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A-M. TRIACCA, Libri liturgici ambrosiani, in AA. VV. Anamnesis 2... oc. 201-217.
I. BIFFI, La riforma del Messale Ambrosiano. Metodo e risultati :Not 13 (1977) 12-
28.
2 - Origini
Innanzitutto dobbiamo accennare alla leggendaria tesi del Visconti che sostiene
l'origine apostolica della liturgia ambrosiana attribuendo l'istituzione di essa all'apostolo
Barnaba.
Abbandonata questa tesi, si presentano due tesi sull'origine della liturgia ambrosiana:
la tesi di origine orientale sostenuta dal Duchesne, Mercati, Lejay, Cattaneo; e la tesi
dell'origine romana, sostenuta dal Probst, Ceriani, Magistretti, Cagin, Magani, Cabrol,
Battifol, Jungmann.
66
L. DUCHESNE, Les origines du culte chrétien (Paris 1898)
81-99.
67
P. LEJAY, Ambrosien (Rite) :DACL 1 (Paris 1924.
56
Il Probst fu il primo a sostenere l'unità originaria delle antiche liturgie occidentali,
avendo Roma come centro di irradiazione.
Secondo Ceriani e Magistretti, l'ordinario della messa ambrosiana corrisponderebbe a
quello della messa romana anteriore alla riforma gregoriana e gelasiana. La conferma di
questo la si trova nella lettera di Innocenzo I a Decenzio, nel 41668.
Cagin vuole dimostrare l'unità di tutte le liturgie occidentali, fondando il suo asserto
su due argomenti: l'embolismo e la formula consacratoria.
L'embolismo: le liturgie occidentali cominciano con una grande esplosione di
eucologia di fronte alla invariabilità (o quasi) delle liturgie orientali.
La formula consacratoria: Qui pridie nelle liturgie occidentali; In qua nocte, nelle
orientali69.
Il Cagin parte dal presupposto che la liturgia ambrosiana è la primitiva liturgia
romana70.
68
Il testo è citato a pagina 44.
69
Nella liturgia ispanica la formula di consacrazione
comincia: In qua nocte.
70
P. LEJAY, Ambrosien (Rit) :DACL I (Paris 1924) 1373-1441.
57
Tenendo presente queste tappe dell'evoluzione, si deve ricercare nell'alveo teologico
della liturgia ambrosiana:
- L'arianesimo è la matrice profonda in cui si radica la liturgia ambrosiana. Nel suo
sorgere (sec. IV-V), nel suo svilupparsi (secc. VI-VII), e nel suo stabilizzarsi (secc.
VIII-IX). La liturgia ambrosiana ha dovuto sempre lottare contro l'arianesimo: sia
in stato puro (sec. IV-V), sia l'arianesimo barbarico (secc. VI-VII), sia con gli
epigoni dell’arianesimo (secc. VIII-IX). Per lo studio delle fonti si deve tener
presente la questione ariana. Il forte "cristocentrismo" è un riflesso
dell’antiarianesimo.
- Durante lo scisma di Acacio (482-518)71, Milano resta fedele a Roma; invece nella
questione dei Tre Capitoli72, la sede di Milano con quella di Aquileia si distacca
della sede romana.
71
Acacio, patriarca di Costantinopoli (471-489), durante
l’usurpazione del trono non approvó la politica
filomonofisita dell’Imperatore e confermò l’adesione a
Calcedonia (una ipostasi e due nature), e al Tomus Leonis.
Restituito Zenone al trono, Acacio consigliò all’Imperatore
una politica di compromesso con i monofisiti, che si
concretizzò nella publicazione dell’Henoticon (482). Ma a
Roma, Felice III, dopo una infruttuosa missione romana a
Costantinopoli nel 484, a seguito di una decisione
conciliare dichiarò Acacio deposto e scomunicato. Ebbe così
origine la scisma detto acaciano fra Roma e Costantinopoli.
Esso durò fino al 518, fin tanto che rimase in vigore il
regime dell’Henoticon. (Cfr. DPAC I, 23).
72
Nel tentativo di cercare un accordo con i monofisiti,
Giustiniano pubblicò nel 544 ca. un editto in cui condannava
post mortem Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Iba
di Edessa (Tre Capitoli).Egli richiese l’approvazione di
Roma. Il Papa Vigilio condannò i Tre Capitoli (548) e
riaffermava la validità del Concilio di Calcedonia. Il
concilio cominciato a Costantinopoli, confermò la condanna
dei Tre Capitoli l’8 dicembre 553. Le reazioni in Occidente
furono negative. Le Chiese di Aquileia si separarono dalla
comunione con Roma. Lo schisma fu favorito dai Longobardi
per motivi politici che in poco tempo invasero Italia.Lo
scisma ebbe termine verso la fine del sec. VII. (Cfr.:DPAC
II, 3507-3508).
58
A proposito della questione teologica, è certo che questa controversia ebbe il suo
influsso nella formazione della liturgia ambrosiana:
- È difficile affermare quanto lo scisma abbia influito sulle composizioni
eucologiche ambrosiane.
- Si deve tener presente anche la questione dell'adozionismo.
3 - Le fonti74
3.1 - Sacramentari
Ottavo secolo
S. Monza = Monza, Bibli. Capitolare, cod. b-23/141,
Ed. K. GAMBER, Teile eines ambrosianischen Messbuches im
Palimpsest von Monza aus dem 8 Jh. :Scriptorium 16 (1962) 3-15
(CLLA 502).
a. 850 circa
Ber = Bergamo, ms. secolo IX della biblioteca di S. Alesandro in Colonna,
Ed. P. CAGIN, Codex Sacramentorum Bergomensis =Auctarium
Solesmense (Solesmes 1900) 1-176.
A. PAREDI, Sacramentarium Bergomense =Monumenta Bergomensia
VI (Bergamo 1962)
(CLLA 505)
Nono secolo
S. San Simpliciano = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano, cod. D 3-3,
Ed. J. FREI, Das ambrosianische Sakramentar D 3-3 aus dem
mailändischen Metrepolitankapitel. Eine textkritische und
redaktionsgeschichtliche Untersuchung der mailändische
Sakramentartradition = Corpus Ambrosiano-liturgicum III: LQF 56
(Münster 1974) (CLLA 510).
Decimo secolo
Bia = Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. A 24 bis inf.
Ed. O. HEIMING, Das ambrosianische Sakramentar von Biasca =
Corpus Ambrosiano Liturgicum II :LQF 51 (Münster 1969)
73
A-M. TRIACCA, La liturgia ambrosiana, in AA. VV. Anàmnesis 2
(Casale Monferrato 1978) 88-110.
74
Si deve sottolineare che da St. Ambrogio fino al nono
secolo non abbiamo traccia di manoscritti; si sono rovinati
per l’umidità della valle padana.
60
Undicesimo secolo
Tr = Zürich, Zentralbibliotehk, ms. C 43,
Ed. O. HEIMING, Das Sacramentarium Triplex. Die Handschrift C
43 des Zentralbibliothek Zürich = Corpus Ambrosiano Liturgicum I:
LQF 49 (Münster 1968) (CLLA 535).
Secolo quindicesimo
Missale Romanum Mediolani 1474 = HBS 17, 23 (London 1899,
1907)75.
Secolo diciottesimo
Missale Ambrosianum. Joseph Cardinalis Puteobonelli Archiepiscopi
auctoritate recognitum, jussu Philippi Archiepiscopi novissime
impressum. Typis Galeatiorum Impressorum Archiepiscopalium
(Mediolani 1795).
Ventesimo secolo
Missale Ambrosianum iuxta ritum sanctae Ecclesiae Mediolanensis.
Ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum,
auctoritate Ioannis Colombo, Sanctae Romanae Ecclesiae Presbyteri
Cardinalis, Archiepiscopi Mediolanensis promulgatum (Mediolani
1981).
3.2 - Lezionari
Secolo quinto/sesto
Ev Sarzanense = Sarezzano, Archivio parrochiale, codice j
Ed. N. GHIGLIONE, L'evangeliario purpureo di Sarezzano (s. V/VI)
= Fontes Ambrosiani 75 (Vicenza 1984) (CLLA 545*).
Secolo sesto/settimo
Lec Orléans = Orléans, bibl. munic. ms. 184 (161), Leimabdrücke an beiden
Innendeckeln. Ed. K. GAMBER, Leimbdrücke eines mailändischen Lektionars aus
dem 6/7 Jh.: Scriptorium 15 (1961) 117-121 (CLLA 540).
Secolo settimo
Bob Lista = Roma, Cod. Vat. lat. 5755 (f. 308)
75
C'è un grande elenco di missali incunabili ed anche editi,
cfr. A-M. TRIACCA, Anamnesis 2...,oc. 212. Noi citiamo i più
importanti.
61
Ed. A. DOLD, Zwei Bobbienser palimpseste mit frühesten Vulgatatext
=TuA 19/20 (Beuron 1931) 64-83 (CLLA 240).
Secolo settimo/ottavo
Ev Amb = Milano, Bibl. Ambrosiana, ms. C 39 inf.,
Ed. G. MORIN, Un système inédit de lectures liturgiques en usage au
VII/VIII siècle dans une èglise de la Haute Italie :Rev Ben 20 (1903)
375-38876.
Ottavo secolo
Ep Pauli = Roma, Cod. Vat. Reginensis lat. 9,
Ed. H. QUENTIN, Capitulare epistolarum Sancti Pauli :Rev Ben 28
(1911) 259-266
A. DOLD, Die im Cod. Vat. Reg. lat. 9 vorgeheftete Liste paulinischer
Lesungen für di Messfeier =TuA 35 (Beuron 1944) (CLLA 242).
Secolo nono
Cap Ev B Ar = Busto Arsizio, San Giovanni Battista, Cod. M I 14 (Foll. 11v.-197v.)
Ed. P. BORELLA, Il capitolare ed Evangeliario Ambrosiano di S.
Giovanni Battista in Busto Arsizio :A 10 (1934) 210-232.
A. PAREDI, L'evangeliario di Busto Arsizio, in AA. VV. Miscellanea
Liturgica Card. G. Lercaro II (Roma 1967) 207-249 (CLLA 541,
542*).
Secolo nono/decimo
Lec Bergomense = Bergamo, Biblioteca di S. Alessandro in Colonna, senza
numerazione
Ed. P. CAGIN,
:Auctarium Solesmense I (Solesmes 1900) 187-192
A. PAREDI, Sacramentarium Bergomense = Monumenta
Bergomensia 6 (Bergamo 1962) 28-34 (CLLA 547).
Dodicesimo secolo
Lec Milano = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano. Libri del Maestro delle
cerimonie,
Ed. P. CAGIN, Codex Sacramentorum Bergomensis. Accedunt tres
indiculi sive Capitularia lectionum, Epistolarum et Evangeliorum
antiqua
:Auctarium Solesmense I (Solesmes 1900) 193-207 (CLLA 548).
3.3 - Ordines
Beroldus. Ed. M. MAGISTRETTI, Beroldus siver ecclesiae ambrosianae
mediolanensis kalendarium et ordines s. XII (Mediolani 1894).
77
A-M. TRIACCA, Libri liturgici ambrosiani, in AA. VV.
Anàmnesis 2 (Casale Monferrato 1978) 201-217.
78
Cfr. P. BORELLA, Influssi carolingi e monastici sul Messale
63
Da notare che la liturgia ambrosiana nel passaggio da una tappa all'altra, pur
evolvendosi e trasformandosi, sottoposta a diversi influssi, riesce a conservare in gran parte
ciò che sono le sue caratteristiche originarie.
La liturgia ambrosiana conosce anche altri sviluppi che possiamo chiamare minori.
Dopo la radicale riforma carolingia, c'è una tappa (dai secoli XII-XIII al secolo XV) in cui si
manifestano tendenze al pluralismo e una certa creatività: una Reformatio et instauratio
Missae Ambrosianae de anno 1304, ad opera dell'arcivescovo Francesco di Parma, e nel
1440, la restituzione del calendario ridandogli una fisionomia veramente liturgica ad opera
dell'arcivescovo Francesco Piccolpasso, sono gli esponenti di questi secoli.
Un secondo periodo che va dalla fine del secolo XV al secolo XVII, è caratterizzato
dalla stampa dei primi libri liturgici e dal Concilio di Trento. Dopo la riforma di Trento ciò
che predomina sono i nuovi e pesanti tentativi di romanizzazione della liturgia ambrosiana.
Finalmente, nel nostro secolo XX, frutto del Concilio Vaticano II, c'è stata anche una
revisione ed attualizzazione della liturgia ambrosiana. I risultati sono i nuovi libri liturgici: il
Messale, il Lezionario, la Liturgia delle Ore, etc.
6 - L'ordo missae
Ambrosiano, in AA. VV., Miscellanea Liturgica in honorem L.
Cuniberti Mohlberg, 1 (Roma 1948) 73-115.
64
6.1 - L'ordo missae di Ambrogio
Dal tempo di Ambrogio abbiamo questi dati certi:
- Ci sono tre letture. Prius propheta legitur et Apostolus, et sic evangelium79.
- Il canone del De Sacramentis sarebbe la formula più vecchia del canone romano.
- All'offertorio i doni si coprivano con un velo chiamato sindone. Da ciò l'oratio
super sindonem?
79
AMBROSIUS, In psalmum CXVIII, 17, 10 (:PL 15, 1448).
65
- Tunc archiepiscopus aut presbyter et diaconus osculantur altare, et iterum salutat
et dicit orationem supra sindonem.
- Apparatur panis et vinum et offertur archiepiscopo a diacono.
- Tunc magister scholarum canit offerendam.
- Offertorium donorum?
- Lotio manuum.
- Orationes privatae pro offerendo calice.
- Incensatio altaris.
- Recitatio professionis fidei
Qui finisce la descrizione della celebrazione della messa con queste parole: Missa
peragatur ordine suo magistro scholarum officium canente cum pueris suis usque in finem80.
80
M. MAGISTRETTI (Ed), Beroldus, sive Ecclesiae Ambrosianae
Mediolanensis Kalendarium et Ordines (Mediolani 1894) 46-53.
81
A. WILMART, Une exposition de la messe ambrosienne: Jahrbuch
für Liturgiewissenschaft 2 (1922) 47-67.
66
6.4 - Messale Ambrosiano (1981)
Vediamo ora l'ordo missae del messale ambrosiano pubblicato dopo la riforma
liturgica del Vaticano II.
Dalla Institutio Missalis Ambrosiani ricaviamo questi cenni storici.
Il Messale Ambrosiano fu edito nel 1475. Nell'edizione del 1594, subì l'influsso del
Messale Tridentino di Pio V (1570).
Il Card. Borromeo ristampò di nuovo il messale nel 1609, ritornando criticamente ai
vecchi messali ambrosiani. Nel 1902, con lo stesso criterio, il Card. Ferrari ristampò il
messale, fidelius retulit antiquiora exemplaria.
Ritus initiales
Ingressa (cantus).
Incensatio (pro opportunitate).
In nomine Patris...
Salutatio.
Actus penitentialis.
Gloria.
Oratio super populum.
LITURGIA VERBI
Benedictio lectoris (benedizione adtta ad ognuno).
Prima lectio: Vetus Testamentum, Actus Apostolorum,Epistolae Apostolorum
(Lectio hagiographica).
Psalmum.
Secunda lectio.
Alleluia.
Benedictio diaconi.
Evangelium (incensatur pro opportunitate).
Antiphona post evangelium. Dum haec antiphona canitur, praeparatur
altare (corporale, purificatorium, vassa sacra).
Oratio fidelium.
Concludit oratio fidelium.
Oratio ad complendum.
LITURGIA EUCHARISTICA
Ritus pacis (pro opportunitate). Hic ritus ante communionem celebrari potest.
Oblatio panis et vini, sive alia dona a fidelibus.
Sacerdos offert panem et vinum.
Incensatio altaris et donorum (pro opportunitate).
Lotio manuum.
Professio fidei.
PREX EUCHARISTICA
67
a) Prex e canone romano (ambrosiana).
b) prex eucharistica II e messale romano.
c) prex eucharistica III e messale romano.
d) prex eucharistica IV e messale romano.
e) prex eucharistica V, ambrosiana.
f) prex eucharistica VI, ambrosiana.
Ritus communionis
Fractio panis dum canitur confractorium.
Oratio dominica.
Oratio ad pacem.
Pax et communicatio Domini nostri Iesu Christi sit semper vobiscum
(Ritus pacis pro opportunitate).
Communio.
Transitorium, dum distribuitur sacra communio.
Oratio post communionem.
Ritus conclusionis
Dominus vobiscum, R/ Et cum spiritu tuo. Kyrie (tribus vicibus).
Benedictio.
Domissio: Procedamus in pace R/ In nomine Christi.
7 - L'anno liturgico
Dobbiamo tenere presente che l'anno liturgico ambrosiano comincia con la festa di
San Martino, che segna l'inizio dell'Avvento. Prima di parlare dell'anno liturgico, dobbiamo
parlare della domenica.
82
Vir autem ipse venerabilis Episcopus multae abstinentiae,
et vigiliarum multarum et laborum, quotidiano ieiunio macerans
corpus, cui prandendi numquam consuetudo fuit, nisi die sabbati
et dominico, vel cum natalitia celeberrimorum martyrum essent
(PAULINUS, Vita S. Ambrosii,34 :PL 14, 42); Quando hic sum, non
ieiuno sabbato; quando Romae sum, ieiuno sabbato: et ad
quamcumque ecclesiam veneritis, inquit, eius morem servate, si
pati scandalum non vultis aut facere (AUGUSTINUS, Epistula
classis II, 36, ad Casulanum :PL 33, 151)
83
Constitutiones Apostolorum, V, 20, 19; M. METZGER, Les
Constitutions Apostoliques =SChr 329 (Paris 1986) 284.
69
La festa del Natale va preceduta di una vigilia. La messa della vigilia si celebra infra
vesperas, cioè, attaccata ai vespri, formando una unità con essi, come, per altro, nelle grandi
vigilie.
La consuetudine di celebrare tre messe nel Natale, non è tanto antica.
Al Natale seguono le feste di Stefano, di Giacomo apostolo, degli Innocenti Martiri,
dell’ordinazione di Giacomo. La festa di S. Giacomo fu tolta dal Cardinale F. Borromeo nel
1625 per celebrare la festa di S. Tommaso di Canterbury. Il trenta si celebra la festa di San
Eugenio, esimio difensore del rito ambrosiano, ed il trent’uno la festa di San Silvestro.
Nel primo gennaio confluiscono le celebrazioni di tre feste: a) l’ottava del Natale, la
più antica; b) la celebrazione prohibendum ab idolis; c) anche la circoncisione del Signore.
La festa dell'Epifania era una festa più grande di quella del Natale: in essa si annuncia
la festa di Pasqua e si fa l'invito ai catecumeni per iscriversi al battesimo. Sembra che queste
pratiche risalgano a Sant’Ambrogio.
Per il calcolo della festa di Pasqua, a Milano si usa il computo orientale secondo l'età
della luna, un computo di diciannove anni. Questo vuol dire che non c'era coincidenza tra
Roma e Milano per la festa di Pasqua.
La festa dell’Epifania, come per altro la festa del Natale, ha la celebrazione della
veglia.
8 – L’Ufficio divino
Le notizie dell’antica ufficiatura ambrosiana sono arrivate fino a noi nei trattati
editi dal Magistretti nel MANUALE AMBROSIANUM. Questi trattati sono dei secoli IX-X:
De ordine antiquae psalmodie ambrosianae
M. MAGISTRETTI (Ed), Manuale ambrosianum I = Monumenta Veteris Liturgiae
Ambrosianae I (Mediolani 1905) 40-73.
Expositio matutini officii S. Ambrosianae Mediolanensis Ecclesiae, edita a S.
Theodoro archiepiscopo eiusdem ecclesiae
M. MAGISTRETTI, Manuale... oc. 114-142.
8.1 – Secolo IV
Alla fine del secolo IV, la Chiesa milanese aveva le Lodi e i Vespri, e posterior-
mente si è aggiunta la veglia notturna.
85
Cfr. M. RIGHETTI, Storia liturgica II (Milano 1946) 362-414.
72
Il Santo avrebbe dato una più grande solennità alle veglie, pur rendendole
quotidiane, sistemando l’ordo vigiliarum in un nuovo modo.
L’altra innovazione sarebbe l’introduzione degli inni nell’ufficio, ed anche l’uso
delle antifone nella salmodia.
VESPRO
- Antiphona in choro (diebus dominicis), lucernarium (diebus ferialibus).
- Responsorium in choro.
- Antiphona cum ps. 113 (diebus dominicis).
- In diebus ferialibus dicuntur quinque antiphonae cum psalmis et oratione.
- Antiphona ad Magnificat cum cantico BVM, et in diebus ferialibus cum
oratione.
- In baptisterio.
- Completuria, in diebus ferialibus ter Kyrie cum oratione.
LODI MATTUTINE
- Versetto di introduzione.
- Canto di Zaccaria.
- Kyrie (tre volte).
- Prima orazione.
- Antifona ad crucem:
Nelle domeniche del tempo pasquale, di Avvento, di Natale, nelle ottave di
Natale e di Pasqua, a in alcune solennità e feste.
- Canto dell’A.T.
- Salmi di lode (Ps 148-150,16).
- Salmo matutino (salmo diretto).
- Seconda orazione.
- Inno.
- Acclamazioni a Cristo Signore (a forma litanica).
- Padre nostro.
- Benedizione (se le lodi sono presiedute da un presbitero o diacono).
ORE MINORI
- Versetto d’introduzione.
- Inno.
- Salmodia (tre salmi).
- Epistollela o lettura breve.
- Orazione conclusiva.
- Benediciamo il Signore.
75
VESPRI
- Versetto d’introduzione.
- Lucernario (responsorio) opportunamente accompagnato del rito della luce e
dell’incenso.
- Antifona in choro nei secondi vespri dell’Epifania.
- Inno.
- Responsorio in choro:
Nelle domeniche di Quaresima e del tempo pasquale, nelle ottave di Natale
e di Pasqua, nelle ferie prenatalizie, nella Settimana Santa, e in alcune
solennità e feste.
- Dopo l’inno o dopo il responsorio, nei primi vespri delle celebrazione dei Santi,
si da notizia della loro vita.
- Salmodia:
a) due salmi con le sue antifone (nelle domeniche, memorie o feste);
b) un salmo seguito dei salmi 113 e 116 (nelle solennità e feste, con una
antifona e una dossologia).
- Prima orazione.
- Canto del Magnificat con antifona, prima della ripetizione dell’antifona si ripete
anche il primo versetto del Magnificat, tranne i venerdi di Quaresima e la
Settimana Santa.
- Kyrie (tre volte).
- Seconda orazione.
- Commemorazione del battesimo:
a) canto dal N.T.: antifona e orazione, nelle domeniche, nelle feste e nelle
solennità del Signore;
b) responsorio con la sua orazione negli altri giorni:
Nella celebrazione pubblica si raccomanda la processione al battistero.
Mentre ci si reca al battistero si esegue un canto adatto.
- Lode dei Santi, “psallenda” con gloria e orazione:
76
Nella celebrazione pubblica delle feste dei Santi è opportuno fare la
processione al luogo dove c’è un ricordo del Santo di cui si fa memoria.
- Intercessioni.
- Padre nostro.
- Conclusione come a Lodi:
Nei primi vespri del Natale, Epifania e Pentecoste, dopo l’inno e il
responsorio si leggono quattro letture con il loro salmelli e orazioni.
Nei venerdì di Quaresima, dopo l’inno e prima della salmodia, si leggono
due letture con i loro salmi e le orazioni.
Nel Giovedì Santo, dopo l’inno ed il responsorio, e prima della salmodia, si
celebra la messa.
COMPIETA
- Versetti d’introduzione.
- Inno.
- Salmodia (uno o due salmi) con antifona.
- Lettura breve e responsorio.
- Canto del Nunc dimittis con antifona.
- Orazione conclusiva.
- Antifona della vergine.