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Nietzsche

Diverse interpretazioni: l'interpretazione nazista è stata quella che ha avuto più successo, alimentata anche
dalla sorella Elizabeth (ella sosteneva che il fratello supportasse il nazismo, a questo ha contribuito anche la
visita di Hitler alla casa di Nietzsche). Dopo la seconda guerra mondiale c’è stato il processo di
denazificazione: la figura di Nietzsche è diventata una figura più progressista (superuomo) piuttosto che
nazista. Diverse interpretazioni della sua figura: principalmente possiamo dire di avere un'interpretazione
di destra e una di sinistra. In occasione della seconda guerra mondiale c'è stata soprattutto quella di destra:
Nietzsche è stato considerato un po' come l'ispiratore di tutto quello che è accaduto, non soltanto col
concetto di superuomo ma anche con quello della volontà di potenza, quello che poi è diventato lo
strumento politico di Hitler.

Stile letterario e sistematicità: questa caratteristica ha portato ad avere poi diverse interpretazioni del suo
pensiero (ogni movimento politico, ogni ideologia, ha cercato di ritrovare una parte del proprio pensiero
all’interno delle opere di Nietzsche, questo ha portato ad avere una lettura strettamente personalistica di
determinate figure)

Tendenza alla demistificazione: quella tendenza a distruggere quello che era il sapere tradizionale filosofico,
ma anche il tentativo di costruire qualche cosa di nuovo.

Apollineo e Dionisiaco: risale al periodo in cui Nietzsche decide di studiare le origini della tragedia, la
cultura greca, che lo porta a ricavare queste due caratteristiche dell’animo umano che non sono
caratteristiche esclusive di quell’epoca ma sono caratteristiche di ogni essere umano. Però quello che va a
scoprire Nietzsche è che in queste tragedie noi possiamo scorgere diverse fasi: una prima fase in cui c’è un
equilibrio tra le due tendenze, per arrivare poi ad una fase in cui l’apollineo prevale sul dionisiaco.

Apollineo: ragione; riferito al dio apollo, il dio della bellezza e dell’armonia, rappresenta la razionalità che in
alcuni casi va a superare l’aspetto istintuale

Dionisiaco: istinto, sentimento; fa riferimento a Dioniso, il dio dell’ebbrezza, corrisponde alla tendenza
istintiva dell’essere umano, la sua adesione alla materialità, alle passioni, alle emozioni, al corpo, alla vita
istintiva

Il problema principale secondo Nietzsche è che questa tendenza, che porta l’apollineo a superare il
dionisiaco, da un input particolare a tutta la civiltà occidentale per arrivare fino alla sua epoca. Quello
diventa l’inizio del percorso di tutta la civiltà occidentale. Nietzsche sostiene che quel periodo, in cui
l’apollineo prende il sopravvento, coincide con l’opera filosofica di Socrate, il quale aveva sottomesso tutto
alla razionalità (virtù equivale a scienza=i nostri comportamenti dipendono dalla conoscenza dei principi del
bene e del male, significa dare più importanza alla ragione)

o Passa poi attraverso Platone che addirittura distingue due realtà diverse (dualismo platonico:
mondo delle idee (il mondo della verità e della perfezione) e il mondo sensibile) anima con la biga
alata che va a finire nel corpo e poi inizia il ricongiungimento delle idee (altro momento decisivo
per Nietzsche)
o Per arrivare al cristianesimo, che, come religione è limitativa per quanto riguarda tutto ciò che è
istinto, col desiderio, considerato come peccato
o Kant, con la legge morale, il comportamento che dipende dalla razionalità che appartiene a tutti gli
esseri umani
o Positivismo, questo mito della scienza (sulla scienza Nietzsche ha idea diverse perché in alcuni
momenti della storia viene considerata anche come quello strumento che permette di rischiarare le
menti, ci da una visione completa, ma quando la scienza diventa un mito, diventa certezza assoluta,
non può più funzionare)
critica allo storicismo perché inibisce la creatività dell’uomo. Storicismo significa considerare la storia come
un modello di riferimento quindi basarsi sul passato. La storia è limitativa perché, questo legame con la
storia, con il passato, secondo Nietzsche non fa altro che bloccare l’iniziativa dell’uomo, le sue potenzialità.
L’uomo deve liberarsi da queste costrizioni.

Riferimento con Schopenhauer: Nietzsche porta l’essere umano a riscoprire le sue potenzialità ma anche
riconoscere quello che è la vita vera. C’è un interesse per l’esistenza dell’uomo, partendo anche da concetti
molto simili di quelli di schopenhauer (vita che va riconosciuta per quella che è, senza false illusioni). Se per
schopenhauer questo comporta una deriva pessimistica, pernice invece diventa una base di lancio perro la
costruzione di qualcosa di nuovo quindi per questo riappropriarsi di se stessi nella dimensione dionisiaca.

questo poi si collega alla filosofia del meriggio, questa filosofia del mattino: l'inizio di una vita nuova e la
figura simbolo di questo periodo è quella del viandante, dello spirito libero, che coglie quello che trova.
Essere pronti per una vita nuova senza avere dei punti di riferimento precostituiti, e quindi cogliere ciò che
la vita può offrire, e qua si inserisce il discorso della morte di Dio.

Tema della morte di Dio che non corrisponde esclusivamente ad una critica nei confronti della religione
(non abbiamo la critica di Feuerback verso la religiosità) ma nel concetto di morte di Dio entra una critica a
quelle che vengono definite come le certezze precostituite.

per morte di Dio quindi Nietzsche intendi l'insieme di tutte quelle ideologie, quelle teorie, quelle religioni
che ci hanno offerto, durante questo percorso della civiltà occidentale, dei punti di riferimento, dei valori
assoluti.

Cioè questo brano importante, questo grande annuncio dell’uomo folle: un uomo che è considerato come
un folle perché la maggioranza della popolazione non lo capisce, non lo approva, lo prende per pazzo.
Secondo Nietzsche ciò significa che l'umanità non è pronta ad accogliere il peso della morte di Dio perché
morte di Dio significa che noi siamo responsabili di noi stessi, che non abbiamo più nessun appiglio, nessun
aggancio, quindi dobbiamo acquistare forza in noi stessi. Quindi è veramente la demolizione di tutte le
metafisiche, di tutte quelle ideologie, quelle teorie, che ci hanno proposto dei punti di riferimento, intesi
come valori assoluti.

Nietzsche ci mette anche in guardia rispetto a quello che lui definisce come i surrogati di Dio: spesso l'uomo
arriva, attraverso un percorso personale, ad abbattere tutti questi monumenti che rappresentano i valori, le
certezze (scienza si può considerare una certezza precostituita) però poi involontariamente ne costruisce di
altri. Nietzsche, quindi, dimostra che forse nella natura umana c'è questo bisogno del volersi creare quasi
degli idoli da idolatrare, da omaggiare, e ai quali poi agganciarsi.

(discorso molto attuale perché in molte occasioni, soprattutto nella contemporaneità, tante persone si sono
liberate, del peso della religione, da tanti obblighi dovuti all’educazione, e poi quasi involontariamente si
sono rifugiati oppure si sono creati altri schemi mentali, si sono affidati poi ad altre ideologie che si
presentano sempre con delle costrizioni perdendo quella libertà acquistata. Questo deriva sia da una
mancanza di coraggio che da un senso di sicurezza che questi surrogati ci trasmettono.) (es della cintura di
sicurezza che è una limitazione ma ci fa sentire al sicuro perché in caso di incidente in caso di frenata brusca
la cintura di sicurezza mi blocca)

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