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Riassunto di: J.L. Ska «Genesis 1–11: un testo sacerdotale e i suoi complementi» in il Cantiere del Pentateuco.
Problemi di composizione e di interpretazione, 13-35.
Il capitolo di SKA, prendendo spunto nell’intuizione di G. VON RAD che diceva che la
storia della salvezza precedeva la teologia della creazione, propone tre tappe per argomentare
che la composizione di Gn 1–11 corrisponde all’epoca post-esilico.
La prima tappa, uno status quaestionis diviso in quattro parti, affronta la questione delle
fonti come articolata da J. WELLHAUSEN (1885), che considera P «il filo rosso sul quale le
perle di Jehovista sono state infilate». Poi un breve riassunto dell’evoluzione della teoria
documentaria ricorda le sue origini con i lavori indipendenti di H.B. WITTER (1711) ed J.
ASTRUC (1753). L’indagine arriva con EICHHORN (1780-83) e ILGEN (1798) ad affermare
«almeno due fonti principali», nominati Jehovista e Elohista. Quest’ultima, verrà chiamata
Priestercodex da A. KUENEN (1861), da considerare la principale perché dimostra una
sequenza narrativa chiara che regge da ossatura, ad esempio con la formula delle tōledôt,
mentre la Jehovista puntualmente completa dettagli qua e là. Avviene poi una rivoluzione
nell’ordine della datazione dietro il lavoro di DE WETTE sul Deuteronomio (1805), legato alla
riforma di Giosia che centralizza il culto (622 a.C.), condizione sine qua non che posteriori
fonti presuppongono. H. HUPFELD rappresenta pure un punto di svolta, riconoscendo un
Urschift completo e organico (1853), il che risulta essere P. Così, la teoria documentaria va
entrando man mano in crisi. Contro Hupfeld, dietro lo Yahwista viene stimato, non come una
sola mano, ma come «un lungo processo di composizione e di redazione». Infine, sulla base
di questa grande varietà di materiale non-P, vari studi contemporanei confermano la priorità
di P su J (SKA, WENHAM E BLENKINSOPP, SCHÜLLE ). Per quanto riguarda Gn 1–11 al tempo
della svolta, nacque l’ipotesi dei complementi. F. TUCH considera (forse pro-Hupfeld) che la
mano del redattore è lo Yahwista, affermando che la vera fonte del libro della Genesi non è
uno scritto, bensì la «tradizione». F. CRÜSEMANN insieme agli studiosi contemporanei
vedono in questi capitoli «un’unità letteraria sui generis», distinta nella sua forma e teologia
dal resto del Pentateuco. Le aggiunte, anche se diverse in origine e natura, corrispondono a
due tipi di interventi redazionali. Da una parte ci sono quelle di aggiunta-contrasto in cui
viene fornita una versione alternativa dei fatti. Dall’altra parte ci sono quelle di «scrittura
continuata», speso puntuali e meno importanti, essi completano dell’informazione. Tutto
questo indica la redazione di P – e la sua datazione – il punto d’inizio per la composizione
delle aggiunte, con il loro processo che attende ancora la versione finale.
La seconda tappa vuole dimostrare la ricezione tardiva di Gn 1–11, affrontando uno per
uno gli episodi con i loro capitoli corrispondenti. Di nuovo, G. VON RAD fornisce il
commento di spunto che afferma la problematica della «creazione del mondo» riscontrabile
solo in testi che avrebbero in comune fra di loro l’aspetto di essere tardivi (Deutero-Isaia, P,
alcuni Salmi). Persino il verbo ( בראGn 1) compare solo in essi (lasciando in nota la lista
esaustiva, in cui la presenza di Amos sarebbe per un aggiunto tardivo). La prima
affermazione che Gn 2–3 riceve allusione in testi di epoca ellenistica (Sir; Sap; Tob)
dev’essere presa con cautela. Tuttavia, Isaia che presenta altri temi comuni a questi capitoli
non parla di Adamo e Eva, e Rut non ne fa riferimento per parlare del matrimonio. Ez 28 che
conosce l’Eden e parla della caduta non prende loro in considerazione. L’unico elemento che
difende una certa antichità è l’albero della vita, diffusa nel VOA e nei proverbi, ma l’autore
non osa parlare di date con essi. Il caso di Gn 4 è simile, e mentre il tema dello scontro
fratricidio predata sicuramente come tradizione antica, Caino e Abele ne sarebbero solo una
reiterazione tardiva. Per Gn 6–9, rinvia ai tanti studi fatti che affermano P la trama più antica.
Solo Ez 14 parla di Noè ma niente diluvio. Poi la torre di Babele, in sé isolato dai capitoli
precedenti, si ritrova solo in Sap 10,5, nonostante continui riferimenti a Babele lungo l’AT. Si
B. Oldani 161591 Ska: Genesi 1–11: un testo sacerdotale (TBA137) 2