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PADRI E MAESTRI
DELLA FEDE
Lineamenti di Patrologia
rm
Copertina di
MARIA PALASINSKA
ISBN 88-250-0270-X
Copyright 1994 by P.P.F.M.C.
PREFAZIONE
Questo libro nato con l'intento di offrire un primo strumento di lavoro a chi si avvicina allo .studio dei Padri e corre il
rischio di smarrirsi tra la vastit del materiale che le biblioteche
mettono a sua disposizione.
Per questa ragione, seguendo un modulo di lavoro cronologico e per aree linguistiche, che s situa in un contesto storicoculturale, sono stati privilegiati gli avvenimenti, le figure e le
opere degli autori maggiori, lasciando sullo sfondo tutti gli altri,
e supplendo, l dove stato possibile, con accenni bibliografici.
Anche per la parte antologica, sono stati seguiti gli stessi
criteri, cercando, attraverso la scelta dei brani proposti, di dare
un'idea del modo di scrittura di ogni autore e delle tematiche a
lui care. Per questa ragione tale scelta va letta solo a livello indicativo.
Per le indicazioni bibliografiche, oltre alla citazione delle
edizioni critiche fontali, sono state indicate, nel caso ce ne
fossero, le traduzioni italiane pi recenti, perch pi facilmente
reperibili. In tutti gli altri casi sono state invece indicate traduzioni nelle lingue pi facilmente accessibili al lettore.
Per gli studi, oltre a citare voci inserite in dizionari ed enciclopedie, per un primo sguardo d'insieme sugli autori e sulle
opere, parso conveniente il riferimento a lavori di carattere pi
generale e di contesto, per la maggior parte recenti e in lingua
italiana, per la ragione addotta prima, ma che non trattassero
questioni troppo specifiche, rimandando alle bibliografie che
corredano articoli e libri citati. Altra bibliografia ha trovato posto nelle note.
Sono stati inoltre aggiunti degli indici per una pi facile
consultazione, con la speranza che questo manualetto, nato da
un'esperinza d'insegnamento e dal contatto vivo con gli studenti, possa essere uno strumento, agile ma allo stesso tempo
valido, di iniziazione alla grande ricchezza teologica e letteraria
delle nostre radici cristiane.
SIGLE
BHG
Bfil
BS
Bibliotheca Sanctorum
CCL
CSEL
DACL
DHGE
Corpus Christianorum
DBS
DPAC
DS
Dizionario di Spiritualit
DSp
DSGL
DThC
EC
GCS
PG
PL
PLS
SCh
INTRODUZIONE
GENERALE
1. LA
La Patristica quella, fra le scienze teologiche, che fa oggetto di studio speciale i Padri della chiesa. Sorta come ramo distinto della teofogia in ambiente luterano, dove si cominci a distinguere la teologia biblica dalla patristica e dalla scolastica,
comprendeva all'inizio anche le necessarie nozioni preliminari
di carattere storico-filologico, ma rimase distinta dalla "Patrologia" proprimente detta, che si limitava a dare nozioni di storia
letteraria. Tuttavia nel considerare i Padri come scrittori, si
constatata sempre pi l'impossibilit di prescindere .dal loro
pensiero, e, al tempo stesso, di studiarli senza tener conto anche
degli altri scrittori loro contemporanei, di modo che ora ogni libro di "Patrologia" contiene sempre nozioni pi o meno ampie
di "Patristica"; e, mentre il senso della distinzione tra le due discipline si va smarrendo, la Patrologia tende sempre di pi a diventare storia delle antiche letterature cristiane, e l'antica teologia patristica, in quanto accoglie e discute le concezioni teologiche degli antichi scrittori ecclesiastici, tende a confondersi con
la storia dei dogmi 1
Naturalmente si d come iniziatore della stesura d'un disegno organico di Patrologia, intesa soprattutto come informazione su scrittori e su opere letterarie, san Girolamo con il suo De
viris illustrbus (393)2. Ma pur vero che Girolamo, con quest'opera, si attenne sostanzialmente ai criteri con cui Eusebio di
Cesarea (265 c.-339/340) aveva gi redatta la sua Storia eccle'A PINcHERLE, voce Patristica, in El, XXVI, 521.
De viris illustribus (PL 23,631-766); ed. e tr. it. a cura di A
resa Gastaldo (Biblioteca Patristica 12), Firenze 1988.
'GIROLAMO,
Ce-
Introduzione generale
Introduzione generale
Introduzione generale
1. periodo delle origini: dall'et apostolica fino alla conciliazione tra chiesa e imperop~r opera di Costantino (306-337):
2. periodo aureo della letteratura patristica (325431/51):
3. periodo della cosiddetta decadenza (451-750).
Decretum Gelasii (PL 19,787-794, cc. 1-3); CPL 1676; PL 59,157-164; 165180, cc. 4-5. Cf. A KLEINHAUS, voce Gelasio, in EC, V, 1982.
10 G. ZANNoNI, voce Padri della chiesa, in EC, IX, 524.
10
Introduzione generale
2. LA
METODOLOGIA
11
Introduzione generale
12
Introduzione generale
13
Introduone generale
3. GLI
STRUMENTI
1844-1864, fino ad Innocenzo m. I volumi sono 221: i voll. 218221 contengono gli Indici.
J.P. MloNB, Patrologiae cursus completus (Series graeca) (PG), Paris
1856-1866 fino al Concilio di Firenze (1438-39). I volumi sono 161.
12
14
Introduzione generale
tiillana ditesti storici. - Nella seconda parte, dedicata alle collane che
''' liitnn() pubblicato la traduzione di testi. patristici, viene segnalata
anzitutto la Collana di testi storici, edita da Japadre (L'Aquila),
.<Pretta da M.G. Mara e A Morisi Guerra.
,(cj.siic:i ;delle Religioni, sezione IV, La Religione Cattolica. - Delle
inque sezioni che costituiscono la collana Classici delle Religioni, edita dalla ltrET (Torino), la quarta, iniziatasi sotto la
direzione di P. Rossano, comprende una buona raccolta di testi patristici in traduzione itali~da un'ampia introduzione
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Introduzione generale
Letture cristiane delle origini. Testi. - Edizioni Paoline (Roma), la collana Letture cristiane delle origini, sezione Testi, comprende gi
un buon numero di volumi. Encomiabile pure la seconda sezione: Letture cristiane delle origini. Antologie.
Patristica e pensiero cristiano. - Ancora una collana edita dalle Edizioni Paoline (Roma), dedicata alla traduzione di alcune principali
opere della cristianit.
Testi patristici. - Diretta da A Quacquarelli e pubblicata dalla Citt
Nuova (Roma), la collana di testi patristici (molti dei quali per la
prima volta in traduzione italiana) che; nata solo nel 1976, conta,
rispetto alle altre collane, il maggior numero di volumi.
Cultura cristiana antica. Testi. - Sotto la direzione di V. Grossi e pubblicata dalle Ediziooi.Borla (Roma), la collana Cultura cristiana
antica>> costituita da due sezioni: Testi e Studi, entrambe dedicate al campo della Patristica, della Letteratura e della Storia del
Cristianesimo. La sezione Testi rinnova il proposito delle altre
collane gi citate: pubblicare in traduzione italiana una serie cli
opere patristiche che investono una diversa problematica: dai primi testi per le comunit cristiane ai catechismi; dalle questioni sociali a quelle morali ed esegetiche.
La spiritualit cristiana. Storia e testi. - Sotto la dirzione di E. Ancilli e pubblicata dalle Edizioni Studium (Roma), la recentissima collana La spiritualit cristiana. Storia e testi costituita da quattro
sezioni: i Padri, il Medioevo, la Spiritualit moderna, la Spiritualit contemporanea.
16
Introduzione generale
d) Dizionari ed Enciclopedie
;; .... 1923.
:c</ . 1 93 4
;.,>;;~ ,.
1928-
17
I PADRI
APOSTOLICI
19
Capitolo I
20
Padri apostolici
agli ignoranti" (Rm 1,14). Si possono infatti distinguere nella predicazione avente per tema il Cristo: catechesi, narrazioni, testimonianze,
inni, dossologie, ,preghiere e altre simili forme letterarie, che compaiono nella Sacra Scrittura ed erano in uso fra gli uomini di quella et.
[... ] Cotesta istruzione primitiva fatta dapprima oralmente e poi
messa per iscritto - difatti avvenne che molti provassero a "ordinare la
narrazione dei fatti" (Le 1,1) che riguardavano il Signore Ges - gli
autori sacri la consegnarono nei quattro Vangeli per il bene della chiecon un metodo corrispondente al fine che ognuno si proponeva. Alc1lne parti scelsero, altre composero in sintesi; svilupparono alcuni elementi, badando alla situazione delle singole chiese, cercando con ogni
mezzo che i lettori conoscessero la fondatezza di quanto veniva loro
insegnato (ivi 1,4). fuvero, fra tutto il materiale, di cui disponevano gli
agiografi scelsero in modo particolare ci che era adatto alle varie condizioni dei fedeli e al fine che si proponevano, narrandolo in modo da
venire incontro a quelle condizioni e a quel fine 1
sa
21
Capitolo 1
Per l'approfondimento
Edizioni
F.X. FuNK, Patres Apostolici, 2 voll., Tiibingen 1901-1913 2; il Il
vol. edito .da K. Diekamp; in seguito l'edizione stata aggiornata da
K. BIHLMEYER e W. ScHNBEMELCHBR, Die Aposto/ischen Yater. Neubearbeitung der Funkschen Ausgabe, Tubingen 19702.
'Jraduzion
G. Bos10, I Padri apostolici, Introduzione, traduzione e note, voli.
3, Torino 19582-19662; A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, Introduzione, traduzione e note (CTP 5), Roma 19782
Studi
G. BARDY, La Spiritualit des Pres apostoliques, in La Vie spirituelle 42 (1935), 140-161; 251-269, 43 (1936), 40-60; L.W. BARNARD, Studies in the Apostolic Fathers and their Background, Oxford
1966; A CASAMASSA, I Padri apostolici, Roma 1938; I. GIORDANI, Il
messaggio sociale dei primi Padri della chiesa, Torino 1939; R.M.
GRANT, The Apostolic Fathers. An lntroduction, I, New York 1964; J.
LIBAERT, Les enseignements morau.x .des Pres apostoliques, Gembloux 1970.
'Cf. E.
I'ETERSON,
22
I Padri apostolici
1.
il primo scritto della letteratura cristiana, e fu redatta negli anni tra il 96 e il 98, allorch s'era appena attenuata la perseczione intentata da Domiziano (94-95). La Lettera costituisce
srtza dubbio uno dei gioielli pi preziosi della Patristica: apparve, come si vede, quando a Efeso viveva ancora l'apostolo Giovarmi e prima ancora, almeno sembra, che egli ponesse mano al
Vahgelo e alle sue tre Lettere.
L'autore vescovo di Roma, il terzo in ordine di successione a cominciare da Pietro, dopo Lino (67-76) e Anacleto (7691); Momartire nel 100-101. Il motivo dell'invio della Lettera
era stato dettato da uri episodio interno della chiesa di Corinto: i
presbiteri, vale a dire gli anziani della comunit, erano stati depo~ti qalla ribellione di alcuni giovani, indocili e recalcitranti.
<<Vediamo - egli scrive - che voi avete rimosso persone di retta
Vita dal ministero da esse onorato in maniera inattaccabile 4
'.Non risulta se la chiesa di Roma sia intervenuta spontaneamente
pr dirimere la questione, o non piuttosto sia stata sollecitata dai
rinti stessi. Nell'un caso come nell'altro, il fatto del suo
intervento sta a dimostrare il prestigio, di cui godeva la chiesa
romana.
La Lettera assume una sua specifica importanza sia dal pun1to di vista disciplinare sia da quello dottrinale. La prima parte
! ,tutta disseminata di richiami vetero-testamentari, atti a dimol'origine giudeo-ellemstica dell'autore (cc. 4-39): egli
)~ii(le a dichiarare quali effetti dannosi abbiano provocato nella
:~tona degli uomini, la gelosia e l'odio, e quali effetti benefici
\:ivc;:ce risultino dall'umilt e dalla pace. Nel complesso egli non
;tl}3,na di. condannare con forza la tendenza antigerarchica in.. ,:,~>:t:aj_n. quella chiesa.
'.\y:;~?.'Nella seconda parte della Lettera (cc. 40-65), la pi impor,_,; '~fAte~ egli espone i principi di un ordinamento ecclesiastico di
~''tipo "gtarchico (vescovi, presbiteri e diaconi), di divina istitu-
\s'!rare
.; ziOne;
>/~""":-:
':\L.,~:;~~::... ,
23
Capitolo 1
appare la fede nelle tre Persone divine, nella resurrezione di Cristo, nella redenzione dell'uomo assicurata nel sangue di Cristo,
nella sua divinit e nella garanzia certa della nostra futura resurrezione. Ugualmente chiara e fondata emerge la sua ecclesiolo~: la chiesa una. Non abbiamo forse un solo Dio, un solo
Cristo e un solo Spirito di grazia, effuso su di noi, e una sola vocazione in Cristo? (c. 46). Noi siamo uniti dalla comunione di
sentimenti nella concordia in un solo corpo (c. 34). La chiesa
il corpo di Cristo. Perch allora strappare e lacerare le membra
di Cristo? (c. 46). La chiesa apostolica: la sua gerarchia
fondata sll'autorit degli apostoli (c. 42,1-4). Il capo V ci fornisce una testimonianza sul martirio degli aposto~i Pietro e Paolo, e la conferma del viaggio di Paolo fino nella Spagna: Paolo
ha raggiunto i confini dell'Occidente 5
In particolare risulta luminosamente dalla Lettera il primato della chiesa romana, sia che l'intervento sia stato sollecitato
dai Corinti, sia che, come pi probabile, Clemente ne abbia
presa l'iniziativa. Egli consapevole di adempiere lln dovere
(1,1), parla con autorit, esige l'obbedienza e minaccia i disobbedienti (59,1-2; 63,2-4; 65,1); con il risultato, come dimostra
Eusebio di Cesarea 6 , che tale autorit fu pienamente riconosciuta 7
L'epistola ebbe presto grandissima fortuna: fu letta pubblicamente in molte chiese e accolta in alcuni codici biblici subito
dopo il Nuovo Testamento. La sua autorit fu tale che furono
poi a lui attribuiti falsamente altri scritti. Ecco l'elenco degli
apocrifi:
1. Seconda epistola a Corinto 8;
EUSEBIO,
24
I Padri apostolici
Letture
Il pentimento desiderato dal Signore
I ministri della grazia di Dio parlarono del pentimento per mezzo
dello Spirito Santo. Anche il Signore di tutte le cose parl del penti"
mento col giuramento: "lo vivo - dice il Signore - e non voglio la
nirte del peccatore, bens la sua conversione" (Ez 33,11). Aggiunse
anche 1lil buon proposito: "Pentiti, o casa di Israele, della tua iniquit.
Riferisci ai figli del mio popolo: anche se i vostri peccati arriveranno
dalla terra fino al cielo e saranno pi rossi dello scarlatto e pi neri del
saco 9 e vi convertite a me con tutto il cuore e direte 'Padre', io vi
as~olter come un popolo santo". In un altro passo dice cosl: "Lavate~
vie purificatevi, toglietevi le cattiverie dalla vostra anima innanzi ai
l:il_ii cchi. Cessate dalle vostre iniquit, imparate a fare il bene, ricera~ la giustizia, liberate l'oppresso, rendete il suo diritto all'orfano e
rendte giustizia alla vedova, e poi discuteremo, dice il Signore. Se i
yostri peccati fossero come la porpora, io li render bianchi come la
neve. Se volete e mi ascoltate, vi nutrirete dei beni della terra. Se non
'.~olete e non mi ascoltate, una spada vi divorer" (cf. Is 1,16"20). Egli
l,]lasua onnipotente volont ha deciso che tutti i suoi diletti partecipi!lO' pentimento.
al
Lafutura resurrezione
, . y~arissirni, notiamo come il Signore ci mostri di continuo la futu:: 't~'!?~~zione, di cui ci diede come primizia il Signore Ges Cristo,
::~. ~tj~~C.ftandolo dai morti. Osserviamo, carissimi, la resurrezione che
k_:.~xVj~~lti.voltain volta. Il giomoe la notte ci_mostrano la resurrezio,,~~;f~S~~Ja nott e sorge il giorno; se ne va il giorno e sopraggiunge la
~qt,!eLi:eildialno i frutti. In che modo e in qual parte germoglia il se.. ;<ll)e.?J:Jsc il seminatore e gett sullaterra dei semi; secchi e nudi, cadu;;\'i:ii';i~llli .terl'a, sidissolvono. Poi la grandezza della Provvidenza del Si~ 0 gt)of.Iifrinascere e da uno solo crescono molti e portano il frutto.
;;<::~;;:,~t{:>',: .
(Lettera ai Corinti, cc. 8 e 24. Tr. di A QuACQUARELLI,
I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 54-55 e 66)
~lJI!a;specie
r:Y:llrle dnnensfoni, che serviva per gli usi quotidiani pi vari (A QuACQUAlftQ/J.d apostolici, p. 54, nota 21).
25
Capitolo l
2.
LA DIDACH
26
I Padri apostolici
-Lettiire
La via della vita e la via della morte
Due sono le vie, una della vita e una della morte; la differenza tra
l~ dU;e vie molta. La via della vita questa: I. Amerai Dio che ti ha
~ato; II. Ama il prossimo tuo come te stesso; non fare ad altri tutte le
: cs_\! ;he non vuoi che avvengano per te. L'insegnamento che deriva da
':tliparole questo: benedite coloro che-vi maledicono e pregate per i
:-V:o_stiinemici, digiunate per i vostri persecutori. Quale il merito, se
Fayiate quelli che vi amano? Anche i pagani non fanno lo stesso? Amai:f~'q)ielli he vi odiano e non avrete nemici. Allontana le passioni della
; .__fr:e_e della materia. Se qualcuno ti d uno schiaffo sulla guancia de: stia; offrigli anche l'altra e sarai perfetto. Se qualcuno ti costringe a fa~"i~iiglio, fanne con lui due; se qualcuno ti toglie il mantello, dagli
{la timica. Se qualcuno ti prende una cosa tua, non chiederla; non
otri, A chi chiede, dai e non richiedere; a tutti il Padre vuole che
'64ati i Suoi beni. Beato chi dona secondo il comandamento: egli
;~punibile. Guai a chi riceve; se riceve, avendone necessit, seri'~pa~ se riceve, non avendone necessit, render conto. Posto in
:'e;' sar interrogato su cii che ha fatto e non sar liberato sino a
. , _c.oiioh aW restituito l'ultimo quadrante. Altre cose a tal riguardo
~otio)tte dette: "Suda la tua elemosina nelle tue mani, in modo che tu
:"':,.,'.'
rion<OilOSCa
a Chi fa dai" IO.
. . '
''
~,~.
~~J({}\;;F:: :~lJio dei detti del Signore che girava come sentenza. Non ne conosciamo la
'A!ilit';(AQUACQUARELLI, I Padri apostolici, P- 30).
27
Capitolo 1
Preghiera eucaristica
Per l'eucaristia ringraziate cos.
Prima sul calice:
Ti ringraziamo, o Padre nostro,
per la santa vite di Davide tuo servo,
che a noi rivelasti per mezzo di Ges, tuo Figlio.
A te la gloria nei secoli.
Per il pane spezi;ato:
Ti ringraziamo, Padre nostro,
per la vita e la conoscenza
che a noi rivelasti per mezzo di Ges tuo Figlio.
A te la gloria nei secoli.
Come questo pane spezzato era sparso sui colli
e raccolto divenne una cosa sola,
cos la tua chiesa si raccolga dai confini della terra nel tuo regno,
poich tua la gloria e la potenza per Ges Cristo nei secoli.
Nessuno mangi e beva della vostra eucaristia,
tranne i battezzati nel nome del Signore.
Per questo il Signore disse: Non date le cose sante ai cani.
Dopo esservi saziati, ringraziate cos:
Ti rendiamo grazie, o Padre santo,
per il tuo santo nome
che hai fatto abitare nei nostri cuori
per la conoscenza, la fede e l'immortalit
che rivelasti a noi per mezzo di Ges tuo Figlio.
A te la gloria nei secoli.
Tu, Signore onnipotnte, hai creato ogni cosa per il tuo nome
e hai dato agli uomini,
a piacere, cibo e bevanda perch ti rendano grazie,
e a noi donasti un cibo spirituale,
una bevanda
e una vita eterna per mezzo del tuo Figlio.
Prima di tutto ti ringraziamo perch sei potente;
a te la gloria nei. secoli.
. (Didach, cc. 1 e 9-10. Tr. di A QUACQUAREU,I;
I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 29-30 e 34-36)
Per l'approfondimento
Edizioni
W. RoRDoRF-A TVILIER, La doctrine des Douze Aptres (Dida~
ch), SCh 248, Paris 1978.
28
I Padri apostolici
Tr()dUiioni
G. Bosio, I Padri apostolici, I, Dottrina degli apostoli, Torino
J9S82 ; U. MArr1ou, Didach. La Dottrina dei dodici apostoli, Roma
J980; A QUACQUARELLI, I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 23-39.
Studi
... L. ;\LroNsI, Propriet, lavoro e famiglia nella Didach. Premessa
alla s'Ociet dei Padri, in Augustinianwn 17 (1977), 101-106; A _DE
'liAfLE:JX, Les ministres dans la Didach, in <<lrenikon 53 (1980), 5~9; O. GIORDANO, L'escatologia nella Didach: Oikumene, Catania
)~64.
121~139; E. MAzzA, Didach IX-X: elementi per un'interP.ketazione eucaristica, in Ephemerides Liturgicae 92 (1978), 3934:1~-K PETERSON, voce Didach, in EC, IV, 1952-1965 (con biblio~llf!a); W. RoHRDORF, voce Didach, in DPAC, I, 947-948 (con bi'~lii;)gpttia).
pp.
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~,$~:;',:d;{;~;
<.. . .
. .
... -IGNAZIO Dr ANnocHIA, Lettera ai Romani, V.
.x;,:,,-.~;;
~~ti\'.~' ~~
r~~.rB>
., . . .
29
Capitolo I
12
30
I Padri apostolici
:Letture
La gerarchia della chiesa
... '*<C>me Ges Cristo segue il J>l!dre, seguite tutti il vescovo e i pre-
s~iten 'come gli apostoli; venerate i diaconi come la legge di Dio. Nes-
slino senza il vescovo faccia qualche cosa che concerne la chiesa. Sia
yalid,aJ'eucaristia che si fa dal vescovo o da chi da lui delegato. Dov compare il vescovo, l sia la comunit, come l dove c' Ges Cri la chiesa cattolica. Senza il vescovo non lecito n battezzare, tl fare l'agape; quello che egli approva gradito a Dio.
(fitiera agli Smirnesi, VIII, 1. Tr. di A QUACQUARELLJ, I Padri apo'S(olfr:i, Roma 19782 , p. 136).
sto,ivi
L'eroismo di un martire
. ~~scrivo a tutte le chiese e annunzio a tutti che io muoio volentieri
Vi prego di non avere per me una
che io sia pasto delle belve, per
i}~zz9 delle quali rrii possibile raggiungere Dio. Sono il frumento di
J:>to ~ macinato dai denti delle fiere prch diventino la mia tomba e
nullillascino del mio corpo e io morto non pesi su nessuno. Allora sar
::Verrneote discepolo di Ges Cristo, quando il mondo rion vedr il mio
tj)Q?9, Pregate il Signore per me perch con quei mezzi sa vittima per
'J:)fo; Non vi comando come Pietro o Paolo. Essi erano apostoli, io un
'l)ndaimato; essi erano liberi, io a tuttora uno schiavo. Ma se soffro,
~t'~acato in Ges Cristo e risorger libero in lui. Ora incatenato
ffiiplirO non desiderare nulla.
.,;\i,~!': Dalla Siria sino a Roma combatto con le fiere, per terra e per ma'~;::db1otte e di giorno, legato a dieci leopardi, il manipolo di soldati.
iE~.si~ beneficati, diventano peggiori. Per le loro malvagit mi alleno di
'i>i-:.o"M;i non per questo sono giustificato" (1 Cor 7 ,22). Potessi gioire
'.~<Je~, bstie per me preparate, e mi auguro che mi si avventino subito.
.~.:~fotter perch presto mi divorino e non succeda, come per alcu)y}i<tie intimorite, non li toccarono. Perdonatemi, io so quello che mi
''~0.ii.'\\ne. Ora incomincio a essere un discepolo. Nulla di visibile e di
]l!Visibile bbia invidia, perch io raggiungo Ges Cristo. Il fuoco, la
~iifOc:~; le belve, le lacerazioni, gli strappi, le slogature delle ossa,
p,~~ ])io, se voi non m lo impedite.
l>~.ilevolenza inopportuna. Lasciate
;.:~-:.';{
:}:<;1~:tl'. J. Rrtis-CAMl>s, The four authentic Letters of lgnatius the Marthyr, Ro-
ma'.1979.
''(;(';
31
Capitolo 1
Per lapprofondimento
Edizioni
PG 5,644-728; K. Bun,MEYER-W. SCHNEEMELCHER, Die Aposto-
32
I Padri apostolici
Studi
4.. PoucARPO
01
SMIRNE
GIROLAMO,
33
Capitolo I
Lettura
L'esecuzione del martirio
Quando il rogo fu pronto, deposte le vesti e sciolta la cintura, il
vescovo cominci a slegarsi i calzari, cosa che precedentemente non.
faceva, perch ogni fedele si affrettava a chi prima riuscisse a toccargli
il corpo. Per la santit della vita era venerato prima del martirio. Subit9
furono apprestati gli attrezzi necessari per il rogo. Mentre stavano per
inchiodarlo, egli disse: "Lasciatemi cos. Chi mi d l forza di soppor~.
tare il fuoco, mi conceder anche, senza la difesa dei chiodi, di rimane~
re fermo nella pira".
.
Non lo inchiodarono, ma lo legarono. Con le mani dietro la schiena e legato come un capro scelto da un grande gregge per il sacrificio,.
gradita offerta preparata a Dio, guardando verso il cielo, disse:
34
I Padri apostolici
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, 1',~t: l'approfondimento
~;.::
t.; .:edizioni
,:
:; " P 5,1005-1016; K. BII..HMEYER-W. SCHNEEMELCHER, Die Apo-
~~::.,?if~duzioni
Il,
'":.,<~t~di
~ti;)'.',>~, L.W. BARNARD, The problem of St. Polycarp' s Epistle to the Phi-
35
Capitolo 1
5. PPIA
DI GERAPOLI
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36
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I Padri apostolici
f er l'approfondimento
Edizioni
PG 20,297; GCS 9,1290-1292 (i passi sono riportati in Eusebio).
.Tr.aduzioni
' A
QuACQUARELLI,
iiMi
(J, BARDY, voce Papias, DThC, Xl, 2, 1944-1947; J. BLIGH, The
prplogue of Papias, in Theological Studies 13 (1952), 234-240; B.
:J)E SbLAGES, Le tmoignage de Papias, in Bulletti.o de Litterature
'~lsiastique 71 (1970), 3-14; M. JoURJoN, voce Papias, DBS, VI,
Jlo4~ 1109; T.L MuLLINs, Papias on Mark' s Gospel, in Vigiliae Chri;~Jj_iae 14 (1960), 216-224; G. PETERs, I Padri della chiesa, I, pp.
14{"1$1.
~i~;rc~r.1>.
.\fyi'.(
;~~~\1~;~
37
Capitolo I
La prima parte della lettera (cc. 1-17). di carattere dogmatico, tutta permeata di sapore antigiudaico: la legge antica
stata abrogata; Dio non ha bisogno di sacrifici; Egli chiede la
contrizione del cuore, la fuga dal peccato. Il Figlio di Dio si
fatto uomo e ha compiuto la nostra redenzione; l'incarnazione e
la redenzione da lui compiuta furono predette e prefigurate. La
seconda parte (cc. 18-21), di carattere esortatorio e morale,
dedicata alla dottrina delle due vie, della luce e delle tenebre,
come nella Didach.
L'originalit dello scritto occorre rilevarla anzitutto nella
sua ostentata avversione verso l'Antico Testamento. Ma il suo
maggior valore consiste pi ancora nell'evidenza della sua dottrina cristologica: i cc. 5 e 6 sono tutti dedicati a un'accurata cri~
stologia.
Lettura
Il valore della passione del Signore
Per questo il Signore sopport di dare la sua carne alla distrllzio~
ne, perch fossimo santificati con la remissione dei peccati, vale a dij
con l'effusione del suo sangue". E per Israele e per noi, la Scrittura di~
ce di Lui: "Fu colpito per la nostra iniquit e fu straziato per i nostrj:
peccati e dalla sua lividura fummo guariti; come pecora fu condotto ali
macello e come agnello muto davanti al tosatore''.. Bisogna ringraziar
il Signore che ci. ha fatto conoscere il passato, ci ha resi edotti del p(~
sente e siamo capaci di intuire il futuro. Dice la Scrittura: "Non in~tJ.$
stamente si tendono le reti agli uccelli" (Pro 1,7). Ci significa c~:
giustamente perir l'uomo che, avendo conosciuto la via della gius;t'i\;:
zia, prende invece la via delle tenebre. Ancora questo, fratelli miei::;~'
il Signore volle patire per la nostra anima, perch, Egli che il Sign.oi~j
di tutto il mondo, al quale Dio, dopo la creazione del mondo, ~sWi
"Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" (Gn 1,26),- pet.?1
ch toller di patire per mano dell'uomo? Imparate. I profeti, c .
Lui hanno ricevuta la grazia, profeteranno per Lui. Egli, per abol ~~
morte e per provare la resurrezione dei morti, doveva incahiarsi,
fr. Per compiere la promessa fatta ai padri, prepararsi unpopfo
vo e dimostri-e, stando sulla terra, che Egli stesso; operando la t .
rezione, giudicher [... ].
Dunque, per questo il Figlio di Dio si incarn, per il colme)
peccati di coloro che avevano perseguitato e ucciso i suoi profeti.
ci ha patito: Dio dice che la piaga della carne di Lui colpa l
"Quando colpiranno il proprio pastore, allora periranno le pecore
38
I Padri apostolici
~gge"
(Zc 13,6-7). Egli stesso volle cos patire; bisognava che patis-
tiJi'be dei malvagi si sono ame ribellate" (cf. Sal 22 [21),17; 119 [118),
. ,
.,.
:t9.~'?c(Qni
. . ~;727-781; K. BILHMEYBR-W. ScHNEEMELCHER, Die Apostoli:.}'dt~!., Tiibingen 19702, pp. 10-34.
ri#auzini
,Stj:i)RZA:-BA.RCELLONA,
~fj~)\.Torino 1975.
bibliogia-
r~WeE>--
' fe-\Y}.,autore appartenenti al periodo dei Padri apostoli. ~}p~Ia in prjma persona e accenna pi volte al suo
e,~ .questo, per, avviene soltanto nelle Visioni e non
p~ delf opera, la quale con un solo titolo', comprende
;fii;.fta loro assai differenti: cinque visioni (Visiones),
39
Capitolo l
op;:.:
~1:
>;"~i'
40
~~
&I~~
~~!
!:f.\
:::,'.;i:i.
I Padri apostolici
fu:11 famiglia e di tutti i tuoi fedeli 25 Ma tutto deve essere ac#ompagnato dalla penitenza e dal sincero proposito di non pecpi.
,
,c~
\Le(l;ura
'~~c~nda
..
;~~~:..;:;;
P~~;:a;;~:~~l~~i~R-r:;: 1~73~;~~~~~)
~;
'.2;891-1012; R. Joi.Y, Hermas. Le Pasteur (introduzione, testo
~~-.'.~ note), SCh 53, Paris 1958 .
41
Capitolo I
Studi
C. BAusoNE, Aspetti dell'ecclesiologia del Pastore di Hermas, in
Studia Patristica l1(TU108), Berlin 1972, pp. 101-109; S. GmT, Hermas et le Pasteur, Paris 1962; A Hn..HoRsT, Smitisme et latinisme
dans le Pasteur d'Hermas, Nijmegen 1976; G. MERCATI, Nuove note
di letteratura biblica e cristiana antica, in Studi e testi .95, Citt del
Vaticano 1941, 8lss; C. OsrnK, Rich and Poor in the Shepard of Hermas, Washington 1983; IDEM, The socialfunction offemale imagery ili
second century prophecy, in Vetera Christianorum 29 (1992), 55~74;;
C. VOGEL, Il peccatore e la penitenza nella chiesa antica, Torino,
1967, pp. 14-17; 55-64.
..
42
I PADRI APOLOGISTI
. A CONFRONTO CON GIUDAISMO,
PAGANESIMO E IMPERO ROMANO
43
Capitolo 2
, ~ ~;
44
l Padri apologisti
::-
./.:~:.-::. .:,_::'::=
'P,~f {'.approfondimento
;~~iiibnt
- --
-,-,..-;-.,.
;}J9,i)lal944; l DANILOu, Message vanglique et culture hellnistitfdi~;:q~1/e et Ille sicles, Tournai-Paris 1961; R. JoLY, Christianisme
_.,~ti~/J.ilQsophie. Etudes sur Justin et les apologistes grecs du deuxime
i{~j~i;-/e;:aruxells 1973; M. PELLEGRINO, Gli apologeti greci del Il sei;' '" )l()ma 1947; IDEM, Studi sull'antica apologetica, Roma 1947; G.
,_ - ;,GUapologisti greci, in I Padri della chiesa, I, Roma 1984, pp.
27Qs;
~'.i':~~~/ ;: .
e,__..,_, .. .
,:;-,;,.;. 3
Cc. A
'.};tgPlL--
45
Capitolo 2
l. QuADRATO
.::~j
,,
Elid'.;_;,~
Dopo naiano, che regn per vent'anni interi meno sei mesi,
Adriano ricevette la successione del governo. A lui Quadrato consegni')
un discorso che gli aveva indirizzato: aveva composto questa 11Pologia.;. :_
in favore della nostra religione perch certi uomirii malvagi cercavano ..
di provocare molestie ai nostri. Ancora oggi si trova questo libro in casa di molti nostri fratelli e anche in casa nostra. pc>ssibil vederci
prove lampanti dell'intelligenza dell'autore e della sua retta apostolica
fe_de. 1-<? ~~tto:re manifesta la sua antichit, quando si esprime in quest temum. I.e opere del nosrro Salvatore sono sempre durate, poich
esse erano vere; gli ammalati da lui guariti e i :morti da lui resuscitati
non sono stati visti soltanto il giorno della risurrezione, rita anche in
seguito; hanno continuato a vivere dilrante-la vita terrestre del Salvato're; e anche dopo la sua morte vissero un tempo talmente:considerevole
che qualcuno pure giwito fino alla nostra epoca". --
46
I Padri apologisti
'fr l'approfondimento
~clzzioni
IX, 339-341.
$.t~i
... <:(j, BARDY, Sut l' apologiste Quadratus, in Annuaire de l'Institut
'!!philQlogie et d'histoire orientales et slaves 9 (1949), 75-86; G. Boslo, voce Quadrato, in BS, X, 1265-1269; A CASAMASS, Gli apolo;~!~tz;-eci, Roma 1944, pp. 216"223; E. PETERSON, voce Quadrato, in
i,~~.X' 362-363; V. ZANGARA, voce Quadrato, in DPAC, II, 2957~g$$'
:(()n; bibliografia).
....
::~ ;;:
'
_-
~~~:<:,:<.
ii;tJ~C.
7~._RJSTONE
DI PELLA DI PALESTINA
al
47
Capitolo 2
3. MELITONE DI SARDI
Personaggio di primo piano, diede fama alla sua citt che cli~
venne certamente un centro importante della cristianit asiatica.=.
Sardi era citt della Ldia, nell'Asia Minore. Della sua vita si sa:
soltanto che fu vescovo di quella citt e che prese parte attiy~
nella controversia sulla determinazione della data della celebr;
zione della Pasqua.
.
Risulta che fu scrittore fecondissimo: Eusebio ci ha fomito'i
titoli di una lunga serie di opere, sui vari argomenti5. Interess,~
5
48
I Padri apologisti
il.()lto il fatto che egli indirizz pure a Marco Aurelio un' Apologi, forse in occasione del passaggio dell'imperatore per le citt
delliAsi (176). Eusebio ne ha tramandati alcuni frammenti 6 V
app3.iono cenni in rapporto ad alcuni editti emanati contro i criDi singolare importanza vi appare l'affermazione, avan.!fata per la prima volta, della convenienza dell'accordo fra chiee Stato, con i.I risultato di un reciproco vantaggio 1
?. i~ fortuna arrise allo studioso americano Campbell Bonner,
#tquale, nel 1940, rintracci un'intera Omelia pasquale di Meli'iQre. In realt, pi della Pasqua, lorazione tratta della Passione
cU<;cristo, come prezzo della redenzione del genere umano. Ne
'#~ta os che la sua dottrina cristologica costituisce un com:,P.i~so dogmatico di risolutiva importanza.
stiani.
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:':~~.,:)::.
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approfondimento
Ji":
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:Ediiioni
;'~;'~/Po 5,1207-1232;
,:~~Jitzioni
\;};~::~~,C\N'tALAMEsSA, La
:iJic':l:\)c25.
:sfiiiir .
..<f<::.\.,/;:.: ......
Z'{''.:0~J(CANTALAMESSA, Mliton de Sardes. Une christologie antigno;:~~!W@'~u [I sicle, in Revue des Sciences Religieuses 37 (1963), 1j:,,. ~ir.D.EM, /pi antichi testi pasquali. Le Omelie di Melitone di Sardi,
'
'<>.307~309.
49
Capitolo 2
4. ARISTIDE DI ATENE
FERRUA,
50
I Padri apologisti
P.et l'approfondimento
Edizioni
Testo siriaco e greco, J.H. HAluus-J.A RoBINSON, Text and Stuiles
(TSt), I, 1 Cambridge 18932; Corpus apologetarum, IX, 344-348.
.,
.
~
tiiu:luzioni
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'$1.udi
VONA;
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. .;7.,.;;/f--;::.~
"f!~
-~~0,}!:iLmaggiore apologista greco del Il secolo. Nacque a Fla{'*fl;'tf:,efapolis (oggi Nablus nella Giordania). Lasciata ancor gio'. .,,. 'la Palestina, si trasferl a Efeso. Era un assetato della verit
i;,,,, ., . J~~~fjl.razione lo condusse a prendere contatto con le pi ceH : ':'s9JQ1 dell'epoca: quella stoca, peripatetica, pitagorica,
''/'ib.a Apologia, scritta tra il 153 e il 155, fu da lui in. )i:J:iperatore Antonio Pio. L'opera non risulta molto
'':':9~9b ..egli .segue piuttosto l'impulso dei suoi. vivi
i'!::he, un corso logico degli argomenti richiamati. Egli
;~;~:{:'
51
Capitolo 2
cerca dapprima, brevemente, di susitare l'attenzione del principe. Quindi passa ai motivi che pi gli interessano, svolti praticamente in due parti: nel primo tratto, di natura piuttosto apologetica, egli procura di difendere i cristiani dalle ingiuste calunnie, .
di cui sono fatti segno; nella parte restante, di carattere piuttosto
informativo e dottrinale, egli cerca di illustrare la vera natura
del cristianesimo e il culto praticato dai cristiani qui che noi
abbiamo notizie sul battesimo, sull'eucaristia e sulla liturgia: ,
della domenica.
La seconda Apologia risulta di uno scritto assai pi breve,,
quasi una continuit della prima. La sua difesa dei cristiani
orienta questa volta a motivi pi concreti e pone in causa le in:\
giustizie del prefetto di Roma, Lollio Urbico, colpevole d'aver::.
condannato a morte tre cristiani. Segue un'esposizione sull'ill~:j
terpretazione delle persecuzioni: esse risultano indubbiamen~~)
come opera dei demoni, ma sono permesse da Dio per metter$~
alla prova la fedelt dei cristiani. L'autore chiede infrne la divul~
gazione della sua opera, cos gli errori saranno svelati e cofofu,J.~
che ingiustamente condannano i cristiani, potranno ravvedersV:t;
sL:
,i;;.:11l
La dottrina di Giustino
In lui si deve vedere anzitutto il primo dei Padri, ir(
tentare una conciliazione tra filosofia antica e crisrum '
52
I Padri apologisti
Egli vide nei grandi pensatori dei tempi precedenti degli inizia#Jtj: di quella filosofia. che solo nel cristianesimo avrebbe rag:g!@tola sua piena perfezione. Se egli rimase platonico, fu solo
j:i#.~~ aveva trovato il platonismo interamente realizzato nel
cristianesimo.
;;"; _, ~ cos che egli arriv al concetto dell'assoluta trascendenza
'.:dLDiO. Egli. ammette che questa verit solo parzialmente era
:sfuta raggiunta anche dalle pi avanzate speculazioni del passa:19: tuttavia fu necessaria la rivelazione divina perch quel con~~tiO arrivasse alla sua petfezione completa. Fu necessario,
~q!#ftQ,}'avvehto del Verbo di Dio, perch solo con lui gli uomi(fii,1A.~P:~niiero la partecipazione alla luce diffusa nel mondo:
;-~J.il~fae cos irt Giustino la concezione che il Verbo di Dio , per
1;:'<f~':(!fre 1 ihnediatore tra il Padre e gli uomini. Il seme del Lo~l:)o) fu spars sull'intera umanit. Solo i cristiani de'):na v~nt intera, perch, nel Cristo che loro apparso,
. <j.0110 la verit. in persona>> 9
kcl'Antico Testamento, egli si rif particolannente al va. Ile rofezie. Il loro avveramento nella vita del Cristo e
9~p3ildersi della sua dottrina non si poteva spiegare, se non
.re~lli;lo la loro origine divina. Bisogna osservare che la
;i@t dei pagani era molto accessibile a questo genere
'molti redevano agli oracoli della religione greca e la''fei non erano del tutto disposti a rigettare a priori
'. fit 10
~;~~petto molto singolare delle opere di Giustino con' e1l, notizie che egli ci offre sull'amministrazione del
. _: e sulla celebrazione e partecipazione all'eucaristia
~ -,gia domenicale.
..
,
,.~
~pj.j,'
-?-'.?~:~ !-....\ . ~
53
Capitolo 2
cose che riceviamo, ringraziamo il Creatore cli tutte le cose per mezzo
di suo Figlio Ges Cristo e per mezzo dello Spirito Santo. E nel giorno
detto del sole (la domenica), riunendoci tutti in un solo luogo della citt e della campagna, si fa un'assemblea.e sileggono le memorie degli
apostoli e gli scritti dei profeti fino a qando ci tempo. Poi, quando
colui che legge ha tenninato, il presidente, con un discorso, aIlmonisce ed esorta all'imitazione di queste bune cose. Insieme ci alziamo
tutti ed eleviamo preghiere. Come abbiamo gi detto, terminata la nostra preghiera, viene portato pane e vino e acqua e il presidente; allo
stesso modo per quanto possibile, innalza preghiere e ringraziamenti
e il popolo acclama, pronunciando l'Amen.
Dei cibi, su cui si pronunciato il ringraziamento, segue la divisione e la distribuzione a ciascuno, e per mezzo dei diaoni si mandano a coloro che non sono present. Coloro che hanno in abbondanza e -.
vogliono, ciascuno secondo la sua decisfone, d quello che vuole, e
quanto viene raccolto consegnato al presidente; egli stesso va ad aiu~
tare gli orfani, le vedove e coloro che sono bisognosi a causa della malattia o per qualche altro motivo; coloro che sono in carcere e gli stranieri che sono pellegrini: insomma protettore di tutti coloro che sono
nel bisogno.
Tutti quanti insieme ci riuniamo nel giorno del sole, poich il
primo giorno, nel quale Dio cre il mondo, avendo trasformato la tenebra e la materia, e Oes Cristo,. nostro Salvatore, risuscit nello stesso . .
giorno dai morti: infatti lo crocifissero prima del giorno di Saturno, e il~.
giorno dopo quello di Saturno, cio il giorno del sole, apparso ai suof
discepoli e ai suoi apostoli insegn queste cose che ora mandiamo {ti
voi per un esame.
\i
(Prima Apolgia, 67. Tr. di C. BuruNi,:;'.;,~
Gli apologeti greci, Roma 1986, pp. 147~148f_~
<
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 6,328-800; Corpus apologetarum, voll. 1-5, Jena 1876-188P,
Traduzioni
C. BURINI, Giustino martire, in Gli ap0 /0geti greci, Roma 198
pp. 83-167; I. GIORDANI, Giustino. Le Apologie e brani scel{i
Dialogo con Trifone, Roma 1962.
Studi
B. BAGATTI, San Giustino e la sua patria, in Augustnanum 1
(1979), 319-331; L. DATIRINO, La dignit dell'uomo in Giustino
"
tire e Ireneo di Lione, in Lateranum 46 (1980), 209-249; C. No
Giustino. Il nome di Dio, in Divintas 23 (1979), 220-238;>
54
I Padri apologisti
Q~ANTO,
~~;~~: IlDtscorso
:1Yl1'6
.:: I;
~~: :\dp encratiti>~: nome che designa in senso generale i cristiani che praticava-
?1~ ffi:}~prttine~. Gli ~ticl eresiologi, per, diedero quel nome alla setta fondata
~t~ianp: gh aderenti condannavano l'uso delle carni e del vino e vietavano il
AtAf@!OiltO. Cf.
i~~1~~?-'
.--
F.
BOLGIANI, voce
~<;t:.
55
Capitolo 2
14
56
I Padri apologisti
Letture
57
Capitolo 2
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 6,803-888; Corpus Apologetarum, VI.
Traduzioni
Taziano, in Gli apologeti greci (a cura di C. Burini), Roma 1986,
pp. 171-231.
Studi
F. BoLGIANI, La tradizione eresiologica sull'encratismo, in Atti
dell'Accademia delle Scienze di Torino, 91 (1956-1957) e 96 (1961
1962); IDEM, voce Taziano, in EC, Xl, 1807-1812; IDEM, voce Taziano, in DPAC, Il, 3353-3357.
.
.
Per il Diatessaron: F. BoLGIANI, voce Diatessaron, in DPAC, L
945-947 (con bibliografia); A CASAMASSA, Gli apologisti greci, R<>::
ma 1944, pp. 135-162; M. PELLEGRINO, Gli apologisti greci del II se,
colo, Roma 1947, pp. 95-145.
7.
ATENAGORA DI.ATENE
15
58
I Pdri apologisti
59
Capitolo 2
Per l'approfondimento
Edizioni
PG (j,889-1024; Corpus apologetarum, VII.
Traduzioni
C. BURINI, Atenagora, in Gli apologeti greci, Roma 1986,. <
233-346; P. UBALDI-M. PELLEGRINO, La supplica per i cristiani; D
risurrezione dei morti, Torino 1947.
Studi
C. BURINI, Un progetto culturale nella Supplica di Ateiuigf{
in Crescita dell'uomo nella catchesi dei Padi-i. Et prenicena (ii'
di S. Felici), Biblioteca di Scienze religiose 78, Roma 1987, pp.f
(con bibliografia); P. NAUTIN, Note critique sur Athnagora, in.
liae Christianae 29 (1975), 271-275; M. PELLEoRINo, Studi su(;
ca apologetica, Roma 1947, pp. 65.:79; IDEM, Gli apologisti gr:; ,
Il secolo, Roma 1947, pp. 146ss.
'
60
I Padri apologisti
Fu il sesto vescovo della citt. Era nato in una regione dell'Onertte vicina al Tigri e all'Eufrate, come dichiara egli stesso.
:~<Gli altri due fiumi, chiamati Tigri ed Eufrate, sono conosciuti
ioltO bene: essi infatti sono vicini alle nostre regioni 17 Tale
dndieazione non pu significare se non un luogo originario. Non
;srcon.osce n l'anno di nascita, n il tempo della sua conversiori:;tlla fede cristiana; noto invece l'anno della sua elezione a
ifesvo di Antiochia (169) e che viveva ancora alla morte di
it!'f.iiroAurelio (180). Di lui parla con ammirazione anche Giro}i"'"' /; a(:cennando alle sue opere scritte non solo contro i paga-- !tai!.che contro certi eretici, di cui dovremo presto parlare:
L",;_J)gtJhe e Marcione.
'1'g()fr;~(Teofilo - scrive Girolamo -, il sesto vescovo della chiesa
iii.tl:~~tiochia, sotto l'imperatore M. Antonino Vero, compose un
' iltro Marciane che giunto fino a noi. Di lui circolano
_ire libri Ad Autolico e un altro contro l'eresia di ErmogeT8ltri brevi, ma eleganti trattati che mrrano all'edificazio_Ha. chiesa. Ho letto, sotto il suo nome, dei Commenti sul
)o/ sui Proverbi di Salomone; che tuttavia mi sembrano
dite dall; eleganza formale degli scritti precedenti 18
#r,ca opera a noi pervenuta quella dei Tre libri ad Au_nportante non solo per valore apologetico, ma anche
dogmatico. Autolico, persona privata, reale o fittizia
'; ci appare come amico dell, autore: egli ancora pagano
,,~, gli parla col fine di condurlo alla fede. Nel I libro,
:tratta della fede dei cristiani in un Dio invisibile e del
aiit,b e dell'importanza del titolo di Cristiano. Nel Il
: *l'insegnamento dei profeti alla follia della religio::~;ll-Ullibro respinge le calunnie contro i cristiani e af-;~1~.Sac:re Scritture sono pi antiche della storia e della
:~*'.;gtec;;i.
J>''.{o.rtd.)Illentale dell'insegnamento di Teofilo quello
___:: t.esistertza di Dio. Inoltre fortemente dichiarata
~e: nel Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito, al punto
enhuo scritto, per la prima volta, il termine Tria-
;. e
61
Capitolo 2
de (Trias), col quale egli vuole indicare appunto la Trinit divina. C' di pi. E lui che insiste sulla creazione dell'uomo, sul
peccato della disubbidienza che ha allontanato da Dio e sulla risurrezione fmale 19
Letture
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 6,1023-1168; Corpus apo/ogetarum, VIII.
Traduzioni
>:~
C.BURrN:I, Teofilo, in Gli apologeti greci, Roma 1986, pp. 349'46:2:M
,'~:'t~~
Studi
'
..;)!:,~
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19
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.0:tl'
62
I Padri apologisti
9;. LALETIERA
A DIOGNETO
noto che le comunit cristiane dei primi due secoli annoveravano fedeli provenienti dai pi vari strati sociali: schiavi,
semplici lavoratori, persone di condizione agiata e anche uomim di cultura. A quest'ultimo ceto appartenne jndubbiamente
ta,utore della Lettera a Diogneto, di cui ignoriamo persino il
;l'l,()~e. Misterioso rimane pure il destinatario dello scritto, di cui
;~ppare semplicemente il nome: Diogneto. Nell'esordio della lette,ra s~intravede per che si tratta di una persona seria e onesta,
bramosa d'essere istruita sulla natura della fede cristiana e in;~nzionata forse ad abbracciarla: Vedo, ottimo Diogneto - scri:yel'autore - che tu ti accingi ad apprendere la religione dei cri'.S,#~ e con molta saggezza e cura cerchi di sapere di loro 20
iQqapfo alla data di composizione, la tendenza della critica si
,i9.tienta di preferenza verso la seconda met del II secolo.
::!,,\
contenuto della lettera dichiarato fin dall'inizio dall'au~iPrtLstesso, il quale formula in tre domande precise vari quesiti
;:raJui proposti da Diogneto:
~~)'':.in quale divinit ripc1ngono la loro fiducia e come, dirigendo
(/ a essa il loro culto, tengono in dispregio il mondo e disprez~s~.\t>' zano la morte e non considerano di quelli che pur sono rite~H:..<~U,ti tali dai greci, n rispettano le superstizioni dei giudei;
;rm\~<qale mutuo affetto li lega;
}~);>~<P~:i:chmai questa nuova generazione o questa istituzione
1;,)e6.trafa nella vita ora e non prima (c. I).
~~;~:y:L~ risposta al primo quesito si risolve in una co~danna
~f' 'citadell'idolatria, in una critica del formalismo giudaico e
.. ~elebre esaltazione dei costumi propri della vita cristiana:
'~}ie l'anima nel corpo, i cristiani lo sono nel mondo (c.
:' ~eci:fodo quesito si risponde che Dio mand il suo Verbo
'))rido: prima nel cuore degli uomini; poi, realmente, per
o[ioscere dagli uomini e per redimerli dalle loro colpe.
domanda l'autore risponde, dichiarando che Dio perpe, Cumanit constatasse la profondit della propria rovi, a quale nulla l'avrebbe redenta. Egli solo volle redimer))ssandosi i peccati degli uomini, perch Egli solo, il Fiteva essere la vittima di espiazione accetta al Padre.
in
, rza
a Diogneto, I, 1.
63
Capitolo 2
""'"'" . Dfo:W
1'... O. Tu.ti,
~I
I Padri apologisti
hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. Sono ingiuriati e benedicono: sono maltrattati e onorano. Facendo del bene, vengono pulli# come malfattori; condannati, gioiscono come se ricevessero la vita.
giud~i sono combattuti come stranieri e dai greci perseguitati, e
90JC>ro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell'odio.
Par
'Citt: della terra. L'anima bita nel corpo ma non del corpo; i cristiani
abitano nel mondo ma non sono del mondo. L'anima invisibile rac.c~usa in un corpo visibile; i cristini si vedono nel mondo, ma la loro
religione invisibile. La carne odia l'anima e la combatte, pur non
~y~ndo ricevuta ingiuria, perch impedisce di prendersi dei piaceri. Il
tji,orido, che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani, li odia perch si
:~!'>ppongono ai piaceri. L'anima ama la carne che la odia e le membra;
i cristiani amano coloro che li odiano. L'anima racchiusa nel
:'!:.oiPo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo coifn~ _una prigione, ma essi sostengono il mondo. L'anima immortale
:abita in na dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra
ii?~ose he si corrompono, aspettando l'incorruttibilit nei cieli. Mal"#~fui:tirnei cibi e nelle bevande, l'anima si raffina: anche i cristiani,
'.lfa;I,fi1tttati, ogni giorno pi si moltiplicano. Dio li ha messi in un posto
;~~ che a essi non lecito abbandonare.
!<s';,>
(A Diogneto, cc. 5-6. Tr. di A QuACQUARELLI,
I Padri apostolici, Roma 19782, pp. 356-358)
-anche
in
i''i?~t>l'approfondimento
!':ii~;dht
,
)I
f-.:,
rffi~'duitoni
)i<;,~;tfM~(}. MARA, Osservazioni sull' Ad Diognetum, in Studi e mate'{i#,~toria delle religioni 35 (1964), 267-279; M. PERRINI, A Dio. ~scia 1984; C. TIBILETTI, Aspetti polemici dell' Ad Diogne~<Atti .dell'Accademia delle Scienze di Torino, 96 (1961343-388; IDEM, Terminologia gnostica e cristiana in Ad
. t@I Vll,1, in Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino
962-1963), pp. 105-119; IDEM, Azione cosmica dei cristiani in
. }tignetum, in Orpheus 41 (1983), 32-41.
:-.;,_,.,;
",'
pp:
65
Capitolo 2
10.
APOLLINARE 01
GERAPoLI
Successe a Ppia come vescovo di Gerapoli, citt della Siria, intorno all'anno 161, quindi all'inizo del regno di Marco
Aurelio (161-180). Fu scrittore versato ugualmente nelle scien"
ze umane e nelle lettere divine, a capo di quei vescovi che com~
batterono vigorosamente, nel suo paese d'origine, il montani'smo nascente, e lo condannarono in parecchi sinodi, tra i prin.
di cui sia stato tramandato il ricordo nella storia della chies~'.
Scrisse parecchie e apprezzatissime opere:
.....
.a) un discorso, vale a dire un'Apologia, diretta a Marco Aurelio;
b) cinque libri contro i pagani;
o''
c) due libri contro i giudei;
d) due libri intorno alla verit.
Purtroppo, di tutti questi scritti, non rimangono che po<;ffi,;
frammenti.
<~
'f
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 5,1285-1302; Corpus apologetarum, IX, 486-495.
Studi
.-. j~i{
h;.)l
;;l
11.
.:r~
'F~;~~
Mn..ZIADE
66
I Padri apologisti
~iarti.
Per l'approfondimento
kdizioni
< Corpus apologetarum, IX, 364-373.
!~~i
lr~--
;~~:#ioio della sua breve opera, giunta per fino a noi in ben 16
[ll.li!i)tis~ritti, dal titolo Hermiae philosophi irrisio gentilium phi: , 'horum (Satira dei filosofi pagani, scritta da Ermia filoso.J}~utore intende giustificare questa sentenza di san Paolo:
~;s'~pieriza di questo mondo una follia agli occhi di Dio
),19). Opponendo filosofo a filosofo, opinione a opinio~~a preoccuparsi minimamente di un ordine cronologico,
lsuccessione e dell'insieme delle dottrine da lui irrise, Er"'.' stra che tali dottrine sono contraddittorie e si annulla:une con le altre.
~~ua opera, contenuta in 10 capitoli, l'autore non tratta
.~nte dei problemi teologici in rapporto a Cristo e alla
.. .~ il solo fatto di rifarsi alla sentenza di Paolo, significa
'. s una scelta. A differenza di Giustino e di Clemente,
.\J<ere nella filosofia dei pagani qualche aspetto di vef.~ ititransigente e non esprime se non disprezzo. Ne ri'jriW, che egli pi che un filosofo, un retore di buone
'<fqi;[\e polemista, che sa ironizzare, gettando il ridicolo
.ersari, anche grandissimi, come Platone e Aristote-
67
Capitolo 2
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 6,1167; Corpus apologetarum, I.X.
Traduzioni
E.A Rizzo, Ermia (con commento), Livorno 1931.
Studi
M. PELLEGRINO, Gli apologisti greci del Il secolo, Roma 1947,
pp. 260ss; L. Al.FoNSI, Ermia filosofo, Brescia 1947; S. GENNARO;'
Sullo scherno di Ermia filosofo, Catania 1950; P. SINISCALCO, vo~'
Ermia, in DPAC, I, 1201 (con bibliografia).
68
69
Capitolo 3
1. Lo
GNOSTICISMO
R.
FARJNA-J. LEBRETON,
70
;<;,,.$~lo gnosticismo ebbe il suo focolaio iniziale in qual~he rero,Q~ provincia dell'Asia Minore, ben presto si estese net
:g~Qri centri dell'impero, ad Alessandria, in particolare, e
magpoi a
.~~g:ui. il primo di questi nuovi maestri fu Basilide, che insegn
:~(;),Alessandria, e visse al tempo di Adriano e di .Antonio Pio, tra
lKf~O eil 160. Il problema che sta alla base delle sue ricerche
i1!pfigine del male: Donde viene il male e come nato?.
;~;~;:it'utte le speculazioni di .Basilide furono riprese sviluppate
}~~'.,#>lui che fu ritenuto il teologo pi influente del III secolo:
~tntiilo. Venuto a Roma, vi trascorse almeno una trentina
:"\'"Z:'.'1(136-165). Gli avversari di Valentino furono specialmene),leo ;e Tertuliano. Egli prometteva una conoscenza supe :(gnosi), cio la comprensione di ci che la chiesa propo/semplicemente come oggetto di fede. Era una promessa
'gtadta agli stessi intellettuali cristiani di formazione elle~i41:lali avevano imparato da Platone che la fede una for:;;;,~ffetta di conoscenza. Questa gnosi - tanto per rimanere
~ete cristiano - si presentava come interpretazione della
"(~ accettata dalle chiese. Ma tale interpretazione, accessi' t:ro soltanto a pochi, risultava in netto contrasto con ci
1~s~gnava nella predicazione o si professava al momento
. ~t*ione. Eppure, a chi faceva rilevare questo contrasto,
:'~re\ suoi discepoli rispondevano che potevano raggiun. 11~ gnosi, leggendo la Scrittura in base a un principio
tivo che Ges Cristo aveva rivelato solo ad alcuni, con
'
trasmetterlo ad altri segretamente. Si appellavano
~~tradizione segreta", che consentiva loro di discernere
spenore sotto il velo del linguaggio figurativo dei testi
:c5n addirittura di decidere quali Scritture, tra quelle
Hivano nelle chiese, meritassero fiducia, e quali no!
6s la divisione netta tra semplici credenti, che com'CHa Bibbia seeondo la tradizione pubblica, e gnostici,
")~j:tdevano alla luce della tradizione segreta: due ca.ifedeli, nettamente e irrevocabilmente separate 3
,,_ 'Bl'bbia cos irtterpretata, essi ricavavano un sistema di
''.~':ii~atterizzato da un netto dualismo. Stabilivano una
<~patazione fra il mondo superiore o celeste, e il mon-
,,,~oo,
71
Capitolo 3
aD#
72
2: .IL
MARCIONISMO
73
Capitolo 3
~~
ciane.
"'[}~~
1
R.
rofil
- .
FARINA-J. LEBRETON,
IRENEO,
~~
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'.'i}~f~
: --14\1
74
:;:~I
~~[>)
\~~~f'l' iipprofolidimento
~::,h;t>::.c:
l-~t}&4~.
gt!,,;<::dl,J.
~~MONT~MO
Il-niontanismo si presenta come un movimento molto diffe' ialle altre eresie. Esso non vuole nulla che non provenga
'stiail.esirrio e lo esige in tutta la sua integrit. Fu anzitutto
.o:V:mento di un preteso risveglio spirituale, le cui radici
:' 'r per fondatore Montano, oriundo della Frigia. Egli era
;~~~~.dapprima il predicatore di un ascetismo molto rigoroso, di
""tm ripetuti e prolungati, con insistente tendenza al celibato
verginit, e con proibizone assoluta deile seconde nozze.
\le inizio alla nuova corrente nella seconda met del II seco. >frigia (ca. 172). Quel movimento ebbe il nome di Nuova
'zia. Egli infatti s'era proclamato il prescelto del Paraclito
)o Santo), annunziato nel quarto Vangelo e nell' Apocalis;9 scopo di introdurre nella chiesa tutta intera la verit.
.'lla base della Nuova Profezia deve intendersi la prossi.~tusia del Cristo. dunque sullo sfondo di questa calda atcbe devono intendersi le deduzioni morali del montanismo
. 'Jivo: i fedeli dovevano prepararsi per un distacco molto
f~aqicale di quanto s'era fatto fino ad allora nelle comunit
foii.e. Si predic un ascetismo intenso, concretizzato nella
75
Capitolo 3
~~
;:(
76
'.~~;;,i,b}L'escatologismo, inteso come indirizzo tendente a sott:,).lneare l'attesa della fine del mondo ormai come imminente. In
;;'Piy,,ein forma pi precisa, l'escatologia del montanismo sitra~g~$s nel millenarismo, vale a dire, nell'attesa del regno di Cri;J()jh terra prima del giudizio finale, riservato ovviamente ai
~:,~M . giusti e destinato a durare mille anni.
~%1;;('.c) Jnfirte,
... ca, come il divieto del matrimonio 12, digiuni severi e pro~ ,g~h. elemosine d'ogni specie; fu incoraggiato il martirio e
>~fuie proibito il sottrarsi alle persecuzioni 13
U"''<'' iarsi, dal 200 circa, una nuova fase caratterizzata soprat' . ''dall'acuirsi del rigorismo morale. Il rappresentante pi im;'P,:~te di questa seconda generazione montanista fu, come veTertulliano. Vers l'anno 207 egli pass al moritanismo,
l';iifW~~tmtto a motivo del suo forte rigorismo morale.
:"fei:no;
[~!;{f;~~; ',
W:f'.~rr approfondimento
~,?(
:.Studi
;,%;;1~.
i~1i;li'~:;ctitti patristici, Roma 1956, 27-43; P.T. CAMELOT, voce Monta~?f}ib(ili. Catholicisme,
IX, 618-620; R. FAR:INA-J.
LEBRETON, Montano,
. ,
.
.
.
i;Sili'St6ria della chiesa, II, pp; 72-80; A MAYER, voce Montano, in EC,
;.:~-J~~'~}.j.
~\'4~1'47.
~~~f:, ,Ili ieguito tale divieto venne liinitato soltanto alle seconde nozze.
,11PJ'j,':-: 13 'Cf. B. ALLAND, voce Montano-Montanismo. in DPAC, Il, 2299.
';{;(,;;::'
77
Capitolo 3
4. lRENEo
DI LIONE
';~}:~~
Cf. PLooo IL G1ovANE, Episto1a X, 96. Siamo nella Bitinia verso la fine dls1~J
,._li~
~I
78
)[~1
]: ,~ :-'
!iJid"~ttrina
~rYE,,sblo
con Cristo che prese inizio l'annunzio della verit;
' ocii. lui essa venne predicata dagli apostoli e diffusa dalla
.... . . , Prima di Valentino, non ci frono discepoli di Va'lentino;
~~ ,qi Marcione, non ci furono discepoli di Marcione: la no;~!'.~lle ere~e cominci a diffondersi con i loro insegnamenti
~~~~ sono falsi.
ff,'.' ,.
79
Capitolo 3
17
80
;!Letture
n la Tradizione
j[:~~~f
81
Capitolo 3
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 7,23,1322; A RoussEAu ED ALTRI, lrene deLyon. Contre
hrsies, Livres I-V (SCh 100; 152-153; 210-211; 263-264)
1965-i982.
les~
Paris
'
Traduzioni
E. BELLINI, Ireneo di Lione, Contro le eresie e gli altri sift{,;'
Milano 1981; R PEREITO, Epideixis: Antico ctechismo degli adulti~
Roma 1981.
Studi
J. DANILDU, St. Irne et les origines de la thologie de l' histqi;;
re, in Rechrches de Science Religieuse>> 34 (1947), 227-231; ,,
DATIRINO, La dignit dell'uomo in Giustino martire .e Ireneo di LiOll;)
in Lateranum 46 (1980), 209-249; C. JossA, Regno di Dio e chiesq;~
Ricerche sUlla concezione escatologica ed ecclesiologica dell' Alj.~~
versus haereses di ireneo di Lione, Napoli 1970; loM, Storia de{lq~
salvezza ed escatologia nello Adversus haereses di Ireneo di Lion~f.
in Augustinianum 18 (1978), 333-376; R. TREMBLAY, La libe,rtiiS~~
condo sant' Ireneo di Lione, in AAVV., Chiamati alla libert. Saggf
teologia morale in onore di B. Hiiring, Roma 1980, pp. 305-33t"!~:
/Ji
82
<
ALESSANDRIA E GLI
;SCRITTORI ALESSANDRINI
83
Capitolo 4
1.
LA SCUOLA DI ALESSANDRIA
84
Milano 1943, p.
174.
h~,.,_,=~.'"<-~-
p. 235.
. ;$tramati, II, 1-2.
'Paidgog6s, I, 37,3.
'EusEBIO, Historia ecclesiastca, VI, 14;8-9.
85
Captoio 4
-::::/i~
'.' .l':1
86
(I
Alessandria
e gli
scrittori alessandririi
...
:y,~
ufo.Pedagogo. Coloro che da poco erano rinati nel battesiiei'ario come fancililli che non venivano affidati subito al
,~tf'.~, ma all'educatore, al precttote. I neo-convertiti dove~
-\gl,uirire dalle passioni pet educarsi alla vita sana dei figli di
J>er gungere a questo scopo, il divino Educatore seguir
, .Jlibot)t e di comprensione. Il II e il III libro costituiscoti e propri trattati di etica cristiana. In una citt corrie Alesa~ ii cui i costumi passavano certamente ogni limite di li~.,'erl'l opPrtuno indicare le ilornie di comportamento de,~ un cristiano.
'.
~: Gli. Stromati.
87
Capitolo 4
88
-~,:~i~.,
',,.,
:~
:,_:'.,~~;
'.' ;j:he, dopo il battesimo, la misericordia di Dio sia ancora in~Xr' cline a riconcedere
}/,; vete
',;',_
~~~;,
.-:-r
.~}9pprofondimento
rw~titotit
~~S-ffi 8"9; O. Stahlin-L. Fruchtel-U. Treu, Berlin 19852
r~;1~i-.,-,tr,01T1at1,
;. . _Il, 13,56-57,4.
~:f..I;oii
~;
89
Capitolo 4
Traduzioni
li Protrettico, a cura. di M, Galloni, Roma 1991; li Peda.gogo,,i.
cura di A Boatti, (CPS) Torino 1943; li Protrettico e il Ped.agpgo _df:
Clemente Alessandrino, a cura di M.G. Bianco, Torino 1971; Stroma#,:
Note di vera filosofia, a cura di E. Pini, Milano 1985; C' salvezzapef.
il ricco?, a cura di A Pieri, Alba 1965; Clemente Alessandrino. Estrai{
ti profetici, a ura: di C. Nardi, Firenze 1985.
- ..
Studi
L. ALroNsI, li Protrettico di Clemente Alessandrino e l'Epistola 4)
Diogneto, in Aevum, Milano 1946, IOO~I08; M.G. BIANCO, Clt;t~
mente Alessandrino, Torino 1971, pp. 59-66; M, GALWNI, Cldturii;!
evangelizzazione e fede nel Protrettico di Clemente Alessandri11_~;?
Roma 1986; G. GuAsco, Lo gnostico cristiano in Clemente Aless~:
drino, in Sophia, XXIV_ (1956), 264-269; G. LAzzATI, Introduzioii~~
allo studio di Clemente Alessandrino, Milano 1939; M. Puai::.IESI, L"a~;
pologetica greca e Clemente Alessandrino, Nuovo Didaskaleitin]~
(1947), 98ss.
'
3. 0RIGENE
anm
90
91
Capirolo 4
12
Cf. A
CoLONNA,
92
~~:.,._:
1~~j'*ritti dogmatici
k?~;',.y Principi.
'-J}lf;icipi) .stato suscettibile di due interpretazioni. Secondo l'uti'fdovrebbe essere inteso nel senso di insegnamenti fondamen'.W.'iitorno alla fede cristiana; secondo l'altra dovrebbe essere
''"- Jcrhel senso di principi costitutivi dell'essere, cio delle
. ... .La prima interpretazione trova maggior adesione, anche
1~$laseconda interpretazione risulta meglio acclimatata nell'am;b.~~tt: filosofico e letterario dell'epoca 14
~%::::L'opera, divisa in quattro libri, si articola sui seguenti argo-
itrienti:
;;:
~*L
~~~~~?<:.
1968, p. 27.
93
Capito!O 4
"~
Letture
:r:I,{
Ottenebrati dalle passioni, diveniamo insensibili alle ferite del/' aniir14;
Se il corpo si ferisce, se un osso si frattura, se i nervi si romponf,
infermit fisiche come queste si producono ordinariamente in meno''if~
un'ora. Ma poi c' bsgno di molte sofferenze e di molto tempQ ~
guarirle: quante infiammazioni, quanti tormenti.! Se poi accade che.@j
uomo subisca l~ s.tessa ferita una seconda v?lta o pi so_vente. imc,:~i~
che la frattura s1 npeta, quante pene allora pnma di guarire, qmite ~1~
ferenze per riuscire a scainparfa!... Passianio adesso dall'esempfoj' '
corpo a quello dell'anima.. Oh! 'Se noi potessimo vedere oom;
ogni peccato, il nostro uomo interiore ferito e come le cattive p
gli facciano male! ... Se potessimo vedere, se potessimo sentirelti'~
trici dell'anima ferita, .resisteremmo certo al peccato fino a co~f
morirne! Al contrario, invece, come uomini posseduti d31 demo '
come dei folli che, non avendo l'uso dei sensi naturali, non siac
no di essere feriti, noi,.ottenebrati dalle. passioni inondane o eecit3_
vizi, non siamo in grado di avvertire quali colpe impartiamq, q
rite infliggiamo
anima nostra con il peci:ato.
. . ' ' .
(Omelie sul Libro dei Numeri, 8,1. Tr. di M. S:P .'
in La teologia dei Padri, vol. I, Roma 1974, pp. 291".
an.
15
G. Bosro-E.
94
~~?~~yversario
.\'''
a,
~~ tniseria!
:.e
95
Capitolo 4
Per lapprofondimento
Editori
PG 11-17; GCS 2,49-374; 3,1-293; 22,1-364.
Traduzioni
N. AN'roNIONO, EsortaziOne al martirio, Omelie sul Cantico ~J:'
CantiCi, Milano 1985; A COLONNA, Origene: Contro Celso, Torili(i!
1971; U. CoRSINl, Commento al Vangelo di Giovanni; Torino 19~
pp. 811-908; L. DAITRINO, Apologia del cristianesinw (Contro Cels~;i
Padova 1987; M.I. DANIELI, Omelie sulla Genesi, Roma 1978; IDEM];
Omelie sull'Esodo, Roma 1981; IDEM, Omelie sul Levitico, Rom~:
1985; G. DEL ToN, Origene. La preghiera, Roma 1974; M. SwqNiff;
TI, Origene: I Principi, Torino 1968; IDEM, Commento al Cantico.Mii
)ti
96
97
Capitolo 5
di;
'Cf. M.
PELLEGRINO,
98
~f~/MINUCIO
FELICE
si articola nelle seguenti parti: dopo una breve intrope (cc. 1-4), ecco un'esposizione del paganesimo, dichiara;piena convinzione da parte di Cecilio (cc. 5-13). Intervie_.9fa Ottavio con una risposta di ben maggiore convinzione
;:e~a;del cristianesimo (cc. 14-38), risposta tanto efficace che
::.~ alla fine la conversione di Cecilio (cc. 39-41).
:qrrattere di quest'opera strettamente apologetico. Spe'~Qte in passato essa stata oggetto di indiscussa ammira"'-:Ri:mangono tuttavia alcuni problemi ancora insoluti. Rebbia innanzitutto una prima questione: il dialogo reala:Yv-enuto, oppure opera d'una mera finzione letteraria?
i ,rilevano, nella struttura dell'opera, la presenza di due
'C]JilOLAMO, De viris illustribus, Torino 1971 (trad. di E. Caroisani), p. 166.
99
Capitolo 5
'''
.''}.;:_
ift;
Traduzioni
j;
E. PARATORE, Minucio Felice: Ottavio, Bari 1971; L RuscA,
nucio Felice: Ottavio. Contraddittorio tra it.n pagano e un crisifn?!\J
Milano 1957.
>'~
Ml;,
.. ~
~~
~
E. PARATORE, La questione Tertulliano-Minucio, in Ricer~~
Religiose 18 (1947), 132-159; I. VEccmorn, Lafilosofia poliii{'lfr,
~\i
Minucio Felice, Urbino 1974.
-::~~~
~):j
2. IPPOLITO DI ROMA
:j;~!
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)~
MoRICCA,
100
.'f''>
t.4t,e-na
'.;fppolito, riconciiiatosi con la chiesa, e del nuovo vescovo di Ro~;m:a~ Pqnziano. Fbrono deportati in Sardegna, dove ambedue mo~mhfr martiri della fede. Il papa Fabiano, successo a Ponziano,
' .\ portare a Roma i loro corpi. Nel 1551, nella zona dell'antijtnitero di Via Tiburtina, si scopr una statua che venne dai
:,nconosciuta per quella di Ippolito: ora essa conservata
... :atrio dell::t Biblioteca Vaticana. Su uno degli stipiti, lo stes~q,tjlahno p0rta pure inciso il catalogo delle opere che si riferil:;~6n() al periodo degli scritti di Ippolito pubblicati prima del
~2M; anno in cui fu eretto il monumento.
y~'.,'..~Molto numerose sono le opere attribuite alla mano di Ippd~ilit6~sfill 'autenticit delle quali per non sempre concorde risul.:parre degli studiosi. Mi limiter pertanto a richiamare le
'lWportanti:
'i!P'~~ 'lPhilosophumena. la pi importante delle opere di Ip. 'ip. Composta dopo il 222, conosciuta e citata con diversi
'{"a cominciare da quello con cui la design l'autore: Eleno:Ci>rifutazione di tutte le eresie. L'opera comprende comJamente dici libri. Il titolo Philosophumena significa
,tifone delle dottrine filosofiche; come tale, si riferisce ai
-. '"quattro libri, che trattano della filosofia dei greci. I lisfanti (V~IX) tendono a dimostrare che tutte le eresie non
'.:h attingere alle dottrine dei filosofi pagani, ai misteri e
_ftofogia, e non alla Scrittura e alla Tradizione della chiesa.
e~: ()libro, incompiuto, riassume teorie filosofiche ed ereti' ;,fr precedenza trattate.
0
--~-
\'
,''.
_ lvescovo, seguita dalla celebrazione della messa ponti1,lil,il liturgia eucaristica destinata ad avere grande influsso
101
Capitolo 5
Lettura
Preghiera eucaristica
Per compiere la tua volont e per conquistarti un popolo s~~
Ges Cristo ha teso le mani nella passione per liberare dalla soff~W
coloro che hanno fiducia in Te. E, accettando volontariamente la sffi
renza per distruggere la morte[ ...] e manifestare la risurrezione,~~
dendo il pane, ti rese gi'a2.ie e disse: "Prendete, mangiate, quest:~:
mio corpo, che sar spezzato per voi". LO stesso feee con il Cal~;~
cendo: "Questo il mio sangue, che verr sparso per voi. QuandqJ~
questo, fatelo in memoria di me".
.... j~;j
(La Tradizione apostolica, 4. Tr. di R. T.. /F'
Ippolito di Roma: La Tradizione apostolica, Alba 1972, pp,
102
~ ~:.1 .
~'~~~
'f#.!!. /'.approfondimento
/i';~:;~'<:
_g'?iZiiini
'V' P 10,16,3; GCS 1,1(1891)1-340; 1,2 (1897) 1-47; 26 (1916) l.~~[1{'B. Barre, Hyppolite de Rome: l Traition Apostolique (SCh
;~:1)~'Paris 1946; P. NAUTIN, Hippolyte: Contre les hrsies, Paris 1949,
i"~il9-37; loEM, Homlies pascales (SCh 27), Paris 1950; IDEM, Hyp. ;etJosipe, Paris. 1947 .
. ,~~Oni
~1>F<:.:.:\",
Wtudi . .
.. ~ ..
'a
103
Capitolo 5
SWJi
~~-
Per l'approfondimento
Edizioni
104
..... ioni
~ilf4i
~' : 'Y: Lm, La latinit cristiana nel De Trinitate di Novaziano, in
~~ta di cultura classica e medioevale 13 (1971), 1-42 e 136-172;
l'f:. ";
771-783.
tt~1f'<
i$~~~7TER.tuLLIANO
~s eccettua l'Octavius di Minucio Felice, la cui data in}la letteratura cristiana fa la sua prima comparsa nel 197
'.1~ opere di Tertulliano 5
.,'Egli nacque a Cartagine in data da fissare tra il 150/160, in
linbiehte pagano. Il padre, un funzionario di Roma, vantava
'olQ di centurione proconsolare>>. Trascorse gli anni della
; ovinezza con una condotta alquanto libera, ed di questa,
;;volta divenuto cristiano, che egli espresse il rammarico con
;ollda amarezza 6 Crebbe e si matur soprattutto nell'esercir Ua parola. Pi preziosa di questa retorica, per, la scienl diritto influ profondamente sulla formazione intellettuale
"lllliano; essa pose nelle mani del futuro apologista delle
be non dovevano servire solamente a fare sfoggio, ma a
.'):t~re: dopo i pagani, saranno gli eretici a farne le spese:
~erito della prescrizione, tolto dalla lingua giuridica, datesi classica della Tradizione una forma e un'efficacia
;;?'
h$i conosce n il tempo n il motivo della sua converLaJ.la fede cristiana. Probabilmente fu l'esempio offerto
fc){tezza dimostrata dai martiri. Data l'impulsivit del suo
r, 'una volta convertito egli dedic tutto il suo ardore alla
'della fed cattolica, bersaglio delle persecuzioni imperiali
cahmnie popolari. Non per nulla le prime sue opere
J1t
g,J.
!BRETON,
':tEeRETON, Gli scrittori cristiani d'Africa, in Storia della chiesa, II, p. 254.
105
Capitolo 5
. .'!."1
m tre gruppi.
..;,_::r.
;~1
:,~~?~
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->~~
106
..:,.
'.
''('~j\.
'.ttture
~!ii.~lli che ti sono stati deferiti come cristiani proprio quella alla quale
Yaov:Vi attenerti. Non si pu infatti stabilire una nonna generale che as-
,.
107
Capitolo 5
:,~~
:-,.:,~.;~~~
108
\~i certi e pi fondati del diritto. Ne deriv che la sua opera eb;:pe un'importanza insolita di fronte alla storia delle controversie
c;J>J:oprie di quell'et IO.
,-,,.
/1,,
Adversus Marcionem (Contro Marcione). quasi super:_O,uo sottOlineare l'importanza di quest'opera: essa stata definir-'tl!;~<ia chiave di volta di tutta la ricostruzione della propaganda
rftiardonita e la base centrale d'ogni punto d'accesso allo svilup::po disciplinare e soteriologico cristiano del II e del III seco'.lp>;1i Conobbe tre successive redazioni: di queste, soltanto l'ul%~; la terza, a noi pervenuta: fu scritta, con ogni probabilit,
,:;ira il- 207 e il 208.
:ifF;; L'opera:, la pi estesa tra quelle scritte da Tertulliano, si arti,-~?1,a in cinque libri: nei primi due l'autore confuta il principio
'.'~ggqamentale della dottrina marcionita, vale a dire, non solo la
~~~Iizione, ma l'opposizione fra il Dio dell'Antico Testamento
{;i;_~tl)i() del N~ovo: s~mplic~1!1ente assu:do, s~rive Tertullian~,
'i;'P,lf"!J~are all'esistenza di due dei! Nel ill hbro dimostra che Cnt~~' JfMessia preannunciato nell' A T. e nel IV affronta Marcioi[jfo,C()ii~ responsabile del rimaneggiamento del Vangelo di san
1~P,a .. Nel V critica l'eresiarca per avere esteso lo stesso metodo
;f4t-Aiinlipolazione e di alterazione ad almeno dieci delle lettere
ii;~:sJm. Paolo, con il ripudio delle altre: le Lettere pastorali e agli
~~~~e_i,
F"
>i1, Prassea v sostenne per due decenni (180-200) una doti:ri_nitaria di contenuto modalista: unica la persona divina,
_:_-ente denominata secondo gli aspetti, sotto i quali la si vo_''onsiderare. Quindi, non il Verbo, ma il Padre si sarebbe info; teoria che prese il nome di Patripassianismo. Nello
culi Tertulliano appare per la prima volta il termine Trini, opera contiene la pi chiara espsizione prenicena della
-a ortodossa irttomo alla Trinit.
)~ Cf. G. BARDY, voce Tertullien, in DThC, XV, 1,135.
_}(E, BUONAlUTI, Il cristianesimo nell'Africa romana, Bari 1928, p. 100; citae:diR BRA.UN, omre Marcion (SCh 365), Paris 1990, p. 7.
109
Capitolo 5
i"
;;/J
Ad uxorem, I, 2,1.
" TERTULLIANO, De monogamia, I, 2,
11
'TERTULLIANO,
110
!gli eretici, i
)~i)'a dottrina
lt.h;:',)ndubbiamente complessa risulta la personalit di Tertullia~~; 'DUanti giudizi pronunciati su di lui, mi sembra che il se:@~hle, di G .. Bardy, sia dei pi obiettivi. Tertulliano fu anzi?tij@: im moralista, nel senso che il maggior numero dei suoi
J~~#,t~ fu destinato a delle questioni di morale. Ma sarebbe tra~~\tfa:re alcuni degli aspetti essenziali delle sue opere quello di
if~riet presenti soltanto i punti di vista delle sue dottrine morali.
:i:)p':ffetti egli ha toccato tutte le questioni suscettibili di interes;~.fu;,ela dottrina e la vita cristiana. Come apologista egli ha por~talrisolutamente la difesa del cristianesimo sul terreno del di;f#:. ai pagani ha mostrato che gli editti imperiali contro i crii~i,~ non avevano nessuna base giuridica; agli eretici ha
@:ipp~tol'ai:gomenfo della prescrizine e ha dimostrato che essi
~~~@avevano il diritto di fare appello alrautorit delle Scritture
:::&:-.:'li~he. Teologo, non s' accontentato di confutare Marciane
' _gnostici. Allo scopo di delucidare i dogmi della Trinit e
fnlirilazione ha apportato delle formule indimenticabili.
''iilista, s' spinto, d'istinto, (purtroppo!), anche prima del
YJ>assaggio al montanismo, fino a soluzioni le pi austere e
Jiste. Tuttavia, nellungo periodo in cui egli s' mantenuto
le alla disciplina cattolica, seppe temperare le sue esagera@coil sagg e prudenti rilievi 15
'zmi
,; L 1-2; CSEL 20; 47; 69; 70; 76; CCL I, Il.
~\:S':~)~J~Cf;TuRTULUANo, De moMgamia, I, 1.
H&C'
'\
;y;.:;-
111
Capitolo 5
Traduzioni
C. MoRESCHINl, Tertulliano: Opere scelte (contiene: A Scapula,;
Sulla prescrizione; Contro Ermogene; Contro i Giudei; Sulla carne di,
Cristo; Sulla risurrezione dei morti; Contro i Valentiniani; Contrd
Prassea; Sull'unico matri71!0nio), Torino 1974.
Studi
R. CANTALAMESSA, La cristologia di Tertulliano, Friburgo 1967;,
E. DAL Covow, Riferimenti mariologici in Tertulliano, Lo Statu~
Quaestionis, in La mariologia nella catechesi dei Padri (Et prenic~:
na), (a cura di Sergio Felici), Biblioteca di Scienze Religiose, Ro~~
1989, pp. 120-132; A GRAMAGLIA, Il linguaggio eucaristico in Tertl,i
liano, in Sangue e antropologia nella liturgia, (a cura di F. Va:ttionit
Atti della IV settimana (21-26 Nov. 1983), Roma 1984, pp. 915-lO!Qi
C. MoRESCHINI, Temi e motivi della polemica antimarcionita di Tertfi.:H
liano, in Studi classici e orientali 17 (1968), 149-186; C. Tran.
Verginit e matrimonio in antichi scrittori cristiani, Roma 1983i;J~;'
Uoi..IONE, Il matrimonio in Tertulliano tra esaltazione e disprezz', fil
Ephemerides liturgicae 93 (1979), 479-494.
'it
JJfti!
l~
5.
:-;~~1
LA LE1TERATURA MARTIRIALE
112
'.Ja::.f,
113
Capitol 5
6.
CIPRIANO
114
~~f9.: _dopo la morte del vescovo Donato e a soli tre anni dalla
(~:ilversione, fu eletto vescovo di Cartagine per acclamazio;~~:~Polare. In quegli stessi anni da porre l'inizio di una rara
!,@~f~nza.e di una instancabile dedizione a favore delle classi
' ,overe~ Era ormai da un trentennio che la chiesa cartaginese
: eva di pace.
115
Capitolo 5
.:.~if
a) Le opere
a~
r.
~. &,~,w.1,p.
116
m.
'~1
,I
)'.ettura
:~::,
:~me sballottato sul mare del mondo che mi gettava in tutte le direzio-
:m;' incerto delle vie che mi si paravano davanti, ero in balia di me stes\i. non ero consapevole della mia vita. Lontano dalla verit e dalla
rit~nevo che fosse veramente difficile e pesante per i miei sentimenti cli quel periodo ci che la misericordia di Dio mi prometteva per
alla salvezza. Ritenevo fosse difficile poter nuovamente rina,ser e deporre le abitudini precedenti, anche se il battesimo nell'ac:qa della salvezza mi rinnovava a vita nuova. Ritenevo ugualmente
id,if:'icile che un uomo potesse cambiare la mente e l'anima senza muta;~'nel suo fisico. Continuavo a dirmi: come sar possibile una conver':~t~ile cos grande da liberanni tutto a un tratto da ci che fin dalla na~iii:,J!A si solidific come quando si colloca del materiale e lo si ammuc~J .in depositi? Come sar possibile liberarmi da quelle abitudini che
)),Qildebitamente contratto e che da molto tempo mi dominano con ard~ginia, perch sono invecchiate ccin me? Queste abitudini sono lega1~;A,:radjci inolto profonde[.. '.]. Spesso mi trovavo con questi pensieri.
{~.~ch'io legato dai moltissimi vizi della mia vita passata e non
;jf~ mai ereduto di potermene liberare. I vizi aderivano alla mia vita e
j~;~bntiiluavo ad assecondarli. Nonpensavo pi di poter raggiungere i
r""' ' ~gliori; per questo favorivo ci che mi nuoceva come se fosse
foe,
'pfu'.tanni
:.,
~gti~~:>},
~i!'.:~ 'Delapsis(Gli apostati). Quest'opera, universalmente co'.~#~'S~ita, porta un titolo che, letteralmente, si riferisc ai cadu({~~0'dti11U1te l'infierire della persecuzione
~t:'
117
Capitolo 5
118
-~bll.
sua ricca esistenza. Sono divise in gruppi, secondo l'argoJrtento; .i destinatari e le occasioni che le hanno dettate. Vi trat;Jatal questione dei lapsi elo scisma creato prima da Novato e
,fi':>i da. Novaziano. Vi la corrispondenza con i vescovi di Ro:fua; Cornelio e Stefano. Infine la questione sul battesimo confe'.rfrp dagli eretici. L'importanza maggiore di questo epistolario
::affiora dalle notizie storiche, fomite da chi aveva vissuto tutte le
,~teride in prima persona.
',~),La dottrina
{
~~tPrfa della chiesa cristiana antica. In rapporto ai grandi contes~fo1tj <!ella fede, soprattutto
.,.,._.
119
Capitolo 5
Per l'approfondimento
Edizioni
PL 4; CSEL 3,1-2; CCL 3,1-2.
Traduzioni
G. Toso, Opere di san Cipriano, Torino 1980 (contiene: A D1Ui,{
to; La condotta delle vergini; Gli apostati; L'unit della chiesa catto~
lica; La preghiera del Signore; A Demetriano; La pestilenza; Le bur/.'
ne opere e I' e/e11l()sina;La virt della pazienza; La gelosia e /' invidii!,/.
A Fortunato; Atti proconsolari; Lettere).
'
Studi
P. BREZZI, La riconci/azione ecclesiastica nel/a disciplina peniten~
zia/e secondo Tertulliano, Origene e Cipriano, in Atti dell'Accad~~:
mia Pontaniana, Nuova Serie, voi. N, 1952, pp. 105-127; L. DAri.gl~
NO, L'ecclesiologia di san Cipriano, in Lllteranum 50 (1984),
150; G. MoNGELLI; La chiesa di Canagine contro Roma durante l'~D
piscopato di san Cipriano, in Miscellanea francescana>> 59 (1959W:
104-201; F. TR.Isoouo, San Cipriano: un governatore di anime';iif:
Latomus XX (1961), 342-243; 549-567.
:~.l'
12n.
26
120
7.
ARNOBIO
~~t~::-~;:
'
121
Capitolo 5
Per l'approfondimento
Edizioni
PL 5, 718~1288; CSEL 4;
nes libri VII, Torino 1953 2
Traduzioni
R. LAURENTI, Arnobio: Contro i Gentili, Torino 1962.
Studi
B. AMATA, Problemi di antropologia arn,obiana, in Biblioteca tJi>;
scienze religiose 64, Roma 1985, pp. 145-155; IDEM, La cristologia~'
di Arnobio il vecchio, in Bessarione 5 (Roma 1986), 54-94. ~%
MAzzA., Studi Arnobiani, in Helikoil 3 (1963), 111-169; E. RAPJ.+;_
SARDA, Arnobio, Catania 1945.
J.~~
., .. ~\:~
8.
LATTANZIO
':''"f"li
'";!
::~
122
. :\~n;-;
i:~~~~.-~: De opificio Dei (L'opera di Dio). L'argomento dichia~~~~c{pi esplicitamente in un sottotitolo aggiunto da san Girola~~'?}~ulf _operc: di.Dio . o creazi~ne del mondo 30 ~'?pera di:;;m~ ,contro
'\~e,-.. e
nella disposizione del mondo. Lattanzio si ferma di
.
"),._.;~.'-?-'.
. . a'.dell'intervento della collera di Dio che punisce i malvayalore dello.scritto anzitutto di carattere storico, poich
'(tC>re sterrde la sua opera dopo la pubblicazione dell'editto
no (313). Perci egli pu avvalersi della fine miseranda
~rsCutori dei cristiani, da Nerone a Diocleziano. Il desti un certo Donato, 1ln cristiano sottoposto alle torture e
~~idnato, poi liberato grazie all'editto di Galerio emesso nel
.:o
123
Capitolo 5
corona eterna per i meriti della fede. Ecco che, eliminati tutti gli a,vE?J
versari, ritornata nel mondo la tranquillit, la chiesa che poco temij<j):
addietro era stata sconfitta ora risorge e con maggiore gloria si ricostiL;
tuisce il tempio di Dio; che era stato distrutto dagli empi, grazie &li~?
misericordia del Signore. Dio infatti suscit imperatori che hanno im-)(
nullato gli ord.ini malefici e sanguinosi dei tiranni e si sono presi cm~.;
del genere umano, cosicch ormai, come dissipata la nube di un temp~(
luttuoso, una pace gioconda e serena allieta le menti di tutti ... Qulli
che avevano insultato Dio, ora sono a terra; quelli che avevano distruF,;
to il suo sacro tempio, sono caduti con maggior rovina; quelli che ave~;:
vano massacrato i giusti, persero le loro anime colpevoli per i colpi c
lesti e con le meritate sofferenze. Tardi ci accaduto, certo;
modo pesante e adeguato. Infatti Dio aveva differito il loro castigo p~fi
mostrare contro di loro grandi e mirabili esempi che insegnasserd :~~
posteri che esiste un solo Dio e che Egli, come giudice, commina agli';~
empi e ai persecutori supplizi evidentemente meritati-.
. ']\
(La morte dei persecutori, I, 1-7. Tr. in G. Bos1oc E. DA.i.. Covoi.0%1
M. MARITANO, Introduzione ai Padri della chiesa, m, pp. 20-2J3
ma m>
.,
:,-;:;;~
Epistola, 58,10.
REGmus, Lattanzo, Torino 1928, p. L
" GIROLAMO,
32
L.
DE
124
~!"'{
~:;:::/.
~~'i,~fapprofondimento
'
~~~t'~.;
'P,ti!d,~ioni
,i:{:"::'.
:R: Calliani, lA
MAZZoNI,
III,pp. 13-21; M.
'jiina 1947,. pp. 151-207.
PELLEGRINO,
,:; '.
~:ktf;::.
~-91')VITrORINO DI PETIAU
~:,;(.''
nella seconda met del m secolo noi abbiamo avu. :riotizie sicure sulle chiese esistenti nell'Illirico danubiano.
1
' ; \;h,iese, per, dovevano risalire, per la loro fondazione, ad
\ antica, perch, al loro affacciarsi nella storia, esse ci ap0, perfettamente organizzate, a cominciare dalla gerarchia
inpletamente costituita in una di queste chiese, quella
javio, che viene a trovarsi il vescovo Vittorino, martire del-~rsecuzione di Diocleziano (304): Pettau, oggi Ptui nella
:.!!i:ia settentrionale, sulla riva destra della Drava, fino al
8:fiella Stiria.
t\rttorino, d'incerta origine, forse greco, fu esegeta e, per di
:~$egeta di lingua latina. Dei suoi numerosi scritti c'informa
J;iin: Vittorino, vescovo di Pettau, non sapeva cos bene il
-~ ome il greco. Perci le sue opere ci appaiono eccellenti
l. contenuto, ma piuttosto mediocri quanto allo stile. Esse
;>p~;>Soltanto
seguenti:
125
_.,,
I
aw~I
;<'{I
, ..~ ..'l~i~/i
~~~
..-..
'~?~C
Per l'approfondimento
<~:;~~
.:
''~
Edizioni
StudiPL 5,301-344; CSEL 59.
C. CuRn, Il rgno millenario
nianum 18 (1978), 419-433.
in Vittorino di Pettau, in
126
Augii$~,1~
>]~
'[},~~~
'.#j
IL SECOLO IV.
IL PRIMO PERIODO
IN ORIENTE:
Padri
stemazione definitiva a tanta parte delle dottrine teologiche. Con l' <<Editto di Milano
(313) il cristianesimo diventa religio licita,
comincia un mondo nuovo, la chiesa pu
dedicare tutte le sue energie e formulare
meglio la dottrina a fronte di varie e pericolose eresie. Il fenomeno particolarmente
vivo in Oriente: in vari centri sorgono e allargano le loro influenze ariani, macedoniani, sabelliani, nestoriani, apollinaristi e monofisiti. Per questo l'Oriente cristiano teatro dei primi grandi concili: Nicea (325),
Costantinopoli (381), Efeso (431) e Calcedonia (451). La scienza teologica raggiunge
sviluppi di inattesa profondit e straordinaria estensione. Gli autori pi in vista in Oriente associano alla loro scienza teologica
la pi avanzata cultura greco-ellenistica non
messa al bando ma accolta almeno (ma non
solo) nelle sue forme letterarie. Le scuole di
Alessandria e di Antiochia trovano in questo periodo il clima favorevole per unaripresa straordinaria, e da qui prtono i movimenti culturali pi robusti e pi avanzati.
127
Capitolo 6
il?11
di
,"fi,
J.R.
PALANQUE,
128
pp~ 19jJ~
Il secolo IV
~~ftR!o
,\~i~.~:Nacque verso il 256 e mor nel 336. Il luogo della sua nasci!4J<ie~ta incerto tra la Libia e Alessandria. Era gi anziano quan~~tominci a diffondere 1a sua dottrina. Della sua vita anterioi~{pon si conosce molto. Risulta comunque che egli percorse
~parte della sua carriera ad Alessandria e che fu molto ami~'.;d parecchi discepoli di Luciano di Antiochia, che gli ariani
p'~*sjd~ravano sempre come loro precursore: certo che a quei~~;,::Luciano la cristologia ariana non pu che ricollegarsi, a
\~,ri~o noi sappiamo del suo pensiero in fatto di subordinazioni~It{!), vale a dire, della teoria che riferiva al Figlio una subordip~pne-di-dignit..-e .di potenza. Delle dottrine di quel maestro
'~9.:cortdivise pienamente il contenuto.
~~~ Ad Alessandria egli ricevette dapprima il diaconato e, in seifill1t0, il sacerdozio. Fu quindi preposto a una chiesa della citt,
!~Jtiidi Baucali. Fu attraverso queste prime circostanze che egli
i '~ acquistando un grande ascendente e perfmo una grande
rtza che gli attrasse numerosi ascoltatori. La sua predica; rimasta per i primi tempi indisturbata, rifletteva, in ma. pi o meno manifesta, le teorie di Luciano di Antiochia.
".ecmsceme subito i punti fondamentali, che saranno quelli
:esplicita teoria ariana:
~Nella Trinit solo il Padre eterno, e perci egli solo meri. riamente il nome di Dio. Il Figlio la prima delle creatufu un tempo, in cui non era; fu creato dal nulla, ed servi. e di strumento al Padre per la creazione del mondo, ed
. esto che gli' non simile a nessun'altra delle creature. La
hdizione di essere creato comporta il non essere partecipe
ortalit di Dio; egli la sapienza di Dio, ma sapienza
'} l'immagine del Padre, ma un'immagine imperfetta e
Orisustanziale. Quanto allo Spirito Santo, di cui del resto
'arla: ben poco, egli ugualmente una creatura, per di pi
re al Figlio. TI Figlio si incarnato in Ges Cristo, e cos,
omo assunto, egli tiene il posto dell'anima 2
'Vescovo della citt, Alessandro, intervenne vietando ad
d continuare la sua predicazione. Egli si rifiut ed ebbe
oggio di non pochi vescovi della Palestina e delle regioni
129
Capitolo 6
2. IL
CONCILIO DI NICEA
:I
' Di Ario sono conservate due lettere: una indirizzata ad Eusebio di Nic.
e tramandata da Epifanio (Haeteses; 69,6) e da Teodoreto (Historia ecclesi .
1,5,1-4); l'altra una lettera pubblica indirizzata al suo stesso vescovo, in cui v
esposta la fede ariana, tramandataci da Atanasio e in traduzione latina da Ilario
Trinitate 4,12- 13; 6,5-6).
'
130
~fparte degli oppositori, gli anti-niceni, che esso non era com~~so nelle Scritture. Eppure era evidente che l'adozione di quel
(~irQiii segnava una data memorabile nella storia della teolo-
t~~~ii e il contenuto stesso dei libri sacri. Manc questa convini~<;tne da parte di molti, e cos, l'illusione che con il concilio
~~ controversia fosse stata risolta e chiusa dur assai poco.
{~~i;presto la lotta riprese, e pi accanita che mai, come dimo~tj:$Ja storia dell'arianesimo dopo il concilio di Nicea.
i~~mo
'"y
t'.('_Costantino, dapprima volle imporre la formula del conci;~().) vescovi che non la firmarono, vale a dire, Ario e i suoi
:'.s9ropagni, furono mandati in esilio. Altri accondiscesero, ma a
~{#.~to o con riserve. Ne seguiva cos che l'unione e la sconfitta
)~.rsia non erano ancora opera di un'azione spontanea di
~.nella chiesa, che pure con le sole sue forze aveva trionfato
~~-~.}>'gnosticismo, la vittoria dell'ortodossia era stata ottenuta,
if._tj:,_momento, grazie all'appoggio dell'imperatore. E tale ap;~ggib cercarono appWlto ora di conquistarselo i partigiani di
;"' ;;;. E ci riuscirono.
gli avversari della definizione di Nicea entr in grazia
:;imperatore Costantin proprio il maggior protettore di
)Eusebio di Nicomedia: per il suo istinto degli intrighi, so,un ruolo enorme nel corso delle prime controversie aria.: .ero capo del partito di opposizione e personaggio tra i pi
alla corte di Costantino, tra il 326 e il 335 riusc a far
_ una decina di vescovi dalle loro sedi, fino ali' esilio di
)sfo, diyenuto nel frattempo (328) vescovo di Alessandria .
.'.' ~f> pure che Ario e gli riani vennero richiamati dal loro
o poi riabilitati. Da allora venne a delinearsi una struttura
:,Bi.~edelia societ cristiana: da un lato i vescovi discutevano
_"'Qncili cercavano di definire, nia dall'altro c'era l'imperatore
".' fo a. intervenire per appoggiare gli uni o per deporre gli
~~;~::~~~~ ~ ... ..
:tf:
. enti
ti,'.
&~fJ,
131
Capitolo. 6
-{~
~-::.~{~
altri; bastava che cambiasse l'imperatore o che cambiasse.1Ji!W
d'opinione, che la vita della chiesa ne risentiva immediatam~n~
il contraccolpo 5
X~~
.
.
'
Dopo la morte di Costantino (337) e quella di Eusebio AA~
Nicomedia (341) successe un periodo di relativa tranquilli~~
L'Occidente era governato dal figlio di Costantino, Costafi!lt'.~
favorevole ai sostenitori di Nicea, mentre l'Oriente era retto ig~
Costanzo Il, favorevle agli anti-niceni, ma non ancora a vi~o~
aperto. Fu dopo il 350 che Costanzo Il, divenuto unico inipe~~1
tore, si dichiar apertamente ostile ai niceni, e la sua protezion~J~
per i filo-ariani dur fino alla sua morte (361).
Jg,;
Prima di parlare dei protagonisti del periodo successivo, p*g
corre fermare l'attenzione su due nomi, per motivi diversi, asS:!Jt~
importanti: Eusebio di Cesarea e sant' Atanasio.
}i~iJ
:
,.,fl,~I
4.
EUSEBIO DI CESAREA
.~,~+~
132
1&~f i Chronicon (La Cronaca): in due libri. Il primo sem;p]jemente un compendio della storia dei popoli pi antichi
~~dei, Assiri, Ebrei, Greci e Romani). Il secondo prendeva co~~[pnto di partenza l'anno 2016-2015 prima di Cristo (nascita
~;4-:braino) e giungeva fino al 325 dopo Cristo. San Girolamo
:!iff;ece la traduzione in latino, arricchendola fino al 378 (morte
~~'.imperatore Valente). Durante il Medioevo l'opera costitu
~i;fnte pressoch unica per la storia pi antica dell'umanit.
~St,~
. e
10
tiff,'
~
~y~~-~.,;
.Va
. , I ' 3 4.
~b(}Gf.
133
Capitlo 6
I.2;~
Per l'approfondimento
Edizioni
PG XIX> XXIV; GSC, in vari volumi. Nelle Soi.trces Chrti~ ,..
nn. 31, 41, 55 e 73 (Historia ecclesiastica); nn. 228, 262, 115;:
(Praeparatio evangelica).
Traduzioni
G. DEL ToN, Eusebia di Cesarea, Storia ecclesiastica,
1964.
. ..
Studi
S.
134
. ;;:
J:~. :,~~.
!$;/:ATANASIO
;";~~';
;;,~Y:~~-. ~
:o
esa.
i,:(';;$:chieratosi senza cedimenti nella difesa della dottrina sanci- :~Nicea, venne a trovarsi quale oggetto e bersaglio di implaJnemici. Divenuto vescovo di Alessandria nel 328, da allo-.b accuse e condanne che lo obbligarono ad affrontare ben
qli,e esili. Qui, per brevit, mi _ possibile riassumerli nel
drr.>- .stesso presentato dal DaIilou.
;fif.'?~fo. 0 esilio, sotto Costantino: 11 luglio 325-22 novembre 337 a
~'~;
'
'~-silio,
-,; _ esilio, sotto lo stesso Costanzo: 9 febbraio 356-21 feb~62; nel deserto d'Egitto;
-esilio, sotto Giuliano l'Apostata: 24 ottobre 362-5 settem;.-3~ riel deserto d'Egitto;
'i't:siiio, sotto Valente: 5 ottobre 365-31 gennaio 366, nel
-&d'Egx'tto.
'i<------: un periodo finalmente di relativa tranquillit affront la
;_;:carico d'anni e di gloria, il 2 maggio 373 9
135
Capitolo 6
/.~
)1
Lettura
,,,;;..;i;
si
~.
136
Il secolo IV
:,-
(~ una vergine
:z~o110 considerati come lopera pi importante, quanto a conteilllio:dogmatico, tra gli scritti di Atanasio. L'opera fu composta
:r':\:335, o, pi probabilmente, verso il 356-358. Sono tre Disi, a cui viene aggiunto un quarto trattato, di autore ignoto e
,,.,,,,J'ta posteriore. Il primo discorso insiste sull'eterna generai~Io~ del Figlio dal Padre e sulla loro sostanziale unit. Nel se'f,~~)l.do. e terzo libro vengono richiamati e opportunamente chia;'ijt,I1lel loro senso giusto i testi della Scrittura, addotti inopportu\'.~Jfuiente dagli ariani per sostenere le loro tesi. Il quarto dichiara
~~\i}t110 rapporto del Padre e del Figlio, sottolineando la distin~'.~!itie delle Persone e negando la separazione della loro natura.
,-i;~-<.>':
I'
;.:;~~i<;:_.":;.-.~.
~~Mi/itti storico-polemici
::;'"
,--
);Apologia de fuga sua (L'apologia per la sua fuga). Ata}1rttende giustificare la sua fuga da Alessandria. Infatti, nel
~aio del 357, era entrato nella citt un nuovo vescovo, certo
,g;fo della Cappadocia, insediatovi con forza dall'imperatore
~. Atanasio dovette allora fuggire e riparare nel deserto
137
Capitolo 6
>.::;~~~~
c) Scritti ascetici
\.:~~t
::.::i/~~~
138
gli ariani insiste in modo del tutto particolare sul concetFiglio), e per ci stesso lo scrittore
_ombatte il fondamento della concezione ariana che esigeva so<fo n Dio, (il Padre), essenzialmente trascendente, al quale era
'~bccorso un essere intermediario, (il Figlio), per la creazione del
(:ftj.ndo essenziimente materiale. Atanasio difende il Verbo, esi(~tnte presso il Padre indipendente dalla creazione dell'universo
;;~ontra Aranos, Oratio Il, 30-31). Ci non toglie che Dio ab~1a creato tutto per mezzo del suo Verbo, ma, a sua volta, il no~'stro autore non manca di insistere nell'affermazione che tale
#iliione mediatrice non comporta affatto un ruolo di inferiorit e
;:qi subordinazione. Cristo il vero Figlio di Dio, generato e delJ~ stessa sostanza del Padre, per natura e partecipazione.
!t'.v,, Partendo da questi principi fondamentali, Atanasio trova la
&:jSposta alle obiezioni degli ariani. Costoro sostenevano che
f;f.gbi generazione comporta alterazione e divisione nel generan~~:>Atanasio risponde che nel Padre la generazione del Figlio
~;;~:_eterna, e non pu sopportare il confronto con quelle degli uo~l't.IJu. _In Dio non c' n un prima n un poi. Allo stesso modo
}a~'.prerogative della piena divinit del Figlio trovano il loro fon~iJ#i:nento sulla base della sua immutabilit. E principi analoghi
~liJm>ho richiamati sia nelle Lettere a Serapione, sia nel concilio
[t~,A!essandria del 362, per sostenere la divinit dello Spirito
~irto.
[:l'approfondimento
<oni
0PITZ,
'.J934-I941.
f,
139
Capitolo 6
Traduzioni
G .LM. BARTELINK, Vita di sant' Antonio (Introduzione di ,
Mohnnann), Milano 1974; E. BELLINI, IncarnaziOne del Verbo, Roful
1976; B. BoRGHINI, Incarnazione del Verbo e Vita di sant' AntoniO,Al
ba 1972; L. JAMMARONE, Lettera a Serapione: sulla divinit dellciSpi,,
rito Santo, Padova 1983; L. LEONE; Contra Gentes, Napoli 1965; E
SALA, S. Atanasio: Cr~sto Dio (Gontra Arianos), Siena 1933~
.j.:;~
Studi
G. Bos10-E. DAL Covow-M. MARITANO, Introduzione aiPatf,r
della chiesa, m, pp. 219-246; G. PETERs, I Padri della>chiesa (Au~~~:
sio), vol. II, Roma 1991, pp. 12-44; M. SIMONETII, La crisi ariana (ii!.
IV secolo, Roma 1975.
140
IL SECOLO IV.
IL SECONDO PERIODO
IN ORIENTE:
I PADRI CAPPADOCI
141
Capitolo 7
) L' apollinarismo
>::w~
142
~~~,:~;;:l macedonianismo
(i~,~:;-Quanto
si
-_ ere
143
Capitolo 7
1.
BASILIO DI CESAREA
144
Il secolo IV
~~:~critti esegetici
~<<'Exaemeron (La creazione del mondo). Il lavoro risulta di no:;::'"'- omelie, recitate durante una settimana della Quaresima, e
Cf. M.
PEu.EGRINO, voce
145
Capitolo 7
No
b) Scritti dogmatici
~:.:.~t:
<~'.:-\:~/~;;
<;t:?J
:'1~i
146
n secolo
IV -
n secondo
periodo in Oriente
_o si sent in dovere di rispondere, sia per impegno personajl!, per esposizione dogmatica, e cos intese dimostrare che il
:Yicmanza di luogo: (come fufatti ci si potrebbe avvicinare corpo'eij.te a uri essere fucorporeo?), ma nello stare lontano dalle passioni
tgono nell'anima a causa del suo amore verso la carne e la allon;;~~~o' dall 'futimit con Dio. Bisogna quindi purificarsi dalla sozzura
~~nf,1-atta col vizio e ritornare alla nativa bellezza, restituendo, per cos
,.,_;',"'O:all'immagine regale laprimitiva forma mediante la purezza; solo
;fpossibile avvicinarsi al Paraclito. Ed Egli, come un sole, se tro,:il_ >cchio puro, ti mostrer in se stesso l'immagine di Dio invisiNella.beata contemplazione dell'immagine, tu vedrai l'ineffabile
-~z~dell'archetipo. Per mezzo dello Spirito, i cuori s'funalzano, i
lisono condotti per mano, i progredienti diventano perfetti. Egli
'.lita G9loro che si sono purificati e, comunicandosi loro, li rende
' ' ~~. Queste; per citarne solo poche fta le molte, sono le nozioni
pjrito Santo, sulla sua dignit e sulle sue operazioni .
. Ji>rno'allo Spirito Santo 9,23. Tr. in G. Bos10-E. DAL Covar.o. '
M. MARITANO, Introduzione ai Padri, m, P 275)
--epistolario
:,\~latrici del suo gusto letterario e della sua cultura, le letdi Basilio, che abbracciano un periodo che va dal 357 al 378
147
Capitolo 7
. s~~
'}\~
'~~~
>~M
d) Opere ascetiche
/}~~
!''f~
148
:1
lffi,
i{f~-:-f.:.
:.>~f:~:<';"'J
;iji~ raccolta di istruzioni sulla vita religiosa, in forma di rispo~~m~~~ quesiti, risposte per avanzate senza l'esigenza di un ordine
!;> f:gic', La prima raccolta comprende 55 numeri che trattano dei
'.\.:iitidei monaci; la seconda, di 313 numeri, svolge una specie
t:'jSistica della vita monastica 4
,:;,, ;'.>}
~~,
~E0l<Thttavia i suoi compiti pastorali e la sua breve vita gli lascia~~.f.(!~p in realt solo poco tempo per costruire una complessa opeCl'Y J~ologica. Gli consentirono hl.meno di metter in luce alcuni
' -~-~tti singolari della dottrina cristiana. A parte la controversia
'oEunornio, seguace di un arianesimo radichle, merita d'es)ico:fdato il suo trattato sullo Spirito Santo, che, oltre ad af. ru:ne 1a divinit, ne descrive in maniera mirabile l'azione
iafede, nella liturgia, nella vita quotidiana della chiesa 5
J:{ :, ...
tmom
i!,11; Noo-M.B. ARTIOLI, Opere ascetiche, Torino 1980; M. FORLIN... eco, Le lettere di san Basilio, Torino 1983; E. CAVALCANIT, L' e:fnza di Dio nei Padri greci. Il trattato sullo Spirito Santo 4i Basi'FCesarea, Roma 1984; M. NALDINI, Discorso ai giovani, Firenze
:s4~.JDM, Sulla Genesi (Omelie sull'Esatnerone), Firenze 1990; A
,, no-.RAccoNE, Epistolario, Alba 1968.
~. M. PELLEGRINO,
.<tr. A
149
Stmfi
~ww?
Illavw.
2. GREGORIO DI NAZIANZO
Fu pressoch coetaneo di Basilio, e di lui grandissimo ,
co. Nativo egli pure della Cappadocia (329-330), ebbe i ila
un famiglia cristiana: il padre infatti era vescovo di Nazi.
nel sud-ovest della Cappadocia,
Compiuti i primi studi a Cesarea di Cappadocia, dove:
nobbe Basilio, pot continuarli a Cesarea di Palestina, po
Alessandria, dov'era vescovo Atanasio, e infine ad Aten~,;
fu raggiunto da Basilio. I due amici si trovarono in pieno :
do per condurre una vita illibata, pur in mezzo a quella eff
scenza goliardica. Negli anni 355/356 Basilio lasciava Ate]'i
rifugiarsi nel suo primo eremitaggi, presso Neo-Cesare'.!:
raggiungeva pi tardi anche Gregorio. Fil in questo perio~
vita comune che essi compilarono quella serie di estratti.',
,:
opere di Origene, nota con il titolo di Philocalia.
Gregorio per non seppe reggere a lungo a quella vi!a
austera: affiora qui infatti uno degli aspetti pi singolari de.
temperamento, una certa quale incostanza in contrasto con .
lio, uomo d'azione e di rara fermezza di carattere. Egli,. re
presso il padre, che lo ordin prete, all'incirca nel 360, VI. :'
per nove anni, aiutandolo amorevolmente nell'amministra#
150
D secolo IV -
:a
'- elle sue Orazioni, pochissime sono quelle di carattere ese,:c;oiOttime sono quelle di natura morale in senso stretto: ve
. -~~~- .
151
Capitolo 7
. '~-~
umiL
disprezzi 8,
152
;ma greve materialit, venendo a contatto con la carne attraverso la me.,@lzione della mente 9 L'uomo terrestre, cos, divenne Dio, perch si
;1'9se insieme con Dio, e divenne una persona sola, dato che prevalse
;1;~16n~nto superiore, affinch io diventassi Dio allo stesso grado, nel
~4\(al Egli era diventato uomo. Nacque, vero, ma era stato anche ge{~fato: da una donna, certo, ma che era anche vergine: il primo fenol:fuehcf umano, il second divino. Da una parte non aveva padre, ma
~:('all!3ltra non aveva madre: sono entrambe manifestazioni della divini~i,F portato in seno, senza dubbio, ma fu riconosciuto dal profeta, an~9h;egli ancora portato in seno, che sobbalz dinnanzi al Verbo, per il
.:J .. . ~ aveva avuto la vita. Fu avvolto, certo, in fasce, per, risorgendo,
:-. _ber dalle fasce, nelle quali lo avevano sepolto [... ].
1;~:~1}fyfuore, ma d la vita e con la sua morte distrugge la morte. Viene
" ili, ma risorge. Discende agli inferi, ma ne trae le anime, sale al
'verr a giudicare i vivi e i morti.
(Orazione XXIX, Theologica m, 19-20. Tr. di F. Trusoauo,
Cristo nei Padri, Brescia 1981, pp. 122-124)
gorio di Nazianzo fu il primo a curare una edizione cri.come diremmo noi oggi, delle sue lettere su richiesta di un
')ylicrobo: autore di ben duecentoquarantaquattro lettere,
peI: la maggior parte tra gli anni 283-289. Esse sono so6 a carattere autobiografico, per lo pi dirette a fanliari
-. ici, molte brevi e concise. Importanti dal punto di vista
,. O; lo sono meno nel riguardo storico e documentario.
oche sono quelle che trattano rgomenti di teologia. Vanrd,_te comunque le lettere 101 e 102, nelle quali l'autore
..di mira l'apollinarismo. Dalla lettera 101 il concilio di
:_(~31) riprese un passo esteso,.e il concilio di Calcedonia
:19 nport per intero.
'.'\risse, come abbiamo gi visto, migliaia di versi, specie ne;. anni di vita e nel suo ritiro. I suoi canni abbracciano
'iti vari, per lo pi con riferimenti autobiografici. Non
t, contengono argomenti non personali, e riferiti a mo.. Jlinare, come si sa, negava che in Cristo esistesse !'anima razionale, il cui
occupato dal Verbo di Dio.
153
Capitolo 7
tivi di fede. Questi ultimi, per lo pi, sono svolti in una sh:
prose ritmate. Gregorio infatti si assfulse il compito, tra l'af
di combattere gli avversari nella fede ma anche con le stesse . ~;;:'.
mi da essi usate, in particolare cntro gli apollinaristi, i quali#1;~
cevano ricorso ai ritini poetid per diffondere le foro toori.~i~
mezzo al popolo. Alcuni titoli dei crmi di Gregorio possoliq,Cl,~~
re un'idea degli. argome?ti trattati (De Patre,: De _Filio; De Sp{fji
tu Sancto; De mcarnatzone adversus Apollmarzum, ecc.). :~.f.0
-,.,&f
Dopo quanto si ora esposto risulta che non sarebbe gi~~f\i::]
ridWTe, come sovente avviene, l'opera del Nazianzeno a qlie)1~7
di un semplice rappresentante autorizzato della credenza corii~;fu
ne, propria della chiesa del tempo, vale a dire, di un seIIipliC .
terprete delle dottrine ricevute per tradizione. Nella de~i
del rapporto tra le tre Persone divine e, in particolare, dell~ reJa,,i~
zioni dello Spirito Santo con le altre due Persone, per li q~~~
non esisteva ancora una dottrina in tutta stabilita, egli die .
suo apporto' di chiarificazione e cli precisazione, andando
avanti di quel che avessero fatto i suoi predecessori, nel for(ij_ '::.i<
lare la dottrina della processione dello Spirito Santo. . .<~~~
Egli definisce la prima delle tre Persone mediante l' ttgh,:
nesis (il nrin essere gilerato); la seconda, mediante la ghenW
(l'essere generato); la terza mediante l'echop6reusis (la p~,
sione). Lo Spirito Santo - egli affemia-; in quanto proced
Padre, non creatura; in quanto ingenerato, non Fig~q~::.,;,,i
quanto in mezzo tra l'ingenerato e il generato Dio 10 ; La. .~9~
logia cattolica non avrebbe dovuto fare che un passo pi V'
con la proclamazione del Filioque (proclamando cio cK
Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio) per giungereJ:i,
todossia quale doveva essere ddpo definitivamente fissat.~1}
1
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 35-38.
TradU2ioni
Q. CATAUDELLA, Gregorio Nazianzerio, Orazioni scelte;]' .
1936; E. BOL.ISANI, La poesia del Nazianzeno, Padova 1953; E C(j.
10
11
154
. Y,;~z~,
1095-1<)9~~1;
~~t
~~:j,;;p, RuoAss, La figura di Cristo in san Gregorio Nazianzeno, R~Jij.~'':1968; E. BELLINI, Il mistero trinitario nei primi discorsi di san
~,.frgrioNazianzeno, inAugustinianum 13 (1973), 525-534; A CA-
'.~kfno, Virt e ricerca di Dio nel/' epistolario di san Gregorio di Na?/ilip~zo, in Sileno 5-6 (1979-1980), 183-207; U. CR1SCUOLO, Grego(1,~'B;di Nazianzo e Giuliano, in AA VV., Talariskos, Napoli 1987, pp.
J-:'"5;2os; F. Tu.Isoouo, La figura del!' eretico in Gregorio di Nazianzo,
. i:igiistinianum 25 (1985), 793-832; IDEM, La pace in san GregofNaz'ianz, in Civilt classica e cristiana 7 (1986), 193-229; S.
. ()NE, L'anima come immagine di Dio nell'opera di Gregorio Na)ino;in Civilt classica e cristiana 6 (1985), 565-571.
~:L.
~(g{:J:GREGORIO DI NISSA
~f~'f=:::.~::.
a;~(1Naeque
155
Capitolo 7
...:.. ,,-;
,#~
.::,~
a) Trattati dogmatici
-A~#~S
Verso il 36QJ';~~;~
<)~
donna era l'oggetto del nostro parlare, se pure era una donna: ncm so se siif
connotare su un piano naturale colei che si ~a elevata al d sopra della natiii:h\; .
s scrive il Nisseno in apertura del libro a. lei dedicato (Vita di sanJa Macrinq.;J;
156
~ff)::
~'.: 0 Anche contro gli eretici pneumatomachi redasse lo scritto
~'!J6(Spiritu Sancto (Intorno allo Spirito Santo), di cui difese la
~dNfuit. Nel Mversus Apollinarem (Contro Apollinare) trov
t~~fo la teologia dell'incarnazione nel suo rapporto con l'unit
~~'.d).la natura umana: una delle opere pi notevoli del Nisseno.
~!'.~'.,(>ratio catechetica magna (Grande discorso catechetico)
7~sposizione di tutto il piano di salvezza nel suo insieme:
.. ione dell'uomo, peccato originale, incarnazione e reden'ri~, sacramenti. In nessuno scritto del Nisseno appare pi
. aro il suo pensiero. Pi di qualunque altro Padre del IV secolo
i approfondisce il dogma e si sforza di renderne conto di
;" nte alle obiezioni dei filosofi 13
;$crtt esegetici
.;~~~;'.>Meritano anzitutto d'essere ricordate le opere intorno al priwm~f capo del Genesi. Basilio aveva lasciata incompiuta un'opera
'"'''qesto soggetto, l'Exaemeron. Egli s'era limitato a trattare
:gomento, adattandosi a un pubblico di fedeli certamente non
g~toistruiti e non molto esigenti. Non aveva trattato della creai:)ne dell'uomo. Non erano mancate alcune critiche. Gregorio
, se perci riparare, come dimostra il titolo del suo scritto:
togla in Exaemeron (Esposizione apologetica sul!' Exaeme.. .t;:gli procede per una strada nuova, basandosi su una nuova
.ne dell'intera creazione. E vi aggiunge perfino una seconda
. a, sulla sola creazione dell 'omo (De opificio hominis) 14
-$:e.risse commenti anche a singoli libri della Scrittura: otto
.~lie Sull'Ecclesiaste (In Ecclesiasten homiliae VIII); quindici
~'lie sul Cantico dei cantici (In Canticum Canticorum homi0'i~V); cinque discorsi sulla preghiera del Signore (De oratioominica V), ecc.
Cf. E. CoRsINI, Plrome humain et plrome cosmique chez Grgoire de Nys:Ecriture et culture philosophique dans la pense de Grgoire de Nysse (Actes
o{/oque de Chevetogne), Leiden 1971, pp. 111-126; U. BIANCHI, Presupposti
JCle dualistici nel/' antropologia di Gregorio di Nissa, in AA VV., La doppia
_'ne. del/' uomo negli Alessandrini; nei Cappadoci, nella gnosi,. Roma 1978,
~3'"15.
157
Capitalo 7
c) Opere ascetiche
-:;);.'
. . :' ,~_>:
-.. ~;
j~,
d) Le orazioni
<~-~?~
0
L'epistolario del Nisseno assai meno copioso di quello~l
Nazianzeno e risulta di non pi di una quarantina di letter~;;~~~
tate dalle pi varie circostanze, tra cui abbondano le sempllf~
municazioni o le presentazioni. Non molte quelle purmerite.Q1l
casionali; pi importanti le lettere di contenuto dottrinale: ~~
in particolare, degna di essere richiamata, diretta al fra ' '.
Pietro, e tratta della differenza fra i due termini essenza (o~
ra) e ipostasi. Ma le lettere pi interessanti sono quelle
ai luoghi santi, .indirizzate alle sue amiche lontane: una ti
una commossa descrizione della Palestina, mentre l'altra sglia i pellegrinaggi verso i luoghi santi a colOro che sono_ e'
ti nella vita petfetta, perch non sono necessari alla sal.
dato che egli stesso non ha constatato un reale cambiamen~
la visita in Terrasanta: e poi Dio dappertutto; anche a e _
ricordare anche l'epistola 85, indirizzata a Anfilochio d'I
che un vero gioiello di architettura sacra nel descrivere~:.
i particolari un mysterion e una fonte, per quanto rig',,
larte cristiana del tempo.
e) Le lettere
158
Il secolo IV
f:~>
;i:'.'
~ttura
..
,);.'
~It'._
Ogni dottrina sull'ineffabile essenza divina, nonostante l'appaun discorso elevato e rispondente alla realt di Do,
r?girilnto una somiglianza dell'oro e non l'oro vero. Infatti, un valore
'.~A~ supera 1'intelligenza e ogni concetto razionale, non possibile che
i~YiDmostrato nella sua interezza e perfezione. Ancorch si tratti di un
l~lo, iniziato in paradiso agli arcani misteri: egli ascolt s parole
;:ipeffabili (2Cor 12,4), ma ineffabili rimangono i pensieri su Do. Egli
(~sso -afferma infatti che questi pensieri non si possono esprimere a
t{atoie.
tX. -E allora, coloro che suggeriscono qualche valida considerazione
iWU~intelligenza dei misteri, non possono affermare come questi siano
:\W)~stessi, masi limitano a descrivere lo splendore della gloria, l'im@gine dell'essenza, la bellezza di Dio; ad affermare che in principio
~il Verbo, che il Verbo era Do. E tutto ci a noi, che non abbiamo
[i:~~tp quel divino tesoro, sembra che sia oro; invece, per coloro che
~~~srio contemplare la verit, appare come oro, ma non lo_ (... ].
~+W>L'essenza divina al disopra dell'ambito del pensiero. Anzi, il
tt che ne abbiamo, solo un'immagine di quello dovuto. Infatti,
rion mostra l'autentica realt di Colui che nessuno ha conosciuto
u onoscere n vedere, ma, come in uno specchio e in una figura
eh.osa, ne descrive soltanto l'apparenza [...].
I/anima, invece, condotta per mano attraverso tali pensieri, alla
~Zione delle cose ineffabili, con la sola fede deve ospitare in s
_i-e~senza che supera ogni intelletto.
(Commento al Cantico dei Cantici, 3. Tr. di M. SPINELLI,
in Teologia dei Padri, Roma 1974, I, p. 21)
:J'~riia, propria di
159
Capitolo 7
,!'
Per l'approfondimento
Ed
:./'f'.
iziom
Lj,7~
-:_:~~
Traduzioni
' ;5~"
S. LILLA, Gregorio Nisseno, Giovanni Crisostomo: La verginitJ,~;
Roma 1967; IDEM, Fine, professione e perfezione del cristiano, R~~~!
1979; IDEM, L'anima e la risurrezione, Roma 1981; N. NALDINI,1i?~;
grande catechesi, Roma 1982; R. Cruscuow, Epistole, Napoli 19~\l~
G. CALDARELLI, La preghiera del Signore, Omelie sul Padre nostfbi,~
Roma 1983; G. LOZZA, Discorso sui defanti, Torino 1991; C. Mo~;~
SCHINI, Opere di Gregorio di Nissa (Antologia delle opere pi sigrJ'tft{i
cative, Torino 1991; IDEM, Omelie sul Cantico dei Cantici, Rm,~
1988; E. GIANNARELLI, La vita di santa Macrina, Milano 1988; M./S~~
MONETI1, La vita di Mos, Milno 1984.
.~;>:~
;~~
Studi
E. CAVALCANTI, I due discorsi: De pauperibus amandis;': ':
Orientalia Christiana Periodica 44 (1978), 170-180; B. SALM<f
Ragione e liberto in Gregorio di Nissa, in Vetera Christianoruni
(1979), 251-258; B. SALMONA, Gregorio di Nissa eia cultura lal
in Civilt classica e cristiana.>>, Genova 1985, pp. 489~506;
progetto di Dio sull'uomo: analisi del De homiris opificio di...~
gorio di Nissa, in Temi di Antropologia teologica, Roma 19!H;'
343-376; IDEM, La dimensione ecclesiaie in Gregorio di Nisf.~
AAVV., La concezione della chiesa nell'antichit cristiana, Qe
1986, pp. 9-26; B. TEsrA, L'anma nel pensiero di Gregorio di,
in Communio 83 (1987), 36-58; U. BIANcHI, Presuppsti plat:
e dualistici nell'antropologia di Gregorio di Nissa, in AAVV;:
doppia creazione negli Alessandrini, nei Cappadoci e nella gnosi;:_
ma 1978, pp. 83-115.
IP>.
160
IL SECOLO IV.
L'OCCIDENTE
161
Capitolo 8
si
'M. SIMONETri, La ctisi ariana nel secolo IV, Roma 1975, p. 136.
162
Il secolo IV - L'Occidente
)es
Capitolo 8
. !;f,\
gi fu immediatamente sostituito nella sua sede milanese aa:url'.;
vescovo cappadoce, di nome Aussenzio, completamente favo~1f
vole ai nemici di Atanasio.
' .i1
Mai, per l'ortodossia, la situazione era staia pi critica.c!6eE;
in questo tempo cos angustiato. Ovunque le grandi sedi episcO,~'
pali erano vacanti od occupate, se non dagli ariani, dalle)of~f
creature, come quella di Aussenzio a Milano. Nel frattempo.fu~f
rono tenuti nel Medio Oriente alcuni concili, atti a dimostrir&;1
certi dissidi fra gli stessi ariani. Fra essi va ricordato parti-01~~~
mente quello di Sinnio del 357. La formula conclusiva esclrid~~
va, in particolare, in rapporto al mistero della Trinit e in :e~i\t;~
zione al Figlio, l'uso dei due termini homosios (consustarizia~fi
le) e homoiousios (simile secondo la sostanza). In Occidef!~'.~
quella formula fu considerata manifestamente eretica; tantcf;i:fii
essere pubblicamente definita la bestemmia di Sirmio. Da i:>)
lora i nemici dichiarati ddla divinit di Ges Cristo trioilfaro
ovunque. Girolamo non avrebbe tardato a definire quell'e
con parole che rimasero famose: Tutta la terra gemeva, sd
sa di vedersi divenuta ariana! 3
Ancora una volta per furono gli avvenimenti politici
gnare una direzione nuova alle vicende religiose. Il 3 nove .
361, Costanzo veniva colto dalla morte. Al suo posto occtf.
trono il suo givane cugino, Giuliano, conosciuto poi cl tj
di Apostata . .Infatti egli si preoccup ben presto di dareai:
stini dell'impero una direzione del tutto opposta a quella
predecessore: la reazione pagana, da lui concepita ed effet
.
.
segn una data anche nella storia della chiesa 4
Con la sua morte precoce, per; avvenuta durante fa e '
gna da lui intrapresa contro la Persia (363), si ebbe il ti ..
della sua opera, e di essa non rest che un pessimo riCq
in tutto questo tormentato periodo del bel mezzo d~
secolo che emergono, anche in Occidente, alcune figur ..
mo piano, di cui dovremo occuparci, a cominciare dal.
Ilario di Poitiers.
'Cf. G.
216-218.
..
.:~(.{
':,
164
Il secolo IV
L'Occidente
> _Nacque a Poitiers, nell'Aquitania, Francia occidentale, iniforrio al 315, forse da famiglia pagana e nobile. Con ogni proba'.~il;itil ricevette un'educazione liberale nella stessa sua patria,
:fpf8e a Bordeaux, che a quel tempo era un centro culturale di
;ptjilrissimo ordine. anche probabile che egli si sia orientato
(ij:~;f~de cristiana dopo assidua meditazione e profonda rifles~ione,, coine sembrano suggerire alcune testimonianze della sua
~~pera maggiore (De Trinitate). Una volta ricevuto il battesimo,
;~on sappiamo quale ruolo egli abbia sostenuto nell'ambiente
~~:~c1esistico prima dell'episcopato. Intorno al 360, alla morte
:ta~Ivescovo di Poitiers, Ilario venne chiamato a succedergli: in~~lffiiincia cos, da quella data, la sua intensa attivit di pensiero
~~;<lizione, fino a occupare un posto di rilievo nella storia del
i:Wrscolo, e, in particolare, nella letteratura cristiana antica per
~~:!lifesa dell'ortodossia cattolica nella professione del simbolo
~~1'e11, eontro le teorie di Ario.
![J;;?ta Gallia era rimasta a lungo estranea alle controversie che
@i:\tevano tormentato l'Oriente. Ma le cose cambiarono, allorch
~~I~petatore Costanzo, per la rivolta di Magnenzio, dovette re~iQ';si- in Gallia. Fu allora appunto, come s' visto in precedenza,
----- j;~gli- indisse il concilio da tenersi ad Arles nel 353, prima e
a Milano, due anni pi tardi. Quanti si rifiutarono di sottoyete le imposizioni avanzate dall'autorit imperiale, venneeposti ed esiliati: anche Ilario, a sua volta, venne deportato e
otto_ nella Frigia {Turchia asiatica) nel 356: vi rimase per
; 'quattro anni.
;ptal termine di quel periodo di tempo che Costanzo, forse
:zli~rarsi di un personaggio divenuto ormai, proprio in OrienD::po' troppo scomodo, gli concesse la possibilit di rientrare
;iiJlia. In seguito, per la ribellione di Magnenzio, Costanzo
parve dalla scena politica dell'Occidente, e, con lui, ogni
'gid'intervento nelle cose religiose della Gallia. Cos Ilario
:rj_-preridere la sua azione sia sul piano dottrinale sia su quel' )plinare e morale. Condusse una lotta senza quartiere, unit a Eusebio, vescovo di Vercelli, per smascherare Aussen- o dei capi filo-ariani, insediato a Milano. Arriv persino a
o,_rre un'opera di natura polemica contro gli ariani, vale a
;:otitro Aussenzio (Contra Arianos vel Auxentium).
165
Capitolo 8
a) Opere dogmatiche-polemiche
.
~~
. I]'@i
De Trinitate (La Trinit), giunta a noi anche con altri tit<>J:~),~
,.-,,.,':
5
pp. 9-10.
166
Introduzi6rii;~
<t
Il secolo IV
L'Occidente
lti~ra
~ifji/~atura
.,r:.'b',(:__ , .'.
. .
'!'.' ~- ..
~.'
167
Capitolo 8
b) Opere storiche
>~~~2~
))i'~
;:..,:~:{~~:
,~;
d) Gli intU
168
Il secolo IV - L'Occidente
:. :.,
l'ppprofondimento
ioni
PL 9-10; CSEL 22 (1981); CSEL 65 (1916).
'lf+ioni
i::L Tuzzo, LA Trinit, Torino 1971; P. VIOLA-E SARTORI, Com'ip al Vangelo di Matteo, Citt del Vaticano, 1983.
'<.;H.di
~if.fpJica e letteraria, Il Cairo 1956; R. IACOANGELI, Il linguaggio sote~~iJ.:J,{ggico di Ilario di Poitiers, in Cristologia e catechesi patristica, I,
~{(i.dpia 1980, 121-148; C MoREScHINI, Il linguaggio teologico di /la-
%:Jef?~';4j.foitiers, in La Scuola cattolica 53 (1975), 39-375; A ORAZf:fto,.Jlario di Poitiers e la universa caro assunta dal Verbo, in Au,,.... - 'anum 23 (1983), 399-419; M. SIMONETTI, Note sulla struttura
:cronologia del De Trinitate di Ilario di Poitiers, in Studi urti 29 (1965), 274-300; IDEM, Note sul Commento a Matteo di
,;;~t#f(odi Poitiers; in Vigiliae Christianae 2 (1965), 165-182.
~)~~'(.i::
.. : .
..
169
Capitolo 8
2.
EUSEBIO DI VERCELLI
170
Il secolo IV - L 'Occidenl
lettura
: ....
~-~'"
''.:'
lt{]rijutazione di un eretico
'hf
soluzioru: o esiste per essi wia sola etenuta, OPPure c'e, per en-
~'f~rl'pprofondirriento
sf'i,\. .
.:,',_'zioni
~\~{-\L.
ti'~
2.
171
Capitolo 8
3.
MARIO VfITORINO
8M
La:syPJ
idifli
;'&~
172
Il secolo IV - L'Occidente
:?:iet, Signore!
<'';:
. Il giudizio su Vittorino, dato dagli studiosi del nostro tem molto positivo. Questo professore di retorica seppe coni!~{ifare con molta serenit, cortesia e impeccabile logica gli argo'.~frinti degli ariani. Indubbiamente, nei suoi brevi trattati, egli di~(:te pi da filosofo che da uomo di chiesa, ci che era a quel
~~~po un'originalit degna di nota. In queste discussioni meta;jsiche, ove si esplica la sua vigorosa dialettica, egli si sforza di
~:p9;
;;;'.!;/
~;,: ' .
173
Capitolo 8
174
~Ql COSTANTINOtoi~~~It~
EFESO (431)
E CALCEDONIA (451).
L'ORIENTE
G li
175
Capitolo 9
dell'impe~
1
2
176
;..
m, PP
363-364.
.177
Capitolo 9
1.
GIOVANNI CrusosTOMO
atll1if,
178
~i
Ma ben presto
.; ;~-
?fq.no
?~.:.,;:-'
'
179
Capitolo 9
.,;;
::
d) Feste religiose
Molti temi delle sue numerose omelie furono dettati dalla ii~:
correnza di solennit liturgiche (Natale, Epifania, Gioved e Ve~:
nerd Santo, Pasqua, Ascensione, Pentecoste, ecc.).
e) Discorsi occasionali
180
;:Lettura
~>
4 J. QUASTEN,
181
Capitolo 9
maes~~
di L. BouYER~L.
g) L'epistolario
. ''~"":-.,.f
.,,,:~>~:~
u;i
__ ,.
182
,~;
;~1Ie parole di lei, uno tra gli epistolari pi belli. Rimasta vedo'~.a m9lto giovane, Olimpiade dovette vincere le resistenze dello
....
..... .
~g;r l'approfondimento
~Edi~ioni
~f PG 4764; G. BAREILLE, Oeuvres compltes, Bar-le-due 1865~!':~13 (19 voll.).
GRvsoN, Le mi-
l,'-"-"
.;,~
;_'.
I.~ .'.:,~':' -;
183
apitolo 9
Yi''
Traduzioni
Studi
A CERESA GASTALDO, Teoria e prassi nelle catechesi battesrriMe
di san Giovanni Crisostomo, in Catechesi battesimali nei Padti dell//
secolo (a cura di S. Felici), Biblioteca di Scienze religiose 60, RomA'
1984, pp. 57-63; M. DUJARIER, Breve storia del catecumenato, To~~;
1984; M. FALANGA, Il pensiero pedagogico di san Giovanni Crisos(f~
mo, Bari 1984; AM. MALINGREY, voce Giovann Crisostomo; #,i;
DPAC, Il, 1551-1558; H.J. MARRou, Storia delreducazione nell' anfij;
chit, Roma 19842 ; A NocENT, Il sacedozio dei fedeli secondo',sM:
Giovanni Crisostomo, in Vetera Christianorutn 7 (1970), 305"324;;:
G. SFAMENI GASPARRO, La coppia nei Padri, Milano 1990, pp. i4()S\
149; F. SPEDALIERI, La Madre di Dio nella soteriologia di san Gi'i:~
vanni Crisostomo, in Ephemerides Mariologiae 1965, pp. 385-4ff~;
S. ZINcoNE, Ricchezza e povert nelle omelie di sali Giovanni.Cris~~:1
storno, L'Aquil 1973; IDEM, Lo Spirito Santo nelle catehesi disq'fr',
Giovanni Crisostomo, in Lo Spirito Santo nella catechesi patristicl_i(~J
cura di S. Felici), Biblioteca di Scienze religiose 54, Roma 1973;-:pp~;
23-31.
...~:
<:'
2.
EPIFANIO DI SALAMINA
184
L'Oriente
fidinciare
185
Capitolo 9
cpl
-:~.)
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 41-43; GCS 1980-1985.
Traduzioni
C. RI001, Epifanio ontro Mani (Panariori e Haereses),
1967; IDEM, Epifanio, l'ancora della fede, Roma 1977.
'I
' ~.;;
'i{~
f{_~fA~
,tr::
},ii
Studi
C. RiGGI, La figura di Epifanio nel IV secolo, in Studia Patif~ijfil
ca VIlI, (TU 93), Berlin 1966, pp. 86~107; IDEM, Il termine h,g~fef{;
sis in Epifanio, in Salesianum 29 (1967), 3-27~ IDEM, Origefi~;,~
Origenisti sec?nd~ Epifanio, in .Augus~anum~~ 2~ (1986), I 1$d$~~
AA VV., L' orzgemsmo: Apologie e polemiche (g1a citato nella n~ta~l
. -:.: ::;;~t-i:;.
,:,
186
Cf. J. DANIlDU, Nuova storia della chiesa, p. 393. Cf. R. AoRAIN, voce
. fi4ire, DHG, III, 962-982; A GRILLMEIER, Ges il Cristo nella fede della
}a~ Brescia 1982, (2 voli.), I, pp. 606-626.
187
Capitolo 9
....~~~~
di Mopsuestia.
188
Calcedonia - L'Oriente
~e;,. l'approfondimento
iJizioni
;;~.('( PG .66,9-1020.
:,Vfi:Jduzioni
f'.Qilt del Vaticano 1939; Les homlies catchetiques, (a cura di R. Tonii\~ti e R. Devresse), Studi e Testi della Biblioteca Vaticana 145, Citt
;ifLVaticano 1949.
"- ~:-:.'
~}:
(::: fi
~S'Ui,a, oggi Mar'as. Studi ad Antiochia ed entr in 1ln monaste~~~.i;,posto nelle vicinanze della citt, dove poi visse come prete.
~!p.n., certo che seguisse le lezioni di !eodoro di Mopsuestia,
~;m,~, ne conobbe certamente le opere e 81 fece seguace e propu~jfill:~tore delle sue dottrine, soprattutto nel campo cristologico.
~~~ ortoscenza che egli si procur in fatto di scienze sacre fu int'U.Pbbiamente considerevole.
r~_-;,_,.
X> .
~'::}::!'Si tenga presente come anche nella conclusione liturgica delle preghiere del-
''Ja"Messa si trovi sempre questa clausola: Per il nostro Signor Ges Cristo, che vive
;{,frgna con Te nell'unit dello Spirito Santo. Non detto nell'unione, ma nell'uni;i;!~; 'me nel latino corrispondente: in unitate.
~~F
189
Capitolo 9
_.::).
'"j~
Dopo la morte di Sisinnio, vescovo di Costantinopoli, ~:V$~
venuta nel dicembre del 427, Teodosio Il lo scelse come succ~~;~:
sore sulla cattedra della capitale. Cos, fin dall'inizio, egl~:~U:
distinse per il suo zelo contro gli eretici e contro tutto ci che gll~
parve abuso o errore. Ma le persone sagge poterono ben pres~~;;
notare che lo zelo del riformatore era spesso indiscreto. Egli<ii,i,~~r
fatti non manc di sottolineare un errore nell'appellativo The&J);
tkos, comunemente attribuito alla Vergine negli ambienti c&;}f
stantinopolitani. Da quel momento il termine divenneoggettd~;
aspre discussioni e la notizia fu conosciuta anche altrove, per:(~~;;;
no a Roma, soprattutto, come vedremo, per opera di Cirillo, v~~,'
scovo di Alessandria.
~,;;~,;i
Le discussioni su quell'argomento divennero cos imp~gii~t~
tive e cos decisive da provocare ben due convocazioni: un ~Jri,~f~
do a Roma nel 430 e l'anno dopo un concilio ecumenico aEf{~
so: la conclusione port alla condanna e alldeposizione di ij'W:
storia. Fu allora che venne naturalmente e solenilemeflte~
proclamato il titolo di Theotkos riferito alla Madonna. <H~l~
Le accuse mosse contro Nestorio e, di riflesso, i tentat!'fi~
spesso tendenziosi, a cui egli stesso ricorse per difendersi e gi~f-<i.
stificarsi, servirono a far luce su punti pi deboli delle sue c~ri;~
vinzioni. Nel suo sforzo di emarginare l'arianesimo e l'apol ''
risma, non tenne presente la Tradizione della chiesa 14, e
s'accorse fin dal principio che egli stava predicando una 49,
na teologica e, pi ancora, cristologica, le cui espressioni 'I.1
destre e intempestive non poterono non sorprendere gli spip!ifi
abituati ad altre forme di pensiero e di espressione.
.. .~';
Egli infatti, pur ammettendo in Cristo la realt delle due:'
ture, divina e umana, e pur preoccupandosi di attribuire a :
scuna natura ci che le apparteneva, ma d attribuirle questtf
tanto, si indusse a insistere con forza eccessiva sulla dallt;~
pur si deve ammettere in Cristo, fino per a lasiare nell'o'
l'unit fondamentale che, ugualmente, occorre confessar~
Cristo. Fu soprattutto su quel titolo attribuito alla Ve :
(Theotkos), che si acuirono le reazioni. Nestorio non p'
che, nell'unit delle due nature, divina e umana, confluenti>
persona del Cristo, quel titolo dato alla Vergine diveniva il
14
190
!.~:.~:_:~--
VJ~r' l'approfondimento
:~aioni
~t~
~~J'uzioni
i}!fi:EM';
?i~~#i.
''_;:;,,G.
~>SIMNETI1, voce Nestorio-Nestoritinesimo, in DPAC, Il, 2390;_~J.9'4; L ScIPIONI, Nestorio e il concilio di Efeso: storia, dogma, criti~\ta;'Milano 1974; IDEM, Ricerche sulla cristologia del Libro di Era~&Zfde di Nestorio, Freiburg 1956; B. STUDER, Dio Salvatore nei Padri
~!~~Ila chiesa; Brescia 1986, pp. 263-294.
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192
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SOila IR.
;1~1;~~.: :. _:
;;J:"r:J' approfondimento
,}.
_ De rectafide ad Reginas, I, 9.
~~~;~i'J. QuASTEN, Patrologia, II, p. 141.
193
Capitolo 9
Studi
5.
CALCED~
~; . :/;~
rta
194
;goo
:!,~ppello 19
)~~F''Intanto altri e rapidi eventi mutarono il clima. L'anno se~;~~p~, Teodoro Il veniva a morte, e cos il potere passava nelle
~~dell'imperatrice Pukhesia, ben diversamente decisa. Furo~~)mnullati i decreti del conciliabolo di Efeso (conosciuto poi
""'' .. e Latrocinio efesino), ed Eutiche venne cacciato dal suo
p.astero e confinato in un luogo ignoto. Accanto a Pulcheria
"'y,~ruie.a trovarsi il nuovo imperatore, Marciano, da lei sposato.
~[BiJ:w a indire immediatamente un nuovo concilio, che si tenne
~li/Calcedonia nell'autunno del 451, e fu il quarto concilio ecu1t~rtico. Vi fu ripresa la questione dottrinale e si giunse all'ap~Wffiy~ione d'una nuova formula che risentiva della lettera di
t:".'''JI:eQne: vi proclamata in Cristo una sola persona (iposta,tcsl come vi coesistono due nature (umana e divina), in. ;, e complete, senza mescolanza e senza trasfonnazione,
ine, indivise, s che egli consustanziale al Padre se0. la divinit e consustanziale a noi uomini secondo l'u)20
'iStricamente vennero chiamati <<monofisiti quanti rifiuta. la dottrina del concilio di Calcedonia, secondo la quale il
.:.,'O di Dio, nato dalla Vergine secondo l'umanit, in una
>
195
Capitlo 9
Lettura
Ges Cristo, vero Dio e vero uomo
Salve dunque le propriet specifiche dell'una dell'altra nattif~
che vennero a confluire in una stessa persona, dalla maest fu ass~t)j;
l'umilt, dalla potenza l debolezza, dall'eternit la mortalit, e per di1
struggere il debito gravante sulla nostra condizione, la natura invi()Ja.;
bile fu unita alla natura passibile[... ]. Avveniva cos, conformem~ii%
alle esigenze della nostra salvezza, che il solo unico mediatore tra
e gli uomini, Ges Cristo uomo, poteva morire in virt di una m~.~i
come non poteva morire in virt dell'altra natura. Perci, in un'pitf!i\(
e perfetta natura di vero uomo nacque il vero Dio, completo di tUttfgJJ}
attributi sia suoi che nostri. E dicendo nostri, intendiamo ci cM!il;
Creatore pose in noi fin clall 'origine e che poi assUnse per rest:uri'.i:ffj;f,;
Di ci che invece vi fu immesso dal demonio ingannatore e dall'riiU,Q1
ingannato fu accolto, non esisteva alcuna tracca nel Salvatore: no#bl!~
sogna pensare che egli, per il fatto che volle condividere le nostre:~~
bolezze, partecipasse anche alle nostre colpe. Egli assunse la cond(~~
ne di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato: arricch1:4lf~.:
l'elemento umano, ma non sminu l'elemento divino, poich queJE~
nientamento che lo rese - lui linvisibile - visibile, e per cui voll~ ''''
il Creatore e il Signore di tutte le cose - essere un comne ino .
atto di misericordiosa condiscendenza, e non gi esaurimento de..
potest. Pertanto colli.i che rimanendo nella condizione di Di9
l'uomo, nella condizione di schiavo si fece uomo[ ...]. Mantiene'
integralmente l'una e l'altra natura ci che le proprio, sicclico
condizione di Dio non sopprime la condizione di schiavo; cos la' ,
dizione di schiavo non ridimensiona la condizione di Dio. fufattrij:
monio si gloriava percM l'uomo, cadendo vittima del suo inganl).Q;:
rimasto privo dei doni di Dio e, spogliato del privilegio dell 'imm
t, era stato colpito dall'inesorabile sentenza di morte, mentre,.
mezzo ai suoi mali aveva trovato motivo per consolarsene, avend:_
P.!e;
21
196
::za di giustizia, aveva dovuto modificare i propri piani nei riguardi del'.J.'lomo che aveva creato e colJocato su un alto piedistallo d'onore. Era
:dunque necessario[.-.] che, nell'ordinamento di un disegno segreto, da
parte Dio, che immutabile, la cui volont inseparabile dalla sua
-~iit, realizzasse con un mistero ancora pi nascosto il piano primiti'.V, proposto per noi dalla sua piet, e che d'altra parte l'uomo, trasci.)t~to nella colpa dall'iniquit fraudolenta del demonio, non andasse in
.{:ginpleta rovina contrariamente al proposito stesso di Dio.
,;:' 4. Fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mon~b [...] il Figlio di Dio: scende dal cielo, sua sede, ma non si stacca
i~itlla gloria del Padre ed generato attraverso un modo e una nascita
['~solutamente nuovi. Nuovo fu il modo, perch egli invisibile nella
~sjia natura, si rese visibile nella nostra; di per s irraggiungibile, volle
;~ssere raggiunto; vivente prima di tutti i tempi, cominci a essere nel
!)fompo; signore dell'universo, assunse la condizione di schiavo, naJ~eondendo l'immensit della sua maest; da impassibile si degn di es~~re uomo passibile e Dio immortale, si degn di opporsi alle leggi
';Aella morte. E nuova fu la nascita con la quale fu generato, perch la
\yerginit inviolata della madre non conobbe la concupiscenza, ma for~~ fa materia della carne. Ci che fu assunto dalla madre del Signore fu
Wfnatura e non la colpa; n d'altra parte nel Signor Ges Cristo, gene'Y.f.1i0 nel seno della vergine, la natura diversa dalla nostra appunto
~;Ii'i,ch straordinaria la sua nascita. Colui infatti che vero Dio al'~S vero uomo, e nulla di fittizio esiste in questa unit, in quanto sus~]sf6no in mutuo rapporto l'umilt dell'uomo e l'altezza della divinit.
come il Dio non viene alterato dalla sua condiscendenza miseriosa, cos l'uomo non viene assorbito dalla dignit che riceve. Cia, a delle due nature compie, restando in comunione con laltra, ci
le proprio, e quindi il Verbo opera ci che spetta al Veroo, mentre
' ame esegue ci che spetta alla carne. cos che uno brilla per i mili che compie, mentre l'altra soccombe per gli oltraggi che subi; e come il Verbo non si distacca dalla gloria patema, che in eguale
.l'll possiede, cos la carne non abbandona la natura della nostra
e umana. Difatti un solo e unico soggetto veramente il Figlio di
~ veramente il figlio dell'uomo: Dio per la ragione che "in prino era il Verbo, il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo" ed uoper la ragione che "il Verbo si fatto carne e abit in mezzo a noi";
:io per la ragione che "le cose tutte furono fatte per mezzo di lui e
'za di lui nulla fu fatto" ed uomo per la ragione che "fu fatto da
:ifua e fu fatto sotto la legge".
ii90;) (LoNE, Tomo a Flaviano, (Ep. 28) 3-4. Tr. di T. MARIUCCI,
~Ornelie e Lettere di san Leone Magno, Torino 1969, pp. 533-535)
:;m
~~
197
Capitolo 9
Per l'approfondimento
Studi
G. BARDY, Il latrocinio efesino e il oncilio di Ca/cedonia;.!#
Storia della chiesa, IV, pp. 265-300; P.T. CAMELOT, De Nestoriu,S,1f!.
Eutichs: ropposition de deiu christologies, in Das Konzil von Chql.;,
kedon. Gschichte und Gegenwart, Wiirzburg 1951,I, PP 213-242; Mi
Juom, voce Monofisiti, in EC, VIII, 1299-1302; J. KEU:.Y, Il pensifr
cristiano delle origini, Bologna 19842 ; V. MoNACHIN0,11 ruloA~i:
papi nelle grandi controversie cristologiche, in Gregorianum.>> 3?,
(1952), 104-170; S. PINcHBRLE, Introduzione al cristianesimo anticq;
Bari 1971, pp. 218-227.
.
.....
198
I CONCILI
'DI COSTANTINOPOLI (381),
EFESO (431)
E CALCEDONIA (451).
10
L'OCCIDENTE
lario aveva
il P?nte di collega:
I mento
Oriente e Occidente. Dopo di
l~ciato
tra
199
Capitolo 10
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200
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L'Occidente
DONATO E IL DONATISMO
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201
Capitolo 10
. :f~~"'
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2.
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202
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Gf::'..so. DE Pu:NvAL, Le lotte del pelogianesimo, in Storia dello chiesa, IV, p. 103.
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1094.
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203
Capitolo 10
204
L'Occidente
rifugiati (febbraio-aprile del 386); La fermezza d Ambrogio indusse la corte a pi saggi consigli, tanto pi che l'usurpatore
.Massimo stava invadendo l'Italia, giungendo fino a Roma. Venile sconfitto ed eliminato solo per l'intervento d Teodosio
(Aquileia 388). In quello stesso anno moriva l'imperatrice Giustina, convertitasi al cattolicesimo l'anno precedente. Dopo la
sconfitta di Massimo, essendo Valentiniano Il appena diciassettenne, Teodosio diveniva, d fatto, se non d diritto, l'arbitro di
:fotto l'impero. Negli anni immediatamente successivi avvenne
:tincidente d Tessalonica (390): per un'improvvisa ribellione
,'della citt, Teodosio ne ordin la punizione, che si mut presto
:m un vero massacro. Ambrogio ne rimase fortemente addolorat~, ed escluse l'imperatore, con una lettera riservata e personale,
dii.Ila comunione della chiesa. Teodosio fin per comprendere il
;'so errore e, dopo un'esemplare penitenza, venne riammesso.
:Nell'inverno del 391, Valentiniano Il, che si era frattanto portain Gallia, si trasferiva a Vienne, sul Rodano. Dovette per su<,,ire la prepotenza del generale franco Arbogaste, fino a incon;_trare una morte ignominiosa in circostanze misteriose, appena
J'anno dopo. La sua salma, portata a Milano per le solenni ese.quie, ebbe l'onore di una delle pi commosse orazioni funebri
j>ronunciate da Ambrogio. Nel 395 avveniva la morte di Teodo'.~io, e ancora una volta Ambrogio esaltava la morte dell'impera.tore con un discorso celebre. A due anni di distanza veniva me}ri6 _anche il grande vescovo (397).
-.. L'attivit di Ambrogio si estese ai campi pi vari: a quello
;p11storale, sociale e politico, e trova ancora la pi vasta docu)~#i~i:itazione nelle sue opere di carattere esegetico, morale, asce:?Jico. e dogmatico, a cui si aggiungono le lettere e la caratteristica
t;fu'q<luzione degli inni.
:~:: Ecco ora un accenno agli scritti:
'to
::~""
~~} Opere
~'.:;!
.-.,.'
~?>
esegetiche
5~lc0:nplesse, frutto della sua predicazione. Esse si possono giu;,t@s~e sotto due differenti aspetti: letterario o spirituale. Quanto
;:;i;~Fprimo, Ambrogio non si propose, come fine, l'esposizione
-~~Y:~
205
Capiiolo 10
4i:
Lettura
L'esempio della Madonna
Ed entrando da lei, l'angelo disse: "Salve, piena di grazia, ilSh
gnore con te, benedetta tu fra le donne". Ma essa, come lo vide, ii~.
mase turbata all'entrare di lui.
. :f.
Riconosci la vergine dalle sue maniere, riconosci la vergine clal!~
sua verecondia, riconosci la vergine dalla sua risposta, riconoscila, (t~
mistero che in lei si compie. caratteristica delle vergini aver so~~
zione, intimorirsi qualora un uomo entri nella loro casa; e trepiW#i;~
un uomo rivolge loro la parola.. Le donne imparino a imitare un sirii\~
proposito di pudicizia. Maria, s ne stava tutta sola nelle sue stanZe ~:;'
grete, dove nessun uomo poteva vederla, ma solo 1in angelo scoprii}ii~
e mentre se ne stava sola, senza amicizie, sola, senza presenz in~~
screte, per non contaminarsi con chiacchiere grossolane, viene sal~~i
dall'angelo. Imparate, vergini, a evitare la spensierata leggerezza de~~
parole; Maria temeva perfino il saluto di un angelo.
'.'(\t
(Commento al Vangelo di san Luca,.
70~i)
Tr. di G. COPPA, Opere di sanf Ambrogio, Torino 1969, p, 4:3$J.l
n...
: ;.:\.{!-!
,;;~~
206
pp. 89-91.
~ttura
)(ftlare e la vita in esso prodotta
~/;_:'
< . Dio, dunque; Vide che il mare era 'un bene. E di fatto questo elef;Jr,ento splendido a vedersi, sia quando biancheggia per il sollevarsi
~@lle masse d'acqua e delle cn~ste ondose, e gli scogli spumeggiano di
;"@,~'1H spruzzi, sia quando, dolcemente increspandosi la sua superficie
[~.l!:o spirare di brezze pi miti, acquista il cupo colore cangiante, pro%1ifi?Aella serena bonaccia, che spesso abbacina gli occhi di chi lo coni:~mpl da lontano, allorch non sconvolge i lidi circostanti con la vior;Ifu:a dei suoi marosi, ma Ii saluta come abbracciandoli, con sereni
:';~pessi ~e con.che suono gradito, con che giocondo mormorio, con
~,lle:~oave e armonioso rimbalzare delle onde! - TuttaVia io penso che
,~., .quelle parole non si sia voluto dare Ula valutazione dell'incanto
, ... ~e creatura ha per i nostri occhi, bens esprimere che esso corrii/~j>tin4e perfettamente al pensier del Creatore, conforme al motivo
~~Ila sua operazione [ ...].
~"!(~;
Capitolo 10
auti~
./'.
;.:.:.'.
208
L'Occidente
"_.,
12 AMBROGIO,
209
Capitolo 10
Lettura
.ill'li!
'~
:>t
..~
13 Molti altri Padri, prima e dopo Ambrogio, hanno trattato della verginit: Ng
cito solo a\Cuni: TERTULLIANO, Sul velo delle vergini (a cura di P.A Gramaglii, ~~)
ma 1984); CrPRIANo, La condotta delle vergini (a cura di G. Toso, Torino J$)8mi~
METODIO o'OuMro, li banchetto delle dieci vergini {a cura di A Zeolo, fircp~i
1990); PELAGIO, Ad Demetriadem (tr. inglese in The letters of Pelagius and hisf(itrr,
lowers, di B.R. Rees, Woodbridge 1904); Aoosmm, La verginit consacrata (a@~l
ra di A Trap), Roma 1987.
"
210
:,~;~;/>'.
.( '~ '
'~~;j'opere dogmatiche
1,Jf~,:; . . Il
De incarnationis dominictie sacramento (Il mistero delcarnazione del Signore). L'opera rivolta anzitutto contro
}apollinaristi, e, in secondo luogo, contro gli ariani. Contro i
autore difende la vera natura del corpo di Cristo e I'esi-
:h'tl.r
211
Capitolo IO
elA
.\~:
'0!
212
Il terzo discorso ha per argomento la morte dell'imperatore Teodosio (De obitu Theodosii). Ambrogio si richiama alla
sggezza:, alla piet e alla virt dell 'iillperatore scomparso e, nel
~inpo stesso, suggerisce ai soldati il dovere della soggezione e
della fedelt al giovane imperatore destinato a succedergli,
Onorio. L'orafore ricorda pure ai due giovani sovrani (Onorio e
Arcadio) l'esempio del padre che aveva saputo cos bene assic'urare la pace fra la chiesa e l'impero.
e) Lettere
213
Capitolo .10
f) Gli inni
O.
FALLER,
214
,'.{1~~
na tale visione ambrosiana. Questo richiamo pu essere sufficiente per dare un'idea del ruolo sostenu,to da Ambrogio nel
c;ampo della dottrina patristica_ Il suo ap}iorto va ricercato soprattutto nell'avere egli accolto in una unica corrente i vari affluenti provenienti dalle pi varie sorgenti: da Atanasio e da Basilio, per l 'Ori.ente; da Tertulliano, specialmente, per l 'Occident, In .questa corrente unica confluirono cos le pi varie
c;oncezioni per uniformarsi e associarsi in una elaborazione unitaria e sistematica, destinata a facilitare conclusioni teologiche
pi precise e pi sicure.
In conclusione, la Scrittura, il Cristo, la chiesa, le anime:
ecco gli ideali di Ambrpgio, che spiegano su di un piano misti(!()-spirituale la sua azione pastorale, il suo zelo, la sua "politia" Tutto si riconduce qui, nel voler instaurare, col polso del
co.ndottiero, ma con la dolcezza del padre, la nuova universalit
cristiana, desti:Oata provvidenzialmente a sostituire e a perpetuar~ quella romana 15
.fer l'approfondimento
diiioni
. PL 14-17; edizione recente, con testo, traduzione e note di cominento, ad opera della Biblioteca Ambrosiana e Citt Nuova: Opera
dmni di sant'Ambrogio, Milano 1977ss (in via di completamento).
Tfaduzioni
{~ G. COPPA, Opere di sant'Ambrogio; contiene: Exaemeron; Esposi;~pne del Vangelo secondo Luc (1 L I.JIJV); Le vergini, La penitenza;
ll:sacramenti; La dipartita del fratello; La morte di Valentiniano; La
;ifibite di Teodosio; Lettere (scelte); Inni (scelti), Torino 1969.
'f.',
"S;udi
,- -"-'
., . G. LAZZATI, Ambrosius episcopus, in Studia Patristica Mediolaifi[:'ti$ia, 6, Milano 1976; L. CRAcco RUGGINI, Ambrogio e le opposi'cf.ini anticattoliche tra il 383 e il 390, in Augustinianm 14 (1974),
:l4~~449; PAREDI, Sant'Ambrogio e la sua et, Milano 19853; L.F.
~LATO, La dottrina esegetica di sant' Ambrogio, in Studia PatristiAf!}Jediolanensia, 9, Milano 1978; G. ToscANI, Teologia della chiesa
t~ sant' Ambrogio, in Studia Patristica Mediolanensia, 3, Milano 197 4.
'0.~);:,-
~'0:-::::
.. :.
AMBROGIO,
;:?/.%ani' Ambrogio, pp. 41-42. Per la poesia cristiana, cf. J. QuASTEN, Patrologia, I,
''ppi'143-156;
215
Capitolo IO
4.
GIROLAMO
ad
;,,+.?;~
216
L'Occidente
pi influenti alcune matrone e fanciulle della pi alta aristocrazia di Roma. Davanti a loro egli rappresentava il pi fervido avvio agli studi seri e rigorosi della Scrittura, non solo, ma anche
una risoluta tendenza per l'ascetismo monastico, del quale egli
era l'esempio pi vivo nella pratica e negli scritti. Nella casa
.dell'Aventino, di propriet della patrizia Marcella, confluivano
altre-dame: la vedova Paola, con le figlie Blesilla ed Eustachio,
.ed altre giovani donne. Dove prima si parlava con la raffinata
}eganza il latino e il greco, fu intrapreso lo studio della rude
lingua ebraica, fino a leggere 1e Scritture nei testi originali. Ma
iort tutto era destinato a correre cos serenamente. L'amicizia e
i favore concessogli da papa Damaso suscitarono qualche ombra di gelosia. La stessa vita austera, di cui era esempio vivente,
provocava qualche censura in quanti non si elevavano allo stesso livello. La predicazione della verginit, da lui iniziata, era vista conie una condanna del matrimonio anche cristiano. La morJe di papa 'D~aso nel 384 allarg questo fronte fino a divenire
.3.pi;1rta ostilit, e allora, l'anno dopo, egli decise di lasciare la capitale per far ritorno in Oriente. Ma a Roma rimaneva, di lui, un
'ricordo incancellabile, e segn, anche nella storia della chiesa,
un- triennio memorabile.
In Palestina lo raggiungevano Paola e la di lei figlia Eusto9hi. La piccola comitiva intraprese presto un pio pellegri.:'.aggio attraverso i luoghi santi, testimoni della vita terrena del
:Salvatore. Visitarono pure l'Egitto, ove conobbero personaltnente la vita austera ed esemplare vissuta in tanti monasteri.
T:nfme raggiunsero Betlemme, dove Paola divenne la fondatrice
mmonasteri femminili, cos come Girolamo ne regger uno di
:~onaci, con annesso un ospizio per i pellegrini. Quella rimarr
-'.9nnai la dimora stabile di Girolamo, fmo all'anno della morte.
}-~5 U soggiorno di Betlemme dur circa 34 anni. In quel perio:._ g:~ non mancarono di farsi sentire anche in quelle regioni i ri~1lssi delle invasioni degli Unni (402), dei montanari dell'IsauDrji(405) e dei pirati saraceni (410-412). Contemporaneamente
(l'animo di tutti i sudditi dell'impero veniva sconvolto dalle nof.Jizie dell'occupazione di Roma da parte di Alarico (410). E inCtjit cominciava pure la serie di lutti che crearono tanti vuoti
:-:attorno al grande vegliardo di Betlemme: nel 404 era morta Paoit.!~' rtel 418 la seguiva Eustochio. E a breve distanza anche Giro:~Jamo raggiungeva l'eternit (419-420).
~~'.
t~'~
217
Capitolo IO
lle
GIROLAMO,
17
218
L'Occidente
Lettura
219
Capitolo IO
segui(J'.~
casa-''
e) Opuscoli polemici
,~,-~::~
;y::;
. ; :, ~
Cf. E.
CAMISANI,
220
Giuseppe. In pi difende l'ideale ascetico da lui cos intensamente praticato e propugnato. Quest'ultimo argomento svolto
pure nell'opera Contro Gioviniano, dove, inoltre, viene esaltato
il valore della verginit. Egli trov egualmente l'impegno d'intervenire Contro i Pelagiani, e cos trov il segreto d confutarli,
ricorrendo soprattutto ai testi scritturistici.
Lttra
~i~
1'2~'.Biografie
Opere
f~i. ' Girolamo, non solo ammiratore della vita ascetica, ma, egli
1I~f'sso, con piena coerenza con tale ideale, dedito a una pratica
i~(lsierae spirituale, non pot astenersi daJ descrivere alcuni motd~Ilida proporre come esempi di alta spiritualit. Tre sono le vi~~, cli eremiti, da lui lasciate, sull'esempio della famosa Vita di
g~iint'Antonio, scritta da Atanasio.
tt~;/
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~:.';.(
221
Capitolo 10
le ' ,
di
w Giro,_, _ , 1971, p.
1~ :~~
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)3~t~~
:;:;~~7j
222
~)
L'epistolario
re
1~< 22 Cf. A
CEREsA GAsTALDO, Figure e motivi femminili nel/' epistolario di Gikf~tamO, in Orpheus 13,l (1992), 77-83.
!'.S\'
223
Capitolo IO
Letture
La lingua malefica
Non calunniare mai nessuno nel modo pi assoluto e non cere~'}
di farti bello mettendoti a criticare gli altri, e impara a rendere pi Jitii'f; '.
fetta la tua vita piuttosto che denigrare quella degli altri. RicordseriifY
pre, inoltre quello che dice la Scrittura: Non amare la detrazione'#;?
vuoi evitare di essere sradiqlto (Pro 20, 12). Sono veramente pc~(j
quelli che sanno staccarsi da questo difetto ed ben raro trovare \lIP.'~
che voglia mostrarsi cos irreprensibile, nella sua vita, da non critic.if '.;
con soddisfazione la vita altrui. Anzi l'istinto di questo difetto, p~n~~~f'
trato cos fortemente nell'animo umano, che anche coloro che si sori~;;;'
allontanati di molto dagli altri vizi, cadono in questo, che figura cii)~t!
l'ultimo laccio del diavolo. Tu, per, questo difetto devi evitarl() !\ti
punto che non solo non devi permetterti di criticare, ma non dev1 ~k.
retta neppure una volta a chi critica, per non rafforzare con la tua: com~~~
plicit l'influenza di chi sparla degli altri e per non favorire con la N~~;
accondiscendenza il suo vizio [...].
<'./(;i
Fortunato chi s' premunito contro questo vizio al punto che ne~~S;]
suno si senta di dir malignit in sua presenza! Se noi avessimo quest(:l.,;
scrupolo di non dar retta cos alla carlona ai diffamatori; a quest~o-~;,:i
tutti si guaderebbero bene dal dir male degli altri, per evitare di buti,r~'2:
a terra con le loro critiche non tanto gli altri quanto se stessi. Ora;.:~':,.
questo male universalmente diffuso, se questo vizio vivo e veg~t~
in molti, appunto perch trova quasi in tutti orecchie compiacenti.V'::;:
(Epistola 148,16 (A Celanzia]. Tr. di G. CQ~Tif~
La teologia dei Padri, Roma 1975, III, pp. 170~~%fJ;'1
'"<.'"}!S
coniinua,4!~~
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224
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So
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23
225
Capitolo 10
I vi, p. 2058.
226
L'Occidente
;E.
ROMANELLI, L'attivit ascetico-monastica di san Girolamo a Ro1J'l4 Roma 1957; G. DEL ToN, San Girolamo di Stridone: luogo dinasCita, vita, carattere e grandezza, Trieste 1962; S. VISITANTAINER, La
dottrina del peccato in san Girolamo, Roma 1962; L. LAURITA, Insegnamenti ascetici nelle lettere di san Girolamo, Nocera Superiore
,i967; G. Sro1co, L'epistolario di san Girolamo, Napoli 1972; S. PRIcoco, Storia letteraria e storia ecclesiastica dal De viris illustribus
lii Girolamo, (Quaderni del Syculorum Gymnasium), Catania 1979;
f, GRECO, San Girolamo, maestro di spiritualit, in Asprenas 33
{1986), 305-329; F. MoRENO, San Girolamo. Temperamento e santit,
R9ma 1989.
5,
AGOSTINO
Cartagine era citt di studi. La lettura dell'Hortensius di Ci.~~r-0ne gli aveva gi comunicato il desiderio della verit. Lesse
i~che la Bibbia, ma; per allora la giudic un libro oscuro e scrit_:!c:J in una lingua barbara; aderl., come simpatizzante, alla setta
:4ei manichei. Consegu, intanto, i titoli necessari per esercitare
J)nsegnamento e, come professore, raggiunse il paese natale,
'dov incontr la donna a cui per parecchi anni rimase unito.
Nhn ne conosciamo il nome. Deluso per la morte di un caro
~co, ritorn a Cartagine, dove rimase fino al 383 come proJe.ssore di retorica. In.fine a ventinove anni, lasciava l'Africa ~
;:Roma: aveva frattanto abbandonato il manicheismo. In preda a
:,erto quale scetticismo, coltiv qualche simpatia per la filosofia
;4~Ua N11ova Accademia, incline alla teoria della probabilit.
;(~on l'aiuto degli amici gli riusc di ottenere una cattedra a Mi~'tano, in vista di una retribuzione pi consistente.
>/ . La nuova citt segn la svolta decisiva di tutto il suo avve:hlie: con il disgusto ormai in lui acuito per i piaceri, si accom..
-~
~-~>,~.
227
Capitolo IO
i.'~i~
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228
4~
;:[F Pi che a motivi occasionali, non dimostrati (in tutto il cor;;i9 dello sritto), le Confessioni appaiono dovute ad un intimo
~;:~:'
';;.::'.
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~~;.:.
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229
Capitolo IO
Letture
Una preghiera
Sei grande, o Signore, e degnissimo di lode; grande la tti~',~~}j
tenza; non ha limiti la tua sapienza.
.
.
.:)'?!
E l'uomo, piccola parte della tua creazione, brma looarti.,I'utiifil;!l
che trascina la sua fragilit' e porta in s la testimonianza del suo p~;t
cato, testimonianza per cui .tu, o Dio, resisti ai superbi; ma '.tllitayift'.
l'uomo, piccola. parte della tua creazione, desidera lodarti.
. ;<JW!~
Tu sei che lo chiaini, in maniera che goda nel lodarti; pojch.d'JJ@
cre~o per te ed .inquiet? il cuor nostro, fiJ?-ch .non i;i:posa in ~~\~~
o Signore, che 10 sappia e comprenda se sia pnma 1 mvocartt o JIJ~i
darti e se sia prima il conoscerti o l'invocarti.
.
. :).~Ma chi ti invoca non conoscendoti? Colui infatti che non fr wrih;:;;
sce pu invocare altro invece che te. O piuttosto sei invocato, ~c~~~j
si conosca? Come dunque invocheranno quello in cui non harin>'ct~~:;
duto? o come credono senza colui che Io predichi?
.
. '\W1:0
Loderanno il Signore coloro che lo cercano. Quel1i infatti li'1~:
cercano, Io troveranno e, trovandolo, lo loderanno.
>':'<;~~
Che io cerchi te, o Signore, invocando te e che ti invod~.tj0'.
dendo in te; infatti a noi tu fosti annunziato.
<:C;f,f,
Ti invoca, Signore, quella fede che tu mi hai donato, che m:t:Jil!i\
~stillato per l'umanit del tuo figliolo, per il ministero di rin nij:i~~t%
dicatore.
.....; );:'.;;;):
(Confessioni I, 1. Tr. di M. CAPoo'~~~
Le corifessioni di sant'Agostino, Torino 1951, pp.. 5,~t~~
io
'.y<'
230
L'Occidente
nare
'\.:
f..;;.
1 ..
231
Capitolo IO
mostra che la volont la vera artefice del valore o del nd11~ ''
lore, se ci si riferisce alla vita dell'uomo. quasi superflud'if,_ .
tolineare la grande attualit di quest'opera, intesa come un ~sH:;)
sivo messaggio sul valore della vita e sulla responsabile digq.~t.~'.ii'
d'ogni uom:o.
.:i>
;,- -.<-:,/~~~
"'P. RorrA, Sant'Agostino. La vera religione, Torino 1943 (Introduzione;1L:::i
~,:/:'f:~t
VIII).
232
L'Occidente
Ritrattazioni, l, 13.
Ritrattazioni, Il, 43.
233
Capitolo IO
234
~:.,
~'.-~.(-.:
33
.. 3'
),;J~75, p. 216.
~;;' ... 35 M.F. SCIACCA.,
Milano
;v::,:
'~,!;;
~MarcelliJio,
~/.'.:;.:
235
Capitolo IO
236
d) Scritti dogmatici
Ri1rat1C12ioni . I, 26.
237
Capitolo lQ
238
L'Occidente
A questo punto per l'autore ben lontano dal credere d'aver esaurito il suo piano. La trattazione perci si estende sul governo del mondo, esercitato dalla Provvidenza divina: qui egli
richiama la realt del trionfo del dominio di Dio, nonostante la
resistenza e. l'opposizione della malignit degli uomini, e tocca i
misteri della predestinazione, dell'universalit della salvezza,
con accenni al destino dell'uomo nella fase terrestre della sua
preparazione e nel suo coronamento futuro (libri XXIV-XXIX).
La parte conclusiva di tutta 1'opera non poteva non tener
presente il primo disegno, riguardante tutte e tre le virt teologali, e perci l'autore espone rapidamente il beneficio della speranza cristiana e le funzioni della carit (libri XXX-XXXIll) 39
Anche solo dalla semplice esposizione del contenuto dello
scritto potr risultare l'importanza di quest'opera agostiniana, la
cui ricchezza dottrinale ha avuto il privilegio d'essere stata tenuta nella massima considerazione dei pi vari studiosi, al punto da essere apprezzata come un eccellente sommario della stessa dottrina cristiana.
239
Capitolo IO
240
Augusti~
L'Occidente
241
Capitolo lO
e) Scritti polemici
242
- Contra litteras Petiliani, libri/// (Contro le lettere di Petiliano ). L'opera apre la controversia sostenuta contro Petiliano,
vescovo di Cirta (oggi Costantina, in Africa): era il solo avversario degno di Agostino, la pi alta personalit dello scisma,
oraclo del suo partito grazie alla tenace energia delle sue con~
_Vinzion, alle sue doti di oratore e ai suoi sofismi di giurista.
Tutto lo scritto consta di tre libri, redatti il.d intervalli, man mano
che nelle mani di Agostino pervenivano dichiarazioni e lettere
del vescovo scismatico, il quale scriveva contro i cattolici, negando la validit del loro battesimo_ Vale la pena di sottolineare
.Ja discussione introdotta da Agostino nel respingere il seguente
''principio sostenuto dai donatisti, che dalla coscienza del ministro, dipende la giustificazione recata dal battesimo.
. ll')O
- De unico baptismo, contra Petilianum liber (Un battesiunico, libro contro Petiliano). Da alcuni anni si continuava
~,i
~'.<sistenti
~~{{~!bambini). Marcellino, tribuno di Cartagine, veniva continua~~wente importunato dai pelagiani. Non sentendosi in grado di ri~:;_$,9lvere le loro obiezioni, si rivolse ad Agostino, il quale rispose
Y:~~pprfrna con quest'opera, stesa in due libri, a cui aggiunse in
, uito un terzo iibro. Il primo dichiara che la caduta di Adamo
'~ vera causa della morte e del peccato e che il battesimo ri~fte il peccato nei bambini. Il secondo confuta l'impeccabilit,
stenuta diti pelagiani Il terzo, scritto a modo di lettera, impu.,., fa tesi di Pelagio che negava fa realt del peccato originale.
-questa l'argomentazione di Agostino: il battesimo can'"
one dei peccati, i neonati non ne commisero dei propri.
,lista dunque da intendere, oppure, se ci non riusciamo a com-
243
Capitolo 10
. .~~~j;
- .-~.::~!.::~
;,~:;~},~'.~
244
~.,::-;,~/:'.
t; _. -
245
Capitolo 10
vu.e,
48
246
De sermone Domini in monte (Il discorso della montagna, tenuto dal Signore). Partendo dai capp. 5-7 di Matteo,
Agostino raggruppa nella grande cornice del Discorso della
montagna, e soprattutfo intorno alla enunciazione delle beatitudini, le altre parole di Cristo. In tale sintesi, particolarmente elevata per piet e per profondit, troviamo come riassunta la teologia morale dell'insegnamento del Signore.
Tractatus in lohannis evangelium (Il Trattato intorno al
Vangelo di Giovanni). un complesso di 124 discorsi, distinti
in due gruppi: il primo nucleo, con i discorsi 1-54, pronunciati
intorno agli anni 411-413; il secondo, con i discorsi 55-124, tenuti o dettati pi tardi, negli anni 416-418. Lo scritto, a volta a
volta dogmatico o morale, costituisce un lavoro magistrale, e
pu ritenersi il commento migliore di tutta la patristica al quarto
Vangelo.
g) Scritti morali e pastorali
247
Capitolo 10
248
variare delle circostanze e dell'uditorio e avvince a s il pubblic con spirito di intensa carit. L'esposizione, limpida nel ricorso alle parole pi proprie e agli argomenti pi efficaci anche
quando tratta profonde tematiche dottrinali o spirituali, ricerca i
mezzi espressivi pi accessibili al popolo per aiutarlo a comprendere51.
i) Le epistole
La dottrina
Volendo ora esaminare, a colpo d'occhio, il fulcro del suo
pnsiero teologico, ecco i punti fondamentali delle sue ricerche:
anzitutto il problema trinitario.
Pi che indagare infatti a fondo il problema dell'esistenza di
Dio, parendogli questo un aspetto non del tutto necessario di
51
52
249
Capitolo 10
250
FLOREZ, voce
251
Capitolo IO
6. Voci
FEMMINILI
a) Egeria
mo.:.
59
252
Per la poesia, ci sono state tramandate le opere di due poetesse: una di lingua latina e una di lingua greca. Dai libri di storia sappiamo che Eudossia era ateniese, cresciuta in un ambien-'
te culturale aperto. Recatasi a Costantinopoli per chiedere protezione a Pulcheria, fin per sposarne il fratello, I'imperatore
Teodosio II. Nella controversia nestoriana, prese le part di Ne~
storia, ma si narra che venne ricondotta all'ortodossia da Simeone Io stilita. Scrisse poesie, sullo stile di Omero, molto apprezzate da Fazio, tutte perdute: le prime per celebrare il marito,
le altre a carattere religioso, una parafrasi delle profezie di Dartiele e Zaccaria e un'esposizione poetica .dei primi libri dell'Antico Testamento. Di lei rimangono solo frammenti di un
poema, in cui riprende la Confessio Cypriani, che narra la storia
leggendaria di Cipriano di Antiochia, un mago, una specie di
Faust ante litteram, che vende l'anima al diavolo, ma viene salvato da un fanciulla, e termina la sua vita martire per Cristo. La
sua devozione era molto popolare nel tempo_
L'altra voce quella di Petronia Proba, matrona romana,
che si ciment in un centone, una parafrasi poetica dell'Antico e
del Nuovo Testamento, dalla creazione all'ascensione, per celebrare) doni di Cristo, usando le paroJe e i versi di Virgilio_ Bench desse prova di creativit, nel piegare i vocaboli virgiliani e
nel dar loro un significato tutto nuovo, ma soprattutto di immaginazione nell'inventare un mondo cos complesso, i suoi versi
rimangono spesso oscuri e la sua cristologia non perfettamente ortodossa. Condannata dal Decreto Gelasiano, che proibiva di
trattare. argomenti teologici in versi di origine pagana, e avversata da Girolamo, che trovava l'opera molto puerile e solo
Un gioco di ciarlatani 60, nondimeno le innumerevoli trascrizioni testimoniano quanto la sua opera venisse letta ed apprezzata nei conventi, sopratlltto nel periodo rinascimentale.
60
Epistola 53,7.
253
Capitolo 10
Per l'approfondimento
Edizioni
PL 19,805-818, per Proba; PG 85,827-864, per Eudossia; G.F. GA~
MURRINI, S. Silviae Aquitanae Peregrinatio ad loca sancta, ann. 385388, Bibl. Ace. Stor. Giur. 4 '(1887), pp. 35-110, per Egeria.
Traduzioni
EaERIA, Pellegrinaggio in Terrasanta,
renze 1991.
Studi
254
IL PERIODO DELLA
DECADENZA (451-750)
11
255
Capitolo li
Nella storia della letteratura cristiana antica si parla, in genere, di tre periodi: quello delle origini, quello aureo e quello
della cosiddetta decadenza. Il periodo intermedio, appunto definito aureo, si estende all'incirca, come abbiamo appena considerato, dalla met del IV secolo alla met del V ed disseminato dai nomi pi prestigiosi; in Oriente emersero i Padri Cappadoci e il Crisostomo; in Occidente Ambrogio, Girolamo e
Agostino, per non ccennare se non ai maggiori.
Il sorgere di tali geni pu, senza dubbio, avere una spiegazione: essi furono impegnati anzitutto in grandi dispute, quali
l'ariana, la pelagiana e altre ancora, e seppero dare un contributo decisivo alla sistemazione della scienza teologica. Ma viene
da pensare anche ad altre cause, le quali stanno all'origine di
epoche particolarmente fortunate. Non si parla forse anche di al"
tre et auree, quali quella di Pericle, quella di Augusto e quella
del nostro Rinascimento? Ci che ancora caratterizza queste et
fortunate proprio che, dopo il loro massimo fiorire, segue
un'epoca di decadimento. Ed quello che avvenuto verso la
met del V secolo: la morte di Agostino (431) segn realmente
un periodo successivo di lento decadimento e cos si arriv fatalmente al termine dell'evo patristico. Uno studioso di tutto il
movimento ha dato un giudizio indubbiamente severo di quest'ultima et della Patristica: un periodo di lento decadimento, causato dalle invasioni barbariche in Ocddente e dal dispoti~
smo degli imperatori in Oriente. Le grandi opere vennero quasi
del tutto a mancare e quelle poche che si scrissero risentono la
stanchezza e la mancanza di originalit.
Ma, per fortuna, ecco le eccezioni anche per quella lunga e
secolare et: Infatti, nonostante tutto, emersero qua e l figure
grandissime, come quella di Giovanni Damasceno, in Oriente, e
di Gregorio Magno, a cui dobbiamo aggiungere anche Leone
Magno, in Occidente. Ma queste non sono che poche felici ec~
cezioni, che non distruggono l'impressione dell'insieme. Ma
possibile riconoscere, ai protagonisti di quest'et, qualche merito singolare? Sembra di s. L'importanza dei Padri di quest'epoca - aggiunge il no8tro studioso -, consiste soprattutto
nell'aver conservato i tesori dell'antico sapere teologico, co-:
sicch, posti come anello di congiunzione tra il mondo antico ,:y
che tramonta e quello nuovo che s'inizia, ebbero il merito di
256
1.
LEONE MAGNO
~:<---~i:.
?-
~V;.
G. ZANNONI,
Epistola, 28.
,._,_.;:
~~~-
j:'~,
257
Capitolo l i
n-
258
p.
17.
n periodo
della decadenza
Equanto alla vita morale, Leone presenta una sua concezione geniale della vita stessa, impegnata, secondo i suggerimenti
di san Paolo, iil una ltta da cui ogni cristiano non pu sottrarsi.
Cristo ha vinto il demonio, ma l'uomo deve saper reagire contro,
le trame e i raggiri di quel nemico e del mondo. E ora, tutto considerato, non facile poter scegliere, tra gli stessi discorsi, qualche lettura, tanti e tali sono gli argomenti da lui trattati. Ne ho
scelto uno che mi sembrato tra i pi originali: ripreso dall' Omelia 37, tenuta nella festa dell'Epifania.
Lettura
Cristo ama la fanciullezza
Qiiand_ lo splendore della nuova stella condusse i tre magi ad
adorare Ges, ssi lo videro non comandare ai demoni, risuscitare i
morti, ridonare la vista ai.ciechi, agli zoppi il passo saldo o la parola ai
--muti: lo Videro come bambino silenzioso, quieto, tutto abbandonato alle cur della madre: in lui non appariva cert nessun segno di potest,
i_ma si rivelava un grande prodigio di umilt. L'aspetto stesso della sacx:a infanzia, a cui si era adattato Dio, il Figlio di Dio, poneva davanti
~gli occhi ci che iin giorno egli avrebbe predicato alle orecchie, e ci
,che ancora il suono della voce non annunziava, gi l'effetto della vista
.-:~Io insegnava; Tutta infatti l'azione vittoriosa del Salvatore, che sconfisse il diavol e il mondo; cominci on l'umilt e si comp nell'umilt; Egli inizi i suoi giorni, da lui stesso predisposti, nella persecuzione, e nella persecnzione li fin; n all'infante manc la sopportazione
-dlle Sofferenze, n al futuro sofferente manc la mansuetudine infantile, poich l'unigenito figlio di Dio, umiliando la sua maest, accett
di nascere come uomo e di essere ucciso dagli uomini.
__
Cosl dunque l'onnipotente Dio rese buona, col privilegio della sua
:;Jinilt; la nostra causa di per s perduta, egli distrusse la: morte con
f;':'l'autor della morte, precisamente rion sottraendosi a tutto ci cui i
1::,persecutori lo sottoposero, ma tollerando con mitezza e soavit, per
~\ijobbedienza al Padre, le crudelt di quelli che in lui infierirono. Quanto
~;, dunque conviene che siamo umili, quanto si addice che siamo pazienti
i,/f:noi, che se incontriamo qualche sofferenza non dobbiamo mai soppor~~ tarla Se non a nostro buon merito! "Chi infatti si glorier di avere il
~r:cur casto o esser mondo dal peccato?" (Pro 20,9). San Giovanni diff_ce: ''Se diciamo di non aver peccato, inganniamo noi stessi e la verit
~;itn~n in noi" (1 Gv 1,8); chi si trover tanto immune da colpa che in lui
fk:l;i giustizia non abbia nulla da condannare n la misericordia da perdo-
~"hare?
t\;,.
i:.~~:~
259
Capitolo Il
260
vv. 1-15
vv.
vv.
vv.
vv.
vv.
Introduzione: messo in evidenza il disprezzo manifestato da Eutiche per la Sacra Scrittura e per il
Simbolo della fede, ed sotto questo aspetto che
egli rivela perci d'essere molto imprudente e perfino assai inesperto;
16-53 Si espone l'origine delle due nature del Cristo, quali vengono descritte nel Credo e nella Scrittura;
54-93 Viene descritta la coesistenza delle due nature in
Cristo nell'unit di persona;
94-120 Viene spiegato il modo di operazione delle due
nature;
121-176 La comunicazione degli idiomi;
177-205 Conclusione: si accenna ancora all'imprudenza
dell'inesperto Eutiche, non sufficientemente biasimato nel precedente sinodo del 448.
Volendo ora dare un giudizio conclusivo sulla figura di papa Leone, trovo molto opportuno quanto ha scritto il Batiffol:
Il merito pi grande di san Leone sta nella concezione che egli
ha avuto dell'unit e della disciplina della universalis ecclesia,
nella concezione che egli ha della funzione del vescovo di Roma in questa unit. Egli non ha creato nulla di tutto ci, ha ereditato tutto, ma ha dato a queste concezioni la loro espressione
pi accentua~: non il primo papa, come si preteso, ma pienament il papa... Si pu dubitare che egli abbia visto molto
lontano, perch riel momento presente, risolve le difficolt giorno pr giorno, a una a una; non dubita della solidit dell'impero
fomano e d assegnamento su questo totius mundi praeslium.
Per questo un papa del vecchio mondo, ma, in compenso, la
chiesa antica non ne ha conosciuto nessun altro pi completo e
pi grande 7
Per l'approfondimento
Edizioni
PL 54-56; CCL 138 e 138 A
7
P.H.
BATIFFOL, Lon
261
Capitolo Il
Traduzioni
T. MARruca, Omilie-Lettere di san Leone Magno, Torino 1968;
E. VALERIANI, San Leone. Il mistero di Natale; Il mistero pasquale (2
voll.) Alba-Roma 1966.
Studi
P. BREZZI, San Leone Magno, Roma 1947; M.D. DE Soos, Le mystre liturgique d' aprs St. Lon le Grand, Miinster 1958; B. EMMl,
Leone ed Eutiche, in Angelicum 29 (1952), 3-42; C. LEPELLEY, St.
Lon et la cit romaine, in Revue des Sciences Religieuses 41
(1961), 130-150; J. LORETI, La pneumatologia di san Leone Magno, in
Spirito Santo e catechesi patristica, Roma 1983, pp. 133-153; P.A Mc
SHANE, La Romanitas et le pape_ Lon le Grand, Paris 1979; A OLI"
VAR, La predicacion cristiana antigua, Barcelona 1991; C. PlETRI, Roma cristiana, Roma 1976; F. SPEDAL!NI, La Madre del Salvatore nella
soteriologia di san Leone Magno, in Marianum 43 (1963), 23-30.
2.
GREGORIO MAGNO
262
in cui gli tocc di reggere la chiesa. Roma, l'Italia e tutto l'impero conobbero, in quel periodo, le ore pi tragiche della loro
storia, per le invasioni dei barbari, le pestilenze e le carestie: il
destino dell'impero era ormai avviato verso l'ultimo e inevitabile sfacelo. Gregorio riusc a tenere con i Longobardi rapporti
amichevoli, giovandosi dei buoni accordi intervenuti con la regina Teodolinda e, per suo mezzo, con il re Agilulfo. Nel campo
dell'azione missionaria, dovuto a lui il merito di aver inviato
nell'Inghilterra, ancora pagana, i primi predicatori del Vangelo. In pi, si tenne costantemente in contatto con le varie diocesi; anche le pi lontane, per correggere abusi, assicurare la fede
e la vita cristiana, ma anche consigliare e vigilare sull'elezione
regolare dei vescovi. Si giov, nel suo ministero di capo della
chiesa, della grande possibilit offertagli dalle comunicazioni
epistolari; nel suo ministero pastorale diretto da ricordare la
sua operosit di prediatore e di scrittore. Per tutte queste benemerenze egli annoverato nel numero dei quattro grandi Dottori della chiesa latina. Mor nel 604.
Gregorio il primo grande scrittore del Medioevo e, tra i
papi, il pi fecondo. Le sue opere tradiscono, nel loro insieme,
il carattere singolarmente pratico della sua operosit, improntata
soprattutto a un livello sociale, disciplinare e morale. Eccone
subito un accenno sommario:
HomiliaeXLin Evangelia (Omelie sui Vangeli). Una delle sue attivit predilette fu la predicazione diretta al popolo convocato per le Stazioni: costituivano, queste, l'effettuazione di
particolari cetjmonie, con processione e celebrazione eucaristica. Fu soprattutto Gregorio a dare a quella pratica un nuovo impulso, rimasto poi pressoch tradizionale. Il papa commentava
egli stesso il tratto del Vangelo del giorno e ne traeva lezioni di
morale pratica, con atlusione agli eventi del tempo. La raccolta
di ben 40 di tali omelie fu da lui pubblicata riel 593.
Moralia, sive expositio in lob (Trattazioni morali, ossia
esposizione sul libro di Giobbe). Questo commento al celebre
libro dell'Antico Testamento, iniziato gi durante il suo soggiorno a Costantinopoli, fu condotto a termine durante i primi
anni del suo pontificato: consta di ben 35 libri. L'argomento fu
trattato dapprima in forma di omelia, diretta a certi monaci che
gli avevano suggerito il soggetto, allo scopo di conoscere i pro-
263
Capitolo Il
264
san
Gregorio
Magii'bf
lume spiritualt\ che lo riempiva. E noi, nati dalla sua carne, nelle tenebre di questo esilio, certo, abbiamo udito che esiste la patria; abbiamo
udito .dei suoi cittadini, gli angeli di Dio; abbiamo udito che uniti a questi angeli sono gli spiriti dei giusti e degli uomini perfetti; ma tutti gli
uomini carnali, dato che non possono conoscere per esperienza quelle
realt invisibili, dubitano che realmente esista ci che non vedono con
gli occhi del corpo. Dubbio che certo non pot esistere nel nostro progenitore, perch, anche cacciato dalla gioie del paradiso, ricordava ci
che aveva perduto, dato che l'aveva visto. Ma gli altri, quando ne odono parlare, non possono sentire e ricordare tali realt, perch nessuno di
loro ne ha esperienza diretta, come lui, almeno per il passato.
Proprio come se una donna incinta fosse chiusa in carcere, e ivi
desse alla luce iln figlio da allevare e far crescere in carcere. Se sua
madre gli parla del sole, della luna, delle stelle, dei monti e dei prati,
degli uccelli volanti, dei cavalli trottanti, egli che non conosce se non
le tenebre del carcere, ode che tutto ci esiste, ma non conoscendole
per esperienza, diffida della loro vera esistenza. Cos gli uomini nati
nella cecit di questo loro esilio, quando odono che vi sono sommi beni e invisibili, dubitano della loro vera esistenza, perch conoscono direttamente solo quelle povere realt visibili tra cui sono nati. avvenuto per questo che lo stesso Creatore delle cose visibili e invisibili,
l'Unigenito del Padre, venuto quaggi per redimere il genere umano,
e ha mandato nei nostri cuori lo Spirito Santo, perch ricevessimo da
lui una nuova vita e credessimo in ci che non possiamo conoscere ancora per esperienza. Tutti noi dunque, che abbiamo ricevuto questo
Spirito pegno della nostra eredit, non dubitiamo della vita di tali realt invisibili. Ma, chiunque non ancora incrollabile in questa certezza,
deve senz'altro prestar fede alle parole degli uomini pi perfetti di lui,
e credere a quelli che ormai, per dono dello Spirito Santo, esperimentarto le realt invisibili. Sarebbe sciocco infatti che quel fanciullo ritenesse che la madre mentisce parlandogli della luce, perch egli stesso
null'altro conosce se non le tenebre del suo carcere.
(Dialoghi, 4,1. Tr. di G. CORTI, in La teologia dei Padri,
a cura di G. Mura, Roma 1974, Il, p. 87)
265
Capitolo Il
Per l'approfondimento
Edizioni
PL 77-79; CCL 140-144.
Traduzioni
B. BoRGIIlNI, Moralia (Passi scelti), Alba 1965; G. CREMASCOLI,
Omelie sui Vangeli - Regola pastorale di san Gregorio Magno, Turino
1981; A FIORINI, Vita e miracoli di san, Benedetto, Roma 1954; E.
GANDOLFO, Gregorio Magno. Omelie su Ezechiele (2 voll.) Roma
1979-1980; M.T. LovATO, Gregorio Magno, La Regola pastorale, Roma 19902
Studi
G. CREMASCOLI, Novissima hominis nei Dialoghi di Gregorio Magno, Bologna 1980; C. LoRENzoNI, San Leone Magno, san
Gregorio Magno e Loro tempi, Roma 1942; V. PARONETIO, Gregorio
Magno, Roma 1985 (con bibliografia); V. RECCHIA, L'esegesi d Gregorio Magno al Cantico dei Cantici, Torino 1967; L.SERENTH, Serv
di tutti. Papa e vescovi al servizio della chiesa, secondo Gregorio Magno, Torino 1980; F. TATEO;,La struttura dei Dialoghi di Gregori
Magno, in Vetera Christianomm 2 (1965), 101-127; A VALO~,
Gregorio Magno, Torino 1955.
B. PESCI, voce Gregorio I, in EC, VI, 1123.
266
3.
GIOVANNI DAMASCENO
267
Capitolo Il
268
269
Capitolo 11
Per l'approfondimento
Edizioni
PG 94-96; PTS 7 (1969); 12 (1973); 17 (1975); 22 (1981).
Traduzioni
M. SPINELLI, Omelie cristologiche e mariane, Roma 1980; VouLET,
Studi
P. GALIGNANI, La Trasfigurazione nell'innografia e nell'omiletica
di san Giovanni Damasceno, in Rssia cristiana 89 (1967), 3-9;.A.
S1CLARI, Giovanf!i di Damasco. La funzione de/l dialettica, Perugi~
1978; B. STUDER, Giovanni Damasceno, DPAC, II, 1559-1562.
270
CONCLUSIONE
271
Conclusione
Il monachesimo
Se vero che il monachesimo, come complesso fenomeno
religioso, presente anche in altre religioni2, pur certo che tale
fenomeno si espresse e si realizz nella societ cristiana in due
forme: quella dell'anacoretismo, come vita solitaria, e quella
del cenobitismo, come vita di comunit. Pur non essendo ancora
del rutto chiarite le sue origini 3 , tra i moventi che si suppongono
alla base di questo movimento, non manca un legame con l'effi~
cacia recata dall'esempio dei martiri. Si voluto infatti spiegare, all'origine dell'eremitaggio, il carattere dell'ascesi anacoretica, sia per un'interpretazione dei consigli evangelici, invitanti
il discepolo ad abbandonare tutto, sia per una trasposizione delle esigenze del martirio; sia per il desiderio di realizzare le con~ .
dizioni di vita evangelica 4
Ma non sono da. escludere le tristi condizioni politiche e sociali dell'Egitto nel IlI secolo, poich rimane oi'mai fuori di~
scussione che il monachesimo ebbe le sue prime reali espressioni nell'anacoretismo di Antonio 5 in Egitto. Ma ecco realizzarsi,
nell'et seguente, nell'alta Tebaide, il cenobitismo di Pacomi
Dall'Egitto questo genere di vita, tendente in ogni caso a una
superiore perfezione di spiritualit, con la premessa di un supre-
mo distacco dal mondo, si diffuse presto nell'Asia Minore, ed
ebbe una sua particolare fisionomia per opera di Basilio di Cesarea 7 , in forma particolarmente cenobitica.
Per il monachesimo buddista: cf. O. Borro, Buddha e il buddismo, Fossano
1974, pp. 25-26; 29"30. Per quanto riguarda il movimento essenico, e in partico~.
il monastero di Qumran, cf. L. Mrnuior, Regola per la comunit, Torino 1971.
3 Cf. L. DAITRINO, II primo monachesimo, Roma 1984, pp. 11-15.
272
t~
Conclusione
273
Conclusione
14
CESARIO DI
" LORENZO DAITRINO, La fig~ra del presbiterio nella Patristica, in Presbyteri 27 (1993), 714-719.
16 Epistola, 63; Sermo, 56,4.
17 L. DAITRINO, Escatologia e pellegrinaggi nei Padri della chiesa, in AA VV.,
Chiesa e pellegrinaggio, Roma 1993, p. 191.
274
Conclusione
275
Conclusione
276
Conclusione
L'ultimo periodo della Patristica, chiamato a ragione o a torto, secondo i diversi punti di vista, periodo della decadenza,
prende inizio, come abbiamo visto, dopo la morte di Agostino e
si protrae fino alle soglie dell'et medievale. Pi che di ulteriore
creazione teologica si dovrebbe parlare di insegnamento; e pi
che di approfondimenti dogmatici, si dovrebbe parlare di riferimenti e di rielaborazione dottrinale. I nomi pi rilevanti di questo lungo e secolare svolgersi della storia restano Leone Magno
e GregOJ;io Magno per la chiesa latina, e Giovanni Damasceno
per la chiesa greca.
Per la storia in genere, il Medioevo appare come il tempo in
cui, dopo la dissoluzione dell'impero romano, vennero acquistando fisionomia propria i popoli europei, nelle loro tradizioni
e nei loro problemi. Anche l'et patristica si confonde, nel suo
" Clemente Alessandrino considerava questo scritto come canonico. Anche il
Canone Muratoriano lo accettava come canonico, ma con riserva.
,. EU5:EBIO or CEsAREA, Historia ecclesiastica, m, I, I.
'Cf. C. CECCHELLI, Mater Christi (4 voli.), Roma 1946-1954; B. BAoArn,
L'archeologia cristiana in Palestina, Firenze 1962.
277
Conclusione
concludersi, con l'et medioevale. Si possono gi scorgere alcuni nomi che costituiscono il ponte di congiuniione tra le due
et: Gregorio, vescovo di Tours, nelle Gallie (538-594); lo spagnolo Isidoro di Siviglia (ca. 560~636) e il Venerabile Beda
d'Inghilterra, motto nel 735, forse il pi grande erudito del
Medioevo. Costoro formano lanello di congiunzione che lega
Tertulliano, Ambrogio e Agostino ad Anselmo, a Bernardo, a
Bonaventura, a Tommaso d'Aquino.
278
COPPA,
BURINI,
Gli
279
Clemente Romano,Lettera ai Corinti, cc, 8 e 24. Tr. di A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, Roma 19782 , pp. 54-55 e 66.
La Didach, cc. 1 e 9-10. Tr. di A QuAcQUARELLI, 1 Padri apostolici,
Roma 19782 , pp. 29-30 e 34-36.
CAMisANI,
Epistola 148,16 (A Celanzia). Tr. di G. CORTI, La teologia dei Padri, Roma 1975, Ill, pp. 170-171.
Epistola 15, 1-2 (Lettera a papa Damaso). Tr. di G. CoRn, La teologia dei Padri, Iv. Roma, pp. 80-81.
Giustino, Prima apologia, 67. Tr. di C. BURINI, Gli apologeti greci,
Roma 1986, pp. 147-148.
Gregorio di Naiianzo, Orazione XXIX, Theologica IIl, 19-20~ Tr. di
F. Trusoauo, Cristo nei Padri, Brescia 1981, pp. 122-124.
Gregorio di Nissa, Commento al Cantico dei Cantici, 3. Tr. di M.
NELLI, Teologia dei Padri, Roma 1974, I, p. 21.
SPI-
Ippolito, La Tradizione apostolica, 4. Tr~ di R. TATEO, Ippolito di Roma: La 11-adizione apostolica, Alba 1972, pp. 84ss.
280
Ilario di Poitiers, La Trinit, II, 11. Tr. di G. Tu.zzo, La Trinit di sant' Ilario di Poitiers, Torino 1971, p. 128.
Lattanzio, La.morte de persecutori, I, 1-7. Tr. in G. Bosm-E. DAL
CovoLO-M. MARITANO, Introduzione ai Padri della chiesa, m,
pp. 20-21.
Leone Magno, Omelia XXXVII, 2-3. Tr. di G. CoRTI, in La teologia
dei Padri, Roma 1974, II, pp. 55-56.
Tomo a Flaviano (Ep. 28) 3-4. Tr. di T. MA.Rrucc1, Omelie e Lettere di san Leone Magno, Torino 1969, pp. 533-535.
Lettera a Diogneto, cc. 5-6. Tr. di A QuACQUARELLI, I Padri apostolici, Roma 1978 2 , pp. 356-358.
Lettera di Barnaba, V. Tr. di A QuACQUARELLI, I Padri apostolici,
Roma 19782 , pp. 192-193.
Mario Vittorino, Inno, 11,1-34. Tr. di F. TRISOGLIO, Cristo nei Padri,
Brescia 1981, p. 252.
Martirio di Policarpo, XIll-XV. Tr. di A QUACQUARELLI, I Padri
apostolici, Roma 19782 , pp. 167-168.
Origene, Omelie sul Libro dei Numeri, 8;1. Tr. di M; SPINELLI, in La
teologia dei Padri, vol. I, Roma 1974, pp. 291-292.
]>linio, Ep. X, 97. Tr. di P. CARRARA, I pagani difronte al cristianesimo, Firenze 1984, II, pp. 58-59.
Quadrato, in EuSEBIO DI CESAREA, Storia ecclesiastica, IV, 3. Tr. di
G. DEL ToN, Roma 1964, pp. 250-252.
Taziano, Discorso ai Greci, 25,1-4; 42,1-2. Tr. di C. Bmmu, Taziano,
in Gli apologeti gred, pp. 213-214; 231.
Teofilo, Ad Autolico, Il, 4 e 15. Tr. di C. BURINI, in Gli apologeti .greci, Roma 1986, pp. 383 e 399.
Tertulliano, Apologetico 2,6-8. Tr. di F. GUERINO, L'Apologetico, Roma 1950, pp. 43~.
GUERINO,
281
INDICE GENERALE
Prefazione
Sigle
pag.
INTRODUZIONE GENERALE
l. La terminologia: Patristica e Patrologia
2. La metodologia
3. Gli strumenti
CAPITOLO 1
I PADRI APOSTOLICI
1. La Lettera di Clemente Romano
2. La Didach
3. Ignazio di Antiochia
4. Policarpo di Smirne
S. Ppia di Gerapoli
6. L'epistola dello Pseudo-Barnaba .
7. II Pastore di Erma
CAPITOLO 2
I PADRI APOLOGISTI A CONFRONTO CON GIUDAISMO, PAGANESIMO E IMPERO ROMANO
1. Quadrato
2. Aristone di Pella di Palestina
3. Melitone di Sardi
4. Aristide di Atene
5. Giustino
6. Taziano
7. Atenagora di Atene
8. Teofil di Antiochia
9,, La Lettera a Diogneto
10. Apollinare di Gerapoli
11. Milziade
12. Ennia
282
7
7
11
14
23
19
26
29
33
36
39
>>
37
43
46
47
48
>>
50
51
55
58
61
63'
66
66
67
Indice generale
CAPITOLO 3
GLI INIZI DELLA LETTERATURA ERETICA E LA
pag. 69
REAZIONE DELLA CHIESA
1. Lo gnosticismo
70
2. Il marcionismo
73
3. Il montanismo
75
4. Ireneo di Lione
78
CAPITOLO 4
ALESSANDRIA
E GLI SCRITTORI ALESSANDRINI
1. La scuola di Alessandria
2. Clemente Alessandrino
3. Origene
CAPITOLO 5
GLI INIZI DELLA LE'ITERATURA CRISTIANA IN
OCCIDENTE
1. Minucio Felice
2. Ippolito di Roma
3. Novaziano
4. Tertulliano .
5. La letteratura martiriale
6. Cipriano
7. Arnobio
8. Lattanzio
9. Vittorino di Pettau
83
84
85
90
97
99
100
103
105
112
114
121
122
1. Ario
2. Il concilio di Nicea
127
129
130
3. L'arianesimo
4. Eusebio di Cesarea
5. Atanasio
132
135
CAPITOLO 6
IL SECOI.D IV. IL PRIMO PERIODO IN ORIENTE:
LA CRISI ARIANA E ATANASIO
125
131
283
CAPITOLO 7
IL SECOLO IV. IL SECONDO PERIODO
IN ORIENTE: I PADRI CAPPADOCI
a) L'apollinarismo
b) Il macedonianismo
1. Basilio di Cesarea
2. Gregorio di Nazianzo
3. Gregorio di Nissa .
CAPITOLO
pag. 141
142
143
144
150
155
161
165
170
172
175
178
184
187
CAPITOLO
CAPITOLO
>>
191
194
199
10
Donato e il donatismo
Pelagio e il pelagianismo
Ambrogio
Girolamo
Agostino
Voci femminili
a) Egeria
b) Due poetesse
284
201
202
204
216
227
252
252
253
Indice generale
CAPITOLO 11
IL PERIODO DELLA DECADENZA (451-750)
1. Leone Magno
2. Gregorio Magno
3. Giovanni Damasceno
pag.255
257
262
267
271
CONCLUSIONE
279
282
INDICE GENERALE
285