M. C. Paczkowski A prima vista le opere di S. Basilio non rivelano le sue preoccupazioni esegetiche 1 . Molte di esse per attestano la sua vasta e profonda erudizione biblica. Non si pu negare che il Cappadoce ha una straordinaria familiari- t con la parola divina e non cade nelle stranezze o nei paradossi di una lettura riduttiva della Bibbia, ma con sicurezza presenta limmensa ricchez- za che racchiudono le pagine sacre. Il suo influsso nel campo esegetico non fu indifferente e si potrebbe addirittura tracciare una linea consistente della LA 43 (1993) 243-259 1. Cf. J. Quasten, Patrologia, 2 vol., Torino 1983 (ristampa), 218. Vari studiosi hanno concentrato le loro ricerche sul campo quasi inesplorato dellesegesi basiliana. Lautore, che ha trattato nel modo pi esplicito il tema del metodo esegetico di S. Basilio, P. Scazzoso, San Basilio e la Sacra Scrittura, in Aevum 47 (1973) 210-220; Introduzione alla ecclesiologia di San Basilio, Milano 1975, 125-144. Fra gli altri studi su questa problematica abbiamo quelli di B. B. Wawryk, Doctrina S. Basilii Magni de inspiratione Scripturarum, Roma 1943, e di J. Berardi, La prdication des Pres Cappadociens. Le prdicateur et son auditoire, Paris 1968. Della Scrittura, in quanto una delle fonti della fede e della conoscenza nelle opere basiliane, parla T. Spidlik, La sophiologie de Saint Basile (OCA 162), Roma 1961. Invece M. Simonetti mette in risalto i problemi dellesegesi patristica nel contesto delle lotte dottrinali: La crisi ariana nel IV secolo, Roma 1975. I risultati dellindagine sullesegesi patristica vengono proposti praticamente in due delle sue opere pi note: profilo storico dellesegesi patristica e Lettera e/o allegoria. Un contributo alla storia dellesegesi patristica, nelle quali tenta di mettere in evidenza le particolarit dellinterpretazione esegetica e la variet della tecnica interpretativa dei singoli Padri-esegeti, non trascu- rando di occuparsi anche del metodo esegetico dei Padri Cappadoci. Cf. Simonetti, Let- tera e/o allegoria. 135-156. J. Gribomont, Les Rgles morales de saint Basile et le Nouveau Testament, in SP 2 (1957) 416-426; Le renoncement au monde dans lidal asctique de saint Basile, in Irenikon 54 (1959) 115-124; Saint Basile. Evangile et Eglise, 1-2 vol., Bgrolles-en-Mauges, 1984; Les lemmes de citation de S. Basile. Indice de niveau littraire, in Aug 14 (1974) 513-526; finora indubbiamente lo studioso pi noto degli scritti di Basilio di Cesarea. Egli studia soprattutto la dottrina ascetica del grande Cappadoce con riferimenti alla sua teologia. In alcuni scritti, il Gribomont offre anche preziosissime indicazioni sul metodo esegetico del vescovo di Cesarea. Il suo merito pi grande forse quello di mettere in relazione la dottri- na ascetica del vescovo-monaco e la Scrittura. Questo studioso effettu una paziente indagine per rintracciare le citazioni del NT presenti nei Mor.; cf. Gribomont, Les Rgles morales de saint Basile et le Nouveau Testament, M. C. PACZKOWSKI 244 permanenza dellesegesi basiliana nella tradizione cristiana orientale e oc- cidentale 2 . Tuttavia, costretto dalle polemiche con gli eretici, il nostro autore tenta di creare dei modelli di lettura dei vari testi scritturistici che possano porre rimedio alle vuote speculazioni dei rappresentanti delleterodossia. Problemi ermeneutici e discussioni teologiche La polemica antieretica condotta da Basilio verteva spesso sui problemi ermeneutici. Nel De fide egli dichiara: Vedevo moltissimi in grandissimo disaccordo (...) a proposito delle divine Scritture 3 . Questa sola espressio- ne basta per sottolineare il clima di discussioni esegetico-teologiche nel IV s. Uno dei loro riflessi molto chiari lo abbiamo nel trattato De Spiritu San- to (De Sp. S.) 4 . La questione della divinit dello Spirito Santo, che appa- rentemente non corrispondeva ai problemi ermeneutici, nel corpo 416-426. Lo stesso tipo di indagine il Gribomont lo condusse pure per le citazioni di S. Paolo: Le Paulinisme de S. Basile, in Studiorum Paulinum Congressus Internationalis catholicus (1961) (ABib 18/1963) 481-490 e di S. Giovanni: La tradition johannique chez Saint Basile, in Les crits ascetiques et leurs sources, 209-228. Il Gribomont ammette unevoluzione cronologica lineare dellatteggiamento di Basilio di fronte allesegesi allego- rica. Cf. Ltat actuel de la recherche basilienne, in Basilio di Cesarea. La sua et, la sua opera e il basilianesimo in Sicilia. Atti del congresso internazionale (1979), 1 vol., Messi- na 1983, 50. Hanno indagato pi a fondo sul metodo basiliano di lettura della Scrittura G. I. Gargano, La teoria di Gregorio di Nissa sul Cantico dei Cantici. Indagine su alcune indicazioni di me- todo esegetico (OCA 216), Roma 1981 e J. Pelikan, The Spiritual Sense of Scripture. The esegetical Basis for St. Basils Doctrine of the Holy Spirit, in P. J. Fedwick (ed.), Basil of Caesarea. Christian, Humanist, Ascetic, Toronto 1981, 337-360. 2. Sarebbero opportuni gli studi delle interdipendenze fra Basilio e gli altri autori dellanti- chit cristiana. Il Cappadoce infatti fu letto e studiato fin dai primi tempi della vita della Chiesa dellepoca postcostantiniana. Ambrogio e Agostino, ad es., rivelano notevole fami- liarit con le opere del vescovo di Cesarea; cf. W. Eborowicz, Bazyli a Swiety Augustyn, in Vox Patrum 3 (1982) 285-297. Affermazioni analoghe si possono fare a proposito dello Pseudo-Crisostomo. Cf. Quasten, Patrologia, 3 vol., 144; 2 vol., 473-474. 3. De fide: PG 31, 653 B; cf. U. Neri (a cura di)-M. B. Artioli (trad. it.), Basilio di Cesare- a. Opere ascetiche (Classici delle religioni UTET), Torino 1980, 68. 4. Lopera venne scritta verso lanno 375 (cf. Quasten, Patrologia, 2 vol., 212) come rispo- sta di Basilio alle critiche di aver usato una nuova dossologia invece della formula abituale. Lo scritto riprende i temi del III libro dellAE; cf. E. Cavalcanti, Theognosia per mezzo dello Spirito e inconoscibilit dello Spirito in De Spiritu Sancto di Basilio di Cesarea, in Aug 3 (1979) 405 e rispecchia probabilmente le discussioni del 372 con Eustazio e Poimenio a Sebaste. Cf. Simonetti, La crisi ariana nel IV secolo, 483. Lopera, che ha un tono pole- LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 245 dellesposizione basiliana si intrecciava con la lettura tipologica dei testi scritturistici. Per Basilio, in ogni caso, la Parola di Dio la suprema norma del discorso teologico. Cos i presupposti teologici lo guidano nella sua impostazione teologica. Egli considera la Scrittura perfettamente esplici- ta e chiara in materia dommatica 5 , anche se non si pu parlare di perfet- ta coerenza fra ogni pagina biblica 6 ma di un completarsi reciproco dei due Testamenti 7 , oppure del superamento dellAT da parte del Nuovo 8 . Perci nello sfruttare il metodo tipologico Basilio non per niente acri- tico. Egli infatti non esita a rilevare con chiarezza che non sempre le nozioni veterotestamentarie sono compatibili con quelle della nuova economia 9 . Attraverso la Scrittura si esprimono i contenuti della fede, non ferman- dosi per a una singola espressione o ad un singolo termine scritturistico. Si deve apprendere ad utilizzare la Scrittura in modo da cogliere, anche se in a...,a, la ineffabile complessit ivi racchiusa e la molteplicit delle espressioni. Ogni ragionamento teologico non convalidato dalla testimo- nianza dei testi sacri 10 merita diffidenza nei suoi confronti se non la con- danna in quanto opera dei figli dellira (Ef 2, 3). La libert dellintelletto nella riflessione teologica va frenata per ubbidire al Cristo 11 . Lelemento biblico va congiunto con ladesione al Simbolo Niceno 12 . Lesegesi pneumatomaca invece, come quelle eterodossa in genere, fa mico, nasce in un periodo abbastanza oscuro per le sorti nella Chiesa dellOriente (cf. De Sp. S. XXX, 76: SC 17 bis, 528-529), quando ci fu perci bisogno di ribadire sicuri fonda- menti scritturistici e tradizionali; cf. M. Girardi, Le nozioni comuni sullo Spirito Santo in Basilio Magno (De Spiritu Sancto 9), in VetC 13 (1976) 277. 5. Nel trattato De Sp. S. Basilio tocca non solo i problemi teologici, ma anche quelli di spi- ritualit pneumatica e filiale in quanto suscitata dallo Spirito e dal Figlio, che operano in dipendenza dal Padre e in ordine a Lui. 6. Cf. De fide: PG 31, 692 B. 7. Cf. De iud.: PG 31, 665 C-D; Reg. brev. 310: PG 31, 1304 B-C. 8. U. Neri, Basilio di Cesarea. Il battesimo. Testo, traduzione, introduzione e commento (Testi e ricerche di scienze religiose 12), Brescia 1976, 216-219. 9. Cf. ad es. AE II, 14: SC 305, 54-55; In illud: In principium erat Verbum: PG 31, 473 C. 10. Cf. Reg. brev. 269: PG 31, 1268 C. 11. Reg. brev. 268: PG 31, 1268 C. 12. Cf. Ep. 125, 1-3; 140, 2; 159, 1: Y. Courtonne, Saint Basile. Lettres. Texte tabli et traduit (Les Belles Lettres), Paris 1957-1966, 2 vol., 30-34; 61-62; 86. M. C. PACZKOWSKI 246 risorgere problemi gi risolti o solleva questioni inutili e dannose 13 . Il de- posito della fede deve restare integro perch, come abbiamo ricevuto dal Signore, cos veniamo battezzati; crediamo come veniamo battezzati; come crediamo, cos glorifichiamo (Dio) 14 . Il nostro autore dunque legge e comprende il dato rivelato alla luce della Tradizione e della riflessione ecclesiale concentrata nel domma. Di conseguenza il vescovo di Cesarea rifiuta ogni forma di razionalismo teo- logico radicale 15 , in particolare quello di Eunomio. In realt gli eterodossi sostituiscono a elementari e chiare nozioni scritturistiche fantasiose opinioni personali prive di valore 16 . Abusando dei testi ispirati essi sottraggono se stessi e coloro che li seguono ad un impegno di vita autentico e totale che Dio chiede 17 . Per taluni di costo- ro non c posto fra i pastori nella Chiesa che chiamata ad abbando- nare ogni genere di miti e aderire sempre di pi alla verit evangelica 18 . Il Cappadoce sottolinea che in genere sono proprio gli eterodossi a com- piacersi non solo del letteralismo giudaico, ma anche delle allegorie pi strane 19 . La parola di Dio non ha bisogno di essere purificata o nobilitata da una interpretazione allegorica 20 . Il valore decisivo della Bibbia emerge prin- 13. Cf. Spidlik, La sophiologie de Saint Basile, 241, nota 33. 14. Ep. 251, 4: Courtonne, Bas. Lettres, 3 vol., 92. Il tema del battesimo come espressione normativa della fede si trova anche nellAE II, 22: SC 299, 88-91; ibid. III, 2; 5: SC 305, 150-153; 164-165; De Sp. S. X, 26: SC 17 bis, 336-338; Ep. 152, 2 e 175: Courtonne, Bas. Lettres, 2 vol., 86. 112; Ep. 251, 4: 3 vol., 92; Contra Sab., Ar. et An.: PG 31, 609 B. 15. Chiamato dal Cappadoce .. (cf. AE I, 1: SC 299, 140-143). 16. Cf. In Hex. IX, 1: SC 26, 480-481; cf. anche Ep. 210, 2: Courtonne, Bas. Lettres, 2 vol., 190. 17. Cf. In Hex. II, 5; III, 9: SC 26, 162-163; 234-235. 18. Cf. In Ps 44, 10: PG 29, 409 A-B. 19. La Scrittura, invece, non fa errare le anime dei credenti (cf. De iud.: PG 31, 668 A). Per lo stesso motivo Basilio dimostra un atteggiamento cautelativo anche nei confronti del- la sapienza pagana (cf. Contra Sab., Ar. et An.: PG 31, 599 C-600 C; In Ps 32, 7: PG 29, 341 A-342 C). 20. Basilio parla pi ampiamente del suo metodo esegetico nel manifesto che troviamo In Hex. IX. Egli si esprime cos: Io conosco le leggi dellallegoria, non perch le abbia immaginate io stesso, ma perch le ho trovate nei lavori altrui. Coloro che non accettano di intendere le Scritture nel loro significato comune, dicono che lacqua non lacqua, ma qualche altra sostanza; parole come: piante e pesci, essi le interpretano secondo il loro pa- rere; per conto mio, sento parlare di erba, io penso allerba; altrettanto faccio per la pianta, il pesce, la bestia selvaggia, lanimale domestico (cf. SC 26, 480-481). LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 247 21. Cf. SC 26, 480-481. 22. Cf. Gargano, La teoria di Gregorio di Nissa sul Cantico dei Cantici, 82. Nel AE 1, 14 Basilio sottolinea linsufficienza del nudo letteralismo e considera allegorie e tropologie come mezzi espressivi usati nel linguaggio biblico. Cf. Simonetti, Lettera e/o allegoria, 143, nota 129. 23. Commentando Sl 45, 4, per es., Basilio afferma che si pu prendere il significato della parola (monti) in maniera figurata, chiamando monti quelli che si vantano per la propria grandezza, ignorando la forza di Dio e innalzandosi contro la conoscenza di Dio (In Ps 45: PG 29, 421 A). 24. AE I, 14: SC 299, 222-223. cipalmente dal senso letterale dei termini, non dalle invenzioni degli allegoristi. Coloro che applicano, nonostante tutto, le interpretazioni alle- goriche vogliono essere pi saggi degli oracoli dello Spirito Santo 21 af- ferma ironicamente Basilio. Rifiutando le stranezze dellesegesi di tipo allegorico, Basilio non sal- va solo lav`; scritturistica, ma difende la fede unitaria e sicura dei semplici. Per la Chiesa del IV s. che ha raggiunto i confini dellecumene le espressioni di fede elitarie e particolaristiche della precedente tradizione cristiana non possono essere pi lunica via da seguire per la comunit dei credenti. Il vescovo di Cesarea, diffidando del metodo allegorico dellesegesi, si riserva la libert di usare paragoni e metafore 22 . Forse lo fa per il semplice motivo di trovarli abbondantemente presenti nella Bibbia. Basilio proba- bilmente non pu rinunciare al procedimento letterario che usano altri au- tori suoi contemporanei oppure vuole esprimere alcuni suoi pensieri in modo diverso, ma non meno comprensibile 23 . Il senso letterale, che permette di scoprire importanti, e spesso decisi- ve, precisazioni teologiche, base della )...a concepita in questa prospet- tiva. Bisogna infatti, compiendo il precetto del Signore, scrutare le Scritture (cf. Gv 5, 39) per scoprire una meravigliosa concordanza dei te- sti biblici. Nelle sue polemiche il nostro autore denuncia la posizione estrema di coloro che seguono il letteralismo giudaico. Anchesso impedisce di co- gliere il senso della parola rivelata. In realt se uno si ostina a insistere nellesame letterale delle parole, cadr nelle favo- le giudaiche ed invecchier privo del tutto di una nozione di Dio degna di es- sere chiamata tale 24 . M. C. PACZKOWSKI 248 Nonostante queste critiche il vescovo di Cesarea generalmente rifiuta di farsi irretire dagli aspetti puramente tecnici e speculativi deller- meneutica biblica 25 . Gli pneumatomachi hanno per radicalizzato latteg- giamento letteralista. La questione dei tipi si inserisce in questo complesso di discussioni ermeneutiche. E vero che il Cappadoce nel capitolo XIV del De Sp. S. 26 considera la sua esposizione una digressione sul tema principale. Una di- gressione, quella, molto importante perch egli doveva dimostrarsi estra- neo alle tendenze di eccessiva allegorizzazione dei testi sacri, indicando, sulla scia di S. Paolo al cui ampio contesto di pensiero si riferisce conti- nuamente, le prefigurazioni veterotestamentarie di Cristo e del sacramento del battesimo. Il nostro autore doveva inoltre evitare di conguagliare lin- terpretazione troppo letterale con quella che ravvisa in una figura dellAT il tipo di una verit neotestamentaria. Tipologia in funzione antieretica Lesposizione sui tipi veterotestamentari, che assume carattere di dibatti- to tecnico, giuoca un ruolo cruciale nella lunga polemica ingaggiata dal nostro autore contro gli pneumatomachi 27 . Il passaggio dalle speculazioni teologiche di stampo polemico allesegesi non solo intuitivo, ma ricalca sicuramente le discussioni con gli eterodossi. La digressione basiliana te- stimonia che il nostro esegeta si rese conto che linterpretazione basata sui presupposti degli pneumatomachi, bench possa essere definita falsa e ingiustificata perch scredita la verit,
non manca di pericolosissima coe- renza. Da qui il suo impegno di annientare lintera costruzione ermeneutica degli eretici. Lesposizione di Basilio caratterizzata da una notevole concisione che egli, almeno in questa occasione, ritiene sufficiente, consa- pevole di non poter entrare in discussioni pi esaustive. 25. Simonetti, La crisi ariana nel IV secolo, 463. 26. Cf. lesposizione di J. Danilou in Sacramentum futuri. Etudes sur les origines de la typologie biblique, Paris 1950, 164-167. 27. Denominazione che indica il gruppo degli omeousiani negatori della divinit dello Spi- rito. Il prof. Simonetti in La crisi ariana nel IV secolo, pp. 364-366 discute la questione se i macedoniani sono da identificare con gli pneumatomachi. LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 249 Secondo la definizione basiliana il u v; difatti manifestazione (: `.c.;), per mezzo di imitazione (. c.;), di ci che si aspetta, in modo da far comprendere ci che deve venire, mostrandolo in anticipo 28 . Messo a fuoco il punto nevralgico della discussione e rispondendo alle obiezioni degli eretici, Basilio fa vedere che il loro sbaglio sta nellesegesi esclusivamente letterale 29 . Tuttavia anche Basilio convinto profondamen- te che la parola divina va spiegata ed accettata con semplicit. Questo un principio-chiave perch al senso letterale del racconto biblico si sovrappone il significato tipologico. In questa ottica (anche) le parole pi umili, raccomanda Basilio, accettale a causa delleco- nomia 30 . Le cose della Sacra Scrittura vanno prese come sono dette 31 , lascian- do perdere tutte le spiegazioni allegoriche ed artificiose. Preferiamo (noi, cristiani)-scrive il Cappadoce-la chiarezza evidente dei termini 32 . Le realt spirituali in realt si effondono dallo stesso tessuto delle divi- ne parole, ma il vescovo di Cesarea intende interpretare in modo equilibra- to il testo biblico 33 . Ci manca nellesegesi degli pneumatomachi i quali, ed qui il noc- ciolo della questione, mettono a confronto battesimi che hanno in comu- ne soltanto la denominazione 34 . Il vescovo-monaco fa presupporre che gli pneumatomachi hanno attuato delle ricerche comparative riguardanti i vari battesimi e le loro prefigurazioni veterotestamentarie. Sul piano pratico anche il nostro polemista ha largamente praticato il ricorso ai passi paralleli e alle concordanze, facendosi aiutare da quegli strumenti 28. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 354-355. Seguiamo, con alcuni ritocchi, la trad. it. della Cavalcanti, Lesperienza di Dio nei Padri Greci. Il trattato Sullo Spirito Santo di Basilio di Cesarea (La spiritualit cristiana. Storia e testi 5), Roma 1984. Abbiamo presente anche la trad. di G. Azzali Bernardelli, Basilio di Cesarea. Lo spirito Santo (Collana di testi patristici 106), Roma 1993. 29. La Cavalcanti chiama questo procedimento una sorta di fondamentalismo biblico. Cf. Lesperienza di Dio nei Padri Greci, 87. 30. Cf. De fide: PG 31, 468 C. 31. Cf. In Hex. IX, 1: SC 26, 480-481. 32. Cf. In Hex. VI, 2: SC 26, 332-334. 33. Cf. Spidlik, La sophiologie de Saint Basile, 171. 34. Cf. De Sp. S. XIV, 32: SC 17 bis, 356-357. M. C. PACZKOWSKI 250 di lavoro che erano in uso gi 150 anni prima nella scuola di Ales- sandria 35 . Gli abusi di questo metodo da parte degli eretici portano ad afferma- re che anche se siamo battezzati nello Spirito, non giusto che questi sia posto nel- lo stesso ordine di Dio (.a .u .a)a.). In realt alcuni vennero bat- tezzati in Mos, nella nuvola e nel mare (cf. 1 Cor 10, 2) 36 . Con queste considerazioni esegetiche, estremamente pericolose, gli ere- tici, che si servono dei tipi e delle ombre (av ; c-.a; -a. .. uv..), denunciano come spregevole il vanto della nostra speranza (cf. Eb 3, 6) e il dono sovrabbondante di Dio che per mezzo della rigenerazione rinnova la no- stra giovinezza come quella dellaquila (Sl 102, 5) 37 . Questo ignorare il grande mistero della salvezza si addice alla mente troppo giovane o di un bambino che avrebbe bisogno di latte 38 e porta deliberatamente fuori della verit 39 . Altrove Basilio molto pi duro e non esita ad osservare che chiunque aderisce al senso letterale e si esercita nelle osservanze legali che da esso derivano, come per una specie dinterpretazione giudaica della lettera, ha un cuore ottenebrato da un velo. Ed cos perch egli ignora che losser- vanza materiale della legge elimina Cristo, essendo stati trasformati i tipi in realt. I lucignoli, infatti, sono inutili allapparire del sole, la legge superflua e le profezie tacciano poich si manifestata la verit 40 . Questo brano rappresenta un punto molto importante del pensiero di Basilio sulluso della Scrittura. Il riferimento a 2 Cor 3, 14-17, collegato con Es 34, 34, ha un ruolo cruciale. Cos, al velo con cui Mos si copriva il volto corrisponde loscurit degli insegnamenti della lettera dellAT. 35. Cf. G. J. Bartelink, Observation de Saint Basile sur la langue biblique et thologique, in VigC 17 (1963) 87. 36. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 354-355. 37. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. 38. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. 39. Cf. De Sp. S. I, 2: SC 17 bis, 252-253. In genere gli eterodossi mostrano uno spiccato disprezzo per la sana dottrina perch non ammettono la verit serena e tranquilla. Cf. ad esempio In Chrs Generationem: PG 31, 1460 A. 40. De Sp. S. XXI, 52: SC 17 bis, 434-437. LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 251 Occorre invece volgersi 41 verso il Signore, che qui indica lo Spirito, per penetrare la parola del NT e giungere alla contemplazione spirituale. La legge che contiene lombra delle cose future (cf. Eb 10, 1) e gli annunci profetici sono una sorta di esercizio degli occhi del cuore, in modo che il passaggio da queste ombre alla sapienza nascosta nel mistero (cf. 1 Cor 2, 7) divenga pi facile 42 . Lincapacit degli eretici a riconoscere ci che le Scritture riferivano in modo tipico ed enigmatico a Cristo, nasce dalla loro chiusura alla fede che li imprigiona dentro il senso letterale e le osservanze legali che da esso derivano. Da questo presupposto deriva un procedimento molto pericoloso, quan- do i tipi veterotestamentari non vengono letti alla luce della rivelazione neotestamentaria. Basilio costretto a controbattere un vero e proprio me- todo esegetico pneumatomaco 43 e ne offre degli esempi, mettendo insieme testi in cui lo stesso termine o lo stesso fatto viene riferito ora alla realt divina, ora alla realt umana 44 . In questo modo pu risultare che lAT non venga letto alla luce della pienezza del Nuovo, ma viceversa, cos che la pienezza del NT risulti annullata perch vista alla luce dei tipi delle real- t veterotestamentarie. Cos si giudica la verit attraverso lombra, e ai tipi si comparano le realt che sono indicate (da essi) 45 . Il repertorio tipologico appare piuttosto limitato ad un certo numero di figure aventi relazione col battesimo cristiano. Basilio si guarda bene dal voler allegorizzare i testi scritturistici e la sua interpretazione deriva dalla tradizione salda ed affermata dellesegesi ortodossa. Nel leggere figure del libro dellEs Basilio si attiene esclusivamente alla interpretazione tradizionale 46 . Le considerazioni sul ciclo dellEsodo 41. Basilio insiste sul significato della locuzione paolina .v.c., v; |u.. (2 Cor 3, 16). Questo volgersi al Signore significa lasciarsi illuminare dallo Spirito, poich nello stesso testo di Paolo viene detto: il Signore lo Spirito (cf. 2 Cor 3, 17; De Sp. S. XXI, 52: SC 17 bis, 436-437). 42. Cf. De Sp. S.XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. 43. E. Cavalcanti (a cura di), Ps. Atanasio, Dialoghi contro i macedioniani (Corona Patrum 10), Torino 1983, 132-133; Lesperienza di Dio nei Padri greci, 55. 44. Cf. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 354-359. 45. Cf. De Sp. S. XIV, 32: SC 17 bis, 358-359. 46. Linterpretazione tradizionale di alcune figure veterotestamentarie dellEs venne presen- tata magistralmente da J. Danilou, Sacramentum futuri, 152-176. M. C. PACZKOWSKI 252 seguono quelle che si riferiscono alla persona di Cristo, segno dellimpor- tanza annessa alla lettura tipologica che ha come punto di riferimento la persona del Salvatore. Adamo tipo di colui che doveva venire (cf. Rm 5, 14), la roccia tipo di Cristo (cf. 1 Cor 10, 4), cos lacqua della roccia (cf. Es 17, 6) tipo della potenza vivificatrice del Logos: Se qualcuno ha sete, dice il Signore, venga a me e beva (Gv 7, 37). La manna tipo del pane vivo disceso dal cielo (Gv 6, 51) 47 e il serpente fissato sul vessillo (cf. Nm 21, 6-9)) tipo della passione del Salvatore consumata per mezzo della croce: per questo coloro che volgo- no lo sguardo verso di Lui, saranno salvati (cf. Nm 21, 8) 48 . La relazione tra la figura e il sacramento trova il suo punto di appoggio in Cristo e ci grazie ai richiami ai tipi, gi presenti in Paolo, da inter- pretare cristologicamente 49 . Il ciclo dellesodo comprende, secondo il Padre cappadoce, alcune prefigurazioni importanti riguardanti la teologia del battesimo. In questo contesto troviamo perci le due figure essenziali: della Pasqua ebraica e della traversata del Mar Rosso. Tutto ci che riguarda lEsodo di Israele, raccontato per farci comprendere che saremmo stati salvati per mezzo del battesimo 50 . Il battesimo cristiano non per un semplice richiamo allesodo. Non sembra perci ridicolo-chiede il nostro polemista-affermare che se in Mos il battesimo fu ricevuto in modo di tipo (uv.-.;), per questo sa- rebbe insignificante (.-a) la grazia del battesimo 51 ? Lesposizione che trae lispirazione dal ciclo dellEs denota chiaramen- te le tipiche questioni della teologia battesimale che Basilio individua e abbozza. Egli sottolinea per che tutti gli elementi dellEsodo prefigurano la salvezza comunicata nel battesimo. I primogeniti degli Israeliti furono salvati come i corpi dei battezzati per la grazia concessa a coloro che vengono trovati sotto il segno del sangue. Il san- 47. Nel De bapt. hom. si fa accenno che il battezzato si nutre del pane vero disceso dal cielo . a. .- u ua.u . a`).... Cf. De bapt. hom.: PG 31, 427 B. 48. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 356-357. De bapt. hom. presenta un vasto quadro dellesegesi tipologica che evoca la realt del battesimo cristiano. In questa angolatura ven- gono visti molti fatti dellAT (cf. PG 31, 427 A-C). 49. Simonetti, Lettera e/o allegoria, 143, nota 131. 50. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 356-357. 51. De Sp. S. XIV, 32: SC 17 bis, 358-359. LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 253 gue dellagnello infatti tipo del sangue di Cristo. I primogeniti sono tipo del primo uomo, il quale esiste necessariamente in noi poich si trasmette nella successione della sua discendenza fino alla fine. Per questo tutti in Adamo sono morti (cf. 1 Cor 15, 22) e la morte regn fino al compimento della Legge e allavvento del Cristo. Dio vigil sui primogeniti affinch langelo sterminatore non li toccasse (cf. Es 12, 23), per significare che non moriamo in Adamo noi che siamo vivificati in Cristo (cf. 1 Cor 15, 22). Il mare e la nube (...) in anticipo significavano, come tipi, la grazia che doveva venire ( .``. .; uv; . .c... a.. vuv.ca...). Il mare (...) rappre- sentava in figura il battesimo poich effettuava una separazione dal faraone, come il lavacro battesimale rappresenta la separazione dalla tirannide del de- monio. Il mare uccideva in se stesso il nemico; cos anche muore la nostra inimicizia con Dio. Da quel mare il popolo usc indenne; dallacqua risaliamo anche noi come viventi dai morti, salvati dalla grazia di colui che ci ha chia- mati (cf. Ef 2, 5). La nube significava lombra (c-.a) del dono che viene dallo Spirito il quale mitiga la fiamma delle passioni mediante la mortificazione delle nostre membra 52 . Il continuo accostamento dei versetti paolini sottolinea in modo eviden- te lunit che si compie al livello di tipo e della realt del Nuovo Testa- mento. Il vescovo-monaco apporta daltra parte una precisazione fondamentale alla tipologia sacramentaria rilevando la netta superiorit del sacramento sullavvenimento che lo prefigura. E quasi superfluo chiedersi Quale perdono delle colpe, quale rinnovamento della vita vi nel mare? Qua- le dono si riceve per mezzo di Mos? Quale morte si ha dei peccati 53 ? Perch gli israeliti Se non sono morti con Cristo non sono risorti con Lui (cf. Rm 6, 8). Non hanno portato limmagine delluomo celeste (1 Cor 15, 49) n hanno impresso nel loro corpo la morte di Ges (cf. 2 Cor 4, 10); non si sono spogliati del- luomo vecchio e non hanno rivestito quello nuovo che si rinnova nella cono- scenza a immagine del suo Creatore (cf. Col 3, 9-10) 54 . La redenzione, prefigurata nei tipi dellAT, concepita come vittoria in Cristo che, per mezzo del battesimo si realizza in ciascun cristiano 55 . 52. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 356-359. 53. De Sp. S. XIV, 32: SC 17 bis, 358-359. 54. De Sp. S. XIV, 32: SC 17 bis, 358-361. 55. Il battezzato, ricevendo il dono della nascita dallalto, deve diventare conforme al- limmagine del Figlio. Sulla conformit del cristiano con Cristo cf. L. Cignelli, Studi basiliani sul rapporto Padre/Figlio (SBF Analecta 15), Jerusalem 1982, 110-112. M. C. PACZKOWSKI 254 La lettura eretica che mette sullo stesso piano i tipi veterotestamentari e la realt del Nuovo Testamento vanifica non solo i segni sacramentali ma tutta lazione di Dio. Lamore di Dio per gli uomini non sarebbe pi una cosa grande e sopranna- turale (. ,a . -a. u v.)u.;), bench Egli abbia offerto il suo Figlio Unigenito per i nostri peccati, perch anche Abramo non ha risparmiato il suo proprio figlio. La passione del Signore non sarebbe gloriosa poich un agnello al posto di Isacco (cf. Gen 22, 1-4) costitu pienamente il tipo dellofferta (. uv. .v`u ; vc)a;). La discesa negli inferi non sarebbe tremen- da, poich Giona in tre giorni e altrettante notti portava a compimento il tipo di morte (u )a.au . uv. v.;.v`u) (cf. Gn 2, 1) 56 . La realt del NT gloriosa (..:;.), grande e sostanzialmente divi- na (.,a . -a. uv.)u.;) poich riprende i tipi dellAT, li supera per con la sua portata salvifica e ontologica. Gli pneumatomachi travisano la verit a proposito delle cose adombrate nella Scrittura ed espresse attraver- so le ombre e i tipi (av ; c-.a; -a. .. uv..) 57 . Esodo-richiamo alla fede Gli avvenimenti dellesodo impegnavano la fede degli ebrei in quanto il popolo credette a Dio e a Mos, suo servitore (Es 14, 31). Per i cristiani invece la relazione tra tipo e realt va letta sulla base della fede nella con- tinuit della storia guidata da Dio verso il compimento. Se manca questo presupposto gli eretici chiedono perch innalzare tanto e ingrandire lo Spirito Santo al di sopra della creazione (...), dal momento che le stesse cose (in fatto di battesimo) sono state gi attestate anche riguardo agli uomini 58 ? Il vescovo di Cesarea sa che la fede costituisce lunico mezzo per arriva- re alla verit. Egli ha una coscienza particolarmente acuta dellattivit divi- na e santificante dello Spirito nella Chiesa e in ciascuno dei suoi membri 59 . La fede serve ad inculcare la comprensione spirituale della parola di Dio. 56. De Sp. S. XIV, 32: SC 17 bis, 358-359. 57. Cf. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. 58. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 354-355. 59. Cf. J. Gribomont, Basilio (Santo), DIP, 1 vol., 1105. LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 255 In questa prospettiva il nostro esegeta ammette che si possono analizzare i singoli tipi usando il metodo confinante con lallegorismo e il letteralismo. LAT da intendere nel suo senso letterale, invece il N presenta una realt diversa 60 . Se non si segue questa via, si confondono cose distinte e (si) mettono alla pari realt incomparabili 61 . Bisogna dire infatti che La fede in Mos e nella nuvola come unombra e un tipo (c-.a. -a. uv.). (A loro volta) le piccole realt umane prefigurano quelle divine... (e non per questo motivo) le realt divine, prefigurate nel modo oscuro dai tipi, sono una cosa insignificante 62 . La fede inculcata negli avvenimenti dellesodo perch, ad esempio, il mare e la nube in quel momento incitavano alla fede per mezzo dello stu- pore (..; v.c.. ..,. :.a ; -aav`;..;); in vista di ci che doveva venire indicavano, in quanto tipi, la grazia futura 63 . Con i ragionamenti eretici la confessione di Dio che viene sminui- ta perch si parla di Dio in riferimento a Mos 64 . Lesegesi pneumatomaca pregiudica non solo luguale dignit delle Divine Persone, ma ridimensio- na la confessione di fede nellunico Dio. Non si percepisce quindi il rap- porto intimo con Dio, Trino e Uno, e la bont essenziale, la santit naturale, la dignit regale (che) procedono dal Padre per mezzo dellUnigenito fino allo Spirito 65 . Si ha qui il metodo proprio di Basilio che si basa su un principio assai chiaro: la Terza Persona della Santissima Trinit appare come legata inse- parabilmente con il Padre e lUnigenito Figlio del Padre, quasi come la Sua immagine 66 . 60. Viene confutata la nozione degli pneumatomachi che lo Spirito Santo non equiparabile a Dio. In questo sistema, la figura di Mos viene vista nella sua portata storica: liberatore e guida del popolo eletto. Egli per additato come tipo dello Spirito Santo che, nelle sue funzione, da intendere come Mos: guida e maestro. Cf. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 360-363. 61. De Sp. S. XV, 36: SC 17 bis, 372-373. 62. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 360-363. NellIn Hex. Basilio afferma che proprio in pic- colissime realt lessicali (.. .; ac.) si cela un significato estremamente profondo (cf. VIII, 8: SC 26, 470-471). 63. De Sp. S. XIV, 31: SC 17 bis, 356-357. 64. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. 65. De Sp. S. XVII, 47: SC 17 bis, 412-413. 66. E una nozione che incontriamo gi nelle opere di Gregorio Taumaturgo (cf. PG 10, 989 C). Basilio non esita a chiamare lo Spirito Unificatore e Santificatore-il nostro Lgos (cf. SC 17 bis, 207-209 con note del traduttore). M. C. PACZKOWSKI 256 Esigenza di credere Il Cappadoce, non pretendendo di annullare i sensi pi profondi dei testi ispirati 67 e ammettendo il senso spirituale delle Divine Scritture 68 , vuole scoprire la verit rivelata seguendo la via pi sicura per non fuorviare nel- lincertezza delle spiegazioni allegoriche. Tuttavia, osserva prudentemente, la conoscenza pi profonda delle verit bibliche avviene come in uno specchio (1 Cor 13, 12) 69 . Chi per nei propri sforzi non aiutato dalla fede lontano dalla verit 70 . La scoperta del senso tipologico non pu per realizzarsi, come preten- dono gli eretici, falsificando il testo ispirato. Basilio fa notare che non si pu aderire soltanto alle proprie idee, ma anche ai canoni dellinsegna- mento del Signore 71 che rivelano una coerente e naturale armonia tra due Testamenti 72 . Uno spunto di questo genere offre la lettura del ruolo di Mos che tipo di Cristo. Infatti Mos nel servizio alla legge prefigurava (vav.uvu) il mediatore tra Dio e gli uomini (...). La fede in Mos in rapporto alla fede nel Signore 73 . Basilio precisa che Mos non era tipo dello Spirito quando trasmette- va al popolo ci che veniva da Dio 74 . Il vescovo-monaco sembra richiamare costantemente la necessit di una conoscenza di fede preliminare nei confronti del testo veterotestamentario come presupposto per proseguire nella lettura tipologica. La presenza o meno di questa disponibilit si presenta praticamente come criterio essen- 67. Cf. In Hex. IX, 5: SC 26, 516-517. Nellomelia II abbiamo invece un esempio ancora pi evidente di interpretazione anagogica di tipo origeniano. E per ricondurre il pensiero alla vita futura che Mos ha chiamato UNO il giorno-immagine delleternit, primizia dei giorni, coetaneo della luce, il santo giorno del Signore glorificato dalla (sua) risurrezio- ne (In Hex. II, 8: SC 26, 184-185). 68. Cf. In Ps 44, 6: PG 29, 404 A; In illud: In principium erat Verbum, 4: PG 31, 479 A-B. 69. De fide: PG 31, 681 A-C. 70. Cf. In Ps 115, 2: PG 30, 105 C-108 A. 71. Cf. De Sp. S. XI, 27: SC 17, 348-349. 72. Nella Filocalia viene riportato un passo origeniano in cui la beatitudine dei pacifici (Mt 5, 9) riferita a coloro che sono in grado di capire larmonia tra lA e il NT. Cf. Phil. VI, 1-2: SC 302, 308-311. 73. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 360-361. 74. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 360-361. LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 257 ziale della retta esegesi delle figure dellAT. Si deve per aggiungere che per il nostro autore la lettura tipologica non pu essere solo risultato di ... Essa richiede uno sbocco verso il senso mistico che si impone qua- si da solo. In realt colui che ha potuto fissare lo sguardo fino al fondo del senso legale e che, dopo aver scartato come il velo loscurit della lettera, riuscito ad entrare nei segreti, quello imita Mos (...) perch anche egli si volta dalla lettera ver- so lo Spirito 75 . Questa affermazione del Padre cappadoce ci offre la possibilit di ve- dere che alla sua esegesi non fu estraneo il sensus spiritualis della Scrit- tura. Egli infatti tiene ben presente il locus classicus di 2 Cor 3, 9 che esprime lantitesi fra lettera (`.;.;) e spirito (v..ua) della Scrittura. Tuttavia il trattato De Sp. S., per esempio, fa supporre che egli restringa la nozione paolina applicando lantitesi di 2 Cor al dono della Legge antica e a quello dello Spirito Santo 76 . Lesposizione basiliana prende le mosse da Eb 10, 1: la Legge ha ruolo di pedagogo che conduce gradualmente i credenti alla sapienza nascosta nella pienezza del mistero 77 . E evidente quindi che la Scrittura ci conduce (...), come per una strada e gradualmen- te, alla conoscenza dellUnigenito 78 . Colui che ci guida, ci conduce con lesercizio a poco a poco, come gli occhi cresciuti nelle tenebre, alla grande luce della verit. Per riguardo della nostra debolezza nellabisso della ricchezza della sua sapienza e negli imperscrutabi- li giudizi della sua intelligenza (cf. Rm 11, 33), egli ci d questa formazione graduale e armoniosa, facendoci abituare innanzi tutto a vedere le ombre dei corpi e a guardare il sole nellacqua, temendo che possiamo restare accecati se condotti immediatamente alla contemplazione della luce incorruttibile 79 . Luomo, nella sua penetrazione dei divini misteri racchiusi nella Paro- la, estremamente limitato. Gli sfugge infatti linfinita ricchezza dei richia- mi e dei significati spirituali. Tuttavia, volgendosi al Signore nella lettura 75. De Sp. S. XXI, 52: SC 17 bis, 436-437. 76. Cf. lopinione di Pruche che commenta De Sp. S. X, 24 in SC 17 bis, 348-349. 77. Cf. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. 78. In Hex. III, 4: SC 26, 194-195. 79. De Sp. S. XIV, 33: SC 17 bis, 362-363. Il De Sp. S. presenta di solito lo Spirito come luce e gli riserva pi volte questo titolo del prologo giovanneo. Il Figlio e Dio Unigenito viene invece chiamato di preferenza: Potenza di Dio, Sapienza, Verbo. M. C. PACZKOWSKI 258 secondo lo spirito del testo ispirato, egli pu raggiungere la contem- plazione spirituale (v..ua.- )...a) 80 che lo trasforma tutto. A questo proposito il Cappadoce fa un interessantissimo paragone: Accade come alle cose poste accanto ai colori vivaci; ne prendono la tonalit per lo splendore che da essi emana. Allo stesso modo, colui che fissa sullo Spirito occhi purificati, si trova in un certo modo trasformato in qualcosa di pi radioso: il suo cuore viene illuminato dallalto come da una luce che in verit viene dallo Spirito 81 . Lo stesso metodo dellindagine teologica viene suggerito dal linguag- gio della Scrittura. Difatti lespressione vera e propria dei contenuti e del- lesperienza della fede si pu fare soltanto per mezzo delle parole della Bibbia 82 . Il Cappadoce osserva per che ci avviene come in uno spec- chio (1 Cor 13, 12), in modo limitato, la cui pienezza sar possibile solo quando si contempler il Mistero nel mondo futuro 83 . Per quanto la Sacra Scrittura-dice il Cappadoce-abbia limmensit della co- noscenza, altrettanto impari lumana natura alla penetrazione dei divini mi- steri in questa vita; anche se qualcuno va sempre pi avanti, non vi sar mai nessuno che giunga al punto massimo finch non sar giunto il compimento ( .`...) 84 . Basilio ribadisce che per una comprensione spirituale della divina Parola essenziale lesperienza dellimpotenza umana di fronte alla ric- chezza del testo ispirato e lammissione dei limiti segnati dallignoranza. Quindi non tutti i libri ispirati possono essere utili allo stesso tempo e per tutti 85 . Il loro senso si pu scoprire solamente gradualmente. Solo a Dio, alla fine dei tempi, spetta elevare la sua creatura alla piena conoscenza dei suoi misteri. Si pu dunque constatare che il nostro autore non si ferma solo sui tipi veterotestamentari. Cos come gli avvenimenti dellAT erano tipi 80. Cf. De fide: PG 31, 684 A-D. 81. De Sp. S. XXI, 52: SC 17 bis, 436-437. 82. Cf. De fide: PG 31, 681 A-B. La stessa modalit del discorso teologico di Basilio viene segnalata dalla Cavalcanti in Studi Eunomiani (OCA 202), Roma 1976, 43-46. 83. De fide: PG 31, 681 A-C. 84. De fide: PG 31, 684 A-D. 85. Il Cappadoce ribadisce che ciascun libro ha il suo proprio fine (c-v;) e la Scrittura riserba ad ogni uomo un bonum particolare. Il nostro autore nellomelia In principium Prov. parla di tre stadi della vita della fede: LESEGESI TIPOLOGICA DI S. BASILIO 259 della realt neotestamentaria, il NT anticipo della pienezza escatologica. La venuta del Signore mette infatti il sigillo ai molteplici interventi salvifici di Dio segnando il vertice dellazione di Dio 86 , ma lo stesso Vangelo costi- tuisce una prefigurazione della vita futura 87 . Conclusioni La legittimit del metodo di esegesi tipologica deriva dal presupposto teo- logico. In questo modo Basilio mette in evidenza che le Scritture costitui- scono un deposito di inserzioni di verit teologiche. Alle prese con la dottrina pneumatomaca Basilio dovette giudicare opportuna e utile linser- zione esegetica sui tipi veterotestamentari. Ci che gli preme di indicare che lobbligatoriet del passaggio da ombre o tipi dellAT alladem- pimento della volont salvifica di Dio rivelata da Cristo nel NT. Per scartare lesegesi eretica il nostro autore usa il metodo dellesegesi tipologico-spirituale basato sul senso letterale dei testi ispirati e della loro finalit teologica. Basilio sicuro che bisogna riconoscere la portata tipologica di alcuni fatti dellEs che si intrecciano con alcune nozioni fon- damentali della teologia cristiana. E, per provare questo, tesse insieme al- cuni riferimenti veterotestamentari con testi del NT. Conducendo lindagine sulla tipologia si poteva rivelare la ricchezza dellermeneutica basiliana, che va al di l di un semplice letteralismo e of- fre una lettura che rispetta la fede e la razionalit. Mieczysl
aw (Celestyn) Paczkowski, ofm
Studium Theologicum Jerosolymitanum -malattia .c; quando luomo ha bisogno di essere illuminato e guarito dal Signo- re. A questo stadio corrisponde il libro dei Pr. -progresso (v-v). Questo stadio in connessione con ladesione alla fede e la capa- cit di progredire in essa. -perfezione (.`...c.;). Basilio suppone che il credente, in questo stadio, ha purificato mente e cuore e pu accedere al mistero che si rivela nel Ct (cf. In principium Prov.: PG 31, 388 A-B). 86. Cf. De Sp. S. VIII, 17: SC 17 bis, 304-305; AE III, 7: SC 305, 170-171; De fide: PG 31, 685 A. 87. De Sp. S. XV, 35: SC 17 bis, 370-371.