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Ho curato l’edizione critica delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo
durante il mio dottorato in “Filologia e cultura greco-latina” presso l’Università di Paler-
mo. Presento in questa sede una parte degli studi condotti allo scopo di costituire il mio
testo. L’edizione è attualmente in corso di pubblicazione nella Series Graeca del Corpus
Christianorum (vol. 70, previsto per giugno 2008).
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Le omelie De Davide et Saule risultano trádite complessivamente da 41 testimoni, dei
quali 31 contengono la serie completa delle omelie, 5 ne tramandano due, mentre altri 3
una sola; 2 infine contengono soltanto brevissimi frammenti. La tradizione indiretta si
articola invece in tre grandi rami: una versione copta della terza omelia; alcune Eclogae
pseudocrisostomiche che contengono estratti da tutte e tre le omelie della serie; un’omelia
pseudocrisostomica Contra theatra, che riproduce la sezione iniziale De Davide et Saule III.
Sulla tradizione delle omelie qui in esame cfr. il mio studio Per un’edizione critica delle omelie
De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo, Augustinianum 45 (2005), pp. 231-258.
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Francesca Prometea Barone
y consensus codicum E d Â
f consensus codicum X2 E d Â
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Presento i codici in tavola sinottica. Preciso tuttavia che ho utilizzato G h u soltanto
per la prima omelia, che v contiene solo la De Davide et Saule I, e che a T non contengono
la De Davide et Saule III.
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La Costituzione del testo delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo
PG 54, 676, 46. sofiva": ejpimeleiva" d. Sia sofiva che ejpimevleia sa-
rebbero in questo contesto lezioni possibili. Per quanto infatti il signi-
ficato più comune di ejpimevleia sia “cura” nel senso di “attenzione,
assistenza”, il termine è utilizzato anche nel senso di “trattamento
medico”. Cfr. LSJ s.v. ejpimevleia. Ancora, per un’attestazione tarda del
termine con questo significato, si veda D. Dimitrakos, Mevga levxikon
o{lh" th`" eJllhnikh`" glwvssh", I-X, Atene 1949-1950, s. v. ejpimevleia:
(...) “iJatrikh; perivqalyi" ajsqenw`n” Teofane il Nonno, medico del X
secolo. Per l’uso di ejpimevleia in senso medico cfr. N. Van Brock, Recherches
sur le vocabulaire médical du grec ancien. Soins et guérison, Paris 1961, pp.
236-243. In particolare, a p. 236: “L’emploi médical manque
totalement, dans le dictionnaire de Liddell-Scott-Jones, pour le verbe
ejpimelei`sqai, et, pour ejpimevleia, outre un exemple de tw`n kamnovntwn
ejpimevleia chez Platon, on n’a trouvé à citer qu’un passage de Sextus
Empiricus (...).’Epimevleia, «traitement», est bien connu de la langue
médicale. Ce terme peut se trouver précisé de façons diverses (...).
Peut être précisée également la nature du mal ou la partie à soigner
(...). Mais les références au mal sont parfois si peu précises, dans la
phrase même où est employé ejpimevleia, que l’ont peut admettre que
ce terme, à lui seul, signifie «traitement»”. L’uso tuttavia non è soltan-
to specifico dei medici: “Il s’en faut de beaucoup, toutefois, que cet
emploi soit limité à la langue technique des traités médicaux; les
inscriptions en offrent des exemples clairs” (p. 237). “Comme qerapeiva,
ejpimevleia, qui n’est pas un terme spécifiquement médical, pourra
s’employer en parlant de soins donnés à un malade par des personnes
autres que le médecin” (p. 238). Anche in Giovanni Crisostomo il ter-
mine può assumere un significato medico. Cfr., e.g., Epistulae ad
Olympiadem (Malingrey, SCh 13), Ep. 8, 4, 53; In epistulam ad Galatas,
PG 61, 658, 8; De studio praesentium, PG 63, 486, 20. Per quel che
riguarda il contesto sintattico specifico in cui il termine si trova,
ejpimevleia può essere specificato dall’aggettivo poluv" (cfr. e.g. In
Matthaeum, PG 58, 573, 41), e può reggere un complemento di origi-
ne espresso da ajpo; + genitivo (cfr. e.g. In Isaiam [Dumortier, SCh
304], 5, 3, 8; o, ancora, De incomprehensibili dei natura [Malingrey, SCh
28], hom. 3, 19).
Come ejpimevleia, anche sofiva appare termine adeguato al conte-
sto, nella misura in cui può assumere il significato di “abilità, cono-
scenza tecnica”, dunque, anche da medico. Cfr. Lampe, s. v. sofiva. Per
quel che riguarda l’uso crisostomico del termine in questa accezione
cfr., e.g., In Genesim, PG 54, 597, 7; De Christi divinitate, PG 48, 809, 5,
in cui tuttavia il medico di cui si parla è Gesù. Ancora, il sostantivo
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Francesca Prometea Barone
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La Costituzione del testo delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo
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Cfr., al riguardo, il mio studio Per la constitutio textus delle omelie De Davide et Saule di
Giovanni Crisostomo: le interpolazioni penetrate nel testo, in corso di stampa presso Sileno, in
cui discuto il passo PG 54, 683, 2-4.
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La Costituzione del testo delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo
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Francesca Prometea Barone
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PG 54, 696, 23. eujalwvtou" poiou`sa. Una parte della tradizione indi-
retta legge a questo punto eujalwvtou" poiousa di’ aujtw'n diasth`sai tou'
cristou`. L’esemplare di Savile S2, nonché la sua edizione a stampa,
registrano l’infinito aoristo sigmatico di diivsthmi a margine (diasth`sai),
ed invece nel testo il participio aoristo sigmatico dello stesso verbo
(diasthvsasa). Entrambe le lezioni sono sintatticamente possibili: nel
primo caso, infatti, l’infinito risulterebbe retto da poiou`sa (“[la melo-
dia… che predispone le anime degli spettatori alle insidie delle prosti-
tute e] che, attraverso queste cose, fa in modo di separarle, facili pre-
de, dal Cristo”); nel secondo caso, invece, diasthvsasa costituirebbe
l’ennesimo participio femminile congiunto ai precedenti (“[la melo-
dia… che predispone le anime degli spettatori alle insidie delle prosti-
tute e] che, attraverso queste cose, le separa, facili prede, dal Cristo”).
I codici che contengono l’omelia Contra theatra aggiungono insomma
la conclusione che il teatro allontana dal Cristo.
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Francesca Prometea Barone
Matth. 5, 11-12:
Luc. 6, 22-23
Makavrioiv ejste o{tan mishvswsin uJma`" Kai; pavlin, ”Otan gavr fhsin ojneidivswsi uJma'",
oiJ a[nqrwpoi kai; o{tan aforivswsin Caivrete kai; skirta'te, o{tan kai; ekbavl(l)wsi to; o[noma uJmw`n wJ"
uJma`" kai; ojneidivswsin kai; ejkbalwsin ejkbavlwsi ponhro;n e{neken tou` uiJou` tou`
to; o[noma uJmw`n wJ" ponhro;n e{neka tou` to; o[noma uJmw'n wJ" ponhro;n / ajnqrwvpou yeudovmenoi cavrhte ejn
uiJou` tou` ajnqrwvpou. cavrhte ejn ejkeivnh/ uJmw'n ponhro;n o[noma / uJmi`n ponhro;n ejkeivnh/ th/` hJmevra/ kai; skirthvsate, o{ti
th/` hJmevra/ kai; skirthvsate, ijdou; ga;r oJ o[noma oJ misqo;" uJmw'n polu;" ejn (tw/`) oujranw/`.
misqo;" uJmw'n polu;" ejn tw/` oujranw/`. yeudovmenoi
gZ
I R (tra parentesi quadre le lezioni
del solo R, che inoltre omette
yeudovmenoi nella citazione da Luca)/
BPN X r /
e
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La Costituzione del testo delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo
come nel passo qui in esame (cfr. In paralyticum demissum per tectum, PG
51, 61, 45 sqq.: Makavrioiv ejste, o{tan ojneidivswsin uJma'", kai; ei[pwsi
kaqæ uJmw'n pa'n ponhro;n pra'gma yeudovmenoi: caivrete, kai; ajgallia'sqe,
o{ti oJ misqo;" uJmw'n polu;" ejn toi'" oujranoi'", ajpoqhvsetai pa'san ajqumivan
kai; devxetai pa'san hJdonhvn: Skirta'te ga;r kai; ajgallia'sqe, fhsivn, o{tan
ejkbavllwsin uJmi'n o[noma ponhrovn).
Le lezioni di I e di R, che tramandano le citazioni in forma più
letterale, sono probabilmente il risultato di normalizzazioni - impossi-
bile stabilirne l’autore - condotte sulla base del testo evangelico.
Per una restituzione della citazione di Luca in forme analoghe al
passo in questione, cfr. la parafrasi del seguente versetto evangelico in
Epistulam ad episcopos, presbyteros et diaconos, PG 52, 542, 19-22: Cavrhte
toivnun kai; skirthvsate: tou'to ga;r oJ tw'n oujranw'n Despovth" ejkevleuse
mh; movnon mh; ajlgei'n mhde; katapivptein, ajlla; kai; skirta'n kai; h{desqai,
o{tan o[noma ponhro;n uJmw'n ejkbavllwsin.
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