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Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.
TERZO TEMA
Tertulliano presenta anche la sua teologia del battesimo nel De Baptismo (CCL 1,
277-295), che acquista sempre di più la fisionomia sacramentale, ma troviamo anche altre
allusioni nel De anima (CCL 2, 781-869), nell’Adversus Marcionem (CCL 1, 437-726),
nel De Corona (CCL 2,1037-1065), nel De carnis resurrectione (CCL 2). Con tutto questo
materiale possiamo ricostruire il rituale completo dell’iniziazione cristiana verso il 200 a
Cartagine.
a. Il simbolismo dell’acqua.
1
A tale riguardo, consultare: E. MAZZA, La Mistagogia, le catechesi liturgiche della fine del IV secolo ed il
loro metodo, Roma, BEL – Subsidia 46, CLV 21996.
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Risponde: se Dio ha utilizzato questa materia in tutta la sua opera, egli l’ha resa
feconda anche quando si tratta dei sacramenti. A motivo di ciò, Tertulliano inizia ad
elencare tutti gli esempi dell’acqua nella Sacra Scrittura, ed aggiunge che è lo Spirito che
conferisce all’acqua la sua qualità; lo stesso Spirito, aleggiando in principio sulle acque per
animarle, prefigurava il battesimo (v. Gen 1,1-2). In questo senso fa riferimento anche
all’opera della Creazione.
Inoltre, l’acqua riceve la propria santità dallo Spirito che essa porta. La materia, che
è l’acqua, è penetrata dallo Spirito: viene così a trovarsi santificata e diventa essa stessa
santificante.
Nei diversi luoghi dove ne parla, Tertulliano segnala l’immersione battesimale e la
professione di fede come due riti uniti che la Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli. Per tale
ragione egli sottolinea come il battesimo è veramente il sacramento della fede, che si
riceve quando nella fede si accoglie tutta la storia della salvezza. All’uscita dall’acqua, al
battezzato viene conferita l’unzione, cui fa seguito l’imposizione delle mani. C’è qui
un’anticipazione di quello che è il contenuto delle catechesi mistagogiche.
Andando oltre, l’unzione veniva data in conformità ad un’antica disciplina e si
sottolinea che il nome Cristo deriva da questa unzione come pure per il nome del Signore.
Il Cristo non appare mai senza l’acqua: Numquam sine aqua Christus! (9,4).
Tertulliano esamina, poi, sette punti teologici che possono illuminare la realtà del
battesimo, cioè il battesimo di Giovanni, il battesimo di Cristo, il battesimo e la Passione, il
battesimo degli Apostoli, il battesimo della Chiesa, la necessità del battesimo, la
predicazione ed il battesimo, la fede ed il battesimo, il battesimo degli eretici ed il
battesimo di sangue.
dice che non era un vero battesimo non essendo ancora venuto lo Spirito e non essendo
ancora fondata la Chiesa. Parlando anche del battesimo degli Apostoli, aggiunge che essi
battezzavano in modo subordinato, conferendo il medesimo battesimo di Giovanni, poiché
il Cristo non aveva ancora fondato l’efficacia del battesimo nella sua passione e nella sua
resurrezione: “… quia nec mors nostra dissolui posset nisi domini passione nec uita
restitui sine resurrectione ipsius” (11,4).
Tertulliano, poi, si domanda come sono stati salvati gli apostoli, se solo Paolo ha
ricevuto il battesimo. Egli risponde affermando che secondo il principio ecclesiologico,
non si può essere salvati senza battesimo, tanto da non renderlo valido, oppure gli apostoli
per essere salvati sono stati battezzati, altrimenti non hanno ottenuto la salvezza. Allora, il
privilegio di essere stati chiamati per primi e di vivere familiarmente col Cristo poteva
sostituire il battesimo.
Prima della passione - resurrezione del Signore la salvezza si otteneva mediante la
sola fede, ma adesso che conosciamo la natività, la passione e la resurrezione questi sono
diventati oggetti della fede, cosicché il sacramento si è ampliato, insieme a tutta l’opera
salvifica di Cristo: il sigillo del battesimo – afferma Tertulliano – fu aggiunto, quale vestito
per la fede che prima era nuda e che ora non ha più potere senza la legge che vi è aggiunta:
Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole (qui riprende in modo chiaro il testo di
Mt 28). Nessuno è salvato senza rinascere dall’acqua, perché in essa si trova tutta la forza
della Chiesa e della Pasqua.
Parlando del battesimo degli eretici (cap. XV), Tertulliano argomenta che non esiste
che un solo battesimo (Gv 13,10; Ef 4,5), ma questo è stato scritto per noi che crediamo,
non per gli eretici. La conclusione è la necessità di battezzare gli eretici, se vogliono
passare alla Chiesa e sono stati battezzati nell’eresia. Dunque, l’unico battesimo è quello
che passa per mezzo dell’acqua della Chiesa, ma vi è tuttora un secondo battesimo da
considerare, anch’esso unico: è il battesimo nel sangue, perché nel martirio, sostituisce il
battesimo vero e proprio, nel caso non l’avesse ancora ricevuto chi lo ha subito. Invece, il
battesimo degli eretici non sostituisce il battesimo vero e proprio.
c. Altri problemi:
Il ministro del battesimo (XVIII): il vescovo è il vero ministro; in modo
subordinato e con la sua autorizzazione il presbitero e il diacono sono ministri
del battesimo. Anche i laici hanno questo potere. Come la Parola che nessuno
ha il diritto di nascondere, il battesimo, venendo da Dio, tutti possono
conferirlo, ma è l’urgenza del pericolo che deve guidare questa condotta.
unico giorno di festa, tuttavia ogni tempo può essere conveniente per il
Battesimo.
Le pre battesimali sono impartite ai catecumeni che hanno fatto la domanda del
battesimo e che sono stati giudicati degni, mentre le mistagogiche introducono il neo
battezzato all’intelligenza dei riti ricevuti durante la veglia pasquale.
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2. Rito battesimale: è molto sottolineata l’immersione completa per tre volte, insieme
alla confessione trinitaria.
2. Descrizione molto chiara del potere del diavolo (I, 4-5). Viene, dunque,
sottolineata la necessità di rinunciare a Satana esplicitamente (I, 8). Questo
elemento lo si ritroverà nel Gelasiano, che vedremo in seguito. Sono importanti
le rinunce a Satana e a tutte le sue opere, accompagnate dalle preghiere che
riguardano gli esorcismi.
Unzione pre battesimale con l’olio esorcizzato, cioè benedetto: «Questo olio
esorcizzato dalle invocazioni divine e dalla preghiera, riceve una forza tale che non
solo purifica bruciando le tracce dei peccati, ma mette ancora in fuga le potenze
invisibili del nemico» (II, 3).
Domanda riguardo alla fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo: ciò esprime
tutta la ricchezza della professione di fede, accompagnata da una triplice immersione.
In questo si ha anche la spiegazione di tutto il rito, ricco di simbolismo. Dall’aspetto
rituale ed esterno si deve raggiungere il simbolismo ed il significato sacramentale.
In riferimento a questi punti l’autore dice: «Nello stesso modo che è remissione dei
peccati e procura il dono dello Spirito Santo, così questo battesimo è anche memoriale
delle sofferenze di Cristo. Il Battesimo rappresenta la Passione e la Risurrezione di Cristo.
Anzi, rende spiritualmente presente la Passione di Cristo in noi…».
Riguardo allo spogliarsi della tunica possiamo dire che questo gesto è la
raffigurazione (eikon) dello spogliarsi dell’uomo vecchio con le sue abitudini: «Spogliati,
siete rimasti nudi imitando (mimoumenoi) Cristo nudo sulla croce».
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Ma in questo modo si porta l’immagine del primo uomo Adamo, che nel paradiso
era nudo e non si vergognava.
Le figure del battesimo più adoperate dai Padri sono la creazione e il diluvio.
L’autore di questa seconda catechesi mistagogica dice ancora: «L’imitazione del primo
Adamo nel paradiso e l’imitazione del secondo Adamo sulla croce, ha come effetto il
conferimento al neofita dell’immagine sacramentale di questi avvenimenti… e questa
immagine sacramentale comunica sempre la partecipazione alla realtà di Cristo».
Ed aggiunge: «Il rito dell’unzione è esteriore, ma il simbolismo è interiore». Ancora
una volta egli richiama alla piena partecipazione a Cristo e alle sue sofferenze.
Andando avanti, è interessante soffermarsi sul senso della piscina, cioè sullo
scendere e sul risalire, come lo indica bene il testo, al cap. 4: «Dopo questo, siete condotti
per mano alla santa piscina del divino battesimo, come Cristo fu portato dalla croce al
monumento». Dunque, si può leggere come Egeria descrive il luogo nel suo Pellegrinaggio
in Terra Santa. Ciò che colpisce è il fatto di spiegare la morte, la sepoltura e la risurrezione
del cristiano sacramentalmente nel battesimo, che corrisponde al luogo della morte, della
sepoltura e della resurrezione di Cristo. A tale riguardo l’autore aggiunge: «Come il
Salvatore nostro trascorse allora tre giorni e tre notti nel cuore della terra, così anche voi
con la prima immersione avete imitato il primo giorno del Signore» (II, 4). Poi conclude:
«E nello stesso momento siete morti e siete rinati» (ibi). In altre parole, come Cristo morì e
fu sepolto il terzo giorno, allo stesso modo il cristiano nel gesto delle tre immersioni rivive
e ricorda il gesto di Gesù di morire, di essere seppellito e di essere risorto.
In II, 5 si parla della partecipazione che ci viene donata come salvezza. Si tratta
della partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo.
In II, 7, alla fine di questa catechesi, si dice che per noi è solo una somiglianza
(omoiwma) di morte e di sofferenza, ma per la salvezza non c’è la somiglianza, bensì la
verità (aleqeia). L’autore conclude: «La salvezza non è somiglianza ma realtà, perché in
Cristo c’è stata la morte vera, in lui tutto è autentico. Noi, invece, non abbiamo sofferto,
né siamo morti, ma in somiglianza e questa somiglianza ci dà la partecipazione alla realtà
della salvezza».
modo di immagine, perché siete l’immagine di Cristo». L’autore, poi, aggiunge: «Con
questo, che sei simbolicamente unto sulla fronte e sugli altri sensi…Con questa mirra
visibile viene unto il corpo, ma con il Santo Invisibile Spirito è santificata l’anima». Da
queste parole, la terza catechesi mistagogica manifesta l’unzione post battesimale, che
avviene con la crismazione. Il significato dell’unzione crismale è spiegato dagli autori in
relazione all’etimologia della parola crisma: questa è infatti della stessa famiglia delle
parole “Cristo” e “cristiano” e tutte derivano dal verbo greco “chrio”, ungere. Come
Cristo, così anche i cristiani sono gli unti del Signore a complemento della figliolanza
divina. Il rito viene spiegato così, nel senso che c’è un’unzione (III, 4):
1. Sulla fronte;
2. Sulle orecchie;
3. Sulle narici;
4. Sul petto.
La riflessione che viene dopo è sempre la più importante: «Siete divenuti Cristo
ricevendo il sigillo (to antitupon). Tutto si è compiuto in voi figuratamente
(eikonikwj), poiché siete le immagini (eikÑnej) di Cristo». Nel ricevere lo Spirito
Santo il nuovo battezzato si sente pienamente di Cristo ed opera, finalmente, come Lui
ha operato.
Dunque, nel ricevere l’unzione dello Spirito Santo, il nuovo battezzato imita ciò
che ha fatto Cristo, con la discesa dello Spirito dopo il suo battesimo nel Giordano.
Il neofita, imitandolo nell’azione liturgica, diventa icona di Cristo e questo essere icona
comunica la partecipazione alla realtà di Cristo stesso.
Questa unzione esterna, resa visibile con l’olio, ha un effetto straordinario a causa
dell’epiclesi. In modo analogo all’Eucaristia, questo balsamo viene trasformato dallo
Spirito Santo nell’epiclesi e diventa strumento efficace della sua divinità. Dunque, l’autore
fa un paragone con l’Eucaristia stessa ed evidenzia come questo balsamo aquisisce il
potere divino.
Si tratta di una delle testimonianze più antiche. Come riferisce il Prof. Saxer, dal
suo commento, riportato nella nota a piè di pagina del suo libro, la Quinta Catechesi
Mistagogica è una delle testimonianze più importanti dell’antichità cristiana, assieme a
quelle di Teodoro di Mopsuestia e delle Costituzioni Apostoliche, sulla celebrazione
eucaristica in Oriente nel IV secolo.
Questa Catechesi inizia così: «Per l’amore di Dio verso gli uomini, durante le
precedenti sinapsi, avete sentito parlare abbastanza del battesimo e della comunione al
corpo e al sangue di Cristo. Adesso dobbiamo passare al seguito perché ogni cristiano
pone il coronamento all’edificio spirituale del vostro profitto».
Giacché il battesimo era conferito nel contesto delle celebrazioni pasquali, la
liturgia eucaristica della Pasqua assumeva un carattere di particolare solennità. A tale
argomento è dedicata la catechesi mistagogica quinta che descrive la sinassi eucaristica dei
neo battezzati, nei suoi quattro momenti fondamentali:
1. Offertorio;
2. Preghiera eucaristica;
3. Preghiera del Signore;
4. Comunione.
Mentre si celebrava l’iniziazione battesimale dei catecumeni nel battistero, i fedeli già
battezzati e i catecumeni non ancora ammessi al battesimo vegliavano nell’aula eucaristica
con letture, canti, preghiere e commenti della parola divina. Al momento di celebrare
l’Eucaristia i catecumeni erano congedati, mentre i neofiti, rigenerati dal loro battesimo,
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avanzavano in un luminoso e bianco corteo verso un posto speciale loro riservato nell’aula
eucaristica.
Manca qualsiasi allusione ad una liturgia della Parola. Anche gli altri autori non ne
parlano. Tale omissione sembra essere stata di uso universale. Sembra, però, che, in base
alla tesi di Saxer, la stessa liturgia battesimale che la precedeva sostituisse eccezionalmente
la liturgia della Parola durante la Veglia Pasquale.
Dunque, la celebrazione della Messa iniziava con i due riti dell’offertorio, e la lavanda
delle mani, dopo la preghiera eucaristica incominciava con il noto dialogo: «In alto i
cuori». Quando è il momento per i fedeli di avvicinarsi alla comunione, il sacerdote lancia
un avvertimento: «Le cose sante ai santi». Il movimento dei fedeli che avanzano è
accompagnato con il canto del Salmo 33, 9: «Gustate e vedete com’è buono il Signore». In
questo caso è interessante la descrizione dettagliata di come bisogna tenere le mani,
secondo quanto riferisce Giovanni, perché ogni fedele riceva il corpo di Cristo in modo
degno.
L’esortazione rivolta da Giovanni ai neofiti a conclusione del discorso allarga il
senso della comunione eucaristica a quella, poiché l’una non è possibile senza l’altra, ma è
costituita da essa.
3. De Symbolo.
Oggi non c’è dubbio sulla paternità di queste prime due opere di Ambrogio. Il De
Sacramentis è una redazione stenografica di omelie; il De Mysteriis è un trattato del
sacramento e ci offre materiale più ordinato che non troviamo nell’altro. Siamo di fronte
alla rielaborazione libera che rimaneggia, riordina, concentra il materiale del De Mysteriis.
In quest’opera Ambrogio arriva a «parlare dei misteri e a spiegare la natura dei
sacramenti» (1,2).
IL RITO BATTESIMALE.
- La consacrazione del fonte;
- Esorcismo – Invocazione;
- Predicatio Dominicae Crucis;
- Abluzione / Immersione;
- Rito;
- Confessio Fidei;
- Morte – Risurrezione
I RITI POST-BATTESIMALI.
- Unzione;
- Lavanda dei piedi;
- Vestizione;
- Processione all’altare;
- Signaculum spirituale;
2
La cerimonia del vescovo dava inizio alla veglia pasquale con l’apertio: infatti, il vescovo tocca gli orecchi
e le narici del battezzando, mentre pronuncia le parole Effetha quod est adaperire (De Myst., 1,3). Ambrogio
per giustificare il tocco del naso e non della bocca, si richiama a quello che il Signore fece quando gli fu
presentato un sordo muto. Infatti, gli toccò gli orecchi perché era sordo e la bocca perché era muto. Allora,
perché le narici? Sant’Ambrogio giustifica così: «Là, perché era muto, gli toccò la bocca, affinché, visto che
non poteva parlare dei misteri celesti, ricevesse la voce di Cristo, e là si trattava di un uomo. Qui perché si
battezzano le donne e la purezza del servo non è così grande come quella del padrone – quale confronto vi
può essere, dal momento che questi rimette i peccati, mentre a quello sono ammessi? –, perciò, in riferimento
all’azione e al compito, il vescovo non tocca la bocca, ma le narici. Perché le narici? Perché tu accolga il
buon odore dell’eterna pietà, perché tu dica: “Siamo il buon odore di Cristo per Dio (questo passo è citato a
proposito dell’unzione delle narici anche in Cirillo di Gerusalemme, come risulta dalla Cat. Myst. III, 4),
come disse il santo Apostolo, e in te vi sia la fragranza della fede e della devozione».
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Dopo l’effetha segue l’unzione prima della rinuncia (De Sacr. I,4).
L’acqua è ciò che si vede con gli occhi, ma non ogni acqua può guarire: guarisce
l’acqua che ha la grazia di Cristo (1,5,15). Esiste una differenza fondamentale tra
l’elemento e la consacrazione, tra l’azione e la sua efficacia: «l’azione è dell’acqua,
l’efficacia è dello Spirito Santo» (ibi).
L’acqua senza la croce di Cristo è un comune elemento privo dei vantaggi che sono
propri del sacramento, cioè l’acqua, il sangue, lo spirito: «Ideoque legisti, quod tres testes
in baptismate unum sunt, acqua, sanguis et spiritus, quia si unum horum detrahas, non stat
baptismatis sacramentum»3 (De Mysteriis 4,20).
Senza l’acqua non vi può essere il mistero della rigenerazione: «nec iterum sine
aqua regenerationis mysterium est» (De Mysteriis 4,20).
Dopo il battesimo il vescovo lava i piedi del neofita in ricordo della lavanda dei
piedi del Giovedì Santo e delle parole di Gesù a Pietro. Ambrogio ricorda che questa
usanza è una particolarità della chiesa di Milano che Roma non conosce (3,4-7).
Dopo essere risaliti dal fonte battesimale ed aver ricevuto sul capo il balsamo
profumato Accipe autem myrum, hoc est ungentum, supra caput, i cristiani indossano le
vesti candide (vestimenta candida) per indicare che si sono spogliati dell’involucro dei
peccati e si sono rivestiti d’innocenza (De Sacramentis 3,1,1).
Andando avanti, è bene fermarsi sul rito della Cresima, designata come spirituale
signaculum. Ambrogio spiega il contenuto dell’espressione: «post fontem superest ut
perfectio fiat».
Alla luce del testo paolino, che cosa significa questo signaculum spiritale? I Padri
studiando a fondo il testo paolino di 2 Cor 1,21-22 hanno potuto concludere che esso si
riferisce a tutto il complesso del battesimo, senza escludere al suo interno un rito di
confermazione. Il testo paolino parlerebbe del battesimo come fatto unitario e nello stesso
tempo come un insieme di aspetti particolari e specifici. Su questa scia non sembra che
Sant’Ambrogio designi con queste espressioni un rito di consegna in fronte, ma piuttosto
sembra che si riferisca alla donazione dello Spirito Santo, che diventa Confermazione
rispetto all’intero processo battesimale. L’espressione perfectio, in senso spirituale,
teologico e sacramentale, richiama il neofita al fatto che il signaculum ricevuto gli è stato
dato per configurarlo a Cristo crocifisso, per poi risorgere. Tutto questo avviene proprio nel
fonte battesimale.
Ambrogio ricorda al neofita di aver ricevuto il signaculum spiritale: accepisti ergo
signaculum sanctum in corde tuo... quando accipis spiritale signaculum.
Tutto questo offre una unità profonda nel battesimo cristiano, ma anche una
diversità di aspetti.
A. Caprioli conclude il suo studio affermando che signaculum spiritale è riferito da
S. Ambrogio ad un momento particolare dell’unico battesimo, quello dopo la chiamata alla
fede e l’abluzione battesimale: sequitur spiritale signaculum quod audisti hodie legi, quia
post fontem superest ut perfectio fiat.
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Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.
questo sotto due aspetti; innanzitutto perché il dono dello Spirito dà il fulgore della
fede: Pone me ut signaculum in cor tuum, quo fides tua pleno fulgeat sacramento (De
Mysteriis 4,1). Il battezzato raggiunge la perfetta unione a Cristo quando manifesta la
sua fede, la confessa pubblicamente, la testimonia; per questo viene segnato nel corpo,
ma più ancora viene segnato interiormente dallo Spirito, perché è lo Spirito Santo che
manifesta in lui l’immagine celeste, la vita nuova data nel battesimo. Così il dono dello
Spirito dice fedeltà al battesimo: «Sicut enim in Christo monimur et nenascamur, ita
etiam Spiritu signamur ut splendorem atque imaginem eius et gratiam tenere
possimus» (De Spir. S. I, 6,79).
4) Il battesimo come passaggio: qui per hunc fontem transit, non moritur, sed resurgit
(De Sacramentis 1,12). Chi passa per questa fonte non muore, ma risorge in Cristo.
1. Come capire il battesimo dato ai bambini qualora non pervengano all’età adulta.
2. La posizione sacramentaria dei donatisti che mise in questione l’unicità del battesimo
e, quindi, la sua validità o meno, qualora venga conferito da ministri indegni. Agostino
scrisse sull’argomento due opere fondamentali, il De baptismo (a. 400) e il De unico
baptismo (a. 411) nei quali ribadì la tesi della validità del battesimo anche se
amministrato da eretici, scismatici o ministri indegni.
3. La controversia pelagiana che mise in questione la necessità stessa del battesimo dei
bambini. Due scritti, il De peccatorum meritis et remissione et de baptismo
parvulorum e l’Epistula 98 (a. 412/413).
4. La prassi del catecumenato. Scrisse il De catechizandis rudibus (a. 400); de fide et
operibus, i sermoni 56-59 relativi ai riti della traditio et redditio orationis dominicae e
i sermoni 212-215 sulla traditio redditio symboli.
catechetica: non solum quid credere, verum etiam qualiter vivere debeant (De fide
et operibus 27,49). Gli scrutini esprimono in Agostino il complesso dei riti ricevuti
dai catecumeni in preparazione al battesimo, mentre i riti della Traditio/Redditio
richiamano al significato del Simbolo e del Pater. Questi riti esprimevano in sintesi
la natura dell’istituzione del catecumenato ed il senso all’iniziazione alla vita
cristiana. Il Simbolo, cioè il Credo, costituiva la sintesi essenziale delle realtà
cristiane, alle quali era esortato ad aderire il catecumeno, conformandovi la vita. Il
Pater indicava, invece, i limiti e le possibilità del suo impegno personale nel poter
vivere la fede cristiana. I riti del Simbolo e del Pater sintetizzavano insieme
l’iniziazione alla vita cristiana.
3. Teologia. Il mistero della Pasqua. La Pasqua del Signore è il mistero del suo
passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita. L’essenziale della fede
cristiana è credere nella passione e nella risurrezione di Cristo. Invece, quello che
sembra più essenziale della vita del cristiano non è tanto l’annuale celebrazione di
questa solennità, ma è il passare dalla morte alla vita identificandosi con Cristo
nell’unità del suo corpo ecclesiale. Il battesimo realizza questa morte e risurrezione
in figura e nella speranza. Vivendo ogni giorno il mistero pasquale, il cristiano
ricapitola in lui la storia della salvezza, storia del popolo di Dio e storia di Cristo.
WENGE A., Jean Chrisostome. Huit catéchèses baptismales inedites, ed. Schr. 50bis, Paris
19704:
Una sintesi: A. COVITO, La dottrina sul battesimo di Giovanni Crisostomo IN DDSBP,
TOMO 6, op. cit., 26 1-283.
Nel pensiero di questo grande Padre della Chiesa, l’ambito morale costituisce la
chiave di volta di tutte le sue omelie mistagogiche, ma non per questa ragione si devono
considerare inferiori alle altre omelie mistagogiche. Parlando dei riti pre-battesimali, lui
insiste sull’adesione a Cristo e sull’impegno morale che il catecumeno si propone di
attuare in tutta la sua vita.
Dopo questi prelimari in Crisostomo, si possono individuare due gruppi principali di
catechesi mistagogiche:
- Catechesi della serie A, composte intorno alla Quaresima del 388.
- Catechesi della serie B, scritte tra il 390 ed il 391.
Riti battesimali.
Conosciamo i riti pre battesimali che cominciano con gli esorcismi, la rinuncia a
Satana e l’adesione a Cristo. E l’impegno che il catecumeno si propone di vivere in tutta la
sua vita. Alla rinuncia a Satana fa seguito l’adesione a Cristo. Il rito dell’unzione viene
dopo ed è fatto sulla fronte con un mistico balsamo. Più che di unzione si tratta del segno
della croce.
Il Rito centrale.
E’ il battesimo nell’acqua che simbolicamente esprime la morte al peccato e la
decisione di cambiare vita. Esso non è un atto magico. Il rito è simbolo di un effetto che
non si vede. L’effetto è segreto, il ministro è Cristo e la trasformazione interiore dell’uomo
è opera dello Spirito Santo.
I riti post-battesimali.
Il primo è il bacio di pace. Appena i battezzati escono dalla vasche, ricevono gli
auguri del padrino e di tutta l’assemblea. A questo punto segue la recita del Pater,
conformemente alla liturgia antica, siriaca e bizantina. Ora che il battezzato è divenuto
figlio di Dio può a buon diritto chiamare Dio con il nome di Padre. Dopo il battesimo i
neofiti in veste bianca e col cero in mano si avviano in processione per andare dal
battistero alla chiesa dove “alla mensa sublime, ricolma di beni, mangiano e bevono il
corpo e sangue del Signore”.
CONCLUSIONE
Dal materiale studiato, per quanto riguarda le catechesi di natura catechetico-
omiletico, è emerso il metodo mistagogico che è diverso in ciascun autore, benché esprima
un unico progetto che è quello di dare al battezzato una formazione adeguata. Nella
diversità degli autori si trova una unanimità nel presentare gli elementi essenziali del
battesimo, nonché i diversi significati che lo accompagnano.
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Terzo Tema: Documenti a carattere Catechetico – Omiletico.