanti, ma in ordine alla vita di fede i pontefici hanno pi autorit. Durante lo scisma acaciano alla sede di Roma si avvicendano i vescovi Gelasio, poi Anastasio e poi si ha il conflitto per lelezione alla cattedra di Pietro: siamo nel 498, e a Roma troviamo esponenti del partito bizantino (=di Costantinopoli) e del partito romano (=di Roma). Il primo elegge Lorenzo, il secondo elegge Simmaco, e questa doppia elezione porta allo scisma simmachiano (498-514), che termina con la morte di questo vescovo.

Partito bizantino (Costantinopoli) Lorenzo Scisma Simmachiano Partito bizantino (Costantinopoli) Lorenzo Durante questo pontificato abbiamo la prima elaborazione di falsificati, o apocrifi. Molti sono decretati. La decretate una lettera scritta dal vescovo di Roma che risponde a quelli che chiedono un parere. La decretate (da distinguere dal decreto) ha carattere giuridico. Non si pu capire il diritto canonico senza i falsificati. La prima raccolta data dagli apocrifi simmachiani. Il problema in questi scritti era sapere se il papa, accusato di diversi crimini o misfatti in modo calunnioso, potesse venir tradotto davanti ad un tribunale di vescovi. Per stabilire linammissibilit di una procedura del genere, gli apocrifi simmachiani immaginano che il problema si sia posto e sia stato risolto sotto dei pontificati precedenti, per cui nasce il Constitutum Sylvestri, protocollo di un preteso concilio, che si sarebbe tenuto a Roma al tempo di Costantino in presenza dellimperatore da poco battezzato e miracolosamente guarito dalla lebbra dal papa stesso. Con i due papi eletti dai due diversi partiti, nasce adesso il problema su chi riconoscere come legittimo. Si fece appello a Teodorico, re a Ravenna, il quale dice che deve considerarsi legittimo quello eletto prima e con pi ampio seguito, ossia Simmaco. Ma la parte avversa si ribella, manda una delegazione da Teodorico accusando Simmaco di vari peccati, tra cui quello di essere andato con alcune giovani donne, venute anche loro a Ravenna per testimoniare. I vescovi dovevano giudicare Simmaco con un concilio, ma non sono daccordo nel convocarlo, poich non si era mai udita una cosa simile, ossia che i vescovi giudichino il vescovo di Roma. Si convoca il Concilio Romano (502) ed i vescovi si ritengono non in grado di giudicare Simmaco: si tratta di un non giudizio, ma anche di unassoluzione. La parte bizantina ovviamente si ribella. Nascono cos gli apocrifi. A favore di Simmaco scrivono Avito di Avienne ed Ennodio di Pavia. Avito scrive ai vescovi italiani: anche in Gallia si erano riuniti i vescovi riguardo alla situazione di Simmaco, ribadendo che il giudizio su Simmaco non poteva essere emesso dai vescovi. La stessa cosa sottolinea Ennodio: il vescovo di Roma pu essere giudicato soltanto dal giudizio di Dio. Avito ed Ennodio sono teologi che difendono il vescovo di Roma. Accanto ad essi abbiamo anche un dossier di documenti apocrifi simmachiani. Tra questi i gesta di papa Sisto III, esistito realmente, eletto nel 432, morto nel 440. Si narra, nel primo episodio, che il nobile Crescenzio volle lasciare alla Chiesa un possedimento: il confinante Mariniano litiga col papa. Nel secondo episodio si narra di uninimicizia di Basso nei confronti di Sisto III. I gesta raccontano dellalleanza di Mariniano e Basso, che accusarono Sisto III di aver stuprato una consacrata. Sisto III volle un processo e prove precise contro di lui, in pubblico. Lassemblea si scioglie sottolineando che il papa non pu essere giudicato. Alla seconda assemblea viene condannata la coppia Mariniano-Basso. Altra raccolta data dalle gesta di Marcellino. Si dice che Marcellino abbia, in periodo di persecuzioni, sacrificato allimperatore. Si afferma il prima sedes a nemine indicatur (attuale 1404 del Codice di Diritto Canonico). Su questo principio si organizzer nell 800 il primato di giurisdizione del vescovo di Roma. La seconda grande raccolta di apocrifi si chiama decretati pseudo-isidoriane del IX sec., nelle quali sono inserite anche come parti gli apocrifi simmachiani: infatti, nella Chiesa non esisteva il Codice di Diritto Canonico, bens una raccolta che via via si andava ampliando. Il Codice del 1917 conteneva apocrifi o riferimenti ad essi, come fa notare la ricerca di Fuhrmann. Ma al di l della materialit (riferimenti ad litteram) lo spirito e le intenzioni delle falsificazioni ad essere ripreso nel Codice. Tra gli apocrifi viene ricordata la Donatio Costantini, ripresa dal Constitutum Sylvestri degli apocrifi simmachiani. Nella Donatio Costantini, si dice che Costantino viene guarito grazie alla preghiera di papa Silvestro, si trasferisce a Bisanzio e lascia al Papa il Laterano, insieme a tutti gli abiti, le insegne, le coorti e tutti i simboli del potere imperiale. Inoltre, scritto che da al papa tutta lItalia, da Genova e Venezia fino alle isole. Questa falsificazione sorge nel sec. VIII. Un canone del Constitutum Sylvestri dice che non consentito recare unaccusa nei confronti di un superiore nella gerarchia. Tornando allo scisma acaciano, vediamo che si compone con Giustino I, imperatore di Costantinopoli (518-527), che recupera i rapporti con Roma. E nel 519 abbiamo una rilettura nuova del Concilio di Calcedonia: Giustino I riallaccia con Roma i rapporti, ma li raffredda con gli ortodossi. Il dibattito cristologico e teologico diffuso in tutti gli ambienti, da parte anche della gente pi umile: per questo che gli imperatori sono tanto interessati alla pace. Con Giustiniano (527-565) le cose cambiano. Interverr spesso la moglie Teodora, vicina ai monaci ma anche ai monofisiti, tanto che preme perch Giustiniano si pronunci in loro favore). Giustiniano stato uno dei pi grandi imperatori: basti pensare al ruolo nella giurisprudenza, con il codex e le institutiones, che danno unit allimpero. Durante la sua reggenza Roma stessa viene recuperata allOriente. Teodora fa s che venga ripristinata la dottrina di Efeso e spinge Giustiniano a condannare tutti i teologi che avevano condannato la dottrina di Cirillo dAlessandria (tutti gi morti), ossia: 1. Teodoro di Mopsuestia, teologo di tradizione antiochena; 2. Teodoreto di Cirro; 3. Iba di Emessa, che aveva scritto una lettera che dissentiva da Cirillo. La condanna viene detta dei tre capitoli. Si convoca nel 553 un concilio, il 5 ecumenico, il secondo di Costantinopoli, convocato da Giustino, con la presenza di papa Vigilio (18 anni di pontificato). Vigilio era stato eletto a Roma sotto pressione di Teodora, perch vicino al monofisismo. Rimane 7 anni a Costantinopoli, poi morir a Siracusa. Vigilio si era inizialmente opposto alla condanna dei tre capitoli: era assurdo condannare i morti e cancellare Calcedonia ritornando indietro. Successivamente, sotto le pressioni di Giustiniano, firmer la condanna. Al sentire ci, in Oriente si provoca uno scisma: le sedi di Milano e di Aquileia saranno sedi acefale dal 553 al 607 (cfr. il testo del Costantinopoli II, letto in classe). Un nuovo tentativo di riconciliazione fra monofisiti e Chiesa viene intrapreso dal patriarca di Costantinopoli, Sergio (610-638). Egli rilegge Calcedonia e afferma che nella persona di Ges abbiamo una sola volont (monotelismo). Riusc a tirare dalla sua parte il papa Onorio I (625-638), che scrive un editto imperiale, chiamato Elthesis, monotelista. una professione di fede che non approvata da un concilio, ma firmata dal papa. Tale Elthesis cre lesigenza di convocare il 6 Concilio Ecumenico, il Costantinopoli III (680). Si condanna il monotelismo e, dunque, Sergio e Onorio. Onorio, papa, non era stato infallibile (ripercussioni di ci e discussioni anche al Concilio Vaticano I).

LOCCIDENTE ED I BARBARI I Barbari, secondo lusuale modo di vedere, sono considerati negativamente. Abbiamo, secondo s. Ambrogio, i popoli (gentes) al primo posto, i ceteri animantes al terzo posto, ed al secondo posto i Barbari, pi vicini agli animali che ai popoli civili. Nel Medioevo il concetto di barbarie legato a ci che sta al di fuori della vita di Roma, a livello di costumi, leggi, persone. Il Medioevo divide i popoli in due categorie: popoli religiosi e popoli infedeli. I barbari sono esseri inferiori, inumani, incivili, seguaci di culti errati: sono popolazioni che non appartengono allImpero. I Barbari da tempo premevano ai confini dei territori dellImpero, andando ad infiltrarsi a poco a poco: Scozia, Tracia, Macedonia, Pannonia, Dalmazia, ecc. ecc. e tutte le regioni ad Oriente, secondo quanto fa notare Girolamo. I popoli germanici sono: Goti, Alani, Unni, Vandali e vanno devastando e saccheggiando. Girolamo scrive nel 398. Aggiungeremo Franchi e Longobardi. In Dacia, nel 184, i Romani sostengono il primo scontro con i Goti, provenienti dalla Scandinavia. Attorno al 100 d.C. si stabiliscono nel sud della Russia, e nel V sec. si trasferiscono verso ovest. In questo attraversamento i Goti si dividono: una parte nella zona orientale dellImpero (sono gli Ostrogoti), ed una parte nella zona occidentale (sono i Visigoti). Alla fine del II sec. i Goti erano giunti, dunque, ai confini della provincia della Dacia. Pochi anni prima erano apparsi anche i Vandali, che partendo da est attraversano il nord dellEuropa, scendono dalla penisola iberica, e dal nord-Africa fanno incursioni in Italia. Comincia il difficile rapporto con i Romani. Due le tendenze: respingerli fino ad annientarli o trattare con loro pi o meno dignitosamente. Nel 238 i Goti passano il Danubio e penetrano armati nei territori dellImpero. Conquistano poi la Tracia. Nel 268 vengono sconfitti nellIlliricum, ma riusciranno a riorganizzarsi e ad insediarsi a Piacenza (pi tardi porranno la loro sede a Pavia). I Vandali, attraverso la Pannonia, vogliono raggiungere il Nord-Italia, ma successivamente, come detto, arriveranno in Italia dallAfrica. Gli Unni, dopo la met del IV sec., sottomettono Alani e Ostrogoti. Una parte di questi ultimi fugge verso lOccidente. Gli Unni giungono alle porte dei Visigoti. I Franchi, popolo germanico, attraversano la Gallia, stanziandosi nella parte a nord fra Germania e Francia, arrivano ai piedi dei Pirenei e riescono a passare in Spagna. Qui, oltre ai Visigoti, abbiamo gli Alani. Nel IV - V sec. tra questi popoli si instaura una federazione. Il popolo pi violento quello dei vandali. Vittore Di Vita scrive la storia della persecuzione vandalica in Africa. In Italia, nel 410, avviene il saccheggio di Roma, e nel 453 Leone Magno sconfigge e respinge Attila. Analizziamo adesso i due eventi. Il sacco di Roma del 410. Il mito di Roma cade, e Girolamo scrive alcune lettere dalla Palestina: Roma assediata, i cittadini devono riscattarsi per non morire, il capo dellImpero stato troncato, in una sola citt stato colpito tutto il mondo. Ma anche Agostino scriver il De Civitate Dei proprio in seguito a questi avvenimenti, puntando sulla citt che non passa (giustificazione teologica della storia). Il sacco portato avanti da Alarico. Gli anni che lo precedono sono oscuri. I Goti sono una minaccia incombente. Nel 402 Alarico entra in Italia, si presenta due volte dinanzi a Roma, desiste dallentrarvi. La terza volta la saccheggia. Alarico prosegue verso lItalia meridionale, ma muore a Cosenza. Lo scontro fra pagani e cristiani. Limperatore Onorio, successore di Teodosio, favorisce i cristiani con diversi editti contro gli altri culti, e contro i privati che li tenevano. C la confisca di numerosi beni, e il bene pubblico identificato con gli interessi della Chiesa. Dal punto di vista dei pagani, vediamo che essi identificano i cristiani con la causa del sacco di Roma: Cristo non ha avuto la forza di proteggere la citt dei suoi Apostoli. Ma si impone anche un altro discorso. Tra i popoli germanici, il solo a non aver conosciuto il cristianesimo era quello dei Franchi. Gli altri popoli erano cristiani ariani. Sulla conversione dei Germani al cristianesimo molte sono le questioni incerte e dibattute. Questi popoli avevano gi avuto una prima evangelizzazione quando erano stanziati nel sud della Russia, forse da esuli, fuggiaschi cristiani provenienti da Costantinopoli. I Goti, spintisi in Asia Minore dopo il III sec., portarono con s cristiani prigionieri, che convertirono parte dei predatori. Tra i Goti si diffondeva il cristianesimo ad opera di Ulfila, inviato probabilmente dal vescovo ariano Eusebio di Nicomedia, e anchegli di professione ariana: Cristo non uguale, ma sottomesso ed obbediente al Padre, seppur a Lui simile. Ulfila tradusse gran parte della Bibbia in lingua gotica. Dunque, in occidente, lo scontro fra i cristiani ariani ed i cristiani ortodossi (solo i Franchi abbiamo detto sono lunico popolo che non conosce il cristianesimo). Dinanzi alla trasmigrazione dei popoli germanici, come si sono comportati i cristiani delle terre conquistate? Rileggiamo alcune fonti. Girolamo piange: sta finendo il mondo. Ambrogio prende le distanze, come gi visto. Leone Magno confida nella Provvidenza ed agisce come se le invasioni non ci fossero: esalta lImpero perch voluto da Dio per la diffusione del Vangelo. Di nuovo Ambrogio definisce i Barbari nemici ereditari, chiusi ad ogni umanit. Li paragona al Gog apocalittico (Gothus deriverebbe da qui!) e bisogna sfuggire alla loro presenza. Ambrogio postula una certa guerra contro i Goti, contro i quali un dovere combattere, difendendo la res romana e, dunque, lunit e la Chiesa. Agostino scrive il De Civitate Dei proprio in seguito al sacco di Roma: questo rientra nel problema generale del male, per cui tutto permesso da Dio per i suoi fini. I disastri sono un invito ad una conversione morale; forse Roma non perir se i romani si convertiranno. Gli imperi sono comunque transitori, e sono destinati a perire: solo il Regno di Dio imperituro. Agostino , dunque, proteso verso la patria celeste, sottolineando la caducit delle potenze politiche terrene. Le idee di Agostino stimolano un altro autore cristiano a rileggere la storia della trasmigrazione dei popoli: Paolo Orosio. NellAdversus paganos vide nei Barbari i futuri cristiani. Paolo Orosio muore nel 420. In questi ultimi anni si sono moltiplicati gli studi su di lui. Probabilmente nasce nella Galizia (nord-ovest della Spagna) e si reca in Africa per confrontarsi con Agostino. Questi lo rinvia a Girolamo, a Betlemme. Apprende i recenti fatti e scrive la sua opera, una storia universale, da Adamo fino ai giorni recenti. Avrebbe dovuto confermare lidea di Agostino: il cristianesimo non responsabile della situazione attuale, e la realt non poi cos negativa, visto che nei secoli passati ci sono stati momenti ugualmente se non pi dolorosi. Con larrivo dei Barbari Orosio vedrebbe la culla, un segno di speranza, unalba al di l del tramonto: esprime ladattamento fra le culture e gli uomini, si vede cittadino del mondo, partecipe della storia degli altri, uomo fra gli uomini, in quanto uomo dotato di una sua dignit umana. Lavvicendarsi dei popoli non una disgrazia, bens un momento importante: Orosio fa un passo avanti rispetto ad Agostino, il quale legge i tempi con tristezza, rifugiandosi nella contemplazione; Orosio vede la possibilit di un nuovo impero, di una nuova civilt, di una vera e propria evoluzione.

Altro autore Salviano di Marsiglia, che scrive il trattato De Gubernatione Dei, e che vede nellavvento di questi nuovi popoli un segno della provvidenza. La causa della catastrofe interna alla Chiesa stessa, i peccati dei cristiani hanno distrutto lImpero, i romani sono stati verso s stessi pi nemici dei Barbari. Ignorano la religione cattolica, hanno una cultura diversa. Sostiene che i loro vizi ed i loro peccati non sono gli stessi dei cristiani, proprio perch ignorano la retta religione. I Barbari, poi, hanno una notevole supremazia militare, ed hanno trovato fra la popolazione romana molti uomini disponibili a reagire allo strapotere ed allingiustizia dei pi potenti, preferendo vivere liberi sotto lapparenza della schiavit, piuttosto che schiavi sotto lapparenza della libert. Verso la met del V sec. alcuni pensatori cristiani scoprivano nella venuta dei Barbari un segno provvidenziale: erano una giusta punizione per lumanit peccatrice, ed uno sprono pastorale. Il Concilio di Angers (453) d la scomunica ai chierici che accolgono i Barbari. Molti vescovi della Gallia furono profetici riguardo ai fatti attuali. Uno di questi Avito di Vienne, che accoglie i nuovi arrivati. Nella Gallia avevamo Visigoti, Franchi e Burgundi, tre popoli nella sua regione. Avito scrive una lettera a Clodoveo, re dei Franchi, nella quale si sostiene che i Barbari (vestra fides, nostra victoria) vanno accolti soprattutto dal punto di vista della fede. Facciamo adesso alcune considerazioni finali. Dalle testimonianze lette, il tempo stato ritenuto da alcuni un tempo di morte, la tomba di un mondo che muore, ma anche la culla di un mondo che nasce. Stati finiscono e scompaiono, appaiono sulla scena nuovi popoli, c confusione e distruzione. Nello stesso tempo, come fra le doglie del parto, nasce un nuovo mondo. Linsediamento dei Barbari era avvenuto con una certa soddisfazione da parte di molti altri: il biografo di Costanzo Cloro, nel IV sec., vede nei Barbari forza lavoro che coltiva e fa rinverdire i campi, mercato che incrementa leconomia, popolo che pu convivere coi vecchi popoli e anche uomini che possibilmente occuperanno posti di potere. I nuovi arrivati assumono ci che di buono trovano, e portano ci che gi conoscono. un momento di confronto di culture. La Chiesa d a questi popoli anzitutto una visione di unit, al di l della conoscenza del dogma cristiano. Il vescovo Agobardo di Lione parafrasa Paolo proprio riguardo alla indistinzione fra i popoli. IL CRISTIANESIMO DURANTE I REGNI GERMANICI (476-754) (dallo Jedin I vol., La Chiesa latina nella fase di transizione) Quando lImpero vacill, il cristianesimo era gi stato portato tra i popoli germanici: nasce una nuova ecumene. La Chiesa occidentale stata la prima a diffondere la buona novella in terre germaniche. Patrizio, missionario, evangelizza in Irlanda. A 16 anni viene l portato, dove arriva nel 432 e dove viene consacrato vescovo. La struttura della Chiesa in Irlanda si serve dellorganizzazione territoriale irlandese. Si tratta di 5 distretti, organizzati in forma tribale, e la Chiesa, per questo, mutua la struttura monastica (labate al centro), non diocesana: si fa riferimento allabbazia, in cui ha lautorit labate. Il vescovo distinto dallabate, ed il primo un suddito del secondo. Abbiamo una distinzione fra la potest di governo e la potest dellordine. Spesso labate faceva ordinare vescovo uno dei suoi monaci. I monasteri diventano i centri della vita ecclesiale, le stesse parrocchie si organizzano attorno allabbazia. La struttura irlandese diversa dalla Chiesa di Roma, e la Chiesa irlandese ha anche delle pratiche particolari, poco diffuse altrove. Il Sacramento della Riconciliazione ha origine in questa chiesa: la confessione auricolare viene vista come pratica ascetica da parte dei monaci (la chiesa irlandese era molto rigida dal punto di vista morale), anche se non seguita dallassoluzione, perch ci che conta la confessione vera e propria. Troviamo anche delle pratiche penitenziali: sorge il Libro penitenziale. Ogni chiesa delle origini aveva il proprio catalogo dei peccati, e con esso la lista delle penitenze per ognuno di essi. Il libro con gli elenchi dei peccati e delle rispettive penitenze il Libro penitenziale. I monasteri irlandesi sono anche centri intellettuali, artistici, economici. Linsediamento monastico a volte una piccola cittadina. Le personalit pi eminenti sono: Colombano il Vecchio, apostolo dei Pitti (scozzesi) e Colombano il Giovane, che dallIrlanda viene a Bobbio, in Italia, per fondare uno dei monasteri pi importanti, ed anche in Francia, a Luxevil, fonda un altro monastero. Nella sua regola si concepisce un volto di monachesimo differente da quello benedettino: un monachesimo itinerante, vissuto nella povert e nei continui trasferimenti da un luogo allaltro. La vita di povert anche accompagnata dalla penitenza. Luomo dice Colombano viandante per natura, ospite del mondo che deve distaccarsi da tutto per contemplare Dio ed il suo volto. -- I POPOLI GERMANICI DI FRONTE AL CRISTIANESIMO (Fonti: GREGORIO DI TOURS, La storia dei Franchi; JORDANESS, La storia dei Goti; PAOLO DIACONO, La storia dei Longobardi; BEDA IL VENERABILE, Storia ecclesiastica degli Angli; VITTORE DI VITA, Storia della persecuzione vandalica in Africa.) Analizziamo dapprima la conversione dei Franchi, con il re Clodoveo. uno dei popoli germanici, lunico popolo pagano. Lincontro con il cristianesimo avviene in Gallia, regione tradizionalmente cristiana. Fin dallinizio Clodoveo ebbe rapporti col vescovo Remigio di Reims. Teodorico, ostrogoto, sposa la sorella di Clodoveo, per intessere rapporti coi Franchi, mentre Clodoveo sposa Clotilde, principessa burgunda cattolica, anche se Clodoveo non si converte subito. Nel 496 Clodoveo entra in guerra contro i Goti (Visigoti) occidentali. Ha due figli con Clotilde: Igomero e Clodomero. Da Gregorio di Tours si deduce che Clodoveo era religioso, seppur non cristiano: la morte di Igomero dopo il Battesimo lo colpisce, e sostiene che se questi fosse stato consacrato agli dei, la morte non sarebbe sopraggiunta. Anche Clodomero si ammala, ma non muore. Clodoveo vince poi anche gli Alemanni; prima della battaglia aveva promesso il Battesimo in cambio della vittoria. Clodoveo, quindi, si battezza. Ed anche tutto il popolo franco. Lo battezza Remigio di Reims. La chiesa franca chiesa nazionale, indipendente da Roma: i concili sono presieduti dal re e questi nomina i singoli vescovi per le varie chiese, assomigliando questi a funzionari regi. C un gemellaggio tra il regno ed il sacerdozio. La Chiesa diventa per questo molto ricca, e diviene pagana. Arrivano, per questo, nuovi missionari, come Colombano, che hanno il compito di rievangelizzare. Centro importante diventa il monastero di S. Colombano, a Luxevil. La fase di rievangelizzazione viene portata avanti da Clotario II (594-613/629). Per quel che riguarda i Goti, la convivenza era pacifica fra germani-ariani e neo-latini cattolici. Sorse un conflitto quando Enrico rivendic dei territori. E Alarico nel 410 compie il Sacco di Roma, che porta alla frantumazione dellunit imperiale. Il regno visigoto pone il suo centro a Tolosa: anche in Spagna si parla di una Chiesa nazionale, come in Gallia. Successivamente la sua sede si trasferisce da Tolosa a Toledo. Nel 646 si stabilisce che i vescovi devono obbedienza al vescovo di Toledo, che dal 656 presiedette anche i concili nazionali. Le cause sui vescovi venivano emanate dallo stesso re che presiede i concili nazionali, normativi

per tutto il regno. I concili di Toledo finiscono per essere assemblee nazionali. Il re viene unto per sottolinearne il potere. Questa Chiesa pi organizzata e centralizzata di quella franca. Ricordiamo anche le chiese sui iuris. Dal sec. V-VI al sec. XI abbiamo listituzione delle chiese proprie, come edifici. Secondo il diritto germanico, la chiesa fondata su un territorio di un signore (ma anche un episcopio, un monastero, ecc. ecc.) di propriet del signore stesso e questi considerava il vescovo, i monaci, i sacerdoti, ecc. ecc. come propri funzionari. Erano del signore anche tutti i ricavati. Pregio di questa situazione che il Vangelo si pu portare anche nelle campagne. Ma, di contro, abbiamo che il clero viene mantenuto dal signore, che lo nomina a suo piacimento e, ancora, che il clero fondamentalmente ignorante e demotivato. Il cristianesimo nei Longobardi. Paolo Diacono ci riferisce che le citt occupate da Alboino furono trattate duramente. Successivamente i Longobardi organizzarono le popolazioni indigene in un sistema federativo che garantiva la libert. Il re Autari sposa Teodolinda, figlia del duca bavarese, cattolica del sud della Germania. Al tempo di Autari singoli Longobardi divennero cattolici, malgrado un divieto proibisca il battesimo cattolico. Gregorio Magno intesse un rapporto epistolare con Teodolinda, che in seguito alla morte di Autari sposa Agilulfo, che nel 603 fa battezzare il figlio. La nuova coppia coinvolse nellevangelizzazione il monaco iro-scozzese Colombano, e viene ricucita anche una situazione ecclesiale: Aquileia, Grado e Milano, distaccatesi da Roma dopo i tre capitoli, rientrano nellecumene grazie allazione dei due regnanti. La conversione degli Angli/Anglosassoni. La Britannia, a sud, era gi cattolica, la parte a nord non ancora. Gli Anglosassoni erano organizzati in piccoli regni. I primi influssi cristiani non vengono dalla Britannia, ma dalla Gallia. Edelberto di Kent si battezza perch sposa la principessa cattolica Berta, che porta a corte un vescovo franco: dunque gi presente una prima infarinatura cristiana. La vera missione viene per da Gregorio Magno: i primi missionari sbarcarono nel 597, e Agostino, monaco, fonda la cattedrale di Canterbury. La nuova chiesa doveva essere indipendente dalla Gallia. Il vescovo Agostino mira ad una conversione non massiva (come nel caso dei franchi), ma ad personam. Nota importante la logica del rispetto dei culti locali e dei luoghi di culto, avanzata da Gregorio: in uno scritto ad Agostino, Gregorio vuole che i missionari non distruggano nulla, ma correggano con lesempio ci che gi esiste. Con Gregorio di Tarso la chiesa inglese trov unit e stabilit. prescritto lobbligo della confessione auricolare. La chiesa inglese una chiesa profondamente romana proprio per la sua fondazione missionaria. Il metropolita riceveva il pallio e veniva unito al Papa a Roma. Viene introdotta la regola benedettina. Caratteristici sono i monasteri doppi, cio maschili e femminili accanto, con abbate o abbadessa. Non sembrano essere esistiti monasteri femminili. Uomini importanti in questo periodo sono Beda il Venerabile e Alcuino. Il cristianesimo nel nord-Africa (Vandali). (fonti: Vittore di Vita e Agostino Sermo 228). I Barbari arrivano attraverso lo stretto di Gibilterra, con Genserico che uccide 80.000 uomini e donne. Trovano un buon ambiente ma distruggono tutto, anche chiese, basiliche e monasteri. Ai membri della Chiesa viene estorto denaro, oro e ricchezze, attraverso feroci tormenti e torture atroci. Altri vengono utilizzati come schiavi e portatori. Con la presenza dei Vandali nel Nord-Africa il cristianesimo diminuisce la sua forza, e si permetter cos linvasione islamica: la chiesa dAfrica, di Tertulliano, Cipriano, Agostino, morir. Secondo Vittore di Vita, per la presenza dei Vandali, da 164 vescovi si arriv a 3 vescovi soltanto. Come si comportano le comunit? Si verifica una forte dispersione. Leggiamo, in merito, l Epistola 228 di Agostino, che discute del modo di comportarsi da parte dei vescovi in tempo di persecuzione: bisogna morire col gregge che Cristo si acquistato a prezzo del sangue. GREGORIO MAGNO (590-604) I secc. V VI e VII vedono un trapasso culturale epocale, di cui Gregorio testimone. La famiglia aveva in Sicilia diversi possedimenti, e forse la madre era siciliana. Grazie a questi possedimenti fonda in Sicilia sei monasteri benedettini. Abbiamo il sunto di ogni lettera mandata: il Registro. Lepistolario composto da 850 sintesi di lettere, pi di un terzo inviate in Sicilia o riguardanti la storia di Sicilia. Gregorio esce dalla civilt romana ed entra nella civilt medievale. Giovanni Paolo II nel 1990 elenc i motivi della sua grandezza: 1. i rapporti con la Chiesa doriente, molto ravvicinati, a volte contrastati; 2. lallargamento dellecumene attraverso la missione verso gli Angli; 3. la sollecitudine pastorale avuta nei confronti dei poveri (rimane come impegno della Chiesa la giusta distribuzione dei beni ai poveri) nel solco della tradizione della Chiesa (quattro parti: poveri, chierici, vescovo e luoghi di culto). [Fonti: Introduzione ai moralia, 40 omelia sui Vangeli, Omelie su Ezechiele]. Il pontificato di Gregorio si inserisce quando si parla dei Longobardi. I Longobardi erano ariani, insediati nel nord-Italia. La crisi si fa sentire perch i vinti vengono oppressi. un popolo molto legato alle proprie tradizioni germaniche. La religiosit si esprimeva anche nel culto della natura, ancora presente. Nella famiglia di Gregorio il bisnonno era stato Papa Felice: i natali nobili non sono mai stati nascosti. Ancora molto giovane rivestito della carica di Prefetto di Roma. A quel tempo, dellantica struttura di governo romana, non rimane quasi nulla, e lamministrazione della citt affidata al praefectus urbis, la carica pi alta e di grande responsabilit. Tra il 573 ed il 579 abbandona il mondo e abbraccia la vita religiosa, come scrive nella lettera a Leandro di Siviglia, prefazione allIntroduzione ai moralia, nella quale confida di essersi occupato nella vita di molte attivit ed impegni che lo hanno riportato al mondo, lontano dalla vita contemplativa. Da notare comunque che, pure da Pontefice, conduce vita monastica e contemplativa. Lavvento dei Longobardi appare a Gregorio come la fine dei tempi. Il nord-Italia viene sconvolto dapprima da gravi calamit naturali (alluvione ed incendi) e poi dallarrivo dei Longobardi, con i quali Gregorio cerca di tessere rapporti attraverso la regina Teodolinda. A Roma, dopo le inondazioni del Tevere, era necessario aiutare le vittime e dar loro da mangiare: a Roma il Papa - come gi detto lunica autorit che si inserisce nel vuoto di potere. Gregorio intesse rapporti con la regina Teodolinda: le invia la sua opera I dialoghi, cosicch in un clima di guerra e catastrofi Gregorio sceglie di non muovere guerra ai Longobardi, bens di allacciare rapporti diplomatici. I Longobardi avevano confiscato molti beni alla Chiesa, ma dopo la loro conversione li avevano restituiti donando anche molti altri beni in pi e liberando i vescovi in cattivit.

Gregorio adotta, nei confronti degli Angli, un atteggiamento di tolleranza: i templi dei pagani vanno riconsacrati, le feste battezzate, con una logica di inculturazione che non distrugge il sostrato religioso gi presente. Questo pensiero viene espresso in una lettera di risposta al missionario Agostino, che chiedeva al Papa come operare per convertire gli Angli. La stessa saggezza pastorale Gregorio la rivela nei confronti della comunit cristiana di Marsiglia: il vescovo Sereno aveva distrutto le immagini in una chiesa perch il popolo le adorava e venerava oltre modo, ed il clero ed il popolo si rivolgono al Papa. Gregorio risponde che non si possono distruggere le devozioni popolari, bens bisogna catechizzare il popolo gradualmente, rispettando la sua immaturit. Gregorio viene nominato prefetto di Roma fra il 572 ed il 573. Dal 573 vive nella comunit monastica. Nel 579 Pelagio lo ordina diacono e viene nominato legato pontificio a Costantinopoli fino al 585-586. Nel 590 viene nominato vescovo di Roma. Il pontefice Pelagio II non riesce a bloccare linvasione dei Longobardi e, per questo, invia Gregorio come legato a Costantinopoli, per chiedere aiuto allimperatore. Non ricevendo ancora risposta, invia una lettera importante per tre motivi: 1. nessuno in Italia in grado di bloccare i Longobardi; 2. limperatore non in grado di venire incontro alla petizione pontificia e non lo sar neppure dopo (i pontefici rivolgeranno dal VII sec. in poi le loro richieste di aiuto allOccidente, ai Franchi; 3. lintervento richiesto di tipo militare (lesercito un comandante). Dal punto di vista ecclesiale, il patriarca di Costantinopoli si attribuiva il titolo di ecumenico, mentre Gregorio si defin, in modo polemico ma anche riflettendo il suo personale servizio ai poveri, Servus servorum Dei. Questa ulteriore polemica divide ancora di pi Oriente ed Occidente, gi parecchio distaccati teologicamente. Mentre Gregorio si trova ancora a Costantinopoli (non riesce a mediare), limperatore non manda nessun esercito. Fatto Papa si avvicina ai Longobardi, cercando di ottenere diplomaticamente ci che non aveva potuto attuare con la pace. Per questo limperatore di Costantinopoli invia una lettera offensiva al Papa, nella quale gli si rimproverano i suoi contatti diplomatici e lo sinvita piuttosto a rivolgersi ancora allOriente. Gregorio, che conosceva bene la situazione sterile, risponde a questa lettera: limperatore pensi di lui tutto il male possibile, ma egli agisce dinanzi a Dio, al quale spetta lultima parola nel giudizio. Allinizio del sec. VIII i rapporti tra Oriente ed Occidente si fanno pi difficili con limperatore Leone III. Isaurico: Il momento critico dal punto di vista economico e politico. Leone III associava la debolezza dellimpero al culto delle immagini: le fece distruggere. LA LOTTA ICONOCLASTA La causa e dunque la religiosit dell'imperatore. Ma accanto vi furono altri motivi. Per esempio, il legame che si stava instaurando con il vicino Islam. Ancora: motivi economici, perch i monaci, che promuovevano il culto delle immagini, erano i primi a costruirle. L'imperatore, in difficolt economiche, pensava di confiscare i beni monaci, e questo poteva avvenire solo accusandoli gli iconoclastia. Iconoclasti (contro le immagini) fronteggiarono iconoduli (per il culto delle immagini). Generalmente fra gli iconoclasti vengono collocati gli imperatori-teologi: Leone III e Costantino. A favore delle immagini e Giovanni Damasceno nei suoi discorsi: Difesa delle immagini sacre. (Questa una fonte e sono solo tre discorsi). La lotta si concluse senza scisma duraturo. L'ingresso del culto delle immagini si ebbe nel VI-VII secolo soprattutto sotto la spinta del movimento dei monaci: apparve le icone miracolose, immagini non dipinte da mani d'uomo, immagine cadute dal cielo. Intere circoscrizioni ecclesiastiche avversarono tale culto delle immagini (per esempio i panliciani in Armenia). Leone III di Saulico (417-441), a motivo della sua origine, sarebbe stato influenzato dal monofisismo, dallIslam o dal giudaismo. Il legame col monofisismo dato dallaffermare che Ges non pu rappresentarsi umanamente. Leone III associava la debolezza dell'impero al culto delle immagini, e contro di essi inizia la lotta dalla vittoria contro gli arabi: la debolezza un segno divino di scontentezza. Con la lotta l'imperatore sembra volere accentrare a se anche i poteri ecclesiastici: vuole purificare le chiesa dal culto delle immagini, e nello stesso tempo restaurare limpero unitario dei tempi di Costantino. Le chiesa delle origini ha lasciato diversi segni del culto delle immagini, relativi soprattutto a simboli liturgici e di fede. L'icona vuole rappresentare la persona divina e umana di Ges. Di fronte a Leone III c' Germano, patriarca di Costantinopoli, che a Leone III risponde che l'immagine di Ges testimonianza del ricordo della reale incarnazione di Ges, vero Dio e vero uomo. Si vuole cio raffigurare ci che di Ges abbiamo visto, cio il Ges storico, e nello stesso tempo si fa riferimento ad una consuetudine gi affermata. Con Leone III stavano anche un gruppo di vescovi dell'Asia minore, che Germano rifiut di assecondare nella loro iconoclastia. D'altra parte il califfo Yazir aveva promulgato un editto contano le immagini islamiche. Nel 726 il primo intervento: Leone III fa distruggere un'immagine di Cristo che campeggia sul portone del suo palazzo, e la sostituisce con la croce nuda. Ufficialmente liconoclastia parte dal 17 gennaio 730: durante una grande adunanza di dignitari si prepara un editto di cui ci rimane copia in modo indiretto (biografo di Gregorio III a Giovanni Damasceno). l'inizio di una persecuzione. Lo stesso Germano costretto ad abdicare. All'autorit imperiale viene rivendicata una concezione del potere imperiale molto forte e centralizzata: quindi la lotta iconoclasta anche vestita di uno scopo politico. Interviene anche papa Gregorio II: con le immagini si ripropone soltanto ci che con l'incarnazione gi avvenuto nella storia. Perch dunque ci si dovrebbe astenere da fare queste immagini? Inoltre, i dogmi della Chiesa, dice Gregorio II, sono sotto l'autorit della legge ecclesiastica e non sotto l'autorit imperiale, a cui spettano altre competenze. Roma dunque per il culto delle immagini e, inoltre, mentre l'imperatore lotta contro le immagini e diventa pagano, contro la chiesa, il papato, dice Gregorio II, si rivolge all'Occidente, ai franchi, cercando di intrecciare rapporti con essi. Nel 732-733 l'imperatore confisca dei territori dell'Italia meridionale e altri (Illiricum e isole), e li passa al patriarcato di Costantinopoli, che li terr fino al 1061: l'Italia meridionale avr, dunque, struttura bizantina fino alla latinizzazione operata dai Normanni. In questo periodo la Sicilia allineata con la politica imperiale, tanto che vita di comparire nei luoghi frequentati dagli iconoduli. Leggiamo alcuni passi di Giovanni Damasceno e dei suoi discorsi in favore delle immagini sacre. Sottolinea la dimensione catartica dell'arte sacra, e il fatto che i margini sono la B ibbia dei poveri, quindi la dimensione didattica dell'arte. Infine, sottolinea una terza dimensione: nell'immagine raffiguriamo e contempliamo la figura corporea e le grandezze di Ges fatto uomo, ma ci apriamo e

ci eleviamo anche a considerarne la gloria divina. Far anche un discorso pi teologico. I cristiani "adorano" solo Dio, "venerano" Maria e i santi martiri e, dunque, anche le icone. Inoltre, i cristiani riferiscono il culto non all'immagine in quanto tale bens al prototipo che l'artista ha voluto rappresentare. Nel 754 a Iereia viene celebrato un concilio presieduto da Costantino V, figlio di Leone III, un concilio di iconoclasti. Costantino ha una sua precomprensione sulle immagini: Cristo una persona in due nature, e nella rappresentazione non si pu raffigurare la natura divina in nessun modo; si rischia dunque di scindere le due nature e di rappresentare soltanto la natura umana; solo lEucaristia immagine di Cristo. Con della morte di Costantino la lotta iconoclasta perde intensit: Leone IV adotta misure pi blande. Muore e il potere passa alla moglie Irene, cui sta molto a cuore il culto delle immagini. Sceglie Tarasio come patriarca di Costantinopoli, il quale vuole convocare un concilio per ripristinare il culto delle immagini. Adriano I, papa, non riconosce il patriarca e, prima di partecipare al concilio, vuole i territori dell'Italia meridionale. Tarasio risponde. Il sinodo si raccoglie, ha diverse sedi, poi si trasferisce a Nicea, nel 787: il VII concilio ecumenico, il Nicea II. La presidenza affidata ai rappresentanti pontifici: l'Italia meridionale rappresentata da vescovi siciliani e calabresi. I padri contestarono punto per punto Iereia. (Leggiamo il testo di questo concilio, con i suoi canoni). Nel 815, sotto Leone V, un sinodo a Costantinopoli rigetta il Nicea II, e depone il patriarca di Costantinopoli, d'accordo per il culto delle immagini. Michele II, successore, pur non favorevole alle immagini, non continu la persecuzione. Il successore Teofilo perseguita gli iconoduli crudelmente. Con Teodora, imperatrice, viene ripristinato il culto delle immagini, nell'843, mentre patriarca di Costantinopoli Metodio di Siracusa. DAI MEROVINGI AI CAROLINGI I Franchi erano un raggruppamento di trib. Abbiamo visto Clodoveo, che cerc di sbarazzarsi di ci che rimaneva di romano nel suo regno. Trova una situazione religiosa frammentata, e per creare un regno punta sull'unit religiosa, facendosi battezzare a tal fine. I successori di Clodoveo cominciarono a dividersi, e cos pure il regno: il principio germanico di dividere la propriet, ossia la terra, unica ricchezza. La realt politico-sociale si frammenta in tanti reucci, i maggiordomi, funzionari principali dell'assetto, sono al posto delle re. Due fra i pi importanti sono: Arnolfo, vescovo di Metz, e Pipino il Vecchio, che governarono nellAustrasia (capitale Metz). Laltra regione la Neustria (capitale Parigi). Attraverso matrimoni, questi due maggiordomi riescono a riunire la regione dellAustrasia. Arnolfo si fece valere. Grimoaldo, figlio di Pipino il Giovane, voleva scalzare dal trono il re merovingio, ma pag questo tentativo. Pipino II il Medio, figlio di Pipino il Vecchio, cominci daccapo, lotta contro il maggiordomo della Neustria e riesce, alla fine, a unificare le due regioni. Nei secoli VI e VII la Gallia diventa pagana, per vari motivi politici. L'interminabile guerra familiare aveva portato ad un inselvatichimento e ad una debolezza della Chiesa franca. Con Pipino II si riprende l'evangelizzazione e arrivano dalle terre iro-scozzesi i missionari. Figlio di Pipino II Carlo Martello (illegittimo), che confisca i beni della chiesa per rafforzare il suo esercito contro i popoli vicini. Nel 732 Carlo Martello firma a Poitiers l'invasione islamica, e trae da questo vantaggi politici. Aumenta l'autorit dei vescovi, e chiese e monasteri diventano servi e funzionari terrieri del re. Nel 678 tra i missionari ricordiamo Vilfrido di York, che attraversa vari territori fino a giungere in Frisia. Un suo discepolo si stabilisce nella Frisia e va a Roma e viene consacrato vescovo. Altro fu Vinfrido, che diventa San Bonifacio. In Germania continua la sua opera di evangelizzazione. Nel 722 viene consacrato vescovo. Nel 732 Gregorio III lo fa arcivescovo. Poi verr nominato legato pontificio in Germania. A Fulda fonda un monastero, e da l si irradia il cristianesimo in tutta la Germania. Dalla discendenza, come abbiamo gi visto, abbiamo Pipino II con il figlio Carlo Martello. Questi ha due figli: Carlomanno e Pipino il Breve. Pipino il Breve il padre di Carlo Magno. Tra i missionari abbiamo anche Irminio, apostolo degli Alemanni. invitato da Carlo Martello. Ricordiamo anche Crodigango di Metz. La vita monastica segnata dalle forme canonicali: i canonici professano la vita in comunit e la povert. Morto Carlo Martello, Carlomanno eredita la parte orientale interessandosi all'attivit missionaria di Bonifacio. Le definizioni e i canoni dei vari concili diventano leggi dello Stato. I vescovi sono ricchissimi proprietari terrieri, quasi funzionari regi. Anche Pipino riforma la parte occidentale. Carlomanno si ritira e Pipino rimane unico potere, ancora maggiordomo, mentre il re ancora in vita. L'ultimo re proprio questo: Childerico III. Pipino cerca dunque di puntare alla dignit reggia, anche se per casato non pu aspirarvi (il re il massimo della espressione religiosa): ricorre al Papa che pu dargli questa dignit regia e religiosa. Il Papa Zaccaria. A lui Pipino scrive una lettera nella quale domanda di essere re, visto che il potere sta di fatto nelle sue mani. Il Papa risponde di s, affermando che pu essere nominato re solo chi si occupa della struttura statale. Pipino consacrato re dei merovingi, che si chiameranno adesso carolingi. Durante la consacrazione di Pipino, vengono composte le laudes Christus vincit. Comincia ad emergere la sacralit dell'imperatore carolingio, aprendo la strada alla Teocrazia (l'imperatore che si coglie come Cristo in terra), che si opporr alla ierocrazia (il Papa che si coglie anche con imperatore). Il Papa, in questo caso, entra nel merito di una questione politica come la nomina di questo re carolingio. Il responso di Zaccaria obbligava alla gratitudine, e Stefano II, nel 753, chiese a Pipino il suo aiuto per contrastare i longobardi. Stefano nomina Pipino patricius Romanorum, titolo che spettava all'imperatore d'oriente. Gregorio III riusc a ottenere da Liutbrando la restituzione dei vari territori. I longobardi minacciano sempre pi Roma. Astolfo occupa Ravenna e punta su Roma. Stefano II si rivolge a Pipino, dopo aver parlato con Astolfo. Pipino accoglie il Papa con rispetto, inchinandosi e guidandogli il cavallo. Pipino giura di dargli aiuto e nella Pasqua del 754 il regnante s'impegna per iscritto a garantire la sua presenza difensiva in alcuni territori vicino a Roma. Il Papa lo consacra imperatore. Astolfo ne riconosce lautorit e viene convinto a cedere al Papa alcune citt. Nel 755 Astolfo ci riprova. Pipino interviene nel 756 e costringe i longobardi a dure condizioni. Nel 755-757 sorgere l'altra grande documentazione di apocrifi medievali: la Donatio Costantini, che riguarda il territorio, per cui Costantino avrebbe dato a Silvestro I tutta l'Italia, isole comprese. Pipino avrebbe dovuto riconoscere l'autorit del vescovo di Roma

su questi territori. Questa donatio entrer nelle decretali pontifici, in modo particolare di Leone IX nel 1054 al patriarca di Costantinopoli. (Leggiamo il testo secondo l'interpretazione di Leone IX). Pipino muore nel 768. Lascia il regno ai figli Carlomanno e Carlo. Il primo ottenne un blocco compatto di territori ad occidente. Carlo invece ottenne una piccola striscia di territori. Per questo ha qualche rancore. Con la morte di Carlomanno, Carlo prende territori. Nella Pasqua del 774 Carlo entra Roma per rinnovare le promesse di suo padre. Mentre Pipino aveva dato i territori longobardi al Papa, Carlo rivendica a se i territori longobardi. Nel 787 Carlo invade la Baviera. Diventa unico signore in Occidente. Dovette stabilire a sud nei Pirenei una marca di confine a difesa dagli ebrei. L'incoronazione avviene nel Natale dell'800 ad opera di Leone III. Questi viene accusato di aver depauperato i beni della chiesa e di aver avuto relazioni con donne. Carlo scende Roma. Il 23 dicembre si riunisce un sinodo, che deve discutere delle accuse di Leone III, che si discolpa pubblicamente. il primo caso in cui un Papa incorona un imperatore. Le fonti carolingie dicono che l'incoronazione l'ha voluta Carlo Magno, perch aveva gi conquistato vari territori e voleva essere riconosciuto come imperatore: stata una cosa inaspettata a Roma. Le fonti romane parlano di un'iniziativa partita Leone III, unica autorit. Della celebrazione abbiamo una rappresentazione in San Giovanni in Laterano. Con Carlo magno abbiamo una delle pi grandi riforme della chiesa, con una vera e propria rinascita carolingia (avevamo gi visto la rinascita gelasiana e vedremo le rinascite ottoniana, gregoriana e del secolo XII). Questa si propone per una costante: l'uniformit, un unico volto all'impero e alla chiesa. Ununiformit che tocca i diversi ambiti. Dal punto di vista giuridico le definizioni sinodali hanno carattere giuridico, e sorgono cos i capitularia. Ogni assemblea dello Stato era anche ecclesiale: abbiamo l'identificazione fra chiesa e mondo. La rinascita carolingia viene portata avanti attraverso l'uniformit, che non coincide per con l'unit. L'uniformit giuridica viene attuata attraverso i capitularia. L'uniformit liturgica viene portata anch'essa avanti. Carlo Magno chieda al Papa il Sacramentario Gelasiano, ed i suoi teologi notano la mancanza di alcune celebrazioni: i teologi palatini la migliorano e la arricchiscono di molte celebrazioni. In questo e il rischio di ridurre tutto a devozioni. Il luned viene dedicato alle anime del Purgatorio. Il marted per il patrono del paese. Il mercoled per San Giuseppe. Il gioved all'eucarestia. I Verdi alla passione. Il sabato alla Madonna, perch gli altri giorni non c'era posto (a proposito di Maria, quando dal XIII secolo ci furono gli ordini mendicanti, questi cercarono di dare significato teologico a questa scelta: dopo la morte Ges solo la madonna ha perseverato nella fede, nel suo sabato). Il sacramentario viene imposto a tutto il regno con la costrizione per le chiese di rito diverso, di celebrare, con il vecchio rito particolare, solo nelle chiese cattedrali (per esempio il rito Ambrosiano solo a Milano). C' anche un uniformit monastica. Nel mondo occidentale, ogni abbazia benedettina aveva di fatto un modus vivendi diverso, una diversa tradizione monastica. Padre del monachesimo in et carolingia Benedetto di Aniane, che sotto Ludovico il Pio porta avanti l'assetto politico. Benedetto Aniane, molto austero, considera la regola benedettina molto delicata e inadatta a un monachesimo virile e deciso. L'unica anche politica, attraverso il fondamento teologico al potere imperiale. Il monoteismo suggerisce l'unicit dell'imperatore. Si sacrificher l'umanit di Cristo Ges, la sua povert, la sua umilt, si raffigureranno solo i simboli gloriosi di Cristo e non si parler della sua crocifissione. Cristo per i carolingi il Figlio del Re Altissimo, che siede sul trono del mondo e dei popoli. Con il regno di Carlo Magno, morto nel 814, si conclude tutto. Succede Ludovico il Pio, ma l'assetto politico viene portato da Benedetto di Aniane. Nel 843 il regno viene diviso ai tre figli ed la vera e propria decadenza dell'impero carolingio. La grandezza dei Pipini fu quella di accorpare i regni: adesso si ritorna alla frammentariet pre-carolingia. Nel 888, con l'ultimo re, Carlo III, si ha la caduta totale, la quale far emergere la famiglia degli Ottoni di Sassonia. LA VITA CRISTIANA NEL IX SEC. la vita di tutto il popolo cristiano: la plebe. I laici erano le elites del tempo di non chierici. Si elabora la teoria dell'ordo: ordine della plebe, dei laici, dei chierici. Una societ divisa da ordines, che dovevano rimanere sempre distinti, per cui un uomo non poteva cambiare ordine. San Bonifacio dir che ognuno deve essere contento del proprio ordine, e chi desidera cambiare va contro l'ordine costituito da Dio. Questo si manterr fino al XIII secolo, con riferimento all'ordine del mondo animale e a Lodi il regno celeste con la sua gerarchia. LO SCISMA FOZIANO Riguarda pi la sede di Costantinopoli, ma influenza anche Roma. Con la lotta iconoclasta erano rimasti dei territori confiscati a Roma e dati all'oriente. Due anime a Costantinopoli rispetto al culto delle icone: una moderata, capeggiata da Fozio, una radicale e fondamentalista, conservatrice intransigente, capeggiata da Ignazio, superiore di un monastero Costantinopolitano. Lo scisma oziano preludio allo scisma orientale. Alcune incomprensioni. L'incoronazione di Carlo Magno quando c'era gi l'imperatore d'oriente. Il canone XXVIII di Costantinopoli. Gli atti del concilio di Nicea II, che vengono scritti in greco ma tradotti in latino: una copia arriva ad Aquisgrana e l'adorazione viene riferita anche alla Madonna per un problema di traduzione, per cui i teologi imperiali non vollero accettare il Nicea II, anche se il problema era politico: infatti, uno solo doveva essere l'imperatore, e tantomeno poteva esserlo una donna, Irene di Costantinopoli. Poi, il patriarcato di oriente continuava a mantenere la giurisdizione sulle isole e su altri territori, che sarebbero piaciuti a Roma. Il titolo di patriarca ecumenico. Morto il patriarca di Costantinopoli, Metodio di Siracusa, nell'847, l'imperatrice Teodora fa leggere Ignazio, come patriarca. Ignazio, appena letto, scomunica Gregorio di Siracusa e tutti vescovi di ala moderata. Scrive a Leone IV, vescovo di Roma, e gli invia il pallio, grossa mortificazione. Leone lo invita a ristudiare il caso di Gregorio di Siracusa, appena scomunicato. Nel 855 viene eletto a Papa Benedetto III. Ignazio rinnova la lettera. Mentre Ignazio patriarca, nel 856, non da la comunione a Cesare Barda. Ignazio abdica e viene eletto nell'858 un laico, Fozio. Ecco lo scisma, un patriarca deposto e uno ancora in carica, ordinato per saltum. Fozio convoca nel 879 un sinodo dei vescovi, per prendere decisioni contro Ignazio e il suo seguito. Ero scisma ufficiale. Fozio scrive a Niccolo I papa, che mentre saluta con gioia l'elezione di Fozio, manda due legati a Costantinopoli, per partecipare al concilio e

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indagare su Ignazio. I legati si comportano male. Niccolo I manda una lettera a Fozio: l'unica autorit nella procedura conciliare pontefice, per cui gli atti dovevano essere approvati da lui. Cita alcuni documenti che fanno parte delle Decretali pseudo-isidoriane, collezione di apocrifi che sorge nella diocesi di Reims per difendere il primato della sede di Roma. Un vescovo suffraganeo vanta libert rispetto al suo vescovo metropolita, dicendo che la massima autorit quella di Roma. La documentazione sorge in contesto occidentale. Nella lettera a Fozio, Niccol I invita alla restituzione dei territori (isole, ecc. ecc.). Inoltre non era accettata l'elezione per saltum che a Costantinopoli era prassi comune. Nel 861 viene celebrato il concilio: i legati hanno un ruolo eccessivo, scavalcando il papa e le loro competenze. Dichiarano deposto Ignazio. Ignazio organizza un movimento e presenta una delegazione a Roma. Niccol I condanna i due legati pontefici. Nel 863 si celebra un sinodo a Roma: Ignazio viene riabilitato, vengono condannati i legati. Michele III viene ucciso, ed anche Cesare Barda. Si inserisce una questione delicata: il re dei bulgari chiede missionari a Roma, e Roma risponde dicendo di diffidare da Costantinopoli. Il contenuto della lettera esprimeva tutti i dissapori tra la Chiesa di Roma quella d'Oriente. Niccolo II viene scomunicato da un concilio. Basilio I si impadronisce del potere, ma Fozio non lo lascia entrare nella basilica di Santa Sofia. Basilio costringe all'abdicazione Fozio e riabilita Ignazio. Intanto abbiamo il nuovo papa. Basilio chiede aiuto e protezione. Nell'estate 869 un sinodo si riunisce per vendicarsi del concilio dell'867. Fozio viene solennemente condannato e destituito. Tutti i preti ordinati da Fozio vengono destituiti. Tra 869 e l870 abbiamo il Costantinopoli IV (8 concilio ecumenico secondo il computo dell'Occidente). Adriano II invia i legati. La presidenza fu data ad un rappresentante dell'imperatore. Viene stabilita la dottrina dogmatica dei concili precedenti. Fozio viene nuovamente scomunicato. Durante gli anni del concilio, il re dei bulgari chiede missionari a Roma, Roma non rispondere, il re Boris chiede a Costantinopoli. Durante il decennio successivo Fozio guadagna a se Basilio. Ignazio, prima di morire, si riconcilia con Fozio, che diventa patriarca. Nell'879-880 si celebra l'8 concilio ecumenico per l'oriente: viene condannato il papa, viene ratificato quanto fatto da Fozio. Nel 886 Fozio viene nuovamente condannato. Muore nel 882. LA CONVERSIONE DEI POPOLI SLAVI Grazie a Cirillo e Metodio si ha la conversione dei popoli slavi. Questi si insediano nella parte ovest dellEuropa. Apostoli dei Moravi. Ratislao di Moravia, nell862, si era rivolto a Fozio per chiedere missionari: vengono inviati Michele (Metodio) e Costantino (Cirillo), che si ritireranno in monastero. Nell860 Costantino viene inviato ad evangelizzare i Cazari. Trova le reliquie di s. Clemente. Poi passa agli slavi. Traducono (lui ed il fratello) la Bibbia ed i libri liturgici in slavo e formano lalfabeto cirillico. Celebrano in slavo. Nell867 il papa li invita a Roma per rendere conto della loro missione. Trovano Adriano II che li accoglie con gioia. La sede metropolitana di Salisburgo costringe Metodio, consacrato arcivescovo, a chiudersi in monastero. Viene liberato. Metodio passa in Moravia. Papa Giovanni VIII lo richiama a Roma, per non farlo celebrare in lingua slava. Sono inseriti in una cultura (incarnazione). IL SECOLO X (IL SECOLO DI FERRO O IL SECOLO OSCURO): LUCI ED OMBRE Riguardo il X secolo, vediamo che dal punto di vista politico l'inizio segnato dalla crisi (Spagna, Gallia, Germania, Inghilterra, Pannonia, Italia), dalla decadenza. Con l'ultimo re dei carolingi, Carlo III, che muore nel 883, si ha una situazione frammentata e incerta. Abbiamo la trasmigrazione dei Vichinghi: dall'Inghilterra, in Europa, fino alla Sicilia. Abbiamo anche l'invasione islamica: nella penisola iberica abbiamo arabi (islamico) e non solo: regno islamico, regno mozarabico, regno cristiano (Astrurie). Altra minaccia era data dagli ungheresi. Abbiamo dunque una molteplicit di stati, ma a partire dal secolo X abbiamo una reconquista cristiana. L'Italia, da Gregorio Magno in poi, ha come unica autorit il vescovo di Roma, ma questi cade in mano alle nobili matrone romane. Dal 900 al 1030 abbiamo ben 23 pontefici che si avvicendano al soglio pontificio. Il pontificato pi lungo da venti giorni a quattro anni. Non consideriamo gli antipapa. In seguito alla morte di Carlo III abbiamo in Francia una frammentazione di potere. LItalia meridionale occupata dai saraceni. In Lombardia c' una forte potenza ecclesiastica. Benedetto IV e Alberigo. Tre donne: Lanozia e le rispettive figliole che fanno e disfanno il papato. Liutprando, vescovo di Cremona, descrive molti di questi fatti, visto che ne stato testimone. Teodora tiene il potere di Roma, e ha due figlie: Marozia e Teodora. Marozia, insieme a Sergio III, da il successore. Leggiamo qualcosa proprio di Liutprando. Descrive un imperatore che opera la riforma, ma odiato dal papa. Liutprando descrive il pontificato di Giovanni XII. Per quanto riguarda la Germania, emerge la famiglia di Sassonia. Ci son diversi ducati, ma i duchi di Sassonia riusciranno a creare un regno pi grande. Ottone I che ha mire espansionistiche. Egli vuole essere successore di Carlo Magno. Lotta con i duchi. Crea il regno lo affida ad alcune persone vicine (vescovi e parenti). Per quel che riguarda la politica estera lotta con Berengario, anche contro gli ungheresi. Con gli ottoni abbiamo la renovatio imperii. La nomina dei vescovi obbediva gli interessi politici, compresi quelli dell'imperatore. I vescovi, d'altra parte, avevano diversi privilegi: la donazione di un patrimonio, la giurisdizione sui territori, le entrate relative, l'immunit, la distanza dell'autorit imperiale. Anche per l'imperatore ci sono vantaggi: i vescovi erano fedeli amministratori, preparati a servizio politico perch colti, non avevano eredi a cui lasciare territori. Abbiamo una funzione-confusione fra regno e sacerdozio. Con l'incoronazione, Ottone avrebbe ricevuto un potere universale, anche sopra la Chiesa. Motivi ideali che lo mossero sono: un regno universale ed una supremazia pi estesa. Gli ottoni rivivono la tradizione imperiale romana, e si ricollegano poi anche a Carlo Magno. La concezione teologica poi supporta questa posizione: il riferimento al re Davide. Per esempio, gli imperatori sono re che vengono poi eletti imperatori dal popolo. Abbiamo un'unzione regale, una consacrazione e una incoronazione che avviene solo a Roma. Con la riforma gregoriana le cose cambiano (riforma con-senza-contro l'imperatore). Ma quali sono le luci del X secolo?

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Intanto un segno di speranza: l'evangelizzazione dei popoli slavi. Cirillo e Metodio evangelizzano Moravia e Boemia, poi il cristianesimo in queste regioni si arresta. Si risveglia solo nel X secolo e risveglia le regioni vicine. Viene evangelizzata anche la Polonia. I primi missionari sono tedeschi: i polacchi cristiani, nel 992, consacrarono la sede Apostolica non ai tedeschi regnanti ma alla sede di Roma. L'evangelizzazione si deve ad Ottone III e a Silvestro I. Infatti, l'evangelizzazione a est portata avanti da gli ottoni e dai vescovi locali. Sorge l'esenzione degli ordini monastici. A partire da un canone di Calcedonia la vita monastica era dipendente dal vescovo locale. Con Cluny e altre istituzioni, essa dipender solo dal vescovo di Roma: si scavalca la giurisdizione del vescovo locale. Assicura una certa irrequietezza, ma anche il futuro: i monasteri, nel sistema feudale gi sviluppato, non erano liberi (per esempio l'abate era nominato dal feudatario del luogo) e legarsi a Roma significa essere liberati da queste costrizioni e lacci. Un altro privilegio. Fino al X secolo le canonizzazioni avvenivano all'interno della Chiesa locale (a cura dei vescovi). A partire dal X secolo le canonizzazioni saranno affidate solamente al vescovo di Roma. Importante luce: nonostante la dissolutezza dei papi, dalla periferia emerge un riconoscimento della sua importanza (accentramento e autorit). La riforma monastica. Quella di Gonze e di Cluny. Importante il diritto canonico. Fino all'et carolingi a c' un unico diritto, quello romano, per tutta la Chiesa. Pi avanti, fino al 1140,1 sorta di koin giuridica nel quale convergono l'antico diritto romano e le altre espressioni. In un terzo periodo (1140-secolo XVI) si ha l'affermazione del diritto ecclesiastico. Nel secolo XII sorge la teologia come scienza e anche il diritto canonico: prima di questa data il diritto canonico era anche teologia. Sempre in questo periodo si distinguono le decretali (lettere del papa) dal decreto ( unico, quello di Graziano). Quarto periodo: dal secolo XVI fino al 1917, viene promulgato un unico codice di diritto canonico. Quinto periodo, 1917-1983, il rinnovamento sulla base della Lumen Gentium. Il sistema vigente feudale. Da territorio, anche ci che veniva costruito, le abbazie e le chiese, con sacerdoti e monaci, era propriet del signore locale. Non esistevano cos i rapporti ecclesiali. Il clero era poi molto ignorante. Ma l'evangelizzazione viene portata alle campagne, proprio grazie a queste chiese sui iuris. Il clero urbano vive in comunit e incarna la regola di Agostino, riletta da Clodigando di Metz: i preti devono vivere nel claustrum, e questo afferma gi il celibato che viene salvaguardato. Poi, riguardo alla povert, i presbiteri che fanno vita in comune conservano l'usufrutto della propriet privata (con Agostino dovevano mettere tutto in comune). I canonici realizzano una presenza pastorale nelle citt, al contrario dei monaci, isolati. La Chiesa urbana fa capo al vescovo: le entrate vengono suddivise, la mensa del vescovo e la mensa dei canonici. Questa era incrementata dalla rendita dei preti. Il clero colto e preparato. Abbiamo poi le chiese vescovili: i signori eleggono i vescovi, ritenendoli come vassalli. Fino a secolo XI all'elezione del vescovo succede l'omaggio vassallitico, poi la consacrazione episcopale. Il secondo momento si distinguono due simboli: si riceve il pastorale e poi si mettono le mani nelle mani del Signore. Il momento pi importante era proprio il secondo: era il beneficio che faceva il vescovo. Quali i vantaggi di una simile organizzazione? Il vescovo godeva di una sicurezza economica, dellimmunit, del potere esecutivo e giudiziario nel suo territorio. Il signore, alla morte del vescovo, si riappropriava delle terre e delle ricchezze del vescovo. In Francia 50 su 77 chiese appartenevano a signori feudatari. Chiesa abbaziali. Elezione dell'abate avveniva per opera del signore feudatario: di monaci acclamavano solo leletto. Anche l'abate veniva investito. Abbiamo nel secolo X la rinascita monastica. In Italia troviamo san Nilo, nato a Rossano Calabro. In Calabria presente la tradizione bizantina. Incarna il monaco greco-italiano, facendo riferimento a Basilio e Benedetto. anche amico di Ottone III. Poi abbiamo Romualdo di Ravenna, entra nel monastero di Santa Apollinare in Classe, ma poi si ritira da monaco a Camaldoli (di cui fondatore). Iniziatore della vita canonicale Sant'Agostino. Clodigando lo rilegge. Durante Ludovico il Pio abbiamo anche la rinascita dei canonici. importante un capitulare dell'et carolingia. L'abate, ogni gioved santo, lavava i piedi a tutti poveri della regione. Penitenziale: raccolta di tutti i canoni riguardanti la penitenza. per i sacerdoti, come manuale e guida. Di questo ne leggiamo alcune parti. Torniamo adesso alla riforma della vita monastica, una vita che viene identificata come vita di penitenza (quasi coincidono le due cose). Parliamo, in particolare, del movimento laicale La pace di Dio. In Germania, nel secolo X, abbiamo un vuoto di potere, di cui approfittano i signori locali. A difendere i poveri sar la Chiesa che promuover il movimento laicale La pace di Dio: i vescovi armano i laici contro gli oppressori e i signori. Quest'esercito difender i poveri, ma anche la Chiesa e i vescovi, e si porr come antifona alle crociate del secolo XI. La regola del movimento prevede che in alcuni momenti dell'anno liturgico si debba concedere una tregua. In ogni caso l'autorit tutta del vescovo. Il movimento monastico parte dalla rilettura della regola di San benedetto: sono gli anarchici trionfanti, anarchici perch si pongono in rottura con le regole del tempo, trionfanti perch si impone la loro interpretazione della vita cristiana. La riforma nasce in Francia, nella Lorena (Gonze) e nella Borgogna. Si riparte da San benedetto. Le istituzioni monastiche che si rifanno a Gonze sono unite da legami spirituali, in federazioni, nuove per il periodo visto che fino ad allora ogni abbazia era un'isola. Gonze, pur esprimendo una vita monastica tradizionale, si apre ad esperienze monastiche simili. Accanto a Gonze troviamo Cluny (40 chilometri dall'attuale Taiz) con struttura federale giuridico-monarchica. Cluny fonda diversa abbazie senza abate ma con dei priori. Anticipa cos il modello degli ordini mendicanti e anche la struttura della chiesa universale, con a capo il papa ed i vescovi come suoi collaboratori. Fino al 1000 ogni vescovo Papa nella sua diocesi (il papa non ricordato neanche nell'anafora). Nel 1130 Cluny conta 700 monaci: l'unico luogo di formazione, e questo rinforza il vincolo comunionale. Dal punto di vista carismatico Cluny privilegia la preghiera rispetto al lavoro: l'unico lavoro l'opus dei, ossia la preghiera attraverso la recita quotidiana di tutto il salterio. Il lavoro manuale considerato non dignitoso per i monaci. A lavorare saranno degli oblati, non assimilati ai monaci. Il sostentamento dei monaci avviene grazie alle famiglie nobili di provenienza. Si promuove la preghiera per i defunti: s'introduce il 2 novembre, e le preghiere di suffragio rappresenteranno un grosso sostegno economico. A Cluny abbiano monaci nobili, con l'abito nero, segno di sofisticatezza, con stoffa buona e tinta, molto costosa. Mentre a Gonze l'iniziativa riformistica viene dai fondatori laici, qui, a Cluny,

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si garantisce l'autonomia ai monasteri, con pi riferimento al vescovo locale. Questa riforma si afferma per tutto il secolo XI. I cluniacensi si divideranno e nasceranno i monaci bianchi, chiamati cistercensi. Il successore di Cluny venne sia dall'amicizia con la nobilt sia dalla santit degli abati (primi teorici della teologia della vita religiosa), che saranno longevi, assicurando sicurezza e stabilit istituzionale e strutturale. Lelezione dell'abate non era fatta dal signore feudale, bens da parte dell'abate predecessore. Gli abati di Cluny si rivolgono al re e all'imperatore chiamandoli "figlio mio". Il papa, in questo periodo, vi si rivolge con "carissimo confratello", e questo indica l'autorevolezza goduto dall'abate di Cluny. Saranno queste riforme a preparare la riforma gregoriana del XI secolo. All'interno della chiesa la riforma si traduce in un cambiamento morale, di costumi, ma anche spirituale. Solo con la riforma gregoriana questo cambiamento acquista una definitiva dimensione istituzionale. Prima parlavamo della riforma gregoriana, con-senza-contro l'imperatore. Vedremo adesso i 100 anni di storia dal 1050 al 1150. L'inizio del 1000, con il suo contesto di riforma, collocato, per noi latini, nel basso medioevo. In campo politico, il regno si distingue dal sacerdozio. In campo ecclesiale, il presbiterio si distingue dalla navata (separazione del popolo di Dio). In campo culturale nasce la teologia come scienza e anche il diritto canonico come studio separato. La filosofia ancilla theologiae. La riforma non pi solo morale, ma anche strutturale ed istituzionale, con l'eliminazione di ci che c' di vecchio. In Germania l'ultimo degli Ottoni Enrico II, con il quale si ha un forte sistema Teocratico: i vescovi, gli abati e quant'altro, vengono eletti dall'imperatore. Con il successore Enrico III l'investitura si arricchisce con la consegna dell'anello. In Italia contano le famiglie nobili di Roma e, quindi, abbiamo contemporaneamente due o tre papi. Benedetto IX, Silvestro III e Gregorio VI sono papi nel 1046, contemporaneamente. Enrico III scende per metter ordine a Roma e per farsi incoronare: la sede di Roma era per l'unica non soggetta all'autorit imperiale. Viene convocato un sinodo a Sutri (1046) e vengono invitati a partecipare tutti e tre i papi. Benedetto IX non si presenta, e viene definito un papa simoniaco, quindi la sua lezione non ritenuta legittima. Silvestro III viene deposto, dichiarato antipapa. Si diceva che anche Gregorio VI fosse simoniaco, cos Enrico III lo depone e fa eleggere il vescovo di Bamberga, un suo vescovo, che si chiamer Clemente II ( il trionfo della Teocrazia): l'imperatore elegge, nomina lui stesso il vescovo di Roma. Vedremo pi avanti che a Canossa, nel 1077, che Enrico IV chieder perdono a papa Gregorio VII, con un apparente gesto di umiliazione. Anche i contemporanei di Sutri reagiscono. Vazzone di Liegi, vescovo, afferma l'illegittimit della deposizione di Gregorio VI (prima sedes a vemine indicatur), e l'illegittimit dellelezione di Clemente II, perch Gregorio VI ancora vivo. Il modo di agire di Sutri rivela la concezione secondo cui i re si colgono come garanti dell'azione di Dio sulla terra. Inoltre, scopo della riforma e ricondurre la chiesa al tempo di At, per cui i papi assumono i nomi dei primi vescovi. Ai papi tedeschi Clemente II e Benedetto IX succedono i papi francesi, e tra questi Leone IX (1049-1054) il primo. Egli si circonda di persone capaci di riforma. Pi tardi questo diventer il Consiglio Papale, cio l'istituzione del cardinalato. Con Leone IX si istituzionalizzano alcune strutture. Il sinodo romano annuale nel periodo quaresimale riuniva praticamente tutti i vescovi d'Europa. Poi le visite del vescovo di Roma alle altre chiese, che sottolineano l'autorit del vescovo di Roma rispetto a quella del vescovo locale. Al nome di Leone IX anche legate la riforma della Chiesa. Lotta per difendere la libert della chiesa nell'elezione del vescovo, per l'imposizione del celibato obbligatorio ai chierici (cerano molti chierici concubinari) anche in modo da salvaguardare il patrimonio della chiesa. Lotta contro la simonia ed i vescovi e i presbiteri eletti attraverso simonia: le ordinazioni per rimanevano valide. Leone IX il papa dello scisma. L'occasione prossima data da una lettera che un arcivescovo della Bulgaria, di Ocrida, scrive al vescovo di Trani: si condanna il celibato latino, l'uso del pane azzimo e si chiamano i latini mezzi giudei. Dietro i due vescovi stanno Roma e Costantinopoli. La lettera che il papa scrive in risposta scritta da Umberto di Silvacandida, che conosce il greco e ha molto risentimento personale. Nel 1050 il patriarca di Costantinopoli chiude chiese e monasteri latini, condanna l'uso del pane azzimo e attacca la Chiesa latina. Roma, in risposta, condanna il patriarca, ma, su consiglio dell'imperatore, manda una delegazione pontificia a Costantinopoli, nella quale sta Umberto di Silvacandida. A Costantinopoli la delegazione viene accolta male, per cui le viene impedito persino di celebrare. Cos Umberto, il 16 luglio 1054 depone sull'altare la scomunica: ci si chiede se lo scisma sia stato valido visto che Leone IX era morto gi da mesi e, dunque, mancava lautorit del Papa sotto la quale Umberto avrebbe dovuto agire. D'altra parte, pi avanti la chiesa d'oriente chiedere aiuto alla chiesa d'Occidente contro le invasioni dei turchi. Quindi, ci saranno rapporti fra le due chiese. Riguardo i rapporti con i normanni, vediamo che sono lultimo popolo che arriva in Italia. Sbarca nel 1061 in Sicilia. Il meridione dItalia apparteneva al patriarcato di Costantinopoli gi dalla lotta iconoclasta. Il Papa si pone inizialmente a favore dei Normanni, ma poi limperatore tedesco lo convince a scontrarsi con essi: in Puglia abbiamo uno scontro con lo stesso esercito papale. Il successore, Vittore II, continua lopera di riforma. Segue Stefano IX, e poi Benedetto X. Infine, Niccol II (1059). Il suo pontificato fu molto incisivo: eman un decreto sullelezione pontificia e altri decreti. Per lelezione pontificia stabilisce che lelezione del vescovo di Roma doveva essere effettuata dai cardinali vescovi romani, e doveva poi seguire lapplauso del popolo (Roma godeva di grandi basiliche le 4 grandi antiche e durante lanno liturgico si dovevano tenere delle celebrazioni presiedute dal vescovo. Il vescovo di Roma pregava, dunque, i vescovi delle sedi suburbicarie di venire a celebrare. Tali vescovi venivano incardinati in una chiesa (edificio) per tali celebrazioni, insieme a presbiteri, diacono che diventano presbiteri-cardinali e diaconicardinali. Il tutto era riferito alla celebrazione liturgica. Pi avanti il titolo di cardinale verr diversamente inteso). Ma, come gi detto, Niccol II emana anche altri decreti. Ad es., introduce il problema dellinvestitura, pi importante della consacrazione episcopale: Niccol II distingue il beneficio dalla consacrazione. Poi il decreto contro i nicolaiti e contro i simoniaci. Con i Normanni stipul un giuramento vassallitico, recuperando cos i territori del meridione. Durante il suo pontificato abbiamo il movimento di riforma della Pataria Milanese. Pataria nome oscuro, che deriverebbe da pannosus (=vestito di panni), ed indica un movimento laicale. Nel 1045 la sede di Milano era vacante e Guido lAvellate viene scelto come vescovo. Allinizio un movimento sociale contro i nobili. Lotta contro la moralit del clero, la simonia ed il concubinato. Si riparte dal Vangelo, nelle mani dei laici che lo annunziano. La Scrittura viene letta in modo fondamentalista, ma il movimento si lega molto alla gerarchia ecclesiastica. Nazario, un laico della pataria, di condotta di vita retta e riconosciuta da tutti, era uno di questi annunciatori del Vangelo puro. La pataria scende in campo anche contro limperatore. A Milano viene eletto vescovo Goffredo, figlio del predecessore Guido, e lelezione sarebbe dovuta essere fatta dal clero locale, con lassenso del vescovo di Roma. Nel 1073 alla sede di Roma sale Ildebrando, ossia Gregorio VII, il papa-satana secondo Pier Damiani. Leggiamo dal Dictatus Papae, collezione canonica, o appunti personali del papa per il suo governo, o dettato della cancelleria pontificia al papa. Sono 27 proposizioni con le quali vengono presentati Gregorio VII ed il suo pontificato.

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La Chiesa di Roma viene sintetizzata nel papa proprio a partire da Gregorio VII. Questo papa istituzionalizza la figura dei legati pontifici, celebra i sinodi, rinnova a suo favore la politica feudale. Comincia ad emergere il tema della libert della Chiesa dallingerenza dei laici. Gregorio VII, per es., propone la distinzione della consacrazione episcopale dallomaggio vassallitico. Da qui e dalla sua linea nasce la rottura con Enrico IV, che non aveva saputo dellelezione del vescovo di Roma. La riforma viene ostacolata dalle chiese sui iuris, dallomaggio vassallitico, dallelezione delle cariche da parte dellimperatore. Un decreto del 1080 ordina che lelezione di un vescovo deve essere controllata da un ecclesiastico, pena linvalidit dellordinazione. Nello stesso decreto si vieta linvestitura durante la consacrazione, e si scomunica chi vi collabora. Sotto Gregorio VII, su 77 diocesi francesi, 25 dipendevano dal re e altre sedi appartenevano ai signori laici. In Germania abbiamo vescovi ricchissimi, signori che non volevano rinunciare ai propri privilegi. Lo scontro con Enrico IV arriva con lelezione di Goffredo alla sede di Milano. Enrico IV nomina, nelle sedi, chi vuole, anche contro il papa. Nel 1077 il re Enrico IV, minacciato di scomunica insieme a Goffredo, convoca una dieta a Worms, per ritenere Ildebrando illegittimo. Partecipano alla dieta vescovi tedeschi e lombardi. Si tenta di scomunicarlo, ma Gregorio VII scomunica Enrico IV e scioglie chiunque dal giuramento di fedelt al re. Alla fine, Enrico IV, a Canossa, chiede perdono a Gregorio VII. Avviene l'inverso di ci che avviene a Sutri. Da una parte c' l'umiliazione di Enrico IV, dall'altra per c' una ripresa di immagine e di potere da parte di Enrico IV. Cos, questi re-insister e Gregorio VII lo scomunicher nuovamente. Enrico IV scende, occupa il Laterano e nomina lantipapa Clemente III (1080-1100), visto che Gregorio VII si rifugia a Castel Gandolfo. Nel 1084 Clemente III nomina imperatore Enrico IV. Successore di Gregorio VII Vittore III, che muore, e viene poi nominato urbano II. lui che il 5 luglio 1098 conceder ai normanni di Sicilia la legazia apostolica (rimarr fino al 1874), per cui il papa non ha autorit diretta sull'isola, bens questa esercitata dei regnanti. Sotto Urbano II inizia la prima crociata. Nel 1095 con il sinodo di Clermon vengono riconfermati i decreti di riforma di Gregorio VII e viene proclamata e promossa la pace di Dio per liberare la Terrasanta dai saraceni: un movimento che chiede a tutti i cristiani di intervenire "a favore dei fratelli orientali" (lo scisma non aveva interrotto i rapporti tra i cristiani). La bolla segna anche il sorgere dell'indulgenza per tutti coloro che moriranno in battaglia o in viaggio per difendere la Terra Santa (l'idea quella della remissione immediata e totale di tutti i peccati). Da quest'esercito si forma l'ordine e gli ordini dei cavalieri: questi ordini religiosi nascono, dunque, dal movimento laicale. Durante la persecuzione di Decio (ordine monastico), durante il decimo secolo (ordine equestre dei cavalieri), durante il secolo XII (ordini mendicanti) e oggi (le comunit religiose) avvenuto e continua ad avvenire proprio questo punto. Lordine religioso pi importante quello dei templari. La loro regola scritta da Bernardo di Chiaravalle ( De laude novae militiae). La lotta combattuta anche sul fronte della carne, contro i nemici di Cristo. I templari non temono di peccare quando uccidono il nemico: o si acquisisce a Cristo o si acquisisce Cristo. Il Templare ministro di Dio, non omicida, ma malecida quando uccide un pagano. Non si dovrebbero per uccidere i pagani, qualora ci fosse una modalit diversa di fermare la loro minaccia alla cristianit. Con il Concordato di Worms abbiamo la ricomposizione delle tensioni fra papato ed impero. La lotta delle investiture mette ordine ed equilibrio fra la consacrazione e la carica. Sorgono le diverse nazioni in questo periodo. In Francia abbiamo lelezione dei vescovi controllata dal re. Allelezione segue la consacrazione, quindi la concessione del beneficio. Infine, quarto momento, il giuramento di fedelt al Signore, che si esprime attraverso simboli quali lanello ed il pastorale. In Italia, come in Francia, abbiamo lelezione, la consacrazione e, entro sei mesi, linvestitura con lo scettro. In Germania si ha lelezione in presenza del re, linvestitura, lomaggio vassallitico ed infine la consacrazione. In Germania il concordato di Worms sembra non esserci mai stato: i problemi non si risolvono del tutto. Il movimento laicale trova la sua espressione nelle crociate. La crociata un pellegrinaggio, condotto in spirito penitenziale, di un esercito di cristiani armati. Abbiamo letto San Bernardo la volta scorsa. Le origini della crociata sono riscontrabili nei movimenti della Pace di Dio, presenti in Gallia. La crociata definita guerra santa. il papa a programmarla (cfr. Urbano II e la prima crociata nel 1095). Poi i partecipanti devono fare un voto. Infine, il pellegrino lucra lindulgenza. Se il crociato muore in battaglia, la Chiesa soccorre la famiglia e ne amministra e tutela i beni. In cielo il crociato morto avrebbe ricevuto la remissione dei suoi peccati. Alcuni teologi del tempo reagiscono allindulgenza: il papa ed i vescovi non avrebbero dovuto n potuto interferire sulla volont di Dio in cielo. Daltra parte lindulgenza legata alla storia della Penitenza, sempre difforme e varia. Esistevano i cosiddetti cataloghi dei peccati mortali che poteva assolvere solo il vescovo (peccati riservati), ed in genere erano solo quattro, tra cui omicidio, adulterio, incendio (per la Germania), ecc. ecc. I peccatori chiedevano perdono allinizio della Quaresima, facevano un cammino penitenziale e poi venivano riammessi nella comunione ecclesiale. Le pratiche penitenziali erano soprattutto lascolto della Parola di Dio e la carit. Fino al sec. VII abbiamo penitenze corporali (la severit dei monaci iro-scozzesi). Dopo il sec. VII abbiamo la penitenza tariffata: si d una somma ad un monaco perch facesse lui la penitenza. Pi tardi la somma si d alla Chiesa per opere di carit. Nel sec. XII, ma gi dallXI, si afferma maggiormente lindulgenza. IL SECOLO XII Entriamo nella fase della diasthasis, della separazione: la fine di unepoca ed il principio di unaltra. Nei sec. XI e XII si gettano le strutture della Chiesa cos come labbiamo oggi. Grande importanza ai Sacramenti e chiarimento della loro dottrina. Con Gregorio VII si rivaluta il sacerdozio: prima di Gregorio VII abbiamo, nella Chiesa, ununica comunit di fedeli, senza distinzione fra chierici e laici. Nellaccezione pre-gregoriana abbiamo solo la triplice distinzione chierici-laici (=i notabili) plebe di Dio. Si creano nuovi ordini monastici. Sorgono la teologia ed il diritto come scienza, la filosofia come disciplina. Sorge anche un tipico dibattito fra il nuovo ed il vecchio: il nuovo motivo di disprezzo solo in quanto novit, senza fondamento nella Tradizione. Isacco della Stella considera la Tradizione come una sorta di clausura da cui non si deve uscire. Riccardo di S. Vittore esprime, invece, una tendenza diversa: il Signore derider quanti adesso deridono le novit. Pietro di Bois del parere che siamo come nani sulle spalle dei giganti, ossia sulle spalle dei Padri della Chiesa e dei grandi santi, ma essendo pi alti vediamo pi in l dei giganti, e possiamo rivitalizzare nelloggi il loro pensiero antico.

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NellXI sec. sorgono i canonici (non quelli di santAgostino), che propongono una presenza ecclesiale nuova in reazione al monachesimo benedettino. I monaci erano tutti laici. Con Cluny abbiamo leccezione (messe di suffragio e necessit di celebrarne tante). Abbiamo adesso i premostratensi, sacerdoti che vivono insieme unendo vita monastica e vita pastorale, di evangelizzazione. I monaci vi si oppongono duramente. Si oppone anche il clero diocesano. Pietro il Venerabile, monaco di antica tradizione, sostiene sia pi semplice fondare che restaurare. I nuovi monaci, daltra parte, considerano defunto il vecchio monachesimo. Dai cluniacensi nascono i cistercensi, monaci nuovi o grisei, definiti da Pietro il Venerabile un nuovo genere di farisei, con un abito di colore insolito, per distinguersi dagli altri monaci. Perch le nuove istituzioni monastiche? Anselmo di Adelbery sostiene che c ununit profonda, quella dello Spirito Santo, nellevoluzione delle forme religiose. Daltra parte, un monaco di antica tradizione ne critica il fatto che esse sono legge a se stesse. Un altro autore afferma limportanza della libert nello Spirito che guida le varie scelte dello stato di vita: la dispersione dei ruscelli non divisione e perdita, bens estensione sempre pi ampia della grazia di Dio, a patto che i ruscelli abbiano ununica fonte. Urbano II, in una decretale, fra il 1104 ed il 1113, caldeggia la novit. Esiste una legge pubblica (i canoni) ed una privata (scritta nel cuore del singolo dallo Spirito Santo): a nessuna delle due si pu disubbidire, in particolare alla legge dello Spirito, superiore a quella scritta. Si svilupper, a partire da queste idee, un evangelismo clericale, un evangelismo monastico, un evangelismo laicale ed un evangelismo ereticale. Parlavamo dellevangelismo, il ritorno al Vangelo e alle due fonti della rivelazione. Viene rivalutato il principio di At con la purezza della prima comunit di Gerusalemme. Nellevangelismo clericale la vita comune antidoto al clero fortemente scadente. lideale anche per limitare le ingerenze sullelezione degli ecclesiastici. In Italia i Camaldolesi, con Pier Damiani e Romualdo prima. Questi, per distogliere i chierici dalla simonia, propone la vita comunitaria, che propone la freschezza della Chiesa e della fede primitiva. Pier Damiani sostiene la necessit della povert per i chierici, allo stesso modo degli apostoli, inviati da Cristo (la sua parola non solo per i religiosi dunque). Chi disprezza la vita comunitaria, disprezza la stessa fede della chiesa. Niccol II raccomanda di avere, accanto alla chiesa un refettorio e una casa di vita comune. Norberto, fondatore dei Premostratensi, proporr un ritorno alle Sacre Scritture e all'unica guida, Cristo. Propone il disinteresse nei confronti delle realt terrene, in una vita puramente evangelica e apostolica, senza alcuna rivendicazione dei diritti dei chierici. San Bernardo scrive il De consideratione: Eugenio III, papa, gi discepolo di Bernardo, colui a cui viene dedicata quest'opera. Si tratta di una serie di considerazioni. Il Papa sembra pi un discendente di Costantino. I pi vicini e ossequiosi sono coloro che tramano contro. Auspica un ritorno alla chiesa che getta le reti per la pesca delle anime e non per quella delloro. L'Evangelismo monastico lo troviamo nei certosini (San Bruno di Colonia). Il fondatore, dottore in teologia, in Francia si trova a vivere accanto al vescovo di Reims, dissoluto ed equivoco. Questi se ne va, e Bruno viene inviato dal Papa in Sardegna. A Serra San Bruno fonda i certosini, in cui il singolo viene morto al mondo, in silenzio, con pochissimi momenti comunitari, con molta autorit. Altri monaci sono i cistercensi. Il fondatore dei Certosini identifica il principio ispiratore della regola nel Santo Vangelo e nell'esempio dei padri, che nella vita monastica hanno preceduto i certosini. Il modello di vita Ges stesso, che si ritira da solo in preghiera. Altro fondatore Stefano di Muret, da cui Francesco prender molto, che fonda un ordine in cui ogni cosa in comune. Come tralci che aderiscono alla vera vite, devono aderire a Cristo. Rifiuta onori, decime, diritti, per amore di Dio e si ritira nell'eremo. L'ordine quello di Grandmont. Nel 1129 Abelardo convinse Eloisa a prendere la direzione della comunit femminile del Paraclto. Eloisa si propone un unico voto: Cristo. Abelardo risponde di aver seguito Cristo nudo, secondo ci che dice lo Spirito Santo, l'unico prelato da seguire. Il periodo dei secoli XI-XIII segna uno dei momenti pi significativi della storia della Chiesa, con una vivacit laicale senza pari, che genera diversi movimenti religiosi. Questo avviene in diversi periodi. I momento il monachesimo dei primi secoli II momento secoli XI-XIII III momento confraternite laicali del XV secolo IV momento secolo XVII Nel Concilio Lateranense IV la chiesa pone un freno al proliferare degli ordini religiosi (can. XIII): chi vuole abbracciare una forma di vita religiosa, deve abbracciare una regola gi esistente (1215). Nonostante tale dettato conciliare, avremo Francesco e Chiara. Per lEvangelismo laicale gi nel XI secolo abbiamo, in Germania ed in Francia, intere famiglie e villaggi di contadini, che conducono vita comunitaria sulla base del Vangelo. Sono queste vere e proprie isole monastiche di famiglie. Lo spirito quello di Agostino nella sua regola per i canonici. C' un ritorno alla purezza e alla radicalit dello spirito evangelico, con il pericolo di una lettura fondamentalista, minacciosa per la stessa comunit che la promuove. Si chiamano fraternitates. I credenti divenivano regolari, s' abbracciavano il Vangelo come norma e regola di vita. I regolari, dunque, non sono pi soltanto monaci e frati. Eloisa scrive che il Vangelo non solo per preti e monaci, ma anche per tutti i battezzati: le beatitudini sono per tutti. Giacomo di Vitry, in Italia, segue lo spirito francescano, e scrive di considerare regolari tutti i fedeli che abbracciano il Vangelo come regola di vita. Questi laici cominciarono ad avere un rapporto pi personale con le Scritture, al di fuori della liturgia. Questo significava avere fra le mani i testi, cosa preziosa per quel tempo (per scrivere una Bibbia ci si impiega 1660 ore una Bibbia completa vale quanto un feudo!). In questa logica di rinnovamento abbiamo anche i Concili Lateranensi, quattro, e poi i due concili di Lione. I 4 Lateranensi concludono la riforma gregoriana e cercano di porre la chiesa dinanzi alla societ che cambia. Sono concili ambigui in quanto alle decisioni cui pervengono (promuovono il nuovo, ma lo controllano). anche il tempo in cui si organizza la vita della chiesa. Prima del 1000 avevamo solo la Cancelleria papale. Adesso abbiamo la Curia romana. Reagiscono due teologi del tempo.

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Uno scrive che la curia romana sostituisce la Chiesa di Roma Bernardo di Chiaravalle scrive ad Eugenio III, nel De consideratione, gli eccessi di sfarzo del successore di Pietro, che possono far diventare il Papa successore di Costantino, facendogli perdere di vista il suo mandato, la sua missione. Tutto questo partiva dall'incremento dell'autorit papale, ed alla centralizzazione del potere: da adesso il Papa porta le insegne imperiali, e anche il mantello rosso che il Papa mette quando esce fuori dalle mura. La Chiesa romana si coglie come capo, madre e fonte di tutte le chiese: accanto al vescovo locale, nella liturgia, viene ricordato il vescovo di Roma. Il Papa diventa fonte di diritto. Viene chiamato solo lui vicario di Cristo. La canonizzazione dei santi e la celebrazione dei concili dovr, da adesso, essere riservata al Papa, in modo esclusivo. Avremo anche la christianitas. Quel sistema di politica che, pur promuovendo l'entit territoriale dei singoli governi, lascia che sia la chiesa a governare. Abbiamo la chiesa che si identifica con il mondo, e lautorit in mano al Papa, e al vescovo per quel che riguarda la chiesa locale. Avremo la ierocrazia, potere del Papa sullo stato. Il governo nelle mani dei funzionari ecclesiastici. Espressioni di questa situazione: gli imperatori baceranno i piedi al Papa, gli faranno da palafreniere e attenderanno la sua approvazione per l'elezione. Sorgono cos alcuni movimenti laicali, che si rifanno alla purezza del Vangelo: l'evangelismo ereticale. Si tratta di eresie non in relazione a particolari teorie dogmatiche, bens in relazione alla contestazione nei confronti della chiesa del tempo, all'immagine di chiesa presente.. Si hanno gruppi eretici, provenienti dagli frati pi bassi della popolazione, anche dai commercianti, ceto emergente. La minaccia pi diffusa quella manichea, con la fiducia nel solo Dio creatore (si trascura la dimensione trinitaria) e con una forte tendenza ascetica, con la lotta anche contro la ricchezza ed il concubinato della chiesa. Si ha un movimento di contestazione violenta, e uno di contestazione pacifica. Questi ultimi sono gli eremiti. Uno di essi Bruno di colonia, che si ritira perch contesta il vescovo. Le eresie dei secoli XI, XII e XIII sono frutto di un pieno vigore evangelico e di una forte ardore religioso: la purezza dell'ispirazione evangelica, la lotta alla ricchezza della chiesa, il ritorno al Vangelo. I CATARI. Dualisti, propongono una chiesa segreta, opposta alla Chiesa ufficiale. Ascetica pesante e severa. I suoi membri si ritengono cristiani perfetti. Sono ostili al Papa, ai vescovi, ai sacerdoti. Sono chiese perfette, che vivono la povert e sono itineranti nella predicazione. Unico sacramento: il battesimo. I VALDESI. Ritorno alla povert di Cristo e degli apostoli. Ritorno alla Scrittura e alla predicazione itinerante e penitenziale delle origini. Nasce in Francia, attecchisce soprattutto a Milano, dove si fonda con gli umiliati, molto vicini al francescanesimo come stile. Predicano senza autorizzazione del vescovo, e contro il vescovo. Vengono scomunicati e perseguitati. Gli eretici vengono, con l'Inquisizione, depauperati, incarcerati, giustiziati. Grid dalla Chiesa primitiva si traduce in un riformismo violento, esasperato. La teologia dei dotti non mostra un interesse costante per queste novit. I moti ereticali agiscono nella massa come innovazione, ma vengono avversati dai principi perch sovvertono l'ordine: evangelismo, pauperismo e lotta sociale cominciano a mescolarsi insieme. I LATERANENSE. Riguarda il problema dell'investitura. Il re tedesco rinuncia all'investitura, tuttavia difende l'interesse dei vescovi nella gestione dell'impero. Tra i canoni la condanna della simonia, la pace di Dio, lindulgenza ai crociati. II LATERANENSE. Risolve lo scisma tra Innocenzo II (Bernardo) e Anacleto II (regnanti normanni). Questo firma la fondazione di alcune chiese (per esempio Cefal). Il papa Innocenzo II destituisce i seguaci di Anacleto II e promuove 30 canoni con idee gregoriane di riforma. III LATERANENSE. Alla base c' un motivo politico. Federico Barbarossa vuole restaurare il potere imperiale in Italia. Le citt settentrionali si coalizzano contro di esso. Per l'elezione del Papa richiesta una maggioranza di due terzi. Tra i canoni, condanna di simonia e concubinato. Condanna dell'eresia come minaccia sociale oltre che religiosa. Il CONCILIO LATERANENSE IV viene celebrato da Innocenzo III. Con lui il papato raggiunge il culmine: il Papa si coglie anche imperatore. un concilio disciplinare. Un canone riguarda i catari; si elabora pure il concetto di transustanziazione; si comanda la confessione e la comunione almeno una volta l'anno. LEucaristia, fino ad allora sacramento della comunit, diventa un sacramento da adorare (processioni eucaristiche, miracoli eucaristici, ecc. ecc.). Anche questo concilio stabilisce che bisogna far riferimento alle forme monastiche gi esistenti. Si sviluppa il tema dell'usura. Col PRIMO CONCILIO DI LIONE si parla di crociate, e di rapporto fra Papa e Federico II. Col II CONCILIO DI LIONE si tenta l'unione fra Oriente ed Occidente. ORDINI MENDICANTI. I Trinitari, i carmelitani, i domenicani e i francescani. Si pone l'accento sulla povert (mendicanti). Prima si faceva il voto di stabilitas, e non si aveva alcuna evangelizzazione extra moenia. Adesso abbiamo un'itineranza evangelica, nella predicazione e nella carit. un nuovo modello di chiesa. Prima, i monaci non andavano al di fuori della diocesi e della giurisdizione del vescovo locale (staticit). Adesso, gli ordini monastici esprimono, come per la chiesa di Roma, un potere centralizzato (il generale al posto dell'abate). La liturgia romana viene portata dovunque. Le novit di Francesco d'Assisi. Propone litineranza, ma nello stesso tempo, partendo dal Cristo povere ed umile (Francesco s'incontra con Dio povero e crocifisso), la povert, legata all'umilt come concetto esistenziale e non morale. I suoi frati verranno chiamati minores. Propone un'altra cristologia: il crocifisso ed il bambino. Voleva che i suoi frati si chiamassero non abati, ne monaci, ne superiori, bens fratres. Si chiameranno cos anche gli altri ordini. Nella tradizione monastica, il superiore viene chiamato abate, e a lui si deve l'obbedienza. Francesco d il governo al servo o ministro, proprio per non avere superiore. C' il generale, ma l'unico vero generale lo spirito santo (dimensione comunionale). Questi movimenti saranno veri e propri eserciti a servizio dellideologia del primato del Papa stesso. Sorgeranno anche famosi inquisitori. La realt, in movimento, in evoluzione, sta per sfuggire al controllo della chiesa: cos i predicatori vengono inviati per l'evangelizzazione e per la confessione auricolare.

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