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Ermeneutica biblica

Ermeneutica biblica
E cominciando da Mos e da tutti i profeti, Ges spieg loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano. (Luca 24,27
[1]

.)

L'ermeneutica l'arte di interpretare ci che un autore ha scritto, i metodi che devono essere applicati per comprendere un testo. Questa voce si concentra in modo specifico sull'ermeneutica applicata alla Bibbia, cio sui principi che devono essere applicati per comprendere rettamente la Bibbia. Sebbene si applichino alla Bibbia gran parte dei principi utilizzati per comprendere un qualsiasi altro testo (religioso o non religioso), i cristiani, credendo nella particolare natura della Bibbia come libro ispirato in modo unico da Dio e regola della loro fede e della loro condotta, elaborano principi ermeneutici che tengono conto di questo presupposto per loro imprescindibile. per questo che essi parlano di ermeneutica biblica. Altri ritengono che la Bibbia debba essere considerata come una qualsiasi altra opera letteraria, da sottoporre all'esame delle metodologie scientifiche ritenute neutrali per garantirne una valutazione oggettiva. L'ermeneutica biblica si occupa di stabilire i principi utili per comprendere una qualsiasi parte della Bibbia in modo tale da rendere il suo messaggio chiaro per chi la legge o la ode. Inevitabilmente essa implica l'opera dell'esegesi biblica, il processo, cio, che consiste nell'esaminare il testo biblico come ci giunge dalla mano del suo scrittore per scoprire in che modo egli comunichi la rivelazione.
Per approfondire, vedi Ermeneutica e Esegesi biblica.

Dato poi che non siamo in possesso dei documenti originali, ma solo di antiche copie, pure necessaria l'opera della critica del testo (critica testuale). Obiettivo nell'applicare i principi dell'ermeneutica biblica quello di "esporre rettamente la parola della verit" (2 Timoteo 2:15), applicandosi diligentemente a discernere il significato originale del testo e la sua rilevanza. Applicare sani principi di ermeneutica significa cercare di rispondere a domande come: chi era lo scrittore? A chi stava scrivendo e perch? significativo nel caso in esame l'uso di una particolare parola, costruzione grammaticale, tempo verbale? Qual il contesto culturale e storico in cui si inquadra il testo? Qual il significato inteso originalmente dall'autore? In che modo i suoi contemporanei interpretano il testo?

Metodi e scuole di ermeneutica biblica attraverso la storia


Attraverso i secoli, le chiese cristiane hanno riconosciuto l'importanza di seguire specifici principi per l'interpretazione della Bibbia. Sono cos sorte e si sono affermate in epoche diverse diverse scuole di pensiero che hanno elaborato metodologie diverse sulla base di propri presupposti.

La scuola letterale - storica - grammaticale (realismo)


Si accosta al testo sostenendo la necessit che un testo sia considerato nel suo senso chiaro ed esplicito a meno che il testo stesso dia indicazioni che si tratti di linguaggio simbolico; fintanto che, cio, in virt della natura del testo in esame questo sia impossibile. Per esempio, modi di dire, parabole e favole, o allegorie, non permettono un'interpretazione letterale. Fa uso della critica testuale per determinare quale possa essere il testo originale. Prende i testi di narrativa pi seriamente del metodo allegorico. Lo spirito dell'interpretazione letterale che il lettore deve essere soddisfatto dell'interpretazione letterale di un testo a meno che possa giungere, per ragioni sostanziali, ad andare oltre al significato letterale. Quando gli scrittori del Nuovo Testamento si riferiscono alle scritture dell'Antico Testamento, essi prendono quei brani in modo letterale. Gli scrittori della Patristica pi antica (Ignazio di Antiochia, Ireneo e Giustino di Nablus)

Ermeneutica biblica mostrano come essi prendessero letteralmente la Scrittura a meno che il contesto non richiedesse altrimenti. Nei primi secoli del Cristianesimo era prevalente un'interpretazione letterale della Scrittura. L'Evangelicalismo moderno si attiene all'ermeneutica letterale, storica e grammaticale (da non confondersi con un crasso letteralismo). Essa ha trovato espressione formale nei principi stilati nella Dichiarazione di Chicago sull'ermeneutica biblica. L'articolo 15 di detta dichiarazione afferma: "Affermiamo che necessario interpretare la Bibbia secondo il suo senso letterale o naturale. Il senso letterale il senso storico-grammaticale, cio quello espresso dall'autore. L'interpretazione secondo il senso letterale tiene conto di tutte le figure di stile e di tutte le forme letterarie del testo".

2. La scuola allegorica/simbolica (idealismo)


Si accosta al testo cercandovi un significato simbolico pi profondo. Guarda oltre alla narrazione superficiale per scoprirvi un significato spiritualizzato, il "vero significato" simbolico e spirituale. stata molto popolare nei primi secoli della chiesa quando era dominante la filosofia platonica. Clemente Alessandrino ed Origene sono i due antichi "padri della chiesa" che mettevano in rilievo come la Bibbia, in particolare l'Antico Testamento, non dovesse essere inteso in modo letterale, ma simbolico. La scuola allegorica insegna che sotto ciascun versetto della Scrittura, sotto il suo significato ovvio, si celerebbe il suo "vero significato" simbolico e spirituale. Un'interpretazione allegorica potrebbe essere, ad esempio, il pane ed il vino portati ad Abramo da Melchisedek in Genesi 14:18, la manna nel deserto (Esodo 16:31), e l'olio nella dieta di Elia (1 Re 17:16) che sarebbero prefigurazioni ("tipi") dell'eucaristia. Questo metodo di interpretazione, per, respinto dai Riformatori protestanti del XVI secolo perch pregiudicherebbe la forza e l'impatto della Parola presa cos come sta. Martin Lutero chiama questo metodo un flagello, Giovanni Calvino lo considera satanico. Questo non vuol dire, per, che i riformatori respingano ogni interpretazione allegorica, ma sostengono che un'interpretazione allegorica o simbolica sia legittima solo in determinati contesti, come nel libro dell'Apocalisse.

3. La scuola critica (naturalismo)


Dal tempo di Friedrich Schleiermacher in poi, si comincia a contestare che la Bibbia debba essere considerata in modo diverso da una qualsiasi altra opera letteraria e che ad essa si debbano applicare le metodologie critiche scientifiche che sole sarebbero la garanzia di una valutazione oggettiva, onesta e realistica del testo. Questo sembra oggi "scontato", ma in questo approccio vanno rilevati i presupposti filosofici moderni diversi, ma non necessariamente migliori e "pi evoluti" di quelli che stavano dietro la lettura pi tradizionale delle Sacre Scritture. Per esempio, l'approccio di Rudolf Bultmann all'ermeneutica fortemente influenzato dall'esistenzialismo ed in particolare dalla filosofia di Martin Heidegger. Dagli anni 1970 l'ermeneutica filosofica di Hans-Georg Gadamer ha esercitato una grande influenza sull'ermeneutica biblica come stata sviluppata da un ampio raggio di teologi cristiani. Ci si accosta, quindi, al testo con presupposti naturalistici, particolarmente sul metodo di ispirazione. Definita generalmente una lettura liberale del testo, la Scuola critica quella prevalente oggi. Abbandonando o ridefinendo il presupposto che la Bibbia sia infallibile Parola di Dio e respingendo il concetto di ispirazione verbale della Bibbia (ritenuti in quanto tali concetti "superati", "mitologici" e "non scientifici"), di fatto assumono la scienza moderna e la ragione come autorit ultime per l'interpretazione del testo biblico. L'ispirazione della Bibbia viene ridefinita in quanto essa ritenuta fallibile o espressione solo del tempo in cui stata scritta. Il soprannaturale viene "ridimensionato" secondo presupposti naturalistici. Laddove si conserva l'autorit del Cristo si afferma come Egli si sia "adattato" alla cultura del tempo e che quindi non intendesse veramente dire quel che diceva (sbaglierebbe quindi il letteralista ad accoglierlo in modo oggettivo ed eternamente valido). Il relativismo ed il soggettivismo, quindi, diventa il risultato inevitabile di questo approccio, la Bibbia non si potrebbe usare per provare alcunch in modo oggettivo. Contestato viene quindi il principio della Bibbia come regola ultima di fede e di condotta (se non in modo

Ermeneutica biblica ideale o generico) assumendo per queste altri criteri ed autorit (la "tradizione" o lo scientismo). Le espressioni del metodo critico includono le seguenti: a. La critica delle forme La critica delle forme (in tedesco: Formgeschichte, "storia delle forme") cerca di comprendere il contesto originale in cui un determinato testo nato ed stato usato. L'ambiente nel quale il testo cresciuto (Sitz im leben) sarebbe quindi la chiave per comprendere il testo. "Forma" qui traduzione del tedesco Gattung, ma sarebbe meglio tradurlo "genere letterario" (genre). Questo metodo cerca di isolare le fasi pre-letterarie di un testo biblico ricostruendo la vita sociale e le istituzioni di Israele. Esponenti di rilievo di questo metodo sono: Hermann Gunkel seguito da Sigmund Mowinckel. Esso stato soprattutto identificato con Rudolf Bultmann, che, ad esempio, sostiene come i documenti scritti della Bibbia siano basati sulla raccolta di tradizioni orali. Afferma che a governare lo sviluppo di queste tradizioni sia stato l'ambiente culturale in cui sono cresciute. Per esempio, i Salmi sono considerati testi liturgici per un uso pubblico ed ufficiale in modo simile alle composizioni usate nel mondo antico in simili circostanze. I vangeli non riporterebbero accuratamente gli avvenimenti della vita di Ges, ma sarebbero piuttosto miti creati dalle prime comunit cristiane, i quali riflettono le correnti sociali, teologiche e culturali dell'epoca. Secondo i presupposti della critica delle forme, queste varie forme di letteratura popolare, leggende, favole, miti e parabole, sarebbero state evocate quando una comunit soffriva di un qualche problema, e persino il processo con cui il problema veniva affrontato, avrebbe prodotto ulteriori modifiche del racconto. Ci che abbiamo oggi nei vangeli o nell'Antico Testamento, quindi, non sarebbe di fatto una testimonianza della vita di Cristo, ma piuttosto credenze e pratiche in evoluzione della Chiesa primitiva. b. La critica delle fonti La critica delle fonti, o (in tedesco) Quellengeschichte, il tentativo di trovare le diverse fonti da cui si suppone che il testo sia stato composto. tipica a questo riguardo l'ipotesi documentaria del Julius Wellhausen che inizialmente interpreta Genesi 1 e 2 come se fosse una giustapposizione di testi d'autori diversi (con ciascuno la propria teologia), concetto che poi allarga a tutto l'Antico Testamento: J (Jahwista), E (Elohista), D (Deuteronomista), P (Sacerdotale). La critica delle fonti nel Nuovo Testamento si incentrata sul cosiddetto "problema sinottico" e su quali fonti stiano dietro i vangeli (Q, M, L, priorit di Marco). c. Critica della redazione La critica della redazione (in tedesco Redaktionsgeschichte) il tentativo di ricostruire non solo le diverse fonti da cui si suppone che un testo biblico abbia avuto origine, ma anche quali possano essere stati i redattori che hanno compilato ed elaborato quel testo. Questo metodo di esegesi biblica studia i motivi che hanno portato questi autori a pubblicare il loro primo materiale, i cambiamenti che vi hanno introdotto e il messaggio che hanno inteso comunicare ai loro uditori originali. il tentativo di scoprire quale sia la teologia propria che informa ciascun autore. La critica della redazione cerca di chiarire quale sia contributo personale di ogni scrittore biblico e gli orientamenti teologici che hanno guidato il loro lavoro di redazione. Essa consiste nello studiare il punto di vista del redattore (la sua teologia) prendendo in considerazione la scelta che egli fa del materiale delle sue fonti e la disposizione data allinterno della propria composizione. Il metodo implica anche la Traditionsgeschichte ("storia della tradizione"), cio lanalisi delle diverse tappe redazionali per le quali passato un testo biblico nella tradizione, prima di giungere alla redazione finale. "Critica della redazione" il nome dato originalmente da Willi Marxsen all'opera dei redattori o scrittori definitivi dei testi biblici, soprattutto a quella degli autori dei Vangeli sinottici.

Ermeneutica biblica d. Strutturalismo Lo strutturalismo o semiotica sorge dal senso di frustrazione che spesso sorge nello studioso che applica il metodo storico critico all'ermeneutica biblica. Lo strutturalismo afferma che sia la cultura a dare significato alle convenzioni letterarie. Il significato non sarebbe altro che una funzione delle strutture del sistema culturale in cui si pone. Per esempio, in un altro campo, una stretta di mano ha significato solo in un particolare contesto culturale. Questa teoria guarda ai meccanismi che danno significato ad un testo. Lo strutturalismo considera il linguaggio come sincronico ed astorico. Vi sarebbero strutture intrinseche in ogni linguaggio che non sono legate al tempo in cui stato scritto un testo. L'esegeta dovrebbe cercare di identificare nel testo queste strutture linguistiche. Il racconto del diluvio universale in Genesi 6-9 risponde ad un modello di racconto ben definito che trova paralleli anche in altri contesti culturali. e. Critica della risposta del lettore
Per approfondire, vedi en:Reader-response criticism.

In inglese: "Reader-response criticism" (o "Scuola di Costanza") la disamina sistematica degli aspetti che suscitano, modellano e guidano la risposta del lettore. Secondo questa teoria, il lettore un produttore e non tanto un consumatore dei significati. In questo senso, un lettore un costruttore ipotetico di norme ed aspettative che possono essere derivate, proiettate o estrapolate dall'opera. Si pu pure dire che sia "inerente" all'opera. Proprio perch queste aspettative possono essere violate o adempiute, soddisfatte o frustrate, e perch il leggere un processo temporale che implica memoria, percezione ed anticipazione, identificare la risposta del lettore estremamente difficile e soggetto sempre a costruzione e ricostruzione, visione e revisione. La critica della risposta del lettore, per, non denota una teoria specifica. Pu variare dalle teorie fenomenologiche di Wolfgang Iser e Roman Ingarden che sostengono che il lettore sia quello a colmare i vuoti del testo, all'analisi relativistica di Stanley Fish che sostiene come sia la strategia interpretativa del lettore a creare il testo, non esistendo alcun testo se non quello che il lettore o interprete immagina. f. Decostruzionismo ll Decostruzionismo afferma che non si possa mai veramente conoscere ci che un testo significhi oggettivamente e che possa significare, di fatto, molte cose differenti. Posizione pi radicale della precedente, questo metodo relativizza il significato di un testo e si identifica soprattutto con l'opera di Jacques Derrida e Mark Taylor. Il testo non avrebbe un suo significato fisso e precostituito. L'autore considerato "morto" e quindi irrilevante per determinare il significato di un testo. Questo significato lo determinerebbe solo il lettore. Ci sarebbero tanti significati quanto vi sono lettori.

4. La scuola devozionale (Pragmatismo)


Si accosta al testo non per cercarvi verit eterne ma verit "che funzionano" per me. L'enfasi posta sull'applicazione, non sull'intenzione dell'autore o significato oggettivo del testo. Nell'interpretazione delle Scritture, la scuola devozionale (comune nella mistica cristiana) mette in evidenza gli aspetti edificanti del messaggio. Considera la Bibbia come un mezzo per ottenere un'esperienza mistica. Secondo questa scuola la Bibbia serve per la devozione e la preghiera, non avrebbe perci bisogno di essere studiata come fonte di teologia dogmatica.

Ermeneutica biblica

5. La scuola esistenzialista
Si accosta al testo come ci che sollecita il lettore ad una scelta esistenziale in vista di una "vita autentica". Rudolf Bultmann e Paul Tillich cercavano di reinterpretare la Bibbia alla luce delle categorie esistenziali di Martin Heidegger. Gli esistenzialisti semplicemente impongono al testo il proprio significato soggettivo.

Quadro delle scuole di ermeneutica


PRE-CRITICA Ermeneutica Interpretazione dogmatica tradizionale MODERNA Metodo storico-critico POST-MODERNA Critica risposta lettore

Filosofia ontologica Platonismo e Aristotelismo Epistemologia Focalizzazione ermeneutica Ruolo del testo Fideismo Dottrina della Chiesa

Razionalismo illuminista Razionalismo, Fondazionalismo Ragione, critica storica

Esistenzialismo e pragmatismo Soggettivismo, Anti-fondazionalismo Il lettore

Il testo inviolabile - Cerca di comprendere l'intenzione dell'autore

Uso della ragione per determinare le forze storico-culturali che formarono l'autore e il testo Investigare l'entroterra ed i presupposti dell'autore Critica della forma, della fonte e della redazione

Il testo non chiuso: incompleto senza la risposta del lettore

Ruolo del lettore

Comprendere ed accettare il significato inteso dall'autore Tradizionale. Interpretazione del testo evidente

Interagire con il testo cercando la propria prospettiva Post-strutturalismo, risposta del lettore, decostruzione.

Espressione ermeneutica

Bibliografia
Kevin J. Vanhoozer. Dictionary for Theological Interpretation of the Bible. Grand Rapids (Michigan), Book House, 2005. ISBN 0-8010-2694-6. Pierfrancesco Stagi, Ermeneutica e religione. La storia e il futuro dell'ermeneutica contemporanea. Stamen University Press, Roma, 2013. ISBN 9788890850264.

Voci correlate
Letture e interpretazioni della Bibbia Luis Alonso Schkel Critica biblica Ermeneutica - Esegesi - Esegesi biblica Ermeneutica talmudica Portale Bibbia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Bibbia

Note
[1] http:/ / www. laparola. net/ wiki. php?riferimento=Lc24%2C27& formato_rif=vp

Fonti e autori delle voci

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Ermeneutica biblica Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=63066003 Autori: Alphastar, Ary29, Basilero, Beatrice, DispAcc01, Lingtft, Lucio Di Madaura, Monozigote, Pcastellina, Phantomas, RaminusFalcon, RanZag, RobertoReggi, Sir marek, Toobaz, Truman Burbank, , 7 Modifiche anonime

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