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1. Tra le ragioni che fecero del Timeo il dialogo platonico più letto,
commentato e dunque influente dell’antichità la più nota, ma certa-
mente non l’unica1, risiede nella circostanza che intorno al significato
della generazione dell’universo in esso descritta sia sorto un dibattito
pressoché millenario, che si originò nell’Accademia antica, tra gli allievi
diretti di Platone, per proseguire fino agli estremi confini del pensiero
antico, con Giovanni Filopono (VI sec. d.C.)2.
Le due posizioni intorno alle quali si focalizzò fin da subito questo
dibattito si richiamano 1) a un’esegesi letterale, secondo la quale le affer-
mazioni platoniche relative alla “generazione” dell’universo evocano un
evento reale, cioè la nascita “temporale” del mondo, e per contro 2) a
un’interpretazione didattica o didascalica, la quale suppone invece che la
genesi descritta da Platone costituisca un espediente narrativo utilizzato
a scopi didascalici ( ), di chiarezza espositiva
( ), vale a dire al fine di rendere più facilmente com-
prensibile la natura del cosmo, che è “generato” non in quanto ha avuto
*
Il presente contributo rielabora il testo di una relazione tenuta presso l’Università di
Göttingen nell’ambito di un seminario sul medioplatonismo dal titolo Die Mittelplatoniker
im Gespräch (24-26 Agosto 2010). Esso presenta i risultati parziali e provvisori di una ricer-
ca tutt’ora in corso sulla ricezione antica della cosmologia del Timeo.
**
Università di Salerno.
1
Per un rapido quadro delle ragioni che concorsero a fare del Timeo lo scritto platonico
più influente dell’antichità mi sia concesso rinviare a F. Ferrari, L’esegesi medioplatonica del
Timeo: metodi, finalità, risultati, in F. Celia, A. Ulacco (a cura di), Il Timeo. Esegesi greche,
arabe, latine, Plus, Pisa 2012, pp. 81-131, spec. pp. 84-86.
2
Una ricostruzione magistrale di questa importante vicenda esegetica e storiografica si
trova in M. Baltes, Die Weltentstehung des Platonischen Timaios nach den antiken Interpreten,
Bd. 1-2, Brill, Leiden 1976-1978. I principali documenti relativi al dibattito antico sulla
cosmogenesi del Timeo sono raccolti e commentati in M. Baltes, Der Platonismus in der
Antike. Grundlagen – System – Entwiklung, Bd. 5: Die philosophische Lehre des Platonismus.
Platonische Physik (im antiken Verständnis) II, Frommann-Holzboog, Stuttgart-Bad Cann-
statt 1998, Baust. 136-145.
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3
Aristot. De caelo, A 10, 279b17-280a11 (Baust. 136.0b Dörrie-Baltes). Su questo
fondamentale documento si veda il commento ad locum di M. Baltes, Der Platonismus in
der Antike, cit., pp. 377-87. Una buona presentazione del dibattito alto-accademico rela-
tivo alle esegesi della cosmologia del Timeo si trova ora in B. Centrone, L’esegesi del Timeo
nell’Accademia antica, in F. Celia, A. Ulacco (a cura di), Il Timeo, cit., pp. 57-80.
4
Procl. In Tim. I 277,8-10 Diehl (Baust. 139.1 Dörrie-Baltes), con commento di M.
Baltes, Der Platonismus in der Antike, cit., pp. 437-42.
5
Plut. An. procr. 1. 1012 B. Si veda quanto scrivo a commento di questo passo in Plu-
tarco, La generazione dell’anima nel Timeo, introduzione, testo critico, traduzione e com-
mento a cura di F. Ferrari e L. Baldi, D’Auria, Napoli 2002, p. 216 nota 3.
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bratus8. La fama di cui egli godette tra il II e il III secolo viene confer-
mata da altre testimonianze, le quali sembrano alludere anche all’acqui-
sizione di riconoscimenti pubblici, come la cittadinanza, la prossenia e
il diritto di precedenza nei tribunali9. Sappiamo che Tauro compose un
certo numero di scritti, andati tutti perduti, tra i quali un commento in
più libri al Gorgia, uno alla Repubblica o più probabilmente a qualche
parte del dialogo, un’opera polemica contro gli stoici, una di carattere
generale dedicata alla differenza tra le dottrine di Platone e di Aristotele
e uno scritto sulle cose corporee e incorporee10. Non c’è dubbio, tutta-
via, che egli dovette la sua fama principalmente all’
, ossia al Commento al Timeo, perduto anch’esso, ma di cui ci
restano estratti anche piuttosto estesi nello scritto di Giovanni Filopono
De aeternitate mundi (Contra Proclum).
In questo scritto Tauro raccolse, riformulò e codificò i principali
argomenti in favore dell’esegesi didattico-metaforica della cosmogenesi
del Timeo e finì per rappresentare il serbatoio fondamentale da cui at-
tinsero nei secoli successivi, in forma diretta o indiretta (ossia tramite
Porfirio), i sostenitori di questo tipo di interpretazione11. A lui si deve
probabilmente la prima classificazione sistematica dei significati non
temporali dell’aggettivo verbale , cioè “generato”, che veniva
assegnato all’universo del Timeo sulla base della celeberrima sequenza di
28b1-7, dove a proposito della natura del cielo, vale a dire del cosmo o
dell’universo, alla questione se esso «era sempre, non avendo alcun prin-
cipio di generazione, oppure se è generato, avendo preso inizio da un
qualche principio» (
), Timeo risponde perentoria-
mente con il perfetto , vale a dire «è nato», è generato12.
8
Aul. Gel. Noct. Att. VII 10,1 (Text 7 Lakmann = 7 T. Gioè). Si vedano i commenti
di M.-L. Lakmann, Der Platoniker Tauros, cit., pp. 59-61 e A. Gioè, Filosofi medioplatonici,
cit., pp. 299-301.
9
Cfr. Text 2 Lakmann (1 T. Gioè).
10
Cfr. rispettivamente Aul. Gel. Noct. Att. VII 14,5 (Text 20 Lakmann = 14 T. Gioè),
Ps. Hero. Alex. Def. 156,21 Heiberg (Text 21 Lakmann = 21 F. Gioè), Aul. Gel. XII 5,5
(Text 12 Lakmann = 17 T. Gioè), e Sud. IV 509,12-15 Adler (Text 18 Lakmann = 3 T.
Gioè). Sull’atteggiamento di Tauro nei confronti di Aristotele, presumibilmente piuttosto
critico, cfr. G.E. Karamanolis, Plato and Aristotle in Agreement? Platonists on Aristotle from
Antiochus to Porphyry, Clarendon Press, Oxford 2006, pp. 179 ss.
11
Scriveva in proposito M. Baltes, Die Weltentstehung, cit., Bd. 1, p. 105: «keiner der
Exegeten vor Porphyrios, soweit wir wissen, hat sich so intensiv Gedanken über das Werden
der Welt im Timaios gemacht wie Tauros».
12
Sui formidabili problemi connessi a questa dichiarazione cfr. l’ormai classico articolo
di M. Baltes, (Platon, Tim. 28 B 7). Ist die Welt real entstanden oder nicht?, ora
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in Id., Dianoemata. Kleine Schriften zu Platon und zum Platonismus, Teubner, Stuttgart-
Leipzig 1999, pp. 303-25. Si veda anche F. Fronterotta, “Principio” del cosmo e “inizio” del
discorso. Una nuova ipotesi intorno all’“origine” del mondo nel Timeo platonico, in L. Palum-
bo (a cura), . La filosofia come esercizio del rendere ragione. Studi in onore di
Giovanni Casertano, Loffredo, Napoli 2012, pp. 661-79.
13
Philop. Aet. mund. 121,18-21 Rabe (Text 22A Lakmann = 22 T. Gioè). Si tratta
evidentemente di una ripresa della questione con la quale si apriva il cap. 11 del I libro del
De caelo, dove Aristotele affermava l’esigenza di stabilire come, cioè in quanti e quali modi,
si dice che le cose sono ingenerate e generate, incorruttibili e corruttibili (280b1-2): cfr. A.
Gioè, Filosofi medioplatonici, cit., pp. 346 ss.
14
Philop. Aet. mund. 145,1-147,25 Rabe (Baust. 140.1 Dörrie-Baltes = Text 22B La-
kmann = 23 F. Gioè). Cfr. M. Baltes, Der Platonismus in der Antike, cit., pp. 454-60, A.
Gioè, Filosofi medioplatonici, cit., pp. 348-53 e G.E. Karamanolis, Plato and Aristotle, cit.,
pp. 181-83.
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15
Cfr. K. Praechter, Tauros, in RE, Bd. V A1, pp. 58-68, spec. p. 64.
16
Corretta l’osservazione di K. Verrycken, Porphyry, In Timaeum fr. XXXVII (Philo-
ponus, De aeternitate mundi contra Proclum, 148,9-23), in «L’Antiquité Classique», 57
(1988) pp. 282-89, spec. p. 286, il quale scrive: «Taurus’ notion of is
applied to a synthesis which absorbs its components and does not leave them to be what
they are separately».
17
Si veda, per esempio, A. Gioè, Filosofi medioplatonici, cit., pp. 348-49.
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della luce lunare dal sole: come la luna riceve la luce che le proviene dal
sole, senza che ci sia un solo istante in cui essa non sia illuminata, così
il cosmo riceve l’essere da dio, senza che tale dipendenza sia circoscritta
a un solo atto, essendo invece eterna, come eterno è il cosmo stesso.
Al termine di questo elenco dei valori non temporali assegnabili alla
nozione di “generato”, Tauro espone un argomento che, a suo modo
di vedere, dovrebbe orientare l’esegesi della cosmogenesi del Timeo in
senso decisamente non temporalistico. Egli osserva che il dettato della
proposizione fondamentale, quella in cui Timeo si domanda se il co-
smo non abbia alcun principio di generazione ( )
oppure sia nato a partire da un qualche principio ( ),
non dovrebbe lasciare dubbi circa l’opportunità di assumere un’esegesi
non temporale. Ai suoi occhi, infatti, la presenza accanto alle due oc-
corenze di di e di dimostra che Platone non assu-
me il sostantivo nel suo significato ordinario, cioè temporale; è invece
sensato ritenere che egli alluda al valore di come principio, cioè
come causa, tanto è vero che alcuni, tra i quali forse lo stesso Tauro,
concepiscono il principio , vale a dire in quanto
attività demiurgica . 19
18
La formula metonimica + l’accusativo solitamente indica nel linguaggio sco-
lastico la causa paradigmatica, che in questo caso verrebbe assunta da dio, il quale sarebbe
dunque sia causa efficiente sia modello del cosmo. Il seguito dell’argomentazione di Tauro
lascia invece supporre che per lui il modello sia indipendente dalla divinità. Si tratta di
un’oscillazione abbastanza frequente negli autori medioplatonici. Condivisibili osservazio-
ni si leggono in proposito in A. Gioè, Filosofi medioplatonici, cit., p. 351.
19
Il testo potrebbe essere lacunoso e per questo non risulta semplice ricostruire con
esattezza l’argomentazione di Tauro (cfr. in proposito M. Baltes, Der Platonismus in der
Antike, cit. p. 459). Il senso generale appare tuttavia perspicuo: egli intende respingere la
nozione temporale di arche opponendole un significato causale, tanto nel caso in cui la
causa sia rappresentata dal demiurgo, quanto in quello in cui essa vada identificata con il
modello eidetico. Scriveva in proposito M. Baltes, Die Weltenstehung, cit., Bd. 1, p. 111 «er
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[Tauros] weist auf die Meinung hin, man könne arche hier als das demiuorgoun auffassen;
d.h. der Kosmos ist vom Demiurgen her geworden, hat von ihm her sein Sein».
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Baust. 136.0a Dörrie-Baltes. Fondamentale in proposito il commento di M. Baltes,
Der Platonismus in der Antike, cit., pp. 375-77.
21
Philop. Aet. mund. 123,19-23 Rabe (Text 25A Lakmann = 29 T. Gioè). Si veda,
oltre al commento di A. Gioè, Filosofi medioplatonici, cit., pp. 362 ss., anche Id., Aspetti
dell’esegesi medioplatonica: la manipolazione e l’adattamento delle citazioni, in «Rendiconti
dell’Accademia Nazionale dei Lincei: Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche»,
393 (1996) pp. 287-309, spec. 296-97 e F. Ferrari, Struttura e funzione dell’esegesi testuale
nel medioplatonismo: il caso del Timeo, in «Athenaeum», 89 (2001) pp. 525-74, spec. 545.
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22
M. Baltes, Die Weltentstehung, cit., Bd. 1, pp. 112-15.
23
Sulla pratica della manipolazione in usu citandi si veda, accanto ai due articoli men-
zionati nella nota 21, anche il celebre saggio di J. Dillon, Tampering with the Timaeus: Ide-
ological Emendations in Plato, in «American Journal of Philology», 110 (1989) pp. 50-72.
24
Philop. Aet. mund. 186,17-189,9 Rabe (Baust. 138.2 Dörrie-Baltes = Text 23B La-
kmann = 26 F. Gioè). Si vedano in proposito i commenti ad locum di M. Baltes, Der Pla-
tonismus in der Antike, cit., pp. 428-35 e A. Gioè, Filosofi medioplatonici, cit., pp. 355-61.
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)» (III 5, 9,24-29).
Si è accennato sopra all’ipotesi che una simile spiegazione costituisca
una replica a un argomento utilizzato dagli interpreti letteralisti, i quali
erano soliti richiamarsi al fatto che l’unico atteggiamento in grado di sal-
vaguardare la provvidenza divina consisteva nell’ammettere che il cosmo
fosse il prodotto di un atto demiurgico reale, nel quale si manifestava
appunto questa pronoia25. Con la distinzione tra due tipologie di lettori,
l’uno preparato e in grado di comprendere relazioni complesse, ossia
rapporti di dipendenza metafisica, anche se non formulate in termini
temporali, l’altro superficiale, capace solo di collegare la dipendenza alla
25
Cfr., per esempio, Attico fr. 4 des Places, per il quale quei platonici che concepiscono
l’universo come eterno eliminano di fatto la provvidenza demiurgica, la quale viene sal-
vaguardata solo da una concezione che ammetta un intervento diretto e reale di dio nella
fabbricazione del cosmo. Sulla connessione in Attico tra provvidenzialismo e concezione
temporale della genesi dell’universo cfr. M. Zambon, Porphyre et le moyen-platonisme, Vrin,
Paris 2002, pp. 152-53.
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È probabile che Tauro alluda polemicamente a Plutarco, il quale aveva menzionato il
mito di Atlantide del Crizia e quello dei cicli cosmici del Politico allo scopo di confermare la
sua interpretazione letterale della genesi del cosmo (e dell’anima) nel Timeo: cfr. An. procr.
10. 1017 C; si veda in proposito il mio commento in Plutarco, La generazione dell’anima,
cit. pp. 270-71 note 134-35.
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Sulla diffusione dei commentari specialistici dedicati a singole parti del Timeo rinvio
a F. Ferrari, I commentari specialistici alle sezioni matematiche del Timeo, in A. Brancacci
(a cura), La filosofia in età imperiale. Le scuole e le tradizioni filosofiche, Bibliopolis, Napoli
2000, pp. 169-224 e Id., Esegesi, commento e sistema nel medioplatonismo, in A. Neschke-
Hentschke (Hrsg.), Argumenta in dialogos Platonis, Teil 1: Platoninterpretation und ihre
Hermeneutik von der Antike bis zum Beginn des 19. Jahrhunderts, Akten des Internationalen
Symposions von 27.-29. April 2006 im Istituto Svizzero di Roma, Schwabe, Basel 2010,
pp. 51-76, spec. 68-71.
28
È possibile che un’allusione alla presenza in Tauro di un doppio registro nel commen-
to di Platone si trovi in Aul. Gell. Noct. Att. XVII 20,1-7 (Text 14 Lakmann = 10 T. Gioè),
dove si dice che il filosofo facesse seguire l’esame linguistico e terminologico del brano da
un’indagine rivolta ad ipsa enim Platonis penetralia ipsarumque rerum pondera et dignitates.
Si veda l’illuminante commento di M.-L. Lakmann, Der Platoniker Tauros, cit., pp. 174-
77. Sulla distinzione tra metodo kata lexin e metodo kata pragmata cfr. F. Ferrari, Struttura
e funzione dell’esegesi testuale, cit., pp. 549-52.
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Ad alcuni aspetti dell’esegesi temporalistica della Weltentstehung del Timeo ho dedica-
to un saggio dal titolo Materia, movimento, anima e tempo prima della nascita dell’universo:
Plutarco e Attico sulla cosmologia del Timeo, in corso di stampa nel volume E. Coda, C.
Martini Bonadeo (éd.), Études de logique et de cosmologie offertes à Henry Hugonnard-Roche,
Vrin, Paris 2014.
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