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HUMANITAS
ANNO LXXVI - SUPPL. N. 1 - SETTEMBRE 2021
ESTRATTO
AndreA Annese
IL DIALOGO DEL SALVATORE (NHC iii,5)
E LA “COSTELLAZIONE GIOVANNISTA”
6
Ibi, p. 206.
7
Cfr. in part. ibi, p. 234.
250 Non uno itinere. 3. Ebraismi e cristianesimi
livello di fonti; essi affrontano inoltre questioni comuni, alle quali danno
talvolta risposte diverse12. In particolare, April DeConick ha sostenuto che
DialS polemizzi con uno specifico aspetto della concezione soteriologica
tommasina dell’esperienza mistica. Tommaso ritiene necessaria la pratica
dell’ascesa celeste dell’anima alla ricerca di una visio Dei che può trasfor-
mare il mistico restituendogli lo status originario della perfetta immagine di
Dio. DialS condividerebbe lo schema soteriologico della “mistica della vi-
sione”, ma mentre per Tommaso l’esperienza trasformativa ha luogo prima
della morte dell’individuo (ad esempio, log. 15, 27, 59), DialS sosterrebbe
che l’immortalità (il «riposo») non può essere raggiunta finché non ci si li-
bera dal corpo con la morte (la «dissoluzione» di 122,3, pbol ebol/analysis,
cfr. Fil 1,23-24; 2Tm 4,6). L’ascesa trasformativa è dunque un’esperienza
post mortem, escatologica, non estatica (cfr. anche 132,10-12), mentre al
presente l’immortalizzazione è solo in potenza: si spiegherebbe così la ten-
sione tra escatologia realizzata ed escatologia futura evidente soprattutto
nelle prime battute del testo13. DialS non nega, anzi promuove esperienze
mistico-visionarie in vita (cfr. la visione di Giuda Tommaso, Matteo e Ma-
ria in 134,24-137,3), ma intende precisare che si tratta di visioni transitorie
che non “immortalizzano”14.
Pierre Létourneau ha sviluppato il tema alla luce della propria teoria
redazionale (stratificata) di DialS: l’escatologia futura “corregge” l’origi-
naria escatologia realizzata, e sarebbe stata inserita per rendere DialS più
compatibile con la nascente “ortodossia”. L’esperienza mistica della cono-
scenza di sé o della visione celeste permette di “vedere” in se stessi il «luo-
go della vita» ed è dunque una decisiva anticipazione simbolico-mistica
(forse anche liturgica) della salvezza, che tuttavia non può essere ottenu-
ta finché si porta ancora il «fardello» del corpo, ma solo dopo la morte,
quando l’anima ascenderà attraverso le sfere celesti, sfuggendo al potere
degli arconti (grazie al «passaggio» aperto dalla discesa del Salvatore), e
raggiungerà il pleroma. DialS 137,14-15 esplicita la distinzione tra «visio-
ne effimera» (passeggera) e «visione eterna» ovvero visione indiretta del
«luogo della vita» e visione diretta o ingresso (escatologico) in tale luogo15.
12
Per H. Koester, Ancient Christian Gospels. Their History and Development, scm, London
1990, pp. 174-175 e A.D. DeConick, The Dialogue of the Savior and the Mystical Sayings of Jesus,
VigChr 50/2(1996), 178-199, DialS può conoscere almeno Tommaso. Secondo S. Petersen, Der Dia-
log des Erlösers. Einleitung, in Ch. Markschies - J. Schröter [eds.], Antike christliche Apokryphen
in deutscher Übersetzung, Mohr Siebeck, Tübingen 2012, vol. 1/2, pp. 1137-1142, DialS ha legami
tematici e terminologici con Gv e Tommaso, ma non li cita. Sui rapporti fra i tre cfr. anche Ph. Perkins,
The Gnostic Dialogue. The Early Church and the Crisis of Gnosticism, Paulist Press, New York 1980.
13
A.D. DeConick, The Dialogue, cit., in part. p. 184.
14
Ead., Voices of the Mystics. Early Christian Discourse in the Gospels of John and Thomas
and Other Ancient Christian Literature, Sheffield Academic Press, Sheffield 2001, pp. 159-160.
15
Cfr. P. Létourneau (ed.), Le Dialogue du Sauveur (NH iii, 5), Les Presses de l’Université Laval,
Québec-Peeters, Leuven 2003, pp. 33-35, 42, 108-110, 111-112, 114, 139, 212-215, 250. Mentre per
252 Non uno itinere. 3. Ebraismi e cristianesimi
20
P. Létourneau, Dialogue, cit., pp. 6-9, 18-41.
21
H. Lundhaug, The Dialogue of the Savior (NHC iii,5) as a Monastic Text, in M. Vinzent (ed.),
Studia Patristica xciii, vol. 19, The First Two Centuries – Apocrypha and Gnostica, Peeters, Leuven
2017, pp. 335-345.
22
Cfr., tra gli altri, H. Koester - E. Pagels, Introduction, cit., p. 16; A.D. DeConick, Voices, cit.,
p. 162; S. Petersen, Der Dialog, cit., p. 1141.
254 Non uno itinere. 3. Ebraismi e cristianesimi
23
P. Létourneau, Dialogue, cit., p. 238.
24
M. Pesce, Gesù e i suoi seguaci. Identità e differenze, Morcelliana, Brescia 2020, pp. 51-62.
25
Cfr. supra, nota 15.
26
M. Tubiana, Il viaggio celeste di Paolo (2Cor 12,1-10). Particolarità e funzionalità di una
forma di contatto con il soprannaturale, Tesi di dottorato, Università di Bologna, 2014, pp. 392, 512.
27
Ph. Perkins, Gnostic Dialogue, cit., pp. 40-41, qui p. 111. All’opposto, A. Puig i Tarrech, I van-
geli apocrifi. ii/1, tr. it., San Paolo, Cinisello Balsamo 2012, p. 223 nega che in DialS si propongano
«ascensioni o viaggi celesti», e ritiene che il testo propugni l’idea “gnostica” che la visio Dei eterna
«si possa fare ora e qui in modo pieno attraverso la conoscenza di sé» (p. 240) – si è visto però come
attribuire a DialS questa concezione non sia corretto.
Annese – Il Dialogo del Salvatore (NHC iii,5) 255
interessante esaminare altri passi del dialogo, come 145,15-17, dove si af-
ferma che i discepoli già conoscono il «cammino [hie] del Padre e del Fi-
glio», quello che percorreranno per risalire (è possibile che lo conoscano in
virtù di una visione celeste ante mortem, e non solo perché la loro origine è
pneumatica e pleromatica [139,16]?), oppure 128,21-23: «Se un uomo pone
la sua anima nelle altezze, allora egli sarà esaltato/si innalzerà».
Nei limiti di questo contributo è possibile passare solo rapidamente in
rassegna le altre affinità tra DialS e i caratteri della costellazione giovan-
nista. Elemento cardinale è il già citato «cammino» (copto hie, in part.
120,24; 139,6; 145,15.20) o «passaggio» (greco diabasis, 120,25; copto
maenǧioor, 123,23) tra i due mondi (alto/basso) aperto dal Salvatore/Logos
nella sua discesa, e che gli eletti potranno attraversare «senza paura» per
tornare al pleroma, vincendo la resistenza degli arconti ostili (che domina-
no il mondo inferiore, materiale, cfr. in partic. 120,21; 131,11-12; 138,12).
La concezione cosmologica si salda con quella cristologica e soterio-
logica: è la discesa del Salvatore che (aprendo il “passaggio”) permette
agli eletti di risalire. Come si è visto, nella ricostruzione di Pesce sia per
AscIs che per Gv la salvezza consiste non nell’avvento del regno, ma nella
sconfitta del potere demoniaco che domina sul cosmo, ed è a seguito di
quest’ultima che gli eletti potranno ascendere. DialS è assai meno espli-
cito di Gv o di AscIs, non parlando direttamente del giudizio/sconfitta del
“principe di questo mondo” né del destino degli arconti: essi comunque
non potranno attraversare il passaggio salvifico (145,20-22), e dal fatto che
posseggano solo delle «vesti» transeunti (differenti da quelle che saranno
donate agli eletti), si può evincere che periranno (143,15-21).
La cristologia di DialS risulta perfettamente affine a quella della costel-
lazione giovannista. Il Logos del Dialogo è un essere preesistente, uscito
dal Padre (129,23) e operante a livello cosmogonico, che – come il Logos
giovanneo e il Diletto di AscIs – discende dal mondo superiore a quello
inferiore, senza essere riconosciuto dalle potenze che governano i cieli e
questo mondo (145,10-14: queste non vedono la Parola generata dal Padre
«nel silenzio», né hanno potere su di essa). Tale discesa permette la comu-
nicazione tra i due mondi e risolve la “frattura”: il Logos è stato inviato
dal Padre per permettere la reintegrazione pleromatica del seme decaduto
(135,18-22). Da segnalare anche l’occorrenza, in 121,6, del termine mo-
nogenes (sostantivato, come in Gv 1,14.18; 3,16.18), in una preghiera al
Padre che ha diversi echi giovannei (da Gv 16,23 a Gv 17).
Dei quattro elementi tematici (oltre al viaggio celeste) che per Destro
e Pesce sono strutturali nei testi della costellazione giovannista – cosmo-
logia, cristologia, soteriologia, profetismo – solo quest’ultimo (connesso
al tema della trasmissione dello Spirito) sembra assente in DialS, dove
“profeta” o “profezia” non sono attestati. Lo spirito (pneuma) è sì, ovvia-
256 Non uno itinere. 3. Ebraismi e cristianesimi
mente, un concetto centrale nel Dialogo, che qui pare manifestare riso-
nanze gnostiche: gli eletti posseggono un elemento pneumatico-luminoso
interiore (127,1; 128,1-11, dove viene connesso allo pneuma divino che
aleggiava sulle acque in Gen 1,2), proveniente dal pleroma e dunque fat-
tore della loro salvezza futura. Se questo elemento pneumatico rende gli
eletti in grado di ricevere la conoscenza salvifica, una volta che lo abbiano
riconosciuto (è grazie ad esso che conoscono il passaggio celeste e possono
pregare il Padre), potrebbe però essere forzato accostare questa concezione
a quella del profetismo nei testi della costellazione giovannista, dove lo
Spirito è percepito come fonte soprannaturale di conoscenza sulle Scritture
e su Gesù (cfr. supra).
Quest’ultimo punto – passibile comunque di approfondimento – non
deve d’altra parte offuscare le significative affinità tra DialS e i caratteri
della costellazione testuale giovannista (oltre alle corrispondenze testuali):
se questo scritto risale, come sembra, al ii secolo (al netto di possibili inter-
polazioni più tarde, nel passaggio dall’originale greco alla versione copta
in NHC iii), esso può ben essere considerato afferente a tale costellazione28.
Andrea Annese
Sapienza Università di Roma
andrea.annese@uniroma1.it
28
Nel recentissimo A. Destro - M. Pesce, Il Battista e Gesù. Due movimenti giudaici nel tempo
della crisi, Carocci, Roma 2021, p. 28 (uscito dopo la stesura del presente articolo), gli autori aprono
alla possibilità che anche testi successivi al ii secolo, come la Pistis Sophia, appartengano alla costel-
lazione giovannista. Menzionano qui rapidamente anche DialS.