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PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB.

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Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

TERZO TEMA

DOCUMENTI A CARATTERE CATECHETICO - OMILETICO1

1. Tertulliano e la sua teologia sul battesimo.


Di pari passo con lo sviluppo rituale cresce anche la riflessione e la comprensione
teologica dell’Iniziazione Cristiana. Certamente, Tertulliano ha scritto il più antico trattato
sul battesimo nel suo periodo cattolico.

Tertulliano presenta anche la sua teologia del battesimo nel De Baptismo (CCL 1,
277-295), che acquista sempre di più la fisionomia sacramentale, ma troviamo anche altre
allusioni nel De anima (CCL 2, 781-869), nell’Adversus Marcionem (CCL 1, 437-726),
nel De Corona (CCL 2,1037-1065), nel De carnis resurrectione (CCL 2). Con tutto questo
materiale possiamo ricostruire il rituale completo dell’iniziazione cristiana verso il 200 a
Cartagine.

Troviamo la prima esposizione sistematica e dottrinale sul sacramento battesimale


nel De Baptismo, scritto nel periodo cattolico intorno agli anni 200-206.

Nel De Baptismo, Tertulliano consacra i primi nove capitoli contro l’eresia di


Marcione che insegnava un dualismo assoluto: solo la fede può salvare senza nessun
intervento di ordine materiale, essendo la materia essenzialmente cattiva. Parla anche
dell’eresia di Basilide, Valentino e altri. Verso il 207 cominciò ad accostarsi al
montanismo; nel 213 ruppe definitivamente con la chiesa istituzionale e intraprese la sua
polemica con i pastori e con i cattolici.

Il trattato si può dividere in due grandi parti:


1. La prima parte comprende il simbolismo dell’acqua (III-VI), il commento al rito del
battesimo (VII-VIII) e la tipologia biblica (IX).

2. La seconda parte si sofferma su alcuni problemi teologici (X-XVI) e disciplinari


(XVII-XX).

Il De Baptismo è l’unico trattato anteniceno sul battesimo d’importanza capitale per la


storia della liturgia e dei sacramenti e la loro comprensione teologica. Tertulliano, dunque,
dedica i primi nove capitoli contro l’eresia di Marcione, il quale insegnava un dualismo
asssoluto: solo la fede può salvare senza nessun intervento di ordine materiale, essendo la
materia essenzialmente cattiva. L’autore fa riferimento anche all’eresia di Basilide e a
quella di Valentino (v. i Valentiniani). E’ importante affermare che Tertulliano contrappone
ad esse la dottrina cattolica, prima di passare al montanismo intorno al 213. Per tale
ragione il De Baptismo si può situare intorno al 206. Di esso, la parte più importante è,
senza dubbio, la riflessione sul simbolismo dell’acqua, come adesso vedremo.

a. Il simbolismo dell’acqua.

1
A tale riguardo, consultare: E. MAZZA, La Mistagogia, le catechesi liturgiche della fine del IV secolo ed il
loro metodo, Roma, BEL – Subsidia 46, CLV 21996.
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Il De Baptismo è la prima testimonianza occidentale dove troviamo una


benedizione dell’acqua. Ma non ci offre una descrizione del battesimo in senso stretto. La
domanda che lui si fa di fronte ai suoi avversari è questa: è così assurdo ed impossibile
essere ricreati dall’acqua?

Risponde: se Dio ha utilizzato questa materia in tutta la sua opera, egli l’ha resa
feconda anche quando si tratta dei sacramenti. A motivo di ciò, Tertulliano inizia ad
elencare tutti gli esempi dell’acqua nella Sacra Scrittura, ed aggiunge che è lo Spirito che
conferisce all’acqua la sua qualità; lo stesso Spirito, aleggiando in principio sulle acque per
animarle, prefigurava il battesimo (v. Gen 1,1-2). In questo senso fa riferimento anche
all’opera della Creazione.

Inoltre, l’acqua riceve la propria santità dallo Spirito che essa porta. La materia, che
è l’acqua, è penetrata dallo Spirito: viene così a trovarsi santificata e diventa essa stessa
santificante.
Nei diversi luoghi dove ne parla, Tertulliano segnala l’immersione battesimale e la
professione di fede come due riti uniti che la Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli. Per tale
ragione egli sottolinea come il battesimo è veramente il sacramento della fede, che si
riceve quando nella fede si accoglie tutta la storia della salvezza. All’uscita dall’acqua, al
battezzato viene conferita l’unzione, cui fa seguito l’imposizione delle mani. C’è qui
un’anticipazione di quello che è il contenuto delle catechesi mistagogiche.
Andando oltre, l’unzione veniva data in conformità ad un’antica disciplina e si
sottolinea che il nome Cristo deriva da questa unzione come pure per il nome del Signore.

Vengono poi imposte le mani invocando e trasmettendo lo Spirito Santo mediante


una benedizione. Questo avviene mediante una benedizione. Si tratta, dunque, della
CONFERMAZIONE che trova la sua tipologia nella stessa Bibbia. Nel capitolo 9 si
sviluppa, anche se solo parzialmente, la tipologia dell’acqua, utilizzando il metodo di
catechesi che sarà caro ai Padri della Chiesa e verrà sviluppato maggiormente intorno al
secolo IV. Tertulliano, prende, poi, come punto di partenza il segno visibile, cioè l’acqua.
Questo dice il motivo per cui egli risale prima alla Scrittura per spiegarne la specificità
quotidiana ed elenca in questo contesto delle tipologie che diventeranno dei classici:
- il Mar Rosso, meravigliosa figura del sacramento del battesimo;
- l’acqua amara raddolcita dal legno che Mosè vi immerge, legno che è il
Cristo che cambia le acque amare in acque salutari;
- l’acqua che sgorga dalla roccia, simbolo del Cristo che accompagna il popolo
in cammino.

Il Cristo non appare mai senza l’acqua: Numquam sine aqua Christus! (9,4).

Tertulliano esamina, poi, sette punti teologici che possono illuminare la realtà del
battesimo, cioè il battesimo di Giovanni, il battesimo di Cristo, il battesimo e la Passione, il
battesimo degli Apostoli, il battesimo della Chiesa, la necessità del battesimo, la
predicazione ed il battesimo, la fede ed il battesimo, il battesimo degli eretici ed il
battesimo di sangue.

b. Il Battesimo di Giovanni non portava lo Spirito Santo ma veniva amministrato


come una disposizione al perdono e alla santificazione che doveva apportare il Cristo.
Inoltre, Gesù non ha battezzato e ciò non è in contrapposizione col fatto che egli sia venuto
per conferire il battesimo, perché Egli delega i suoi apostoli per conferire il battesimo, ma
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dice che non era un vero battesimo non essendo ancora venuto lo Spirito e non essendo
ancora fondata la Chiesa. Parlando anche del battesimo degli Apostoli, aggiunge che essi
battezzavano in modo subordinato, conferendo il medesimo battesimo di Giovanni, poiché
il Cristo non aveva ancora fondato l’efficacia del battesimo nella sua passione e nella sua
resurrezione: “… quia nec mors nostra dissolui posset nisi domini passione nec uita
restitui sine resurrectione ipsius” (11,4).

Tertulliano, poi, si domanda come sono stati salvati gli apostoli, se solo Paolo ha
ricevuto il battesimo. Egli risponde affermando che secondo il principio ecclesiologico,
non si può essere salvati senza battesimo, tanto da non renderlo valido, oppure gli apostoli
per essere salvati sono stati battezzati, altrimenti non hanno ottenuto la salvezza. Allora, il
privilegio di essere stati chiamati per primi e di vivere familiarmente col Cristo poteva
sostituire il battesimo.
Prima della passione - resurrezione del Signore la salvezza si otteneva mediante la
sola fede, ma adesso che conosciamo la natività, la passione e la resurrezione questi sono
diventati oggetti della fede, cosicché il sacramento si è ampliato, insieme a tutta l’opera
salvifica di Cristo: il sigillo del battesimo – afferma Tertulliano – fu aggiunto, quale vestito
per la fede che prima era nuda e che ora non ha più potere senza la legge che vi è aggiunta:
Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole (qui riprende in modo chiaro il testo di
Mt 28). Nessuno è salvato senza rinascere dall’acqua, perché in essa si trova tutta la forza
della Chiesa e della Pasqua.

Parlando del battesimo degli eretici (cap. XV), Tertulliano argomenta che non esiste
che un solo battesimo (Gv 13,10; Ef 4,5), ma questo è stato scritto per noi che crediamo,
non per gli eretici. La conclusione è la necessità di battezzare gli eretici, se vogliono
passare alla Chiesa e sono stati battezzati nell’eresia. Dunque, l’unico battesimo è quello
che passa per mezzo dell’acqua della Chiesa, ma vi è tuttora un secondo battesimo da
considerare, anch’esso unico: è il battesimo nel sangue, perché nel martirio, sostituisce il
battesimo vero e proprio, nel caso non l’avesse ancora ricevuto chi lo ha subito. Invece, il
battesimo degli eretici non sostituisce il battesimo vero e proprio.

Tutto il capitolo XVI parla del battesimo di sangue. In sostanza, il martirio è un


battesimo che sostituisce il lavacro se non lo si è ricevuto e che lo rinnova se lo si è perso.
Ciò richiama, in realtà, all’incorporazione che avviene attraverso l’acqua.

c. Altri problemi:
 Il ministro del battesimo (XVIII): il vescovo è il vero ministro; in modo
subordinato e con la sua autorizzazione il presbitero e il diacono sono ministri
del battesimo. Anche i laici hanno questo potere. Come la Parola che nessuno
ha il diritto di nascondere, il battesimo, venendo da Dio, tutti possono
conferirlo, ma è l’urgenza del pericolo che deve guidare questa condotta.

 I candidati al battesimo (XVIII): La preparazione al battesimo è molto


importante; secondo Tertulliano, a motivo di ciò, è preferibile ritardare il
battesimo, soprattutto se si tratta di bambini molto piccoli, occorre anche
posticipare il battesimo di coloro che non sono preparati o si devono preparare.

 Il giorno del battesimo è il giorno di Pasqua, ma anche il tempo prima di


Pentecoste verrà indicato adatto per il battesimo: è il tempo nel quale Cristo
apparirà ai suoi discepoli. Dunque, il tempo di Pasqua fino a Pentecoste è un
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unico giorno di festa, tuttavia ogni tempo può essere conveniente per il
Battesimo.

 La preparazione al Battesimo. Ancora non abbiamo un catecumenato


propriamente detto, del quale sembra non possiamo parlare prima del 170,
sebbene qui troviamo qualcosa di simile che viene chiamato tirocinia
auditorium (De poenitentia VI, 14, CCL 1,331) o abolitio omnium peccatorum.
Tertulliano specifica una preparazione non rituale ma ascetica prevedendo una
preghiera intensa, accompagnata dai digiuni, dalle genuflessioni, dalle veglie e
dalla confessione dei peccati (v. De Poenitentia, cap. VI, dove Tertulliano parla
della prima e della seconda “tabula salvationis”: il tempo di penitenza viene
paragonato al tempo di preparazione al battesimo). Prima del battesimo
avveniva una preparazione immediata, distinta dalla preparazione ascetica, un
esame riguardante la condotta dei candidati che venivano denominati audientes,
auditores, catechumeni (De poenitentia VI, 1,14,15). C’è dunque una
preparazionoe ascetica (che si chiamerà catecumenato) ed una preparazione
immediata.

 Riti pre battesimali: innanzitutto, si tratta della benedizione dell’acqua e della


rinuncia a Satana.

 Riti battesimali: si tratta della professione trinitaria e del bagno (immergere,


tinguere, intinguere, aspergere, perfundere, in acqua demittere, aquam ingredi,
lavare o baptizare). In ciò richiama nuovamente al contesto di Mt 28.

 Riti post battesimali: si tratta dell’unzione, della segnazione, e dell’imposizio-


ne delle mani. A tale riguardo, c’è il famoso testo: «caro manus impositione
adumbratur ut et anima spiritu inluminetur…» (De Resurrectione Mortuorum
8,3). In altre parole:
- La carne riceve l’unzione perché l’anima sia consacrata.
- La carne riceve il sigillo, perché l’anima sia fortificata.
- La carne è adombrata con l’imposizione delle mani perché l’anima sia
illuminata dallo Spirito.
- La carne si nutre del corpo e del sangue di Cristo, perché anche l’anima si sazi
di Dio (De Resurrectione Mortuorum 8,3).
 Eucaristia. E’ l’ultimo elemento dei riti post battesimali. Essa richiama alla
triade tra l’acqua e lo Spirito: «Eam aqua signat, Sancto Spiritu vestit,
eucharistia pascit, martyrium exortatur…» (De Praescritione haereticorum
36,5-6; CCL 1,217, oppure CSEL 70,46 o PL 1,49B).

2. Cirillo e Giovanni di Gerusalemme


Le catechesi prebattesimali e mistagogiche.

Bibliografia: CIRILLO E GIOVANNI DI GERUSALEMME, Catechesi


prebattesimali e mistagogiche a cura di G. Maestri e V. Saxer, Milano 1994.
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Entriamo in un periodo ricchissimo, il secolo IV e V, che costituisce l’apogeo


dell’epoca patristica ed anche il periodo dello sviluppo pieno della liturgia battesimale e
della riflessione teologica sull’iniziazione cristiana.

Le più importanti catechesi battesimali e mistagogiche di questo periodo sono:

 Nell’Oriente: Cirillo/Giovanni di Gerusalemme, San Giovanni Crisostomo e


Teodoro di Mopsuestia.

 Nell’Occidente: Sant’Ambrogio e i sermoni di Sant’Agostino.

In merito al primo punto, conosciamo tre tipi diversi di catechesi attribuite a


San Cirillo di Gerusalemme (315-387), vescovo dal 348 fino al 387. Conserviamo
di lui un corpus di 24 omelie, corrispondenti alle 24 prediche da presbitero o forse
più probabilmente da vescovo verso il 350-360. Tale corpus è diviso in tre parti:

1. Protocatechesi di Cirillo di Gerusalemme;

2. Le Catechesi pre battesimali di Cirillo di Gerusalemme;

3. Le Catechesi mistagogiche di Giovanni di Gerusalemme.

Le catechesi pre battesimali o agli illuminati costituiscono l’opera principale di


Cirillo e di per se furono predicate durante la quaresima del 348 o del 350 nella basilica
costantiniana detta Martyrium.

Col nome e il titolo di Catechesi pre battesimali o agli illuminati figurano:

1. Una Protocatechesi su Ez 18,31;

2. Diciotto catechesi agli illuminati (o illuminandi), così chiamati perché erano


indirizzate ai catecumeni che si preparavano a ricevere la grazia o
l’illuminazione del battesimo. (Nel libro delle Paoline a pagina 26-27 trovate
tutte le indicazioni);
3. Seguono poi cinque Catechesi mistagogiche che costituiscono una
“Introduzione ai misteri” cioè ai sacramenti dell’iniziazione, perché ai neo
battezzati vengono spiegati i sacramenti ricevuti durante la veglia battesimale.
Furono predicate tra il 380 e il 390.

C’è qui un riferimento ed un preciso rapporto con la testimonianza di Egeria, che si


può situare tra il 382 ed il 387. Queste catechesi mistagogiche sono difficilmente
attribuibili allo stesso autore che ha composto le pre battesimali, perché la psicologia del
predicatore e la liturgia in esse attestate non sono di Cirillo, come oggi ammettono tutti. Le
catechesi mistagogiche sembrano di Giovanni: è un’opinione, questa, non ancora comune
fra gli studiosi (V. Saxer, Les rites…44).

Le pre battesimali sono impartite ai catecumeni che hanno fatto la domanda del
battesimo e che sono stati giudicati degni, mentre le mistagogiche introducono il neo
battezzato all’intelligenza dei riti ricevuti durante la veglia pasquale.
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Questo insieme di 24 catechesi riflettono l’uso gerosolimitano nel secolo IV e


permettono di distinguere una struttura celebrativa a tre livelli:
1. Periodo di preparazione al battesimo con due tappe: catecumenato (preparazione
remota) e preparazione vicina dei 40 giorni precedenti (seconda ed ultima
preparazione battesimale che coincideva con la Quaresima).

2. Rito battesimale: è molto sottolineata l’immersione completa per tre volte, insieme
alla confessione trinitaria.

3. Riti post battesimali: si tratta della crismazione.

PRIMA CATECHESI MISTAGOGICA.


Tema generale: Rinuncia e professione battesimale.
Ecco una traccia generale:
Lettura del testo: Siate sobri, vegliate.
Luogo: indica la parte esterna del battistero ed il fatto che tutti sono rivolti verso
Occidente, con il gesto di stendere la mano come rinuncia a Satana.
Rinunce: con la rinuncia a Satana iniziava la veglia battesimale a Gerusalemme:
«Rinunzio a te Satana, e alle tue opere, ad ogni tua pompa, e al tuo culto».

Fede: Voltandosi da Occidente verso Oriente si fa la professione di fede.

Nel numero 9 di questa prima catechesi, si legge: «Quando rinunci a Satana... si


apre per te il paradiso di Dio, che egli piantò ad Oriente... di questo è simbolo il tuo
rivolgerti da Occidente ad Oriente, regione della luce. Allora ti fu ingiunto di dire: Credo
nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e nell’unico battesimo di conversione».

Da questa lettura si devono ritenere alcuni punti importanti:


1. Interpretazione tipologica della Scrittura. E’ un fatto comune a tutti i Padri
della Chiesa del secolo IV i quali sottolineano la necessità di guardare
nell’Antico Testamento a tutti gli episodi o ai personaggi che prefigurano, nel
Nuovo Testamento, Cristo e i riti della sua Chiesa. La parola greca typos viene
abitualmente tradotta con il termine “figura”, ed è un avvenimento veterotesta-
mentario che prefigura la realtà di Cristo.

2. Descrizione molto chiara del potere del diavolo (I, 4-5). Viene, dunque,
sottolineata la necessità di rinunciare a Satana esplicitamente (I, 8). Questo
elemento lo si ritroverà nel Gelasiano, che vedremo in seguito. Sono importanti
le rinunce a Satana e a tutte le sue opere, accompagnate dalle preghiere che
riguardano gli esorcismi.

3. Epiclesi eucaristica in paragone con il problema degli idolotiti (I,7) che


richiama al testo di Paolo: 1Cor 10,23-30.

4. Esortazione forte a perseverare nella fede e a rimanere saldi nella nuova


vita in Cristo (I, 8 e 10). Su questo punto, l’autore insiste molto perché lo
ritiene fondamentale per la vita cristiana.
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5. Formula della professione di fede propria della Chiesa di Gerusalemme:


«Credo nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo e nell’unico battesimo di
conversione». A tale riguardo, così commenta il prof. V. Saxer: «La formula e il
rito gerosomilitano, da una parte illustrano l’originalità dell’usanza di
Gerusalemme, dall’altra confermano la coesistenza di usanze molto diverse
nell’Antichità da una città all’altra» (p. 588). Questo fa capire che se si vuole
mettere d’accordo i diversi autori, si trova una grande diversità che manifesta
una grandissima ricchezza teologica e liturgica.

SECONDA CATECHESI MISTAGOGICA.


Inizia con il testo di Rm 6,1; in essa si possono riscontrare i riti del battesimo,
secondo questi punti:

- Descrizione del rito (seguita da una spiegazione).


 Spogliarsi della tunica: questa nudità battesimale è spiegata da Giovanni come
imitazione di Cristo crocifisso e come un recupero dell’innocenza paradisiaca (c’è un
riferimento al testo della Genesi per quanto riguarda l’origine della Creazione).

 Unzione pre battesimale con l’olio esorcizzato, cioè benedetto: «Questo olio
esorcizzato dalle invocazioni divine e dalla preghiera, riceve una forza tale che non
solo purifica bruciando le tracce dei peccati, ma mette ancora in fuga le potenze
invisibili del nemico» (II, 3).

 Domanda riguardo alla fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo: ciò esprime
tutta la ricchezza della professione di fede, accompagnata da una triplice immersione.
In questo si ha anche la spiegazione di tutto il rito, ricco di simbolismo. Dall’aspetto
rituale ed esterno si deve raggiungere il simbolismo ed il significato sacramentale.

- Teologia del rito.


- Tutto il rito è ricco di simbolismo.
- Dall’aspetto rituale ed esterno si deve raggiungere il significato sacramentale.

In riferimento a questi punti l’autore dice: «Nello stesso modo che è remissione dei
peccati e procura il dono dello Spirito Santo, così questo battesimo è anche memoriale
delle sofferenze di Cristo. Il Battesimo rappresenta la Passione e la Risurrezione di Cristo.
Anzi, rende spiritualmente presente la Passione di Cristo in noi…».

Da queste parole si può comprendere l’uso dell’espressione antitypon che è la


rappresentazione o l’immagine esatta, come quella di uno specchio o come le copie in serie
di un modello; è una delle parole chiavi dell’esegesi tipologica dei Padri. Il contesto
dell’antitypon garantisce l’identità sacramentale (non identità) tra il cristiano e Cristo. Cosi
il battesimo rappresenta, cioè rende spiritualmente presenti, la passione e la risurrezione di
Cristo.

Riguardo allo spogliarsi della tunica possiamo dire che questo gesto è la
raffigurazione (eikon) dello spogliarsi dell’uomo vecchio con le sue abitudini: «Spogliati,
siete rimasti nudi imitando (mimoumenoi) Cristo nudo sulla croce».
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Ma in questo modo si porta l’immagine del primo uomo Adamo, che nel paradiso
era nudo e non si vergognava.

Le figure del battesimo più adoperate dai Padri sono la creazione e il diluvio.
L’autore di questa seconda catechesi mistagogica dice ancora: «L’imitazione del primo
Adamo nel paradiso e l’imitazione del secondo Adamo sulla croce, ha come effetto il
conferimento al neofita dell’immagine sacramentale di questi avvenimenti… e questa
immagine sacramentale comunica sempre la partecipazione alla realtà di Cristo».
Ed aggiunge: «Il rito dell’unzione è esteriore, ma il simbolismo è interiore». Ancora
una volta egli richiama alla piena partecipazione a Cristo e alle sue sofferenze.

Andando avanti, è interessante soffermarsi sul senso della piscina, cioè sullo
scendere e sul risalire, come lo indica bene il testo, al cap. 4: «Dopo questo, siete condotti
per mano alla santa piscina del divino battesimo, come Cristo fu portato dalla croce al
monumento». Dunque, si può leggere come Egeria descrive il luogo nel suo Pellegrinaggio
in Terra Santa. Ciò che colpisce è il fatto di spiegare la morte, la sepoltura e la risurrezione
del cristiano sacramentalmente nel battesimo, che corrisponde al luogo della morte, della
sepoltura e della resurrezione di Cristo. A tale riguardo l’autore aggiunge: «Come il
Salvatore nostro trascorse allora tre giorni e tre notti nel cuore della terra, così anche voi
con la prima immersione avete imitato il primo giorno del Signore» (II, 4). Poi conclude:
«E nello stesso momento siete morti e siete rinati» (ibi). In altre parole, come Cristo morì e
fu sepolto il terzo giorno, allo stesso modo il cristiano nel gesto delle tre immersioni rivive
e ricorda il gesto di Gesù di morire, di essere seppellito e di essere risorto.

In II, 5 si parla della partecipazione che ci viene donata come salvezza. Si tratta
della partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo.

In riferimento alla Sacra Scrittura, l’unico elemento specifico cristiano dell’esegesi


patristica del Vecchio Testamento è il riferimento a Cristo. Accanto ad una tipologia
cristologica ve ne è una sacramentaria, già presente nel Nuovo Testamento: questa
tipologia sacramentaria ci introduce così ad una teologia biblica dei sacramenti. In questo
caso, siamo di fronte al metodo liturgico-catechetico del secolo IV. In tal senso sono
evidenti gli effetti mistici, cioè il battesimo che è simbolo (antitupon) della passione di
Cristo (II, 6); il battesimo è la partecipazione in figura alla vera passione di Cristo.

In II, 7, alla fine di questa catechesi, si dice che per noi è solo una somiglianza
(omoiwma) di morte e di sofferenza, ma per la salvezza non c’è la somiglianza, bensì la
verità (aleqeia). L’autore conclude: «La salvezza non è somiglianza ma realtà, perché in
Cristo c’è stata la morte vera, in lui tutto è autentico. Noi, invece, non abbiamo sofferto,
né siamo morti, ma in somiglianza e questa somiglianza ci dà la partecipazione alla realtà
della salvezza».

TERZA CATECHESI MISTAGOGICA


Unzione post-battesimale: la crismazione.
Il testo inizia così: «Battezzati in Cristo e rivestiti di Cristo, siete divenuti conformi
al Figlio di Dio. Infatti, avendoci predestinati all’adozione a Figli Dio ci rese conformi al
corpo glorioso di Cristo. Divenuti partecipi di Cristo, siete chiamati Cristi…Siete certo
diventati Cristo, ricevendo l’impronta dello Spirito Santo, ma tutto si è compiuto in voi a
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modo di immagine, perché siete l’immagine di Cristo». L’autore, poi, aggiunge: «Con
questo, che sei simbolicamente unto sulla fronte e sugli altri sensi…Con questa mirra
visibile viene unto il corpo, ma con il Santo Invisibile Spirito è santificata l’anima». Da
queste parole, la terza catechesi mistagogica manifesta l’unzione post battesimale, che
avviene con la crismazione. Il significato dell’unzione crismale è spiegato dagli autori in
relazione all’etimologia della parola crisma: questa è infatti della stessa famiglia delle
parole “Cristo” e “cristiano” e tutte derivano dal verbo greco “chrio”, ungere. Come
Cristo, così anche i cristiani sono gli unti del Signore a complemento della figliolanza
divina. Il rito viene spiegato così, nel senso che c’è un’unzione (III, 4):
1. Sulla fronte;
2. Sulle orecchie;
3. Sulle narici;
4. Sul petto.
La riflessione che viene dopo è sempre la più importante: «Siete divenuti Cristo
ricevendo il sigillo (to antitupon). Tutto si è compiuto in voi figuratamente
(eikonikwj), poiché siete le immagini (eikÑnej) di Cristo». Nel ricevere lo Spirito
Santo il nuovo battezzato si sente pienamente di Cristo ed opera, finalmente, come Lui
ha operato.

L’autore, a questo punto aggiunge: «Come il Cristo fu veramente crocifisso e


sepolto e resuscitò, anche voi, per il battesimo in similitudine (™n Òmoiwmati) siete
stati degni di essere con lui crocifissi».

Dunque, nel ricevere l’unzione dello Spirito Santo, il nuovo battezzato imita ciò
che ha fatto Cristo, con la discesa dello Spirito dopo il suo battesimo nel Giordano.

Il neofita, imitandolo nell’azione liturgica, diventa icona di Cristo e questo essere icona
comunica la partecipazione alla realtà di Cristo stesso.
Questa unzione esterna, resa visibile con l’olio, ha un effetto straordinario a causa
dell’epiclesi. In modo analogo all’Eucaristia, questo balsamo viene trasformato dallo
Spirito Santo nell’epiclesi e diventa strumento efficace della sua divinità. Dunque, l’autore
fa un paragone con l’Eucaristia stessa ed evidenzia come questo balsamo aquisisce il
potere divino.

QUARTA CATECHESI MISTAGOGICA.


La quarta catechesi è una teologia dell’Eucaristia, benché il rito stesso venga
spiegato nella quinta catechesi, dove si afferma la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.
Il vescovo esorta i neofiti che considera degni di sentire parlare del mistero dell’Eucaristia,
essendo divenuti un solo corpo ed un solo sangue con Cristo. Da qui nasce una precisa
interpretazione sull’Eucaristia che segna un importante passo in avanti, giacché è più
chiaro il discorso della reale presenza di Cristo. Per tale ragione è importante soffermarsi
nello studio dei paragrafi 1 e 3.

Questo è il risultato dell’azione liturgica, cioè il ricevere il corpo e il sangue di


Cristo, mediante i quali partecipiamo alla realtà del Signore in modo tale da diventare
(susomoi), un solo corpo, e sÙaimoi un solo sangue con lui. Questo realismo
sacramentale viene espresso in modo puntuale nel terzo paragrafo:
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«È dunque con somma certezza che partecipiamo in qualche


modo al corpo e al sangue di Cristo. Nella figura, infatti, del pane
ti è dato il corpo e nella figura del vino ti è dato il sangue di
Cristo, affinché, avendo partecipato al corpo e al sangue di
Cristo, tu diventi un solo corpo e un solo sangue con Cristo» (IV,
3).

Dunque, l’effetto dell’Eucaristia è la realtà sotto i segni sacramentali che viene


comunicata in modo che partecipiamo realmente in Cristo.

Così diventiamo portatori di Cristo (Xristofo…). Noi diventiamo cristophoroi


anche nel senso fisico dal momento che il suo corpo e il suo sangue si spandono adesso per
le nostre membra.
Ci troviamo di fronte ad una teologia sacramentaria profonda e semplice, basata sul
rito. Nel Battesimo – Cresima – Eucaristia, il cristiano è intimamente unito a Cristo «al
punto che ciò che è avvenuto a Cristo nella storia, avviene anche al cristiano
nell’imitazione sacramentale. Il risultato è la divinizzazione, anche se la pienezza di
questa unione avverrà soltanto nell’ultimo giorno; nel frattempo, la nostra vocazione
battesimale è la santità». Il vescovo commenta dicendo ai neofiti che mentre questo giorno
arriva, ognuno si deve santificare: ciò sta alla base della vocazione battesimale.

QUINTA CATECHESI MISTAGOGICA


La sinapsi (sinassi) eucaristica.

Si tratta di una delle testimonianze più antiche. Come riferisce il Prof. Saxer, dal
suo commento, riportato nella nota a piè di pagina del suo libro, la Quinta Catechesi
Mistagogica è una delle testimonianze più importanti dell’antichità cristiana, assieme a
quelle di Teodoro di Mopsuestia e delle Costituzioni Apostoliche, sulla celebrazione
eucaristica in Oriente nel IV secolo.
Questa Catechesi inizia così: «Per l’amore di Dio verso gli uomini, durante le
precedenti sinapsi, avete sentito parlare abbastanza del battesimo e della comunione al
corpo e al sangue di Cristo. Adesso dobbiamo passare al seguito perché ogni cristiano
pone il coronamento all’edificio spirituale del vostro profitto».
Giacché il battesimo era conferito nel contesto delle celebrazioni pasquali, la
liturgia eucaristica della Pasqua assumeva un carattere di particolare solennità. A tale
argomento è dedicata la catechesi mistagogica quinta che descrive la sinassi eucaristica dei
neo battezzati, nei suoi quattro momenti fondamentali:
1. Offertorio;
2. Preghiera eucaristica;
3. Preghiera del Signore;
4. Comunione.

Mentre si celebrava l’iniziazione battesimale dei catecumeni nel battistero, i fedeli già
battezzati e i catecumeni non ancora ammessi al battesimo vegliavano nell’aula eucaristica
con letture, canti, preghiere e commenti della parola divina. Al momento di celebrare
l’Eucaristia i catecumeni erano congedati, mentre i neofiti, rigenerati dal loro battesimo,
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 66
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

avanzavano in un luminoso e bianco corteo verso un posto speciale loro riservato nell’aula
eucaristica.

Manca qualsiasi allusione ad una liturgia della Parola. Anche gli altri autori non ne
parlano. Tale omissione sembra essere stata di uso universale. Sembra, però, che, in base
alla tesi di Saxer, la stessa liturgia battesimale che la precedeva sostituisse eccezionalmente
la liturgia della Parola durante la Veglia Pasquale.
Dunque, la celebrazione della Messa iniziava con i due riti dell’offertorio, e la lavanda
delle mani, dopo la preghiera eucaristica incominciava con il noto dialogo: «In alto i
cuori». Quando è il momento per i fedeli di avvicinarsi alla comunione, il sacerdote lancia
un avvertimento: «Le cose sante ai santi». Il movimento dei fedeli che avanzano è
accompagnato con il canto del Salmo 33, 9: «Gustate e vedete com’è buono il Signore». In
questo caso è interessante la descrizione dettagliata di come bisogna tenere le mani,
secondo quanto riferisce Giovanni, perché ogni fedele riceva il corpo di Cristo in modo
degno.
L’esortazione rivolta da Giovanni ai neofiti a conclusione del discorso allarga il
senso della comunione eucaristica a quella, poiché l’una non è possibile senza l’altra, ma è
costituita da essa.

Da quello che appare, in ultima analisi, l’Iniziazione Cristiana, al tempo di Cirillo e


nelle Catechesi è quell’insieme complesso di gesti, di riti, di preghiere e di cambiamenti di
vita ai quali era sottomesso l’uomo antico che voleva diventare cristiano secondo tre
momenti fondamentali, secondo la tradizione della Chiesa di Gerusalemme:
- la preparazione remota: il Catecumenato;
- la preparazione conclusiva: la Quaresima;
- Il compimento dell’iniziazione: la Veglia battesimale.
Come accade anche per l’Anno Liturgico e per l’Ufficiatura, quello che la Chiesa
Madre di Gerusalemme ha stabilito nella sua tradizione ha avuto una grande importanza ed
un grande seguito in tutta la Chiesa, malgrado si conosca già dalla Tradizione Apostolica il
modo di celebrare i tre Sacramenti a Roma.

3. LE CATECHESI DI AMBROGIO DI MILANO


In Occidente, troviamo dei riferimenti dell’Iniziazione Cristiana, almeno dieci anni
dopo (389-390). In Ambrogio esamineremo le catechesi mistagogiche, tratte dal De
Sacramentis e dal De Mysteriis.

Come bibliografia si possono citare le seguenti opere: A. CAPRIOLI, Battesimo e


confermazione. Studio storico sulla liturgia e catechesi di S. Ambrogio, Varese 1977.
SANT’AMBROGIO, Spiegazione del Credo. I Sacramenti. I Misteri, in Opera Omnia
di Sant’Ambrogio. Opere dogmatiche III, introduzione, traduzione, note e indici di G.
BANTERLE, Biblioteca Ambrosiana - Città Nuova, Milano - Roma 1982, voll. XVII, pp.
25-38; 41-133; 135-169.

Ambrogio ha tre trattati sull’iniziazione cristiana tra il 389-390.


1. De Mysteriis;
2. De Sacramentis;
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 67
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

3. De Symbolo.
Oggi non c’è dubbio sulla paternità di queste prime due opere di Ambrogio. Il De
Sacramentis è una redazione stenografica di omelie; il De Mysteriis è un trattato del
sacramento e ci offre materiale più ordinato che non troviamo nell’altro. Siamo di fronte
alla rielaborazione libera che rimaneggia, riordina, concentra il materiale del De Mysteriis.
In quest’opera Ambrogio arriva a «parlare dei misteri e a spiegare la natura dei
sacramenti» (1,2).

Di nuovo si tratta di una catechesi mistagogica e perciò non troviamo molto a


proposito del catecumenato, ma ci sono soltanto alcune allusioni, essendo tutta la catechesi
centrata sui sacramenti ricevuti. Per Ambrogio il progresso mistico nella via di Dio avviene
con la comprensione anche razionale dei sacramenti, che è possibile solo attraverso
un’indispensabile istruzione catechetica.
E’ importante, a tale riguardo, avere ben presente lo schema del pensiero di
Ambrogio sui sacramenti secondo alcuni punti fondamentali:
I RITI PRE-BATTESIMALI.
- Mysteria apertionis;
- Unzione pre-battesimale.

IL RITO BATTESIMALE.
- La consacrazione del fonte;
- Esorcismo – Invocazione;
- Predicatio Dominicae Crucis;
- Abluzione / Immersione;
- Rito;
- Confessio Fidei;
- Morte – Risurrezione

I RITI POST-BATTESIMALI.
- Unzione;
- Lavanda dei piedi;
- Vestizione;
- Processione all’altare;
- Signaculum spirituale;

La riflessione di Ambrogio inizia proprio dal rito dell’effetha (o mysteria


apertionis) legato a Mc 7,34 e alla guarigione del sordomuto, ma si trova in difficoltà nel
giustificare il tocco non della bocca ma del naso2 e ci dà una spiegazione molto originale
(De Sacr 1,3).

2
La cerimonia del vescovo dava inizio alla veglia pasquale con l’apertio: infatti, il vescovo tocca gli orecchi
e le narici del battezzando, mentre pronuncia le parole Effetha quod est adaperire (De Myst., 1,3). Ambrogio
per giustificare il tocco del naso e non della bocca, si richiama a quello che il Signore fece quando gli fu
presentato un sordo muto. Infatti, gli toccò gli orecchi perché era sordo e la bocca perché era muto. Allora,
perché le narici? Sant’Ambrogio giustifica così: «Là, perché era muto, gli toccò la bocca, affinché, visto che
non poteva parlare dei misteri celesti, ricevesse la voce di Cristo, e là si trattava di un uomo. Qui perché si
battezzano le donne e la purezza del servo non è così grande come quella del padrone – quale confronto vi
può essere, dal momento che questi rimette i peccati, mentre a quello sono ammessi? –, perciò, in riferimento
all’azione e al compito, il vescovo non tocca la bocca, ma le narici. Perché le narici? Perché tu accolga il
buon odore dell’eterna pietà, perché tu dica: “Siamo il buon odore di Cristo per Dio (questo passo è citato a
proposito dell’unzione delle narici anche in Cirillo di Gerusalemme, come risulta dalla Cat. Myst. III, 4),
come disse il santo Apostolo, e in te vi sia la fragranza della fede e della devozione».
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 68
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

Il punto di partenza della catechesi è il segno liturgico e la tipologia a cui rimanda


ma va sempre oltre: sed videte mysterium (De Sacramentis II,6).

Dopo l’effetha segue l’unzione prima della rinuncia (De Sacr. I,4).

Ambrogio, poi, si sofferma a parlare della simbologia dell’acqua. Segue, poi,


l’importanza dell’acqua che è fondamentale nel pensiero di Ambrogio, il quale enumera
tutto ciò che conosce della tipologia dell’acqua battesimale. Innanzitutto considera l’acqua
come immagine del sepolcro di Cristo e come strumento che permette all’uomo di essere
come veramente sepolto con Cristo (2,19). L’acqua è testimone della sepoltura (De Spir. 5.
1,5, 77: aqua igitur testis est sepulturae…Si qua ergo in aqua gratia, non ex natura aquae,
sed ex presentia est spiritus sancti). Da ciò si può comprendere che c’è una differenza tra
l’elemento dell’acqua e la consacrazione dell’acqua.

L’acqua è ciò che si vede con gli occhi, ma non ogni acqua può guarire: guarisce
l’acqua che ha la grazia di Cristo (1,5,15). Esiste una differenza fondamentale tra
l’elemento e la consacrazione, tra l’azione e la sua efficacia: «l’azione è dell’acqua,
l’efficacia è dello Spirito Santo» (ibi).

L’acqua senza la croce di Cristo è un comune elemento privo dei vantaggi che sono
propri del sacramento, cioè l’acqua, il sangue, lo spirito: «Ideoque legisti, quod tres testes
in baptismate unum sunt, acqua, sanguis et spiritus, quia si unum horum detrahas, non stat
baptismatis sacramentum»3 (De Mysteriis 4,20).
Senza l’acqua non vi può essere il mistero della rigenerazione: «nec iterum sine
aqua regenerationis mysterium est» (De Mysteriis 4,20).

Il fonte è equivalente alla sepoltura. Il battesimo si fa con la triplice interrogazione


e la triplice risposta “Credo” e Ambrogio utilizza un’espressione a lui cara ossia similitudo
mortis. Dopo il battesimo il vescovo unge il battezzato pronunciando una preghiera che
rimarrà invariata nei nostri rituali fino al Vaticano II:

«Ergo mersisti, venisti ad sacerdotem. Quid tibi dixit. Deus,


Pater omnipotens, qui te regeneravit ex aqua et Spiritu
concessitque tibi peccata tua, ipse te unget in vitam aeternam»
(De Sacramentis 2, 24).

Dopo il battesimo il vescovo lava i piedi del neofita in ricordo della lavanda dei
piedi del Giovedì Santo e delle parole di Gesù a Pietro. Ambrogio ricorda che questa
usanza è una particolarità della chiesa di Milano che Roma non conosce (3,4-7).

La triplice immersione battesimale, anche se lava ogni colpa, non è sufficiente a


detergere dal veleno che il serpente ha sparso sui piedi di Adamo e che, secondo Ambrogio,
costituiste l’origine della nostra inclinazione al peccato, il peccato originale. Per cancellare
questa colpa occorre un rito particolare, quello della lavanda dei piedi, di antica tradizione
nella liturgia milanese ed al quale Ambrogio non vuole rinunciare, pur sapendo che “la
Chiesa romana non ha questa consuetudine” (De Sacramentis 3,1,5). Egli spiega che col
battesimo la colpa scompare ma è necessario un supplemento di santificazione per
detergere i piedi degli uomini dal veleno del serpente (v. De Sacramentis 3 1-7).
3
Nella traduzione italiana suona così: «Perciò hai letto nel battesimo che i tre testimoni sono l’acqua, il
sangue e lo spirito. Sono tutte e tre una medesima cosa, perché se tu togliessi uno di questi il sacramento del
battesimo non ci sarebbe più».
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 69
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

Questo rito ha il valore particolare di cancellare completamente il peccato


originale, non riguarda quindi i peccati commessi dall’individuo. L’Explanatio Psalmi
XLVIII, 8 lo spiega.

Dopo essere risaliti dal fonte battesimale ed aver ricevuto sul capo il balsamo
profumato Accipe autem myrum, hoc est ungentum, supra caput, i cristiani indossano le
vesti candide (vestimenta candida) per indicare che si sono spogliati dell’involucro dei
peccati e si sono rivestiti d’innocenza (De Sacramentis 3,1,1).

Andando avanti, è bene fermarsi sul rito della Cresima, designata come spirituale
signaculum. Ambrogio spiega il contenuto dell’espressione: «post fontem superest ut
perfectio fiat».

In merito al sigillo dello Spirito, Ambrogio fa riferimento al signaculum spirituale.


E’ significativo il fatto che Ambrogio insista molto sul fatto che ogni cristiano ha realmente
ricevuto il sigillo Spirituale, cioè lo Spirito di Sapienza e di Intelletto, lo Spirito di
Consiglio e di Fortezza, lo Spirito di Conoscenza, di Pietà e di Timore di Dio. Da questa
affermazione si può comprendere che ci troviamo già nell’ambito dell’amministrazione
della Cresima, per il quale Ambrogio vuole spiegare ai suoi interlocutori il contenuto
dell’espressione post fontem superest ut perfectio fiat.
Il segno di croce che viene dato al battesimo è il sigillo dello Spirito che viene dato
come pegno. Nel De Sacramentis 6,2,6 si ritrovano un versetto di Ct 8,6 e di 2Cor 1,21-22
(tale testo è molto importante, perché il suo riferimento fa sì che si veda nel signaculum
spirituale tutta la realtà del Battesimo) per spiegare il valore del sigillo spirituale col quale
l’uomo è segnato da Cristo in conformità della sua passione:
«Hai ricevuto il sigillo a somiglianza di lui, per risorgere nel suo aspetto,
per vivere in figura sua, che è stato crocifisso al peccato e vive per Dio»
(5 6,2,7).

Alla luce del testo paolino, che cosa significa questo signaculum spiritale? I Padri
studiando a fondo il testo paolino di 2 Cor 1,21-22 hanno potuto concludere che esso si
riferisce a tutto il complesso del battesimo, senza escludere al suo interno un rito di
confermazione. Il testo paolino parlerebbe del battesimo come fatto unitario e nello stesso
tempo come un insieme di aspetti particolari e specifici. Su questa scia non sembra che
Sant’Ambrogio designi con queste espressioni un rito di consegna in fronte, ma piuttosto
sembra che si riferisca alla donazione dello Spirito Santo, che diventa Confermazione
rispetto all’intero processo battesimale. L’espressione perfectio, in senso spirituale,
teologico e sacramentale, richiama il neofita al fatto che il signaculum ricevuto gli è stato
dato per configurarlo a Cristo crocifisso, per poi risorgere. Tutto questo avviene proprio nel
fonte battesimale.
Ambrogio ricorda al neofita di aver ricevuto il signaculum spiritale: accepisti ergo
signaculum sanctum in corde tuo... quando accipis spiritale signaculum.
Tutto questo offre una unità profonda nel battesimo cristiano, ma anche una
diversità di aspetti.
A. Caprioli conclude il suo studio affermando che signaculum spiritale è riferito da
S. Ambrogio ad un momento particolare dell’unico battesimo, quello dopo la chiamata alla
fede e l’abluzione battesimale: sequitur spiritale signaculum quod audisti hodie legi, quia
post fontem superest ut perfectio fiat.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 70
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

La perfectio della quale si parla è la perfezione della fede trinitaria. Il battesimo


non è pienamente totale senza la corretta fede trinitaria e, quindi, senza la fede nello
Spirito: «plenum autem est (baptismatis sacramentum) si Patrem et Filium Spiritumque
sanctum fateraris» (De Spiritu Sancto I, 3, 42). Il momento dell’effusione dello Spirito
doveva essere particolarmente efficace per richiamare al neofita la pienezza della sua fede
trinitaria, in particolare la fede nell’uguaglianza dello Spirito col Padre e col Figlio messa
in discussione dagli ariani dell’ambiente di Ambrogio. L’effusione dello Spirito sul neofita
era un potente richiamo alla professione della fede trinitaria.

La Perfectio è dunque la caratteristica del battesimo cristiano, ma è anche


l’espressione della fede perfetta cioè ortodossa, nel mistero trinitario, soprattutto circa
l’uguaglianza dello Spirito con il Padre ed il Figlio; inoltre, è anche il fondamento della
vita cristiana perfetta, cioè della vita di unione sponsale dell’anima con il Verbo nella
Chiesa.
Dunque, da quanto è stato detto, si può dire che la Perfectio è sinonimo del
battesimo, ma può essere intesa anche come sinonimo della Cresima.

In ultima analisi, possiamo sintetizzare i temi principali di Sant’Ambrogio, in


riferimento a quello che A. Caprioli suggerisce:

1) La fede come preparazione indispensabile al battesimo.


Le diverse tappe che conducono al battesimo sottolineano il ruolo essenziale della
fede, innanzitutto la tappa del catecumenato. La catechesi pre battesimale aveva un
aspetto morale ed un aspetto dogmatico e costituiva una preparazione all’atto di fede
del Battesimo che è detto da Ambrogio sacramentum fidei in quanto comporta
necessariamente una professione di fede nell’insegnamento ricevuto dalla Chiesa,
l’unica regola di verità. Alla nostra fede tale rito è stato proposto (De Sacramentis I,
16).

2) Il battesimo come sigillo della fede.


Non solamente la fede ha un influsso sul battesimo, ma a sua volta anche il
battesimo ha un influsso sulla fede. Il battesimo presenta, dunque, un duplice apporto
positivo alla fede. La luce dei misteri penetra meglio di ogni parola in coloro che non
hanno ancora alcuna conoscenza del mistero sacramentale. Il battesimo illumina la fede
meglio di qualsiasi altro insegnamento e lo fa attraverso i riti stessi ed i loro
simbolismi. Ambrogio insiste sull’importanza di lasciare che i sacramenti (rito,
tipologia e teologia) stessi illuminino la fede di colui che li riceve. Man mano che i riti
si svolgono, il neofita deve credere nei misteri che riceve, credere nella consacrazione
del fonte e nella sua virtù santificatrice. Ma questo lo realizza non soltanto
esteriormente, ma anche interiormente. Il lavacro battesimale fa passare il credente dal
peccato, che è tenebra, alla grazia che è luce. Dunque non solo il battesimo esige un
atto di fede, ma introduce anche in una vita di fede, inizia alla vita di fede.

3) Il dono dello Spirito e la perfezione della vita di fede.


Se si concepisce la vita cristiana in termini di fedeltà alla grazia di rigenerazione
ricevuta nel battesimo, allora il dono dello Spirito viene ad assumere un ruolo speciale.
Lo Spirito Santo è detto signaculum fidei, cioè un pegno di fedeltà come lo è l’anello
per gli sposi. Nel battesimo il signaculum spirituale è anche il signaculum fidei e
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 71
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

questo sotto due aspetti; innanzitutto perché il dono dello Spirito dà il fulgore della
fede: Pone me ut signaculum in cor tuum, quo fides tua pleno fulgeat sacramento (De
Mysteriis 4,1). Il battezzato raggiunge la perfetta unione a Cristo quando manifesta la
sua fede, la confessa pubblicamente, la testimonia; per questo viene segnato nel corpo,
ma più ancora viene segnato interiormente dallo Spirito, perché è lo Spirito Santo che
manifesta in lui l’immagine celeste, la vita nuova data nel battesimo. Così il dono dello
Spirito dice fedeltà al battesimo: «Sicut enim in Christo monimur et nenascamur, ita
etiam Spiritu signamur ut splendorem atque imaginem eius et gratiam tenere
possimus» (De Spir. S. I, 6,79).

4) Il battesimo come passaggio: qui per hunc fontem transit, non moritur, sed resurgit
(De Sacramentis 1,12). Chi passa per questa fonte non muore, ma risorge in Cristo.

4. Il Battesimo negli scritti di Sant’Agostino


Bibliografia: V. GROSSI, La catechesi battesimale agli inizi del V secolo. Le fonti
agostiniane, Studia Ephemerides Augustianianum 39, Roma 1993; Idem, Il battesimo negli
scritti di S. Agostino, DDSBP, t. VI, Borla, 304-337: V. SAXER, Les rites, op. cit. Vedere
anche in Schr 116 un’opera di Susan Poque che è fondamentale per lo studio della
Mistagogia in Sant’Agostino: I Sermoni per la Pasqua. Lei ha ricostruito una serie di
omelie pasquali di Agostino dando la possibilità di studiare la mistagogia dell’Ipponate,
attraverso un ciclo completo di sermoni del numero di quindici. Quest’opera è ricca di note
metodologiche e bibliografiche.

Motivazioni degli scritti agostiniani sul Battesimo.


Le motivazioni battesimali presenti negli scritti di Agostino furono sostanzialmente
quattro:

1. Come capire il battesimo dato ai bambini qualora non pervengano all’età adulta.
2. La posizione sacramentaria dei donatisti che mise in questione l’unicità del battesimo
e, quindi, la sua validità o meno, qualora venga conferito da ministri indegni. Agostino
scrisse sull’argomento due opere fondamentali, il De baptismo (a. 400) e il De unico
baptismo (a. 411) nei quali ribadì la tesi della validità del battesimo anche se
amministrato da eretici, scismatici o ministri indegni.
3. La controversia pelagiana che mise in questione la necessità stessa del battesimo dei
bambini. Due scritti, il De peccatorum meritis et remissione et de baptismo
parvulorum e l’Epistula 98 (a. 412/413).
4. La prassi del catecumenato. Scrisse il De catechizandis rudibus (a. 400); de fide et
operibus, i sermoni 56-59 relativi ai riti della traditio et redditio orationis dominicae e
i sermoni 212-215 sulla traditio redditio symboli.

Elementi dell’iniziazione cristiana:

1. Catecumenato: La catechesi propria per i catecumeni era finalizzata al battesimo. In


questa epoca assunse un andamento meno strutturato che nei secoli precedenti. Il
De catechizandis rudibus manifesta l’atmosfera del tempo del catecumenato
dall’inizio della quaresima quando invita all’iscrizione: Ecce Pascha est, da nomen
ad baptismum. Nel De fide et operibus offre un esempio d’istruzione indirizzata a
spiegare la fede e la morale. Di per sé si tratta di una formazione più ascetica che
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 72
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

catechetica: non solum quid credere, verum etiam qualiter vivere debeant (De fide
et operibus 27,49). Gli scrutini esprimono in Agostino il complesso dei riti ricevuti
dai catecumeni in preparazione al battesimo, mentre i riti della Traditio/Redditio
richiamano al significato del Simbolo e del Pater. Questi riti esprimevano in sintesi
la natura dell’istituzione del catecumenato ed il senso all’iniziazione alla vita
cristiana. Il Simbolo, cioè il Credo, costituiva la sintesi essenziale delle realtà
cristiane, alle quali era esortato ad aderire il catecumeno, conformandovi la vita. Il
Pater indicava, invece, i limiti e le possibilità del suo impegno personale nel poter
vivere la fede cristiana. I riti del Simbolo e del Pater sintetizzavano insieme
l’iniziazione alla vita cristiana.

2. Veglia battesimale. A tale riguardo, secondo Sant’Agostino si conoscono i riti:


baptizatus est, sanctifìcatus est, unctus est, imposita est ei manus; si conoscono
anche le letture della celebrazione che erano tratte all’inizio del libro della Genesi,
dal Cantico dell’Esodo, dopo il passaggio del mar Rosso, e dal Cantico dei tre
fanciulli nel forno ardente. Di essi si conoscono anche i temi relativi alle letture: la
creazione, il peccato dell’uomo, la cui distruzione era simboleggiata dal passaggio
del mar Rosso, l’inizio del ritorno dell’uomo alla creazione originaria grazie alla
rigenerazione battesimale. A motivo di tutto questo è presente anche la formula
battesimale: «Ego unum baptismum novi, Patris et Filii et Spiritus Sancti nomine
consecratum atque signatum; hanc formam ubi invenio, necesse est, ut adprobem».
I catecumeni venivano interrogati su tale forma al fonte battesimale aspettandosi da
essi una sincera confessione di fede.

3. Teologia. Il mistero della Pasqua. La Pasqua del Signore è il mistero del suo
passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita. L’essenziale della fede
cristiana è credere nella passione e nella risurrezione di Cristo. Invece, quello che
sembra più essenziale della vita del cristiano non è tanto l’annuale celebrazione di
questa solennità, ma è il passare dalla morte alla vita identificandosi con Cristo
nell’unità del suo corpo ecclesiale. Il battesimo realizza questa morte e risurrezione
in figura e nella speranza. Vivendo ogni giorno il mistero pasquale, il cristiano
ricapitola in lui la storia della salvezza, storia del popolo di Dio e storia di Cristo.

4. Riflessione. Agostino approfondì la teologia del battesimo nella polemica donatista,


in relazione al ruolo del ministro nel conferirlo e alla comunione ecclesiale che esso
produce sul piano sacramentale; e nella polemica pelagiana approfondì la teologia
in relazione alla remissione dei peccati, anche del peccato originale molto evidente
nel battesimo dei bambini in quanto incapaci di peccati personali. Se il primo
approfondimento contribuì notevolmente alla teologia sacramentaria e a quella
della Chiesa, il secondo contribuì allo sviluppo dogmatico sacramentario. In ultima
analisi, come Sant’Agostino sostiene, il battesimo deve essere spiegato partendo
dalla parola degli Apostoli, senza altre alternative: infatti, la Scrittura è la vera fonte
di conoscenza del Battesimo. Gli eventi dell’Antico Testamento sono la figura degli
eventi del Nuovo Testamento, poiché non può essere negata la stretta relazione tra i
primi ed i secondi.

Le catechesi battesimali di Giovanni Crisostomo


GIOVANNI CRISOSTOMO, Le Catechesi Battesimali, a cura di Luciano Zappella
Paoline, Milano, 1998.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 73
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

WENGE A., Jean Chrisostome. Huit catéchèses baptismales inedites, ed. Schr. 50bis, Paris
19704:
Una sintesi: A. COVITO, La dottrina sul battesimo di Giovanni Crisostomo IN DDSBP,
TOMO 6, op. cit., 26 1-283.

In Giovanni Crisostomo possiamo individuare alcuni elementi strutturali, nonché la


loro teologia. In merito alla loro struttura si trovano:
a) riti pre battesimali;
b) gli esorcismi;
c) la rinuncia a Satana;
d) l’adesione a Cristo.

Nel pensiero di questo grande Padre della Chiesa, l’ambito morale costituisce la
chiave di volta di tutte le sue omelie mistagogiche, ma non per questa ragione si devono
considerare inferiori alle altre omelie mistagogiche. Parlando dei riti pre-battesimali, lui
insiste sull’adesione a Cristo e sull’impegno morale che il catecumeno si propone di
attuare in tutta la sua vita.
Dopo questi prelimari in Crisostomo, si possono individuare due gruppi principali di
catechesi mistagogiche:
- Catechesi della serie A, composte intorno alla Quaresima del 388.
- Catechesi della serie B, scritte tra il 390 ed il 391.

Di quelle della serie A ci sono ben quattro:


1. Catechesi A 1: pre battesimale;
2. Catechesi A 2: pre battesimale;
3. Catechesi A 3 :pre battesimale;
4. Catechesi A 4: post battesimale.

Invece, della serie B si conoscono:


1. 2 catechesi pre battesimali;
2. 5 catechesi post battesimali della serie B predicate ad Antiochia, quando il
Crisostomo era presbitero di quella comunità.
Tra il 398 e il 403 Crisostomo ha tenuto le catechesi quaresimali e mistagogiche a
coloro che avrebbero ricevuto il Battesimo nella notte di Pasqua.

Teologia del Battesimo:


 gratuità della grazia.
Il principio fondamentale della dottrina battesimale del Crisostomo si fonda sulla
suprema gratuità della grazia del battesimo. Tale grazia annulla lo stato di miseria
4
Il 5 ottobre 1955 Wenge scoprì nella biblioteca del monastero della Croce sul Monte Atos, un codice
contenente otto omelie inedite di Giovanni Crisostomo. Si tratta di una serie completa di istruzioni
battesimali che si possono definire mistagogiche. Queste famose catechesi furono pronunciate da Giovanni
Crisostomo quando era ancora presbitero ad Antiochia, dove – prima di diventare Patriarca di Costantinopoli
– svolse l’ufficio di predicatore.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 74
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

morale delle persone chiamate al battesimo attraverso un’azione santificatrice che


proviene dalla bontà e dalla misericordia di Dio.

 le figure del battesimo.


Per spiegare il battesimo il Crisostomo si serve di varie immagini, ciascuna delle quali
evidenzia un aspetto diverso: celebrazione nuziale, leva militare, Eva – Chiesa, nuovo
esodo, nuova creazione, bagno di rigenerazione, circoncisione, illuminazione.
Il Crisostomo vede il battesimo come morte-sepoltura-risurrezione con Cristo
accennando alla Lettera ai Romani 6,4-8. Il battesimo è, dunque, configurazione
sacramentale con Cristo, morto e risorto; ci assimila a Cristo dandoci lo stesso destino del
Figlio di Dio: questo avviene mediante un lavacro di rigenerazione, per cui il fedele nasce
nuovamente. Altre volte afferma che è il Cristo che ci genera e ci nutre con il suo stesso
sangue. Infine troviamo anche che è Dio Padre che ci genera e non vuole che in questa
nascita divina noi abbiamo un altro padre che lui stesso.
Meriterebbe leggere e commentare il capitolo IV Prassi e teoria battesimale nelle
catechesi dell’introduzione di Luciano Zappella alla sua opera completa delle Paoline.

Riti battesimali.
Conosciamo i riti pre battesimali che cominciano con gli esorcismi, la rinuncia a
Satana e l’adesione a Cristo. E l’impegno che il catecumeno si propone di vivere in tutta la
sua vita. Alla rinuncia a Satana fa seguito l’adesione a Cristo. Il rito dell’unzione viene
dopo ed è fatto sulla fronte con un mistico balsamo. Più che di unzione si tratta del segno
della croce.

Il Rito centrale.
E’ il battesimo nell’acqua che simbolicamente esprime la morte al peccato e la
decisione di cambiare vita. Esso non è un atto magico. Il rito è simbolo di un effetto che
non si vede. L’effetto è segreto, il ministro è Cristo e la trasformazione interiore dell’uomo
è opera dello Spirito Santo.

I riti post-battesimali.
Il primo è il bacio di pace. Appena i battezzati escono dalla vasche, ricevono gli
auguri del padrino e di tutta l’assemblea. A questo punto segue la recita del Pater,
conformemente alla liturgia antica, siriaca e bizantina. Ora che il battezzato è divenuto
figlio di Dio può a buon diritto chiamare Dio con il nome di Padre. Dopo il battesimo i
neofiti in veste bianca e col cero in mano si avviano in processione per andare dal
battistero alla chiesa dove “alla mensa sublime, ricolma di beni, mangiano e bevono il
corpo e sangue del Signore”.

CONCLUSIONE
Dal materiale studiato, per quanto riguarda le catechesi di natura catechetico-
omiletico, è emerso il metodo mistagogico che è diverso in ciascun autore, benché esprima
un unico progetto che è quello di dare al battezzato una formazione adeguata. Nella
diversità degli autori si trova una unanimità nel presentare gli elementi essenziali del
battesimo, nonché i diversi significati che lo accompagnano.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 75
Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.

In ultima analisi, è importante richiamare la teologia liturgica, dove si trova l’uso


della tipologia biblica che appare una costante in ciascun autore: essa esprime, in tal modo,
la grande ricchezza della mistagogia. Allora, la metodologia diventa metodo vero e proprio
per fare una ricerca o elaborare una teologia liturgica nel senso che da una struttura
liturgica si passa alla teologia soggiacente. Nella tipologia sviluppata ogni autore è
differente, ma la loro diversità indica come la Chiesa abbia potuto sviluppare il complesso
di elementi rituali e teologici dell’Iniziazione Cristiana. In tale orizzonte questa tipologia
viene applicata alla liturgia: è un modo di costruire una teologia sacramentaria, a partire dai
medesimi sacramenti.

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