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Collana: GRAPHÉ. Manuali di introdun‘one a l ] : S c r i t t q u A Ì .

Pitt
(diretta daC.Doglio,G. Galvagno eM. Priotto) “ ODIO &
1. Introduzione generale alla Scrittura (M.Priotto)
2 Il Pentateuco (G. Galvagno - F. Giuntoli)
3. I libri storici (F. Dalla Vecchia)
4 T. IDREsz,Esper-nin umonità.
Introduzioneai libri sapienziali epoetici (2013) L
’ g 1
I libri profetici (P. Rota Scalabrini) evan e 0
Vangeli sinnttici e Atti (C B_roccardo - G. Boscolo)
7. A. Pn'm,L’evangelo di Paola. Introduzione alle lettere auroriali
di Paolo
2013 .
8. Letteratura
) pacun
ae 1 r ;,e
attere canton: Introdumone | |
(A. Martin . (: Broccardo - M. Girolami) alle lettere autonah
9. La letteratura giovannea (C. Baglio)
10. Teologia biblica, teologia della Bibbia (R.Vignolo)

GRAPHÉ 7
GRAPHÉ
Manuali di introduzione alla Scrittura

In continuità ideale con Il messaggio della salvezzu e


Logos, collane che hanno segnato la divulgazione e la for‑
mazione biblica negli studi teologici italiani dopo il Concilio
1brino,26 luglio 2015
Vaticano 11,nel 2010 un gruppo di biblisti ha deciso, in ac‑
,Profi deL cordo con l’Ediu-ice Elledici, di procedere all’elaborazione
di un nuovo progetto. Nasce così questa serie di volumi, in‑
‘ "lbrino,26luglio 2013 titolata GRAPHÉ. Manuali di introduzione alla Scrittura. Il
‘Dlnna, Vic. Generale vocabolo greco «graphé» indica come termine tecnico quel‑
lo che in italiano chiamiamo la «Scrittura»: nel Nuovo Tb‑
stamento, infatti,viene comunemente adoperato,insieme al
plurale «graphài» (Scfitnxre),per indicare la raccolta dei li‑
bri sacri della tradizione ebraica, accolti anche dalla comu‑
nità cristi… eintegrati con le nuove opere degli apostoli in‑
centrate su Gesù Cristo Al di là del titolo. evocativo del‑
l’ambientedelle origini cristiane, il sottotitolo precisa di che
cosa sitratti.
L‘obiettivo :: cui mira tale progetto è quello di propor‑
re un corso completo di studi biblici di base, fornendo ma‑
nuali utili per i corsi biblici nelle'Facoltà di Thologia, negli
Studentati dei Seminari e negli Istituti Superiori di Scienze
Religiose.Non si tratta, pertanto, di ricerche nuove su par‑
ticolari argomenti,… dell’inquadramento complessivo del‑
la materia, proposto in modo serio e accademico agli stu‑
denti che inin'ano lo studio della Sacra Scrittura. Mancano
pure saggi di esegesi specifica, perché questi vengono la‑
sdati all’iniziativa dei singoli docenti, che possono così in
sede di lezione frontale innestare gli approfondimenti sulla
base introduttiva offerta da questi volumi.
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G l i autori dei vari volumi sono biblisti italiani, impe‑ nell’esposin‘one, senza periodi troppo lunghi e complessi,
gnati da anni nell’insegnamento della specifica disciplina con un uso moderato di termini tecnici e rari, in ogni caso
che presentano: per questo possono più facilmente rappor‑ spiegati e motivati. Le parole in lingua originale, ebraica e
tarsi in modo realistico con gli effettivi destinatari dell’ope‑ greca, sono proposte sempre in traslitterazione e il ricorso
ra e proporre così in forma organica corsi già tenuti e quin‑ ad esse è limitato allo stretto indispensabile: la traslittera‑
di effettivamente realizzabili negli attuali piani di studio. zione el’accentuazione dei termini greci ed ebraici rispon‑
Il piano dell’opera prevede dieci volumi con la divisio de unicamente all’esigenza di leggibilità per quanti non co‑
ne della materia secondo gli abituali moduli accademici. De‑ noscono adeguatamente tali lingue, senza peraltro com‑
terrninano la cornice dell’insieme il primo volume dedicato promettere la riconoscibilità dei termini per i competenti.
all’Introduzione generale eil decimo che offrirà alcunelinee Laddove per necessità si adoperano termini stranieri, so‑
di ”[bologia biblica. Degli altri volumi quattro trattano i libri prattutto tedeschi, ne viene data tra parentesi la traduzione
dell’Antico Rstamento (Pentateuco, Libri storici, Libri sa‑ italiana; così pure le note a piè di pagina sono limitate al
pienziali e poetici, Libri profetici) e quatfio introducono il massimo ed usate solo per offrire l’indispensabile docu‑
Nuovo Testamento (Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli, mentazione di ciò che è affermato nel testo. Per facilitare la
Lettere di Paolo, Letteratura paolina e lettere cattoliche, lettura,il contenuto è organizzato in paragrafi non eccessi‑
Letteratura giovannea). vamente lunghi e viene scandito da numerosi titoletti che
Ogni volume si impegna a presentare in modo chiaro il aiutano a seguire l’argomentazione; inoltre il corpo del te‑
quadro complessivo di riferimento per le singole sezioni bi‑ sto e corredato da parole chiave che, riportate a latere,faci‑
bliche,proponendo lo stato attuale della ricerca. In linea di litano visivamente l‘individuazione del contenuto in ogni
massima le componenti costanti per ogni turno sono: l’in‑ pagina.
troduzione generale alle problematiche della sen"one, poi In ogni volume sono presenti alcune sezioni di biblio‑
l’introduzione ai singoli libri secondo la successione ritenu‑ grafia ragionata,in cui viene presentato ‐ senza indebite esi‑
ta scolasticamente più utile e quindi la trattazione di tema‑ genze di esaustività - quanto è disponibile sul mercato at‑
tiche teologiche rilevanti, più o meno trasversali alle varie tuale relativamente al tema trattato (privilegiando le pub‑
opere del settore. blican'oni in italiano).Nel corso della trattazione, invece,i n'‑
L’articolazione delle introduzioni ai diversi libri varia ferimenti bibliografici sono il più possibile limitati a qual‑
necessariamente a seconda del tipo di volume, ma un ele‑ che rimando significativo o circoscritto, non presente nella
mento e costante ecostituisce la parte più originale di que‑ successiva bibliografia.
sta collana: si tratta di una guida alla lettura,in cui l‘autore Da millenni la Scrittura è testimone dell’incontro tra la
accompagna il lettore attraverso l’intero testo, mostrando Parola di Dio viva egenerazionidi credenti che in questi li‑
ne le articolazioni, gli snodi e gli sviluppi. Lungi dall’esse‑ bri hanno trovato motivi e alimento per il loro cammino.
re un semplice riassunto,costituisce una concreta introdu‑ Questa collana vuol porsi oggi aservizio di questo incontro
zione al contenuto e alle problematiche dell’intero libro, sempre rinnovato erinnovabile.A quanti oggi,nel X X I sec.,
con la possibilità di presentare l’insieme del testo lettera‑ intendono porsi in ascolto di Colui che, attraverso queste
rio,per far cogliere allo studente il modo in cui il testo si di‑ testimonianze scritte,continua a manifestarsi,questi volumi
Spiega. vogliono offrire le cognizioni (storiche, letterarie, teologi‑
Lo stile dei testi eintenzionalmente semplice e chiaro che) adeguate per farlo. E, allo stesso tempo, essi sono ri‑
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volti anche a chi n o n considera l’ispirazione più alta, affin‑
ché possa gustare il valore delle testimonianze credenti che Prefazione
la Bibbia contiene e confrontarle con le domande e le op‑
zioni del suo personale itinerario di vita.

CLAUDIO Door.ro
GERMANO GALVAGNO
MICI-IEMNGEID P a r a n o
Le sette lettere autografe di Paolo hanno resistito anche
alle intemperie della Scuola di'llibinga (XD( secolo) che ne
ha riconosciuto l’autenticità. Alcune di esse, come 2 Corin‑
zi eFilippesi,sono state suddivise in ulteriori lettere,ma non
sono mai state poste in discussione giacché sono accomuna‑
te dallo stile, dal canovaccio epistolare e dai sistemi argo‑
mentativi tipici di Paolo. Senza voler scalfire l‘ispirazione
dell’intero epistolario paolino, nelle lettere autoriali pulsa
il suo cuore di apostolo, servo e prigioniero per Cristo. L‘e‑
vangelo di Paolo che è di Dio e s’identifica oon Gesù Cristo
attraversa le sue lettere e in ognuna assume accentuazioni
V' diverse che andremo specificando.
La storia dell’interpretazione edella teologia di Paolo è
bimillenaria e,caso unico,inizia già nel NT con le due tradi‑
zioni delle lettere che sviluppano il suo pensiero,gli Atti de‑
gli apostoli e la 2 Pietro.Un’ideale galleria d’arte raccoglie
i ritratti che lo raffigurano.Il primo (F. Nietzsche) o il se‑
condo inventore del cristianesimo (W.Wrede), colui che ha
travisato il pensiero di Gesù (J. Klausner) o che lo ha segui‑
to più degli altri ( A , von Harnack),il teologo della giustifi‑
cazione senza alcun vanto umano (R. Bultmann) o della
partecipazione vitale alla morte e risurrezione di Cristo (K.
Stendhal), l’apostata (D. Boyarin) o l’apostolo per Israele,
sino al primo mistico (A. Schweitzer) o politologo cristiano
(J.Taubes).Teologi e filosofi di primaria importanza si sono
ispirati a lui: Marciano,Origene, Caio MarioVittorino, Gio‑
vanni Crisostomo, Agostino, Pelagio, Tommaso d‘Aquino,
Erasmo daRotterdam,Martino Lutero, Giovanni Calvino,
Filippo Melantone, K. Barth, ]. Maritain,A. Schweitzer, R.
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Bultmann, R. Guardini e H.U. von Balthasar.Il suo pensie‑ ; citati soltanto i contributi che ci sembrano più utili per ap‑
ro n o n lascia indifferenti: Paolo si ma 0 si odia visceral‑ profondire la singola lettera.Si tratta di una bibliografia n o n
mente! esauriente,… essenziale e ragionata,altrimenti sarebbe ne‑
Nella nostra introduzione seguiremo l’ordine cronolo‑ cessario un volume a parte! '
gico e non canonico delle lettere paoline poiché pennette Uimtroduzione alle lettere paoline, che sono lieto dl
meglio di osservare le evoluzioni e le rettifiche delle tema‑ consegnare alle stampe, non intende sostituirsi ai loro °°.”Î
tiche prìncipali. Quello di Paolo non è un pensiero debole, tenuti magmatici,bensì ?:i m a guida alla lettura o un’analisi
ma forte e di rottura con quanto prima e dopo di lui si è det‑ dell’intreccio argomentativo, secondo i principi ispiratori
to escritto su Gesù Cristo, Dio,l’uomo,lo Spirito ela Chie‑ della collana in cui s’inserisce. Sarà la stessa trama argo:
sa. Gesù Cristo e l'uomo sono il doppio punto focale delle mentativa a offrire le coordinate dei contenuti principali
sue lettere. L’amore di Cristo e per Cristo e la passione per delle lettere paolina Al lettore spetterà il privilegio di sof‑
gli uomini e le donne l’hanno portato a evangelizzare le fermarsi sulle lettere di Paolo stabilendo le sintonie più per‑
grandi città dell’Impero. Il suo Gesù Cristo non appartiene sonali.
al passato, mae vivo e continua asostenerlo con la sua gra‑
zia. Non il Gesù dimeuato dei vangeli gnostici,che tendono A m m o Pn'ra
a svilirne l’umanità, bensì il ricco diventato povero per a l ' ‑
ricchirci della sua povertà,il crocifisso per la sua debolezza
erisorto per la potenza di Dio,oolui che è reso peccato per‑
ché diventassimo giustizia di Dio in lui. E l‘uomo non idea‑
le 0 perfetto,bensì in carne e ossa che attraversale difficoltà
quotidiane nel conformare la sua vita a quella di Cristo. Un
uomo che potrebbe avere tutte le ricchezze e la conoscenza
del mondo, ma non e nessuno senza l’amore. E non una
Chiesa astratta o dall‘alto, bensi quella composta di uomini
e donne che cadono nello sconforto di fronte ai primi casi di
decesso nelle loro comunità, che peccano di egoismo e
confondono il battesimo e l'eucaristia con un semplice cul‑
to misterico senza attendersi gli uni gli altri. Con tutte le
coordinate storiche, che e importante conoscere per non
strumentalizzarle, le sue lettere sono di un’attualità soon‑
certante perché in esse traspare la forza dirompente del suo
vangelo.
Esprimo viva gratitudine ai direttori della « : o n
Graphé e,in particolare,al prof. C. Dogio,per avermi affi«
dato l’introduzione alle lettere autoriali di Paolo e peri oun‑
sigli sull‘estensione dello scritto. Una nota in merito all’e‑
norme bibliografia su Paolo: alla fine di ogni capitolo sono

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I
Paolo,
le lettere ei destinatari

Introduzione
Sesi prescinde da Gesù di Nazaret, lo spazio maggiore Paoloni!
del NuovoTestamento è occupato da Paolo di’l’hrso, al pun- NW
to che, sulla scia di E Nietmche,egli è stato definito il primo “ " “ …
o il secondo inventore del qistianesimo.îbmeremo su que‑
sto luogo comune che ogni tanto è presentato con i crismi
della novità.nonostante gli sviluppi della ricerca sulla storia
del cristianesimo delle origini. Comunque a Paolo si deve la
prima predicazione cristiana ai Gentili priva di alcuna con‑
dìa'one,se non la fede in Gesù Cristo. Con lui la sequela di
Gesù e ripensata nell’ottica della partecipazione vitale alla
morte erisurrezionedi Cristo. E il kérygma o la predicazio‑
ne della morte erisurren'one di Cristo si trova al centro del
suo vangelo. Per il suo impulso missionariole comunità cri‑
stiane si moltiplicano in diversi centri urbani dell’Occiden‑
te: a Corinto e Cenere in Anais, &Rssalonica e Filippi in
Macedonia, :: Efeso in Asia, intorno ad Andra (odierna
Ankara) nella Galazia settentrionale (odierna regione ana‑
tolica della … i n ) e &Colossi in Frigia.
Mentre durante la sua vita pubblica Gesù di Nazaret
aveva operato nei villaggi della bassa Galilea. con Paolo il
movimento cristiano assume dimensioni urbane dominanti,
caratterizzato da un impulso missionario senza confronti.
Forse senza Paolo il movimento religioso,iniziato con il ma‑
nipolo di persone scelte da Gesù durante la vita pubblica,
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n o n avrebbe varcato le soglie della Palestina, poiché è con . sae alle lettere apostoliche. Tuttavia dal punto di vista re‑
lui che si pone l’alternativa tra la giustifican'one per la fede dan'onale gli scritti neotestamentari seguono una cronologia
in Cristo o mediante la Legge e le sue opere, come la cir‑ diversa,poiché l’epistolariopaolinofu redatto tra gli anni 50
concisione, le regole di purità alimentari e l’osservanza del e60d.G,mentrei vangeli sinottici vanno dalla seconda par‑
calendario giudaico, a totale vantaggio della prima opn'one te degli anni 60 alla fine degli anni 80. Naturalmente ci rife‑
Paolln'l'ama Negli Atti degli apostoli Paolo svolge il ruolo principa‑ riamo al livello redazionaleo sincronico e non a quello stra‑
: anti‑ le per la missione e la diffusione del vangelo: daAntiochia di , tificato o diacronico delle fonti neotestamentarie,poiché nei
paolinimu
Srna (cf.At 13,1) sino a Roma (cf.At28,31). La sua theologia vangeli sono riversate tradizioni precedenti alle lettere pao‑
cmcir riverbera nel vangelo di Marco,che è il più antico (tra line, come la fonte O (la raccolta di detti ed eventi deduci‑
1l65 eil 70 d.C.), e la sua visione della salvezza o della soto‑ bile dai brani paralleli tra Matteo eLuca,maassenti in Mar‑
nologia influenza,in modo sostanziale, quella del vangelo di co), buona parte delle parabole di Gesù e il cosiddetto «li«
Luca. La 1Pietro riprende, per grandi linee, il canovaccio e bretto della passione»,dedicato alla scansione dei giorni 5‑
diverse tematiche dell’epistolario paolino, come la salveua nali della vita di Gesù.
in Cristo, la concezione dello Spirito e la generazione dei A sua volta, la disposizione canonica delle lettere pao‑ letter:
autan'ali
credenti mediante la Parola.E la 2 Pietro,redatta verso la fi‑ lìne segue un criterio quantitativo sommario: dalla più cor‑ : della
ne del I sec. d.C., si schiera in difesa di Paolo contro quanti posa (Romani) alla più breve (Filemone).In realtà la lette‑ tradizione
nestrumentalinano il messaggio (cf.2 Pt 3,15-16). ra più antica è 1Tessalonicesi (SO-52 d.C.) e la critica lette‑
Senza dubbi il cristianesimo delle origini non si riduce a ' rafia contemporanea distingue, con generale consenso, le
Paolo in quanto comprende ulteriori filoni che si sono con‑ lettere autoriali oprolegtîmenu (1’IEssalonicesi,1-2 Corinzi,
densati nel vangelo di Matteo, nella teologia del Quarto Galati.Rornani,Frlernone e Filippesi),dalla prima (2 Tessa‑
vangelo e della tradizione giovannea (che comprende le tre lonicesi, Colossesi ed Efesini) e seconda tradizione 0 anti‑
lettere di Giovanni e l’Apocalisse), nella Lettera di Giaco‑ leg6mena delle lettere Pastorali (1 Timoteo, Tito, 2 Timo‑
mo e nella Lettera agli Ebrei. Nondimeno questo «vaso di teo). Piùche di lettere autentiche epseudo-epistolograiiche
elezione», com’è definito in At 9,15, è scelto dal Risorto per o di scuola paolina, riteniamo preferibile parlare di lettere
diffondere il vangelo sino ai confini dell‘Occidente. Pur‑ autografe o autoriali edi tradizioni paoline,in quanto dietro
troppo non tutte le sue lettere sono pervenute: alcune sono queste ultime non si sono formate alcune «scuole»,bensì le
andate perdute, a causa dell’anti‐paolinismo crescente, che tradizioni vive delle Chiese che hanno cercato di conserva‑
esplode nel II sec. d.C. con le lettere Pseudo-Clementine. re e di adattare il pensiero di Paolo nei successivi contesti
Tuttavia su quelle tramandate s’innerva gran parte della sto‑ ecclesiali.La diminn'one non intacca la questione dell’ispi‑
ria bimillenaria della teologia cristiana. ran‘one biblica,poiché le lettere della tradizione paolina so‑
no da considerare ispirate quanto le autoriali.D’altro canto
le questioni sul canone e sull‘ispirazione delle fonti neote‑
Dal canone stamentarie sopraggiungono verso la fine del I sec. e gli ini‑
alla formazione storica delle lettere zi del I] sec. d.C.; e non sono dovute ad alcuna politica cen‑
Crmlagia Il canone del Nuovo Testamento colloca le lettere di trale della Chiesa del tempo, bensì al consenso crescente
delle lettere Paolo dopo l vangeli e gli A t t i degli apostoli.La scelta si de‑ nelle e fra le singole Chiese. In pratica la formazione del ca‑
veall'evoluzione degli eventi, vale adire da Gesù alla Chie‑ none neotestamentario nasce dall’uso liturgico e catecheti‑

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co degli scritti e n o n daimposizioni esterne Comunque,sul La cronologia imperiale
versante storico, s’impone la distinzione tra le lettere auto‑
riali e quelle della tradizione per le differenze di stile, di lin‑ Il re Areta IV Frlopatore regnò sui Nabatei dall’8-9 fi- Lafuga

guaggio e di contenuti che le caratterizza. no al 39‐40 d.C.: verso la fine del suo regno si può collocare d a …

Scansione Un discorso a parte vale per la Lettera agli Ebrei, che la fuga da Damasco, quando Paolo fu cercato dal govema‑
crono‑ «non e agli Ebrei (ma ai giudeo-cristiani della diaspora), tore del re per essere catturato. L’episodio è raccontato,con
n o n e di Paolo (ma di un autore anonimo) e non è una let‑ poche discoidanze,inZ Cor 11,32-33 ein At 9,23-25. Poiché
tera (bensì un discorso omiletieo sul sacerdozio di Cristo)».'
la prima menzione della fuga si verifica intorno agli anni
Questo stupendo trattato o «discorso sul sacerdozio di Cri‑ 53-54,in occasione della redazione di 2 Corinzi, si può risa‑
sto» fu probabilmente composto poco prima della distru‑ lire alla fine del regno di Areta I V.Nello stesso periodo Pao‑
zione del secondo tempio in ambiente italico (65-70 d.C.). lo ricorda la visione e la rivelazione del rapimento sino al
terzo cielo (cf. 2 Cor 12,1-3), verificatasi quattordici anni
Pertanto nella nostra introduzione seguiremo la scansione
cronologica e n o n quella canonica dell’epistolario paolino, prima della composizione di 2 Corinzi. Così a ritroso si può
cosi da poter rilevare gli sviluppi e le variazioni contenuti‑ datare tra il 35eil 36l’incontro con il Risorto (ci. 1 Cor 15,8;
stiche tra una e l‘altra lettera. Gal 1,15-16) e tra il 36-39 la sua permanenza a Damasco ( c i
Gal 1,21).
L’imperatore Claudio emanò un editto per espellere i L'editlo
Il curriculum vitae di Paolo giudei, compresi i cristiani,da Roma. L’editto è menzionato di Claudio

Purtroppo Paolo non menziona le coordinate cronolo‑ inAt 18,2,quando giunto a Corinto,Paoloincontra il giudeo
giche della sua esistenza: quando e dove sia nato, in quale Aquila e sua moglie Priscilla, «in seguito all’ordine di Clau‑
data gli apparve il Risorto eintrapresei tre viaggi missiona‑ dio che allontanava da Roma tutti i Giudei». Alcuni studio‑
ri, sino a quello della prigionia che lo tradusse a Roma.Per si propongono di datare l‘editto nel 41 d.C, ma l‘ipotesi e
ricostruire il suo curriculum vitae bisogna ricorrere agli At‑ poco sostenibile poiché all’inizio del suo principato Clau‑
ti degli apostoli che, tuttavia, sono altrettanto lacunosi,poi‑ dio concesse ai Giudei i privilegi che Caligola, suo prede‑
cessore, aveva revocato. Cosi Flavio Giuseppe ricorda nelle
ché non è intenzione di Luca redigere un’esauriente bio‑
grafia su Paolo, mapresentarlo,mediante eventi esemplari, Antichità Giudaiche l’editto favorevole di Claudio inviato
come il principale testimone dell‘evangelizzazione in Occi‑ adAlessandria d’Egitto:
dente. Turtavia, la cronologia imperiale sui principati di «Claudio Cmare Augusto Germanico Pontefice Massi‑
Claudio edi Nerone e sui proconsoli delle province romane mo con il potere tribunizio, eletto console per la seconda vol‑
offre punti di riferimenti abbastanza documentati. ta, dice: i re Agrippa ed Erode, miei carissimi amici, avendo
chiesto che gli stessi privilegi di cui gode Alessandria siano
connessi einnntcmlli per tutti i Giudei sotto l’impero romano,
io molto volentieri acconsento, non semplicemente per far
piacere ai richiedenti,ma anche perché, a mio modo di vede‑
re,i Giudei meritano che la loro domanda sia accolta amoti‑
vo della loro lealtà e amicizia verso i Romani. [..] Perciò è
‘ A. VANHOYE, Structure and Message ofthe Epi:rle to the Hebrew (Subsi‑ bene chei Giudei, in tutto il mondo a noi sottoposto, custo«
dia Biblica 12),Pontiflcio Istituto Biblico.Roma 1989,S… discano gli usi dei loro padri, senza alcuna opposizione. Sap‑

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piano però avvalersi di questa mia benevola concessione con La cronologia paolina
spirito ragionevole e n o n Cloridano le credenze sugli Dei se‑
guite da altri popoli, ma osservino le proprie leggi» (19,287‑ Secondo la narran'one degli Atti Paolo nasce aThrso di Paolo/
290). Cilicia (cf.At 22,3) da una famiglia della comunità della dia‑ Sauli:
spora giudaica. Dai genitori, di cui ignoriamo i nomi, e cir‑
conciso all’ottavo giorno di nascita,come tutti i figli maschi
Quando i rapporti con gli Ebrei si deteriorarono, Clau‑
degli ebrei (cf.Fil 3,5), e riceve il doppio nome Saulo Paolo,
dio decise di promulgare l’editto di espulsione da Roma,an‑
che se molto probabilmente non si trattò di un provvedi‑
analogo a quelli di Sila Silvano (cf. 1Ts 1,1;At 16,29; 17,4) e
, di Giovanni Marco (c£At 12,25;15,37).Il primo nome rinvia
mento dalle proporzioni massicce,capace di causare un eso‑
al re Saul,il discendente più illustre della tribù di Beniami‑
do generale degli ebrei romani. L’editto e confermato nelle
no, da cui proviene Paolo (cf. F113,5). Il secondo nome è di
Vite dei Dodici Cesari di Gaio Svetonio ’Il-anquillo,nella pri‑
madecade del II sec. d.C.: «Poiché i giudei disturbava co‑ origine latina ed diffuso in epoca imperiale. Pertanto è op‑
portuno precisare che il duplice nome non si deve al pas‑
stantemente per le istigazioni di Creato, egli li espulse da
saggio dal Saulo giudeo al Paolo cristiano,ma gli è conferi‑
Roma» (Vita di Claudio 25,4: «Iudaeos impulsore Chresto
to sin dalla nascita. Comunque, nelle sue lettere preferisce
assidue tumultuantis Roma expulit»). Pertanto è più vero‑
presentarsi soltanto con il nome di origine latina:Pdulos.La
simile datare l’editto di espulsione nel 49 d . ( l che nel 41. Il
città di’Ilsrso non è mai menzionata nell’epistolariopaolino,
dato è confermato dai saluti finali di 1 Corinzi e Romani.In
1 Car 16,19 daEfeso sono inviatii saluti per Aquila e Prisca: maè citata in At 23 come suo luogo di originefluttavia,un
accenno indirettosi può trarre daGal 1,21in cui precisa che,
siamo nel 53-54. E sein Rm 16,3-5 Paolo invia daCorinto i
saluti per Prisca e Aquila, vuol dire che la loro permanenza dopo l’incontro di Damasco, Paolo si recò in Cilicia.
Oltre all‘appartenenza alla tribù di Beniamino, Saulo Cittadino
a Corinto e stata transitoria e sono rientrati a Roma nei pri‑
Paolo eredita dalla famiglia la cittadinanza romana men‑
mi anni della pace neroniana (54‐57 d.C.). Comunque si vo‑
zionata negli Atti (cf.At 22,28). ma taciute nel suo epistola‑
glia considerare l’incidenza dell’editto,è fondamentale os‑
servare che l'accenno a Chresta allude ai Giudei che hanno
rio. 1]privilegio prevedeva che i cittadini romani non fosse‑
aderito a Cristo e che le istigazioni riguardano situazioni di ‘ ro bastonati,né subissero alcuna condanna senza un previo
turbolenza interne e non esterne alle comunità giudaiche e e regolare processo Così Tito Livio racconta la promulga‑
n'one della legge Porcia,proposta da MarcoPorzio Catone,
giudaico-cristiane di Roma.
' nel 198 a C , : «’Iuttavia solo la legge Porcia pare sia stata pre‑
Procmuale Infine l’iscrizione greca di Delfi riferisce sul dodicesi‑
Gallione sentata in difesa della schiena dei cittadini,perché essa sancì
mo anno del principato di Claudio, imperatore dal 40al 54
d.C., e sul proconsolato di Lucius Junius Annaeus in Acaia.
‘ gravi pene contro chi avesse percosso e ucciso un cittadino
romano» (Storia di Roma 10,9,4-5).
Il proconsole, fratello del filosofo Seneca, è citato in At
18,12,quando, durante la prima evangelizzazione di Corin‑ Nonostante la norma ancora in vigore, nel I sec. d.C. si
\ verificarono diversi abusi circa la verberatio o fustigazione
to, Paolo in condotto davanti al suo tribunale dai Giudei
della città. tra il 51 e il 52. A questo periodo della predica‑
; dei cittadini romani, come ricorda Flavio Giuseppe nella
' Guerra Giudaica:
zione di Paolo a Corinto si deve l’invio di 1 Tessalonioesi.
Fra queste date del I sec. d.C. si snoda l’affascinante vita di «Florio infatti ebbe l’ardire di fare ciò che nemmo prima
Paolo. di l u i aveva osato, ordinare che venissero fustigate dinanzi al

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suo tribunale e poi crocifisse persone appartenenti all’ordine
': tore degli Atti enfatizza l’azione persecutoria di Paolo con‑
equestre,che se anche erano giudei di nascita,per il loro ran‑
go sociale erano romani» (2,308).
, tro le comunità cristiane della Giudea (cf.At 9,1-2; masi ve‑
da anche Gal 1,22), la notizia non andrebbe sottovalutata
' poiché, una volta diventato cristiano, Paolo stesso subisce
Per questo n o n deve meravigliare se Paolo sostiene di - cinque volte la fustigazione dei «quaranta colpi meno uno»
essere stato bastonato per tre volte (cf 2 Cor 11,75) e i n A t …'(cf.2 Cor 11,24),secondola legislazione giudaica.
22,26‐29 si racconta che riuscì a evitare ulteriori abusi ap‑ Quando o m a i è più che trentenne incontra il Risorto
pellandosi alla sua cittadinanza romana. In nome dello stes‑ sulla strada di Damascoe durante il successivo periodo di si‑
soprivilegio, fu condotto sotto scorta da Gerusalemme a lenzio, trascorso in patria, è cercato da Barnaba per essere
Roma per essere processato dalle autorità imperiali. . accolto nella comunità cristiana di Antiochia,in Siria ( c iAt
Fumm‑ Durante l‘adolescenza Paolo e inviato a Gerusalemme, »‘ 11,25-26). Dopo quattordici anni dall’incontro di Damasco
zion: dove riceve la formazione farisaica (cf. Pil 3,5) ai piedi di
far-imita (35‐36 d.C.), sale a Gemsalemme per rivendicare tra il 46e
Gamaliele I o il Vecchio (cf.At 23,6; 26,5) e partecipa alla la‑ - il 49, davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni,la sua predica‑
pidazione di Stefano (cf.At 7,58),ebreo di lingua greca. 00‑ zione fra i Gentili (of. Gal 2,1‐10). Nell’occasione partecipa
me gran parte degli ebrei del I sec. d.C. parla ebraico e gre‑ - all’assemblea (più che al «concilio» di Gerusalemme, che
co: le sue lettere sono scritte in greco, mail suo modo di ar‑ ‘ vede lo schieramento di tre partiti fondamentali: quello di
gomentare è in prevalenza ebraico. Di mestiere e fabbrica‑ Giacomo e Pietro,quello di Barnaba e Paolo che porta con
tore di tende: un artigianato abbastanza redditizio seAqui‑ sé'lito (cf. Gal 2,1), un gentile convertito,e quello di alcuni
la e Prisca, che esercitavano lo stesso mestiere, potevano - «falsi fratelli» (cf. Gal 2,4) che esigono la sottomissione alla
permettersi una dimora per ospitare una delle Chiese do‑ Ì Legge e alla circoncisione dei Gentili convertiti al movi‑
mestiche romane (cf. Rm 16,3-4). ’ mento cristiano.La lettera inviata da Giacomo ai cristiani di
Sparatu7 Non sappiamo sePaolo fosse sposato: l‘opinione che lo .:, Antiochia, riportata in Al 15,23-29, riferisce delle quattro
ritiene coniugato, prima dell’incontro di Damasco,è una pu‑ richieste peri Gentili convertitiz’ astenersi dalle carni immo‑
ra congettura dovuta all’importanza che il matrimonio rive‑ ‘ ‐ late agli idoli,dal sangue, dagli animali soffocati nel sangue
ste nel giudaismo antico. Piuttosto gli indizi di 1 Cor 7,in cui ' e dalla fornicazione (cf.At 15,29).Di que'stè‘r-ichièste non si
chiede a ciascuno di restare nella condizione previa alla ‘ accenna mai nelle lettere paolino perché forse riflettono il
chiamata in Cristo (v. 20) ed esalta la verginità per dedicar‑ ,- contesto degli anni 70-80 d.C. in cui scrive l’autore degli A t ‑
si al Signore (v.32), depongono a favore dell’idea che fosse i ti. Inveoe,inAt 15n o n è citato ’Iìto ede taciuta la richiesta
celibe. Di una donna che lo seguisse nella missione, come . degli apostoli sulla colletta per i poveri di Gerusalemme,
invece nel caso di Pietro (cf. 1 Cor 9,5), o die lo attendesse ' menzionata in Gal 2,10.
in casa al ritorno dei viaggi non e tramandata alcuna notia'a. All’inizio della pace neroniana (54 a.C.), Paolo intra‑ Ivl'aggi
Non ci sono giunti indizi neanche su una sua prole, mentre prende l’ultimo viaggio missionario sino al 56-57, durante il milviianari
inAt 23,16 si accenna a un figlio di sua sorella. ‘, quale detta le due lettere ai Galati eai Romani:quest’ultima : prigionia
Pzrmumre Durante il periodo della sua permanenza nel giudaismo ‘ prima di concludere il viaggio di ritorno a Gerusalemme (cf.
farisaico Paolo cerca di contrastare gli sviluppi dell’iniziale .?. Rm 15,25),d0v’è arrestato dalle autorità imperiali,A Cesarea
movimento cristiano, denominato a posteriori «la Chiesa di : Marittima Paolo resta in prigione per un biennio (cf. A!
Dio» (cf. 1 Cor 15,9; Gal 1,13.22-23;F113,6). Anche se l’au‑ . 24,27),durante il quale subisce il processo sotto il governato‑
18 19
re Felice e il comandante Lisia (cf.At 2.4,2A-27), sotto Perdo .] Nello stesso pesher si accenna ad Alessandro Ianneo
Festo,suo successore (cf.At 24,27) e davanti al re Agrippa ( c i ‐ che, sotto il suo regno (103-76 a.C.),fece crocifiggere otto‑
At 25,13 ‐ 2632). Alla fine degli anni 50 Paolo è tradotto in cento farisei (4QpNali fi.7-8 col. I).Dunque mentre nei van‑
Roma per navezvi giunge agì inizidegli anni 60e per un bien‑ …geli canonici i farisei sono apostrofati per la loro intransi‑
nio è costretto agli arresti domiciliari (cf.At 2830-31). Molto genza, a causa del crescente conflitto tra le prime comunità
probabilmente durante la prigionia romana scrive le ultime uistiane eil giudaismo intorno alla distruzione del secondo
due lettere autoriali pervenuteci:a Filemone eai Filippesi. ' tempio, a Qumran sono etichettati come coloro che «cerca‑
A questopunto la cronologia neotestamentaria su Pao‑ no interpretazioni facili».
lo s'intenornpe per lasciare il posto alla duplice tradia‘one Un altro dato di rilievo è riportato da Flavio Giuseppe
che lo vede martirizzato, intorno al 62-63 d.C, o predicato‑ : che, nella sua Autobiografia, ricorda di aver aderito al mo‑
re in Spagna, per essere ricondottoa Roma ed essere deca‑ ‘ vimento farisaico: «A diciannove anni cominciai a sostene‑
pitato sotto Nerone,intorno alla metà degli anni 60.Ea i di‑ re la vita pubblica,aderendo alla scuola dei farisei,che si av‑
versi dati sulla vita di Paolo che abbiamo ripercorso, foca‑ “ vicina a quella che i greci chiamano stoica» (3.12).Tbttavia
lizziamo l’attenzione su quattro eventi di capitale impor‑ diversamente da Flavio Giuseppe.Paolo aderì al movimen‑
tanza per i contenuti delle sue lettere autografe:la sua for‑ to farisaicn non per un breve periodo della sua formazione,
mazione farisaica,il primo incontro con il Risorto,i rappor‑ ? ina vi partecipò attivamente e connervò alcuni tratti del fa‑
ti con la vita terrena di Gesù e la predicazione del vangelo riseismo anche dopo l’incontro con il Risorto. Le dichiara‑
sino all'Ilh'ria. zioni di At 26,5,in cui Paolo chiede ai giudei che rendano te‑
; |timonianza sulla sua appartenenza al movimento farisaico,
edi At 23,6 dove si professa dariaeo,figlio di farisei» non so‑
La formazione larisaiee no inventate da Luca,bensi trovano conferma nell’annota‑
Il Strano a dirsi, maa fronte delle abbondanti citazioni sui , zione di F i ] 3,5: «secondo la Legge,fariseo».
movimento farisei nei vangeli, Paolo e l’unico fariseo di cui sono perve‑ Fra le peculiarità del movimento farisaico assunte e Movimento
furiraiw nuti gli scritti, poiché non sono state tramandate fonti di pri‑ ’ conservate da Paolo per l’intero arco della sua esistenza, se‑ fnn'.vaica
ma mano, ma soltanto scritti influenzati dal fariseismo: ' palinuro la fede nella fismrezione,l’esigenza di adattare la eprimi
cristi…
2 Maccabei, i Salmi di Salomone, il Liber Antiquitatum Bi‑ legge mosaica alle diverse situan'oni della vita religiosa e
blicarum dello pseudo-Filone,2 Baruc,il Targum Neofitieil "politica,la tendenza ainterpretare la Scrittura oltre il lette‑
trattato Aboth della Mishmz. Purtroppo sul movimento fa‑ ‘ nliamo e Invita umana intesa come culto (cf. Rm 12,1-2;Fi1
risaico pesano, in modo deleterio,i pregiudizi che li consi‑ ‘ 3,3). In seguito all'evento di Damasco, la fede farisaica nel‑
derano intransigenti, ipocriti e legalisti. In seguito alle soo‑ la risurrezione si trasforma in un rapporto di partecipazione
perte dei rotoli di Qumran, la ricerca sul movimento fari‑ } vitale alla morte e risurrezione di Cristo. La Legge e consi‑
saico ha assunto direzioni diverse e più attendibili sul ver‑ derata indifferente,nel senso che può essere osservata o me‑
sante storico.Anzitutto è bene segnalare quanto è riportato ' no, a condizione che n o n intacclii in alcun modo la giustifi‑
nel Pesher di Nahum, scoperto nella quarta grotta: «La sua ' cazione realizzata soltanto con la fede in Cristo (cf. il con‑
interpretazione si riferisce a Demetrio,re di Yavan che vol‑ flitto tra i forti e i deboli in Rm 14,1- 15,13 per le comunità
le entrare in Gerusalemme su consiglio di coloro che cerca‑ domestiche romane). In caso contrario, come in Galazia, la
no interpretazioni facili» (4QpNah fr. 3-4 col. I). ‘ Legge n o n dev’essere osservata, altrimenti rende vana la

20 21
portata salvifica della morte di Cristo: «Se infatti si realiua ’ sione di Ez 1,4‐28 (C.C. NEWMAN, 1992). In alternativa, al‑
la giustificazione mediante la Legge, allora Cristo è morto ‘ ‘, l’origine della sua svolta si troverebbe l’incapacità morale o
invano» (Gal 2,21;c£ anche Gal 5,2). La Scrittura che in pas‑ ' psicologica di osservare la Legge mosaica nella sua inte‑
sato era interpretata in sintonia con le tradizioni orali dei rezza.
padri,in seguito è riscritta nell’orizzonte cristologico,in mo‑ In realtà,Paolo n o n e Agostino d’Ippona,né tanto me‑
do profetico o secondo lo Spirito, edecclesiale.Il ricorso al‑ . no Martin Lutero prima delle loro conversioni, nel senso
la tipologia (1 Cor 10,6: «Queste cose divennero nostri mo‑ che n o n aveva nulla di cui rirnproverarsi durante la sua fre‑
delli») elo all‘allegoria biblica (Gal 4,24: «Queste cose sono , quentazione attiva nel giudaismo farisaico.A chiare lettere
allegoriche») permette a Paolo di considerare utile per l’in‑ confessa in Gal 1,13-14 e in Fil 3,5-6 di essere stato zelante
segnamento e per l’ammonimento tutto ciò che si è realiz‑ , nsservante della Legge, più dei suoi coetanei, e di aver nu‑
zato nella storia della salvezza (cf. Rm 15,4). Infine,si deve , trito un’alta considerazione della Legge. Paolo non era un '
all’influenza della corrente farisaica seil culto cristiano non ' peccatore impenitente,bisognoso di una conversione che lo
si limita alla frequentazione del tempio e all’offerta di sa‑ redimesse dalla colpa; e sapeva bene che insieme ai coman‑
crifici di animali, ma l’intera esistenza cristiana è vista co‑ , dementi,la Legge offriva diversi percorsi per espiare i pec‑
me culto santo e gadito a Dio ( c i Rm 12,1-2).Pertanto n o n '‐ cati. Interpretare il famoso brano di Rm 7,7-25 sul bene de‑
soltanto Paolo è l‘unico iariseo di cui sono conservati gli siderato,ma n o n compiuto, e del male compiuto in termini
scritti, ma alcune peculiarità del movimento farisaico pro‑ -' autobiografici, significa travisame la natura poiché in esso
seguono nel nuovo paradigma della sua adesione a Cristo. , non c’è nulla dell’uomo giusto e peccatore ( i lsimul iustus et
‘ peccator della tradizione luterana). Di fatto, le caratteristi‑
che dell’io in Rm 7,7-25 si adattano atutti tranne che &Pao‑
L’evento di Damasco ; io,per il semplice fatto che egli non viveva un tempo senza
Gunvor‑ Tentare di spiegare l‘incontro, o più propriamente _lo ' la legge (come invece sostiene l’io in Rm 7,9), essendo sta‑
siovlè #0 scontro, con il Risorto sulla strada di Damasco dal versante ‘, to circonciso all’ottavo giorno di nascita (ci.Fil 35). Per que‑
vocazione?
storico e impresa ardua, senon impossibile, poiché non c’è sto la sua non e una conversione,né tanto meno una rivela‑
alcun segno premonitore dell'evento che provocò il cam‑ ' u'one divina che implichi una conversione: prova ne è che
biamento radicale nell‘esistenza di Saulo Paolo.Per questo « per descrivere l‘evento di Damasco Paolo n o n utilizza mai il
si è tentato di rapportarlo ad alcuni modelli di conversione ‘:vocabolario della conversione (meténoia e termini analo‑
di tipo religioso, morale, psicologico e mistico. Uri senti‑ '|hi)y che invece usa per i Gentili che aderiscono al suo van‑
mento d’insoddisfazione e di frustrazione sulla frequenta‑ ' gelo (of. 1Ts 1,9).Piuttosto,la sua è una vocazione che im‑
zione del fariseisrno o per il giudaismo avrebbe preceduto . plica una rivelan'one profetica e una missione verso i Gen‑
l’estasi‘di Damasco (D. BOYARIN, 1997, 122).‘ Per altri stu‑ tili. Come Geremia e Isaia nonvanno inseriti nell’elenco dei
diosi un’esperienza mistica lo avrebbe portato a vedere il : grandi convertiti, neanche Paolo dovrebbe essere conside‑
Risorto,sulla scia della mistica giudaica con le contempla‑ … tale dal momento che si serve del loro linguaggio per ri‑
zione della merkabdh o del carro di fuoco che risale alla vi‑ ;@inmare la sua vocazione o rivelazione (cf. Ger 1,5‐10; Is
,1 evocati in Gal 1,15-16).Dunque Paolo diTarso è più un
" to che un convertito. L‘uso diffuso del sostantivo
’ Salvo easi differenti,le citazioni complete delle opere citate sono ripor‑
tate nelle bibliografie alla fine di ogni capitolo.
.*npòsto,los nelle sue lettere (ci. 1 Cor 1,1; 9,1;Gal 1,1;Rm 1,1)

22 23
:

conferma la natura profetica del suo apostolato, attribuita 'mdall’altra,l’anti-paolinisr-no di correnti che sostengono la
all’intervento di D i o o del Risorto nella sua esistenza.’ ’ "«, .…vivenza tra l'osservanza della Legge e la fede in Cristo.
Non Dallo spoglio delle diverse biografie storiche su Paolo è _: quest’ultimo versante, si vedano i riflessi nel vangelo di
Aper/ata indicativo che il modello della conversione, posto in discus‑ )jatteo, nella Lettera di Giacomo e nel movimento giudai‑
maapomla sione in ambito cristiano, sia ripercorso in ambiente giudai‑ oo degli ebioniti In realtà il Paolo autoriale n o n avrebbe
co, da autori come D. Boyarin eA. Segal, poiché si tende a ':uni sottoscritto le proposizioni di 1Tm 1,9.13 perché, an‑
‘ fare di lui un spostata e n o n un apostolo. In realtà egli si de sen o n giustifica,la Legge vale non soltanto per gli ern‑
considera apostolo dei Gentili a favore d’Israele (cf. Rm "F'e ipeccatori,mentre resta dono divino per Israele (cf. an
11,13-14) e non apostata d’Israele per diventare apostolo %) ed è «esenta, giusta e santo, giusto e buono è il con-ran‑
dei Gentili! 'Iìrttavia è opportuno precisare che l’idea della «damento» (Rm7,12).
conversione di Paolo non è un’invenzione della Chiesa cat‑ Pertanto l’evento di Damasco non si spiega con alcun Conquivtato
duGrim;
tolica che ne celebra la ricorrenza il 25 Gennaio per co‑ rimorso etico o di coscienza, né con le turbe psicologiche di
stringere i giudei aconvertirsi,né tanto meno una creazione _ rino schizofrenico, ma soltanto per l’irruzione del Risorto
giudaica per inserirlo nella birkàt haminlm (la cosiddetta ‘ nella sua esistenza che impone agli storici del cristianesimo
benedizione degli infedeli) pronunciata contro gli spostati. & sospendere qualsiasi ipotesi infondata. Purtroppo, a vol‑
Piuttosto,il modello della conversione inizia a germogliare '.' te la necessaria e opportuna indagine storica rischia cadere
nella seconda tradizione paolina di 1Timoteo che nefa «un il forme di storicismo quando cerca di spiegare eventi in‑
bestemmiatore,un persecutore e un violento», quando or‑ ; ' M fi ì b i l i a livello empirico, ma che conservano dimensio‑
mai la Legge è ritenuta valida «per gli iniqui,i ribelli,gli em‑ ‘ ui reali nella vita umana.Di fatto appartiene ai dati storici se
pi e ipeccatori,ma non per il giusto» (1Tm 1,9.13).Anchela ‘_da persecutore Paolo sia diventato oggetto di persecuzione
triplice narrazione degli Atti sull’incontro di Damasco (cf. nel giudaismo del suo tempo e da sostenitore zelante per
At 9,1-19 in forma biografica; 22,4-16; 26,12-28 entrambi in 'osservanza della Legge sia giunto a negame qualsiasi im‑
forma autobiografica) segue più il paradigma della conver‑ ‐ plicazione salvifica. Senon fosse stato «conquistato»da Cri‑
sione cbe quello della vocazione, come dimostra il confron‑ ,Io(cf.Hi 3,12) forse non avrebbe mai creduto al vangelo,
to con la conversione di Eliodoro (cf.2 Mac 3,26-28) e quel‑ ' Benestante tutta la sua conoscenza della Scrittura, né avreb‑
la di Asenet, moglie di Giuseppe, nella storia di Giuseppe e .be predicatoil Cristo crocifisso senza la Legge.
Asenet.'lbttavia le fonti neotestamentarie citate apparten‑
gono al periodo successivo della vita di Paolo (databilidopo
il 70 d.C), quando ormai si è consumata la «separazionedel‑
Gesu‘ ei primi frammenti cristologici
le vie»‘ tra giudaismo e cristianesimo e nelle comunità cri‑ ‘ » Anche secontemporanei, Gesù e Paolo non si sono mai
stiane si ramificano,da una parte, il paolinismo ad oltranza _incontratiin vita, neanche in occasione del processo giudai‑
_coegovernativo consumato nei confronti del profeta di Na‑
. m e t &Gerusalemme verso la metà degli anni 30 del I seco‑
’ K D , SANDNES, Paul ‐ 0nc aflhc Propheu?:A Contributionto IlleAponieì‘ lo. D’altro canto Gesù aveva operato in Galilea, mentre
self-understanding (Wrssensclraftlicbe Unterxuchungen zum Neuen Tham‑
ment 2.43), rca.Mohr (r. Siebeck),Tubingen 1991.
<Paolo in Giudea, dove il movimento îarisaico riscontrava
‘ J.D.G. DUNN, The Pnrting the Ways: E:!ween Chlirlianily Md Judaism and <maggiori aderenti e autorità politico-religiosa. Quando Pao‑
Their Significati“ for the Character quhrl'sfianily, SCM, [ m i d o r i 1991. lo inin'a a contrastare il movimento cristiano, resta ancora

24 25
ignoto alle comunità cristiane della Giudea: «Ero scono‑ molirnitana»,a cui riconducono Marco e Matteo,da quel‑
sciuto di persona alle Chiese della Giudea, che sono in Cri‑ «antiochena»richiamata in 1 Corinzi e nel vangelo di Lu‑
sto. Avevano soltanto sentito: “Colui che una volta ci perse‑ . il confronto dei passi citati dimostra che Luca doveva
guitava, adesso evangelina la fede che una volta cercava di ‐tionosoere anche la tradizione di Marco e conferma il debi‑
distruggere“» (Gal 1,22-23). '*'b'o di Paolo verso la comunità di Antiochia di Siria. A questi Abba,
Mr:
(luminanza Dopo tre anni dalla svolta di Damasco,Paolo sale a Ge‑ {letti di Gesù andrebbero aggiunti quelli d’indubbia deriva‑
rusalemme per consultare Uefa,restando presso di l u i quin‑ ‐‐*laone aramaica:l’invocazione abba, riportata soltanto in Mc
di Geni dici giorni (cf. Gal 1,18); nell‘occasione incontra Giacomo, Ì 4436, in occasione dell’agonia nel Getsernani, e in Gal 4,6;
«fratello del Signore» (cf. Gal 1,19). Seguono gli anni oscu‑ 'm 8,15; e manina rhfi (il Signore viene) accluso alla fine di
ri della sua permanenza in Siria (Antiochia e Damasco) e in "! Corinzi (cf. 1 Cor 16,22).Il primo detto,traslitterato etra‑
Cilicia (Tarso?),durante i quali hal’opportunità di ripensa‑ ;tiottoin geco con ho patér,rientra tra le ipsissima verba Je‑
re in modo radicale il suo rapporto con il Risorto e,a ritro‑ 1'eu,ma non corrisponde al nostro «papà» (che sarebbe p i p ‑
so, con l‘evento iniarnante della crocifissione,la vita pubbli‑ ‘. pas in greco). inoltre la tematica della paternità di Dio è at‑
caele origini davidiche di Gesù.Pertanto il rapporto di Pao‑ ; testata a Qumran, nella preghiera sinagogale e in Filone
lo con Gesù n o n è diretto, né si limita alla risurrezione,ben‑ ,,Aleasandrino.Il secondo aramaismo pone in risalto che la Mnranniha
sì è filtrato dalle testimonianze dei primi discepoli, dei pa‑ v fide nella Signoria di Cristo non rientra nel processo d’in‑
renti di Gesù e delle comunità che inizia a frequentare. ‘ urltruazione deicristianesimo nell’ellenisrno del 11sec. d.C.,
A queste frequentazioni si devono anzitutto due fram‑ ’ ma appartiene alle prime comunità palestinesio della,dia‑
menti tradizionali che riporta nelle sue lettere: quello di 1 Cor spora più vicina ( LW. H u n / m o ,2006).
11,23-25,dedicato alle parole di Gesù durante l‘ultima cena, , Fra i detti di Gesù piùverificabili per confronto sinotti‑
e quello di 1 Cor 15,3-5,incentrato sul kérygma della morte e co tra le lettere paoline ei vangeli canonici vanno annoverati
risurrezione,sino alle apparizioni del Risorto &Ceîa (Pietro) " lpassi di 1Ts 5,2, aproposito del giorno del Signore, para‑
e ai Dodici.La formula della tradizione che introduce i due . gonato al ladro che giunge all’improvviso nella notte (ci. Mt
frammenti con cui Paolo trasmette quanto a sua volta ha ri‑ ?24,43-44/[Lc 1239-40), di 1 Cor 7,10«11, dedicato alla que‑
cevuto (ci. 1 Cor 11,23; 15,3) segnala la comunicazione di nltione del divorzio (elMc 10,11-12/1Mt 19,9l/Lc 16,18),e di
quanto appartiene non alla sua esperienza diretta del Risor‑ 1 Cor 9,14 circa il diritto del sostentamento per l'operaio
to, bensì alle prime comunità cristiane che inia‘ò a frequen‑ meritevole di compenso ( c i Mt 10,10/1Lc 10,7; anche 1Tm
tare. Per questo l’espressione «10 infatti ho ricevuto dal Si‑ ""',18).Alcuni studiosi tendono adampliare il numero dei det‑
gnore ciò che vi lio trasmesso» (1 Cor 11,23) non allude a una di Gesù nelle lettere paoline,ma bisogna riconoscere che
rivelazione privata di Gesù a Paolo,bensì alla viva tradizione imo pochi,sebbene d’importanza notevole In realtà a Pao‑
ecclesiale che rimanda alle stesse parole di Gesù (ipsissima ‘ [ o n a n interessa più di tanto la predicazionedi Gesù,né imi‑
verba Jesu) pronunciate durante l’ultima cena. " nooli compiuti durante la sua vita pubblica, bensi l’evento
Rispetto ai légia o ai detti di Gesù, le contiguità mag‑ ' centrale della sua morte e risurrezione, con le implicazioni
Alcuni detti giori riguardano proprio le parole di Gesù durante la cena, ,èhe derivano per la vita personale ecomunitaria.
di Geri) riportate nel vangelo di Luca (cf. Lc 22,14-20), rispetto a ' Alla predicazione che precede le lettere paoline sono Altuni
quelle contenute in Mc 14,22-25 e in Ml 2626‐29, anche see .'riconducibilii frammenti sulla vita di Gesù contenuti in 1Ts frammenti
pnpualini
opportuno n o n distinguere in modo netto la tradizione «ge‑ ' 1,9‐10; 1 Cor 8,6; 15,3-5; Gal 1,4; Rm 1,3‐4; Rm 3,25 e Fil
26 27
2,6‐11 (quest‘ultimo èil più ampio) su cui ci soffermeremo \ Atene, Corinto, Gerusalemme e nuovamente ad Antiochia
per le singole lettere.'Il'anrie quello di Rin 1,34 in cui è ;‘diSiria (cf.At 15,40‐ 18,22).Il terzo viaggio ripercorreil se‑
menzionata la nascita del figlio di D i o dal seme di Davide, . condo con alcune nuove regioni: da Antiochia di Siria alla
gli altri frammenti focalizzano l’attenzione sulla morte e ri‑ Galazia meridionale,la Frigia,Efeso,la Macedonia,l’Acaia,
surrezione (o esaltazione) di Gesù. Con ormai largo con‑ '‐ Tioade, Mileto, Cesarea Marittima e Gerusalemme, dov’è
senso, la critica letteraria ha dimostrato che tali frammenti ‘ arrestato (cf.At 18,23 ‐ 21,15). Infine il viaggio della prigio‑
n o n sono di Paolo, ma precedono le sue lettere a causa del‑ ,i. nia parte da Cesarea Marittima,raggiunge Sidone e Mira in
le originalità stilistiche, del linguaggio e dei sistemi cristo‑ '‐, licia, Creta, Malta, Siracusa, Reggio Calabria, Pozzuoli e,

logici che veicolano. a


' ttraversandola via Appia, giunge aRoma,dove ècostret‑
,. Invmton Pertanto, appartiene a una delle più vistose distorsioni , to per due anni agli arresti domiciliari (ci. At 27,1‐ 28,31).
, ;‘ dela-unì:‑ storiche considerare Paolo inventore del cristianesimo Il 'Anche sel’autore degli Atti redige il suo scritto dopo l’ese‑
anima? suo apporto agli sviluppi del movimento cristiano nella dia‑ &cun'one capitale di Paolo,preferisce non raccontarne il mar‑
spora giudaica ein contesti prettamente Gentili einnegabi‑ ‘tirio, ma interrompe la narrazione con la predicazione ro‑
le e decisivo, poiché durante"1viaggi missionari ha fondato <mana.Bisogna riconoscere che non tutti i dati riportati ne‑
diverse comunità e ha disancorato la giustificazione dai le‑ diAtti corrispondono a quelli che si possono dedurre dalle
garni con la Legge mosaica. ’I\1ttavia il suo contributo s’in‑ httere autografe e il contrario.Ad esempio, mentre nelle
nesta su quanto si stava già sviluppando in Palestina ein Si‑ lettere paoline siaccenna aiviaggi brevi diandata eritorno
ria, sia in rapporto ai detti di Gesù, sia ai frammenti cristo‑ tra la Macedonia e l’Acaia (ci. 2 Cor l, 15--16), nein A t t i i
logici precedenti. In caso contrario la sua opposin'one pas‑ ‘viaggi minori sono disattesi.
sata contro «la Chiesa di Dio» (cf.1 Cor 15,9;Gal 1,13-14)si ‘ »., Dal confronto tra le sezioni biografiche degli Atti e Lettere
riduce a una donchisciottesca battaglia contro i mulini a quelle autobiografiche di Paolo risaltano due questioni di‑ autografe
vento esi rischia di smarrire il patrimonio delle professioni battute Anzitutto, come possono concordare la strategia :Atri dein
uponnli
di fede che precede le sue lettere. nimonaria riportata negliAtti che prevede ogni volta l’ar‑
;u‘vo di Paolo presso una sinagoga nelle città della diaspora
.« At 13,15-16adAntiochia di Pisidia; 19,8 ed Efeso),con la
La missione verso l’Occidente ‘ - : esclusiva predicazione per i Gentili, sottolineata in Gal
\ I viaggi Secondo la narrazione degliAtti. Paolo intraprende tre ‘;' «-107 E come mai la predicazione : la permanenza di Pao‑
…’ mitrionan' principali viaggi missionari, tra la fine degli anni 40 e degli -,’ ‐ a Efeso ricevono considerevole attenzione negli Atti (cf.

\
anni 50 d.C.; a questi si aggiunge il viaggio della prigionia ‘ 19,8-20.2340),mentre sono soltanto accennate nelle sue
\
\ che lo porta sino a Roma.Il primo viaggio è abbastanza cir‑ lettere (ct. 1 Cor 15,32; 16,8)7 Suquesti e altri interrogativi
\ coscritto: parte da Antiochia di Siria raggiunge l’isola di Q'‑ :mmmriteniamo opportuno distinguere le finalità narrative
\ pro,Salamina, Perge,Antiochia di Pisidia,Lisini e Derbe in degli Atti da quelle persuasiva dell’epistolario paolino
Licaonia e Attalia per tornare ad Antiochia (cf. At 13,4 ‑ ., .' Anzitutto l’autore degli Atti si propone di presentare
14,28). Il secondo viaggio, in compagnia di Sila o Silvano, è ? . lo come il testimone più esemplare, che ha portato il
più ampio: daAntiochia di Siria raggiunge la Siria e la Cili‑ ’ v; 'Io sino agli estremi confini del mondo (et. la proposi‑
cia, Derbe, la Licaon.ia,la Frigia,la Galazia settentrionale, . e programmatica di At 1,8),anche sepoi la narrazione
'Iì'oade, Samotracia, Neapoli, Filippi, Tessalonica, Berea, & chiude con Roma e n o ncon la Spagna (cf.At 28,30-31). In‑

28 29
vece, le annotazioni autobiografiche sui viaggi e circa la sua {.‘ - ' tradizioni giudaiche permette a Paolo di diffondere il
strategia missionaria n o n sono esenti da tratti ideali,poiché ' ; lo da Gerusalemme sino ai confinidell’Illiria (odierni
è difficile sostenere che la sua evangelizzazione si limitasse »cani) senza chiedere alcuna condizione previa,se non la
ai Gentili (ct. Gal 2,9), senza coinvolgere i Giudei della dia‑ , per essere in Cristo e restare nella Chiesa.
spora.Ai Gentili erano, comunque, rivolte anche le predi‑
cazioni di Barnaba, Filippo,Apollo e Pietro. Per questo e
preconcetto sostenere che l’autobiografia sia più credibile Le Chiese paoline
della biografia antica, in quanto i due generi letterari sono =_f,\ ._ Poiché le lettere di Paolo non sono fittizie ma reali, e
soggetti alle tendenze di ogni autore e risultano spesso uti‑ ‘ , - eroso soffermarsi sulle comunità a cui sono indirizzate,
lizzati nella stessa opera «storica»,come dimostra l‘uso del‑ verificare se presentano tratti peculiari che le distin‑
le «sezioni noi» nella seconda parte degli Atti (cf. soprattut‑ - o dalle altre comunità cristiane e giudaiche della dia‑
to il diario di viaggio riportatoin At 27,1- 28,16). ‘ n a.Anzitutto le lettere autografe sono rivolte alle comu‑
Mwimzniu In sede di vaglio storico ci sembra prioritario appro‑ di’Iessalonica e Filippiin Macedonia,di Corinto e Cen‑
mr‘rrr'onalio fondire il fenomeno missionario del cristianesimo delle ori‑
xiueinAcaia,della regione settentrionale della Galazia e di
gini, che si diversifica dal giudaismo, poco o per nulla inte‑ « - .. . Indirette e scarse sono le notizie sulla comunità di
ressato a una missione verso i Gentili o a un proselitismo N e w (of. 1 Cor 15,32; 16,8) a cui la prima tradizione paoli‑
attivo. Così mentre è probabile che Paolo non fosse l’unico ‘u‘«hl attribuisce l’omonima lettera. Il confronto sui nomi cita‑
missionario dell’iniziale movimento cristiano, la sua missio‑ ’Îflinella Lettera a Filemone e la successiva ai Colossesi la‑
ne è esemplare poiché vede la diffusione del vangelo sia per ,… molti interrogativi, poiché mentre da un lato sembra
comunità miste,dove convivono cristiani di origine giudaica intarsi della stessa Chiesa domestica di Filemone,dall’altra
e gentile, come aTessalonica e a Corinto, sia per comunità ‘nonci sono prevenute testimonianze sulla presenza di Pao‑
gentili che non hanno mai sentito parlare del giudaismo. co‑ !) a Colossi.
mein Galazia e a Filippi.Il fenomeno dei «timoratidi Dio» Tranne la Lettera ai Romani,tutte le lettere sono invia‑ Chieu
e dei proseliti dimostra chele demarcazioni e le condizioni , a comunità fondate da Paolo e dai suoi collaboratori (Ti‑ damenich:
richieste ai Gentili per aderire al giudaismo non erano così ? . .. o,Tito eSilvano).Le comunità su cui si è più informa‑
nette come potrebbe semp;are.E poiché prima del 70 d.C. il -' »per i nomi citati ela vita interna sono quelle di Corinto e
movimento cristiano costituisce una corrente interna al giu‑ la Macedonia, mentre pochi sono i dati prevenuti sulle
daismo e non una religione già matura emonolitica,si spie‑ ' se della Galazia. Originale è il caso della Lettera ai
gano le diverse posizioni di Giacomo, Paolo, Pietro e Bar‑ : ‘,inviata alle comunità domestiche della capitale del‑
naba sulle condizioni per entrare in una cornrrnità cristiana. ' impero: anche sen o n è di fondazione paolina,Paolo cono‑
Certo è che, mentre Paolo n o n chiede alcrma condizio‑ ,me diversi membridelle Chiese domestiche romane che sa‑
ne ai Gentili per aderire al vangelo, Giacomo esige l‘osser‑ luta nel prosa-itto di Rm 16,3-16,Forse fra i nomi delle cop‑
vanza della Legge mosaica e di alcune regole sulla purìtà ' e degli schiavi menzionati in Rm 16 bisogna cercare
alimentare. Eloquente &riguardo è l’incidente diAntiochia, : ti portarono per la prima volta il vangelo nella comu‑
riportato in Gal 2,11-14, che vede il conflitto tra Paolo, da tà giudaica della diaspora romana.
una parte, e Pietro, gli emissari di Giacomo, parente del Si‑ ' . Circa la natura delle Chiese paolino precisiamo che si
gnore, e Barnaba, dall‘altra.In realtà la libertà dalla Legge e , tratta di comunità domestiche dislocate nelle città imperiali
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e non sono regolate da alcuna Chiesa centrale nella stessa Vesuvio, vanno suscitando un progressivo interesse anche
città, né tanto meno dalle Chiese di Gerusalemme o di Ro‑ glistudiosidelNT.
ma. Per questo sarebbe più opportuno parlare di due o più Non ènecessario,né opportuno scegliere un paradigma
Chiese al posto di una sola Chiesa domestica… Poiché i nomi discapito dell’altro perché il fenomeno del cristianesimo
delle persone citate nelle singole Chiese domestiche pro‑ ano di origine paolina presenta tratti ibridi o interstiziali
vengono in gran parte dagli strati inferiori della società im‑ rn dipendenza delle città in cui si radica esi sviluppa, as‑
periale, in occasione delle assemblee erano utilizzate le abi‑ confonnazioni diverse. Cosi il modello sinagogale si s i ‘
tazioni deicredenti più agiati:artigiani ecommercianti. Sino .. : per le Chiese domestiche di Corinto, di Tessalonica e
a oggi non sono pervenute testimonianze su adesioni alle 0 0 ‑ IlRoma,dove i cristiani di origine giudaica convivono con
munità paoline di senatori edi nobili provenienti dall’ordine ' di origine gentile. Piùvicina alle associazioni cultuali e
equestre. Per questo èsemplicemente fantasioso equiparare fiche è la comunità di Filippi,il centro urbano più ro‑
le domus delle prime Chiese cristiane alle ville nobiliari di janizzato della Macedonia, dove mancano attestazioni
Pompei, di Ercolano e di Oplonti (pressoTorre Annunziata Ì ' e indirette sunuclei provenienti dalla diaspora giudai‑
in Campania).A causa della natura domestica delle Chiese ….Diverso:! infine il caso dei paesi,più che delle città, della
paoline non sono pervenute testimonianze archeologiche, fflalazia settentrionale o della regione anatolica, dove pre‑
come d’altro canto per tutte le prime Chiese cristiane e per dominano culti autoctoni e mancano riferimenti sinagogali
gran parte delle sinagoghe della diaspora. Le abitazioni dei . Impossibile è stilare un programma di massima sulla Principali
più benestanti utilimte per ospitare gli schiavie i libertipo‑ hnsione delle inin'ative interne delle comunità paoline. La atrivi1!l
tevano ammontare al massimo a venti unità,compresi ibam‑ ra che offre maggiori indizi al riguardo e 1 Corinzi, ma :c'cleriali
bini. In occasione della frazione del pane e della condivisio‑ ' ' tratta di una comunità cristiana inserita nell’ambiente di
ne della mensa erano impiegati nel contempo il triclr’nium o , città tra le più sviluppate e importanti del Mediterra‑
la sala da pranzo e l‘atrium o lo spazio d‘ingresso. Natural‑ - Fra le principali attività ecclesiali trasversali possiamo
mente era escluse le tabernae dove abitavano gli schiavi ei li‑ udere la preghiera con le sue diverse forme (benedizio‑
berti,che fungevano anche da botteghe lavorative.’ ringraziamenti e inni), l’uso della Scrittura, la frazione
Modelli La conformazione domestica delle comunità paoline pane, il battesimo, la condivisione della mensa, la valo‑
di Chine pone gli interrogativi sulle relazioni con assemblee analo‑ . one dei carismi e dei ministeri, l‘aiuto per i più indi‑
ghe organizzate per il culto e per la forman'one intellettua‑ 41ela colletta peripoveri di Gerusalemme. Concentn ‑
le in epoca imperiale.Su questo versante riteniamo che re‑ ' »la nostra attenzione sull’inìn'ativa della colletta che coin‑
stino tuttora validi i tre paradigni proposti daWA… Meets ‘ gran parte delle comunità paoline ed è la più attesta‑
nel 1983:le prime domus ecclesiae sono paragonabili alle si‑ nel suo epistolario (ci. 1 Cor 16,1-;2 2 Cor 8 , 1 ‐ 9,15; Gal
nagoghe della diaspora, alle associan'oni culnra.li Gentili e iO; Rm 1595-27).
alle scuole filosofiche, come la Stoà, l'Accademia e le scuo‑
le dei Pitagorici. Sull’ultimo modello i papiri ercolanesi di
Filodemo di Gadara (I sec. a.C.), preservati dalla lava del La colletta per i poveri di Gerusalemme
Probabilmente l’inin’ativa della colletta non fu proposta
3Alcune tabernae dell’epoca imperiale si posono visitare nell’aeropoli (il » ' .. : battuta da Paolo,ma sorse spontanea in occasione
Rione Terra) di Pozzuoli in Campania. ’una carestia che, sotto l'imperatore Claudio (tra il 48 e il

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50 d.C.), colpì gran parte dell’impero,compresa la Palestina * I rapporti sembrano appianarsi, ma con la seconda parte
L’ananblca (cf. At 11,29). La notizia degli A t t i e confermata da Paolo {della lettera (cf. 2 Cor 10,1‐ 13,13) riemergono alcune po‑
di Genua‑ che ricorda come, in occasione dell’assemblea di Gerusa‑ lemiche tra Paolo e i Corinzi, che lo inducono a rimprove‑
lemme, Giacomo, Cefa e Giovanni non gli imposero nulla, rarliproprio sull’iniziativa della colletta (cf. 2 Cor 12,18).Le
ma chiesero a lui e a Barnaba di ricordarsi dei poveri (cf. tensioni segnalate dimostrano che si verificarono alcuni
Gal 2,10). Così la colletta è sostenuta da Paolo ed è consi‑ fraintendimenti sulla gestione della colletta e,di conse‑
derata come espressione di riconoscenza delle sue comunità ' guenza, sul sostentamento economico di Paolo nel ministe‑
nei confronti della Chiesa di Gerusalemme.Di fatto non ci ; 'Io. Come mai con una mano chiede ai Corinzi di partecipa‑
sono pervenute notin’e suiniziative analoghe fra le Chiese , le con generosità alla colletta per i poveri, e con l’altra ri‑
non paoline, nel giudaismo della diaspora e presso le asso‑ ( finta qualsiasi sostentamento economico per sédall’Acaia?
ciazioni cultuali gentili. E perché accetta soltanto dai Filippesi gli aiuti economici
Rispetto al giudaismo si è cercato di assimilare la col‑ peril suo ministero (cf. 2 Cor 11,9;Fil 4,10-18), mentre li ri‑
letta alla tassa per il tempio. ma con scarso consenso poiché fiuta senza tentennamenti dai Corinzi (ci. 2 Cor 11,9-10)?
mentre la prima e spontanea,non limitata alle comunità giu‑ }ìv Purtroppo quando entrano in gioco interessi finanziari Colletta:
daiche e senza quota fissa, la seconda è obbligatoria, valida . c’è sempre il rischio di strumentalizzazionil Per questo Pao l o l … ‑
per i Giudei in patria e nella diaspora,e con l’esborao mini‑ ‘In sollecita le sue comunità alla colletta separando netta‑ numa
mo di un didramma (cf. Mt 17,2).L’esortazione rivolta ai cri‑ imente la portata ecclesiale dell’iniziativa da quanto gli e sta‑
stiani di Corinto di mettere daparte quanto ognuno ritiene, ' _to donato nei periodi della navigazione e della carcerazione
nel primo giorno della settimana (cf. 1 Cor 16,1‐2), non ri‑ , die gli hanno impedito di sostenersi con il proprio lavoro. Il
spondeva ad alcuna scadenza dal punto di vista quantitativo puo modo di gestire gli aiuti economici è connotato dalla
e cronologico. D'altro canto all’epoca di 1 Corinzi (intorno patuità per garantire la libertà dell’evangelo ed evitare for‑
alla metà degli anni 50 d.C.) la domenica non era ancora me improprie di clientelismo e di patronato che avrebbero
considerata «il giorno del Signore», distinto dal sabato giu‑ hiato d’imbavagliare la sua predicazione. Mentre Paolo
daico, bensì rispondeva all'esigenza di accantonare libera‑ intravede questo rischio &Filippi,a causa della fedeltà
mente,all'inin'o della settimana, qualcosa per ipoveri di Ge‑ ' Filippesial suo vangelo, lo denuncia a Corinto contro i
russiemme. .' abbienti della comunità, che cercano di assumere il
Tensioni Circa la partecipazione delle Chiese paolino non man‑ n avvento nella gestione ecclesiale.Tra l‘altro,in occasio‑
Julia milena carono tensioni sull'iniziativa: dopo il conflitto con le co‑ della condivisione della mensa e della frazione del pane
munità della Galazia, non è più menzionata una loro parte‑ agiati ai cosiddetti «arconti» di Corinto non si preoc‑
cipazione alla colletta. Forse in disertata oppure fu gestita in .. . -o dei fratelli e delle sorelle più indigenti, creando si‑
proprio, sei Galati aderirono agli evangelizzatori di origine …'oni di scandalo durante la cena del Signore (cf. 1 Cor
giudaica e Contrari alla visione paolina della giustificazione. filo-34).
Comunque non sene parla neanche quando, nella fase &‑ ’ Dal versante ecclesiale è elevato il significato che Pao. Benedizione
nale dei viaggi missionari,Paolo èin procinto di salire a Ge‑ ttribuisce alla colletta: è definita come liturgia, amore, ecamu‑
rusalemme. Anche a Corinto emersero alcuni attriti: in oc‑ 'one e grazia (cl.2 Cor 8,1-9,15),mentre raramen‑
casione della 2 Corina" canonica, Paolo esorta i destinatari a è chiamata con il nome proprio di colletta (ci. l‘uso di Io‑
riprendere l’iniziativa interrotta daun anno (cf.2 Cor 8,10). ' in 1 Cor 16,1»2).Nella sua visione la colletta esprime la

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comunione tra le Chiese e il debito delle sue comunità ver‑ Legge e alla circoncisione (cf. Gal 5,12). A nostro modesto
so la Chiesa madre di Gerusalemme, da cui sono partiti i parere, dalla diffamazione sul presunto male operato in vi‑
missionari. Anche questo dato differenn'a l’inia'ativa dalla . un del bene (cf.Rm 3,8) scaturisce uno dei motivi principa‑
condivisione dei beni che si verificano nelle associazioni cul‑ ‘li della Lettera ai Romani,che coinvolge nuovamente la vi‑
tuali volontarie o nei movimenti giudaici della diaspora,do‑ ?ione della Legge.Comunque n o n potendo ancora raggiun‑
ve l‘istanza riguardava soltanto i membri dello stesso grup‑ gere le comunità romane, Paolo decide di affidare alla let‑
po religioso. Invece nel caso delle comunità paoline si trat‑ ‘ tera il suo vangeloclie,per questo, assume forma epistolare.
tadi un’iniziativa che consolidai vincoli di comunione tra le In condim’oni prigionia invia la Lettera ai Filippesi,perché
sue Chiese e quella di Gerusalemme. il vangelo si diffonda,nonostante le persecuzioni c h emoon‑
.‘t ra nel contesto civile di Filippi. E la breve Lettera a File‑
Contingenze delle lettere e avversari ‘" Mone scaturisce dalla necessità (cf. l’usodi lo unékan in Fm
' 8) di perorare la causa dello schiavo Onesimo affinché il pa‑
Molto probabilinente Paolo non era nato per fare il ' drone lo riaccolga non più come schiavo, bensì come fratel‑
missionario,né tanto meno l‘evangelizzatoreelo scrittore di l i ) in Cristo. Pertanto è impossibile approcciarsi all’epistola‑
professione! Quando comincia a praticare queste nuove .. rio paolino senza tener conto delle situazioni reali che l’han‑
modalità di essere e già quarantenne; e tutto si deve alle no generato
conseguenze dell’incontro/scontro con il Risortosulla stra‑ ’? Nell’elaborazione delle lettere paoline,un ruolo di pri‑ Gli
da di Damasco. Per questo le sue lettere non nascono a ta‑ mo piano è svolto dagli avversari di Paolo, sui quali la ricer‑ avversari
volino o per riflessioni teoriche su Dio e sulla vita mana, _‘ca storica ha attraversato tre fasi che riassumiarnc breve‑ di Paolo
ma sono contingenti, dettate nelle pause fra i viaggi missio‑ . mente. Sino agli anni 70 del secolo scorso si è pensato a un
nari e durante la prigionia subita per l’evangeloo per ù'isto. -partito compatto e monolitico che si contrapponeva alla
Urgenza Un denominatore comune alle sue lettere e l’urgenza o . predicazionedi Paolo,in prevalenza identificato con perso‑
delle lettere la necessità che induce Paolo &inviarle.Per consolare1Tes‑ ‘-4 le inviate da Pietro 0 da Giacomo alla corrente carismati‑
salonicesi sulla partecipazione alla risurrezione di Cristo,no‑ di Paolo si opponeva quella istituzionale dei Dodici.6 In
nostante situazioni recenti di mortalità, scrive la sua prima - ta le delimitan'oni di campo tra i due partiti sono meno
lettera. Contingenti sono anche le motivazioni che lo indu‑ notte di quanto si pensi, soprattutto quando si è cercato di
cono a dettare 1 Corinzi,inviata per affrontare le diverse fa‑ - 'buire ai suoi awersari una forma di gnosi che nella pri‑
zioni, alcune questioni etiche e la fede nella morte e risur‑ parte del I sec. è scarsamente verificabile. Molto proba‑
rezione di Cristo. Urgenti sono gli invii di 2 Gorinn‘ e della Hlmente il modello rifletteva, con una buona dose di ana‑
Lettera ai Galati,poiché i destinatari si sono lasciati amma‑ gonismo,i contrasti successivi tra Protestantesimoe Catto‑
liare dagli avversari di Paolo Molto probabilmente gli av‑ hcesimo dal X V I I al XX secolo.
versari delle due lettere sono diversi: i primi accusano Pao‑
lo di essere «forte per lettera edisprezzabile di persona» ( c i
2 Cor 10,10), ritengono non credibile il suo vangelo e n o n '. Geomax,Die Gegner des P a l l a in2.KorinrherbriefiStudien zur religià‑
convincente il suo modo di gestire l’iniziativa della colletta; Propaganda in der Spmantike, Neukirchsner Verlag, Neukirchen 1964;
S c u u m u u , Die Errori: in Knn'mh. Eine Unlersuchung zu den Ka‑
i secondi sostengono che n o n è sufficiente la fede in Cristo
rief(Fmschungen zur Religion und l j t m a t u r des Alten und Neuen
per la giustificazione,ma è necessaria la sottomissione alla , … .ts 66),Vnndenhoeck & Ruprccht.Gòltingen 1956.

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Una seconda fase, iniziata da circa un ventennio,ha cer‑ {delle origini orbita nel giudaismo almeno sino alla distru‑
cato di chiarire le posizioni degli avversari con la letmra spe‑ - |e del secondo tempio (70 d.C.). Soprattutto,non è suffi‑
culare o mirror reading: un’assenione di Paolo è stata vista nte una variazione nella predicazione di uno dall’altro
in opposizione a una negazione degli avversari e il contra‑ olo per sostenere l'insorgere di cristianismi diversi. La
rio.” A nostro parere, il metodo presenta alcuni pregi, ma è e nella morte erisurrezione di Cristo, l’uso delle Scrittu‑
poco verificabile a causa della tendenza di Paolo a enfatiz‑ d’lsraele, l’impulso missionario, la frazione del pane e il
zare i contrasti con gli oppositori per rimarcare il rapporto ttesimo costituiscono la piattaforma comune che impedi‑
con le sue comunità. D’altro canto nelle lettere autografe - di polverizzare l‘iniziale movimento cristiano in rivoli
gli avversari n o n sono maicitati per nome e non è offerto al‑ diversi. Così si è passati da un partito monolitico di avver»
cuno spazio alla loro visione teologica. ' contrario alla predicazione di Paolo, a una frammenta‑
La terza fase, causata dagli apporti della sociologia del ve che rischia di relativizzare l’identità ela fede condivi‑
primo cristianesimo, cerca d’investigare sugli oppositori di‑ dei primi cristiani. Pertanto riteniamo più fondato parla‑
stinguendo una lettera dall’altra.“ Così gli avversari di 1'Il-.;‑ - di giudaismo pluralistico che di giudaismi, in cui il movi‑
salonicesiysembrano Giudei non credenti, mentre quelli di nto cristiano si presenta altrettanto variegato, ma n o n di
Galati sono credenti di origine giudaica. Sequelli di 1 Co‑ urlstianisrni differenti. Comunque, senon ci fossero stati av‑
rinzi sono appena accennati (cf. 1 Cor 9,1‐3),quellidi 2 C0‑ ' ,vbrsari,molto probabilmente Paolo non avrebbe inviato al‑
rinzi sono diversi e svolgono un ruolo decisivo sull’invio del‑ .…tame sue lettere, come 2 Corinzi e Galati, o alcune parti di
la o delle due lettere che vi sono confluite Quanto meno si‑ ' Malonicesie di Filippesi.
no alla 2 Corinzi canonica non sembra che la questione del‑
la circoncisione e dell‘osservanza della leggesvolga un ruo‑
lo decisivo sui contrasti tra Paolo e gli avversari, che diven‑ Lettere o epistole, scritti 0 discorsi?
ta scottante in Galati, Romani eFilippesi. Agli ima del XX sec.A. Deissrnann propose una fortu‑
A causa delle diverse identità degli avversari, alcuni sto‑ to distinzione che è stata condivisa sino agli anni 70, quan‑
rici hanno ipotizzato la presenza di cristianesimi e di @n‑ si sono moltiplicati i contributi sull’epistolografia antica
daismi diversi che, in seguito, sarebbero stati unificati.’ A «»aolina.‘n Secondo lo studioso tedesco il genere epistolare
parte l‘assenza del termine «cristianesimo» nel NT, e op‑ divide in due fondamentali ramificazioni: le lettere pro‑
portuno segnalare che il termine «giudaismo»vi si riscontra in modo estemporaneo e le epistole soggette a un ar‑
soltanto due volte, ossia in Gal 1,13.14 (cf. anche 2 Mac 8,1; m l a t o processo letterario e stilistico. N e l primo a'mbito
4 Mac 4,26) e al singolare. Inoltre il movimento cristiano .»trerebbero le lettere personali e private, nel secondo
»- e pubbliche ediplomatiche. Così mentre quelle di Pao‑
potrebbero essere catalogate fra le lettere, quelle di Pla‑
’ J.M.G. BARCLAY. «Mirror-Reading a Polemica] letter. Galat:ians asil Test ! .,.e e di Seneca rientrerebbero tra le epistole.
Case»,inlournalfar the Study ofrhe New Testament 31(1987) 1393.
‘ J.I… SUMNEY. ‘Servantr uf Sutan'. 'FaLre Bmdms’ and Other O p p o … of
Un’ulteriore distinzione, sostenuta nell’ultimo trenten‑
Paul (Journal for the Study of the New 'Ibatament Supplement Series 188),
Academic Press,Sliefield 1999. ‘ Dass…u,Lich! vom 0rlen: das Ntuen Testunlenl unddie neuenldeck‑
‘ G. BOCCACCINI, [ I m e d i a giudaismo. Per una naria ddpem-iera giudaico rm ' A edel hellmirlirdhrùmischenWelt, I C E .MOÌ'II’ (P. Siebeck),Ttlbingen
il terzo secolo a.ev. : il secondo seculo ev.. Marietti,Genova 1993.

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nio del XX sec. e tuttora in auge, riguarda le differenze tra il .] te successivo dell‘ultima tradin‘pne paolina e non quello orl‑
genere epistolare e quello retorico: mentre le lettere sono
” ginan'o. L’uso di uno stile ricavato da ossa di animali, peri
scritte, le comunicazioni retoriche sono orali. Di conse‑ . meno agiati,o di o r o e di argento per i più ricchi era lo stru‑
guenza le lettere paoline avrebbero poco o nulla in comune . mento in auge nel I secolo. Infine per la scrittura era utiliz‑
coni discorsi oratori di Demostene e di Cicerone. Affron‑ 2 r a t o in genere l’inchiostro nerastro, mentre quello purpu‑
tiamo le due questioni molto dibattute tra gli studiosi del‑ ' reo era più costoso.Torneremo sull’indizio delle «lettere di
l‘epistolario paolino. ‘ raccomandazione» in quanto si riferisce a uno dei generi
, epistolari più diflusi in epoca antica (e non solo), aproposi‑
L’epistolografia paolina e antica to dei rapporti tra lettere e discorsi.
Qualsiasi lettera,comprese quelle paoline,era autogra‑ L'aulografo
Riguardo alla distinzione tra lettere ed epistole è deci‑ ; finta dal mittente che apponeva la firma e,all’occorrenza, ag‑
sivo soffermarsi anzitutto sugli indizi veicolati nella con-i‑
‘ g‘ungcva alcune frasi di chiusura. Purtroppo ignoriamo l’au‑
spondenza paolina,'ossia sulle modalità con cui sono state tografo di Paolo,main Gal 6,11 aggiunge: «Vedete con qua‑
prodotte e inviate alle sue comunità, che sono ben diverse li grandi caratteri vi scrivo, di mia mano» (Gal 6,11). Nella
dalle nostre.A rigore di analisi,Paolo non scrisse di proprio 7 nasa traiettoria si pone il saluto autografo di 1 Cor 16,21:
Il :egmmria pugno alcuna lettera, masi servi della collaborazione di un
:pirtnbn . «Il saluto (e) di mia mano,di Paolo:questo eil segno in ogni
segretario che le redasse sotto dettatura. Purtroppo cono‑
, ' lettera;così scrivo» (per la tradizione paolina ci. 2Ts 3,17).
sciamo soltanto il segretario della Lettera ai Romani:un cer‑ Î E nella Lettera a Filemone l’autografo diventa garanzia di
to "Ibrzo che in Rm 16,22 invia i saluti da Corinto ai cristia‑
, debito per i danni causati dallo schiavo Onesimo, nei con‑
ni di Roma, specificando di aver scritto la lettera.'ltrttavia , fronti del padrone: «Io,Paolo, scrivo con la mia mano, io ri‑
l’indizio è prezioso e si può estendere all‘intero epistolario ? pagherò» (v.19).
paolino. La collaborazione di un segretario di mestiere per ‘ Oltre al segretario, le lettere paoline sono accompa‑ Committenti
la stesura di una lettera nel mondo antico è così diffusa che
‘ gnate dai committenti o dai collaboratori di Paoloz’limoteo zlatan" ’
in 2 Cor 3,1-3 Paolo utilizza,in modo metaforico,le relan'o‑
(cf. 1 Ts 1,1;2 Cor 1,1;Fm 1;Frl 1,1), Silvano ( c i 1Ts 1,1) e
ni epistolari tra il mittente.il segretario ela lettera. Con il te‑
Sostene (cf. 1 Cor 1,1).1n Gal 1,2 sono menzionati «tuttii
nore ardito che lo contraddistingue, trasferisce le relazioni
. fratelli» che si trovano con lui a Corinto o a Efeso da cui e
epistolari aquelle personali tra Cristo, sestesso ei destina‑ ; inviata la lettera.Gli stessi committentio altri credenti scel‑
tari. Cosi il mittente o l’autore originale e Cristo,Paolo fun‑ ‐ ti da Paolo svolgono le irruzioni di latori (i nostri postini) e
geda segretario immaginario e i Corinzi sono la lettera di ;' di lettori delle sue lettere in assemblea. La Lettera ai Ro‑
Cristo. Nell‘ultima parte della pericope si allude alle tavole
mani è recata a destinazione da Febo,la diaconessa di Cen‑
di pietra perché la metafora introduceil confronto tra le ta‑ . nre,uno dei due porti di Corinto, raccomandata in Rm 16,1‑
vole di pietra (v.3), donate a Mosè,e quelle dei cuori di Pao‑ , 2;e quella ai Filippesi è recata &mano daEpafrodito (ci.Fil
lo e dei destinatari. In realtà le lettere paoline furono scrit‑
; 2,2580). L’orizzonte comunitario di partenza tende verso
mpapim te su papiro, a causa delle sue condia'oni economiche, che
. “quello ecclesiale di approdo delle lettere paoline. Così Pao‑
non erano certamente quelle di Cicerone o di Seneca. L’al‑
‘ l o raccomanda ai”lèssalonicesiz «Vi scongiuro per il Signore
lusione alle pergamene o alle membrane di animali in 2Tm
' che la lettera in letta a tutti i fratelli» GTS 527).
4,13, su cui furono trascritte le sue lettere,riflette l‘ambien‑
Pertanto è importante rilevare che, senza ignorare il
40 41
ruolo prioritario di Paolo, in quanto mittente () autore, le l‘esordio di rimproveri (cf. Gai 1,6-10) sostituisce i soliti rin‑
sue lettere sono, nello stesso tempo, personali ecomunitarie il”…mti (of. 1Ts 1,2-10; 1 Cor 1,4-9; Rm 1,8-15',Fm 1,3‑
per cui la distinzione tra lettera ed epistola si dimostra irri- Fil 13-11) 8la benedizione di 2 COI“ 1,3-143‘1fi3fi3il pre‑
levaute di fronte a una verifica dei motivi epistolari riporta- fl i t t o che 3 0 0 0 111 … tutte le lettere paoline “°“ andrebbe
ti nelle sue lettere Il contesto dell'assemblea vale sia per le a… 00111… d10 170i9hé “ C h e d°V’è Più ampio (Cf- Gal
lettere inviate alle comunità domestiche, sorte nella stessa Ì-4.15”Rm 1.1-8) e ilìtl’0‘11-li-‘le alcuni temi Che 531811110 Wil“?‑
città, sia per quelle indirizzate aun singolo, come Filemone pati in seguito, è da considerarsi anzitutto come epistolare.
(ef. Fm 2-3). parti interne della timlan'o (presentazione del mittente),
della adrcriptio (indirizzoai destinatari) e della sulutuiio (sa‑
- . . . ‘ ti introduttivi) sono proprie dell’epistolo rafia antica e
Epistolano e retorica paolina … m m m …della retorica. &
Il rapporto tra le lettere ela retorica paolina epiù oom- 1“ alcuni casi Siverificano corrispondenze tra il [ " ’ - " ' Lu
plesso di quello con i modelli epistolari antichi, poiché a x r i p t u m e la paroratio retorica, come in Gal 6,11-18 dove ” ” … ” “
prima vista i generi sono diversi: mentre … lettera è scrit- Paolo omette i saluti finali che riporta nelle altre lettere e
ta, l’oratoria concerne il discorso. Nondimeno da circa un tetizza i contenuti Pflndl’flli di Galati. 'Ihttavia “ … ‘ ” “
Dirpoii- quarantennio a questa parte si sta producendo un’abbon- preferisce distinguere la perorazione finale (Gf‐Rm 157 13
$” dante bibliografia sulla disporitio o disposizione (più che l e 9 -20 FM 10--20)da1poscdtto ( d m 15 14-1627;Fm
struttura) e il genere retorico di ogni lettera paolina.And‑ 2 5 ;51 4,2123-). Inveoe,in 1Tiessalonicesi ein 1-2 Corinzi
21-
tutto poniamo a confronto sinottico le corrispondenze tra il mpassa direttamente dal corpus epistolare ai poscritti (ci.
canovaccio epistolare e quello retorico. \ { T s 5229‐28; 1 Cor 16,19-23;2 Cor 12,19 - 13,13), senza al‑
”suna peroran'one finale,
Cunovecdo cpiatollre Cmuuodo … Un ulteriore apporto del disocrso oratorio rispetto ai- La
. Repistolariopaolino è costituito dalla propositio principale, wamitio
Pl:=smtto ’ Esordio vale a dire dalla tesi generale, collocata prima o dopo la nar‑
ÉW@mtl Na{fm°ne ' _ una o esposizione degli eventi. Come tesi principali delle
°I'P° =l“"°llfe M °P'0P0-"lw re paoline sono abbastanza condivise le proposizionidi
Eosîcrttlanaoom fiaalr ;:2:;;îîebgnuîle Cor 1,18-19; 2Cor 1,11-14;R1n 1,16-17; Gal 1,11‐12 eFm
.I passi dtati corrispondono a quanto e richiesto nei trat‑
ti di retorica per una tesi generale: sono brevi,chiari, oir‑
Le muggiori corrispondenze occorrono tra i ringrazia- :bsaitn' e anticipano le finalità principali di quanto segue.
menti epistolarie gli esordi retorici,per cui i primi non espri- ' M a v i a , anche su questo versante emergono alcune ecce‑
mono soltanto il rendimento di grazie 0 la benedizione di‐ …. giacché i l l 1 TeSSBlODÌDGSÌ e FÙÌPP°SÌ mancano le "«Si
Vina per i destinatari, ma introducono le tematiche …. i‘!‐ ' eipali che dovrebbero guidare le parti successive delle
pali che saranno sviluppate nel corpo epistolare. L’intenn‘o- …‑
nedi rendere i destinatari «attenti,benevoli e docili», pro- La discrepanza maggiore tra i due canovacci riguarda Le
pria di un discorso retorico, si verifica anche nei ringrazia- P “ “ … delle 9501131i011i finali attestatein buona parte " ” … ” “
menti epistolari paolini. Originale è il caso di Galati, dove fi l l e lettere paoline (cf. 1Ts 5,12-22;1 Cor 16,1-18;Ga15,13 …
42 43
‐- 6,10; Rm 12,1‐ 15,13;Fil 4,1-9) ed estranee al discorso re- "‐' tutte rapportateal suo vangelo trasmesso per via episto‑
torioo. Di fatto e proprio di una lettera riportare brevi rac‑ lare,che era l’unica forma di comunicazione a disposizione
comandazioni finali, mentre non si riscontra qualcosa di . . epoca imperiale tra persone impossibilitate a rapportarsi
analogo in un discorso oratorio. Per questo, nonostante al‑ *’h modo immediato. Certo è rilevante che il vangelo episto‑
cune forzature del canovaccio epistolare, bisogna ricono‑ t r e di Paolo sia tutt’altro che breve, ma proprio in questa
scere che le esortazioni finali n o n si trovano in alcun mo‑ confluenza tra vangelo e lettera riscontra la sua maggiore
dello oratorio. ' “originalità.Per la prima volta con le sue lettere il vangelo è
Il confronto delineato dimostra come, anche sespesso si dimostrato mediante gli episodi della sua vita e non con
e cercato d’importo alle lettere paoline il canovaccio pro‑ quelli di Gesù ed è sostenuto con prove tratte dalla Scrittu‑
posto nei trattati retorici di Aristotele, Cicerone e Quinti‑ , che in modo diretto o indiretto e chiamata in causa so‑
liano, questo non sia adottato in modo pedante in alcuna prattutto nelle quatto grandi lettere (1-2 Corinzi, Galati e
sua lettera, a dimostrazione della libertà con cui Paolo in‑ ‘ Romani).
tesse una disposizione propria a ogni lettera. Per questo ela Pertanto la questione non dovrebbe porsi nella scelta
retorica-letteraria, ossia quella che parte dalle lettere paoli‑ tra lettere ed epistole, poiché quelle di Paolo sono lettere
ne come sono state redatte e non quella imposta dall‘ester‑ ' personali e pubbliche o assembleari,né tra lettere e discor‑
no, che dovrebbe guidare l’interprete.Le obiezioni rilevate « ,in quanto la retorica e posta a servizio dell’epistolografia
dal confronto dei due canovacci non inficiano i rapporti tra paolina e viceversa. Le sue sono lettere reali e non fittizie,
lettere e discorsi,ma esigono che le relazioni siano eviden‑ ’ bon una tensione costante verso 1’oralità del momento in
n'ate con minore meccanicismo e maggiore attenzione alla ' m i , una volta portate a destinazione, saranno lette in as‑
declinazione tra il genere epistolare e quello oratorio. semblea.
Orali4d Una volta chiarite le corrispondenze e le divergenze, si \ L’apporto della retorica letteraria pone la questione sul‑ Capacità
rivela fecondo analizzare le lettere paoline come discorsi re‑ la formazione retorica di Paolo: era stato educato in una retorica
torici, per diverse ragioni. Anzitutto, l’oralità costituisce il di Paolo
, scuola di retorica? Aveva mai potuto consultare uno dei
primo e l‘ultimo livello delle lettere paoline poiché, come trattati di retorica prodotto sino al1sec. d.C.? E come adat‑
abbiamo rilevato a proposito della sua epistolografia, sono , la retorica alle sue lettere? A proposito della sua forma‑
dettate per essere scritte e scritte per essere lette non in am‑ n'one,abbiamo osservato che Paolo ricevette un’educazione
bito privato, bensì comunitario o ecclesiale. Inoltre Paolo ;‘l'arisaica,mentre non si hanno attestazioni dirette, né indi‑
stesso cerca di superare la naturale distanza tra la comuni‑ rette su una sua educazione retorica,ricevuta semmai a'lhr‑
cazione scritta e il discorso, come dimostrano le affermazio‑ ‘ so0 a Gerusalemme.In 2 Cor 11,6 riconosce di essere «igno‑
ni di 2 Cor 10,10 («Costui consideri che come siamo con la rante nella parola, ma non nella conoscenza (di Gesù Cri‑
parola, mediante le lettere, assenti, così tali quando siamo sto)»; ein 1 Cot 2,1-4 ricorda che haevangeliuato[ Corin‑
presenti con l‘azione») e di Gal 4,20 («Vorrei essere pre‑ : zi n o n con «eccellenzadi parola edi sapienza», bensì con la
sente tra voi ora e cambiare la mia voce perché sono preoc‑ manifestazione dello Spirito.Dunque,riteniamo che ipotiz‑
L’evangelo cupato per voi»). E poiché le lettere rappresentano parti di «zare un suo doppio curriculum di formazione farisaica e re‑
un dialogo a distanza nello spazio e nel tempo, nella sua for‑ torica sia poco sostenl . D'altro canto il greco di Paolo
maoriginale il vangelo non è un racconto, ma una comuni‑ non è dei migliori,né fra i più chiari, seposto a confronto
cazione verbale, breve e positiva. Così le lettere paoline so‑ con i suoi contemporanei e con altri autori del N T. Paolo

44 45
non scrive con l’eleganza di Luca nel terzo vangelo e negli Le prove interne
Atti degli apostoli, per n o n parlare del greco ricercato della
Lettera agli Ebrei. Non cita direttamente alcun autore pro‑ Fra le prove tecniche o interne,utilizzareda Paolo,s’im- ”paradosso
fano e l’unica citazione indiretta di 1 Cor 15,33 («Le cattive , pone in primo piano l’uso del paradosso: dai paradossi cri‑
compagnie corrompono i buoni costumi»), identificata con «‘stologìci a quelli propriamente teologici, sino ai paradossi
un frammento di Euripide o di Menandro,assume i tratti di , autobiografici e antropologici. Per ogni paradosso paolino
un proverbio divenuto popolare e n o n dimostra alcun livel‑ _ proponiamo alcune esemplificazioni. In 1 Cor 1,23 il para‑
lo di formazione retorica, mutuata dalla frequentazione di ' dosso cristologiooè così formulato: «Noipredichiamo Cristo
autori greci. crocifisso, per i Giudei scandalo, per i Gentili follia» (ci. an‑
Retorica Piuttosto, pur n o n essendo elegante nello stile,la reto‑ che le proposizioni di 2 Cor 4,11; 8,9; Gal 3,13-14', Rm 15,8‑
della rica paolina è intessuta sul livello di conoscenza di Cristo, , 9;Fìl 2,6-8). ]] paradosso cristologico è incentrato sulla cro‑
00'101CGVI111
della Scrittura e sulla credibilità del vangelo che comunica ,' cedi Cristo che con il suo scandalo produce l’accoglienza o
di Cri.rw
per lettera e non suùu’indimostrabile formazione retorica. ‘ il rifiuto nei destinatari, senza alcuna via di mezzo. Nel pa‑
Pertanto la retorica paolina presenta tratti spiccati di origi‑ radosso della croce di Cristo si delinea quello di Dio: «Colui
nalità e non segue alcun trattato teorico,ma scaturisce dal‑ ; che non aveva conosciuto peccato (Dio) fece peccato per
la conoscenza di Cristo ed è incentrata sul paradosso,men‑ noi, affinché noi fossimo diventati giustizia di Dio in lui»
tre manca di argomentazioni chiare e logiche richieste dal‑ (2 Cor 5,21;ci. anche Rm 83‐4). Di conseguenza paradossa‑
la retorica antica.Per inverso,lo studio dei trattati antichi di " le è la vita di Paolo in Cristo: «Perciò mi compiaccio nelle
retorica e fondamentale non per riscontrare la precettistica debolezze, negli oltraggi,nelle necessità, nelle persecuzioni
proposta da Aristotele, Cicerone e Quintiliano nell’episto‑ e nelle angosce per Cristo; quando infatti sono debole, allo‑
lario paolino,bensi perché rinvia alle modalità con cui qual‑ ra sono potente» (2 Cor 12,10; ci. anche 2 Cor 13,7-9; Gal
siasi discorso era imbastito in epoca antica. Inutili per gli au‑ " 2,19‐20). E paradossale si rivela la vita dei credenti: «Nessu‑
tori, i trattati sono fondamentali per gli interpreti moderni . no s’illuda: sequalcuno ritiene di essere sapiente fra voi in
della retorica antica. Cerchiamo dunque d’identificarei mo‑ , questo secolo, diventi folle, per diventare sapiente» (1 Car
delli argomentativi principali che attraversano le sette let‑ 3.18; ci. anche 1 Cor 7,22; 2 Cor 4.16-18; 8,1). Si vede bene
tere autografe di Paolo. " che all’inizio della teologia paolina non c‘è l‘argomentazim
ne logica e consequenziale. né il sillogismo, bensì il para‑
» dosso della croce di Cristo che rivela quello di Dio e confor‑
L’inventario delle prove ' ma l’esistenza di Paolo e dei credenti.
Qualsiasi comunican'one, scritta o verbale, espressa per In continuità con iparadossi personalisi pongono le se‑ Autoelogio
persuadere o per convincere i destinatari è intessuta di pro‑ zioni autobiografiche in cui Paolo si vanta o difende il suo : apologia
ve tecniche (ossia di registri argomentativi che derivano dal‑ « ministero. All‘auloelogia o periautalogia sono dedicate le
la capacità dell‘oratore di adattarsi al proprio uditorio) e di . sezioni di 1Cor9,1-27;2 Cor 11,1- 12,18;Gal 1.13«2,21e di
prove artificiali (testimonianze,documenti scritti,proverbi e ‘, Fil 3,2 ‐ 4,1 dove, costretto a vantarsi per difendere il suo
sentenze popolari), che ricava dall’ambiente in cui vive. ' apostolato o per presentare sestesso come modello da se‑
Dunque, soffermiamoci su questi due ambiti fondamean , guire, Paolo racconta la sua esistenza prima e dopo l‘incon‑
di persuasione nelle lettere paoline. ‘ t r o con il Risorto. I trattati di retorica antica precisano che
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l’autoelogioe difficile da'éé’stife poiché tende a suscitare la Mito)l». Così interpella i Corinzi: «Prendendo dunque le
repulsione dei destinatari. Per questo n o n dovrebbero man‑ membra di Cristo (ne) farò membra di una prostituta? Non
care forme di antidoti che,mediante il riconoscimento dei li‑ sia mai!» (I Cor 6,15). Ulteriori esemplificazioni sullo stile
miti umani o delle colpe, bilanciano gli autoelogi eli rendo‑ della diatriba si verificano in Gal 2,17;3,21;Rm 3,3‐6; 3,21;
no awettabili. Non è fortuito che, in ogni sezione citata,?ao‑ 6,1.15-16;7,7.13; 9,14; 11,1.11. Lo stile della diatriba si con‑
lo si vanti riconoscendodi non essere ancora giunto alla mè‑ centrasoprattutto nellelettere ai Galati e ai Romani, ossia
ta della propria corsa per il vangelo (cf. 1 Cor 9,24-27;F1l ' dove sono necessarie argomentazioni stringenti per dimo‑
3,12-14),di essere fuggito quando e stato cercato a Damasco strare i contenuti del vangelo paolino.
dal governatore del re Areta (cf. 2 Cor 11,30-33),di essere
stato umiliato dauninviato di satana e da una spina contro
la carne (cf. 2 Cor 12,7) per non montare in superbia, e di Le prove esterne
non essere più lui a vivere, ma Cristo vive in lui (cf. Gal Per quanto riguarda le prove artificialio esterne, il ruo‑ 141Scrittura
2,20).A11a difesa del suo ministero si devono le due apologie lo prina'pale è svolto dalla Scrittura, considerata come au‑ d’lmulz
di 2 Cor 2,14 - 7,4 e di 2 Cor 10,1‐ 13,13,dov’è costretto a torità indiscussa. Un’indagine approfondita permette di cal‑
difendersi dalle accuse mosse.in dai Corina" e dagli avversa‑ colare drea duecento riferimenti a passi,personaggi e luoghi
ri esterni alle comunità dell’Acaia. Pertanto gli autoelogi di dell’AT nell’epistolario paolino. Circa la fonte utiliuata,
Paolo non sono dettati da forme di millanteria o di gran‑ nella maggioranza delle citazioni Paoloricorre alla versione
dezza, bensì dalla necessità di difendersi edi ingenerare l‘i‑ v greca dei L X X più che all’ebraico di quello che diventerà il
mitazione nei destinatari. Testo Masur-etico. .
Il criterio Un term ambito delle prove tecniche più frequenti ri‑ In questo vasto campo di prove esterne,si possono dr‑ Citazioni
della guarda il criterio per la differenza (o dlaforaloghta), caratte‑ ltinguere quattro forme di appelli all’actoritns biblica: le ci‑ dirette,
al'Jîzmm rizzato dal terzo livello (o tertium comparationix) che relati‑
" tazioni dirette, ossia quelle introdotte ad esempio dalla for‑ indirm,
vizza il primo e il secondo livello: «Non c’è Giudeo né Gre‑ mula «come sta scritto» e similari; quelle indirette,vale a di‑ nllm'am'
co, non c’è schiavo né libero, non c’è maschio e femmina; ” re senza formule introduttive;le allusioni; e gli echi o le ri‑
edechi
tutti infatti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28; per ulte‑ verberazioni del linguaggio biblico nellelettere paolino.Per
riori esemplificazioni c£ 1Ts 5,10, 1 Cor 3,6-7; 7,19.29-31; le prime modalità valga l‘esempio di Is 52,7 in Rm 10,15:
10,31; 2 Cor 5,9; Gal 3,28; 5,6; 6,15; Rm 14,1-3.7-8; Fil 1,18). «Com’è scritto: “Come sono belli i piedi di coloro che an‑
Quanto conta per Paolo è l’essere uno in Cristo, che relati‑ nunciano il bene”» (cf. anche 1 Cor 10,7; 2 Cor 8,15; Rm
vizza qualsiasi condizione sociale. civile e sessuale. In modo 1,18;4,17). Fra le dtazioni indirette segnaliamoil caso di una
analogo la circoncisione el‘incirconcisionee persino la vita lettera in cui l’autorità biblica non è invocata da Paolo.L’e‑
e la morte fisica seo]orano di fronte a Cristqu vivere di Pao«
, spressione di F i ] 1,19, «So infatti che questo servirà per la
lo (ci. Fil 1,21). mia salvezza» riprende un passo tratto dal libro di Giobbe:
La diatriba Infine,per vivacizzare il dialogo oon il suo interlocuto‑ «Questo servirà per la mia salvezza» (Gb 13,16).Fra le allu‑
re ù'ttin'o,Paolo ricorre spesso allo stile della diatriba,diffu‑ sioni, ci si può soffermare su Rm 5,12‐21 dove il confronto
so tra i filosofi cinico-stoici.Lo stile della diatriba si caratte‑ tra Adamo e Cristo presuppone la narrazione di Gn 1 ‐ 3,
rizza per la brevità delle domande retoriche, delle risposte senza riferire alcun passo della fonte biblica. Infine, il lin‑
immediate e per l’uso della formula «non sia mai (me ghé‑ guaggio biblico echeggia in passi come Rm 1,23 («E scam‑
48 49
biarono la gloria del D Î ° incorruttibile °°“ l‘immagine del- b' nn'one sola gratia 0 sola fide è stato progressivamente po‑
la figura di un uomo corruttibile,di uwelli,quadrupedi ° ret- no in crisi negli stessi ambienti luterani,a vantaggio del co‑
mi”)idove YÎSUORB il Salmo 105,20 (LXX10529)1«E …' .fiddetto «partecipan'onismo»(: dell’essere «in Cristo». Fra ”partecipa‑
biarono la loro gloria con l‘immagine di un giovenco che :,:“ antesignanr del partecipazionìs‘mo sono da annoverare zioni-rm
mangia erba». Naturalmente mentre le citazioni dirette, in- ' lA.Schweitzer (1930),K. Stendhal (1963),seguiti dai contri‑
dirette ele allusioni sono più verificabili. poiché si devono :,lyuti di E.P. Sanders (1977) edi N.T.Wright.“ Inoltre, daun
all‘intenzione dell’autore, meno riconoscibili sono le river- _trentennio …_ il «c,-mne, del parteq’pam‘onismo si è ….
berazioni 0 gli “ h i , in quanto derivano dall’influsso del sre- hppato a favore dei marchi identitari che distinguonoi Giu‑
00 biblico sul dettato paolino. Pertanto,sesi eccettua la Let- __ l e idai Gentili,dando luogo alla cosiddetta New Perspective
tera a Filemone, non c’è lettera paolina in cui la Scrittura ‐_t …… da J_D_g_ Dunn nel 1982 durante la Manson Me‑
non °°°“Pi uno SPGZÎO Più0 meno rilevante: è centrale in 1' ì,MerialLecture.“ Secondo quest’ultimo sviluppo, Paolo non New
2 C0finZi.Gàiìli e RODE-ni mentre è secondaria in 1Tèssa- ‘'porrebbe in discussione la fede e le opere in generale, bensì P=prî_ive
lonicesi ein Filippesi. ' kiede in Cristo ele «opere della l.egge»,viste come identity f'”“',"“,
Dati A pmposito del ruppono tra Gesù = Paol° abbiamo ri‐ : marker: o «marchi identitari» che separano il Giudea dal “”““"
diGeni} _ levato i riferimenti ai detti e agli eventi della vita terrena di '_Genfile_ In tal … sarebbero prese di mira la circoncisione,
;?”5"”"’ Gesù nelle lettere paolino. Bisogna riconoscere che que- -‘f il calendario giudaico (in particolare il sabato) e le regole
, ' st‘ambito di prove esterne non occupa lo spazio dell’autorità ‘A, a l’…-ità alimentare circa i cibi puri e quelli impuri.

biblica, ma alcune l’a-101° di Gesù, come quelle durante la ‘ Fra gli studiosi dell’epistolario paolino sono state solle‑
° ° m ì (°“ 1 00? 11‐23-25) “0180110 ““ f “ ° l ° decisivo nelle ' vate diverse critiche a questa restrizione che rischia di ri‑
argomentazioni P°°lifle‐Un’osservazione 8113108“ vale per ,” durre la teologia di Paolo a questioni sociologiche sulle re‑
le professionidi fede che Paolo trasmette alle sue comunità, , lan'oui …, Giudei e Gentili. Così “cuni studiosi hanno cer‑
dopo averle ricevute dalle Chiese primitive (cf. 1 Cor 8,6; -_‐' etto di ricuperare i] antere principale della giustificazione

15,3-5:F112.6-9: Rm 1.3‐4)‐ _,(E. Lonse,2008),s0ttovalutando quello del partecipazioni‑


Pertanto P°SSÌBIM ben sostenere che le lettere paoline 5 n o .A infiammare il dibattito ha provveduto H. Riislinen
viaggiano suprove interne ed esterne che trasmettono ierm- » (1937!) g]… a proposito della Legge, ha accusato Paolo di
tenuti magmatici della sua teologia, con una retorica tutta _euntraddin'une non son…… …,……lettera ., r……ma al‑
l"'°l”’ia che “ 0 11 “ P … laforma d i i m m e “ … ° ’i serve di " l'interno della stessa lettera. In ltalia hariscosso ottima ri‑
diversi registri argomentativi per esprimere l’essenza del >i o …il contributo di e, Barbaglìo (20012) che considera
“° vangelo. “ situazionale e quindi frammentario il contenuto delle lette‑
\ re paolino,per cui si può pensare soltanto ad abbozzi e non
Quale centro della teologia paolina? “
Dal periodo delle riforme (più che della riforma sol‐ ,_ " N.T.Wiuurn, I h : Climax oflhe G w … Chrblund lh: Law in Pauline
tanto luterana) nel X V I sec. si è ritenuto che il cratere prin- :xM y .T&T Gark.Edinhnzsh 1991
cipale della teologia paolina fosse costituito dalla giustifica‐ _ ” .Per " I l hillnci0i cf- 1DG DUNN “The New Perspective un Paul: whenm,
' - ‘ yllui, whillicr’l”,in 1716Nm anpem've on Paul Collmed Essay; (Wissen‑
l‘.“ fede s e … le °p.°re …. .°' C ° " '” mm.t‘?“
z ‘ ° " e "“ l:ltnftliche Untersuchungen zum Ne'an m … : 185), Mehr (Siebeck),
dell’esegesr nel XX sec. l’assroma indiscusso della grustifi- , “ M u g e n …1_9&

50 ‘ 51
&una t5010gia organica, né sistematica. Sulla questione rite- _"gelo di Paolo è come un caleidoscopio, che assume tonalità
nismo opportuno rilevare quanto segue. 'è accentuazioni diverse in dipendenza delle situazioni che
Abbiamo evidenm'ato a proposito delle coordinate e del .' IÎÙODÎ& COD estrema SÎDÌCSÎ,che andremo sviluppando per
canovaccio epistolare che ogni lettera paolina, compresa ' (igni lettera autografa, in 1Tessalonicesi il vangelo rapporta
Romani, riflette situazioni circoscritte e concrete della co- _la fede nella risurrezione di Cristo con quella dei credenti in
munità a cui è indirizzata. Tuttavia, sela storia dell’inter- vlui. mentre n o n c’è il minimo accenno alla giustificazione
pretazione ha potuto opportunamente distinguere le lettere , per la fede o mediante la Legge. Fra le problematiche con‑
autoriali da quelle della prima e della seconda tradizione ‘ tingonti che attraversano 1 Corinzi, il principale criterio di
paolina, è perché tra le motivazioni principali rientrano n o n Î orientamentoèla «parola della “°°°” (1 C ° ‘ U S ) ela l’a-"'
soltanto gli stili diversi, ma soprattutto i cambiamenti di si- ! tecipazione alla risurrezione di C l i l e (cf- 1 C0! 15,1-9)- La
stemi edi eontenuti. Mentrenel primo filone l’ecclesiologia ‐‘2 COTÌHZÎ … M i “ è una difesa & t “ " ° CBmP° dell‘aposto‑
procede dal basso,negli altri due percorsi e vista dall’alto. 1] ,‘ lato di Paolo che nell‘evangelo riscontra il suo contenuto
paradosso cristologica e autobiografico è diffuso nelle let‐ ilnPîe$dlldibile ela sua ragione ultima (Cf- 7-COI 2,16-17)‑
tere autoriali, mentre scompare quasi del tutto in quelle del- “, C ° “ Galati l’evangelo della filian'one in C f Ì 5 î ° (Cf- 6311,11‑
le tradizioni. Un’analoga osservazione vale per l’uso dello 5_12;3,6-7) predomina sulla problematica della giustificazione
stile della diatriba che caratterizza 1-2 Corinzi,Galati e Ro- = ( c i Gal 2.16), assumendola come flmzionale. lnvece. in Re‑
mani, mentre èin pratica abbandonato nellelettere succes- . mani la giustifican'one in Cfi5î0 (Cf- Rm 1,16-17: 3,21-22),
sive. Diffusa e la centralità dello Spirito nelle lettere auto- - condiziona il panecipazionismo dell’essere in 1“5- La gene‑
grafe, che invece e ridotta al minimo nelle lettere della tra- - razione di Onesimo alla fede mediante l‘e‘/angelo (cf- Fm
dizione, con l’eccezione della Lettera agli Efesini. E se la . 10-13) rappresenta il punto ETBVÌÎEZÎOMÌE della Lettera a
Legge (! considerata indifferente rispetto alla giustificazione .. Hlernone.Infine la diffusione dell’evangelo mediante la mi‑
in Cristo manelle lettere autografe n o n è mairitenuta abro- ‘ mesi 0 l‘imitazione in atto di CIÎSÌO 0 di P8010 (Ci Fil 1,28‑
gata, e abbandonata in quelle successive. . 30), attraversa FÌHPPGSÌ.
Questi dati non dovrebbero indurre a ritenere che le . Pertanto anche seil messaggio di Paolo non e sistema- Centralini
due tradizioni paoline abbiano falsato il messaggio origins‐ ‘ tico, né tanto meno evolutivo, parte sempre dalla centralità M
rio di Paolo:piuttosto hanno cercato di conservarlo edi svi- della morte :: risurrezione di Cristo per cercare. con le sue “ ” …
lupparlo nei contesti successivi della separazione delle vie ' oomunità,le S°ÌUZÌODÌ Più confacenti il situazioni concrete e,
tra giudaismo e cristianesimo. Per questo l‘alternativa tra il ' diremmo, «PBS…»‑
cratere della giustificazione e quello del partecipazionismo .
e più teorica che reale, in usato i due crateri sono "ù oo- ’ ’
municanti di quanto si per-Zi. Pl , “ kerygm“ & ‘ etica
Vangelo : inoltre a nostro modesto parere un centro contenutisli- . Sele lettere 50110 una forma di mediazione scritta della
filologia codell‘epistolario autografo di Paolo c’è edè costituito dal Î predicazione di Paolo, qual è il rapporto con le sezioni eti‑
suo vangelo, ma n o n assume caratteri sistematici e richiede : che? 111 termini Più generali °°°” ‘i relazionano la fede "'
di essere specificato a causa della sua genericità. L’evange‐ ' l’etica? La questione è di 08P“310 importanza SUÎ ‘EPPOYÎÌ
lo,variamente declinato in ogni lettera,s’identìfica n o n con ' tra esegesi " teologia biblica 9 W… morale contempo‑
un libro, ma con Gesù Cristo, il Signore. Per questo l‘evan- . (.
ramen. A riguardo dobbiamo riconoscere che mentre dll‑

52 ' 53
rante buona parte del XX secolo, soprattutto nel periodo ndella compassione divina (ci. Rm 11,32; 12,1) aggancia la
della Formgeshixchte («storia delle forme»), le sezioni eti‑ ’\ u‘one esortativa di Rm 12,1‐ 15,13 a quella kerigmatica di
che erano scarsamente analizzate,negli ultimi decenni si so‑ ;_Rux 1,18 ‐ 11,36.Tuttaviain questione n o n è un’etica opzio‑
nomoltiplicati contributi finalizzati a focalizzare l’attenzio‑ - bensì necessaria che, radicata sul vangelo della giusti‑
ne sulle loro relazioni con le parti dottrinali. Così le parti giustificazione di Dio in Cristo, assume le distanze dal
etiche non sono più ritenute soltanto come acquisite, né male e si orienta decisamente verso il bene dell‘amore per il
semplicemente mutuate dall’etica della filosofia popolare "prossimo, soprattutto versoi deboli della comunità. Per que‑
ellenistica, bensì sono considerate funzionali in modo di‑ no mentre le precedenti sezioni etiche sono caratterizzate
verso alle sezioni kerigrnatiche. Allora cerchiamo d’identi‑ ria sentenze brevi, originale eil modo con cui Paolo affron‑
tieare i paradigmi sottostanti alle relazioni tra kérygma ed ' i n il conflitto tra i forti e deboli delle comunità romane in
etica paolina. ' ,. 14,1- 15,13,dove la sua dimostrazione diventa unitaria
I paradigmi In 1Rssalonicesiil contenuto kerigmatico sulla parte‑ 'psichiude con l’esemp' i Cristo che motiva l’accoglienza
dell'elica cipazione dei credenti alla parusia o alla seconda venuta di reciproca f r e i due partiti in conflitto (of. Rm 15,1-6).
Cristo (cf. 1Ts 4,13 - 5,11) è inserito nella sezione esortati‑ Sulla generazione di Onesirno nelle catene della prigio‑
va di 1Ts 4,1 ‐ 5,11 esprimendo un’etica dell’anticipazione, ma (cf.Fm 10) s’innerva la raccomandazione di Paolo a Fi‑
capace di andare incontro alla pamsia di Cristo con una vi‑ lemone. La richiesta pressante affinché Filemone riaccolga
gilanza operosa. &: casa il suo schiavo fuggitivo non è motivata da sentimen‑
Diverso è il rapporto tra kérygma ed etica in 1 Corinzi, umani di compessione,né dalla semplice comunione del‑
poiché il primo orizzonte e prospettato nelle parti lintitrofe , rl.stessa condizione umana,matrova le sue ragioni fondan‑
della lettera con la «parola della croce» di l Cor 1,18 ‐4,21 tinella condivisione della fede e dell’amore, per cui al di là
e con la predicazione della risurrezione in 1 Cor 15,1‐58. “ delle distinzioni sociali tra schiavi e padroni è la fratellanza
Nelle sezioni interne Paolo affronta diverse questioni oon‑ in Cristo che rivoluziona le relazioni umane.
tingenti della comunità, valutandole nell'orizzonte della , Che l‘etica paolina assuma funzioni diverse, in dipen‑ Ml'mui
morte erisurrezione di Cristo, seeondo un‘etica consequen‑ denza dei rapporti con il vangelo, è confermato dalla Lette‑ edetica
_rn ai Filippesi, dove la mimesi o l’imitazione di Cristo e di
ziale. Invece,la 2 Corinzi canonica n o n presenta una sezio‑
ne esortativa propria, maè incentrata sulle due difese del solo diventa la ragione ultima perché il vangelo si diffon‑
ministerodi Paolo in 2 Cor 2,14 ‐ 7,4 ein 2 Cor 10,1‐ 13,13. Ls mimesi umana che attraversa la lettera è già in atto a
Con Galati toma la parte esortativa in Gal 5,13 ‐ 6,10 ppi, dove i credenti sono elogiati per la loro fedele ade‑
ed e presentata con la lista dei vizi e delle virtù, vale a dire none al vangelo (cf. E] 1,30); e non è vista come semplice
con l’alternativa tra le «opere della carne» e «il frutto dello imitazione di una copia inferiore rispetto all‘originale,ben‑
Spirito».E poiché i credenti vivono secondo lo Spirito,sono sìdiventa originale modalità di assumere lo stesso modo di
esortati &proseguire nella stessa diren'one (cf. Gal 5,25). Per valutare di oin Cristo ( c i Fil 2,5) edi Paolo (ci.Fil 3,17). Da
questo il paradigma sottostante non e semplicemente con‑ una parte Cristo Gesù è archetipo irraggiungibile nell’u‑
sequenziale, bensì naturale o fenomenico di un’etica vista ‘ tè e nell’ohbedienza,sino alla morte di croce (cf. Fil 2,6‑
come difesa e frutto dello Spirito. ), dall’altra proprio in quanto archetipo produce un’esem‑
Il modello consequenziale dell’etica. riscontrato in plan'tà che conforma al modo di pensare e di agire dei cre‑
1 Corinzi, torna in Romanidove il motivo della misericordia
" denti.

54 55
Pertanto le sezioni etiche o «paracletiche»conclusive si ‘ Cristo, con cui s’inaugura la «nuova creazione»(cf. Gal 6,15)
rapportano in modo diverso a quelle dottrinali che le pre‑ ' e si diventa «nuova creatura» (of. 2 Cor 5,17).
cedono ele regolano.In dipendenza delle aorentuazioni ke‑ … Quindi si perviene al tempo presente alimentato dall’a‑ la vita
rigmatiohe,le istanze etiche assumono funzioni diverse poi‑ ‐ done dello Spirito. E presente della vita cristiana è conti‑ nello Spirito
ché è il vangelo che conforma l’etica e non il contrario, sal‑ , nuamente rivolto al passato della morte e risurrezione di
vaguardando il principio fondamentale della giustifican'o‑ , Cristo; e quel passato raggiunge e trasforma il presente me‑
ne gratuita per la fede. » diante l’azione vivificante dello Spirito. Per questo la filia‑
' zione divina s’inaugura con l’invio del Figliodi Dio e del suo
j Spirito.Nel dinamismo tra l'evento della croce di Cristo eil
La storia della salvezza ‐ presente della vita cristiana, l’apocalittica paolina assume
Nelle lettere Paolo esprime un senso spiccato della sto‑ , nuove prospettive rispetto all’apocalittica giudaica del tern‑
ria della salvezza operata da Dio per Israele e per l‘intera '‐ po. Mentre per quest’ultima l’intervento apocalittico defi‑
umanità. La Scrittura e il codice fondamentale che gli per‑ ‘. nitivo di Dio è collocato nel futuro, per Paolo lo è nel pas‑
mette di soffermarsi sulla storia d’Israele, sull'evento della ' sato della morte e risurrezione di Cristo e nel presente dei
morte erisurrezione di Cristo, sul presente della vita eccle‑ credenti in lui. Soltanto in questa prospettiva diventano
siale e sul futuro del giorno del Signore.Anzitutto la prima ' comprensibili la liberazione dal presente secolo malvagio
lafede fase riguarda l’economia delle promesse e inizia con la fede ' ( c i Gal 1,4), l’insorgere della Gerusalemme di lassù che e
diAbramo di Abramo: «Abramo credette e gli fu accreditato per la giu‑ libera e nostra madre (cf. Gal 4,26) e la cittadinanza celeste
stizia» (Gn 15,6 citato in Gal 3,6 e commentato ampiamen‑ a cui appartengono i credenti (ci. Fil 3,20).
te in Rm 4,1-25). A questa prima fase appartiene la Legge 'Ibttavia quella di Paolo non èun’escatologia realizzata, Apocalim'ca
mosaica, promulgata quattrocento anni dopo la promessa, ' che implica una sorta di fuga mundi, bensi un’apocalittica
amlnlogia
fatta ad Abramo, sulla discendenza innumerevole (ct Gal . in tensione verso l’ércharon del giorno finale di Cristo (cf.
3,17) che, per questo, non annulla la promessa abramitica. 1Ts 1,9-10; 4,13-18). Per questo la filiazione divina, donata
Per il Paolo cristiano la Legge non fu promulgata all'inizio mediante l’essere in Cristo e con il battesimo, non e com‑
della creazione del mondo,come invece per diverse corren‑ » piuta, bensì è attesa con la redenzione definitiva del corpo
ti del giudaismo, bensì sopraggiunse durante l’esodo d ’ ] . ‘ (ci.Rm 8,23). Sull’ultima fase della storia della salvezza sem‑
sraele dall’Egitto. Eterna non e neanche la circoncisione bra che in un primo momento Paolo fosse convinto che m o i
che, in quanto sigillo della giustizia (cf. Rm 4,11), succede e . die viviamo e saremo ancora in vita, saremo rapiti insieme
n o n precede la fede di Abramo. ‘ con loro (i defunti) nelle nubi per andare incontro al Signo‑
lapimezm La seconda fase equella apocalittica della pienezza del >le in alto, e cosi saremo per Sempre con il Signore» (1 Ts
del tempo tempo in cui Dio ha inviato suo figlio, «nato da donna, na‑ ,17). ’Ilmavia, contro facili entusiasmi e previsioni azzar‑
to sotto la Legge» (Gal 4,4). Con il tempo che giunge alla te, Paolo esorta gli stessiTessalonicesi a vigilare perché il
pienezza tutte le promesse di Dio si sono realimte nel «si» horno del Signore giungerà come un ladro nella notte (ci.
di Cristo ( c i2 Cor 1,20):in lui il mistero di Dio, avvolto nel Ts 5,1‐6). Per questo la tensione escatologica non e pro‑
silenzio per secoli eterni, è definitivamente rivelato me‑ ‘ yessivamente relativizzata da Paolo, bensì resta ancorata
diante le Scritture profetiche (ct Rm 16,25-26).Al centro »nrll’apocalittico esere in Cristo nel passato e nel presente.
dell’evento apocalittico si trova la morte e risurrezione di {e categorie del «regno di Dio» e del «giorno del Signore»
56 57
attraversano le sue lettere ed esprimono le tensioni verso il ‘ apocalittico rischia di produrre un’etica contraria alla vita
futuro della storia della salvezza. nuova in Cristo. . . '
A proposito del regno che per Paolo è soltanto «di Nelle fasi della storia della salvezza sr tramano 1 rap‑ Pmlologia
Dio»,da una parte è inaugurato oon la risurrezione di Cri‑ ed
porti tra l’inizio (o la protologia) ela fine (ematologia) del‑
sto, per cui «è necessario che egli regni, finché n o n ponga neurologia
la vita umana.Ma anche suquesta dialettica,Paolo non par‑
tutti i nemici sotto i suoi piedi» (1 Cor 15,25),dall’altra alla
__te dalla protologia per soffermarsi sulle origini dell’uomo e
fine il Risorto «consegnerà il regno a Dio Padre,quando nn‑ del peccato, bensi dal centro salvifico realizzato da Dio in
nullerà ogni principato, autorità e potenza» (1 Cor 15,24).
Cristo, che precede il discorso su Adamo (ci. 1 Cor 15,22.4S;
Intanto nel presente «il regno di Dio n o n è(questione di) ci‑
; Rm 5,12-21). Per questo,oorne recita uno dei frammenti pre‑
bo e bevanda ma giustin‘a, pace e gioia nello Spirito» (Rm paolini,«per noic’è un solo Dio,ilPadre,dal quale sono tut‑
14,17).Per questo i credenti sono esortati a «comportarsiin , te le cose e noi siamo per lui,e un solo Signore Gesù Cristo,
modo degno di Dio che li chianm per il suo regno e la sua per mezzo del quale sono tutte le cose e noi siamo per mez‑
gloria» (ci. 1Ts 2,12). Pertanto ereditare il regno di Dio si‑
' zo di lui» (1 Cor 8,6). Di conseguenza l’evento escatologico
gnifica anticipaxlo con scelte etiche alimentate dall’azione
. del regno di Dio e del giorno di Cristo non è delineato se‑
dello Spirito,senza cadere nei vizi denunciatiin 1Cor 6,9-10
’ condo una prospettiva palingenetica o di ritorno al passato,
e in Gal 5,19-21. bensì nell’orizzonte della «nuova creazione» che non re‑
Nella prospettiva apocalittica-escatologica del regno di staura la prima crean'one,né ricompone la oondizrone urna‑
Dio s‘inseriscono i riferimenti al «giorno di Cristo» (Fil , undi Adamo prima del peccato,macostituisce il dono inau‑
1,6.10; 2.16) o al «giorno del Signore» (l Ts 5,2; 1 Cor 5,5) e dite della filian‘one divina e della giustificazione in Cristo,
«del Signore nostro Gesù Cristo» (] Cor 1,8; 2 Cor 1,14).
. mediante una progressiva trasformazione «di giorno in gior‑
L’espressione è profetica e apocalittica (ct. Am 5,18; Gl
no» (2 Cor 4,16) e «di gloria in gloria» (2 Cor 3,18).
2,1.11) e allude al giorno finale di Dio. In alcuni casi «il gior‑
no» è menzionato senza specificazioni (cf… Rm 13,12).ma al‑
lude comunque all’evento finale in cui «Dio giudicherà i se. L’estetica del paradosso
y e t i degli uomini secondo il mio vangelo, per mezzo di Cri‑ Quali sono le più belle pagine di Paolo? In quali para‑
sto Gesù» (Rm 2,16). La categoria cronologica è utilizzata
; grafi raggiunge quello che lo Pseudo-Longino (! sec. d.C.)
da Paolo per esprimere la tensione tra l’evento apocalittico denomina il sublime? Certo la bella…delle pagine paoline
della morte e risurrezione di Cristo e quello escatologico
del giorno di Cristo. Per questo il giorno finale non è temu‑
& non sta nella forma, nétanto meno nello stile poiclié,come
È abbiamo precisato,il suo greco n o n è elegante e,in diversi
to dai credenti,ma è atteso con una vigilanza nostante. la
casi, risulta oscuro e difficile daintendere. Non c’è proposr‑
tensione tra apocalittica ed ematologia paolina è fonda‑ zione in cui non ripete la congiunzione gnr (infatti);le enor‑
mentale per cogliere le relazioni tra la giustificazione per la
. dinate sintattiche sono irregolari ele proposizioni condizio‑
fede, che appartiene al passato e prosegue nel presente,e il
nali meana difficoltà interpretative.In questione è non sol‑
giudizio finale per le opere unmne. Senza il primo orizzonte, , tanto il greco della kor'né o ellenistico, bensì il tipo di tor‑
che èprioritario e costituisce il contenuto centrale del van‑
‐ mazione ricevuta e la progressiva capacità di adattarsr al
gelo di Paolo, il secondo non presenta novità sostanziali ri‑
modo di pensare e parlare dei destinatari. Ora nel caso di
spetto all’escatologia giudaica; senza il secondo, l’evento
. Paolo n o n è lo stile a fare la vita, ma il contrario; e quanto
58 59

#!
più la vita reale si riversa in uno scritto tanto più è capace di \maversa la 2 Corinzi canonica: quello della riconciliazione za(icona.
produrre il sublime. divini: che rompe con i tentativi umani di riconciliarsi con {Iner
L‘estetica paolina si concretizza su tre versanti princi‑ Dioe scaturisce dall’amore di Cristo che tormenta affinché "' C ” ”
pali: la t r a m 0 l’intreccio argomentativo,i paragrafi in cui i nonsi viva più per sestessi,ma per chi è morto e risorto per
contenuti rompono con le forme acquisite per produrne di : noi (of.2 Cor 5,14-21). Com‘è pombile concepire che Gesù
nuove e alcune sentenze folgoranti. Con tali modalità poe‑ ‘ Cristo, il quale non aveva conosciuto peccato,sia diventato
tiche, nel senso proprio del verbo poiéo (fare),le lettere pao‑ ‘ peccato perché diventassimo giustizia di Dio in lui? Nell’ul‑
line veicolano contenuti d’incornparabile bellena. ‘»tima parte della lettera il paradosso del ministero assume le
”Ita gratitudine e conforto 1Tessalonicesi esprime la "peculiarità della forza nella debole… eraggiunge il sublime
belleua delle relazioni umane tra fratelli nella fede e con il _.oon il rapimento al temo cielo e con l’innominata spma con‑
Signore Gesù Cristo. L’estetica dell’oltre la morte che inve‑ t ho la carne (cf.2 Cor 12,1-10).In questione non è la debo‑
cedi separare in modo definitivo coloro che si amano, li as» lezza come alibi, bensì come condizione trasformata dalla
sicura che si sarà per sempre con Cristo. Nella belleua del‑ grazia di Cristo, che ha attraversato la debolezza della croce
l’ordito della prima lettera di Paolo si stagliano due splen‑ ‘per giungere alla forza della risurrezione. Il corpo derere‑
dide icone:l’autoritratto di chi è disposto, come un padre, a _.dentie in trasformazione,masi tratta di una trasformazmne
dare la propria vita per i'lbssalonioesi che gli sono diventa‑ ‘ quotidiana che per essere riconosciuta habisogno di dirige‑
ti cari (ct 1Ts 2,1-12); e i credenti che in processione vanno ‘ melo sguardo non verso l’esteriorità e il caduco, bensì verso
incontro al Signore che viene (cf. 1Ts 4,13-18). ‘l’interior'itù della sovrabbondante gloria del vangelo, come
Un gigantesco a r m o è 1 Corinzi in cui le parti limitro« ‘ un tesoro in vasi di creta (ct.2 Cor 4,7-18).
fe sono occupate dalla «parola della croce» (cf. 1 Cor 1,18‑ ‘. ll sublime del vangelo della grazia, della filiazione divi‑ Libertà
4,21) e dal vangelo della risurrezione di Cristo (ci. 1 Cor na e della libertà èla Lettera ai Galati. Il crocifisso raffigu‑ : puù
15,1-58). Fra queste delimitazioni si delinea il cammino fa‑ ì rato (cf. Gal 3,1) «che mi ha amato e ha consegnato se stes‑
ticoso di una Chiesa concreta nel diventare tempio, campo e " so per me» (of. Gal 2,20) è il paradosso attraversato da Cn‑
soprattutto corpo di Cristo. Nel percorso intermedio s’im‑ ? I t o affinché la figliolanza,la grazia e la libertà raggiungano
pone il paradosso della croce (of. 1 Cor 1,18-31) che rompe '.. tutti i credenti in lui. Paradossale e che Gesù Cristo sia di‑
sia con un sistema della sapienza o della rafia umana, sia ventato maledia'one affinché i credenti ricevano la benedi‑
con l’esigenza del prodigioso o miracolistioo.Alvertice del‑ : zione di Abramo (cf. Gal 3,13-14); altrettanto paradossale è
la lettera si trova l’elogio dell’agfipe (cf. 1 Cor 12,31‐ 13,13), ,che il Figlio di D i o nascesse da donna e sotto la Legge af‑
dove il sublime trasborda qualsiasi argine, persino quello ‘ finché tutti ricevano la figliola-ua divina mediante lo Spiri‑
della morte, e considera l’amore superiore alla fede e alla ’ to ( c i Gal 4,4-7). L‘estetica del paradosso della croce è este‑
speranza. Per i suoi contenuti l’elogio merita di essere col‑ , fica dello Spirito che alimenta come la linfa il grappolo del‑
locato accanto aqualsiasi trattato passato o presente sull’a‑ ? l’unico frutto: l’amore,la g'oia,la pace... sino al dominio di sé
more. Questo è valutato non in funn'one dei suoi interlocu‑ ’ (cf. Gal 522.73).
tori u m n i , bensì in base al suo operato; l’amore n o n è im‑ ‘ La Lettera ai Romani èla Cappella Sistina di Paolo,do‑ Giustifica‑
pulso etico dell’io, bensì è come una persona che nella sua ‘ veil vangelo della giustificazione in Cristo attraversa le t e n zion:
alterità interpella l’io di chiunque : salvezza
‘ sioni tra la teodioea o la giustizia divina e l'uomo in continua
Il paradosso dell‘apostolato per il vangelo o per Cristo lotta tra il bene e il male. L’unico itinerario della giustifica‑

60 61
zione per la fede in Cristo percorre le doppie verità di Dio e «Interroghiamo l’apostolo Paolo per sentire come ci
dell’uomo: tra il giudizio imparziale di Dio e la responsabi‑ spiega la perfetta armonia deidue flauti. Suoni il primo::‘Bel‑
lità umana; tra l'universalismo della salvezza per chiunque e lo più dei figli degli uomini”: “essendo nella forma di Dio,
la priorità del Giudeo rispetto al Greco; etra l'assoluta prio‑ non credette che fosse una preda l‘essere eguale a D i o “ (Fil
rità dell’elezione divina che distingue Israele da Israele ela 2,6). Ecco in che cosa egli sorpassa in bellezza i figli degli uo‑
salveua finale di tutto Israele, nonostante l’incredulità di mini.Suoni anche il secondo flauto: “ L o abbiamo visto e non
aveva bellezza,né decoro": questo perché “egli anniehilò se
gran parte dei Giudei all‘evangelo. La bellezza della trama
stesso,prendendola forma di servo,divenendo simile agli uo‑
e quanto rende Romani un capolavoro: ma l'ordito attra‑ mini,riconosciuto per la sua maniera di essere. come uomo"
versa il labirinto della vita umana con le note del senso t r a . (Pil 2,7). “Egli non aveva bellezza,ne decoro" per dare a te
gico e drammatico dell‘io che non compie il beneche vuole, bellezza e decoro. Quale bellezza? Quale decoro? L’amore
bensi il male che non vuole. Pagine come quelle dedicate al‑ della carità; affinché tu possa correre amando e amare cor‑
l’io e alla Legge in conflitto,di fronte al potere dominante rendo.Gia sei bello;ma non guardare a te stesso,per non per‑
del peccato (of. Rm 7,7-25) e al canto dello Spirito che, con dere ciò che hai preso;guarda a colui dal quale sei stato reso
i suoi gemiti indicibili, assume i gemiti di ogni persona uma‑ bello» ux,9).
nae dei credenti ( c i Rm 8,1-30) per soccorrerli nella debo‑
lezza,sono immortali epervengono al sublime con la delec‑ Pertanto l’estetica del paradosso attraversa la vita di L'estetica
turio vicm‘x o con l‘amore vittorioso di Dio e di Cristo ( c i ‘ Cristo, l’agire di D i o ela vita umana,obbligando alla scelta, del
‘…perché il paradosso si accetta o si rifiuta, senza vie di corn‑ pamdorso
Rm 8,31-39).
In una società fondata sulle barriere invalicabili tra . promesso. Il paradosso che genera l’estetica paolina si avv:‑
schiavi e liberi, padroni e servi, come quella imperiale,la u'nn soltanto vagamente ai paradossi degli stoici, poiché è
breve Lettera ai Filemone testimonia la fratellanza a moti‑ ‘. relazionale e non individualistico;edè reale,pur non essen‑
vo della condivisione della fede in GesùCristo. L’amore ira‑ ’ do logico.in quanto parte sempre dalla croce di Cristo per
terno tra Filemone, i credenti che si radunano in casa sua, :- interpellare chiunque. Qui sta tutta la perenne attualità di
Paolo e Onesimo è «viscerale» (cf. l’uso di spldnchna in Fm " Paolo: ha saputo attraversare il paradosso della croce, ca‑
7.12.20): intimo efamiliare. Per questo e un amore capace di landolo nelle situazioni umane più disparate, senza ricorre.
creare vincoli di debito edi credito superiori aqualsiasi con‑ re a edulcoranti.
tratto economico.
Eretta: Infine il paradossale curriculum vitae di Cristo Gesù,
della kénori che dalla forma divina è giunto alla forma di schiavo, assi‑ Conclusione
milandosi in tutto, tranne il peccato, alla condizione umana Tiriamo le fila dell’introduzione a Paolo, alle sue lette‑
( c iFil25-11) è lo smeraldo che s’irradia per la lettera ai Fi‑ ‐‘ re e alle sue comunità. Negli sviluppi del movimento cri‑
lippesi, Sul paradosso della morte di aooe, che passa per il ‘ stiano delle origini Paolo e uomo di primo piano che, con la
vicolo obbligato dell’obbedienza e dell’umiltà di Cristo, si “' sua predicazione di Cristo ai Gentili, ha diffuso il vangelo
conformano la vita di Paolo,Timoteo, Epafrodito e dei Fi‑ . nelle città più importanti dell’impero.Il suo contributo e de‑
lippesi.Da grande esteta, Agostino d’Ippona così fa risuo‑ ; cisivo, ma n o n è inventore di alcun cristiane-mo perché il
nare l‘elogiodi Fil 2,6-11nel suo Commento alla I Lettera di ., movimento sorto intornoa Gesù di Nazaret andava già sv:‑
Giovanni: " luppandosi in Palestina e in Siria. Da fariseo, convinto del‑
62 63
l’importanza della Legge e delle tradin‘oni orali, e passato al diosi propongono di considerare Galan la prima lettera di
movimento cristiano, senza avvenire il passaggio come apo‑ Paolo,ma poiché in 1 Cor 16,1-2 sono menzionate le comu‑
stasia, né come cambiamento di religione. L’evento di Da‑ , nità della Galazia, in occasione della colletta per i poveri di
masco ha prodotto la svolta decisiva della sua esistenza,ma Gerusalemme,mentre non sono citate in Rm 15,l4-3l3,e pre‑
n o n è anticipato da alcuna insoddisfazione etica, psicologi‑ feribile datarla dopo lacorrisponde…coni Corum epuma
ca e religiosa. La sua visione della giustificazione si divem'‑ di Romani.
fica da quella di altri missionari,ma la sua fede nella morte
erisurrezione di Cristo lo accomuna a tutti i credenti. Le co‑
munità sorte dalla sua predicazione sono domestiche e n o n Bibliografia ragionata
dipendono da alcuna Chiesa centrale interna,né esterna al‑ La storia dell’interpretazione suPaolo,sulle sue comu‑
le città in cui sono sorte Le sue lettere autografe riflettono » nità e sulle sue lettere ebimillenaria.Per questo, con poche
situazioni reali e contingenti da affrontare, ma non sono eccezioni, dedicheremo attenzione al XX sec. eal primo de‑
trattati di teologia. Al centro di ogni lettera c’è il vangelo cennio del X X I sec., distinguendo i dizionari e gli strumen‑
che e Gesù Cristo, suo Signore, attraverso cui e ricompreso ti, le biografie, gli studi sulle comunità paoline, sull’eprsto‑
tutto ciò che riguarda Dio,la Chiesa, la persona umana e l’e‑ ‘ lografia,sulla retorica e sul messaggio paolino.
tica. Una dinamica di reciprocità attraversa le lettere paoli‑
ne: l’inculturazione del vangelo e l’evangeliuazione della
cultura che incontra, con una tensione missionaria che non Dizionariertmmenli
assume le connotazioni del proselitismo, bensì quelle di un Il Dizionario di Paolo e delle sue lettere, di GP“. Haw‑
vangelo capace di adattarsi, con la sua novità, a tutte le si‑ thorne, R.P.Martin : D.G.Reid,presenta in ordine alfabeti‑
tuazioni umane trasformandole dal di dentro. Per questo co le voci sull’ambiente,]a vita, le lettere e la teologia di Pao‑
Paolo si è fatto tutto a tutti «per salvare :; ogni costo qual‑ lo. L’edizione italiana, curata da R. Penna e collaboratori,
cuno» (1 Cor 9,22). Dal suo curriculum vitae proponiamo la non si è limitata a tradurre il dizionario, ma ha cercato di
seguente scansione cronologica delle lettere che andiamo . oohnare le lacune contenutistiche e bibliografiche aggiun‑
ad approfondire: gendo i contributi di autori italiani,francofoni e tedeschi. .
1Rssalonicesi 50-51d.C. inviata da Corinto; Sull’ambiente geco-romano di Paolo è molto utile il di‑
1 Corinzi 52-53 inviata da Efeso; zionario edito da J.P. Sampley, Paul in the Greco-Roman
2 Corinzi 54-55 inviata da filippi; World, del 2000. Studiosi di origine protestante e cattolica
Galati 55-56 inviata da Corinto o da Efeso; hanno redatto contributi sull‘ambiente greco-romano (fa‑
Romani 5657 inviata da Corinto; ? miliare,civile, sociale eretorico) di Paolo.
Filemone 59-61 inviata da Roma; Da circa un ventennio si èsviluppato lo strumento del‑
Filippesi 61‐62 inviata da Roma. . 'le sinossi paolina, che pongono in parallelo termini, generi
‐ letterari e contenuti delle lettere paoline. Nel 1994 ho pub‑
La cronologia proposta non èuniversalmente condivisa, l blicato la prima sinossi vera e propria che permette di ave‑
poiché rimangono dibattute le datan'0ni delle «lettere della re sott’occhio le tredici lettere di Paolo e della sua tradizio«
prigionia» (Filemone eFilippesi),che in alternativa sono col‑ ue.N e l2013 questo strumento èstato ripensato sulla traiet‑
locate nella metà degli anni 50einviateda Efeso.Alcuni stu‑ ’ toria della prima edizione, ma con nuovi criteri metodologi‑
64 65
ci. Per la sen’one delle ion1i bibliche nelle lettere paoline sc» stinguono le fonti autobiografiche da quelle delle tradizioni
no riportati gli originali greci dei L X X ed ebraici del Testo :; paoline e dagli A t t i degli apostoli. G l i eventi-maggiormente
Masoretioo,oltre che la traduzione in italiano. , trattati e dibattuti sono loinlse.precristiana di Paolo,la sua
‘ Molto utiliper i commenti patristici alle lettere paoline formazione farisaicà, l’incontro con il Risorto sulla strada
sono i tre volumi tradotti dall’inglese e mirati da A. di Be‑ _ di Damasco,i viaggi missionari e la prigionia sino a Roma.
rardino e collaboratori. Sino a oggi sono stati pubblicati il
‘ ]. ASHTON, La religione dell’apostolo Paolo (Studi biblici
volume su Colossesi, 1-2 Tessalonicesi, 1-2 Timoteo, Tito e
136),Paideia,Brescia 2002 (orig, ingl. 2000);
Filemone, quello su Galati, Efesini e Filippesi e quello su
7 D. BOYARIN,A Radical few: Paul and Politics of Identity,
Romàni.Ogni brano delle lettere paoline èconfrontato con
University of California, Berkeley 1997;
i commenti in traduzione dei Padridella Chiesa,dal II aIVI
R. FABRIS,Paolo l’apostolo delle genti, Paoline,Milano 1997;
sec. Preziosi sono alcuni commenti di testi patristici tradot‑
ti dall’originale siriaca, copto e armeno. R. F u m s - & R o … ,Introduzione alla lettura di Pao‑
lo,Borla, Roma 2006;
A. DI BERARDINO - C Dm’0sso (edd.), Galati, Efesini, [«i‑ ' I. GNH.KA,Paolo di Tano.Apostolo etestimone, Paideia,Bre‑
lipperi (La Bibbia Commentata dai Padri. Nuovo Te‑ scia 1998 (or-ig, ted. 1996);
stamento 8), Città Nuova.Roma 2005 (orig. ingL a cura ' M.}im:sm…llpaolopmrisiim (Studi biblici 100),Paideia,
di MJ. EDWARDS, 1999); Brescia 1992 (orig. ted. 1991);
A. DI BERARDI…) - M. ZU?! (edd.). Colossesi, 1-2 Tessaloni‑ V L . ] . Luz-mm Pannnoun, Paolo il missionaria. Alle origini
cesi, 1-2 Timoteo, Tito, Filemone (La Bibbia Commen‑ della missione cristiana, San Paolo, Cinisello Balsamo
tsta dai Padri. Nuovo Tiestamento 9), Città Nuova, Ro‑ 2006 (orig, ingl. 2003);
ma 2004 (orig. ingl. & cura di P. GORDAY, 1999); » ]. MURPHY-O’CONNOR,Vita di Paolo (Introduzione alla stu‑
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Le comunità paolino
Biografie Con l’apporto della sociologia del NT si è sviluppata la
Diffusa sono le biografie di carattere scientifico e di‑ bibliografia sulle prime comunità cristiane e,in particolare,
vulgativo su Paolo.Nel delineare la sua vita, gli studiosi di‑ suquellepaolineAlcuni contributi tendono a proiettare sul‑

66 67
le comunità paoline alcune metodologie contemporanee,
ma in genere si cerca di fa: emergere il livello sociale dei lini) e della seconda tradizione paolina (1-2 Timoteo,Tito).
p r i m i cristianiin base alle fonti neotestamentarie e paralle‑ Gran parte degli autori non riporta la Lettera agli Ebrei, ri‑
le pervenute. Discusse sono le relau'oni tra le prime comu‑ tenuta estranea all’epistolario paolino.
nità cristiane e le sinagoghe della diaspora, le associazioni .'S.N. BRODEUR,II cuore di Paolo è il cuore di Cristo. Studio
cultuali riconosciute dalle autorità imperiali ele scuole filo‑ introduttivo esegetico-teologica delle lettere paolina, I,
sofiche. Nel periodo delle lettere paoline (SO‐60 d.C.) la do‑ 6313 Press,Roma 2010;
mus rappresenta l’unico luogo di culto edi formazione per 4S.CIPRIAN1,Le lettere di Paolo, Cittadella, Assisi 2005“;
1pnnu cristiani. B. MAGGIONI - F. M m m , Le lettere di Paolo, Cittadella, As‑
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E.W.STEGEMANN ‐ W. STBGEMANN,Storia sociale delcristia‑ Ploloelnrelorlca
nesirna pri:7itivo. Gli inizi nel giudaismo ele comunità Dopo il contributo pionieristico di H D . Betz sulla di‑
cristiane ne mondo mediterraneo,ED [ spositio di Galati,da circa un quarantennio si sono moltipli‑
(orig. ted. 1997); B,Bo o g m ! 1998 ; cati gli studi sulla retorica paolina.A riguardo è opportuno
G.Tl-mrsseu, La religione dei primi cristiani. Una teoria sul distinguere i saggi sulla stilistica da quelli sulla dispositio e
;r£gi;mesimo delle origini, Claudiana,Torino (orig ted. - sui sistemi argomentativi.
Hprimo versante risale all’epoca patristica esi propone
d’identificare le figure retoriche o stilistiche delle lettere
Le lettere ' paoline: chìasmi, composizioni circolari, parallelismi, iper‑
Lo studio delle lettere di Paolo si articolain due ambiti: ' boli, anacoluti, allitterazioni. Il secondo versante, che e re‑
la forma epistolare (prescritto, corpo e poscritto) e i motivi cente, ha assunto due traiettorie: la critica retorica ela reto‑
epistolari (presenza-assenza tra mittente e destinatari; noti‑ rica-letteraria.La critica retorica parte dai trattati (Aristo‑
zie.interpersonali). Nel primo versante rientrano soprattut‑ tele. Cicerone,Quintiliano) per cercare di riscontrare corri‑
to ! contributi di E.R. Richards e di J.Murphy‐O’Connor. spondenze nellelettere paolina. La retorica-letteraria segue
Nel secondo versante sono diffusi isaggi sulle lettere di Pao‑ ; il percorso inverso: dalla trama o l’intreccio delle lettere
lo che distinguono, ormai con largo consenso, le lettere au‑ ' paoline alla relativa disposizione. Fra i sistemi argomentati‑
tografe da quelle della prima (2Tessalonieesi1Colossesi‐Efe‑ vi più utilizzatida Paolorientrano il paradosso eil criterio di
quanto fa la differenza o diafomlogia.
68 69
J.-N. ALB’1'1'I, «La disposition rhétorique dans les épîtres
allo studio della Bibbia. Supplementi S), Paideia, Ere‑
paulmrennes: proposition de méthode», in New Test ‑
scia 1999 (orig. ingl. 1998);
ment Studies 8 (1992) 385‐401; ‑
‐, New Approaches for Interpreting the Letters of Saint Paul ; ‐, Gli albori del cristianesimo.2. Gli inizi a Gerusalemme. 2.
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flo die Neutestamentliche Wissenschaft 99 (2008) 18-32;
La teologin di Paolo ". C.C.NEWMAN,Paqu Glory«Christology Tradition andRhe‑
torio (Supplements to Novum 'IEstamentum 69), Brill,
. Fino alla metà del XX sec. si tendeva aconsiderare uni‑ Leiden 1992;
tanaed evolutiva la teologia paolina; oggi si cerca di evi‑
R PENNA, L'apostolo Paola. Studi di esegesi : teologia, Pao‑
denziare il suo carattere contingente in base al retroterra di
line,Milano 1991;
ogni lettera. Fra gli ambiti più dibattuti rientrano le relazio‑
ni tra la giustificazione per grazia eil partecipazionisrno per - -, Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile (Universo di
1essere in Cristo, la concezione della Legge,il rapporto tra Teologia), San Paolo,Cinisello Balsamo 20095;
Gesù e Paolo e tra l‘apocalittica e l’escatologia paolina. La -, Paolo scriba di Gesù,EDB, Bologna 2009;
cosrddetta «teologia di Paolo» catalizza l’attenzione di di‑ . A. PITTA,IIparadosso della croce. Saggi di teologia paolina,
v_erst filosofi e teologi contemporanei, anche sein alcuni ca‑ Piemme, Casale Monferrato 1998;
si con prospettive forzate (soprattutto sulla sua politica anti‑ , ‐, Paolo, la Scrittura ela Legge. Antiche e nuove prospettive
imperiale). (Studi biblici 57), EDB,Bologna 2009;
H. RAISÀNEN, Paul and the Law (Wissenschaftliche Unter
G. BARBAGLIO, La teologia di Paolo. Abba i ' '‑ suchungen zum Neuen Testament 29), Mohr Siebeck,
stalare,EDB, Bologna 2001’; ZZ informa EP! Tubingen 1987”,
‐, Gesù di NazaretePaolo di Tarso. Confronto storico EDB, ; S.ROMANELLO,L’identità dei credenti in Cristo secondo Pao‑
Bologna 2006; ’ lo,EDB,Bologna 2011;
JJ. BARTOLOME, Paolo di Tarso. Un’introduzione alla vita
‘ E.P.SANDERS,PaOIO e il giudaismo palestinese. Studio com‑
dell’apostolo di Cristo,LAS, Roma 2009; parativo su modelli di religione (Biblioteca teologica
J.BECKER,Paolo l’apostolo dei popoli, Queriniana, Brescia
. 21), Paideia,Brescia 1986 (orig. ing]. 1977);
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70 71
A. SCHWEI'IZER, La mistica dell’Apostolo Paolo,Ariele,Mi‑
lano 2011 (orig. ted. 1930);
K. STENDHAL, Paolo, tra ebrei e pagani, e altri saggi, Clau‑
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diana,Torino 1995 (orig. ingl. 1963);
J.TAUBES, La teologia politica di San Paolo,Adelphi,Milano
1Tessalonicesi:
1997 (orig. ted. 1993); il vangelo e l’incontro finale
VV.F. TAYLOR JR., PaulApostle to the Nations. An Introduc‑
v tion, Fortress Press,Minneapolis 2012;
con Cristo
S.ZIZEK - J. MlLBANK, San Paolo Reloaded. Sulfuturo del
cristianesimo, 'Il-anseuropa, Massa 2012 (orig, ing].
2010).

Fra le fonti cristiane antiche a 1Tessalonicesi spettano [(primo


diversi primati: èla prima lettera inviata da Paolo alle sue """”“
comunità e,di conseguenza,lo scritto più amico del NT (50- N ” ”
Tatumrnno
51d.C.).Per la prima volta vi si riscontra un abbozzo sull’e‑
scatologia o sull’incontro finale con il Signore Gesù Cristo,
che sarà approfondito nelle lettere successive. E il rapporto
oon Gesù Cristo e delineato secondo il processo di mimesi
(più che di semplice imitazione) che si aggiunge al modello
del discepolato o della sequela,proprio della vita pubblica di
Gesù di Nazaret. Ma procediamo con ordine focalizzando
» l’attenzione sul mittente ei suoi collaborated, sui destinatari
e il loro contesto sociale, per poter approfondire l’intreccio
argomentativo e i principali contenuti della lettera.

L’evangelizzazione a Tessalonica
Secondo la narrazione degli Atti degli apostoli, durante
_ il seeondo viaggio missionario :: dopo la burrascosa prima
evangelinazione a Filippi,Paolo e Sila «percorrendo la stra‑
dache passa per Anfipoli e Apollonia, g'unsero a'Ibssaloni
ca, dove c’era una sinagoga» ( A t 17,1).Siamo alla fine degli
anni 40 d.C. quando, dopo l’assemblea di Gerusalemme (46‑ Giudaismo
49 d.C.), Paolo riprende la sua missione verso l’Occidente. a
Tessalonica
Ì La sua predicazione per tre settimane di seguito in sinagoga
73
non produsse buoni frutti; e di notte i pochi fratelli conver‑ : stiani di origine giudaica fra i primi credenti in Cristo. Se
titi fecero partire Paolo e Sila alla volta di Berea,lungo la via ‘, con la maggioranza degli studiosi si concorda che la prima
Egnazia. Ma i Giudei di'Iessalonica furono informati sulla evangelizzazione di Paolo e dei suoi “collaboratori si colloca
loro predicazione a Berea e intervennero costringendoli a , tra la fine degli anni 40 e gli inizi degli anni 50, 1'Rassaloni‑
rimettersiin viaggio alla volta di Atene (cf.At 17,10-15). wei fu probabilmente inviata intorno al 50‐51 d.C. da Co‑
Poiché sino ad oggi non sono stati scoperti resti di una frinto.
sinagoga, alcuni studiosi si mostrano scettici sulla narrazio‑ Fra le ragioni che spinsero Paolo a scrivere la lettera, Imemgalivi
ne degli Atti, attribuendo all’esclusiva intenzione «teologi‑ ' prima di tutto va segnalato il viaggio di andata e ritorno di :ullafine
ca» dell’autore gli accenni alla sinagoga e ai contrasti con i Timoteo tra Atene e’Ièssalonica (ci. 1Ts 3,1-2.6) ele notizie
Giudei della città. Riteniamo che lo scetticismo sia infonda‑ _ incoraggiantida lui recate circa il desiderio deiTessalonice‑
to, per diverse ragioni. Mentre l‘annotazione sulla predica‑ sidi rivedere Paolo Inoltre,sebbene le notin’e sull’adesione
zione di Paolo in sinagoga può essere attribuita al cliché nar‑ della comunità al suo vangelo siano confortanti, emergono
rativo degli Atti, n o n si spiega perché l’autore avrebbe do‑ . alcune difficoltà riguardanti l‘incontro finale con Cristo. In
vuto inventare l’avversione dei Giudei di Rssalonica nei che modo coloro che nel frattempo sono morti si congiun‑
confronti di Paolo e dei suoi collaboratori di fronte alle au‑ ' scranno a quelli che sono ancora in vita, in occasione della
torità civili. Piuttosto i’aecenno ai Giudei «che hanno per‑ seconda venuta o parusia di Cristo? Come bisogna intende‑
seguitato» Paolo e i suoi collaboratori in 1Ts 2,15 sembra re la partecipan‘one di tutti i credenti alla risurrezione di
confermare la veridicità della narrazione lucana. D’altro Cristo? E quelli che resteranno in vita saranno privilegiati
canta in diverse città della diaspora le sinagoghe.come d’al. rispetto a coloro che «dormono»?
t r o canto le prime Chiese domestiche. erano installate in A prima vista le due finalità sembrano distinte: da una Ringrazia‑
abitazioni che non sidistinguevano “da altri luoghi scelti per parte il ringraziamento per l’adesione dei destinatari alla nmm':d
eronazioni
il culto e per la formazione filosofica. Infine, non convince predicazione di Paolo e dei suoi collaboratori, dall’altra gli
l‘argomento tratto dal silenzio sull’uso della Scrittura in interrogativi sulla fine della vita umana. Tuttavia l’ordito
1Tiessalonicesi. per sostenere l’assenza di Giudei a Tessalo della lettera si dipana intorno a questi due orizzonti: insi‑
nica. A proposito del materiale linguistico utiliuato nella stere sull’adesione dei Tessalonicesi al suo vangelo per
lettera,si potrà rilevare che diversi sono gli echi di origine coniortarli e incoraggiarli a porre la loro speranza nel Si‑
giudaica: le categorie dell‘ira divina, del giorno del Signore pore. Pertanto, l'urgenza di rivedere la comunità e la ne‑
e del regno di Dio,le metafore del suono della tromba e del‑ cessità di correggere alcuni fraintendimenti in occasione
le nuvole provengono dall’apocalittica dell’AT e giudaica, della sua prima evangelizzazione spingono Paolo a inviare
mentre n o n sono certamente di matrice greca. Se Paolo n o n la lettera con la speranza di colmare in parte la distanza che
si sofferma a spiegare la portata del linguaggio apocalittico, lo separa dalla comunità.
vuol dire che i destinatari potevano comprenderne i conte«
nuti, altrimenti avrebbe parlato come «voce che grida nel Il contesto urbano dei destinatari
deserto»,
Pertanto anche se‘si tratta di una minoranza,riteniamo Fondata sull'antica Thérme verso il 315 a.C. da Cassan‑
che non ci siano motivazioni valide per dubitare sulla pre‑ dro,uno dei generali diAlessandro Magno, aTessalonica fu
senza di una comunità giudaica aTessalonica edi alcuni crì‑ conferito il nome della sorella di Alessandro e moglie del

74 75
generale Cassandro. Nel 146 a.C. la città divenne capitale ‘ e quello di Cabiro, attestato soprattutto dalla numismatica
della provincia romana della Macedonia e sede proconsola‑ î di epoca imperiale: una religione misterica originata nell’i‑
re. Nel 42 a.C. Tessalonica godette dello statuto di civitas Ii‑ sola di Samotracia, che celebrava il risuscitarnento annuale
bem poiché, in occasione della battaglia di Filippi, si era . ’di C a b i n Fra le religioni misteriche rientra il culto di Dio‑
schierata a sostegno di Antonio e Ottaviano, diventando , niso,diffuso nelle città più importanti dell’impero.
uno dei centri urbani più importanti dell’epoca imperiale. Circai nomi di alcuni membridella prima comunità cri‑ la Chiri/1
di
Lo sviluppo della città (odierna Salonicco) era favorito dal‑ ‘ niana, la lettera non offre molte informazioni. Dagli Atti Tesmlanica
la sua coolocan'one nel golfo Termaico e sulla via Egnaa'a, . sappiamo che al vangelo di Paolo aderì anzitutto un certo
che congiungeva l‘Adriatico all’Asia Minore. Stando agli ,' Giasone, che lo aveva ospitato insieme a Sila (o Silvano) in
A t t i degli apostoli, verso la metà del I sec dC… Tessalonica * occasione della loro prima predicazione (cl. At 17,7). Poi‑
era governata da cinque o sei politarchi ( c i At 17,6.8),che ché Giasone fu in grado di pagare la cauzione per essere l i '
esercitavano la responsabilità sul governo civile. Un‘iscri‑ . berato insieme ad altri credenti,si può pensare aun cristia‑
zione, scoperta nel X I X sec., presso la porta di Vardar e ri‑ no abbastanza agiato, di origine gentile. Inoltre in At 27,2 è
salente al “I sec. d.C., riporta lo stesso termine (politdr‑ menzionato Aristarco, un Macedone di Tessalonica. See lo
ches) utilizzato negli Atti: attualmente è esposta al British . stesso Aristarco citato in Fm 24; Col 4,10; At 19,29;20,4, si
Museum di Londra. tratta di uno dei collaboratori di Paolo che lo accompagna
L’umilan Il prospetto urbanistico della città portuale presenta durante il terzo viaggio missionario (cf. At 20,4) e in occa‑
civil: una popolazione di circa 45.000-50.000 abitanti, in preva‑ sione di quello della prigionia romana. Per il resto,purtrop‑
lenza di origine locale, ma- come per tutte le città portuali po ci sono igioti ifratelli e le sorelle che, con entusiasmo, ac‑
del Mediterraneo‐ con minoranze etniche provenienti dal‑ colsero la predican'onedi Paolo.
l’Acaia,dall’Asia Minore,dall’Egitto,dalla Siria e dalla 'Ita‑ Anche lo stato sociale dei primi credenti di Tessalonica Ln riato
social:
cia. L‘occupazione romana non causò cambiamenti sostan‑ ' è poco verificabile. Dagli accenni al lavoro artigianale di
ziali nell’ambito politico e amministrativo della città, che Paolo,praticato in dttà (ci. 1Ts 2,9), edall’esortazione a «la‑
continuava a essere governata da un gruppo di magistrati, vorare con leproprie mani» (1Ts 4,11; ci. anche 2Ts 3,6-12)
dal centro deliberativo della bulé (il consiglio rappresenta‑ / si può dedurre che,come per altre comunità paoliue,si trat‑
tivo) e dal démos ( i l consiglio del popolo) che coinvolgeva tasse di artigiani e commercianti, mentre in tutta la corri‑
l’assemblea dei dttadini. Sucirca 150 iscrizioni databili sino ; spondenza non si accenna a qualche schiavo, né all’istitu‑
al I sec.d…C.,soltanto sette sonoin lafinoe una e bilingue (la‑ . zione della schiavitù.Il silenzio potrebbe far propendere per
tino e greco); le altre sono in greco. In pratica Ibssalonica - l’assenza di schiavi, ma è un argomento debole, perché co‑
non subì i cambiamenti radicali di Filippi, il centro più ro‑ ‘ munque il lavoro manuale era in gran parte svolto dagli
manizzato della Macedonia,dovuti all’insediamento di sol‑ schiavi domestici e rurali.Certo è che aTessalonica, come in
dati e veterani italici. -. tutte le dità evangelizzate da Paolo, non si hanno testimo«
[mitigaitilt‘ Sul versante religioso, nella città portuale fi o r i v a di« ‘ nianze su convertiti provenienti delle classi nobiliari della
versi culti di origine autoctona, greca, romana e orientale, città:i senatori e gli equestri.
compreso quello giudaico, anche sele iscrizioni ebmiche rin‑ Scarsi sono i dati sull’organizzazione interna della co‑
venute sono successive (III-IV sec d C ) . Un culto che me‑ " munità.In 1Ts 5,12-13 si accenna a coloro che «faticano fra
rita di essere segnalato per il retroterra della lettera paolina ’ voi e sono vostri protettori»:i due termini alludono a cre‑
76 77
denti impegnati nella «fatica» (kopl'éntas) della predican'o‑ con cui si pongono in risalto le riprese terminologiche tra Dispari‑
ne e svolgono funzioni di protezione (proistaménur) per la una sezione e l’altra,a quelle mutuate dalla disposizione re‑ zione
cumunità di fronte alle autorità civili, con cui si sono verifi‑ torica proposta dai trattati di Aristotele, Cicerone e Quinti‑ originale
cati già diversi attriti (cf.l‘accenno ai «connazionali»in 1Ts liano.Lo scarso consenso esegetìco dimostra la precarietà di
2,14). L’esortazione a non spegnere lo Spirito e a non di‑ tali proposte. In realtà 1 "Ibssalonicesi eccepisoe a qualsiasi
sprezzare le profezie ( c i 1 Ts 5,20) dimostra che, come in disposia'one precostituita poiché è dettata, di getto, mossa
tutte le comunità paoline, nella Chiesa di'Iessalonica fiori» dall’intenso desiderio di Paolo di raggiungere al più presto
scono diversi carismi eministeri. i destinatari. Per questo la disposizione che proponiamo cer‑
Comuni… Pertanto poiché non ci sono motivi validi per conside‑ cadi evitare costrizioni strutturali e di rispettare gli svilup‑
mule rare inverosimile l’adesione di alcuni credenti di origine pi argomentativi della lettera com’è stata dettata e inviata.
giudaica (cf. At 17,4),si può ipotizzare la presenza aTessa‑
Ionica di una comunità mista,con una prevalenza di Genti‑ Introduzione epistolare (1Ts 1,1-10):
li e una minoranza di Giudei della diaspora… Il linguaggioe prescritto (1,1);
le categorie linguistiche utiliuate nel corso della lettera ringraziamento epistolare (1,2-10).
confermano una conformazione mista dei credenti di Tes‑ Corpo epistolare (1Ts 2,1 _ 5,11):
salonica. Da una parte le battute iniziali sulla conversione il ricordo della prima evangelizzazione (2,1-20);
dagli idoli per servire il Dio vivo e vero (cf. 1 Ts 1,9) orien‑ l‘invio e il ritorno diTimoteo (3,1-13);
tano verso una maggioranza di credenti di origine gentile; paraclesi o esortazione (4,1-12);
dall’altra il frequente ricorso a categorie apocalittiche di la parusia del Signore Gesù Cristo (4,13 ‐ 5.11):
matrice giudaica si sintonizza con credenti di origine giu‑ imorficiviviversolapamsiadiCristo
daica. (4,13«18);
i tempi ei momenti della parusia (SJ-11).
Disposizionee genere Conclusione epistolare (1Ts 5,12-28):
esortan'oni finali (5,12-22);
Per tracciare l‘ordito e il messaggio di 1Tessalonicesi. poscritto (5.23.28).
come di ogni lettera paolina,è importante cercare d’identi‑
£icarne anzitutto la struttura o la disposizione, altrimenti si Il primo dato che emerge dalla disposizione della lette‑
rischia di sottolineare alunne tematiche a discapito di altre ra riguarda la sua natura propriamente epistolare,poiché è
che sembrano prioritarie per il lettore contemporaneo.ma introdotta dal breve prescritto (1,1) e dai ringraziamenti
non lo sono per Paolo.Anche sesono state formulate alcu‑ protocollari (12-10) per chiudersi con le raccomandazioni
ne ipotesi circa la natura frammentaria di 11bssalonicesiin (5,12-22)eil posa-itto finale (5,23-28).A11a natura epistola‑
cui sarebbero confluite due lettere,la maggioranza degli stu‑ re sono riconducibili anche le notizie sull’invio di Timoteo
diosi tende a considerarla integra poiché n o n vi sono india" da Atene a Tessalonica e il suo ritorno a Corinto (3,1-13).
che orientino in senso contrario, come invece si verificherà Per questo si tratta n o n di un discorso retorico,incorniciato Oralinì
per 2 Corinzi. dagli elementi epistolari, bensì di una lettera reale che, a della lettera
Sulla composizione della lettera sono state avanzate di‑ causa della distanza spazio-temporale tra il mittente e i de‑
verse ipotesi: da quelle fondate sulla semiotica strutturale, stinatari,svolge nel contempo funzione persuasiva.Di fatto
78 79
l’oralità si trova all’origine della lettera,in quanto è dettata L’intreccio argomentativo
da Paolo e dai suoi collaboratori (Silvano e’Iimoteo, citati in
1,1), e al suo approdo quando sarà letta in assemblea per Peculiare di 1Tessalonicesi è l’intreccio tra i ringrazia‑
tutti i fratelli e le sorelle della comunità (5,27). menti ele esortazioni o paraclesi.Ai ringraziamentigenerali Iù'ngmzia‑
Il genere Circa il genere letterario,poiché la lettera e attraversa‑
.di 1Ts 1,2-10 si riannodano quelli di 2,13 e di 3,9. L‘ultimo mm ed
esortazioni
della camu‑ ta dal linguaggio della paràclesi o dell’esormzione e del ringraziamento è espresso nella forma di una domanda re‑
lazione conforto ricevuti da Paolo e donati ai destinatari,riteniamo itorica ed esprime la gioia di Paolo per le notizie rassicuran‑
che 1Tessalonicesi rientri nel genere epistolare della con‑ ti comunicatein daTimoteo sulla fede dei destinatari.
Sui ringraziamenti della prima parte s’innervano le
solazione, peraltro diffuso nella letteratura antica. Così in
uno dei pochi trattati sull’epistologtafia antica pervenutoci
’ esortazioni della seconda in 1Ts 4,1 ‐5,11, dedicate al pro‑
sui Tipi epistolari ( I I sec. a.C. - I I I sec. d.C.), lo Pseudo De‑ gresso nella speranza, nella santità e nell’amore fraterno
metrio definisce il genere puramythetl'ktìs o oonsolatorio: ' (4 1 12),a11a venuta o parusìa di Cristo (4,13-18) e alle pre‑
' wsroni sul giorno del Signore (SJ-11). La formula di argo‑
«Il tipo consolatorio e quello scritto a qualcuno che è mento («riguardo a...») introduce le tematiche dell’amore
rattristato perché qualcosa di spiacevole gli è accaduto. Esso fraterno (4,9) e dei tempi sulla seconda venuta di Cristo
è come segue: Quando ho ascoltato delle cose terribili che (5,1). Quindi la formula di conoscenza («Non vogliamo, Era‑
hai incontrato per mano del fato ingrato, ho sentito la più
profonda tristezza. considerme che quanto èsmesso non è
telli, lasciarvi nell’ignoranza...») introduce il paragrafo sulla
successo ate più che a me. Ma poi ho considerato che queste scansione della partecipazione per i credenti alla parusia di
cose sono comuni a tutti, con la natura che stabilisce non un Cristo (4,13). Le ultime due perìcopi si chiudono in pratica
particolare tempo, né età nel quale uno deve sotîùire qualco‑ nello stesso modo poiché sulla partecipazione futura alla ri‑
sa,ma spesso ci troviamo in modo segreto, ùnharazzatoe im‑ surrezione di Cristo e sulla vigilanza operosa s‘innesta il
meritato.Poiché non sono presente per contattarti ha deciso conforto di Paolo per i destinatari (4,18; 5,11).
di farlo per lettera. Sopporta dunque ciò che è accaduto nel L’intreccio tra ringraziamenti ed esortazioni/consola‑
modo più leggero possibile,ed esorta te stesso come se do‑ zioni impedisce di distinguere una parte kerìgmatica da una
vessi esortare qualcun altro. Infattisii convinto che questa ra‑ esortativa. Piuttosto nella sezione esortativa di 1Ts 4,1 ‑
gione renderà più facile perte mitigare la tua sofferenza col 5,11 sono affrontate le questioni sulla partecipazione finale
passare del tempo» (5,8-19). alla risurren'onedi Cristo. Si vede bene che 1Rssalonicesi è
Il confronto con lettere analoghe pone in evidenza sia la la prima lettera di Paolo,poiché non contiene ancora la cli‑
zioneper situazione di tristeua in cui si trovano iRssaloniceai, esor‑ ‘ stinzione tra parte kerigmatica e parte esortativa o etica che
l'anna‑ tati a n o n rattristarsi come quelli che n o n hanno speranza si verificherà nelle lettere successive.
zione
(4,13), sia la novità della consolazione inviata da Paolo per
lettera. 'lhttavia, la sua consolazione n o n è finaliuata a L’attesa del Figlio che viene (l Ts 1,1-10)
«sopportare»,in modo passivo, le sofferenze e la sorte fina‑ L’introdua'one della lettera si compone di due parti: il
le che accomuna tutti i mortali, bensì aincoraggiarei desti‑ praercriptum (1,1) e il ringraziamento generale (1,2-10). Il
natari a porre,in modo fermo, la loro speranza nel Signore, prescritto è ridotto all’essenziale: comprende la ritulan'a ri‑
perché in occasione della morte saranno per sempre con'lui. guardante il mittente (Paolo) ei committenti (Silvano eTi‑
lnoltriamoci,ora, nel percorso intricato della lettera. moteo), la adscriptia per i destinatari (la Chiesa dei Tessa‑
80 81
lonicesi)ela sulutatio (grazia e pace).La Chiesa è definita in "Approdo del ringran'amento generale e il frammento Il
Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo, ma oltre a questi ac‑ ’ re-paolino di 1Ts 13-10 che, pur non rappresentando una from…
cenni teologici il prescritto n o n èsviluppato come nelle let‑ ' generale, orienterà la questione capitale sulla parteci‑ pre-paolino
tere successive di Paolo. sulla
pazione deicredenti alla risurrezione di Cristo Il frammen‑ risurrezione
Emrd4‘o di Invece particolarmente ampio e il ringraziamento ge‑ 'no si compone di due parti: nella prima è utilizzato il lin‑ di cm:»
ringrazia‑ nerale di 12-10 che assolve a due funziont riportare il mo‑ guaggio tradizionale perla conversione dei Gentili dell’ido‑
MEMO
tivo epistolare del ricordo nella preghiera (o Mneiamotiv) tria al servin'o del Dio vivo e vero e quindi al monoteismo
p e r i destinatari (v. 3) e introdurre le tematiche principali “gi daico (v 9); nella seconda subentra l’annuncio della libe‑
che saranno sviluppate nel corpo epistolare di 2,1‐5,11. Per 1razione dall'1ra ventura (v.10), fondato sulla fede nella ri‑
questo si tratta di un exordium che serve a rendere i desti‑ lurrep'one di Gesù morti. In tal modo"1destinatari sono
natari attenti, docili e benevoli: i tre requisiti segnalati dai ‘ rassicurati,sin dall o della lettera, sulla loro partecipa‑
trattati di retorica antica per unproemium o esordio retori‑ ' zione all’incontro finale con Cristo, sen2a cadere in frustra‑
co. In particolare nel ringraziamento generale risalta la cap‑ î zioni umane,prive di speranza.
tatio benevolenriae con cui Paolo si propone di catturare l’at‑ 7 Pertanto"1tre vettori propri di una comunicazione reto‑
tenzione ela docilità dei Tessalonicesi. Per questo, median‑ » rica attraversano il ringraziamentogenerale: l’éthor di Pao‑
te l’uso dell’iperbole (figura di amplificazione) sottolinea , “la con il suo esempio nella predicazione,il pàthos dei desti‑
che la loro fede si è diffusa non soltanto in Macedonia e in _'notati con la loro accoglienza della Parola eil légos del van‑
Acaia, madappertutto (v. 8). 'gelo che s’identifica con la risurrezione di Gesù ela libera‑
kde. carità Quattro sono i motivi inn-adotti nel ringraziamento ge‑ ' zione dall’ira ventura. L’accentuazione eposta sul terzo vet‑
: iperanza nerale, successivamente ripresi nel corpo epistolare: la tria‑ tore, collocato alla fine dell’esordio, poiché a causa del van‑
de della iede,carità e speranza (v.3);l'identificazione tra il _gelo siestabilita una relazione profonda tra Paolo ei desti‑
vangelo e la Parola del Signore (vv. 4.8);111mimesi o l’imi‑ unotati. interpellati come «fratelli». N o n a caso il termine
tazione di Paolo e del Signore (v.6); e il contenuto del van‑ .'add/“6.1 è utilizzato diciannove volte nella lettera e com‑
gelo (vv. 9-10). La triade delle virtù teologali sarà ripresa ‘ prende i fratelli e le sorelle della comunità.
nell’epilogo del corpo epistolare con la metafora dell’ar‑
matura o della panoplia che i credenti devono indossare
per la battaglia spirituale: alla corazza della fede e dell’a‑ Grafitudine per l’accoglienza della Parola di Dio
more dovrà corrispondere l’elmo della speranza (cf…5,8). Il (1Ts 2,1-2»)
vangelo di Paolo sarà identificato con la Parola di Dio, ac‑ ]] secondo ringraz'amentodi 1Ts 2,1-20 riprende il mo‑ Il mondo
colta noncome parola umana, bensì come parola divina che tivo dell’accoglienza generosa della Parola i Dio a Tessa‑ ringrazia‑
opera nei credenti (ci. 2,13). Anche seinizialmente si ao‑ ,! ca (cf.1,6) elo sviluppa su due vettori: sul ricordo della menti:per
oenna soltanto al motivo della mimesi o dell'imitazione IW‑
prima visita di Paolo fra'1Tessalonicesi, caratterizzata dalla glicnza
umana,la tematica sarà spiegata in seguito sutre orizzonti: predicazione gratuita e dalla dedizione totale (2,1-12);e sul‑ del vangelo
l'imitazione di Paolo, del Signore Gesù Cristo e quella ec‑ fia fiducia dei destinatari nell’aver corrisposto alla sua pre‑
clesiale tra le comunità della Giudea, della Macedonia e flica'u'one riconoscendola non come semplice parola uma‑
dell’Acaia. Torneremo suquesto importante vettore che a l ‑ ‘ l u ,bensì come veicolo della Paroladi Dio che opera in lor
traversa la lettera. 2,13-16). Anche la seconda sezione dei ringraziamenti si
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chiude, come la prima (ci.1,9‐10),oon l’orizzonte escatolo‑ \ luitismo.Ancheil motivo dell’ira che incombe contro i Giu‑
gico della seconda venuta di Cristo (2,17‐20). dei che contrastano la predicazione di Paolo si spiega nel
Mentre nel ringran'amento generale di 1Ts 1,2‐101’at‑ "contesto dell’annuncio sulla liberazione dall’ira ventura (cf.
tenzione era posta soprattutto sul léga: del vangelo, nel *1,10).La tematica e ben nota negli ambienti sinagogali del I
nuovo ringraziamento di 2,1-20 lo span'o maggiore è occu‑ aeo.d.C., soprattutto con le Diciotto benedizioni che, tra l’al‑
pato dal ricordo della prima predicazione di Paolo a ”lessa‑ " h o , infliggono la benedizione (per modo di dire) o, meglio,
lonica (l’éthos) e dall’accoglienza del vangelo tra i destina‑ la maledizione per apostasia contro i minim o gli infedeli.
tari ( i lpàthor). Non a caso la stessa invettiva di 2,16 si riscontra nell’ape‑
L’ampia‑ Nella prima pericope di 1Ts 2,1-12 Paolo assume le di‑ Tzrrammto dei X I I Patriarchi: «Ma l‘ira del Signore è
rità di Paolo stanze dalla propaganda filosofica popolare e presenta se ' giunta per la fine» (3,6,11). Sulle prospettive della categoria
stesso come esempio, coni tratti dominanti della sua prodi. ‘ teologica dell’ira torneremo nell’analisi di Rm 1,18 - 3,20.
cazione. Contro una visione populista dei filosofi itineranti, '; Intanto è opportuno evidenziare che al centro della perico«
che dalla loro predican'one traggono il guadagno per il so‑ ' pe polemica di 2,13-16 c’è l’imitazione ecclesiale tra la co‑
stentamento, Paolo ha lavorato giorno e notte per non in‑ “munità di Thesalonica e le Chiese della Giudea: la condivi‑
generare alcuna logica umana finalizzata al dare per riceve‑ =sione della persecua'one per l’accoglienza del vangelo ac‑
re o al du ut des. Diverso e anche il modo con cui la predi‑ ‘oomuna le comunità cristiane e sostiene la loro reciproca
cazione paolina contrasta quella di altri predicatori: a una ‘ imitazione.
retorica vuota o adulatoria, oppone una fondata sull’auto‑ ., 11secondo ringraziamento si chiude con l’intenso desi‑ La corona
revolezza del vangelo che gli è stato affidato da Dio. Per derio di Paolo di raggiungere nuovamente i destinatari, de‑ agonirtlca
questo il vangelo haingenerato tra lui ei destinatari una re‑ ‘ finiti sua speranza, gioia,gloria e corona (2,17-20).La me‑
lazione piùprofonda di quella tra il maestro e gli alunni o tra 4tafora della corona agonistica rende bene l’idea sulla spe‑
il pedagogo e i discepoli: e in gioco il rapporto tra il genito‑ ‘ ranza di Paolo. Egli si augura di poter pervenire alla meta
re (la madre e il padre) e i figli generati alla fede, che gli so‑ dell’incontro finale con Cristo come gli atleti nello stadio.
no diventati cari. Ma diversa è la corona con cui spera di presentarsi: non di
Polemiche Nel ricordo della prima evangeliuan'one è ancora vivo \ sedano, né di alloro, bensì quella umana. I Tessalonicesi so‑
iulm‑ il conflitto con i giudei di Tessalonica, verificatosi da poco no la sua corona ela sua gioia, che ripagano qualsiasi fatica
giudaidue più di un anno: l’hanno costretto ad abbandonare la na‑ per raggiungere la mèta. La metafora agonistico-sportiva,
scente comunità di'lèssalonica ea dirigersi verso altri centri accennata in 1 Ts 2,20, sarà ripresa e sviluppata in 1 Cor
urbani (Berea,Atene e Corinto).I toni di ] Ts 2,13‐16 sono Î9,24‐27 e in Fil 3,14 ‐4,1.
molto aspri perché si chiudono con la eomminazione dell’i‑
ra divina contro i nemici di vangelo. Per questo alcuni stu‑
diosi considerano come glosse successive i riferimenti al‑ Gnflludine perle notin'e l u iTessalonicesi (1Ts 3,1-13)
l’accusa contro i giudei che hanno ucciso Gesù econtinuano ]] terzo ringraziamento scaturisce dalle notizie confor‑ Il terzo
a perseguitare le prime comunità cristiane.Tuttavia ritenia‑ tanti che Timoteo hariportato a Paolo in occasione del suo ringrazia‑
mo che la pericope sia originaria, ma sia da collocare nel 'torno da Tessalonica a Corinto (3,1-13). Dietro il rendi‑ mento
contesto intra-giudaico a cui appartengono le prime comu‑ mento di grazie a Dio c‘è suo il desiderio di ricevere notizie
nità cristiane della Giudea e non in un anacronistico antise‑ l u i destinatari. Per questo, ha preferito restare solo ad Ate‑
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ne e inviare Timoteo &Tessalonica per ricevere notizie sui .’ che la attraversano. In 1 Tessalonicesi si assiste a una parti‑ Vocabolario
destinatari.La visita diTirnoteo e stata fruttuosa e lenisce la ' colare concentrazione di questo linguaggio: il sostantivo dell'mm‑
distanza che separa Paolo dalla comunità: nonostante le sof‑ ;* uràklesr'r in 2,3, il verbo purakalé in 2,12; 3,2.7; 4,1.10.18;
ferenze e le persecuzioni,i ’Ibssalonicesi sono saldi nellaie‑ " 5.11.14 (in propom'one è la maggiore frequenza nell’epi‑
de e alimentano l’amore vioendevole. Dunque la nuova se‑ ».stolario paolino) e il sinonimo puramythéomaiin 2,12; 5,14
zione scaturisce dal ritorno di'limoteo daTbssalonica e pro‑ ' (nel resto del NT compare soltanto in Gv 11,19.31). Dun‑
cede con la stessa scansione riscontrata nei ringraziamenti %que il linguaggio della «consolazione» attraversa la lettera e
precedenti: dall’éthos di Paolo, privato di Timoteo, il fedele ,“necessita di essere chiarito. Per via negativa, Paolo non uti‑
collaboratore (vv. 1-5), al pdrhos dei destinatari (vv.6-10) e , lizza mainelle sue lettere il verbo parainéo («esortare»),da
al (rigo: dell’incontro finale con il Signore ( w.11-13).'11ma‑ .‘ cui derivano i termini «parentesi»e «parenetioo».Per questo
via, la terza gratitudine funge anche da ponte verso la parte ,. sarebbe più opportuno parlare di paràclesi e di paracletico
esortativa della lettera poiché anticipa il motivo della con‑ . che di parenesi e parenetico. La questione non e soltanto
solazione che sarà sviluppato in 1Ts 4,1 - 5,11. In tal senso , formale, ma tocca la sostanza dell‘etica paolina, intesa co‑
è significativa l’introduzione del vocabolario paracletioo o me esortazione,consolazione, incoraggiamento e conforto.
esortativo prospettata in modo inverso: prima che Paolo ini‑ , L‘ultima accezione caratterizza il verbo paramyrhéamar' che
zi a consolare i destinatari, e lui stesso a essere consolato _corrisponde a confortare e consolare.
per le notizie rassicurantisulla loro perseveranza nella fede , Dunque nella seconda parte di 1 Tessalonicesi il lin‑
(3,7). guaggio dell’esonazione/consolazione introduce o chiude i
Pertanto le tre sezioni dei ringraziamenti partono sem‑ passaggi da un paragrafo all’altro (cf. 4,1.10; 5,14 alla I per‑
pre dalla fede, sono nutrite dall’amore vicendevole e ap‑ . sona plurale;e 4,18;5,11 alla II persona plurale). I contenu‑
prodano nella speranza prossima e futura/Ihnavia,i reite‑ ti dei paragrafi introdottiechiusi con il verbo purakalé con‑
rati ringraziamenti sono non di natura celebrativa, bensì an‑ : fiermano che quella di Paolo non è una semplice esortazione
ticipano, offrendone la piattaforma condivisa, le esortazioni o un incoraggiamento,ma anche un contorto a proseguire
circa l‘orizzonte dell’incontro finale con Cristo (cf. 1Ts 1,10; nella speranza, radicato nella parusia o seconda venuta di
2,19-20; 3,13). ' Cristo.
‘ In particolare la prima parte esortativa di 1Ts 4,1-12 Mimzri
. tocca i diversi ambiti della vita ecclesiale incentrati sulla san‑ rd etica
Desert-done generale (1Ts 4,1‐ 5,11) ‘ lità della propria condotta,che ormai assume le distanze dal
Il corpo epistolare di 1Ts 2,10 ‐ 5,11 prosegue con la passato idolatrico da cui proviene la maggioranza dei desti‑
seconda parte (4,1 ‐ 5,11), dedicata al conforto e all’inco‑ natari, affinché progrediscano nella fede e nell’amore ira‑
raggiamento di Paolo per i destinatari. Anche questa sedo‑ ‘…terno.L’ esempio di Paolo,accennato nel ringraziamento ge‑
ne della lettera si compone di tre parti:l’esortazione sul pro‑ ‘î nerale di 1210 (v.6), ora è ripreso per esortare i destinata‑
gresso della vita cristiana (4,1-12),la partecipan'one alla ri‑ '.ri alavorare con le proprie mani. Così l’etica non nasce dal‑
surrezione di Cristo (4,13‐18) e la seemda venuta di Cristo , volontà, pur richiedendone l’apporto, bensì dal modello
(5,1-11). concreto di Paolo che non si e fatto sostenere dagli altri per
Prima di delineare le dinamiche della seconda parte po‑ vivere in modo decoroso ( c i4,12). ]] progresso etico richie‑
niamo l’attenzione sul vocabolario esortativolconsolatorio , de modelli umani che lo alimentino, altrimenti smarrisce le

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ragioni fondanti e rischia di irretirsi nei doveri sociali che În'one dei credenti in lui dall’ira futura. L‘attenzione è rivol‑ La
appiatfiscouo il vangelo Pertanto l’intimità con Paolo si tro‑ ' alla tensione tra l’evento apocalittico della risurrezione di partecipa‑
va all‘origine delle regole di vita che egli detta per i desti‑ Gesù e quello escatologico della sua attesa futura dai cieli. zion: alb:
natari nelle singole esortazioni. risurrezione
. n la pericope di 4,16-17 subentra la signoria di Cristo,poi‑
di Cristo
n o n si parla più del Figlio di Dio, né di Gesù, bensi del
!] contorto per quanti dormono (] Ts 4,13-18) Signore (ki/ri0s,per tre volte) edi Cristo. Alcuni studiosi ri‑
ungono che anche il paragrafo di 4,16-17 non sia di Paolo,
Una tipica formula di conoscenza introduce la parte ' bensì un frammento precedente delle comunità cristiane di
della lettera dedicata alla seconda venuta di Cristo. Per col‑ origine palestinese. In realtà, il vocabolario e tradizionale,
mare quanto manca alla fede dei destinatari circa la parte‑ poiché si accenna alla voce dell’arcangelo, al suono della
cipazione alla risurrezione, Paolo accenna al contrasto fra kamba e alle nubi verso cui si sarà rapiti,mala cristologia è
la tristezza che accomuna quanti non hanno speranza ela fe‑ l ' . 'csmente paolina nel linguaggio e nei contenuti. Di fatto,
de nella morte e risurrezione di Cristo. Precisiamo che in . =i nomi di Gesù, l’attenzione di Paolo si concentra non
1Ts 4,13-18 la questione centrale non riguarda la fede nella “tanto su «Cristo»,in quanto messia, 116 su «Gesù», che di‑
risurrezione, bensi le modalità con cui si parteciperà, con ventano come il nome e il cognome di una persona, bensi
quelli che «dormono»,alla seconda venuta o parusia di Cri‑ Signore. Il titolo,conferito da Dio a Gesù Cristo,
I ’ l l kyrios,il
sto. Per questo e significativa la ripresa del frammento di contiene il tratto più originale della cristologia paolina,poi‑
19-10 in 4,16-17 che riportiamo: dae implica la professione di fede nel Risorto.Sulla signoria
Cristo sinnesta l’orizzonte partecipativo: dall’essere «in
1Ts 1.9-10 1T|4,16-17 «! t o » all’essere «con il Signore», che costituisce la novità
principale di 4,16-17rispetto a1,9-10. L’essere111 Cristo per
«V1siete convertiti dagli ido- «Perché lo stesso Signore, a ‘ fede accomuna sia coloro che sono morti,sia quanti sono
li a Dio,per servire il D i o vi- un ordine, alla voce dell‘ar‑
… vita e tende verso l’essere definitivamente con il Signore.
vo e vero eattendere dai cie- cangelo e al suono della
li il suo figlio, che Egli hari‑ ‘ . Fra i motivi apocalittici con cui è descritto l’evento fiv In
tromba di Dio, scenderà dal
suscitato dai morti, Gesù che cielo. E prima risorgeranno nale,un’attenn'one particolare andrebbe rivolta all’apdnm‑ procession
ci libera dall'ira che giunge». coloro che sono mortiin Cri‑ ,resa con il semplice «incontro»,mentre si tratta di un ter‑ vena
l'incunrro
,sto, quindi noi i viventi che fin'ne tecnico, diffuso nell’AT (ci. 1 Sam 4,1, 6,13; 2 Sam con il
saremo rimasti saremo rapiti 19,26) e nella letteratura profana (cf. Flavio Giuseppe,/171‑ Signore
nelle nubi per l’incontro del tichità Giudaiche 7,276). Il sostantivo allude al corteo dei
Signore nell’aria;e cod sare‑ cittadini e all’accoglienza dell’imperatore nelle regioni che
mo sempre oon il Signore». erano assoggettate. Significativo e che tra le rare fre‑
quenze del termine nel NT sia utilizzato'1nMt 25,6,a pro‑
'to dell’annuncio escatologieo nella parabola delle ver‑
Abbiamo rilevato che in 1,9‐10 si riscontra il primo sagge e stolte: «Ecco lo sposo! Andategli per l‘incon‑
frammento prepaolino sulla conversione dei Gentili al Dio ». L’incontro con il Signore è dunque caratterizzato, da
d‘Israele. In questo linguaggio tradizionale s’inserisce la no‑ parte, dalla sua venuta e,dall’altra, dalla processione
vità della risurrezionedi Gesù, compiuta da Dio,e la reden‑ i credenti che gli va incontro con vigilanza.
88 89
!] giorno del S i g … " (1Ts 5’1'11) : steiza di fronte alla condizione di alcuni che sono} morti fra
. . . 'loro,pmché è garantito dalla risurrezione di Cristo e dalla
La t e m esortazmne o conforto sr sofferma sull avven- : .… morte per noi.
‘o del giorno del Signore che “°°“ il M° P‘°Îefi°° : S e … misoonosoereil desiderio di restare ancora in vi- Rimm‑
sul giorno escatologico di t h h (c£Am5,18; Gl 2,1.11). Con :.ta … … c h e dell’ingonu-o gioioso con il Signore, il mes- zion
Paolo il giorno finale di Dio s’identifica con quello di Cristo saggio s u l l ’ e l e o g i a di 1Tessalonicesi è di enorme rile- gir-wo
e assume valenza positiva poiché non è più il giorno della 'vanz.a … di tutto 1.” partecipazione alla risurrezione di È?” ':m
vendetta, bensì dell’incontro …5 °°“ Cristo,il Signore “°" ‘Crisio (! motivata dalla sua morte e risurren'one per noi. La 3"
S Ì T ° (Cf- 1 CO! 1.8; 55; Rm 215-16; 13,2; Fil 1,6-10)‐ Per de- :. fede nella risurren’one che apparteneva sia a Paolo,nel suo
scrivere il giorno del Signore Paolo si attarda sudue registri periodo pre-cristiano,kia ai’1bssalonicesi che celebravano il
fondamentali: la predicazione di Gesù eil criterio della dif- culto mister-reo …masul nsuscitamento di Cabiro, si tra‑
fefenZfl- 5111 primo registro in 1TS52 “-evocata 18parabola "afbrma nell’incontro definitivocon il Risorto.Risorgere non
sulla venuta improvvisa del Figlio dell‘uomo come il ladro '. significa per Paolo entrare in un luogo, bensì restare per
nella notte ( c i Mt 24,43-44/1Lc 12,39-40). Poiché la breve . sempre con il Signore.per questo non si sofferma nella let- :
parabola B * …"-fi°°“d“°ibile alla fonte O,la "” °°°i"“ò " tera, né altrove, suun’escatologia intermedia ‐ quella che
essere attribuita alla tradizione orale sulla predicazione di intercorre tra la morte individuale eil giudizio finale - ben‑
Gesù edè si“…sino =Pfl°l°- ln°ltfe la metaf°f= della d°fl- i n sottolinea l’incontro di tutti i credenti con Cristo. In defi‑
na incinta,per descrivere l’avvento escatologico, accomuna 'nitiva il p'omo dell’irn che annuncia il giudizio finale non
i passi di 1Ts 5,3; Mc 13,17; Mt 24,19 e Le 21.23.34. In gene- .,riguarda i credenti che da Cristo sono stati già liberati dal‑
re sono pochi i detti e le parabole di Gesù evocati nelle let- ', l'infutura
tere paoline everificabili nei vangeli sinottici. D’altro canto . - Suquesta tensione tra l’evento apocalittico della morte
l’appello alla «parola del Signore» in ITS 4:14 “°“ "°“ "i” e risurrezione di Cristo e l’incontro finale con il Signore si
“ ° ° … nei vangeli “ “ “ - l d 5 “P“”…Comunque “"Che se -iondail conforto di Paolo per i Tessalonicesi: un conforto
pochi, i detti di Gesù assumono un’importanza rilevante Sese si trasforma in esortazione a vegliare nell’attesa del
poiché permettono a Paolo di non inoltrarsi verso previsio- ‘ giorno senza tramonto.
ni avventate sul giorno del Signore.
L‘annuncio del giorno ini rowiso del Si ore non è ‘ '
mnCrif» sufficiente perché i destinatariî'ion cadano in fgonrme di fru- . Ultimnmrnanrhdonl eposcritto (1Ts 5,12‐28)
”"”"?" strazione. Per questo la predicazione di Gesù s’interseea con ». Come 'gran parte delle lettere paoline, 1Tessalonicesi si
quella di Paolo che introduce per la prima volta, nelle sue . chiude con le M o n i epistolari flmiii che si caratterizza‑
lettere,il criterio della differenza. Di fronte all’ansia deide- ‘-iioper la brevità“; lavarietà delle raccomandazioni (5,12-22).
stinatari sulla partecipazione dei vivi e dei morti alla secon- ( S i procede dal rispetto per i responsabili della … … n à 31.
da venuta di Cristo, innalza la posta in gioco: quanto conta 'l‘ammonifione per gli indisciplinati,la dedizione per i debo‑
n o n è che in quell‘occasione si sia trovati vivi o dormienti, "’lL ] a … a n e a non … alla legge del taglione rendendo
bensì che, liberati dall‘ira ventura. si viva definitivamente …e per …, e a non spegnere lo Spirito o i Carismi nella
con Cristo (5,10). Dunque il vivere con Cristo rassicurai
Tessalonicesi rispetto a qualsiasi forma di timore e di tri‑ ' Si veda ! riguardo l‘introduzione|! pp. 76-77.

9° 91

, , ; _ l
comunità. L’esortazione a non indulgere nella legge del ta‑ ‐ sofferma molto su questa categoria tipicamente giudaica, ”regno
glione, ma a rispondere al male con il bene (v. 15),richiama ma quando ne tratta, come in 1Ts 2,12, presenta diversi ele‑ diDio
nuovamente un detto di Gesù riportato in Mt SSS-39 e in Lc " menti di novità ( c i inoltre 1 Cor 4.20; 69.10, 152450; Gal
6,27. Il detto risale ancora una volta alla fonte O. S,21;Rm 14,17).Seper Gesù bisogna «entrare nel regno dei
La Janti‑ Il postscriptum di 1Ts 5,23-28 contiene la benedizione deli»,per Paolo si tratta di ereditarlo, Per Gesù si entra nel
ficaziane (v.23) e l‘augurio finale (v.28). La benedizione sintetizza in ' regno di Dio con la fede/fiducia nella sua predicazione; per
una sola proposizione tutto il percorso della lettera. In for‑ "-Paolo il regno si eredita dall’eleu'one divina. E mentre Ge‑
madi epiionema o di sentenza finale a Dio è chiesto di con‑ sùillustrai contenuti del regno con le parabole,Paolo cerca
tinuare a santificare i destinatari eonservandoli irreprensi‑ di spiegarli per via argomentativa.
bili in vista della venuta del Signore Gesù Cristo. In corri‑ , 'I’httavia per entrambi il regno di D i o non appartiene Indu‘alma
spondenza con gli auguri iniziali della grana e della pace, ' soltanto al futuro, ma agisce già nel presente dell’elezione
espressi nel prescritto (1,1), la lettera si chiude in modo in‑ ‘ divina: «Vi abbiamo supplicato, esortato etestimoniato co‑
verso: dal Dio della pace alla grazia di Gesù Cristo (5,28). ‘ me dovete eomportarviin modo degno di Dio che vi chiama
. per il suo regno ela gloria» (2,12). La proposizione richiama
Èla prima predican'one di Paolo aTessalonica, senza la quale
Il messaggio ’ la categoria del «regno di Dio» sarebbe incomprensibile per
Il vangelo L‘evangelo è il contenuto centrale di 1 ’l‘essalouicesi, : la maggioranza dei destinatari che provengono dall’am‑
di Dio poiché a causa della sua diffusione Paolo e giunto da Filip‑ , biente gentile. In occasione della lettera.l'attenzione di Pao‑
pi aTessalonica (2,2) e ringrazia il Signore per la sua acco‑ , lo punta sull’elen'one presente dei destinatari, come dimo‑
glienza soprattutto fra i Gentili. La diffusione del vangelo è ‘ stra l’uso del verbo kalùnros («che vi chiama», participio
attribuita all'azione potente dello Spirito Santo e quindi al‑ , presente). Possiamo sostenere che ikssalonicesi sono n o n
la profonda convinzione che accompagna la parola degli , soltanto stati chiamati per la fede in Cristo, ma continuano
evangeliuatori (1,5). Giacché il vangelo e di origine divina / nel presente a essere chiamati in vista della definitiva ere‑
e non umana,come tale è affidato a Paolo e ai suoi collabo‑ . dita del regno di D i o
ratori. L‘espressione «vangelo di Dio» (cf.22.83) non allu‑ , !] modo di agire dei credenti nelle loro scelte eticheat‑
de tanto al contenuto, che s'identifica con la predican"one . testa che l’eredità del regno di Dio non eacquisita,maèin
di Gesù Cristo,bensì all‘origine del vangelo. Per questo l’o‑ ; continua tensione verso il futuro. Per questo il comporta‑
rigine trascendente del vangelo paolino interpella le moda‑ "mento «degno di Dio» e bilanciato dall’elen‘one per il «suo
lità con cui è trasmesso. Abbiamo potuto rilevare che, nella regno». Prima di esprimersi nell‘etica,la santità e una con‑
trasmissione del vangelo, Paolo riveste non il ruolo del pe‑ } dizione che nasce dall’elezione o dalla vocazione divina (ci.
dagogo, né quello del semplice predicatore itinerante, ben‑ ' 3,13) ed èin grado di motivare l’etica cristiana.
si quello di un genitore con i propri figli (ci. 2,11).
landmesidiCristo,diholoefnleflriese
Elezionee regno di D i o
. Purtroppo in molti contributi su 1Tessalonicesi n o n è La mimesi
Mentre Gesù aveva fatto del regno di Dio o dei cieli il :conîerita sufficiente attenzione alla mimesi umana,ripresa umana
centro della sua predicazione (cf. Mc 1,14-15),Paolo n o n si ‘ -'ù volte nel corso della lettera;la lacuna dimostra l'imba‑

92 93
r a n o degli studiosi nel coglierne le prospettive Una volta ‘ o di un maestro non gli alunni per caratteriuarsi come inti‑
che il termine non sia ridotto a semplice imitazione per una ma genitorialità.Le tribolazioni e il lavoro vissuti da Paolo
copia di minore 0 scarso valore rispetto all‘originale,e pos‑ . in Macedonia producono nei destinatari atteggiamenti ana‑
sibile apprezzarne le coordinate. La mimesi umana, intro‑ . loghi per fronteggiare le difficoltà che incontrano nella loro
dotta per la prima volta da Paolo,coinvolge diverse relazio‑ " testimonianza al vangelo. La mimesi di Cristo edi Paolo di‑ Mimmi
ni interpersonali. ' venta mimesi ecclesiale, in un’estensione dei confini geo‑ [mieClu'ere
Minieri Anzitutto i destinatari hanno compiuto la mimesi di É;grafici. [Tessalonicesì si trovano a vivere le stesse persecu‑
: affinità Paolo (1,6;4,1) e del Signore (1,6), così dadiventare,a loro n'oni subite dalle Chiese della Giudea; e a loro volta il loro
elettiva volta, «modello per tutti i credenti che sono nella Macedo‑ . esempio si allarga a macchia d’olio raggiungendo le altre
nia enell‘Acaia» (1,7).Originale èla mimesi attuata daiTes‑ ' comunità della Macedonia (Filippi) e dell’Acaia (Corinto e
salonicesi rispetto alle Chiese di Dio in GesùCristo che so‑ .‐Cenere).
no nella Giudea (cf. 2,14), poiché, come quelle, hanno sof‑ ‘ Pertanto la mimesi umana,che salvaguarda le differen‑
ferto da parte dei loroconnazionali. Sigrificativo è che Pao‑ ’ zenell’assimilan‘one al modo di vivere di Cristo, di Paolo e
lo non abbia bisogno di chiedere d‘imitare il Signore e se ' delle Chiese, costituisce uno dei tratti pectfliari di 1Tessalo‑
stesso, in quanto i destinatari sono elogiati per un processo ’ nioesi e pennette di considerarla allo stesso rango delle altre
di mimesi già in atto. La mimesi umana non si verifica per la lettere paoline. La priorità spesso conferita alla grande te‑
volontà d’imitare un modello precostituito, né tanto meno matica della giustificazione per la fede ha purtroppo posto
per l’autorità che questo riveste, bensi perché in modo na‑ in secondo piano quest’aspetto che però,per essere ricupe‑
turale quanto appartiene a una persona si realina nell‘al‑ rato,richiede di ripensarela mimesi umana negli orizzonti di
tra, per un processo di congenialità o di oonnaturalità. . una relazione originale e intima con Cristo e con chi genera
Mimalnelle
pe , ,
Nello stesso tempo, quando diventa concreto il rischio ' alla fede in lui.
della sopravvivenza per la propria identità culturale o reli‑
giosa, sono le persecuzioni o le prove a ingenerare la mi‑
mesi umana. lTessalonicesi sono diventati imitatori del Si‑ Una spenne- perseverante
gnore perché a causa del vangelo subiscono le prove che U ’inclusione naturale avvolge 1’Ibssalonicesi:la lette‑ Dalla fede
consolidano la loro adesione a lui per la fede. Non c’è dub‑ :: esi chiude con il motivo della speranza. Nell’esor‑ alla carità
bio che il Signore Gesù Cristo èl’archetipo e non un sem‑ dio Paolo ringrazia Dio,ricordando la fede operosa, l’amo. verro
plice modello statico;ma proprio perché tale, ingenera un’i‑ fre faticoso ela speranza perseverante che i destinatari han‑ la iperanza
mitazione progressiva che conforma l’esistenza dei creden‑ ‐»no posto nel Signore Gesù Cristo (1,3). Verso la fine della
ti, la cui mèta si realizzerà soltanto nell‘essere con lui, oltre lettera torna la triade con la metafora dell’armatura :) della
la morte. amplia: i credenti afirontano la loro battaglia spirituale
Minieri In continuità con la mimesi di Cristo si delinea quella di oun la f o r a m della fede e dell‘amore e con l’elmo della spe‑
di Paolo Paolo, dettata dall‘intimità realizzata tra l u i ei destinatari. , ranza (5,8).Fra questi limiti si pone la speranza in quanto di‑
Anche in questo rapporto egli n o n chiede ai Tessalonicesi mensione fondamentale dell’attesa escatologica, ehe carat‑
d’imitarlo perché il rapporto di genitorialità stabilitosi con ' : : la vita dei credenti rispetto a coloro che «non hanno
loro (cf. 2,8‐12) sta già realinandoun processo d’imitazione. …» (4,13). Per questo i destinatari sono definiti «la
Per questo il loro rapporto oltrepassa quelli di un pedagogo t r a speranza, la nostra gioia e la corona di cui vantarci

94 95
davanti al Signore nostro Gesù» (2,19). Cerchiamo dunque , nita. Spesso si sostiene, erroneamente, che il mondo greco‑
di cogliere le peculiarità della speranza nell’orizzonte esca‑ romano n o n attesti una propria ematologia o visione della
tologico della lettera. - fine. Basterebbe soffermarsi sulle Ditputazioni Mentone di
Anzitutto non e fortuito che la triade delle virtù cardi‑ _ Cicerone o su allume Lettere a Lucilio di Seneca, per coglie‑
nali sia leggermente diversa rispetto alla sequenza «fede, re l'elevato spessore dell’escatologia extra-biblica. Piutto‑
speranza, carità», ma la speranza è collocata dopo la fede e sto, la novità cristiana consiste nel raggiungere non un luo‑
la carità, giacché nella sintassi greca il termine che si desi‑ ‘ goindefinito,bensì Gesù Cristo, speranza dei credenti, per
dera sottolineare e posto alla fine di una proposizione.Inol‑ restare sempre con lui.
tre la triade delle virtù non dovrebbe essere considerata per Pertanto mentre ogni giorno i credenti alimentano la
compartimenti stagni,nel senso che sia possibile alimentare loro speranza con perseveranza, l’attesa del Signore, che e
la fede senza l‘amore e la speranza, bensì in reciproca rela‑ venuto, viene e verrà, libera l‘attesa cristiana dell’ignoto o
zione. Per questo in Gal 5,6 Paolo sostiene che quanto più di dal terrore che tutto svanisca nel nulla; e la orienta, me‑
tutto conta non èla circoncisione, nél‘incirooncisione,mala » diante l‘esodo del corteo dei credenti, incontro all’avvento
fede operante nell’amore;e in 1 Cor 12,7 l’amore e elogiato del loro Signore. Poiché «nella speranza siamo stati salvati,
perché. tra l‘altro, tutto crede e tutto spera. Dunque, anche la speranza che si vede non e speranza [...], ma se speriamo
sein contesti di arriviamo :: di eccessiva importanza confe‑ ciò che non vediamo, la attendiamo con perseveranza» (Rm
rita alla conoscenza Paolo elogia l’agdpe,sostenendo che è ' 8,24-25).
l’unico dono capace di valicare la morte,mentre la fede ela
speranza appartengono alle realtà temporali, nella vita quo‑
tidiana il trinomio e inscindibile. Conclusione
Quanto all‘origine,la speranza dei credenti e prima di Spesso 1Tessalonicesi è considerata lettera minore di
tutto dono fondato sulla fedeltà di Dio e su quanto Egli ha Paolo poiché non tratta della giustificazione mediante la fe‑
realizzato in Cristo. Per questo il Dio di Paolo è «Dio della de,ritenuta una delle tematiche principali della sua teologia.
speranza»: una speranza che lo Spirito alimenta nella vita ° A questo declassamento concorre la speranza di Paolo di
cristiana (cf. Rm 15,13).Ed èin forza di questa speranza che essere ancora in vita, in occasione della seconda venuta di
i credenti non hanno timore di aflrontare le sofferenze e la Cristo. In realtà la lettera esprime il cuore del vangelo di
morte. "Ibttavia, la speranza richiede di essere alimentata Paolo che nell’essere salvati dall’ira futura riscontra la sua
con perseveranza. nella convinzione di fede che Cristo ha ‘ essenziale novità.]..a mimesi umana di Cristo, di Paolo e fra
liberato i credenti dall’ira ventura e li libererà da qualsiasi le Chiese si sovrappone alla sequela di Gesù, perché in tal
forma di schiavitù, compresa la morte. Significativo e che la ; modo il vangelo si diffonde nonostante e nelle sofferenze
speranza, radicata sulla salvezza operata da Dio in Cristo, subite per Cristo. Per questo i credenti non attendono un
induca Paolo a non parlare soltanto dei «defunti» o «dei . Dio che non arriva mai, bensì con la loro perseverante spe‑
morti», ma anche di «coloro che dormono (koimethéntas)xv ranza vanno incontroal loro Signore che viene. Questa let‑
(l Ts 4,14-15) in attesa di essere ridestati,come e con Cristo, tera di conforto per le prime situazioni di morte che si sono
dal sonno della morte In questa novità s'incentmla visione verificate dopo la predicazione di Paolo assioma i destina‑
cristiana dei «cimiteri»,intesi come «luoghi di definizione» tari che la loro fede operosa e la faticosa carità non sono il‑
e n o n di proiezione della vita terrena, nédi corrun‘one defi‑ ' lusorie,bensì generano la loro speranza in Cristo.
96 97
Bibliografia ragionata " tito concerne, in particolare,le relazioni tra l’ambiente di
; Tessalonica e i contenuti della lettera: in che modo il conte‑
, sto culturale-religioso di Tessalonica ha influito sulla stesu‑
Commentari esegelici e teologici ' ra della lettera? E quali sono la composizione ed il genere
I commentari che trattano, in modo approfondito, di ; retorico-letterario della lettera? Circa l'ambiente, merite‑
1”lbssalonioesi sono di P. Iovino e A.J. Malherbe: il primo è , voli sono i contributi di M. Adinolfi, K.P. Donfried e R. Pe‑
di tipo esegetico-lessicale,il secondo parte dall’ambiente per sch; sulla composizione della lettera è approfondito il con‑
approfondire l'esegesi del testo. Gli altri commentari sono tributo di A. Vanhoye.
più introduttivi e teologici, Fra questi ultimi. sono di spes‑ '. M. ADINOLFI, La prima lettera ui Tessalonicesi nel mondo
sore i commenti teologico-spirituali di W. Marxen,H.U.von greco-romano (Bibliotheca Pontificii Alhenaei Amo‑
Balthasar e H. Schlier. niani 31), Antonianum, Roma 1990;
P. Iovmo, La Prima Lettera ai Tasalonicesi. Introduzione, ' R.F. COLLINS (ed.), The Thessalonian Correspondence (Bi‑
versione, commento (Scritti delle origini cristiane 13), bliotheca_Ephemeridum1heologicarum Lovaniensium
EDB,Bologna 1992; 87), University Press,Leuven 1990;
A.J. MALHEREE, The Letters to the Thessalonians (Anchor " K.P. DONFRIED, Poul, Thersalonianx and Early Christianity,
Bible 32B), Doubleday, New York - London 2000, T&T Clark, London ‐ New York 2002;
H.U. (VON) BALTHASAR, Le lettere ai Tessaloniceri di San ' K.P. DONFRIED - J. BEU'ILER (edd.), The Thessalonians De‑
Paolo. Dischiuse alla preghiera contemplativa, Jaca bate: Methodological Dinard or Methodological
Book. 1994; Synthesis7, Eerdmans, Grand Rapids 2000;
F. MAN'INI, Lettere ai Tessaloniczsi. Introduzione, traduzione B.C. JOHANSON, To A l l the Brethren. A Text-Linguistic and
e commento (Nuova Versione della Bibbia dai testi an‑ Rheton'cal Approach to I Thessalonians, Almqvist &
tichi) San Paolo, Cinisello Balsamo 2012; Wiltsell, Stockholm 1987;
W. MARXEN, Prima lettera ai Tessalonicesi. Guida ulla lettu‑ ‘ R. PESCI-l,La scoperta della p i ù antica lettera di Paolo. Pao‑
ra del prima scritto del Nuovo Testamento (Parola per lo rivisitato. Le lettere alla comunità dei Tessalonicesi
l‘uomo d’oggi 6), Claudinna,Torino 1988; (Studi biblici 80),Paideia, Brescia 1987;
H. Scaunit, L’apostolo ela sua comunità. Esegesi della pri‑ ', A.VANHOYE, «La composition de 1Thessalonieiens»,in R.F.
ma lettera ai Tessaloniceri (Studi biblici 34), Paideia, C O L ] . l e (ed.), The Thessdonian Correspondence,Leu‑
Brescia 1976; ven 1990,73-86.
H. SCH‘URMANN, Prima lettera ai Tex:alonicesi (Commenti
Spirituali al Nuovo Testamento), Città Nuova, Roma
1968.

Contributi
A livello internazionale,la ricerca su 1 Tessalonicesi si
concentra sull‘ambiente della città, della prima comunità
cristiana e sulla composizione della lettera. L’attuale dibat‑

98 99
III
1 Corinzi:
il vangelo nelle molteplici
situazioni ecclesiali

A buon diritto 1 Corinzi può essere definita il manifesto


della Chiesa: di una Chiesa non precostituita o ideale, bensì
reale, fatta di uomini e donne che attraversano molteplici
difficoltà nel riconoscersi e diventare «il corpo di Cristo».
Di fronte alle difficoltà che questa Chiesa incontra, Paolo LaChim
non ha timore di calare in situazione il suo vangelo, muo- "“ _
vendo dal suo contenuto centrale della morte erisurrezione ” ” “ ” “ …
di Cristo Sorprende che le divisioni verificatesi nella comu‑
nità non lo scoraggino,ma lo inducano a valutare ogni si‑
tuan'one in dipendenza del rapporto con Gesù Cristo, il Si‑
gnore.Nell’orizzonte della «parola della croce» (1 Cor 1,18)
e della fede nella risurrezione (cf. 1 Cor 15,3-8),che forma‑
no un’inclusione generale e naturale, egli affronta sin le si.
tuazioni più difficili e gravi, come le divisioni partitiche tra
chi si appella all’autorità di un apostolo rispetto all‘altro,tra
ricchi epoveri,traspirituali eprincipianti nel cammino di te‑
de, sia quelle secondarie,come l‘abbigliamento delle donne
in assemblea e le modalità su come gestire le assemblee del‑
‘ la wmunità.Dunque in 1 Corinzi si riflette non una Chiesa
' preeostituita,ma in cosmrzime, che libera dall’illusione di
una Chiesa ideale e induce a pensarla nelle relazioni che
ogni giorno s’intessono in forza dell’essere in Cristo per la
fede.

101
' h o la prima evangelizzazione e 1 Corinzi ‘ zione da’Iimoteo,il fedele collaboratore di Paolo (ci. 1 Cor
; 4,17;165-10).
Nell‘introduzione generale abbiamo rilevato che Paolo
giunse a Corinto all’inizio dell’anno 50d.C evi rimase sino
alla primavera del 53. L’iscrizione di Gallione, proconsole L’ambiente civile di Corinto
dell‘Acaia, conferma questo punto di riferimento della bio‑ In occasione della predicazione di Paolo a Corinto Una
Paolo grafia paolina. Secondo la narrazione degli Atti degli apo‑ metropoli
aCorinto - giocò un ruolo di primaria importanza la posizione geogra‑
stoli, in occasione del suo arrivo a Corinto, Paolo fu ospita‑ marittima
. fica della città, che si estendeva a ovest dell‘istmo tra il Pe‑
to in casa di Aquila e Priscilla ( A t 18,1‐4) che,in seguito al‑
loponneso e la terraferma. Di fatto soltanto l’arteria che
l‘editto di Claudio contro i giudei di Roma (forse nel 49
congiungeva i due porti del Lecheo e di Cenere permetteva
d.C.), si erano trasferiti a Corinto, Con la coppia cristiana
di transitare tra il mar Ionio e l’Egeo, sino alla città dei due
esercitava il mestiere di fabbricatore di tende e agli sabato mari,com’era denominata da Orazio (Odi 1,7,2-3: bimarisve
frequentava la sinagoga. Purtroppo la sua predicazione n o n ' Corinth:" Mantia). La città era dominata dall‘Acrocorinto
riscosse molto successo tra i Giudei della città: gli Atti rife. ? (575 i n . d’altezza) e si estendeva su un‘altura di 60m. circa
riscono soltanto l‘adesione di Crispo,capo della sinagoga, e
' (cf. STRABONE, Geografia 8,6,21),
della sua famiglia ( A t i8,8). Invece si rivelò feconda l’acco‑ Sin dall’Vlll sec. a.C. Corinto era diventata il centro Lu Carino:
glienza dei timer-ati di Dio,vale a dire dei Gentili attratti da commerciale edi transito più importante del Peloponneso, greca
alcuni aspetti del giudaismo, come il monoteismo,la Toràh e denominata per questo «opulenta» (OMERO,Iliade 2,570).
! MMM
le regole di purità alimentari. Così alla predicazione di Pao‑ In occasione dell’espansione romana, la città fu conquista‑
lo aderirono un certo Tizio Giusto, la cui abitazione si tro‑ . ta e distrutta ad opera del console Lucius Mummius, so‑
vava nei pressi della sinagoga ( A t 18,7).
prannominato l’Achaicus. Nel 44 a.C. Giulio Cesare fece
Evangeliz‑ Durante la sua permanenza in città, Paolo raggiunse riedificare la città, denominandola Colonia Laus Iulia
zazione Cenere, uno dei due porti di Corinto (l’altro è il Lecheo),
di Cenere Carimhienn's e inviandovi molti coloni e liberti (cf. STRA‑
dove fondò una piccola comunità da cui proveniva Febe, BONE, Geografia 8,6,23). La restaurazione definitiva di Co‑
«diacono eprotettrice»di Paolo edi altri credenti di fronte
' rimo fu compiuta dall’imperatore Claudio nel 44. d.C. e
alle autorità civili della capitale dell‘Acaia (ct Rm 16,1-2). l’Acaia divenne provincia senatoriale sino al 117-138 d.C.,
Dopo circa un biennio di permanenza, Paolo partì alla vol‑ sotto Adriano. Nonostante le distinzioni urbanistiche e ci‑
ta di Efeso,capitale della provincia romana dell’Asia,e rag‑ vili tra la Corinto greca (sino al 146 a.C.) e quella romana
giunse Gerusalerrune, transitando da Cesarea Marittima,
(dal 44a.C.) permangono fondamentali tratti di continuità
per fermarsi alcuni mesi adAntiochia di Siria, presso la co‑
» tra le due fasi storiche della città. Comunque verso la metà
munità cristiana (At 18,19-22).
del I sec. d.C., la città era amministrata dal consiglio dei de.
L‘attuale 1 Corinzi non è la prima lettera di Paolo in‑ ctu-ioni, dai magistrati romani, da due sovrintendenti per
viata ai cristiani della città. In } Cor 5,9-11si accenna all‘in‑ l’urbanistica (aediles), da un tesoriere o quaestor. da un
vio di una sua precedente missiva e in 1 Cor 7,1a quella che ' pontifex responsabile per il culto e da un delegato per l'or‑
gli inviarono i Corinzi. Purtroppo,entrambe le lettere sono
ganizzazione dei giochi istmici.La lingua corrente presso il
andate perdute. Probabilmente 1 Corinzi fu dettata e invia‑ popolo era il greco, anche seper gli atti amministrativi e fo‑
ta intorno al 53 d.C. da Efeso per essere portata a destina‑ ' rensi era utilizzato il latino. Per questo le lettere paolino e
102 103
quella di Clemente Romano ai Corinzi (fine I sec.) sono Aristofane nel V ‐ I V sec. a.C. (frammento 133), equivale
scritte in greco.
«prostituirsi»o a «comportarsi con licenziosità sessuale»
Ilriw Durante il I sec. d.C. il centro amministrativo era di‑
eil proverbio «il viaggio a Corinto non è per tutti» (STRA‑
archeolo‑ ventato il foro, al posto dell’agorà,eil cardo muxùnum,cor‑
BONE, Geografia 8,6,20) era ben noto in epoca imperiale.
rispondente alla Via del Led-eo,attraversava la città fino al
D’altro canto sePaolo affronterà diverse questioni di eti‑
porto corrispondente. Nel suo percorso fu costruito il ma‑
ca sessuale (cf. 1 Cor 5,1-13;6,12-20), ngnifica che la licen‑
valium e una fila di negozi: allo stesso macello allude Paolo
n'osità sessuale era diffusa a Corinto, anche se è opportu‑
in 1 Cor 10,25‐30,a proposito delle carni immolate agli ido‑
no non paragonarla alle moderne città occidentali, come
li 0 idolotiti.Al periodo augusteo appartiene il béma o la se‑
Amsterdam 0 Bangkok, quanto meno per la differente
dia per il tribunale, collocato al centro del foro,cui si accen‑
concen'0ne della sessualità in epoca antica rispetto a quel‑
na in At 18,12 e, mediante metafora,in 2 Cor 5,10 e in Rm
la moderna.
14,10. Nel periodo imperiale continuavano ad essere fre‑
Per il retroterra della corrispondenza di Paolo con i Hgiuda'vna
quentati alcuni templi di origine greca, come quello di Corinzi èimportante segnalare la presenza della comunità aCorinto
Asclepio/Esculapio ( i l dio della salute), a nord della città; giudaica a Corinto.Già Pilone Alessandrino menziona Co‑
invece, il fastoso tempio di Afrodite, sull’Acrocor-into, era
rinto trale colonie giudaiche della diaspora nella sua De
ormai ridotto a un tempietto poco frequentato.
' Legan'onz ad Gaium 281. Anche sel’iscrizione marmorea
Emi:: culn‘ Anche se non è possibile stabilire oon certezza l’entità
dier in cui si allude a una «Sinagoga degli Ebrei» e un architra‑
della popolazione,a metà del I sec. d.C. Corinto era una città
ve decorato con tre candelabri giudaici sembrano succes‑
dai tratti cosmopoliti, che poteva contare tra i 700.000 e gli
sivi (tra il I] e il IV sec. d.C.), la presenza giudaica prima
800.000 abitanti,con popolazione indigena,romana,siriana,
del 70 d.C. a Corinto è indiscussa. Nella capitale dell’Acaia
egiziana egiudaica.Ai culti religiosi autoctoni.come peri E‑
ogni due anni erano celebrati i giochi istmici e nel 30 a.C.
gli di Medea e per Melicerta-Palemone (divinità marine), si
; furono introdotti i giochi quadriennali in onore di Cesare.
aggiungevano quelli per Apollo,Afrodite,Asclepio,Demetra
‘ Ignoriamo se Paolo assistette ai giochi del 51 d.C.; ma l’u‑
e Core. Di origine romana sono i culti per gli imperatori,per
so delle metafore agonistiche (cf… 1 Cor 9,24-27; 15,31-32;
le loro famiglie e la denominazione latina di culti preceden‑
anche Fil 3,12-14) si spiega nel contesto sportivo-politico
ti: Giove,Esculapio,Venere, Mercurio, Cerere, Proserpina e
chi giochi a Corinto. Lo stadium fu restaurato agli inizi del
Fortuna. A Corinto non mancavano culti minori come per
I sec. d.C. e l’ippodromo era ancora in auge. Un ambiente
Iside e Osiride, di origine egiziana, e quello per la divinità così plurireligioso e plurietnico permise a Paolo d’impian‑
monoteistica della diaspora giudaica. Poiché,come abbiamo
tare una delle comunità più vivaci della diaspora giudai‑
segnalato, durante il I sec. d.C. il tempio di Afrodite/Venere
eo‐cristiana.
era stato notevolmente ridimensionatoeopportuno non en‑
tatizzare la presenza delle mille etere, menzionate da Stra‑
bone,in Geografia 8,6,20, che tra l’altro sembra confondere Le Chiese domestiche
la presenza delle cortigiane con quella delle prostitute sacre.
Per quanto riguarda i membri delle comunità domesti‑ L’anoma‑
licenzlbriuì Naturalmente questo dato storico non inficia la diffu‑ die di Corinto edi Cenere, le fonti neotestamentarie veico‑ nica
miuale salicenziosità sessuale che aveva reso Corinto famosa nel
' lano diversi nomi,riportati in 1 Corinzi,in Rm 16,1-23 e ne‑ deiprimi
Mediterraneo. Il verbo kon'nthidzamui, forse coniato da
g l i A t t i degli apostoli. Fra questi rientrano Sòstene (1 Cor Miliani
104 105
1,1; At 18,17),1‘arcisinagogo della comunità giudaica, per‑ alla frequentazione di uomini e donne provenienti dai di‑
cosso dai giudei davanti al tribunale di Gallione, «quelli di ‘ versi strati sociali. Tuttavia, non mancano sostanziali diffev
Cloe» (1 Cor 1,11),1’arcisinagogo Crispo (l Cor 1,14; At , renze poiché la cena del Signore n o n dovrebbe essere vista
18,8),Gaio (1 Cor 1,14; Rm 16,23),Stetana con la sua tami‑ come celebrazione in onore di una divinità, bensì come oon‑
glia (1 C0! 1,16; 16,15-18),Fortunato (1 Cor 16,17),Acaioo , vocazione compiuta dal Signore stesso. Inoltre gli abusi de«
(1 Cor 16,17),Lucio (Rm 16,21),Giasone (Rm 16,21),Sosi‑ , nunciati in 1 Cor 11 richiedono una condivisione fra indi‑
patto (Rm16,21),Terzoil segretario che ha scritto sotto det‑ genti e abbienti che manca nelle associazioni pagane. An‑
tatura Romani (Rm 16,22),Erasto (Rm 16,23;c£ anche 2Tm ' che sein situazione polemica,il battesimo cristiano (ci. 1 Cor
4,20), Quarto (Rm 16,23) e Febe (Rm 16,1-2).Due iscrizio‑ 1,13-17) sconfina i caratteri di un semplice rito di abluzione
ni marmoree, una in greco e l’altra in latino,hanno indotto ‘ ed e visto, piuttosto, come incorporazione alla morte e ri‑
alcuni studiosi a identificare l’Erasto di Rm 16,23 con quel‑ surrezione di Cristo (cf.Gal 3,26-28; Rm 6,2-4). Originali so‑
la che, a proprie spese, fece istradare parte della città. In i, no l’uso della Scrittura e l‘aiuto per i più indigenti nelle as‑
realtà il nome e diffuso in epoca imperiale e una delle due ' semblee domestiche: due tratti che avvicinano le comunità
iscrizioni eincompleta,per cui può anche alludere aun cer‑ cristiane più alle assemblee sinagogali che a quelle delle as‑
to (Ep)erasto. A questi vanno aggiunti Aquila e Prisca sociazioni culturali. Pertanto anche sele domus ecclesiae pre‑
(1 Cor 16,19), stanziatisi a Corinto eMc Giusto, menzio‑ sentano diverse analogie con il thlasoi, si tratta ancora di un
nato solo in At 18,7. Diversi dei nomi citati sono di origine fenomeno ibrido o interstin‘ale che mutua elementi dalle as‑
giudaica e due di loro svolgono mansioni di arcisinagoghi,il ' sociazioni cultuali, dalle sinagoghe e dalla scuole filosofiche
che lascia intendere la presenza di due o più comunità giu‑ l come la Stoà, in dipendenza del contesto civile in cui sor‑
daiche a Corinto. Non mancano nomi di Gentilie timorati di gono.
Dio e fra le comunità domestiche rientrano quelle di Cri‑ Circa la gestione delle assemblee cristiane,non e chiaro L'organiz‑
spa, di Gaio e di Stefano. . sequanti ponevano adisposizione le loro abitazioni più am‑ un'…
Le Chiese Pertanto a Corinto non c’è una Chiesa centralizzata, , pie esercitassero,di conseguenza, ruoli di patronato e di gui‑ delle
Chiese
domestiche con una composizione gerarchica, bensì vi sorgono diverse da ministeriale delle comunità ospitate. E sealtrove la reli‑ damrichr
Chiese domestiche, dove si radunano i credenti di origine gione del parer familias è condivisa da tutti i membri della
giudaica (una minoranza) e gentile (la maggioranza).La for‑ sua casa (dalla prole agli schiavi),a Corinto si verificano si‑
mula he kat’6ikon ekklesta (la Chiesa domestica) utilizzata tuazioni eterogenee: di una moglie credente e di un marito
in 1 Cor 16,19 (of. anche Rm 16,5; Fm Z; Col 4,15), denota non credente,di schiavi che non sembrano troppo obbliga‑
non soltanto la presenza della Chiesa in una casa, bensì an‑ ti a condividere la nuova forma di aggregazione religiosa
che le relazioni tra le comunità domestiche che formano la dei padroni (cf. 1 Cor 7;e il caso di Onesirno su cui ci soffer‑
Chiesa, nel rispetto del valore distributivo della preposizio‑ “ meremo a proposito della Lettera aFilemone).D’altro can‑
ne kami. to perché il pater familias condizionasse la fede dei suoi
Sulle conformazioni di queste prime comunità dome‑ schiavi domesu'ci era necessario che la sua professione reli‑
stiche sono interessanti i confronti con le assodazioni cul‑ ; giosa fosse riconosciuta dalle autorità civili. E prima del 70
tuali gentili o i collegia, in onore di Dioniso, Apollo e di î, d.C il movimento cristiano era ancora considerato come re‑
Esculapio. Come per alcune associazioni pagane, nelle pri‑ . ligione illecita,n o n riconosciuta nella pòlis, o come sempli‑
me comunità cristiane si assiste alla condivisione del pasto e oe corrente intragiudaica.

106 107
Comunità Dal punto di vista etnico,i «fratelli»(ele sorelle) di C0‑
mim rinto provengono in minoranza dall’ambiente giudaico del‑
eindigenti
]] corpo epistolare (] Cor 1,10 ‐ 15.58):
la diaspora e in maggioranza dal contesto gentile, come di‑ le divisioni partitiche (1,10 ‐ 4,21);
mostrano icasi degli idolotitio delle ear-ni immolate agli ido‑ l’immoralità sessuale e appello ai tribunali ci‑
li, in vendita presso il macello della città (cf. 1Cor 8,4-13),e vili (5,1‐ 6,20);
della glossolalia, per la quale Paolo ricorda l’origine gentile matrimonioe verginità (7,140);
di gran parte dei destinatari (cf. 1 Cot 12,2). Piu difficile è le carni immolate agli idoli (8,1‐ 11,1);
identificare l’estrazione sociale dei cristiani di Corinto: se la gestione delle assemblee e la cena del Signo‑
buona parte dei nomi che abbiamo elencato edi schiavi o di re (11,2-34);
liberti (cf. quanto si può desumere da 1Cor 1,26-29),i1loro carismi eministeri (12,1‐ 14,40);
livello economico sembra diversificato. I credenti prove‑ partecipazione e modalità della risurrezione
nienti dagli strati più umili (hwnilùzrea) s’incontrano con i (15,1‐58). ,
fratelli più agiati e capaci di sostenere il fabbisogno tamilia‑ Conclusione epistolare (1 Cor 16,1‐23):
re, in quanto artigiani e commercianti. Due dati sembrano esortazioni finali (16,1:18);
trovare consenso fra gli studiosi della sociologia cristiana poscritto (16,19-23).
delle origini: la mancanza di membri provenienti dalle clas‑
si più elevate (senatori ed equestri); e l’esigenza di non t e ‑
troproiettare alcuni modellimodemi di borghesia edi clas‑ Come per le altre lettere paoline,1 Corinzi si compone
si medie,inconcepibiliin epoca imperiale. Forse è opportu‑ di una parte introduttiva e diuna conclusiva, che compren‑
no ricordare che la schiavitù era un‘istituzione civile e non dono il praescn'ptum eil ringraziamento epistolare (l,1-?)e
una condizione morale e che non era soggetta a forme di ' il postscriptum con le ultime raccomandazioni e le notizie
auto-affrancamento. del mittente (16,1‐73). Fra questi limiti naturali si articola
l‘ampio corpus epistolare di 1 Cor 1,10 -15,58,dove sono af‑
. frontate le questioni più variegate e contingenti della co‑
Disposizione e genere ‘ munità.
Nonostante alcune ipotesi in senso contrario, 1 Corinzi , Per quanto riguarda il genere, la lettera può essere °°Î Genere
è stata ritenuta paolina anche dalla scuola di 'Ilibinga (XIX talogata fra i generi misti poiché vi si riscontrano s e z r o n i mina
sec.) e non vi si riscontrano motivazioni sostanziali per ipo‑ dimostrative o epidittiche, come 1,10 - 4,21 (la parola deli
tizzare la confluenza di due o più lettere unificate in un pe‑ la noce) e 15,1‐58 (l’annuncio della risurrezione), e p a r t i
riodo successivo da un redattore finale. Dunque cerchiamo deliberative, come 5,1‐ 6,20 (sui casi d’immoralità sessua‑
di delineare la disposizione eil materiale che Paolo utilizza _ le e gli appelli ai tribunali),7,l-4O (su matrimonio evergi‑
per intessere la prima delle cosiddette «quattro grandi let‑ nità) e 12,1- 14,40 (sulla gestione dei carismi ei ministeri).
tere» (insieme a2 Corina] Galati e Romani). Fundonali ai due generi principali sono gli elogi dell‘ugfipe
\ in 12,31- 13,13 e l’autoeIogio o l a periautologia in 9,1-27.
Introduzione epistolare (1 Cor 1,1‐9): . Pertanto è bene non constn’ngere la lettera in un unico ge‑
prescritto (Ll-3);
nere retorico-letterario,bensi rispettarne la varietà dei ge‑
ringraziamento epistolare (1,49). neri, causata dalla diversità delle questioni affrontate da
‘ Paolo.
108
109
L’intreccio argomentativo La chiamata ei doni della comunità (1 Cor 1,1-9)

Lalerma A un iniziale sguardo complessivo non dovrebbe sfug‑ L’introdtm'one epistolare di 1 Cor 1,1-9 comprende, 0 0 ‑
gire la polarità tra la prima sezione del corpo epistolare, de‑
Zlaclomir-‘iam me al solito, il pruescn'ptum (vv. 1-3) e i ringraziamenti ge‑
dicata alla parola della croce in 1,10 ‐ 4,21e volta arisolve‑ nerali (vv.4-9). Il presu'itto contiene la titulatio (Paolo, chia‑
re le tensioni partitiche nella comunità, e l‘ultima sezione di ' mato a essere apostolo di Gesù Cristo), il committente (il
15,1-58 sull‘annuncio della risurrezione,che affronta la que‑ fratello Sostene),l’adscfiptio (alla Chiesa di Dio che è a Co‑
stione sulle modalità della partecipazione dei credenti. Fra rinto...,v.2),e la salutatio (grazia a voi e pace...,v. 3). Il con‑
queste due polarità che distinguono, senza dividere, il kéryg‑ fronto con il piùbreve prescrittodi 1Ts 1,1evidenzia lo spa‑
ma cristiano della morte e risurrezione di Cristo, sono af‑ zio maggiore che in 1 Cor 1,13 e conferito alla titolatio del
frontate le diverse situazioni particolari della comunità. La , mittente e all'udsm'prio dei destinatari. L’elemento di con‑ Chiamati
all’aposto‑
formula di argomento con la preposizione per! (circa) e il " giunzione tra il mittente ei destinatari e costituito dal voca‑ lato: ulùi
genitivo introduce i singoli interrogativi: «Circa le cose che bolario della chiamata elettiva di Dio: chiamati sono Paolo mii/d
mi avete scritto» (7,1dove sono affrontati i rapportitra ma‑ per l’apostolato ei Corinzi alla santità. Così è anticipata la
mi e mogli); «Circa le vergini» (7,25); «Circa le carni immo‑ tematica della chiamata (o klésis),che svolgerà un ruolo fou‑
late agli idoli» (8,1); «Circa i doni spirituali» (12,1);«Circa la damentale nel corpo epistolare, soprattutto quando si trat‑
colletta» (16,1). Introduttive sono anche le formule di 1 Cor terà di richiamare i destinatari al dono gratuito della loro
5,1 («Si sente dappertutto parlare d’immoralità tra voi»),di chiamata in Cristo (cf. 1,26-28).
11,2 («Vi lodo perché in ogni cosa vi ricordatedi mee con‑ - Seguono i ringraziamenti protocollari di 1,4-9, intro‑
servate le tradizioni come ve le ho trasmesse») edi 15,1(«Vi ? dotti dalla formula di ringraziamento a D i o per la grazia
proclama,fratelli, il vangelo che vi ho annunciato e che ave‑ _concessa ai destinatari in Cristo Gesù (v.4). Con una capta‑
te ricevuto,nel quale restate saldi»). tio benevolenn‘ae Paolo cerca di rendere benevoli i Corinzi
Il vangelo Pertanto, nonostante le risposte contingenti agli inter‑ ' affinché siano attenti e docili sulle diverse problematiche
iniituazime rogativi affrontatida Paolo, non è fortuito che il corpus epi‑ che dovrà affrontare. Per questo i destinatari sono elogiati
stolare inizi con la «parola della croce» (1,18-19) esi chiuda ‘,perché sono arricchiti di tutti i doni spirituali e dei earisrni
con il kérygma della risurrezione (15,3-8).In pratica non sol‑ . che si sono sviluppati nella comunità, cosicché non sembra
tanto le tensioni partitiche e gli interrogativi sulla risurre‑ . che abbiano bisogno di altro (vv. 5-7). In realtà, la captatio
none,ma anche le questioni più secondarie, come i casi de‑ bmevolentiae induce Paolo a omettere qualsiasi accenno al‑
gli idolotiti e dell’abbigliamento delle donne in assemblea, ; .le difficoltà della comunità, mentre preferisce creare una si‑
sono affrontate da Paolo muovendo ogni volta dalla rela‑ ,,gnificativa inclusione nella parte introduttiva della lettera
zione che i destinatari hanno con la morte erisurrezione di aulla chiamata: alla sua chiamata per l’apostolatoe della co‑
Cristo. Possiamo sostenere che 1 Oorinn' rappresenta un’er‑ munità alla santità in Cristo (vv.1-2) corrisponde quella del‑
meneutica del vangelo in situazioni ecclesiali: per questo ‐la comunione con Gesù Cristo il Signore nostro (v. 9). La
n o n è irretita dalle contingenze, poiché Paolo rilegge ogni si‑ 51>rima elezione dovrebbe motivare e fondare la seconda.
tuazione con il filtro originario e attuale del rapporto con il Ellittavia e proprio la mancanza di consequenzialità tra ele‑
Signore Gesù Cristo. 'one e comunione che ha creato tante difficoltà tra i desti‑
Îaatari. Pertanto si tratta di un ringraziamento generale sin
110 111
troppo positivo che tace, per il momento,sulle situan'oni di \ derato un semplice rito misterica con cui l’individuo entra in
conflitto che risalteranno nel corpus epistolare. , relan'one con la divinità, impedendogli di riconoscere quan‑
to lo accomuna ad altri credenti. Tuttavia il declassamento
. delbattesimo e tuazionale,poiché in 12,13 Paolo stesso dirà
Le fan'oni e la parola della noce (l Cor 1,10‐ 4,21)
' che tutti i credenti sono stati battemtiin un solo Spirito. Ora
Dopo la sezione introduttiva di 1,1-9,Paolo affronta su‑ . nel contesto del discorso della follia di 1,10 ‐ 4,21 l’accenno
bito la questione p i ù complessa, costituita dalle divisioni ‘ lll’evangelizzan'onedi Paolo serve affinché l’attenzione dei
partitiche createsi nella comunità di Corinto. La sezione di , destinatarisi sposti dalle fan’oni causate dalla sapienza uma‑
1,10 ‐ 4,21assume i tratti di un discorso retorico dedicato al‑ 'na all’unitaria croce di Cristo, poiché nessuno degli apostoli
la follia della croce di Cristo. Il discorso si compone delle e stato crocifisso per i Corinzi, ma soltanto Cristo.
seguenti parti: \ Approdo dell’esordio e la tesi principale di 1,18-19 che l i l i u m
l‘esordio (1,10=17); proclama,con enfasi,la parola della croce,definita come fol‑ apocalittico
la tesi (1,18-19); lia e potenza di Dio. Quindi la citazione diretta di Is 29,14
la probazione (1,20 ‐ 3,17): motiva la tesi paradossale: Dio distrugge la sapienza dei sa‑
la narrazione (1,20 ‐ 2,5); … pienti e cancella l’intelligenza degli intelligenti.Il linguaggio
la conferma (2,6-16); apocalittico,che distingue salvati e persi ela sapienza uma‑
la confutazione (3,1-17); ha da quella divina, eutilizzato n o n per creare nuove fazio‑
la perorazione (3,18-23); .bensì perché1credenti riconoscano il punto gravitazio‑
l‘esempio degli apostoli (4,1-13); nale della loro unità originaria: la parola o l‘evangelo che
appello finale (4,14-21). "lla come contenuto imprescindibile la croce di Cristo. Dal
,punto di vista formale la tesi di 1,18-19 e analoga a quella di
Lefnzioni L’esordio di 1,10-17 presenta il quadro della situazione km 1.16-17 giacché la parola della croce corrisponde al van‑
sucui Paolo e stato informato dai familiari di Cloe (cf.v. 11). , gelo di cui Paolo non si vergogna ed entrambe le tesi sono
A Corinto si sono formati diversi gruppi partitini" quelli di ‘eonfermate dalle relative citazione scritturistiche: quella di
Paolo,di Cefa e di Apollo Com’è proprio di un esordio,viso‑ 'la 29,14in 1Cor 1,19 e quella diAb 2.4 in Rm 1,17.
no anticipate le tematiche che guideranno nell'apporto de]‑ Il discorso della follia vero e proprio inizia con la nar‑ La
le prove a sostegno della parola della croce Così campeggia razione di 1,20‐ 2,5 ossia con il riferimento agli eventi pas‑ vocazione
sin dall’inia'o il Cristo crocifisso (vv. 13.17) che dovrebbe ab‑ dei Corinzi
'lnti, che dimostra come la parola della croce assume le di‑
battere le fazioni di Corinto equalsiasi sapienza umana che otanze sia da una sapienza soltanto umana, sia da una fon‑
rischia di compromettere quanto invece dovrebbe accomu‑ ta su eventi prodigiosi come i miracoli. Di fronte alla ri‑
Centralità nare tutti i credenti. La croce di Cristo e mi centrale che rca umana s’impone la logica paradossale di Dio, che ha
delh croce Paolo relativina persino il battesimo cristiano,ringran'ando . '. . di salvare icredentì con la croce di Cristo. Per questo,
di Oùw il Signore per aver battezzato soltanto la famiglia di Stefano, nendo allo stile della diatriba, caratterizzato da do‑
poiché è stato inviato a evangeliuare e non per battemre. de retoriche e risposte brevi, Paolo interpella e coin‑
Non c’è miglior modo per catalinare l’attenzione dei lge i destinatari nella sua dimostrazione. La narrazione
Corinzi: la predicazione della croce di Cristo prende il bat‑ con la vocazione dei Corinzi (1{II)-31), scelti daDio
tesimo che, senza l‘evangelizzazioiie, rischia di essere consi‑ . - ostante il loro stato sociale: D i o ha scelto non i sapienti,
112 113
i forti e i nobili,bensì gli stolti,i deboli e gli ignobili affinché mi e smtantivi chiude con grande effetto la perorazione:
nessuno possa gloriarsi se non nella croce di Cristo. Suolo,Apollo, Cefa, il mondo, la vita, Lamorte,il presente e
La seconda parte della narrazione richiama la prima B futuro. ’Iìrtte le persone e le realtà menzionate sono dei
evangelizzazione di Paolo a Corinto (2,1-5),fondata n o n su Corinzi,maquesti sono di Cristo e Cristo èdi Dio.
discorsi persuasivi,né su una retorica ridotta all‘arte della A questo punto il discorso della follia dovrebbe chiu‑ Identità
parola,bensì sulla croce di Cristo esull’an'one dello Spirito. _dersi, ma Paolo avverte la necessità di presentare, in modo : naruto
Significativa e l’inversione rispetto all'evoluzione degli 'esemplare, lo statuto degli apostoli atfinclré la situazione dein
eventi raccontati. Di per séla narrazione dell'evangelizza‑ :partitica di Corinto sia definitivamente risolta (4,1-13). Gli upwwli
zione di Paolo a Corinto dovrebbe precedere quella della [apostoli sono servi di Cristo e amministratori dei divini mi‑
vocazione dei Corinzi poiché senza la sua predicazione n o n "eteri per cui devono rendere conto a D i o per il loro operato
avrebbero potuto credere in Cristo. Ma in tal modo Paolo
avrebbe inevitabilmente favorito il suo partito a discapito 'aiderandoli ricchi sapienti e forti, mentre gli apostoli sono
di altri. Invece la priorità conferita alla vocazione divina do‑ ‘diventati persino la spazzatura del mondo. L’ironia e mor‑
vrebbe costituire la piattaforma condivisa da tutti i partiti ' dace poiché capovolge l’argomentazione paradossale di
ecclesiali e indurli a superare le loro faziosità. },120‐351e dimostra come i destinatari si sono allontanati dal‑
La conferma (confirmatio) della follia della croce ad‑ la follia della croce per assumere il modo umano di pensare.
della Spirito duce come prova fondamentale l’azione dello Spirito che,
‘,Finalmente [’ articolato discorso si chiude con l‘annuncio
conoscendo le profondità di Dio, instaura una sapienza del ' della visita di Timoteo a Corinto e di quella personale di
tutto nuova: quella del mistero o del disegno di Dio rivelato ’ Paolo,con la speranza che n o n debba intervenire con le ma‑
a quanti hanno aderito alla croce di Cristo (2,6-16). La sa‑ “ niere torti,nia con amore e mitezza (4,14-18).
pienza rivelata mediante lo Spirito ha un’origine ben diver‑ Pertanto quello che possiamo definire elogio della fol‑ Discoer
sadaquella umana poiché, originata dalla croce di Cristo, si ' lia o discorso del pazzo ‐ incentrato sulla croce di Cristo, d:!la [rr/iù:
dimostra del tutto incomprensibile per la logica umana. ‘ sulla vocazione dei Corinzi, sull’au'one dello Spirito e sulla
Come qualsiasi discorso persuasivo, la probazione la‑ ,_vita m’uciîorrne degli apostoli ‐ dovrebbe indurre i destina‑
scia il posto alla refutazione; e in 3.1-17 Paolo rifiuta di ac‑ * tari ad abbandonare forme di faziosità ecclesiali che ri‑
cettare la situazione partitica di Corinto, riprendendole te‑ ‘ |chiano di compromettere l‘unità originaria della Chiesa.
matiche introdotte nell’esordio di 1,10-17. Le fanbrii eccle‑ ' Nonostante Paolo abbia dichiarato di non essersi presenta‑
siali che si appellano a Paolo e ad Apollo. come a qualsiasi to con discorsi persuasivi,né di voler ricorrere a una vuota
altro apostolo, non sono giustificabili, poiché gli apostoli so‑ : eloquenza,il discorso della follia che intesse dimostra come
no dei semplici operai a servizio del campo e del tempio di la migliore arte retorica sia quella capace di nascondere le
Dio, che è la Chiesa nella sua integrità. ’ sue modalità di espressione.
La prima parte del discorso sulla follia della croce si
chiude con la perorazione di 3,18-23 che ricapitola, con en‑
fasi, quanto è stato dimostrato in precedenza. Scrittura alla [ m o r a l i t à sessuale e appello a i tribunali civili
mano, Paolo esorta i destinatari &considerarsi folli davanti (1 Car 5,1- …)
a Dio perché Egli cattura i sapienti con la loro astuzia e sa A quanto sembra Paolo e ben informato sulle difficoltà
che le discussioni dei sapienti sono vane. Un cumulo di n o ‑ ‘ che attraversanoi cristiani di Corinto esulla licenziosità eti‑
114 115
cain ambito sessuale. D‘altro canto non poteva immaginare ( dedicato alla follia della croce non e svincolato dai casi di
che con la prima adesione al suo vangelo i destinatari aves‑ . elica sessuale e civile, ma li conforma e dovrebbe indurre i
sero preso,in modo improvviso,le distanze dal loro passato. * credenti a calare in situazione l’evento della redenzione in
Il caso di un credente che vive con la moglie di suo padre lo * Cristo.
sconcerta non soltanto per la scelta, … anche perché i Co- ' Tuttavia è bene precisare che Paolo non propone l‘isti- Men-bn
rinzi ……si dimostrano scandalizzati più di mm;, e …. tuzione di un tribunale ecclesiale in contrasto o in altemati‐ del ma
dano la situazione. Con l’autorità di chi ha fondato la oornu- VB°°° quello Civile. per cui quanto è reato nel primo ambi- ""… " "
nità, Paolo affronta il caso familiare collegandolo all’appel- to potrebbe non esserlo nel secondo. Quanto gli interessa è
lo ai tribunali civili poiché estende la questione alle relan‘o‐ ‘ che l’essere diventatimembra del corpo di Cristo, con il pro‑
ni interne della comunità ea quelle esterne. La composizio- . prio Dorpo,impone un nuovo modo di pensare edi conside‑
ne della sezione èad incastro o circolare del tipo a-b‐a': , rare lt(% rela)zioni Sessuali e dvìli. Di fronte al «tutto mi è le‑
. .‐ _ . ‘ dto» 6,12 , a prescindere sesi tratti di uno slogan in auge
;))ll‘:gspîltliglriiliìifigsutiiafci(vvsili(163111); nella comunità o nell’ambiente lioenzioso della città, in que‑
a‘) licenziosità sessuale (6 12_20). [ 1 : a n 8 e il rapporto con Cristo che permette di valutare
‘ ' quanto e dannoso o utile per coloro che formano il suo cor‑
A prima vista sembra che le due questioni non siano re- po. Per la prima volta Paolo introduce nella lettera il moti‑
lazionate fra loro. 11primo e il temo … riguardano q…,11. vo del corpo (stima) e delle membra che riprenderà in am‑
che chiameremo «morale sessuale», il secondo quello del- ' bito ecclesiale.
la morale politica. In realtà l’ambiente civile e religioso di ‘
Corinto, che non considera passibili di condanna casi come
quello dell’incestuoso e della lioenziosità sessuale, spiega Matrimonio ° verflnltà “ Cor 7’1'40)
bene perché Paolo affi-enti in modo unitario l’etica sesaua- In continuità con l’etica sessuale della sezione preee- Afavole
le equella politica. dente, Paolo affronta"in 1 Cor 7 1‐40'1rapporti tra matrimo- di"“
Muoviti La logica che dovrebbe guidare nella valutazione dei nio e verginità. La proposizione introduttiva di 7,1-2 chìari-
. . . . .
"““”“
renza
dtll'wrfm casi di etica sessuale n o n dovrebbe essere soltanto civile, ‘ fica subito Il suo orientamento sulla questione. da una par‐ W … "
“"‘ C’"“’ bensi quella di chi essendo stato comprato da Cristo a caro te 58V0file la verginità. dall’altra n o n ostacolare il matrimo- …
prezzo è chiamato a glorificare D i o con il proprio corpo ' nto. Dalla tesi principale si dipana la seguente eomposi.
(6,m).Dal versante ambientale alcuni dei Corina" rientrano ‘ none:
fra le catqsme_deslf !!{1mqrah elenca“ “1 61919, ma M° a) l’etica familiare tra marito e moglie (vv. 3-16);
stati lavati, santificati, giustificati nel nome dl Cristo e nello b) ,] criterio di quanto fa la differenza (vv. 17_24).
Spirito di Dio. Di conseguenza se «Cristo nostra Pasqua è a') il valore della verginità (w. 25-28); ‘
si“? mhîlîe)»€517)1bisogna celebrsare la fataîgìew“ az- b‘) l’onzzon'te escatologico su matrimonio e verginità
zum VBCC , BS 0011 azzmn n u o v 1 . 1oompren ne 0 0 - W. 29_40 .
me le prove addotte da Paolo a sostegno dell’etica sessuale ( )
ed ecclesiale riconducano soprattutto all’evento della re- . La
_ sezione procede in modo parallelo: dal matrimonio
denzione e all’azione dello Spirito che lo rende presente nel- _ll mterio di quanto fa la differenza e dalla verginità all’o‑
le situazioni più contingenti.In pratica il fondante discorso , rizzonte escatologioo chela valorizza rispetto al matrimo‑

116 117
nio. Per questo nello sviluppo della dimostrazione è impor‑ fgentile di Corinto. In pratica: si può acquistare carne ven‑
tante identificare le motivazioni espresse in [*)-H che per‑ duta al macello,desinata alle divinità, oppure bisogna aste‑
mettono a Paolo di valutare l’etica coniugale e quella della Î ' n e r s i per rispettare il passato idolatrico della
maggioranza
verginità. . dei credenti in Cristo? Come al solito, per affrontare il pro‑ Laicandala
Il detto Circa il matrimonio,la sua posizione si appoggia sul det‑ ' blema Paolo n o n si limita a rispondere all‘interrogativo,ma del debole
\ di Gesù sul to di Gesù riportato nella triplioe tradizione sinottica di Mc estende gli orizzonti per offrire orientamenti etici che eviti‑
\ matrùnnnio 10,11-12;Mt 19,9 e Le 16,18 a proposito del libello del ripu‑ ‘ no di scandalizzare il fratello legato alle consuetudini idola‑
dio, previsto dalla Legge mosaica,marelativizmtoda Gesù: »triel1e. La sezione di 8,1 ‐ 11,1procede secondo una com‑
la moglie non si separi dal marito e questi non ripudi la mo‑ posin’one chiastica,da cui Paolo trae le conseguenze per evi‑
glie (7.10-11). L’appello alla tradizione gesuana dei detti e tare di scandalizzare chi è denominato «debole» poiché si
imponente per comprendere che il ruolo principale non è astiene dell’acquistare came destinata alle divinità:
svolto dalla Legge mosaica,bensi dal rapporto con il Signo‑ a) la situazione (8,1-13);
re. Per questo l’attenzione di Paolo si estende ai oosiddettì b) l'esempiopositivo di Paolo (9,1-27);
matrimoni misti contratti tra una parte credente e l‘altra b‘) gli esempi negativi della storia d’Israele (10,1-13);
non credente. a') la solun'one (10,14-30);
La seconda prova addotta riguarda la vocazione dei cre‑ la perorazione finale (10,31‐ 11,1).
pmpctti'va denti: ognuno è invitato a restare nella condizione in cui e
omologia: stato chiamato. Tbrna cosi il motivo della chiamata intro‑ .‘ La disposizione chiastica del tipo a-b-b'-a‘ (che corri‑ L’em‑
dotto nella narrazione di 1,26-28, ma questa volta per pre‑ sponde auna ies o una criss-cross) rendebene l idea di come pia/ltd
parare l’ultima prova addotta a sostegno della verginità, ri‑ Paolo affronti,"in modo articolato.la questione degli idolo‑ di Paulo

spetto al matrimonio.In un contesto segnato dalla licenzio‑ _


.' titi. In 8,1-13 presenta la situazione che risolve in 10,14-30,
sità sessuale, come quello di Corinto, il matrimonio ela ver‑ ' offiendo al centro della composizione sestesso come esem‑
ginità rappresentano due valori con funzioni diverse. Il pri‑ ‘ pio di chi si e fatto tutto a tutti pur di salvare qualcuno (9,1‑
mo impedisce di cadere nell’elenco dei via" sessuali, il se‑ 27) e l’esempio d’Israele nel deserto per porre in guardia
condo di anticipare con la propria dedin'one al Signore la =tutti i destinatari dalle trappole dell’idolatria (10,1-13).501‑
fine del tempo. Naturalmente la propensione per la vergi‑ ‘ tanto dopo aver presentato gli esempipositivi e negativi,de‑
nità non e assoluta, né tanto meno oggettiva,ma rispeochia ;linea la soluzione del problema chiedendo ai destinatari di
la centralità del rapporto con il Signore e l’ambiente di C0‑ Votare lontani dall’idolatria e di evitare, per non scandalizza‑
rinto, che condizionano il consiglio di Paolo peri destinata‑ (’re la coscienza del debole, di mangiare came immolata agli
ri. In pratica la tensione escatologica induce Paolo a favori‑ b-idoli (10,14-30). L’appello finale 0 la perorazione di 10,31‑
re la verginità, senza però svalutare il matrimonio. 311,1richiama l’esempiodi Paolo affinché i Corinzi possano
:imitarlo nel non cercare i propri interessi, bensì quelli degli
altri…
Le carni immolate agli idoli (l Cor 8,1- 11,1) Una lettura superficiale della sezione potrebbe indurre
La quarta emergenza che Paolo si appresta ad affron‑ oonsiderare gli esempi autobiografici (b) e d’Israele nel
tare riguarda gli idolotiti o le carni immolate agli idoli: una -. ‐ 110 (b‘) come fuori contesto. Che c’entrano il suo esem‑
questione che riguarda icredenti provenienti dall‘ambiente . 'e positivo e quello negativo d’Israele nel deserto con la

118 119
problematica degli idolotiti? In realtà sono proprio gli esem‑ mette di sostenere che gli apostoli hanno diritto di ricevere
pi a offrire le soluzioni affinché, da una parte,non si cada in ' salario dal proprio lavoro.
nuove forme d’idolatria e dall'altra n o n si scandalizn‘ chi è Nello stesso contesto ricorda le parole del Signore sul Il detto
ancora legato al proprio passato idolatrico.Pertanto la com‑ '.sostentamento degli apostoli: «Così anche il Signore ha di‑ di Gatti ru!
posizione chiastica riscontra nelle pani centrali (b-b‘) le ra‑ nposto per coloro che annunciano il vangelo di vivere del sonata‑
mcnw degli
gioni principali per scegliere come comportarsi con i debo‑ iii/angelo» (9,14).11detto riconduce aMt 10,10 eaLe 10,7,os‑ apostoli
li della comunità. Per sostenere le sue dimostrazioni Paolo ' alla fonte O, e gli serve per dimostrare che preferisce non
ricorre a diverse prove argomentativo. ’uvvalersi del diritto conferito dal vangelo, bensì continuare
Unici“ Nella lettura della situazione ricorre al frammento de‑ “aservire il vangelo o Cristo con totale gratuità, senza cade‑
diDio dicato alla fede monoteisticadi 8,6: Ma per noi (c’è) un so‑ re nella logica del dare per ricevere o del do ut des.
: riplon‘a
lo Dio,il Padre dal quale (sono) tutte le cose e noi per lui, e ; Infine la metafora agonistica dello sport in 9,24-27, dif‑ La metafora
di Clito
un solo Signore, Gesù Cristo, per m e n o del quale (sono) fusa nell’ambiente ellenistico del I sec., gli serve per attuti‑ sportiva
tutte le cose e noi per mezzo di lui». La signoria e la media‑ '!e il vanto di sée ricordare che la corsa verso la meta e il
zione di Gesù Cristo n o n scalfiscono il monoteismo giudai‑ pugilato vanno praticati con grande fatica sen o n si vuol es‑
co, rispetto alpoliteismo diffuso nella diaspora, poiché il ter‑ eere squalificati.Lo stesso si verifica nella condotta di Pao‑
mine thzér è attribuito da Paolo soltanto a Dio,mentre Ge‑ lo nella corsa per il premio,che non ha ancora conquistato.
sù Cristo svolge la funzione di mediatore.Naturalmente Cri‑ ' L’esempio positivo di Paolo è bilanciato da quello ne‑ la tipologia
sto Gesù è alla «pari di Dio» e ha la «forma di Dio» (cf… Pil gativo della storia d’Israele nel deserto, segreta dall’idola« biblica
2,6), maper evitare fraintendimenti sul monoteismo giudai‑ tria. La Scrittura enuovamente chiamata in causa in 10,1‐13
co-cristiano Paolo preferisce non chiamarlo direttamente îoffinché i destinatari non cadano in nuove forme d’idola‑
theér. .tria.A prima vista sorprende l’uso arbitrario della Scrittura
Nel corso della periautologia o dell’autoelogiodi 9,1-27, ’alv. 4, dove Paolo sostiene che la roccia che accompagnava
Paolo chiama in causa la Scrittura,un detto di Gesù e la me« Israele nel deserto era Cristo. Tuttavia lo stesso procedi‑
tafora agonistica sportiva.Al v.9 pone in connessione due ci‑ mento ermeneutico della Scrittura si riscontra nel Legum
tazioni dirette dell’A'l‘. quella di Dt 25,4 («Non mettere la ,Allegoriae 2,86 di Filone Alessandrino che scrive: «Infatti la
museruola al bue che nebbia») edi Is 28,24 («Colui che ara roccia intagliata è la sapienza di Dio, che ha messo al verti‑
deve arare nella speranza e colui che trebbia nella speranza ‘ee e a capo delle sue potenze, con essa disseta le anime
di averne parte»). In verità la connessione lessicale tra Dt mutanti di Dio». L‘esegesi tipologica, con cui un evento. co‑
25,4 e Is 28,24 è forzata poiché il secondo passo non contie‑ ine quello esodale, e rapportato a Cristo elo alla Chiesa, e
ne il verbo «trebbiare»,ma recita: «Forse colui che ara arerà quella allegorica che interpreta con sensi nuovi uno o più
tutto il giorno? 0 non preparerà la semente prima di lavo‑ passi biblici,permettono a Paolo di valorizzare la Scrittura
rare la terra?» (la fonte ebraica non è diversa in sostanza da l e ] presente contesto ecclesiale.
quella greca dei LXX).Probabilmente si tratta di una fonte finalmente dopo gli esempipositivi e negativi, e offer‑ Saluzinu
ignota o è Paolo stesso a inserire,di propria mano, il verbo 'il la solun'one alla questione degli idolotiti in 10,14-30, in :ugli'
«trebbiare» per collegare le due citan"oni a sostegio della idalntt'ti
fasi… Nella prima parte richiama la comunione con il cor‑
sua tesi. Il procedimento, noto nell’ambiente farisaico del I eil calice del Signore che rende incompatibilela parteci‑
sec. e rabbinioo del II sec. dC come gezeràh shawdh gli per‑ 'one ad altre ( o m n e di condivisione di mensa ( w.14-22).

120 121

, i
Nella seconda parte la solua'one proposta diventa pratica e n e n t e giudaica, è naturale che Paolo si n'faccia all’autorità
chiama in causa il motivo della coscienza per esortare i de‑ . della Scrittura per sostenere la dipendenza della donna dal‑
stinatari a n o n mangiare carne immolala agli idoli seinge .l’uomo.D’altro canto nelle città greche alle donne era ri‑
nera giudizi fra i credenti.
[servata l’economia domestica, mentre agli uomini quella po‑
!! criterio La perorazione finale di 10,31‐ 11,1presenta il criterio litica.Tuttavia né la Scrittura né tanto meno la prova retta
della della differenza o diafomlogia che orienta nella valutan'one
differenza …rulla naturale capigliatura delle donne risolvono la questio‑
di ogni situazione alimentare: il fare tutto per la gloria di ne E alla fine Paolo è costretto a riconoscere che si tratta
Dio relativizza qualsiasi tensione su questioni dietetiche e più di decoro che di norma vincolante, per cui la richiesta
così si evita di scandalizzare il Giudeo, il Greco e la Chiesa ovrebbe essere interpretata nel contesto del tempo in cui e
di Dio. Pertanto l’esempio positivo di Paolo che si è fatto formulata e non secondo i parametri moderni dei rapporti
tutto a tutti diventa richiesta di mimesi o d‘imitazione peri tra l’uomo e la donna. Pertanto il rapporto gerarchico (che
Corinzi affinché, imitando lui, siano in condizione d’imitare ' 4 ocede dagli angeli) tra l’uomo e la donna, sostenuto in
Cristo in un altruismo radicale per i fratelli che condividono _1Cor 10,10, riflette una tradizione giudaica che cerca di
la stessa mensa. creare un ordine sulla partecipazione degli uomini e delle
’ anne all’assemblea.
L’assemblea e la cena del Signore (1 Cor 11,2-34) Molto più problematica è la gestione dell’assemblea, Condivi‑
che vede la confluenza di ricchi e poveri: sulla questione sione
Le prime comunità cristiane, composte di Giudei e Paolosi sofferma in 11,17-34.In occasione della finzione del della msm
Gentili, presentavano tratti ibridi per cui erano inevitabili s u e 0 della celebran'one del pasto del Signore si assiste a : lmwixnh
tensioni non soltanto con i credenti provenienti dal passato "una situazione che lo sconcerta: mentre i più agiati vi giun‑
idolatrico,ma anche tra uomini e donne. Sembra che a Co‑ _.. .o sazi, i poveri restano a digiuno. La sequenza che pro‑
rinto le donne partecipassero all‘assemblea ecclesiale con il 'eede dalla comunione di mensa alla condivisione del corpo
capo scoperto e,come vedremo in 1 Cor 14,1-40,intervenis‑ ' sangue di Cristo rende ancora più visibile la frattura e l’at‑
sero con molta libertà. Lo spazio conferito alle donne nelle ggiamento egoistico dei più agitati. In realtà il contesto del‑
comunità paoline permette di rivedere l’accusa di misogini‑ frequentan'one d ' santuari dedicati a Dioniso e ai culti
smo ventilata nei confronti di Paolo edi riconoscere piutto‑ terici permette di riconoscere che la scelta compiuta dai
sto che il suo vangelo relativizza non soltanto i rapporti tra ' non è inusuale,mariflette l‘individualistico rappor‑
Giudei e Gentili,ma anche quelli tra maschi e femmine. con la divinità, senza la necessità di attendersi gli uni gli
Nella prima parte della nuova sezione di 1 Cor 11,2-34
Paolo affronta la liberalità delle donne, esigendo che in as‑ Pet contrastare la situazione, in 1123-25 Paolo riporta Lepaml:
semblea portino il velo, per distinguersi dagli uomini. Si ap‑ . parole di Gesù durante l’ultima cena. La formula intro‑ di Gln)
presta cosi a evocare il racconto della creazione in Gu 2 ‐ 3 \ -'va con cui precisa che intende trasmettere quanto ha durame
per sostenere che capo della donna e l'uomo e capo del‑ vuto dimostra che si appella alla tradizione più antica la una
l‘uomo e Cristo. Per questo e bene che la donna partecipi . ’istitun'one eucaristica: una tradizione che rimanda alle
all’assemblea con il capo coperto. Sulla prescrizione e op‑ " A.vissimz parole di Gesù, per cui e come se il Signore stes‑
portuno rilevare due dati contestuali fondamentali. Poiché - le avesse comunicate & Paolo. La tradizione paolina tro‑
quella di Corinto è una comunità mista, con una compo‑ con'ispondenza con la triplice tradizione sinottica di Me
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14,22-25; Mt 2626‐29 e di Lc 22,15-20. Premesso che dal , ti. Nel corpo eucaristico di Gesù i credenti sono obbligati a
punto di vista redazionalela tradizione paolina è più amica, ' riconoscereil corpo ecclesiale di cui fanno parte.
si deve al classico contributo di J.Jeremias (WB),aver iden‑
tificato le due tradia'oni sulle parole di Gesù durante la ce‑ Carismi e ministeri (l Cor 12,1- 14,40)
na: quella gerosolimitana o palestinese di Mc 14,22-25I1Mt
26,26-29 e quella antiochena di 1 Cor 11,23-25/ILc 22,15-20. . Le emergenze della comunità di Corinto sono molte‑
in seguito si è compreso che le due tradizioni sono meno di‑ plici e quella affrontata nella sezione di l Cor 12‐ 14 sposta
stinte di quanto si pensi: di fatto, Luca dimostra di conosce‑ , l’attenzione sui carismi,i ministeri ele situazioni. A quanto
re edi utilizzare anche la fonte di Marco (cf. la previsione sul »sembra,i cristiani di Corinto erano attratti soprattutto dal
frutto della vite che Gesù mangerà nuovo nel regno di Dio, Ì carisma della glossolalia poiché poneva in risalto, più degli
che accomuna i sinottici). Comunque diversi risultatidell’a‑ ' altri Carismi, l'azione potente e visibile dello Spirito. L’esi‑
nalisi compiuta da Jeremias restano tuttora validi. L’ultima genza della glossolalia o di emettere parole incomprensibi‑
cena, raccontata nei sinottici e richiamata in 1Cor 1123-75, ,gli in assemblea si spiega bene nell'ambiente gentile e idola‑
e pasquale;dietro le parole di Gesù. trasmesse in greco, c’è ‘ nico di Corinto,richiamato nelle battute iniziali della sezio‑
una tradizione originaria in aramaico; e dal confronto si‑ ‘ne (12,2).Ancora una volta Paolo risale alle ragioni fondanti
nottico è possibile risalire alle ipsissima verba Jesu, che le ;per contrastare le tensioni tra i glossolali e quanti non han‑
prime comunità cristiane hanno custodito e trasmesso. no carismi sensazionali da esibire.
L’impatto delle parole di Gesù sulla comunità di Corin‑ , La sezione si articola in forma circolare, secondo il mo‑
to dovrebbe essere decisivo poiché Paolo non si limita a ri‑ ‘ dello a‐b‐a' che abbiamo riscontrato in 1 Cor 5,1‐ 6,20:
portarlo per ricordarle, bensi affinché la formula «per voi» a) la situan'one (12,1‐30);
detta da Gesù per il dono del suo corpo (v.24) ingeneri un b) l’elogio dell’amore (12.31‐ 13.13);
altruismo generoso nei Corinzi, capace di abbattere ogni a‘) la soluzione sull’ordine delle assemblee (14,1-40).
forma di egoismo ecclesiale. Per questo l‘indegnità e la di‑
gnità eucaristica che segnala in occasione della frazione del In 12,1-301’attenn'onesi concentra su quanto si sta ve‑
pane non e di carattere individuale,maecclesialezdi una co‑ rificando a Corinto. La comunità è descritta da Paolo me‑
munità che non riconosce il corpo del Signore nella condi‑ diante il rapporto tra il corpo ele membra,in cui gli elenchi
visione della mensa e dell’eucaristia. In definitiva see dove carismi e dei ministeri dovrebbero essere favoriti non
manca la disponibilità ad attendersi vicendevolmente, con‑ n u d o esigenze di arrivismo e di supremazia di alcuni su‑
dividendo la mensa con ipoveri della comunità,sarebbe più altri, bensì a servizio del bene personale e comunitario.
opportuno disertare la fran'one del pane perché si giunge a - - l’elogio dell’amore in 12,31‐ 13,13 è indicata la via su‑
mangiare e bere la propria condanna. L‘istanza di Paolo è e su cui dovrebbero transitare i carismi e i ministeri.
cosi radicaleche interpreta nell’ottica di una vendetta divi‑ , ' :di in 14,1-40 è prospettata la soluzione che sottomette
nale diverse situazioni d’inferrnità e di morte verificatesi a glossolalia alla profezia, ossia il parlare in lingue alla re‑
Corinto: un paradigma che abbandonerà nelle altre sue let‑ ; -'va spiegan'one, per favorire i benefici che tutti i membri
tere poiché n o n c‘è consequenzialità tra colpa umana e con‑ ‘ : comunità dovrebbero ricevere dalle diverse manife‑
danna divina, ma che gli serve per sostenere n o n l‘opzione‑ n'oni dello Spirito.Pertanto,nell’ordito della sezione l’e‑
le bensì l’obbligante condivisione della mensa fra i creden‑ ‘ v.'0 dell'amore non è una meteora, ma costituisce la ra‑

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gione ultima con cui valorizzare il dispiegarsi dei carismi in " Discorso per gli abitanti di Tarso (1,16) e da Tito Livio in
assemblea. Cerchiamo ora d’identificare le prove che Paolo Storia diRama 232,7-12.
adduce a sostegno delle tre parti che compongono la se‑ 'Ilrttavia Paolo riscrive 1’apologoin modo originale poi‑ Dall'unilù
zrone. che n o n parte dal corpo per giungere alle membra bensì alla . .
L’apalaga Nella lettura della situazione lo spazio maggiore è con‑ . : ’unione di ogni credente con Cristo per formare un solo
delcwpo ferito al cosiddetto «apologo del corpo e delle membra»
: delle corpo. In pratica capovolge le relazioni per salvaguardare
membra
(12,14-26).La metafora del corpo e delle membra per spie‑ l’unità nella diversità. Per questo la sua e più di una sempli‑
gare le relazioni tra i cittadini elo stato risale sino aPlatone ,oe metafora: diventa la categoria ecclesiale più originale e
(Repubblica 5,4626‐462e), Aristotele (Politica 5,1302b‑ bile per parlare della Chiesa in quanto corpo di Cristo.
1303a) e&Dionigi di Alicarnasso (Antichità Romane 6,86,1‑ Dopo aver riportatol’elenco dei earismi e dei ministeri,
2). Per evidenziare le relazioni di continuità e di disconti‑ in 12,31‐ 13,13 Paolo innalza la posta'in gioco e intesse l’ e‑
nuità vale la pena riportare quanto scrive Platone nel passo logio più elevato delle sue lettere: quello dell‘amore Non si
citato: ‘ tratta tanto di un inno, dal momento che manca una strut‑
«Quindi in quella città dove più individui sulla stessa co‑ ; tura metrica greca, bensì di un elogio. L’encomio esalta l‘a‑
saaun modo dicono questa parola “del mio” e“del non mio”, 'more come se si trattasse di una persona in carne e ossa di
non e questa ottimamente governata? cui raccontare le virtù. In genere i discorsi elogiativi delle
‐ Assai. persone sicompongono di cinque parti: l’esordio,l’origine e
- E non è anche quella che più si avvicina aun uomo so‑ formazione,le azioni, il confronto e l‘epilogo.In 13,1-13 si
lo? Così quando venga colpito un dito di uno di noi, tutta la
' riscontrano l’esordio (vv. 1‐3), le azioni (vv. 4-7) e il c o n ,
comunione del corpo con l'anima,intesa sotto un unico ordi‑
namento dell‘elemento in essa dominante,se ne risente,e tut‑ ‐ fronte con la glossolalia, la profezia, la fede e la speranza
ta quanta insieme soffre quando soffre una parte sola, e così ‘ ( w.8-13),mentre mancano l’origine dell'amore e l’epilogo.
diciamo che all‘uomo fa male il dito? E lo stesso si dice di .,Di fatto Paolo n o n spiega di quale amore si tratti ‐ sedi Dio,
qualcun altro membro del corpo umano, quando una parte ’ dello Spirito.di Cristo, dei coniugi e degli amici ‐ ma esten‑
soffre nel dolore, o si allevia nel piacere? ‘ de gli orizzonti dell’amore per coinvolgere qualsiasi rela‑
‐ Lo stesso davvero, disse, e quel che tu domandi, la ’_n'one interpersonale.E l’io che si confronta con l’amore non
città ottimamente governata, sta appunto vicinissima &que‑ ?e soltanto di tipo autobiografico, bensi generale o tipico e
sto tipo. può essere sostituito da qualsiasi altro pronome personale.
‐ E quando a uno solo dei cittadini venga a ospitare ' Infine l‘assenza di un epilogo si spiega per la irruzione che
qualcosa di bene o di male. tale città dirà che il soggetto cui ) l’elogio svolge nell’intreccio della sezione, in quanto e ri‑
ciò capita è parte di essa stessa, e tutta quanta necongioirà e preso all‘inizio di 14,1con l’esortazionea perseguire l’amo‑
consoffriràn.
re prima di qualsiasi altra virtù.
Le ricadute dell’elogio sull’amore sono costringenti per Il primula
Quasi certamente Paolo ignora la Repubblica di Plato‑ '’ risolverele tensioni tra i carismi ::i ministeri a Corinto.Con drll’agàpe
neela Politica di Aristotele, manell’ambiente cultuale gre‑ - la scelta della via sublime dell’amore la glossolalia n o n e ri‑ sui Carismi
co-romano la metafora del corpo e delle membra e diffusa.
gettata daPaolo,ma assume uno spazio limitato rispetto al‑
”Ira l’altro la metafora è ripresa dall’apologo di Menenio
?l'amore e alla profezia che permette d’interpretarla in as‑
Agn‘ppa alla plebe romana, riportatoda Dione di Prusa nel
‘ semblea. Originale è la metafora della sinfonia prodotta da‑
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gli strumenti musicali per descrivere la vita della Chiesa: una
Come al solito Paolo non affronta di petto gli interro‑ Frammznlu
sinfonia in cui il flauto, la cetra e la tromba sono posti a ser‑ ‘ gmivi sulla risurrezione a Corinto,ma fieferisce partire dal‑ pn-pualino
vizio dell’armonia del concerto (14,7‐11). All’armonia del le motivan'oni più importanti e originarie. Per questo in dare:…
corpo con le membra in cui una parte non può dire di fare a 15,1-11s‘introduce con quanto ha ricevuto dai credenti pri‑
meno dell’altra, corrisponde la sinfonia della Chiesa che ve‑
ma di luie ha trasmeso ai destinatariin occasione della pri‑
deil concorso di tutti gli strumenti musicali. ma evangelizzan'one a Corinto. La stessa formula di 15,1-2 si
”diario In verità a Corinto le donne n o n soltanto intervengono ‐ riscontra in 11,23 per introdurrele parole di Gesù durante la
fille donne in assemblea senza velo, ma la loro voce sembra superare cena. Così riporta il frammento kerigmatico più antico sugli
quella degli uomini; e per questo Paolo cerca di arginare l’a‑ eventi finali della vita di Gesù:
buso chiedendo che le donne taociano in assemblea (14,34‑
35). Ma ormai il dato e tratto ela richiesta di Paolo paga sol‑ «Cristo morì peri nostri peccati secondo le Scritture,
tanto il dazio alla concezione politica delle donne in ambito fu sepolta
e risuscitato al terzo giorno secondo le Scritture
greco e giudaico, che non delegittima il coro multiforme del‑
e apparve a Ceia e quindi ai Dodici» (vv. 3-5n).
la Chiesa, dove le donne come gli uomini compongono la
sinfonia di Cristo. Forse il frammento fu composto nei primi decenni dal‑
la morte di Gesù e poiché sottolinea per due volte il rap‑
Le modalità della risurrezione ([ Cor 15,1-58) porto con le Scritture o con PAT può essere sorto nell’am‑
Maddie! L'ultima emergenza affrontata in una lettera così varie‑ biente cristiano di origine palestinese.La breve professione
gata di contenuti riguarda la partecipazione dei credenti al‑ di fede è utile a Paolo in quanto pone l’accento sul verbo
Nonfiction: la risurrezionedi Cristo: quale sarà la scansione della parte‑ eghégherrai che al perfetto indica un evento compiuto nel
cipazione ein che modo si risorgerà? Molto probabilmente passato,ma con effetti che durano sino al presente:«e risor‑
tra i Corinzi si era diffusa una visione di palingenesio di ri‑ to».A sua volta la menzione dell’apparizione a Cela o Pie‑
torno al passato a proposito della risurrezione;e questa era tro e ai Dodiei innesta una serie di testimonianze sulle ap‑
riferita soltanto a una parte del corpo e non all‘integrità del‑ parizioni del Risorto a più di cinquecento fratelli, a Giaco‑
la persona umana. Per affrontare l‘ultima questione Paolo ma e a tutti gli apostoli. L’elenco delle apparizioni culmina
intesse la seguente dimostrazione: con quella personale a Paolo che riconosce l'indegnità di es‑
sere chia.mato apostolo poiché ha perseguitato la Chiesa di
narrazione: il kérygma della morte erisurrezione Dio ( w.8-9).Dalla fede condivisa tra le persone citate ai vv.
di Cristo ( w.1-11); 5-9 Paolo trae le prime conseguenze per i destinatari: nega‑
refiaazione: la fede nella risurrezione di Cristo re la risurrezione di Cristo significa cadere in una fede illu‑
(vv.12-19); soria, poiché in tal caso n o n si sarebbe stati neanche libera‑
probazione: le scansioni sulla partecipazione
ti dai peccati per i quali Cristo e morto (vv.12-19).
alla risurrezione di Cristo (vv.20‐34); Una volta richiamatoil centro della fede cristiana Pao‑
modalità della partecipazione lo èin grado di affrontare le due questioni più contingenti:
alla risurrezione ( w.35-53); la scansione (vv.20-34) ele modalità di partecipazione alla
perorazione: la vittoria della vita sulla morte
sua risurren'one (vv.35-53), Sul primo versante Cristo non e
(vv.54-48). l’unico, bensì la primizie di quanti sono morti; e come tale
128 129

M . ‑
inaugura una serie di eventi verso la fine della storia, In oc‑ che collaborano con Paolo nell’evangelizzazione di Efeso,
casione della sua seconda venuta o parusia riceveranno la l’autentican'one della lettera con l’autografo e l’augurio del‑
vita quelli che credono in lui e giungerà la fine con il potere la grazia del Signore Gesù chiudono la lettera. Nel poscrit‑
universale di Cristo su qualsiasi principato e potenza,corn‑ to risalta la breve formula di fede mnréna tini (16,2) che MIHlethd
presa la morte. Sul secondo versante subentra il motivo del‑ attesta la tensione escatologica delle prime comunità cri‑
la trasformazione del corpo: da corruttibile diventa incor‑ stiane (cf. anche Ap 22,3; e,direttamente in greco, l’espres‑
ruttibile e si trasforma come il chicco di grano nel terreno. sione «il Signore viene» in Rm 13,12;Fil 4,5; Gc 5,6; 1Pt 4.7).
Per questo tale trasformazione non riguarda soltanto una La traslitterazione dell’espressione ararnaica in greco orien‑
parte, come l‘anima, bensì l‘integrità della persona umana ta verso l’ambiente palestinese in cui può essere sorta; e il
posta in relazione con Cristo.Tarit0 meno la trasforman'one fatto che la breve professione di fede n o n sia accompagna‑
è_concepita come un ritorno al passato; è piuttosto intem‑ ta da una tradun'one, come invece per la formula abbà ho
mente rivolta verso il futuro dell’incontro con Cristo patér,dimostra che si è diffusa in breve lasso di tempo dalla
Il canto della vittoria sulla morte (vv.54-58) chiude la morte erisurrezione di Gesù nelle comunità cristiane della
dimostrazione paolina: la risurrezione di Cristo garantisce diaspora.
quella di quanti credono in lui e sono stati liberati dal peo‑
cato, dalla Legge e dalla morte. ]] messaggio
Dopo duemila anni è sorprendente che 1 Corinzi sia Diventare
Raccomandazioni conclusive e posultto (] Cor 16,1-23) stata inviata per risolvere così tante emergenze sorte nella Chiesa

Il corpo della lettera lascia il posto alle ultime ramoman‑ comunità dell’Acaii-i.In realtà il contesto sociale ela confor‑
dazioni epistolari di 1 Cor 16,1-18 eal poser-itto di 16,19-24. mazione delle comunità domestiche, in cui rientrano cre‑
La colletta Fra le raccomandazioni finali risalta quella a favore della denti di origine giudaica e gentile, spiegano l‘affinrare di
per ìpaven‘ colletta per i poveri di Gerusalemme ( w. 1‐4), menzionata tante difficoltà, per cui non dovrebbe meravigliare più di
di Genua‑ per la prima volta nelle lettere paoline.All'epoca di 1 Go‑ tanto la situazione di divisione a più livelli della Chiesa di
lemme Corinto. Piuttosto, nonostante situazioni d‘immeralità am‑
rinzi l’iniziativa non crea particolari difficoltà, come invece
si verificherà in occasione diz Corinzi. Per questo si accen‑ bientali,Paolo e i suoi collaboratori riescono,con la poten‑
na soltanto all’iniziativa: al primo giorno della settimana za dell’evangelo, a impiantarvi diverse Chiese domestiche.
ogni credente è esortato &mettere da parte quanto ritiene Cerchiamo dunque di cogliere i contenuti principali che at‑
opportuno per i poveri,in modo daorganinarela colletta e traversano la lettera,
non attendere l’arrivo di Paolo Quindi in occasione del suo
arrivo a Corinto saranno scelti alcuni delegati che porteran‑ ]] Cristo crocifisso
no la somma di danaro o partiranno con lui alla volta di Ge‑
rusalemme. Alle raccomandazioni per la colletta si aggiun‑ Prima della nostra lettera, la predicazione del Cristo
gono quelle per Timoteo (vv. 10-11), qualora decidesse di crocifisso era occultata nelle prime comunità cristiane. Nei
raggiungere Corinto, e per la famiglia di Stefana (vv.15-18) frammenti pre-paolini che abbiamo sino ad ora riscontrato
che gli ha fatto visita a Efeso e sta per tornare a Corinto. si accenna alla morte (15,3) e al sangue versato per la nuo‑
I saluti finali delle Chiese dell’Asia e di Aquila e Prisca, va alleanza (1123-25),ma non èesplicitamente menzionata

130 131
la croce di Cristo. Si deve a Paolo l’esplicita predicazione discorso di Paolo è fondante,in quanto n o n rifiuta,ma rela‑
della croce di Cristo, che pone al centro della sua evangelib tivizzae impone una revisione della fede centrata sui mira‑
zazione in 1,18 ‐ 4,21. Le ragioni del silenzio sulla parola ' coli e sulla sapienza umana. A una fede miracolistica che
della croce saranno chiarite in G a l 3,13-14: il passo di Dt , cerca il prodigioso per essere sostenuta e a una che si arro‑
21,23 stabilisce che è «maledetto chi pende dal legno». in ga il diritto di catturare Dio con la sapienza umana, Paolo
epoca imperiale lo stesso passo è applicato n o n soltanto al‑ , oppone una fede che parte dal paradosso della croce, ossia
l’esposizione dei cadaveri post mortem,come nell‘intenzio‑ _ dall’ìllogica modalità con cui Dio si è rivelato in Cristo con
ne originaria, ma anche alla pena capitale della crocifisione. la follia del vangelo.
In seguito alla fede in Cristo, Paolo riparteproprio da que‑ Sulla croce Gesù e stato reso da Dio «sapienza, giusti‑
st‘ostacolo insormontabile,che coinvolge il valore della Leg‑ . n'a, santifican'one :: redenzione» (1,30). La proposizione è
ge mosaica,per attraversarlo con il paradosso della croce. » uno dei picchi più elevati del NT,dove con una proposizio‑
Così per cercare di risolvere le divisioni fra i partiti di ne lapidaria Paolo condensa quanto si potrebbe sviluppare
Corinto s’interroga non sulle ragioni dell’una e dell‘altra ia‑ ' con un trattato di cristologia. Anzitutto la scelta dei sostan‑
zione, bensì parte ab imis o dalle fondamenta: dalla «parola tivi per descrivere il crocifisso è incisiva,poiché non si limi‑
della croce» (1,18). L’espressione dovrebbe essere intesa ' ta asostenere che Gesù e diventato sapiente,giusto, santo e
non come genitivo soggettivo (la croce che parla), né espli‑ redentore,bensi che in lui la sapienza, la giustizia in quanto
cativo (la parola che s’identifica con la croce), bensì ogget‑ " giustificazione, la santità e la redenzione operate da Dio
tivo: la parola, che corrisponde alla predicazione di Paolo, ‘ pervengono alla loro piena e definitiva rivelazione. Non c’è
presenta come contenuto essenziale la croce che, in quanto :Inulla di più assurdo giacché il luogo della più aberrante pro‑
parte per il tutto (ci. la figura retorica della sinéddoche), s’i‑ fanazione, che èla crocifissione, diventa della massima san‑
dentifica con Gesù crocifisso. Soltanto cercando la piat‑ ' tita divina.
taforma unitaria eoriginaria della fede, che ela croce di Cri‑ In questa follia di Dio s’innervano conseguenze altret‑
sto, Paolo può cercare di risolvere la tensione tra le fazioni .,tanto paradossali che i Corinzi possono verificare nel pro‑
di Corinto. Per questo evita qualsiasi discussione sull'auto‑ prio cammino di fede. La loro vocazione dimostra che il pa‑
rità degli apostoli &cui si appellante i destinatari: Cefa,Apol‑ ' indosso della croce diventa ecclesiale: Dio ha scelto i debo‑
lo e lui stesso. Persino il battesimo, che svolgerà un ruolo 2li, gli stolti e coloro che sono disprezzati per confondere i
primario in 1 Cor 12,13; Gal 3,26-28 e in Rm 6,2-4,è relati‑ forti,i sapienti e i nobili (ci. 1,26-28). Paolo stesso non ha
vizzato in 1 Cor 1,17 di fronte all'evangelinazione del cro‑ WangeIizzato i Corinzi con strategie retoriche persuasive,
cifisso. In realtà, senza la centralità della croce, il battesimo ‘i'tensì soltanto con la predicazione del Cristo crocifisso (cf.
può essere inteso come semplice rito misterico per un’indi‑ ). Ed e dalla paradossale centralità della croce che lo Spi‑
viduale appropriazione della divinità; e così doveva essere ingenera una sapienza del tutto diversa da quella uma‑
stato concepito a Corinto. (cî. 2,10-16). L’incidenza della croce si estende alla vita
'Ilntavia sul «discorso della follia» di 1 Cor 1,18 ‐ 4,21 gli apostoli, considerati come «spazzatura e rifiuto del
sono necessarie alcune precisazioniA prima vista sembra ’ -0» (4,13) a motivo della loro predicazione del Cristo
che la parola della croce neghi qualsiasi contributo della sa‑ ISSO.
pienza umana e dei miracoli, poiché si colloca alun livello Si può osservare che nella sezione di 1,18 ‐ 4,21 non si
superiore di equidistanza dall’una e dagli altri. In realtà, il .- nni alla risurrezione di Cristo, su cui Paolo si attarda in

132 133
Verso una 15,1-58.Le due polarità del kérygma cristiano originario n o n
nuova
' deve attendere una risurrezione diversa? E nel secondo ca‑
vanno separate, ma distinte, poiché,pur costituendo il cuo‑
sapienza Ì so, risorge soltanto l’anima o anche il corpo dei credenti?
re della fede, e dall‘adesione alla croce che si perviene a
‘ Per affrontare la nuova emergenza Paolo parte dall’e‑
quella della risurrezione e non il contrario. Senza la croce
»,vento della risurrezione di Cristo, citando il frammento ri‑
di Cristo la fede nella risurrezione rischia di cadere in forme
., cevuto e trasmesso in ISS-S, su cui ci siamo soffermati, per
di gnosticismo che deprezzano la carne umana; e senza la
poi affrontare i due interrogativi emersi nella comunità di
risurrezione di Cristo il paradosso della croce non è perso‑
Ì Corinto. ]] kérygma primitivo è fondamentale poiché gli per‑
nale, ma resta distante dalla trasformazione che la morte e
" mette di sottolineare che Colui che è risorto al terzo giorno
risurrezione di Cristo realizzano nell’esistenza dei credenti.
Ù' e lo stesso che e m o r t o per i nostri peccati». Per questo la
Per questo per Paolo i credenti non devono portare la
‘ Scrittura serve per illustrare la morte e la risurrezione di
propria croce dietro a Gesù, secondo il paradigma evange‑
' Cristo. Dunque la sua risurrezione non abolisce lo scandalo
lico della sequela, bensi sono chiamati afar risplendere nel‑
della croce, ma lo attraversa, portando per sempre i segni
la loro esistenza l’unica croce di Cristo, che attua una tra‑
: della crocifissione.îbttavia la fede n o n si fonda soltanto sul‑
sformazione radicale nel loro modo di pensare e di vivere.
’ la croce di Cristo, ma comprende la sua risurrezione, altri‑
Pertanto la crocifissione di Cristo non è considerata in quan‑
menti tutto si vanifica in un’illusoria visione della vita in Cri‑
to evento dolorifico,né come invito alla rassegnan'one uma‑
“ sto (ci. 15,12-19). Risorgere con Cristo non significa riap‑
na, ma come avvenimento in cui la follia di Dio impone il su‑
propriarsi della condizione umana passata,bensì partecipa‑
peramento di qualsiasi modo di pensare umano.Con questo
' re,attraversola morte,alla vita definitiva del Risorto:prima
criterio ermeneutico imprescindibile Paolo affronta le diffi‑
’ Cristo, quindi coloro che gli appartengono e infine la conse‑
coltà etiche nella comunità di Corinto,calando in situazione
gna del regno a Dio Padre.
il vantaggio «per noi» della croce di Cristo.
Di fronte all’interrogativo su come risorgono i morti Una mufmfl
(1535),Paolo precisa che si tratta di un processo di trasfor‑ mazione
Il crocifisso risorto ‘ madone grazie al quale quanto e corruttibile non resta tale, general:
masi riveste d’inconuttibilità (vv. 36-53). Cosi diventa chia‑
Agli antipodi della «parola della croce», è collocato
‘ ra la distanza che la visione paolina assume da una forma di
Pannunzio della risurrezione (15,1-58). Come abbiamo evi‑
"dualismo per cui risorgerebbe soltanto l’anima, mentre il
denziato a proposito dell’intreccio argomentativo, dietro
., corpo umano si corrompe. Piuttosto,a risorgere non e una
questa pagina non c‘è tanto l’interrogativo sulla fede nella
:.parte dell’uomo,ma tutto il suo essere in fase di trasforma‑
risurrezione, bensì quello sulla scansione e sulle modalità
\ tione: sia per chi e morto, sia per chi i n o c c a s i o n e della fine
la parmi‑ della partecipazione alla risurrezione di Cristo.A proposito
pnzione alla " sarà ancora in vita.
di 1”Ibssalonicesi abbiamo potuto osservare che sia Paolo,
risurrezione - Le conseguenze della visione paolina sono di enorme
sia i destinatari credevano già nella risurrezione, anche se
in modalità diverse.ATessalonica siè trattato di confortare ' novità e attualità. Mentre una concezione palingenetica o
i credenti sulla partecipazione dei vivi e dei morti alla risur‑ di ritorno al passato della risurrezione rischia d'indurre i
‘ credenti a sostenere che tutto diventa lecito,perché tanto si
rezione di Cristo. Adesso la questione diventa più spinosa:in
‘ già risorti, l’annuncio cristiano della risurrezione implica
pratica si e già risorti, come si verifica ogni anno con la ce‑
, vita nuova, di chi appartiene a Cristo, nuovo Adamo e
lebrazione dei culti misterici, diffusi anche a Corinto, o si
'Bpirito vivificante (1522.45). E sela metamorfosi proposta
134 135
dai culti misterici si rivela soltanto parziale e alla fine appa- zi dovrebbe partire dal corpo eucaristico, poiché «il pane erpo
rente, quella sottolineata da Paolo è integrale, dell’intera che noi s p e - a m o è comunione con il corpo di Cristo» nwanxnm' '
la vv'lnaria persona umana. Per questo la sezione del c.15si chiude con : (10,16). L’eucaristia è il corpo e il sangue di Cristo che pe‑
:ulla man: il canto della vineria sulla morte per mezzo del Signore no- me…. nel paradosso della croce, conferendogli il valore in‑
stro Gesù Cristo (v. 57). Un canto proclamato con le parole ' comparabile del «per voi» (11,24), cosicché il sacrificio di
profetiche di Isaia e di Osea: «La morte è stata inghiottita Cristo n o n è per Dio,bensì per coloro che si nutrono del suo
nella vittoria. Dov’è o morte la tua vittoria? Dov’è o morte corpo e del suo sangue. Purtroppo le dispute eucaristiche
il tuo pungiglione» (cf. Is 25,8; Os 13,14 in 1554-55). La vit- successive si sono spesso insabbiate tra la negazione della
toria di Cristo sulla morte garantisce la partecipan"one dei sua portata sacrificale ela destinazione divina del sacrificio.
credenti BUE sua risurrezione. Per Paolo innegabile èla dimensione sacrificale dell’eucari‑
stia e della morte di croce, masi tratta di un sacrificio inver‑
“ centralità "“”"” so oiché Cristo è l’agnello pasquale che Dio stesso ha im‑
moîato (etjthe, aon-isto passivo, con Dio come soggetto sot‑
L‘attenzione che Paolo rivolge al cofP0 (stima) in 1 Cor tinteso) per mi (5,7),sino a esigere di dover celebrare la fe‑
15 non è isolata, ma attraversa come un filo rosso le diverse ‘ sia noncon lievito vecchio,bensì con animi di sincerità e di
tematiche della lettera. Così si passa dal «corpo» dei singo- ‘ verità (5,8),
li credenti, definito «tempio dello Spirito» (6.19). 81001130 Deucaristia instaura un rappono d’interscambio tra il La Chiesa.
eucaristico di Gesù (10,16;11,24),alla Chiesa «corpo di Cfi- ' corpo di Cristo e quello ecclesiale, poiché da una parte, nu‑ carpa
sto» (12,27),e al corpo di Paolo trattato duramente per non ,…trendo1a,fn la Chiesa (10,16), e dall’altra sarebbe meglio re‑ di Cristo
essere squalificato nella corsa agonistica verso la mèta " stare a casa propria quando non ci si attende gli uni gli altri
(9,27). Dietro le diverse accezioni del corpo si trova il ruolo per celebrare il pasto del Signore (11,33-34).A Corinto non
che esso svolge nell'ambiente religioso di Oorinto:i santua- era stata compresa questa dinamica, cosicché i credenti più
fi delle divinità della salute, 001116 ASCIePÌO e DÌGDÌSO,Simol- abbienti giungevano sazi allafinzione delpane,mentre quel‑
tiplicavano in Acaia ein tutto il Mediterraneo.Gli ex-vofi in " li più poveri restavano digiuni. In pratica,concepire il bat‑
terracotta, 0011 le parti del corpo sanate, testimoniano l’im- ‘ tesimo come semplice rito misterico rischia di ridurre l’eu‑
portanza dei culti incentrati sulla salute fisim. , caristia a un’individualistica modalità di relazione con il Si‑
C011l‘evangeliuazione di P8010, nelle sue comunità Si gnare. Nel contesto assembleare lo scandalo eucaristico di‑
divulga 105108" «tutto mi è lecito» (6,12;10,23),in quanto ‘ venta più clamoroso, poiché nel I sec. n o n si procedeva dal‑
sie stati giustificati e riscattatidalla croce di Cristo.Ma in tal . la condivisione eucaristica a quella della mensa,bensì il non‑
rnodo s’ingenerano la svalutazione e la strumentalizzazio- nario.
ne del corpo eucaristico,di quello ecclesiale e di quello per- ’ La manualità del corpo e del sangue di Cristo (svilup‑
sonale. Di fronte a tali fraintendimenti,riconducibili a forme pata ai oe. 10-11) si trova all'origine del tema della Chiesa in
d’incipiente gnosticismo, Paolo indirizza i destinatari verso . quanto corpo di Cristo, che Paolo sviluppa in 12,12-30.Al‑
una visione olistica 0 globale del 001130, che lo valorizza in ‘ cuni studiosi hanno relativizzatola nuova accezione del sé‑
modo integrale e n o n si limita alla salute fiflca, ma mira al- “ ma,ponendola sullo stesso piano della Chiesa descritta co‑
la salvezza dell‘intera persona …. ' me tempio, campo, edificio (, popolo di Dio.A parte il tota‑
Una trattazione generale della 501113Î0108i/3Ì'11 OOTÌD- : le silenzio in 1 Corinzi sulla Chiesa come popolo o lads di
136 - 137
Dio, si può ben rilevare che le altre metafore vi sono appe‑ ' li se n o n in comunità concrete. Contro quanti sostengono
na accennate, sino a risultare acquisite per quanti nella oo‑ , che la Trinità sia un’invenzione del cristianesimo successivo,
munità di Corinto provengono dal giudaismo e sono abi‑ di matrice gnostica, è importante riconoscere che l'agire tri‑
tuati a leggere la Scrittura. j nitario precede qualsiasi formulazione dogmatica. In prati‑
Daln'ngola Piuttosto,èla categoria del corpo che s’impone nell’ec‑ ‘= cale prime comunità cristiane hanno prima sperimentato
alla totalitàclesiologia di 1 Corinzi (e non solo) poiché costituisce più di l’operato trinitario e in seguito hanno approfondito le dif‑
una semplice metafora,ponendosi in continuità con il corpo ferenze tra le Persone nell’unica natura divina. Certo è che
eucaristico di Cristo. La novità ecclesiologia: merita di es‑ . le propcxizioni trinitarie delle lettere paoline n o n scalfiseo‑
sere approfondita anche rispetto alla metafora del corpo ap‑ : no minimamente il monoteismo giudaico‐cristiano e orien‑
plicata allo stato da Platone eAristotele o alla repubblica da tano verso il mistero della Chiesa, corpo di Cristo, che ri‑
Dionigi di Alicarnasso, sino aTito Livio.Mentrenei paralleli . manda a quello trinitario.
menzionati sopra si parte sempre dal generale del corpo per In continuità con le prime due accezioni del «corpo» si
giungere al singolare delle membra, la dinamica di 1 Cor , pone quella che sposta l’attenzione sui singoli credenti che
12,12-30 è inversa, nel senso che all’origine della Chiesa in , con il loro corpo sono membra di Cristo: «Non sapete che i
quanto corpo di Cristo si trova l’unità e la singolarità di , vostri corpi sono membra di Cristo?» (6,15). L’istanza è evi‑
ognuno in Cristo, grazie al battesimo mediante un solo Spi‑ denziata nel contesto dell’immoralità sessuale che Paolo
rito (v. 13). Per questo la categoria del corpo ecclesiale tra‑ = cerca di contrastare, sottolineando l’incompatibilità tra l’u‑
valica gli orizzonti metaforici e assume gli stessi tratti sim‑ nione con una prostituta e quella con Cristo. Il ricorso alla
bolici e realistici dell'eucaristia. , citazione diretta di Gn 2,24 («I due diventeranno una sola
la Cilicia, Le conseguenze sulla comunità di Corinto sono rile‑ carne») e l’appartenenza a Cristo, mediante il caro prezzo
icona della vanti poiché l’unicità dello Spirito, del Signore (Gesù Cri‑ del suo sangue (6,16-20), motivano l'esclusione di relazioni
Tl’inild sto) edi Dio siesprimono nella diversità dei carismi,dei mi‑ sessuali immorali.
nisteri e delle loro attuazioni.senza cadere in forme di arri‑ Le diverse accezioni del corpo che abbiamo segnalato
viamo per cui una parte del corpo possa dire all’altra: «Non Ì sono determinanti per arginare gli abusi verificatisi a Co‑
ho bisogno di te» (v.21). Nei carismi, destinati a diventare ' tinto. Contro la partecipazione eucaristica di chi non avver‑
ministeri,si trova il luogo più concreto e visibile delle azio‑ . te l’esigenza di attendersi vicendevolmente, contro la ricer‑
ni trinitarie, dove n o n sono le relazioni immanenti della ’ni‑ ‘ ca di oarismi sensazionali, come il parlare in lingue (la glos‑
nità a catalizzare l’attenzione di Paolo, bensì l’operato del‑ sclalia), e contro la presunzione che tutto diventi lecito,la vi‑
lo Spirito, del Figlio e del Padre nel tessuto corporeo della sione olistica o globale e positiva del corpo umano costitui‑
Chiesa. Le dense proposizioni di 12,4‐6 («Ci sono diversità , sce un messaggio di perenne attualità sull’eucaristia, sulla
di carisrni,ma lo stesso Spirito; diversità di ministeri,ma lo Chiesa, sulla fede nella risurrezione e sull’etica cristiana.
stesso Signore; diversità di attuazioni, m a l o stesso Dio che
opera tutto in tutti») sono fra le asserzioni trinitarie più im‑
Alle fonti dell’etic‑
portanti di Paolo, perché dallo Spirito, si passa al Signore
(Gesù Cristo) e si giunge a Dio. E come n o n tutti i carismi Seresta fermo che il kérygmu della morte erisurrezio‑
divengono ministeri, anche se non c’è ministero che n o n ne di Cristo costituisce il livello superiore ed eccedente del‑
supponga un carisma, così non tuttii ministeri sono attuabi‑ ; la vita cristiana, l’incidenza sull’etica personale ed ecclesia‑

138 139
le n o n e secondaria. Piuttosto in tutta 1 Corinzi si assiste a ' canto alla glossolalia, alla profezia e all’apostolato, bensì è
diamond: una continua interazione tra il kérygma e l’elica, cosicché la «via sublime» (1231) su cui transitano tutti i carismi e i
quest‘ultima si radica non sulla morale o sui mores condivi‑ ‘ ministeri.E t t o più originale, nell’elogio n o n si accenna Conosciuti
si con l’ambiente civile, bensì scaturisce da motivazioni di‑ in modo esplicito all'amore di Dio, di Cristo o dello Spirito, dall'/mon
verse. Per questo più che di morale o di moralità,nel caso di . né all’amore familiare, amicale e di coppia, bensì si estende diDio
Paolo si dovrebbe parlare di etica: di quanto appartiene a a qualsiasi forma autentica di amore che riscontra nelle in Cristo
ognuno per diventare di tutti coloro che condividono la fe‑ qualità prodotte la sua reale consistenza. Soltanto verso la
de in Cristo. Dunque cerchiamo di evidenziare i quattro pi‑ conclusione è segnalata l’origine divina dell‘agdpe: «Allora
lastri che motivano l’etica nel corso della lettera,scegliendo ‐ conoscerà perché sono stato conosciuto» (13,12). La con‑
le esemplificazioni più importanti. " giunzione kathés ha valore causale (perché) e non di sem‑
plice paragone (come),e il verbo epeghnésthen è un passi‑
Il primato dell’agdpe ‘ vo divino che rinvia a Dio e coinvolge Gesù Cristo, in cui
l‘amore di Dio si è rivelato pienamente,e lo Spirito che lo
Forse a molti il cosiddetto inno alla carità di 12,31 ‑ , rende presente In pratica Dio ha conosciuto o ha amato i
13,13 è noto aprescindere che si trovi in 1 Corinzi,tale e la credenti per mezzo di Cristo e con il dono dello Spirito.’Int‑
sua bellezza che travalica il contesto epistolare per il quale tavia in 13,1-13 Paolo preferisce sottintendere le origini del‑
è stato dettato: quello dei carisn1i e dei ministeri. La ric‑ l’agàpz per soffermarsi sul suo modo di agire e di superare
chezza dell’elogio dell’amore, com‘è preferibile definirlo qualsiasi barriera, persino le soglie della morte, per restare
(più che «inno alla carità»), richiede che l’agdpe sia consi‑ in eterno.
derata come la primaria fonte dell’etica cristiana. In 13,1‐13 Le virtù che l’amoreautentico produce sono cosi eleva‑ L’alterirà
Paolo elogia non l‘agdpc che esclude lafilta (l’amicizia),né te che pongono in discussione facili illusioni che si mi per dell’smnre
l’éror, bensì l'amore nella sua forma più elevata e più esi‑ via naturale o semplicemente perché si è credenti. L’agdpe
gente che comprende la filia e l’eros… D'altro canto in 1 Cor non nasce per Paolo dall’etica, fosse anche la migliore, mae
8,1 l’Apostolo aveva già segnalato la centralità dell’agfipe l’altro daséche interpella il proprio modo di essere e di re‑
rispetto alla conoscenza,per risolvere la questione degli ido‑ lsn'onarsì. Per questo l'io, posto di fronte all’agdpe, non è
lotiti. E non a caso la lettera si chiude con la monomanda‑ soltanto autobiografico,maè un ego esemplare, che può es‑
zione a far valere l’ugdpe su qualsiasi altra esortan"one eo‑ sere sostituito da qualsiasi pronome personale,in una scon‑
clesiale: «'I'litto avvenga nell’amore» (16,14). finata interpellanza. Così intesa l’agàpe costituisce la prima
L'aztpepiù Quanto rende intramontabilela pagina di 1 Cor 13,1‐13 fonte dell’elica cristiana, sino a diventare compimento della
di una virtù è che l‘agàpe n o n è elogiata insieme alle altre virtù, come la
Legge mosaica ( c i Gal 5,13-15; Rm 13,8»10).
fede e la speranza,ma le trascende quanto a necessità (vv.
1-3), utilità (vv.4-7) e permanenza (vv.8-13),oome ha rile‑
vato S.Tommaso d’Aquino nel suo bel commento a 1 C0‑ Ginstilic-liin Cristo
rinzi. A ben vedere l'ugdpz non è neanche una virtù, ma è ]] seeondo vettore dell’etica in 1 Corinzi è costituito dal‑
personificata (secondo la figura retorica della prosopopea) la cristologia e,in particolare, dall’evento della morte e ri‑
come una persona in carne ed ossa che realizza le virtù. surrezione di Cristo.Così in 6,11 Paolo delinea l’importan‑
’Ilu1to meno l’agdpe è un carisma tra i tanti, da collocare ac‑ m del rapporto con Cristo per motivare l’agire etico: «Tali

140 141
eravate alcuni di voi, ma siete stati santificati,siete stati giu‑ si riduce a un insieme di azioni dettate dall’esterno, bensì
DaCristo stificati nel nome del Signore Gesù Cristo». L’essere stati scaturisce dall’impulso vitale e interiore dello Spirito. Tut‑
all’etica giustificati e santificati in Cristo dovrebbe esprimersi non . tavia tale percorso ha bisogno di tempi di maturazione per‑
con lo slogan «tutto mi è lecito», bensì con un’etica conse‑ ?ché l’uomo carnale o psichico diventi spirituale. Paolo è ben
quenziale che assume le distanze dal passato idolatrico da consapevole delle difficoltà e dei regressi che l’azione dello
cui proviene la maggioranza dei destinatari. Spirito incontra nella vita dei credenti, poiché non è conse‑
Lo stesso orizzonte si ripete a proposito delle carni im‑ quenziale che l’essere stati giustificati in Cristo produca
molate agli idoli: «Ed ecco, per la vostra coscienza,va in r o ‑ »un’etica corrispondente. Non ci troviamo nella logica della
vina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto!» causa e dell’effetto, bensì della causa spirituale che eccede
(8,11). La coscienza occupa uno spazio privilegiato in 1 Co‑ sempre la iisposta umana.Nondimeno,l’azione dello Spiri‑
rinzi ( c i 10,25-29), tant’è che Paolo è l’unico a utiliuare il merila tutto il credito necessario perché è l’ unica capace
termine synetdesis nel NT.Tuttavia, la coscienza non e vista trasformare il modo di pensare e di agire dei credenti.
come organo neutrale;né tanto meno soggettivo,che rischia
di arenarsi nell’arbitrio personale, bensì è filtrata dalla ra‑
gione fondante della morte di Cristo per il fratello. In que‑ L’etica dell’anticipnn'nne
st'ottica i credenti sono in condizione di valutare ogni situa‑ Infine l’etica paolina è orientata verso l‘oriuonte esca‑
zione con «il pensiero di Cristo» (2,16) e non più con il mo‑ ttologico o finale; e in tal senso è significativo il modo con
do di pensare umano. cui Paolo affronta i rapporti tra matrimonio e verginità. A
,prima vista sembra che in 1 Cor 7,1-40 consideri lo stato ver‑
Dn uomini carnali aspirituali
”‘ginale superiore a quello matrimoniale. In realtà è l’oriz‑ Oltre
zonte escatologica per cui «passa la scena di questo mon‑ la mena
Tempio Lo Spirito rende presente l’evento passato della morte do» (v.31) a relativizzare il matrimonio a favore della ver‑ del mondo
della Spiriia erisurrezionedi Gesù Cristo. Per questo la proposizione di g'nità. Così il confronto tra le due condizioni non e assoluto,
1 Cor 6,11 si chiude con l'accenno alla giustificazione e alla ,ma condizionato dalla priorità del rapporto con il Signore
santifican'one «nello Spirito del nostro Dio». E poiché il cor‑ 1(»v. 34). Le opzioni etiche attestano e anticipano l’altre del‑
po di ogni credente è «tempio dello Spirito Santo» che abi‑ ‘ 1essere con Cristo, al di la delle scelte contingenti da corn‑
ta in loro (6,19), non esiste un’etica dettata dall’arbitrio, . ;:' re. In pratica sein 1 Cor 7 è favorita la verginità è perché
bensì una irrorata dall’azione costante dello Spirito. ‘ un contesto così provato dalla licenziosità sessuale, come
L’azione vivificante dello Spirito innesta un percorso di 'quello di Corinto, tale scelta diventa il segno profetico più
maturazione che assume, in modo progressivo,le distanze Qisibile dell’unione con Cristo, mentre n o n c’è alcun de‑
dall’uomo «carnale» (o sarchico) e «psichico» (o vivente), 'prezzamentoo svalutazione del matrimonio. Nell’ottica po‑
per diventare uomo «spirituale» (pneumatikés). Così la sa‑ 'tiva del matrimonio,la tradizione paolina tornerà per con‑
pienza dettata dallo Spirito e quella che, in modo parados‑ jderarlo come nuovo segno profetico dell’amore di Cristo
sale, scaturisce dall‘evento della croce: «Ora noi non abbia‑ ' la sua Chiesa (cf. Et 5,21-33).
mo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per I quattro vettori che abbiamo delineato dimostrano che
conoscere ciò che Dio ci ha donato» (2,12). , tica paolina n o n e mai dettata da] dovere, né dal modo
Si comprende,in modo chiaro, che l‘etica così intesa non pontone di pensare, bensì dall’essere in Cristo, mediante lo
142 143
Spirito, che nell’agàpe s’incama e per l’agépe è capace di Bibliografia ragionata
sperare oltre i confini della morte naturale (cf. 13,7.12). In‑
carnare il vangelo in situazione senza cadere in etiche della
situazione è la grande sfida che l Corinzi lancia alle comu‑ L’ambiente della città e della comunità
nità cristiane: si tratta di non ridurre l‘etica a un codice o a Il contesto urbano di Corinto e della comunità si deli‑
un prontuario morale preoostituito,bensì di cercare quanto A"nea su tre percorsi: archeologico, letterario e religioso. Il si‑
e capace di motivare qualsiasi opzione personale ed eccle‑ _'_to della città imperiale è fra i più preservati, con l’agortì, lo
siale. stadio, il macello eil cardo massimo.Dal versante letterario
;le fonti antiche - da Oran'o a Strabone - offrono informa‑
Conclusione Eoni pren'ose sulla città. Il contesto religioso si concentra
_l u i culti misterici che si riflettono e spiegano le problemati‑
Destinataria di 1 Corinzi è una Chiesa non già ultimata, die affrontate da Paolo.
ma in costruzione.Le fazioni insorte dopo la prima evange‑
lizzan’one di Paolo non lo scoraggiano,malo inducono a ri‑ .J.MURPHY-O’CONNOR,St. Paul’s Corinth. Text andArchaeo‑
partire dal paradosso della croce di Cristo e dalla predica‑ .' logy,Liturgical Press, Collegeville 1983;
zione della sua risurrezione. Con questo criterio di valuta« ’ M. PESCE, Paolo e g l i amanti di Corinto, Paideia, Brescia
zione, sono affrontate le divisioni tra ricchi e poveri, forti e 1977;
deboli, spirituali e immaturi nella fede, affinché da uomini e ' A. R A N D Ò , La prostituzione sacra nell'antichità. Santuari di
donne carnali possano giungere ad assumere il pensiero di Afrodite in Grecia eMagna Grecia. Corinto, Erice, Locri
Cristo. Il corpo, inteso come integrità della persona umana, Epizefirii, Universitalia, Roma 2009.
attraversa le singole questioni: dal corpo eucaristico del Si‑
gnore. a quello della Chiesa con le sue diverse membra, a
quello di ogni singolo credente, divenuto tempio dello Spi‑ Comment-rl esegelid
rito, eal corpo destinato a trasformarsi con la partecipazio‑ In traduzione si possono consultare i c u m e n t i patri‑
ne alla risurrezione di Cristo. i t i d di Giovanni Crisostomo, dell’Ambrosiaster ed il com‑
Contro iniziali forme di gnosi, che deprezzano e stru‑ ntario medievale di Tommaso d’Aquino. Fra i commen‑
mentalizzano il corpo, l'etica paolina è radicata sul primato ‘ esegetia' contemporanei, approfonditi sono quelli di H.
dell’ngdpe, sull’essere giustificati in Cristo, sull’azione po‑ Donzelmann,G. Barbaglio,G. Fee e D. Zeller.
tente dello Spirito e sull‘anticipazione escatologica. E con‑
tro i retaggi passati dei culti misterici,il battesimo e l’euca‑ …ROSIASI’ER,Commento alla Prima Lettera ai Corinzi, L.
ristia n o n sono visti come individualistiche appropriazioni FATICA (tr.),Città Nuova, Roma 1989;
della sfera divina, ma sono evangelizzati a motivo delle im‑ GIOVANN1 C l u s o q uCommento alle lettere di San Paolo
plicazioni ecclesiali che veicolano. A Paolo spetta il merito ai Corinzi, I - I I ,Cantagalli, Siena 1962;
di aver saputo affrontare ogni situazione di emergenza sen‑ MMASO D'AQUINO, Commento al Corpus Paulinum (ex‑
za lasciarsi irretire dalle situazioni,ma partendo ogni volta poritio et lectura super epistolas Beati Pauli), 2: Prima
dal livello superiore dell’essere in Cristo per la fede nella lettera ai Corinzi,B. Mondin (tr.), Edizioni Studio D o ‑
sua morte erisurrezione per noi. menicano,Bologna 2005.

144 145
G. BARBAGLIO, La prima lettera ai Corinzi Introduzione, Contributi
versione e commento (Scritti delle origini cristiane 16),
EDB, Bologna 1995; Diverse monografie concentrano l‘attenzione su que‑
C.K. BARRETI',La prima lettera ai Corinzi. Testo e commen‑ 'oni e sezioni specifiche di 1 Corinzi: dall’intreceio retori‑
to, EDB, Bologna 1979 (orig. ingL 1968); co-letterario alle singole questioni affrontate da Paolo. Fra
H. CONZELMANN, Der erste Briefan die Korinther (Kn'tiscli‑ dibattiti più accesi si trova l’uso della Scrittura nella lette‑
Exegetischer Kommentar),deenhoeck & Ruprecht, tu: seassmne soltanto funn'one di supporto,rispetto alla pre‑
thtingen 1969; .-diean'one di Cristo, o se svolga anche una funzione etica 0
R. FABRIS, La prima lettera ai Corinzi. Nuova versione, in‑ halakica per risolverele emergenze createsi.
troduzione ecommento (Libri BibliciNuovoTestamen‑ .BIGUZZ‘,Velo e silenzio. Paolo e la donna in 1Car 11,2-16
to 7), Milano 20052; e 14,33b-36 (Supplementi di Rivista Biblica 37), EDB,
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146 147
IV
2 Corinzi:
a servizio del vangelo
della riconciliazione

A causa dei rapporti wnflittunli con i destinatari,2 Cu‑


, rinzipuò essere definita il manifesto dell‘apostolato paolino.
Ditatti lo spazio principale della lettera è occupato dalle due
. apologie e difese di Paolo (2,14 - 7,4; 10,1‐ 13,10),costret‑
to a fronteggiare diverse accuse che gli sono mosse dagli av‑
versari interni ed esterni della comunità. Soltanto nella se‑
n'one di 8,1 - 9,15 subentra la questione della colletta per i
poveri di Gerusalemme, interposta fra le due apologia. No‑ Le
‘- nostante la tematica unitaria dell’apostolato, la lettera è Confessioni
, tutt’altro che monotona, poiché il ministero di Paolo è ri‑ di Paola
, pensato sudiversi fronti: per i rapporti con Gesù Cristo,con
Dio, con lo Spirito e con le comunità dell’Acaia e della Ma‑
cedonia. Si può parlare della lettera m m e delle Confessioni
di Paolo, che cerca di ricuperare le relazioni compromesse
con i destinatari facendo appello alla sincerità e all’onestà
della sua coscienza e del suo modo di agire.
Quali eventi l’hanno obbligato a inviare una nuova lette‑
ra alla comunità che gli sta procurando maggior preoccupa‑
n'oni,maa cui «spalanca»il cuore (6,11)‘.7 Poiché sul contesto
civile delle comunità domestiche di Corinto ci siamo soffer‑
, mali nell'introduzione a 1 Corinzi, concentriamo l‘attendo‑
ne sulla natura della 2 Corinzi canonica.Si tratta di una lette‑
ra integra1dettata nello steso tempo eluogo,oppure di due o
; più lettereinviate in momenti diversi, anche sevicini tra loro,
e confluite nella lettera tramandata dai oopisti successivi?

149
Una o più lettere? Dalla lettera delle lacrime
alle due lettere successive
In genere l’integrità delle lettere paoline merita il be»
neficio dell‘inventario poiché gli amanuensi le hanno tra‑ Durante il terzo viaggio missionario, Paolo ebbe l’op‑
smesse senza interruzioni interne.Tuttavia è noto che i co‑ portunità di raggiungere nuovamente la capitale dell’Acaia:
dici delle lettere paoline risalgono al I I - V Isec d.C.quando pianto intorno al 55 d,C., quando, provenendo dalla Mace‑
ormai assumono una forma testuale abbastanza stabile. Nel donia, decide di raggiungere Corinto. Purtroppo la seconda La lettera
periodo intermedio possono essersi verificate alcune colla‑ visita si rivelò fallimentare perché un offensore, n o n meglio delle hcn'llu
zioni di lettere perdute o pervenute soltanto in parte. Ora in identificato,lo aveva umiliato in assemblea e la comunità gli
2Corinzi si verificano alcune interrun'oni tra una sezione e aveva voltato le spalle. Per non peggiorare i rapporti, Paolo
l’altra che hanno portato gli studiosi a ipotinare la con‑ ._'preferisce abbandonare Corinto e tornare a Efeso,da cui in‑
fluenza di due o più lettere. via, per mano di Tito, la cosiddetta «lettera delle lacrime»,
Divarepanu La discrepanza cronologica maggiore si verifica tra menzionatain 2,4 ein 7,8-16. Intanto,giunto aTioade (2,12),
cronologi‑ 8,17-18 e 12,17-18. Nel primo paragrafo Paolo asserisce: spera d’ineontrare "lito e di ricevere notin'e rassicuranti dal‑
che interne
«Egli (Tito) infattiha accolto il mio invito e con grande sol‑ l’Acaia. Purtroppo l‘incontro non si verifica e, nonostante
lecitudine è partito spontaneamente per venire da voi. Con ; g l i si fosse aperta una porta o un‘opportunità favorevole
l u i abbiamo inviato anche il fratello che tutte le Chiese lo‑ “verso nuovi confini dell’evangelizzazione, si reca in Mace‑
dano a causa del vangelo». In 12,17-18 le affermazioni di ‐donia (forse a Filippi) dove finalmente incontraTito e rice‑
Paolo riflettono contingenze non solo diverse, ma contra‑ »ve notizie confortanti sulla comunità di Corinto (2,13; 7,6-7).
rie alle precedenti: «Vi ho forse sfruttato per m e n o di al‑ I destinatari si sono pentiti per come l’hanno trattato e Pao‑ La lettera
cuni di coloro che vi ho inviato? Ho vivamente pregato“‑ ‘ lo decide d’inviare la lettera della riconciliazione,che corri. della rican‑
to di venire davoi e con lui ho mandato quell’altro fratello. sponde ai primi nove capitoli della 2 Corinzi canonica. De‑ all‘azione
Tito vi ha forse sfruttati in qualcosa? Non abbiamo forse …nomineremo questi primi capitoli «lettera della riconcilia‑
camminato entrambi con lo stesso spirito e sulle medesime zione», poiché l‘apologia che li caratterina è finalizzata al
tracce7». ‘ ‘ recupero definitivo dei rapporti tra Paolo e i destinatari.
Inoltre, mentre sino a 9,15 i delegati della Macedonia Quando le relazioni stanno per rasserenarsi alcuni av‑
(Rssalonica e Filippi) stanno per partire alla volta di C0‑ versari, giunti dall’esterno a Corinto (cf… 11,4),seminano una
rinto per organizzare la colletta, in 12,17-18 sono già stati nuova ventata di zizzania contro Paolo e gettano discredito
inviati e Paolo è contestato dai destinatari proprio sulla ge‑ { sul suo ministero (cf.10,10).Sobillati dagli oppositori,i Co‑
stione della colletta. Per questo riteniamo che le due parti -,rinn‘ nutrono ulteriori riserve suPaolo che decide d‘inviare
principali della lettera n o n possano appartenere allo steso runa nuova lettera, corrispondente alla sezione di 10,1 ‑
momento in cui sono state inviate: qualcosa d’imprevisto si
, 13,13.A causa dell’aspro tenore denomineremo questi ca‑
è verificato tra la sezione di 2 Cor 1 ‐ 9 e di 2 Cor 10‐ 13. ’ pitoli «lettera polemica». Giung'amo così alla primavera del La lettera
Cerchiamo di approfondire gli eventi intercorsi tra le due '56 d.C.verso la fase conclusiva del terzo viaggio missionario. polemica
parti della lettera, partendo dagli sviluppi verificatisi a Co‑ «Finalmente durante l’estate dello stesso anno l’apostolo vi‑
rinto dopo l’invio di 1 Corinzi ‘sita per la t e m volta Corinto e i rapporti si rasserenano in
,.modo definitivo:la colletta per i poveri,interrotta daun an‑

150 151
no, è portata a termine e Paolo può partire alla volta di Ge‑ di frammentate ulteriormentele due lettere.Altrettanto im‑
rusalemme con il contributo delle comunità della Macedo‑ :probabileè l’ipotesi che identifica la sedone dei ec. 10‐13 con
nia e dell’Acaia ( c i Rm 1515-23}.\ In perduta «lettera delle lacrime» che, a una verifica dei con‑
L’ipotesisu due lettere conflìliîe nella 2 Corinn‘ canoni» 'tenuti, è tutt’altro che consolatoria mentre, come abbiamo
caè confermata da ulteriori dati.A proposito degli awersari, rilevato,veicola tratti fortemente polemici contro gli avver‑
nei cc. 1-9 si accenna soltanto all’offensore della comunità, ; sari. Pertanto, con le precisazioni storiche delineate, ap‑
mentre neicc. 10-13 subentrano oppodtori esterninon meglio profondiremo2 Corinzi distinguendo la disposizione ei con‑
identificati (ll,3-S).Anehele accuse sono differenti: in 2 Cor tenuti della lettera della ricondiiazionee di quella polemica.
1‐ 9 Paolo è accusato di essere incostante edi mercanteggia‑
re la Parola di Dio; in 2 Cor 10‐ 13 di essere aggressivo per Disposizionie generi delle due lettere
lettera edisprezzabìle quando è presente a Corinto (10,10),di
non essere all’altezza di quelli che denomina «cupa-apostoli» A causa dei problemi redazionali segnalati, alcuni stu‑
(11,5-6) e di strumentalizzare la colletta a propiio tornacon‑ diosi banno definito 2 Corinzi la lettera più difficile di Paolo.
to (12,17-18). Un’analisi approfondita permette di rilevare In realtà ogni lettera paolina presenta difficoltà diverse, ma
che anche i generi retorico-letterari diversificano le due let‑ sul versante della composizione dobbiamo riconoscere che
tere: mentre nei cc. 1-9 domina l’apologiao la difesa di Paolo 2 Corinzi è la più complessa. Per questo è importante aver
in vista della definitiva riconcilian’one,nei cc. 10-13 subentra presente la disposin'one delle parti che la compongono, di‑
una mordace «categoria»o accusa con cui polemim con gli stinguendo la lettera della riconciliazioneda quella polemica.
oppositori esterni alla comunità e con i Corinzi. h letter! dell- rieondliazione (2 Cor 1,1‐ 9,15)
Naturalmente la natura oompilativa delle due lettere
non inficia la questione dell’ispirazione:2 Corina" appartie‑ Introduzione epintolnre (1,1-14):
ne al canone del NT nella modalità in cui e stata tramanda‑ il prescritto (1,1‐2);
ta. ’Ibttavia, a nostro modesto parere, dal versante storico la benedizione divina (1,il-11);
neanche ricorrendo alle normali pause tra una sezione :: l’ai. la tesi generale (1,12-14).
tra nella stessa lettera è possibile considerare 2 Corinn’ co‑ llcorpo epiltolnre (1,15 - 9,15):
me unitaria. In realtà se durante la dettatura della lettera la narrazione apologetica (1,15 ‐ 2,13);
della riconciliazione (cc. 1-9) gli fossero giunte le calunnie la prima apologia (2,14 - 7,4);
che si riflettono in quella polemica (cc. 10-13),Paolo non ripresa della narrazione e fiducia nei Corinzi
avrebbe inviato più la prima lettera,ma soltanto la seconda, (75-16);
che la rettifica in modo sostanziale. utilità e qualità della colletta per i santi di Ge‑
Alcuni commentatori hanno ipotizzato la presenza di rusalemme (8,1‐ 9,15).
quattro lettere confluite in 2 Corinzi, distinguendo tra l’al‑ La letten polemic- (2 Cor 10,1- 13,13):
tro i due «biglietti»diversi di 2 Cor 8 e9, definiti come lette‑ esordio generale (10,1-6);
re amministrative ( H D . B a n , 1985). Ma l’ipotesi tende a la confutazione delle calunnie (10,7-18);
esasperare le proposte di tipo compilativo sulle lettere pao‑ la probaziane o il discorso immoderato (11,1‑
lino. Piuttosto riteniamo che sia sufficiente riconoscere la 12,18).
frattura incolmabile tra i cc. 1-9 ei oc 10-13,senza la necessità Rnccomnndnn'oni l i n - l i e poscritto (12,19 - 13,13).

152 153
lllllllllllllllllllllllllllll|llll||llll|llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllîllll il… i… …‘U “ ‘

Come per tutte le lettere paroline,2 Corinzi è articolata te verificatosi in Asia, forse a Efeso. Infine la parte intro‑
in tre parti generali: l’introduzione epistolare (Ll-14),il cor‑
' ttiva della lettera della riconciliazione si chiude con la te‑
po epistolare che si distingue in due macro-sezioni (1,15 ‑
. generale su quanto Paolo intende dimostrare con la pro‑
9,15; 10,1‐ 12,18) e la conclusione epistolare oon le ranco‑
' apologia (vv,12-14).
mandazioni finali e il postscn'ptum (12,19 - 13,13).Tuttavia,
Il prescritto presenta gli interlocutori principali: Paolo, Ilprenn'm)
sel’ipotesi delle due lettere in una è condivisa, e possibile
osservare che la lettera della riooncilian'one manca del po‑
‘apostolo per volontà di Dio (la titulatio epistolare), il com‑
, mittente (Timoteo) : i destinatari (la Chiesa di Dio che è a
scritto finale e, a sua volta, quella polemica è carente del
Corinto e tutti i santi dell’intera Acaia). Pertanto oltre alla
prescritto proprio. Molto probabilmente queste due parti
-,comunità di Corinto la lettera èindirizzata a quella di Cen‑
mancanti sono state tolte successivamente per rendere uni‑
7ore, uno dei porti dell’istmo, e forse a quella di Atene, an‑
taria la lettera.
che sesuquest’ultima non ci sono pervenuti dati storici.
Genere . Per quanto riguarda il genere, gran parte della lettera
La benedizione di 13-11costituisce l’esordio più eleva‑ Benedizione
WMW‑ rientra in quello forense, con le due specie dell’apologia in ‘ to delle lettere paolino in cui domina l’indngio (o common:‑ perla am‑
polemico 1,11 ‐ 7,16 e della «categoria» o polemica in 10,1‐ 13,13.
n'o) sullapnrfiklesis ola consolazione eil conforto di Dio. Sul soluzione
Soltanto nella sezione di 8,1 - 9,15 subentra il genere deli‑ divina
linguaggio della panîklesis ci siamo soffermati nell’introdu‑
berativo sull’utilità e la qualità della colletta per i poveri di
, zione alla sezione di 1Ts 4,1 ‐ 5,11. Ora atta-diamoci sulla
Gerusalemme. Inoltriarnoci ora nel percorso articolato del‑
…zuloghta o benedizione della lettera della riconciliazione che
le due lettere dedicate all’apostolato di Paolo.
..-sarà ripresa,quanto a genere, nella Lettera agli Efesini (ci. Ef
‘ 13-14)ein 1Pietro (cf.1Pt 1,3‐12).Dal punto di vista del ge‑
L’intreccio ar omentativo della lettera . nere la benedizione di 2 Cor 13-11non e diversa dai ringra‑
della riconciliazione (2 Cor Ll ‐ 9,15) n’amenti delle altre lettere,poiché ha sempre Dio come de‑
’ stinatario, contiene i motivi del ricordo nella preghiera o
Inviata nella metà degli anni50 d.C., la lettera della ri‑ Mneiamotiv (v. 11) e il vertice escatologico (spostato nel v.
conciliazione si divide in due parti: l’apologia di Paolo nei oe. l4).’l\ittavia il tono della benedizione è più solenne del rin‑
1-7 e la gestione della colletta in Acaia nei ce. 8‐9. Probabil‑ . gran'amento e pone l’accento non tanto sul percorso che da
mente la lettera fu inviata daFilippi,per mano di'l'ito. ch’è
' Paolo giunge a Dio, quanto l’inverso, ossia sull’operato di
appena tornato da Corinto non le notizie confortanti sul D i o nella sua esistenza. Inoltre, la benedizione veicola un
pentimento dei Corinzi (7,5‐16) edè disposto a tornare nel‑ contesto più assembleare eliturgico del ringraziamento epi‑
la città dell‘istmo per organiuare la colletta. ‐ stolare. Comunque si tratta più di awentuazioni che di ge‑
neri diversi,poichéanehe lnbenedizionedi 13-11assolve al‑
introduzione epistolare (2 Cor L1-14) la funzione di esordio retorico dei ringraziamenti paolini.
L’elevato spessore della benedizione è espresso con il
La parte introduttiva di 1,1-14 si compone di un pre‑ canto del conforto divino e il controcanto delle tribolazioni
scritto (vv. 1-2) edi un esordio (vv.3-11). Ma diversamente ' e delle sofferenze affrontate da Paolo per Cristo.'Ihttavia il
da gran parte delle lettere paoline, l‘esordio di ringrazia‑
, peso della benedizione è sbilanciato sul conforto di D i o che
mento e sostituito in 13-11dalla benedizione rivolta a Dio
‐ diventa conforto eincoraggiamento per tutti coloro che so‑
per il conforto ricevuto in oocasione di un pericolo di mar‑ no costretti ad affrontare analoghe situazioni di afflizione.
154 155
lllllllllllllllllllllllIl…|I‘llllltllllvllllrllllllllllllumi…Hm…mwmu…li… … … … .

L’ultima parte dell’introduzione contiene la tesi princi‑ La narrazione parte dall’accusa di essere incostante Accusato
pale della lettera (vv. 12-14) in cui Paolo annuncia la pro‑ ‘ e l l e relazionie nei progetti di viaggio alla volta di Corin‑ diimmani:
essere

pria apologia. Siè comportato con tutti e,in particolare ver‑ ' to per giungere a chiamare in causa Dio con il suo sì fedele
soi Corinzi, con semplicità esinoerità;ha agito non secondo in Cristo,la caparra dello Spirito e l’amen di gratitudine dei
la sapienza unmna,bensì con la grazia divina (v.12);e men. " uedenti (1,20-22). Invece di limitarsi a prendere atto del
tre riconoscedi essere già stato compreso in parte dai des1i‑ . castigo comminato dalla comunità nei confronti dell’ano‑
natari spera di esserlo sino alla fine con la lettera che sta per . nino offensore, chiede che si faccia prevalere l’amore (2,6‑
inviare (v.13).La prospettiva escatologica del giorno del Si‑ _11). E invece di proseguire nella sua predicazione aTl-oade,
gnore chiude la parte introduttiva della lettera della ricon‑ " non avendo trovato 'Iìto, di ritorno dall’Acaia, si d' 'ge in
ciliazione (v. 14): Paolo spera di poter esprimere il recipro‑ Macedonia alla ricerca del collaboratore (2,12»13). In ef‑
co vanto tra lui e i destinatari sino all’incontro finale con il "'tetti, in un reale contesto forense qualsiasi giudice avrebbe
Signore. interrotto Paolo, chiedendogli di attenersi a raccontare i
i fatti come si sono verificati senza menare troppo il can per
-.Paia.
La nananana apologetien (2 Cor 1,15 - 2,13) Pertanto pur trattandosi di una narrazione apologetica, Una
Qualsiasi apologia che si rispetti richiede ann'tutto che quella di 1,15 ‐2,13 introduce già alcune delle prove che sa‑ narrasz
coinvolta
all’aecusato sia data l'opportunità di riferire sugli eventi per ., ranno sviluppate nella parte probativa della lettera. La corn‑
i quali èchiamato in causa. Così in 1,15 ‐ 2.13 Paolo raccon‑ mistione tra differenti questioni (i progetti di viaggio, i sen‑
ta gli avvenimenti più recenti dei suoi viaggi missionari: da . timenti di Paolo eil modo di agire dei destinatari) rende po‑
quelli tra la Macedonio e l‘Acaia (1,15-22),all’annullamento ‘ oo chiara la scansione degli eventi. Paolo è talmente coin‑
della visita a Corinto (1,23 ‐ 2,4), all‘abbandono improvviso - volto negli eventi che interrompe la narrazione per ripren‑
della precedente permanenza a Corinto che ha causato la derla in 7,5 e fornire le prove in sua difesa. Naturalmente
lettera delle lacrime (25-11) e al viaggio da’ll‘oade a Filippi nonmancano studiosi che sulla irattma dell‘anello spezzato
per rivedere ’Iìmoteo e ricevere notizie sui Corinn' (2.12-14). ‘ tra la narran'one su’Iroade in 2,12-13 e quella sulla Mace‑
Purtroppo Paolo non racconta in modo distaccatoi eon‑ ' donia in 75-16 hanno ipotizzato la presenza di un‘ulteriore
tinui cambiamenti sui propri progetti di viaggio, masi lascia ‘ lettera assemblata nella 2 Corinzi canonica, ma è preferibi‑
coinvolgere con eccessi che intensificanoi rapporti tra lui e ‘ le sostenere che Paolo stesso interrompa la narrazione per
i destinatari. D’altro canto proprio sul suo modo altalenan‑ Ì conferire maggiore span'o alla parte probatoria dell’apo‑
te di agire verte la prima accusa dei Corina": sarebbe capace ' logia.
di dire si e no nello stesso momento, rivelandosi poco affi‑
dabile (1,17). Per questo non si limita a raccontare i bruta 1.- probnn'one upologeflu (2 Cor 2,14 - 7,4)
fam, com‘è richiesto da una narrazione apologeliea,che do‑
vrebbe essere chiara, breve e pertinente,ma ogni volta in‑ Bisogna riconoscere che Paolo è più abile a dimostrare
nalza la narrazione al livello superiore del rapporto con i , che araccontare! Per questo lo spazio maggiore nella lette‑
Corinzi, con Dio, lo Spirito e GesùCristo. Nondimeno l’ec‑ ra della riconciliazioneè conferito alla probazione apologev
cessivo coinvolgimento gli permette di trasmette afferma‑ , tica che si estende per ben quattro capitoli. La probazionesi
zioni di notevole spessore contenutistico. ‘ collega anzitutto alla benedizione introduttiva di 1,3-11,tra‑

156 157
"||_"!llllîlllllllllllllllllll"||||I'll||…|llilllliilllillllillllilil…HINHIHWHH’HH‘… … ‘… ‘U ‘

La mi sformandosi in ringraziamento per Dio (2,14-16a), per poi ) dolo significa velare o misconoscere il suo servizio per il
ncondunix; procedere con la tesi secondaria di 2,16b-17 che guida le di‑ . vangelo o per Cristo.
dignità nel mostrazioni successive. Con una domanda retorica, in cui
miniilem La seconda parte probatoria sposta l’attenzione sul ver‑
s‘interroga su chi sia capace di un ministero così impegnati‑ a sante contrario dell’indegnità o incapacità nel ministero così
vo, è introdotta la tesi secondaria della lettera.Il motivo del‑ ’«da bilanciare quella sulh dignità.Anche la nuova sottosezione
la sincerità nel modo di comportarsi collega le proposizioni ‘/ di 4,7 -5,10 e cadenzata da tre formule di affidamento:
di 1,12-14 e di 2,16b-17. Paolo intende dimostrare che,pur
non essendo degno dell’apostolato, è reso tale dalla grazia «Abbiamo però questo tesoro in vasi d’argilla» (4,7);
divina. «Avendo però lo stesso spirito di fiducia non ci scorag‑
La prima parte della probazione (3,1‐ 4,6) è intessuta giamo» (4,13);
per dimostrare che la dignità nel ministero e conferita da «[...]Abbiamo una dimora da Dio non costruita da ma‑
Dio e non nasce dalle capacità umane. Alcune formule di ' ni d’uomo» (5,1).
affidamento scandiscono la progressione della sottosen‘one: Contenuti delle tre formule di affidamento sono il teso‑ lerrun
«Abbiamo questa convinzione mediante Cristo» (3,4); _ ro del vangelo o di Cristo posto da Dio nel corpo degli apo‑ del limite
«Avendo questa speranza» (3,12); ; steli,la convinn'one di fede che Colui che ha risuscitato Ge‑
«Per questo avendo questo ministero» (4,1). . sù Cristo risusdterà anche i credenti e la dimora divina che
‘ progressivamente prende il posto di quella terrena o fisica
Contenuti della convinzione, della speranza e del mini‑ ‐ che si corrompe. Per conferire consistenza alla seconda pro‑
stero sono rispettivamente la dignità nel ministero. la tran‑ ‘ bazione Paolo si sofferma suun’antropologia «teologica»
chezza o la libertà di esercitarla e la verità contro le dissi‑ che trasforma di giorno in giorno la necrosi del corpo uma‑
Il confronto mulazioni vergognose. Per conferire rilievo alla dignità nel no nella vita di Gesù, la leggera pesanteua della tribolazio‑
tra Mosè ministero Paolo stabilisce in 3,4‐17 un confronto o afin/crisis ne nella quantità smisurata di gloria ela dimora terrena nel‑
: Paolo con il ministero di Mosè in occasione del dono della legge l'abitazione celeste ed eterna. Per questo le sofferenze e le
(cf.Es 34,29-35). Mentre quando fu donata la legge a Israe‑ 3tribolazioni affrontate per Cristo non debilitanoil corpo dei
le, Mosè fu costretto a utilizzare un velo sul volto, il mini‑ ] credenti, malo irrobustisoono contro ogni awersità.
stero paolino è esercitato senza velo. E con un’argomenta‑ ' La terza parte probatoria di 6,1 - 7,4 indugia sull’amo‑ L’amore
zione :: foniari (o «dal minore al maggiore») sostiene che re di Cristo che si trova all’origine del ministero della ricon‑ di Cristo
seil ministero della condanna era avvolto della gloria o del' » filiazione. La sottosezione ha la finalità di dimostrare che
la presenza di Dio, quanto più il ministero dello Spirito. Di Paolo n o n ha bisogno di essere raccomandato dai Corinzi
conseguenza,la lettera e lo Spirito distinguono l’antica dal‑ ' di fronte ai suoi deuattori,ma l’amore di Cristo per lui lo
Antica la nuova alleanza: la prima è ancora avvolta dal velo desti‑ ' sorregge e lo stimola sino a tormentarlo. L’affidamento del
! Il…/l nato a essere distrutto,la seconda a essere senza veli, con li‑ ' ministero della e per la riconciliazione rappresenta il conte‑
ullmzu bertà e franchezza. Lo spartiacque che distingue le due al‑ ’ nuto più originale e nuovo del suo apostolato (cf. 5,14-21)
leanza non el‘abrogazione della prima rispetto alla seconda, che sintetizza qualsiasi altro affidamento della grazia divina.
bensì Cristo, poiché con lui il velo posto sui figli d‘Israele è Oonsequenziale è che tale abbondanza di grazia sia accolta
tolto e la gloria o la permanenza definitiva di D i o rifulge sul 1dai Corinzi e dagli apostoli affinché n o n sia biasimato il lo‑
volto di Cristo. Per questo aocusare Paolo di insinceritào di ?ro ministero (6,1-10).
158 159
lllllll'llllllllillllillllilllilli||…||ill|llilllliillliillliiilliiHINHIHHVHHTHHi… …“… ‘U \

l’aerazione La pericope conclusiva di 6,11 ‐ 7,4 costituisce l’appel‑ pentito di aver lasciato in tronco la comunità, affinché fosse
sul contrac‑ lo finale di Paolo perché i destinatari contraccambino la sua Ì provata la loro sollecitudine per lui; e dopo le reazioni alla
cambia
dedizione gratuita per il ministero.Il brano è stato partico‑ lettera delle lacrime può contare pienamente sui destinata‑
larmente dibattuto fra gli studiosi perché in 6,14 ‐ 7,1 e ri‑ ri (7,16). Si può osservare che la ripresa della narrazione in
portata una catena di citazioni tratte dalla Scrittura per so‑ 75‐16 non è più difensiva, come quella di 1,15 ‐ 2,13, ma è
stenere l’incompatibilità tra la giustim'a e l’iniquità,la luce e attraversata dal conforto e dalla consolazione per Paolo e
le tenebre, Cristo e Bèliar, credenti e n o n credenti.‘ Non si i per "lito perché i rapporti si sono definitivamente ristabiliti.
può negare che la dimostrazione fluisca in modo più lineare Pertanto,nonostante la narrazione sembri un cerchio spez‑
sesi passa da 6,13 («lo parlo come a figl'u rendeteci il con‑ zato dalla probazione apologetìca, presenta due finalità di‑
traecamhio, apritevi anche voi») a 7,2 («Fatecispan'o!»).îìrt‑ verse che è opportuno aver presente: alla narrazione apolo‑
tavia a nostro parere il florilegio delle citazioni dedicate al‑ getica di 1,15 - 2,13 succede quella della riconciliazione di
la reciprocità tra Dio e il suo popolo non è una glossa suc‑ ‘ 7,5-16, motivata dalle notin'e confortanti di Tito.
cessiva, ma motiva conl’autorità della Scrittura, la recipro‑ Forte del ristabilimento nelle relazioni con i Corinzi, Unponr:
cità tra Paolo e i Corinzi. In pratica senza la parte mediana Paolo può contare sudi loro n o n soltanto in astratto main verso
dell’autorità di Dio che parla mediante la Scrittura, le di‑ concreto, riprendendola questione della colletta interrotta lamilan:
chiarazioni d’amore di Paolo fischiano di ridursi a forme di da più di un anno a Corinto.Da questo punto di vista la nar‑
sentimentalismo che non indirizzano i destinatari verso la ran'one di 75-16 prepara la sezione sulla colletta, che vede
riconciliazione definitiva con lui. Piuttosto la sincerità dei . nuovamente Tito coinvolto in prima persona.
sentimenti di Paolo per i Corinzi è motivata dalla reciprocità
tra Cristo e i credenti che stimola la loro risposta positiva
all’amore di Cristo e di Paolo. Utimi e qunlìtì delle colletta (2 Cor 8,1- 9,15)
Sul retroterra storico el’importanza della colletta per i
Ripresa della m a z i o n e (2 Cor 7,5-16) poveri di Gerusalemme ci siamo soffermati nell’introduzio‑
ne generale a Paolo; qui approfondiamo l’intreccio argo‑
Dopo aver addotto le prove a sostegno della sincerità mentativo di 8,1 ‐ 9,15. La solita formula di conoscenza
del suo modo di agire con i Corinzi,in 7,5 Paolo riprende la («Voglio rendervi nota,fratelli,la grazia di Dio») introduce
narrazione proprio dal punto in cui era stata interrotta in la parte della lettera dedicata alla colletta per i poveri o i
Ripma 2,13. Lasciata Tioade, egli torna in Macedonia alla ricerca santi di Gerusalemme (8,1). Sulla natura ela funzione di se‑
di ’me che lo raggiunge &Filippi e finalmente il suo animo è zione di 8,1 ‐ 9,15 sono state avanzate diverse ipotesi: che i
narrazione confortato dalle notizie riportategli sui Corinzi. Danonimo - due capitoli costituiscano due lettere amministrative auto‑
delatore che lo aveva costretto ad abbandonare Corinto per nome o che soltanto il c.9 rappresenti parte di una lettera
rifugiarsi nella comunità di Filippi e stato punito, i Corinzi ? precedente o seguente.A prima vista è strano l’inizio di 9,1
hanno accoltoTito con grande ospitalità esi sono pentiti per dove la fannula di argomento («Circa il servizio per i santi,
il loro comportamento con Paolo.D’altronde Paolo non si è Ì infatti, è superfluo che io vi scriva») sembra introdurre una
' tematica non trattata in precedenza.
‘ Beliar ! il nome di uno dei démoni della tradizione giudaica attestato, tra , In realtà la posizione dei cc. 8-9 risponde al canovaccio Alluvioni
l’altro, nella letteratura della comunità di Qumran. . epistolare di Paolo,che preferisce trattare di questioni eco‑ alla milena
160 161
V_llmlmlllllllll"|||Il…llllllil…||…|llll|lillllllllllllllllllllllil…HIHH‘HHWHH’HH‘… … ‘H ” ‘

nomiche soltanto verso la fine delle sue lettere (cf. 1 Cor interne ed esterne. Lo spazio maggiore è conferito agli Gli ampi
16,1-4 e,in seguito, Rm 1525-33 e Fil 4,10‐20). Per questo esempi umani o ai pumdéigmata che dovrebbero indurre i digenemriui
riteniamo opportuno considerare la sezione come parte in‑ Corinzi ad aderire con generosità alla colletta. Esemplari
tegrante della lettera della riconcilian’one, mentre la stessa sono i Macedoni con la loro generosità nonostante le ri‑
motivazione appena segnalata crea difficoltà sulla natura e strettezze economiche (8,1-5),'Iito per la sua sollecitudine
la funzione dei capitoli successivi. La sezione procede se‑ nel voler tomare in Aoaia dopo essere appena giunto a Fi‑
condo il seguente intreccio argomentativo: lippi (8,16-17) e i delegati elogiati in tutte le Chiese (8,18‑
a) esordio particolare (8,1-6,c0n la tesi di 8,6); 8 ) . L’esempio più elevato riguarda la grazia di Gesù Cristo
b) probazione sull‘esortazione alla colletta (8,7-15); che da ricco si è fatto povero per arricchire i Corinzi della
e) raccomandazione dei delegati (8,16-Z4); sua povertà (8,9). L’esemplarità dei testimoni chiamati in
a‘) esordio generale (9,1-5,conla tesi in 9,5); causa dovrebbe indurre i destinatari a partecipare senza re‑
b‘) probazione sulla natura della colletta (9,6-10); ticenze, alla colletta. Per questo Paolo loda la loro ricchezza
d) perorazione finale con ringraziamento (9,11-15). etica: la fede, la parola, la conoscenza, lo zelo (8,7) e la vo‑
lontà (9,2). Le virtù elogiate rientrano in una captatio bene‑
Importantiper identificare l‘ordito della sezione sono le volentiae capace di stimolare i Corinzi a emulare gli esempi
due tesi collocate alla fine degli esordi. Con 2 Cor 8,6 e per di quanti sono coinvolti nella colletta.
l’intero e.8 Paolo intende dimostrare che è utile.per gli stee‑ Alle prove interne si aggiungono quelle esterne mutua‑ L’autorilà
si Corinzi, riprendere l’iniziativa della colletta. Invece con te della Scrittura, con un crescendo dal 0.8 al c.9. Cosi men‑ delhz
9,5 subentra l‘intenzione di dimostrare che la partecipazio‑ t r e nel c. 8 si riscontra soltanto la citazione di Es 16,18 Scrittura
ne alla colletta dovrà essere una benedizione e non una for‑ (LXX) sulla manna nel deserto (v. 15), nel e.9 subentrano
madi pleonexta o di spilorceria. Così le funzioni dei due ca‑ diverse allusioni, citazioni indirette e dirette dall’AT. La ci‑
pitoli sono diverse: si passa dalla quaestio finita sull‘utilità tazione più importante e quella del Sal 111,9 (LXX) in 9,9
della colletta in 8,1‐24 alla quaestio infinita della sua natura poiché,riferendosi all’elargizione per i poveri,si adatta mag‑
in 9,1-15. In pratica il c.8 non e disancorato dal c. 9, altri‑ giormente all’iniziativa della colletta. L’intreccio scritturi‑
menti gli accenni ai fratelli scelti per la delegazione in 9,35 stico conferma quanto abbiamo rilevato sulle relazioni tra i
risultano incomprensibili, mentre diventano chiari dopo le due capitoli: il primo efunzionale e prepara il secondo e non
raccomandazioni espresse per loro in 8,16-24. La strategia il contrario.
attuata da Paolo era stata già intuita da Giovanni Crisosto‑ La peroran'one finale di 9,11-15 riprende i motivi prin‑
mo nella X V I Omelia alla lettera: «Non dice loro subito: in‑ cipali della sezione e li ripresenta in forma abbreviata, nel
te l’elemosina,ma avanza con prudenza,prepara da lontano contesto del ringraziamento anticipato da parte di quanti
il terreno...». godranno dei benefici della colletta.Una naturale inclusio‑
Sele tesi principali orientano nell’intreccio della dimo‑ ne avvolge il discorso deliberativo a favore della colletta: al‑
strazione, i due esordi di 8,1‐5 e 9,14 introducono i termini la diari: o gran'a di D i o in 8,1 corrisponde la chàri's o il ren‑
principali delle successive probazioni: la «grafia» (chéris), dimento di grade a D i o per l‘inenarrabile dono.
il binomio «riccheua e povertà» e il verbo «dare» per 8,7‑ SePaolo conferisce tanta importanza alla colletta per i Più di:
15; la diakom’a o il servizio e la «benedizione» per 9,6‐10. poveri di Gerusalemme da offrirle lo spazio di due capitoli, una call…
Per irrobustire le probazioni Paolo si serve di alcune prove vuol dire che non la considera soltanto come una semplice in danaro
162 163
mllllllllllllllllllìllllllII‘lllllllll|…Illlllll!lllHllllullllllllllllllUlllulllm'lwUH … ‘u \‘ :

elemosina, bensì come concreta espressione di gratitudine e venienti dall’esterno,e gli stessi Corinzi In fondo è sempre
di solidarietà per la Chiesa da cui è partito il vangelo. Per vero che non c'è miglior modo di difendersi che passare al
questo la colletta non è più denominata loghéia,come inve‑ contrattacco!
cein 1 Cor 16,1‐2,che è il suo nome proprio, bensì con eu‑
fernisrni che in 8,1 ‐ 9,15 la caricano di significato: è grazia,
amore, comunione,servizio, generosità, sollecitudine,bene‑ L’esordio:Mo promo alla battaglia (2 Cor 10,1-6)
dizione e dono. Tuttavia, nonostante l‘alto valore che attri‑ Senza molti complimenti la lettera polemica si apre con Una nuova
buisoe all’inin‘ativae l’esigenza di non gestirla in prima per‑ : il linguaggio militare di chi è disposto, con le proprie armi, a ondata
sona, ma di coinvolgere i delegati delle Chiese, Pf°prio sul‑ di uma:
entrare in conflitto contro qualsiasi fortezza o baluardo
la colletta si addenseranno le nubi che offuscheranno nuo‑ umano.Naturalmente quella ingaggiata da Paolo n o n è una
vamente le sue relazioni con i Corinzi. battaglia reale,bensi metaforica,con cui egli intende abbat‑
ì tere qualsiasi forma di arroganza nei confronti di Cristo,si‑
L’intreccio argomentativo no a quando l’obbedienza dei Corinzi sarà completa. L’ini‑
della lettera polemica (2 Cor 10,1‐ 13,13) ‘ ziativa della polemica non è stata presa da Paolo, ma da
quanti lo accusano di essere debole di persona e audace (:
Nell’introduzione alla 2 Corinn‘ canonica abbiamo spie‑ forte dalontanoAll'inin'o l’accusa non sembra tanto consi‑
gato le ragioniche ci hanno, in certo senso, costretti aconsi‑ " stente da esigere un contrattacco cosi violento; ma dietro di
derare gli ultimi quattro capitoli della lettera dettati e i n . essa si nascondono ulteriori capi d’accusa contro Paolo eil
viati in un momento successivo rispetto ai primi nove della suo ministero a cui si accennerà nel seguito della lettera po‑
lettera della riconciliazione. Certo è che nei cc. 10-13 cambia ‐ lemica. Come al solito, l’Apostolo non definisce i contorni
non soltanto radicalmenteil tono rispetto a quanto precede, della polemica,ma punta sulle ragioni più profonde che gli
ma non c‘è alcun segno premonitore che lasci presagire la permettono di contrastare la calunnia diffusa nell’ambiente
seconda apologia. Purtroppo Paolo non racconta le ragioni ecclesiale di Corinto. Così l’esordio di 10,1-6 introduce lo
che l‘hanno portato a dettare la sezione più violenta e mor‑ ' spessore polemico dei cc. 10-13 che ormai non ha nulla in
dace delle sue lettere, ma dai contenuti dei cc 10-13 si com‑ comune con la precedente lettera della riconciliazione.
prende che a Corinto sono subentrati nuovi avversari che
hanno seminato zizzania a tutto spiano. E la comunità, in‑
vece di assumere le sue difese, si schiera nuovamente dalla ]…- conlntazione (2 Cor 10,7-18)
parte degli avversari, nutrendo forti dubbi sulle credenziali In genere un discorso forense che si rispetti dovrebbe
del suo apostolato. sulla sincerità dei suoi sentimenti, sulla ' inia'are con la narrazione degli eventi, secondo la versione
sua arte retorica e,da ultimo,ma nonmeno importante,sul‑ dell’accusato e con l’esposin'one delle prove addotte & so‑
la delegazione inviata a Corinto e capeggiata daîlto per ge‑ ; stegno delle parti in causa. Tuttavia l’ordine della retorica
stire la colletta. Siamo lontani mille miglia dalla fiducia con giudin'aria può essere capovolto quando in campo non è
cui Paolo hadichiarato di poter contare pienamente sui de‑ portata soltanto una ragione, ma diversi capi d’accusa. Per
stinatari (cf.7,16). Così decide di dettare e inviare la lettera , questo Paolo preferisce affrontare subito i suoi avversari e
polemica dei cc. 10-13 in cui l‘apologia o la difesa del suo ingaggiareun confronto polemico sul loro modo di operare
ministero s‘intreccia con le accuse contro gli awersari, pro‑ a Corinto
164 165
llllllllllllllllllllllllllllI‘ll|lllllllllllnlllnllmllliHW…Mmmm……

Audace In 10,7‐18 la parte dedicata alla confutazione è impor‑ ‐ ca antica alla periautologia o ai vanto di sésono stati dedi‑
peer tante nell’evolun'one della lettera polemica poiché riprende . cati trattati 0 sezioni di retorica: dal Come lodursi senza es‑
debole ‘ sere malvisti di Plutarco, all’excursus di Ermogene diTarso
l’accusa riportata nell’esordio e la rimanda, senza compli‑
dipmuna
menti,al mittente.Alcuni oppositori,lasciatinell’anonimato, .:' ( I I sec. d.C.). Senza ricorrere ad alcun trattato sull‘argo‑
lo accusano di essere duro e forte per lettera e,al contrario, . mento,ma spinto dall’urgenza e dalla necessità, in 11,1‑
disprezzabìle di persona. La proposizione di 10,10 è uno dei " 12,18Paolo intesse uno dei suoi discorsi retorici più riusa'ti.
rari casi in cui Paolo lascia parlare gli avversari; ma precisa . Il discorso immoderato,più che del pazzo com’è stato defi‑
subito che l’accusa n o n ha alcun fondamento perché egli e nito in passato,s’intesse delle seguenti parti:
coerente sia da lontano, sia quando si trova a Corinto. Per‑ ( A ) esordio (11,1‐6; con la tesi principale nei vv. 5-6);
tanto, l’apostolo si vede costretto a vantarsi per il rapporto (B) probazione (11,7 ‐ 12,10):
con Cristo: dovrà esibire le credenziali del suo ministero a (1) la gratuità nell’evangelizzazione (11,7-Zia);
cui è stato chiamato non per distruggere,ma per edificare. (2) le credenziali e il catalogo delle avversità
11conframv Prima di passare alla parte probatoria,in 10,12-18 Pao‑ (11,21b-33);
con gli lo ingaggia il confronto con gli avversari che l’hanno scredi‑
ammiri
(3) le visioni e le rivelazioni (12,1-10);
tato & Corinto. Non intende confrontarsi con quanti si van‑ (C) perorazione (12,11-18).
tano a vuoto, che nella vita mancano del senso della misura
e sfruttano il lavoro di altri per fare bella figura.Al contra‑ . Un nuovo esordio introduce il discorso immoderato che
rio egli conosce bene il campo di evangeliuazione che gli è \ riprende quello iniziale di 10,1-6 e prepara il terreno all’au‑
stato affidato da Dio, è ben consapevole dei propri limiti ' toelogio. Fmalmente Paolo accetta la sfida degli awersari,
umani e sa che, se bisogna vantarsi, è opportuno farlo nel ma prima formula una precauzione (o prodiortési) che lo
Signore e non sul versante umano. Dalla confutazione si tuteli di fronte ai Corinn‘z chiede di essere sopportato per
comprende bene che gli awersari sono esterni alla comu‑ l’immodestia con cui sarà costretto a difendersi. La figura
nità e sono missionari come Paolo,ma cercano di contrasta‑ retorica della prodiortòsi era stata già identificata da Gio‑
re gli ampi oriuonti della sua predicazione di Cristo e del ? vanni Crisostomo che commenta: «Prima di cominciare a
vangelo. Accurate e l‘appello rivolto ai Corinzi: da loroPao‑ fare i propri elogi, si e servito diuna grande precauzione»
lo e giunto con il vangelo di Cristo e spera che la loro fede ‘ (In secundum ad Corinihl'os 23,1).
giunga finalmente a maturazione cosicché possa evangeliz‑ E con immodestia stabilisce subito un confronto con gli Avversari
zare altre regioni a cui il Signore lo ha destinato.Ma lassat‑ avversari, chiamando in causa i Corinzi Purtroppo ignoriamo memialla
cumunità
saconsiderazione del suo lavoro missionario lo costringe a .. idati storici cui allude; si può soltanto stabilire che gli avver‑
spendersi per loro, affinché le calunnie diffuse contro di lui , sari provengono dall’esterno della comunità e predicano un
non vanifichino il suo operato. Gesù Cristo, n n o Spirito eun vangelo (di Dio) alternativo al
-. suo. Ma della loro predicazione alternativa non c‘è neanche
. l’ombra nel corso del discorso immoderato. Forse ammaliati Chiè
Il discorso hnnodernto (2 Cor 11,1‐ 12,18) . dalla loro capacità retorica i destinatari li hanno accolti con superiore?
Il genere Quando una persona si vanta deve saperlo flare con ar‑ . enmsiasmc,scatenando la gelosia di Paolo.L’esordio si chiu‑
della peri‑ te, altrimenti canunìna su un percorso accidentato che la de con la tesi di 115‐6 che Paolo intende dimostrare nei ca‑
autalog1'iz ‘ pitoli seguenti: n o n e per nulla inferiore ai «superapostoii»;e
rende insopportabile a quanti l’ascoltano. Per questo in epo‑

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mllllillmllllinllllll"Inml|mllllvlllmllmllmlliun……HIHHiHH’WMHW… H … ‘

selo ènell’eloquenm n o n lo è affatto nella conoscenza. Per‑ masoo è scappato di fronte alla caccia che gli stava dando il
tanto l’esordio introduce il binario su cui transita il discorso ' governatore del re Areta IV Filopatore. Sul dato storico ve‑
irnmoderato: l’autoelogio e il confronto (o sjnkrisis) con gli ; rificatosi verso la fine degli anni 40 d.C. ci siamo soffermati
awersar'i che Paolo è costretto a sostenere. f nell’introduzione generale a Paolo. Certamente egli ignora
Lagranu‘là La prima pericope delle tre parti che compongono il di‑ ‘ quanto prescrive Plutarco che «per evitare l‘invidia bisogna
scorso irnmoderato è dedicata alla gratuità dell’evangeliz‑ " riconoscere difetti, errori e mancanze leggere» (Come van‑
zazione a Corinto (11,7-21a). Mentre gli avversari si fanno ‘ tarsi, Moralia 13F,543),ma tant’è che dopo aver elencato le
sostenere dai Corinzi per le fatiche missionarie, Paolo può ‘ avversità affrontate per Cristo, riconosce di essersi dato al‑
vantarsi di non aver mai gravato sulle loro spalle,Al contra‑ . la fuga da Damasco. Così l’immodesta delle sue res germe è
rio, ogni volta che ha visitato la città ha operato gratuita‑ . bilanciata da una debolezza minore che dovrebbe renderlo
mente per non sfruttate la comunità. H paragrafo trasuda di ' accettabile agli occhi dei Corinzi.
sarcasmo e d’invettive contro gli avversari che, presentatisi L’ultimo paragrafo delle prove addotte a difesa del suo Leviviani
come apostoli di Cristo e ministri di giustizia,in realtà sono , ministero riguarda le visioni e le rivelazioni, riportate in : le
inviati di satana. Contro la legge del beneficio,che impone al _ 12,1-10.Aemsatodi non essere all’altezza dei super-aposto‑ rivelazioni
benefattore di non ricordare un beneficio dato e ai benefi‑ li1Paolo decide di raccontare il rapimento fino al terzo cie‑
ciati di non dimenticare quello ricevuto,con veemenza Pao‑ lo.In questo caso l’immodestia rischia di essere dannosa per
lo rimprovera i Corinzi ricordando i benefici dati e accu‑ il amatore stesso,non tanto perché n o n è verificabile, quan‑
saudoli d‘ingratitudine. L’immodestia risalta con tutta la sua to per l’appropriazione della sfera del divino.Allora con no‑
veemenza! tevole capacità retorica, Paolo decide di parlare alla terza
Confronto La seconda pericope di 11,21b‐33 passa alle credenzia‑ ; singolare, come sesi trattasse di un'altra persona, mentre
lui li da esibire contro quanti lo accusano di essere apostolo in‑ _ sta parlando di sé; e controbilancia la narrazione della vi‑
minùum feriore agli altri. Con una progressiva amplifican'oue o dux:‑
per Grim;
‘ sione in paradiso oon l’episodio della spina contro la came.
sr'r, Paolo parte dal suo curriculan vitae (e ebreo, Israelita e Da una parte ha attraversato i tre stadi dei cieli, dall’altra
figlio di Abramo come i suoi oppositori), per spostare l’at‑ per tre volte hasupplicatoil Signore perché lo liberasse dal‑
tenzione sul ministero per Cristo e sulle avversità attraver‑ l‘inviato di satana. E mentre sulla visione riconosce che ha
aste per Cristo. Il lungo catalogo delle avversità (o perista‑ ascoltato parole indicibili che non è possibile riferire, ricor‑
tico) dimostra il nuovo eccesso d’immodestia, poiché ricor‑ da molto bene le parole del Risorto durante la supplica nel‑
da bene Epitteto: «Nelle conversazioni evita di ricordare la prova: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si realizza
troppo e in modo esagerato quello che hai fatto e quello che nella debolezza» (12,9).
hai rischiato,perché seper te è bello ricordare i pericoli che Purtroppo soltanto lui conosce i riferimenti storici del‑
hai corso, n o n lo è per gli altri ascoltare le cose che ti sono ‘ l’inviato di satana, identificato con la spina contro la (e n o n
capitate» (Manuale 14). Con l’ampio elenco delle avversità della) carne, ma l’ipotesi più accreditata riguarda qualcuno
Paolo sembra ben consapevole di valicare il senso della mi‑ ‘. degli avversari che l’ha schiaffeggiato, come ha schiaffeg‑
Riconosci‑ sura, sino all‘insensatezza. Per questo si serve di un antido‑ giato i Corinzi umiliandoli nella loro dignità umana più
maua della to che ne attutisca l’impatto: non è un miles gloriurus o un ‘ profonda (ci.11,20).
debolezza personaggio donchisciottesoo che combatte contro i mulini
a vento, mariconosce alcune situazioni di deboleua. A Da‑

168 169
lllllllllllllllllllllllIllllIItllI"IlllllllilllllllllllllllHIMHHHHH…HHWH“… … … ‘U “ ‘

La perorazione (2 Cor 12,11-18) . oomandazioni a esaminare sestessi e valutare il proprio mo‑


Le prove riportate a sostegno del vanto di sésono suf‑ _’dodi pensare (Bj-6.11),il ricordo o Mneiamotiv nella pre‑
ficienti perché Paolo torni a essere moderato per tentare, ghiera (13,7-9), i saluti epistolari e la benedizione finale
ancora una volta, di riallacciare i rapporti con i Corinzi. Per .(13,12-13).Tuttavia, nella sezione vi sono aggiunti motivi
questo, dopo aver riconosciuto di essere stato irnmoderato che n o n si trovano nelle altre lettere paoline: l’elenco dei vi‑
(e tutt’altro che pazzo), li rimprovera perché l’hanno co‑ zi (1220.21); l’autorità della Scrittura evocata con il passo di Forza :
stretto a intraprendere la strada pericolosa della periauto‑ ! Dt 19,15 (in 13,1);e soprattutto ilrapporto con la deboleua debolezza
e la forza di Cristo, che mediante la morte e risurrezione di cm
logia. Con la perorazione di 12,11-18 raccoglie i motivi prin‑
cipali della lettera polemica eli sintetizza affinché i Corinzi »conforma la debolezza e la forza di Paolo (13,4).
sciolgano qualsiasi riserva nei suoi confronti. In pratica sino alla fine egli spera di non dover installa‑
Genitore Intenso è l’éthos che avvolge la peroran'one della lette re a Corinto un processo che, sulla parola di due o tre testi‑
della ra: Paolo èil padre disposto, come sempre,a spendersi peri . moni,stabilisca chi abbia torto o ragione: sarebbe una scon‑
comunità
Corinzi anche se, ancora una volta, gli hanno voltato le spal‑ fitta non soltanto per lui, stante l’amore che nutre peri Co‑
le. Chiede che lo contraccambino nell’amore, pur sapendo ‘ rinzi,ma per loro stessi, che hanno nuovamente dato credi‑
che si sta consumando per loro.Una serie di domande reto‑ - to ai suoi avversari… Per questo la lettera polemica presenta Strategia
riche riprende il motivo economico della colletta per i pc‑ anche una finalità preventiva e non soltanto apologetica: preventiva
veri, collegandolo al sostegno per il suo ministero. In occa‑ che quanto è stato edificato nella comunità non vada di‑
sione della lettera della riconciliazione ha inviato Tito e i ‘ strutto (12,19).A1riguardo,è come sela lettera della ricon‑
delegati, ma con quella polemica rimprovera i Corinzi per‑ ’ filiazione,la dedizione di Paolo per la comunità,i viaggi per
ché lo accusano di sfruttare aproprio tornaconto l’iniziativa. ’ organizzare la colletta n o n fossero serviti a nulla.A coloro
Si comprende bene che, come abbiamo segnalato nell’in‑ ; che nella lettera della riconciliazione ha riconosciuto come
troduzioue alla 2 Corinzi canonica, tra la lettera della ricon‑ finalmente stabili nella fede (ci. 1,24) ore si rivolge richia‑
ciliazione e quella polemica c'è una frattura insanabile,seb‑ mando i vizi elencati in 1 Cor 53-11 ein 6,8-10. E Paolo te‑
bene in seguito siano state unificate. Nella seconda fase la , me di dover incorrere in una nuova forma di umiliazione
delegazione è già giunta a Corinto, mal’iniziativa della col‑ davanti a Dio, che denuncia un ritorno al passato e n o n un
letta e di nuovo compromessa e Paolo decide di ripartire progresso nella fede dei destinatari.
nuovamente alla volta di Corinto: ma con quale animo? E L’adesione dei Corina" alla colletta per i poveri richia‑
con quale speranza di ricuperare i rapporti logorali? mata in Rm 15,25-26 lascia presagire che la lettera polemi‑
ca e la successiva visita di Paolo a Corinto abbiano sortito il
Raccomandazionifinali e poscritto (2 Cnr 12,19‐ 13,13) loro effetto, ma quanta fatica e stata necessaria per la co‑
munità che gli ha procurato maggiori preoccupazioni.
La lettera polemica che annuncia la terza visita di Pao‑
lo a Corinto si chiude con le raccomandazioni finali di 12,19
‐ 13,10 e il breve poscritto di 13,11»13. Nei due paragrafi ]] messaggio
conclusivi si riscontrano i motivi epistolari di chiusura che _ Le due tipologie per il suo ministero inducono Paolo a
accomunano quasi tutte le lettere paolìne: i rapporti tra as‑ } soffermarsi sull’operato di Dio, di GesùCristo e dello Spiri‑
senza e presenza di Paolo a Corinto (12,19 ‐ 13,10), le rac‑ to nella sua esistenza e in quella dei credenti. Le formule
170 171

L … …
llllllllllllllllllllllllltlllllllltlllmllmllmllmlllmmm…"mum-uw…ml… … … \

trinitarie che attraversano la lettera (12122; 33; 11,4),sino lomatico tra persone o popoli in stato di belligeranza e n o n
all’augurio finale della grazia del Signore Gesù Cristo, l’a‑ a quello religioso (C. BREYTENBACH, 1989). Allo stesso
more di Dio e la comunione dello Spirito in 13,13,n0nsono mntesto appartiene il riferimento all‘ambasciatore inviato
sistematiche, ma contingenti e come tali andrebbero ap‑ per comunicare la novità della riconciliazione divina.’llrtta‑
profondite.Per difendersi, Paolo chiama in causa la grazia di via, è paradossale che n o n siano più gli esseri umani a cer‑
Cristo che lo sorregge nella debolezza,la consulente fedeltà care di riconciliarsi con Dio,ricorrendo a r i t i di pentimento
di D i o e la libertà dello Spirito. : di espiazione,prescritti dalla Legge mosaica,bensì sia D i o
stesso a decidere di riconciliare gli u o m r n i in Cristo e ad af‑
fidare aPaoloil ministero della riconciliazione. Per questo le
Il Padre dl misericordia e di consolan'one
,riconcilian'one divina, compiuta in Cristo precede qualsiasi
Non è fortuito che la lettera sia introdotta dalla bene‑ an'one umana eai Corinzi è chiesto di «lasciarsi riconciliare
dizione (euloghla) rivolta a Dio «Padre di misericordia e con Dio» (5,20).
Dio di ogni consolazione» (1,3),con cui benedice il Signore ' All’origine del nuovo percorso della riconciliazione di‑ Ilpardoua
per la Sua consolante prossimità in occasione del pericolo di vina c’è il paradosso della croce di Cristo: «Colui che non della rican‑
morte attraversato nella provincia dell’Asia (1,3-11). ' aveva conosciuto peccato (Dio) fece peccato per noi, affin‑ till'azinrw
Dio Sulla «teo-logia»,propriamente detta. in 2 Corinzi è in‑ ché fossimo diventati giustizia di Dio in lui» (5,21). Soltanto
tùiamalo dicativo che, ad eccezione di 1,2-3; 6,18; 11,31, l’attenzione ' il paradosso rende accettabile,più che comprensibile, l'idea
in coma
sia rivolta non tanto alla paternità divina, quanto alla sua che Dio renda peccato Gesù Cristo che non aveva cono‑
trascendenza, poiché è a Dio e non agli uomini che bisogna ‘ sciuto peccato (5,21);e che dal suo essere diventato peccato
rendere conto per il proprio operato Il contesto apologetico scaturisce la giustificazione dei credenti. In genere il pecca‑
orienta verso una difesa sostenuta dal rapporto con Dio: in , to contamina soltanto e non pennette alam percorso della
ultima istanza edi fronte a Dio che Paolo si difende (12,19). giustizia. Invece nel caso di Cristo la specificazione «per
Per questo, con alcune formule più o meno esplicite di giu‑ noi», da intendere in senso favorevole o di vantaggio e non
ramento (1,18; 11,10.31),Dio è chiamato in causa come te‑ sostitutivo (al posto nostro), esprime l’esatto contrario. La
stimone circa il suo modo di agire (1,23).1umm,Dio e in‑ piena rivelazione del si fedele di Dio si realizza nel suo mas‑
vocato non come giudice imparziale per risolvere le contese simo nascondimento della morte di croce del Figlio.
tra Paolo, i suoi avversari e i Corinzi, bensì per garantire la Su questo dono assoluto della grazia divina nella ricon‑
verità delle deposizioni apologeticlre di Paolo (4,2; 7; 7,14; ciliazione annota bene MartinLutero nel Commenta ai Sal‑
La com 11,10; 12,6; 13,8). Pertanto in 2 Corina" la prossimità conso‑ mi (1513-1515): «Questo e il grandioso mistero della grazia
lazione lante e misericordiosa di Dio si declina con la sua trascen‑ divina versoi peccatori: che con un mirabile scambio i nostri
divina denza ela sua fedeltà con la sua verità, pienamente rivelata peccati n o n sono più nostri madi Cristo, ela giustizia di Cri‑
con il suo sìin Cristo. Così, nella morte erisurrezionedi Cri‑ sto n o n è più di Cristo ma nostra».
sto, Dio ha riconciliato tutto il genere umano con sestesso
(5,18-19), sino a produrre una «nuova crean'one» (5,17) o
L’amoredi Cristo
un nuovo modo di essere e di pensare in Cristo.
Riconci‑ A proposito del vocabolario della riconciliazione in Le tre partiprincipali che compongono la 2 Corinzi ca‑
lidziom 5,17-20, è stato dimostrato che proviene dal linguaggio di‑ nonica contengono affermazioni lapidarie e folgoranti su

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Gesù Cristo: l’amore di Cristo che sostiene e tormenta ' vita, sino a diventare garanzia per la partecipazione dei cre‑
(5,14); la sua ricchezza diventata povertà affinché i Corinzi ' denti alla sua risurrezione.
fossero arricchiti della sua povertà (8,9);e la sua crocifissio‑ . Le tre proposizioni sono accomunate dalla dimensione
ne per la debolezza che apre alla vita per la potenza di Dio , partecipativa dei credenti all’essere in Cristo: dall’inter‑
(13,4). Questi tre smeraldi sono incastonati nelle dimostra‑ Éscambio tra peccato e giustin’a, alla condivisione della de‑
zioni paoline e illuminano la cristologia della lettera. bolezza e della povertà umana e a quella della vita e della ri‑
L’unwve che Anzitutto l’amore di Cristo, da intendere con valore surrezione di Cristo. Le relazioni d‘interscambio tra Cristo e
tormenta soggettivo, nel senso che in questione n o n è il nostro amore : i credenti saranno riprese nelle successive lettere paolina
per lui, bensì il suo amore per noi, è descritto con uno dei -’(cf. Gal 3,13-14; 4,4‐6; Rm 8,3-4;15,8-9).
verbi più ricchi di polisemia nell’originale greco: synéckein. Si può osservare come la cristologia di 2 Corinzi non si Crixia più
Il verbo significa «sostenere, sospingere, avvolgere, conte‑ .‘sttardì più sui detti e sugli eventi della vita pubblica di Ge‑ che Gzrù
nere, abbracciare, reclamare, angosciare e tormentare»: l’a‑ sù, come invece alcuni paragafi di 1Tessalonieesi e 1 Go
more di Cristo per noi è volutamente più descritto che defi‑ rinzi,ma punti l’attenzione sulle conseguenze del kérygmu
nito. Tuttavia dovendo optare per una traduzione più ri‑ - della morte e risurrezione di Cristo nell’esistenza dei cre‑
spondente al contesto di 5,14-21 e al vocabolario paolino, - denti. Da questo versante la nostra lettera non offre alcun
s‘impone il significato «tormentate» (come in Fil 1,23), in . contributo alla « t e m ricerca» o Third Quest su Gesù di Na‑
quanto l’amore di Cristo costringe a non vivere più per se ‘ zaret, che si sofferma sul livello gesuano della sua vita pub‑
stessi,ma per colui che è morto e risorto per tutti (5,15). . blica. Soltanto in 12,9 si riscontra l’oracolo, più che detto
La ricca La seconda sentenza cristologica, nel contesto della se‑ («'Ilbasta la mia grazia; infatti la potenza nella debolezza si
pal/end zione dedicata alla colletta per i poveri di Gerusalemme (oc. realizza»), peraltro rivelato a Paolo non dal Gesù terreno,
di Cristo 8-9), si presenta come paradossale poiché è inconcepibile bensi dal Risano.
incontrare una persona che da.rioca diventa povera per ar‑ In verità alcuni studiosi hanno proposto d’interpretare Oltre la
ricchire della sua povertà gli altri. In genere chi diventa po‑ ' gli accenni alla «mitezza e clemenza» di Cristo in 10,1nel‑ mummia
vero non è in grado di arricchire nessuno! "luttavia questo : l’ottica gesuana e quindi riferite al carattere del Gesù terre‑ annua
paradossale interscambio si è reclinato nella vita di Cristo di Grillo
no.’ Ma come abbiamo rilevato a proposito del ministero
Gesù, soprattutto con la sua morte di croce. In poche battu‑ di Paolo,è preferibile pensare alla mitezza e alla clemenza di
te e raccolta l’intera esistenza di Cristo: dall’incarnnzione .;Paolo,marinata nel rapporto con il Risorto e non alle qua‑
alla morte di croce, vista come dono totale di sé per gli altri. l i t à umane di Gesù, di cui non si accenna in tutta la lettera.
Così l‘esempio inimitabile di Cristo ingenera un'imitazione In definitiva sulla cristologia di 2 Corinzi s’impone il criterio
progressiva affinché i Corinzi partecipino con generoùtà al‑ @ delineato1115,16: n o n piùuna conoscenza meramente uma‑
la colletta per i poveri. ‘_na o «secondo la carne» di Gesù, bensì quella guidata da]‑
Mfarte infine l‘evento della crocifissione di Cristo e richiama‑ 7'l’azione dello Spirito che permette di riconoscerlo edi pro‑
debolezza to in 13,4: «E infatti fu crocifisso perla debolezza,ma vive fessarlo come Sigrore. Pertanto non si può che condividere
di Crm» per la potenza di Dio; e infatti noi siamo deboli in lui, ma
vivremo con l u i per la potenza di D i o verso voi». La debo‑
’ Si veda, ad esmpio, T. STBGMAN, 771: Chamaer (if/GSI“. 171: Linchpin la
lezza umana è condivisa pienamente nella crocifissione di ‘ M k A W in 2 Conhlhùuu (Analecta Biblica 158).Pontificio Istituto
Cristo,ma in vista della potenza di Dio che gli ha donato la liblico.Roms ….
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quanto R. Penna annota sulla cristologia paolina in genera‑ 'tria sull’antinomia è bene precisare che l’opposizione non
le e,a maggior ragione,per la 2 Corinzi: «Il Gesù terreno sta riguarda Ia1.egge mosaica (a cui non si accenna in 2 Corin‑
alla base di tutto ciò, neè l’imprescindibile punto di parten‑ u'), bensì il gràmma che uccide in quanto la vita è donata
za, è lo zoccolo duro dell’aggancio con la storia. E Paolo lo soltanto dallo»Spirito del D i o vivente (3,3). Per questo il
sa. Ma egli respira con altri polmoni, che non sono quelli . contrasto si pone più a livello storico-salvifico che erme‑
dello storico bensi quelli del “mistico”».’ neutioo,anche senonmancano ricadute in tal senso: il dato
Metafore Leproposizioni rilevate si declinano non le ardite me‑ , per cui lo Spirito vivifica rende deleterio il percorso alter‑
sul rapporto tafore che accennano al «profano di Cristo» (2,15) per de‑ ’ nativo che si limita alla lettera.
con Cristo finire l‘espansione missionaria degli apostoli, al «tesoro (che . Consegue… fondamentale dell’azione vivificante del‑ Spirita
e Cristo o il vangelo) in vasi di creta» (4,7),alla «vergine ca‑ ',lo Spirito ela libertà elargite dalla sua signoria: «Ma Signo‑ elibertà
sta per Cristo» (11,2) e alla «lettera di raccomandan'one di re è lo Spirito;e dove lo Spirito del Signore, libertà» (3,17).
Cristo» (3,3) per identificarela comunità cristiana. Pertanto Lo Spirito condivide con Gesù Cristo e con Dio la signoria
il rapporto con Cristo occupa lo spazio dominante della ler‑ …
‘.sull’esistenza dei credenti; eri-è in forza di questa signoria
tera, poiché in lui Dio ha detto definitivamente sì agli uo‑ che è donata la libertà,intesa come dono tangibile dello Spi‑
mini e questi rispondono con il loro amen ecclesiale (1,20). ‘ rito. Così la libertà dello Spirito che distribuisce Carismi e
, ministeria chi vuole (of. 1 Cor 12,11),diventa libertà nel mi‑
nistero alirnentato dallo Spirito ( d . 2 Cor 3,8).A proposito
Lo Spirito vìvilleuute delle qualità del ministero torneremo sul rapporto tra la
L’operato di Dio Padre e del Figlio sono costantemen‑ parrhésia o la franchezza ela libertà donate dallo Spirito.
te resi presenti dall’azione vivificante dello Spirito. Diversi Purtroppo ignoriamo i contenuti della teologia trinita‑
sono i tratti che dello Spirito del Dio vivente Paolo eviden‑ ria degli avversari di Paolo a cui si allude in 11,4: «Se infatti
zia in 2 Corinzi, soprattutto all’inizio della prima apologia - chi viene annuncia un altro Gesù che non vi abbiamo an‑
La caparra (3,1-17).Ann'tutto lo Spirito e la «caparra» (1,22; 5,5), ver‑ nunciato o ricevete uno Spirito diverso che non avete rice‑
dello Spirito sata da Dio in vista dell’adempimento finale 0 escatologi‑ vuto,o un vangelo diverso che non avete accolto, subito (lo)
co. L‘espressione «la caparra dello Spirito» assume piùi trat‑ ‘ sopportate!».A parte l’allusione al vangelo che nell’imme‑
ti di un genitivo epesegetico (lo Spirito in quanto caparra) diato v.7 èdefinito «di Dio»,per cui quella di 11,4 è una pro‑
che soggettivo (lo Spirito che dona la caparra, ma che non e posizione trinitaris implicita, Paolo non spiega in seguito i
identificabile) e oggettivo. La metafora pone l’accento sul contenuti del vangelo alternativo dìfiuso dai suoi awersari.
rapporto tra l’anticipoeil saldo economicorealizzato da chi Comunque anche in questa evenienza e chiamato in causa
stabilisce un contratto amministrativo. Così l’intera esisten‑ - l’ag"re trinitario e non soltanto di Dio e di Gesù.
za cristiana è segnata dall‘azione n o n acquisita,…in conti‑ Le proposizioni trinitarie di 1,21-22; 3,1-3.17-18; 11,4;
nuo dinamismo, dello Spirito. 13,13 dimostrano che l'attenzione di Paolo è interamente
Lerma Decisivo è il contrasto tra la lettera (gràmma) e lo Spi‑ rivolta alla dimensione economica o storico‐salvifica e non
: rpìrilo rito in 3,6: mentre la prima uccide, il secondo vivifica…Tutta‑ a quella immanente della Trinità. Per questo riteniamo che
, sia insufficiente parlare di diteismo originario, trasformato‑
’ R. P E N N A , I M G Y Î M Ù ' Gesù il Cnìt'to. Iniziervl'luppidella cristologia ; si in «triteismo», mediante l‘inculturazione del messaggio
nzatertmnenmn'a, San Paolo,Cinisello Balsamo mm,I l ,118… cristiano in ambito ellenistico,e che sia altrettanto restritti‑

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vo interpretare le proposizioni segnalate soltanto nel para‑ ; come si precisain 3,15, «quando si legge Mosè un velo rico‑
digma ternarie. ln questione e l’agire di Dio,di Gesù Cristo pre il loro cuore».
e dello Spirito, innervato sulla loro signoria. Pertanto senza Pertanto le due alleanze non entrano in collisione per la Campi‑
cadere in forme successive di subordinazione o di gradi di " loro natura, né tanto meno per statuti diversi, bensì in fun‑ mmm
superiorità ed’inferiorità di una Persona divina rispetto al‑ ‘ zione del rapporto che l’unica alleanza mosaica ha con Cri‑ d e l l e
l’altra, le proposizioni trinitarie n o n entrano in collisione : sto. In pratica,senza Cristo l‘antica alleanza rimane velata o
con il monoteismodi Paolo e delle prime comunità cristiane. _;indecifrabile, mentre in e con lui rivela tutta la sua novità,
" generata mediante il passaggio dalla lettera allo Spirito.
- Contro una visione abrogativa dell’antica alleanza, Paolo
Antica e nuova alleanza ne riconosce l’importanza per il rapporto che in Cristo si de‑
Come per 1 Corinzi un apporto sostanziale continua a ‘ linea tra le promesse el’adempimento,anche seèl’adempi‑
svolgere la Scrittura d’Israele in 2 Corinzi, anche sein pro‑ . mento inattesoin Cristo che precede e causa il rapporto fra
porzioni diverse ha la lettera della riconciliazione e quella ' le due alleanze. Il contributo dell’emeneutica paolina sulla
polemica. Nei cc. 1-9 abbondano le citazioni dirette, quelle Scrittura in 2 Corinzi è decisivo per la successiva interpre‑
indirette, le allusioni e gli echi all’A'l‘, soprattutto nella se. ” tazione cristiana e permetterà di valorizzare appieno il co‑
zione di 3,1-18, dove Paolo stabilisce il confronto tra il suo dice dell’Antico Testamento nel Nuovo, contro tendenze
ministero e quello di Mosè, raccontato in Es 3429-35. Il mi‑ ' che cercheranno di prescindere dall’Antico per interpreta‑
nistero paolino è superiore a quello di Mosè per la perma‑ . re il Nuovo Testamento, come il manicheismo.
nente gloria di Dio e per l’abrogazione del velo. Dal ver‑
sante ermeneutico il paradigma con cui einterpretato PAT
Vergine costo per Cristo
procede dalla 0 dalle promesse all’adempimento cristologi‑
co (cf… 1,20). A confronto con 1 Corinzi, l’ecclesiologia di 2 Corinzi La Chiesa,
Rivelazione Inoltre per la prima volta negli scritti cristiani antichi si n o n è molto sviluppata;e dalla prima lettera Paolo richiama sposa
Lametafora del tempio (ci. 1 Cor 3,16; 6,19) per ribadire che di Crit'm
: non accenna al rapporto tra «antica alleanza» (3,14) e «nuova
nbmgw'ou alleanza» (3,6),su cui però sono opportune alcune precisa‑ ' la comunità cristiana è «il tempio del Dio vivente» (2 Cor
zioni. Anzitutto il termine diarhéke dovrebbe essere reso . 6,16).Tirttavia originale èla metafora sponsale di 2 Cor 11,2:
con «alleanza», «patto» o «disposizione»e non con «testa‑ «Infatti sono geloso di una gelosia divina per voi, poiché vi
mento», poiché di fatto non esisteva ancora negli anni 50 ; diedi in matrimonio a un solo uomo, vergine casta da pre‑
d.C. un Nuovo'Ièstamento distinto dall’Antico.I vangeli ca‑ sentare a Cristo». Sullo sfondo della metafora emergono le
nonici non erano stati composti e la questione del canone . due fasi del matrimonio giudaico del tempo: il Qiddushr'n o
murinoiò a emergere alla fine del I sec. Inoltre,in 3,1-18 le " contratto nuziale di «santificazione»e il Nirsu’r’n che stabi‑
due alleanze non si differenziano tra loro per abrogan'one liva la coabitazione tra lo sposo ela sposa. In modo analogo
della prima rispetto alla seconda. Si può ben rilevare che il 'la Chiesa di Corinto e già santificata dalla celebrazione nu‑
verbo katarghéin (annullare, abrogare), utilizzato quattro ziale,ma attende la definitiva unione con lo sposo che è Criv
volte nel brano (vv. 7.11.13.14), n o n è riferito all’antica al‑ î sto. N e l frattempo è esortata a conservare lo stato del con‑
leanza,ma alla gloria eal velo sul volto di Mosè. Piuttostoè ‘ nubio casto, senza lasciarsi ammaliare dalle lusinghe degli
il velo che differenza l’antica dalla nuova alleanza poiché, » avversari di Paolo.

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'lì's l’appartenenu già ratificata (che non corrisponde obbligazione paritaria, bensi dall’interscambio origina‑
al nostro fidanzamento) e l’unione definitiva con lo sposo dell’evangelo. L’esito positivo della colletta che sarà evo‑
che è Cristo si pone l’etica ecclesiale della fedeltà richiesta to in Rm 15,26-27,&cui hanno partecipatole Chiese del.
alla sposa; e 2 Corinzi attesta le difficoltà concrete che ogni » Macedonia e dell’Acaia, dimostra che l’esortazione di
comunità cristiana incontra per diventare ciò che e: sposa ' Cor 8‐ 9haraggiuntoil suo scopo: l’ingente somma di da‑
di Cristo. Per questo, mentre nella lettera della riconcilia‑ . (8,20) raccolta fra le comunità paoline si è rivelata una
zione Paolo riconosce che i destinatari sono saldi o fermi nedizione e una liturgia ecclesiale.
nella fede (1,24),con la lettera polemica rieompaionole dif‑ Pertanto la colletta n o n è semplicemente un momento Lacolletta
ficoltà emerse in passato: che i vizi delle divisioni e dell" ‑ lla liturgia aistiana,maè essa stessa liturgia nel senso più come
moralità sessuale, estromessi dalla finestra,rientrino di sop‑ . ».. - 'o del termine: azione di culto per D i o e a favore dei liturgia
piatto per la porta (12,20-21). Pertanto quella di Corinto è indigenti. Così la mensa della frazione della Parola e del
una comunità bisognosa di continuo sostegno: è tempio di .e non dovrebbe essere separata da quella per la carità,
Dio, ma deve custodire la nuova identità relazionale con .e di fatto si era verificato in passato a Corinto (cf. 1 Cor
Cristo. «11,27-32), ma si riversa in quella della carità. Altrimenti si
Un decisivo banco di prova sul nuovo modo di pensare perpetuano gli scandali ecclesiali delle fazioni tra ricchi e
eoclesiale è costituito dalla colletta per i poveri di Gerusa‑ … «-veri. Il cammino faticoso del diventare ogni giorno «Chie‑
lemme (8,1 ‐ 9,15). La comunità è posta di fronte al bivio sadi Dio», pur essendo tale per grazia, dimostra la penna‑
tra una rinuncia egoista e una partecipazione generosa, tra nente attualità di 2 Corinzi, dove la difesa convinta del mi‑
una fon-na di sordo settarismo e un altruismo generoso. Per . nistero di Paolo si rivela apologia della Chiesa.
questo la colletta non rappresenta una semplice raccolta di
danaro, bensì assume nell‘ottica di Paolo un valore inesti‑
mabile: @: «benedin’one» (9,5.6), «grazia» (8,6.7.19),«00mu‑ ‘ Le qualità dell’-postolnto
nione» (8,4; 9,13), «servizio» (8,4; 94.12.13), «liturgia» Per difendere il suo apostolato, Paolo racconta la sua
(9,12), «generosità» (8,2; 9,13), «amore» (8324), «proget‑ Nite in Cristo: dall’incontro di Damasco, evocato in 4,6, alle
to» (9,4) e «abbondanza» (8,20). notizie più recenti sui viaggi in Macedonia, in Acaia e a
lA colletta I termini citati sono, a loro volta, sostenuti da alcune 'r1l'oade (LIS-16; 2,12) e alle modalità con cui sta organiz‑
per ipoveri motivazioni fondamentali:il prodigio verificatosi per Israe‑ .. nola colletta per i poveri di Gerusalemme (8.1- 9,15).
le, durante l‘uscita dall’Egitto, con il dono della manna F r a le vette contenutistiche di 2 Corinzi spiccano i due pa‑
(8,13-15); e Dio ama chi dona con gioia e non per spilorcexia ’ ngrafi di 5,11-21 (dedicato al ministero della riconciliazio‑
o costrizione (9,7).L’esempio inimitabile della grazia di Cri‑ n e ) edi 12,1-10 (sul rapimentoal terzo cielo). Da queste vet‑
sto che da rimo si è fatto povero per noi,perché fossimo ar‑ te il suo ministero fluisce a valle per servire le comunità.
ricchiti della sua povertà (8,9),dovrebbe indurrei Corinzi & la diakanla o il ministero di Paolo èvariamente defini‑
riprendere con generosità la partecipan'one alla colletta,in‑ to nella lettera della riconciliazione.Anzitutto è «ministero !! ml'n'ulzm
terrotta da un anno. Infine, l’eguaglianza tra le comunità llo Spirito» (3,8), in quanto è originato dallo «Spirito del dello Spirito
glianzu (8,13) diventa valore ecclesiale se n o n è vista come costri‑ D i o vivente» (3,3) e non nel senso che dona lo Spirito. In
t a n u dono
zione, bensì come dono di una Chiesa per l’altra…îhttavia,il : tà n o n c’è prima il ministero e quindi lo Spirito,bensì il
mapmn
percorso verso l‘uguaglianza fra le Chiese n o n è dettato da bonu-ario, poiché lo Spirito si trova all’origine di qualsiasi

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carisma e ministero, compreso quello dell‘apostolato. Inol‑ ' s i ) (4,6).Con toccanti metafore,il ministero di Paolo e para‑
tre è «ministero della riconciliazione» perché è paragona‑ gonato alla difiusione del profumo di Cristo e alla parteci‑
bile alla funzione degli ambasciatori imperiali inviati nelle pazione delle processioni trionfali riservate alle divinità o
province romane per diffondere l’editto della riconciliazio‑ ‘aitrionfi imperiali (2,14-15).
ne divina in Cristo (5,20). Quanto a contenuto è«ministero - Contenuto essenziale dell’apostolato n o n è il proprio I cataloghi
della giustizia» (3,9) o per la giustificazione gratuita in Cri‑ -io,ma GesùCristo Signore (4,5),dove l’accento è posto sul‑ delle
sto; e per la sua manifestazione e «ministero della gloria» la signoria di Cristo che Paolo serve con una dedizione to‑ avversità
(3,9) o della presenza permanente di Dio. ltale. I cataloghi delle avversità o peristatici, diffusi in 2 C0‑
Minan L’apostolato o il ministero di Paolo è n o n di origine r i n z i (4,8-9;6,4-5.8»10;11,23-27;12,10), dimostrano che si
: aporialam umana,ma divina come sottolinea con le cosiddette formule tratta n o n di un ministero a parole,ma coinvolge l‘intera esi‑
di affidamento, su cui ci siamo soffermati nell’analisi della ',stenza di Paolo,il suo corpo, sino a diventare un vero e pro‑
prima apologia (3,4.12; 41.7.13; 5,1). Poiché si tratta di for‑ prio senno corporis. La predicazione di Cristo con la vita si
mule di affidamento,i relativi contenuti andrebbero intesi realizza mediante il paradossale processo della necrosi o
noncome qualità umane,bensì come doni gratuiti di Dio per -della morte progressiva per l’azione invasiva di Gesù nella
i credenti e per Paolo. Importante è precisare che in 2 Co‑ sua esistenza (4,89).A benvedere il percorso eparadossa‑
rinzi il termine «apostolo» corrisponde a «ministero» e as‑ le: mentre per qualsiasi necrosi umana l’esito finale è rap‑
sume, nello stesso tempo, una dimensione generale e parti‑ presentato dalla morte. nel caso di Paolo è la vita di Gesù
colare. Di fatto,mentre il temine apostolo; nellelettere pao‑ che si manifesta nel suo corpo mortale.
line non corrisponde ai Dodici (ct Rm 16,7 dov’è utilinato Anche nella seconda apologia il confronto con gli av‑ Dalla
per Giunia eAndronico),ma assume una valenza più ampia, ‘versari non si ferma a un bel discorso retorico, per il quale nécmrialla
e opportuno ricordare che «non tutti sono apostoli»,come ha Paolo riconosce la propria incapacità (11,6), ma punta ver‑ via: di Cristo
precisato in 1 Cor 12,2&29.Per un verso alcuni apostoli sono soi segni dell’apostolato nel suo corpo (11,23-27). Soltanto
inviati fra le diverse comunità cristiane, come si verifica per “suquesto terreno il suo ministero dimostra la superiorità ri‑
i fratelli delle Chiese della Macedonia inviati a quelle del‑ spetto a quanti l’hanno calunniato a Corinto, poiché quando
l‘Acaia (cf. ZCor 8,23), per l‘altro quando subentra la diffu‑ le avversità debilitano il proprio corpo si e posti nell‘ambi‑
sione del Vangelo e l’origine divina o pneumatologica che to della potenza divina che si manifesta nella debolezza
s’impone. Ed e con quest‘aocezione che l’apostolato o la umana (12,9-10).
diakanta di Paolo e difesa a Corinto, contro i suoi detrattori. ]] secondo risvolto del ministero di Paolo riguarda le re‑
Dall’indi‑ Nonostante la naturale indegnità o l’incapacità umana lazioni con la comunità di Corinto, verso cui confessa senti‑
pacità (2,16),Paolo ha ricevuto da D i o la dignità per esercitare l‘a‑
alla dignità
menti di affetto profondo. Egli non ha bisogno di lettere di
postolato,il tesoro del vangelo o di Cristo nel vaso di creta raccomandazione,di fronte ai suoi detrattori,poiché gli stes‑
che e il suo corpo (4,7) e lo «spirito di fiducia» che lo indu‑ ‘ n' destinatari sono la lettera scritta da Cristo non con l’in‑
ce a parlare con franchezza (4,13), senza cedere a forme ' chiostro,né sutavole di pietra, ma con lo Spirito del Dio vi‑
umane di servilismo. Dall’evento dell’incontro/scontro con vente e sul cuore di Paolo (3,2-3).
il Risorto sulla strada di Damasco,Laluce sfolgorantedi D i o Il processo di necrosi e di vita, sottolineato per il rap‑ Spmdcrsi
hailluminato il suo cuore e s’irradia a tutto campo per far ri» .porto con Cristo, presenta conseguenze ecclesiali di primo perla
splendere la gloria della conoscenza di Dio nel volto di Go‑ livello: sein Paolo opera la morte, nei destinatari si realiz» China
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za la vita (4,12). Si comprende bene che il vincolo che lo le‑ *mento economico (11,9);tuttavia l‘eccezione si deve alla fe‑
ga alla comunità n o n è tanto quello delle relazioni amica‑ deltà che questi gli hanno dimostrato, mentre dai Corinzi e
l i , pur riconoscendo l’importanza del de amicitia, quanto musato di mercanteggiarela Parola di Dio (2,17). In Acaia
del genitore verso i propri figli o del padre che cerca di tu‑ il distacco dal danaro è confermato dalla strategia con cui
telare le nozze della propria figlia con l’unico sposo che e intende organiuare la colletta per i poveri di Gerusalem‑
Cristo (11,2). In questa linea Paolo si considera più dell’a‑ e.Per non gestirein prima persona l’ingente somma di da‑
mico dello sposo, paragonabile al ruolo di Giovanni Batti‑ naro che si sta raccojiendo fra le sua comunità, decide di re‑
sta rispetto a Gesù nella prospettiva giovannea (cf. Gv sponsabilimre Tito ei due «fratelli» scelti tra i credenti del‑
Î,26): è piuttosto il padre che prepara la dote perla figlia ‘ la Macedonia (8,16-23).In tal senso l’esempio di Paola e ini‑
12,14). mitabile,perché lo distingue dai predicatori itineranti,dagli
Pertantoin nessun altra lettere,come in 2 Corinn’,Pao‑ altri apostoli e dai superapostoli.
lo confessa l‘amore per la sua comunità: e un amore sincero ]] secondo valore del ministero di Paolo ècostituito dal‑ Ladignità
(2,4; 6,6), generoso e‘gratuito (12,15a) ma,nel contempo,ge‑ »la dignità, nonostante i limiti e l’indegpità umana. Suquesto
loso (11,2‐3) che non ammette intrusioni,e che si attende il ' versante è fondamentale la domanda che colloca all'inizio
contraccambio per la totale dedizione (12,15b). della prima apologia: «E chi è all’altezza di queste cose?»
Circa i requisiti del ministero di Paolo,la tesi generale ' (2,16b). Nell’intreccio argomentativo abbiamo osservato
della lettera della riconciliazione (1,12‐14) evidenzia dall’i‑ che l’interrogativo e poi sviluppato su due traiettorie: si è
nizio le qualità della semplicità e della sincerità, contro resi degni dalla potenza dello Spirito di Dio (3,4-6); e nes‑
quanti lo accusano di essere inaincero e di agire per secon‑ suno è all‘altezza del ministero,ma si è chiamati a portare il
di îini. strumentalizzando la Parola di Dio o il vangelo tesoro del vangelo in un vaso d’argilla (4,7). ]] motivo della
(2,16b-17; 4,2; 6,11). La sincerità nel ministero è espressa dignità divina nell’indegnità umana è declinato nella secon‑
con la francheua (parrhcsia) con cui si rapporta a chiun‑ da apologia con quello della forza nella debolezza. Dal ver‑ Furla nella
que, attestando la verità e la libertà in Cristo, mediante lo sante umano Paolo confessa la propria debolezza nel co‑ debolezza
Spirito (3,12; 6,7; 7,4). Circa il retroterra,il termine partire‑ municare il vangelo non con un‘eloquenza elevata. In que‑
franchezza sia è usato sia in contesti amicali, per sottolineare la since‑ : sto ambito egli non regge il confronto con gli avversari
rità delle relazioni, sia in contesti pubblici, poiché si con‑ (ll,5‐6)Jhttavia nonè inferiore ad alcuno sulla conoscen‑
trappone all’adulazione o al populismo dei discorsi politici. ‐ za esistenziale di Cristo. Le continue avversità affrontate
Il decisivo banco di prova che dimostra la franchem di per Cristo dimostrano che, pur essendo nessuno (12,11),
Paolo riguarda il sostentamento economico che avrebbe di‑ . Paolo è superiore a chiunque nell’esercizio della diakonta
ritto di chiedere ai destinatari per le fatiche profuse nell’e‑ per Cristo (11,73).
vangelizzazione e nei viaggi.Thttavia, anche segli altri apo‑ Il paradossale connubio tra forza e debole… e illustra‑
stoli si servono di questo diritto, conferito dal vangelo (cf. to mediante il contrasto tra il rapimento sino al terzo cielo o
1 Cor 9,14-15) e i «superapostoli» non esitano a sfruttare in paradiso (12,1-4) e l’umiliazione subita per la spina nella
la comunità di Corinto (cf. 2 Cor 11,20),Paolo n o n intende carne (12,7). Sulla «spina contro la carne» sono state pro‑ DI spina
recederedalla gratuità del ministero:un vanto che nessuno poste innumerevoli ipotesi: da una malattia fisica, come l’e‑ ( ' a n n o
potrà togliergli in Acaia (11,10). pilessia,a una psicologica,sino alla cecità temporanea. For‑ la carne
LagrutuiM In verità Paolo ha accettato dai Filippesi il sostenta‑ seè opportuno precisare che l’espressione n o n èal genitivo
184 185
lmlllllllllllllllllllllllllllllllllIllllllillllillllillllillllllllillllilllfllll‘llll‘… … … …‘ H “

(«spina della carne»), bensì al dativo di svantaggio («spina Conclusione


contro la carne»). Per questo in questione n o n è un aspetto
Nell’introdun'one abbiamo definito 2 Corinzi come le
dell‘umanità di Paolo che gli procura sofferenza, bensì un
agente che lo pungola dall‘estemo. Inoltre, il rapporto im‑
.'Confessioni di Paolo: si tratta tuttavia non di un monologo
mediato con un «angelo di satana inviato per schiaffeggia‑ non sestesso,bensì di un confronto a tutto campo con la co‑
; munità dell’Acaia.A prima vista le due apologie che distin‑ L'umanità
lo» 0 per umiliarlo orienta verso l’ipotesi antropologica. In
4guono la lettera della riconciliazione (oc. 1-9) e quella pole‑ dell'apa‑
tal caso si tratterebbe di una persona che, approfittando di nolo
, mica (cc.10-13) potrebbero far pensare a una lettera troppo
qualche limite umano n o n meglio identificato,lo abbia umi‑
,personale per rivelarsi attuale. In realtà,poiché Paolo n o n e
liuto.
prima cristiano o uomo e quindi apostolo, ma difende il suo
Semo della Il terzo valore del ministero riguarda il «metro del ca‑
apostolato con ogni fibra della sua umanità, la lettera vei‑
miram none», inteso come senso della misura che accompagna l’a‑
' sola un’attualità disarmante. Per questo non soltanto l’apo‑
postolato di Paolo (10.13-15).1n questo ambito s’impone la
stnlato dei Dodici,madi Paolo e di ogni credente è ripensa‑
coscienza del limite stabilito dal Signore, ma che non biso‑
,to dalle motivazioni più profonde: il rapporto con Cristo (e
gnerebbe oltrepassare. Il metro del canone, così inteso, in‑
,,con la sua forte debolezza nella morte erisurrezione),con il
duce Paolo a n o n vantarsi per le fatiche altrui, come invece
' Dio fedele che in Cristo ha detto soltanto si a ogni persona
i suoi avversari (10,12‐13), né a «dominare sulla fede» dei
umana e con lo Spirito che vivifica e libera da qualsiasi pau‑
Corinzi, ma a riconoscersi come collaboratore della loro
' ra einadeguatezza umana.
gioia (1,24).
Piu che gli eventi della propria esistenza in Cristo, sono
Infine la «mitezza e la clemenza di Cristo» (10,1) che
; isentimenti di Paolo a essere riversati nelle pagine di 2 Co‑
non alludono a due virtù del Gesù terreno, ma di Paolo per
rinzi,senza mai caderein forme di sentimentalismo o di pie‑
Cristo, esprimono la padenza che egli deve alimentare ver‑
tismo. ] sentimenti di un uomo che con gratuità e sincerità
soi destinatari di fronte alla loro incostanza e alla loro infe‑
’ ha dedicato se stesso per le sue comunità, ma che si vede
deltà (10,5-6). Spesso di Paolo si ha una concezione rigida e
tradito e calunniato nell’identità più profonda: essere apo‑
inflessibile,soprattutto in ambito etico. I casi dell‘offensore
‘«stolo per vocazione e non per mestiere!
(2,5-11) e della disobbedienza di buona parte della comu‑
nità di Corinto (10,1‐6),quando ormaii rapporti si stavano
rasserenando,dimostrano la sua miteua e clemenza nel sa‑ Bibliografia ragionata
per attendere tempi di maturazione e di consolidamento
nella fede (10,15). Commentari esegetici
Semo Le qualità che abbiamo segnalato accompagnano il mi‑ Dell’epocapanistica e medievale sono stati tradotti i bei
wrparìr nistero di Paolo, interamente votato al rapporto con Gesù commenti di Giovanni Crisostomo, dell’Ambrosiaster e di
Cristo e con le sue comunità: il sermo corporis diventa più ‘ Tommaso d’Aquino.Fra i commentari m g e fi d contempora‑
eloquente di qualsiasi altra forma di evangelimzione, per« _nei segnaliamo quelli diV.P.Fumish,di M.Thrall e di A. Pitta.
ché rende tangibile negli eventi affrontati la forza nella de‑
bolezza e la dignità della grazia nell‘indegnità umana. »AMBROSIASTER, Commenta alla Seconda lettera ai Corinzi,
L.Fanca (tr.) (Collana di Testi Patristici 79), Città Nuo‑
va, Roma 1989;

186 187
lltlllllllllllllllIIIII|I!"llllllIIIllllilllmllmllmmmi……H……HH‘Wmu…… … w . ‘

GIOVANNI Ciusosmuo, Commento alle lettere di s.Paolo ai Contributi


Corinzi. Lettera seconda - Omelie I - X X X , C.Tl'RONE Le monografie e gli articoli contemporanei su2 Corin‑
(tr.), I I I ,Cantagalli,Siena 1962; ,_zi riguardano,in particolare,l‘integrità o la frammentazione
TOMMASO D’AQUINO, Commento al Corpus Paulinarn (ex‑
della lettera,il suo spessore retorico ele peculiarità del mi‑
positio et lectura super epistolas Pauli), VoL 3: Seconda nistero di Paolo.Il commento di H D . Betz ha cercato di di‑
lettera ai Corinzi Lettera ai Galati, B. MONDIN (tr.),Edi‑ mostrare la presenza di due lettere amministrative in 2 Cot
' zioni Studio Domenicano, Bologna 2006; , 8 e 9:l’ipotesi ha suscitato un vivo dibattito tra gli studiosi
E. BEST, Seconda Corinzi, Claudiana,Tarino 2009;
‘ della lettera.Lo studio di C.Breytenbachha contribuito a ri‑
V.P. FURNîSH, Il Corinthians (Anchor Bible 32A), Double‑
; levare il retroterra diplomatico del linguaggio della riconci‑
day, New York 1984;
H.-J. KLAUCK, 2.Korintherbrief (Die Neue Echter Bibel.
‘ liazione utilizzato in 2 Cor 5,14-21. I.T. Fitzgerald si è sof‑
Neues Testament_8), Echter Verlag,Wurzburg 1986; , fermato sul retroterra ellenistico dei cataloghi delle diffi‑
G. Innusso, Seconda Lettera ai Corinzi Introduzione, ver‑ coltà o per-istatici, che attraversano 2 Corinzi eA. Colacrai
sione, commenta (Scrittidelle origini cristiane 8), EDB, ha approfondito il binomio «forza-debolezza» particolar‑
Bologna 2007; mente attestato nella lettera.
F. MANZI,Seconda Lettera ai Corinzi. Nuova versione, intro‑ ' H D .BE1'L,2 Corinthians 8 and 9:A Commentary on two ad‑
duzione e commento (Libri Biblici Nuovo Testamento ministrative Letters of the Apostle Paul, Philadelphia
9), Paoline,Milano 2002; 1985;
A. Pn'rA,Seconda Corinzi. Commento eregetico. Borla, Ro‑ ' C. BREYTEN'BACl-l, Vemihnung. Eine Studie zur paulinischen
ma 2006; Soteriologie (Wissenschattliche Monographien zum Al‑
K H . SCI-IELICLE, Seconda lettera ai Corinti,Città Nuova, Ro‑ ten und Neuen Testament 20), Neukirchener Verlag,
ma 19903; Neukirchen- Vluyn 1989;
M. THRALL, Seconda Lettera ai Corinzi, I - I l , Paideia, Bre‑ , A. COLACRAI, Forza dei deboli e debolezza dei potenti. La
scia 2007-2009 (orig. ingl. 1994-2000). coppia «debole:forte» nel Corpus Paulinurn, San Paolo,
Cinisello Balsamo 2006;
Comment-rl teologico-uplrltunll '‐G.DE VIRGILIO, La teologia della solidarietà in Paolo. Can‑
testi eforme della prassi caritativa nelle lettere ai Carin‑
G. DE VIRGILlO, Seconda Lettera ai Corinzi, Messaggero, zi (Supplementi di Rivista Biblica 51), EDB, Bologna
Padova 2012; 2008;
I. MURPHY-O’CON'NOR,La teologia della Seconda Lettera ai I.T.FITZ.GERALD, Crack: in an Earthen Vessel. An Examina‑
Corinti, Paideia, Brucia 1993: tion of the Catalogues of Hardships in the Corinthian
M. ORSATH,AMOIIM: tensioni nelle comunità. La Seconda Cor-respondence (Society of Biblical Literature Disser‑
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rata?Analisi retoriw-letteratia di 2 Cor 11,1‐ 12,18»,in
Biblica 37 (2006) 495-510. ‑

188 189
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V
Lettera ai Galati:
il vangelo della libertà

]] manifesto della libertà in Cristo è la Lettera ai Gala‑


f ti.Fra le cosiddette «quattro grandi lettere» paoline (1-2 Co‑
rinzi,Galati e Romani),Galati è la più breve ma, nello stes‑
so tempo, la più densa e la più sferzante di Paolo contro i
, uistiani della Galazia e gli avversari che contestano il suo
vangelo della libertà dalla Legge mosaica e dalle sue opere.
v Spesso nella bimillenaria storia dell’interpretazione la let‑
tera si è trovata al centro dei dibattiti più accesi: tra la fede
, e l e opere, la vita secondo lo Spirito e secondo la carne, il
' carismael’istituzione.
A volte Galati è impropriamente considerata come la
bozza di Romani,ma le due lettere riflettono situazioni ec‑
. clesiali del tutto diverse e,dal versante contenutistico, alcu‑
ni paragrafi di Galati sono originali:si pensi alla sezione au‑
tobiografica di Gal 1,13- 2,14, alla dimostrazione sui due ti‑
pi di figliolanza abramitica in Gal 4,21 - 5,1 e alla sezione
etica di Gal 5,13 ‐ 6,10, che trovano pochi riscontri in Ro‑
' mani. Pertanto, per cogliere il messaggio è fondamentale
cercare di delineare il retroterra storico che ha indotto Pao‑
lo ainviare la lettera.

Un’evangelizzazione nonprogrammata
Secondo l’excursus autobiografico di Gal 4,12-20 Paolo
raggiunse la regione della Galazia «a causa di una malattia»

191
llllllllltmlmnulummml|mlllullmllmlmmmm……m…………H‘m w w ‘

loculi…‑ (Gal 4,13), n o n meglio precisata. Nonostante il tipo di ma‑ In occasione del terzo viaggio (54-58 d.C.), mentre si tro- 0cmrl'on:
zianc della lattia,i Galati lo accolsero con entusiasmo, come un angelo
Galazin
va a Corinto o a Efeso,r i c e v e informazioni preoccupanti sui €…
inviato da Dio, e aderirono senza riserve al suo vangelo Su «7Galati: si sono lasciati ammaliare da alcuni avversari anoni‑ Halenzm
questo dato storico si condensano due importantiquestioni: mi di Paolo (cf. Gal 1,6-9;3,1--2), che esigono la sottomissio‑
dove si trova la zona della Galazia, evangelizzata da Paolo? * ne alla Legge mosaica e alla circoncisione per migliorare la
E quando l’evangelizzò? - loro adesione a Cristo Intanto anche le Chiese dell’Acaia
Sulla prima questione è opportuno notare che il nome (Corinto, Cenere) attraversano situazioni di conflitto con
Galeria si trova quattro volte nel NT: 1 Cor 16,1; G a l 1,2; Paolo, sulla credibilità del suo ministero, che abbiamo trat‑
2Tm 4,10 e 1 Pt 1,1. Il termine derivato, Galatiké, compare tato per la corrispondenza con i Corinzi. In un clima cosi
in At 16,6 e 18,23,mentre il nome di popolazione Guldtai si provato e impossibilitato a raggiungere nuovamente la re‑
riscontra soltanto in Gal 3,1. Le frequenze citate permetto‑ gione della Galan'a,intorno alla metà degli anni 50 d.C. (55‑
no d‘ipotizzare due localizzazioni:la zona meridionale del‑ 56) Paolo decide d’inviare la lettera con l'intenzione di tre‑
la Galazia o quella settentrionale della Galazia propria‑ nare la loro adesione alla circoncisione e alla Legge mosaica.
mente detta. N e l primo caso il termine Gulada allude alla
provincia romana costituita dal 25 a.C. con l‘occupazione
romana, che comprende la Licaonia, la Pisidia e la Frigia. Le Chiese dalla Galazia
Nel secondo caso si riferisce soltanto alla regione dell'at‑ Per quanto riguarda i destinatari della lettera, gli im‑ Cvim'ani
tuale Turchia centrale, circondata dalla Bitinia, dalla l’atla‑ portanti rilevamenti archeologici della zona permettono di di origine
gonia, dal Ponto e dalla Cappadocia. Poiché in At 16,6 e stabilire che si tratta di popolazioni gentili, dedite al culto lu‑ gentile
18,23 sono citate le regioni della Galazia e della Frigia l " ‑ nare edi origine barbarica. Dunque non hanno mai sentito
potesi regionale è da preferire rispetto a quella provinciale ’ parlare della Legge mosaica,né della circoncisione e del ca‑
o politica.Anche la denominan'one etnica Gulàitu' in Gal 3,1 lendario giudaico.Di fatto non è attestato alcun reperto sul‑
orienta decisamente verso la seconda ipotesi: l‘appellativo la presenza giudaica intorno all’antica Ancyra; e la prima
«stolti Galati» può essere applicato soltanto a chi e tale in : predicazione di Paolo e stata interamente incentrata sul‑
senso proprio e n o n amministrativo o politico, come ad l‘annuncio di Gesù Cristo crocifisso (3,1) e sull‘azione dello
esempio agli abitanti della Frigia. Spirito (3,3), senza chiedere ai Galati alcuna obbligazione
Pertanto le «Chiese della Galazia» (Gal 1,2) sembrano della Legge.
localizzate nei centri urbani di Pessinunte, Ancyra (odierna Con la successiva predican'one dei suoi awersari, di cui Gli
Ankara) ehvium. In tal caso Paolo evangelinò per la prima . ignoriamoi nomi,la provenienza el’identità,i Galati hanno awe:wi
volta la zona centrale della 'Ilnchia durante il secondo viaggio accolto favorevolmente l’osservanza del calendario giudai‑ di Paolo
missionario (49-52 d.C.). Purtroppo ignoriamo la ragione per co, insieme alla fede nell’unico Dio di Gesù Cristo (4,8-11)
cui dalla costa meridionale della Cilicia, decise di abbando‑ e intendono proseguire nella giudaizzazione (ci. l’uso raro
nare le arterie principali della eomunimzione snadale per rag‑ del verbo «giudaizzare»in 2,14) della loro fede cristiana,
giungere la regione montuosa della Galazia centrale. Forse mediante la piena sottomissione alla Legge mosaica. Pur‑
perché nella regione c’era un clima più salubre per la sua ma‑ troppo gli avversari giunti in Galazia, dopo la predicazione
lattia o perché erano sorte alcune terme per la cura della pel‑ ’ di Paolo,sono lasciati nell’anonimato per una sorta di dam‑
le 0 degli occhi,scoperte dacirca un trentennio nella regione? natio memoriae. Molto probabilmentesi tratta di agitatori di
192 193
mllmllmluulumu|unlm…mummmummmmm……un…»…wuu…… … ,u n

origine cristiana che però si differenziano da quelli che han‑ la tesi secondaria ela benedin'one di Abra‑
no operato a Corinto poiché nelle due lettere che abbiamo mo (3,6-14);
analizzato non emergono ancora le questioni sulla Legge e esempio testamentario (3,15-18);
le sue opere in rapporto alla giustificazione. interrogaziorfi: natura e finalità della Leg‑
Pertanto per Paolola posta in gioco in Gaiafin è molto Ee (3.19-fl);
alta: qual è il rapporto tra Cristo e la Legge e si può credere la fede, la discendenza di Abramo e l’ere‑
al vangelo senza osservare la Legge? In definitiva la sotto‑ dità (322-29);
missione alla Legge aggiunge o toglie qualcosa al proprio epilogo: la figliolanza in Cristo e nello Spi‑
stato di credenti in Cristo? La Lettera ai Galati è la prima rito (4,17).
forma di «nuova evangelizzazione» per credenti che, dopo Terza dimostrazione: l’a…-aut della figliolanza
aver accolto con entusiasmo il vangelo di Paolo, fischiano nbramifica (4,8 ‐ 5,12):
non di progredire,ma di regredire dalla loro corsa perla fe‑ apostroie (4,8-11);
de in Cristo (5,7). excursus sulla prima evangelizzazione in
Galazia (4,12-20);
Disposizionee genere i figli della schiava e quelli della libera
(4,21‐ 5.1);
Nella storia dell’interpretazione la Lettera ai Galati non perorazione (5,2-12).
è stata mai posta in discussione quanto a paternità e a inte‑ Quarta dimostrazione: la vita secondo lo Spiri‑
grità redazionale;per il suo tenore polemico e autobiografi‑ to (5,13‐ 6,10):
coe stata sempre ritenutadi Paolo e non presenta ipotesi al‑ apostroîe (5,13-15);
ternative credibili.A ben vedere le partiche la compongono la vita secondo la carne e quella secondo
sono così concatenate fra loro che sembrano dettate di get‑ lo Spirito (5,15-26);
to, senza momenti di pausa o di ripensamentosu alcune af‑ la condotta degli «spirituali» (6,1-10).
fermazioni alquanto sprezzanti, soprattutto nei confronti Peronzlone |In-le epostscriptum (6,11-18).
degli awersari.La lettera presenta la seguente tessitura:

Introduzione epistolare (Gal 1,1-12) Come le restanti lettere paolina, Galati si compone di
Corpus epistolnre (Gal 1,13 ‐ 6,10) ‘ tre parti epistolari fondamentali: l’introduzione (1,1-12), il
Prima dimostrazione: autobiografia esemplare corpo (1,13 ‐ 6,10),e il poscrìtto (6,11-18).1httavia la lettera
(1,13 - 211): manca di un ringraziamentoo di una benedizione introdut‑
dalla formazione all’incidente di Antiochia tiva,presente in tutte le altre lettere paoline.Al posto dei rin‑
(1,13 - 2,14); gran'ameuti è riportata un’apostrofe di rimprovero contro i
la mimesi o rappresentazione del discorso Galati e gli avversari di Paolo (1,640). Anche il postscrip‑
(2,15-21). tum di 6,11‐18 non raccoglie soltanto le raccomandazioni
Seconda dimostrazione: la fi g l i o l a … abrami‑ epistolari conclusive, ma si presenta come una perorazione
tica (3,1‐ 4,7): finale che sintetizza i contenuti più importanti della lettera.
apostrofe (3,1-5); Riteniamo che il genere principale che attraversa la let‑
194 195
ununumunum…|mummumuu …………n….……………………… … …

tera n o n sia forense (anche se n o n mancano accenni di ac» i o n e chianica del tipo a-b-b‘-a1 pone in evidenza l’origine
cusa nei confronti dei destinatari e degli avversari di Paolo), ‘ divina dell’apostolato di Paolo ela mediazione cristologica.
né deliberativo (che si limiterebbe ad esortare i Galati a n o n Inoltre, mentre in altre lettere cita come committenti
farsi circoncidere), bensì dimostrativo o epidittico secondo , alcuni suoi collaboratori1in 1,2 sono menzionati tutti i fra‑
la specie negativa del biasimo e n o n positiva dell’elogio. A1‑ ' telii che si trovano con Paolo a Corinto (o a Efeso) da cui e
la specie dello prégos o del rimprovero rinviano le apostro‑ inviata la lettera. L’estensione massima dei committenti si
fi che cadenzano le parti iniziali di ogni dimostram'one: da * deve al maggior consenso possibile con cui Paolo intende
quella introduttiva e generale di 1,6-10 a quelle secondarie rivolgersi ai destinatari.In pratica quanto sta per scrivere è
di 3,14; 4,8410 e 5,13‐15.'111ttavia queste innestano le parti condiviso non da alcuni, mada tutti i committenti.
che seguono per evidenziare l’assoluto valore del vangelo Infine la calunnia comprende unappendice:la grazia e Il
della libertà cristiana, che nella figliolanza abramitica e di‑ la pace sono augurare nell‘ambito dell‘azione salvifica di frumento
vina riscontra il contenuto centrale. Gesù Cristo che ha dato se stesso per i nostri peccati per FW“M rulla
strapparti dal presente secolo malvagio (1,4). Ci troviamo di 1ulvezza
fronte a un frammento pre--paolino, analogo a quello ri‑
L’intreccio argomentativo scontrato nella sezione introduttiva di 1Ts 1,1-10e caratte‑
La lettera è cadenzata da quattro apostrofi, indirizzate rizzato dall’azione salvifica di Cristo per redimere gli uomi‑
ai destinatari (1,6-10;3,1-4;4,&11;5,13-15),eda quattro pe‑ ni,anche sei contenuti della salvezza sono diversi. Mentre in
rorazioni che chiudono le rispettive dimostrazioni (2,15-21; 1Ts 1,9-10 Cristo ci haliberato dall’ira che incombe, in Gal
4,1-7; 5,2-12; 6,11-18). Ancora una volta, mentre Paolo se‑ 1,4 ci haliberato dai peccati.A livello contenutistico il tram‑
gue un canovaccio epistolare consueto, adatta ad usum mento pre-paolino più prossimosi riscontra in 1 Cor 15,3-5
delphini o secondo finalità persuasive proprie la lettera,de« con l’accenno alla morte di Cristo per i nostri peccati. Una
clinando epistolografia eretorica-letteraria. dossologia finale riconduce l’azione salvifica, compiuta da
Cristo, alla «volontà di Dio e Padre nostro, al quale si deve
la gloria nei secoli dei secoli, amen» (v. S).
Introduzione epistolare (Gal 1,1-12) Segue l‘esordio di 1,6-10 che--caso unico nell’epistola‑ Rimprvveri
Il protocollo epistolare prevede una parte dedicata ai rio paolino- non esprime alcun ringraziamento a Dio per i 1°an del
ringra‑
prescritti e una ai ringraziamenti epistolari. In 1.1-5 il pre‑ destinatari,né tanto meno il ricordo nella preghiera per lo‑ ziamenti
scritto comprende la titulatio circa il mittente (Paolo), l‘ad‑ ro, mapunta diretto verso un’apostrote di biasimo contro i
scn'ptia o destinazione (alle Chiese della Gaiazia) e la salu‑ Galati e gli avversari. I primi sono rimproverati con toni
tatio (l’augurio della gazia e della pace da Dio Padre e dal aspri perché,‘1ncosì breve tempo, sono passati dalla sua pre‑
Signore Gesù Cristo).îhttavia soltanto la destinazione della dicazione a un vangelo diverso dal suo, che di per sé n o n
lettera èinvariata rispetto alle altre lettere paoline,mentre in può neanche definirsi tale (1,5-6). I secondi, descritti con un
115 sono ampliate le altre parti.Nella titolazione di 1,1Pao‑ generico «agitatori»,sono biasimati perché intendono stra‑
lo precisa subito l‘origine e la relan'one fondamentale del volgere il vangelo di Cristo. E al posto dei ringraziamenti
suo ministero:è apostolo non da parte di uomini (a),né per protocollari, Paolo minaccia un anatema verso quanti pre‑
mezzo di uomo (b), bensì per mezzo di GesùCristo (la‘) e da dicano contro il suo vangelo (v. 9). L’anàterna vale per
parte di Dio che l’ha risuscitato dai morti (a‘). La composi‑ chiunque: per assurdo anche per Paolo stesso o per un an‑

196 197
llllllllllllllllll|||"Il…||…lliillllillliilllillliiHIMHIMHIHHFHH'HH’HHHW… …… ‘ ‘

gelo inviato dal cielo (v.8). Rispetto ai credenti in stato di Cristo sarebbe morto invano (2,21) e Paolo sarebbe tra‑
apostasia dal suo vangelo, Paolo dichiara di non cercare di sgressore della Legge (2,18).
piacere agli uomini, né di accattivarsi il loro consenso, ma Diversi studiosi interpretano la prima dimostrazione Dalla
prosegue per la sua strada in quanto schiavo di Cristo (v. ” come apologetica,ma senza trovare riscontri reali. Si può fumazian:
ben rilevare che in 1,13 ‐ 2,21manca qualsiasi accenno agli nel
10).Pertanto l‘apostrofe generale di 15-10introduce sia gli
giudaùmv
interlocutori che hanno causato l’invio della lettera (Paolo, avversari che stanno operando in Galazia, né alla difesa di
all’incontro
i Galati e gli agitatori provenienti dall’esterno), sia i due ter‑ Paolo e del suo vangelo. Inoltre a proposito di 2 Car 1,15 ‑ wn il
mini intorno ai quali essa si dipana: l’euanghélione la chàris , 7,4, abbiamo rilevato che tra la narrazione apologetica di Risano
o la grazia divina che hanno operato in Galazia (v. 6). 2 Cor 1,15 ‐ 2,13 e la parte probatoria di 2,14 - 7,4 c’è una
Unvangelo La parte introduttiva si chiude con la tesi 0 la propositia profonda relazione: quanto è raccontato nella narrazione e
nondi principale della lettera incentrata sul vangelo che Paolo si difeso nella probazione,come richiede l’uso normale del ge‑
«righe propone di rendere noto ai Galati: il suo vangelo non è di . nere forense…A] contrario non c’è alcun episodio di Gal 1,13
umana * ‐ 2,14 che sia ripreso nelle dimostrazioni successive della
origine umana, né gli è stato insegnato dagli uomini, ma gli
è stato trasmesso per rivelazione di Gesù Cristo (1,11-12). ; lettera. Soltanto in Gal 2,15-21, sono introdotte le temati‑
Così decide di rievangelinare i Galati, ripartendo dall‘ini‑ che principali che Paolo svilupperà in seguito, mail brano
zio, come sela sua fatica fosse stata vanificata dalla nuova si‑ f non è più un racconto, bensì un discorso.
tuazione creata dai suoi avversari. Piuttosto l’autobiografia è intessuta per dimostrare che Aumloglo
nel curriculum vitae di Paolo non c'è stato mai alcun ritorno mmle
al passato, ma è stato coerente sino al presente. Per questo
Prima dimostrazione: un’autobiografia ideale non e l’autodil’esa del suo vangelo la traiettoria verso cui ten‑
(Gal 1,13 ‐ 2,21) dela narran'one di 1,13 -2,14,bensì l‘esemplarità di Paolo di
Invece di soffermarsi sull’origine divina e sui contenuti fronte allo stravolgimento che si sta verificando nelle chiese
cristologici del suo vangelo Paolo preferisce raccontare pri‑ della Galan”a.Torna cosi il genere dell’autoelogio o della pe‑
ma‘di tutto la sua vita. La sezione di 1.13 ‐ 2,21costituisce la riautologia che abbiamo rilevato in 1 Cor 9,1-27 e in 2 Cor
più importante autobiografia paolina nelle sue lettere,poi‑ 11,1‐ 12,10. La situazione di emergenza della Galazia co‑
ché abbraccia lo spazio più ampio della sua esistenza; dalla stringe Paolo a raccontarela sua esistenza affinché il vange‑
sua condotta nel giudaismo (1,13) al famoso incidente di lo della grazia (Gal 1,15-16)ela verità dell’evangelo (2,5.14)
Antiochia (2,11-14).A prima vista sembra che l’autobiogra‑ riscontrino nella sua esistenza un modello esemplare agli oo‑
fia sia disancorata dall’origine divina del suo vangelo, inlro‑ chi dei destinatari. Per questo le cinque sequenze narrative
dotto nella tesi di 1,11-12.In realtà, la prima dimostrazione sono riportate secondo il seguente ordine cronologico:
bal’importante funzione di spiegare che,mentre i Galati in‑
tendono passare dall’essere in Cristo al giudaismo con la formazione e condotta di Paolo nel giudaismo e rivela‑
sottomissione alla Legge, Paolo ha seguito il percorso con‑ zione divina (1,13-17);
trario: di chi da una condotta integerrima nel giudaismo ha prima salita a Gerusalemme (LIS‐20);
aderito, senza compromessi & Cristo, demolendo tutto ciò permanenza in Siria e in Cilicia (1,21-24);
che aveva costruito in passato. Per questo la sentenza finale seconda salita a Gerusalemme (2,1-10);
sottolinea che, se la giustificazione proviene dalla Legge, l’incidente di Antiochia (2,11-14).

198 199
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La Nell’introduzione alla vita di Paolo, a cui rinviamo, ab‑ cidente di Antiochia dove si oppone a tutti coloro che si se‑
vocazione biamo oonfrontato gran parte degli episodi citati con le se‑ , parano dai Gentili, in occasione della comunione di mensa,
P" E'…“ zioni biografiche negli Atti degli apostoli.Adeso cerchiamo per n o n incorrere in situazioni d’impurità alimentari. Non a
di cogliere le dinamiche esemplari della narrazione paoli‑ caso tace sull’esito dell’incidente durante il quale Paolo de‑
na.L’evento di svolta, e il turningpoint,e rappresentato dal‑ ve aver subito una pesante sconfitta. Ma i tratti ideali evi‑
l‘eventodi Damasco evocato in 1,15-16,dove Paolo utilizza denziati sono finalizzati all’esemplarità nei confronti dei
il vocabolario profetico della vocan'one di Ger 1,5-10 rap‑ Galati, affinché n o n si sottomettano alla Legge mosaica.
portandolo alla tesi principale di Gal 1,11-12.Dio lo ha chia‑ L‘incidente di Antiochia si chiude con la domanda in
mato dal seno di sua madre rivelandogli suo Figlio affinché prima persona rivolta :: Cefa che sottolinea l‘ipocrisia del
lo mandasse tra i Gentili. La vocazione di Paolo e moti‑ suo modo di agire. Come può prima condividere la men‑
vata soltanto dalla grazia divina: la stessa grazia della voca‑ sa con i Gentili e poi separarsi da loro quando subentrano
zione da cui, purtroppo, si stanno allontanando i Galati , alcuni inviatidi Giacomo (2,14)?
(1,6). Senza creare u n o stacco dalla narrazione,nella cornice Rappmen‑
A prima vista la narrazione degli eventi successivi sem‑ storica dell’incidente di Antiochia Paolo intesse un discorso (azion: del
bra abbastanza oggettiva e distaccata. 'Ilittavia.quando su‑ dinanziad
esemplare che, in realtà, e rivolto non tanto a Pietro, quan‑ Antiochia
bentra il racconto dell‘assemblea di Gerusalemme, Paolo to ai Galati. Il discorso di 2,15-21 e una mimesi o rappre‑
inserisce un’annotazione extradiegetica o estranea alla nar‑ sentan'one che ricapitola la narrazione precedente e antici‑
razione che l’attualizza. Così in 2,5 ricorda che durante l’as‑ pa le tematiche della dimostrazione successiva. Nell’oriz‑
semblea di Gerusalenune non cedette neanche per un atti‑ , monte retrospettivosi spiegano gli accenni alla grazia divina
mo alla sottomissione richiesta da alcuni intrusi «affinché la ‘ (1,6.15;2,21),a1figlio di Dio che gli e stato rivelato e o m a i
verità dell'evangelo continuasse a restare tra voi». L‘anno‑ vive in lui (1,16; 2,20) e la dinamica dell’edificare e del de‑
tazione riguarda nuovamente il vangelo per il quale è salito '. mnlire o distruggere (1,13; 2,18). Invece in funzione prolet‑
a Gerusalemme (2,2) e che non ha rinnegato,a differenza di tica o di anticipan'one sono introdotti i rapporti tra la Leg‑
come stanno facendo i Galati. ge,le «operedella Legge»ela fede di'/in GesùCristo sul per‑
Autobio‑ Per questo la narrazione di 1,13 - 2,14 assume i tratti di corso della giustificazione.
mfia un’autobiografia esemplare e ideale: esemplare per i Gala‑ Pertanto la mimesi o la rappresentazione del discorso
ti e ideale nei suoi contenuti.Si rivela ideale anzitutto il rap‑ tenuto ad Antiochia conferisce significato all’intera nana‑
porto immediato tra la rivelan'one divina e l’evangelim‑ n'one precedente e dovrebbe indurre i Galati a non costrui‑
\ zione dei Gentili, mentre sappiamo che trascorsero diversi re quanto Paolo ha demolito, rischiando di vanificare la
anni dall’evento di Damasco prima che Paolo iniziasse a , morte di Cristo sino a renderlo ministro del peccato e non
predicare fra i Gentili. Ideale è anche lo spartiacque che sta‑ della giustificazione.
bilisce tra l’evangeliuazione dei Gentili, affidata a lui e a
Barnaba, e quella della circoncisione per Giacomo, Ce£a e
Giovanni, durante l’assemblea di Gerusalemme (2,1‐10). I Seconda dansk-zione: la figliol-nza nbrantitica
dati storici dovevano essere più complessi sia per la predi‑ ( G i l 3,1- 4,7)
can'one di Paolo tra i Giudei della diaspora, sia per quella di Una nuova apostrofe di rimproveri contro i Galati e gli
Pietro t r a i Gentili.E ideale è il modo con cui descrive l" ‑ avversari di Paolo (3,1-5) separa la prima dalla seconda di‑
200 201
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mostrazione. In tal modo introduce la dimostran'one incen‑


Com:ri trata sulla figliolanm abramitica. Con la sen'one di 3,1‐ 4,7 Mlivo Negativo
divema egli cerca di spiegare le modalità con cui si diventa figli di
figlidi Abramo: semediante la Legge e le sue opere o mediante lo Gn 15,6in Gal 3,6: Dt 27,26 in Gal 3,10:
Abramn credere«giustizia; maledetto-fare queste cose;
Spirito e la fede in Cristo. La figliolanza abramitica e rap‑
portata a quella divina e, di conseguenza, all’eredità pro‑ Gn 12,3in Gal 3,8: Lv 18,5 in Gal 3,12:
le genti; fare queste cose‐vivere;
messa da Dio ad Abramo e alla sua discendenza. Non sap
Ah 2,4 in Gal 3,11: Dt 21,23 in Gal 3,13:
piamo se, per dimostrare l‘acquisizione della figliolanza giusto-fede‐vivere. maledetto.
abramitica, Paolo contrasti la predicazione dei suoi avver‑
sari sulla circoncisione di Abramo e della sua discendenza
richiesta in Gn 17,12-7, poiché nella lettera non si accenna Il bandolo della matassa si trova in Gal 3,6-7 dove, ri‑ La/edula
mai alla predicazione degli oppositori. Comunque e certo chiamando in forma indiretta la citazione di Gn 15,6,Paolo figliol/inn
che la storia diAbramò e della sua discendenza ato-aversa la mm subitoi destinatari a riconoscere che soltanto chi cre‑ abmmin'm
seconda e la terza dimostran'one di Gal 3,1- 4,7 e di 4,21‑ de come Abramo può dirsi suo figlio. Per questo i versetti ci‑
5,1, ad eweu'one dell’exc‘ursus autobiografico di 4,12-20. Ol‑ ‘ tati rappresentanola tesi secondaria della lettera,che corro‑
tre all’uso della Scrittura che abbonda nella seconda dimo‑
bora,a livello contenutistico, quella generale di Gal 1,11-12.
strazione, per la prima volta in 3,1 ‐ 4,7 subentra l’azione Il vangelo che Paolo riannuncia peri Galati, in forma epi‑
dello Spirito, su cui verte l’aspra rimprovero di 3,1-5, e l'e‑ stolare, riscontra nella figliolanza abramitica il suo conte‑
pilogo di 4,1-7. nuto principale.
La S€G/mda Il paragrafo introduttivo della seconda dimostrazione Circa l’intreccio dell‘argomentazione fondata sulla
apfl!lmfc (3,1-5) è tra i più sferzanti di Paolo che interroga gli «insen‑ Scrittura, si può notare che nella prima catena di citazioni
san' Galati» con una serie di domande retoriche per le qua‑
sono posti in relazione prima di tutto i passi di Gn 15,6 e di
li non ènecessario attendersi risposte. In occasione della sua Ab 2,4,mediante le connessioni tra i tannini «credete/fede»
prima evangelizzazione in Galazia, Gesù Cristo è stato raf‑ e«giustin'a/giusto».Così Paolo si serve di un’isotopia o cbn‑
figurato come crocifisso (v. 1) e hanno ricevuto lo Spirito nessionelessicale per dimostrare che quanto vale per Alfre‑
senza le opere della Legge (v.2). Ma ora, dopo aver inia‘ato mo si estende a ogni giusto che dalla fede vivrà. Il modo di
con lo Spirito, gli stolti Galati desiderano terminare con la procedere corrisponde alla regola esegetica della gezerah
came (v.3). Per Paolo tutta l‘esperienza dello Spirito e del‑
shawflt con cui due o più passi della Scrittura sono posti in
l’ascolto qualificato dalla fede in Cristo sembra vanificarsi di relazione per concatenamenti linguistici.A sua volta la cita‑
fronte alle opere della Legge (vv.4-5). n'one intermedia di Gn 12,3 («In te saranno benedette tut‑
L’apostroie lascia il posto alla dimostran'one intessuta te le genti») preannuncia l'estensione universale della fede
su una serie di citazioni della Scrittura in 3,614, come ruo‑ di Abramo.
stra il seguente prospetto:
In contrasto con il percorso della fede per ottenere la
giustizia,]a seconda catena di citazioni stabilisce una nuova
gezcrah shawuh o connessione lessicale tra i termini «male‑
detto» in Dt 27,26 e Dt 21,23 e «fare queste cose» in Dt
27,26 e Lv 18,5. Di conseguenza, trovarsi sotto la Legge
262 203
llllllllllllllllllmllllvllllllllltlllmlvmllllulllmlnmu…mwmmw … …… … … … …

equivale a essere sotto la sua maledizione e n o n sotto la be‑ dovrai dar loro sepoltura nello stesso giorno, poiché coloro
nedizione di Abramo. Alcuni commentatori pongono in ri‑ che sono appesi aun albero sono una maledizione per Dio e
salto anche la connessione trasversale tra Ab 2,4 (della oo‑ per gli uomini, e non devi contaminare la terra che io ti sto
per dare in eredità».
lonna positiva) e Lv 18,5 (di quella negativa) mediante il
verbo «vivere»per rilevare che anche l’economia della Leg‑
ge porta alla vita se si praticano i suoi comandamenti. In Alla luce dell’alluSione alla crocifissione nell’interpre‑ Il paradom
realtà,il commento intermediodi Paolo,per cui «quelli che ,. tazione giudaica di Dt 21,23 torna il paradosso della croce, della croce
si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledi‑ “Î che sièrivelato centrale in 1 Cor 1,18‐31ein 2 Cor 5,14-21.
n'one» (Gal 3,10) e «la Legge non si fonda sulla fede» (3,12), ' In Gal 3,11-14 il paradossoè espresso con una nuova dimo‑
esclude qualsiasi possibilità che praticare la Legge porti al‑ stran'one scritturistica di primaria importanza per com‑
la vita.Tuttavia è opportuno precisare che tale esclusione e prendere oome Paolo sia passato dalla persecuzione contro
motivata non dal fatto che sia impossibile mettere in prati‑ ' quanti credono tra i Giudei nel Messia crocifisso all’essere
ca tutta la Legge,bensì perché la vita deriva dalla fede e non ‐ perseguitatoa causa della croce di Cristo.
dalla Legge,né tanto meno dalle sue opere. Dall’argomentazione fondata sulle connessioni termi‑ DnAbramo
Dalla Determinante in questo contrasto tra le due economie nologiche fra le due catene di citazioni, si passa a quella uCrùw
nualndxlrl'on: el’intervento di Cristo che «ci ha riscattati dalla maledizio‑ umana del testamento (3,15-18),per stabilire i rapporti tra la
alla ne della Legge,diventando maledizione per noi» (3,13),per promessa [ a t t a ad Abramo e alla sua discendenza. L’esem‑
benedizione
cui senza la sua condizione di maledetto che pende dal le‑ pio del testamento che nessun può alterare, tranne il testa‑
gno, non sarebbe stata possibile la benedin‘one di Abramo tore, serve a Paolo per stabilire che la disposizione di Dio
per tutti i Gentili. In tal modo Paolo attraversa l’ostacolo promessa ad Abramo non può essere mutata dalla Legge,
principale che impedisce di credere nel Messia crocifisso, sopraggiunta quattrocentotrent’anni dopo le promesse di‑
poiché il passo di Dt 21,23 era applicato nella letteratura vine Ardito e il modo con cui Paolo commenta il passo di
giudaica del tempo non soltanto all’esposizione sul legno Gn 12,7 («E alla tua discendenza»),poiché interpreta il so‑
dei cadaveri past mortem,maanche alla pena capitale della stantivo rpénna (seme) come singolare per applicarlo a Cri‑
crocifissione dei condannati. Così nel Rotolo del Tempio o sto (3,16).1ìmavia l’esegesi letterale del passo gli serve per
110 64,7-13 raccomanda il legislatore della comunità di stabilire una relan'one diretta tra Abramo e Cristo, sorvo‑
Qumran: lando su tutta la discendenza intermedia.
A questo punto emergono diversi interrogativi che Pao‑ finzione
… “i
«Se vi sarà qualcuno che tradisca il suo popoloe divulghi lo affronta ricorrendo allo stile della diatriba: sec‘è una re‑
notin‘e dannose al suo popolo in favore di una nazione stra‑ della Legge
lan'one diretta tra Abramo e Cristo, perché è stata promul‑
niera, o compia qualcosa di male verso il suo popolo. lo ap‑ gata la Legge (3,19)? In caso negativo si dovrebbe dedurre
penderete a un albero, affinché muoia. Di fronte (alla testi‑
monianza) di due testimoni (: di fronte (allatestimonianza)di
che la Legge vada contro le promesse (3,21)? In entrambii
tre testimoni sarà messo a morte: lo appenderanno a un al‑ casi, la risposta di Paolo e articolata.Anzitutto la Legge fu
bero, Quando in un uomo c'è un peccato che lo renda reo di istituita in vista delle trasgressioni umane e per giunta con
morte ed egli si rifugi fra le nazioni e mnledioa il suo popolo l’apporto di due mediatori; da una parte Mosè per il ver‑
e ifigli d’Israele, lo appenderete anche lui a un albero,perché sante umano, dall'altra gli angeli per quello divino. Ne emer‑
muoia.Ma non lascerai iloro cadaveri appesi all’albero, anzi ge una visione negativa della Legge che la distanzia da Dio

204 205
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che è Uno.Ttittavia, anche sepresentata in modo deleterio, tudinis»! L’unico accenno alla madre di Gesù nelle lettere
e opportuno precisare che Paolo non sostiene che la Legge oline haun’importanza decisiva nella storia della salvez‑
mosaica n o n sia divina: su questo punto preferisce tacere za: senza la sua maternità n o n sarebbe stata possibile la il‑
per rimarcare gli aspetti negativi suquelli positivi della Leg» finzione divina dei credenti.
ge. Circa la seconda domanda,la Legge n o n è contro le pro‑ . Il percorso denso e articolato di Gal 3,1 ‐ 4.7 si chiude ‐ Filiazium
messe semplicemente perché n o n èin condizione di confe‑ con la ripresa delle battute iniziali: Colui che ha elargito lo und-“ant:
rire la vita che, invece, è donata mediantela fede. Spirito (3,3) lo ha inviato (4,6) affinché lo stesso grido del "’ 5P"“"
Esmeralla Il rapporto tra la fede, le promesse e l’eredità abramiti‑ Figlio «Abba, Padre», pronunciato durante l'agonia del
hi Legge ca richiede un ulteriore approfondimento poiché di mezzo ‘Getsemani (Mc 14,36) esprimesse la nuova condizione dei
c’è la Legge. anche se è stata promulgata quattrocento» =credenti. L’epifonema o l a sentenza conclusiva di Gal 4,7
trent‘anni dopo la fede di Abramo. Nell’ultima parte della chiude la partita della seconda dimostrazione: la filiazione
seconda dimostrazione (3,23 ‐ 4,7) la Legge continua a es‑ divina garantisce l’eredità della promessa fatta da Dio ad
sere presentata in modo negativo: e come un pedagogo che “Abramo.
tiene sotto custodia il minore affidatogli, senza concedergli
alcuna libertà,nédi poter godere i benefici dell’eredità pro‑ T e m dimoslradone: Paul-aut
messa. Forse è opportuno precisare che la metafora del pe‑ della figliolann abramitica (Gal 4,8 ‐ 5,13)
dagogo n o n assume nel contesto della sezione valenza posi‑
tiva. ma negativa perché non è diversa dall’essere sotto tu‑ La seconda dimostrazione è stata troppo densa perché Terza
tori e amministratori (4,1-2), sotto il peccato (3,22) e sotto Paolo prosegua con la storia di Abramo e della sua discen- EMM":
gli elementi del mondo (4,3). Soltanto con la fede in Cristo ‘ denza. Decide allora di fare una sosta e interpellare nuova‑
econ il battesimo si è liberatidalla condizione di schiavitù in / mente i Galati per ricordare l’entusiasmo con cui lo accol‑
cui costringe la Legge (3,27). Pertanto l’essere una in Cristo : sero in occasione della sua prima e unica visita nei loro pae‑
nega qualsiasi barriera etnico-religiosa (non c‘è Giudeo né si. Una nuova serie di rimproveri introduce la terza dimo‑
Greco), civile (non c’è schiavo né libero) e persino sessuale stradone: nonostante i Galati siano passati dall’idolatria :)
(maschio efemmina). dal politeismo alla fede nell’unico Dio e quindi dalla schia‑
Invio del L’esemplificazione sulla tutela dei minori destinati al‑ . v i n ] alla libertà,hanno iniziato a osservare il calendario giu‑
figlio l’eredità in 4,1-2 permette a Paolo di chiudere la sezione con daico (4.8-11).Il loro non eun progresso, bensì un nocivo re‑
di Dia il paragrafo sull’invio del Figlio di Dio,nato proprio sotto la ’ gresso dalla libertà a una nuova forma di schiavitù.
Legge, per riscattare quanti erano sotto la Legge affinché : 11paragrafo di 4,12-20 è un prezioso excursus sulle vi- Ricordo
ricevessero la filiazione divina (4,4-7). Bassa-zione è nuo‑ cende che hanno portato Paolo a evangelizzare la regione dellanima
vamente paradossale,come quella di 3,13-14, poiché chi na‑ -.della Galazia settentrionale.Z Purtroppo sono pochi i dati "“"””
sce sotto la Legge e destinato a restarvi per sempre e n o n è , storici evocati da Paolo poiché,come al solito, preferisce fo‑ zazione
in condizione di liberare alcuno dal suo dominio.Ma attra‑
verso l’invio del Figlio di Dio,nato da donna, si erealizzato ? ' «Nonfu il tempo a causare l'invio del Figlio,ma al contrada l’invio del Figlio
il dono universale della filiazione divina. Sull’ìnvio del Fi‑ causò la pienezza del tempo».
glio eincisivoil commento di M. Lutero:«Non enim tempus ‘ SuGal 4,12-20 ci siamo sofiemrati nell’introduzione,a proposito del oonle‑
fecit £ilium mini, sed e contra missio fi l i i fecit tempus pleni‑ ' sto storico della lettera.

206 207
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calizzare l‘attenzione sulla relazione genitoriale coni Gala‑ via, è importante n o n interpretare il paragrafo nell’ottica
ti. Non sappiamo nulla sulla sua malattia,di cui i Galati si so‑ antigiudaica poiché n o n vi si parla di Giudei, né di Greci,
no fatti carico, né sugli avversari che si sono intromessi per bensì di due disocndenze incompatibili fra loro che com‑
separarli daPaolo.îhttavia egli si dichiara disposto a soffri‑ prendono sia i giudeo-cristiani, sia gli etnico-cristiani. Non a
re le doglie della gestazione materna,affinché Cristo sia for» caso a proposito del contrasto tra le due città di Gerusa‑
mato nuovamente in loro, perché teme che tanta fatica sia lemme in 4,75 si verifica una disparità tra il codice cronolo‑
stata inutile. Dopo la pausa sul ricordo della prima evange‑ gico, applicato alla Gerusalemme presente, e quello spazia‑
lizzazione,Paolo torna alla storia di Abramo che riprende in le, per la Gerusalemme di lassù, mentre a rigore di logica
4,21‐ 5,1. avrebbe dovuto distinguere la Gerusalemme superiore da
Mentre sino a 4,7 Paolo ha cercato di dimostrare come quella inferioreo quella presente da quella futura. L’usosi‑
si diventa figli di Abramo o di Dio,con la nuova pericope di . multaneo dei due codici ‐ spaziale e temporale ‐ dovrebbe
4,21 ‐ 5,1, incentrata sulla Scrittura, pone i destinatari di non indurre a sostenere che la Gerusalemme superiore si
fronte all‘aut-aut tra due tipi di figliolanza abramitica: della applicherebbe alla Chiesa che sostituirebbe quella terrena e
schiava o della libera. In modo sommario è evocata la di‑ 4quindi la sinagoga. Piuttosto il contrasto e fra quanti, Giudei
scendenza di Abramo, che ricevette due figli: uno dalla ' e Gentili, appartengono nel presente alla Gerusalemme di
schiava (Agar, nominata in 4,24) e uno dalla libera (Sara, lassù, senza che questo implichi una sostituzione della Ge‑
che però non è citata). Per inverso, mentre in 4,28 è men‑ rusalemme terrena. In definitiva la netta distinzione tra l‘es‑
zionato Isacco, nella pericope n o n è citato Ismaele. Le due sere figli della libera e non della schiava n o n assume una
nascite sono richiamatein 4,22‐23 e sono rapportate alla ci‑ connotazione etnica,bensì religiosa: tra l’essere figli secon‑
tazione più ampia della Scrittura in Galati: quella di Is 54,1 do la came o secondo lo Spirito, s e … alcuna compatibilità
in cui si annuncia la figliolanza numerosa della sterile ri‑ ’ (4,29-30).E poiché Cristo lia liberato i credenti dalla schia‑
spetto a quella minore della donna sposata. Non sappiamo vitù, non si può essere nello stesso tempo figli della libera e
se Paolo ricorra al canovaccio della liturgia sinagogale del I della schiava (4,31‐ 5,1).
sec. d.C., poiché scarsi sono i dati pervenuti… Comunque il La terza dimostrazione si chiude con un ulteriore ap‑
rapporto tra la storia di Abramo e della sua discendenza in ‐ pello rivolto ai Galati: non sottomettersi alla circoncisione,
Gn 16,15; 21,2 è commentato dalla liturgia sinagogale anti‑ altrimenti Cristo non serve a nulla. Il paragrafo di 5,2-12 tra‑
ca proprio con il passo di Is 54,1: il primo racconto rappre‑ suda di satira controi Galati che vogliono tarsi circoncidere
senta il testo fondamentale o séder, mentre il secondo l’in‑ ' e gli avversari che li spingono a farsi circoncidere. Per i pri‑
segnamento consequenn'ale o haftanih. mi la loro strada è stata sbarrata dall’ostacolo della circon‑
Alla disposizione sinagogale dei passi, Paolo aggiunge cisione e della Legge;per i secondi e meglio che si facciano
la prospettiva ermeneutica di tipo allegorico (4,24),nel sen‑ mutilare o castrare e non soltanto circoncidere. Pertanto lo
so che la storia della duplice discendenza abramitica è in‑ ' scandalo della croce di Cristo non può essere annullato,né
terpretata con significati che trascendono i dati storici. A ‘ relativizzato dalla predican'one della circoncisione e dalla
prima vista l’attribuzione della figliolanza in Isacco ai cre‑ sottomissione alla Legge.
denti in Cristo e quella mediante Agar a quelli che non cre‑
dono sono sorprendenti e forzate: i Giudei sono figli di
Abramo secondo la libera e non secondo la schiava.'llitta‑

208 209
lmllllllllllllllllllllllllIlllIIINIIIHIIIWII|HHHHIH……HlHHIHH‘HH‘HH‘UN‘… … H ‘

Quarta dimostrazione:lavilascoonllolo$pirito \ rito suquella secondo la came,in Gal 5,19-B sono riporta‑ I mlalaghi
(Gal 5,13 - 6,10) . ti due cataloghi dei vin' e delle virtù. Il primo elenco è ri‑ dei vizi
condotto alle opere della carne e comprende sedici vizi a edelle virtù
La libertà donata da Cristo è vocan'one non alla schia‑ cui si aggiungono i tre finali del v. 26. Il secondo elenco si ri‑
vitù, bensì al servizio che si differenzia da qualsiasi forma di ?duce alla metà: nove virtù raggruppate intorno all’unico
libertinaggio edi anarchia. Per questo è necessario delinea‑ ’in-utto dello Spirito. Nonostante la disparità numerica, l’arv
re le ragioni che fondano l’etica cristiana che non scaturisce ;. monia del frutto dello Spirito e capace di sconfiggere le ope‑
dalla Legge,bensì dalla vita secondo lo Spirito,che però non ' re della carne: è come una falange macedone capace di pre‑
è in conflitto con la Legge. Il duplice versante caratterizza ’ valere contro un’invasione barbarica.
l’ultima dimostrazione della lettera dedicata all‘etica cri‑ Anche secataloghi simili sono diffusi nelle correnti giu‑
stiana. daiche del tempo (cf. la letteratura qnmranica e negli scritti
L’adempi‑ Come al solito la sezione è introdotta da una nuova ; di Filone) e nella filosofia popolare ellenistica (cf. lo stoici‑
mento apostrofe - finalmente meno violenta delle precedenti- con smo), non è fortuita l’attenzione posta sui vizi e sulle virtù
della Legge cui Paolo chiede ai destinatari di non dilaniarsi a vicenda,
che rientrano nell’ambito delle relazioni interpersonali. Per
bensì di porsi inservin‘o gli uni degli altri,poiché tutta la Leg‑ questo l’ugdpe per il prossimo.in cui tutta la Legge giunge a
ge perviene al compimento nel comandamento dell‘amore ,.compimento (v.14),è nello stesso tempo il primo frutto del‑
per il prossimo (5,13-15). Dopo tutte le asserzioni negative . lo Spirito; e l‘anarchia totale dei vizi e contrastata dal frutto
sulla Legge che hanno attraversato la lettera, nella sen'one ‘ del dominio di sé,una delle virtù più perseguite dagli stoici.
etica emerge una valutazione positiva.Ma sul valore positi‑ L’ipotesi concreta di un fratello colto in qualche tra‑ La Legge
vo della Legge, che giunge a compimento nel comanda‑ _sgtessione applica l‘istanza del comandamento dell’amore di cm:»
mento di Lv 19,18 e non agisce contro la vita secondolo Spi‑ per il prossimo aquanti sono definiti «spirituali».Il contesto
rito (Gal 5.23) sino a diventare la Legge di Cristo (6,2), è ‘ di 6,1-2 con l’istanza a portare i pesi gli uni degli altri ricon‑
opportuno precisare che Paolo non intende recuperare ' duce all’inizio della sezione e al comandamento dell’amore.
quanto ha negato in precedenza.In questione non ela fun‑ ‘ Per questo la difficile espressione «la Legge di Cristo» non
zione etica 0 hula/cioa della Legge mosaica per i credenti in dovrebbe riguardare la nuova Legge promulgata da Cristo,
Cristo, bensì l‘adempimento della Legge senza che ci si sot‑ contro la Legge mosaica,bensì la stessa Legge che, senza es‑
tometta al suo regime. sere osservata dai credenti in Cristo, giunge al suo adempi‑
Cavriminare A guidare la quarta dimostrazione e la tesi di Gal 5,16 ' mento nel comandamento dell'amore ed e, a sua volta,
recando lo con cui ai destinatari è chiesto di «camminare secondo lo
Spirito
‘ adempiuta oltremisura dall’amore vicendevole fra i creden‑
Spirito» così da non realizzarei desideri della carne. La pro‑ _ti La metafora agricola della seminagione e della raccolta ri‑
posizione è fondamentale nell’intreccio della sezione etica ' prende il contrasto tra la carne e lo Spirito per sottolineare
poiché da una parte presenta l’antitesio il contrasto tra la , che quanto si semina si rawoglie. La serie di esortazioni fi‑
carne elo Spirito,dall’altra anticipa la supreman'a dello Spi‑ nali di 6,1-10 richiama le raccomandazioni sapienziali del‑
rito sulla carne. Il camminare secondo lo Spirito scaturisce l ’ AT adattate al nuovo contesto ecclesiale per coloro che
dall’essere guidati dallo Spirito (5,18) ed esige che si prose‑ appartengono alla stessa famiglia di fede.
gua secondo lo Spirito (5,25). Pertanto la sezione etica di Galati non è presentata co‑
Per evidenziare la superiorità della vita secondo lo Spi‑ me semplice conseguenza di quella kerigmatica dedicata al‑
210 211
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la fede, bensì come espresione della fede operante nell’a» ,inRm 9,1- 11,36 Israele occupa un ruolo unico einsostitui‑
more (5,6) e dell’unico frutto dello Spirito. L’aur-auttra la ii‑ 'bile nella concezione paolina della storia della salvezza. Per
gliolanza abramitica secondo la carne o secondo lo Spirito questo siamo propensi a sostenere la distinzione tra coloro
(4,30) diventa alternativa tra la vita secondo la carne o se‑ che appartengono alla nuova creazione, sui quali Paolo in‑
condo lo Spirito, senza compromessi. voca la pace,el’Israele etnico ed eletto su cui è augurata la
misericordia di D i o
La perorazione e il postritto (Gal 6,11-18)
All’originalità della sezione introduttiva di 1,6-10corri‑ Il messaggio
sponde la parte finale della lettera;e come all’inizio, così al‑ Prima di Galati Paolo aveva affrontato di passaggio il
la fine Paolo n o n rivolge alcun ricordo nella preghiera per i rapporto tra l’evangelo ela Legge mosaica. E in contesti di‑
Galati che stanno abbandonando il suo vangelo. Al cano‑ versi aveva sostenuto che «la circoncisione n o n è nulla e l’in‑
vaccio epistolare dei poscritti paolini corrisponde soltanto circoncisione non è nulla, ma l’osservanza dei comanda‑
l‘augurio finale della pace e della misericordia divina (v. 16), , menti divini» (1 Cor 7,19). Soltanto in 1 Cor 15,56,ne1con‑
mentre anche la normale autenticazione epistolare è tra‑ testo delle questioni sulle modalità della risurren'one,aveva
sformata in appello scritto di propria mano con «grossi ca‑ affermato che «il pungiglione della morte e i l peccato, ma
La non ratteri» (v. 11).Per questo, dopo le perorazioni collocate al‑ .la potenza del peccato èla Legge».Thttavia l’asserzione non
di Crixia la fine di ogni sezione precedente (cf.2,15-21;4,1-7; 52-12). e approfondita nella corrispondenza con i Corinzi. Con Ga‑
in 6,11-18 è ripreso il rapporto tra Paolo,i Galati,il suo van‑ lati esplode, in contesto gentile, la crisi sulle condizioni del‑
gelo e la predicazione degli avversari. Sterzante e l‘accusa la giustificazione: se mediante la Legge 0 con la fede dilin
che rivolge agli oppositori: vogliono che i Galati si facciano ; Cristo. Per questo nel delineare i contenuti principali della
circoncidere per n o n subire persecuzioni a causa della cro‑ lettera è importante cercare di stabilire che cosa intenda
ce di Cristo (v. 12). Ma la croce del Signore Gesù Cristo si Paolo con i termini némor ele «opere della Legge», da una
trova, ancora una volta, al centro del vangelo di Paolo: e l’u‑ ‘ parte, e con p i n i : e la «fede di Cristo», dall‘altra.
nico suo motivo di vanto per il quale egli e stato crocifisso
per il mondo e il contrario (v.14). Una sentenza conclusiva
sintetizza l’intera lettera con il criterio di quanto crea la dif‑ Lal.eggeelaleggedi€rlsto
ferenza: la circoncisione el’incirooncisione non contano nul‑ , ]] sostantivo némos compare per bentrentadue volte in Villan:
la,ma vale soltanto la nuova crean'one. Analoghe formula‑ ' Galati (in proporzione la lettera esprime la maggiore fre‑ global:
zioni sono state già utilizzate in 3,28, a proposito della ne‑ quenza del termine) e si riferisce sempre alla Tonih o alla della Leu:
gazione in Cristo di qualsiasi distinn'one etnica,civile e ses‑ Legge mosaica, sia in quanto rivelazione e quindi come si‑
suale, e in 5,6 dove la fede operante nell’amore assume le , nonimo per intendere la Scrittura, sia come normativa. A1‑
distanze dalla circoncisione e dall’indrconcisione cuni studiosi tendono a separare i due versanti del termine
L’Irraelr Fugace e capace di creare molte difficoltà interpretati‑ némos,ma con scarso consenso, poiché ad esempio in 4,21il
diDio ve e l‘accenno all‘Israele di Dio in 6,16. Certo è che Paolo sostantivo némos èutilizzato sia per intendere la Legge co‑
non identifica mai la Chiesa come Israele di Dio,in una pro‑ me Suittura (ton némon),sia come regime di sottomissione
spettiva sostitutiva. Sia in 2 Cor 3,14‐17 sia, come vedremo, :alla legge (hypò némon). Un analogo slittamento di signi‑
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ficato si verifica in 2,19, dove Paolo precisa chemediante la / te nella loro adesione a Cristo è dirompente, poiché il crite‑
Legge e morto alla Legge. Più che di separazione, per cui la ‘1'io per quanto crea la differenza o la diufaralogia, applicato
Legge in quanto rivelazione continuerebbe a essere valida, ' alla loro situazione,impone che n o n si debbano sottomette‑
mentre quella come normativa sarebbe stata abrogata, for‑ Îre alla Legge dopo aver aderito all’evangelo, altrimenti non
seè opportuno parlare di accentuan‘oni interne della legge, {è in GesùCristo che si adempie tutta la Legge,bensì il con‑
considerata in modo globale. Di fatto, come precisa in 5,14, ‘ tran-io,
«tutta la Legge si adempie in una sola parola», quella del‑ - Si spiega in questa visione l’enigmatiea espressione di la Legge
l‘amore vicendevole richiesto in Lv 19,18,e non soltanto una 6 , 2 dove si accenna alla «Legge di Cristo» (ton néman tu adunpiuta
sua parte. Come si spiegano allora l‘osservanza del coman‑ _Christi) che i destinatari adempiono oltremisura portando in Gura
damento dell’amore, anche per i credenti, e l’inosservanza : ipesi gli uni degli altri. In questione n o n è una legge ema‑
delle leggi di purità alimentari, del calendario giudaico e del‑ /nata da Cristo,a cui Paolo non accenna in tutto il suo epi‑
la circoncisione che Paolo chiede ai Galati? , stolario, né una portata traslata (si. la figura retorica del‑
L'apoca‑ Riteniamo che su‘questo versante, tuttora dibattuto fra ; l’antanaclasi o della ripercussione,per cui un termine assu‑
[ittico gli studiosi, siano decisive due prospettive che Paolo deli‑ me significati diversi nello stesso contesto) del termine né‑
nea nella nostra lettera: quella dell’apocalittica partecipa‑ mo.r,bensì la stessa Legge mosaica, che quando è adempiu‑
in Crùm
zione dei credenti alla morte di Cristo che li libera dal regi‑ Ì ta mediante il comandamento dell’amore vicendevole di‑
me della Legge, trasferendoli in quello dello Spirito e della ' venta la Legge di Cristo.
fede di/in Cristo, e quella del criterio per quanto crea la di!‑ ‐ Riteniamo che senza il duplice criterio dell’apocalittica
ferenza, sottolineato in 3,28; 5,6 e 6,15.Anzitutto la parteci‑ , partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo edi quan‑
pazione vitale alla morte erisurrezionedi Cristo determina . to crea la differenza, la visione paolina della Legge possa
che Paolo e, per esemplarità, tutti i credenti di origine giu‑ . essere considerata contraddittoria non soltanto tra una let‑
daica siano morti alla Legge. mediante la Legge, così da vi‑ tera e l‘altra,ma nella stessa lettera. Di fatto per gran parte
vere per Dio (2,19-20). Naturalmente quanto vale per i Giu‑ di Galati Paolo presenta una visione negativa della Legge.
dei si adatta, a maggior ragione,per i Gentili. La partecipa‑ , La considera promulgata dagli angeli, per mano di media‑
zione alla morte e risurrezione di Cristo n o n rappresenta .. tori (3,19), mentre D i o e unico, anche se, come abbiamo ri‑
una semplice metafora,ma assume dimensioni così reali da levato nell’intreccio del paragrafo, tace sull’origine divina
ingenerare l’essere uno in Cristo che assume le distanze da '; della Legge.
qualsiasi separazione etnica, civile e persino sessuale (3,28). Anche se non definisce la Legge come peccato, quanti Sullo
Il battesimo o l’immersione dell‘essere in Cristo rende sa‑ Ì sono sotto il suo regime si trovano «sotto il peccato» (3,22), pvdnrorfl
cramentale la nuova condizione dei credenti (3,27-28). «sotto la maledia‘one della Legge» (3,10), e «sotto gli ele‑
!! rriteria Conseguenza fondamentale è il criterio per la differen‑ ‐‘ menti del mondo» (4,3).Alcuni commentatori ritengono che
della za, cosicché non soltanto l‘essere uno in Cristo si distanzia, ’. la metafora del pedagogo applicata alla Legge in 3,24 sia
tiifiìrmzu in quanto tenium genus, dall’identità giudaica e gentile, ma positiva,poiché conduce comunque a Cristo. In realtà si ten‑
la «fede operante nell’amore» (5,6) e «la nuova creazione» ?de ad analizzare la metafora al di fuori del suo contesto, do‑
(6,15) relativizzano tanto la circoncisione, quanto Pineir‑ Lve essere «sotto la Legge» significa invece trovarsi rinchiu‑
concisione. L’impatto sul Galati che, istigatì dagli avversari si come prigionieri «sotto pedagogo» (3,25) e «sotto tutori e
di Paolo, desiderano sottomettersi alla Legge per progredi‑ amministratori» (4,2),senza poter esercitare alcuna libertà.
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Soltanto con alcune affermazioni nella sezione di Gal cerdote di Gerusalemme tra il II e il I sec. a.C.'Ii'a l‘altro al
5,13 ‐ 6,10 subentra l’orizzonte positivo della Legge che si ' destinatario della lettera si raccomanda: «”E anche noi ti
adempie nel comandamento dell‘amore (5,13-14) sino a di‑ abbiamo scritto "alunne opere della Toràh (ma‘usé hat‑
ventare «la Legge di Cristo» (6,2), allorquando i m'edenti . tardi:) che pensiamo buone per te e per il tuo popolo,poi‑
portano i pesi gli uni degli altri, realizzando il comanda‑ ché vediamo zlin te intelligenza e conoscenza della Tanih»
mento dell’amore. D‘altro canto mentre da una parte «la ’ ( 4 0 …26‐28).
Legge non è contro queste ocse» (5,23), nel senso che non Nei paragrafi precedenti della lettera halakica è racco‑ Le up”!
ostacola la vita secondo lo Spirito,che si esprime con le virtù ’ mandata una ventina di norme o halakét, utili per il desti‑ della Legge
elencate in 5,21‐22, dall‘altra quando siè condotti dallo Spi‑ natario: dalla proibizione per l’acquisto del frumento dei : halakòt
giuridiche
rito non si è «sotto la Legge» (5,18). Purtroppo molte tra‑ Gentili (la prima) sino ai matrimoni ritenuti illegali tra i sa‑
duzioni in lingua corrente rendono l’espressione di 5,23b cerdoti eil popolo (laventesima). Pertanto tra le m‘asé hat‑
con «contro queste cose non c'è legge», mentre il soggetto tnràh di cui si parla a Qumran e le érga nàmu trattate da
della proposizione è riémas, vale a dire la Legge giudaica ‘ Paolo c’è piena corrispondenza ed entrambe sono menzio‑
che n o n è contro la lista delle virtù, né a maggior ragione nate senza attribuzione pronominale. 'Ihttavia, mentre a
contro l’azione dello Spirito. Qumran le ma‘asé hatrvrdh sono considerate positivamente
Relativi:‑ Pertanto più che di abrogazione,e Paolo non asserisce e sono raccomandate per il destinatario della lettera,in Ga‑
zazione mai nelle lettere autoriali che la Legge e stata abrogata con lati e in Romani le Erga nému assumono sempre accezione
della Legge l'avvento della fede in Cristo, sarebbe opportuno parlare di negativa.A più riprese Paolo sottolinea che la giustificazio‑
relativizzazione e di indifferenza della Legge rispetto alla ne non si realizza «mediante le opere della Legge», ma so]‑
giustificazione che si realizza soltanto mediante Cristo ela ' tanto «per mezzo della fede di Gesù Cristo» (Gal 2,16; Rm
fede di/in lui. 322.27).
Chiarito il retroterra giudaico, nella storia dell’inter‑ March!"
pretazione sulle «opere della Legge»si èpassati da una pro‑ identifica‑
Le «opere della Legge» ' spettiva generale a una restrittiva. Mentre per la visione lu‑
Fra gli studiosi e dibattuto il significato dell‘espressione terana classica, Paolo oontrasterebbe qualsiasi opera, p o '
«opere della Legge»: si tratta di quanto richiede la Tartih nendo l’aeeento sulle «opere»e non tanto sulla Legge,con la
oppure delle nonne che le tradizioni giudaiche hanno sedi‑ , cosiddetta New perspective, proposta da J.D.G. Dunn, l’at‑
mentato nel tempo'] E l‘aocento e posto sulle oper’e o sulla tenzione andrebbe rivolta alle norme che separano i Giu‑
Legge? Precisiamo che il sintagma si trova otto volte nel NT deidai Gentili. In questione sarebbero gli identity markers o
e soltanto in Galati (sei volte: 2.16.16.16;3,25.10) e in Ro‑ i marchi identitari come la circoncisione, le leggi di pur-ità
mani (due volte: 320.28); manca nel greco dei [ X X e n o n alimentarieil calendario giudaico che separano i Giudei dai
trova corrispondenze nell’ebraioo del ” r e m Masoretioo Gentili. Suquesta restrizionedi campo sono state sollevate
'I\ittavia la sooperta dei rotolidi Qumran siè rivelata di diverse obien'oni e,dopo alcuni tentativi per deluteraniua‑
fondamentale importanza poiché dalla Comunità fu com‑ ' re Paolo, si sta cercando di riluteranizzarlo evitando gli
posta una lettera hula/cioa, conservata nella quarta grotta e estremi interpretativi di Bultmann, per cui qualsiasi opera
denominata 4QMiqsat Ma'ure lta-Torah («Alcune opere umana dovrebbe essere esclusa dal percorso della giustifi‑
della Legge»). La lettera sembra indù-inna al Sommo Sa‑ cazione poiché indurrebbe al vanto umano, e di J.D.G.

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Dunn, per cui in questione sarebbero soltanto gli identity Îqualsiasi opera,né qualsiasi legge. Per questo mentre le ope‑
markers. ,re della Legge sono sempre viste in modo negativo,in Galati
Riteniamo che in alcuni casi, come in Gal 2,16, Paolo Paolo non esita ariconoscere gli aspetti positivi della Legge
alluda realmente ai marchi identitari giudaici della circonci‑ Abbiamo potuto osservare che, comunque, la Legge mosai‑
sione e delle regole di pur-ità alimentari, giacché vi si accen‑ -ca giunge al suo compimento nel comandamento dell’amo‑
na nel contesto immediato dell’incidente di Antiochia tra re (S 14),non contrasta la vita secondo lo Spirito (S 23) e
Pietro e Paolo, provocato dalle norme alimentari tra cre‑ ‘‐quando'! credenti portano i pesi gli uni degli altri adempie‑
denti di origine giudaica e gentile in occasione della loro e r y no oltremisura la legge che diventa di Cristo (6,2).
munione di mensa (2,11-14). 4 11retroterra giudaico, attestato nella lettera halukica di Opere della
Riduzio‑ Tuttavia già in 3,10 subentra un orizzonte più ampio,ov‑ ' Qumran, e il contesto di Gal 2,15 ‐ 3,14, s’illnminano reci‑ tradizione
nismo vero sela giustificazione si realizn‘ con le opere della Legge giudaica
procamente, anche sein prospettive contrarie. In pratica, le
social: o mediante la fede che trova il modello originario in Abra‑ *opere della Legge sono quelle normative che non si trovano
mo (3,6-7).Un contesti) ancora più generale si verificherà in "in senso stretto nella Torah, ma appartengono alle diverse
Rm 3.20-31, dove le «opere della legge» riguardano n o n tradin'oni giudaiche che ogni corrente o movimento propo‑
tanto le opere che separano i Giudei dai Gentili, bensì l’al‑ ne ai suoi aderenti. In Gal 2,15 - 3,14 si riflettono due ha‑
ternativa tra due percorsi della giustificazione. Il riduzioni‑ ' lakàt diffuse nell’ambiente giudaico del I sec. d.C.: quella 141hslsklll
smo proposto da J.D.G. Dunn non regge neanche di fronte ’ delle purità alimentari in occasione della comunione di sulla
alle asserzionidi Fil 3,5-9 dove emerge non la relazione tra comunione
mensa fra credenti di origine giudaica e gentile e quella sul‑ di numa
la Legge e i marchi d’identità che separano i Giudei dagli la crocifissione degli empi. Di per sé, la Legge non vieta che
altri popoli, bensì la giustizia che deriva dalla Legge contro , un Giudea condivida la mensa con un Genfile. Sutale que‑
quella fondata sulla fede di Cristo. : stione una hula/cà): della tradizione giudaica, in particolare
Pertanto,mentre ci sembra fondato ridimensionare l’as‑ farisaica, stabilisce che,per evitare contaminazioni,si debba
sioma luterano classico - nonostante alcuni tentativi di re‑ escludere la comunione di mensa con i Gentili. Mentre per
cupero in tal senso ‐-sull’opposizicue fra qualsiasi opera e ‘ il partito di Giacomo tale indicazione dev’essere osservata
qualsiasi fede, e altrettanto riduttivo limitare la portata del‑ anche dai credenti"rn Cristo, esu questo versante adAntio‑
le opere della Legge ai caratteri identitari e quindi a una c h i an' lasciano convincere anche Pietroe Barnaba.per Pao‑
semplice funzione sociale. Piuttosto Paolo sembra alludere lo questa norma della tradizione giudaica n o n ha più alcun
sia alle opere della Legge, considerate come alternative al‑ = valore poiché la giustificazione…Cristo abbatte qualsiasi
la fede di/in Cristo, nel percorso della giustifican'one, sia a " steccato etnico ereligioso.
quelle che separano i Giudei dai Genfili. Ancora più problematica è l’hulakdh sulla crocifissione lahalrkih
Opere Circa la portata del genitivo «opere della Legge»,l'an‑ in quanto il passo di Dt 21,23 allude soltanto all'esposizione
qwlificatz titesi con «l’ascolto della fede» (aleaé vareos) in Gal 3,25 dei cadaveri dopo l'esecuzione capitale. ’Iìrttavia, abbiamo
m……
dalla Legge
orienta decisamente verso un genitivo qualificativo più che potuto rilevare aproposito di Gal 3,11-14 che in diversi arn‑
soggettivo (le opere richieste dalla Legge), possessivo (le bienfi giudaici,compreso quello di Qumran edi Filone Ales‑
opere che si trovano nella Legge) 0 epesegefieo (le opere sandrino,la stessa norma della Legge e applicata alla pena
cioè la Legge).in questione eil confronto tra l’ascolto qua‑ della crocifissione. Ora in Gal 3,13-14 Paolo affronta pro‑
lificato dalla fede e le opere qualificate dalla Tonih e n o n prio questa halakfih secondo cui n o n è concepibile credere
218 219
mnlnulluulumumuun…un||ullmlllmllmxmmmun…-wwwHH … .… …

in un Messia crocifisso; e la supera con il paradosso della Gesù sembra avvalorare l‘ipotesi del genitivo soggettivo.
croce di Cristo che, invece di generare la maledizione, pro‑ D’altro canto poiché in Gal 3,9 ein Rm 4,16 si accenna alla
duce la benedizione attraverso la maledizione.Si compren‑ fede di Abramo in Dio, lo stesso paradigma si può applica‑
de bene come questa seconda opera della Legge n o n si rife‑ re al Gesù terreno. Così poiché la fedeltà di Dio (pistis tu
risca più soltanto a quanto separa un Giudeo da un Gentile, Thai, in Rm 33) è pervenuta alla sua piena realizzazione
ma coinvolga la via della giustifican'one:se mediante le ope‑ nel sìdi Cristo ( c i2 Cor 1,19-20),si può sostenere la porta‑
re della Legge 0 con l’ascolto della fede in Cristo ein questi ta soggettiva del genitivo.
crocifisso. ’Illttavia sulla fede personale di Gesù nelle lettere pao‑ Lafede
line riteniamo che si verificano alcuni passaggi forzati. in Cri!!!)
La «fede di Cristo» Estendiamo l’attenzione al verbo pistéuein nelle lettere pao‑
lino e possiamo notare che non è mai utilizzato per Gesù,
Ora addentriamoci nell’altro dibattito contemporaneo ' bensì per Paolo,i credenti e Abramo. In Gal 2,16 si asserisce
sulla fede di o in Gesù Cristo: in questione è la fede o la fe‑ tra l’altro che «in (éis) Cristo cominciamo a credere», pro‑
deltà che Gesù di Nazaret ha nutrito nei confronti di Dio, prio in occasione delle due occorrenze dell’espressione «fe‑
durante la sua vita terrena, la fede in l u i che si trova all'ori‑ de di Cristo Gesù».Anche in Rm 3,22 la «fede di Gesù» ca‑
gine della giustificazione o entrambe le accezioni del geniti‑ ratteri…i credenti (tuspistéuomas), mentre non si parla di
vo «fede di Cristo»? Anzitutto precisiamo che in Galati, in Gesù credente. D e l Gesù terreno Paolo esalta l’obbedienza
Romani ein Filippesi Paolo accenna alla «fede di Gesù Cri‑ (Rm5,12-21) e l’umiltà (Fil 2,8), ma non la fede, che riscon‑
sto» (Gal 2.16;3,22;Rm 3.22), alla «fede di Cristo» (Gal 2,16; tra piuttosto in Abramo il modello originario Certo l’obbe‑
Fil 3,9), e alla «fede di Gesù» (Rm 3,26;e£ anche la «fede di dienza precede la fede che nasce dall'ascolto,ma Paolo trat‑
lui» in Bf 3,12). Comunque le tre attribuzioni non sono di‑ ta dell’obbedienza di Gesù senza accennare mai alla sua fe‑
verse poiché e noto che, nell’epistolario paolino il sostanti‑ de. Dunque mentre non c‘è dubbio che Gesù ebbe fiducia e
vo Christés,utilizzato per Gesù,si riferisce non alla sua mes‑ si dimostrò fedele a Dio in tutta la sua vita terrena, a Paolo
sianicità, macorrisponde al suo secondo nome. Per questoi non interessa questo versante della sua vita terrena, bensì
nomi di Gesù sono utilizzati in modo invariabileda Paolo. quello della fede in Gesù Cristo il Signore, in contrasto con
Gesù L‘ipotesi soggettiva del genitivo e sostenuta nell’ambi‑ la g'ustifican'one cercata mediante le opere della Legge. Per
credente7 to della Terza ricerca sulla vita terrena di Gesù che, da un approfondire la fede/fedeltà e l‘affidabilità di Gesù, oltre ai
ventennio a questa parte,cerca di ricuperare l’umanità e I‘e‑ ' vangeli,bisogna indirizzarsi verso la Lettera agli Ebrei dove
braicità di Gesù, contrastando le fasi della Prima Ricerca Gesù è definito «sommo sacerdote misericordioso e fede‑
troppo sbilanciata sulla fase post-pasquale di Cristo (sino le» (Eb2,17;3,2),ma non all’epistolario paolino che, tra l’al‑
alla metà del secolo scorso),e della Nuova Ricetta che si era tro, manca di una cristologia sacerdotale.
proposta di ricostruire iponti interrottitra il Gesù terreno e Purtroppo sul dibattito tra la fede di Gesù e quella in Fede
il Cristo della fede (dalla metà del XX sec.). Poiché dal ver‑ luipesa spesso la precomprensione confessionale per cui nel : grazia
sante grammaticale e possibile sostenere il genitivo sogget‑ tentativo di escludere qualsiasi apporto umano della fede
tivo, la fede che Gesù ha avuto fonderebbe la nostra giusti‑ in Cristo si cerca di considerare la sua fede come fonda‑
ficazione. H retroterra giudaico del termine pim”: per inten‑ mento della giustificazione.Thttavia per Paolo la fede in Cri‑
dere la ’emuruih o l a fede, fiducia, fedeltà e affidabilità di sto è e resta sempre dono della grazia. anche quando coin‑

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volge la risposta umana. Forse per apportare nuovi contri‑ ristiche di una pmpositio retorica, bensì costituisce l‘inizio
buti sui dibattiti tra le opere della Legge e la fede in Cristo della mimesi o della rappresentazione del discorso di Paolo,
si è dimenticato il peso decisivo che Paolo attribuisce alla tenuto in occasione dell’incidente di Antiochia (2,11-14),
chfiris o alla grazia in Galati e nel suo restante epistolario. che si chiude con l’affennazione di 2,21 («Dunque non an‑
Una maggiore attenzione alla cha’ris, intesa come dono as‑ '. nullo la grazia di Dio;infatti sela giustificazione viene dal‑
soluto che si esprime nell’eleziorree nella benevolenza per‑ la Legge, Cristo è morto invano»). Diversamente da una te‑
manente di Dio, dovrebbe evitare di pensare alla fede co‑ si retorica,in 2,15-161a proposizione è tutt’altro che chiara,
me semplice risposta umana per riporle nell’alveo della gra‑ n o n si distingue dal contesto, prosegue senza soluzione di
zia dove sorge, matura e giunge a compimento. continuità e non introduce i contenuti principali delle di‑
mostrazioni successive. Di fatto in 2,15-16 manca proprio Vangelo
l'elemento costitutivo della filiazione abramitica o divina su : filiazl‘nn:
Giustizia e filiazione nhrnmitico
cui verte il contenuto principale delle dimostrazioni se‑
Sino a ora abbiamo cercato di chiarire idue punti di par‑ guenti. D’altro canto, a proposito dell’intreccio argomenta‑
tenza contenutistici della Lettera ai Galati: Cristo ela fede in tivo, abbiamo segnalato che la violenta apostrote di 3,1-4
lui o la Legge mosaica e le sue opere. Mentre per gli avver‑ rappresenta uno spartiacque decisivo tra la dimostrazione
sari i due percorsi sono necessari,per Paolo sono incomuni» autobiografica di 1,13 - 2,21 e quella fondata sulla Scrittura
cabili, l‘uno o l‘altro senza compromessi. I due percorsi al‑ di 3,5 - 5,1. Pertanto senza negare l‘importanza di 2,15-16
ternativi partono dalla giustifican'one in Cristo o mediante la nell’economia della lettera, riteniamo che la tesi principale
Legge epervengono al loro esito con la filiazione secondo la di 1,11-12 sia spiegata & livello formale e contenutistico da
carne o secondo la promessa ela libertà (423.31).Anzitutto quella secondaria di 3,64. Quest‘ultima proposizione e chia‑
la questione della giustificazione s’impone come alternativa ra, distinta dal contesto e anticipa sia la problematica della
in 2,16 edè sviluppata in 3,6-14, mediante l'argomentazione giustificazione,sia quella della filiazione divina. Dunque che
midrashica incentrata sulla citazione indiretta di Gn 15,6: cosa intende Paolo con le tematiche della giustizia e della fi‑
«Come Abramo credette eglifu accreditato per la giustizia» linn'one riportate in 3,6-7 e come si rapportano fra loro sela
(3,6). ' giustin'a è presentata come condizione imprescindibile per
Vangelo Fra i due passi di Gal 2,15-16 e 3,6-7 si pone la questio‑ diventare figli di Abramo?
egiustizia ne sulla tesi principale che illustra il centro del vangelo in Circa la giustizia 0 dikaiosjne, il retroterra anticotesta‑
Giustizia
Galati. Nel primo caso laproparitrb che guida la dimostra‑ mentario e giudaico è importante poiché è intesa non come salvifica
zione di 2,17 ‐ 5,1 è rappresentata dall’altemativa sulla giu‑ «dare a ciascuno il suo», bensì come intervento atteso e rea‑
stificazione: semediante la Legge 0 la fede in Cristo N e lse‑ lizzato da Dio per la salvezza umana. Poiché la tematica è
condo subentra n o n soltanto la questione della giustifica‑ particolarmente sviluppata in Romani, per ora segnaliamo
zione, ma anche quella della filiazione divina, come dimo‑ alcune peculiarità sulla «giustizia»in Galati. La citazione in‑
stra il commento ene Paolo aggiunge alla citazione di Gn diretta di Gn 15,6 in Gal 3,6 rapporta la giustizia divina alla
15,6: «Riconoscete,dunque, che figli di Abramo sono quelli fede diAbramo eil commento di Paolo applica il paradigma
che vengono dalla fede» (Gal 3,7). Anche se alcuni com‑ di Abramo a quello di tutti i credenti, per cui si e figli di
mentatori continuano a favorire la prima ipotesi, è oppor‑ Abramo sesi e posti nello stesso solco della sua fede (3,7).
tuno rilevare che quella di 2,15-16 n o n presenta le caratte‑ Un‘analoga estensione si riscontra nell’importante let‑

222 223
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tera halakicu di 4QMMT, dove abbiamo riscontrato l’uso diante l’oracolo messianico di 2 Sam 7,14, riletto in chiave
dell‘espressione «opere della Legge». Così si chiude la let‑ ecclesiologia in 2 Cor 6,18.Tuttavia è noto che l’istituzione Inituziane
tera: « “ E ti sarà contato in giustizia quanto tu fai ciò che è giuridica della huiothesîa non appartiene alla giurispruden- della_
retto e buono di fronte a l u i per il tuo bene 32e quello d’I‑ za giudaica, bensì è diffusa in quella greoo«romana (da So- film’…
sraele» (4QMMT C 31-32). Il retroterra è illuminante per Ione nel VI sec. a.C. sino al giurista Gaio nel II sec. d.C.).
analogie e dissonanze rispetto a Galati. In termini di analo‑ Così prescrive Gaio nelle sue Institutiones 1,97:
gie a Qumran e in Galati la questione fondamentale è l’ap‑ «Noi abbiamo appena stabilito le norme con le qualii
plicazione del modello abrarnitico in vista della giustizia 0 nostri figli reali entrano in possesso. Questo vale anche per
della giustificazione divina, per cui la questione e ben nota quelli che adottiamo.L’adozione può essere realinata in due
nel giudaismo del tempo. Tuttavia lo stesso modello risalta modi, sia mediante l’autorità della persona (admgnrio), sia
per discontinuità, nel senso che mentre & Qumran l‘osser‑ mediante la giurisdizione di un magistrato, per esempio, un
vanza delle «opere della Legge» rappresenta la condizione pretore».
obbligata per ottenere la giustizia divina, in Galati questa si
realizza soltanto per la fede in Cristo. L’istituzione della filiazione e decisiva per cogliere le
Gall Crixia Approdo della giustificazione in Cristo è l a filiazione dimensioni della figliolanza di Cristo e della filiazione dei
figlio di abramitica o divina (3,29; 4,7). Per motivare l’acquisizione credenti in lui,poiché da una parte Cristo e l’unico Figlio di
Abramo della filiazione abrarnitica, Paolo ha bisogno anzitutto di di‑ Dio, inviato nella pienezza del tempo, dall’altra i credenti
mostrare che Cristo è l’unico figio di Abramo. Per questo in diventano figli di Dio mediante l’essere in Cristo e il dono
3,16 applica in modo univoco esingolare il termine spérma dello Spirito (Gal 4,4-7). Così l‘espressione prathesmtar tu
a Cristo, per cui si diventa figli di Abramo mediante la fede pavé: di Gal 4,2 wnisponde alla patria potestas con cui si ri‑
in Cristo (3,26) e con il battesimo (3,27), e non mediante la conosce al padre il pieno potere nell’adozione in vista della
Legge (3,17). Così l'unica figliola… abranritica in Cristo partecipazione all’eredità. In tale prospettiva la figliolanza
diventa condizione perché si diventi figli di Abramo e di originaria di Cristo è condivisa a pieno titolo dalla filiazione
Dio. Ma anche questo percorso, come quello tra la maledi‑ dei credenti.
zione della Legge e la benedizione di Abramo, e attraversa‑ L’invocazione abba, ho patér condivisa tra, Gesù Cristo L’abbl
to dal paradosso, poiché «Dio mandò il suo Figlio,nato da e i credenti segnala la nuova condizione di chi,mediante lo di Gen)
donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano Spirito, non e più schiavo, bensì figlio ed erede per pazia
sotto la Legge, affinché ricevessimo la filian‘one» (4,4). In (Gal 4,7), Il frammento riconduce al léghion di Gesù, du‑
termini logici chi nasce sotto la Legge resta nella sua eco‑ rante l’agonia del Getsemani: «Abba,Padre, tutto ti è possi‑
nomia e n o n può offrire ad altri alcuna liberazione dalla bile» (Mc 14,36).Con il contributo su «abba»,lJeremias ha
Legge. Invece con Cristo si assiste a un paradossale inter‑ avuto il merito di considerare il detto come ipsisrimum ver‑
scambio tra la sua figliolanza originaria e divina e la filia‑ bum Jesu:3 realmente Gesù si rivolgeva & Dio chiamandolo
zione successiva dei credenti. abba.’lhttavia gli studi successivi hanno dimostrato che il ri‑
Sul termine huiothesùz,utilizzatoin Gal 4,5 (cf.in segui‑ conoscimento della paternità di Dio è attestato già nelle
filiazione to Rm 8,15.23; 9,4) eimportante richiamare sia il retroterra
giudaico, sia quello giuridico greco‐romano. Il primo buck‑ ’ ]. J a … , Abba: St‘udim zur neutzstamzntlichen Theologr'e und Zeitge‑
ground illustra bene la relazione tra D i oe il suo popolo me‑ w m : , v m n … k & Ruprecht,Gottingen 1966…

224 225
lllnllmlllllllllIl"IIl"IINIIIl"IIHIIIWIIKHIIVHIIHHIHHIV…EWEHHH……‘… … … u …

fonti giudaiche del tempo: si pensi & Qumran1alle Diciotto . fermazione è un po’ esagerata, poiché dello Spirito si parla
benedizionidi origine sinagogale e agli scritti di Filone Ales‑ soltanto a partire da 3,2, coglie l’importanza del tema. D i ‑ L’elargi‑
sandrino. Inoltre, l’invocazione n o n è rivolta soltanto dai versi sono i tratti dello Spirito che la lettera trasmette e me‑ zione
bambini, ma anche dagli adulti nei confronti del loro geni‑ ritano di essere rilevati. Anzitutto, durante la prima evan‑ dello Spirito
tore, per cui corrisponde a «padre» (patè!) e non a «papà» , gelìnazione di Paolo, le comunità della Galazia hanno già
(pdppas). Pertanto, mentre resta confermata la particolare ; sperimentato l’azione dello Spirito (3,3) elargito da Dio
relazione filiale che esprime l‘invocazione abba tra Gesù e , (3,5);e inin’ano agermogliare i carismi dello Spirito che per‑
Dio,non andrebbe considerata più come una meteora,ma si mettono di distinguere «gli spirituali» da quanti sono im‑
spiega bene nel contesto giudaico-palestinesein cui è sorta. ‐_maturi nella fede (6,1). Su questa esperienza Paolo intesse
Figli Con l’ultima dimostrazione fondata sulla Scrittura (Gal l’apologia dello Spirito per contrastare la presunzione che lo
munda 4,21‐ 5,1) Paolo approfondisce la questione della figliolanza Spirito sia insufficiente nella vita cristiana.
la carne abramitica soffermandosi sui due figli di Abramo e sulle re‑ Il percorso che scaturisce dalla giustificazione e appro‑ La Spiritn
0mondo promana
lo Spirito
lative madri.A prima vista la dimostrazione sembra alquan‑ * da alla filiazione divina è alimentato dall’azione dello Spiri‑
to forzata poiché applica ai credenti lafigliolanza secondo la to, poiché la benedizione di Abramo, a cui partecipano i de‑
libera e secondo Isacco (4,28) e ai n o n credenti quella secon‑ stinatari, consiste nella «promessa dello Spirito» (3,14): un
do la schiava Agar (4,24) e suo figlio. In realtà,la sua e un’in‑ . genitivo epesegetico (la promessa cioè lo Spirito) più che
terpretazione allegorico/tipologica (cf. l‘uso di allegorlîmena soggettivo (lo Spirito che dona la promessa) e oggettivo (lo
in 4,24) che, senza negare il dato storico sulla discendenza di , Spirito contenuto nella promessa).Di fatto senza lo Spirito
Abramo, lo reinterpreta apartire dai contrasti attuali tra i fi‑ , non sono possibili la giustificazione e la filiazione divina.
gli secondo lacarne e quelli secondo lo Spirito (4,28).th‑ Per questo l’invio del figlio (4,4) si declina con quello dello
via Paolo non giunge a sostenere che i figli secondo la carne î Spirito del Figlio (4,6),senza aluma soluzione di continuità.
sono i Giudei e quelli secondo lo Spiritoi cristiani,bensì rap‑ Purtroppo spesso si ritiene che si sia prima giustificati e figli
porta l'appartenenza alla Gerusalemme attuale (codice cro‑ di Dio per poi ricevere lo Spirito. In realtà le relazioni do‑
nologico) alla Gerusalemme di lassù (codice spaziale) in4,25‑ ‘ vrebbero essere capovolte,in quanto è lo Spirito del Figlio
26. Lo scarto ha i due codici e importante poiché della Ge‑ che rende presente la giustificazione e la filiazione divina.
rusalemme di lassù fanno parte tutti i credenti (Giudei e ' Da questo punto di vista, la crisi della Galazia si perpetua
Gentili) che hanno aderito a Cristo esi tratta di un’apparte‑ ogniqualvolta si ritenga che lo Spirito sia a portata di mano
nenza di livello superiore e diverso daquella che lega soltan‑ ‘ per le diverse emergenze ecclesiali. Piuttosto dovrebbe va‑
to i Giudei alla Gerusalemme attuale. Pertanto,la dimostra‑ lere il contrario, altrimenti si cade nell’appropriazione dello
zione non assume un tenore antisemitieo anacronistico,ben‑ Spirito (come a Corinto;cf.l Cor 12,1-27) o, per inverso, in
siha la funzione di porre i Galati di fronte all’ora-aut della E‑ ' una scarsa importanza conferitain nelle comunità cristiane.
gliolanza abramitica: quella della carne o quella dello Spirito. Lo Spirito non è semplicemente un modo prolungato o an‑
; tromorfico di pensare Dio,bensì si distingue da Dio perché
%è del Figlio edaquest’ultimo perché non è mandato dal Fi‑
La vita secondo lo Spirito
'. glio, ma dal Padre (cf. Gal 4,4-7).
Alcuni commentatori hanno definito la lettera ai Ga‑ In questa dinamica ed economica azione delle ”[l’e per‑
lati come l’apologia dello Spirito (HD. Betz).Anchesel’af‑ sone la storia del dogma ha rischiato di arenarsi nelle dia‑

226 227
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tribe sul Filiaque, preferendo la formula statica dell’invio Conclusione


dello Spirito dal Padre e dal Figlio,mentre per Paolo è sem‑
pre Dio a mandarelo Spirito del Figlio che grida «abba,Pa‑ Ogniqualvolta si tende a oscurare lo splendore della Grazia
dre» (Gal 4,6). La formula sarà ripresa in Rm 8,15-17 ma , grazia, a dimenticare che la fede in Cristo è dono di D i o e a elibtmî
con relazioni inverse: siamo noi a gridare nello Spirito «ab‑ confondere la libertà con il libertinaggio e il servizio con il
ba,Padre» (v.15).Entrambe le prospettive sono fondamen‑ servilismo, bisognerebbe tornare alla Lettera ai Galati. Pri‑
tali, poiché selo Spirito non grida in noi, non possiamo in‑ ‐ ma di questa lettera, nessuno tra i Giudei,che avevano cre‑
vocare Dio come Padre; e se n o n si è nello Spirito non si duto in Cristo, aveva pensato che c’è uno spartiacque netto
partecipa della filiazione divina. Per questo, pur senza uti‑ tra la fede in Cristo e le opere della Legge: l‘una o l’altra e
lizzare il linguaggio trinitario proprio,il grido dello Spirito in n o n l‘una e l’altra per aooomodamento o per quieto vivere.
noi è di un soggetto agente e non semplicemente un pro‑ Con Galati l‘evangelo di Paolo n o n è soltanto una bella e
lungamento di Dio.'Ibttavia con la sottomissione alla Legge buona notizia,ma una notizia scottante che, se accolta, cam‑
e alla vita secondo la càrne si rischia di oomprometteme l’a‑ bia la vita delle persone, inducendole a rischiare qualsiasi
zione nella vita dei credenti. . relazione umana,pur di aderirvi senza compromessi.Da una
U: nella; L’apologia dello Spirito presenta caratteri di antitesi con ‘ parte ci sono Spirito, la grazia e la libertà, dall’altra la Leg‑
la carne la carne soprattutto nella sezione dedicata all’etica: «La car‑ ge, le sue opere e la schiavitù.
17lo Spirito ne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri La libertà cristiana e assoluta non perché conquistata Libertà
contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda. oo‑ ' dalle rivoluzioni sociali, razziali o culturali, bensi perché do‑ come
servizio
sicché non facciate quello che vorreste» (Gal 5,17). Di fron‑ no di Cristo che ci amati e ha consegnato se stesso per noi.
te ai Galati sono poste due vie: della carne o dello Spirito. Il ‘ Ma il criterio che ne verifica la consistenza non si trova nel
primo percorso,definito delle «opere della carne» è segnato libero arbitrio per poter seegliere tra il bene e il male, l’uti‑
da divisioni personali e relazionali (5,19-21), dove regna il le e il necessario,bensi nel servizio per la verità del vangelo
disordine totale. Al contrario il secondo percorso del «frutto e peri fratelli che condividono la stessa fede. Il grido «per la
dello Spirito» e armonico e ordinato, illustrato dalla lista del‑ libertà Cristo ci haliberato»di 5,1n o n si smorza di fronte al‑
le virtù. Non a caso l’elenco delle nove virtù inizia con l’ag ‑ la libertà degli altri, ma s’incarna nel servizio dell’amore per
pc esi chiude con il dominiodi sé(5,72).Lo Spirito e come la il prossimo (5,13-14). Ripercorrere il faticoso itinerario del‑
linfa che alimenta l’albero affinché produce i suoi frutti (5,19; l’evangelo quando è frainteso o tradito, come dai Galati, si‑
6,8).Tbttavia l’aut‐aut tra la filian'one secondo la carne o se‑ gnifica intraprendere il cammino della libertà da qualsiasi
condo lo Spirito (4,29) e posto daPaolo afflnohéi Galati soel‑ forma di schiavitù che attanaglia il cuore umano.
gano da quale parte stare: seoon la carne o con lo Spirito.E
poiché hanno iniziato a vivere secondo lo Spirito, Paolo li
esorta a proseguire in questa direzione, senza lasciarsi am‑ Bibliografia ragionata
maliare dagli avversari.Un ultimo contrasto oppone la carne
allo Spirito: il primo percorso impediscedi ereditare il regno Commenti pattisticie medievali
di Dio (5,21); il secondo è un cammino di speranza per olii, Galati è uno dei testi neotestamentari più commentati
giustificato mediante la fede in Cristo e dall’azione quoti‑ in epoca patristica e medievale.Nella Chiesa orientale s‘im‑
diana dello Spirito, attende la giustizia sperata (5,5). pone il commento di Giovanni Crisostomo,in quella latina

228 229
Inllllnllllllllllllllllllllllll"IlIlllIlllllllllllllllllllllllll…H1HHMHWHWWUN‘… … ,u …

i commenti di Caio Mario Vittorino e dell’Ambrosiaster. . F. MUSSNER, La lettera ai Galati (Comentario Teologico
Nel Medioevo Tommaso d’Aquino commenta la lettera con del NuovoTestamento 9), Paideia,Brescia 1987;
il metodo allegorico. A. PnTA, Lettera ai Galati. Introduzione, versione e com‑
mento (Scritti delle origini cristiane 9), Dehoniane,Bo‑
AMBROSIASTER, Commento alla Lettera ai Galati, L. FATICA logna Z W ;
(tr.),CittàNuova, Roma 1987; ‘ I‘L SCHLIER,La lettera ai Galati, Paideia, Brescia 1966;
CAIO M a m o Vrrnmmo, Commentari alle Epistole di Paolo A.VANHOYE,Lettera ai Galati. Introduzione, nuova versione
agli Efesini, ai Galati, ai Filippesi,F. GORI (tr.), SEI,To‑ e commento ( l i b r i Biblici.NuovoTestamento 8), Paoli‑
rino 1981; ne,Milano 2000.
GIOVANNI CRISOSTOMO, Commenta alla Lettera ai Galati, S.
ZINCONE (tr.), Città Nuova, Roma 1996;
TOMMASO D'AQUINO, Commento al Corpus Pauli“an (ex‑
Comment-ri teologico-aplrltnnli
positio et lectura super epismlas Pauli), 3: Seconda lette‑ Classico eil c e m e n t o teologico di G. Ebeling a Gala‑
ra ai Corinzi. Lettera ai Galati, B. MONDIN (tr.), Edizio‑ ti… Le tematiche teologiche più sviluppate dal cementato‑
ni Studio Domenicano, Bologna 2006. ri riguardano la libertà,la verità dell‘evangelo ela filiazione
abramitica. Diversi contributi teologici contemporanei se‑
guono la lectio divina per commentare la lettera.
Commentari esegetici
Il XX sec. ha visto una copiosa produzione di commen‑ E BMNCI-mu,Lettera ai Galati, Città Nuova 2009;
tari esegetici a Galati. Sino agli anni Settanta i commentari E. BORGHI, Credere nella libertà dell’amore. Per leggere la
di F. Mussner edi H. Schlier sicaratterizzavano per il meto‑ Lettera ai Galati, Claudiana.Torino 2009;
do storico-critico. Con il suo commentario, H D . Betz ha G. EBELING,La verità dell’Evangelo. Commento alla Lettera
analizzato Galati con il metodo retorico.Sullo stesso filone, ai Galati, Marietti, Genoval989;
ma con rettifiche e sviluppi del metodo, si collocano,in or‑ S.FAUST], La libertà deifiin di Dio. Commento alla Lettera
dine cronologico, i commentari di A. P i t t h t h o y e e di ai Galati. Àncora, Milano 2010;
M. Buscemi. I. GARGANO, Galati. La nuova creazione, EDB, Bologna
2009,
H.D. BETZ, Galatians (Hermeneia), Fortress Press, Phila‑ G. GIAVlNI, Galati: libertà e legge nella Chiesa, Queriniana.
delphia 1979; Brescia 1999;
M. BUSCEMI,Lettera ai Galati. Commentario esegetico,Fran‑ S. ROMANELLO, Lettera ai Galati (Dabar-Logos-Parola),
ciscan Printing Press, Jerusalem 2004; Messaggero, Padova 2005.
C. COUSAR, Galati, Claudiana, Torino 2003;
B. CORSANI, Lettera ai Galati (Commentario storico ed ese‑
Contributi
getico all’Antico e al Nuovo "Ibstamento. Nuovo ’Iesta‑
mento 9), Marietti, Genova 1990, Si deve al contributo di H D . Betz sulla composizione
R. MEYNET. La Lettera ai Galati (Retorica Biblica), EDB, di Galati il merito di aver applicato per la prima volta la cri‑
Bologna 2012; tica retorica alle lettere paoline e a quello di J.M.G. Barclay

230 231
llllllllllllllllllIl|lllllllIIllIllvlllllllllllllillllilllltlHH…IHHHWHH‘HHHH…‘… \\ w ‘

di aver proposto l’analisi speculare o il mirror reading alle


lettere paoline per cercare d’identificarela concezione degli VI
avversari di Paolo.
J.M.G. BARCLAY, «“Mirror-Reading” a Polemical Letter in
Lettera ai Romani:
Galati… asa "Best Case», in Journal for the Study of Gesù Cristo,il vangelo di D i o
New Testament 31 (1987) 73-93;
H D . Betz, «The Literary Composition and Function of
Paul’s letter to the Galatians»,in New Testament Stu‑
dies 21 (1975) 353-379;
A. Prn'A, Disposizione e messaggio della Lettera ai Galati.
Analisi retorico-letteraria (Analecta Biblica 131),Ponti‑
ficio Istituto Biblico, Roma 1992; «Le grandi ore della storia del cristianesimo sono an- Il
B. PUCA, Unaperiautologia paradossale.Analisi marica-let‑ che le ore della Lettera ai Romani», così Paul Althaus in- …'”…di Riolo
teraria di Gal 1,13 ‐ 2,21 (”Ibsi Gregoriana. Serie 'Ibolo‑ ' troduoeva, nel suo c u m e n t o alla Lettera ai Romani,quella
gia 186), Gregoriana 2011; che da molti e considerato il capolavoro di Paolo.In realtà i
A. VANHOYE, «La giustificazione per mezzo della fede se‑ periodi centrali di svolta della storia cristiana hanno chia‑
condo la Lettera ai Galati», in La Civiltà cattolica 162 mato in causa questa lettera:nei secc. I V- V con le polemiche
(2011) 457‐466. sulla grazia e le opere tra Agostino d‘Ippona e Pelagio,nel
X V I sec. con le riforme luterana e cattolica sulla fede e le
opere,nel X V I I sec, con il giansenismo ela predestinazione
‘ in ordine alla salvezza.Agli inizi del XX sec. K. Barth, con la
teologia dialettica,ha posto in erisi la tipica visione calvini‑
sta della doppia predestinazione,a favore della «strettoia»
per la salvena in Cristo.Per contrastare l’antisemitismo,du‑
rante la seconda guerra mondiale,]. Maritain scrisse pagine
d'intenso pathos suIl mistero d’Irrazle,‘ dedicate alla sezio‑
ne di Rm 9 ‐ 11, con cui denunciava l‘indifferenza dei cri‑
stiani di fronte alla Shoah.
La storia dell’interpretau'one di Romani e bimillenario
e ha visto i commentari patristici di Origene (pervenuto in
frammenti), Giovanni Crisostomo e dell’Ambrosiaster,
quello medievale di Tommaso d‘Aquino, rinascimentale di
Martin Lutero e moderno di K. Barth. La bibliografia con‑
temporanea sulla lettera o su alcune sezioni e sconfinata; e

‘ 1 M A R I TA I N , I I …d’Israele. Queriniana,Brescia 1964 (orig. fr. 1987).

233
lmlllllllllllllllllllllllllltlIllvllllllllllllllmmHmMmmm…-r…HH‘… … … … w .

non tende a diminuire. Diciamo subito che tale rilevanza autorità imperiali a Gerusalemme, sia interrogato da Gia‑
storica si deve principalmente alle questioni centrali della oomo proprio sulla questione della Legge: «'Invedi) fratello,
teodioea o della giustizia di D i o e dell’entropologia, rap‑ quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e sono tutti
portate alla giustificazione in Gesù Cristo Il percorso di Ro» osservanti della Legge. Ora, hanno sentito dire di te che in‑
mani e tappezzato delle domande più profonde e vere che segni a tuttii Giudei sparsi fra i Gentili di abbandonare M o ‑
attanagliano l‘animo umano; e queste sono attraversate sen‑ ' sè, dicendo di non drooncidere più i loro figli e di n o n se‑
za risposte scontate, bensì con la novità assoluta del «van‑ guire più le usanze tradizionali» ( A t 21,20).
gelo di Dio» che è Gesù Cristo. Come nasce però un capo‑ Nell’intrewio di Romani la questione della Legge e ca‑ Fur:il m i :
lavoro come Romani?E quali sono i dati storici che l’hanno pitale, ma secondo Paolo è stata strumentalizzata e il suo in vista
del bene?
ispirato? vangelo è stato diffamato fra le comunità cristiane della dia‑
spora. Risaltano così le connessioni tra la diffamazione di
Rm 3,8 («E non è forse come siamo diffamatie come vanno
La diftamazione dell’evnngelo paolino dicendo alcuni che noi diciamo: Dovremmo fare il male af‑
Cantù:‑ Nonostante l‘enorme peso nella storia della teologia e finché giunga il bene?») e la ripresa in Rm 14,16: «Non sia
genze dell’interpretazione, la Lettera ai Romani n o n è la «sum‑ diffamato dunque il vostro bene». In Rm 3,8 si verifica uno
della [mem ma» teologica di Paolo, come invece sosteneva il riformato‑ dei rari casi in cui Paolo riporta le parole dei suoi avversari,
re Filippo Melantone.La lettera n o n nasce atavolino o per con cui st:mmentalizzano il suo vangelo e diftamano tra i cri‑
una riflessione teorica emetafisica suDio e sull’uomo, maè stiani di Roma il bene da lui compiuto.In pratica a Roma si 0mrvanza
dettata, come tutte le lettere paoline, per affrontare situa‑ sono creati due partiti - i forti ei deboli - che si appellano a u [ragni-
sione
zioni contingenti edi rilievo nelle comunità cristiane di Ro‑ Paolo per risolverele contese sull’osservanza della Legge e della L:gge
ma. Probabilmente la lettera è redatta mentre Paolo si tro‑ delle tradizioni giudaicbe Sedecide di stare dalla parte dei
va a Corinto nella seconda metà degli anni 50 d.C. (56‐57), forti, che non osservano più le leggi di purità alimentari,i
quando ein procinto di partire per Gerusalemme a conclu‑ deboli rischiano di abbandonare definitivamente la comu‑
sione del terzo e ultimo viaggio missionario.In Rm 15,14‐33 nione di mensa. Al contrario se decide di porsi dalla parte
informa i destinatari che intende salire a Gerusalemme con dei deboli, che continuano a osservare le leggi di pur-ità du‑
la colletta per i poveri e spera, in seguito, di poter raggiun‑ rante le assemblee. sono i forti ad essere posti in crisi. Qual
gere la capitale dell’Impero per essere aiutato a evangeliz‑ e dunque lo statuto del bene? E come si rapporta al male?
zare la Spagna. La questione sul bene e sul male, che ooinvolge la Legge
Ayfzrmn‑ Tuttavia i prossimi progetti di viaggio sono avvolti da (Rm 7,7-25) attraversa l’intero percorso di Romani.
zioni fondati timori: Paolo ignora quale accoglienza gli sarà riser‑ Per rispondere al conflitto reale e n o n preventivo,né
vata a Gerusalemme e sela colletta per i poveri sarà ben ac‑ teorico o ipotetico, Paolo avverte il bisogno di delineare i
rulla Legge
colta o rifiutata. Dietro i suoi timori c‘è la sua visione della contenuti fondamentali del suo vangelo. In caso contrario la
Legge che si e diffusa con la predicazione orale e scritta.A dittamaz'one rischia di riscontrarefimdamentum in re.In ter‑
causa della sua densità la Lettera ai Galati ha lasciato so‑ mini di dilemma: la Legge mosaica è abrogata o resta in vi‑
spesi diversi interrogativi,fra cui l’abrogazione o meno del‑ gore? E se è ancora valida, quali conseguenze ha sulle co.
la Legge per i Giudei e i Gentili che hanno aderito al van‑ munità romane? Su queste coordinate storiche si e innesta‑
gelo. Non è fortuito che prima di essere imprigionato dalle to il nuovo filone del Romans Debate, inaugurato da K.P.

234 235
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Donfierd, che cerca d’interpretare la lettera nell‘alveo delle l‘evangelimzionein Acaiae in Asia. Prisca e Aquila (16,3)
comunità cristiane della diaspora romana.Thttavia,a propo‑ _ hanno svolto un ruolo di primo piano durante la prima pre‑
sito del Romans Debate è opportuno rilevare che Paolo stes‑ dicazione di Paolo a Corinto e a Efeso.Epèneto appartiene
sopreferisce non rispondere immediatamenteal conflitto tra ai primi convertiti della provincia dell’Asia (16,5). Andrò‑
i forti e i deboli, ma presentare delle fondamenta il suo van‑ nico e Giunia sono parenti e compagni di prigionia di Pao‑
gelo. per cui eleva la questione contingente a un livello su‑ ’ lo (16,7). Con lui hanno già collaborato Urbano e Stachi
periore di approfondimento. D‘altro canto è tipico del suo , (16,9); e suo parente e un certo Erodione (16,11). Inoltre è
modo di argomentare partire sempre dalle ragioni ultime per ben informato sulle fatiche profuse per il vangelo da Apel‑
affrontare questioni primarie e secondarie:lo abbiamo veri‑ le (16,10),Tiiîena,’lfifosa ePèrside (16,12). I nomi delle per‑
ficato più volte nella corrispondenza con i C o r i n i - sone salutate in 163-15 dimostrano che, aprescindere della
llamhm Pertantoriteniamo che come si èrivelatoteorico consi‑ ' loro origine giudaica o gentile, diversi membri delle comu‑
:nlativn derare Romani come riflessione metafisica sulla giustizia di ‘ nità cristiane di Roma hanno condiviso le sue fatiche mis.
Dio, sarebbe altrettanto riduttivo irretire i suoi contenuti : sionarie. Dimque,pur rivolgendosi a comunità non fondate
nelle contingenti situazioni delle comunità romane.'ll'a con‑ da lui, conosce bene diversi destinatari.
tingenza e assoluto del vangelo paolino si decide la partita di Un altro indizio sui destinatari riguarda, da una parte, Le Chiese
Romani che,per non essere arenata nel primo ambito,trat‑ l’omissione del termine ekklesl‘a nel prescritto della lettera, dammiche
ta del vangelo; e per non essere teorizzata ha di mira la si‑ dove sono salutati «tutti coloro che sono a Roma, amati da
tuazione conflittuale delle comunità romane.A questo pun‑ Dio e santi» (1,6) e,dall‘altra, l’uso della formula hekat’éikon
to è necessaria una descrizione delle comunità cristiane di ekklzsfa (la Chiesa domestica) in 16,5, a proposito della co‑
Roma a cui Paolo si rivolge: quali sono le loro conforma‑ munità familiare di Prisca e Aquila. Nei saluti finali sono
zioni? E che rapporti hanno con il giudaismo della diaspora mendonati diversi nuclei familiari: di Andronico e Giunio
romana? (16,7),della casa di Aristòbulo (16,10b), della casa di Narci‑
so(16,11),di quanti sono con Asincrito, Flegonte. Enne,Pà‑
Le Chiese domestiche troba,Erma (16,14) e i «santi»che sono con Filòlogo, Giulia,
Nereo e Olimpa (16,15).Pertanto sePaolo non riporta i sa‑
Da una prima lettura di Rm 1,8-15 si comprende che lutiinidali per la Chiesa di Roma eperché prima del 70d.C.
Paolo non ha fondato le comunità cristiane di Roma.gine‑ vi erano sorte diverse Chiese domestiche, stanziate nei quan
ché sino all‘invio della lettera non gli si era mai presentata fieri malfamati della città. Per questo a rigore di analisi sto‑
l‘occasionedi visitarle. L‘apostolo giungerà &Roma soltan‑ rica dovremmo parlare di diverse comunità romane e non di
to in occasione del periglioso viaggio della prigionia, de‑ una Chiesa monolitica ecentralizzata.
scritto in At 27 - 28 (in particolare, 28,11-31). Da questo Di capitale importanza eil rapporto che i credenti cita‑ Rapporti
punto di vista, Romani costituisce un’eccezionedi rilievo ri‑ ti hanno con il giudaismo della diaspora romana,che da cir‑ con il
spetto alle altre lettere paoline autografe: è l’unica lettera giudaùmo
cadue secoli si era ben radicata nel tessuto urbano. Abbia‑ della
indirizzata a comunità non fondate da Paolo. mo osservato che alcuni dei nomi salutati sono di parenti di diaspora
’Ilittsvia l’eccezione non è totale poiché dai saluti di Rm Paolo e, pertanto,provengono da] giudaismo palestinese o mmana
eiaùnhni 16,1‐27 si deduce che conosce molto bene diversi membri della diaspora circostante. Non sappiamo a chi si debba la
diRoma delle comunità romane che hanno collaborato con l u i nel‑ diffusione del cristianesimo a Roma, ma forse non sbaglia‑
236 237
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mo sesosteniamo che vanno cercati tra inomimenzionati in oro, quelli che avevano creduto insegnarono ai Romani a
16,1-15. Mediante scambi commerciali e mercantili, alcuni ‐-- nservare la legge pur proiessando Cristo…»i
Giudei hanno portato il primo messaggio cristiano a Roma
tra gli anni 40e50 dell’era cristiana.Si tratta in gran parte di Disposizione e genere
schiavi,liberti,commercianti e artigiani che hanno aderito al
cristianesimo n o n a prescindere dal giudaismo, bensi per via Come le altre lettere antoriali, Romani e stata conside‑
di quest’ultimo,in quanto giudei, timorati di D i o o simpa‑ ta paolina a tutti gli effetti:è stata dettata daPaolo aTerzo,
tizzanti di alcune leggi giudaiche, come il sabato o le norme . gretario epistolare (16,22), e si presenta unitaria. Alcune
di purita alimentari. Di fatto, Paolo si rivolge ai destinatari proposte di glosse successive ipotizzate per i passi di 6,17 edi
riconoscendo che «conoscono la Legge (mosaica)» (7,1), 0 , 5 nel XX seosono state abbandonate. Invece resta dibat‑
quando introduce la normativa di Dt 24,2‐4 sul diritto ma‑ _tuta la fattura ela collocazione testuale di Rm 16,25-27 poi‑
trimoniale post mortem di uno dei coniugi. E sein 11,13 in‑ ]ché la lettera si chiude con una dossologia che n o n riscontra
terpellai Gentili delle comunità è perché si tratta di cre‑ iparalleli nel restante epistolariopaolino e sucui torneremo.
denti che, mediante il giudaismo della diaspora, hanno ade‑ ' Intanto presentiamo l‘intelaiatura essenziale della lettera:
rito al movimento cristiano delle origini.
Cmmurlrà Si delinea così un prospetto variegato delle prime co‑ l . ] n t r o d n z i o n e epistolare (Rm 1,1-17):
mine munità cristiane di Roma, ben diverso da quello delle co‑ a.il prescritto (1,1-7);
munità in Galuia, dove abbiamo riscontratola presenza di b.ringraziamenti-esordio (LS-15);
cristiani provenienti dal paganesimo ehe,in precedenza,non c.la tesi generale (1,16‐17).
erano mai venuti a contatto con il giudaismo. Anche aTès‑ I ] . Il corpo epistolue (Rm 1,18 ‐ 15,13)
salonica ein Acaia abbiamo segnalato alcuni cristiani di ori‑ 1. Sezione kerygmatica (1,18 - 11,36)
gine giudaica, ma si tratta di minoranze rispetto alla mag‑ A. La rivelazione dell’ira e della giustizia
gioranza gentile. Invece a Roma la conformazione delle oo‑ divina (Rm 1,18 -‐4,25):
munità cristiane è diversa, poiché non si distinguono da (a) la rivelazione della collera divina
quelle giudaiche e nelle loro domus si continua a utilizzare (1,18 ‐ 3,20);
la Scrittura delle sinagoghe romane. (I)) la manifestazione della giustizia di‑
Pertanto,la situazione ecclesiale venutasia creare a Ro‑ vina (3,21‐ 4,25).
ma costituisce una nuova sfida che mette a dura prova la B. ]] paradossale vanto cristiano (5,1‐ 8,39):
credibilità del vangelo paolino rispetto alla Legge e alle tra‑ (a) dalla giustificazione alla pace (5,1‑
dizioni giudaiche che, forse è bene rilevarlo, nella diaspora 11);
sono in genere più radicatedi quelle in patria,quanto meno (b) il confronto tra Gesù Cristo e Ada‑
per il naturale istinto di sopravvivenza e di conservazione mo (5,12-21);
della propria identità etnico-religiosa. La preziosa annota‑ (e) questioni diatribiche consequenzia‑
n'one dell’Ambrosiaster, che proviene dall’ambiente roma‑ li (6.1- 725):
no,conferma i dati che abbiamo evidenn'ato: «Sisa dunque
che ai tempi dell’apostolo alcuni Giudei, poiché si trovava‑ ’H.J.Voonl.s (ed.),Ambmrimni qui dicirur commentari… in zpl'slulur Pauli,
no soggetti all’impero romano,abitavano a Roma.E, fra co« { AdRomnnos,C$lìL81,l.
238 239

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(d) la legge dello Spirito (8,1‐30); sta dell’accoglienza dei forti e dei deboli nelle comunità; ed
(a‘) la perorazione sull’amore di D i o e epidittim poiché èin gioco il valore del suo evangelo Tutta‑
di Cristo (8,31-39). _via,su queste proposte n o n sono mancate riserve,poiché as‑
C. La fedeltà della Parola di Dio (9,1 ‑ somigliano a coperte troppo larghe o troppo strette per
11,36): adattarsi a tuttii contenuti della lettera. Si e poi pensato a
esordio: una grande tristezza (9,1-5); ‘ una lettera-saggio, protrettica, ambasciatoriale e pareneti‑
(a) non tutto Israele e Israele (9,6-29); ca, ma anche in questi casi con scarso consenso.
(b) Cristo, il fine della Legge (9,30 ‑ Forse è bene osservare chei generi retorici e letterari llvangela
10,21); non andrebbero cercati in modo induttivo,per cui sarebbero infamia
(a‘) Dio n o n ha rigettato il suo popolo itratlati di critica retorico-letteraria o l’elencazione dei tipi " ' “ ” …
(11,1-32); epistolari a determinare il genere di uno scritto. Sono innu‑
perorazione: le imperscrutabili vie di merevoli gli esempi di scritti antichi e moderni che eccepi‑
Dio (11,33‐36). soono a qualsiasi etichetta dei generi letterari.Ora, in Roma‑
2. Sezione paracletica :) esortativa (Rm 12,1‑ ni diversi sono i sistemi argomentativi che entrano in gioco:lo
15,13): . stile della diatriba,caratterizzatoda domande e risposte bre‑
il culto razionale (12,1- 13,14); vi;ilmidràsh incentrato sulle relan'oni fra due o più passi del‑
l‘accoglienza reciproca tra i forti e i deboli la Scrittura; e la parer-resi o esortan‘one rivolta ai destinatari.
(14,1‐15,13). Per questo preferiamo pensare a una comunicazione episto‑
I I ] . Il poscfltto eplelolare (Rm 15,14 - 16,27): lare del vangelo paolino,salvaguardando l'intreccio tra forma
notizie ei prossimi progetti di viaggio (15.14-33); e contenuto che caratterizza Romani.In definitiva M. Lute‑
saluti reciproci edossologia finale (16,1-27). ' ro n o n era lontano dal vero quando durante le lezionisuRo‑
mani annotava (1515-1516): «“Evangelo” non designa aol‑
La lettera si compone di tre parti principali: l’introdu‑ tanto ciò che Matteo,Marco, Luca e Giovanni hanno scritto
zione di 1,1-17, il corpo di 1,18 - 15,13 e le conclusioni epi‑ [...]. Perciò questo è 1’Evangelo stesso di Dio...».
stolari di 15,14 ‐ 16,27. La prima e la terza parte si richia‑
mano fra loro poiché trattano dei prossimi progetti di viag‑
gio di Paolo verso Roma ela Spagna,passando per Gerusa‑ L’intreccio argomentativo
la usi lemme.Articolato e ampiamente sviluppato eil corpus epi‑ Prima di inoln-aru' nell’ordito della lettera segnaliamo il
garante: stolare che si dipana per quindici capitoli.Tenendo fede al‑ modo di argomentare di Paolo che è molto diverso dal no‑
bzgimiizùr
la tesi generale, Paolo intende dimostrare che non si vergo‑ ? stro.Mentre in Occidente argomentiamoin modo organico e Modo
Wu:
salvezza
gna del vangelo, poiché in esso si rivela la giustizia di D i o sistematico,Paolo preferisce dimostrare in modo settoriale 0 ” ” W ”"
per la salvezza di chiunque crede (1,16‐17).A sua volta il parziale Clamoroso èil caso dell’elezione e della predestina- p … ” ”
corpo epistolare si compone di due parti: kerigmatica (1,18 done in Rm 9,6-29 che ha aperto il varco per la teoria della
‐ 11,36) ed esortativa () paracletica (12,1‐ 15,13). ‘ doppia predestinazioneal bene eal male,di origine calvinista
Circa il genere, a Romani sono stati applicati i tre ge‑ e giansenista. In realtà, la sezione è incentrata sul disegno
neri principali della retorica antica: lettera forense di tipo elettivo di D i o che resta prioritario, mentre non tratta delle
apologetico, per difendere il suo vangelo; deliberativa in vi‑ scelte e della libertà umana,che subentrano nella sezione di

240 241
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930 - 10,21. Soltanto alla fine Paolo raccorda quanto ha di‑ [destinatari (vv. 8»15). Diversamente dagli altri ringrazia‑
mostrato in modo settoriale con l’annuncio del mistero o del menti o benedizioni introduttive quello di 1,8-15 non è molv
disegno divino (11,25-36). Ignorare il suo sistem argomen‑ , to elevato quanto a stile e contenuti, poiché l’attenzione è ti‑
tativo significa fraintendere ogni dimostrazione della lettera. volta al desiderio di Paolo di poter finalmente raggiungere
, i destinatari. Comunque anche in questo esordio di ringra‑
Gesù Cristo, l’evengelodi Dio ( R m 1,1-17) î damento tornano il motivo del ricordo nella preghiera per
‘ idestinatari (v.9),la captatia benevolentiae sulla loro fede,
La sezione introduttiva si compone di tre parti: il pre‑ ; nota in tutto il mondo (v.8), e la presenza-assenza (o paru‑
scritto (vv. 1-7),i ringraa'arnenti protocollari (vv.8-15) e la ' ria-apmiu epistolare) tra mittente e destinatari (vv. 10‐13.15)
tesi generale (vv. 16-17).I termini principali che attraversa‑ che cerca di colmare per via epistolare.
no le tre parti sono euanghélian (vv. 2.9.16) e pts-ris o fede Approdo della parte introduttiva è la tesi generale del‑ Dimeminne
(vv.53.12.1647). la lettera,rappresentata dal vangelo di cui Paolo non si ver‑ universale
Il prescritto contiene i tre elementi basilari che abbiamo gogna, dalla sua portata universale e dalla giustizia per la della
riscontrato in tutte le lettere paoline: la titulatio sul mittente salvezza di chiunque crede.A sostegno della tesi èriportata
salvezza
(Paolo), l’udscriptio sul destinatari («a tutti quelli che sono ‘ la citazione diretta di Ab 2,4: « I l giusto però dalla fede vi‑
in Roma,diletti di Dio...»,v.7a) ela salutatio («Grazia a voi e ' vrà» (Rm 1,17). Così il vangelo di Dio preannunciato nelle
pace da D i o padre nostro e dal Signore Gesù Cristo», v. 711). sante Scritture. mediante i profeti (Rm 1,2), riscontra nel
Ttittavia la titolan'one è sviluppata per bene seiversetti (vv. 1‑ passo di Ab 2,4 il suo contenuto principale. ’Ihttavia la tesi
6), incentrati sul vangelo di Dio,sul suo contenuto e sulla fie‑ ’ non e dettagliata, nel senso che non si tratta di una partiti:),
Scrittura de che ne deriva. ]] vangelo di Dio,per il quale Paolo è stato bensì è generale e veicola diversi interrogativi. Perché, in‑
: vangelo: messo da parte come apostolo e servo di 0-isto,è stato prean‑
il Figlio‘ vece di dire in positivo che si vanta del vangelo, Paolo pre‑
nunciato mediante i profeti nelle sante Scritture ( w. 1-2).In ' ferisce utilizzare una litote, ossia una figura retorica di ne‑
diDio
tal modo tra Scritture e vangelo non c’è alcuna distonia o gazione che in positivo corrisponde a non vergognarsi del
scissione,poiché il codice del vangelo nella Lettera ai Roma‑ vangelo? In che modo si rnpportano la potenza,la salvezza,
ni è la Scrittura d’Israele. Una formula di argomento (per!+ la fede e la giustizia di Dio? E perché da una parte la sa]‑
genitivo) indica il contenuto essendale del vangelo: il Figlio ; vezza assume una portata universale, per chiunque crede,
di Dio,nato dal seme di Davide.secondo la carne o nella sua dall’altra precisa la priorità del Giudeo rispetto al Greco?
umanità, e costituito oome figlio di Dio mediante l’azione Questi sono gli interrogativi che Paolo affronterà nel corpo
dello Spirito di santità dalla risurren'one dei morti. della lettera sino a Km 15,13.
Quella di 1,3b4a è una breve professione di fede, che
declina il livello gesuano dell‘umanità del Figlio di Dio con
quello cristologioo post‐pasquale.Ci troviamo di fronte aun La rivelazione della collera e della giustizia divina
nuovo frammento pre-paolino collocato,come in 1Ts 1,940 ( R m 1,13 - 4,25)
e in Gal 1,4, nella parte introduttiva della lettera e sucui ci Le domande implicite che abbiamo evidenziato nella
soffermeremo a proposito del messaggio di Romain. tesi generale di 1,16-17 sembrano sospese dall‘inizio impre‑
Come al solito, dopo il prescritto, sono riportati i [ i n ‑ visto del corpo epistolare, in cui invece di parlare del van‑
graziarnenti protocollari con cui Paolo ringran‘a Dio per i gelo, Paolo si sofferma sulla rivelazione della collera divina
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…ta‐___… , , ,
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(1,18 ‐ 3,20). Perché n o n affronta subito la rivelazione del‑ Con la parte probatoria di Rm 2,1 ‐ 3,18 subentra una
Dalia la giustizia divina, contenuta nell‘evangelo? La prima di‑ requisitoria contro chiunque è stato accusato nella narra‑
rivelazione mostrazione di 1,18 ‐ 425 illustra la ragione principale per zione precedente. Di fatto, come nella narrazione, è preso
della collera cui Paolo preferisce partire dalla rivelazione della collera
aquella di mira chiunque e n o n soltanto il Giudeo. La requisitoria
della
divina in 1,18 ‐ 3,20 per giungere a quella gratuita della giu‑ procede con il seguente intreccio argomentativo:
giustizia stizia in Cristo,sostenuta in 3,21‐ 4,25. In pratica ha bisogno
prima di chiudere qualsiasi alternativa di vanto per affer‑ l’imparzialità divina (2,1-11);
divina
iGentili,i Giudei e la Legge (2,12-16);
mare l‘unico vanto possibile mediante la fede in Cristo. Per
questo non ci si dovrebbe soffermare sulla sen'one di 1,18 ‑ la parodia del vanto (2,17-24);
3,20 senza quella di 3,21‐ 4,25, altrimenti si rischia di train‑ i Giudei,i Gentili ela circoncisione (2,25«29);
tendere la ragione principale per cui Paolo parte dalla eol‑ il vantaggio del Giudea (3,1-8);
l’universalità della colpa (3,9-18).
lera divina per giungere alla giustizia 0 alla giustifican'one in
Cristo. ‘ Il primo paragrafo di 2,1-11 invoca il principio dell’im‑ L’Impar‑
parn'alità divina, tanto per il Giudea prima, quanto per il zialiid
La rivelazione della collera divina (Rm 1,18- 3,20) Greco. L’orimonte ?:escatologica poiché si riferisce al mo‑ divina
mento in cui ognuno sarà giudicato per le proprie opere. Su
L’intreccio della prima parte della sezione comprende questa prima requisitoria le asserzioni di Paolo non sono di‑
una narrazione (1,18-32), una parte probatoria (2,1- 3,18) e verse da quelle diffuse nella teodioea giudaica del tempo, per
una perorazione finale (3,19-20). Sotto accusa sono tutti gli cui si limita a ribadire quanto appartiene al patrimonio eo‑
esseri umani per le loro azioni,esemplificate dall’elenco dei rnune.’lìittaviail ritornello «nonc’è preferenza» (2,11) è fun‑
Dia vizi stilato in 125-331.A proposito della narran'one e bene , zionale al successivo «non c’è differenza» (3,22) della giusti‑
: l’uomo precisare che destinatari della collera divina sono tutti gli
inconflitto
‘ finzione per la fede in Cristo. Per questo l‘orizzonte del giu‑
esseri umani e non soltanto i Gentili, che non sono nomina‑ dizio divino, caratterizzato dall’imparzialità, non è invocato
ti. Drammatica è la sequenza della narrazione di 1,18-32zda per arginare,né per condizionare la giustificazione,bensi per
una parte c’è Dio che consegna gli esseri umani a ogni forma affermarne l’universale incidenza per tutti gli esseri umani.
di colpevolem (cf. l’uso del verbo perido/cen in 1242628), Con il secondo parag'aio di 2,12-16 subentra il rappor‑ La Legge
dall’altra gli esseri umani posti sotto accusa. All’inin'o del to tra il Giudea, il Gentile e la Legge. Ci troviamo ancora ùnplicim
concatenamento narrativo c’è la rivelazione della collera di‑ nell‘orizzonte escatologico del giudizio finale, ma con la no‑ del Gentile
vina contro tutti quelli che cercano di soffocarela verità nel‑ vità delle relazioni con la Legge mosaica, & cui si accenna
l’ingiustizia (1,18). Per questo le an'oni successive rappre‑ per la prima volta nella lettera. Per sostenere l’universalità
sentano le conseguenze e non le cause del conflitto tra Dio del giudizio divino, Paolo non limita l’attenzione all’osser‑
e gli esseri umani. L‘epilogo della narrazione,in cui sono vanza della Legge peri Giudei,mala estende ai Gentili che,
presi di mira coloro che pur conoscendo il giudizio divino pur non avendo la Legge, sono legge a sestessi. L‘implicita
approvano il male commesso (v.32), valuta le azioni umane osservanza della Legge da parte del Gentile dimostra che
non nell’ottica di una morale oggettiva, bensì in quella del‑ n o n basta appoggiarsi sulla Legge per evitare il giudizio fi‑
la tracotanza o del pride umano che lia confuso il Creatore nale, ma Dio giudicherà i segreti dei cuori, secondo il van‑
con la creatura (1,25). gelo di Paolo per mezzo di Gesù Cristo (v.16).Prosegue co‑
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silo statuto dell’imparzialità divina, con o a prescindere del‑ \ Legge,invista del bene,che s’identifica con la grazie in Cri‑
la Legge. Forse è bene precisare che in 2,12‐16 Paolo n o n , sto. Per arginare l’accusa pone subito in chiaro che il van‑
tratta della legge naturale,distinta da quella soprannatura‑ taggio del Giudea rispetto al Gentile e l’utilità della circon‑
le, bensì di quanto della Legge mosaica si riscontra nella vi‑ ' cisione sono di enorme valore. Tuttavia, non sono questi
ta del Gentile, senza che questi la conosca. vantaggi, ai quali aggiunge l’importante affidamento delle
il vantaggio Finalmente con il terzo paragrafo di 2,17‐24 è preso di parole di Dio, a causare il vanto del Giudeo nei confronti
defla Legge mira direttamente i] Giudeo, con una sferzante parodia sul , dei Gentili. Averlo tirato in causa per sostenere che l’ingiu‑
suo rapporto con la Legge e con i comandamenti. La cate‑ stizia umana favorisce la giustizia divina significa travisare e
goria che attraversa il paragrafo è quella di chi dice il bene, -; strumentalizzare il suo vangelo.
ma compie il male. A prima vista si ha l’impressione di tro‑ La netta separazione tra il vanto negato e il vantaggio
varsi di fronte a una requisitoria antisemitica, poiché l’ac‑ ‘ affermato ha bisogno di essere dimostrato con prove più so‑
cusa e generica e non si sofferma su quanti fra i Giudei di‑ stanziali. Così la probazione si chiude con la catena di cita‑
cono efanno il bene.Tuttavia, Paolo n o n intende accusare i zioni, riportata in 3,10-18,c11e permette a Paolo di sostene‑
Giudei per favorire i Gentili, bensi detroninare quanti fra i re che n o n solo tutti si trovano sotto il peccato,ma che tut‑
Giudei ritengono di trovarsi al sicuro, appoggiandosi sulla . to l’uomo ‐ dalla testa ai piedi - ècolpevole, per cui non c’è
Legge e vantandosi del suo possesso. In pratica,sehadi mi‑ alcuna superiorità del Giudea rispetto al Gentile. L'autorità
ra il Giudeo e non il Gentile.e perché il vantaggio della Leg‑ indiscussa della Scrittura dovrebbe porre fine a qualsiasi
ge rischia di essere confuso con il vanto e quindi con l'e‑ forma di vanto fra gli esseri umani e spalancare le porte al‑
sclusione dall’universale giustificazione di Dio in Cristo. l’universalità della giustificazione per grazia.
La circon‑ La requisitoria prosegue con il tratto più peculiare che La requisitoria di 2,1 - 3,18 lascia il posto alla perora‑
a':ione distingue il Giudeo dal Gentile: la circoncisione (2,25-29). zione finale di 3,19-20 con cui Paolo chiude la partita met‑
: l'intit‑ E come per il rapporto con la Legge, Paolo soornpiglia la tendo a tacere qualsiasi obiezione al suo vangelo. Timo ciò
cambian:
certezza del vanto che può derivare dalla circoncisione ri‑ che ha asserito la Legge,in quanto Scrittura, vale per coloro
spetto all’incirconcisione. Nell’orizzonte del giudin"o finale, che sono sotto la Legge,affinché nessuno sia giustificato in
la circoncisione n o n tutela il Giudeo dal Gentile, malo po‑ base alle opere della Legge, ma soltanto per la fede dilin
ne sullo stesso piano, confermando l’assioma dell‘imparzia‑ Cristo. Sul significato della complessa espressione «opere
lità divina. Per rendere più consistente la probazione,Paolo della Legge» ci siamo soffermati nella Lettera ai Galati. In
si appropria della querela profetica sulla circoncisione del Rm 3,20 Paolo ripete che nessun vivente sarà giustificato
cuore e non della came ( c i Ger 31,31-33; Ez 36,26), ma la per le opere qualificate dalla Legge perché questa induce
trasforma coinvolgendo l’incirconciso così da porre,ancora alla conoscenza del peccato, ma non è in grado di giustifi‑
una volta, tutti sullo stesso piano. care.
A questo punto s’impongono gli interrogativi che in‑ Pertanto l’antropologia che risalta nella rivelazione del‑ L’univerrn‑
troducono la quinta parte della requisitoria (3,1‐8): qual è la collera divina n o n è negativa,né pessimista,nel senso che liuno della
l’utilità della circoncisione e,di conseguenza, della Legge? mediante il riconoscimento del peccato o della colpa l‘uomo giranfiw‑
liane
Esclusione Nell’introduzione alla lettera abbiamo rilevato che in 3,8 è in condim'one di giungere alla giustificazione per la fede,
del vanza Paolo richiama l’accusa rivoltain fra le comunità romane: bensì è funn'onale. In pratica, bisognerebbe leggere prima
salvifica fare il male, che in concreto equivale all’inosservanza della 3,21 ‐ 4,25 per comprendere che la soluzione cristologica

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della fede precede e risolve la condizione universale di peo‑ 4secondo frammento pre‐paolino (dopo quello di 1,3b-4),
cato e non l’inverso.Ma in tal modo le obiezioni sul vantag‑ torneremo a proposito della cristologia di Romani. Qui ci
gio e la superiorità del Giudeo rispetto al Gentile non sa‑ preme rilevare che Paolo si appropria del frammento per
rebbero state rimosse. Per questo Paolo parte n o n dall’uni‑ sostenere che in Cristo n o n c’è alcuno spazio () distanza tra
versalità della giustificazione per giungere all’universalità , la giustizia e la giustificazione di Dio. N e l momento in cui
del giudizio finale, ma il contrario, per dimostrare l‘urgenza _ D i o ha esposto suo Figlio come strumento di espiazione si
della giustificazione per tutte le categorie etiche accusate in rivela come giusto poiché giustifica chi crede in Gesù Cristo
1,18 ‐ 3,21. (3,26).
Le dense afiennazioni di 3,21-26 hanno bisogno di es‑ Conferma
sere spiegate; e ricorrendo allo stile della diatriba, con sei : non
La rivelazione della giustizia divina (Rm 3,21- 4,25) abrogazione
domande brevi, Paolo si sofferma in 3,27-31 sul fondamen‑
della Legge
[A giwtizia Una volta chiusa ogni bocca e r i m …qualsiasi motivo to del vanto Da una parte il vento n o n si regge sulla Legge
gmnu/a di vanto, Paolo può dimostrare in positivo che la giustizia di mosaica e dall’altra quest’ultima non è abrogata, mae con‑
per la fede
Dio si è manifestata gratuitamente senza la Legge, pur es‑ v fermata. Come al solito Paolo è più capace di porre acute
sendo attestata dalla Legge e dai Profeti (3,21-22).La nuo‑ ‐ domande che risposte chiare,per cui sono dibattuti i signifi‑
va sezione è guidata dalla tesi secondaria di 3,21-22 che, ri‑ cati delle espressioni «Legge della fede», «opere» e «opere
prendendo lapropusitio generale di 1,16-17,la dispiega nel‑ della Legge». Comunque dovrebbe essere abbastanza com‑
l'orizzonte cristologica. La giustin‘a di Dio si è manifestata prensibile che la giustificazione divina si realizza mediante
mediante la fede di Gesù Cristo, senza alcuna distinzione, la fede, senza la Legge e le sue opere,e che la fede non abo‑
per tutti quelli che credono. Ma da quale legge è attestata la lisce la Legge, bensì la conferma. Per questo la «Legge del‑
giustizia di Dio? E a quale fede allude: alla fede/fedeltà di la fede» non equivale al principio :) alla norma della fede,
Gesù Cristo o a quella in lui? I vv. 21‐22 innestano tre fasi bensì si riferisce alla stessa Legge mosaica che tratta ed evi‑
della dimostrazione paolina. Nei vv. 23-26 spiega i nuovi denzia il fondamento della fede. Circa le «opere della Leg‑
orizzonti della fede in rapporto alla Legge;quindi nei vv. 27‑ ge» o semplicemente «le opere», torna lo stesso orizzonte
31si sofferma sull‘esclusione del vanto e in Rm 4,1‐75 Pao‑ che abbiamo rilevato per Gal 2,16: in questione non sono
lo commenta la citazione di Gn 15,6sulla fede diAbramo in tutte le opere umane contro la fede, bensì quelle opere qua‑
vista della giustizia divina. lificate dalla Legge mosaica e poste, erroneamente, a fon‑
Poiché della fede di o in Gesù Cristo abbiamo trattato damento della giustificazione. L‘universalità del percorso
nell’innoduzionea Gal 2,15-21, limitiamol’attenzione aRm della giustificazione per la fede e l’unicità di Dio,per Giudei
3,21-26 dove tornano le espressioni «fededi GesùCristo» (v. e Gentili, dimostrano che qualsiasi motivo di vanto estra‑
22) e «fede di Gesù» (v.26). Si può notare che nella perico« n e o alla fede e stato escluso da Dio che giustifica chiunque
pe l‘attenzione si concentra sull’evento della redenzione mediante la fede in Cristo.
compiuto mediante il sangue di Cristo; e Paolo riporta un La serie di domande esposte in 3,27-31 con lo stile bre‑
Critic nuovo frammento della prima tradizione cristiana: «Che ve della diatriba veicola una questione fondamentale: se
m m e Dio hapredisposto come strumento di espiazione mediante la Legge n o n è abrogata, ma è confermata per mezzo del‑
la fede con il suo sangue per la dimostrazione della sua giu‑ la fede, significa che per essere y'usiificati dalla fede e ne‑
apiazione
stizia dopo la dilazione dei peccatipassati» (3,15).Su questo cessario passare per la Legge e la circoncisione?A ben ve‑

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dere le prove sull’unicità el‘universalità di Dio sembrano ' to molta attenzione a Gesù Cristo e allo Spirito.Tuttavia ab‑
valere sia per l’esclusione sia per l’inclusione della Legge. biamo precisato che la parte dedicata alla rivelazione della
Per questo in 4,1‐10 Paolo cerca e trova nell’AT due passi , collera divina in 1,18‐ 3,20 è funzionale alla manifestazione
che, collegati fra loro, possono dimostrare che l’accredita‑ della giustificazione gratuita in Cristo Con la nuova sezione Lanuova
mento della giustificazione vale prima e dopo la promul‑ di 5,1 - 8,39 la scena è occupata in gran parte da Cristo e cundizioan
gazione della Legge. Così crea un’isotopia o una connes‑
sione terminologica tra Gn 15,6 e il Sal 32,1‐2, vale a dire
dallo Spirito, poiché la giustificazione in Cristo è continua- '… ”"”"
mente vivificata dall’azione dello Spirito. ll vanto nel van‑
tra la condizione di Abramo, prima della circoncisione, e gelo, di cui Paolo non si vergogna e che esclude qualsiasi
quella di Davide dopo il peccato. N e l primo e nel secondo percorso alternativo di vanto, è finalmente dimostrato con
caso l’accreditamento si verifica per la giustin'a fondata tutte le sue implicazioni nella nuova sezione che procede
sulla fede e per il mancato accreditamento del peccato. nel modo seguente:
L’utilizzo della gezerah shawah o della connessione lessi‑
cale mediante l’uso del verbo laghlzamai (accreditare) ac‑ la tesi sulla solidità della giustificazione (5,1-2) e sua
comuna il positivo accreditamento della giustizia dalla fe‑ spiegazione (52-11);
Abramo dee il negativo non accreditamento del peccato. Di conse‑ il confronto tra Gesù Cristo e Adamo (5,12-21);
padre guenza la circoncisione, richiesta da D i o ad Abramo, non prima questione: compatibilità tra grazia e peccato
emodello rettifica lo statuto della giustizia perla fede, bensì lo con‑ (6,1-14)?
della fui: seconda questione: la signoria della grazia o del pecca‑
ferma in quanto sigillo (4,11). Rilevante è che, mentre in
Ga13,8 Paolo si èappellata alla citazione di Gn 12,3 per so‑ to (6,15-23)?
stenere l’universaie paternità di Abramo per tutte le gen‑ terza questione: la Legge :) Cristo (7,1-6)?
ti, in Rm 4.17 non esita acitare il passo di Gn 17,5 nel con‑ quarta questione: la Legge è peccato (77-25)?
testo della circoncisione. Nel primo caso è esclusa la cir‑ la legge dello Spirito (8,1-30);
concisione, nel secondo è inclusa,ma nell‘una e nell’altra la perorazione sull’amore di Dio e di Cristo (8,31-39).
evenienza non si annulla la promessa della paternità uni‑ Sino ad ora la tesi generale di 1,16‐17 e stata ripresa in
versale di Abramo. 3,21‐22 per dimostrare la gratuità della giustificazione me‑
L'articolato commento aGn 15,6 in Rm 4,1‐B si chiude diante la fede. Adesso è ripresa in 5,1-2 per spiegare che,
con l'accreditamento della giustizia basato sulla fede in Cri‑ giustificati dalla fede,i credenti sono in pace con Dio,per
sto, che fu consegnato per le trasgressioni umane edè risor‑ mezzo di Gesù Cristo, e possono finalmente vantarsi in vista
to perla giustizia dei credenti (4,24-75).In tal modo Paolo della speranza della gloria di Dio. La morte di Cristo per gli Critic
riprende quanto ha cercato di dimostrare in 2421-31e rilan‑ empi e l’etfusione dello Spirito sostengono la nuova condi‑ : loSpirito
cia sulla centralità di Cristo per la giustificazione che sarà zione dei credenti perché, giustificati dalla fede, sono stati Santo
sviluppata nella sezione successiva. riconciliati da D i o in Cristo (5,3-11). L‘intreccio della se‑
zione vede l’affermarsi del binomio tra Cristo e lo Spirito,
Il paradossale vanto cristiano ( R m 5,1- 8,39) mentre la Scrittura che aveva dominato 2,1‐ 4,25 non assu‑
me più un ruolo prioritario.Non mancano accenni all’AT e
Sesi escludono gli accenni a Cristo in 3,21-26 e allo Spi‑ in particolare al peccato di Adamo in 5,12-21, ma non più in
rito in 2,29, nella sezione precedente Paolo n o n ha conferi‑ modo diretto e diffuso, bensì per allusioni e per confronto
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con la grazia in Cristo.Così per esaltare la gratuità della giu‑ credenti con Cristo.'lhttavia,tale partecipazione non e ac‑
Adamo stificazione in Cristo, Paolo evoca il peccato di Adamo, ri‑ quisita, né definitiva ma giungerà a compimento soltanto
: Crirm:un portato in Gn 2 ‐‐3,ma n o n lo racconta,né cita un solo pas‑ con la condivisione futura della risurrezione di Cristo. Per
confronta so del libro della Genesi. Per questo, il paragrafo di Rm
impari
questo, assimilati alla morte di Cristo,i credenti devono
5,12-21 non è una narrazione, bensì un confronto tra Ada‑ considerarsi morti al peccato, ma viventi per D i o in Cristo
mo e Cristo retto sul negativo del peccato,della condanna e Gesù (v.11).La conclusione esortativa invita i destinatari
della morte e sul positivo della grazia, della giustizia e del‑ f a n o n lasciarsi dominare più dal peccato, bensì a offrire le
la vita in Cristo. A proposito del messaggio torneremo sul proprie membra a servizio della giustizia di Dio. Natural‑
confronto tra Adamo e Cristo; qui ci preme rilevare che a mente nel paragrafo di 6,1-14 il peccato n o n è quello cate‑
Paolo n o n interessa spiegare come si sia trasmesso il pecca‑ goriale o etico, commesso dal singolo credente, bensì è vi‑
to di Adamo, bensì che l’abbondanza del peccato è di gran sto come potenza dominante incompatibile con quella del‑
lunga sorpassata dalla grazia in Cristo. La sentenza conclu‑ la grafia. E l’esclusione della relazione con il peccato coin‑
siva di 5,20-21, sulla médian'one cristologica riprende icon‑ volge la Legge mosaica di cui il peccato si è servito affinché
tenuti annunciati nella tesi di 5,1-2 e spiegati in 5,3‐19, per si trasformasse in trasgressione passibile di condanna
innestare una serie d’interrogativi che cadenza i paragrafi (5,13).
successivi della sezione.
Seconda questione:la signoria della grazia o delpeccuto
Prima questione: compatibilità tra grazia : peccato (6,15v23)?
(6,1-14)?
La seconda questione, affrontata nuovamente con lo sti‑
La sottosezione di 6,1 - 7,25 e intessuta con lo stile del‑ le della diatriba,passa alla dimensione etica dei peccati: pos‑
la diatriba che permette a Paolo di trarre le conseguenze da sono essere accettabili in una vita dominata dalla grazia e
quanto ha esposto in 5,1-21 sulla grazia della giustifican'one non dal peccato? Il rifiuto immediato conduce Paolo a sta‑
in Cristo, per sostenere l’incompatibile connivenza tra gra‑ bilire una netta distinzione tra due forme di obbedienza: una
zie e peccato. La prima domanda riprende la conclusione di negativa che porta alla disobbedienza e alla morte; l’altra
5,20-21 sulle relazioni tra la grazia eil peccato: poiché dove 'positiva in vista della giustizia. In questione n o n è il libero
ha abbondato il peccato hasovrabbondato la grafia, :! pos‑ arbitrio che pennette di scegliere fra il bene eil male, bensì
sibile restare nel peccato affinché abbondi la gran'a? Dopo la libertà più profonda che si decide nella schiavitù o nel
l’immediato rifiuto di tale falsa conclusione, mediante I" ‑ servin'o.
perativo «non sia mai»,Paolo sviluppa il paragrafodi 6,1-14, Un’argomentazìonead hominem o motivata dalla con‑ Libertà
cercando di dimostrare che tra grazia e peccato c’è totale dizione dei destinatari (vv. 19-23) induce Paolo a ricordare il mm:
incompatibilità. servizio
loro passaggio dalla prima alla seconda forma di schiavitù.
La scena è dominata dalla partecipazione dei creden‑ I destinatari sono passati dalla schiavitù del peccato e della
pazione ti alla morte di Cristo, realizzata con il battesimo (vv.3‐6), morte al servizio per la giustizia, mediante Gesù Cristo. Per
in vista di quella alla sua risurrezione. Una serie di verbi questo in loro si è realizzato un cammino esodale, analogo a
composti dal prefisso syn- (con) pone l’accento sulla par‑ quello d’Israele durante la schiavitù egiziana, che n o n am‑
tecipazione alla morte,alla sepoltura e all’unione vitale dei mette ritorni al passato.

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Terza questione:la Legge a Cristo (Rm 7,1-6)? stesso tempo, più dibattuti della lettera. Chi è l’io di cui si
La terza questione interpella i destinatari per ap» parla nel brano? Si tratta dell‘io di Paolo,prima o dopo l’e‑
profondire l’inconciliabile dipendenza dalla Legge mosaica .‘ sperienza di Damasco? Del Gentile che ha aderito alla Leg‑
Esempio e,nello stesso tempo, la nuova relazione con Cristo. Nella ge mosaica? D e l Giudeo che non ha creduto al vangelo?
del diritto prima parte del paragrafo (7,1-3) si allude alla normativa D e l cristiano, nello stesso tempo, giusto e peccatore? Op‑
nanima‑ pure di Adamo elo di Eva? E il temiifle némos si riferisce
matrimoniale stabilita in Dt 24,2-5 e già evocata in 1 Cor
7,39. La moglie è legata alla legge matrimoniale per il tem‑ sempre alla Legge mosaica o in alcune proposizioni finali
po in cui vive il marito;sequesti muore e libera di passare a assume accezione traslata di «norma» 0 «principio»? D i ‑
nuove nozze, senza essere condannata per adulterio. L’e‑ versi sono gli interrogativi che il paragrafo n o n risolve, ma
sempio serve a Paolo per sostenere che, in modo analogo,i che bisogna cercare di affrontare. Riteniamo che per una
credenti devono considerarsi morti alla Legge per apparte‑ pertinenteinterpretazione del brano sia opportuno non par‑
nere a Cristo e servirlo nella novità dello Spirito e n o n nel tire dall’identità dell’io, bensi dalle fonti dirette e indirette
vecchiurne della lettera (vv. 4-6). utilizzatenel brano.
DallaLegge Il paragrafo è fondamentale sulla visione paolina della All’inin'o è riportata la citazione diretta di Es20,7 a pro» Verso
«Cristo posito del comandamento «non desiderare» (Rm7,7). Quin‑ l’identità
Legge, poiché l‘esempio non è applicato, in modo conse‑ dell’io: non
: nonil quenziale, alle relazioni con la Legge mosaica e con Cristo. di in Rm 7,11 subentra un’eco di Gn 3,13, in cui Eva denun‑
contrarù7 autobia‑
Di fatto mentre nell‘esempio èla morte del marito a deter‑ cia di essere stata sedotta dal serpente: «Il peccato infatti, grafica
minare la libertà della donna per passare a un nuovo vinco‑ avendo approfittato del comandamento,mi ha sedotto e ha
lo matrimoniale, nell’applicazione non è l'abrogazione del‑ ucciso per mezzo di esso». Infine in 7,15-21 s’impone la to‑
la Legge a causare la nuova relazione dei credenti con Cri‑ pologia dell‘impotenza umana nel non compiere il bene che
sto, bensì la loro morte alla Legge che li ha uniti a Cristo, si desidera, bensì il male che non si vuole. Il motivo è diffuso
per mezzo dello Spirito. Sicomprende bene che, neanche in nell’ambiente culturale greco-romano e riconduce alla Me‑
una situazione così opportuna per sostenere l’abrogazione dea di Euripide: «Non posso guardarli (i figli), ma sono vin‑
della Legge Paolo giunga a tale conclusione, rischiando di ta dai mali.E mi rendo conto del male che sto per compiere,
cadere in contraddizione sulla sua visione della Legge.Così ma più potente la furia delle mie volontà, che per i mortali e
l‘alternativa tra la Legge e Cristo non si decide tra l‘una o la causa delle più grandi sventure» (1076-1080).Fra iparalleli
l‘altro, bensì tra il precedente legame con la Legge e l‘at‑ più importanti di 7,15-21 cosi Epitteto riscrive il dramma di
tuale vincolo con Cristo e con lo Spirito. Medea: «Perché quando tu vuoi qualcosa non avviene, e
quando n o n lo vuoi si verifica? Infatti questa è la più grande
Quarta questione:la Legge è peccato (Rm 7,7-25)? prova di angoscia esiortuna.Voglio qualcosa e non succede;
e chi è più disperato di me?» (Diarribe 2,17,17-18).
A questo punto è opportuno affrontare di petto la que‑ Dunque in Rm 7,7-25 si passa dalla situazione d‘Israele L’identità
stione sul rapporto tra la Legge e il peccato.Se con la Leg‑ nel deserto a quella dei progenitori e dell‘umanità, con un‘e‑ d‘lmelz
gesi hanno la conoscenza del peccato e la sua trasformazio‑ stensione progressiva di orizzonti. Per questo riteniamo che : dell’uma‑
ne in trasgressione passibile di condanna,forse la Legge s‘i‑ nità
la condizione di chi prima n o n viveva senza la Legge, per renza Cn‘rm
dentifica con il peccato? L’interrogativo e affrontato e ap‑ poi trovarsi dominato dal peccato mediante la Legge,riflet‑
profondito in 7,7-25: uno dei paragrafi più elevati e, nello ta l’esperienza d’Israele nel deserto, esemplificata dell‘io in
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mm.-:……….………………

conflitto. Il percorso narrativo dell’io che estende i confini La legge dello Spirito (Rm 8,1-30)
sino acoinvolgere la condizione dei progenitorie dell’uma‑
nità dovrebbe escludere l’io autobiografico di Paolo,del cre‑ La ripercussione retorica del termine némos,per inten‑ La
dente e del Gentile che hanno aderito alla Legge, ma ri‑ dere la Legge mosaica eil principio a la norma umana, pro‑ liberation:compiuta
guardare l’umanità prima e senza Cristo. Non a caso a Gesù ' segue in 8,1-2 per introdurre la liberazione compiuta dalla dalla Spiritu
Cristo si accenna soltanto nella conclusione di 7,25, in cui legge dello Spirito rispetto alla legge del peccato e della
l'io ringrazia l’intervento esterno di Dio per m e n o di Cristo ? morte. Così la disperan'one dell’io in 7,7-25 lascia a posto
Contro il Interpretare il paragrafo nell‘orizzonte del credente,:i‑ / alla liberazione del tu e del noi in 8,1-30. Dietro la stupenda
Simili iustus mu! iustus erpeccatar, significa n o n soltanto immettere una ' pagina ci sono gli interrogativi più naturali: sei credenti so‑
el peccator prospettiva estranea a 7,7-25, ma rischiare di vanificare l‘in‑ . noliberati dalla legge del peccato e della morte perché spe‑
tera sottosezione di 6,1 ‐ 7,6 dove, a più riprese, Paolo ha rimentano il peccato ela morte? Qual èil significato del do‑
sottolineato l‘incompatibilità tra la grazia e il peccato. Na‑ lore che colpisce i credenti, come tutti gli e s s e r i \llllflln7.
turalmente in questione n o n è semplicemente l'essere cri‑ Il canto dello Spirito si suddivide in due pam p r i n c i p a ‑ Le
stiano, bensi l'assimilan'one di ognuno alla morte erisurre‑ . li. Nei w. 1»17 l’attenn'one e rivolta all’invio e all’assimila‑ sufismo:
deicndenn'
zione di Cristo, che è la sola in grado di liberare l’io ela Leg‑ zione del Figlio nella carne del peccato per sconfiggereil : dell’uma‑
ge dal potere dominante del peccato. L’estensione progres‑ peccato nella carne eall’invio dello Spirito della filiazione In nità
siva dall’io d’Israele prima e dopo il dono della Legge a Cristo nel quale gridiamo «abba,Padre». Quindi n e l vv. 18.‑
quello dell’umanità senza l’intima unione con Cristo deter‑ 30 subentra l’orizzonte escatologica che permette di c o n s i ‑
mina anche l’estensione di significato del termine némos in derare in modo diverso la quotidiana esperienza delle sot‑
7,20-25, che non allude più soltanto alla Legge mosaica o di fierenze umane. Così l’aitus o l’uscita dal tragico umano non
Dio (v. 25h). bensì alla legge (si noti il minuscolo) o alla e definitiva,bensì in cammino poiché prosegue la lotta tra la
«norma» eal «principio» umano di chi e schiavo di un’altra carne elo Spirito e anche i credenti sperimentano le soffe‑
legge che è quella della mente e del peccato (vv. 23.25c). In renze ela morte fisica. Ma queste non ostacolano la loro
gioco subentra una ripercussione o un’antanaclasi per cui partecipazione alla gloria finale. L‘itinerario esodale di chi è
nello stesso contesto un termine, come némor, assume si‑ guidato dallo Spirito coinvolge i gemiti della creazione (che lganiti
gnificati diversi. dellaSpinto'
comprende il creato e l’umanità senza Cristo),dei credenti
Il nagicn In questa ermeneutica del tragico (e n o n della tragedia) che attendono la definitiva redenzione del loro corpo e del‑
della Legge la pagina di 7,7-25 rivela tutta la genialità di Paolo che pone lo Spirito che geme in modo inesprimibile facendosi cuneo
: dell'io nella stessa condizione il Giudeo e il Gentile per dimostra‑ delle deboleue umane.A proposito del grido «abba,Padre»
re che soltanto l’unione con Cristo può liberare e,di fatto, li‑ ci siamo soffermati con l’analisi di Gal 4.6. In Rm 8,16 cam‑
bera dalla tragicità umana. Per questo il grido finale dell’io bia il percorso dell’invocaa'one: n o n è più lo Spirito a suda‑
non è di chi riconoscela propria colpa, nédi chi si pente del re nei credenti, mail contrario. Gridare nello Spirito corn‑
proprio peccato come nel Miserere, bensì di chi può essere sponde a essere «in Cristo» che lo Spirito rende presente at‑
liberato soltanto dall’esterno della condizione tragica. Per‑ traverso una coabitaa'one reciproca con lo spirito dei cre‑
tanto se la Legge n o n è peccato,la legge del peccato carat‑ denti.
terizza la condizione dell’io senza Cristo e chiama in causa L’estensione degli orizzonti umani e pneumatologici
la liberazione dal peccato compiuta da Dio in Cristo. della speranza induce Paolo a chiudere il canto dello Spiri‑

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m … … m m m … … … … … … … … … … ,

nau… to con una grudatio o ascensione retorica dedicata al dise‑ Î féide.rlhai + huio'n + pronome personale («non risparmiare il
diDio gno divino in Cristo: coloro che sono stati conosciuti o ama‑ , proprio figlio»).îhttavia l’evocazione di Cm22,12.16 in Rm
ti da D i o sono stati predestinati a essere conformi all’im‑ 832 avviene per contrasto, come aveva già intuito Origene
magine del Figlio di Dio, sono stati chiamati, giustificati e , nelle sue Omelie ulla Genesi 8: «Per noi avviciniamo le pa‑
glorificati (vv.28-30). Così Paolo torna al paragrafo iniziale role dell’Apostolo, dove dice di Dio: “Egli n o n ha rispar‑
della sezione, dove in 5,1-11ha annunciato la nuova condi‑ _ miato il proprio figlio ma per noi tutti l‘ha consegnato”.Ve‑
zione di coloro che, giustificati per la fede, restano saldi nel di come D i o gareggia magnificamentein generosità con gli
rapporto con Cristo. Naturalmenteil disegno divino non as‑ uomini: Abramo ha offerto a Dio un figlio mortale senza
sume orizzonti alternativi tra predestinati ed esclusi, ma di‑ . che questi morisse; Dio ha consegnato alla morte il Figlio
chiarativi per cui la predestinan’one divina e universale ed e immortale per gli uomini».
interamente rivolta al bene e n o n al male,perché tale è l’a‑
more di Dio realizzato in Cristo. L a [ e d e l l i della Parola d i Dio ( R m 9,1‐ 11,36)
la Lettera ai Romani è attraversata da una tensione co‑ Contro le
La perorazione (Rm 8,31-39) stante, senza pause tra l’una e l’altra parte. Nella terza se‑ “FP“NHR.
lafedeltà
L'amore La seconda dimostrazione kerigmatica si chiude con la n'one kerigmatica Paolo affronta la questione capitale della della Parola
di Dio perorazione finale di 8,3l-39 dove Paolo riannoda i motivi fedeltà della Parola di Dio. La tematica nasce dal dato di di Dio
inCrier dominanti della sezione eli ripresenta nell’ottica dell’amo‑ fatto che la maggioranza degli Israeliti non ha creduto al
re di Dio e di Cristo da cui nulla e nessuno può separare i vangelo incentrato sulla morte erisurrezione di Gesù. Come
credenti. Convinto che, poiché Dio non ha risparmiato il mai coloro hanno ricevuto tanti privilegi - dalla figliolanza
proprio Figlio ma lo ha consegnato per tutti, l’amore di Dio al Cristo secondo la carne, passando per la gloria,]e allean‑
in Cristo è capace di superare qualsiasi ostacolo, persino la ze, la legislazione,il culto, le promesse ei padri ‐ non hanno
morte, e di legare a se tutti i credenti. aderito con entusiasmo al vangelo? Come al solito, Paolo
Caulago Il lungo elenco delle avversità o peristatioo di 8,35-39 parte dagli eventi per risalire alle cause einterpella Dio con
delle innalza verso il sublime la perorazione dedicata all’amore di il suo disegno di salvem. Per questo il punto focale della
awenifl Dio e di Cristo. Qualsiasi ostacolo, persino la morte, non sen'0ne non e il mistero d'Israele, bensì la fedeltà della l’a‑
spezza il vincolo dell’amore di Cristo In questione non è l‘a‑ rola di Dio che, secondo la tesi principale,non evenuta me‑
more dei credenti per Cristo,segnato dall’ineostanza e dalli‑ no o,in positivo, continua a restare vera e fedele, nonostan‑
mite umano, bensì quello di Cristo per i credenti che veico‑ te le apparenze.
la e testimonia l’amore paradossale di Dio che n o n ha ri‑ La sezione si compone di tre parti (9,6-29;9,30 - 10,21e
Il modella sparmiato il proprio Figlio. Dietro la proposin'one di 8,32 si ll,1-32),precedutedaun esordio (9,1-5) e seguite daun epi‑
d’Isarco riflette il motivo della ‘aqeddh o della legatura d’lsaoeo, nar‑ logo o una perorazione (11,33-36). I tre percorsi sono rap‑
rato in Gn 22, ma con nuovi interlocutori. Così Dio sirivol« portati îra loro secondo una disposizione circolare: dall‘e‑
ge ad Abramo in Gu 22,12.16: «...E n o n hai risparmiato il lezione divina in 9,6-29 (a), alla parola di Cristo in 9,30 ‑
tuo figlio, il tuo unico figlio, quello diletto, per me». N o n è 10,21 (b) e alla fedeltà di Dio per il suo popolo in 11,1-32
fortuito che in tutta la Bibbia greca soltanto in Gn 22,12.16 (al). la parte mediana è la principale poiché permette di
e in Rm 8,32 si verifichi la ripetizione dell’espressione ouk risolvere le tensioni tra la prima e la terza. 11bandolo della

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nu…-…un…………………… …

matassa ècostituito dalla tesi principale di 9,6a, cioè da una («Benedettoil Signore,Dio d’Israele, dai secoli e per i seco‑
litote con cui, negando che la Parola di Dio sia venuta meno, li.Amen, amen») è preferibile considerarla come indirizza‑
si afferma che continua a restare fedele e salda? Infine la ta a D i o D’altro canto nellelettere autografe Paolo n o n at‑
sezione si chiude con la perorazione di 11,33-36 sulle im‑ tribuisce mai a Gesù il termine thais, pur sottolineando che
perscrutabili vie di Dio. eil Figlio di Dio.

Umi safierenza continua (Rm 9,1‐5) Non tutto Israele &Israele (Rm 9,6b-29)
L’esordio della nuova sottosezione è espresso con un Sela prima parte del v, 6 costituisce la tesi principale di
intenso prithas poiché Paolo confessa la sua grande tristez‑ , 9,1‐ 11,36,1a seconda parte (in cui si precisa che n o n tutto
za e la sofferenza costante nel cuore per i suoi eonnaziona» Israele e Israele) e quanto Paolo si propone di dimostrare in
li. Per loro sarebbe disposto persino a essere anatema (o se‑ 9,7-29.A prima vista si potrebbe sostenere che distingua l‘I‑ L'assoluta
parato) da Cristo, lui che ha appena sostenuto che nulla e pn'nz1'pio
sraele secondo la carne o etnico daquello spirituale che,per dell’elezione
nessuno potrà separare i credenti dall’amore di Dio in Cri‑ alcuni, s‘identifica con la Chiesa. In realtà, l’intreccio delle
sto (8,39),ta1è il vincolo che lo lega al suo popolo. Da par citan'oni dell’AT in 9,7‐29 orienta verso un percorso diver‑
suo cosi Giovanni Crisostomo commenta il contrasto tra so: l’identità d’Israele si determina in base all‘elezione e non
8,39 e 9,3: «Che cosa dici Paolo? Di essere separato da Cri. per l’appartenenza etnica, La seguente composizione chia‑
sto? Dal tuo amato? Da colui dal quale né regno,né geenna stica di 9,7-29 permette di addentrarsiin uno dei capitoli più
ti aveva separato,né cose viste, ne cose pensate,né qualun‑ complessi dell’epistolario paolino:
que altra realtà, da costui ora stai chiedendo di essere una‑
(a) Israele el‘elezione (w.7-13);
tema?» (Ad Romano.: 60,16,1).
(b) la giustin'a e la misericordia divina (vv. 14-18);
Iprivilegi L’elenco dei privilegielargitida Dio ai Giudei parte dal‑ (b‘) la collera ela misericordia divina (vv.19-23);
d’Israele l‘essere Israelitie giunge a Cristo secondo la carne (vv.4-Sa). (a‘) la chiamata dei Giudei e dei Gentili (vv.24-29).
Saranno proprio il primo e l‘ultimo privilegio a catalizzare
l‘attenzione delle dùnostrazioui successive. Ed è indicativo Originale eil modo di argomentare di Paolo che proce‑ Unica
che al vertice dei privilegi d’Israele sia collocato Gesù,evo‑ de per accentuazioni pam'ali enon per analisi globale: quan‑ prelimina‑
zione
cando l‘appartenenza al seme di Davide dello stesso figlio di to gli preme dimostrare in 9,7-29 non e la responsabilità al bm
Dio (ct 13). umana,di cui tratterà al e.10,bensì che l’elezione divina pre‑ MW
L‘esordio si chiude con una breve benedia'one che può cede qualsiasi risposta umana positiva o negativa. Ed è per la doppia
essere resa in due modi: alludere a Cristo che è Dio su tutte sottolineare il rapporto tra l’elezione (eklogé) ela chiamata zl:ziont
le cose benedetto nei secoli, amen; oppure riferirsi a Dio di‑ (kaletn) che accenna al versante negativo di quanti non so‑
stinguendolo da Cristo. In realtà poiché la benedizione di no eletti. invece a livello interpretativola teologia calvinista
9,5 riprende, in modo indiretto, quella del Sal 40,14 L X X egiansenista hanno cercato di fondare la visione della dop‑
pia predestinazione,al bene e al male appellandosi alle as‑
’ Già nella tesi generale di Rm 1.16-l7,acui rimandiamo,abbiamo riscontra‑ serzioni di 9,7-29. Bisognerà attendere K. Barth, con il suo
to una litote: «Non mi vergogno del ungelo» corrisponde in positivo a q u i commento epocale alla Lettera ai Romani nel 1919 perché
vento del vangelo». Esaù e il faraone, menzionati in Rm 9, siano visti in funzio‑

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umiumumuuuuumi||mmnummmumummmm…… Hw … … …

ne di Giacobbe e degli israeliti e non in modo autonomo: ‐ tavia, quella di 10,4 è una tesi problematica a causa del so‑ Gen] Cristo
«Esaù,nella sua totale problematicità,vive di Giacobbe;egli stantivo télos che può essere inteso come «la fine» oppure il dvlll/ine
della Legge?
e Esaù soltanto in quanto non è Giacobbe...Giacobbe e l‘E‑ «il fine» o con entrambe le accezioni, nel senso che Cristo
saù invisibile,Esaù e il Giacobbe visibile»! sarebbe, nel contempo, il e la fine della Legge. Precisiamo
In definitiva non c‘è una doppia predestinan'one,bensi che la crux interpretum non può essere risolta a livello se‑
un’unica predestinazione divina al bene,posta in risalto dal mantico poiché il termine télos significa sia mèta (cf. Rm
versante negativo che n o n segue un percorso parallelo,né 6,2122),sia cessazione (cf.Fil 3,19). Per questo è importan‑
tanto meno alternativo.Pertanto la Parola di Dio n o n e ve‑ te considerare come la Legge mosaica sia trattata nella se‑
nuta meno perchè in tutta la storia della salvezza il rappor‑ zione di 9,1‐ 11,39 e nelle parti precedenti della lettera. Ora
to tra promessa divina ed elen‘one sièrealizzato sino alla re‑ dovrebbe essere esclusa l’ipotesi abrogativa, sia perché in
cente chiamata di Giudei e Gentili. Così la sottosezione di 3,31 Paolo ha sostenuto a chiare lettere che n o n intende
9,6b-29 prepara il terreno per la seconda parte di 930 ‑ abrogare, bensì confermare la Legge, sia perché, come ab‑
10,21,va1e a dire al rapporto tra Cristo, la Legge e la giusti‑ biamo evidenziato inproposito di 7,1-6,non è la Legge a es‑
zia per la fede in lui. sere morta,ma i credenti a morire alla Legge.
Il contesto immediatodi Rm 9,30 - 10,20 sembra favo‑
Cristo,fine della Legge (Rm 9,30‐ 10,21) rire il duplice valore del sostantivo télos: mentre in 9,30 ‑
10,3 la Legge e vista con funzione finale rispetto a Cristo, in
La seconda dimostrazione si apre con l‘esordio minore 10,5-20 subentrerebbe quella abrogativa. D‘altro canto sa‑
di 9,30 - 10,4,che si collega a quello maggioredi 9,1‐5, in cui rebbe difficile sostenere l’universalità della giustizia divina
Paolo esprime la supplica a Dio per la salvezza degli Israe‑ per chiunque crede (cf. 10,12) sela Legge continuasse ad as‑
[A gimizia liti che non hanno creduto in Cristo o al vangelo. L‘esordio sumere valore in questo ambito.
emana ‘ è caratterizzato dallo stile della diatriba che haattraversato In realtà quanto è abrogato nei versetti successivi n o n è Altrrnallva
la Legge, bensì qualsiasi percorso della giustificazione che .vuipermrri
I M"
diverse parti della lettera e dal paradosso. Del tutto para‑
[m‘/Mu, della
non crréèia
dossale è che Israele n o n abbia trovato la giustin'a che cer‑ passi per la Legge. In pratica la negazione della giustifica‑ glunizia
! WV“… cava, mentre i Gentili hanno ottenuto la giustin‘a che n o n n'one perla Legge non implica che la Legge sia abrogata,
hanno cercato. Com‘è stato possibile tale rovesciamento ma che non apporti alcuna condizione per la salvezza che,
della situazione? In questione e la giustizia che deriva dalla per Paolo,si realizza soltanto mediante la fede in Cristo. Per
fede in Cristo, vista come pietra d‘inciampo per l’Israele in‑ questo, ricorrendo nuovamente all’autorità della Scrittura,
credulo. Per questo alla fine dell’esordio minore è collocata in 10,5-20 cerca di dimostrare che i due percorsi della giu‑
la tesi che Paolo intende dimostrare in 10,5-20:Cristo è il té‑ stizia dalla Legge 0 per la fede sono incompatibili.
los della Legge per la giustizia di chiunque crede (v.4). I tre paragrafi successivi sono dedicati alla giustizia del‑ Economia
La proposin'one e decisiva per la sezione di 9,1‐ 11,36 la fede (vv.5‐13), alla parola di Cristo (vv. 14-17) e alla con‑ dellafedeed
ccunvmia
e per tutta la parte kerigmatica di 1,16 ‐ 11,36,iu quanto si dizione inescusabile d’Israele di fronte al rifiuto del vange‑ delle oper:
collega direttamente alla tesi generale di 1,16-17 (per chiun‑ lo (vv. 18-21).Nel primo paragrafo domina il contrasto tra la
que crede) e l’approfondisce dal versante cristologico.îht‑ citazione di Lv 185 («L'uomo che farà queste cose vivrà per
esse») in Rm 10,5 e quella di Dt 3012-14 in Rm 10,6-8 sulla
EARTH, L’evamla ai Ranwti,Feltrinelli,b/lilano 1993‘,32A.
‘ K… vicinanza della parola della fede. Naturalmente l’accentua‑

262 263
zione n o n cade sul mettere in pratica, bensì sulla Parola di ; logico della salvezza d’Israele.A prima vista in 11,1-32 Pao‑
Dio interpretata nell’orizzonte cristologica Il secondo pa» …lo sembra contraddire sino aritrattare quanto ha dimostra‑
ragrafo di 10,14‐17 approfondisce, con una serie di doman‑ ‘ to in 9,6b-29, Come si può affermare che n o n tutto Israele e
de retoriche,le dinamiche della professione di fede in Cristo Israele (9,6b) e, alla fine, che tutto Israele sarà salvato
In forma di gradazione discendente (o per anticlimux) si , (11,26)? E come si può sostenere la salvezza di tutto Israe‑
procede dall’invocazione alla fede, all’ascolto, all’annuncio le (compresa la parte ineredula) se, in base a 10,1‐20,questa
e all‘invio degli apostoli. La citazione diretta di Is 52,7 in . passa per la fede in Cristo? Per questo alcuni studiosi hanno
Run 10,15 («Come (sono) belli i piedi di coloro che annun‑ ‘ ritenuto che mentre Paolo dettava i paragrafi di 9,6-29 non
erano il bene») è utilizzata per sostenere l’urgenza dell’e‑ . aveva pensato alla soluzione di 11,1‐32 oppure che la totalità
vangelizzazione per giungere alla fede che deriva dall’a‑ dell’Israele salvato rappresenti una nuova identità, diversa
scolto. Il terzo paragrafo di 10,1&21 pone Israele di fronte . dall’Israele etnico: un’identità che comprenderebbe il resto
alla propria responsabilità: pur avendo ascoltato non ha cre‑ dei giudeo‐cristianiegli etnieo»cristiani che hanno aderito al
duto alla parola di Cristo.”Ihttavia alla fine l’incredulità d‘I‑ vangelo.
sraele è valutata nell’orizzontedi Dio che rende geloso il A ben vedere, in tutta la sezione Paolo non ha mai se‑
suo popolo, mediante l’elezione di un non-popolo. stenuto l’esistenza di un nuovo Israele,identificato in prati‑
ca con la Chiesa, che sostituisca quello originario preconc‑
sciuto da Dio.Per questo in 11,1-32 subentra il rapporto tra
Dio non ha ripudiato il suo popolo (Rm ILI‐32)
Israele0 il popolo di Dio ei Gentili e non quello tra la Chie‑
A questo punto emerge naturale l’interrogativoseDio sae i Gentili che non sono ancora entrati nella Chiesa.Ed è L’indivi‑
mmw per
abbia ripudiato il suo popolo. La domanda di 11,1è subito in questa prospettiva che l’indurimento,la disobbedienza e M mima
rigettata con il solito «non sia mai»,per essere dimostrata in la gelosia d’Israele assumono una paradossale funzione sal‑ tizi Gentili
11,2-32.Anche in questo nuovo sviluppo circa la fedeltà o la vifica peri Gentili. Di fatto si tratta di un indurimento non
permanenza della Parola di Dio il filo conduttore e tenuto definitivo, bensì periodico efunzionale,nel senso che. senza
da 11,2a,che risponde alla domanda di apertura ecostituisce la gelosia e l‘incredulità della gran parte d’Israele,i Gentili
la tesi secondaria della sezione: con l’autorità della Scrittu‑ non avrebbero ricevuto l’opportunità di credere al vangelo
ra Paolo si propone di dimostrare che Dio non ha rigettato o di essere innestati, come i rami dell’olivastro, sulla radice
il suo popolo.Si delineano così quattro sviluppi principali: santa dell’ulivo.
il resto d’Israele (vv.2b-10); Circa il linguaggio metaforico dell’ulivo edell’olivastro L'ulivo:
l‘ulivmo:
11116s):aduta e la gelosia d’Israele rispetto ai Gentili ( w. 11‑
a prima vista sembra che in 11,17‐24 Paolo incorra in un er‑
rore grossolano sulle leggi agrarie dell’innesto, poiché do‑ dell’innesto
l’esemplifican'one dell‘ulivo e dell‘olivastro (vv. 17-24); vrebbe il ramo d‘ulivo buono essere innestato sul tronco
il mistero sull’indurimento ela misericordia divina (vv. dell’olivastro per bonifiearlo. In realtà egli capovolge, di pro‑
25-32). posito,il naturale corso dell’innesto proprio per dimostrare
che soltanto per gran'ai Gentili oi rami d’olivastro sono sta‑
Prospettiva Come nella prima parte di 9,6b‐29, l’attenzioneèrivol‑ ti innestati sulla radice dell’ulivo.E sarà soltanto per grazia
neurologica ta all‘elezione divina, considerata ora n o n più nell’orizzon‑ che D i o potrà reinnestare i rami che nel presente sono stati
te originario della chiamata, bensì in quello finale 0 emato‑ tagliati.
264 265
nullmulmulllullml|ml||mllmlllmllmlmuumumum……qu HH :… …

llmiriem L’ultimo passaggio dell’intensa dimostrazione di 9,1 ‑ Purtroppo dobbiamo riconoscere che la bimillenaria Como
deldiugno 11,32 riguarda il mistero in atto dell‘indurimento di una par‑ storia della Chiesa, che ha visto interpretazioni sostitutive quaill'ari
divina.-le vie te d‘Israele,nn a quando la pienezza dei Gentili sarà entrata. sull’identità e la salvezm d’Israele, si e raramente posta in to:!iruzinne
ùnprrsau‑ lm [smi:
labili Codice del mistero, inteso come disegno divino, e nuova‑ sintonia con le profondità teologiche a cui Paolo giunge nel‑ : la Ch'ma
mente la Scrittura e, in particolare, il passo di Is 59,20-21 ‐ la sen'one di R i n 9,1‐ 1136.Qualora sene fosse appropria‑
(com’è scritto: «Da Sion verrà il liberatore,rimuoverà le em‑ ta non si sarebbero verificate crociate ideologiche e milita‑
pietà daGiacobbeE questa (sarà) la mia alleanza con loro»). ' r i , né la causa della Shoah avrebbe riguardato soltanto gli
Tuttavia Paolo n o n spiega come tutto Israele sarà salvato,no‑ ebrei ele minoranze etniche ereligiose,bensì avrebbe chia‑
nostante l‘incredulità attuale nei confronti dell'evangelo. Si mato in causa ogni cristiano. I documenti pontifici sull’alv
limita soltanto a dichiarare l'esito positivo della salvem fi‑ " leanza mai revocata d’Israele di Giovanni Paolo II nel 1980
nale di tutto Israele,compresa la parte incredula. Per questo a Magonza,su Memoria ericonciliazione:Iu Chizsa ele col‑
sarebbe fuorviante sostenere che,poiché l‘unico percorso sal‑ ‐ pe delpasralo della Commissione Teologica Internazionale
vifico passa per la fede‘in Cristo, per essere salvato Israele nel 2000, e suIl popolo ebraico e le sue Sacre Scrittur: nella
dovrà credere all‘evangelo.Altrettanto riduttivo sarebbe ap‑ Bibbia cristiana della Pontificia Commissione Biblica nel
plicare la condizione dell’Israele incredulo ai Gentili che non 2001, dovrebbero escludere, in modo definitivo, qualsiasi
credono in Cristo. Piuttosto,Paolo n o n si sofferma punto su forma di antigiudaismo nella Chiesa e riconoscere che la ra‑
quest‘estensione di orizzonti, ma indugia sulla fedeltà della dice santa d‘Israele resta tale per ogni cristiano.
Parola di Dio che passa per l’incredulità d‘Israele. Per questo
non prospetta vie alternative di salveua rispetto a Cristo,
bensì indica l’unica via che comprende sia la fede del resto
]] culto rudonlle ( k m 12,1‐ 13,14)
d’Israele, sia l’incredulità della maggioranza d’Israele L‘ine‑ La sezione kerigmatica lascia il posto a quella esortati‑ Dalla
vocabile permanenza dei doni divini, che sono stati elencati in va o paracletica di Rm 12,1- 15,13,caratterizzata da una se‑
nliammpar‑
9,4‐5 e assommati in 11,29 con l’aggiunta della chiamata, ga« rie di raccomandazioni per i destinatari sulle relazioni in‑
JianediDio
rantisce L’esito positivo della vicenda d‘Israele terne ed esterne delle loro comunità domestiche. Sino ad perl’nica
ora abbiamo potuto osservare che le sezioni esortative eon‑ cristiana
clusive delle lettere paoline si agganciano in modi diversi a
La perorazione (Rm 11,33‐36)
quelle ker-igmatiohe o dottrinali, Nel caso di 12,1- 15,13 il
Una dossologia sulla profondità ela ricchezza della sa‑ motivo della misericordia divina, accennato in 11,30, torna
pienza di Dio chiude la sezione di 9,1‐ 11,36 e apre verso le in 12,1,anche secon termini diversi: nel primo caso si tratta
imperscrutabili decisioni e le vie impenetrabili di Dio della misericordia gratuita di Dio, nel secondo della sua
(11,33-36). Mediante alcune evocazioni della Scrittura (queL compassione per gli uomini che interpella l’offerta dei loro
sta volta in forma indiretta,per segnalare un'approprian'o‑ corpi. Pertanto, si tratta di un etica consequenziale che sal‑
ne più personale), Paolo si pone sulla scia delle grandi do‑ vaguarda l’eccedente gratuità della giustificazione in Cristo.
mande profetiche (Is 40,13) e sapienziali (Gb 41,3) per so‑ La sezione esortativa di 12,1- 15,13 si compone di due
stenere che il disegno o il mistero divino n o n e soggetto ad partiprincipali: le raccomandazioni generali per i destinatari
alcuna conoscenza umana, né tanto meno dipende da qua]‑ in 12,1‐ 13,14 e quella specifica sull’accoglienm reciproca
che forma di contraccambio,maè e resta insindacabile. tra i forti e i deboli in 14,1‐ 15,13.A guidare la sezione eti‑

266 267

M … …
|nulluumulllulullulmmm mmm……m……………………… \

Il cubo ca e la tesi di 12,1-2 con cui i destinatari sono esortati a of‑ '} ebbe ripercussioni anche sui cristiani di origine giudaica;
ranbnde frire ipropri corpi come sacrificio santo e gradito a Dio. In : Inoltre se l’amore vicendevole è presentato come compi‑ L’adem‑
questione è un culto razionale (e non spirituale) che, par‑ ' mento di tutti i comandamenti della Legge in 13,8«10 è per‑ pimznta
delh Legge
tendo dal proprio sistema mentale, coinvolge il modo di ' ché, da una parte,]a questione della Legge ha svolto un mo‑
pensare e di agire nella propria comunità e con quelli di fuo‑ ,. lo decisivo nella sedone dottrinale della lettera e,dall’altra,
ri. La prima parte della sezione si compone di quattro para‑ ' sull’ugùpe si tornerà in 14,15 per risolvere le tensiom tra I
grafi disposti in forma parallela, con una conclusione sul‑ forti e deboli, causate dalle regole alimentari di origine giu‑
l‘attesa del giorno finale: daica. Infine l’esortan‘one a rivestirsi di Cristo in 13,11-14,
(a) le relaiioni ecclesiali (123-8); con il proprio comportamento etico, anticipa il motivo del‑
(b) l’agàpe come ideale del bene e del bello (12,9-21); l’esemplarità di Cristo in 15,1-13 e inquadra l'etica nel pa‑
(a‘) le relazioni con le autorità civili (13,1-7); radigma della mimesi o dell’imitazione di Cristo.
(b‘) l‘agàpe, compimento della Legge (13,8-10);
(c) l‘attesa del giorno (13,11-14). I forti,i deboli ele norme alimentari (Rm 14,1- 15,13)
Elica I vettori che attraversano le esortazioni paoline sono Le esortazioni generali lasciano il posto a quella parti‑
dell’agépe l’agàpe vista come compimento di tutta la Legge mosaica, colare dedicata all’accoglienza reciproca tra i forti ei debo‑
l‘essere in Cristo per formare un solo corpo, sino arivestir‑ li nelle comunità romane. Si può osservare che la sottose‑
si di lui,e l’orizzonte escatologica verso cui tende l’etica del‑ zione di 14,1- 15,13 discorda con il genere delle raccoman‑
l‘anticipazione. Gli stessi vettori sono stati riscontrati nella dan'oni epistolari conclusive, che sono piuttosto brevi e di‑
sezione di 1 Cor 12,1‐ 14,40,main contesti diversi,poiché in sparate, come si è verificato in 12,3 - 13,14. Invece l’ultima
Rm 12,3 - 13,14 scompare la polemica sulla glossolalia per parte del corpo epistolare e unitaria e ordinata secondo il
lasciare il posto alla vita quotidiana delle relazioni ecclesia‑ seguente canovaccio: .
li, alimentata dai carismi e i ministeri. Inoltre, i tre vettori ( I ) la tesi sull’accoglienza dei deboli nella fede (14,1);
segnalati in Rin 12- 13rappresentano la piattaforma su cui (2) la probazione (14,1‐ 15,6):
Paolo intende preparare il terreno per risolvere le tensioni (a) il servizio dei deboli e dei forti per il Signore
tra i forti e i deboli, affrontate nella seconda parte della se‑
zione.
(14,2-12);
(la) lo scandalo del fratello (14,13-23);
Ericurociale Così intesa, l‘etica non è una semplice raccolta di esor‑ (a‘) Cristo modello per i forti (15,1-6);
tazioni morali, mutuata dall’ambiente giudaico-ellenistico,
(3) la perorazione sulla reciproca accoglienza (15,7-13).
bensi riflette quello delle comunità paolino a cui è rivolta.Di
fatto soltanto aicristiani di Roma Paolo chiede di essere sot‑ La tesi di 14,1chiarisce subito la posta in gioco: l’acco‑
tomessi alle autorità civili, pagando le tasse dirette e indi‑ glienza dei deboli nella fede, senza cadere in discussioni no‑
rette (13,1-7).Non a caso nel 58d.C. Nerone aveva chiesto al dve, che rischianodi creare divisioni tra i destinatari.In se‑
senato romano di abolire le imposte indirette (cfl'hcito,An‑ guito sicomprende che anche i deboli disprezzanoi forti per
nali 13,50,1-2; Svetonio,Nerone 6,10). D’altro canto, doveva
essere ancora vivo il ricordo dell‘editto di Claudio per l’e‑ ’ Sull’editto di Claudio contro gli ebrei di Roma e la datazione vedi sopra
spulsione dei Giudei da Roma, verificatosi nel 49 d.C, che l'introduzione generale

268 269
mlnnlmumulumum un…-…………………………………… … … .

la loro liberalità (v. 3). Quindi la probazione è sviluppata in e.In termini di principio,Paolo condivide la convinzione
modo circolare: presentare il caso alla luce del rapporto che i f o r t i , ma per n o n rischiare di perdere i deboli chiede ai
ogni credente ha con Cristo (a = 14,2-12);i1fondamento per forti di n o n mangiare cibi impuri.
risolvere il conflitto tra i forti ei deboli (b = 14,13-23);e l’e‑ ' Il criterio per la differenza, che Paolo pone al centro
sempio di Cristo che ha accolto i forli ei deboli (a‘ = 1516). della parte probatoria,e decisivo per tentare di risolvere la
Ma quali sono i dati storici della sezione? Si tratta di un di‑ questione: il regno di Dio non si lascia irretire da questioni
scorso preventivo o ipotetico, senza alcuna ripercussione "alimentari,… s’identifica con la giustizia, la pace e la gioia
storica? E seil conflitto e reale e non teorico, chi sono i de‑ nello Spirito (14,17). Così insieme all’agàpe, all’essere in Cri‑
boli e i forti? ‘sto e all’orizzonte escatologico, che abbiamo evidenziato in
Sullzpurilù Precisiamo che il caso è diverso da quello affrontato 12,1‐ 13,14,è tracciata l’origine pneumatologica dell’etica
alimentari nella sezione di 1 Cor 8 - 9,a proposito dei deboli che n o n
giuridiche
paolina. L’etica consiste nell’essere guidati ogni giorno dal‑
mangiano came immolata agli idoli,dove peraltro non si ac‑ lo Spirito (cf. Rm 8,14). Di conseguenza non sono i deboli a
cenna ad alcun forte. Nella sezione di Rm 14,1- 15,6 suben‑ dover diventare forti, bensì questi ultimi a farsi deboli, se‑
trano questioni di purità alimentari per cui i deboli si asten‑ guendo l’esempio di Cristo che non piacque a se stesso
gono dal mangiare cibi impuri, mentre i forti ritengono che (15,1-6).
nulla è impuro in quanto tale. Inoltre,il conflitto insorge non ( Per conferire maggiore autorevolezza nella perorazione Autorità
suuna teorica elencazione dei cibi puri e impuri,bensì sulla di 15,7-13 Paolo si appella alla Scrittura e detta un paragrafo drill:
loro pratica in occasione della comunione di mensa tra gli Scrittura
che sintetizza non soltanto la sezione immediata di 14,1‑
stessi credenti in Cristo. Ed èin tale contesto che i deboli ri‑ 15,6, bensì l’intero percorso della Lettera ai Romani. Una
Tradizione schiano di abbandonare le assemblee cristiane. Dunque,an‑ catena di citazioni dell’A'l" gli permette di dimostrare che
htllkica che se in epoca imperiale esistevano correnti filosofiche ‘ Cristo divenne servo della circoncisione o dei Giudei e,di
rulla ascetiche, come quella dei neopitagorici e degli ebioniti, il
comunione ' conseguenza,i Gentili possono rendere gloria a Dio perla
dimenu
caso riguarda le nonne halakiche sulle purità alimentari in sua misericordia. Per questo sarebbe riduttivo considerare
contesto giudaico di comunione di mensa.L’uso contempo‑ la problematica di 14,1 ‐ 15,6 come ristretta alla sezione
raneo dei termini koinés (impuro) e katharàs (puro) in '- esortativa della lettera. Piuttosto, poiché il conflitto e reale
14.14.20 conferma che la questione insorge perle tradin"one " e riguarda una delle tradizioni orali della Legge mosaica in
giudaiche della Legge mosaica e n o n per questioni asceti‑ occasione della comunione di mensa, haripercussioni deci‑
che pagane o filosofiche. sive sull’intera questione della Legge in Romani.
Tuttavia non e fortuito che in tutta la parte probatoria Perché allora Paolo affronta una tematica cosi capitale La Legge
Paolo non citi esplicitamente la Legge mosaica, né identifi‑ soltanto verso la fine della lettera e non all’inizio? Ritenia‑ : le
obi i cristiani di origine giudaica con i deboli e quelli di ori‑ tradizioni
/ mo chela strategia scelta si debba soprattutto ai fraintendi‑ orali
gme gentile coni forti. La problematica n o n riguarda la Leg« ‘ menti ingenerati dalla sua visione sulla Legge: poiché non
ge in quanto tale, bensì le tradizioni orali che si rifanno ad ha alcuna rilevanza salvifica potrebbe essere ritenuta abro‑
essa. Per questo le categorie dei forti e dei deboli n o n sono gata. La diffamazione di Rm 3,8 sul fare il male ossia sull’i‑
Categorie di tipo etnico, bensì etico o comportamentali ed emico o nosservanza della Legge in vista del bene della grazia in Cri‑
fondate sul modo di definirsi fra loro i membri dello stesso sto ha indotto Paolo a ripresentare le ragioni ultime del suo
Maniche gruppo religioso o sociale, per le rispettive convinzioni di
vangelo &:a disfinguere la Legge dalle «opere della Legge»
270 271
lllllllllllllllllllIl"llllll|Il"|INI||…|llllllllllllllll|lililliH…WHWHH‘HH‘… … H‘ ‘H “

o dalle tradizioni orali successive. Pertanto soltanto dopo ni didlastasia (divisione, v. 17),chrestolaghîa (parola di be‑ Ammini‑
Particolato percorso della lettera Paolo può risolvere il con‑ nevolenza), àkakos (semplice), euloghi'a con l'originale si‑ zione
flitto senza lasciarsi tirare in ballo dai forti o dai deboli. Sol‑ gnificato di «lusinga» (v.18) e rynnflzo (snitolare,v. 20) so‑ Mmmgli
tanto a causa del conflitto tra i forti ei deboli si comprende no rari o unici nel vocabolario paolino.Tuttavia, sono paoli‑ avversari
una visione meno negativa, ma anche più complessa, della ne le espressioni «vi esorto fratelli» (v.17),«il D i o della pa‑
Legge in Romani rispetto a Galati. ce» (v.20;cf. 15,33) el’auguiio finale della grazia dei Signo‑
re (v. 20; ci. 1 Ts 5,28; Gal 4,18). Il contrasto tra il bene e il
male ha attraversato la lettera e il motivo deil’obbedienza
I] poscritio epistolare (Rm 15,14 - 16,21) evoca quello della «obbedienza della fede», introdotto in
Il tortuoso percorso della lettera lascia il posto al po« 1,5.D’altro canto, la presenza di un paragrafo dedicato agli
scritto epistolare più ampio delle lettere paoline che, in gran avversari di Paolo n o n deve sorprendere più di tanto,poiché
parte, riprende le notim‘e introdotte nella sen‘one introdut‑ lo stesso fenomeno si verifica nel poscritto di Gal 6,11-18.
' tiva di 1,147 e le specifica. Anzitutto Paolo ribadisce i pro‑ Pertanto si può pensare a una pericope paolina di carattere
getti di viaggio da Corinto : Gerusalemme e,in seguito,ver‑ preventivo, analoga a quella di Fil 3,18-19, con cui cerca di
sola Spagna, passando per Roma (15,14-33). Fra le notia'e porre in guardia i destinatari dagli avversari che curano il
Lacolletta riportate risaltano quciio‘tul prossimo viaggio verso Geru‑ proprio ventre e n o n il vangelo.
peripavm' salemme, dove spera di giungere con la colletta in denaro Più complessa e la tenuta della dossoiogia finale di La
per i poveri della Chiesa nudre. Sull'iniziativa sono citate 1625‐27,che non è .cura dal versante testuale per i conte‑ dann/agiti
le Chiese deil‘Acnia (Corinto e Cenere) e della Macedonia nuti e la posizione, Mentre alcuni manoscritti collocano la finale
(Filippi e “mionica) che hanno aderito con generosità. dossologia dopo 14,23 (ct.i codici L, 0209“, 181, 326,330.
Tlittavia Paolo nutre il fondato timore che, una volta giunto 614,1175),altri la spostano dopo 15,33 (cf. l’importante P“)
a Gerusalemme, sarà costretto ad affrontare nuove avver‑ o alla fine di 16,23 (i testimoni P““‘,B,C,D,81, 1739); e non
sità circa la sua missione presso i Gentili. Per questo chiede mancano i codici che la ripetono alla fine di 14,23 edi 16,23
ai destinatari di sostenerlo con la preghiera. (i codici A, P,S,33, 104) o che,per inverso,si chiudono l e r i ‑
Sui saluti ampi e particolareggiati di 16,1-16 ci siamo za alunna dossologia (P',G, 629).
soffermati nell’introduzione alla lettera, a proposito delle L’ipotesi meno probabile collega la dossologil | 14.23,
Chiese domestiche di Roma. Dalla raccomandazione per interrompendo cosi l’esortazione rivolta ai forti aIl …
Febe, diaconessa di Cenere, in 16,1-2 e dai saluti dei colla‑ che prosegue con 15,1-13.Anche lapossibili“ d' ..
boratoriin 16,21-B si deduce che la lettera fu inviata da Co‑ dossoiogia dopo 15,33 è poco sostenibile in q ‘ ‘
rinto,prima della partenza di Paolo per Gerusalemme,di ri‑ veremmo di fronte a due dossologie sovripp°lll. ‑
torno dal terzo e ultimo viaggio missionario escludiamo la dossologia finale, la lettera Il \ .
Originali, rispetto ai restanti poscritti paolini, sono in improvvisamente con 16,23, senzo [Il .… …
16,25-27 le ammonin'oni contro gli avversari che provocano comunano le altre lettere paoline. D u n q u e . … ‘
divisioni e scandali a detiimento dell’insegnamento ricevu‑ nale, la posizione della donoiogia … "
to dai destinatari e,in 16,25-27,1a douologia che chiude la pertinente,poiché sostituisce gli - - .
lettera. Per il linguaggio insolito che veicola, il primo para‑ tere. D’altro canto nei corrode“.…… -‐ - ‘
grafo è stato ritenuto una glossa successiva.Di fatto i termi‑ sologie e inni analoghi rivolti ! Dio. come in 8.31-39 e in

272 273
numnumuuummu|mumu|mlmuumumlmun……um…mumuun … …‘ … v

Simifmale 11,33‐36.Comunque la dossologia finale si raccorda alla se‑ ; lo è menzionato eon una litote: «non mi vergogno del van‑
diR a m u'one introduttiva della lettera, mediante i riferimenti al ' gelo» corrisponde a «mi vanto del vangelo». Così risalta il Negazione
«vangelo» e alle «Scritture profetiche». H participio dynd‑ motivo del vanto, uno dei principali fi l i conduttori della let‑ del vanta
menos (che ha il potere) richiama la dynami: ola potenza tera (cf.l’uso del verbo kauchtiomaz' in 2,17.23; 52.14.11; e dei
divina di 1,4.16 e 15,13; e il verbo stertzo (rafforzare) colle‑ sostantivi kàuchmna in 4,2 e kziuchesis in 3,27). La principa‑
ga la conclusione all‘inizio della lettera ( c i 1,11; 16,25). Il le evenienza in cui tama il motivo del vanto si riscontra nel‑
linguaggio della rivelazione (apokdlypsis e apokalfpto) () _ la tesi secondaria che introduce la sezione di 5,1 - 8,39:
del «manifestare» (faneròo) di 16,25-26 riprende le affer‑ «Giustificati dunque dalla fede abbiamo pace con Dio me‑
mazioni di 1,17.18 e 3,21. E della «obbedienza della fede» diante il Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale
(16,26) si e parlato in 1,5. Infine la sequenza «inistero, sa‑ ‘ abbiamo ricevuto l’acceso per la fede a questa grazia in cui
pienza e conoscenza» riprende il modello dossologioo ri‑ restiamo e ci vantiamo per la speranza della gloria di Dio»
scontrato in 11,25.33-36.Dunque,i contenuti della dossolo‑ (5,1-2).’1hla tesi principale di 1,16‐17 e quella secondaria di Affl…‑
gia finale non sono disancorati dal resto della lettera. 5,1-2, che giunge sino a 8,39, si dipana il primo bandolo del‑ zione
Pertanto, anche sela pericope di 16,25-27 può essere paradouale
1 la matassa del vangelo di cui Paolo n o n si vergogna, ma si del van/a
stata aggiunta in seguito da Paolo 0 da un suo discepolo,di vanta poiché Paolo intende dimostrare che il vanto e esclu‑
cui però ignoriamo l’identità, sintetim molto bene il per‑ so per chiunque ‐ Giudeo e Gentile (cf. 1,18 ‐ 3,20) ‐ e quin‑
corso articolato della lettera che nel vangelo o nella predi‑ di clre l’unico vanto possibile e quello paradossale, incen‑
cazione di Cristo riscontra il contenuto centrale. Il mistero trato sulla sola grazia e sulla sola fide in Cristo.
o il disegno divino, tenuto nel silenzio per i secoli eterni, “, Mentre il motivo del vanto o del non vergognarsi del
stato rivelato" pienamente in Cristo mediante le Scritture vangelo si chiude con 8,39, la tematica del vangelo prosegue
profetiche e interpella l’obbedienza della fede di tutte le nella sezione di Rm 9,1‐ 11,36,dedicata alla permanenza e
genti. alla fedeltà della Parola di Dio, secondo la tesi principale di
9,6: «Non è dunque venuta meno la Parola di Dio». Nono‑
Il messaggio stante la maggioranza degli Israeliti abbia rifiutato il van‑
gelo (10,16),la Parola di Dio,che in 10,8 s’identifica con «la
Il vangelo Nella parte introduttiva della lettera Paolo ha accenna‑ parola della fede» (in Gesù Cristo), resta incrollabile e si
delFigltb to più volte al suo vangelo: si tratta del «vangelo di Dio» realizza con l’adesione di quanti hanno creduto che Gesù è
diDio (genitivo soggettivo) che ha come contenuto essenziale il morto edè risuscitato (10,5-13).Per questo nell'adesione al Urgenza
Figlio di Dio (1,34). Per tale vangelo Paolo è «stato messo vangelo è fondamentale il percorso che parte dall’invio di dell'angu‑
da parte» (1,1) o riservato perché ad esso dedichi l’intera lizzazione
«coloro che annunciano cose buone», secondo la citazione
sua esistenza. Tale è l’identificazione tra il suo vangelo e il diretta di Is 52,7 in Rm 10,15, e giunge all’invocazione dei
Figlio di Dio che investe la dimensione cultuale della vita di destinatari, transitando per l’annuncio del kérygma cristia‑
Paolo (1,9). E non potendo raggiungere le comunità roma‑ no, l’ascolto e la professione della fede. ln definitiva, sela
ne per evangelizzarle (1,15) sceglie di comunicare per lette‑ fede deriva dall’ascolto e quest’ultimo riguarda la parola di
ra i contenuti più importanti del suo vangelo. Cristo (10,17),la Parola di Dio trova il suo centro gravita‑
Tuttavia, a proposito dell'intreccio argomentativo ab‑ zionale ìn Cristo. Paolo è ben consapevole dell’urgenza del‑
biamo osservato che nella tesi generale di 1,16-17 il vange‑ l’evangelimzione per la quale è stato messo da parte e,do‑
' 274 275
poaver portato a termine la predicazione del «vangelo di blica,bensì quella in l u i e,ìn particolare,nella sua morte eri- Lufede
Cristo» (ilvangelo che è Cristo, genitivo epesegetico) da Ge‑ , surrezione. Le proposizioni successive dimostrano che la inc;uw
rusalemme all’Hliria (15,19), anticipa la sua visita romana giustizia di D i o s’identifica con la giustificazione gratuita
per cercare in seguito di evangelizzare gli estremi confini .- perla fede, mediante la redenzione,in Cristo (cf.3,24). For‑
del mondo conosciuto nel I sec. d.C., rappresentati dalla seè opportuno precisare che, in tale contesto, la fede non è
Spagna (15,28). concepita da Paolo come azione i u n a n a , bensì come dono
Il tortuoso percorso del vangelo in forma epistolare, che assoluto della grazia divina. Così la giustizia,in quanto giu‑
e Romani, si chiude con la dossologia finale, rivolta a D i o stificazione, non è una virtù divina, bensì e azione che giu‑
che hail potere di rafforzare i destinatari secondo il vange‑ ' stifica gratuitamente chiunque, poiché tutti hanno peccato e
lo di Paolo,ossia con la predican'one di GesùCristo (16.25). non sono in condizione di trovare la via della giustizia divi‑
All’inclusione tra «mediante i suoi (di Dio) profeti nelle na: non mediantela Legge,né tanto meno con le «opere del‑
Scritture sante» (1,2) ele «Scrittureprofetiche» (16,26),cor‑ , la legge» (3,28).
risponde quella tra il «vangelo di Dio» (1,1) e «il mio van‑ Sul versante del retroterra, poiché la «giustizia di Dio» Il mmm
giudaica
gelo» (16,25). s’identifica con la sua azione giustificatrice, è illuminante della
quanto si afferma nella letteratura qumranica: un back‑ giustizia
ground che abbiamo già posto in risalto per la giustizia in divina
LagiusliziarliDio - Galati. Così si sostiene nella Regola della Comunità:
' Latesiprincipale di Romani asserisce che nel vangelo si «Quanto ame,se inciampo le misericordie di Dio saran‑
rivela «la giustizia di Dio» (1,17):un’espressione che ha pro‑ no la mia salvezza per sempre; se cado nel peccato,nella giu‑
vocato innumerevoli interpretazioni. Come intendere il so‑ stizia di Dio (b'sidqàr ci). che eternamente resta, sarà il mio
stantivo di'/caiosteinche modo sirapporta aDio eagli es‑ giudizio;seinizia la mia afflizione egli libererà la mia anima
seri umani? Allude alla giustizia retributiva di Dio elo :\ dalla fossa e renderà saldi i miei passi nella via; mi toccherà
quella che, secondo quanto abbiamo rilevato in Galati, s'i‑ con le sue misericordie,e per mezzo della sua grazia intro‑
dentifica con la giustificazione e quindi con la salvezza, che durrà il mio g'udizio; mi giudicherà nella giustizia della sua
si trova all’origine della filiazione divina? verità,: nell’abbandanza della sua bontà espierà per sempre
tutti i miei peccati; nella sua giustizia mi purificherà dall‘im‑
Anzitutto precisiamo che il genitivo ha valore soggetti‑
purità dell‘essere umano e dal peccato dei figli dell’uomo, af‑
vo nel senso che in questione e l’azione rivelativa della giu‑
finché lodi Dio per la sua giustizia e l‘Altissimo per la sua
stizia divina. La propasitio secondaria di 3,21-22a chiarifica maestà» aos 11,11-15).
la portata dell’espressione: «Ora indipendentemente dalla
Legge si è manifestata la giustizia di Dio,attestata dalla l e g ‑ !] parallelo dovrebbe indurre ad abbandonare la visio‑
ge e dai Profeti, giustizia di Dio però mediante la fede di
ne legalistica del giudaismo, che ha dominato per gran par‑
Gesù Cristo per tutti quelli che credono». Il percorso inter‑ te della ricerca nel sec. X X , a favore di quella universale e
medio tra Rm 1,16-17 e 3,21‐22a è finalizzato a condurre il della grazia, opportunamente evidenziata da E?. Sanders°
lettore (o l‘ascoltatore) verso la fede di Cristo. mediante la
Quale la giustin'a di Dio siè rivelata o si èmanifestata.Come
in Galati (a cui rinviarno per idettagli),la «fede di Gesù Cri‑ ‘ E.P.SANDERS.MID : il giudairmopalestimre. Studia comparativa sumodelli
sto» non è quella che l u i ha espresso durante la sua vita pub‑ di religione (Biblioteca teolog'ca 21).Paidfia,Bres€ia 1936 (orig. ingl. 1Q77).

276 277
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Giustizia Anche sen o n esiste un unitario n o m i a n del patto,né tan‑ Da universalismo eparticolarismo
relazionale to meno un «giudaismo comune», come sostiene Sanders, la
econtesto
sua concezione circa l‘universalismo giudaico nel I sec. d.C. La tesi principale di Km 1,16»17 contiene una tensione
dell'alleanza
può essere condivisa. Inoltre mentre in ambito grew-roma‑ di grande spessore: la salvezza veicolata dal vangelo per
no la giustin‘a è vista come adesione alla legge civile 0 so‑ chiunque crede, tanto per il Giudeo quanto per il Greco
ciale, in modo da riconoscere il giusto eil colpevole, in quel‑ (universalismo),si declina con un «prima» del Giudeo ri‑
lo giudaico l’attenzione si sposta sulla dimensione relazio‑ spetto al Greco (particolarismo). Come possono convivere
nale della giustizia che coinvolge sia gli esseri umani (Gn la condizione di parità in ordine alla salvezza e la priorità di
31,26-54; Gd 8,1-3; 2 Sam 3,6‐11), sia D i o con il suo popolo una parte dell’umanità rispetto all‘altra? Rileviamo che l‘ac‑
(cf. Sal 51,14; 65,5; Is 46,13; 62,1-2). Per questo nell’AT e nel‑ centuazione non cade sul particolarismo del Giudeo, bensì
la letteratura giudaica del I sec. a.C - [ seo 11.0 e l’alleanza sull’universalismo della salvezza per la fede. D’altro canto la
il contesto principale in cui la giustizia di Dio è attesa, in citazione diretta di Ab 2,4 conferma che il giusto e non sol‑
quanto è rapportata alla salvezza, alla misericordia e alla tanto il Giudea per la fede vivrà.
grazia, come difatto si verifica in Rm 1,16-17 e 3,21-22. Con Tuttavia nell’affrontare le polarità tra l’universalismo Lanaria
Cristo la giustizia attesa e invocata nel giudaismo assume per chiunque e il particolarismo della priorità del Giudea, della
tratti apocalittici o rivelativi, poiché si e realinata median‑ salvezza
Paolo non tratta in astratto della salvezza, bensì mediante il
te la sua morte e risurrezione (cf. Rm 5,1-2.21).A sua volta, codice della storia della salvezza.Appartiene alla storia del‑
l‘evento apocalittico della giustizia in Cristo è reso conti‑ la salvezza seai Giudei «sono state affidate le parole di Dio»
nuamente presente nella vita umana dall’azione della Spiri‑ (3,2) e sela circoncisione e definita come «sigillo della giu‑
to (ci. 8,10). stizia (che deriva) dalla fede, quella di (Abramo) quando
llparadavm La tematica della giustizia torna in 9,30 ‐ 10,4 quando era incirconciso» (4,11). L’elenco dei privilegi, riportato in
della subentrano la questione della fedeltà della Parola di Dio e 9.4.5 non e meramente estetico, bensi dimostra che «i doni
giustizia la ricerca della giustizia per Israele. Importante è rilevare ela chiamata di D i o sono irrevocabili» (11,29) e non posso‑
che poiché la giustizia divina si è,di fatto, realizzata in Cri‑ no essere rinnegati neanche di fronte all’incredulità della
sto, i Gentili che n o n hanno cercato la giustizia, l‘hanno tro‑ maggioranza d’Israele al vangelo. Per questo «Dio non ha ri‑
vata per la fede in Cristo, mentre i Giudei che l’hanno oer‑ gettato il suo popolo che ha preconosciuto» (11,2). Il dato
cata non l’hanno trovata poiché sono inciampati di fronte storico per cui, anche se pochi, n o n mancano Giudei che
alla manifestazione della paradossale giustizia di D i o in hanno creduto in Cristo, tra cui Paolo stesso, dimostra che il
Cristo. Sulla dinamica del cercare e trovare il ruolo deter‑ «resto» garantisce l‘elezione di tutto Israele.
minante e svolto n o n dal Gentile né dal Giudeo, bensì da A prima vista. il fatto che «non tutto Israele e Israele» (mel:
Cristo che e il fine (e n o n la fine) della Legge «per la giu‑ (9,6b) sembra escludere il dono principale dell’elezione su rrarica
stizia di chiunque crede» (10,4). Pertanto il noto dilemma cui Paolo articola la dimostrazione di 9,7-29, lasciando in‑ edeletto
luterano sela giustizia s’identifica con una qualità divina tendere che l’Israelestorico sia escluso dall’elezione.Ma no‑
(justiria qua Deus ius-tus est) o con la sua azione giustifica‑ nostante la distinzione tra l’lsraele etnico e quello eletto,
trice (justizia qua Deus justas facit nos) si risolve con una Paolo n o n asserisce mai che l’Israele etnico non sia rappor‑
prospettiva sincronica: Dio è giusto nel momento in cui giu‑ tato a quello eletto.Ann', proprio l’esito della salvezza futu‑
stifica. ra per tutto Israele, che n o n si riferisce soltanto ai Giudei
278 279
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che hanno creduto nell‘evangelo, dimostra che il primato le, bensì dalla certezza che dal germoglio di Iesse sorgerà
dell’elezione n o n collide con la salvezza finale di tutto l‘I‑ colui che governerà le nazioni (15,12) e da «Sion uscirà il li‑
sraele etnico. beratore,che rimuoverà l’empietà da Giacobbe» (11,26).
le'ane Alcuni studiosi hanno cercato di applicare la salvezza A Paolo spetta il prezioso credito di aver sostenuto in
storico della maggioranza d’Israele, che non ha creduto in Cristo, al‑ Romani l’universalismo e il partieolarismo, l’esclusiva giu‑
salvifica stifican'one in Cristo e la salvezza finale per l‘1sraele incre‑
la salvezza dei popoli che non hanno conosciuto il vangelo,
d'Israele
ma la prospettiva non regge sia per l’unicità della salveua in dulo,il primato dell’elezione per chiunque ela predilezione
Cristo, sostenuta in 10,1-21, sia per il ruolo privilegiato che per il suo popolo che resta tale. Su queste tensioni che, a pri‑
Israele svolge nella storia della salvezza, che non è riprodu‑ ma vista sembrano irriconciliabili,si sviluppano la teodicea,
cibile non soltanto per i Gentili, ma neanche per gli etno‑ l’antropologia,la cristologia ela pneumatologia di Romani.
cristiani che sono stati innestati sulla radice santa d’Israele.
Non c’è dubbio che Paolo ignori le modalità con cui l’lsrae‑
ha la collera divina eil giudizio finale
le etnico sarà salvato, ma certo non asserisce che lo sarà cre‑
dendo al vangelo. Per questo la dimosn-an'one di Rm 9,1 ‑ Dopo aver chiarito la portata della «giustizia di Dio» e La mattina
11,36 si chiude con il mistero, ossia con il disegno divino che dell’universalismo della salveua per chiunque crede, sof‑
si sta realizzando nella storia della salveua, di fronte al qua‑ fenniamoci sulla teodicea o sulla giustizia di Dio che, pur
le restano le domande sulle imperscrutabili vie di Dio identificandosi con la giustificazione gratuita, include gli
(11,33). L‘indurimento di una parte Israele si è verificato orizzonti dell'ira divina e del giudizio finale Fermo restan‑
finché non entra la pienezza dei Gentili (11,75), e non per‑ do che la rivelan'one della collera divina in 1,18- 3,20 è fun‑
ché l'Israele storico è stato rifiutato. Dunque un indurimen‑ n'onale e secondaria rispetto quella della giustificazione in
to reale,ma periodico e funzionale alla salvezza dei Gentili, 3,21- 4,29, rimane da decifrare il senso della collera divina.
induce Paolo ainterpretare in modo positivo il futuro della Si tratta semplicemente di un antropomorfismo senza alcu‑
salvezza per tutto Israele. na incidenza nella vita reale oppure costituisce un aspetto
Ilpurlira‑ La tensione introdotta tra il «tanto... quanto» e il «pri‑ della teodicea paolina che, seppur secondario, svolge una
(«rima ma» del Giudeo giunge al suo epilogo e si chiude in termini sua rilevanza?La narrazione di 1,18-32 illustra diversi aspet‑
infunziane positivi con l‘esempio di Cristo che «divenne servo della cir‑ ti della collera divina,
dell’unisz‑ Anzitutto la rivelazione dell’ira divina non è un feno‑ Emanu‑
Julirmn
concisione per la verità (elo fedeltà) di Dio,così da confer‑
meno che riguarda soltanto la fine,ma coinvolge il passato e rica della
mare le promesse dei padri, e i Gentili diano gloria a Dio
collera
per la misericordia» (15,8‐9a). La catena di citazioni bibliche il presente della storia umana. Non a caso nella narrazione divina
in 15,9b-12 è riportata perché la stessa Scrittura risponde di 1,18-32 la maggioranza dei verbi è al passato, con riper‑
con autorità alla declinazione tra il particolarismo e l’uni‑ cussioni sul presente: da una parte D i o ha consegnato gli es‑
versalismo della salveua. In definitiva, per Paolo non è con‑ seri umani a diverse forme d’idolatria, dall’altra gli uomini
cepibile universalismo senza particolar-iamo e l’enorme va‑ hanno commesso innumerevoli trasgressioni. Di conse‑
lore del partieolarismo della circoncisione non consiste nel guenza la collera divina non eprospettata soltanto per il tu‑
separare i Giudei dai Gentili, bensì nel renderlo fimzionale turo,ma nel presente «si rivela contro ogni empietà e ogni
rispetto alla gioia dei Gentili con il suo popolo.La speranza ingiustia‘a degli uomini che soffocano la verità nell‘ingiusti‑
di tutte le nazioni n o n nasce mediante l’abolizione d‘Israe‑ zia» (1,18).A1l‘origine della rivelazione nefasta della colle‑

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ra si trova la perversione umana che confonde il Creatore n o n soltanto in 1,18-32,ma anche in contesto escatologica o Cnii:m
con la creatura, cadendo neli‘idolatria (1,23). divina
futuro. Così Paolo interpella il suo interlocutore fittizio al‑
Dio non E Il secondo denominatore delia narran'one riguardai de‑ l’inin'o delle prove addotte in 2,1‐ 320: «Con il tuo cuore in‑ : giudizio
dalla parte stinatari della ooliera: nonostante alcuni commentatori ten‑ finale
delpemato tino di limitarla ai Gentili, a proposito dell’intreoeio argo‑ durito e impenitente nocumuli per te stesso la collera nel
giorno della collera e della rivelazione del giusto giudizio di
mentativo abbiamo rilevato che sotto accusa si n-ovano tut‑ Dio,il quale renderà aciascuno secondo le sue opere» (2,5‑
ti (printer) gli esseri umani. Anche se Paolo si appropria di 6). La categoria del «giorno della collera» ètipicamente gi
un motivo diffuso nel giudaismo contro i,vizi attribuiti ai daino-apocalittica (ci.Sal 109,5; Gb 20,28; Ez 22,24;Am 5,1 ,
Gentili,in 1,18-31n o n si parla mai di Giudei,nédi Gentili, Is 2,12; Ger 46,10;Ez 7,7; Soi 1,7; M a l 3,2) e rimanda al giu‑
bensì degli esseri umani,senza distinzioni etniche. Sotto ae‑ dizio finale in cui D i o ripagherà ciascuno secondo le sue
cusa sono gli uomini che non possono accampare alcuna at‑ opere. In quanto anticipazione del giudizio finale.la collera
tenuante (cf. 1,18‐20;2.1). In questa cornice la oollera divina divina n o n può essere ridotta a una semplice metafora,ma
denuncia che D i o non è dalla parte dell’uomo,bensì ne as‑ rimanda all‘orizzonte escatologico, quando il «giorno del Si‑
sume totalmente le distanze: diremo che rivelando la sua gnare» (riferito a Dio) diventa anche «il giorno del Signore
. collera si produce la massima distanza tra Lui e gli esseri nostro Gesù Cristo» (cf. 1 Cor 1,8; 5,5; 2 Cor 1,14; Fil 1,16;
umani. 2,16). Questo quarto orizzonte emeneutico della collera di‑
Con/ro Iu Una terza traiettoria della collera è rappresentata dal vina interpella non soltanto quanti non hanno creduto al
tracotanza contrasto con la hybris, ossia con la tracotanza umana. Non vangelo, ma gli stessi credenti, e si relaziona all’orizzonte
umana
efortuito che soltanto nella lista dei vizi di 126-311si accen‑ del giudizio.
ni ai tracotanti o agli hybrùtda.postiin relazione con i «ne‑ Risalta così il rapporto tensionale tra la giustificazione Giustifica‑
mici di Dio» (v.30), e nella conclusione Paolo denunci che per la fede, che costituisce la novità assoluta del vangelo in zione
n o n soltanto gli uomini commettono i Viu' elencati, ma ap‑ Romani,eil giudizio finale per le opere. Non c’è dubbio che per la fede
provano coloro che li compiono (v.31). La collera divina ha per Paolo l’essere giustificati nel presente, mediante il san‑
: giudizio
la fondamentale funzione di ricollocare l’uomo nella sua per le opere
gue di Cristo, costituisce la garanzia perché si sarà salvati per
condizione naturale,rieordlndogliil senso del limite che lo mezzo di lui dall’ira futura (ci.5,9).Tiittavia questo non im‑
caratterizza, altrimenti cade nelle (orme più aberranti di plica ohe i credenti siano esenti dal giudizio finale.A prima
perversione. Il motivo della collera divina.in contrasto con vista sembra delinearsi un aut-aut tra la giustificazione per la
la hybris tunana, e diffuso nel dudnismo e nella letteratm-a fede eil giudizio per le opere: o l’una o l’altra! E sel’accen‑
greco-romana; e Paolo lo ripercorre in 9,20-23 con la me‑ to è posto sulla giustificazione per la fede, il giudizio è già ri‑
tafora del ceramista edei vui.All'uomo non econnesso tra‑ solto, mentre sesi sottolinea il giudizio per le opere si rischia
cimare ilimiti della l u l condizione umana perché eun sem‑ di detronizzare la giustificazione e considerarla come una
plice vaso d’argilla nelle anni del_vualo, che e libero di co‑ semplice parentesi nella storia della salveua. In realtà i due

……
struire vasi d’ira e vasi di miurieorda.‘ Per frenare imperi orizzonti n o n sono contraddittori e si comprendono nella
di hfibria umana. nell‘ala…" uno‐romano è diffuso il tensione tra l’apocalittica giustificazione per la fede e l’e‑
detto proverbialenequidMW «nulla di troppo». scatologioo giudizio per le opere, dove l’accento ee resta sul
Che il motivo demodhnnmrlridueaa unasempiice primo versante e non sul secondo, che peraltro non ha biso‑
metafora umana applieata « Dio ein‘erge per la sua ripresa gno del vangelo per essere sostenuto,in quanto è già diffuso
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nell‘apocalittica giudaica. Si comprende allora perché il mo‑ La prima tendenza è così precisata dall’apocrifo IV L i ‑ zm…
tivo della collera n o n sia soltanto propedeutico a quello del‑ bro di Esdm: «Sarebbe stato meglio che la terra non avesse deifigli
la giustificazione,ma sia ripreso anche nel contesto etico di prodottoAdamo,oppure che, una volta prodottolo, gli aves‑ …da…
12,19,dove Paolo chiede ai destinatari di non farsi giustizia seinsegnatoa non peccare Cosa giova infatti a tutti, che ora
da soli, bensì di lasciare a D i o l‘esito finale della vendetta. vivono in tristezza,e da morti debbano aspettarsi una puni‑
Pertanto, anche sefimzionale, secondario e provenien‑ n'one'! Cos‘hai fatto, Adamo! Se infatti peccasti,la rovina
te dalla teodicea giudaica,il motivo dell’ira divina svolge un non è stata solo tua, ma anche di (tutti) noi che siamo disce‑
ruolo positivo rispetto alla giustificazione per la fede: ne si da te» (4 Esdm 7,117-118). Il brano dell’apocriîo, redatto
esalta la gratuità, la libera da qualsiasi forma di presunzione intorno alla fine d e l l sec. d.C., sottolinea bene l’origine cau‑
umana ene riconosce l’universalità,non limitata soltanto ai sale del peccato di Adamo che si riversa su tutta la sua di‑
Gentili. scendenza.Nella stessa traiettoria si pongono l‘Apocalissedi
Mosè 32 («”Ritto il peccato che ha coinvolto la creazione è
avvenuto per causa mia»),la Vita diAduma ed Eva 44 («Hai
llpeccnrtn di tutti e dlAdamo
attirato una grande calamità e peccati su tutta la nostra di‑
Ammpo‑ Ripartiamo dalla tesi generale di 1,16-17,dove «chiun‑ scendenza») eil Libro del Siracide: «Per mezzo di una don‑
logia que», Giudeo e Greco, è destinatario della salvena per la na ebbe inizio il peccato e a causa sua noi tutti moriamo»
teologia: fede. La proposizione chiarifica subito che Paolo non inten‑ (Sir 2524).
de trattare dell’uomo in generale, ma nell‘ottica delle sue Di tutt’altro avviso è l’autore di 2 Baruc che pone ogni La nrpon‑
relazioni con la fede, la giustifican'one e la salvezza. Per que‑ uomo di fronte alle proprie responsabilità: «Se infatti Ada‑ sabilità
sto la sua èun’antropologia funzionale, illuminata dalla po‑ mo prilna di me ha peccato e ha fatto venire la morte su tut‑ di ognuna
tenza divina dell’evangelo. Senza questo bandolo della ma‑ to quel che al suo tempo non (era),anche coloro che furono
tassa, si rischia di cadere in una visione pessimistica dell‘uo‑ generati da lui,ognuno di loro hapredisposto per la sua ani‑
mo soprattutto se, omettendo le asserzioni di 1,16-17, ci si ma il futuro e,ancora, ognuno di loro ha predisposto per la
sotterrna soltanto sulla rivelazione della collera divina de‑ sua vita il tormento futuro e,ancora, ognuno di loro ha scel‑
scritta in 1,18 ‐ 3,20. to per sé le glorie future. Veramente chi crede riceverà la
Dafaw Complesso è il rapporto tra il peccato diAdamo,il pec‑ mercede [...]. Non è dunque Adamo la causa, se non per se
: responsa‑ cato di tutti e il dono della grazia in Cristo, su cui Paolo si solo Noi tutti, ognuno (di noi) è diventatoAdamo :: sestes‑
bilità sofferma in Rm 5,12-21 per essere chiamato in causa con il so» (2 Baruc 54,15-19).
dogma del peccato originale o di origine.H motivo e diffuso Purtroppo sul peccato di Adamo e quello di tutti gli es‑
nella letteratura giudaica del tempo e presenta due tensioni seri umani si è,da una parte, sostenuto che appartiene sol‑
antropologiche di grande spessore, che n o n possono essere tanto al dogma cattolico e,dall’altra,si è proceduto dal pec‑
ridotte alle questioni sull’origine della specie umana,né sul‑ cato di Adamo a quello della sua discendenza. In realtà, il
le modalità con cui il peccato di Adamo e stato trasmesso. peccato diAdamo veicola l‘importante tensione antropolo‑
Da una parte il peccato di Adamo e evocato per sottolinea‑ g'ca tra il fate ela responsabilità.Su chi cade l’accentuazio
re il destino o il fato che accomuna tuttii mortali; dall’altra ne’! SuAdamo e quindi sul destino o su ogni essere vivente
per evidenziare che ogni persona uuuma èresponsabile del‑ e sulla responsabilità individuale? Si può ben rilevare che
le proprie scelte, compreso il peccato. mentre in genere si parte da Adamo per giungere alla sua di‑

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scendenza, in Romani si parte dalle colpe degli uomini per battesimo a cui si accenna in 6,3-4 n o n serve soltanto a libe‑
Dalla giungere a quella di Adamo. Quando nell’intreccio argo‑ rare l’uomo dal peccato originale,bensì a realizzare una par‑
singolarità mentativo di Rm 1,18 - 5,21 Paolo inizia a parlare del pec‑ tecipazione vitale tra i credenti ela morte di Cristo in vista
d i … ! ) cato di Adamo, ha già sostenuto che «tutti hanno peccato»,
aquella
della condivisione della sua risurrezione.
di Cris/a
per cui n o n ha bisogno di alludere al progenitore per attri‑ A questo punto si pone l‘interrogativo sulla vita nuova ”peccato
buirgli la condizione umana di peccato. Piuttosto la singola‑ in Cristo e la condizione di peccato che, comunque, conti‑ wm:
rità di Adamo si trova all’origine della condizione generale nua a incidere anche sui credenti. Così l‘antropologia paoli‑ potenza
di peccato per evidenziare la singolarità di Cristo rispetto na perviene a un momento drammatico con la pericope di dominante :ull’uoma
all‘universaiità della grazia. Inoltre il modello argomentati‑ Rm 7,7-5. Il famoso paragrafo ha indotto la tradizione lu‑ senza Crism
vo di Rm 5,12-21, fondato sull’argomentazione a foniori o terana classica aconsiderare il credente come simul iurtus et
qa! wuhémcr (dal minore al maggiore), n o n soltanto rende peccator, nello steso tempo peccatore e giusto. Da questa
funzionale il peccato di Adamo al dilagare del peccato di visione è emersa un’antropologia negativa perché, nono‑
tutti, bensi lo pone a confronto con la grafia sovrabbondan‑ stante, la grazia in Cristo, il dono dello Spirito e la riconci‑
te di Cristo. Per questo Adamo e ripa: o modello di colui liazione (cf.5,1-11),il credente si troverebbe nella condizio‑
che doveva venire (5,14), nel senso che la sua singolarità si ne di non compiere il bene che vede e riconosce,bensì il ma‑
rapporta a quella di Cristo, ponendone in risalto la superio‑ le che non vuole. In realtà, come abbiamo cercato di dimo‑
rità o l’eccedenza della grazia. In altri termini,se non fosse strare a proposito dell’intreccio argomentativo, il paragrafo
stato per il positivo dono della grazia in Cristo per tutti, for‑ di 77-25 non riguarda direttamente il credente, bensì la con‑
se Paolo non avrebbe neanche accennato ad Adamo. din’one umana dichi, Giudeo e Gentile, vive prima e senza
Adamo L’emeneutica del peccato di Adamo in 5,12-21è tonda‑ la grazia di Cristo. Inoltre non vi si tratta del peccato com‑
infunzione mentale per quella successiva del dogma, poiché questo non messo dal singolo uomo, bensi del Peccato (lettera maiu‑
di CIÌJID dovrebbe essere trattato in modo monadico o asestante. ma scola) come sfera dominante su quanti non sono in Cristo.
nell’orbita della cristologia e della soteriologia. Pertanto a Naturalmente n o n è sufficiente sostenere che il cristiano e
Paolo non interessa la tendenza che attribuisce soltanto ad libero dal Peccato semplicemente per la sua identità. In que‑
Adamo la diffusione del peccato di 4 Esdra, né quella che stione e piuttosto l’assimilazioneo l’intimità con Cristo che,
vede ogni uomo responsabile del proprio peccato di 2 Ba‑ soltanto, libera dalla morsa del Peccato e permette di esse‑
ruc, bensì sostenere che il dono della grazia in Cristo e di re esclusi dalla condizione tragica che coinvolge la Legge e
gran lunga superiore all‘una e all‘altra visione antropologica. l’io senza Cristo.
In tal senso si dovrebbe parlare di un’antropologia cristolo‑
gica, che non è vista in funzione del peccato di Adamo, ben‑
si il contrario, nel senso che la salvezza compiuta in Cristo L’assimilazionedi Cristo alla carne del peccato
non è tanto funzionale alla restaurazione dell’uomo origina‑ Sino ad ora ci siamo soffermati sui due interlocutori in‑
rio,prima del peccato ‐ di cui peraltro non accenna nelle sue trodotti nella tesi generale di Rm 1,16-17 e chiamati in cau‑
lettere ‐ quanto ingenera la nuova umanità in Cristo. Le que‑ sain 1,18- 11,36:Dio e gli esseri umani. Ora ènecessario ap‑
stioni introdotte dalle domande con lo stile della diatriba in profondire i m o l i di Cristo e dello Spirito nell‘economia del‑
Rm 6,1.15; 7,1orientano proprio verso la novità dell’essere in la lettera poiché, come abbiamo precisato, Gesù Cristo s’i‑
Cristo e non sotto la Legge,né sotto il peccato. Per questo il dentifica con il vangelo di Paolo.

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Centralità A prima vista in alcuni paragrafi della lettera Gesù Cri‑ spressione «risurrezione dai morti» (cf. Rm 424.25; 6,4.9;
di Gesù sto è poco menzionato: l’osservazione vale per Rm 1,18 ‑ 7,4; 8,11; 10,9),in 1,4a si riscontra la formula «risurrezione
Crixia
3,20 (tranne in 2,16); 7,7-25 (con l’eccen'one di 7,24);9,6-29 dei morti».La fattura estranea del frammento è confermata
e 11,1-36.Tuttavia sarebbe errato sostenere che la cristolo‑ dalla sequenza di 1,3a.4b che risulta più lineare senza i ter‑
gia assuma un ruolo secondario rispetto alla giustizia di Dio. mini intermedi: «Riguardo al Figlio suo [ . ] Gesù Cristo Si‑
Piuttosto abbiamo evidenziato che la rivelan'one della col‑ gnore nostro».
lera divina (1,18 ‐ 3,20) è funzionale alla rivelazione della Circa l’ambiente vitale del frammento pre-paolino, a
Sua giustizia in Cristo (3,21‐ 4,25). L’orinonte tragico del‑ causa delle categorie semitiche utilizzate («seme di Davi‑
l’io e della Legge in 7,7-25 esuperato da quello della libera‑ de», «Spirito di santità», «costituito») si può pensare a una
zione compiuta da Cristo e dallo Spirito in 8,1-30. Anche formula arcaica della cristologia palestinese, modellata sul
nella terza sezione kerigmatica la parte dedicata al primato salmi messianici d’intronizzazione (cf. Sal 2,7; 110,1) e sul‑
dell’elezione divina (9,6b-30) prepara al rapporto tra la leg‑ l’oracolo di 2 Sam 7,14. Il parallelo dei Salmi di Salomone
gee Cristo (9,30 ‐ 10,21),mentre quella sulla salvezza di tut‑ 17,37-38, dedicato al messia davidico, sembra confermare
to Israele (11,1-36) ne trae le conseguenze. Perché dunque l’origine giudaico-cristiana del frammento: «E non s’inde‑
al centro della lettera c'è la cristologia che pone in relan‘o‑ bolirà nei suoi giorni, a causa del suo Dio,poiché Dio lo ha
ne la teodicea el’antropologia? reso potente mediante uno spirito santo e maestro con aa‑
La La ragione principale è contenuta nel primo frammen‑ piente prudenza,eon forza e giustizia».
crinalngiu to pre‐paolino di Rm 1,3-4 collocato nel prescritto di 1,1-7. Sull’uso del verbo «costituito» è opportuno precisare Cattith
pre-paolina Il vocabolario è insolito per Paolo: in 1,3b-4a sono utilizza‑ che non allude alla natura,bensì alla condizione del Figlio di € 'Il?”
ti il verbo «costituito» (horisrhénrar al v. 4), riportato sol‑ Dio. Di fatto nel frammento n o n si asserisce che Gesù e di‑ diventata
tanto qui nelle lettere paoline, e i sostantivi «santità» (ha‑ Figlio
ventato «Figlio di Dio»,bensì che è costituito come tale me‑ di Dio
ghiosjne al v.4) ed «innalzamento» (anda-tari: al v. 4). In ge‑ diante l’azione dello Spirito di santità. Pertanto,ci troviamo
nere per accennare alla risurrezione di Cristo Paolo utilizza di fronte a uno stadio arcaico della cristologia che, radicato
il verbo eghér'm'n (41volte nelle sue lettere) al posto di and‑ sul monoteismo giudaico,n o n affronta ancora i rapporti tra
rtusis (cf. Rm 6.5; 1 Cor 15.12.13.21.42;El 3,10). Inoltre il re le persone della Trinità immanente.
Davide èmenzionato nelle lettere paoline come autore dei Con l’appropriazione paolina, il frammento è utile a
Salmi (cf. Rm 4,6; 11,9).mentre qui è visto come capostipi‑ Paolo per anticipare le tematiche dell‘appartenenza di Ge‑
te regale della discendenza di Gesù.Nel greco biblico non si sù al seme di Davide, della risurrezione e dello Spirito che
riscontra mai l’espressione «Spirito di santità» (v.5), che so‑ svilupperà in semiìto. Di fatto Cristo rappresenta l’ultimo
stitnisce il solito «Spirito santo». Fra le poche frequenze,l’a‑ dei privilegi per Israele a cui appartiene «secondo la carne»
pocrifo Testamento di Levi 18.11asserisce che «lo Spirito di (9,5) ela sua «risurrezione dei morti» anticipa la partecipa‑
santità sarà su di lui». Originale è anche il parallelismo tra zione dei credenti alla sua risurrezione (6,1-14; 8,1-30). Lo
«secondo la carne» e «secondo lo Spirito»,che nellelettere stesso D i o che «ha risusdtato Gesù dai morti [..] vivificherà
paolìne è disposto in modo antitetico tra negativo e positivo, i nostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in
mentre qui è costruito in forma ascensionale, per cui il ter‑ noi» (8,11).
mine surx assume valore positivo per indicare la «came»che ]] duplice rapporto tra la carne della discendenza davi‑
il Figlio di Dio ha assunto. E mentre Paolo predilige l’e‑ dica e lo Spirito e sviluppato in tutta la lettera sino all’e‑
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semplare accoglienza di Cristo, che si è fatto servo della cir‑ _ poiché è rapportato allo «strumento di espiazione» o &
concisione per la verità/fedeltà di Dio così da consolidare le «espiatorio»,è preferibile la seconda accezione, nel senso
promesse dei padri ei Gentili rendano gloria a Dio (15,8-9). : che «Dio ha posto innanzi» o ha esposto Cristo come stru‑
Per questo la precisazione «secondo la carne» sottolinea ' mento di espiazione. Un’analoga espressione si trova in Gal
non soltanto che il Figlio di D i o si è fatto figlio dell’uomo, ‐ 3,1,dove Cristo è stato «raffigurato crocifisso» dalla predi‑
ma che l’umanità che ha assunto e quella d’Israele a cui ha ‘ can'one di Paolo,
appartenuto per tutta la sua parabola umana. Dibattuto è il significato di hilastén'on che può alludere E:piazionz
Tia GesùCristo e l’umanità s'instaura una relazione di sia all‘espiatorio,sia in termini più generici allo strumento di ed
upiatorio
assimilazione reciproca.Anzitutto il Figlio di Dio si è total‑ espian'one. Nel primo caso il frammento allude al coperchio
mente assimilato alla »came del peccato» (8,3), pur non dell'alleanza o kapporér utilizzato per la remissione dei pec‑
avendo conosciuto peccato ( c i 2 Cor 5,21). E soltanto in tal cati del popolo, mediante il versamento del sangue di ani‑
modo Dio hasconfitto il peccato nella carne. Per questo la mali (ci.Es15,17-22;38,7‐8; Lv 16,2‐15;Nm 7,89). E con que‑
giustificazione universale è stata compiuta da Dio per mez» sta accezione il termine e utilizzato in Eb 9,5 per rapporta‑
zo della fede in Cristo. Il fatto che Dio lo hapredisposto co‑ re il sangue di Cristo con quello animale in vista del ristabi‑
me «strumento di espiazione» (Rm 3,25) costituisce il capo‑ limento dell’alleanza definitiva tra D i o e gli esseri umani.
volgimento radicale del percorso dell’espiazione,in quanto 'Ihttavia si tratta dell’unico parallelo nel NT e l’obiezione
non procede più dagli uomini che hanno peccato a Dio.ben‑ maggiore riguarda non tanto la comprensione dei destina‑
si il contrario. Anche in Rm 3,25 è veicolato un frammento tari che,come abbiamo evidenziato a proposito delle comu‑
pre-paolino,a causa di termini inusuali per Paolo: il sostan‑ nità romane, provengono dal giudaismo della diaspora ro‑
tivo «remissione parziale» o «dilazione» (pdresrlf) eil verbo mana, quanto il rapporto tra Cristo visto come espiatorio e
«avvenire prima» (proghtnomai) per indicare i peccati pas‑ il sangue. Infatti,mentre nel rito di espiazione è fondamen‑
sati compaiono soltanto qui per il NT. Il verbo pmttthemi, tale il versamento del sangue per la remissione dei peccati,
con la duplice accezione di «predispone» (valore tempora‑ in Rm 3,25 assume preminenza non il sangue (come invece
le) 0 «di porre innanzi» (valore spaziale), è riutilizzato in in Eb 9,1-6), bensi Cristo stesso nella funzione salvifica. Per
contesto teologico soltanto in Et 1,9. Il sostantivo hilarté‑ questo siamo più propensi a sostenere l’interpretazione ge‑
rion (espiatorio o strumento di espian'one) si ritroverà sol‑ nerica di hilustén'an in 3,25: in questione non è soltanto l’e‑
tanto in Eb 9,5 e il termine éndeixis (dimostrazione) che spiatorio,bensi l’evento eil momento o i l giorno (5,3-8) del‑
compare per due volte in Rm 3,25‐26, non è mai utilizzatoin l’espiazioneapplicato a Gesù Cristo che Dio ha esposto per
contesto aistologico e salvifico.Tuttavia, oltre al vocabola‑ la remissione definitiva e totale dei peccati. Dunque in sin‑
rio estraneo a Paolo, la ripetizione del sostantivo éndeixis tonia con 1 Giovanni, Gesù è presentato come «vittima di
nei vv. 25.26 lascia intendere che in gioco èl’appropriazione espian'one» (hylasmés,in1Gv 2,2;4,10) per redimere i pec‑
di un frammento pre‐paolino,peraltro n o n ben riuscita: «per cati di tutto il mondo umano.
la dimostrazione della sua giustizia dopo la remissione par‑ Circa l’ambiente vitale del secondo frammento pre‑
ziale» (v. 25) si ripete al v. 26 con poche variazioni: «nella paolino l’ipotesi giudaico-cristiana èla più sostenibile, anche
pazienza di Dio per la dimostran'one della sua giustin'a». sepuò essere sono sia nel giudaismo palestinese,sia in quel‑
A causa del vocabolario insolito, in Rm 3,25 il verbo lo della diaspora (Antiochia di Siria 0 Corinto). Così scrive
prattthemi può assumere valore cronologico elo spaziale: il parallelo 4 Mac 17,22: «E per mezzo del sangue di quei

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Espiazione giusti e della loro morte espiatrice la divina Provvidenza vista della condivisione della sua gloria. In questo percorso Iiiinguaggio
favorevole dellapme‑
salvò Israele prima afflitto». ’Ilrttavia rispetto al retroterra inverso Paolo utilizza una serie di termini composti dal pre‑ cipazione
enon
giudaico è importante precisare che l’aspirazione operata in fisso syn- : «essere conaepolti» (synta’ptho, 6,4), «commito»
sostitutiva
Cristo non ha valore vicario, bensì di vantaggio, nel senso (sfmpytos,6,5), «concrocifiggere» (symtauréo,6,6), «convi‑
che per Paolo Cristo non offre il suo sangue al posto nostro, vere» (syzào, 6,8), «accreditare» (synkleronémos, 8,17),
bensì per noi (cf. Rm 8,31-39). Il valore sacrificale della sua «consoflrire» (sympàscho,8,17), «oonglorificare» (syndoxd‑
morte è presente, main prospettiva inversa o capovolta, in zo, 8,17) e «confonne» (sfrmmorphas, 8,29). I verbi e gli ag‑
quanto procede da Dio e da Cristo a noi e n o n da noi a D i o “ gettivi citati sono in gran parte coniati da Paolo per eviden‑
per mezzo di Cristo. Soltanto cosi diventa accettabile la pa‑ ziare il processo della partecipazione alla morte e risurre‑
radossale riconciliazione divina in Cristo di cui abbiamo n'one di Cristo che inizia con il battesimo e perviene al suo
trattato in 2 Cor 5,14-21 e in Rm 5,3‐11. epilogo con la condivisione futura della sua gloria.’lìrttavia
Pertanto il ricorso al frammento pre-paolino dimostra e opportuno rilevare che l’accento è posto sulla passata e
che sin dalle prime ore del movimento cristiano era soste‑ presente partecipazione alla morte di Cristo, mentre la con‑
nuto il valore sacrificale e salvifico della morte di Cristo,con divisione della sua gloria nella risurrezione è spostata sul
cui Dio realizza in modo definitivo la giustificazione ela ri‑ f u m o (6,5).Il linguaggio partecipativo inizia con l'elezione
conciliazione con gli esseri umani. Qui sta tutta la novità del divina, poiché D i o ha predestinato i credenti a essere
vangelo nella Lettera ai Romani:che nel momento decisivo, conformi all’immagine del suo Figlio (8,29),si realiua con il
ossia quando ci si attendeva l’esecuzione della condanna per battesimo (6,4-5) e prosegue con la partecipazione quoti‑
i peccati, «Dio mostra il suo amore per noi perché,quando diana alle sofferenze di Cristo (8,17). Per questo le soffe‑
eravamo peccatori, Cristo morì per noi» (5,8). renze presenti,clre non risparmiano i credenti, non ostaco‑
llpercorro L’itinerario della giustizia divina che passa attraverso lano la gloria futura che dovrà essere rivelata in loro (8,18).
Mhz la giustificazione gratuita perviene al suo approdo nella ri‑ La oompartecipazione alla morte e alle sofferenze di La mimesi
riconcilia‑ conciliazione definitiva compiuta non dagli uomini nei con‑ di Crilin:
Cristo diventa fondamento dell’etica paolina che s‘identifi‑ : l'etica
zion
in Cristo
fronti di Dio, bensì da Dio mediantela morte del suo Figlio ca con il «rivestirsi del Signore Gesù Cristo» (13,14). L’au‑
agli uomini (5,10). Fra le lettere paoline abbiamo riscontra‑ dace metafora non orienta verso un semplice rivestimento
to lo stesso linguaggio della riconciliazione in 2 Cor 5,1&21 esteriore… paragonabile a chi imita a teatro un personaggio
a proposito del «ministero della riooncilian"one» a cui ri‑ del passato,bensì esprime la condizione interiore di chi si è
mandiamo. Iu Rm 5,1-11 gli orizzonti della riconciliazione assimilato totalmente a Cristo, sino ad assumerne i modi di
diventano più ampi, poiché vi si accenna al ruolo dello Spi‑ pensare e di agire.
rito, mentre Paolo n o n si sofferma sulle implicazioni etiche Purtroppo l’etica paolina è stata spesso disancorato dal‑
per quanti sono esortati a lasciarsi riconciliare con Dio.L‘as‑ la relazione intima con Cristo ed è stata concepita come
soluta novità della riconciliazione divina in Cristo, median‑ conseguenza opzionale della fede, mentre e sul rapporto con
te lo Spirito diventa garanzia che l’ira divina n o n incombe lui che sussiste o decade. A riguardo il caso dei forti e dei
sui credenti perché con la morte di Cristo hanno avuto ac‑ deboli in Rm 14,1‐ 15,13 si rivela decisivo. La contesa tra
cesso alla grazia della riconciliazione. uanti continuano a osservare le regole di purità alimenta‑
Sull’assimilan'one piena di Cristo alla condizione uma‑ ti (i deboli») durante la comunione di mensa e coloro che
na s’innesta la partecipazione dei credenti alla sua morte in n o n le osservano (i darti») trova nel modo di agire di Cristo

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l‘esempio da perseguire perché egli «non piacque ase stes‑ sorgere Gesù dai morti abita in noi affinché anche il nostro
Grim so» (15,3). Così l’esempio di Cristo diventa la ragione fon‑ corpo mortale sia vivificato (8,11). In stesso Spirito guida i
modello dante per la reciproca accoglienza: «Per questo accoglietevi credenti poiché la loro filiazione divina e dono suo (8,13‑
mimimbik gliuniglinitricomenncheCristovihaaoooltiperlagloriadi 16).E lo Spirito viene in aiuto della nostra debolezza perché
Dio» (15,7). Non c’è dubbio che, come sostiene E. Kase‑ non sappiamo che cosa chiedere nella preghiera; ed Ein
mann, «Cristo e archetipo e non modello»; ma proprio per‑ supplica in noi con gemiti inesprimibili (cf.8,26).
ché tale… ingenera un’imitazione o una mimesi interminabi‑ Il linguaggio partecipativo espresso con i termini corn‑
le che assimila nelle differenze. Aver ridotto l’imitazione di posti dal prefisso syn-, che abbiamo segnalato per il rappor‑
Cristo alla volontà del credente ha finito con l’impoverire to con Cnsto, prosegue per quello dello Spirito, anche sein
l‘etica, mentre il processo è inverso, nel senso che e la mi‑ misura minore Lo Spirito «con--testimonia» (symmartyréi)
mesi di Cristo a fondare l’etica cristiana. insiemeal nostro spirito che siamo figli di D i o (8,16) e «com‑
partecipa» (:ynantilnmbànetai) alla nostra debolezza (8,26).
Come in Gal 4,6 Paolo riporta la stersisrima parola di Emre
La l e g e dello Spirito Gesù delta durante l’agonia del Getsemani (cf. Mc 14,36). in Cristo
enello
Quanto Dio ha compiuto in Cristo una volta per sempre Sull’origine e la portata dell’invocazione rimandiamo al‑ Spirito
è reso attuale e presente con l‘azione delle Spirito.A ben ve‑ l ’ i n t r o d q u n e d i Galati. Nel caso d i R m 8,15 s i può osser‑
dere in Romanilo Spirito non svolge il ruolo centrale che eser‑ vare che non e più lo Spirito a gridare nei credenti, bensì so‑
citano Dio Padre e Gesù Cristo. Sepreseindiamo dall’accenno no questi a gridare nello Spirito «Abba, Padre». Il fram‑
allo «Spirito di santità» in 1,4,nella prima sezione kerigrnntica mento gesuano èlo stesso, ma cambia il rapporto con lo Spi‑
di Rm 1,18 ‐ 4,25 è fugace il riferimento allo Spirito. Soltanto rito. L’invasione si deve al nuovo contesto di Rm 8,14-17
in 2,29 Paolo chiama in causa lo Spirito per definire lo statuto che combina pneumatologia edecclesiologia, per cui «esse‑
del Giudeo,oontrapponendolo alla lettera.Ancbe nella terza re nello Spirito» significa,di fatto, essere ‘«in Cristo».Così la
sezione di 9,1- 11,36 soltanto all‘inizio Paolo si appella allo filiazione dei credenti è generata dall‘azione dello Spirito,
Spirito Santo (9,1) per testimoniare la propria sofferenza sul‑ che li guida (8,14). Per questo mentre in Gal 4,6 era poco
l'incredulità d‘Israele all‘evangelo Evidentementein Romani spiegata la sequenza tra lo Spirito e la filiazione dei creden‑
Paolo non è costretto ad affrontare le difficoltà della vita se‑ ti,in Rm 8,15 e più chiara: lo Spirito precede e accompagna
condo lo Spirito che ha dovuto fronteggiare in 1-2 Corina” ein la filiazione divina e non si colloca aun livello successivo.La L'intru‑
Galati. ’Ilittavia è raro riscontrare un paragrafo così intenso sintonia fra le due proposizioni paolino pone in evidenza scambia
medium
sull’azione dello Spirito come quello di Rm 8,1-27, che l’essere dello Spirito in noi (Gal 4,6) e del nostro essere la Spirit::
L’azione Dopo aver introdotto il ruolo dello Spirito in 5,5, per in Lui (Rm 8,15) e caratterizzato da una pericéresi o da un
dello Spirito cui l’effusione dell’amore di D i o si realizza con l'invio dello movimento circolare. infine con lo Spirito e definito il con‑
Spirito,finalmente in Rm 8,1-27 Paolo intesse il «canto del‑ tenuto fondamentale del regno di Dio: questo non si riduce
lo Spirito». Lo Spirito e non soltanto il dono che contrasta a questioni di cibo e bevanda. bensì s’identifica con la giu‑
con la lettera ( c i 2,29; 7,6), bensi agisce in quanto Persona stizia,la pace e la gioia nello Spirito Santo (Rm 14,17).
nella vita dei credenti. La sua legge, intesa come principio Pertanto le antitesi tra la lettera e lo Spirito (Rm 2,29;
propulsivo,ha liberato il tu dei credenti «dalla legge del pee‑ 7,6), la legge dello Spirito e quella del peccato (8,2), la vita
cato e della morte» (8,2). Lo Spirito di Colui che ha fatto ri‑ secondo lo Spirito e quella secondo la came (8,4-5),il pen‑

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uuu-mmmmuunumuuun m . … u n … - n … … … … … … … … … \

siero dello Spirito e quello della carne (8,6), l’essere nello Bibliografia ragionata
Spirito e nella carne (8,9) e lo spirito della schiavitù in con‑
trasto con lo Spirito della libertà (8,15) n o n sono in equili‑
brio,bensì sono sbilanciate a favore dell’azione potente del‑ Commentari patrisliei,medievali e rinascimean
lo Spirito. L‘amore di Dio in Cristo (839) continua a opera‑ Sin dai primi secoli la Lettera ai Romani attraversa la
re mediante l’amore dello Spirito ( c i 15,30) o dello Spirito storia del cristianesimo. Al periodo patristico appartengo‑
in quanto amore, effuso nel cuore dei credenti. no i commenti di Origine, Giovanni Crisostomo, Cirillo di
Alessandria, Teodoreto di Cirro, Ambrosiaster e Pelagio.
Agosn'no d’Ippona aveva pensato spesso di commentare
Conclusione Romani,mam'ha lasciato soltanto le annotazioni su alcune
Il vangelo del Figlio di Dio, nato dal seme di Davide e questioni. Del periodo medievale e l’approfondito com‑
costituito in potenza come tale dalla risurrezione dei morti, mento di To m a s o d’Aquino; edi epoca rinascimentale so‑
e il filo d’Arianna che'nttraversa la Lettera ai Romani per no la parafrasi di Erasmo eil commento di Martin Lutero.
dimostrare che e potenza di Dio per la salvezza di chiunque
L'unica crede. Quest’unica verità attraversa le doppie verità delle Garonna, Commento alla Lettera ai Romani, F. Coca-nm
verità relazioni tra Dio e l’uomo,senza però mai deragliare sull‘u‑ (tr.),Marietti, Casale Monferrato 1985-1986;
del vangelo nae sull’altra sponda.’lla la collera divina eil giudin'o per le Acosrmo D’1PPONA,Commento di alcune questioni tratte dal‑
[ W W W opere, tra la bontà della Legge divina e l’io umano domina‑ la Lettera ai Romani. Commento incompiuto della Lette‑
verità di Dia ra ai Romani,M.G.MARA (tr.),Paoline, Milano 1993;
: dell'unrrm to dal peccato e dalla morte, tra l’assoluto primato dell’ele‑ Amnosmsnan, Commento alla Lettera ai Romani,A. POL‑
zione divina ela responsabilità umana,tra il bene della Leg‑
LASTRI (tr.), Città Nnova,Roma 1984;
ge e il male della trasgressione, il vangelo della giustifica‑ Cnnu.o DI ALESSANDRIA, Commento alla Lettera ai Rama‑
zione in Cristo costituisce l‘unico motivo di vanto a cui Pao‑ m',V. UGENTI (tr.), Città Nuova, Roma 1991;
lo resta ancorato lungo tutto il percorso della lettera.
PELAGID,Commento all’epistola ai Romani. Commenta alle
Più che aprire le porte del Paradiso, come sostiene M. epistole ai Corinzi, S.MA'ITIOLI (tr.), Città Nuova,Roma
Lutero,la Lettera ai Romani immette nellabirinto della vi‑ 2012;
ta umana e della giustizia divina, che può attraversare sol‑ Taononr:ro m Grano, Commentario alla Lettera ai Romani,
tanto chi è ancorato al bandolo della fede in Cristo. A Ro‑ L. SCARAMP! - F. COCCHI… (edd.), Borla, Roma 1998;
mani bisogna tornare ogniqualvolta si affacciano i grandi TOMMASO D’AQUINO, Commento al Corpus Paulìnum (ex‑
interrogativi suDio e sulla condizione moana,sul bene e sul porìtio et lectura super epistolas Pauli apostoli, 1: Lette‑
male, senza lasciare nulla per scontato perché l’evangelo, ra ai Romani,B. Mmmm (tr.),Edizioni San Domenico,
quando è vero, è di una perenne novità. Anche se con una Bologna 2005;
certa enfasi, scriveva bene M. Lutero nella sua Prefazione ERASMO D AR m m m , P a r a f r a s i della Lettera a iRomani,
alla Bibbia del 1522: «Questa epistola eil vero brano prìn‑ Japadre, L’Aquila ‐ Roma 1990;
cipale del Nuovo Tiestamento, il Vangelo più puro e biso‑ M. LUTERO,La lettera ai Romani (1515-1516),EBU221(U.),
gnerebbe che il cristiano non solo la sapesse a memoria pa‑ San Paolo, Cinisello Balsamo 1996;
rola per parola,ma la leggesse quotidianamente,come il pa‑ ‐, Lezioni sulla Lettera ai Romani, 1-11, 6. PANI (tr.), Ma‑
ne quotidiano dell‘anima». rietti, Genova 1991-1992.
296 297
Commentari esegetioi contemporanei Commenti teolojoo-spil’ltulli
. Il sec. XX ha visto una diffusa produzione di commen‑ In seguito alle reazioni causate dal suo originale com‑
tari a Romani,a cominciare da quello incentrato sulla teo‑ mentario,K. Barth ha composto un breve commento in cui
logia dialettica di K. Barth.Al metodo storico‐critico si ri‑ discute i principi ispiratori della sua teologia dialettica. Gli
fanno 1commentari di C.E.B. Cranfield, J.A. Fuzmyer, H. ' altri commenti sono di carattere teologico-spirituale e ispi‑
Sehher e di P. Stuhlmacher. Con il metodo storico-critico e ° rali alla lectio divina.
retorico-letterario sono composti i commentari di A. Pitta,S. ’ K. EARTH,Breve commentario all’Epistola ai Romani.Que‑
Légasse,R. Jewett e R. Penna. riniana,Brescia 2005;
P.ALn-MUS, La lettera ai Romani,Paideia,Brescia 1971; R. CANTALAM'ESSA,La vita in Cristo. Il messaggio spirituale
K… Burn-t, L’epistquai Romani,G.M m e (tr.),Feltrinelli, della Lettera ai Romani,Ancora. Milano 2003;
Milano 1993’; F. M o s n n o ,Lettere di San Paolo.2. Lettera ai Filippesi-Let‑
EF. BRUCE, La Letterd di Paolo ai Romani. Introduzionee tera ai Galati-Lettera ai Romani, Elledici, Leumann
commentario, GBU, Roma 1997; 2011;
C.E.B. CRANl-TELD, La Lettera di Paolo ai Romani, l ‐ I I F. MUSSNER, Morte : resurrezione. Predicheper la Quaresi‑
Claudiana,’lbrino 1998-2000; ' ma su testi della Lettera ai Romani, Paideia, Brescia
J.A. FITZMYER, Lettera ai Romani. Commentario critico-teo‑ 2011;
logica, Piemme, Casale Monferrato 1999; M. ORSA’I'T1,Il capolavoro di Paolo. Lettura pastorale della
R. JEWET1', Romans (Hermeneia). Fortress Press. Minnea‑ Lettera ai Romani,EDB,Bologna 2002;
polis 2007; A. Prrra,Lettera ai Romani, Introduzioneecommento (Dn‑
S.I.£GASSE, L‘epistola di Paolo ai Romani,Queriniana, Bre‑ bar-Iogos-Parola),Edizioni Messaggero.Padova 2003.
scia 2004;
R. PENNA, Lettera ai Romani Introduzione, versione e com‑ Contributi
;noelrgo (Scritti delle origini cristiane 6), EDB, Bologna
Innumerevoli sono le monografie e gli articoli su Ro‑
mani.Fra quelli che hanno causato vivaci dibattiti e hanno
A. PmA,Lettera ai Romani.Nuova versione. introduzionee fatto progredirela ricerca segnaliamo il classico saggio di S.
commenta (Libri Biblici NuovoEstamento 6),Paoline,
Lyonnet sulla storia della salvezza nella Lettera ai Romani,
Milano 2009’; i contributi di J.-N.Aletti dedicati all’intreccio retorico del‑
H. SCI-D.l'ER, La lettera ai Romani (Commentario Teologico la lettera, e di K.P. Daniried sulle relazioni tra il contesto
del Nuovo ”Estamento 6), Paideia,Brescia 1982; storico ei contenutidi Romani.
P. SÈÈÈMACER, La Lettera ai Romani, Paideia, Brescia
G.AGAMBEN,Il tempo che resta. Un commento alla Lettera ai
D. ZELLER, La lettera ai Romani,Morcelliana,Brescia 1998. Romani,Bollati Boringhieri,Torino 2000;
.I.-N. A n a m , «Remains 2. Sa cohérence et safunction», in
Biblica 77 (1996) 153-177;
‐,Israè'letla L o i dans la lettre aux Remains (Lectio Divina
173),Cerf, Paris 1998;
299
Ilmllnlllllllllllullml||lmIlm"mllmlllmlmtlmMmm…HHH‘HW’HH \…‘… ‘H

P.BASTA,AmeO in Romani 4.L’analogia dell’agire divino


nella ricerca eregetica di Paolo (Analecta Biblica 168),
Pontificio Istituto Biblico, Roma 2007;
VII
S.BRODEUR, Nie Holy Spiriti-Agency in the Resurrection of Lettera a Filemone:
the Dead. An Exegctico-Theological Study of ] Co‑
rinthians 15,44b-49 and Roman: 8,9-13 (Ted Gregoria‑ generare al vangelo in cattività
na. Serie Teologia 14),PUG, Roma 1996;
S.P. CARBONE. La misericordia universale di D i o '…Ram
11,30-32 (Supplementi Rivista Biblica 23), EDB, Bolo‑
gna 1991;
S.CIPRIANI (ed.), Lu lettera ai Romani ieri e oggi, EDB.Bc»
legna 1995;
K.P. DON'FRIED (ed.), The Romans Debate, Edinburgh 1991’;
P.F.ESLER, Conflitto :?identità nellalettera ai Romani 11con‑ La lettera più breve e personale dell‘epistolario paolino
flitto sociale dell’epistola di Paolo,Paideia,Brescia 2008; è quella inviata a Filemone. In venticinque versetti, dettati
& LYONNET,La storia della salvezza nella lettera ai Romani,
dal carcere o dagli arresti domiciliari, Paolo scrive per pe‑
D‘Auria,Napoli 1966; rorare la causa di Onesimo, schiavo di Filemone.Nonostan‑
M. MARCATO, Qual è la volontà di Dio? (Rm 12,2b). Il di‑
te la sua brevità la lettera presenta molte questioni irrisolte.
scernimento cristiano nella Lettera ai Romani (Supple‑
Perché Onesimo ha lasciato la casa di Filemone? In quanto
menti Rivista Biblica 53), EDB.Bologna 2012; schiavo fuggitivo o perché inviato dallo stesso Filemone?
A. Pn'rA, «I forti,e i deboli nelle comunità di Roma (Rm
Paolo lo rinvia dal padrone affinché sia riaccolto in casa o
ì‘21ò1-15,13)»,in Rivista Biblica Italiana 50 (2002) 401‑ perché sia affrancato dalla schiavitù? Ancora più fitti sono
gli interrogativi sulla localizzazione della Chiesa domestica
G. PULCINELLI,Il concetto paolino di espiuzione a partire da
di Filemone: se si trova a Colossi, come sembrano dimo‑
Rm 3,25 (Studi della Bibbia e il suo ambiente 11),San strare le convergenze sui nomi dei destinatari con quelli di
Paolo, Cinisello Balsamo 2006; Colossesi, perché in quest’ultima manca proprio il nome di
S. ROMANELLO, Una legge buona ma impotente. Analisi re‑
Filemone? E in che senso il padrone di Onesimo è debitore
torico-letteraria di Rm 7,7-25 nel suo contesto (Supple‑ di Paolo, se questi sembra che non sia mai stato a Colossi?
menti Rivista Biblica 35), EDB,Bologna 1999; Su questi interrogativi e stata prodotta un‘enorme biblio‑
W.SCHMITHAIS,Introduzionealla lettera ai Romani,Lindau, grafia, che però non ha portato a risultati convincenti e for‑
Torino 2008; sen o n si sarà mai in grado di approdare verso soluzioni de‑
V. SCIPPA (ed.), La Lettera ai Romani. Esegesi e teologia,
finitive. Purtroppo la più breve lettera di Paolo sembra un
Pontificia FacoltàTeologica dell‘Italia Meridionale. Sez. messaggio contenuto in una bottiglia gettata in mare,disan‑
S.Tomrnaso, Napoli 2003; oorata com’è ormai dal suo contesto di partenza e di arrivo,
G. TORTI, La lettera ai Romani (Studi biblici 41), Paideia,
ma che trasmette contenuti rivoluzionari sulle relazioni tra
Brescia 1977. schiavi e padroni,chiamati a condividere la fraternità della
fede in Cristo.
300 301
|nuuuummuunum.|uu|miu…umummy…“W…-W…………… … … ,

Paolo anziano e in prigione babile che in seguito lo abbia raggiunto a Roma. Il dato sa‑
; rebbe confermato da T i m 4,11in cui Paolo chiede a Timo‑
Fra i pochi dati acquisiti sul contesto storico della lette‑ ? teo di portare con séMarco.D’altro canto il vangelo che gli
ra c’è la condiàone di reclusione in cui si trova l’apostolo: è attribuito dalla tradim'one cristiana riflette l’ambiente ro‑
«Paolo prigioniero di Cristo Gesù» (v.1),ha generato «inca‑ mano in cui e stato composto. Aristarco, nuovamente citato
tene Onesimo» (v.10) e spera che questi possa servire per la in Col 4,10,torse elo stesso collaboratore a cui si accenna in
causa delle «catene del vangelo» (v. 13). Inoltre si dichiara At 19,29;20,4 e 27,2: èun cristiano proveniente daTessalo‑
«anziano» (v. 9) quando detta la lettera. Il termine proibite? nica, che accompagna Paolo durante il terzo viaggio di r i .
può essere anche reso con «ambasciatore», poiché deriva ' torno a Gerusalemme (At 20,4) e nel viaggio della prigionia
dallo stesso verbo presbéuo,utilizzato in 2 Cor 5,20.Tuttavia _ alla volta di Roma ( A t 27,2). Dunque anche la sua prigionia
è preferibile renderlo con «anziano», che è l’accezione più favorisce la sede romana della prigionia di Paolo.Sul quar‑
diffusa del sostantivo nel NT (ci. Tt 2,2; Lc 1,18) e corri‑ ; to nome, Dema, sappiamo ben poco: è citato in 2Tm 4,10,
sponde maggiormente al contesto di necessità in cui si trova dove si dice che ha abbandonato Paolo per seguire il secolo
Paolo.Forse è opportuno precisare che nel mondo antico lo ' presente. Infine è citato Luca, riportato anche in Col 4,14,
stato di anzianità si collocava tra i cinquanta e i sessant’anni, come medico; ein 2Trn 4,11 e l’unico arimanere con Paolo.
per passare a quello della vecchiaia nel periodo successivo. Le «sezioni noi»,caratterizzate dall’uso della I persona plu‑
Qual: Secondo la subscriptio collocata dopo il v. LSda alcuni rale in At 27,1 ‐- 28,31, sembrano confermare la presenza
prigioniu? amanuensi,la lettera fu scritta durante la prigionia romana dell’autore degli Atti durante il viaggio della prigionia di
di Paolo,1ma diversi studiosi sostengono quella etesina. Nel Paolo.
secondo caso la lettera fu inviata intorno alla metà degli an‑ Pertanto la menzione di Marco, che n o n partecipò al Prigionia
ni 50 d.C. dalla capitale dell'Asia; nel primo bisogna giun‑ term viaggio missionario,di Aristarco e di Luca,favorisce la I O M …
gere agli inizi degli anni 60d.C., all’inizio della prigionia ro‑ prigionia romana di Paolo da cui fu inviata la lettera. Forse
mana. Più che sugli indizi personali di Paolo e di Onesimo, ci troviamo all’inizio della prigionia romana (60 d.C.?)
riteniamo che per definire la sua prigionia sia necessario sof‑ quando, costretto agli arresti domiciliari, Paolo riceve fra gli
fermarsi sui nomi riportatiin Fm23‐ 24. altri la visita di Onesimo e lo genera alla fede.
La lista comprende cinque collaboratori di Paolo: Epa‑
îra, Marco,Arsitarco,Dema eLuca.Epafra èmembro della
comunità di Colossi (4,12) e non andrebbe confuso con Epa‑ Fflemone e la sua Chiesa domestica
frodito che proviene da Filippi.Il nome Mdrkos si trova ot‑ Oltre a Filemone, fra i destinatari della lettera sono
to volte nel NT edè citato anche nei saluti di Col 4,10, dov’è menzionati la sorella Appia e Archippo, commilitone di
presentato come cugino di Barnaba.Sesi tratta dello stesso Paolo (v.2). Ignoriamoil tipo di relazione fra queste perso‑
Giovanni Marco, citato in At 12,25 e 15,37,si può pensare a ne: seAppia sia moglie o sorella di Filemone e seArchippo
un cristiano di origine giudaica. La sua separazione da Pao‑ sia loro figlio, un parente o un semplice fratello nella fede.
lo, narrata in At 15,37-38,rende poco sostenibile la sua col‑ Purtroppo Filemone e Appia sono menzionati soltanto qui
laborazione durante la prigionia efesina, mentre è più pro‑ nel N T, mentre Archippo sarà citato in Col 4,17: sesi tratta
della stessa persona,il dato convalida l’origine colossese del‑
‘ & i codici P,048’“, L, 1739 e 1881. la comunità domestica di Elemone.

302 303
Nel prescritto (vv. 1‐3) Paolo estende i saluti alla Chie‑ _ ra presenta le caratteristiche di una raccomandazione o sy‑
.rroa'kòs inviata a Elemone per perorare la causa di Onesimo Lettera di
sadomestica di Filemone che comprende altri membri e na‑
raccoman‑
turalmente Onesimo, citato al v. 9. Lo stesso oollaboratore affinché lo riaccolga in casa. il genere epistolare di ranco» dazione
sarà menzionato in Col 4,9 dov’è definito «fedele e amato mandazionee diffuso in epoca imperiale e,oltre aessere ci‑
fratello» e proviene dalla comunità di Colossi. Onesimo ri‑ : tato dalla Pseudo-Demetrio ( I I sec. a.C - II sec. d C ) nei Ti‑
oomparirà nella lettera d‘lguazio agli Efesini: «In nome di pi epistolari,è evocato da Paolo stesso in 2 Cor 3,1.
Dio ho ricevuto la vostra comunità nella persona di Onesi‑
mo,d‘indicibile amore, vostro vescovo nella carne» (Efesini L’intreccio argomentativo
1,3).Comunque non sappiamo sesi tratta dello stesso schia‑
vo di Fm 10,in caso positivo Onesimo ha assunto in seguito I venticinque versetti che compongono la lettera sono
un ruolo di rilievo nella comunità di Efeso (tra la fine d e l l sbilanciati sulla parte introduttiva (vv.1-9),mentre sono ri‑
sec. e gli inizi del II sec.). Pertanto a Colossi sorge una oo‑ dotti al minimo il corpo epistolare (vv.10-20) ela parte con‑
munità che si raduna in casa di Filemone,che e in debito con clusiva (vv.21-25). Cerchiamo di cogliere i fili principali che
Paolo per l‘evangelizzazione ricevuta. Resta l’incognita su ne compongono la trama.
quando e dove Filemone abbia incontrato Paolo: a Efeso o
in qualche altra comunità paolina? Prigionierodi Cristo (Fin 1-9)
La sen'one introduttiva di Fm 1-9 comprende il solito Pracritto
Disposizione e genere prescrittoepistolare ( w. 1-3)eil ringraziamento protocollare ecclerùzle
: perianale
Nonostante le difficoltà citate per definire il contesto, (vv.4-9). Il prescrittoè introdotto dalla tilulatia del mittente
nella storia dell'imerpretazione la lettera a Filemone è sta‑ (Paolo.prigionierodi Cristo Gesù) e del oommittente (il tra‑
ta sempre ritenuta paolina per lo stile, i contenuti e il se‑ tello Timoteo), prosegue con l’adscn'prio ola destinazione
guente canovaccio epistolare. della lettera (Filemone,Appia,Archippoela loro Chiesa do‑
mestica) esi chiude con la salutatio oon cui si augurano la gra‑
Pane introduttiva (Fm 1-9): n'a e la pace divina. Purtroppo ignoriamo i tipi di relazione
prescritto (vv. 1-3); che accomunano Filemone,Appia e Arehippo; possiamo sol‑
ringraziamentidi esordio (vv. 4-9). tanto stabilire che una Chiesa domestica si raduna in casa di
Corpo epistolare (Fm10-20): Filemone Fra gli attributiscelti nel prescritto risaltano il ter‑
tesi della lettera (v. 10); mine «prigioniero»per Paolo e «amato» per Filemone (v. 1).
probazione (vv.11-19); Così è introdotta subito la condizione di detenzione in cui si
perorsdone (v.20). trova il Paolo e il legame affettivo che lo lega a Filemone.
Parte oondusivn (Fm21-75): L’attribuzione dell’aggettivo «prigioniero» anticipa uno dei
raceomandan"onl epistolari (vv.21-22); motivi principalidella lettera eforma un’inclusione con il v.9,
saluti e auguri finali ( w.23‐25). dove Paolo ripresenta come prigioniero di Cristo Gesù.
Il ringraziamento protocollare di Fm 4-9 include gli Esordiodi
ringrazia‑
la lettera può essere scelta come modello per il cano‑ elementi epistolari e retorici che permettono di conside‑ nunia
v a c c i o epistolare e retorico paolino. Circa il
genere,la lette‑ rarlo come esordio della lettera.All’epistologafia classica

304 305
llllllllllllllllll|Il"|Il"lIl"l|Illlllilllllllllillllillllil…HHFHH’HH’HH‘… … ‘H‘ H‘ ‘l‘ ‘

e paolina sono riconducibiliLaformula di ringraziamento,il


]] crescendo delle prove risalta per il progressivo coin‑
motivo del ricordo o Mner'amotiv eil relativo contenuto (vv.
volgimento dei tre interlocutoriprincipali della lettera.An‑
Primato 4-5). Nel modello retorico dell’esordio rientrano la capraia
dell’agipe zitutto l’inutilità di Onesimo,per la sua condizione di schia‑ Lepmve
benevolentiae, l’epicliererna e l’iminuatr'o. Sul primo ver‑
vo, e trasformata in utilità. Per conferire effetto alla prima per la
sante Filemone è elogiato per la fede in Cristo e per l’amo‑
prova Paolo gioca sull’assorianza dei termini richiesto;; (inu‑ M o n m ‑
re verso tutti i santi (v. 5). Quindi con l’epicherema (una dazione
tile) ed éuchresron (utile) che richiamano il nome di Chri‑ di Mino
forma di precauzione), Paolo precisa che, pur avendo la
stés. L’inutilità di Onesimo si trasforma in utilità a causa del
franchezza di comandare quanto è necessario, preferisce
suo essere in Cristo.
agire a causa dell’amore (vv.8-9). Infine l‘ùubiuatia gli per‑
La seconda prova approfondisce l’utilità di Onesimo:
mette d’introdurre il motivo del rinfrancamento che le vi‑
può essere utile alla causa dell’evangelo per Paolo in catene
scere dei santi hanno ricevuto dall’amore di Filemone, in
Ma per n o n essere tacciato di abuso d’autorità, Paolo chie‑
vista del sollievo perle proprie viscere (v.20). Così è chia‑
de il permesso a Filemone (vv. 13-14).
ro l’ambito in cui Paolosi rivolge aFilemone:l’agfipe e non
La terza prova e la più elevata dal punto di vista teolo‑
l’autorità che gli deriva dal suo essere anziano e prigionie‑
gico: Onesimo è diventato fratello amato per Paolo e per Fi‑
ro di Cristo.
lemone sia dal versante umano, sia nel Signore (vv. 15-16).
Lo spessore teologico della prova risalta per l’uso del verbo
Onesimo, gener-to In catene (l‘in 10-20) echarlrlhe che è un passivo divino: senza essere nominato,
Dio stesso ha separato per breve tempo lo schiavo dal pa‑
Il corpo epistolare è ridotto all’essenziale e vede emer‑
drone aîfinché lo riaecogliesse per sempre nella condivisio‑
gere il triplice asse relazionale tra Paolo, Onesimo e File‑
ne dell’essere nel Signore o nella fede.
mone. Il paragrafo si compone di tre parti: la tesi principale
Infine, Paolo si accinge a sottoscrivere la garanzia su Aula‑
(v. 10),la parte probatoria (vv.11-19) e la perorazione fina‑
qualche debito che Onesimo può aver contratto nei con‑ garanzia
Gemma le (v.20). Il bandolo della dimostrazione e tenuto dal v. 10in
alla fede fronti di Filemone (vv. l7-19).Tuttwia, mentre Onesimo è
cui Paolo finalmente esplicita la motivazione principale per
debitore nei confronti di Filemone, questi lo è verso Paolo e
cui scrive aFilemone: Onesirno è stato generato da lui in ca‑
non di qualche debito, ma di se stesso. La prova è costrin‑
tene. La metafora è importante poiché allude alla genera.
gente, poiché non pone soltanto sullo stesso piano il debito
zione alla fede, che Paolo ha già utilizzato nelle sue lettere
materiale di Onesimo per Filemone con uno spirituale di Fi‑
(cf. 1Ts 2,7; 1 Cor 4,14-15; Gal 4,19).
lemone per Paolo, dal momento che il secondo debito e su‑
La parte probatoria si compone di quattro fasi poste in periore a]primo.L’importante prova dimostra che Filemo‑
progressione d’importanza:
ne e Onesimo sono stati evangelizzati da Paolo e che molto
probabilmente Onesimo è uno dei tanti schiavi fuggitivi del‑
‐ l'utilità di Onesimo per Paolo e per Filemone (vv.
l’epoca imperiale.
11‐12);
La perorazione finale è breve,ma incisiva: Paolo chiede Il
I il se)rvizio di Onesimo per la causa dell’evangelo (vv.
a Filemone di rinfrancarele sue viscere (v.20). Il riferimen‑ sillogirma:
3‐14 ;
to alle viscere (splrînchna) chiude con notevole spessore re‑ levirtue
‐ la nuova condizione di Onesimo (vv.15-16); aI’intimiai
torico uno dei rari sillogismi nelle sue lettere. Lo schema del
‐ l’auto‐garann'a di Paolo per Onesimo (vv.17-19). sillogismo è così costruito:
306 307

L … …
"mlmlllnlllllullmumnllulllnlllmllmlltmlllHIHHWHVH…HH'HH HH‘… … H

«(a) Le viscere dei santi sono rinfrancate (b) date,fra‑ co, Dema e Luca salutano direttamente Filemone, data la
tello» (v. 713); sua importanza nella sua Chiesa domestica. Invece l’augurio
«(b) Te lo mando, (e) lui che è le mie viscere» (v.12); della grazia del Signore Gesù Cristo (v. %) estende nuova‑
«(a) Rinfianca (e) le mie viscere in Cristo» (v.20). mente gli orizzonti ecclesiali della lettera che hanno carat‑
terizzato il prescritto (vv.1-3).
SeFilemone rinfianca le viscere dei santi e Onesimo s’i‑
dentifica con le viscere di Paolo,a Filemone spetta rintran‑
care anche le sue viscere, dimostrando come l’essere in Cri‑ Il messaggio
sto non si limita ad alcuni, ma a tutti i credenti. Così il sillo‑
Nonostante la sua contingenza,la lettera veicola un im‑
gismo è incentrato sulla nuova identità di Onesimo, defini‑ patto notevole sui rapporti tra padroni e schiavi. 'Ihttavia,
to le viscere (: la parte più intima di Paolo. per non cadere in visioni anacronistiche. è bene precisare
Eum Pertanto, per perorare la sua causa, Paolo non rioorre che in epoca antica l’istituzione della schiavitù apparteneva
in Crixia ad alcuna prova esterna: non si appella alla Scrittura,né ad
oltre alla struttura portante dell’impero. Durante l’espansione
alcuni detti di Gesù e tanto meno all’etica filosofica sulle re‑ dell’impero romano, intere popolazioni erano ridotte in
la schiavia)
lazioni tra schiavi e padroni, ma la lettera è incentrata sul schiavitù e venivano tradotte nelle città italiche per essere
rapporto con Cristo che trasforma in profondità le relazio‑ utilizzatenei lavori manuali.
ni tra fratelli e sorelle nella fede. Ancora una volta è il van‑
gelo che genera alla fede ediventa la ragione ultima perché
Filemone fiaccolga in casa il suo schiavo. Rapporti tra padroni e celui-vi
Uno schiavo era considerato oggetto adisposizione del Laschiavitù
Convinto dell’obbedienza di Filemone (l'in21-25) padrone, che poteva servirsene a suo piacimento, senza su‑ in epoca
bire conseguenze penali. La manomissione o l‘affranca‑ imperial:
La lettera si chiude con le raccomandazioni finali (vv. mento non era un diritto delle schiavo, bensi dipendeva dal‑
21-22) e il poscritto (vv. 23-25). Paolo è persuaso, in nome la liberalità del padrone. E la stessa manomissione non li‑
dell’obbedienza dettata dall’amore e non della sua autorità berava dall’appartenenza al ceto originario.Agli schiavi non
apostolica, che Filemone esaudirù la sua richiesta; and farà
era concesso intraprenderela carriera civile epolitica,anche
più di quanto gli chiede. Di fatto la sua richiesta riguarda seerano utilizzati per le opere pubbliche.A causa della net‑
soltanto l‘accoglienza di Onesimo, masabene che Filemone ta separazione tra libero e schiavo, non era certo che, una
può concedere anche la manomissione al suo schiavo, ren‑ volta liberato dalle dipendenze del padrone,lo schiavo go‑
dendolo liberto. Al riguardo, però, non c’è alcun accenno desse di una vita più agiata. Nella maggioranza dei casi, la si‑
nella lettera: è lasciato alla liberalità del padrone.Le racco‑ tuazione peggiorava poiché si era costretti a vivere fra gli
mandan'oni epistolari riguardano la richiesta di un alloggio strati più indigenti della società. Per questo molti schiavi,
per Paolo ela preghiera che chiede alla Chiesa domestica di divenuti liberti,continuavano a servire i loro padroni anche
Filemone,affinché sia granato dal carcere o dagli arresti do‑ dopo la manomissione oppure si davano a forme di brigan‑
miciliari. taggio.
Sui saluti finali ci siamo soffermati a proposito della pri‑ In dipendenza dello stato sociale del padrone,la classe
gionia di Paolo; qui precisiamo che Epatra, Marco,Aristar‑ degli schiavi era diversificata: si va dagli schiavi rurali :) im‑
308 309

M m m m … " …
mimmiiiiiiiiiuiiuimi|miiiuiinuiimiimiiiun……iiimiimwmmin…… … u \

pegnati nelle campagne e nei lavori più gravosi (come nelle dall'allusione al debito contratto da Onesimo nei confronti
miniere),a quelli domestici e pubblici. Per questo il livello di Filemone,il primo è uno schiavo fuggitivo e non e invia‑
culturale degli schiavi era mutevole: la maggioranza era to del padrone, il caso è problematico, poiché Paolo è obî
analfabeta, ma n o n mancavano schiavi edotti, come il filo‑ bligato a rimandare lo schiavo dal padrone, altrimenti
sofo Epitteto,soprattutto quando svolgevano ruoli pedago‑ avrebbe subito un nuovo capo d‘accusa sulle leggi civili n e i
Glirchiavi gici per la prole dei padroni.A causa degli abusi subitio per confronti dei fuggitivi.
motivi esigenze naturali di libertà,si moltiplicavanoi casi di fuggi‑
tivi che ernigravano da una provincia all‘altra dandosi alla
latitanza e cercando di sopravvivere con la rapina. Nel Signore
Una volta catturato dalle autorità imperiali,lo schiavo La strategia persuasiva posta in atto da Paolo è diversa
doveva essere consegnato al padrone,che poteva decidere a da quella con cui Plinio il Giovane cercherà di persuadere
proprio piacimento quale pena infliggergli: dalla degrada‑ l’amico Sabiniano a proposito di uno schiavo fuggitivo: «lle‑
zione dei servizi sino alla condanna a morte. La pena capi‑ mitte aliquid adulescentiae ipsius, remitte lacrirnis, renutte
tale riservata agli schiavi era la crocifissione, soprattutto indulgentiae tuae» (Epistole 921,3)?
quando subentravano rivolte sociali, come nel caso di Spar‑ Per perorare la sua causa, Paolo n o n ricorre ad alcuna Melli
taco, in occasione della terza guerra servile (73-71a.C., do‑ amati
legge civile o religiosa,né tanto meno chiede la manonus‑ in Criiio
po quelle del 135 e del 104 a.C.),quando la rivolta fu sedata sione dello schiavo, bensì soltanto che Filemone riaccolga
con la crocifissione degli schiavi da Capua a Roma. in casa Onesimo. Il punto gravitazionale su cui costruisce il
Crirlùzne‑ Con gli sviluppi del movimento cristiano nelle città im‑ proprio appello e costituito dall’espressione «nel Signore»
ibn» periali, molti schiavi, liberti e artigiani iniziaronoa frequen‑ che allude a Gesù Cristo (v. 3). «In Cristo» (v. 8) Paolo può
: ichùzvi'àì
tare le Chiese domestiche dei loro padroni, assumendone rivolgersi con franchezza a Filemone e nello stesso Signore
naturalmente la religione del paierfamilias.'llittavia, poi‑ gli chiede di considerare Onesimo non come schiavo, bensì
che si tratta di un movimento clandestino e non riconosciu‑ come fratello amato sia sul versante umano, sia su quello
to dalle autorità imperiali,non era consequenziale che il pa‑ cristiano (v. 17).L’essere nel Signore trasforma dal di dentro
drone potesse irnporre la propria religione,né che lo schia‑ le relazioni umane e nega al livello della fede i rapporti tra
vo aderisse alla nuova forma di religione. L’assemione di padroni e schiavi. Filemone è un credente che ha già dimo‑
Gal 3,28 («Non c’è Giudeo né Greco,non c’è schiavo né li‑ strato la sua fede e il suo amore per il Signore Gesù e verso
bero,non c’è maschio e femmina») allude all’essere uno per tutti i santi (v. 5). Dall’altra parte Onesimo è generato da
la fede in Cristo, che da una parte nega le distinzioni tra Paolo in carcere (v. 10);e in forza della generazione alla fe‑
schiavi e liberi,dall’altra non intende abolire la struttura ci‑ de passa dall’essere inutile all’essere utile per Paolo e per Fi‑
vile imperiale. Per questo, in occasione delle assemblee cri‑ lemone (v. 1l ) .
stiane convenivano uomini e donne, schiavi e liberi che nel‑ L’orizzonte della condivisione della fede che accomu‑ L’amore«
la condivisione della paternità di Dio in Cristo si considera‑ fondamento
na Paolo,Filemone e Onesiino si trasforma in esigenza det‑
dell’elica
vano fratelli e sorelle nella fede, senza che l'istituzione del‑ tata dall’agàpe e non dal dovere. In fama della comune fede
la schiavitù fosse abolita.
In questo contesto, Paolo scrive a Filemone dagli arre‑ 1 «Accordi: qualcosa alla sua adolescenza, accorda alle lacrime, accorda alla
sti domiciliari e gli rinvia Onesimo. Se, come si può dedurre tua indulgenza».

310 311
nmuuuumuummi|miummmumummu…mm…-m……… … …

in Cristo, Paolo potrebbe esercitare una maggiore pressione cuore e nel timore del Signore.Il servizio per il Signore im‑
suFilemone,main tal caso sarebbe stato accusato di abuso plica quello per il proprio padrone. Dall’altra parteai pa‑
nei confronti del padrone a cui soltanto spetta la dedsione droni è chiesto di rendere quanto è giusto e di agire con
da assumere verso lo schiavo. D‘altro canto, il movimento equità verso gli schiavi perché per tutti c’è un Signore in cie‑
cristiano delle origini non era in grado di garanlire la ma‑ lo (Col 4,1).
nomissione degli schiavi. in questione n o n ela liberazionedi L’eguaglianza della fede nell’unico Signore, Gesù Cri‑ Condivi‑
Onesimo, bensì la sua nuova condizionein Cristo.Suquesto sto,è ripresa nel codice di Ei 6,5-9 dove l’attenzione è indi‑ riapre
della fede
primo ambito contenutistico torna attuale l’esortazione di rinata nuovamente sugli schiavi,esortati a obbedire nei con‑ ed
1 Cor 7,21‐22: «Sei stato chiamato da schiavo, non preoccu‑ fronti dei padroni come a Cristo (v. S). E poiché davanti a eguughiznza
parti; mase anche puoi diventare libero, approfittane piut‑ Dio non c’è preferenza di persona,i padroni sono incorag‑
tosto! Infatti chi è stato chiamato da schiavo e liberto del giati a n o n utilizzare forme di minacce verso gli schiavi (v.
Signore; allo stesso modo chi è stato chiamato da libero è 9). Evidentemente il fatto che le prime comunità cristiane
schiavo di Cristo». L’essere in Cristo per la fede relativim, fossero formate in prevalenza di schiavi, esponeva i padroni
senza abolire, sia la condizione del libero, sia quella dello al rischio di subire abusi in nome della condivisione della fe‑
schiavo perché conferisce un’eguaglianza fondata sulla fede de,che li rende tutti flatelli in Cristo. Per questo in 1Tm 6,1‑
che ha bisogno di diventare operosa nell’amore, altrimenti 2 e in Tt 2,9-10 gli schiavi credenti sono esortati & stimare
rischia di restare semplicemente teorica. con onore i loro padroni,senza disprezzarli perché sono fra‑
telli. Alcune strumentalizzazioni del messaggio paolino po‑
tevano indurre gli schiavi : contraddire in pubblico i padro‑
Fratel“ nella fede
ni ead appropriarsi dei beni che dovevano amministrare.Su
La Lettera a Filemone e una mina collocata al centro questi abusi le tradin'oni paolino cercano di arginare forme
del sistema civile che impedisce agli schiavi di essere consi‑ di rivendican'oninocive per quanti avevano aderito alla fede
derati fratelli e sorelle nella fede. La fratellanza accomuna Si comprende bene che la Lettera a Filemone, senza
tutti gli interlocutori della lettera.Per questo lacomunione chiedere la manomissione di Onesimo, innesca una fonda‑
della fede nell’unico Signore s’incama nell‘amore vicende mentale revisione nelle relazioni tra padroni e schiavi, al
vole (v. 6). In nome di tale oompartecipazione Filemone è punto che non sono più i padroni credenti,ma gli schiavi a
esortato ariacoogliere Onesimo in casa. Il confronto con le cercare di approfittare della condivisione della fede e della
fonti letterarie e le iscrizioni del tempo dimostra che il so‑ fratellanza con i padroni,
stantivo adelfés compare di rado a proposito delle associa‑
zioni cultuali, mentre attraversa diffusamente l‘epistolario
paolino.
Conclusione
Estendiamo gli orizzonti dell‘analisi sulle rivoluzionarie Tia contingenze e innovazioni la Lettera a Filemone di‑
conseguenze che la lettera innesca nel sistema imperiale, mostra come Paolo cercasse di calare in situazioni concrete ronnn'g m :
: rdu'avilù soffermandoci sui codici domestici della tradizione paolina. : innova‑
le conseguenze della fede in Cristo, che rende fratelli e so‑ zioni
Indicativoè che nel cosiddetto codice domestico o Haurta‑ relle, al di la dal sistema civile in auge sugli schiavi domesti‑
fel di Col 3,22-25 l’attenn’one sia rivolta anzitutto agli schia‑ ci e i fuggitivi. Contingente è che Filemone abbia uno schia‑
vi: obbediscano in tutto ai loro padroni, con semplicità di vo sul quale ha pieno diritto di gestione e che chiunque,

312 313
mumumuuuu|mumu mm…………….……………………… … … t

compreso Paolo,sia in dovere di consegnarlo al padrone. In‑ J.OOMBLIN, Lettera ai Colossesie Lettera a Filemone, Borla,
novativo è che l’unico Signore Gesù Cristo, professato in as Roma 1987;
semblea, obblighi il padrone a n o n restare indifferente di R. FABR!S, Lettera ai Filippesi. Lettera a Filemone (Scritti
fronte alla richiesta di Paolo di considerare il suo schiavo delle origini cristiane 11),EDB,Bologna 2000;
come fratello. Contingente è che uno schiavo fuggitivo non J.A.Frrzmna, Wie Letter lo Philemon (Anchor Bible 34C),
merita più la fiducia del padrone; innovativo e che per l’a‑ Doubleday,New York 2000;
desione alla fede lo stesso schiavo diventi utile per il padro‑ E. [nl-ISE, Le lettere ai Colossesi e a Filemone. Testo greco,
ne tanto sotto il profilo umano, quanto sotto quello cristia‑ traduzione e commento, Paideia,Brescia 1979;
no. Contingente è che uno schiavo sia proprietà del padrone R. PENNA,Lettera ai Filippesi. Lettera a Filemone,Città Nuo‑
a cui appartiene; innovativo e che sia visto come alter ego di va, Roma 2002;
Paolo, che dagli arresti domiciliari perora la causa di chi ha S.TAROCCl-l'l, Paolo. Lettere della prigionia. Efesini, Filippe‑
generato alla fede mediante il vangelo. si, Colossesi, Filemone (Dabar-Logos-Parola), Messag‑
La lotta del vangelo, per la quale Paolo si trova in cate‑ gero, Padova 2004;
ne, si decide non sulle contingenze che mutano con le rivo‑ K. WENGST, Lettera a Filemone. Traduzione, introduzione e
luzioni civili e sociali, bensi sulle innovazioni per cui uno commento (Studi biblici 157),Paideia, Brescia 2008.
schiavo non può essere trattato come bene mobile,bensi c o '
me fratello nella fede in Cristo. La lettera più contingente di
Paolo è anche la più innovativa rispetto alle giuste rivolu‑ Contribnfi
zioni successive a favore della dignità umana: essa costringe ] saggi e gli articoli contemporanei suFilemone si con‑
icredenù' a non schierarsi dalla parte dei padroni, ma degli centrano sulle coordinate sociali della schiavitù in epoca rm‑
schiavi, professando che l‘unico padrone della loro esisten‑ perale, dal punto di vista giuridico, economico e religioso
za è il Signore Gesù Cristo. (ci.M. Sordi). Un vivo dibattito hasuscitato il contributo di
P. lampe che. contro l’idea generale su Oneslmn come
schiavo fuggitivo.propone quella del conflitto tra a m i c i che
Bibliografia ragionata Paolo è invitato a risolvere. Con il metodo retorico la lette‑
re è scandagliata per il tessuto argomentativo che trasmette;
Commentari esegeflcl ed e spesso chiamata in causa per i contenuti di fratellanza
Per chiarire i contenuti della Lettera aFilemonei com‑ nella fede.
mentatori contemporanei cercano di approfondire l’isti ‑
zione civile della schiavitù in epoca imperale, che risultava SS. E m o n , «'Ihanks,but no thanks: Tau, persuasion, and
ben diversa da quella contemporanea.A riguardo si posso‑ the negotiation of Power in Paul’s Letter to Philemon»,
no consultare i commentari estesi di M. Barth e di H. in New Testament Studies 57 (2011) 51-64;
Blanke, di LA. Fitzmyer e di E. Lohse. Più brevi,ma altret‑ L GIUUANO, «“Per un momento” o “per sempre“? La fun‑
tanto densi sono i commenti di R. Fabris edi R. Penna. zione retorica del chiasmo in Fm 15»,in Rivista Biblica
Italiana 58 (2010) 355-369;
M. EARTH - H. BLANKE, Ilie Letter toPhilenwn,Eerdmans, J. MURPHY-O’OONNOR, «The Greeters in Col 4:10-14 and
Grand Rapids - Cambridge 2000; Phlm B-z4»,m Revue Biblique 114 (2007) 416‐426;
314 315
um…vmu….…………………… … … … .

P. LAMPE, «Keine “Sklavenflucbt“ des Ones'unus» in Zeit- &


î;l;riggir die Neutertamentliche Wissenschaft 76 (1985) VIII
A. l’i'l'l'l
ttA,«(Portiiieusìpersuadeunuomo? Rilevanz retori , | ettera ai Filippesi‑
e erana e a etteraafilemo »,' 11p … _ ‑
z……Saw-,,,-,eo,ogmpaufinjfpi;mgmfgdîji Il progresso del vangelo
ferrato 1998,279-301; nellè avversità
M. SORDI, Paolo a Filemone o della schiavitù,]…Book Mi‑
lano 1987. '

Il testamento di Paolo èla Lettera ai Filippesi.Come in Il


occasione di quello a Filemone si trova in carcere o agli ar. m f a n
resti domiciliari ehal’opportunità di ripercorrere la sua esi- ”””“”
stenza: dalla nascita all'incontro di Damasco e alle soffe‑
renze subite per Cristo.Forse la sua corsa sta per giungere al
traguardo e gli interrogativi diventano più essenziali. Come
affrontare il possibile esito della condanna a morte? Che
cosa lasciarein eredità a quanti sono definiti la sua gioia ela
sua corona”! E come incoraggiarli di fronte alle avversità che
incontrano nel loro ambiente civile? Sono le domande che
risuonano nella prolungata prigionia di Paolo e che affron‑
ta con la convinzione di aver speso tutto per Cristo e per il
vangelo. Ancora una volta è il vangelo il bene più prezioso
che consegna in testamento alla comunità di Filippi: ma un
vangelo che richiede un costante discernimento personale e
comunitario nel modo di valutare ciò che più conta per le
scelte decisive, Dall’inizio alla fine la lettera è attraversata
dalla gioia, intesa però non come sentimento, bensì come
condizione che neanche l’esito della condanna capitale può
turbare.
317
Paolo in prigionia prolungata In alternativa si è pensato alla prigionia di Cesarea Ma‑
rittima,che rimuove le obiezioni avanzate sulla precedente
Come al solito nella lettera n o n sono precisatiil luogo e prigionia.DagliAtti siamo informati che Paolo fu imprigio‑
la data della prigionia di Paolo. In essa si parla soltanto di un nato nel pretorio di Erode utilizzato come luogo di deten‑
«pretorio» (Fil 1,13) e di coloro che dalla «casa di Cesare» zione dalla guarnigione romana ( A t 23,35). A Cesarea Pao‑
inviano i saluti per i destinatari (4,22).Ma gli indizi sono ge« lo rimase per un biennio ( A t 24,27),in stato di custodia cau‑
nerici, poiché il termine praitérion (latinismo da praete‑ telare, che gli permise una certa libertà vigilata ( A t 24,23).
n'um) indicava qualsiasi stanziamento governativo a Roma L’ipotesiè poco seguita poiché è fondata soltanto sulla nar‑
e nelle città più importanti dell’impero. E «quelli della casa razione degli Atti e senza riscontri nelle lettere paoline.
di Cesare» comprendono non soltanto i familiari di Nerone, D’altro canto la distanza tra Filippi e Cesarea non è minore
ma anche gli schiavi e i liberti,impegnatia garantire il fun‑ di quella con Roma, che ha dato spazio all’ipotesi prece‑
zionamento politico degli interessi imperiali.Per questo sul‑ dente.
la città della prigionia di Paolo sono state avanzate tre ipo‑ Resta l’ipotesi romana, sostenuta dall’epoca patristica e Lapnkionia
tesi: Efeso (tra il 53e il 56), Cesarea Marittima (tra il 58e il romanu
da alcuni amanuen- che hanno tramandato la lettera. Così
61) eRoma (tra il 61 eil 62). aggiunge la superscriptio di El 4,23: « A i Filippesi fu scritta
Prigùml'u La prigionia efesina è sostenuta :: causa della breve di‑ da Roma» (codici B', 6); oppure «Ai Filippesi fu scritta da
adEfèrq stanza tra Filippi ed Efeso. L’interscambio delle notizie tra il Roma per mezzo di Epafrodito» (codici 075, 1739, 1881).1n
Cuma mittente ei destinatari favorisce Efeso come città della pri‑ tal caso la lettera fu composta tra il 60 eil 62 d.C, durante gli
:: Rama?
gìonia di Paulo. In verità nelle lettere autobiografiche e ne‑ arresti domiciliari menzionati in At 28,28-31. Le annotazio‑
gli Atti degli apostoli non si accenna mai a una prigionia efe‑ ni di F i ] 1,12-14 sulla predicazione di Paolo nel luogo della
sina. Gli accenni alle belve con cui ha combattuto a Efeso detenzione (domiciliare o pubblica) confermano la conclu‑
(1 Cor 15,31-32) e alla sentenza di morte subita in Asia sione degli Atti.
(2 Cor 1,8-9) non dovrebbero essere addotti a sostegno del‑ Sulla datazione e il luogo della prigionia di Paolo e de‑
la prigionia efesina, perché quando sono menzionati appar. cisivo il confronto con leìaltre lettere autoriali. Sela lettera
tengono al periodo precedente delle due lettere inviate ai fosse stata composta nella metà degli anni 50da Efeso, sor‑
Corinzi (53-54 d.C.). Comunque dalla lettera emerge una si‑ prenderebbeil silenzio sulla colletta per i poveri di Gerusa‑
tuazione di prigionia prolungata di Paolo,durante la quale lemme, che coinvolge le comunità della Macedonia (cf.
ha avuto occasione di dedicarsi alla predicazione del van‑ 2 Cor 8,1-5; D,1-2; Rm 15,26-27). L’argomento non sembra
gelo edi riscontrare consensi fra le guardie del pretorio (Fil custu-ingente, poiché è tratto dal silenzio; ma in questo caso
1,12-13). Nel contesto di una prigionia prolungata si spiega si tratta di un silenzio eloquente, seconfrontato con le let‑
l’esigenza di trattenere Timoteo e di rinviare Epafrodito a tere redatte durante i viaggi missionari. Probabilmente la
Filippi (2,19-30). E per la stessa ragione Paolo accetta il so‑ colletta e stata già portata adestinazione e non c‘è ragione
stentamento inviatoin da Filippi,data l’impossibilità di so per menzionarls in Filippesi.Poiché,come vedremo, Filippi
stenersi eon “ proprio lavoro (4,10-20). Ora non soltanto fu evangelimta da Paolo durante il secondo viaggio nus‑
mancano notizie su una prigionia di Paolo a Efeso,ma trat‑ sionan'o (tra il 49 e il 50 d.C.), e difficile sostenere chei con‑
tandosi di una carcerazione prolungata l’ipotesi efesina è trasti dei destinatari con i] loro ambiente civile (cf.Fîl 1,27‑
poco sostenibile. 30; 2,15; 3,19-20) si siano verificati dopo pochi anni giacché

318 319
riflettono la situazione di una comunità ormai radicata nel te dell’Occidente, era governata da un sistema militare oli‑
contesto urbano. Nella stessa direzione si pone l’annotazio‑ garchico. ]] sistema politico-forense comprendeva due ma‑
ne sugli aiuti economici inviati più volte dai Filippesia Pao‑ gistrati (duumviri iure dicundo),un manipolo di decurioni,
lo ( c l4,16). Infine la complessa tematica della giustificazio‑ ipretorianiei sacerdoti scelti per garantire il culto imperia‑
ne per la fede, appena accennata in 3,69, suppone una trat‑ le. Il dato è confermato dagli Atti, che, a proposito di Filip‑
tazione più ampia, come si verifica in Galati e in Romani. pi, menzionano hoi mategéi (At 1620.223538), che corri‑
Per tali ragioni riteniamo che la lettera fu composta e invia‑ spondono ai duumvin', ei rhabdùchoi (At 16.35.38) che pre‑
ta da Roma, durante gli arresti domiciliari o pubblici, agli eedevano con i fasci i magistrati nelle processione ufficiali.
inizi degli anni 60, in piena epoca neroniana. L’obiezione Fra i culti più attestati dalle iscrizioni rinvenute vanno L'ambiente
sulla distanza di 1500 kilometri tra Roma eFilippi non è in‑ segnalati quelli di Diana/Artemide, della Fortuna e della religiosa
sormontabile, poiché i viaggi tra una città e l’altra dell'im‑ Vittoria,di Silvano, di Dioniso, della Magna Mater e di Ci‑
pero erano più frequenti di quanto si pensi. bele. Nell’agro e stato rinvenuto un Asclépion, il santuario
dedicato adEscflapio/Asclepio,il dio della salute: risale al
IV sec. &C… edein auge nel periodo imperiale.Il rito del Ro‑
]] contesto romanizzato dei destinatari suliu, durante il quale si adornavano le tombe con le rose,
Nel I sec. dC. Filippi era denominata Colonia IuliaAu‑ era sviluppato nei villaggi circostanti. Naturalmente dalle
gusta Philippensis, titolo conferitogli da Ottaviano.Adagia‑ autorità civili era favorito il culto imperiale, con i santuari
ta nella pianura del fiume Cancides, circondata a sud-ovest dedicati al Divus Augustus e a Livia, Diva Augusta. rinve‑
dai monti Simbolo e Pangeo eanord-est dal monte Orbelos, nuti intomoal foro della città.
Filippi si trova sulla via Ignazia,& 16km dal porto di Nea‑ Circa la presenza di ebrei e del loroculto non sono per‑
Colonia polis (odierna Kavala). La città è sormontata dall‘acropoli venute fonti letterariee iscrizioni suuna comunità della dia‑
min/ina ed è attraversata dalla via Ignazia che forma il cardo massi‑ spora giudaica a filippi. Secondo la narrazione della cosid‑
mo. La denominazione Filtppoi.i (cf. 1 Ts 2,2; Fil 1,1; At detta «sen'one noi», in At 16,13 si precisa che «il sabato
16,12;20,6) risale a Filippo,padre di Alessandro Magno,che uscimmo fuori dalla porta lungo il fiume, dove ritenevamo
nel 356 a.C circa la fortificò evi fece costruire un teatro Nel che si facesse la preghiera». Fra le donne riunite c’è Lidia,
146 a.C. la provincia della Macedonia fu suddivisa in quattro commerciante di porpora e originaria di Tiatira ( A t
distretti eAnfipoli fu scelta come capitale a causa della mag‑ 16,14).'11mavia Luca presenta Lidia come «timorata di Dio»
giore vicinanza dalla costa. Nel I sec. d.C. la cittadina com‑ o attratta dal giudaismo,per cui si può dedurre che al tempo
prendeva circa 10.000 abitanti e copriva 45 su70 ettari del‑ di Paolo non c’era alcuna comunità giudaica della diaspora.
la pianura circostante, dove si erano stanziati circa 5.000 co‑ Su 1359 iscrin'oni provenienti dalla città e dai dintorni non
loni autoctoni, traci e greci, che erano stati spossessati delle c’è un’iscrin'one ebraica del I sec., mentre al I I I sec. d.C. ri‑
loro abitazioni urbane a favore dei colonizzatori romani. sale un’iscrizione tombale in cui si allude a una sinagoga.
Il diritto La sostanziale romanizzazione permise a Filippi il pri‑ Peraltro, quasi tutte le iscrizioni sono in latino, anche seil
italico vilegio dello ius italicum, con cui ai cittadini liberi era con‑ popolo continua a parlare in greco.
cesso di intrattenere scambi commerciali autonomi (in iure Purtroppo sulla prima comunità cristiana dell’Europa, La Chiesa
cessio) e di n o n essere gravati dalle imposte fondiarie im‑ fondata da Paolo alla fine degli anni 40 e gli inizi degli anni diFilippi
periali. Poiché si trattò di una delle cittadine più romanizza‑ 50, n o n abbiamo molti dati adisposizione.In A l t i si ricorda

320 321
che «salpati da 'Il'òade, facemmo vela direttamente verso litico-religioso, mediante i termini politéuerthai (compor‑
Samotracia e,il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filip‑ tarsi da cittadini,in 1,27) e poltteuma (cittadinanza o statu‑
pi,colonia romana e città del primo distretto della Macedo‑ to in 3,20),mentre per la prima volta nelNT il termine sotér
nia» (At 16,11-12). Pochi sono i nomi conosciuti dei primi o «salvatore»èscelto come attributo per GesùCristo (3,29).
cristiani di Filippi: in Fil 4,2-3.18 sono menzionati Epafro‑ Tuttavia quello di Paolo n o n èun manifesto anti-imperiale:
dito, Evòdia, Sintiche e Clemente. A questi si può aggiun‑ la menàone di «quelli della casa di Cesare» in 4,19 dovreb‑
gere Lidia, che però n o n è mai citata nelle lettere paoline. be evitare anacronismi di questo tipo nella metà del I sec.
Ignoti restano il nome del «congiunto» (rfizygos) di Paolo, d.C., per il semplice motivo che il movimento cristiano non
citato in 4,3, gli episkapoi o sovrintendenti e i didkonai o i presenta ancora i caratteri di una religione alternativa a
ministri di 1,11), gli apdstoloi o delegati delle Chiese della quelle riconosciute o, comunque, tollerate dagli imperatori
Macedonia scelti per gestire la colletta inAcaia (2 Car 8,24) come quella giudaica.’ I n il contesto di prigionia per il mit‑
e il carceriere che si convertì con la sua famiglia ( A t 16,32‑ tente edi avversità civile‐religiosa per i destinatari, la lette‑
33). Lo stato sociale noir molto elevato dei cristiani di Filip‑ ra e inviata per incoraggiare i Filippesi a proseguire con
pi è segnalato in 2 Cor 8,1-5 dove si accenna alla loro estre‑ Paolo nella corsa e nella lotta per l‘evangelo.
ma povertà econornicaflhttavia, nonostante la condizione
di povertà, i Filippesi si sono dimostrati generosi sia con la Disposizione e genere
loro partecipazione alla colletta, sia per gli aiuti economici
inviati a Paolo sin dalla loro prima adesione al suo vangelo Durante buona parte del XX sec. la Lettera aiFilippesi
(Fil 1,5; 4,16). e stata sottoposta a diverse ipotesi di frammentazione: se‑
Gli Nella lettera Paolo accenna ai suoi avversari (3,2-3) e a gnaliamo i passaggi che hanno portato a considerarla come
uvvmari quelli dei destinatari (1,27-30; 2,15; 3,18-19). Sul primo ver‑ il risultato di tre o quattro lettere redatte in tempi diversi e
dei filippzri sante la polemica è fra le più mordaci,poiché gli oppositori assemblate dai copiati del 11-11] sec. Per gli approfondimen‑
: di Paolo
sono defmiti persino come «cani»e «cattivi operai»: apper ti esegetici rimandiamo al nostro commentario.
Una prima frattura sembra verificarsi nel passaggio da Lettera
m. lativi che l'apostolo non ha utilizzato neanche in Galati.Pur» compilata
troppo, come al solito, Paolo non riporta i loro nomi, ma li 3,1a («Per il resto,fratelli miei,gioite nel Signore») a 3,1b-2
o integra?
consegna alla storia con una sorta di damnatio memoriae («Non è gavoso per me scrivere queste cose, ma per voi &
Probabilmentesi tratta di una vituperan'one preventiva,con rassicurante.Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi ope‑
cui cerca di porre in guardia dalla circoncisione, definita co‑ rai,guardatevi dalla mutilazione»). Come si concilia l’esor‑
me «mutilazione» (3,3). L‘ipotesi è confermata dall’assenza tan'one a gioire nel Signore con una vituperazione così vio‑
di una‘eornunità giudaica a Filippi. Invece, il secondo ver‑ lenta contro i suoi avversari? Lo spartiacque tra le due pro‑
sante di contrasti orienta verso l’ambiente civile-religioso posizioniha indotto alcuni adistinguere la lettera A (l’-il 1,1
di Filippi,dove gli avversari cercano di contrastare la diffu‑ ‐ 3,1a) dalla lettera B (3,1b ‐ 4,9).
sione del vangelo (3,18), Non è difficile ipotimre che nel‑ Una seconda frattura risalterebbe nel passaggio da 4,9
l’ambiente romanizzato della città i culti non riconosciuti («E quanto avete imparato,ricevuto,ascoltato e visto in me,
dalle autorità imperiali fossero osteggiati poiché si poneva‑ queste fate. E il D i o della pace sarà con voi») e 4,10 («Ho
no in contrasto con le associazioni volontarie legittime. Di gioito enormemente nel Signore perché già in precedenza
fatto soltanto in Filippesi Paolo utilizza un vocabolario po‑ avete fatto rifiorire il vostro modo di pensare per me...»).

322 323
Quando ormai la lettera si awin verso la conclusione natu‑ pilativa. In pratica non e sufficiente il passaggio dannteno‑
rale, s’incunea la pericope di 4,10‐20 dedicata agli aiuti eno‑ re all‘altro della lettera o l a posizione delle questiom eco»
nomici inviati dai Filippesi per mano di Epafrodito. Sorge nomiche per sostenere l’ipotesi di due o tre lettere unifica‑
così l’ipotesi di una terza lettera (lettera C). te in seguito ’Il-a le diverse ipotesi di compilazione e un‘in‑
Integrità Nonostante i tentativi per dimostrare la natura compi‑ tegrità perfetta,sostenuta da quanti compongonola lettera
d€lldllfllm lative di due o tre lettere, ricucite peraltro in modo malde‑ secondo composin'oni chiastiche o mutuate dai discorSi re‑
stro, diverse sono le motivazioni che orientano verso la na‑ torici antichi, proponiamo la seguente disposizione:
tura integra di Filippesi. Anzitutto la lettera è attraversata
da un sistema di termini rapportati fra loro: il «vangelo» Introdufione epistolare (Fil 1,1-11):
(1,5.7.12.16.27; 2,22; 4.3.15),1a «gioia» (1,4.25;2,2.2%4,1) e i l prescritto (1,1-2);
gioire (1,18.18; 2,17.18.28; 3.1;4,4.10),1a «comunione» (1,5; ringran'amento (1,3-11).
2,1; 3,10 ci anche il verbo «partecipare»in 4,15) e il verbo ]] corpus epistnln'e (Fil 1,12 ‐ 4,1):
«valutare» (francia in‘1,7; 2.2.5; 3,15.15.19; 42.10.10). Ori‑ il progresso del vangelo (1,12-30);
ginale in Filippesi è l’uso di parole composte dal prefisso esortazioni e mimesi di Cristo (2,1‐ 3,1a);
«con» (ryu): «con-imitare» (3,17),«con-forme» (3,21), «oon‑ elogio di see mimesi di Paolo (3,1b ‐4,1).
formare» (3,10), «oon-gareggiare» (1,27; 4,3), «con-unani‑ Conduxlnl: eplnolare (Fil 4,2-23):
me» (2,2), «col-laboratore» (2,25;4,3),«com-primera (1,73), esortazioni epistolari (4,2-9);
«commilitone» (2,25),«con-giunto» (4,3); «coni-partecipa‑ gli aiuti economici el’autosufficienza (4,10-20);
re» (4,14), «com-partecipe» (1,7) e «oon-gioire» (2,17.18). il posa-itto (4,21-23).
Le frequenze dei termini citati dimostrano che c’è una
sostanziale ripresa tra l’esordio di 15-11e il paragrafo fina‑ Sul genere della lettera sono state formulate diverse llgenm ‘
le di 4,10-20, a causa degli accenni al sostentamento econo‑ ipotesi: di amicizia 0 familiare, di ringraziamento per gli aiu- …!M…
mico di Paolo. Il cosiddetto inno cristologica di 25‐11 e ri‑ ti economici inviati a Paolo, deliberativa, dimostrativa, psi‑
preso per essere personalizzato da Paolo in 3,7-21. Su 1624 cagogica o orientata a guidare gli animi, esortativa edi eon‑
parole che compongono la lettera,si verifica la più alta per‑ soluzione per la situazione di prova che attraversanor de‑
centuale delle relazioni tra l’io o il noidi Paolo (49%) eil voi stinatari. Le proposte segnalate hanno il pregio di ev1den‑
dei destinatari (51%). Il criterio di quanto fa la differenza, ziare uno o più aspetti della lettera,ma a nostro parere non
introdotto in 1,10, e sviluppato con il motivo dell’unica ne colgono la natura generale.
realtà che conta in 1,18.27;2,2;3,13.L’istanza fondamentale Pochi studiosi rilevano che Filippesi è attraversata dalla
della mimesi o dell’inflazione di Cristo (2,5),diPaolo (1,30; mimesi o dall’esemplarità umana. Segnaliamo le tre modalità
3,17; 4,9) e dei suoi collaboratori (3,17) attraversa la lettera. non cui èevidenziatala mimesi umana in Filippesi:con il vo‑
Infine, gli eventi che coinvolgono Paolo e i destinatari non cabolario esplicito,implicito e per relazioni intenestuali tra
esprimono alcuni distanziamenti cronologici tra un para‑ una pericope e l’altra,Nel vocabolario esplicito della nume‑
grafo e l’altro,come invece sie verificato per 2 Corinzi. si rientrano i termini «co-imitatori» (symmtmetai in 3,17),
Pertanto anche se quasi certamente Paolo inviò più di «modello» (tipon in 3,17) e «assimilazione» (hamdiama in
una lettera ai Filippesi, riteniamo che non ci siano ragioni 2,7). Mediante parafrasil’esemplarità umana torna in 1,29-30
stringenti che obblighino aconsiderare la lettera come com‑ («Poiché a voi è stata data la grazia per Cristo, di n o n solo
324 325
|||lvllmulmi W . … … … … … … … … … … … … … …

credere,ma anche soffrire per lui, avendo la stessa lotta che cf. anche 6,5‐6; 7,6-9). Con la disposizione eil genere rileva‑
ora vedete e ascoltate in me»), in 2,5 («Questo valutate con to possiamo passare all’ordito della lettera,ricordando che
discernimento in voi come anche in Cristo Gesù») e in 4,9 il centro generativo si trova nell‘elogjo di Cristo Gesù di 2,6‑
(«Le cose che avete imparato, che avete ricevuto, che avete 11 e che in questione è come permettere al vangelo di
ascoltato in me, queste mettete in pralica»). Infine per rela‑ diffondersi nonostante e nelle situazioni di prigionia per
zioni interrestuali l‘esortazione a n o n badare «ciascuno ai Paolo e di sofferenza per i destinatari.
propri interessi» (2,4) riscontra l’esempio visibile in ’Iimo‑
teo: «Non hoinfatti nessuno con lo stesso animo, che si cu‑
rerà in modo sincero delle vostre cose; tutti infatti oercanoi
L’intreccio argomentativo
propri interessi, non quelli di Gesù Cristo» (2,20-21). E l’e‑ Come tutte le lettere paoline, Filippesi si compone di
spressione «fino alla morte» (médirithandru) di Cristo in 2,8 tre parti principali: l’introduzione (1,1-11), il corpo (1,12 ‑
è ripresa nell’elogio di Epafrodito: «A causa dell’opera di 4,1) e la conclusione (4,2-23).A sua volta il corpo epistola‑
Cristo e stato vicino alla morte (méchri thandm)» (2,30). re è dedicato al progresso dell’evangelo (1,12-30),alle esor‑
Cimiteri‑ Pertanto in ogni sezione della lettera è segnalata l’i‑ tazioni fondate sulla mimesi di Cristo (2,1 ‐ 3,1a) e all’au‑
stiche stanza della mimesi umana: il dato la distingue dal restante toelogio con la mimesi di Paolo (3,1b - 4,1).
della mimesi epistolario paolino, dove la sua incidenza e minore (of. 1Ts

1,6; 2,14; 1 Cor 4,16; 9,1-27; 11,1; 2 Cor 8,1-9; Rm 15,1‐7) e


Alla ricerca di quanto fa la differenza (Fil 1,1-11)
non è così pervasiva come in Filippesi.Purtroppo siamo ob‑
bligati a utilizzare il termine «mimesi» perché i sinonimi La sezione protocollare del prescritto e dei ringrazia‑
«copia»,«esempio», «imitazione» e «modello» ne sminui‑ menti introduce la lettera. In 1,1-2 sono riportati la titulatio
scono la portata. In realtà la mimesi umana non corrispon‑ con cui si presentano i mittenti (Paolo e Timoteo, schiavi di
Imitaziane dea una passiva riproduzione dell’originale, bensi riprodu‑ Cristo Gesù),l‘adscripiio rivolta ai santi in Cristo Gesù che
originale ce con originalità la relazione con quanti sono scelti come sono in Filippi ela salutatio con l‘augurio della grazia e del‑

….
: in cattività modelli. Tanto meno la mimesi è dettata dall’autorità del
la pace di Dio e di Gesù Cristo.
prototipo,bensì dall’assirrflazione che pone in relazione due lnsolito,rispetto agli altri prescritti paolini,è l'accenno Episcopi
: diaconi
o più persone. Il contesto di cattività che attraversano Pao‑ nell'adscriptio agli eplxkopm' e ditikonoi (v. lb), rispetto al
lo e i Filippesi lascia insorgere,in modo naturale, la mimesi quale sono state avanzate diverse ipotesi. Anzitutto si pen‑
di Cristo edi quanti seguono l‘esempio,pur non potendolo, sato a una glosse successiva, mutuata dalle lettere pastorali,
anzi non dovendolo mai riprodurrein modo pedante. Si po‑ dove per la prima volta nel NT si delinea il codice ecclesiale
trà obiettare che nell’epistolografia antica n o n è catalogata drea gli episcopi, i diaconi e i presbiteri (1 Tm 3,1-13; 5,1-2.
la specie della mimesi,mae sufficientesoffermarsi sulle Let‑ 17-19).’1bttavia gli episcopi e i diaconi di Fil 1,1b sono ap‑
tere a Lucilio di Seneca per rimuovere l‘obiezione: «Scegli pena accennati; e Paolo non parla mai nelle sue lettere del
uno di cui ti sono piaciuti la vita e le parole ein particolare ministero dei presbiteri o degli anziani. A causa della con‑
il volto, che lascia trasparire l‘animo; additalo sempre a te g'unn'one kai t r a i due termini, altri studiosi hanno proposto
stesso o come tuo custode o come esempio. Intendo dire che un’interpretazione attributiva del secondo sostantivo ri‑
abbiamo bisogno di un uomo alla cui insegna possiamo re‑ spetto al primo,nel qual caso sitratterebbe di un solo grup‑
golare il nostro comportamento» (Lettere a Lucilio 11,10; po di destinatari: gli episcopi che sono, nel contempo, dia‑
326 327
coni. 'Ilittavia, l’ipotesi godrehbe di dedito sealtrove si ac‑ condivisione del vangelo e approda alla compartecipazione
oennasse agli episcopi nelle lettere autofiali, mentre il caso del frutto della giustizia:un eufemismo per designare gli a i u ‑
di Fil 1,1b è unico. Per questo preferiamo distinguere gli epi‑ ti economici inviatiin da Filippi.L’espressione «accolta del‑
skopai dai diàkonoi e pensare a due forme di servizio n o n la vostra giustiziati (2 Cor 9,10) è stata utilizzata nel contesto
ancora ben definite. Con il primo termine si allude ai sorve‑ della colletta economica per i poveri di Gerusalemme.
glianti, impegnati nel custodire persone e beni della comu‑
nità; con il secondo ai ministri dediti al servin'o della predi‑
L’annuncio di Cristo e il progresso dell’evangelo
cazione e delle mense durante le assemblee cristiane. Certo
è che il ministero degli apostoli nellelettere paoline è più vi‑ (Fil 1,12-30)
cino a quello dei didkonai che a quello degli eptskopui, per Il tenore personale della lettera èevidenziato dalla pri‑ Notizie
personali
cui sarebbe improprio stabilire nelle lettere paolino un’e‑ ma sezione di 1,12-30,in cui Paolo comunica «le cose che
sulla
quazione tra gli eptskapoi di Fil 1,1b e i successivi vescovi. mi riguardano» (v.12) e spera di ricevere notizie su «le cose prigionia
E.mniiodi Il ringraziamento generale di 1,3-11 funge anche da che vi riguardano» (v.27). Così egli informa i destinatari sul‑ di Paolo
tiamin‑ esordio in cui s’intersecano i motivi del protocollo epistola‑ la propria situazione di prigionia (vv. 12-18).111ttav1a le no‑
mento re e del proemio retorico.Al primo versante sono ricondu‑ tin'e personali sono ridotte al minimo: non dice nulla sul pe‑
perla
mndi'vùione
cibili la formula di ringraziamento rivolta a Dio (v. 3a), il riodo,sulla città, sugli avversari che contrastano la sua pre‑
d:! vangelo motivo del ricordo nella preghiera di Paolo per i destinata‑ dieazione e sui capi d’accusa che gli sono rivolti. Come al
ri (v. 4) ela dossologia conclusiva del v. 11.Nelsecondo ver‑ solito i dati storici sono lasciatisullo sfondo per far risaltare
sante rientrano l‘orizzonte escatologioo (vv.6.10), il rappor‑ l’annuncio di Cristo e la diffusione dell‘evangelo.La dispo‑
to tra Paolo e i destinatari (vv. 7-8). la caprariu benevolen‑ sizione della sezione etripartita.di tipo circolare:
n'ae (w. 5-6) e l’uso dell‘inrinuatio con cui si accenna, in mo‑ (a) le notizie sulla prigionia di Paolo (vv. 12-18b);
do velato, alla compartecipazione dei destinatari a favore (b) Cristo il vivere di Paolo (vv. 180-26);
del vangelo e al loro sostegno economico ( w.5.11). Per 0 0 ‑ (a‘) le notizie sui destinatari e mimesi (vv.27-30).
gliere le allusioni agli aiuti economici inviafigliper mano di
Epafrodito basta anticipare la lettura di 4,10‐20, dove Pao‑ La parte mediana sul rapporto con Cristo è più impor‑
lo ringrazia ifilippesi per la loro oompartecipan'one alle sue tante, poiché raccorda la prima ela terza parte La relazione
necessità. Com‘è tipico di un esordio retorico,in 1,3-11sono con Cristo (vv.180-26) relativiua sia le situazioni di prova e
introdotti i termini principali che saranno ripresi nel corpo di sofferenza in cui si trova Paolo (vv. 12-18b),sia quelle dei
epistolare: l‘euanghélion (vv. 5.7), la chdris (grafia, v. 7), la destinatari,costretti a soffrire per Cristo nel loro contesto ci‑
kainonlu (compartecipazione, vv. 5.7), la charfi (gioia, v. 4), vile (vv. 27-30). Le connessioni tra i tre paragrafi sono at‑
l'agdpe (v.9) e il verbo franéin (valutare,v.7). Infine,il cri‑ tuate daalcune parole-gancioo mot-crochet di collegamen‑
terio per discernere quanto fa la differenza (m diaféram‘a) to. Così il verbo cMim'n (gioire) collega il primo al secondo
chiude il paragrafo (v. 10) e anticipa la principale posta in paragrafo (vv. 18b.c) e il motivo della presenza-assenza o
gioco per Paolo e i destinatari, accomunati dalla situan‘one della parurt'n-apusfa epistolare vincola il secondo al terzo
di cattività e di sofferenza per il vangelo. paragrafo (vv.26.27). .
Pertantola lettera è introdotta nell’orizzontedi una oo‑ Nella prima pericope Paolo informa i destinatari sulla
munione positiva tra Paolo e i destinatari che parte dalla sua determ'one per Cristo o per l‘evangelo Purtroppo,come

328 329
lmllllllllllllllI‘llIl…Il…Il…llltlllllllllllllrllllrllllrllllllllllllllllllllll“… … … u w

abbiamo rilevato,le notizie personali sono ridotte al minimo In Fil 1,21subentra uno dei paradossi più arditi di Pao- II
per cui quella di 1,12-18 non è una narratia vera e propria, Io,che lascia esterrefatti: Cristo è il vivere per lui e il morire W_adm0:
bensi un accenno al contesto di prigionia in cui si trova Pao‑ è un guadagno. Come si può sostenere che Gesù Cristo, 'évf‘î"
lo. Nonostante la sua carcerazione, molti fratelli sono inco‑ mono e risorto,sia diventato il vivere di Paolo che, di fatto, ! ";…
raggiati a parlare del vangelo ele sue catene per Cristo so‑ continua a vivere un’esistenza comune a tutti gli esseri uma- WM"…
no diventate note in tutto il pretorio. Così il vangelo si ni e che il morire sia visto persino come guadagno? L’affer‑
diffonde aprescindere dalle intenzioni benevole o malevo« mazione è ancora più paradossale di quella di Gal 2,20 («Vi‑
Criterio le nei confronti di Paolo.Al vertice della pericope è propo‐ vo manon più io; vive invece in meCristo".»),poiCbé llPao‑
della sto 11primo criterio di q…… crea 13differenza; conta l’an- lo spiega che allude al versante della fede nel Figlio di Dio,
dilîtfm;m nuncio di Cristo, senza lasciarsi w n d j z i m 5 dalle intenzio- mentre qui subentra anche quello della morte. Incisiva e la
gg:ng ni degli altri predicatori (v. 18). propos'zione di Fil 1,21dove Paolo utilizza il verbo «vivere»
il secondo paragrafo di 1,18c-26 si concentra sul rappor‑ con valore di soggetto all’infinito, per esprimere una condi‑
to tra Paolo e Cristo,il suo vivere, al punto che il morire e un zione permanente, che possiamo esplicitare con «sempre
guadagno. Una sorta di soliloquio, che però hadi mira la cre» per me il vivere e Cristo». Stridente e il contrasto con «il
scita nella fede dei destinatari, caratterizza uno dei brani più morire» per il quale utilizza l’aoristo aporhanéin: seil vive‑
elevati delle lettere paoline. Incornidata dal motivo della re Cristo e per sempre,il morire e di un attimo che segna il
gioia di Paolo e dei destinatari (vv.18c.25),la pericope si svi‑ passaggio dal vivere Cristo al restare per sempre con lui.
luppa in tre momenti,introdotti daaltrettante formule di co‑ L’uso del sostantivo kérdor ha suscitato un acceso di- Palleciparc
noscenza. Comunque Paolo sa che, nel caso muoia o viva, battito fra i commentatori: in che senso il morire è un gua- :‘fl’îim”
E mo !
Cristo sarà magnificato nel suo corpo (vv.19‐21); ma non sa dag-10 per Paolo? ] paralleli mutuati dalla letteratura greco‑ dandole
che cosa scegliere tra il desiderio di sciogliere le vele ed es‑ romana hanno indotto alcuni a sostenere la prospettiva del‑ tenia
sere con Cristo e il rimanere nella carne a beneficio dei de‑ la «nobile morte» o del suicidio in 1,21.Così nell‘Antigonedi
stinatari (vv. 22-24); esache resterà ancora in vita per poter Sofocle asserisce la protagonista: «Chi infatti vive fra molti
nuovamente raggiungere la sua diletta comunità (vv.25-26). mali,come me,in che modo questi non porta guadagno (kér‑
Nel contesto della gioia per la diffusione del vangelo dos) morendo?» (Antigone 463-464). Il motivo della morte
Paolo si appropria di due situazioni che chiarificano.in mo‑ come guadagno e diffuso nell'ambiente greco-romano ed
do parziale,le sue affermazioni.In 1,19evoca il linguaggio di ripreso da Euripide, Medea 145: «Quale guadagno per me
Giobbe per sostenere che «questo servirà per la mia salvez‑ vivere ancora? Ah! Con la morte possa io mettere fine a
za» (Gb 13,16 LXX).Tra la condizione di Giobbe e quella di questa odiosa esistenza» (cf.inoltre Platone,Apologia di Sa»
Paolo si verifica una significativa analogia: entrambi si tro‑ crate 32,40C-D; Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche
vano sotto accusa per una giusta causa e sono convinti che la 15,158;Cicerone,Disputazioni Tusmlane 30,74; Seneca, Let‑
salvezza può venire soltanto dal Signore. Tuttavia, mentre tere a Lucilio 115,14).Per questo si può pensare all’uso del
con la sua apologia Giobbe chiama in causa Dio stesso,?ao‑ m o r i lucrum in Fil 1,21.’Ibttavia il contesto di 1,12-30 e il
lo si vede sostenuto dal Signore Gesù Cristo, per cui in 1,19 motivo del morire come guadagno sono ben diversi dalla
manca il contesto polemico di Gb 13,16.Per questo si tratta prospettiva del suicidio. Non è fortuito che il motivo sia
di una citazione indiretta di Gb 13,16 e non è introdotta da espresso non a causa delle sofferenze per la carcerazione,
alcuna formula paolina per le citazioni dirette dell’A'l‘. bensì dal rapporto con il vivere Cristo e con la gioia che gli

330 331
Hm…ilmmmm……www…

procura la diffusione del vangelo. La ripresa del sostantivo l’obbedienza della fede e l’umiltà.La seconda sezione di 2,1
kérdos (guadagno) e del corrispondente verbo kerdtiino ‐ 3,1a sposta l’attenzione dalle notizie epistolari tra Paolo e
(guadagnare)in 3,7-8 dimostra quanto sia estranea &Paolo i destinatari della sezione precedente al fondamento custo‑
la visione del suicidio rispetto al desiderio di guadagnare logioo della vita cristiana e presenta la seguente disposi‑
Cristo. D’altro canto in 1,25-26 sostiene che spera di restare zione:
ancora in vita per la gioia e la crescita nella fede dei desti‑
natari. Pertanto interpretare la proposizione di 1,21nell’o‑ a) esortazioni (2,1‐4);
riuonte della nobile morte o dell’eutanasia significa frain‑
b) esemplarità di Cristo (25-11);
tendere e strumentalizzare la ragione uistologica che l’ha
a‘) esortazioni (2,12-18);
generata: soltanto nella dimensione in cui Cristo èil vivere
c) esemplarità di Timoteo (2,19-24);
di Paolo, la morte non è più vista come nemico (cf. 1 Cor d) esemplarità di Epafi'odito (2,25 ‐ 3,1a).
15,26),ma persino come guadagno. ] primi tre paragafi della sezione sono disposti in forma Dall'ann‑
Una mimmi L‘intensa paragrafo di 1,18c-26 ingenera l’ultima peri‑ circolare tra le esortazioni di 2,1-4 (a), l’esemplarità di Cri‑ plan'l/i
di cm
giù in una cope della sezione dove, informato sulla situazione dei Fi‑ sto Gesù in 25-11(I)) ele esortazioni consequenzialidi 2,12‑ aquella dei
lippesi, Paolo li esorta a comportarsi da cittadini degni del 18 (a'). I due restanti brani sono dedicati agli elogi di Timo‑ collabora‑
vangelo di Cristo (vv. 27-30). Purtroppo anche in questo ca‑ teo (2,19-24) e di Epakodito (2,25 ‐ 3.1a). Il centro conte‑ tnri di Puola
soaccenna soltanto alle sofferenze che i destinatari sono co‑ nutistico della sen'one è costituito dall’esempiarità di Cri‑
stretti a fronteggiare nel loro contesto civile e religioso, sto Gesù che si raccorda alla pericope precedente mediante
mentre l’attenzione e rivolta alla soliditl della loro fede. Per il motivo dell’umiltà e alla seguente con quello dell’obbe‑
la prima volta è introdotto nella lettera il motivo della mi‑ diem. A prima vista sembra che gli elogi per Timoteo ed
mesi: i destinatari stanno sostenendo la sua stessa lotta di Epafrodito siano un excursus a parte. In realtà la loro pre‑
cui ora sono stati informati (v.30). Per adesso Paolo non ha senza si spiega per l’esemplarità che hanno dimostrato r i ‑
bisogno di esortarli aimitarlo,mala loroimitazionesi sta già spetto all’altniismo radicale segnalato in 2,4 e reso visibile
realizzando senza essere richiesta. La comune condizione nell’itinerario compiuto da Cristo Gesù. Pertanto, poiché
di sofferenza edi cattività haingenerato,in contesti diversi, longum iter est per pmecepta, breve et efficax per exempla,
una mimesi naturale che assimila nelle differenze… Per que‑ come sostiene Seneca nelle Lettere 6,5,1l’esemplarità irrag‑
sto non è l’etica a generare l‘imitazione umana, bensì la g'ungibile di Cristo Gesù e quella immediata di Timoteo edi
conformazione a Cristo che condividono Plolo ei Elippesi; Epafrodito fondano le esortazioni etiche di Paolo. .
la sezione successiva approfondirà la centralità dell’imita‑ Il primo paragrafodi 2,1‐4 funge da esordio della seno: Cataloghi
zione di Cristo per la vita dei credenti… neede composto con uno stile particolarmente solenne. Di divizi evirtù
seguito èriportatoun cumulo (figura retorica del sorite) di
La mimesidi ein Cristo (Fil 2,1‐ 3,11) valori o virtù. Si procede dall’incoraggiamento, al conforto
dell’amore, alla comunione dello Spirito, alle viscere di mi‑
In condizioni di cattività non bisogna smarrite i punti sericordia, al valutare nello stesso modo, all’unanimità e al‑
di riferimento per affrontare le avversità; e l’unico punto di
riferimento per Paolo è Gesù Cristo dal quale scaturiscono ‘ «…La via che si snoda attraverso i precetti è lunga,breve ed efficace quella
i valori più autentici: l’aglipe, l’unità tra i fratelli, la gioia, mediante esmipi».

332 333
l’umiltà. Nel cumulo contrario si accenna ai vizi della riva‑ continui a definirlo, per convenzione, come inno, sarebbe
lità, della vanagloria e alla cura dei propri interessi. La spro‑ più opportuno pensare aun elagium dalla prosa elevata che
porzione a favore dell’elenco delle virtù, rispetto a quello nel nome «Signore GesùCristo» (v.11) giunge al vertice. .
dei vizi, dimostra come la vita comunitaria dei Filippesi pro» Conferriane
Dibattuto èl’ambiente vitale che ha generato l‘elogio di
di fede
ceda in modo sereno e n o n registrile contese che si rifletto‑ Cristo: può essere sorto sia nell’ambiente giudaico-palesti‑
no in 1 Corinzi e Galati dove le liste dei vizi predominano su nese, sia in quello della diaspora giudaica (Roma, da c u i la
quelle delle vinix (cf.1 Cor 6,9-10; Gal 5,19-26). lettera in redatta e inviata).Più precisamente “.è pensato a
Lo stesso Al centro dell’elenco delle virtù e dei valori e posto il un elogio sorto in contesto eucaristico, battesnnale, cate‑
modo verbo che descrive l’unica cosa che conta: franéin; lo stesso chetico e martirologico.A causa del verbo examologhétri
di valutare verbo collega, m m e parola-gancio, l’esordio di 2,14 all’e‑
che esprime la professionedi fede nel nome k9n'os al v. 11,il
sempio di Cristo Gesù (v. 5). Più che alludere al sentire e ai contesto martirologioo o della testimonianza per la fede è
sentimenti,il verbo esprime il modo di valutare per essere in quello più condiviso fra i commentatori. .
!! nom:
grado di discernere l’unica cosa che conta. Circa l’orizzonte Tuttavia l‘elog’o di Cristo non e una meteora disanco‑ Signore
del valutare con discernimento, del vocabolario imparenta‑ rata dal contesto, bensì riteniamo che l’intera lettera Sla sta-_
to con il sostantivo frénesis, è indicativo quanto scrive Cice‑ ta intessuta intorno a questo nucleo centrale. Sufficiente e
rone nel De officiis 1,43: «…I greci chiamanofr6nai's e che io evidenziare l’uso del termine kjn‘ns in Filippesi per renderî
definirei la conoscenza di ciò che si deve cercare o fuggire». si come che quanto precede (1,1 - 2,5) prepara l’elogio di
Natura Così Paolo introduce uno dei paragrafi più elevati del‑ Cristo, e quanto segue (2,12 - 4,20) ne trae le conseguenze
pre-paolina le sue lettere,dedicato all’elogio di Cristo Gesu: un testo che per la vita di Paolo e della sua comunità (ci. l’uso di kjnos in
dell’zlogio attraversa la storia della teologia per la sua densità. L’elogio
1,2.14',2,19.24.29; 3,1.820; 4,1.2.4.5.10.23), . .
di Crùto
Gen)
di Cristo Gesù (vv. 6-11) si compone di due parti: nei vv. 6‐8 Il contesto immediato di 2.1-18 conferisce all‘elogm di
è descritto l‘itinerario discendente di Cristo Gesù fino alla Cristo un orizzonte esortativo che gli è estraneo, ma che as:
morte di croce; nei vv. 9«11 subentrano l‘esaltazione eil no‑ sume nella riformulazione paolina. Sul diventare umile dl
mekjrios conferitiin daDio. Laconclusione dossologica Cristo sino alla morte (v.8)si fonda il valore dell‘umiltà ec‑
(per la gloria di Dio Padre, v. 11b) distingue l’elogio di Cri‑ clesiale nel considerare gli altri superiori a sestessi (v. 3); e
sto dal contesto successivo. sulla sua obbedienza (v. 8) s’innesta l’obbedienza dei destr‑
La critica letteraria del XX sec. ha dimostrato che l'elo‑ natari (v. 12). La ripresa maggiore dell’elogio si verifica in
gio non e di origine paolina, ma risale alla tradizione eccle‑ 37-21dove l’autoelogiodi Paolo segue il paradigma di 2,6‑
siale precedente.Di fatto il linguaggio ricercato, la scansio‑ 11. Il cursus pudurum o del disonore intrapreso da Cristo Dn! cursus
honorum
ne sulle tre fasi della cristologia (la preesistenza,v. 6; la la?‑ Gesù, sino alla morte di m o e ,conforma quello di Paolo che, al mutui
nosis o l’umiliazione sino all‘assimilazione dell’intera realtà pur potendo intraprendere un cursus honorum degno del pudorum
umana, compresa la morte, vv. 7-8; e l’esaltan'one operata plauso civile ereligioso,ha con-dermo spazzatura tutu : p r i ‑
daDio,vv. 9-11) eil silenzio circa l’oriuonte salvifico dimo‑ vilegi acquisiti nella sua carriera. .
strano che il paragrafo non appartiene ad alcun sistema cri‑ Dall’elogio di Cristo Gesù finisce il nuovo paragrafo
stologico paolino. In pratica il brano non si sofferma su esortan'vo di 2,12-18 che con il motivo dell‘obbedienza si ag‑
quanto Cristo Gesù ha fatto per noi,bensì sul suo itinerario gancia a 25-11e con quello della gioia condivisa tra Paolo e Obbedienza
: gioia
storico e su quanto Dio ha compiuto per lui.E nonostante si i destinatari riprende il fi l o di 2,1-4. Una serie di varia al‑
334 335
l’imperativo collega i due nuovi elenchi di virtù e vizi. Da 'Iìittavia, per il momento Paolo decide di n o n privarsi
una parte si trovano l’obbedienza,il timore, il tremore e la di'l'îmoteo per ricevere notizie sui destinatari; sceglie i n v e ‑
benevolenza (vv. 12-13),dall‘altra le mormorazioniele oon‑ ce di rinviare Epafrodito,l’altro suo collaboratore. In 4,18
troversie (v. 14). Come in 2,1‐4, le virtù predominano siii vi‑ saremo informati che Epatrodito proviene dalla stessa co‑
zi, main 2,12-18 cambia l‘orizzonte in cuii duebrevi catalo‑ munità di Filippiedè stato inviato dalla Macedonia per con‑
ghi sono formulati: quello escatologico del «giorno di Cri‑ segnargli il loro sostegno economico (2,25).1ntanto Epa‑
sto» (v. 16) che richiama l‘apocalittico «giorno del Signore» trodito si è ammalato gravemente ei Filippe5i sono in ansia
(riferito a Dio). In quell‘occasione Paolo e convinto che po‑ per le sue oondin'oni di salute. Allora Paolo decide di r i n ‑
trà vantarsi della perseveranza nella fede dei Filippesi. La viarlo a casa e chiede di riaccoglierlo con gioia. Purtroppo,
prospettiva escatologica lo induce a evocare in 2,15a il pas‑ come al solito, Paolo sorvola sulle circostanze nire hanno
sodi Dt 32,5 (LXX) dove si accenna a una «generazione di‑ portato Epafrodito a rasentare la morte, mentre si effonde
storta e perversa»e in 2,15b-16 quello di Dn 123 a proposi‑ in un elogio atutto campo,cosi dapresentarlo come model‑
L’alhuimw
to di coloro che, come“ le stelle del cielo, tengono ferma la lo ancora più prossimo.Uno di loro è scelto per eVidenziare
generoso
parola di vita. come l’altruismo radicale di Cristo Gesù che spoglio sestes‑
La vim La pericope si chiude con la metafora della libagione, so sino alla morte non e stato isolato, ma si è ripetuto, con
Mm! espressa mediante il verbo spéndomai (v. 17). ’Ibrna cosi tutte le differenze, nella vicenda di Epafrodito che ha ra‑
Iibngimi: l’accenno alla morte,introdotto in 1,18c-26;e,corne nel bra‑ sentato la morte per l’opera di Cristo (v.30). Il motivo della
no precedente, Paolo non la subisce in modo passivo,ma at‑ gioia, che haattraversato la seconda sezione, torna nelle ul‑
tivo, senza pensare neanche lontanamenteal suicidio. Il rito time battute (3.1a) per lasciare il posto all‘ultima sezione
della libagione, compiuto con il sangue o con il versamento del corpo epistolare.
dell’olio e dell’acqua e diffuso nell‘ambiente greco-roma‑
no,e adattato da Paolo alla propria esistenza spesa per Cri‑
L’elngio el’imitazionedi sé( E ] 3,1b - 4,1)
sto e per il sacrificio della fede dei Fdippesi.îlittavia,come
in 1,18c-26,non sono le sofferenze a causare ln libagione di Una prodiortosio precauzione retorica introduce la se‑ Autobio‑
Paolo, bensì la gioia vissuta e condivisa dai destinatari. zione di S,“) ‐ 4,1: non ?:gravoso per Paolo scrivere quanto rafia esemplare
Elogidi Con Seneca abbiamo rilevato che, mentre il percorso leggeranno, ma è rassicurante per loro e il consolidamento
Timoteo etico dei precetti o dell'etica e lungo,quello che si raffigura della loro fede (3,11); 4,1). L’uso della precauzione cinema‑
ed con gli esempie breve.Per questo in 2,19‐ 3,11: Paolo coglie sario quando s’intende parlare di séper convincere i desti‑
Epafmdl'ta
l’occasione delle notizie epistolari per intessere gli elogi di natari :: stare dalla propria parte e non da quella degli av‑
Timoteo (vv. 19-24) edi Epafrodito (vv.25‐30). Il primo eol‑ versari. In verità abbiamo riscontrato alcuni a c c e n n i di au‑
laboratore, introdotto già nel prescritto della lettera (1,1),è toelogio in 1,27-30 dov’è stato introdotto il primo motivo
presentato come fedele servitore del vangelo L’elogio di'lì‑ della mimesi o imitazionedi Paolo.Ora decide di parlare di
moteo èintessuto a causa del suo altruismo per Cristo e per séin modo più ampio,affinché i destinatari continuino a imi‑
i Filippesi.Così l’esortan'one anon curare i propri interessi, tarlo, nonostante l’an’one contrastante dei suoi oppositori.
ma quelli degli altri in 2,4 riscontra in Timoteo un modello Introdotta dalla precauzione sul consolidamento della
vivente e noto ai Filippesi,poiché hapartecipato con Paolo fede dei destinatari (3,1b),la sezione di 3,1b ‐ 4,1si compo‑
alla loro evangelizzazione (At 16,1‐15). nedi tre parti:

336 337
u…...…..…x………mm…………… … …

a) la vituperazione contro gli avversari (vv.2‐4a); to di séche coinvolge i destinatari. Pertanto riteniamo che la
b) l’autoelogio (vv.4b-16); vituperaziorre di 324 sia di tipo preventivo,affinché i Filip‑
a‘) l’imitazione e anti-imitazione ( w.17-21). pesi assumano le distanze dai suoi avversari.
L’autoelogìo vero e proprio inizia con il v. 4b, si chiude Olrflclllrrm
La disposin'one della sezione è circolare, come dimo‑ con il v. 16e abbraccia l’intera esistenza di Paolo: dalla cir‑
vitae
stra l‘uso dei pronomi: nella prima e nella t e r m parte domi‑ diPula
concisione all’ottavo giorno di nascita sino al presente del‑
na la I persona plurale, mentre nella seconda subentra la I la sua corsa verso il premio che spera di ottenere con la par‑
surgelate di Paolo. Il passaggio da 3,2-4a a 3,4b-16 e segna‑ tecipan'one alla risurrezione di Cristo. In sintonia con le al‑
to dal motivo della fiducia nella carne che funge da espres‑ tre sezioni autobiografiche su cui ci siamo soffermati, il pa»
srone gancio. Il terzo paragrafo si distingue per il solenne ragrafo di 3,4b-16 conferma che Paolo e ebreo, proviene dal‑
«co-rmitatemi fratelli» del v. 17edè ancorato al secondo con la tribù di Beniamino,è stato irreprensibile rispetto alla giu‑
la metafora agonistico‐sportiva di 3,12-16 e 4,1. sfida per mezzo della Legge, haperseguitato la Chiesa (di
p…“. . Per quanto riguarda il genere, si tratta di una periauto‑ Dio).Ttrttavìa acausa di Cristo la sua vita hasubito una svol‑
mnlngia logra o dell‘autoelogio iinalineto all'imitan'one dei Filip‑ ta imprevista e decisa: ha considerato tutto spazzatura di
pn pesi: abbiamu riscontrato lo stesso genere in 1 Car 9,2 Cor
l'iMitazione fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo, sua Signore.
11,1‐ 12,10 e in Gal 1,13 ‐ 2,21.“[lrttavia in Fil 3.1b-16 Pao‑ A questi dati, che si riscontrano in 2 Cor 11,22; Gal 1,13-16
lo nonncorre all’autoelogio per difendere sestesso o il suo e in Rm 11,1,1a pericope di F1] 3,4-16 aggiunge l‘origine fa‑
vangelo, come in 2 Cor 11,1- 12,10,bensì per indurre i E‑ risaica di Paolo: uno dei movimenti più importanti e in‑
lippesr acontinuare a inritarlo nel rapporto con Cristo. Per fluenti nella Palestina del 1sec. d.C. e a cui abbiamo accen‑
questo in 3,17-21 l’autoelogio approda nella mimesi positi‑ nato nell’intmduzione generale alle sue lettere.
va di Paolo e dei suoi collaboratori e in quella negativa dei Paradossale è il suo curriculum vitae: quanto ha acqui‑ Il paradosso
suor avversari. Inoltriamoci, dunque nell’originale curricu‑ alaperdta
stato in credito. prima di essere stato conquistato da Cristo, : dei
lum vitae di Paolo. è ritenuto perdita espazzatura, mentre diventa conquista la guadagni;
Lu vitupe . La sezione di 3,1b ‐ 4,1 inizia con la vituperazione più conoscenza di Cristo, suo Signore. Il paradosso delle scelte
razione vrolenta, intentata da Paolo contro i suoi oppositori. In 3,2‑ operate da Cristo Gesù in 2,6-11, il quale non ha considera‑
com gli 4anon esita adefinirli come cani, cattivi operai emutilazio‑
uvver.mri to possesso geloso la sua condizione divina ma si è umiliato
ne: tre termini che alludono a persone cirooncise,ma che in
sino alla morte di croce, siripercuote nella vita di Paolo ela
quanto operai si dedicano alla predican'one e sono conside‑ conforma: a lui e diventato e continua a essere conforme
ratr rmpurr, come i cani nell’ambiente giudaico. Molto pro‑ nella morte, in vista della partecipazione alla sua risurre‑
babrlmente si tratta di credenti di origine giudaica che con‑ none.
trastano la predicazione di Paolo chiedendo la circoncisione, Tlrttaw'a per autoelogiarsl senza suscitare reazioni con‑
per non incorrere in forme d’impurità religiosa.Il tono vee‑ trarie è necessario riconoscere i propri limiti, altrimenti si
mente della vituperazione si spiega, anche senon è giustifi‑ rischia di essere visto come un millantatore o un miles glo‑
cato, per le avversità che Paolo ha dovuto subire sino alla riarus. Così per antidosi o per attutire l’autoelogio,Paolo ri‑
carcerazione. Contro le qualifiche degli avversari, Paolo conosce di non essere ancora giunto alla meta; è piuttosto
considera i credenti in Cristo come la vera circoncisione,ori‑ come un atleta nello stadio alla ricerca del premio della
gmata dallo Spirito e non dalla carne,per introdurreun van‑ chiamata superiore di Dio in Cristo Gesù. Il linguaggio me‑
338 339
taforico della corsa è efficace e plastico poiché presenta non è soltanto futura, ma è già operante nel presente in
Paolo senza alcuna forma di rimpiantoo di ritorno al passa‑ quanto appartiene ai cieli (v. 20). N e l riscrivere la seconda L’atleta del
Jalvatarz
to, protesocom’è verso il premio finale. Imperfetto nella parte dell’elogio di Cristo, Paolo aggiunge il predicato «sal‑ G u i ) Cn'iii)
meta da raggiungere e non già acquisita,Paolo vede nell’es‑ vatore» (sotér) a Gesù Cristo suo Signore. Nella tradizione il Signore
sere perfetti coloro che con e comelui non si voltano indie‑ paolina di Ei 5,23; 2 Ti n 1,10;Tt 1,4; 3,6 lo stesso predicato
t r o nella corsa, ma proseguono sino alla fine, nonostante le diventerà un vero titolo cristologico.La portata cristologica
avversità che incontrano. del termine è importante giacché n o n rientra tra gli attribu‑
Modelli ' L‘io di Paolo coinvolge il noi che condividono icreden‑ ti messianici di Gesù,ma soltanto di Dio. L’attribuzione del
negativi ti; così nell‘ultimo paragrafo di 3,17 ‐- 4,1 l’autoelogio ap‑ termine a Gesù Cristo si deve al contesto dei culti imperiali
proda nella mimesi o nell’imitazione di Paolo e di quanti si diffusi nel I sec. che attribuivano all’imperatore la salvezza
comportano nello stesso modo. N e i vv. 18-19 subentra una dei cittadini. Per questo l’ambiente romanizzato di Filippi
nuova forma di vituperazione contro gli avversari che però deve aver influenzato sul conferimento di satér non all‘im‑
sembrano diversi da Quelli di 3.2‐4. Questa volta si tratta di peratore,bensìa Gesù Cristo.
nemici della croce di Cristo. che hanno il loro ventre come La sezione dedicata all’autoelogio con finalità esem‑ La covoni:
di‘ Paulo
idolo e pensano alle cose mondane.La ripresa di alcuni ter‑ plari si chiude con il motivo della gioia e della corona, che,
mini riscontrati in 1,27‐30; 2,15 per descrivere gli avversari nel contesto della metafora agnostico-sportiva, assumono
dei Filippesi, nel loro contesto civile, orienta verso nemici rilevanza personale. Come iTessalonicesi (1Ts 2,19), i Fi‑
contrari al movimento cristiano. Così Paolo stabilisce una lippesi sono la corona di cui Paolo potrà vantarsi alla fine
fusioriÈji' orizzonti tra i suoi avversari, cristiani e prove‑ della sua corsa (Pil 4,1). Non gli interessa la corona di allo‑
mentr giudaismo, e i nemici che a Fili ' ' ro o di sedano, riservata ai vincitori delle corse di atletica.
comunità cristiana. p p i ostaggano la bensì quella fatta di persone che con lui restano saldi nella
All'esempio negativo di avversari e nemici si oppone fede,e proseguono verso la meta (v. 16).
quello positivo che accomuna Paolo,i suoi collaboratori e i
Filippesi. Lo spartiacque tra i due schieramenti e rappre‑
sentato dall‘orizzonte escatologico o dallo sguardo verso la Esortazionl finali e poscritto ( F i l 4,2-20)
mèta: il cielo da dove i credenti attendono il Signore Gesù Come da canovaccio epistolare,la terza parte della let‑
Cristo come salvatore (v.20). Nei vv. 20-21Paolo sembra ri‑ tera comprende le raccomandazioni finali (4,2-9) e il po‑
scrivere l’elogio di Cristo, personalizzando per sée per i Fi‑ scritto (4,20«23).1bttavia fra i due paragrafi Paolo inserisce
lippesi la parte conclusiva di 29-11. Con la sua signoria, Cri‑ il brano dedicato agli aiuti economici che i Filippesi gli han‑
sto Gesù ha il potere di sottomettere a sétutte le cose (quel‑ no inviato per mano di Epafrodito ( w. 10-20).Una serie di
le dei cieli, della terra e sottoterra) e di trasfigurare il mise‑ raccomandazioni brevi in 4,2-9 prepara la tematica sugli aiu‑
ro corpo dei credenti. Forse è opportuno precisare che il eor‑ ti economicidi 4,10-20 per chiudersi con il poscritto di 4,21‑
po dei credenti ha già iniziato a essere conformato a quello 23. Peraltro non è fortuito che le questioni economiche sia‑
glorioso di Cristo: una conformazione che prosegue nel pre‑ no trattate da Paolo verso la fine delle sue lettere e non al‑
sente partecipando della sua morte,mediante la comunione l’inizio o nel mezzo.Abbiamo osservato che l’iniziativa del‑
alle sofferenze (cf.3,10), e giungerà al suo epilogo con la tra‑ la colletta per i poveri di Gerusalemme e affrontata verso
sfiguraZione finale. Per questo la cittadinanza dei credenti l’epilogo epistolare, come in 1 Cor 16,1-2', 2 Cor 8,1 ‐ 9,15
340 341
(perla lettera della riconciliazione) e in Rm 15,26-28. Sarà rallegra perché,ancora una volta, l’hanno sostenuto in car‑
importante cercare d‘identificare i collegamenti tra le rac‑ oere mediante Epatrodito (v. 18).Pertanto, senon esplicita
comandazioni generali e il brano sul sostentamento econo‑ il suo ringraziamentoè perché lo ha formulato nell’esordto
mico, da una parte, e tra Fil 4,10‐19 e l’esordio generale di di 1,3-11,dove haringran'ato Dio per il loro ricordo (v. 3) e
1,3-11dall’altra. la loro companecipazione nell’evangelizzazione dal primo
Ultime 'Ita le raccomandazioni generali spicca quella per Evò‑ momento sino al presente (v. 5). Ma per n o n ingenerare
raccom‑ dia e Sintìche affinché abbiano lo stesso modo di valutare in fraintendimenti, Paolo pone agli antipodi della lettera il rin‑
dazioru‘ Cristo (v.2). Purtroppo non sono spiegate le ragioni della graziamento ei riferimenti all’ultimo sostegno economico,
tensione tra le due donne della comunità, ma all’anonimo così da incoraggiarli a imitarlo n o n per interesse, ma con
congiunto è chiesto di soccorrerle perché hanno con-gareg‑ spontaneità. .
giato insieme a Paolo per il vangelo (v.3). La raccomanda‑ In tale contesto s'impone l’esempio di Paolo che ha un‑ Paola
mariella di
zioni dimostra l’importanza che le donne rivestono nelle oo‑ parato a essere autosufficiente (v.11). Il motivo dell’aula-' autosuffi‑
munità paoline, n o n soltanto per l‘amministrazione delle chia o dell’autosufficienza e diffuso tra i filosofi itineranti cienza
Chiese domestiche, ma anche per l’evangelizzazione. ’Il-ai d e l l sec, ed è assunto da Paolo per essere ripensato in mo‑ u aularc)u'a
vettori che attraversano le raccomandazioni finali e la lette‑ do originale.Di fatto non è stato iniziato a essere autosuffi‑
ra segnaliamo il modo di valutare in Cristo (v. 2), l’esorta‑ ciente impegnandosi ogni giorno nel raggiungere l’ideale fi‑
zione alla gioia (v.4), l‘oriuonte escatologico sulla prossi‑ losofico dell’indifferenza :: dell’atarassia,bensi per mtensr‑
mità del Signore (v. S) e il considerare un insieme di valori ficare il suo rapporto con il Risorto:tutto può in colui che lo
(v. 9) che rendono affabili i destinatari di fronte a tutti gli rafforza (v.13).E da questa forza relazionale ha imparato ad
uomini (v. S). affrontare le situazioni positive della sazietà e dell’abbon‑
L’ultima Originale è l‘ultima istanza all’imitazione di Paolo (v. danza e quelle negative della fame edell’indigenza. La for‑
mimui 9) che richiama quella di 1,30: i Filippesi l’hanno imitato e,in za che i cinici e gli stoiu' traggono da se stessi. Paolo la cer‑
diMalo situazioni di cattività, sono esortati a continuare a imitarlo. cae la trova soltanto in Cristol Con l‘esemplarità di Paolo
N e l presente contesto l‘imitazionedi Paolo è rivolta alle ue‑ nella prosperità e nella povertà, i Filippesi sono esortati a
cessità economiche e spirituali che preoccupano i Filippesi imitarlo senza lasciarsi sconfiggere dallo scoraggiamento.E
(v. 6); ed è questo motivo che congiunge le raccomandazio‑ poiché il loro sostegno economicoe sacrificio accetto alDio,
ni generali al brano dedicato agli aiuti economici inviati a profumo fragrante e gradito a Lui,Dio non mancherà di col‑
Paolo. In pratica, come devono fronteggiare le situazioni mare le loro necessità, mediante la sua ricchezza in Cristo
d’indigenza economica in cui si trovano? Quale esempio se‑ Gesù. Pertanto il paragran di 4,10-19 ètutt’altro che disan‑
guire? Giacché Dio conosce ciò di cui hanno bisogno per corato dal suo contesto,ma mediante l’ultima istanza dell‘i‑
sopravvivere,la preghiera può rasserenare i loro animi? mitazione Paolo affida ai destinatari il suo esempio: dalla
Ringrazia‑ Gli interrogativi trovano risposta nel paragrafo sugli forza e dalla ricchezza di Cristo e stato reso capace di tutto.
miope! aiuti economici di 4,10-19 in cui Paolo ringrazia i destina‑ Chiude la lettera il poscritto di 4,20-23, che comprende
gli aiuti tari, senza bisogno di dirlo. Egli ricorda che iFilippesi l’han‑ la dossologia rivolta a Dio e Padre, i saluti reciproci e l’au‑
economici gn-io della grazia eifusa dal Signore Gesù Cristo. Sul srgm‑
no già sostenuto in occasione della sua partenza per Tessa‑
lonica, all’inizio del secondo viaggio missionario (v. 15), e ficato dei saluti inviatidaquelli della casa di Cesare, riman‑
più volte si sono dimostrati generosi con lui (v. 16). Ora si diamo alla parte introduttiva di Filippesi.Così egli affida al‑

342 343
la comunità che più ha amato e più gli hacorrisposto il suo re» e «salvatore» sono un'lizzati per il culto imperiale e per
vangelo,-che nelle persecuzioni e nelle prove della vita tro‑ le divinità della salute, come Asclepio; da Paolo sono t r a ‑
vala r a g i o n e ultima per la sua diffusione sferiù', senza venature polemiche,a Gesù Cristo.
Nella cristologia di Filippesi l‘elogio parte dalla preesi‑ Dalla
erudizione
stenza, senza soffermarsi sulla distinzione tra la natura divi‑ divini:
Il messaggio nae quella umana di Gesù, penetrando nel mistero del suo uquella
L’elogio di Cristo Gesù è uno smeraldo che s’inadia su modo di valutare: dalla «forma» (morfé) in quanto condi‑ diithiavv
tutta la lettera ed è il contenuto propulsivo del vangelo di zione divina edall’essere pari a Dio (2,6) e giunto alla forma
Paolo. Da questa fonte scaturiscono, come rivoli,le temati‑ di schiavo eall’assimilazione totale con la condizione uma«
che del valutare con discernimento (fronéin), del gioire e na (2,6b-7). Per questo «pur essendo» (valore concessivo)
con-gioire, della comunione interpersonale tra i credenti e elo «proprio perché essendo» (valore causale, 2,6) alla pari
dell’unità ecclesiale. Con il fil rouge sull‘unica realtà che di Dio, Gesù ha liberamente scelto la via dell‘umiltà e del‑
conta (cf. 1,18.27;2,2; 3.13) cerchiamo di delineare i conte‑ l’obbedienza incondizionata per Dio e per gli esseri umani.
n u t i principali della lettera. Il cursus della vita di Gesù non è honorum,fatto cioè diuna
carriera esaltante, bensì è pudorum o dell’ignominia e del
disonore perché giunge al livello più intimo della morte di
Annullare Gesù Cristo
croce (2,8c),Forse si deve a Paolo l’aggiunta «morte di cro‑
Gesù Cer7 La Lettera ai Filippesi dimostra - qualora cene fosse ce» che specifica il tipo di morte subita da Cristo Gesù:
il Signore ancora bisogi0 - che l‘evangelo non è un bel racconto, né un’aggiunta che rende scandalosa la sua morte, perché ela
una somma di valori etici che, per quanto importanti, non pena capitale inflitta agli schiavi.
occupano il posto centrale del suo messaggio: GesùCristo il L‘accenno all’obbedienza di Cristo in 2,8 è stato chia‑
Signore è l'evangelo di Paolo. Per questo non c‘è proposi‑ mato in causa aproposito della questione della «fede di Cri‑
z i o n e della lettera in cui non si parli del rapporto con Cristo. sto» in 3,9, che alcuni studiosi interpretano con valore sog‑
E poiché il nome conferito da Dio a Cristo Gesù è «Signo‑ gettivo della fede o fedeltà di Gesù in e per Dio. Poiché non
re» (2,11),il termine kfin'os non è più utilimto per Dio,co‑ c'è obbedienu senza fede/fiducia, anche l’obbedienza di
me nelle altre lettere paoline dove si sovrappone alla signo‑ Gesù si fonderebbe sulla sua fede in Dio. In realtà si può os‑
ria di Dio,ma soltanto per Cristo. In Filippesi la figliolanza servare che proprio in 2,6-8 l‘obbedienza di Cristo è sottoli‑
dmna di Cristo (1,2; 2,11) e la sua messianicità sono consi‑ neata senza definire il destinatario poiché è tale rispetto a
derate acquisite, a totale vantaggio sulla sua signoria: una Dio, alla Legge mosaica e agli esseri umani. Pertanto,senza
dimensione che, professata nella Chiesa delle origini,conti‑ ignorare la fede che Gesù ha alimentato nella sua vita ter‑
nua a operare nel presente della vita cristiana e tende verso rena nei confronti del Padre, riteniamo che neanche in Fi‑
l’attesa finale del Signore GesùCristo (3.20). lippesi Paolo si solfermi su questa sua dimensione umana,
Il mlt/n!”: In sintonia con la signoria, per la prima volta nell’epi‑ spostando l’attenzione sulla fede in Cristo (valore oggettivo
stolario paolino e nel NT, Gesù Cristo è riconosciuto come del genitivo),come condizione per esere giustificati: «A voi
«salvatore» (sotér): un attributo estraneo al messianismo e e stata data la grazia di credere in lui"» (1,29).
al profetismo giudaico, ma diffuso nell’ambiente politico‑ Dall’obbedienzae dall’umiltà di Cristo scaturisce la ri‑ Diola ha
esulano
religioso di città romaniuate come Filippi. I titoli «Signo‑ sposta di Dio, che l’ha esaltato al di sopra di qualsiasi con‑

344 345
dizione, conferendogli il nome di «Signore». Nell’elogio di la vita di Cristo in noi.Pertanto annunziare Cristo (1,14) si‑
2,6-11 non si accenna alla risurrezione di Gesù, ma e pre‑ gnifica tenere alta la parola di vita (2,16), mme una fiacco‑
supposta e assorbita nella sua signoria,che ne rappresentala la accesa, senza lasciarsi intimorire da quanti cercano di
conseguenza definitiva. In forza della signoria di Cristo,Pao‑ ostacolare la corsa dei credenti verso la meta della loro co‑
lo èstato «conquistato da Cristo» (3,12) e da quel momen‑ rona e del premio finale.
to si è innestata una condivisione delle sofferenze di Cristo
che grunge a compimento con la futura partecipazione del‑
la sua risurrezione (anàstasir ed exanéstasir,in 3,10.11). Co‑ A gloria di D i o Padre
si si passa dalla croce di Cristo (3,18) alla sua risurrezionee Lo spazio dominante conferito al Signore Gesù Cristo
alla sua signoria, che gli ha conferito il potere di sottomet‑ dischiude gli orizzonti sulla paternità di Dio:introdotta nel‑
tere ‘asé tutte le cose (3,21, che riprende 2,9‐11). Paolo ha l’esordio (1,3) la paternità divina e ribadita nell’epilogo
sperimentato il potere della signoria di Cristo e tutta la sua (420).Anchein filippesi il monoteismo giudaico non èmai
vita è orientata verso la conoscenza di Cristo e la potenza scalfito,poiché mentre la signoria ?;conferita a Gesù Cristo,
della sua risurrezione (3,10),portandolo a considerare il re‑ theés e il Padre suo e nostro. Nel corso della lettera si scon‑ Lapalzmilù
sto come spazzatura (3,8). Si vede bene come il cursus pu‑ diDio
trano due visioni contrastanti su Dio: una che lo riduce al : l‘idolatria
dorum di Cristo diventa quello di Paolo, che ha abbando‑ ventre (3,19),assoggettanddo a una forma di edonismo;l’al‑
nato la via facile del cursus honorum per condividere quel‑ tra che conduce verso la sua paternità rivelata nella croce
lo della vergogna: considerare Cristo il suo vivere e non sol‑ del Figlio (2,11).A prima vista sembra che l‘ultimo percor‑
tanto la sua vita e il suo unico guadagno. Per questo, tutto sesia più elevato, mentre il primo rientrerebbein una forma
può in Colui che lo rafforza nelle avversità della prigionia e primordiale di religiosità.In realtà, le due opzioni si scon‑
della prova (4,13). trano di fronte alla croce di Cristo, che produce nemici e cre‑
Panecipa‑ L’impatto dirompente della morte erisurrezionedi Cri‑ denti (3,18), senza alternative, soprattutto nel contesto ro‑
zion: sto vale non soltanto per Paolo, ma si estende a ogni cre‑ manizzato dei destinatari dove la pena della crocifissione è
iith dente: i] loro misero corpo, reso conforme al corpo glorioso
rirumzione tra le più indegne delle condanne. Tuttavia, i Filippesi sono
di Cristo, vive già una conformazione reale; ha bisogno sol‑ esortati apercorrere l’itinerario minoritario della paternità
tanto di essere trasfigurato dall‘incontro finale con Lui. Co‑ del Dio di Gesù Cristo, senza lasciarsi intimorire dalle av‑
me abbiamo rilevato nell‘inimdun'one alle lettere paoline versità politioo-religiose che incontrano.
la fede nella risurrezione apparteneva già al suo passato di La paternità di Dio n o n è scontata, ma passa per il bu‑
ferisce,macon l’essere «in Cristo»,n o n èpiùvista come l" ‑ della del percorso umiliante di chi in origine si trovava nel‑
gresso in un luogo, bensì come unione definitiva con Cristo. la stessa condizione di Dio (2,6).Per questo sino alla morte
La trasformazione in atto del nostro misero corpo (3,21),in di Cristo Gesù risalta il silenzio del Padre. Soltanto con e
Vista della trasfigurazione finale, è la prova più tangibile di nella morte di croce di Cristo l’intervento di Dio è dirom‑
questa nuova visione della risurrezione.E questa convin‑ pente, poiché lo esalta al di sopra di qualsiasi condizione
zione di fede ingenera «l’ardente attesa» ela speranza (1,20) umana. A] radicale altruismo del Figlio risponde quello di Lu kénosi
di non restare delusi di fronte alle sofferenze subite per Cri‑ di Criilo
D i o Padre che gli dona la sua onnipotenza ela sua signoria.
sto. I.,a speranza cristiana non oflre alcuno spazio al dubbio Tuttavia il percorso edrammatico poiché passa per la kéno‑
o all’mcertena del domani, maè certa perché innervata sul‑ si o la degradazione più umiliante. Come è stato possibile
346 347
che la grazia divina sia stata riversata in abbondanza su chi di culto (3,3),non fondata sulla circoncisione,né sulla-Leg‑
subiva il supplizio degli schiavi? E come mai la giustizia di‑ ge mosaica,Anche senon e sistematica,la Vi s i o n e trmrtaria
vina n o n è quella che deriva dalla Legge, bensì quella che di Paolo in filippesi e vissuta con l’elargizione che 1310 corn‑
sgorga dalla fede in Cristo Gesù (3,9)? Il paradosso della pie dello Spirito di GesùCristo. Per esprimere le dinamiche Elargizione
croce e nello stesso tempo il paradosso del Padre che n o n si della Spin'in
uinitarie storiche e non imminenti,Paolo si serve di un so‑
lascia irretire da alcun diritto acquisito, neanche da quello stantivo tratto dalla vita quotidiana del tempo: l‘epiciwre‑
maturato mediante la fedeltà alla sua Legge. ghia designa l’investimentoaproprie spese pernn”imz1atrva
Un analogo paradosso si compie nella vita dei Filippe‑ pubblica, come la costruzione di una strada o il sovvenzio
si, spesa per l‘evangelo di Cristo: sono minacciati nella loro namento per le gare di atletica.In modo analogo in 1,19 DI…
incolumità fisica, politica ed economica, maDio ha dato lo‑ elargisce lo Spirito di Cristo con la stessa dinamica relazio-'
ro la grazia non soltanto di credere, ma di soffrire per Cristo nale espressa in Gal 4,6: «Ha inviato lo Spinto del Figlio n e i
(1,29). Per questo il Dio del Signore nostro GesùCristo col‑ nostri cuori, che grida abba, Padre».
merà ogni loro necessità, non abbandonandoli a se stessi L’elargizione dello Spirito non riguarda soltanto la sfe‑
(4,19). In Cristo la loro filiazione divina si esprime in m e n o ra intima dei credenti, bensi unifica la solidità della loro fe‑
a una generazione distorta e perversa tenendo alta la Paro‑ de nelle situazioni avverse. A causa dello stesso contesto,
la di vita (2,15). E l’originaria grazia della fede tende verso l’esortazione a restare saldi in un solo priéuma (1,27) non
la chiamata finale, quando riceverannoil premio per la loro allude allo spirito umano, bensì a quello divino, poicl-ié sol‑
perseveranza all‘evangelo (3,14). tanto l’elarg'n'one dello Spirito rende possibile l’unità ec‑
Originale el‘attenzione sulla chiamata o klési‘s finale in clesiale L‘orizzonte pneumatologico di 1,27 è confermato La
comunione
3,14, poiché in genere cisi sofferma sull‘elezione originaria dall’espressione «comunione dello Spirito» (2,1) ossia dallo dello Spirito
di Dio in Cristo alla vita o perla vocazione battesimale e Spirito che realizza la comunione fra i credenti. _
ministeriale. In Filippesi l‘orizzonte della chiamata diventa Infineil cultonello Spirito di Dio si differenzia da quel‑
escatologica poiché punta lo sguardo verso l’approssimarsi lo con la carne o fondato sulla circoncisione (3,3). In gue‑
della morte; e annuncia la vittoria sulle sofferenze e sulla stìone e non semplicemente una forma di culto alternativa a
morte per quanti con e come Paolo corrono verso la meta quella giudaica,bensì l’orig’ne pneumatologuia del culto cri‑
della loro corsa. Essere chiamati non soltanto alla vita uma‑ stiano, che si esprime con la perseveranza della fede in Cri‑
na e alla fede in Cristo, ma anche ad attraversare la soglia sto e con l’unità Irai credenti. Per questo in modo preventi‑
della morte e uno dei tratti più originali di Filippesi,che in‑ vo, Paolo pone in guardia i Filippesi dai suoi avversari che,
terpella il modo con cui ieredenti corrono verso la meta. Iii‑ come in Galada,cercheranno di convincerli a confidare nel‑
tanto «la pace di Dio» (4,7) custodirà il cuore dei Filippesi la circoncisione e nella Legge:sarebbe compromessa l‘azio‑
perché il «Dio della pace» (4,9) e dalla loro parte. ne liberante dello Spirito e,di conseguenza,la giustificano‑
ne per grafia fondata sulla fede.
Lo Spirito come elargizione
Il tempo della testimonianza peril vangelo è proprio Chiesaecìlhilinanzil civile
dello Spirito, che realizza la solidità dell'unità ecclesiale Nell‘inlroduzione alla lettera abbiamo osservato-che a
(1,27), la comunione fira icredeuti (1,19) e una nuova forma Filippisorge una comunità cristiana composta di Gentili che
348 349
hanno aderito al vangelo di Paolo e attraversano situazioni co della comunità (4,18).Per questo assume una dimensio‑
di tensione nel loro contesto civile. Quanti compongono ne laicale e non cultuale. .
l’ekklesta di Filippi (4,15) sono «santi» per elezione (1,1; Pertanto,anche senella città sono state ritrovate diver‑ Il culto
4,21) in quanto scelti per grazia &credere in Cristo e a sof‑ seiscrizioniche accennano aiflamines ossia ai sacerdoti del‑ di funi
i tredenn‘
frire per lui. Per questo condividono una fraternità (cf.l’uso le associazioni cultuali volontarie e del culto imperiale, in
udelféi in 1,12;3,1.13.17;4,1.8) che li consolida nelle tribola‑ Filippesi non sono menn‘onati ministeri propriamente cul‑
zioni. Naturalmenteil termine allude agli uomini e alle don‑ tuali. Piuttosto sono tutti i fratelli ele sorelle che offrono «il
ne della Chiesa. sacrificio della loro fede» (2,17), rendono cuho a Dio con
Carismi Tia i fratelli e le sorelle di Filippi nascono carismi e mi‑ l’azione dello Spirito (3,3) ei] loro sostegno economico per
emihirleri nisteri che sostengono la vita ecclesiale. Nella lettera sono Paolo e«sacrificiodi soave odore, gradito a Dio» (4,18).Poi‑
citati gli episcopi e i diaconi (1,1b), i collaboratori (2,25; ché il movimento cristiano delle origini non rientra ancora
4,3),1’upéstolos e il Ieiturgés (2,25). Non sono gli unici mi‑ nelle associazioni cultuali riconosciute dalle autorità civili,
nisteri, ma la loro menzione ha bisogno di essere ap. inevitabili sono situan'oni di conflitto con l’ambiente in cui
profondita. Per la prima volta nel NT sono menzionati e sorge. E in queste condin'oni di avversità i destinatari sono
posti in relazione gli episcopi e i diaconi, che saremo svi‑ esortati a coniugare l’appartenenza alla cittadinanza cele‑
luppati, insieme aipresbiteri, nelle lettere Pastorali.Il pri‑ ste (3,20) e quella che deve indurli acomportarsi dacittadi‑
ma ministero non allude ancora ai vescovi delle comunità ni degni dell’evangelo (1,27). Le due forme ‘di cittadinanza La
cittadinanza
cristiane della fine del I sec., bensi ai sorveglianti sulle per‑ non sono separate, come nel nostro modo d’intendere le re‑ telerie
sone e i beni della comunità. E neanche i didkonoi corri‑ lazioni tra Stato e Chiesa, ma sono rapportate fra loro in un
spondono ai diaconi degli Atti degli apostoli (At 6,1-6), contesto, dove soltanto le associazioni cultuali riconosciute
bensì ai ministri dediti al servizio della Parola e alle neces‑ dalle autorità politiche hanno diritto di cittadinanza.E pot‑
sità dei fratelli. Il contesto romanizzato della comunità de‑ ché la nuova forma di cittadinanza, indicata da Paolo.non è
ve aver favorito l’insorgere di questi ministeri, anche se è semplicemente escatologica, ma è presente, anche see col‑
opportuno precisare che non sono citati nelle iscrizioni rin‑ locata in modo metaforico nei cieli, le tensioni con l’am‑
venute nella città e nel territorio circostante Diverso è il biente romanizzato della città sono inevitabili.A una citta‑
ministero del]‘apéstalvs con cui è definito Epafrodito: si dinanza riservata alle classi superiori (senatori ed equestri)
tratta di una funzione itinerante affidata ad alcuni creden‑ si relan'ona una aperta a tutti i credenti, compresi gli‐schia‑
ti per svolgere una missione tra una comunità e l’altra, per vi e i liberti. E mentre il registro municipale della città r i ‑
cui il termine n o n è strettamente legato all’evangelizzazio‑ porta i nomi più benemeriti dei suoi cittadini, il Signore ha
ne, come per i Dodici e per Paolo, apostolo inviato da D i o scritto i nomi di tuttii credenti nel libro della vita (4,3). Per
per evangeliuare i Gentili. In una linea analoga i collabo‑ questo i destinatari devono risplendere nel cielo come le
ratori sono impegnati nella fatica dell’evangelizzazione e stelle, in una generan'one distorta eperversa (2,15).1\ittavia
della carità per fronteggiare le necessità comunitarie. A pri‑ Paolo non intraprende mai nella lettera la V i a dell’evasione
ma vista il termine leiturgés può far pensare a un ministero o dell‘anarchia,bensì invita ad assumere i valori u m a n i pn)
cultuale, in quanto il termine rimanda al servizio per Dio, positivi che appartengono a ogni vivere sociale (4,7-8), di‑
ma Epafrodito è «liturgo» inviato per compiere un «servi‑ stinguendo l’accessorio dall’essenziaie,il contingente da ciò
zio» per Paolo, consegnandoin il sostentamento economi‑ che rimane.

350 351
|mumummumu|mmummumun m n … m m m … … … … … … … … … \\

La gioia condivisa e il morire come guadagno nelle sofferenze (1,18) e contagia quanti hanno bisogno di
essere conforlati (1,75). Per questo la gioia autentica n o n è
Paradossale è il modo con cui sono declinati in Filippe‑ di un singolo,ma di una comunità (cf. l‘uso del verbo «con‑
si i motivi della morte e della gioia, quando le due prospet‑ gioire» in 2,17-18), al punto che s’identifica con l’altro:i de‑
tive dovrebbero essere considerate antitetiche.Anzitutto il stinatari sono la gioia di Paolo (4,1). Così intesa,la gioia e la
motivo della morte e richiamato con il sostantivo thànatos prima e l’ultima parola di Filippesi (1,4;4,10): dalla gioia che
(1,20; 2,8.8.27.30; 4,10) e i verbi apothnésko (1,21), analfo nella preghiera colma le distanze tra Paolo e la sua comu‑
(scioglierele vele o gli ormeggi,in 1,23) erpéndomai (esse‑ nità, a quella permanente, segnata dall’esortazione a «gioi‑
re versato in libagione, in 2,17). Tale concentrazione di rife‑ re sempre nel Signore» (4,4) e dalla certena di non essere
rimenti si deve alla condizione di prigionia che Paolo sta at‑ dimenticati da quanti si amano (4,10).
traversando: una reclusione più serrata, quantomeno ri‑ Decisivo banco di prova è la sofferenza e l’indigenza Altruismu
spetto al suo tempo prolungato. Inoltre se, come abbiamo che produce la gioia per un altruismo radicato sull‘esempio radicale
sostenuto nell’introduzione,la lettera è inviata da Roma,lo di Cristo Gesù (2,6). Di fronte al dramma di Euclione nel‑
sguardo di Paolo e profetico poiché la sua carcerazione cul‑ l’Aulularia di Plauto,di Arpagone nell’Avuro di Molière e di
mina con l‘esecuzione capitale. Mazzarò nella novella La roba di G. Verga, si staglia colui
Dalla mune Così il morire come guadagno assume un nuovo oriz‑ che non considerò hamagmén (la radice verbale e la stessa
COM!
zonte rispetto alla morte come nemico (of. 1 Cor 15,26): co‑ di Arpagane) o possesso geloso quanto gli apparteneva per
mico
«guadagno
me può un nemico diventare un guadagno? Il paradosso è condizione originaria. Per questo sconcerta la gioia cantata
spiegato da alcuni studiosi con il motivo della «nobile mor‑ in Filippesi: si sperimenta nell’indigenza economica e nel‑
te» o del suicidio a cui Paolo avrebbe pensato in una situa‑ l’approssimarsi della morte, maela sola condizione che te‑
zione di prigionia cosi prolungata.In realtà, il morire come stimonia la fede nella risurrezione e nella partecipazione
guadagno dipende dal vivere che e Cristo e dalla gioia che che attende i credenti, attraversando come Cristo il vicolo
procura la relazione intima e pennanente con lui. Quando stretto della morte.
Cristo diventa il vivere, allora il morire si trasforma da ne‑
mico in guadagno e il momento del transito e visto come
chiamata superiore di Dio in Cristo (Fil 3,14). Conclusione
Lagioia Il motivo della morte è inseparabile da quello della In Filippesi la diffusione del vangelo passa attraverso il Essenziale
came gioia che diventa la nota dominante nello spartito di Filip‑ discernimento di quanto è essenziale e accessorio. Essen‑ : accessorio
wndizian: pesi. Ma anche in questo paradossale connubio, e bene ri‑ dale è che Cristo sia annunziato con franchezza e libertà
cordare quanto Seneca raccomanda a suo fratello Gallione, (1,18), senza lasciarsi condizionare da chi lo annuncia per
nel De vita beata 1,1: «’l'lrtti vogliono vivere felici, maquan‑ interessi personali o con abnegazione sincera (1,15-17), né
do si tratta di vedere chiaro cos‘è che tende felice la vita, spaventare da quanti contrastano la diffusione dell’evange‑
sono avvolti dall‘oscurità». Una gioia occasionale scompare lo (1,12.27-28). Perché la diffusione del vangelo si realizzi è
di fronte alle prime avversità; una artificiale non può essere imprescindibile conservare l’unità ecclesiale (1,27), altri‑
condivisa;e una confusa con l’edonismo è incapace di guar‑ menti non si è credibili di fronte ai propri avversari.
dare il cielo. Per questo la gioia additata da Paolo ai Filippesi Essenziale è l’unico modo di valutare con discernimen‑
è una condizione e n o n un sentimento: la gioia si raffona to (fronéin) che orienta verso l’umiltà e l’obbedienza, ab‑
352 353
bandonando qualsiasi forma d’interesse personale e di su‑ di J. Gnilka e di J.Remnann, linguistico di R. Fabris e reto‑
periorità sugli altri (2,4). L‘esempio inimitabile di Cristo rico‐letteraridi J.-N,Aletti e di A. Pitta.
Gesù conforma quello dei credenti e li rende capaci di as‑ CAIO MARIOV n ' r o a m o , Commentari alle Epistole di Paolo
sumere il suo modo di valutare (2,5),Essenzialee orientare agli Efesini, ai Galati, ai Filippesi,F. Gum (tr.), Torino
la propria esistenza verso la chiamata superiore dell’incon‑ 1981;
t r o con il salvatore Gesù Cristo, conformandosi sull’esem‑ TOMMASO D’AQU1NO, Commento al Corpus Paulinum (ex‑
pio di Paolo alla sua morte per condividere la sua risurre‑ positio et lectura super epistolas Pauliapostoli),B.MON‑
zione (3,13). L’etica cristiana, compresa quella sociale,si de‑ DIN (tr.),Edizioni Studio Domenicano,Bologna 2007.
linea fra due polarità: tra l‘essere conquistati da Cristo e il J.-N.Amfl,Sabtt Paul:Épître aux Philippiens.Introduction,
conquistare il premio finale dell'incontro con lui.Infine,es‑ traduction etcommentaire (Études Bibliques. Nouvelle
senziale e che tutto possiamo in colui che ci rafforza (4,13), Série SS), Gabalda,Paris 2005;
in qualsiasi situazione positiva o negativa: nell’indigenza e M. BOCKMU'El-IL, The Epistle to the Philippians (Black’s New
nel benessere materiale.Il vangelo è l‘unica realtà che con‑ Testament Commentary),Hendrickson,London 1998;
ta, il resto è accessorio. L‘esortazione finale gioire nel Si‑ R. FABRIS, Lettera ai Filippesi. Lettera :: Filemone. Introdu‑
gnare di 4,4 ha dato il titolo alla Goudete in Domino, una zione, versione, c u m e n t o (Scritti delle origini cristia‑
delle esortazioni apostoliche più sofferte di Papa Paolo V I : ne 11),EDB.Bologna 2000;
«Gioia esaltante dell‘esistenza e della vita; gioia dell’amore J. GN1LKA, La lettera ai Filippesi (Commentario Teologico
casto e santificato; gioia pacificante della natura e del silen‑ del Nuovo'Ibstamento X/3), Paideia,Brescia 1972;
zio; gioia talvolta austera del lavoro accurato; gioia e soddi‑ G.B. F m , Paul’s Letter to the Philippian.y (The New Inter‑
stazione del dovere compiuto; gioia trasparente della pu‑ national Commentary on the New Testament), Berd‑
rezza, del servizio, della partecipazione; gioia esigente del mans, Grand Rapids 1995;
sacrificio». R.P. …, L’epistola di Paolo ai Filippesi, GBU, Roma
1992;
Bibliografia ragionata RT.O’Brunfl, 77le Episrle to the Philippians.A Commentary
on the Greek Text, Eerdmans, Grand Rapids 1991;
Commentari esegetici A. Pn‘rA,Lettera ai Filippesi. Nuova versione, introduzione e
commento (Libri Biblici. Nuovo Testamento 11),Paoli‑
La lunga storia dell’interpretazione di Filippesi inizia ne,Milano 2010,
con l’epoca patristica con i commenti di Mario Vittorino, ] .R E … . P h i l i p p i o n s (Anchor Bible 333),Yale Univer‑
Giovanni Crisostomo, Teodoreto di fi n o , Teodoro di Mo« sity Press,New Haven - London 2008.
psuestia, l’Ambrosiaster, Girolamo e Cassiodoro. Al perio»
do medievale appartengono i commenti di Tommaso d'A‑ Commentari teologico-spirituali
quino, Pietro Lombardoe Rubano Mauro.Durante il Rina‑
scimento sono composti i commenti di Erasmo da Rotter‑ Il filone dei. commenti teologico-spirituali a Filippesi e
dam e di Giovanni Calvino. Purtroppo pochi dei conunenti abbastanza nutrito:di spessore sono i commentari di H. Sch‑
citati sono stati tradotti. lier,di R.Penna edi F. Bianchini.Nell’orizmnte della lectio di‑
Contemporanei sono i commenti su base storico‐critica vino si pongono i commenti di S'Ihrocchiedi A M . Cànopi.

355
354 ‘
D. BARSOTI'I, Meditazione sulla Lettera ai Filippesi, Queri‑ R.P. MARTIN, Cameri Christi. Philippians ii.5-11 in Recent
niana,Brescia 1990; Interpretation and in the Setting of Early Christian Wor‑
F. BIANCHINI,Lettera ai Filippesi. Introduzione,troduzione e ship (Society for New Testament Studies Monograph
commento, San Paolo 2010; Series 4), University Press, Cambridge 1967;
A.M. CANON, Siate lieti nel Signore. «Lectio divina» sulla R PENNA, «Dalla forma di Dio alla forma di schiavo: due
Lettera ai Filippesi,Paoline, Milano 2008; categorie cultuali sullo sfondo di F i ] 2,6-7», in S.GRAS‑
F. MOSETIO,Lettere di San Paolo. 2: Lettera ai Filippesi-Let‑ SO- E. MANICAle (edd.), «Generati da una parola di
tera ai Galati-Lettera ai Romani, Elledici, Leumann verità» (GcI,]8).FS.R. Fabris (Supplementi alla Rivista
2011; Biblica 47), EDB,Bologna 2006, 279-287;
R. PENNA,Lettera ai Filippesi Lettera a Filemone,Città Nuo‑ P.Pnflom,Philippi.I. Die erste ehn'stliche Gemeinde Eu‑
va, Roma 2002; ropa: (Mssenschat'tliche Untersuchungen zum Neuen
H. Scr‐114511, La Lettera ai Filippesi,Jaca Book,Milano 1993; Testament 87),Mohr Siebeck,Tilbingen 1995;
S.TAROCCHI, Paolo. Lettere della prigionia. Efesini, Filippe‑ -, Philippi. I l .Katalogder Insehn'fien von Philippi (Wissen‑
si, Colossesi, Filemone (DubarLogos-Parola), Messag‑ schaftliche Untersuchungen zum Neuen "Ibstament
gero, Padova 2004. 119),Mehr Siebeck,Ttlbingen 2000;
-, Diefruhen Christen und ihre Welt. GreifswalderAufsatze
Contributi 1996-2001 (Wissenschaftlìche Untersuchungen zum
Neuen’Ibstnment 145),Mehr Siebeck,'î‘ilbingen 2002;
I principali ambiti della ricerca suFllippesi riguardano A. … A ,«Mimesi delle differenze nella Lettera ai Filippe‑
il contesto storico-archeologico della città (cf. P. Pilopher si», in RivistaBiblica Italiana 57 (2009) 347-370.
con gli importanti contributi sulle iscrizioni rinvenute nel‑
l‘area di Filippi),il famoso elogio di Fil 2,5-11 (cf. R…P. Mas‑
tin edJ.Heriban), elo spessore retorico‐letterario della let‑
tera (cf.il volume curato daG. Costa) 0 di alcune sen'oni ( c i
S.Bittasi, F.Bianchini,A. Pitta).

F. BIANCHINI,L’elogio di séin Cristo. L’utilizzo della pen-iau‑


tologie nel contesto di Fi13,l - 4,1 (Analecta Biblica
164),FEB, Roma 2006;
S.Bl’l'l‘Asl, Gli esempi necessari per discernere Il significato
argomentativo della struttura della lettere di Paolo ai Fi‑
lippesi (Analecta Biblica 153),PIB,Roma 2003;
G. COSTA (ed.), Lettera ai FilippesiIl cuore libero di Paolo in
catene, Elledici,Leumann 2009;
J. HENBAN, Retta fronein e kenosis. Studio esegetico su F i l
2,1-5.6-11 (Biblioteca di Scienze Religiose Sl), LAS,
Roma 1983;

356 357
:mmm…wmv-um… mm…………………………… … …

Indice generale

Prefazione .. P”E‑

[. P-olo,le lettere e i destini…


Introduzione .................
Dal canone alla formazione storica delle lettere
Hcurriculum vitae di Paolo
La cronologia imperiale
La cronologia paolina
La fonmzione farisaica
L’evento di Damasco…
Gesù e i primi frammenti cristologia
La missione verso l’Occidente
Le Chiese paolina
La colletta per i poveri di Gerusalemme .
Contingenze delle lettere e avversari
Lettere :) epinela, scritti 0 discorsi
L’epistolografia paolina e antica
Epistola-ioe retorica paolina
L'inventario delle prove .
Le prove interne ..
Le prove esterne ..
Quale centro della teologia paolina?
Il kz'rygma e l'elica ......
La storia della salvezza
L’estetica del paradosso .
Conclusione .
Bibliografia ragionata .....
Dizionarie strumenti
Biografie ...............
359
Le comunità paoline lmmoralità sessuale e appello ai tribunali ci
Le lettere ......... (1 Cor 5,1- 6,20)
Paolo e la retorica Matrimonioe verginità (1
La teologia di Paolo Le carni immolate agli idoli (1 Cor 8 1‐ 11,1).
L’assemblea e la cena del Signore (1 Cor 11,2-34
H…1Tessalonieesi:il vangelo e l’incontro finale con Cristo Carismi eministeri (1 Cor 12,1‐ 14,40) .......
L’evangelizzazione aRssalonica .. Le modalità della risurrezione (1 Cor 15,1‐58)
Il contesto urbano dei destinatari Raccomandazioni conclusive e poscritto
Disposizione e genere (1 Cor 16,1-23)
L‘intreccio argomentativo .
L’attesa del Figlio che meme (1Ts 1,1-10)
Gratitudine perl’accoglienza della Parola di Dio
(1 Ts 2,1-2.0). La centralità del corpo
Gratitudine per le notizie sui Tessalo cesi Alle fonti dell’etica ......
(1Ts 3 , 113)… .... il primato dell’agdpe
L‘esortazione genei'ale(1 Ts 4 1 5,11) Giustificatiin Cristo
Il conforto per quanti dormono (l Ts 4,13-18) Da uomini carnali aspmtual1
Il giorno del Signore (1 Ts 5,1-11) L’etica dell’anticipazione
Ultime raccomandazioni e poscritto (1 Ts 5,12-28 Conclusione .....
Il messaggio .................... Bibliografia ragionat
Elezione e regno di Dio L’ambiente della citta e della comumtà
La mimesi di Cristo,di Paolo e tra le Chiese . Commentari esegetici .....
Una speranza perseverante Commenti teologico-spirituali
Conclusione. Contributi ................................
Bibliografia ragionata
Commentari esegetici e teologic I V. : Corinzi:. servizio del vengelo
Contributi ................................... delle rlconciliuione
Una o più lettere?
[IL 1 Corinzi: il vungelo nelle molteplici Dalla lettera delle lacrime alle due lettere successive .
situazioni eoclesinli .................................................. Disposin'ooi e generi delle due lettere ......................
Tra la prima evangelizzazione e 1 Corinzi L’intreccio argomentativo della lettera
L’ambiente civile di Corinto . della riconciliazione (2 Cor 1,1- 9,15)
Le Chiese domestiche Introduzione epistolare (2 Cor 1,1-14)
Disposizione e genere La narran’one apologetica (2 Cor 1,15‐ 213)
L’intreccio argomentativo. La probazione apologetica (2 Cor 2,14‐ 7,4)
La chiamata ei doni de a eomunit ( C o r , ‐9) . Ripresa della narrazione (2 Cor 75-16) .....
Le fazioni e la parola della croce (1 Car 1,10‐4,21). Utilità e qualità della colletta (2 Cor 8,1- 915) .........

360 361
L’intreccio argomentativo della lettera polemica La Legge e la Legge di Crist
(2 Cor 10,1‐ 13,13) ........................................................ pag. 164 Le «opere della Legge»
L’esordio: Paolo pronto alla battaglia (2 Cor 10,1‐6) . » 165 La «fede in Cristo»
La confutazione (2 Cor 10,7-18) ..... 165 Giustizia e filiazione
Il discorso immoderato (2 Cor 11,1‐ 12,18 166
La perorazione (2 Cor 12,11-18) ............. 170 Conclusione ..............
Raccomandazioni finali e poscritto Bibliografia ragionata
(2 Cor 12,19 ‐ 13,13) » 170 Commenti patristr
Il messaggio » 171 Commentari esegenci ......
Il Padre di mrserrcor a e [ conso azrone . » 172 Commentari teologico‐sp nali
L’amore di Cristo » 173 Contributi
Lo Spirito vivificante . » 176
Antica e nuova alleanza » 178 VI. D a t e n ai Romani:Gesù Cristo, il vangelo ( I l Dio
Vergine casta per Cristo » 179 La diffamazione dell’evangelo paolino
Le qualità dell’apostolato . » 181 Le Chiese domestiche .
Conclusione » 187 Disposin'one e genere
Bibliografia ragionata » L’intreccio argomenta…
Commentari esegetici » Gesù Cristo, l‘evangelo di Dro (Rm 1,1-17)
Commentari teologico-spinta » La rivelazione della collera e della giustizia divina
Contributi » (Rm 1,18‐ 4,25)
Il paradossale vanto cristiano (
V. Lettera al Galall: il vangelo della libertà La fedeltà della Parola di Dio (Rm 9 ‐ 11,36).
U n ‘evangelizzazione non programmata Il culto razionale (Rm 12,1‐ 13,14) .....
Le Chiese dalla Galan'a ] forti,i deboli e le norme alimentari
Disposizione e genere. (Km 14,1‐ 15,13) .............
L‘intreccio argomentativo Il poscrittoepistolare (Rm 15,14‐ 16,27)
Introduzione epistolare Il messaggio .....
Prima dimostrazione: un’autobiografra ideale La giustìa'a di D i o
(Gal 1,13- 2,21) .............. Il peccato di tutti e l
Seconda dimostrazione: la figliolanza abramitica L’assimilazionedi Cristo alla carne del peccato
(Gal 3,1‐ 4,7) ...... La legge dello Spirito .
Terza dimostrazione. l’aut‑ Conclusione .
della figliolanza abranutrca (Gal 4,58 - 5,13) ...... Bibliografia ragionata
Quarta dimostrazione: la vita secondo lo Spirito Commentari patristicr,medievali e nnascrmen a
(Gal5,13‐ 6,10). Commentari esegeticì contemporanei
La perorazione e il poacntto (Gal 6 , 11 18) Commentari teologico-spirituali
I] messagp'o ....................................... Contributi ........

362 363
VII. lettera a Filemone: Bibliografia ragionata pag. 354
generare : i l vangelo in attività . Commentari esegeti » 354
Paolo anziano ein prigione ...... Commentari teologico-spirituali » 355
Filemone ela sua Chiesa domestica Contributi .................................. » 356
Disposizione e genere ..
L’intreccio argomentativo
Prigioniero di Cristo (Fm ‑
Onesirno, generato in catene (Fm 10-20)
Convinto dell’obbedienza di Filemone (Fm21-25) .
Il messaggio .......................
Rapporti tra padroni e schiav1
N e l Signore ......
Fratellinella fede
Conclusione ........
Bibliografia ragionata
Commentari esegeticr
Contributi ...............

V i l l . Lettera al filippesl:
il progresso del vangelo nelle avversità
Paolo in prigionia prolungata .....
Il contesto romanizzato dei destinatari
Disposizione e genere ..
L‘intreccio argomentativo
Alla ricerca di quanto fa la differenza (Fil 1,1-11)
L‘annuncio di Cristo e il progresso dell’evangelo
(Fil 1,12-30) ..........................................................
La mimesi di e in Cristo (Fil 2,1 ‐ 3.1a) .. ..
L'elogio e l‘imitazione di sé (Fil 3,1b ‐4,1)
Esortazioni finali e posqitto (Fil42‐20)
Il messaggio
Annunzìare Gesù Cristo
A gloria di Dio Padre
Lo Spirito come elargizione
Chiesa e cittadinanza civile ..
La gioia condivisa e il morire come guadagno .
Conclusione .............................................................

364 365

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