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TEOLOGIE
IN DIALOGO C U L W E
Scritti in onore di Romano Penna
nel suo 70" compleanno
a cura di
NICOLA CIOLA - GIUSEPPE PULCINELLI
È ben noto fin dai tempi di Origene che la prima espressione del Vangelo
di Giovanni i v &pxfi è una citazione dell'inizio della Genesi ber2's'it (LXX i v
cipxfi), ma è altrettanto ben noto che il primo versetto del libro della Genesi con-
tiene difficoltà linguistiche - prevalentemente sintattiche - che hanno generato
molteplici controversie non solo tra gli studiosi moderni, ma anche ai tempi delle
antiche traduzioni. I primi versetti della Genesi, infatti, sono stati nel tempo rilet-
ti e interpretati in vario modo, così che è del tutto normale chiedersi attraverso
quale tradizione ermeneutica essi siano pervenuti all'autore del quarto evange-
lo. È infatti possibile che il senso letterale del testo genesiaco fosse lontano dal-
l'ermeneutica in vigore all'epoca in cui fu redatto il quarto evangelo.
Oltre a questo processo di interpretazione posteriore, lo stesso racconto di
creazione della Genesi è inserito in un contesto tradizionale semitico di raccon-
ti cosmogonici, così da essere esso stesso debitore di precedenti tradizioni. I
primi versetti della Genesi ci offrono così la possibilità di percorrere una lunga
strada di «inculturazione» raccogliendo sia dati precedenti, sia successivi alla ste-
sura del racconto della Genesi.
In questo mio breve contributo non intendo certo proporre la soluzione
definitiva a ogni difficoltà presente in questi versetti, quanto piuttosto - muo-
vendomi con la medesima attenzione al contesto culturale circonvicino che ha
sempre caratterizzato il metodo esegetico di Romano Penna - vorrei precisare
alcuni dati linguistici e comparativi rispetto a Gen 1,l-3 e offrire alcune note
sulle riletture giudaiche precedenti e contemporanee alla teologia giovannea
della creazione tramite il Log0s.l
Non solo in Gv 1,3.10,ma anche in Col 1,15-18troviamo la medesima teologia della creazione per
mezzo di Gesù Cristo (anche se qui si userà un verbo diverso, più precisamente di creazione, rispetto a quel-
lo giovanneo).
74 DuZPAntico ul Nuovo Testumento
Le annotazioni esaplari sui codici della LXX non costituiscono una ragione sufficiente per chia-
mare in causa una variante testuale. Cf. U. R ~ R S W O R D-EG.NWARMUTH, ~ 1 sbr'iyt
t mit Artikel zu vokali-
sieren?», in W. ZWICKEL (ed.), Biblische Welten: Festschriftfur Martin Metzger, (OBO 123), Universitatsver-
lag-Vandenhoede & Ruprecht, Fnbourg-Gottingen 1993,167-175.
Così ad esempio la LXX, la Vulgata e Gv 1,1.
Solo nei testi cultuali réliit, con il significato di «primizia», si trova in stato assoluto, cf. ad esempio
Lv 2,12; Ne 12,44.
Cf. HALOT, s.v. n7ltiK1,II, 1091-1092.
ci Si deve ricordare qui la tesi di M. BAUKS, Die Welt am Anfang. Zum Verhaltnis von Vonvelt und
Weltentstehung in Gen 1 und in der altorientalischen Literatur, (WMANT 74) Neukirchener, Neukirchen-
Vluyn 1997,92 dove, pur ritenendo ré'fit allo stato costrutto (p. 83), intende il v. 1 come la prima frase prin-
cipale di una triplice struttura parattattica che rimarrebbe anacoluta.
Questa è la resa più comune nelle traduzioni correnti; cf. tra gli altri la traduzione della CEI, della
LXX e della Vulgata.
Alcune note sui primi versetti della Genesi ( G e n l ,1-3) 75
Si veda la nota 3.
Sostenitore di tale resa è recentemente E. JENNI, ~Erwagungenzu Gen 1,l "am Anfangn»,in ZAH
2(1989), 121-127.
lo Cf. tra gli altri J.M.P. SMITH,
«The Sintax and Meaning of Gen 1:l-3», in AJSL 44(1927-28), 108-
115; B.K. WALTKE, «The Creation Account in Genesis 1,l-3. Part III», in Bibliotheca sacra 132(1975), 216-
228; H.RECHENMACHER, «Gott und das Chaos. Ein Beitrag zum Verstandnis von Gen 1,l-3», in ZAW
114(2002), 1-20.
" Cf. RASHI DI TROYES, Commento alla Genesi, a cura di L. CATTANI,Marietti, Casale Monferrato 1985,4.
l2 Cf. GK, 141i;A. NICCACCI, Sintassi del verbo ebraico nella prosa biblica classica, Franciscan Pnn-
ting Press, Jerusalem 1986,25.
l3 Cf. GK, 9 130d; P. JOUON -T.MURAOKA, A Grammar of Biblical Hebrew, Pontificio Istituto Biblico,
Roma 2006,442-443, D 129p.
l4 A. IBNEZRA, Commentary on the Pentateuch. Genesis(Bereshit), transl. and annotated by H.N.
STRICKMAN -A.M. SILVER, Menorah, New York 1988,22.
76 Ddll'Antico ul Naovo Testamento
no aggiungere altri come Nm 3,1 bey6m dibber yhwh, «quando YHWH parlò
[lett.: nel giorno del parlò-YHWH]», oppure Sal 18,1 bey6m hissil-yhwh '6t8,
«quando YHWH lo liberò [lett.: nel giorno del liberò-YHWH lui]».
L'unione di queste osservazioni sulla forma grammaticale del v. 1 e 2, favo-
risce la comprensione logico-temporale prospettata nella suddetta resa C),in cui
la protasi del v. 1,1 trova compimento solo nel v. 1,3, essendo il v. 1,2 una circo-
stanziale.
Questo ampio periodo iniziale, dalla struttura sintattica così complessa,
non deve essere considerato goffo, ma al contrario deve essere considerato come
tipico delle narrazioni creative, trovandosi il suo esatto parallelo sintattico in
Gen 2,4b-7, dove una iniziale frase temporale costruita con un iniziale sostanti-
vo in stato costrutto (beydm '&& yhwh 'Zlohtm, «quando YHWH Dio fece la
terra e il cielo») è seguita da una lunga descrizione circostanziale nei W. 2,5-6
(«nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba.. .D)così che soltanto
nel v. 2,7 incontriamo la proposizione principale espressa con l'usuale wayyiqtol
(wayyiser yhwh 'Zl8him 'et-ha"'adàm, «allora YHWH Dio plasmò l'uomo.. .»)
similmente al v. Gen 1,3 (wayyo'mer 'e'lohim, «allora Dio disse.. .»).l5 Intesa in
questo modo la struttura sintattica di Gen 1,l-3, l'attenzione del lettore rimane
come sospesa, in attesa del verbo principale del v. 3 che darà inizio all'opera crea-
trice di Dio con le parole: «Dio disse: "Sia la luce7'».A livello interpretativo, per-
tanto, l'opera creativa di Dio comincia nel v. 3 con l'espressione stessa del suo
parlare: Dio parla e le realtà da lui pronunciate appaiono all'esistenza, semplice-
mente, senza alcuno sforzo.
Se tale dovesse essere il senso letterale di Gen 1,l-3, è doveroso allora
chiedersi il senso del v. 2, che, a rigor di logica, non dovrebbe descrivere la con-
creta esistenza di una serie di realtà precedenti alla creazione stessa.
-
l5 I1 parallelo sintattico tra Gen 1,l-3 e 2,4b-7, oggi poco sottolineato, era invece ben noto ai filo-
logi del XIX secolo; cf. A. DILLMANN, Die Genesis, Hirzel, Leipzig 31875,17; H. HOLZINGER, Genesis, Mohr,
Freiburg i.B. 1898,l.
l6 Ci tengo a sottolineare che l'interpretazione sintattica sopra difesa non è per nulla contraria all'af-
fermazione che Dio sia il creatore di tutto l'universo. Questa dichiarazione di fede è infatti esplicita nell'e-
spressione del v. 1,l «cieli e terra», dove i due termini polari indicano tutta la realtà nel suo insieme (meri-
smo). Cf. J. KRASOVEC, Der Merismus im Biblisch-Hebraischen und Nordwestsemitischen, (BibOr 33). Ponti-
ficio Istituto Biblico, Roma 1977,16-25; C. HOUTMAN, Der Himmel im Alten Testament. Israels Weltbild und
Weltanschauung, (OTS 30), Brill, Leiden 1093,26-28 e 60-67.
Alcune note sui primi versetti della Genesi (Gen l ,1 -3) 77
j7 Ad essi rimando per gli approfondimenti lessicali. Si noti comunque che già vari autori antichi
intesero ruah come «vento». Cf. Targum Neofiti che usò il verbo n5b <«soffiare»come in 1s 40,7 (B. GROS-
SFELD, Targum Neofiti 1. An Exegetical Commentary to Genesis Zncluding Full Rabbinic Parallels, Sepher-
Hermon Press, New York 2000,57) e il teologo dell'VII1 secolo d.C. Teodoro bar Koni in MimrG I, 70 che
intese come «vento» richiamandosi anche a Sal 147,18; cf. THEODORE BARKONI,Livre des scolies (recension
de Séert), traduit par R. HESPEL- R. DRAGUET,(CSC0.S 187), Peeters, Lovanio 1981,72.
'8 Non approfondisco il problema della traduzione precisa dell'espressione ebraica tohzi wGbòhzi.
Riprendo la traduzione della CE1 e rimando ai comrnentari e alla bibliografia citata alla nota 20 per chi
volesse approfondire la questione.
l9 H. GUNKEL, Genesis,Vandenhoeck & Ruprecht, Gottingen 1901,94.
20 Cf. recentemente D.T. TSLJMURA, Creation and Destructior~.A Reappraisal of the Chaoskampf
Theory in the Old Testament, Eisenbrauns, Winona Lake 2005,9-35 dove si sostiene che l'espressione tòhzi
wGb6hzi significa semplicemente «emptiness» e comunica una iniziale situazione di <<nonancora».
78 DaZZ'Antico al Nzlovo Testamento
21 Una discussione delle interpretazioni si trova in M. DEROCHE, «The riìah 'e'lohim in Gen 1:2c:
Creation or Chaos?», in L. ESLINGER - G. TAYLOR (edd.), Ascribe to the Lord, Biblical & Other Studies in
Memory of PC. Craigie, (JSOT S 67), JSOT Press, Sheffield 1988,303-318, il quale però si distanzia dalla
mia interpretazione sostenendo che il v. 2c è simile a 2a- 2b solo stilisticamente, ma non contenutistica-
mente, vedendovi così solo simultaneità tra le tre frasi, ma non sinonimicità. Un sostenitore della sinoni-
micità è invece H. RECHENMACHER, «Gott und das Chaos. Ein Beitrag zum Verstandnis von Gen 1,l-3»,in
ZAW 114(2002), 1-20.
A l c u n e note s u i primi versetti della Genesi ( G e n I , 1-3) 79
22 Per maggiori dettagli si veda C. WILCKE, «Die Anfange der akkadischen Epen», in Z A 67(1977),
153-216;M.P. STRECK, «Die Prologe der sumerischen Epen», in Or 71(2002), 189-266.
23 E-nu-ma e-li5 la na-bu-u Sa-ma-mu Sap-li5 am-ma-tum Su-ma la zak-rat. Cf. W.G. LAMBERT - S.B.
PARKER, Enzima eli5 The Babylonian Epic of Creation. The Cuneiform Text, Clarendon Press, Oxford 1966;
traduzioni di W.G. LAMBERT, in TUAT, 11,565-602;G. PETTINATO, Mitologia assiro-babilonese, UTET, Torino
2005,101-151.
24 I-nu-ma i-lu a-wi-lum. Cf. W.G. LAMBERT,Atralpsis. The Babylonian Story of the Flood, Clarendon
Press, Oxford 1969.
25 E-nu-ma dA-nuib-nu-u Same-e dnu.dim.mud ib-nu-i apsh Su-bat-su dÉ-aina apsi iq-ru-sa ti-fa-am.
Cf. EH. WEISSBACH, Babylonische Miscellen, J.C. Hinrichs'sche Buchhandlung, Leipzig 1903, testo n. 12, pp.
32s; traduzioni di K. HECKER, in TUAT, 111,604-605;G. PETTINATO, Mitologia assiro-babilonese, UTET, Tori-
no 2005,181-182.
26 Testo e traduzione in G. PETTINATO, Das altorientalische Menschenbild und dle sumerischen und
akkadischen Schopfi~ngsmythen,Winter. Heidelberg 1971,74-81.
80 DaZl'Antico al Nuovo Testamento
='Tra le raccolte di interpretazioni giudaiche su Gen 1,1,mi riferirò qui principalmente a G. ANDER-
SON, «The Interpretation of Genesis 1:l in the Targumsp, in CBQ 52(1990), 21-29.
28 Per le citazioni dei Targumim ho fatto uso delle edizioni di A. SPERBER, The Bible in Aramaic
Based on Old Manuscripts and Printed Texts, 4 voll., Brill, Leiden 1959-1973; A. Di~z-MACHO, Neophyti I.
Targum Palestinense MS de la Biblioteca Vaticana, t. I : Génesis, CSIC, Madrid-Barcelona 1968; M.L. KLEIN,
The Fragment-Targums of the Pentateuch According to their Extant Sources, (AnBib,76), 2 voll., Pontificio
Istituto Biblico, Roma 1976; E.G. CLARKE et al., Targum Pseudo-Jonathan of the Pentateuch. Text and Con-
cordance, CTAV, Hoboken 1984 e delle traduzioni commentate della serie The Aramaic Bible. The Targums,
diretta da M. MCNAMARA, T&T Clark, Edinburgh.
29 Per una recente analisi di tutti questi passi biblici si veda A. NICCACCI, «Logos e Sapienza nel
prologo di Giovanni», in A. PASSONI DELL'ACQUA, «Il vostro frutto rimanga» (Gv 16,16). Miscellanea per il
L X X compleanno di Giuseppe Ghiberti, EDB, Bologna 2005,71-83. L'articolo di W. BINNI, «Parallelismi
tra Gv 1,1 e Gen 1 , 1 ~in, RivB 55(2007), 165-190 è uscito troppo tardi per poter essere preso in conside-
razione.
Alcune note sui primi versetti della Genesi (Gen I , 1-3) 81
30 Per quanto segue sono debitore principalmente della raccolta compiuta da M. ENDO, Creation and
Christology. A Study o n the Johannine Prologue in the Light of Early Jewish Creation Accounts, (WUNT
2/149), Mohr Siebeck, Tubingen 2003,12-136.
31 Cf. J.T.A.G.M. VAN RUITEN, Primaeval History Interpreted. The Rewriting o f Genesis 1-11 in the
B o o k of Jubilees, (JSJ S 66), Brill, Leiden 2000,20-27. Per la citazione dei testi di Qumran mi sono riferito
alla serie Discoveries in the Judaean Desert [of Jordan] secondo la versione elettronica di The Dead Sea
Scrolls Electronic Reference Library, Leiden 1999.
32 Cf. in proposito le note in B. GROSSFELD, Targurn Neofiti l. A n Exegeticul Commentary to Genesis
Zncluding Fu11 Rabbinic Parallels, Sepher-Hermon Press, New York 2000,SS-56.
Non mi riferisco qui alla mtmra' dei Targumim che, in fondo, sembra essere solo una formale peri-
frasi per indicare Dio in persona; cf. H.L. STRACK - l? BILLERBECK,Kommentar z u m Neuen Testarnent aus Tal-
rnud und Midrasch, C.H. Beck, Munchen 1956,11,302-333.
N Sul testo di 2Baruc si veda ad esempio P. BETTIOLO, in P. SACCHI (ed.),Apocrifi dell'Antico Testa-
mento, UTET, Torino 1989,II, 149-233,qui 183.
35 V. NIKIPROWETZKY, L a troisième Sibylle, Mouton, Paris 1970,292.
82 DuZPA ntico U Z Nuovo Testumento
36 Cf. M. ERNIET~I,
in P. SACCHI (ed.), Apocrifi dell'Antico Testamento, Paideia, Brescia 1999,III,97.
37 Cf. J.H. CHARLESWORTH(ed.), The Old Testament Pseudepigrapha, Doubleday, Garden City 1983, I,
335.
38 Cf. M. ERNIETTI, (ed.), Apocrifi, 11,548.
in SACCHI
39 Cf. P. BETTIOLO, (ed.), Apocrifi, 11,202.
in SACCHI
40 Per ragioni di spazio ometto di analizzare l'importante e ampia speculazione sul Logos di Filone
Alessandrino che lo considera come il primo nato di Dio e mediatore della creazione dell'universo; per i
passi più significativi cf. R. PENNA,L'ambiente storico culturale delle origini cristiane, EDB, Bologna 21986,
85-86; inoltre, J.L. MORENO MAR~~N «E1
E Zlogos
, y la creacion. La referencia al Logos en e1 "principio" de
Gen 1,l segun Filon de Alejandria~,in SchTh 15(1983),381-419;T.H. TOBIN, «The Prologue of John and Hel-
lenistic Jewish Speculation~,in CBQ 52(1990),252-269, spec. 255-262.
A l c u n e note s u i primi versetti della Genesi ( G e n I , 1-3) 83
41 Per un recente confronto tra la tradizione giudaica della Sapienza e il Logos giovanneo cf. NIC-
CACCI,
L O ~ Oe SSapienza, cit., 77-83.
42 Così ad es. R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni, Brescia 1973, I , 293.
43 Solo poche volte traduce la forma nifal di *br' «essere creato», cf. ad esempio Gen 2.4: 1s 42,s.
84 DalfAntico al Nzlovo Testamento
entrambi tipici verbi di creazione e adottati frequentemente dalla LXX per tra-
durre l'ebraico «creare» (*br'). Similmente, anche nelle opere della tradizione
paolina dove è presente il riferimento alla creazione per mezzo del Figlio (Col
1'16; Eb 1'2) si utilizzano i tipici verbi di creazione (rispettivamente: K T ~ Ce ~
no~io)invece che y i v o p a ~come in Giovanni; inoltre, in questi passi della tradi-
zione paolina, il contesto cosmogonico è molto più sviluppato comprendendo
varie realtà intermedie tra Dio e il mondo.44
In conclusione, mi sembra di poter affermare che, nonostante l'indubbia
presenza della teologia sulla preesistenza della Sapienza o della Parola, le
espressioni iniziali del prologo giovanneo sono più vicine al senso originario di
Gen 1,l-3 piuttosto che alle speculazioni sulla Sapienza o sul Logos creatore
degli scritti giudaici.
.-p
44 Sulla creazione in Cristo di Col 1,16 cf. R. PLNNA, I ritratti originali di Gesù il Cristo. Inizi e svi-
luppi della cristologia neotestumentaria, 2: Gli sviluppi, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999,229-236 e biblio-
grafia ivi citata.