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ARISTOTELE
L'ANIMA
TRADUZIONE INTRODUZIONE E COMMENTO
A CURA DI GIANCARLO MOVIA
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con una tesi s.
GIANCAilLO MovxA, riato a Tolmino (Jugoslavia)
1'11 luglio 19)7 li ~ laureato in filosofia a Padova,
'tema via' di Tommaso d'Aquino.
Nell'Università di Padova è incaricato stabilizzato
ed assistente ordinariv d! Storia della filoeo6a; ~
pure libero docente di Storia della filosofia antica.
Tra i suoi lavori principali ricordiamo: Anima e in-
telletto. Ricerche sulla psicologia peripatetu:a da
Teofrasto a Cratippo (Padova 1968); Alessandro di
Afrodisia tra naturalim~o e misticismo (ivi 1970);
Due studi sul «De Anima,. di Aristotele (ivi 1974).
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«M. G. Movia, ~ partir cles textes qu'ii colltialt
parfaitement et des travaux de ses prédécesseurs,
en particulier ceux de Ph. Merlan et P. Moraux,
explique avec beaucoup de clW quelle fut la doc-
trine d'Alexandre d'Aphrodise sur l'intellect. Un
index cles pasaages ~diés et cités, ainsi qu'un in-
da dea DODl8 propres anciens et modemes com-
pateDt utilement cet intéressant petit volume ».
P. Louis, « Revue de philologie », 1971
« In a convenient compact form this study (the
size of a substantial artide) presents the essential
information on the concept of the 'active' (or, as
M. prefers to translate, the 'productive') intelli-
gence in Alexander ».
L. G. Westerink, « Mnemosyne », 1973
«L'A. [nel terzo volume] a examin~ a fond
ces deux problèmes bien spécifiques, en passant
chaque fois par la tradition des interp~tions an-
tiques, m~évales et modernes. On remarque la
bonne structuration de ses arguments, pour les-
quels il a utilisé toute la bibliographie, considm-
ble (pp. 8.5-90), concemant les problmtes discutés.
L'intellect éduqu~ recherche l'exactitude propre au
sujet et pas davantage, nous dit Aristate (NE 1094
b 24). Les conclusions de l'A. sont d'autant plus
solides et scientifiques qu'elles sont restreintes et
mod~~».
J. Dudley, « Revue philos. de Louvain », 1978
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FILOSOFI ANTICHI
7
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ARISTOTELE
L'ANIMA
w 5!t ~'l)'tltv &t lv -1) ~i) x~t -tò CTWil~, Wa'~ap oùSl ~~v
X11P~" mL ~~ axfi~-t« (De an. B l, 412 b 6-7)
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CENTRO DI STUDI FILOSOFICI DI GALLARATE
COMITATO DIRETTIVO
Gusta~·o Bontadini
Sergio Cotta
Giuseppe Flores d'Arcais
Carlo Giacon
Peter Henrici
Vittorio Mathieu
Virgilio Melchiorre
Luigi Pareyson
Pietro Prini
Armando Rigobello
Giovanni Santinello
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ARISTOTELE
L'ANIMA
TRADUZIONE INTRODUZIONE E COMMENTO
DI
GIANCARLO MOVIA
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Prima edi%ione 1979
Seconda edizione 1991
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PREFAZIONE
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In un tempo di esplosione d}interesse per le tematiche psi-
cologiche, presentare una nuova traduzione italiana di quella
che, per ampiezza di visione e taglio sistematico, è indubbia-
mente « die erste Psychologie Europas » 1, vuol costituzre qual-
cosa di più che un semplice invito alla lettura, si potrebbe dire,
patetica e 'divertente' di un venerando testo dell}antichità
classica. Diciamo sùbito che questo lavoro nasce da un}esigenza
prevalentemente, se non esclusivamente, storico-filosofica, vale
a dire ha come suo intento qualificante quello di addivenire alla
comprensione storica meno inadeguata possibile di un testo
molto fortunato e molto studiato, e che tuttavia conserva ancora
in sé parecchi lati oscuri e difficili. Cionondimeno io credo che
la lettura (o rilettura) di questa prima opera 'sistematica' della
cultura occidentale su L'Anima possa interessare non soltanto
gli specialisti di filosofia antica (o i 'filosofi' in generale), ma, in
qualche misura, anche i cultori di scienza (dalla biologia alla
psicologia e alle discipline antropologiche di più ampio respiro)
più sensibili alla ricerca dei fattori storici del loro sapere. Tra le
molte ragioni di interesse per quest}opera da parte di lettori di
questo tipo, che non disdegnino illuministicamente « il passato
come semplice momento d}ignoranza o d} errore» 2, vorrei segna-
lare, per esprimermi in termini assolutamente generici, il ten-
tativo di Aristotele di pervenire ad un}adeguata fondazione cott-
cettuale della biopsicologia generale; il suo sforzo di contempe-
rare metodo deduttivo e metodo induttivo; l'impegno teorico,
che frutta « grandi analisi concettuali, come quelle sui rapporti
fra organo e funzione, fra corporeità e psichicità, fra percezione
e funzioni psicologiche superiori», e «potenti sintesi compara-
tive che abbracciano a volte l}intera natura vivente» 3; l'appello
continuo all}esperienza (quantunque a tutti sia noto che in Ari-
stotele non si ritrova alcun metodo empirico-sperimentale vero
e proprio); l}individuazione dello specifico 'umano' in un}entità
(l} intelligenza), che ha una radice trascendente (e sta qui il nucleo
propriamente metafisica dell}opera - la sua, diremmo} 'verità
eterna' - , che, per il resto, si svolge tutta in ambito 'fisico') e
cionondimeno è legata alle funzioni psichiche inferiori ed alla
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lO PREFAZIONE
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PREFAZIONE 11
* * *
Ristampo il volume in forma immutata, aggiungendovi sol-
tanto una nuova appendice bibliografica. Auguro a questa se-
conda edizione la favorevole accoglienza avuta dalla prima.
Cagliari, settembre 1991
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INTRODUZIONE
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I
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16 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA B GENESI DEL DB ANIMA 17
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18 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 19
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20 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 21
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22 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA B GENESI DEL DE ANIMA 23
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24 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 25
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26 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 27
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28 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 29
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30 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 31
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32 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 33
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34 INTRODUZIONE
61 Cfr. supra 18 e n. 8.
62 Allan, La filosofia, 53. Cfr. anche Lanza-Vegetti, Opere, 485-7.
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 35
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36 INTRODUZIONE
65 Diiring, Notes, 3.5 sgg.; Ariston, 13 sgg.; Aristotle, 393 sgg.; Aristoteles,
36 sgg.; Moraux, Les listes, 311 sgg.; Movia, Anima, 174 sgg.; Berti, Arzsto-
tele, .51 sgg.
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 37
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38 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 39
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40 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 41
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42 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 43
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44 INTRODUZIONE
40 Or., ad es., Gigon, in De an., 246; Gohlke, in De an., 12; 138 n. 19.
Cfr. anche infra 346 n. 2.
41 Wallace, in De an., 258; Lanza, in Lanza-Vegetti, Opere, 1243-4.
42 Gigon, in De an., 248; Hamlyn, in De an., 121.
43 Gohlke, in De an., 11; 133 n. l; 140 n. 28.
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 45
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46 INTRODUZIONE
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CRONOLOGIA E GENESI DEL DE ANIMA 47
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48 INTRODUZIONE
63 Gohlke, in De an., 8; 12; 138 n. 19; 149 n. 43; Gigon, in De an., 2.54.
64 Theiler, in De an., 1.54; Hamlyn, in De an., 1.56.
6S Or. De an. A l, 403 a 26 sgg.
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II
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.50 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 51
4 Cfr. anche Berti, Physique, 20-1 (sui principi della fisica e della geometria).
s Or. anche Mignucci, Teoria, 217 e 234 (sulla mancata applicazione del
sillogismo dimostrativo nel corpus Aristotelicum).
6 Gigon, in De an., 253.
7 De an. B l, 412 a 11 sgg.
8 Di origine platonica; cfr. Platone, R. V, 477 c l sgg.; inoltre Sorabji,
Aristotle on Demtl1'cating, 56; 58.
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52 INTRODUZIONB
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LA ~TICA DEL DE ANDMA 53
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54 INTRODUZIONE
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LA TEMA TICA DEL DE ANIMA 55
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56 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 57
anima, lasciando con ciò intuire sin da qui come la relazione tra
psyche e soma vada intesa, in termini ilemorfici, come un rap-
porto tra forma-funzione e materia-organo 21 •
(ii) Al di fuori degli schemi con cui lo Stagirita aveva clas-
sificato in A 2 le teorie dei predecessori, ma non priva di punti
di contatto con la problematica agitata da quelle stesse teorie 22 ,
è la dottrina dell'anima-armonia. Questa teoria si presenta con
delle caratteristiche più raffinate e scaltrite delle dottrine 'ele-
mentaristiche' di stampo empedocleo, le quali, definendo l'anima
come principio di conoscenza e avvalendosi dell'idea che il simile
è conosciuto dal simile, pensavano che l'anima fosse composta
dagli stessi elementi materiali di cui erano costituiti gli oggetti
da apprendere 23 • Invece la dottrina dell'anima-armonia identifica
l'anima con la proporzione degli elementi o qualità elementari
che formano il corpo. Di conseguenza Aristotele, pur criticandola
aspramente, non nasconde gli spunti di estremo interesse che
contiene, proprio perché essa da un lato evidenzia, meglio delle
altre teorie, la stretta unità che lega l'anima al corpo, e dall'altro
la loro reciproca distinzione: spunti dottrinali in direzione del-
l'immanenza e, insieme, della 'trascendenza' dell'anima, che la
teoria ilemorfica dello Stagirita non mancherà di sviluppare 24 •
Tra le obiezioni rivolte all'armonismo psicologico, di particolare
importanza è la quarta, con la quale si mostra che dalla defini-
zione di anima come armonia non sono deducibili le sue facoltà
e funzioni, un problema che si dimostrerà di difficile soluzione
- come già si è accennato 25 - per lo stesso Aristotele.
(iii) Quest'ultima difficoltà è rivolta anche alla dottrina del-
l'anima come numero che muove se stesso proposta da Seno-
crate 26 , condiscepolo e collega dello Stagirita nell'Accademia di
Platone, e successivamente, come scolarca dell'Accademia, rivale
dello stesso Aristotele quando questi reggeva il Liceo. Ed alla
teoria dell'anima come numero semovente lo Stagirita indirizza
il suo giudizio più severo n.
(iv) Riguardo alle dottrine elementaristiche e specialmente
a quella empedoclea, Aristotele contesta che esse diano una valida
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58 INTRODUZIONE
3. LA DEFINIZIONE DI ANIMA.
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 59
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60 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 61
4. LE FACOLTÀ DELL'ANIMA.
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62 INTRODUZIONE
a) La facoltà vegetativa.
L'anima o facoltà vegetativa 2 è definita da Aristotele come
il principio primario e fondamentale della vita, coestensivo a
tutti i tipi di viventi: piante, animali e uomini. Funzioni pre-
cipue di tale facoltà sono la nutrizione e la riproàuzione, la
prima :finalizzata alla conservazione del vivente in quanto indi-
viduo, la seconda alla sua conservazione non in se stesso, ma
nella specie. A questa dottrina, che l'eternità della specie è
il :fine dei viventi, si accompagna la dottrina della triplice cau-
salità dell'anima, una delle meglio riuscite applicazioni dell'aitio-
logia aristotelica. Anzitutto l'anima è causa formale o essenza
del vivente, sia perché è causa del suo essere-tale, vale a dire
del suo essere 'vivente' piuttosto che 'non vivente', sia perché
essa costituisce il suo 'atto'. Inoltre, se il :fine dei viventi è di
contribuire all'eternità della specie, la causa :finale di ciascun
vivente, considerato individualmente, è la sua anima, la quale
si serve del corpo come del suo strumento. Ciò significa che, in
ciascun vivente, l'intero corpo e i suoi organi sono :finalizzati
alle attività dell'anima: nelle piante alle sole attività biologiche,
negli animali anche all'attività sensitiva, nell'uomo pure a quella
razionale. Infine l'anima è causa motrice del vivente, in quanto
è principio dello spostamento locale (assente però nelle piante
e negli animali stazionari), dell'alterazione (alla quale si può
ricondurre la sensazione) e dell'accrescimento e deperimento
(mediante la nutrizione) del vivente stesso.
l De an. A ,, 411 a 26-b 30; B 2, 413 a 22 sgg.
2 De an. B 4 per totum. Or. anche De an. r 12, 434 a 22-6; inoltre Berti,
Aristotele, 377-9.
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 63
h) La facoltà sensitiva.
L'anima o facoltà sensitiva appartiene - almeno nella sua
forma tattile - a tutti gli animali 3, e la sua funzione caratte-
ristica - non più soltanto biologica, ma conoscitiva - è la
sensazione 4 • Aristotele accoglie, in prima istanza, la dottrina
presocratica della sensazione come una specie di mutamento o
alterazione 5 - dato che essa implica necessariamente una forma
di ricettività, dipendenza o contatto con l'oggetto - , ma sù-
bito dopo la riformula sulla base della propria teoria dell'atto
e della potenza: la facoltà sensitiva si attualizza per l'azione
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64 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 65
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66 INTRODUZIONE
(cfr. GA E l, 779 b 20 sgg.; 780 b 23). Cfr. anche G. E. R. Lloyd, The Empi-
rical, 220 (sull'umor vitreo).
15 De an. B 4, 415 a 16-22. Cfr. Sorabji, Aristotle on Demarcating, .56; 58.
Cfr. anche supra .51.
16 Sorabji, Aristotle on Demarcating, 60-8.
17 Cfr. Hamlyn, in De an., ad 418 a 26 sgg., 108; Diiring, Aristoteles, 563.
18 De an. B 8 p~ totum.
19 De an. B 9 p~ totum.
20 De an. B 9, 421 a 18-9.
21 De an. B 11, 423 b 22-3 (cfr. anche Wiesner, The Unity, 247). Sulla
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LA TEMATICA DEL DE ANDMA 67
&agilità della dottrina che il tatto e il gusto si estendono fino al cuore cfr.
G. E. R. Lloyd, The Empirical, 223.
22 De a. B 10 per totum.·
23 De an. B 11 per totum.
24 Hamlyn, in De an., ad 418 a 11, 106; Diiring, Aristoteles, 576; Sorabji,
Aristotle on DemtWcating, 68-9.
25 De an. B 10, 422 a 8-16; r l, 424 b 27-8; 12, 434 h 11-9; 13, 435 a 17-8.
26 De an. B 10, 422 a 8-16; 11, 423 b 20-6.
rr Cfr. Sorabji, Aristotle on Demtll'cating, 71-3.
28 GC A 9, 327 8 3-6; De an. B 10, 422 8 8-16.
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68 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 69
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70 INTRODUZIONE
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LA ~TICA DBL DB ANDMA 71
c)L}immaginazione.
L'immaginazione (phantasia) è una facoltà 'critica' e cono-
scitiva intermedia tra il senso e l'intelletto, e cioè per un verso
implica il senso, in quanto il suo prodotto o phantasma presup-
pone una precedente e specificamente simile sensazione in atto,
benché per formarsi non richieda la presenza attuale della sensa-
zione né dell'oggetto materiale percepibile; e per l'altro è a sua
volta implicata dall'intelletto, in quanto quest'ultimo non può
cogliere l'intelligibile che nelle immagini sensibili 47 •
44 De an. r 2, 425 b 12-25. Cfr. anche Mondolfo, La comprensione, 358-61;
Diiring, Aristoteles, 578; Cosenza, Sensibilità, 87-8; Sorabji, Body, 71-2; Owens,
A Note, 114.
45 De an. r 2, 426 b 8-12 (cfr. anche Sens. 7, 447 a 12 sgg.; 449 a 2 sgg.;
inoltre Alessandro, Quaest. III, IX, 94, 26 sgg.; MondoHo, La comprensione,
353-4). Cfr. però De an. r 2, 427 a 5-9 e Ham.lyn, ad 426 h 29, 127-8.
46 De an. r 2, 426 h 12-427 a 14. Cfr. anche De an. r 7, 431 a 20-h l.
47 De an. r 3, 427 h 14 sgg. Cfr. anche De an. A l, 403 a 9; 4, 408 b 18;
B 2, 413 h 22; 8, 420 h 32; r 2, 425 h 24-5; 7, 431 a 14-7; 431 h 2; 8,
432 a 8-14; 9, 432 a 31-h 3.
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72 INTRODUZIONE
d) L}intelletto.
E veniamo all'intelletto, che rappresenta la aporia pleisté 4 Q
48 De an. r 10, 433 b 29-30; 11, 433 b 31-434 a 12. Cfr. anche De an.
B 3, 415 a 10-1; r 3, 428 a 9-11; 22-4.
49 GA B 3, 736 b 6-7.
so Cfr. De an. B 2, 413 b 24-5; 3, 415 a 11-2.
51 De an. A l, 402 a 9-10 .
.52 De an. A l, 403 a 3-16.
53 De an. A l, 403 a 27-S.
54 De an. A l, 403 b 15-6.
ss Hamlyn, Sensation, 28.
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 73
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74 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 75
delle facoltà, comprensibili nel caso dei sensi (in quanto questi
hanno come loro supporto materiale gli organi sensori), riman-
gono inesplicate nel caso dell'intelletto, che non ha un proprio
organo corporeo 73 • Ma la teoria aristotelica della natura speciale
(immateriale e 'spirituale') del nous e delle sue funzioni e atti-
vità (fatte salve le distinzioni e precisazioni di De an. r 5), è
precisamente la più cospicua parte dell'eredità platonica accolta
dallo Stagirita nel suo De Anima 14 •
Comunque sia, Aristotele mostra che le analogie tra l'intel-
letto ed il senso non annullano le loro reciproche differenze 75 ,
in quanto il primo non possiede un organo corporeo, ed è anzi
'separato' dal corpo e immateriale, e pertanto non è affetto dai
noetà, mentre il secondo è strettamente legato ad un supporto
corporeo e quindi è danneggiato da stimoli eccessivi 76 • Inoltre
la differenza tra aisthesis e nous si fonda sulla diversità dei loro
rispettivi oggetti, poiché, mentre il senso conosce le qualità
sensibili delle cose - e quindi le forme nella loro connessione
con la materia-, l'intelletto apprende invece le essenze (fisiche,
matematiche e metafisiche) degli oggetti, ossia coglie le forme
in quanto separate dalla materia, ovvero le forme intelligibili n.
Si aggiunge poi che la conoscenza intellettiva è resa possibile
dalla comunanza dell'intelletto con il suo oggetto, ovvero dal-
l'identità potenziale 78 di nous (tabula rasa) e noeton; e che al-
l'apprensione, da parte del nous, degli intelligibili in atto con-
segue, in maniera concomitante e indiretta, la coscienza di sé 79 •
Il problema delle condizioni di possibilità della conoscenza
intellettiva 80 non trova però un'adeguata soluzione nella teoria
del nous dynamei, ma, proprio a motivo della radicale poten-
zialità di quest'ultimo, soltanto in un principio attivo, che è
precisamente il nous poietikos 81 • Com'è noto, il capitolo quinto
del libro r è - per usare un'espressione impiegata da G. Reale
a proposito di Metaph. A 8 82 - come il capo delle tempeste
del De Aninza, e ha dato luogo ad una quantità innumerevole di
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76 INTRODUZIONE
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 77
89 De an. r 6 per totum. Cfr. Berti, The Intellection, 141 sgg.; inoltre
Harvey, Aristotle, 219-20.
90 Cfr. anche Owen, The Platonism, 130.
91 Cfr. anche De an. A 3, 407 a 15; 31-2; 32-3.
92 Cfr. anche De an. r 8, 432 a 3-14.
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78 INTRODUZIONE
93 De an. r 9-11.
94 De an. A 5, 411 a 29-30; B 4, 415 b 10; 21-2; r 3, 427 a 18.
95 De an. A 5, 410 b 18-20; B 2, 413 b 21-4; 3, 414 a 32-b 17; r 7, 431 a
8-14; 9, 432 b 19-26; 11, 433 b 31-434 a 7.
96 De an. r 10, 433 b 10-3.
VI Cfr. anche De an. A 5, 411 a 28; B 3, 414 b 2.
98 Sorabji, Body, 81 n. 52.
99 De an. r 3, 429 a 4-6; 10, 433 b 12.
1oo De an. r 10, 433 b 13-27.
1o1 De an. r 9, 432 b 16; 432 b 26433 a 8; r 10-1. Cfr. anche De an. A 3,
406 b 24-5; 407 a 23-4; B 4, 415 b 16; r 2, 426 b 24-5; 3, 429 a 4-8; 7,
431 a 8-17; 431 b 2-12; inoltre infra 87; 95; 101; 105-6.
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LA TEMATICA DEL DE ANIMA 79
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III
l. L'ASSETTO TEORICO.
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82 INTRODUZIONE
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IL METODO DEL TRATTATO 83
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84 INTRODUZIONE
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IL ~TODO DEL TRATTATO 85
corpo, sia come finis cui prodest, in quanto si serve del corpo
e degli organi corporei come di strumenti per le proprie attività 36 •
L'analitica della cause viene poi messa in opera nello studio
delle singole facoltà dell'anima. Coslla facoltà vegetativa rimane
definita dalle funzioni della nutrizione e della riproduzione, le
quali sono finalizzate rispettivamente alla conservazione del vi-
vente stesso e a quella della specie 37 • Inoltre Aristotele enuncia,
in una discussione contro Empedocle, il principio fondamentale
dell'anatomia comparata 38 , secondo cui funzioni e finalità comuni,
ad esempio quella nutritiva, permettono di stabilire un'analogia
fra organi corporei di viventi diversi, ad esempio tra le radici
delle piante e la bocca degli animali 39 ; e, contro Eraclito
- come in precedenza aveva rilevato la causalità strumentale
del corpo e dei suoi organi rispetto all'anima in quanto causa
finale - asserisce la natura materiale e strumentale e di
'concausa' del calore nella nutrizione e la crescita del vivente,
le quali ultime hanno invece come loro causa adeguata l'anima
in quanto forma 40 • Allo schema delle aitiai, e particolarmente
a quello della causalità motrice e della causalità materiale-
strumentale, viene infine agganciata la funzione nutritiva nei
termini seguenti: la facoltà nutritiva è. il motore immobile della
nutrizione, che fa uso di due strumenti, il calore vitale - o
motore mosso - e l'alimento - soltanto mosso - 41 •·
Riguardo alla facoltà sensitiva lo Stagirita fa propria, in
prima approssimazione, la dottrina tradizionale della aisthesis
come 'movimento' (kinesis) o mutamento, e, più precisamente,
come alterazione qualitativa (alloiosis), che ha la sua causa effi-
ciente (poietikon) nell'oggetto sensibile esterno 42 , ma sùbito
dopo lascia intendere che la aisthesis, come ogni altra attività
conoscitiva, è finalizzata alla crescita e all'autorealizzazione della
natura del soggetto stesso 43 • L'idea di telos è presente anche
nella trattazione delle specie di sensibili, dove si mette in luce
come i sensi speciali sono orientati principalmente alla perce-
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86 INTRODUZIONE
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IL ~TODO DEL TRATTATO 87
Baruch_in_libris
88 INTRODUZIONE
Baruch_in_libris
IL METODO DEL TRATTATO 89
Baruch_in_libris
90 INTRODUZIONE
Baruch_in_libris
IL METODO DEL TRATTATO 91
Baruch_in_libris
92 INTRODUZIONE
2. I PHAINOMENA.
Baruch_in_libris
IL ~TODO DEL TRATTATO 93
1
accidenti per sé' serve a conoscere l'essenza della cosa 4 • Tale
opzione di metodo si dimostra sùbito efficace col rilevamento
fenomenologico (phainetai) del carattere psicosomatico della
maggior parte delle funzioni psichiche 5 • Nel medesimo contesto
compare un altro, importante strumento ermeneutico per la spie-
gazione dei fenomeni biopsichici, quello dell'analogia 6 , in questo
caso con una definizione matematica: l'anima con le sue proprietà
è inseparabile dal corpo come lo è la retta avente la proprietà
di essere tangente alla sfera in un punto 7 •
All'inizio della discussione delle teorie cinetiche viene abboz-
zata un'altra similitudine: l'anima è mossa ( = è trasportata) dal
corpo come il marinaio dalla nave, ossia per aliud e per accidens 8,
ed un'altra, puntuale analogia è formulata al termine di un
excursus sul rapporto tra anima e corpo, questa volta assunta
dalla tecnica: come la techne si serve dei suoi strumenti, così
l'anima dei suoi organi corporei 9 • La terza obiezione, poi, alla
teoria dell'anima-armonia fa forza su questo dato linguistico,
che cioè il termine armonia' è più atto a denotare uno stato
l
Baruch_in_libris
94 INTRODUZIONE
Baruch_in_libris
IL ~TODO DEL TRATTATO 95
Baruch_in_libris
96 INTRODUZIONE
Baruch_in_libris
IL ~TODO DEL TRATTATO 97
Baruch_in_libris
98 INTRODUZIONE
Baruch_in_libris
IL METODO DEL TRATTATO 99
Baruch_in_libris
100 INTRODUZIONE
75 De an. r 3, 428 a 1-2; 7-8; 12-5; 16; 428 h 2-4; 429 a 7-8. Cfr. Scho-
field, Aristotle, 108; 115 sgg.; 119 sgg.; Furley, Self Movers, 176; inoltre
infra 366.
76 De an. r 4, 429 a 10-24; 429 b 22-4. Cfr. anche De an. r 8, 431 h
21 sgg.
77 De an. r 4, 429 a 24-b 5.
78 De an. r 4, 429 b 10-22. Cfr. anche De an. r 7, 431 b 13-5.
79 De an. r 4, 430 a l.
so Per un rapporto analogico inverso (dal nous alla physis) rispetto a quello
in questione dr. De an. B 4, 415 h 16-7.
81 De an. r 5, 430 a 10-7.
Baruch_in_libris
IL METODO DEL TRATTATO 101
Baruch_in_libris
102 INTRODUZIONE
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IL METODO DEL TRATTATO 103
Baruch_in_libris
104 INTRODUZIONE
12 De an. A 4, 408 a 34 sgg.; B 5, 417 a 14-7; r 7, 431 a 4-7; 10, 433 h 18.
1l Furley, Self Movers, 1n.
14 Cfr. supra 63; 68-9.
1S Solmsen, Antecedents, 595; Mondolfo, La comprensione, 338 sgg.; Isnardi
Parente, Platone, in Zeller-Mondolfo, Il, III, l, 477. Or. anche Cooper, Plato,
126 sgg.
16 Cfr. anche Boas, Some Presuppositions, 277-8.
17 Cfr. supra 65; inoltre Graeser, On Aristotle}s, 87-8. Per altre difficoltà
teoriche relative alla trattazione aristotelica della aisthesis cfr. supra 66 sgg.
Baruch_in_libris
IL ~TODO DEL TRATTATO 105
Baruch_in_libris
106 INTRODUZIONE
Baruch_in_libris
LIBRO A
(PRIMO)
Baruch_in_libris
Baruch_in_libris
CAPITOLO PRIMO l
Bekker, l
Baruch_in_libris
110 L'ANIMA A l, 402 h
CAPITOLO SECONDO l
Baruch_in_libris
116 L'ANIMA A 2, 405 a
1
CAPITOLO TERZO
Baruch_in_libris
122 L'ANIMA A 3, 407 h
1
CAPITOLO QuARTO
Baruch_in_libris
124 L'ANIMA A 4, 408 a
mezzo dell'anima. E ciò non nel senso che in essa ci sia mo-
vimento, ma nel senso che questo talora giunge sino a lei,
talora parte da lei. Ad esempio la sensazione muove da de-
terminati oggetti, mentre il richiamo alla memoria muove
dall'anima verso i mutamenti o tracce che permangono negli
organi sensoriali 5 •
Sembra poi che l'intelletto sopraggiunga come una so-
stanza e che non si corrompa. In effetti potrebbe corrom-
persi specialmente per l'indebolimento che consegue alla 20
vecchiaia. Ora invece accade in questo caso qualcosa di si-
mile a ciò che avviene negli organi sensori. Se infatti il vec-
chio recuperasse un occhio adatto, vedrebbe allo stesso modo
del giovane. Di conseguenza si giunge alla vecchiaia non già
perché abbia subìtp un'affezione l'anima, ma il corpo in cui
essa si trova; e la stessa cosa succede negli stati di ubria-
chezza e di malattia. Il pensiero quindi, e l'attività intellet-
tiva, viene meno qualora un organo interno si corrompa, ma 25
in se stesso è impassibile. Pensare, amare od odiare non sono
Baruch_in_libris
126 L'ANIMA A 4, 409 a
1
CAPITOLO QuiNTO
30 quanto ora s'è detto. In realtà tutto ciò che nel corpo degli
410 b animali è formato soltanto di terra, ad esempio le ossa, i
tendini ed i peli, sembra che non percepisca nulla, e per-
tanto neanche le cose simili: eppure lo dovrebbe. Inoltre
di ciascun principio sarà più propria l'ignoranza che non la
conoscenza, poiché conoscerà una cosa sola, ma ne ignorerà
molte, ossia tutte le altre. Ne consegue anche, per Empe-
s docle almeno, che dio è il meno sapiente degli esseri, giacché
egli solo non conoscerà uno degli elementi, la Discordia,
mentre gli esseri mortali li conoscono tutti, perché ogni mor-
tale è composto di tutti. Da un punto di vista più generale,
perché mai non tutti gli esseri hanno un'anima, se è vero
che ogni ente s'identifica od è costituito da un elemento o da
più o da tutti? È, infatti, necessario che ogni essere conosca
10 un elemento o alcuni o tutti. Si potrebbe anche chiedere che
cosa sia mai ciò che unifica gli esseri. Gli elementi, infatti,
assomigliano piuttosto alla materia, mentre ciò che è supe-
riore è il principio che li unifica, qualunque esso sia. Ora è
impossibile che esista qualcosa di superiore all'anima, che
la comandi; ed ancor meno possibile è che ci sia qualcosa
di superiore all'intelletto, poiché è ragionevole pensare che
1s l'intelletto per sua natura esista anteriormente ad ogni altra
cosa e che comandi. Essi invece affermano che gli elementi
sono i primi tra gli esseri 5 •
Inoltre sia coloro che affermano che l'anima è formata
da elementi (perché conosce e percepisce gli esseri), sia
quelli che la considerano ciò che è più atto a muovere, non
trattano di ogni specie di anima. In realtà non tutti gli es-
seri sensitivi sono dotati di movimento, giacché risulta che
20 alcuni animali sono immobili nel luogo. Eppure sembrerebbe
che l'anima comunichi all'animale almeno il moto locale.
Una difficoltà analoga può essere rivolta a coloro che riten-
gono che l'intelletto e la facoltà sensitiva sono costituiti da
elementi, poiché è noto sia che le piante vivono, pur non
essendo fornite di locomozione né di sensazione, sia che la
maggior parte degli animali sono privi di ragione. Ma anche
25 se si ammettesse tutto ciò, e si supponesse che l'intelletto
è una parte dell'anima, e parimenti la facoltà sensitiva, nep-
pure cosi essi riuscirebbero a dar conto in generale di ogni
Baruch_in_libris
L'ANIMA A 5, 411 a 131
Baruch_in_libris
132 L'ANIMA A 5, 411 h
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LIBRO B
(SECONDO)
Baruch_in_libris
Baruch_in_libris
CAPITOLO PRIMO l
Baruch_in_libris
138 L'ANIMA B l, 412 h
pertanto l'anima è atto del corpo che s'è detto. Atto, poi,
si dice in due sensi, o come la conoscenza o come l'esercizio
di essa, ed è chiaro che l'anima è atto nel senso in cui lo è
la conoscenza. Difatti l'esistenza sia del sonno che della
25 veglia implica quella dell'anima. Ora la veglia è analoga al-
l'uso della conoscenza, mentre il sonno al suo possesso e
non all'uso, e primo nell'ordine del divenire rispetto al me-
desimo individuo è il possesso della conoscenza. Perciò
l'anima è l'atto primo di un corpo naturale che ha la vita
in potenza. Ma tale corpo è quello che è dotato di organi.
412 b (Organi sono anche le parti delle piante, ma estremamente
semplici. Ad esempio la foglia è la protezione del pericarpo
e il pericarpo del frutto, mentre le radici corrispondono alla
bocca, in quanto l'una e le altre prendono il nutrimento).
Se dunque si deve indicare una caratteristica comune ad
5 ogni specie di anima, si dirà che essa è l'atto primo di un
corpo naturale dotato di organi. Pertanto non c'è bisogno di
cercare se l'anima e il corpo formano un'unità, allo stesso
modo che non v'è da chiedersi se formano un'unità la cera
e la figura né, in generale, la materia di una data cosa e ciò
che ha per sostrato tale materia. Se infatti l'uno e l'essere
hanno molti significati, quello principale è l'atto 3 •
10 S'è dunque detto, in generale, che cos'è l'anima: essa è
sostanza nel senso di forma, ovvero è l'essenza di un deter-
minato corpo. Così se uno strumento, ad esempio una scure,
fosse un corpo naturale, la sua essenza sarebbe di essere
scure, e quest'essenza sarebbe la sua anima. Tolta questa es-
senza, la scure non esisterebbe più se non per omonimia.
15 Nel nostro esempio si tratta però soltanto di una scure. In
effetti l'anima non è l'essenza e la forma di un corpo di
quella specie, ma di un determinato corpo naturale, che ha
in se stesso il principio del movimento e della quiete. Ciò
che s'è detto si deve applicare anche alle parti corporee. Se
infatti l'occhio fosse un animale, la sua anima sarebbe la
vista, giacché questa è la sostanza dell'occhio, sostanza in
20 quanto forma (mentre l'occhio è la materia della vista). Se
quest'essenza vien meno, non c'è più l'occhio se non per
omonimia, come l'occhio di pietra o dipinto. Ora ciò che
vale per una parte bisogna estenderlo all'intero corpo vi-
Baruch_in_libris
L'ANIMA B 2, 413 a 139
1
CAPITOLO SECONDO
CAPITOLO TERZO l
Baruch_in_libris
144 L'ANIMA B 4, 415 a
dente, e ciò vale sia per le figure come per gli esseri ani-
mati. Ad esempio nel quadrilatero è contenuto il triangolo,
e nella facoltà sensitiva quella nutritiva. Di conseguenza bi-
sogna cercare caso per caso qual è l'anima di ciascuna specie,
e cioè della pianta, dell'uomo e del bruto. Per quale motivo,
415 a poi, le anime sono disposte in questa successione, è cosa da
vedersi. In realtà senza la facoltà nutritiva non esiste quella
sensitiva, mentre nelle piante la facoltà nutritiva esiste indi-
pendentemente da quella sensitiva. A sua volta senza il tatto
non è presente nessun altro senso, mentre esso esiste senza
5 gli altri, poiché molti animali non possiedono né la vista né
l'udito né la percezione dell'odore. Tra gli esseri, poi, capaci
di sensazione, alcuni hanno la facoltà locomotoria ed altri
no. Pochissimi, infine, possiedono la ragione e il pensiero.
Difatti gli esseri corruttibili dotati di ragione hanno anche
10 tutte le altre facoltà, mentre non tutti coloro che possiedono
una di queste facoltà hanno la ragione; anzi alcuni non pos-
siedono neppure l'immaginazione, mentre altri vivono sol-
tanto con questa. L'intelletto teoretico esige però un altro
discorso. È chiaro, pertanto, che la trattazione di ciascuna di
queste facoltà è la più appropriata per la conoscenza del-
l'anima 3 •
1
CAPITOLO QuARTO
è causa anche come fine. Allo stesso modo, infatti, che l'in-
telletto agisce in vista di qualcosa, cosl opera pure la natura,
Baruch_in_libris
146 L'ANIMA B 4, 416 a
caso del sano che deriva dal malato. Risulta, poi, che nep-
pure i suddetti contrari sono nutrimento l'uno dell'altro
allo stesso modo, ma, mentre l'acqua è alimento del fuoco,
il fuoco invece non alimenta l'acqua. È pertanto specialmente
nel caso dei corpi semplici che sembra che dei due contrari
uno sia l'alimento e l'altro ciò che viene alimentato. Ma vi è
una difficoltà. Alcuni, infatti, sostengono che il simile si 3o
nutre del simile, e così pure si accresce. Altri invece, come
dicevamo, sono dell'avviso opposto: il contrario si nutre e
s'accresce del contrario. Difatti il simile non può subire
un'alterazione da parte del simile, mentre l'alimento muta
ed è elaborato, e la mutazione si ha sempre verso il termine
opposto o quello intermedio. Inoltre l'alimento subisce un'al-
terazione da parte di chi si alimenta, ma non questo da parte 35
di quello, così come non è il costruttore a subire l'azione 41 6 b
1
CAPITOLO QuiNTO
1
CAPITOLO SESTO
CAPITOLO SETTIMO l
<LA VISTA>
Baruch_in_libris
L'ANIMA B 8, 419 h 155
1
CAPITOLO NoNo
Baruch_in_libris
L"ANIMA B 10, 422 a 161
CAPITOLO DECIMO l
<IL GUSTO>
1
CAPITOLO UNDICESIMO
<IL TATTO>
1
CAPITOLO DoDICESIMO
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Baruch_in_libris
LIBRO r
(TERZO)
Baruch_in_libris
Baruch_in_libris
1
CAPITOLO PRIMO
Baruch_in_libris
172 L'ANIMA r l, 425 a
CAPITOLO SECONDO l
1
CAPITOLO TERZO
Baruch_in_libris
180 L'ANIMA r 3, 428 b
1
CAPITOLO QuARTO
<LJINTELLETTO IN POTENZA>
Baruch_in_libris
fatti, di qualcosa di estraneo lo ostacola ed interferisce con
lui). Di conseguenza la sua natura non è altro che questa:
di essere in potenza. Dunque il cosiddetto intelletto che
appartiene ali' anima (chiamo intelletto ciò con cui l'anima
pensa ed apprende) non è in atto nessuno degli enti prima di
25 pensarli. Perciò non è ragionevole ammettere che sia me-
scolato al corpo, perché assumerebbe una data qualità, e sa-
rebbe freddo o caldo, ed anche avrebbe un organo come la
facoltà sensitiva, mentre non ne ha alcuno. Quindi si espri-
mono bene coloro i quali affermano che l'anima è il luogo
delle forme, solo che tale non è l'intera anima, ma quella
intellettiva, ed essa non è in atto, ma in potenza le forme.
ao Che poi l'impassibilità della facoltà sensitiva e quella della
facoltà intellettiva non siano la stessa risulta evidente se si
considerano gli organi sensori e il senso. In effetti il senso
429 b non è in grado di percepire dopo l'azione di un sensibile
troppo intenso; ad esempio non può udire il suono àopo aver
percepito suoni troppo forti, né può vedere o odorare dopo
aver percepito colori o odori troppo intensi. In\Tece l'intel-
letto, quando ha pensato qualcosa di molto intelligibile, non
è meno, ma anzi più capace di pensare gli intelligibili infe-
s riori, giacché la facoltà sensitiva non è indipendente dal
corpo, mentre l'intelletto è separato. Quando poi l'intelletto
è divenuto ciascuno dei suoi oggetti, nel senso in cui si dice
'sapiente' chi lo è in atto (e questo avviene quando può
esercitare da sé la propria conoscenza), anche allora è in
certo modo in potenza, ma non come prima di avere appreso
o trovato; ed allora può pensare se stesso 2 •
10 Poiché sono diverse la grandezza e l'essenza della gran-
dezza, come l'acqua e l'essenza dell'acqua (e ciò \rale per
molti altri casi, benché non per tutti, giacché in alcuni esse
s'identificano), il soggetto giudica l'essenza della carne e la
carne o con qualcosa di diverso o con qualcosa che si trova
in una diversa condizione. Infatti la carne non esiste senza
la materia, ma, come il catnuso, è una determinata forma in
15 una determinata materia. Pertanto con la facoltà se11sitiva
il soggetto distingue il caldo, il freddo e le altre qualità di
cui la carne costituisce una data proporzione; e con un'altra,
facoltà- o separata da quella o in relazione ad essa al modo
Baruch_in_libris
L'ANIMA r 4, 430 a 183
Baruch_in_libris
184 L'ANIMA r 5, 430 a
1
CAPITOLO QuiNTO
<L}INTELLETTO IN POTENZA
E L} INTELLETTO PRODUTTIVO)
CAPITOLO SESTO l
cui sono possibili il falso e il vero, c'è già una sintesi di no-
zioni, le quali formano come un'unità. Al modo in cui Em-
pedocle disse: « ad essa [la terra] di molti germinarono
teste senza collo », che poi furono congiunte dall'Amicizia, 30
CAPITOLO SETTII\-10 l
<CONOSCENZA ED AZIONE>
bianco 3 •
La facoltà intellettiva pensa le forme nelle immagini, e
come in quelle forme si determina per essa l'oggetto da per-
seguire o da evitare, così, al di fuori della sensazione, quando
si rivolge alle immagini, è mossa. Ad esempio, chi percepisce 5
<RICAPITOLAZIONE
SULLE FACOLT A CONOSCITIVE>
1
CAPITOLO NoNo
CAPITOLO DECIMO l
CAPITOLO UNDICESIMO l
<LOCOMOZIONE,
DELIBERAZIONE E SILLOGISMO PRATICO)
Baruch_in_libris
194 L'ANIMA r 11, 434 a
Baruch_in_libris
L'ANIMA r 12, 434 h 195
CAPITOLO DODICESIMO l
1
CAPITOLO TREDICESIMO
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NOTE AL DE ANIMA
Baruch_in_libris
Baruch_in_libris
NOTE AD A l
1
SoMMARIO. -A) Elogio della psicologia: suo valore ed utilità.
B) I due problemi fondamentali del trattato: l'anima e le sue fun-
zioni. C) Difficoltà nel reperimento del metodo per la definizione
di anima e dei principi della psicologia. D) Otto aporie sulla defi-
nizione di anima e le sue facoltà e funzioni: (l) se l'anima è sostanza
o accidente; (2) se è atto o potenza; (3) se è divisibile in parti od
è priva di parti; ( 4) se la sua definizione è univoca od equivoca;
(5) se deve avere la precedenza lo studio dell'anima o quello delle
sue parti o facoltà; ( 6) quali sono le facoltà essenzialmente distinte
tra loro; ( 7) se deve precedere l'esame delle facoltà o quello delle
funzioni; (8) se deve avere la precedenza lo studio delle funzioni
o quello degli oggetti. E) Convergenza nella psicologia di metodo
deduttivo e metodo induttivo. F) Una nona aporia: se i pathe del-
l'anima sono tutti comuni anche al corpo, o ne esiste uno che è
proprio della sola anima. G) I pathe comuni; tre tipi di definizione:
naturalistica, dialettica e fisica; discipline che si occupano dei pathe
e delle forme: fisica, tecnica, matematica e metafisica; inseparabilità
dei pathe psichici e degli enti matematici.
2
( 402 a 1-4 ). Aristotele comincia questo capitolo introduttivo
con un elogio della Lcr-ropta. :riis wvx:iic;. Egli ne afferma anzitutto il
valore e l'importanza con espressioni che meritano di essere ripor-
tate per intero: (a) Twv xa.Àwv xa.t 'ttl1LWV 'ti)v EL01]atv V1toÀa.IJ,~d.
vov'tEc;, (b) IJ,dÀÀov o' ~'tÉpa.'V ~"tÉpa.c; (c) i') Xtl."t' axpL~ELtl.V (d) i] "t~
~EÀ'tt.6vwv "tE xa.t Oa.viJ,a.trt.W"tÉpwv Elva.t., (e) St.' tXJ.lq>O"tEpa. 'tCIU"ta.
'ti)v 1tEpt "tijc; ~xiic; Lcr-ropta.v EuÀ6y~ liv lv 1tpW"tO~ -rt.OELT)(lE'J
(402 a 1-4).
Il tono enfatico e solenne di 402 a 1-4 ricorda l'inizio della
Metafisica (A l, 980 a 21) e della Fisica (A l, 184 a 10 sgg.), ed
anche quello degli Analitici secondi (A l, 71 a 1-2) e del De Partibus
Animalium (A l, 639 a l sgg.). Il significato generale di 402 a 1-4
è chiaro: la psicologia gode di un posto privilegiato nella scala del
sapere, giacché verifica in alto grado i due criteri in base ai quali
tale scala viene a costituirsi, ossia U rigore del metodo e il valore
dell'oggetto. Ma scendiamo ai particolari, cominciando dalla (a).
n termine bypolambanein equivale qui a « sumere ac statuere ali-
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202 NOTE AD Al
Baruch_in_libris
NOTE AD Al 203
Baruch_in_libris
204 NOTE AD Al
Baruch_in_libris
NOTE AD Al 205
Baruch_in_libris
206 NOTE AD Al
Baruch_in_libris
NOTE AD Al 207
Baruch_in_libris
208 NOTB AD A 1
Baruch_in_libris
NOTE AD Al 209
Baruch_in_libris
210 NOTE AD Al
Baruch_in_libris
NOTE AD Al 211
5
( 402 a 10-22). Dopo l'elogio della psicologia e l'indicazione
sommaria della sua tematica, Aristotele denuncia le difficoltà cui la
historia perì psyehes va incontro (402 a 10-1). Come rileva Theiler
(ad 402 a 11, 88), sottolineare la difficoltà dell'impresa appartiene
alla natura stessa di un proemio; cfr. 402 a 17; 20-1 (con l'osser-
vazione di Zabarella, 35 B: « cum sit (se. Aristotele) in proemio,
amplificatione utitur, ut augendo diflìcultatem eos (se. gli uditori)
attentiores reddat »); 402 h 10; 403 a 5. La difficoltà di raggiungere
una convinzione certa ( 402 a 11: '1ttU'tt.c;; su questo termine cfr.
Siwek, 243 n. 15) riguardo all'anima viene presentata dallo Stagirita
come avente un carattere di globalità ( 402 a 10: 1taV'tTI oÈ 1ta'J'twc;;
per l'espressione cfr. Bonitz, Index, 561 a 16-21; Liddell-Scott, s. v.
1tciv'tn, II, 1300). Quest'ammissione di Aristotele è in contrasto
(su ciò cfr. già Zabarella, 10 B; 10 F; 11 E) soltanto apparente con
l'attribuzione alla psicologia della akribeia (cfr. 402 a 2). In effetti,
come è vero che la 'filosofia prima' è insieme la più 'astratta'
ed esatta e la più difficile delle scienze (cfr. Metaph. A 2, 982 a
23-6; a. l, 993 h 7-11 ), a pari la psicologia (generale) è difficile, ed
anzi presenta difficoltà maggiori delle scienze biologiche speciali, pro..
prio perché, a loro confronto, è più astratta.
Le impasses che la psicologia deve superare e che sono indicate
genericamente in 402 a 10-1, trovano la loro concretizzazione e spe-
cificazione ( 402 a 11: xa.t ycip, con valore esplicativo) in 402 a
11-22, ove, riprendendo il tema dell'essenza dell'anima (cfr. 402 a
7-8 ), Aristotele asserisce che le difficoltà in cui si dibatte la psico-
logia a t tengono alla stessa determinazione dell'essenza del suo og-
getto. In altri termini, è in questione il reperimento di un metodo
che consenta di pervenire alla definizione dell'anima. Il discorso si
snoda nelle seguenti tappe. Anzitutto lo Stagirita constata che la
ricerca 1tEpt 't'Ì}V oùatav xa.t 'tÒ 'tt Éa'tt. è comune xat '1toÀÀo'i:ç
E"tÉpot.c; (402 a 11-3). La ousia e il tì esti designano qui l'essenza
della sostanza, essenza esprimibile in una definizione comprensiva
del genere e della differenza (cfr., ad es., Top. H 3, 153 a 1.5-22).
Su ciò cfr .. Bonitz (Index, 763 h 10-4; 47-50): « qui quaerit 'tt
Éa'tt. ... , is ipsam rei naturam quaerit, non quaerit eius accidentia »;
« si quis .,;à, lv 't@ "tt Éa'tt. xa'tT)'YOPOVIJ,EVa. et omnia compleverit
et suo ordine posuerit, 'tÒ 'tt Tjv Elva.t. vel .,;Òv Òpt.OlJ,OV constituit ».
Pollois heterois viene considerato maschile ( « molti ricercatori)>,
«molte ricerche») da Temistio (2, 9-12), Hicks (ad 402 a 11-2,
178), Ross ( 163) e }annone-Barbotin (ad l.). È invece ritenuto
neutro ( « molti oggetti ») dalla maggioranza degli interpreti. Le due
soluzioni non fanno una grande differenza. A riprova della prima
si può, citare tuttavia Pol. B 9, 1271 a 38: xat !'tEpot 'tt.VEc; E1tt.'tE-
"tt.IJ,T)XrJ.Cf(,V.
Constatato che la ricerca dell'essenza e della definizione è comune
anche ad altre scienze, Aristotele si domanda se esista un unico me-
Baruch_in_libris
212 NOTE AD Al
Baruch_in_libris
NOTE AD Al 213
Baruch_in_libris
214 NOTE AD Al
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NOTE AD Al 215
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216 NOTE AD Al
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NOTE AD Al 217
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218 NOTE AD Al
ciò per mostrare come da (d)- (f) risulti che per Aristotele la defi-
nizione di anima è equivoca - ' analoga ' (cosl soprattutto Alessan-
dro, Quaest. I, XIb, 22, 26-23, 16; Lloyd, Genus, 75 sgg.), o per
sostenere che la preocrupazione dello Stagirita era unicamente rivolta
ad escludere l'esistenza di un'anima separata e trascendente (cosl
De Corte, La définition, 476 sgg.). Verosimilmente il senso più na-
turale della (f) è che, se un termine universale è equivoco, è nulla,
ossia non è altro che un puro nome. Ma, allora, la conseguenza
che ne deriva è che le cose che gli sono subordinate non possono
costituire che un'unità accidentale, la quale, come tale, è posteriore
(dr. Metaph. E 2, 1026 h 13-4; Z 11, 1037 h 4-7; K 8, 1065 h 2;
Ph. B 6, 198 a 7-8).
La (g) non è altro che l'estensione di (f) ad ogni predicato uni-
versale. Vale a dire: non solo 'anima' e 'animale', ma ogni altro
koinon che sia riconosciuto come equivoco, è nulla o è posteriore.
Gigon (258) e Theiler (ad 402 h 8, 89) credono che Aristotele abbia
in mente un predicato comune dell'anima (Theiler reca come esempi
~mortale' ed i pathe 'sonno', 'morte', ecc., elencati in PA A l,
639 a 18 sgg.; Sens. l, 436 a 12 sgg.; Resp. 23, 478 h 22 sgg.;
dove peraltro tali koinà non sono attribuiti all'anima, ma agli ani-
mali). Simplicio ( 13,22), forse più giustamente, allarga la visuale,
e porta l'esempio della 'pianta', mentre Hicks (ad 402 h 8, 188)
·quello di 'corpo' (cfr. Metaph. A l, 1069 a 29-30) e di figura
geometrica (dr. De an. B 3, 414 h 23). In conclusione, nel passo
-(b)- (g) lo Stagirita presenta il contrasto fra la tesi della differenza
specifica tra le anime e della definizione univoca di anima, e l'antitesi
·della differenza generica e della definizione equivoca. Sul problema,
in qualche misura, egli ritornerà specialmente in De an. B 3, 414
b 20 sgg. Altri ragguagli sull'intera questione in Movia, Due studi,
17 sgg.
Il quinto problema (402 h 9-10) cosl suona: nell'ipotesi che
in ciascun vivente non si trovi, come in certo modo aveva ammesso
Platone (cfr. Fazio-Allmayer, 42 n. 5), una pluralità di anime, ma
di 'parti' della stessa anima, deve avere la precedenza lo studio
dell'anima o quello delle parti-facoltà? Per ~1}"tEL" ( 402 h 10;. 12)
nel senso di 'esaminare' dr. Mete. B 2, 355 h 20-1: "tÒ OÈ ~1}"tEL"
1;1)" apxa.la." a1topla.". La sesta aporia ( 402 h 10-1) concerne la
possibilità di un'adeguata demarcazione delle facoltà dell'anima, un
problema che viene dibattuto lungo l'intero trattato e che, per
Aristotele, i suoi predecessori risolvettero molto approssimativa-
mente. La settima aporia (402 h 11-4) pone una questione di pre-
cedenza tra lo studio delle facoltà e quello delle loro attività e fun-
zioni, mentre l'ottava ( 402 h 14-6) tra lo studio delle funzioni e
quello dei rispettivi oggetti. Filopono ( 40, 2-5) osserva che il con-
testo di quest'ultima aporia esigeva che Aristotele scrivesse « della
sensazione » invece che « della facoltà sensitiva », e « dell'intelle-
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NOTE AD Al 219
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220 NOTE AD Al
senso che a noi è dato conoscere (sia pure non scientificamente; cfr.
402 h 22-5) certe caratteristiche di una cosa che abbiamo ancora da
definire (dr. Hicks, ad 402 h 21, 191-2), e che ciò ci torna utile
per la conoscenza dell'essenza e della definizione della cosa. La
spiegazione di 402 h 21-2 si trova in 402 h 22-5. Se infatti ci sono
delle scienze, ad es. la geometria, che deducono gli 'accidenti per
sé' dalle definizioni dei loro oggetti ( 402 h 16-21 ), in 402 h 22-5
si aggiunge che in altre scienze, ossia in quelle fisiche, la considera-
zione degli 'accidenti per sé' precede e contribuisce alla scoperta
della definizione dell'oggetto (dr. anche Metaph. Z 10, 1035 h 16-8).
In queste ultime scienze, insomma, si ha anzitutto una conoscenza
degli 'accidenti per sé' xa--rà "t'i)V cpav"t'occrlav ( 402 h 23 ), ossia
per mezzo dell'esperienza (dr. Bonitz, Index, 811 a 58-9: katà ten
phantasian equivale a xa"t'à --rou--ro 8 cpatvE--rat TJlJ.LV); questa cono-
scenza permette poi di parlare dell'essenza ( 402 h 24: ousia) della
cosa nel modo più corretto ( 402 h 25: xciÀÀto---ra), ossia di reperime
la definizione (dr. Temistio, 5, 27; Averroè, l, no 11, 15, 46-7).
Il riferimento di 402 h 16-21 alle scienze matematiche e di 402 h
21-5 alle scienze fisiche (e quindi anche alla psicologia) è comune-
mente ammesso dagli interpreti (dr., ad es., Alessandro, ap. Filo-
pono, 43, l; Temistio, 5, 9-10; 20-6; Simplicio, 14, 37-1.5, 12; Fi-
lopono, 40, 25-41, 12; 19; 42, 15-8; 43, l sgg.; Sofonla, 7, 11-4;
Alberto Magno, 10, 56 sgg.; Egidio Romano, ad l.; Zabarella, 63
E; 67 E-F [cfr. però 59 F]; Hicks, ad 402 h 1.6, 191).
Aristotele sottolinea poi ( 402 h 25-6) come, tramite l'essenza e
la definizione reperite secondo 402 h 22-5, sia possibile pervenire
alla conoscenza scientifica e dimostrativa di quegli stessi 'accidenti
per sé' che, sempre secondo 402 h 22-5, erano stati conosciuti sol-
tanto katà ten phantasian (per l'essenza come principio della dimo-
strazione dr. anche APo. B 2, 90 h 31-2; Metaph. Z 9, 1034 a
31-2). La digressione si conclude con un corollario di 402 h 25-6: le
definizioni da cui non si possono dedurre gli 'accidenti per sé' sono
dialettiche e vuote (402 h 26-403 a 2). Per ota~EX--rtxw~ [spesso
sinonimo di Àoytxw~] e XEVW~ (403 a 2) come termini indicanti
definizioni (o argomentazioni) generiche e astratte, prive di conte-
nuto reale, cfr., ad es., APo. A 19, 81 h 18-23; 22, 84 a 7-11;
Metaph. B l, 995 h 22-4; GA B 8, 747 h 27-30; 748 a 7-11. Filo-
pono ( 44, 2-11 ) richiama la definizione 'dialettica' di collera (cfr.
40 3 a 29-31), la quale non è in grado di spiegare --rà 7tapaxolov-
Douv-ra.
In definitiva, le indicazioni metodologiche che il nostro testo
offre alla ricerca ulteriore concernono particolarmente lo studio del-
l'anima e delle sue facoltà. Il programma di Aristotele è cioè, da un
lato, di reperire una definizione rigorosamente scientifica di anima,,
tale che da essa siano deducibili (secondo il modello matematico)
tutte le sue facoltà e funzioni (un'esigenza che i predecessori dello
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NOTE AD A 1 221
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222 NOTE AD Al
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NOTE AD Al 223
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224 NOTE AD Al
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NOTE AD Al 225
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226 NOTE AD Al
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NOTE AD Al 227
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228 NOTE AD Al
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NOTE AD A2 229
nous. Ancora in 403b 18 leggo con Theiler (8; ad 403b 17, 92)
\ntcipXEL WIJ.Òc; xa.t cpoa~; dopo \ntcipXEL Hicks (ad l.) pone invece
una virgola, mentre Ross (ad l.), approvato da Hamlyn (5 e n. 1),
inserisce un ola.; per il significato copulativo che qui riveste \ntcipXEL
dr. Mignucci, in APo., l, ad 85 h 4-15, 528.
NOTE AD A 2
1
SoMMARIO. - Utilità della ricerca sulle teorie dei proteroi.
(l) L'anima come principio di movimento e di conoscenza. (a) L'ani-
ma come 'motore mosso': Democrito e Leucippo; i Pitagorici; Pla-
tone e Senocrate; Anassagora e Democrito. (h) L'anima come prin-
cipio di conoscenza: Empedocle; Platone: il Timeo; una dottrina già
esposta nel De Philosophia. (c) L'anima come principio di movi-
mento e conoscenza: Senocrate. (2) L'anima e le archai del cosmo.
(a) L'anima ignea: Democrito. (b) Un excursus: Anassagora e Ta-
lete. (c) L'anima-aria: Diogene di Apollonia. (d) Una seconda digres-
sione: Eraclito e Alcmeone. (e) L'anima-acqua: lppone; Crizia. (3)
L'anima come principio motore e conoscitivo e come entità 'incor-
porea'. (a) L'anima e le archai. (b) Anassagora. (c) L'anima e i
contrari.
2
40 3 h 20-31 ). Aristotele esordisce sottolineando la · connes-
(
sione tra procedimento diaporematico ( 403 h 20: OLa.1topouVta.c;),
come esplorazione delle difficoltà e dei problemi (e delle possibili
vie di soluzione; 40 3 b 21 : EU1tOpEi:-v), ed esame delle opinioni dei
predecessori ( 403 h 20-2). I problemi sono stati elencati in De an.
A l, 402 a 23 sgg., mentre l'esposizione e la critica delle 'opinioni'
coprono la restante parte di questo primo libro (sui concetti di aporia,
diaporia ed euporia cfr. Aubenque, Sur la notion, 3 sgg.; Lugarini,
Aristotele, 131 sgg.).
In 403 h 23-4 viene evidenziato il duplice scopo che lo Stagirita
si prefigge con questa lunga sezione dossografìca. Dalla ricerca e dalla
ricostruzione 'storica' egli s'attende un beneficio, un risultato posi-
tivo per una migliore impostazione e soluzione dei suoi problemi.
Ciò peraltro non lo esime dall'assumere una posizione critica nei
confronti delle precedenti teorie sull'anima (per altre e ben note se-
zioni dossografiche dr. Metaph. A 3, 983 h l sgg.; Ph. A 2, 184 h
15 sgg.; 8 9, 265 h 17 sgg.; Cael. A 10, 279 h 4 sgg.; A 2, 308 h
3 sgg.; EN A 6, 1096 a 11 sgg.; EE A 8, 1217 h 2 sgg.; su Aristo-
tele 'storiografo' della filosofia cfr. Fazio Allmayer, Studi, 313 sgg.;
Cherniss, Pres. e Plat. Ac., passim; Dal Pra, La storiografia, 67 sgg.;
Guthrie, Aristotle, 239 sgg.; Sichirollo, Aristotelica, 13 sgg.; S. Man-
sion, Le role, 35 sgg.; Samson, Aristate, 22 sgg.; dr. anche Intro-
duzione, 53 sgg.).
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230 NOTE AD A2
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NOTE AD A2 231
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232 NOTE AD A2
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NOTE Al> A2 233
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234 NOTE AD A2
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NOTE AD A2 235
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236 NOTE AD A2
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242 NOTE AD A2
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NOTE AD A2 243
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244 NOTE AD A2
15
405 h 11-29). In questo passo Aristotele fa comparire un
(
terzo schema con cui catalogare le dottrine dei suoi predecessori,
uno schema che in certo modo contiene e riassume i due precedenti,
quello cinetico-gnoseologico e quello dei principi, di quest'ultimo
rimanendo evidenziato l'aspetto dell'incorporeità. Cominciamo da
405 h 11-9. Il senso di 405 h 11-2 è che, siccome nessuna teoria
dell'anima mette in luce una caratteristica diversa dalle tre ivi enun-
ciate, tutte queste teorie sono basate su una o più di tali caratte-
ristiche (dr. Hicks, ad 405 h 11-2, 234; Ross, ad 405 h 11-6,
182). Per kinesis e aisthesis cfr. 403 h 25-7; per asomaton cfr. 404
h 31 ( = 'immateriale'); 405 a 7 e 27 ( = leptomeres). La connes-
sione fra le tre proprietà dell'anima e le arehai asserita in 40 5 h 12,
in realtà viene verificata soltanto nel caso delle dottrine che consi-
derano l'anima nella sua funzione conoscitiva, e che si basano sul
principio simile simili cognoscitur ( 405 h 13-9). Identificano l'anima
con un elemento (405 h 13) Democrito, Diogene, Eraclito e lppone;
la ritengono formata da tutti gli elementi ( 405 h 13-4) Empedocle
e Platone. Lo Elc; di 405 h 15 è Anassagora. In 405 h 15-9 si
riprendono 404 h 8-11 e 405 a 2-4.
Su Anassagora lo Stagirita ritorna in 405 h 19-23 (il passo cor-
risponde a DK 59 A 100 [Il, 29, 31-2]). L'importanza di Anassa-
gora è d'aver separato il nous dagli stoicheia (cfr. Lanza, Anassa-
gora, 171 nota; sulla dottrina anassagorea della sensazione come pro-
dotta per mezzo di contrari cfr. DK 59 A 92 [Il, 27, 31-2]; Em-
pedocle DK 31 A 86 [l, 301, 23-4 ], dov'è nominato anche Eraclito).
Che il nous sia apathes ( 405 h 20) è un'interpretazione di Aristo-
tele della natura 'non mescolata' del nous anassagoreo (cfr. su ciò
Cherniss, Pres., 301 ). L'aporia prospettata in 405 h 21-3 si ri-
presenterà in De an. r 4, 429 h 22 sgg. per la stessa teoria aristo-
telica dell'intelletto.
Nell'ultima parte del nostro testo, Aristotele riespone le dot-
trine dell'anima come composta di elementi, riconducendole alle
rispettive dottrine dei contrari ( 405 h 23-9; questo passo si legge
in lppone DK 38 A 10 [I, 386, 8-12] ). In ~aot ( 405 h 23) si
deve vedere specialmente Empedocle e la sua teoria dei quattro ele-
menti. Fra i sostenitori del thermon (405 h 25; 27) va ricordato
Eraclito (ed anche Democrito); fra quelli dello psychron (405 h 25;
28) lppone. Per la dipendenza delle teorie psicologiche dalle ricerche
etimologiche (405 h 26-7) dr. anche Platone, Cra. 399 d 10-e 3;
401 d l sgg. (allusione agli Eraclitei; cfr. Taylor, Platone, 134 );
436 a 9-b 2. Per Ippone (dr. 405 h 28-9) cfr. Maddalena (I onici,
232-3 nota): Ippone ha ammesso che la sostanza dell'anima è l'acqua
(dr. 405 h 1-5), ma l'acqua che si manifesta come umido aereo.
In 405 h 28 accolgo dopo ~vxpov l'aggiunta di Otà 't'O proposta da
Ross (ad l.; ad 405 h 26-9, 183; cfr. anche Sofonla, 15, 21-2).
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245
NOTE AD A 3
1
SoMMARIO. - A) Premessa: movimento kath' hautò e movi-
mento kath' heteron. B) Nove obiezioni alle dottrine che affermano
che l'anima si muove 'per sé'. L'autocinèsi dell'anima comporta
le seguenti assurde conseguenze: (l)- (2) l'esistenza spaziale della
psyche; (3) l'ammissione nell'anima di movimenti per costrizione;
( 4) l'identificazione della psyche con i quattro elementi materiali;.
(5) l'uscita e il ritorno dell'anima nel corpo. Si aggiunga che l'auto-
movimento dell'anima ( 6) non può essere ricondotto all'azione di
una causa esterna; (7) implica per la psyche la perdita della sua es-
senza; (8) rende impossibile lo stato di quiete dell'animale; (9) con-
trasta col finalismo del comportamento animale. C) Otto obiezioni
alla psychogonia del Timeo: (l) l'anima cosmica, in quanto identica
al nous, non può essere una grandezza spaziale; (2) se lo fosse, la
conoscenza le sarebbe impossibile od estremamente problematica.
Quest'anima-intelletto comporta ( 3) l'infinita circolarità del pensiero
e (4) la ripetizione della conoscenza dello stesso oggetto. Il moto
dell'anima (5) non è consistente con la natura del sapere (teoretico,
'contemplativo') come stabile possesso e ( 6) non può essere non
essenziale; (7) l'unione inseparabile dell'anima-nous con il corpo del
cosmo dev'essere per lei dolorosa e indesiderabile. Infine ( 8) il
Timeo non indica chiaramente né la causa efficiente né quella :finale
del moto rotatorio del cosmo. D) Una critica alla maggior parte
dei predecessori, e specialmente a Platone e ai Pitagorici: essi igno-
rano la stretta relazione esistente tra anima e corpo.
2
(405 h 31-406 a 12). Nella prima parte del capitolo (405 h 31-
406 h 25) Aristotele sottopone a critica le dottrine cinetiche in ge-
nerale, ossia tutte quelle teorie che considerano l'anima un 'motore
mosso'. Il nostro passo funge da introduzione a tale critica.
Per taw~ (405 h 31) dr. anche De an. A l, 402 a 23. Per la
distinzione tra 'falso' e 'impossibile' ( 405 h 32-406 a 2) cfr. Me-
taph. 9 4, 1047 h 12-4: che un uomo, che per ipotesi sta seduto,
stia in piedi è falso, ma non impossibile; inoltre Mignucci, La teoria,
117 sgg. Nella tesi esposta in 405 h 32-406 a 2 va scorta special-
mente la posizione di Platone (cfr. De an. A 2, 404 a 20-5); per
dynamenon kinein (406 a 1-2) cfr. Platone, Lg. X, 896 a 1-2; inoltre
Cherniss, Plat. Ac., 391 n. 311. Proteron (406 a 3) rimanda a
De an. A 2, 403 h 28-31; dr. anche Ph. 8 5, 256 h 20 sgg. Sulla
distinzione fra movimento kath' hautò e movimento kath' heteron
( 406 a 4-8) cfr. Ph. E l, 224 a 21 sgg.: movimento per sé e mo-
vimento per accidente (per la teoria aristotelica della kinesis dr.
Giacon, Il divenire, passim; Schramm, Die Bedeutung, passim;
Ackrill, Aristotle's Distinction, 121 sgg.; Peck, Aristotle, 478 sgg.).
Per badisis (406 a 9) dr. anche PA A l, 639 h 3; EN K 4, 1174
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246 NOTE AD A3
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NOTE AD A3 247
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248 NOTE AD A3
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NOTE AD A3 249
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250 NOTE AD A3
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NOTE AD A 3 251
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252 NOTE AD A 3
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NOTE AD A3 253
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254 NOTE AD A .3
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NOTE AD A3 255
bene (dr. 407 h 9-11 ), e che pertanto l'allusione dev'essere alla lvfe-
ta/isica (e particolarmente a A l O: il bene e l'ottimo nell'universo).
Anche Theiler (ad 407 h 12, 99) ha in mente una ricerca 'metafi-
sica', ed a conferma di ciò cita EN A 6, 1096 h 30-1. Infine Ross
(ad 407 h 12, 192), in accordo con Bonitz (lndex, 99 a 3-5), ritiene
che con la nostra formula Aristotele semplicemente rimanda l'esame
della questione.
Il significato dell'obiezione è che la dottrina del Timeo e quella
di molti altri pensatori ignorano la stretta relazione esistente tra
anima e corpo. I:vvci1t1:ova-t. ( 407 b 15) riprende ,;Ò J.Ull'i:xDa.t. di 407
h 2 (dr. anche Ti. 43 a 5-6). In 407 h 15-7 Aristotele rimprovera
«molto giustamente» (Timpanaro Cardini, Pitagorici, III, 213
nota) il suoi predecessori di non indicare la ragione per cui una data
anima si trova in un dato corpo, ovvero le condizioni corporee che
rendono possibile la presenza nel vivente di un determinato tipo di
anima, vegetativa o sensitiva o razionale. In 407 h 17-9 lo Stagirita
rileva come le relazioni poiein-paschein e kinein-kineisthai non si ve..
rifìchino tra cose prese a caso e indiscriminatamente (cfr. GC A 7,
323 h 29 sgg.; inoltre Hicks, ad 407 h 19, 262).
Il brano corrispondente a 407 h 20-3 si trova in Scuola pitagorica
DK 58 B 39 (1, 462, 23-6). In 407 h 21-3 (dr. anche De an. A 2,
404 a 16-20), secondo Hicks (ad 407 h 21, 262), Ross (ad 407 b
21-3; ad 407 b 23, 192), Burkert (Weisheit, 98-9), Miiller (Glei ..
ches, 124 n. 55), Philip (Pythagoras, 150-1), Theiler (ad 407 h
12, 98) e Laurenti (54 n. 135), viene esposto il 'mito' pitagorico
della metempsicosi. Negano, invece, che qui ci sia un accenno alla
metempsicosi Cherniss (Pres., 325 n. 130; Plat. Ac., 395 n. 320),
Maddalena (I Pitagorici, 342) e Timpanaro Cardini (Pitagorici~
III, 214 nota). L'espressione ol IIvDa.yopt.xot (luDoL ( 407 h 22) è resa
da Timpanaro Cardini (Pitagorici, III, 215) con «le favole dei Pi-
tagorici » (cfr. anche Cherniss, Pres., 291 n. 6), ma cfr. Maddalena
(I Pitagorici, 343 n. 61): «per Aristotele la filosofia dei Pitagorici
era filosofia; il termine IJ,uDoç, dovrebbe dunque alludere alla forma
in cui era esposta, almeno in qualche parte ».
In 407 h 23-4 Aristotele rileva, << con grande finezza », come·
«ogni corpo ha il suo proprio El8oç, e la sua J.lOpcpi}, che si mani-
festano solo attraverso un'anima ad essi conforme» (Timpanaro Car-
dini, Pitagorici, III, 213 nota). La dottrina è che un determinato
corpo dev'essere associato ad una determinata forma, e che un de-
terminato corpo vivente dev'essere associato ad un determinato tipo
di anima (dr. Ross, ad 407 h 23, 192). Il paragone contenuto in
407 h 24-5 vuole evidenziare una connessione assurda, un'unione di
incompatibili (cfr. Wallace, ad 407 h 24, 216); l'arte del carpen-
tiere fa uso e si esprime con strumenti appropriati (martello, scal-
pello, ecc.), e non può discendere nei flauti (dr. Rodier, II, ad 407
h 17-26, 117; Rolfes, 31 n. l; Timpanaro Cardini, Pitagorici, III~
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256 NOTE AD A4
NOTE AD A 4
1
SoMMARIO. - A) Cinque obiezioni alla teoria dell'anima-ar-
monia: (l) l'anima non è armonia né nel senso di logos né in quello
di synthesis; (2) se lo fosse, non sarebbe causa motrice. Inoltre (3)
il termine 'armonia' è più adatto a designare determinate condi-
zioni corporee, che non le funzioni psichiche, anche perché ( 4) è
molto problematico assegnare una data attività psichica ad una certa
'armonia' corporea. (5) La dottrina dell'anima-armonia (a) come
'composizione' delle parti corporee urta contro la difficoltà di far
corrispondere le varie funzioni psichiche alle diverse 'sintesi' cor-
poree; (h) come 'proporzione' della mescolanza degli elementi cor-
porei implica una molteplicità di anime nel medesimo corpo. B) Tre
dilemmi posti ad Empedocle. C) Due aporie che conseguono al ri-
fiuto della dottrina dell'anima-armonia. D) Ancora sul movimento del-
l'anima: il moto locale della psyche è puramente accidentale; i cosid-
detti 'movimenti dell'anima' sono funzioni psichiche, che hanno
per soggetto il composto di anima e di corpo: l'animale o l'uomo;
l'anima non è mossa, ma è origine o termine di movimento. E) L'in-
telletto: sua sostanzialità, preesistenza e incorruttibilità, e sua fun-
zione di 'forma' o anima dell'uomo. F) Prime sei obiezioni alla
dottrina senocratea dell'anima come numero semovente: (l) una
'unità' in movimento contraddice la sua natura indiflerenziata; (2)
i movimenti dell'anima, in quanto insieme di punti, non saranno at-
tività psichiche, ma produzioni di linee; (3) la sottrazione di una
unità all'anima-numero ne muterebbe la natura, mentre una pianta
o un animale, pur divisi, conservano la loro anima specifica; ( 4) se
l'anima è un aggregato di punti in movimento, dovrebbero propria-
mente costituire l'anin1a i punti motori, e non quelli mossi; ma è
noto che l'unica differenza tra i punti si ha rispetto alla loro posi-
zione; (5) se le unità che costituiscono l'anima sono distinte dai
punti che formano il corpo, nel medesimo luogo si avrà una unità
psichica ed un punto corporeo, anzi un numero infinito di unità e
di punti; se invece le unità psichiche s'identificano con i punti cor-
porei, tu t ti i corpi saranno animati; ( 6) un'anima identica ai punti
del corpo non può essere, come pretende Senocrate, separabile e
immortale.
2
(407 h 27-32). Il capitolo si apre con l'esposizione (contenuta
nel nostro testo) di una nuova teoria (benché Aristotele, in De an.
A 2, 405 h 29-30, avesse dato per conclusa la parte espositiva del
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NOTE AD A4 257
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258 NOTE AD A4
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NOTE AD A4 2.59
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Lg. X, 894 a l sgg.). Invece Cherniss (Plat. Ac., 396 n. 322) so-
stiene che la « "fluxion" theory » di 409 a 4-5 è usata da Aristo-
tele in funzione antisenocratea, e va attribuita a Speusippo. Infine
per Timpanaro Cardini (Pitagorici, III, 153 nota) il cpa.oi si ri-
ferisce ai Pitagorici (cfr. Sesto Empirico, M. X, 281), com'è con-
fermato in 409 a 6 dalla definizione pitagorica di punto geometrico.
Nella tena obiezione ( 409 a 7-10) lo Stagirita richiama un fe-
nomeno biologico che si dimostra inconciliabile con la teoria se-
nocratea dell'anima. Difatti la sottrazione di un numero ad un altro
numero produce un numero diverso, e la sottrazione ad un numero
di una unità produce un numero specificamente diverso (cfr. Me-
taph. H 3, 1043 h 36-1044 a 2; per il pari e il dispari come 'acci-
denti per sé' e 'specie' del numero intero dr. APo. A 4, 73 a
39-40; Metaph. r 2, 1004 h 10-1). Ora, nel caso del sezionamento
delle piante e degli animali inferiori, i segmenti risultanti hanno
un'anima specificamente identica a quella delle piante e degli ani-
mali originari (dr. anche De an. A 5, 411 h 19-30; B 2, 413 h
16-24; Metaph. Z 16, 1040 b 5-16; Resp. 2, 468 a 26 sgg.), mentre,
se l'anima fosse un numero, in questo caso dovrebbe essere di
specie diversa.
Se nella prima obiezione Aristotele aveva evidenziato l'impos-
sibilità del movimento dell'anima-numero in base alla semplicità
delle sue unità componenti, nella quarta ( 409 a l 0-21) egli sostiene
la medesima tesi argomentando dalla distinzione delle unità-punti
(dr. 409 a 19-21 con 409 a 2). L'aporia avvicina Senocrate a De-
mocrito, ed intende mostrare come la teoria senocratea dell'anima-
numero semovente e quella democritea degli atomi psichici di forma ·
sferica sostanzialmente si equivalgono ed incorrono nelle medesime
difficoltà (dr. anche Metaph. M 8, 1084 h 23-8). Lo Stagirita
ipotizza la riduzione degli atomi sferici democritei a punti. Questi
atomi-punti formano un numero (409 a 13 e 15: 'tÒ 1toa6-v; dr.
anche 409 a 17; Metaph. M 9, 1085 a 3-5; N 2, 1089 h 34), ossia
costituiscono un aggregato di punti. In tale aggregato di atomi-punti
in movimento, come avviene in un corpo esteso che si muova (dr.
anche 409 a 16-7; Ph. 8 5, 257 a 33-258 a 27), dev'esserci una
distinzione tra la parte motrice e quella mossa, e ciò non perché
tra gli atomi-punti vi sia una differenza di grandezza od estensione
(che, ex hypothesi, è venuta meno), ma per il solo fa~to che essi
formano una quantità numerica dotata di movimento (409 a 10-5).
Ma se - continua Aristotele - , nel caso degli atomi-punti, alcuni
devono essere moventi ed altri mossi, la stessa regola deve valere
anche per le unità-punti (dr. 409 a 20) di Senocrate, di cui al-
cune dovranno essere motrici ed altre mosse. Se allora (come cer-
tamente avrebbe ammesso lo stesso Senocrate) .l'anima è il principio
motore degli animali, dovrà anche esserlo (in forza delle argomen-
tazioni svolte in Ph. 8 5) nel caso del numero (come aggregato di
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NOTE AD A5 267
NOTE AD A 5
1
SoMMARIO. - A) Conclusione della critica di Senocrate: rie-
pilogo delle obiezioni precedenti; una nuova aporia: dalla teoria se-
nocratea non sono deducibili le varie funzioni psichiche. B) Sette
obiezioni alle dottrine che considerano l'anima formata di elementi:
(l) tali teorie non spiegano la conoscenza della 'proporzione', e
quindi dell'essenza degli oggetti; (2) l'anima non può essere com-
posta da elementi comuni a tutte le categorie, né da quelli propri
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268 NOTE AD A5
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NOTE AD A5 269
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NOTE AD A5 273
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274 NOTE AD A5
vare che questa obiezione avrebbe potuto essere diretta anche contro
gli Atomisti (dr. De an. A 2, 404 a 9-16).
Infine lo Stagirita solleva un'ultima difficoltà contro la dottrina
elementaristica ( 411 a 2-7), difficoltà che va da pendant a quella
avanzata in 410 h 2-4 (dr. anche De an. A 2, 405 h 23 sgg.; r
6, 430 h 23). Sul principio che la scienza dei contrari è la stessa
(411 a 3-4), in quanto appartengono al medesimo genere, dr. De
an. r 3, 427 h 5-6. Che un contrario conosca sé e il suo opposto
(411 a 3-4) vale soltanto nel caso in cui essi si relazionino come
possesso (hexis) e privazione (steresis); dr. Metaph. r 2, 1004 h
27 sgg.; I 4, 1055 h 11-29. Diversamente la conoscenza di un
contrario è bensl conoscenza anche della sua negazione (ossia di ciò
che non è identico o simile a sé; dr. Cherniss, Pres., 306 n. 60),
ma non del suo contrario positivamente determinato. Cosi chi co-
nosce il retto conosce anche il non-retto, ma non il curvo. Pertanto
l'argomento di Aristotele, come aveva osservato già Simplicio (72,
24-73, l), ha un valore puramente dialettico. Cfr. anche Rodier,
Il, ad 411 a 2-7, 156-7.
7
(411 a 7-23). In questo passo Aristotele rivolge due ohi~.doni
alle teorie che ammettono la presenza dell'anima in tutti gli ele-
menti dell'universo. Lo Stagirita si riferisce esplicitamente a Talete
( 411 a 7-8; questo passaggio corrisponde a DK 11 A 22 [I, 79,
26-7]; dr. anche GA r 11, 762 a 21), ma probabilmente ha in
mente anche Empedocle (cfr. 410 h 7-10), e forse pure gli Orfici
(dr. 410 h 27-411 a 2; inoltre Cherniss, Pres., 309 n. 72).
Per quanto riguarda la testimonianza su Talete, Maddalena (/o-
nici, 14-5) osserva come Aristotele interpreti (giustamente, secondo
Maddalena) l'apoftegma taleteo « tutte le cose sono piene di dèi »
nel senso che « tutte le cose sono animate », e supponga ( 411 a 8:
LaW<;) che questo pensiero di Talete fosse stato dedotto dal prin-
cipio che il tutto è animato. Per Classen (Thales, 842) la frase
taletea significa che anche la natura non vivente è retta da forze
agenti, le quali sono indistruttibili ed immortali (411 a 8: theoi).
Ad un'arbitraria utilizzazione da parte di Aristotele di un apoftegma
'religioso' di Talete pensa invece Gigon (232), mentre Cherniss
(Pres., 296 n. 26) dubita della stessa autenticità della frase.
Nella prima aporia ( 411 a 9-16) lo Stagirita afferma anzitutto
che, se l'anima è presente nella sua forma migliore e più pura nel-
l'aria e nel fuoco, dovrebbe esserci vita animale anche in questi
elementi, e non solo, come di fatto avviene, nei loro composti ( 411
a 9-11; cfr. anche Platone, Phlb. 29 a 9 sgg.). La menzione del-
l'aria e del fuoco (411 a 10) mostra che Aristotele ritiene che
questa e la seguente obiezione (dr. 411 a 17: f:v ~ou,;o~) vadano
dirette anche contro le dottrine di Diogene di Apollonia e di Era- ,
clito (dr. Cherniss, Pres., 309 n. 72), in quanto essi ammettono
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NOTE AD A5 275
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276 NOTE AD A5
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NOTE AB l 277
NOTE AB l
1 SoMMARIO. - A) La ricerca della definizione universale di
anima. I tre significati di sostanza. La materia è potenza e la forma
atto. I due sensi di atto. B) Le quattro formule della definizione
di anima. (l) Distinzioni preliminari: sostanze corporee; corpi na-
turali; corpi naturali dotati di vita (vegetativa); l'anima, in quanto
kategoroumenon, non è il corpo. (2) Prima formula: l'anima è la
forma di un corpo capace di vita. (3) Seconda formula: l'anima
è atto. (4) Ancora sui due significati di atto. (5) Tena formula:
l'anima è atto primo. (6) Il corpo organico. (7) Quarta formula:
l'anima è l'atto primo di un corpo dotato di organi. C) L'unità
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278 NOTEABl
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NOTEABl 279
3
(412 a 11-b 9). Proseguendo nella ricerca della definizione di
anima, Aristotele rivolge la sua attenzione alle sostanze corporee,
e, particolarmente, ai corpi naturali viventi, ottenendo per questa
via la prima delle quattro formulazioni della definizione di anima
(412 a 11-21). Il metodo impiegato dallo Stagirita è pertanto quello
di partire dalla realtà in cui è immediatamente constatabile la pre-
senza dell'anima, ossia dal corpo vivente. Malist' einai dokousi (412
a 11 ) sta a significare che i corpi naturali rappresentano il caso più
ordinario di sostanze, quello avvertito anche dalla coscienza pre-
filosofica (dr. su ciò Theiler, ad 411 a 11, 106; inoltre Metaph.
Z 2, 1028 h 8; H l, 1042 a 6 sgg.; A l, 1069 a 30-1). I corpi
naturali sono le archai ( 412 a 12), ossia le condizioni materiali dei
corpi artificiali, vale a dire degli oggetti fabbricati dall'uomo (dr.
anche 412 h 11-7; Ph. B l, 193 h 3-12). Per la ~wi) (412 a 13-5)
come capacità di vita vegetativa cfr. anche De an. B 2, 413 a 24-5.
Il corpo animato è una sostanza composta di materia e forma (412
a 15-6; dr. anche 412 a 9). In 412 a 16 leggo l1tEt o' ta-rt xat
aw~J,a '"tOLO'VÒE (per il valore intensivo di xaL dr. Denniston, The
Greek Particles, 321-3 ), ed in 412 a 17 oùx li'V ELTJ -rò CTWIJ4 i)
t!Juxi) (dr. anche De an. A 4, 408 a 20). L'argomentazione aristo-
telica ( 412 a 16-9) è la seguente: il corpo vivente è una sostanza
composta di materia e di forma (cfr. 412 a 15-6); come tale, non
è semplicemente un corpo, ma un corpo che ha la_ vita, ovvero
l'anima; pertanto l'anima (o la vita) non può essere questo corpo,
perché la vita o anima è una determinazione ed un 'predicato' di
tale corpo, mentre il corpo funge da sostrato di inerenza e da ma-
teria di tale 'predicato' (cfr. anche De an. B 2, 414 a 13-4; Metaph.
B 5, 1001 h 29-1002 a 4; Z 3 per totum; 8 7, 1049 a 27-b 2;
per l'espressione xaD' U1tOXELp,É'Vou [ 412 a 18] dr. von Fritz,
Once more, 72-3). Da quanto precede (412 a 6-19), si conclude
- ed è « una delle più geniali scoperte di Aristotele, in quanto
lega intimamente l'anima al corpo » (Berti, Aristote, 100) - che,
essendo il corpo oÙCTLa ~ uÀTJ ( 412 a 17-9), l'anima non potrà
essere che ovaia ~ Elooç., ossia come principio che produce la vita
nella ovat:a ~ VÀTJ, e cioè che determina la materia facendone un
tode ti animato (412 a 19-21; dr. anche De an. B 2, 414 a 13-4;
4, 415 h 8; Ph. B l, 193 h 5-6; Metaph. Z 10, 1035 h 14-6; 11,
1037 a 5; 28; inoltre Hicks, ad 412 a 19, 311; per la concezione
dell'anima, proposta nell'Eudemo, come ousia ed eidos ti [frr. 7
e 8 Ross] dr. Berti, La filosofia, 425 sgg.; Aristate, 107-8). Dy-
namei (412 a 20; dr. anche 412 a 28; 412 h 6; 25-7) non deve
trarre in inganno: Aristotele ha qui sempre e solo in vista il com-
posto vivente in atto, soltanto che distingue l'anima come forma dal
corpo naturale in quanto capace di vita, ed esso è tale perché (a
differenza degli altri corpi naturali: i quattro elementi ed i loro
composti inanimati) rappresenta un livello di elaborazione già molto
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NOTE AB 2
1 SoMMARIO.- (l) Ricerca di una seconda definizione di anima,
che funga da principio per la dimostrazione della prima. (2) Poli-
vocità del concetto di vita; anche le piante sono esseri viventi; la
facoltà nutritiva può esistere indipendentemente dalle altre facoltà,
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NOTE A B2 285
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286 NOTE A B2
,,.- ..-----H
.... '
,, ','
,', ''
ll '\
l \
l '
l '
B G E F
c D
Sia data la figura oblunga A. Si costruisca il rettangolo BCDE
equivalente ad A. Si prolunghi BE oltre E, sul prolungamento si
ponga EF uguale ad ED e si divida BF per metà in G. Con centro
G e per raggio una delle due rette GB e GF, si descriva il semi-
cerchio BHF, si prolunghi DE oltre E sino al punto H e si tracci
la congiungente GH. Il quadrato descritto su EH è equivalente al
rettangolo BCDE e dunque ad A.
3
(413 a 20-b 13). La ricerca di una seconda definizione di anima
muove da ciò che distingue l'essere animato da quello inanimato,,
e che, evidentemente, è la vita (413 a 20-2; cfr. anche De an. B l,
412 a 13). Se in De an. B l, 412 a 14-5 la vita veniva assimilata
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NOTE A B2 287
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288 NOTE A B2
sua forma tattile), che è il principio che li qualifica come tali. Gli
altri sensi, poi, implicano il tatto, mentre questo non implica l'esi-
stenza di quelli. In definitiva - conclude Aristotele - l'anima
è la arche delle diverse facoltà dei viventi, e rimane specificata e
definita da queste (413 h 2-13; dr. anche Bames, Aristotle's Con-
cept, 101). Per la sensazione come funzione che definisce gli ani-
mali (413 h 2) dr. PA B 8, 653 h 22-3; GA B 3, 736 a 29-31;
736 h l; Resp. l, 467 b 24-5. Sugli animali stazionari (413 h 2-4)
cfr. De an. A 5, 410 h 19-20. Per il tatto come senso primario e
comune a tutti gli animali (413 h 5-9) dr. De an. B 3, 414 h 3;
HA A 3, 489 a 17-8; PA B 8, 653 h 23 sgg.; Sens. l, 436 h 13;
Somn. Vig. 2, 455 a 23-5. Hysteron (413 h 10) rinvia a De an. r
12, 434 a 22 sgg.; 434 h 10 sgg. (cfr. anche PA ~ 10, 687 a 2-5).
4
( 413 h 13-414 a 3 ). In questa disgressione Aristotele affronta
il problema delle 'parti' dell'anima, riprendendo la terza, sesta e
nona aporia di De an. A l (402 h l; 9; 11; 403 a 3 sgg.) ed inoltre
De an. A 5, 411 a 24-b 30. Egli si chiede se ciascuno dei quattro
principi psichici menzionati in 413 h 12-3 costituisca un'anima in
sé e per sé, oppure soltanto la 'parte' di un'unica anima ( 413 h
13-4). Il primo corno del dilemma viene lasciato cadere, e si assume
che tali principi siano 'parti' ( 413 h 14). Ciò presupposto, si deve
determinare se tali parti siano divise tra loro realmente e spazial-
mente, e quindi siano localizzate in diverse parti del corpo; oppure
siano distinte soltanto concettualmente e per la loro funzione (cfr.
Tommaso, II, 4, n° 262, 69: « ut scilicet sint diversae potentiae » ),
e pertanto siano diffuse in tutto l'organismo ( 413 h 14-5; cfr. anche
Hamlyn, ad 413 b 27, 90; Lefèvre, Sur l'évolution, 217). T61t~,
contrapposto a Àoy~ ( 413 h 15; cfr. anche GC A 5, 320 h 24;
inoltre Metaph. H l, 1042 a 29), equivale a xa:tà. f.lÉyEDoc; (dr. De
an. r 4, 429 a 11-2; 9, 432 a 20; 10, 433 h 24-5). Che vi siano
casi in cui - prosegue lo Stagirita - le parti dell'anima non sono
localizzabili in parti diverse del corpo, lo si può inferire dal trapianto
di alcuni vegetali e dal sezionamento di alcuni animali inferiori:
i primi continuano a vivere (poiché la loro anima nutritiva è po-
tenzialmente molteplice; cfr. anche Resp. 2, 468 a 28-9; 468 h 2-4 ),
ed i secondi anche a muoversi ed a percepire, esercitando inoltre
tutte le funzioni psichiche che sono implicate dalla sensazione; in
ciascun segmento sono insomma unite e presenti le medesime funzioni
del tutto ( 413 h 15-24). Diaphorai (413 h 20) sono le differenze
che determinano le varie specie di anima: la vegetativa, la sensi-
tiva e la razionale. L'immaginazione, attribuita in 413 h 22 anche
agli animali inferiori (e quindi a tu t ti gli animali), dev'essere quella
sensibile, distinta in De an. r 11, 433 b 31-434 a 10 da quella
deliberativa, che è propria degli anin1ali dotati di ragione (cfr. su
ciò Ross, ad 413 h 22-3, 218). Mentre le altre parti dell'anin1a
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290 NOTE A B2
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NOTEAB3 291
NOTE AB 3
1
SoMMARIO. - (l) Presenza delle diverse facoltà dell'anima
nelle varie specie di viventi: nelle piante la sola facoltà nutritiva,
in tutti gli animali anche quella sensi tiva (il tatto) e l'appetitiva, in
alcuni anche quella locomotoria, nell'uomo tutte le facoltà, compresa
quella razionale. (2) Definizione universale di anima e rapporto di
successione tra le anime o facoltà e tra i sensi. Non esiste un'anima
in sé e per sé, separata dalle specie particolari di anima. La trat-
tazione più appropriata intorno all'anima è quella che concerne le
singole anime o facoltà.
2
( 414 a 29-h 19 ). Aristotele ritorna in questo capitolo a trat-
tare delle parti o facoltà dell'anima. Nel nostro passo egli rileva la
diversa distribuzione delle facoltà nelle specie di viventi. Nell'uomo
sono presenti tutte le facoltà dell'anima; negli animali almeno la
nutrititiva, la sensitiva e l'appetitiva; nelle piante la sola facoltà nu-
tritiva (414 a 29-b 1). At ÀEXDEi:aaL (414 a 29) ed EL1tOlJ,E'V (414
a 31) rimandano a De an. B 2, 413 a 23-5; 413 h 12-3; xaDti1tEP
Et1tOlJ.E'V ( 414 a 30) e 414 a 32 sgg. riprendono De an. B 2, 413
a 31-h 9; 413 h 14-24; 413 h 32-414 a 3. L'elenco di 414 a 31-2
stabilisce una stratificazione ed una gerarchia delle facoltà. Per
I'orektikon (414 a 32) dr. De an. B 2, 413 h 23; A 5, 411 a 28;
per il kinetikon katà topon (414 a 32) dr. anche Cael. a 3, 310 a
30. La tesi che alla facoltà sensitiva consegue quella appetitiva ( 414
h l) viene dimostrata con due argomenti. Il primo è che il senso
del tatto comporta il piacere e il dolore, e quindi l'epithytnia, e che
quest'ultima è una delle forme (quella inferiore) della orexis ( 414 h
2-6). Sulla orexis e le sue specie (414 h 2) dr. De an. r 9, 432
h 5 sgg.; MA 6, 700 h 22; EN A 13, 1102 h 30-1; r 8, 1116
h 23-1117 a 9; Rh. A 10, 1369 a 1-7. Che l'animale possiede il pia-
cevole e il doloroso ( 414 h 5) significa che ha la capacità di discri-
minare gli oggetti piacevoli da quelli spiacevoli (dr. Hicks, ad 414 h
4, 332). Per la definizione di desiderio come « tendenza verso il
piacevole» (414 h 5-6) dr. anche Top. Z 3, 140 h 27 sgg. Il se-
condo argomento è che il tatto, in quanto senso dell'alimento, com-
porta l'epithymia che è caratteristica rispettivamente della fame e
della sete ( 414 h 6-16). Il tatto è il senso dell'alimento ( 414 h 6-7)
perché il gusto è una forma di tatto (dr. 414 h 11; De an. B 10,
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NOTB AB 3 293
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294 NOTEAB3
serie cosl come il genere sta alle specie; invece la tesi dell'univocità
è difesa da De Corte, La définition~ 476 sgg.; Moraux, Alexandre,
58 sgg.; Mclnemy, Le terme, 504, che s'ispira a Tommaso, in Int.
l, 8, no 92, 38, ecc.; su tutto ciò cfr. Movia, Due studi, 17-50).
In effetti Aristotele ammette la possibilità di una definizione comune
di anima. Egli aggiunge, però, che tale definizione non è 'propria',
ossia esclusiva (cfr. APo. B 4, 91 a 15), di nessuna anima. Ma ciò
significa che non esiste un'anima in sé cui si adatti la definizione
universale di anima, il che equivale a dire che qui viene ribadita
la versione 'metafisica' sulla serie P.
Dal fatto, poi, che non esiste un'anima in sé o una figura in sé
lo Stagirita ricava la conseguenza che è assurdo cercare una defi-
nizione comune di anima o di figura (la quale definizione non ri-
manda a nessun ente - ossia neppure ad un'anima o ad una figura
in sé, che non esiste - e non può essere riferita a nessuna specie
appropriata e indivisibile), trascurando la definizione katà tò oikeion
kai atomon eidos ( 414 h 25-8). In altri termini, non è irragione-
vole cercare la definizione universale, ma fermarsi soltanto a quella,
omettendo la ricerca delle definizioni particolari e 'proprie'. Il ri-
corso all'analogia della figura e al rapporto di successione che in-
tercorre tra le figure stesse ( 414 h 21-2) è pertanto funzionale al-
l'esclusione dell'esistenza di un'anima in sé e per sé ed alla neces-
sità di stabilire definizioni particolari e proprie delle diverse anime.
'E1tt 't"OU't"WV ( 414 h 26) si riferisce all'anima e alla figura; lcp' l't"Épwv
( 414 h 26) probabilmente ai 'generi' di cui si occupano la zoologia
e la botanica (dr. Filopono, 257, 17 sgg.; Tricot, 83 n. 3). Atomon
eidos (414 h 27) è la species infima, non ulteriormente divisibile in
specie (dr. APo. B 13, 96 h 16; 97 a 18-9; Metaph. Z 8, 1034 a 8;
PA A 4, 644 a 29-33) e che si predica immediatamente degli indi-
vidui (cfr. Metaph. B 3, 999 a 12). Ton toiouton (414 h 27-8) equi-
vale a ton katà tò oikeion kai atomon eidos logon (dr. Hicks, ad
414 h 27, 336).
Aristotele, quindi, riprende ed approfondisce il discorso, appena
abbozzato in 414 h 21-2, sul rapporto di successione, ovvero di an-
teriorità e posteriorità, che vige tra le anime o facoltà e tra le fi-
gure. Il termine antecedente è contenuto in potenza in quello sus-
seguente: il triangolo nel quadrilatero e la facoltà nutritiva nella
sensitiva ( 414 h 28-31). 4uv4p,EL ( 414 h 29) sta a significare, nel
caso del triangolo, che esso esiste potenzialmente nel quadrilatero e
che si realizza di fatto qualora si tracci la diagonale del quadrila-
tero stesso; nel caso degli animali, che essi non possiedono una
pluralità di anime, ma che l'anima, cui appartengono le funzioni
superiori, esercita anche quelle inferiori (dr. Berti, Aristote, 101-2).
Tetragonon (414 h 31) qui è il quadrilatero (dr. Metaph. I 3, 1054 h
2; 5; inoltre Heiberg, Mathematisches, 15: « Viereck »; Hick:s, 61;
ad 414 h 19-415 a 13, 335). Ross (ad 414 h 31, 224) fa osservare
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NOTEAB3 295
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296 NOTEAB4
NOTE AB 4
1
SoMMARIO. - A) Premessa metodologica: (l) la ricerca sulle
facoltà dell'anima deve stabilire la loro essenza e le loro proprietà;
(2) lo studio delle facoltà dev'essere preceduto da quello sulle fun-
zioni, e questo dallo studio degli oggetti correlativi. B) La facoltà
nutritiva: (l) definizione e funzioni; (2) la riproduzione. C) La tri-
plice causalità dell'anima: essa (l) è causa formale od essenza del
vivente, sia perché è causa del suo essere-tale, sia perché costituisce
il suo 'atto'; (2) è il fine dell'organismo vivente, sia come finis qui
intenditur che come finis cui prodest; ( 3) è causa del moto locale
e dei mutamenti quantitativi e qualitativi del vivente. D) Critica di
due teorie della nutrizione e della crescita: (l) contro Empedocle:
(a) la crescita delle piante non è dovuta ai moti contrari degli ele-
menti di cui sono formate, ma al funzionamento di organi appro-
priati; (b) la dottrina di Empedocle rende impossibile l'unità del
vivente, che non può essere assicurata che dall'anima; (2) contro i
sostenitori della teoria che l'anima è composta di fuoco: il fuoco
o, meglio, il calore vitale è soltanto uno strumento, e non la causa
adeguata dei fenomeni biologici, che è precisamente l'anima. E) Na-
tura dell'alimento e della nutrizione: il contrario è nutrimento del
contrario, qualora l'alimento si trovi ancora nella sua condizione
originaria; il simile è nutrimento del simile, qualora l'alimento sia
stato elaborato dall'organismo vivente. F) Ancora sulla facoltà nu-
tritiva: (l) il nutrimento si rapporta all'essere vivente; (2) caratte-
ristiche o funzioni dell'alimento: essere principio di conservazione
e di riproduzione, ed essere causa di crescita; ( 3) i fattori della fun-
zione nutritiva o .vegetativa: la facoltà o anima nutritiva è la causa
o il motore immobile della nutrizione, il quale si serve di due stru-
menti, il calore vitale e l'alimento; il primo funge da motore mosso,
mentre il secondo è soltanto mosso.
2
(415 a 14-22). Concluso il discorso sulla definizione di anima,
Aristotele dà inizio all'esame delle singole facoltà. Il nostro testo
consiste in una breve premessa metodologica, nella quale lo Sta-
girita, analogamente a quanto aveva fatto in De an. A l, 402 a
7-8 a proposito dell'anima, stabilisce che di ciascuna facoltà si dovrà
determinare l'essenza o definizione, per poi dedurne le rispettive
proprietà ( 415 a 14-6). Per labein hekaston auton ti estin ( 415 a 15)
dr. Metaph. K 9, 1066 a 22-3; inoltre APo. B 13, 96 h 17-8. Per
Elit' ov""rwc; (415 a 15) cfr. anche PA A l, 640 a 15. Tà echomena
( 415 a 15) devono essere gli 'accidenti per sé' delle facoltà, ossia le
proprietà che derivano necessariamente dalle loro definizioni (cfr.
Temistio, 49, 15-6); nel caso, ad es., della facoltà nutritiva, la_
nutrizione e la riproduzione (cfr. 415 a 26). Tà alla (415 a 16), se
non è sinonimo di tà echomena (cfr. Rodier, l, 83; II, ad 415 a
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NOTE A B4 297
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298 NOTE A B4
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NOTEAB4 299
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300 NOTE A B4
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NOTE A B4 301
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302 NOTE A B4
moti degli elementi e alla posizione degli organi nello spazio, è in-
somma puramente meccanicistica e trascura l'aspetto funzionale e
teleologico del fenomeno stesso. Se fosse vero che è il moto del
fuoco a produrre la crescita verso l'alto, le parti superiori di tutti
gli organismi viventi avrebbero la medesima struttura e funzione,
e ciò è contraddetto dall'esperienza (dr. Rodier, II, ad 416 a 3,
234-5; Hicks, ad 415 h 28, 343, ecc.; Tricot, 89 n. 4; Cherniss,
Pres., 310-1; Ross, ad 416 a 2-5, 229; Theiler, ad 415 h 28, 115,
ecc.; }annone-Barbotin, ad l., n. l; Hamlyn, ad 415 h 28, 97).
La seconda difficoltà rivolta ad Empedocle (416 a 6-9) è che,
attribuire ai moti opposti del fuoco e della terra rispettivamente la
·crescita della pianta verso l'alto e lo sviluppo delle radici verso il
basso, rende inintelligibile l'unità del vivente. È pertanto esigito un
synechon (416 a 6; dr. anche De an. A 5, 410 h 12; 411 h 6 sgg.)
che ne eviti la dissociazione ( 416 a 7: ÒLacr7taaiH)O"E'taL; cfr. anche
GA A 18, 722 h 12; 4. l, 764 h 18), e questo non può essere che
l'anima, che sarà dunque la vera causa della crescita e della nutri-
zione. Cherniss (Pres., 311 n. 80) fa osservare che probabilmente
Empedocle concepiva l'unità dell'organismo come la risultante delle
forze opposte dell'Amore e della Discordia.
La seconda dottrina che Aristotele prende in considerazione è
quella di Eraclito ( 416 a 9-18; Simplicio, in Ph. 23, 33 sgg., fa
in più il nome di lppaso: dr. Metaph. A 3, 984 a 7-8; Mondolfo,
in Mondolfo-Taran, Eraclito, CLXXV, anche quello di Democrito).
Eraclito ritiene che il fuoco sia causa della nutrizione e della cre-
scita, avendo osservato che è l'unico elemento capace di alimentarsi
(dr. anche 416 a 26-7) e di accrescersi ( 416 a 9-13; cfr. anche Mete.
B 2, 354 h 33-355 a 15; PA B 7, 652 h 7-15). Secondo Chemiss
(Pres., 312 n. 82) la tesi in questione altro non è che un'interpre-
tazione di Aristotele della teoria dell'anima composta di fuoco, ed
anche la giustificazione che ne viene proposta è soltanto una rico-
struzione dello Stagirita. Invece Mondolfo (in Mondolfo-Taran, Era-
clito, 77 n. 123) trova, fra l'altro, in De an. A 2, 405 b 26-9 un
indizio che in Eraclito ci fosse qualche spunto cui Aristotele e
Simplicio avrebbero attinto. M6vov ( 416 a 11) si spiega col fatto
che il fuoco è l'unico corJ.X> semplice ad ammettere una qualche
forma di alimentazione e di crescita nel suo stato elementare, ossia
prima di entrare in composizione nei miktà (dr. Hicks, ad 416 a
11-2, 344 ). In 416 a 11 espungo il "tW'V O"'tOLXEthl'V con Torstrik
(ad l.; ad 416 a 11, 139), Ross (ad l.; ad 416 a 11, 229), Theiler
(31; ad 416 a 11, 115, che cita Mete. A 2, 339 a 13, dove 'corpi'
sta per 'elementi') e Hamlyn (19). Per tò ergazomenon (416 a 13)
dr. GA B 3, 736 a 27. L'obiezione che Aristotele muove a codesta
teoria è che il fuoco (o meglio il suo analogo, il calore vitale: cfr.
PA B 7, 652 h 7 sgg.; r 6, 669 h 3-6; 4. 5, 681 a 2-7; GA B 3,
736 h 33-737 a 7; r l, 751 h 6), in quanto entità materiale, può
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NOTE A B4 30}
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.304 NOTE A B4
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NOTE AB 4 305
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306 NOTEAB4
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NOTE AB 5
1
SoMMARIO. - A) La facoltà sensitiva: (l) la sensazione è
una specie di alterazione da parte di un oggetto esterno; (2) la fa-
coltà sensitiva si attualizza per l'azione di un oggetto sensibile in
atto; (3) senso, sensazione e sensibile in potenza ed in atto. B)
Azione e 'passione', atto e potenza, simile e dissimile: (l) l'ente
che subisce un'azione ed è soggetto ad un processo di mutamento,
lo è ad opera di un ente in atto; il paziente, che deve subire l'azione
dell'agente, gli è dissimile, ma quando l'ha sublta gli è simile; (2)
potenza come capacità di acquisire un habitus o come capacità di
esercitarlo; atto come acquisizione dell'habitus o come uso di esso;
(3) 'passione' o alterazione come alteratio corruptiva, oppure come
alteratio perfectiva, ossia come attuazione di una possibilità; l'attua-
zione di un habitus è una alteratio perfectiva; ( 4) mutamento dal-
l'habitus all'attività; dalla potenzialità all'habitus (anche questa è
una alteratio perfectiva). C) Ancora sulla facoltà sensitiva: (l) l'ori-
gine della facoltà sensitiva; la sensazione in atto dipende dal sin-
golare sensibile; (2) potenza rispetto alla facoltà sensitiva e rispetto
alla sensazione; la facoltà sensitiva, che deve subire l'azione del-
l'oggetto sensibile, gli è dissimile, ma quando l'ha sublta gli è simile.
2
( 416h 32-417 a 20). La trattazione della facoltà sensitiva ha
inizio con una serie di osservazioni generali (dr. 416 h 32) che
fungono da introduzione alla ricerca sui singoli sensi (per la dottrina
aristotelica della sensibilità cfr. Beare, Greek Theories, 215 sgg.;
Cantin, L'ame sensitive, 149 sgg.; Ham.lyn, Aristotle's Account,
6 sgg. e Sensation, 17-30; Slakey, Aristotle, 470 sgg.; Andriopoulos,
An Examination, 45 sgg.; Cosenza, Sensibilità, passim). Aristotele
comincia con l'asserire che la sensazione consiste in un movimento,
o, meglio, in un determinato tipo di movimento o mutamento, vale
a dire in un pathos o alloiosis, ossia in una specie di alterazione
qualitativa da parte di un oggetto esterno; e che, a questo proposito,
si deve vagliare l'opinione di coloro i quali sostengono che il simile
subisce l'azione del simile ( 416 h 3 3-417 a 2 ). Ka1la1tEP ELpT}~a.t
(416 h 34) rinvia a De an. B 4, 415 h 24; per la sensazione come
'alterazione' cfr. anche 418 a 5-6; De an. A 5, 410 a 25-6; r 12,
434 h 28 sgg.; Protr. &. 7 Ross; 75 Diiring: ogni senso conosce per
mezzo del corpo; Somn. Vig. l, 454 a 9-10; Insomn. 2, 459 h 4-5;
inoltre Platone, Phd. 79 c l sgg. Tinés ( 416 h 35) sono Democrito
ed Empedocle (cfr. De an. A 2, 405 h 15; 5, 410 a 23 sgg.; B 4,
416 a 29-30; GC A 7, 323 h 10 sgg.). 'Ev "t"O~ xaD61ou 16yot.t; x~À.
( 417 a 1-2; cfr. anche GA ~ 3, 768 h 23-4) rimanda a GC A 7 per
totum: ciò che agisce e ciò che subisce devono essere simili per il
genere e dissimili per la specie (cfr. anche Moraux, Les listes, 45).
Lo Stagirita prosegue chiedendosi per quale ragione i sensi non
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308 NOTE A B5
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parte di un poietikon ( 417 a 18) o causa efficiente che agisce in atto.
Se, poi, un ente riceve una data determinazione da parte di un ente
a lui sinonimo (cfr. 417 a 18-20), questa causa efficiente deve pos-
sedere in atto la determinazione stessa; cfr. 417 a 7-9; 417 h 20-1;
GC A 7, 324 h 7-9; Ph. 8 5, 257 h 6-12; Metaph. a l, 993 h 24-6;
A 6, 1071 h 12-31; 1072 a 3-9. Sull'interazione dei simili e dei dis-
simili ( 417 a 18-20) cfr. anche 417 h 4 sgg.; 418 a 5-6; De an.
r 4, 429 h 29-31; GC A 7 per totum. Kaitci1tEP EL'JtOIJ,EV (417 a 19)
rinvia a De an. B 4, 416 a 29-h 9.
3
( 417 a 21-h 2). In questo passo Aristotele ritorna sulla distin-
zione di atto e potenza ( 417 a 21-2). Per diaireteon ( 417 a 21)
dr. EN Z l, 1139 a 5. cA1tÀG)ç, ( 417 a 22) equivale a à~t.WpLCT'ttùt;
(cfr. De an. r 2, 426 a 26; Top. 9 5, 159 a 38-h l; Metaph. a 15,
1020 h 32-3). In 417 a 22 leggo con Torstrik (ad 417 a 22, 140) e
Ross (ad l.; 233; ad 417 a 22, 235) llÉyo(lEV (cfr. 417 a 6 sgg.)
anziché ÀÉyo(lEV. Lo Stagirita distingue la potenza come capacità di
acquisire un habitus e come capacità di esercitarlo; e, corrisponden-
temente, l'atto come acquisizione dell'habitus e come uso od eser-
cizio di esso (417 a 22-h 2; cfr. anche De an. B l, 412 a 10 sgg.;
22 sgg.; r 4, 429 h 5-9; Ph. 8 4, 255 a 30-h 5; Metaph. 8 6, 1048
a 34-5; inoltre Sorahji, Body, 64). L'uomo in quanto tale, ossia in
quanto dotato di intelligenza, può diventare 'sapiente' ( 417 a 22-4);
una volta che lo sia diventato (ossia conosca, ad es., le regole della
grammatica), può far uso del suo sapere (417 a 24-5). Per 11~11
(417 a 25) cfr. anche De an. B l, 412 a 8; Ph. 8 4, 255 a 34; Pol.
r l' 1275 h 19. Per 'tÒ yÉvoc; 'tOLOU'tOV xat i) ul1) ( 41 7 a 27) cfr.
417 a 22-4; De an. B l, 412 a 9; 2, 414 a 26; Metaph. a 22, 1022
h 24-7; Z 7, 1032 a 20-2; ghenos designa la specie umana (cfr. PA
A 5, 645 a 29) che, in quanto provvista di intelligenza, è capace ed
è ricettiva di ·conoscenza e di scienza. Per bouletheis ( 417 a 27)
cfr. 417 h 24; De an. r 3, 427 b 18; 4, 429 b 7; per theorein
( 41 7 a 28) dr. 417 a 29; 417 h 5; 19; De an. B l , 412 a 11 ;
r 4, 430 a 4; Metaph. 8 8, 1050 a 12-3; per 't6~E 'tÒ A (417 a 29)
cfr. Metaph. M 10, 1087 a 20-1; inoltre Smith (ad l., n. 3): « i. e.
this individuai item of grammatica! knowledge, e. g. that the 1st
person singular of the perfect indicative active of Àuw ends in -a».
In 417 a 30 accolgo il testo di Ross (ad l.; 233; ad 417 a 30-h 2,
236) e Hamlyn (23) xa'tà. ~uvap,t.v l'Jtt.CT'ti]IJ.ovEc; ( OV'tEt;, lvEpyEi~
y'VOV't«t. l'Jtt.CT'ti)IJ.OvEc;, ). Come fa osservare Filopono (300, 11-4 ),
il termine alloiòtheis (417 a 31; dr. anche Ph. r 3, 202 a 35-6)
è improprio (dr. anche 417 h 6 sgg.), giacché il passaggio dall'igno-
ranza alla conoscenza è un mutamento dalla privazione al possesso
della forma, e quindi una ghenesis (sia pure in senso relativo) piut-
tosto che una alloiosis (cfr. GC A 3, 318 a 34-5; 319 a 9-11; 4,
319 h 24-6; sull'apprendimento [417 a 31] come 'processo' o ki-
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310 NOTE AB'
nesis dr. Metaph. 8 6, 1048 b 24; 29). Per 1tOÀMix~ (417 a 31)
dr. EN B l, 1103 a 31-4; inoltre Ross, 234: «by frequent changes
from ignorance to knowledge »; Platone, Smp. 208 a l sgg. L'igno-
ranza è una hexis (417 a 32) nel senso generico di 'condizione' o 'di-
sposizione'. Per Ett; .,;Ò l~epyei:'V (se. IJ,E"t«~ciÀÀEt.~) (417 h l) dr.
Protr. fr. 14 Ross; 80 Diiring.
4
417 h 2-16 ). Aristotele dà ora alcuni chiarimenti sui concetti
(
di 'passione' e di 'alterazione' (per rt1tÀou~ [ 417 h 2] dr. 417 a 22).
Egli distingue anzitutto la alteratio co"uptiva da quella perfectiva:
la prima consiste nel venir meno di una qualità ad opera del suo
contrario (come quando, ad es., il caldo diventa freddo; sulla 'di-
struzione' reciproca dei contrari dr. GC B 7, 334 h 19 sgg.; Cael.
B 3, 286 a 33-4; Long. 3, 465 h 9); la seconda è la conservazione
di una data potenzialità o, meglio, la sua effettiva realizzazione ( 417
h 2-5). Per la coppia phthorà-sotéria ( 417 h 3) cfr. Pol. E 8, 1307
h 29-30. In 417 b 3-4leggo con Ross (ad l.; 234; ad 417 h 3-5, 236)
V1tÒ "tOU È~"tEÀEXE'q. OV"tOt; "tOU ou~cip,et. 0~0<;, anziché "tOU ou~cip,et.
o~.,;oç, Ù1tÒ ,;ou ÈV"tEÀEXE'q. o~,;oç,. Per illustrare il concetto di alte-
ratio perfectiva Io Stagirita porta due esempi, quello del passaggio
dal possesso della conoscenza al suo uso, e quello del passaggio da
uno stato d'inattività all'attività (la costruzione di una casa). In en-
trambi questi casi o non si ha a che fare con una alloiosis (equiva-
lendo questa - come s'è visto - ad una trasformazione di qualità
opposte; cfr. anche Metaph. A 2, 1069 h 12; GC A 2, 317 a 25-7),
oppure si tratta di una alteratio perfectiva, ossia dell'attuazione di
una possibilità. Se ciò è vero dell'attività tecnica (qual è l'edificazione
di una casa), a fortiori sarà vero dell'attività conoscitiva e intellet-
tiva, la quale avviene all'interno del soggetto e nella quale il soggetto
realizza la propria natura ( 417 h 5-9; cfr. anche De an. A 3, 407
a 32-4; B 4, 416 h 1-3; r 4, 429 h 3-9; 429 h 22-430 a 2; 7, 431
a 3-7; 10, 433 h 18; Ph. H 3, 246 a 10-b 3; Metaph. 8 6, 1048
h 18-35; EN K 4, 1174a 14 sgg.). In 417b 6 accolgo l'emenda-
mento di av,;6 in a.ù,;6 proposto da Trendelenburg (ad l.; ad 417
h 6, 299), Shorey (Aristotle's De Anima, 150), Ross (ad l.; 234)
e Hamlyn (24). Per il 'movimento' Etç, È~"tEMXEt.a.v ( 417 h 7) del-
l'ente in potenza cfr. Ph. 8 5, 257 h 7-8.
Infine Aristotele distingue due tipi di transizione: quella dal
possesso della conoscenza alla sua applicazione, ossia, in generale,
dalla hexis alla energheia ( 417 h 9-12); e quella dalla capacità della
conoscenza al suo possesso, ovvero, in generale, dalla dyntmtis alla
hexis, un passaggio che o non può dirsi alloiosis, oppure è una
alloiosis che non termina alla sterèsis, ma, appunto, alla hexis ( 417
h 12-6; cfr. anche De an. r 4, 429 b 5-9). In 417 h 9-10 seguo
Torstrik (ad l.; in app. crit. ad l.; ad 417 h 9-16, 142-3 ), Ross
(ad l.; ad 417 h 14, 237) e Hamlyn (24) che leggono 't"Ò ••• iiyEt.~ .••
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NOTE A B5 311
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312 NOTE A B6
NOTE AB 6
1
SoMMARIO. - (l) Sensibili per sé: (a) sensibili propri (sensi-
bili per sé stricto sensu); (b) sensibili comuni. (2) Sensibili per ac-
cidente.
2
418 a 7-25). Dopo aver trattato, nel capitolo precedente, della
(
facoltà sensitiva in generale, Aristotele si occupa ora degli oggetti
sensibili (dr. 418 a 7-8). Egli distingue due specie di aisthetà: i
sensibili per se (che possono essere 'propri' di ciascun senso, oppure
'comuni' a tutti i sensi), i quali, appunto, sono percepibili in se
stessi, direttamente ed immediatamente, ed i sensibili per accidens,
che cioè vengono percepiti accidentalmente, indirettamente, in con-
comitanza con i sensibili per se (418 a 8-11; dr. anche De an.
B 3, 414 h 9; 5, 417 a 5-6; l O, 422 a l O; r l, 425 a 14-b 11 ; 3,
428 h 17-30). Come fa notare Graeser (On Aristotle's, 70-1), l'espres-,
sione 'sensibile per sé' si applica (conformemente a De an. B 7, 418
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NOTE A B6 313
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314 NOTE AB 7
NOTE AB 7
1
SoMMARIO. - A) Oggetti della vista: il colore e le· sostanze
fosforescenti; il colore (l) è localizzato sulla superficie dell'oggetto,
·ed è ciò che lo rende percepibile alla vista; (2) produce un muta-
mento qualitativo nel diafano in atto (ossia illuminato). B) Il 'mezzo':
(l) un corpo si dice diafano in virtù della sua naturale trasparenza;
(2) la luce: (a) è atto del trasparente in quanto tale, ovvero 'colore'
del trasparente illuminato; (b) non è un corpo o un'emanazione cor-
puscolare in movimento (come ritenevano Empedocle, Democrito e
Platone), ma semplicetnente la presenza del fuoco nel trasparente,
ossia l'illuminazione o luminosità di quest'ultimo; ( 3) il trasparente
in potenza (ovvero il buio) è incolore, e come tale può ricevere i
colori; il trasparente in atto (ovvero illuminato) è la luce, la quale
assume i diversi colori degli oggetti. C) Ancora sugli oggetti vi-
sibili: i colori sono visibili alla luce, le sostanze fosforescenti al buio.
D) Il processo visivo dei colori: i1 colore dell'oggetto produce una
modificazione nel trasparente illuminato (ad es. nell'aria), e questo
nell'occhio. E) Senza il trasparente o 'mezzo' (con buona pace di De-
mocrito) la sensazione visiva è impossibile. F) Un altro oggetto visi-
bile: il fuoco, percepibile al buio come alla luce. G) Necessità di
un 'mezzo' anche per l'udito e l'olfatto, come pure per il tatto e
il gusto.
2
418 a 26-b 13 ). Aristotele dà inizio alla trattazione dei sensi
(
speciali (per questa tematica cfr. Beare, The Greek, 56 sgg.) par-
tendo dai sensi a distanza, ed anzitutto da quello della vista. Per
analogia con l'indagine sulle facoltà, che aveva preso le mosse dalla
facoltà nutritiva (come quella che è fondamentale e comune a tutti
i viventi), lo Stagirita avrebbe qui dovuto esordire con un'indagine
-sul tatto. Hicks (364) richiama tre ipotesi (tutte compossibili) che
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NOTE AB 7 315
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316 NOTE A B7
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NOTE A B7 317
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318 NOTE A B7
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NOTE AB 8 319
NOTE AB 8
1
SoMMARIO. -A) Il suono e i corpi sonori: (l) suono in atto
e suono in potenza; (2) corpi sonori e corpi non sonori, ossia inca-
paci di emettere un suono. B) La produzione di un suono: avviene
per la percussione di un corpo solido contro un altro in un 'mezzo'.
C) Il 'mezzo' dei suoni: (l) quello più idoneo è l'aria e, in via
subordinata, l'acqua; (2) tali 'mezzi' non sono però la causa princi-
pale del suono, che è la percussione; (3) quest'ultima, per produrre
il suono, deve effettuarsi con rapidità e forza, al 6ne di prevenire
la dispersione dell'aria; (4) l'eco è come un rimbalzo dell'aria contro
un'altra massa d'aria, ma non sempre viene percepito distintamente;
(5) l'aria è la causa principale della sensazione uditiva. D) L'organo
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320 NOTE A B8
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NOTE AB 8 321
suono. Ciò trova conferma nel caso in cui l'aria funge non solo da
mezzo, ma anche da 'corpo percosso' (419 b 22), come avviene,
ad es., nello schiocco di una frusta (dr. Temistio, 63, 27-9). La
necessità della rapidità e fona della percussione viene illustrata da
Aristotele con l'esempio del mulinello di sabbia che, se dev'essere
colpito, dev'esserlo velocemente, prima che si disperda ( 419 h 24-5).
Giustamente Beare (Miscellanea, 74) considera f) opp,rLD6" come una
correzione o precisazione di awp6" ( 419 h 24 ).
3
( 419 h 25-420 a 2). Aristotele descrive anzitutto il fenomeno
dell'eco (419 h 25-33). L'eco si fonna per la 'riflessione' dell'aria,
messa in movimento da un suono, da parte dell'aria contenuta in
un a:yyEL0\1 ( 419 h 26 ), allo stesso modo che una palla vien fatta
rimbalzare da un muro ( 419 h 25-7). In 419 h 25 conservo la le-
zione o"trL\1 a1tÒ "tou aÉp~ (dr. anche Pr. XI 51, 904 h 32-3: à1tò
yàp "tOU aÉpoc; a\ltLXÀd"ttLL); Ross (28; ad l.; 245), sulla scorta di
Torstrik (ad l.; ad 419 h 25-420 a 19, 148-50), Forster (ad l.; ad
419 h 25-7, 166) e Smith (ad l.), adotta invece la variante 8"trL\I,
aÉpoc; X"tÀ. Come fa osservare Hicks (ad 419 h 25, 377), l\#Òc; yE-
\#Op,É\IOU ( 419 h 25) denota la continuità dell'aria. Tò ayyEL0\1 ( 419
h 26) è reso con «vas» da Torstrik (ad 419 h 25-420 a 19, 148:
« Loquitur de saxis vel domuum muris »), Smith (ad l.: « vessell »;
cosi anche Hett, 111; Ross, 28; 245), Siwek (145; dr. però 298
n. 440: <<in caverna aliqua » ), Theiler (38: « das Gefass »; ad
419 h 2.5, 122: l'eco di cui si parla nel nostro passo non è quello
prodotto dalla gola di un monte, ma è piuttosto l'amplificazione che
si ottiene con le cavità sonore; dr. Pr. XI 8, 899 h 25 sgg.) e
Hamlyn ( 30: « a container »·)~ con << cavità » da Rodier (l, 115),
Hicks (83), Tricot (114), }annone-Barbotin (ad l.) e Laurenti (119);
con « geschlossener Raum » da Gigon (305). L'aer di 419 h 27 è
l'aria esterna che era stata colpita dall'emissione di un suono e che
si era mossa (dr. anche 420 a 8-9; 21-2) in direzione dell' ayyEL0\1.
Lo Stagirita aggiunge che l'eco si ha ogniqualvolta venga emesso
un suono, ma che non sempre è percepito distintamente. Si tratta
di un fenomeno analogo a quello che si verifica per la luce, la
quale pure si riflette sempre, benché questa riflessione risulti più
perspicua qualora sia prodotta da corpi lisci, i più idonei a proiet-
tare l'ombra, TI "tÒ ~ opl~OP,E\1 ( 419 b 27-33). Quest'ultima clau-
sola ( 419 h 33) significa che la presenza della luce viene riconosciuta
dalla sua capacità di produrre l'ombra.
Infine Aristotele mostra come la tesi che il vuoto è la causa
determinante del processo uditivo sia accettabile qualora il vuoto
venga identificato con l'aria, e quest'ultima formi una massa unica
e continua. Ciò si verifica in modo particolare quand'è colpito un
oggetto da11a superficie liscia, ossia tale da non spezzare né disper-
dere l'aria che vi si trova sopra. Al momento della percussione, da
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NOTBAB8 323
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324 NOTE AB 8
ad l.), Hamlyn (31) e Laurenti (121). Invece Ross (28; ad l.; 246;
ad 420 a 15-8, 249-50) ritiene che akouein non vada riferito alla
sanità dell'organo dell'udito, ma ad un'attuale sensazione uditiva.
Di conseguenza egli emenda ~ÀÀ.à. xa.t: in à.ll' où, ed inoltre omette
lo aei. A conclusione di questo passo ( 420 a 18-9) Aristotele riprende
il discorso svolto in 419 h 33-5: noi udiamo per mezzo di un vuoto
che risuona, ossia con l'aria, nella misura in cui questa sia assimi-
labile al vuoto (dr. anche Ross, 246; ad 420 a 18-9, 250). HO-
rismenon ( 420 a 19) è l'aria delimitata e confinata nell'orecchio
interno.
5
(420 a 19-b 4). Nella prima parte del passo (420 a 19-26)
Aristotele completa il discorso sul 'percuziente' e il 'percosso' svolto
in 419 h 11-8. Egli afferma in primo luogo che l'emissione del suono
dipende insieme, ma in diverso modo, sia dal corpo percuziente che
da quello percosso (420 a 19-21): il primo funge da agente, il se-
condo da paziente (dr. Temistio, 65, 25-7). Quest'asserzione viene
chiarita in 420 a 21-3: il suono è un movimento o spostamento
dell'aria ( == "'tOU 0\JVa.p,ÉVO\J Xt.VE'i:aì)a.t.: 420 a 21) che rimbalza dal
'percosso, colpito dal 'percuziente', spostamento d'aria che si può
paragonare ad un oggetto che rimbalza da una superficie liscia, quando
questa venga colpita. Ritengo che oggetto di xpoucrn (420 a 23) sia
--rà ÀEi:a. e non --rà acpa.ÀÀ.OP,EVa.; SU questo difficile passaggio dr.
anche Temistio (65, 27-36), l-Iicks (87; ad 420 a 23, 382), Ross
(28; 246; ad 420 a 19-26, 250) e Theiler (39; ad 420 a 19, 123).
Viene poi ribadito che l'oggetto percosso, per produrre un suono,
dev'essere 1iscio ed uniforme (420 a 23-6). In 420 a 23 WcrnEp
EipT)"ta.t. rinvia a 419 h 6-18; per homalon (420 a 25) cfr. Metaph.
N 6, 1093 h 20; per athroun (420 a 25) cfr. 419 b 35; 420 a 3; 19.
Lo Stagirita passa quindi a trattare delle differenti qualità dei
suoni. Come la percezione dei diversi colori avviene soltanto quando
sono visibili in atto, ossia sotto l'azione della luce (dr. De an. B 7,
418 b 2-3 ), del pari soltanto qualora i suoni siano stati effettivamente
emessi, è possibile coglierne la differente altezza ( 420 a 26-9 ). Sulle
differenze Jei suoni cfr. anche 420 a 10-1; De an. B 11, 422 h 29-31.
Aristotele rileva, poi, che la differenza fondamentale tra i suoni, quella
tra suono acuto e suono grave, è mutuata dalle qualità tattili ( 420 a
29-30; cfr. anche 420 b l sgg.; per leghetai katà metaphoran [ 420
a 29] cfr. De an. r 3, 428 a 2; PA r 2, 662 h 25; inoltre Bonitz,
Index, 462 a 42 sgg.). A giustificazione di quest'uso traslato dei ter-
mini lo Stagirita fa osservare che il suono acuto produce nell'udito
un'impressione forte, ma di breve durata, mentre quello grave sortisce
l'effetto opposto (420 a 30-1; cfr. anche Sens. 7, 448 a 19-26; inoltre
Hicks, ad 420 a 30-b 4, 383-5; per un diverso punto di vista dr. GA,
E 7, 786 b 25 sgg. con l'annotazione di Lanza, in Lanza-Vegetti,
Opere, 1036 n. 41: Aristotele «ammette una serie di variabili nel
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NOTE AB 9
1
SoMMARIO. - A) L'oHatto e il suo oggetto: (l) non è age-
vole determinare la caratteristica specifica dell'odore, perché l'oHatto
è in noi più debole che in molti altri animali; (2) l'olfatto è analogo
al gusto (e l'odore al sapore), ma questo (in quanto è una forma
di tatto) è di gran lunga più acuto di quello. B) Le specie di odori:
( l ) corrispondono a quelle dei sapori; ( 2) odori primari sono il dolce
e l'amaro, e tra questi due estremi si collocano il pungente, l'acre,
l'acido, il grasso, ecc.; (3) gli odori si distinguono inoltre in pia-
cevoli e spiacevoli. C) Oggetto dell'olfatto non è soltanto l'odorabile,
ma pure l'inodoro. D) Il mezzo dell'olfatto: è l'aria, ma anche
l'acqua, com'è comprovato dagli animali acquatici e privi di pol-
mone, anch'essi (come quelli che respirano) capaci di sensazioni ol-
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NOTEAB9 331
469 a 12-4). Per ulteriori ragguagli sulla questione dr. Movia, Due
studi, 63-84.
3
( 421 a 26-b 8). In questo passo Aristotele tratta anzitutto delle
varie specie di odori ( 4 21 a 26-b 3). Egli fa osservare in primo
luogo come gli odori si possono distinguere allo stesso modo dei
sapori, benché sia vero che non tutti gli oggetti emanano odori equi-
valenti ( 421 a 28: analogon) ai loro sapori ( 421 a 26-30). L'affer-
mazione che gli odori sono classificabili in base alla distinzione dei
sapori (421 a 26-7; dr. anche Sens. 5, 442 h 27 sgg.; 443 h 7 sgg.;
17 sgg.) sembra diretta contro Platone, che nel Timeo (66 d 1-67 a 6)
aveva sostenuto che gli odori sono di due sole specie: quelli gra-
devoli e quelli sgradevoli. Tà SÉ ( 421 a 29) si riferisce, ad es.,
alla maggior parte dei profumi, il cui odore è dolce e il sapore amaro
(dr. Temistio, 68, 24-5; Filopono, · 389, 33-4; Ross, ad 421 a 29,
254). Si prosegue (421 a 31-b 3) ribadendo che la sensazione degli
odori non è altrettanto chiara come quella dei sapori (dr. anche
Sens. 4, 440 h 30-1; ClcrnEp EL1tOJ.lEV [ 421 a 31] rinvia a 421 a 7-9;
13-6), e che quindi gli odori hanno ricavato il loro nome dai sapori
( 421 a 32: à1tò "tOV"tWV), e ciò per la somiglianza che v'è tra questi
e quelli (421 h 1: "tWV 1tpa.y1J.ci."twv): cosl si dice ad es., che
il croco e il miele hanno un odore dolce per analogia con il sapore
dolce, e che il timo ha un odore pungente per analogia con il sa-
pore pungente ( 421 h 1-2). In 421 a 32 e 421 h l mantengo ri-
spettivamente à1tò "tOV"tW'V e yci.p, espunti invece da Ross (29; ad l.;
253; ad 421 a 32-b 2, 255). Per kath'homoioteta (421 h l) cfr.
anche De an. B 8, 420 h 6.
Infine, sulla base del principio sancito in De an. A 5, 411 a 3-7
che la scienza dei contrari è una, e per analogia con quanto si ve-
rifica in tutti gli altri sensi, Aristotele asserisce che l'olfatto ha per
oggetto l'odorabile e il suo contrario (421 h 3-8; cfr. anche De an.
B 7, 418 h 28-9; 10, 422 a 20 sgg.).
4
421 h 9-422 a 7). Aristotele esordisce affermando che anche
(
il funzionamento dell'olfatto, come quello della vista e dell'udito
(dr. De an. B 7, 419 a 25-b 3; 8, 420 a 3-4), presuppone l'esistenza
di un 'mezzo', che è l'aria o l'acqua (421 h 9). La caratteristica
propria del mezzo dell'olfatto è stata chiamata dai commentatori
greci diosmon (« redolente »); dr. Alessandro, De an. 51, 20;
inoltre supra 319. Per olov (421 h 9) nel senso di 'cioè' cfr. De
an. B 4, 415 a 22; Sens. 5, 445 a 7; 8. Che anche l'acqua- pro-
segue lo Stagirita - possa costituire il 'mezzo' dell'olfatto si ar-
guisce dagli animali acquatici (sanguigni - come i pesci - o non
sanguigni- come i gasteropodi-), dotati dell'olfatto al pari degli
animali il cui ambiente è l'aria (421 h 10-3; cfr. anche Sens. 5, 443
a 2 sgg.; 444 h 7 sgg.). Tà tv "t(i) àfpt. ( 421 h 11) designa sia gli
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332 NOTE A B9
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NOTE A B 10 333
pari, per poter percepire gli odori, egli deve rimuovere, mediante
la respirazione, la membrana che ricopre le narici, un'operazione che
invece non devono compiere gli animali che non respirano, privi
come sono di tale membrana (421 b 26-422 a 3; dr. anche Sens. 5,
444 b 21-8). Per tà sklerophthalma (421 b 28) cfr. 421 a 13; per
le palpebre come protezione degli occhi (421 b 29) dr. PA B 13,
657 a 25 sgg.; Sens. 5, 444 b 24 sgg.; per la visione immediata
e diretta propria degli animali scleroftalmici ( 421 b 31 ) cfr. S ens.
5, 444 b 27-8; tale visione avviene tv -rlil Ot.a.cpa.vE~ ( 421 b 31),
ossia nell'aria o nell'acqua (cfr. De an. B 10, 422 a 11 sgg.; 11,
423 a 29-b l; r 13, 435 b 21-2). Per la membrana che copre l'or-
gano olfattivo degli animali che respirano ( 422 a 2) cfr. Sens. 5,
444 b 23. La respirazione dilata le vene delle narici e quindi rimuove
la membrana olfattiva; i poro i ( 422 a 3), secondo Rodier (II, ad
422 a 3, 314), sono le estremità delle vene (cfr. PA r 5, 668 a
33-b 1). 'E'J -rei> ùypfi> (422 a 4; 5) equivale a 'nell'acqua'.
Lo Stagirita conclude affermando che l'odore è una caratteristica
della sostanza secca, come il sapore lo è di quella umida (cfr. anche
Sens. 5, 442 b 27-9; 443 a 6-8; 443 b 3-14 ), che l'organo olfattivo
è umido in atto (cfr. De an. r l, 425 a 5) e secco in potenza, e
che diventa secco in atto per l'azione dell'esalazione secca prove-
niente dall)oggetto odoroso (422 a 6-7; cfr. anche De an. B 5,
418 a 3-6; Sens. 2, 438 b 24; 5, 445 a 25-7; inoltre Hicks, ad
422 a 6, 397; Ross, ad 422 a 6-7, 256).
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334 NOTE AB 10
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336 NOTE A B 11
NOTE A B 11
1
SoMMARIO. - (l) Se il tatto è una pluralità di sensi, anche
i tangibili sono molteplici. (2) Il tatto è un senso plurimo oppure
unitario? Ed il suo organo s'identifica con la carne od è situato al-
l'interno del corpo? (3) Il tatto ha per oggetto una pluralità di
contrari, non riduci bili ad un genere unico; ( 4) la carne non è l'or-
gano, ma il 'mezzo' del tatto; (5) non è chiaro se il tatto comprenda
o no più sensi; ( 6) il gusto non s'identifica col tatto; (7) come i
corpi in contatto non eliminano l'esistenza di un corpo intermedi<'
(l'aria o l'acqua), così tutti i sensi postulano l'esistenza di un 'mezzo':
quelli a distanza un mezzo esterno, quelli per contatto la carne,
la quale va distinta dall'organo tattile vero e proprio, che è interno
al corpo ed è localizzabile nella regione cardiaca; (8) oggetto del
tatto sono le quattro qualità elementari dei corpi; (9) l'organo tat-
tile è in potenza tali qualità, e si assimila ad esse; (l O) il tatto,
al pari di ogni altro senso, è una sorta di 'medietà' tra i sensibili
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NOTE A B 11 337
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338 NOTE AB 11
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NOTE AB 11 339
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340 NOTE A B 11
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NOTE A B 11 341
per contatto, è che nel caso dei primi l'oggetto agisce sul mezzo e
quest'ultimo a sua volta sull'organo sensorio, mentre nel caso dei
secondi l'oggetto agisce simultaneamente sul mezzo e sull'organo
(423 b 12-5; su questo punto cfr. però Smith, ad l. n. l; Hamlyn,
ad 423 a 22 sgg., 112). Sul paragone (non felice) dello scudo (423 b
15-7) cfr. Hicks (ad 423 b 16, 411) e Hamlyn (ad 423 a 22
sgg., 112).
Lo Stagirita afferma poi esplicitamente che la funzione della
carne e della lingua nei confronti rispettivamente del tatto e del
gusto è la medesima di quella esercitata dall'aria e dall'acqua nei
confronti dei sensi a distanza ( 423 b 17-20 ), ossia è una funzione
'intermediaria'. Il ruolo intermediario della carne e l'esistenza di un
'organo' interno del tatto vengono indotti mediante il « crucial
experiment » (Hicks, ad 423 a 22-b 27, 409) che un'oggetto posto
direttamente sull'organo sensorio non produce la percezione. Il fatto,
allora, che un oggetto a diretto contatto con la carne venga perce-
pito, mostra come quest'ultima non sia l'organo - che perciò è
'interno' al corpo - ma soltanto il 'mezzo' del tatto ( 423 b 20-6;
cfr. De an. B 7, 419 a 12 sgg.; 26 sgg.; 9, 421 b 16 sgg.). 'ExE~ ed
lv-rrtOitrt (423 b 21) si riferiscono rispettivamente ai sensi a di-
stanza ed a quelli per contatto. Per l'espressione nxaL Òi)ÀC'V O'tL
(423 b 22-3) cfr. De an. r 2, 426 b 15; Pol. B 10, 1272 a 3; GC
A l, 314 b 26.
5
( 423b 27-424 a 16). Nell'ultima parte del capitolo Aristotele
riprende anzitutto il tema degli oggetti del tatto ed afferma che
l'organo tattile ha in potenza le qualità che gli oggetti correlativi
possiedono in atto, giacché in ogni sensazione è l'oggetto sensibile
a far passare l'organo sensorio dalla potenza all'atto ( 423 b 27-
424 a 2). Per la dottrina delle qualità primarie che caratterizzano
i quattro elementi ( 423 b 27-9) cfr. GC B 2-3 (è a questo trattato
che ci si riferisce in 423 b 29). 'Corpo in quanto corpo' ( 423 b 27)
sta per 'corpo in quanto tale', ossia per 'corpo sensibile o tangibile'
(cfr. GC B 2, 329 a 6-15). Per kaloumene (423 b 30) cfr. De an.
A 2, 404 a 3; per l'espressione cicpi} ... ataiti)at.~ ( 4 2 3 b 31 ) cfr.
De an. r l, 424 b 24; 11, 434 a l; per l'organo tattile come sede
'primaria' (423 b 31: 7tPW't~) della facoltà cfr. 422 b 22; De an.
r 2, 426 b 16. Sulla sensazione come paschein ti ( 424 a l) cfr.
De an. A 5, 410 a 25; B 5, 416 b 33; 7, 419 a 17-8; 12, 424 a 34;
424 b 16; 17. Per l'azione dell'oggetto tattile che rende simile a
sé l'organo sensorio (424 a 1-2) cfr. De an. B 5, 417 a 17-8; 9,
422 a 7; 10, 422 b 2-3.
Dalla tesi della potenzialità dell'organo rispetto agli oggetti
sensibili Aristotele ricava la conseguenza che sono percepibili non
già gli stimoli tattili d'intensità pari a quella dell'organo, ma sol-
tanto quelli il cui grado è superiore o inferiore a quello dell'organo,
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342 NOTE AB 12
NOTE AB 12
1
Sol\11\IARIO. - ) Il senso è ricettivo della forma sensibile
(l
senza la materia dell'oggetto; (2) la facoltà sensitiva è localizzata
nel rispettivo organo sensorio; (3) l'organo sensorio è un'entità
corporea, e di questa la facoltà costituisce l'essenza e la · capacità
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NOTE AB 12 343
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344 NOTE A B 12
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NOTE A r l 345
NOTE A r l
1
SoMMARIO. - (l) Non v'è alcun altro senso specifico oltre
ai cinque già esaminati, ciascuno riferibile ad uno degli elementi:
l'organo della vista è formato d'acqua, quello dell'udito d'aria,
quello dell'olfatto d'aria o d'acqua, quello del tatto e del gusto
prevalentemente di terra, mentre in tutti gli organi di senso è pre-
sente il fuoco sotto forma di calore vitale. (2) Il senso comune:
(a) non esiste uno speciale organo sensorio per i sensibili comuni,
percepiti accidentalmente dai sensi speciali; (h) i koinà si colgono at-
traverso il movimento; (c) non esiste un sesto senso speciale per
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346 NOTE A r l
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NOTE A r l 347
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348 NOTE A r l
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NOTE A r l 349
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350 NOTE A r l
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NOTE A r l 351
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3.52 NOTE A r l
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NOTE A r 2 353
NOTE A r 2
1
SoM!\IARIO. - A) Coscienza della percezione: ciascun senso
speciale è consapevole dei propri atti percettivi, e non deve tale
coscienza ài sé ad un altro senso. B) Senso e sensibile: ( l) senso
e sensibile in atto s'identificano nel medesimo processo percettivo,
di cui costituiscono l'uno l'aspetto soggettivo e l'altro quello og-
gettivo; (2) il sensibile e la sensazione in atto si trovano nel senso
stesso; (3) il senso e il sensibile s'identificano soltanto qualora si
trovino in atto, e non semplicemente in potenza, una distinzione
che è sfuggita ai fisiologi. C) Il senso, in quanto 'proporzione', ri-
mane danneggiato dai sensibili in eccesso, ed invece prova sensa-
zioni piacevoli soprattutto in presenza di sensibili 'mescolati' e
proporzionati. D) La discriminazione percettiva: (l) ogni senso spe-
ciale distingue le differenze del proprio oggetto sensibile; ( 2) la
discriminazione tra sensibili appartenenti a sensi diversi: (a) tale
discriminazione non può verificarsi che mediante un atto percettivo;
(b) non ha la carne come suo primo organo sensorio; (c) non av-
viene per mezzo di due sensi che giudichino separatamente, ma
mediante la loro collaborazione ed unità; (d) non si svolge in
tempi distinti~ ma simultaneamente; (e) è opera del soggetto, nu-
mericamente ed essenzialmente uno, ma 'diviso' nella sua funzione
discriminatrice.
2
( 425 b 12-25). In questo passo Aristotele si propone di giu-
stificare il fatto che noi abbiamo coscienza dell'esistenza e del fun-
zionamento dei nostri sensi ( 425 b 12; dr. anche De an. B 5, 417
a 2-14 ). A tal fine egli avanza due ipotesi: la consapevolezza di
un atto percettivo (ad es. dell'atto di vedere un colore, di udire
un suono, e cosl per l'attività degli altri sensi speciali) è dovuta
allo stesso senso in questione (alla vista stessa, all'udito, ecc.), op-
pure ad un senso diverso dalla vista, dall'udito, ecc. ( 425 h 12-3;
sulla coscienza della sensazione cfr. anche Somn. Vig. l, 454 a 23:
riferimento al proton aisthetikon; 2, 455 a 12 sgg.: la koine dy-
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354 NOTE A r2
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NOTE A r 2 355
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356 NOTE A r 2
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NOTE A r2 357
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3.58 NOTE A r2
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NOTE A r 2 3,9
Hamlyn. Per questo autore nel nostro capitolo non c'è alcun rife-
rimento al 'senso comune', al quale lo Stagirita attribuisce la sola
percezione dei sensibili comuni (cfr. De an. r l, 425 a 27; inoltre
Theiler, ad 425 a 31, 131). L'intero passo 426 h 12-427 a 16 non
riguarda, secondo Hamlyn, nonostante l'opinione prevalente (cfr.,
ad es., Rodier, II, ad 426 h 8, 380; Hicks, ad 426 h 16, 446; Tricot,
158 n. l; Ross, 35), il senso comune, ma l' 'unità dei sensi', unità
che consiste semplicemente nel fatto che sensi diversi hanno in
comune sensibili diversi (ad 427 a 9, 128-9). La carne, spiega poi
il commentatore inglese, non è l' 'ultimo organo sensorio' che con-
sente la discriminazione pe~cettiva (tale organo è il cuore; cfr.
Resp. 4; Somn. Vig. 2), e ciò perché quest'ultima non avviene ogni-
qualvolta la carne sia toccata. Ad es., quando viene toccato l'occhio
(pur esso costituito di carne) ponendovi sopra un oggetto, non
siamo in grado di distinguere il colore di questo dalle sue qualità
tangibili (ad 426 h 8, 126). Hamlyn riferisce pertanto a'7t-rOP,E'JOV
aù-r6 ( 426 h 16) a -rò xpt:vov ( 426 h 17) e cosl traduce il nostro
passaggio: « for if it were it would be necessary for that which
judges to judge when it is itself touched » (50).
Si esclude poi che la distinzione tra i sensibili di genere diverso
possa essere operata da due differenti sensi speciali presi separata-
mente, ché, a pari, potrebbe in tal caso essere effettuata anche da
due distinti soggetti che percepissero due diversi sensibili, e ciò
è assurdo. Tale distinzione, pertanto, è il risultato di una connes-
sione e ~ollaborazione dei sensi, la quale assicura inoltre la con-
tinuità di percezione e di pensiero ( 426 h 17-23). Per l'ipotesi dei
sensi che giudicano ciascuno separatamente e per sé solo ( 426 h 17:
kechorismenois) - un'ipotesi che, secondo Mondolfo (La compren-
sione, 352 sgg.), Aristotele ricava da Gorgia; cfr. DK 82 B 3 (Il,
282, 6 sgg.) - cfr. Sens. 7, 448 h 20 sgg.; 449 a 5 sgg. Per
ÀÉ"(EL'J (426 b 20) cfr. 426 h 25 sgg.; De an. r 7, 431 a 8; Mem. l,
449 h 22-3; Sens. 7, 447 h 14-5; 24-6; per VOEL xat ataitcivE-raL
(426 h 22) cfr. 426 b 31-427 a l; 427 a 9; De an. r 3, 427 a
18 sgg.; 9, 432 a 16.
Perché la distinzione tra due diversi sensibili costituisca un
atto unitario, essa non soltanto postula l'unità e la collaborazione
tra i sensi, ma pure, continua Aristotele ( 426 h 23-9), che essa
avvenga non già in tempi differenti e successivi, ma simultaneamente
ed istantaneamente ('si percepisce ora che il bianco è diverso dal
dolce'), ed in rapporto a due oggetti che siano simultaneamente
percepibili in atto ('si percepisce che ora il bianco è diverso dal
dolce'). Per l'ipotesi - probabilmente ispirata ai Pitagorici (cfr.
Mondolfo, La comprensione, 349 sgg.) - degli intervalli di tempo
nella percezione (426 h 24: lv XEXWPLOllÉ'J~ xp6v~) cfr. Sens. 7,
448 a 19 sgg.; 448 h 16 sgg. Où xa-rà. crvp,~E~T)x6c; ( 426 h 26),
come nota Rodier (Il, ad 426 h 26, 387), sta a significare che il
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360 NOTE A r 2
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NOTE A r 3 361
NOTE A r 3
1
SoMMARIO. - A) Pensiero e sensazione: (l) le principali fun-
zioni dell'anima sono quella cinetica e la conoscitiva; (2) ad alcuni
sembra che il pensiero sia una forma di percezione; (3) anzi gli
antichi, come Empedocle ed Omero, identificavano senz'altro pen-
siero e sensazione; ( 4) ma questa tesi è falsa per le seguenti ra-
gioni: (a) essa non spiega l'esistenza dell'errore; (b) della sensibi-
lità sono provvisti tutti gli animali, mentre dell'intelligenza soltanto
alcuni; (c) il pensiero può essere vero o falso ed appartiene ai soli
animali ragionevoli, ed invece la sensazione si trova in tutti gli
animali e, quando ha per oggetto i sensibili propri, è sempre vera.
B) L'immaginazione: (l) non s'identifica col pensiero: (a) perché
dipende da noi ed ammette un certo margine di arbitrio, mentre
l'opinione - che è una specie di hypolepsis o apprensione intellet-
tiva - o è vera o è falsa; (b) perché esser dell'opinione che un
oggetto è pericoloso provoca un'emozione immediata, cosa che non
avviene se esso è puramente immaginato come tale; (2) sembra
appartenere al noein; ( 3) la phan t asia è una facoltà in virtù di cui
si parla· di 'apparenze' (phantasmata), ed ha una capacità discrimi-
nativa in quanto con essa possiamo essere nel vero o nel falso;
( 4) l'immaginazione non è sensazione per i motivi seguenti: (a) le
immagini dei sogni non si formano in presenza di sensazioni in
atto né s'identificano con la facoltà sensitiva; (b) la sensazione si
trova in tutti gli animali, e l 'immaginazione (quella superiore) solo
in alcuni; (c) la percezione dei sensibili propri è sempre vera,
mentre la maggior parte delle immagini (illusioni sensorie, alluci-
nazioni, ecc.) sono false; (d) il termine 'apparire' non è adeguato
alle sensazioni chiare e precise, ma a quelle indistinte; (e) le im-
magini permangono pur nella sospensione del processo percettivo;
(5) l'immaginazione, in quanto ammette la possibilità di errore, non
è scienza né intelletto, che sono sempre nel vero; ( 6) ancora sulla
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362 NOTE A r 3
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NOTE A r3 363
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364 NOTE A r 3
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NOTE A r3 365
Fa séguito una clausola molto discussa: ~"tL S' ovx EO"'t'LV i) av~Ì}
VOT)O"L~ xat u7:6ÀT)\jJLc;, cpavep6v (427 h 16-7). Freudenthal (Ueber
den Begriff, lO n. l) interpreta: l'immaginazione non è la stessa
noesis qual è la hypolepsis (cfr. 427 h 28; De an. r 10, 433 a 10;
cosi anche Smith, ad l.; Hett, 157; Theiler, 54; ad 427 h 17, 136;
Hamlyn, 53; ad 427 h 16, 130; Schofield, Aristotle, 139 n. 88).
Schneider (Ueber einige, 448) espunge 1) e spiega: l'immaginazione
non è né noesis né hypolepsis (cosi anche Rodier, ad l.; II, ad
427 h 16-ì, 405-6; Tricot, 165-6). ~ladvig (Adversaria, I, 473)
seclude noesis e intende: l'immaginazione non è hypolepsis (cosl
anche Ross, ad l.; 282; ad 427 h 16-7, 285). Biehl2 (ad l.) accoglie
la variante phantasia in luogo di noesis. Per Hicks ( 123; ad 427 h
17, 457-8) la clausola significa che la noesis (equivalente qui a
phantasia; cfr. De an. r 9, 432 h 30; Mem. l, 450 a 1-7) non
è hypo!epsis, ossia do xa (cosl anche Siwek, 19 3 ). Jannone-Barbotin
(ad l.) recano CLV"tT) al posto di 1) tX.Ù"ti}, ma comunque interpretano
il passaggio come Rodier.
Che la phantasia non sia identica alla hypolepsis viene dimo-
strato dallo Stagirita con due argomenti. Il primo è che, mentre
l'immaginazione dipende dalla volontà del soggetto (cfr. però anche
De an. B 5~ 417 h 23-4) e gode di un certo margine di arbitrio, l'opi-
nione (che è una specie del genere 'hypolepsis'; cfr. 427 h 10; 25),
in quanto è commisurabile ai fatti, è sottoposta all'alternativa 'vero-
falso' ( 427 h 17-21). Per r.pò OJ.ll.J..a:"tw'V r.ot.i}aaa-Da,., ( 427 h 18-9;
cfr. Tricot~ 166 n. 3: « les veux de l'ésorit ~>)cfr . ."Af.e111. l. 450 a 5;
Rh. r 11, 1411 h 23 sgg. Per i 'luoghi mnemonici' ( 427 h 19; cfr.
Schofield, Aristotle, 127: «a set of places in which menta! images
may be put >>)e le tecniche di memorizzazione cfr. Top. 8 14, 163 h
28-30; Mem. 2, 452 a 12 sgg. (e Sorabji, in Mem., 22-31); Insomn.
l, 458 b 18 sgg.; inoltre Senofonte, Smp. 4, 62; Platone, Hp. Ma.
285 e 7; Hp. },fi. 368 d 6. Per oo~a:~EL'J o' oùx tq>' T)IJ.LV ( 427 h 20)
cfr. anche Platone, Tht. 187 a 8 sgg. La seconda prova è che una
situazio11e piacevole o spiacevole, che venga creduta reale, sùbito
coinvolge emozionalmente il soggetto, il che non a\"'Viene quando
essa sia rr:eramente immaginata ( 427 b 21-4; cfr. anche De an.
A l, 403 a 21-4; r 7, 431 a 14-6; 9, 432 h 29 sgg.; MA 7, 701 h
19 sgg.). Per la coppia deinon (phoberon)-tharraleon ( 427 h 21-2)
cfr. R.h. B 5, 1383 a 13-20; per sympaschomen ( 427 h 22) cfr.
APr. B 27, 70 h 16: PA B ì, 653 b 6; Somn. 1lig. 2. 455 a 34.
Infine "'\ristotele indica tre specie di hypolepsis ( 427 h 24-6), che
corrispondono alle tre specie di noein segnalate in 427 h 9-10. He-
teros logos (427 h 26) rinvia probabilmente a EN Z 3, 1139 h
15 sgg.; sulla distinzione tra epistenze e doxa ( 427 h 25) cfr. APo.
A 33 per tctum.
3
( 427 b 27-428 a 24). Aristotele esordisce tracciando un piano
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366 NOTE A r 3
generale per le ricerche da affrontare nel resto del trattato. Della
facoltà sensitiva ci si è occupati nei capitoli precedenti, mentre la
hypolepsis e la conoscenza intellettiva verrà a tema a partire dal
quarto capitolo (cfr. De an. r 4, 429 a 23: hypolambanei); rimane
ora da analizzare più da vicino la natura dell'immaginazione ( 427 b
27-9). In 427 b 27 noein viene assunto in «a very generai sense >>
(Hamlyn, ad 427 b 27, 131), come comprensivo sia della hypolepsis
come della stessa phantasia. Rodier (Il, ad 427 b 28, 414) ritiene
che l'appartenenza della phantasia al noein rappresenti un'opinione
corrente ( 427 b 28: dokei), non condivisa da Aristotele. ~1a, come
ha mostrato Schofield (Aristotle, 125 e n. 88; 126-7), pur se questo
fosse vero, lo Stagirita non deve aver trovato tale opinione manife-
stamente infondata, se non altro perché i due criteri adottati in
427 b 17-24 per distinguere l'immaginazione (normale) dalla doxa,
non la differenziano dal pensiero (cfr. De an. B 5, 417 b 23-4 ). Sui
rapporti tra phantasia e noein, e in particolare sulla prima come
conditio sine qua non del secondo, cfr. 427 b 16; De an. A l, 403
a 9; r 7, 431 a 16-7; 8, 432 a 8-9; 13-4; Mem. l, 449 b 31; inoltre
Platone, R. VI, 510 d 4 sgg.
Lo Stagirita suggerisce poi una definizione 'propria' di phantasia,
e ne riconosce la funzione discriminatrice ( 428 a 1-5). Come rileva
Schofield (Aristotle, 106 sgg.; 115 e n. 58; 116 sgg.) phantasma in
428 a l non connota (come, ad es., in Mem. l, 449 b 30-450 a 7)
l' 'immagine mentale' (benché questa sia l'interpretazione corrente),
ma corrisponde a tò phainesthai, designante qui la « non-paradigmatic
sensory experience » (percezioni indistinte, illusioni sensorie, alluci-
nazioni, attività onirica, ecc.; cfr. 428 a 7-8; 14; 428 b 3; 429 a
7-8; Insomn. 2, 460 b 16-9). Se l'uso appropriato del termine phan-
tasia concerne il phainomenon nel senso appena descritto, quello
metaforico ( 428 a 2) od estensivo - sottolinea Schofield; cfr. anche
Simplicio, 208, 3-8 - connota sia l'esperienza sensibile ordinaria
sia i giudizi della doxa. Schofield trova una conferma di quest'ese-
gesi nello stesso impiego di ÀÉYOJ.lE'V in 428 a l (cfr. anche 428 a 2;
13 ): l'approccio linguistico, come punto di partenza della riflessione
(dr. Owen, Tithenai, 83-92) sulla phantasia, evidenzia il legame
primario che intercorre tra phantasia e phainesthai (od esperienza
sensibile non ordinaria). Le righe 428 a 3-4 nel testo dei mss. cosi
recitano: J.lLCX -rL~ lcr-rL -rou'tw'V OU'VCXIJ.L~ il l~ L~ xa.D' i\'V xpL'VOIJ.E'V
xcxt aÀT)DEUOIJ.E'V il tlJEUOOJ,lEDa.. In base a questo testo l'immagina-
zione risulta essere una facoltà capace di giudicare (cfr. anche In-
somn. 2, 460 b 16-8) e riguardante il vero e il falso, accanto a
quelle elencate in 428 a 4-5. Cosl leggono e spiegano il passaggio
Rodier (ad l.; l, 167; Il, ad 428 a 3, 416), Hicks (ad l.; 125; ad
427 b 24-428 a 5, 459; ad 428 a 3, 461 ), Tricot ( 167 e nn. 4-5),
Hett (ad l.; 159), ]annone-Barbotin (ad l.) e Laurenti (163-4). Sulle,
orme invece di un suggerimento di Trendelenburg (in app. crit.
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NOTE A r 3 367
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368 NOTE A r3
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NOTE A r3 369
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370 NOTE A r3
~euo'Ì')~ lyÉ'VE'tO 8-rE À.tiDot. lJ.E'tct1tECTÒ'V -rò 1tpdy~J.a (cfr. anche Cat.
5, 4 a 26 sgg.; Metaph. r 5, 1010 h 21-3); Ross (ad l.; ad 428 h
7-8, 288) racchiude la clausola tra due croci e propone di emen-
darla in &_).).' EL ~EUOÌ')~ "(É'VOL'tO, À.aitot. /l'V lJ.E'tt11tECTÒ'V 'tÒ 1tpdy1J.t1.
5
428 h 10-429 a 9). Aristotele comincia col rilevare l'indispen-
(
sabilità della aisthesis in ordine alla phantasia. L'immaginazione è
un 'movimento' che presuppone quello della sensazione in atto, a
sua volta prodotto dall'oggetto sensibile. n mutamento in cui con-
siste l'immaginazione dev'essere specificamente simile a quello della
sensazione (dr. Hicks, ad 428 h 14, 468). Inoltre l'immaginazione
appartiene soltanto agli esseri sensitivi e concerne gli oggetti sensi-
bili, è principio di attività per gli animali, e l'immagine, che è il
suo prodotto, può essere vera o falsa (428 h l 0-7; nella traduzione
il periodo è stato alleggerito; la protasi è introdotta da &_).).' l1tEL01)
[428 h 10] e l'apodosi da ELT) lf'V [428 h 14]). Sulla trasmissione
del movimento descritta (in termini fisici) in 428 h 10-1 cfr. Ph.
9 5, 256 a 4 sgg. Per lo endoxon (428 h 11: dokei) secondo cui
la phantasia è una kinesis ( 428 h 11) dr. Ph. e 3, 254 a 29-30.
Si passa quindi a giustificare l'asserzione che la phantasia può
essere vera o falsa, basandosi sulla distinzione fra i tre tipi di per-
cezione (cfr. De an. B 6 per totum) ed il loro corrispettivo valore
di verità. La percezione dei sensibili propri è sempre vera ( 428 h
18-9), in quanto, ad es., la vista non s'inganna rispetto al sensi-
bile proprio (ossia non confonde il colore con i sensibili propri
degli altri sensi), ma può darsi il caso che scambi un dato colore
(cfr. 428 h 21) per un altro (dr. anche Hamlyn, ad 428 h 17, 134-5).
V'è poi la percezione dei sensibili 'per accidente' (ossia degli og-
getti in se stessi, che 'accedono' ai sensibili propri), in cui l'errore
è possibile ( 428 b 19-22). Con Bywater (Aristotelia, III, 56-8)
traspongo da 428 h 24 a 420 h 20 & CTUIJ,~É~'l')XE -rot:~ alCTDT}'tOL~.
Cosl anche Smith (ad l. e n. 1), Ross (ad l.; 283; ad 428 b 18-25,
288-9), Theiler (56; ad 428 h 19, 138) e Hamlyn (56 e n. l;
ad 428 b 17, 134); cfr. anche Graeser, On Aristotle's, 95 n. 15.
Infine nella percezione dei sensibili comuni l'occasione di errore
è la più frequente (428 b 22-5; cfr. anche Sens. 4, 442 h 8). Che
la percezione dei koinà sia quella che, secondo Aristotele, è più sog-
getta all'errore è spiegato da Hamlyn (ad 428 h 17, 135) sulla base
di Platone, R. V, 479 h 3 sgg., donde risulterebbe la relatività
di figura, velocità, numero, ecc., in modo diverso da quello dei
sensibili propri ed accidentali. Graeser (On Aristotle's, 88-9) avanza
invece l'ipotesi che qui operi l'idea che i sensi speciali sono finaliz-
zati alla percezione degli idia (dr. De an. B 6, 418 a 25), e non
dei koinà (mentre d'altra parte i sensibili per accidente, come tali,
non possono considerarsi oggetti di percezione veri e propri). ,
Sul fondamento di queste tre forme di sensazione vengono distinti
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NOTE A r4 371
tre tipi di phantasia, diversi nel loro valore veritativo ( 428 b 25-30).
La prima è collegata alla percezione dei sensibili propri, ed è vera
finché permane quella percezione (dr. però Schofield, Aristotle,
115 e n. 57). Gli altri due tipi di phantasia - prosegue lo Stagi-
rita - , relativi ai sensibili accidentali ed a quelli comuni, sono
soggetti ali'errore sia in presenza che in assenza della sensazione,
e ciò tanto più quanto più distanti sono gli oggetti percepibili. Si
pensi, ad es., alla percezione indistinta di un oggetto che 'appare'
essere un uomo (dr. 428 a 12-5), o alla percezione del sole che
'appare' della misura di un piede (dr. 428 b 3).
In forza di tutto quanto precede (428 h 11-30) lo Stagirita
enuncia la propria definizione ('causale'; cfr. 429 a 8-9 e inoltre
Hicks, ad 402 a 19, 181; Schofield, Aristotle, 139 n. 92) di phan-
tasia (429 a 1-2; dr. anche Insomn. l, 459 a 17-8). Il capitolo
si chiude con due osservazioni. La prima è che la dipendenza del-
l'immaginazione dalla percezione sensibile si può constatare parti-
colarmente nel caso della vista (che è il senso per eccellenza; dr.
anche Sens. l, 436 h 18-437 a 17; Metaph. A l, 980 a 23-7;
inoltre Platone, Phdr. 250 d l sgg.; Ti. 47 a l sgg.), com'è con-
fermato dall'etimologia di cpa:v'ta.aLa., termine che (secondo Aristo-
tele) deriva da cp~, luce, la quale rappresenta la condizione indispen-
sabile della vista ( 429 a 2-4; dr. Schofield, Aristotle, 132 n. 19:
« Aristode thinks of imagination first and foremost as visualizing >>;
cfr. 427 h 18). Con la seconda osservazione si riprende 428 b 16-7,
e si considera la phantasia come principio del comportamento degli
animali, normalmente nei bruti (in quanto sprovvisti di ragione;
dr. De an. B 3, 415 a 11; Metaph. A l, 980 b 25-7) e talora negli
uomini ( 429 a 4-8). Sulle immagini come 'tracce' delle sensazioni
attuali (429 a 4) dr. De an. A 4, 408 b 18; r 2, 425 h 24-5.
Pathos ( 429 a 7) designa genericamente qualunque passione od
emozione; per voa((l (429 a 7) cfr. De an. A 4, 408 h 24; sugli stati
di alterazione psichica cfr. Insomn. 2, 460 h 3 sgg.
NOTE A r 4
1 SoMMARio. - A) L'intelletto e la facoltà sensitiva: (l) l'in-
telletto è la parte dell'anima preposta al pensiero; (2) dall'analogia
tra intelletto e senso deriva che il nous: (a) è passivo nella misura
in cui assume in sé gli intelligibili, ma propriamente è 'impassibile'
perché tale paschein non implica un'alterazione fisica, ma il per-
fezionamento e la realizzazione dell'intelletto; esso inoltre è ricet-
tivo delle forme intelligibili, è in potenza ad esse e non ne pos-
siede alcuna già in atto; (b) non è 'mescolato' ad alcun oggetto
materiale (come fu intuito già da Anassagora, a differenza degli
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372 NOTE A r4
altri fisiologi); (c) è 'in potenza' tutti gli intelligibili; (3) differenze
tra nous ed aisthesis: (a) l'intelletto non ha un organo corporeo, ma
è potenzialmente il 'luogo delle forme'; (h) l'apatheia del senso
non lo assicura dalle affezioni del suo organo, mentre il nous non
è affetto dai noetà, perché è 'separato' e indipendente dal corpo;
(c) l'intelletto è in potenza all'esercizio della conoscenza ed è capace
di pensare se stesso. B) Gli oggetti dell'intelletto e del senso: (l) la
aisthesis conosce gli oggetti fisici, o meglio le loro qualità o forme
sensibili; (2) il nous apprende: (a) le essenze o forme intelligibili
degli oggetti fisici; (b) gli enti matematico-geometrici e le loro
essenze; (c) le entità identiche alle loro essenze. C) Soluzione di
due aporie: (l) l'intellezione è possibile in quanto si dà un 'identità
potenziale di nous e noeton; (2) l'autocoscienza dell'intelletto con-
segue alla sua apprensione degli intelligibili in atto.
2
( 429 a 10-b 9). Aristotele esordisce enunciando il tema del
capitolo ( 429 a 10-3 ). Come fa osservare Hicks (ad 429 a 10, 475),
nel definire il nous una 'parte' dell'anima ( 429 a lO; cfr. De an.
A l, 402 h 12-3) lo Stagirita si adegua al linguaggio corrente; per
lui tuttaYia ogni menzione di 'parti' dell'anima non può essere che
provvisoria (cfr. De an. r 9, 432 a 22 sgg.); a rigori il nous è una
facoltà dell'anima o (che è lo stesso) s'identifica con l'anima intel-
lettiva (cfr. 429 a 28). Inoltre Hicks (ad 429 a 10-1, 475) rileva
opportunamente come il termine yt.vwcrxEL ( 429 a lO) designa la
conoscenza in generale ed è applicabile anche al senso (cfr. De an.
r 3, 427 a 21; GA A 23, 731 a 33-4); per tale motivo viene ag-·
giunto cppovEt: ( 429 a 11 ), che denota la conoscenza intellettiva (cfr.
De an. r 3, 427 h 6 sgg.). Invece per Temistio (93, 32-3) e Sim-
plicio ( 222, 3-6) i due termini si riferiscono rispettivamente ali 'in-
telletto teoretico ed a quello pratico; cosl anche Rodier (1, 175; II,
ad 429 a 10, 435), Siwek (201; 327 n. 636) e Seidl (Der Begrilf,
100-1 ). Da De an. A 4, 408 h 13-5 risulta che, propriamente, non
è la psyche ( 429 a 11) a pensare, ma piuttosto l'uomo per mezzo
dell'anima. L'alternativa tra separazione del nous xa"tà 1-lÉYEDoc; e
quella xrx'tà À.oyov ( 429 a 11-2; cfr. anche De an. B 2, 413 h 14-5;
28-9; r 2, 427 a 4-5; 9, 432 a 19-20; 10, 433 h 24-5; EN A 13,
1102 a 28-30, con la nota di Gauthier-Jolif, in EN, Il, l, ad 1102 a
28-32, 9-t) - su cui Aristotele per il momento evita di oronun-
ciarsi - è tra una separazione del nous dalle altre parti dell'anima
in senso spaziale e locale (implicante, platonicamente, una sede cor-
porea del nous diversa da quella delle altre parti psichiche), e la sua
distinzione dalle facoltà inferiori quanto all'essenza ed alla funzione
(cfr. anche Ross, ad 429 a 11-2, 291 ). Invece per Hicks (ad 429 a
11; ad 429 a 12, 475) Ia separabilità (katà me~hethos) dell'intelletto
dalle altre facoltà implica qui anche quella dal corpo. Cosl anche
Seidl (Der Begrilf, 109 n. 4 ), che si richiama alla dottrina dell'im-
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NOTE A r4 373
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374 NOTE A r4
scerne degli altri (cfr. anche Tognolo, Il problema, 109). Per pa-
remphainomenon cfr. Ph. !:.. 4, 212 a 7-9; il termine antiphrattein
è usato per designare l'interposizione di un astro che si verifica
nelle eclissi (dr. APo. A 31, 87 h 40; B 2, 90 a 15 sgg.; Cael. B 13,
293 h 25; lrlete. A 8, 345 a 29). Per il principio intus existens
prohibet extraneum cfr. De an. B 7, 418 h 26 sgg.; 8, 420 a 9-11;
11, 424 a 7-10; inoltre Platone, Ti. 50 a 5-51 h 2. Sulla pura
potenzialità del nous (429 a 21-4) cfr. anche 429 h 30-1; De an. r 8,
431 h 26-8; inoltre Hamlyn, ad 429 a 18, 136. In 429 a 23 dia-
noeitai e hypolambanei sono probabilmente sinonimi; Seidl (Der Be-
griff, 102) vi scorge invece la contrapposizione del pensiero discor-
sivo a quello intuitivo.
Le analogie tra l'intelletto ed il senso non annullano però le
loro reciproche differenze. In primo luogo, se la 'non mescolanza'
del nous con gli oggetti materiali non lo distingueva dalla aisthesis,
ora Aristotele rileva un altro tipo di 'immistione' che è esclusivo
del nous, ovvero la sua 'non mescolanza' col corpo del soggetto.
Ove questa non ci fosse, l'intelletto assumerebbe qualità corporee
ed inoltre avrebbe un organo come la facoltà sensitiva. Ma ciò va-
nificherebbe la sua potenzialità rispetto a tutti gli intelligibili, e lo
ridurrebbe nelle condizioni dei sensi, ciascuno dei quali (dipenden-
temente dal suo organo sensorio) ha per oggetto unicamente il 'sen-
sibile proprio' (cfr. Verbeke, Comment Aristote, 223). L'intelletto
non ha un organo materiale, ma è potenzialmente il 'luogo delle
forme' ( 429 a 24-9). La frase ouÒÈ J.LEJ.Li:xDaL EUÀoyov tXU't'ÒV 't'~
O"WJ.ltX't'L ( 429 a 24-5) è diretta forse contro il Timeo (cfr. De an.
A 3, 407 b 2; inoltre Cherniss, Plato, 406 n. 333). Per la 'inorga-
nicità' dell'intelletto (429 a 27) cfr. De an. A 4, 408 a 12; 5, 411 h
18. La paternità della teoria dell'anima come 't'01tO~ Etòwv, qui
approvata da Aristotele (429 a 27-9; cfr. anche De an. A 5, 410 a
10-3; B 5, 417 h 23; r 8, 431 b 28-432 a 3), è attribuita da al-
cuni autori a Platone (cfr., ad es., ps. Filopono, 524, 6 sgg.; Rodier,
II, ad 429 a 27, 439; Hicks, ad 429 a 27, 482; Tricot, 175 n. 4;
Nuyens, L'évolution, 287 ), mentre da altri ai Platonici (cfr. Ross,
ad 429 a 27-8, 292; Theiler, ad 429 a 27, 140; Hamlyn, ad 429 a
18, 136; Kramer, Grundfragen, 490). Si è anche pensato alla teoria
delle idee come meri noemata dell'intelletto umano, sostenuta forse
dalla scuola di Eretria (cfr. Taylor, Platone, 555-7) o da Antistene
(cfr. Zeller, II, l, 296 nota), e combattuta da Platone in Prm.
132 b 4 sgg. (cfr. anche Isnardi Parente, Platone, in Zeller-Mon-
dolfo, II, III, 2, 959-60).
Inoltre l'intelletto e il senso divergono nella stessa loro apa-
theia, perché l'apprensione delle forme sensibili non può non coin-
volgere l'organo sensorio, il quale inoltre, essendo materiale, è in-
debolito, se non distrutto, da impulsi eccessivi, mentre il nous, che
è 'separato' dal corpo e non ha un proprio organo, non è distur-
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NOTE A r5 379
NOTE A r 5
1
SoMMARIO. - (l) Si devono distinguere nell'anima umana
due intelletti: quello in potenza, che 'diviene', ossia conosce, tutti
gli intelligibili, ed il poietikon, che li produce tutti; (2) l'intelletto
produttivo: (a) è atto per essenza, e quindi è separabile, impassi-
bile ed immisto a maggior ragione dell'intelletto in potenza;. (b) è
pensiero sempre in atto, mentre il dynatos passa dalla potenza al-
l'atto; (c) è immortale ed eterno, mentre l'intelletto in potenza e
'passivo' è corruttibile.
2
430 a 10-25). Si comincia col distinguere, nell'anima umana,
(
un intelletto che 'diviene' ed un intelletto 'produttivo' ( 430 a 10-7).
Analogamente agli esseri naturali ed agli oggetti fabbricati, per cia-
scuno dei quali esistono una materia ed una causa efficiente spe-
cifiche, anche all'anima appartengono un intelletto 'materiale' (cfr.
Alessandro, De an. 88, 23) e 'potenziale' ed uno efficiente e pro-
duttivo ( 430 a 10-4). In 430 a lO conservo sia W0"1tEP che ~t (cfr.
De an. A 4, 409 a 13), espunti invece da Ross (ad l.; ad 430 a
10-1, 296 ); per l1tEL o' WC17tEp ( 430 a lO) cfr. Pol. H 8, 1328 a 21;
mantiene WO"TCEP e ~t anche Hicks (ad l.; 135; ad 430 a 10; ad
430 a lO-l; ad 430 a 13, 499-500), il quale rileva che la protasi
inizia con l1tEL e l'apodosi con àvciyxT) ( 430 a 13 ), che ad W0"7tEP
corrisponde il xat: di 430 a 13, che tuttavia l7tEL rimane senza il
verbo e quindi la costruzione è in anacoluto. Per la physis (430 a
10) come l'insieme degli esseri soggetti al movimento cfr. Metaph.
A 7, 1072 h 14. Sul principio che il divenire della materia o
potenza richiede una causa efficiente ( 430 a l 0-3) cfr. De an. B 5,
417 a 17-8; Metaph. Z 7, 1032 a 12 sgg.; 8, 1033 a 24 sgg.; H 6,
1045 a 30-3; 1045 h 21-2; a 8, 1049 h 24-7. Sull'esistenza di una
materia per ciascun genere o categoria di enti ( 430 a 10-1) cfr.
Metaph. N 2, 1089 h 27-8; lxEL'VC'L (430 a 11) sono gli enti che
appartengono ad un dato genere o categoria. Per il termine poie-
tikon (430 a 12) cfr. De an. B 5, 417 a 18; 417 h 20; r 2, 426 a
4; Metaph . ..:\ 6, 1071 h 12; 10, 1075 h 31. La psyche (430 a 13)
corrisponde all'anima (umana) intellettiva (cfr. De an. r 4, 429 a
28; 7, 431 a 14). È specialmente in base allo hyparchein (430 a 13)
che alcuni interpreti hanno considerato entrambi gli intelletti come
facoltà dell'anima umana; cfr., ad es., Tommaso (III, 10, no 736,
174), Brentano (Die Psychologie, 168), De Corte (La doctrine, 66),
Ross ( 45) e Seidl (Der Begriff, 117).
La formula ~@ 1ta'V'tC1 "(L'VEo-Dat. ( 430 a 14-5) si applica all'in-
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380 NOTE A r5
telletto in potenza che, attualizzandosi, 'diviene', ossia conosce, di
volta in volta tutti gli intelligibili in atto (cfr. De an. B 5, 417 a
31-2; 417 h 5; r 4, 429 a 18; 2~; 429 h 5-9; 30; 8, 431 b 21 sgg.).
L'intelletto che produce tutti gli intelligibili costituisce una hexis
paragonabile a quella della luce ( 430 a 15). Come la luce 'in certo
modo', ossia in quanto 'atto' e 'stato' del trasparente (cfr. De an~
B 7, 418 b 9-10; 18-20; ~ 19 a 11 ), rende visibili in atto i colori
degli oggetti, cosi l'intelletto produttivo, in quanto stabile ed abi-
tuale disposizione (cfr. Ca t. 8, 8 b 26 sgg.) operati\?a (cfr. Tren-
delenburg, ad 430 a 15, 401: « lç~.~ O"'tEpi)aEL privationi apposita
[cfr. De an. B 5, 417 b 15-6] id habet, ut potius det, quam ac-
cipiat »; Giacon, Le grandi tesi, 25-6), trasforma gli intelligibili in
potenza in intelligibili in atto ( 4 30 a 16-7 ), astraendo le forme
intelligibili dalle immagini sensibili e quindi producendo gli uni-
versali (cfr. De an. r 7, 431 a 16-7; 431 h 2; lvletaph ....A.. l per
totum; APo. B 19 per totum; inoltre Alessandro, De an. 84,
6 sgg.). La metafora della luce è probabilmente ispirata a Platone,
R. VI, 508 a 5 sgg., dove l'idea del bene, come causa dell'essere
e della conoscenza, è paragonata al sole (cfr. anche Tarrant, Greele
Metaphors, 183 sgg.; Sprague, A Parallel, 250-1); Di.iring (Aristo-
teles, 582) cita anche Platone, Ep. VII, 341 c 6-d 2.
Aristotele descrive quindi le caratteristiche e la natura dell'in-
telletto produttivo, e ne afferma l'immortalità ed eternità ( 430 a
17-25). A questo intelletto appartengono anzitutto gli attributi della
separatezza, inalterabilità e 'non mescolanza', che sono le medesime
caratteristiche dell'intelletto in potenza, e che il poieti,~on possiede
a fortiori, data la sua attualità essenziale (430 a 17-9). La clausola
'tfi oualq, W'J l'JÉpyELt:l ( 430 a 18; è attestata anche la variante
fvEpyElq.) asserisce che l'intelletto produttivo è attualità pura e con-
seguentemente principio di attualizzazione della conoscenza intel-
lettiva (cfr. Verbeke, Comment Aristote, 227); in Jietaph. A 6,
1071 b 19-20 l'attualità per essenza è attribuita al primo !vlotore
immobile (cfr. anche Metaph. A 6, 1072 a 5-6; 7, 1072 a 25-6;
1072 b 26-8; 9, 1074 b 18-21). Per il primato della causa effi-
ciente su quella materiale (430 a 18-9) cfr. GA B l~ 732 a 3-9;
inoltre Platone, Phd. 79 e 7 sgg.; Phlb. 27 a 8 sgg.; 53 d 6-7;
Ti. 34 b 10 sgg.
Il passo 'tÒ o'au'to ... ouoÈ xpo'J~ (430 a 19-21) con1pare anche
in De an. r 7, 431 a 1-3. Esso è stato eliminato dal nostro capi-
tolo da Kampe (Die Erkenntnisstheorie, 282 n. 1), Theiler (59;
143), Hamlyn ( 60 e n. l; ad 430 a 18, 141 ), Diiring ( ~4;istoteles,
581 n. 123) e Ross (44; ad l.; ad 430 a 19-22, 296), il quale ate-
tizza anche la frase immediatamente seguente: à.ÀJ~.' o.,jx ~'t'È (J.Èv 'JOEL
C'tÈ o' ou 'JOEL ( 430 a 22); convincenti ragioni per il mantenimento,
di 430 a 19-22 in Seidl (Der Begrif!, 120 sgg.) e Lefè,·re (Sur !'ét'o-
lution, 27 3 n. 7 4 ). Il significato del passo è sufficientemente chiaro.
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NOTE A r5 381
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382 NOTE A r5
sivo' è bensilegato alle affezioni sensibili (e quindi può conservarne
le tracce), ma, per ciò stesso, è mortale come il composto ( 430 a
23-5 ). In definitiva la nostra identità personale termina con la
morte, mentre sopravvive l'intelletto produttivo, unico per tutti gli
uomini (cfr. anche Diiring, Aristoteles, 582-3; Berti, Aristote, 106-7).
L'unicità del poietikon, prima e dopo la sua moltiplicazione negli
individui umani, dipende, come aveva già osservato Temistio (103,
26-30), dalla mancanza di qualunque suo rapporto con la materia.
L'espressione pathetikos nous ( 430 a 24-5) si spiega col fatto che
l'intelletto in potenza 'patisce', ossia riceve gli intelligibili prodotti
dal poietikon (cfr. De an. r 4, 429 a 13 sgg.; inoltre Teofrasto,
fr. t• Barbotin [ = Temistio, 107, 31 sgg.]; Simplicio, 222, 39 sgg.;
247, 27 sgg.; Diiring, Aristoteles, 581). La corruttibilità dell'intel-
letto 'passivo' è dovuta alla sua dipendenza dalle immagini sensibili
(cfr. De an. r 7, 431 a 16-7; 431 h 2), e quindi (indirettamente)
dal corpo. Si è anche tentato di distinguere l'intelletto 'passivo'
(assimilato all'immaginazione ed alla 'cogitativa') dall'intelletto in
potenza; cosi, ad es., Temistio (105, 22 sgg.; 107, 4 sgg.; 108,
28 sgg.), Filopono (42, 26-9 De Corte = 61, 71-4 Verbeke), Averroè
(III, no 20, 449, 160 sgg.) e Tommaso (III, 10, no 745, 175-6);
sed contra, a ragione, Mager (Der nous pathetikos, 265 sgg.), \Ter-
beke (Comment Aristote, 217-21) e Bames (Aristotle's Concept,
111 n. 9).
Interpreto l'ultima clausola del capitolo: xat li-vEu -tou-tou oùitÈ-v
-voEt (430 a 25) con Rodier (l, 183 ), Tricot ( 183; 184 n. 3 ), Smith
(ad l.), Hett (171), Ross (48; 295) e Diiring (Aristoteles, 582):
« senza l'intelletto produttivo nessun pensiero (umano) è possibile »
(cfr. De an. r 4, 429 a 13). Queste le altre esegesi proposte (cfr.
Ross, Aristotle, 152; tr. it., 158): «senza l'intelletto attivo l'intel-
letto passivo non pensa nulla» (cosi Rodier, II, ad 430 a 25, 466;
Hicks, ad 430 a 25, 509-10; Hamlyn, 60; ad 430 a 18, 141 ); «senza
l'intelletto passivo l'intelletto attivo non pensa nulla » (cosi Sim-
plicio, 248, 5-6; Zabarella, 907 F; Seidl, Der Begrif!J 123); « senza
l'intelletto passivo non c'è nulla che pensa » (cosi Gigon, 333;
Siwek, 207; 335 n. 681).
Sulla storia delle interpretazioni greche e medievali dell'intel-
letto 'agente' e di quello 'possibile' cfr. Hamelin, La théorie, 29 sgg.;
Kurfess, Zur Geschichte, 5-47 ( 47 sgg.: interpreti moderni); Wilpert,
Die Ausgestaltung, 447 sgg.; Grabmann, Interpretazioni, 16 sgg.;
Nardi, in Tommaso, Trattato, 18 sgg.; Soleri, Il nous, 281 sgg. In
particolare su Teofrasto, che afferma insieme l'immanenza e la tra-
scendenza dell'intelletto produttivo (cfr. Teofrasto, fr. 12 Barbotin =
Temistio, 108, 18 sgg.: tvu1tcipxw-v e ayÉ'VT)'"tO~-acpitap.oro~), cfr. Bar-
botin, La théorie, 201 sgg.; Movia, Anima, 61 sgg. Su Alessandro,
che identifica il poietikon con l'intelletto divino di Metaph. A (De
an. 89, 11-21; De an. m an t. 110, 13-27, ecc.), cfr. Moraux, Ale-
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NOTE A r 6 383
NOTE A r 6
1
SoMMARIO. - (l) Due operazioni dell'intelletto: (a) l'intelle-
zione degli 'indivisibili' (ossia di singole nozioni corrispondenti, ad
es., ad enti matematici, come 'diagonale' e 'incommensurabile', o
ad enti fisici, come 'Cleone' e 'bianco'), che, come puro coglimento
di essi, è sempre vera; (b) la loro unione in un giudizio, che può
essere vero o falso; (2) gli indivisibili secondo la quantità (ovvero
gli enti matematici, come la lunghezza) e quelli secondo la specie
(ovvero qualunque tipo di universale, come 'uomo' o 'triangolo'):
(a) sono colti istantaneamente; (h) sono divisibili rispettivamente
in parti ed in individui; (c) vengono considerati dall'intelletto in
quanto indivisibili, e sono tali e possiedono un'unità in virtù della
loro forma immanente; (3) gli indivisibili come i limiti (ad es. il
punto) e le privazioni ('male' o 'nero'): (a) sono conosciuti per
mezzo dei loro contrari; (b) il soggetto che conosce un contrario
è in potenza rispetto all'altro; ( 4) gli indivisibili (o universali) che
non hanno contrario: l'intelletto non è nemmeno potenzialmente
il loro contrario; (5) ancora sulle due operazioni dell'intelletto:
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384 NOTE A r 6
(a) la predicazione può essere vera o falsa; (h) l 'in tellezione delle
essenze (sostanziali o accidentali) è sempre vera.
2
( 4 30
a 26-b 6). Si distinguono due operazioni dell'intelletto:
da un lato l'intellezione degli 'indi visibili', cioè dei singoli concetti
o termini, la quale è immune da errore, ossia è sempre vera, avendo
come sua alternativa non già il falso, ma unicamente l'ignoranza;
e, dall'altro, l'unione di tali nozioni in una proposizione o giudizio,
il quale può essere vero o falso secondo che corrisponda o no ad
una connessione che si verifica nella realtà ( 4 30 a 26-31; cfr. anche
De a11. r 8, 432 a 11-2; 10, 433 a 26; Cat. 4, 2 a 4-10; Int. l,
16 a 9-18; 1\fetaph. r 7, 1012 a 2-5; E 4, 1027 h 18-23; 8 10,
1051 h l sgg.; inoltre Berti, The Intellection, 142-3). La citazione
di Empedocle (430 a 29) si legge (con una lieve modifica) in DK 31
B 57 (l, 333, 9); cfr. anche GA A 18, 722 h 19-21; Cael. r 2,
300 h 29-31; DK 31 B 20 (1, 318, 19-20); inoltre Cherniss, Pres.,
341. Per l'esempio di 'incommensurabile' e di 'diagonale' ( 430 a 31)
- singoli concetti geometrici che vengono poi congiunti nella pro-
posizione 'la diagonale è incommensurabile' (col lato del quadrato)-
cfr. APr. A 23, 41 a 26; Pb. à 12, 221 h 24-5; Metaph. A 2,
983 a 15-7; 19-21; à 29, 1024 h 17-21; e 10, 1051 h 20-1; EN
r 3, 1112 a 21-3; inoltre Euclide, X, 117 (app. 27 Heiberg).
Lo Stagirita aggiunge poi che il giudizio include anche la conno-
tazione temporale del fatto che esso esprime ( 430 a 31-b l; cfr.
anche I n t. 3, 16 h 6-18: in una proposizione la determinazione
temporale è espressa dal verbo, al presente o al passato o al fu-
turo; 10, 19 h 10-9; inoltre Hintikka, Tùne, 69-70; 80-1; sul tempo
in Aristotele cfr. Courtes, Philosophie, passim; Conen, Die Zeit-
theorie, passi11z; von Leyden, Time, 35 sgg.; Moreau, L'espace,
89 sgg.; Dubois, Le temps, passim; Ruggiu, Tempo, passim; Hin-
tikka, Time, 27 sgg.). Come fa notare Ross (ad 430 a 31-b l, 301),
dopo 6:v ... tcroiJ.ÉVW'V ( 430 a 31-b l) si deve sottintendere i) 'JOT)C1L~
(cfr. 430 a 26) oppure i) C1V'JDEC1L~ (cfr. 430 a 27). In 430 h l con-
servo il testo dei mss.: 'tÒ'V xp6vov 7tpOC1E'V'VOW'V xCLt C1U'J'tLDEL~;
Ross (ad l.; ad 4 30 a 31-b l, 30 l ) legge invece: 'tÒ'V xp6vov 7tpo-
C1E'V'VOW'J C1UV'tLitT}O'"L.
Il falso può aver luogo soltanto qualora vi sia una connessione
predicativa di termini, connessione presente anche in una propo-
sizione erronea e contraddittoria, come quando ad un ente che è
bianco, ad es. Cleone (cfr. 430 h 5), si attribuisce falsamente il
predicato 'non bianco' (430 h 1-3; cfr. anche Metaph. r 7, 1011 h
26-7; 1012 a 4-5; e 10, 1051 h l sgg.; inoltre Platone, Spb. 240 d
6 sgg.; Cra. 385 h 2 sgg.). Tutti i giudizi si possono chiamare non
soltanto 'composizioni', ma anche 'divisioni' ( 430 h 3-4), giacché
in ogni giudizio o proposizione il soggetto è sempre distinto dal
predicato (cfr. anche Hamlyn, ad 430 a 26, 143). Comunque si
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NOTE A r 6 385
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386 NOTE A r 6
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NOTE A r 6 387
Filopono, 84,60 sgg. \Terbeke; Tommaso, III, 11, n° 758, 180, ecc.;
Hicks, ad 430 h 24, 523; Theiler, ad 430 h 23, 146; Si"~ek, 338
n. 701; Hamlyn, ad 430 h 20, 144-5). Di qui, specialmente sulla
base di Metaph. 8 10, 1051 h 26 sgg., si è pensato che lo Stagi-
rita ammetta una conoscenza immediata e diretta dei Motori im-
mobili, e che quindi ricada nell'intuizionismo platonico (cfr. Filo-
pono, 84, 60 sgg. Verbeke; Sch,vegler, in 1-J.etaph., IV, 187; Jaeger,
Aristotele, 274-5; Q,vens, The Doctrine, 413-4; Merlan, Fro1n Pla-
tonism, 186-7; Aubenque, Le problème, 3i4-5). Berti (Tbe Intel-
lection, 146), che giustamente rifiuta l'idea che in Aristotele sia
ammessa l'intuizione diretta ed immediata delle sostanze separate
come pure degli indivisibili (ossia degli universali e delle essenze,
sia delle sostanze che degli accidenti) e che, in particolare, mostra
come questi ultimi, per lo Stagirita, non possono essere colti dal-
l'intelletto che attraverso la mediazione (anche temporale) dell' espe-
rienza sensibile (cfr. De an. r 7, 431 a 16-7; 8, 432 a 7-9; APo.
B 19 per totum; lvletaph. A l, 981 a 5-7; E l, 1025 h 3 sgg.),
cosl traduce il nostro passaggio: « ma se a qualcosa nulla è contrario,
il soggetto stesso conosce l'oggetto stesso ed è in atto [rispetto ad
esso] e separato [cioè non è altro, nemmeno in potenza] » (questa
versione, che sembra leggere av'tÒ aù't6 e che segue lo l'Jepyef.q,
dei mss., è stata adottata nella nostra traduzione). Il significato del
passo viene quindi ad essere il seguente: nel caso di un universale
che (diversamente da quelli considerati in 430 h 20 sgg.) non ha
contrario (cfr. Cat. 5, 3 h 24-32; Ph. A 6, 189 a 29; !vfetaph. N l,
1087 h 2-3 ), il soggetto che lo conosce in atto non è nemmeno po-
tenzialmente il suo contrario.
Viene infine ripresa la distinzione tra le due operazioni del-
l'intelletto già tematizzata in 4 30 a 26 sgg. Il vero e il falso sono
di pertinenza delle enunciazioni o predicazioni, dove un termine
(un 'indivisibile') viene predicato di un altro, allo stesso modo
che il senziente può essere nel vero o nel falso quando attribuisce
una data qualità sensibile ad un oggetto. Al contrario, l'intelle-
zione delle essenze (o 'indivisibili', o 'universali') immateriali ( 430 h
30: 8aa a'JE\J vÀT)~; cfr. anche De an. r 4, 430 a 3-9; 1'J.etaph. A
9, 1075 a 3-5)- sia sostanziali che accidentali (cfr. Top. A 9, 103 h
27-39) - degli enti materiali è infallibile (cfr. De an. r 3, 428 a
16-8; Metaph. 8 10, 1051 h 25-6), com'è sempre vera (cfr. De
an. B 6, 418 a 12; r 3, 427 h 12; 428 h 18-9) la percezione dei
sensibili propri ( 430 h 26-30). Per cpaaL~ e a1t6cpaO'"L~ ( 430 h 26;
27) cfr. De an. r 7, 431 a 9; 16; Int. 12, 21 h 21-2; Metaph.
r 4, 1008 a 34-b l; 7, 1012 a 4; inoltre Platone, Sph. 263 e 12.
Per l'espressione "t'L xa'ta 'tL'JO~ ( 430 h 26; 28) cfr. De an. A 4,
408 a 2; APr. A 36, 48 h 20; inoltre Tugendhat, Tì katà, passim.
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NOTE A r 7
1
SoM~IARIO. -A) Conoscenza attuale e conoscenza potenziale:
(l) il pensiero in potenza si attualizza in virtù di un pensiero già
in atto; (2) la facoltà sensitiva viene attualizzata e perfezionata dal
sensibile in atto. B) Ruolo della percezione e del pensiero in rap-
porto ali' azione: ( l) il desiderio e la ripulsa corrispondono all' af-
fermazione e alla negazione; ( 2) il piacere e il dolore sono funzioni
della facoltà sensitiva; (3) l'appetizione e la repulsione sono aspetti
di un'unica facoltà, la orexis, la quale si distingue dallo aisthetikon
solo per la funzione; ( 4) le immagini sono indispensabili al pen-
siero e all'attività pratica; (5) l'unica facoltà sensitiva si specifica
nei diversi sensi. C) La discriminazione percettiva: (l) la discri-
minazione tra due sensibili di genere diverso è resa possibile dal-
l'unità e collaborazione dei due sensi corrispettivi; ( 2) i sensibili
dello stesso genere o di genere diverso trovano la loro unità nell'og-
getto stesso. D) Ancora sull'importanza della percezione e del pen-
siero (come pure dell'immaginazione) per l'azione pratica: (l) al-
cune azioni vengono compiute in presenza di sensazioni; (2) altre
vengono programmate dall'intelletto sulla base delle sole immagini
o idee; ( 3) il vero e il falso hanno un valore assoluto, mentre il
bene e il male sono relativi alla persona. E) Ancora sulla cono-
scenza intellettiva: (l) gli enti matematici come astrazioni dell'intel-
letto; (2) possibilità della conoscenza degli enti separati.
2
a 1-20). Si riprende un discorso già svolto in De an.
( 4 31
r 5, 430 a 19-21: identità di pensiero in atto ed oggetto pensato
in atto, priorità cronologica (nel singolo individuo) del pensiero
potenziale rispetto a quello attuale, priorità anche cronologica (da
un punto di vista generale) del pensiero in atto rispetto a quello
in potenza, sulla base del principio che tutto ciò che diviene, di-
viene da un ente in atto (431 a 1-4; cfr. anche De an. B l, 412 a
26-7; 5, 417 a 17-8; Metaph. Z 9, 1034 h 16-8; 9 8 per totum;
A 2, 1069 h 15-20; 31-2; 6, 1071 h 12 sgg.; 7, 1072 b 35-1073 a
3; GA B l, 734 a 29-32). Dal piano della episteme Io Stagirita
passa a quello della aisthesis. L'ente in atto che attualizza lo aisthe-
tikon è l'oggetto sensibile. Di conseguenza la percezione non è una
forma di passività o un'alterazione fisica, e neppure un movimento
(se per movimento s'intende l'atto di ciò che è imperfetto, ossia
il processo verso un fine), ma è l'attività del senso, ossia la sua
attualizzazione e perfezionamento ad opera del sensibile ( 4 31 a 4-7;
cfr. De an. B 5, 417 a 16; 417 h 2-21; 418 a 3-6; r 2, 425 h 28-
31; Metaph. r 5, 1010 h 35-1011 a 2; 9 6, 1048 h 18-35; 8,
1050 a 23-b 2; EN K 4 per totum).
Aristotele viene ora a trattare del ruolo della percezione e del
pensiero in rapporto all'azione ed al comportamento (431 a 8-17).
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NOTE A r7 389
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390 NOTE A r 7
3
(431 a 20-b 1). Aristotele ritorna sul tema della percezione
dei sensibili diversi nel genere (cfr. 431 a 20) o nella specie (dr.
431 a 25). Per ~L'JL (431 a 20) cfr. De an. r 2, 426 b 14; per
epikrbtei (431 a 20) cfr. Insomn. 3, 461 h 6; 25; proteron (431 a
21) rimanda a De an. r 2, 426 h 8-427 a 14; cfr. anche De an.
r l, 425 a 23; 31. Si comincia con l'affermare che la percezione
della differenza tra due sensibili di genere diverso è un atto in cui
si realizza la collaborazione e l'unità dei due sensi corrispondenti
(dr. anche Hamlyn, ad 431 a 20, 146-7), atto che, nella sua du-
plice relazione, è paragonabile al limite, ad es. al punto, che sulla
retta assolve due funzioni, in quanto termine di un segmento ed
inizio di un altro (cfr. De an. r 2, 427 a 9 sgg.); tra queste due
=
qualità sensibili ( 4 31 a 22: "t"tx.U"t"tx. il dolce e il caldo) vige lo
stesso rapporto che vale per le al tre due ( 4 31 a 23 : lxEt'Ja. = l'amaro
e il freddo), ossia costituiscono un'unità analogica (il dolce sta al-
l'amaro come il ca~do sta al freddo, e quindi il dolce e il caldo sono
la stessa cosa per analogia, ossia per funzione e valore) e numerica
(perché, ad es., il dolce e il caldo sono determinazioni di un me-
desimo oggetto) (431 a 21-4; dr. anche Ross, ad 431 a 20-b l,
305-6). Per EO""t"L yàp l'J "t"L ( 431 a 21-2) cfr. De an. r 2, 426 h
18-9; sull'unità per analogia cfr. Metaph. ~ 6, 1016 h 34-5; N 6,
1093 h 17-21; sull'unità (accidentale) numerica cfr. Metaph. A 6,
1015 h 16-36 ('musica' e 'giusto' sono uno per accidente in quanto
ineriscono alla medesima sostanza, ad es. a Corisco).
Si aggiunge che non fa molta differenza se la discriminazione
percettiva riguarda sensibili di genere diverso, oppure quelli dello
stesso genere, ma reciprocamente opposti ( 431 a 24-5; per questa
distinzione cfr. anche De an. r 2, 426 h 8 sgg.; Sens. 7, 447 h
26 sgg.), e ciò perché in entrambi i casi i sensibili hanno una base
unitaria nell'oggetto stesso. In effetti, se A (bianco) : B (nero) = C
(dolce) : D (amaro), e se, convertendo, A : C = B : D, allora CD
ed AB (conservo in 431 a 27-8 la lezione dei mss. r~ e AB, che
Ross [ad l.; 302; ad 431 a 20-b l, 305], richiamandosi a ps. Fi-
lopono [561, 17], muta in rA e ~B), che possono appartenere
ad un unico oggetto, formano un'unità numerica (cfr. 431 a 22-3),
benché la loro essenza sia diversa (cfr. Hamlyn, ad 431 a 20, 147),
e la stessa cosa vale anche per CA e D B ( 4 31 a 29: xti.xEL'JCl ~IJ,olw~)
(431 a 25-9). Sulla conversione delle proporzioni (431 a 27) dr.
APo. A;, 74 a 18; B 17, 99 a 8-15; EN E 3, 1131 h 5-7.
4
431 h 2-19). Aristotele riprende anzitutto il tema - già af-
(
frontato in 431 a 8-17 - dell'importanza del pensiero (come
pure dell'immaginazione e della sensibilità) per l'attività pratica
(431 h 2-12). La facoltà intellettiva è mossa all'azione (o, meglio,
induce il soggetto all'azione), ossia a perseguire o ad evitare gli
oggetti, anche senza la presenza di sensazioni, vale a dire sulla
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NOTE A r7 391
base delle sole immagini degli oggetti, nelle quali coglie le forme
intelligibili degli oggetti stessi, e quindi anche ciò che li costituisce
come un bene o un male per il soggetto (431 h 2-5). Si prosegue
con un esempio che illustra il passaggio all'azione in base alla per-
cezione: si vede una fiaccola accesa e in movimento, si sa che
questo è il segnale dell'avvicinarsi dei nemici (431 b 5-6; cfr. Tu-
cidide, II, 94 e scollo ad l.; III, 22; 80; VIII, 102), e quindi l'in-
telletto induce alle operazioni conseguenti. In 431 h 5 espungo con
Bywater (Aristotelia, III, 61), Hicks (ad l.; 143; ad 431 h 5-6;
ad 431 h 5, 538-9), Hamlyn (64 e n. 2; ad 431 h 2, 148) e Lau-
renti ( 187 e n. 648) ~n xow.vfi (se. tLtaihiaEt.), mantenuto da Ross
(ad l.; 302; ad 431 h 5-6, 306-7). Lo Stagirita tratta poi delle
azioni programmate dall'intelletto con l'ausilio delle sole immagini
o idee presenti nell'anima. Servendosi di queste immagini o idee
l'intelletto delibera circa il futuro (ponendolo in relazione con la
situazione presente), come se lo avesse davanti agli occhi; come
nel caso della sensazione ( 431 h 9: ixEt) si 'dice' che qualcosa è
piacevole o doloroso, cosi in quello del pensiero ( 431 h 9: iv't'a.ODa.)
si dice che l'oggetto va perseguito od evitato ( 431 h 6-9; cfr. anche
Hicks, 143; Smith, ad l.; Hamlyn, 64; ad 431 h 2, 148). Per
loghizetai kai bouleuetai (431 h 7-8) dr. EN Z l, 1139 a 12-3;
inoltre Platone, Tht. 186 a 11-b l; per tà mellonta pros tà pa-
ronta (431 h 8) cfr. anche De an. r 10, 433 h 8; Platone, Prt.
356 a 5 sgg. In 431 h 10 conservo iv 1tpci.~Et. (dr. Metaph. M 3,
1078 a 32) emendato in ~v 1tpci.~E(, da Ross (ad l.; 302; ad 431 h
10, 307). Aristotele aggiunge un'osservazione ( 431 h 10-2) cosl
parafrasata da Torstrik (205): « verum et bonum in eadem 0"\JO"'t'Of.X~~
[ovvero nella serie positiva dei contrari; cfr. Metaph. r 2, 1004 h
27; A 7, 1072 a 31] continentur, itetn falsum et malum: differunt
ita ut bonum semper referatur ad aliquem vel ad aliquid cui bo-
num est, verum non item ». Tò avEu 1tpa~Elù~ (431 h 10) sono la
verità e la falsità puramente teoretiche, a differenza del bene e del
male che riguardano le azioni pratiche (cfr. De an. r 10, 433 a 14;
EN Z 2, 1139 a 27-31). Sullo tiya.1l6v 't(,Vf. (cfr. 431 h 12) come
distinto dal bene a1tÀw~ cfr. EN r 4, 1113 a 22-b 2; EE r l,
1228 b 18-26; Metaph. Z 3, 1029 h 5-8; inoltre Allan, The
Fine, 63-4.
Lo Stagirita ribadisce quindi la sua dottrina sulla natura astratta
degli enti matematici (431 h 12-7; adotto il testo di Ross [De an.,
ad l.], fatto proprio anche da Hamlyn [64 e note 4-.5], senza però
l'aggiunta nella r. 16 di 8v'ta. dopo où XEXWPt.Ql.LÉva. né di ii dopo
voi)): tà en aphairesei legomena, e in particolare le entità mate-
matiche (ad es. il 'concavo'), che non esistono separatamente dalle
sostanze materiali (ad es. dal 'camuso'), vengono separate ed astratte
da queste con il pensiero (cfr. anche De an. A l, 403 a 12-6;
403 h 15; r 4, 429 h 14; 18-9; 8, 432 a 5-6}. Il capitolo si
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392 NOTE A r 8
NOTE A r 8
1
SoMMARIO. - A) Le facoltà conoscitive e i loro oggetti:
{l) l'anima in certo modo, ossia in potenza, s'identifica con tutti
gli enti, e precisamente l'intelletto con gli intelligibili e il senso
con i sensibili; (2) la conoscenza (intellettiva e sensitiva) è in po-
tenza o in atto allo stesso modo degli oggetti corrispondenti; (3) le
facoltà conoscitive non s'identificano con gli oggetti in se stessi,
ma con le loro forme: l'intelletto apprende le forme intelligibili
e il senso quelle sensibili. B) Sensibilità, immaginazione e pen-
siero: (l) ogni tipo di intelligibile si trova nel sensibile; (2) gli
intelligibili vengono colti dall'intelletto sulla base delle sensazioni
e delle immagini; (3) le immagini si distinguono sia dai concetti
singoli come dal giudizio.
2
(431 b 20-432 a 14). Riassumendo quanto è venuto dicendo
fin qui sulle facoltà conoscitive, Aristotele afferma (431 b 20-4)
che l'anima, in certo modo, ossia in potenza (cfr. 431 h 27; cfr. anche
De an. B 5, 417 h 23; inoltre Ross, 49; Seidl, Der Begrif}, 55),
s'identifica con tutti gli esseri, e, più precisamente, che l'intelletto
s'identifica con gli intelligibili {dr. De an. r 4, 429 a 16 sgg.; 430 a
3-9; 5, 430 a 14-5; 19-20; 7, 431 a 1-2; 431 b 17) e il senso con
i sensibili {cfr. De an. r 2, 425 b 26-426 a 26). Per l'espressione
cruyuq»ctÀctt.WO"ctv-rE~ ( 431 b 20) cfr. Pol. Z 8, 1322 b 30-1; SEt
~1)-rEtv (431 b 24) rimanda al séguito del discorso (431 h 24 sgg.).
Si continua asserendo come la distinzione tra conoscenza {intellet-
tiva e sensitiva) in potenza e in atto corrisponde alla distinzione
tra oggetto conosciuto {intelligibile e sensibile) in potenza e in
atto {431 h 24-8; cfr. anche De an. B 5, 417 a 12-4; 417 b 17 sgg.;
r 4, 429 b 5-9; Metaph. M 10, 1087 a 15-21). Per tò epistemo-
nikon (431 b 27) cfr. EN Z l, 1139 a 12 {inoltre Dirlmeier, in
EN, 444: « Neubildung von Ar. »). In 431 b 27 leggo 'tctO-rct (dr.
De an. B 4, 416 a 28-9); Biehl-Apelt (ad l.) e Ross (ad l.) hanno
'tctV'tti. Se le facoltà conoscitive sono identiche in potenza ai loro
oggetti, la loro attualizzazione non comporta l'assunzione degli og-
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NOTE A r 8 393
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394 NOTE A r9
NOTE A r 9
1
SoMMARIO. - A) La facoltà locomotoria: (l) s'identifica con
l'anima od è una sua parte o facoltà? (2) se è una sua parte: (a) è
separabile dalle altre spazialmente o concettualmente? (b) è una
nuova facoltà o è una di quelle già riconosciute? B) Le parti o
facoltà dell'anima: la tripartizione e la bipartizione dell'anima adot-
tate da Platone e dai Platonici sono insufficienti: (l) perché omet-
tono le facoltà nutritiva, sensitiva e immaginativa; (2) perché fra-
zionano la orexis nelle singole parti dell'anima. C) La facoltà lo-
comotoria: (l) non è all'origine né dei mutamenti vegetativi come
la crescita e la decrescita, né dei fenomeni fisiologici come la re-
spirazione e il sonno; (2) non è identica: (a) né alla facoltà vegeta-
riva; (b) né a quella sensitiva; (c) né all'intelletto teoretico o pra-
tico; (d) né alla tendenza e al desiderio.
2
( 432 a 15-22). In questo passo Aristotele, avendo concluso
lo studio delle due facoltà 'discriminatrici' o conoscitive, vale a dire
il senso e l'intelletto (cfr. De an. B 5-r 8), dà inizio alla ricerca sul
principio che produce il movimento locale dell'animale (De an.
r 9-11; cfr. anche De an. r 3, 427 a 18). A proposito di tale
principio si deve determinare se coincida con l'intera anima, op-
pure soltanto con una sua 'parte' o facoltà. Nel caso in cui sia una
parte, bisogna esaminare anzitutto se sia separata dalle altre (in
senso platonico) localmente, oppure sia distinta da esse solo per la
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sua funzione; e inoltre se costituisca una nuova facoltà, oppure coin-
cida con una di quelle comunemente riconosciute (ad es. nella ri-
partizione platonica; cfr. 432 a 24 sgg.), o con una di quelle am-
messe dallo stesso Stagirita (cfr. anche Introduzione, 51). Ven-
gono qui in questione le due dynameis che già la tradizione consi-
derava specifiche dell'animale (432 a 15-7; cfr. anche De an. A 2,
403 h 25-8; r 3, 427 a 17-21), giacché i vegetali sono incapaci di
conoscenza e di moto locale (cfr. De an. A 5, 410 h 23; 411 h 28-30).
D'altro lato non tutti gli animali sono forniti della facoltà locomo-
toria, poiché esistono anche animali stazionari (cfr. 432 h 19-21;
De an. A 5, 410 h 19-20). Sulle facoltà di discernimento (432 a 16)
cfr. De an. r 3, 427 a 20; 428 a 3; Insomn. 2, 460 h 17; 461 h 6;
MA 6, 700 h 19-22. Sulla facoltà motrice ( 432 a 17) cfr. De an.
A 5, 410 h 17-21; 411 a 29-30; 411 h 2; 22; B 2, 413 a 23-4;
413 h 13; 22; B 3, 414 a 32; 414 h 16-7; 415 a 6-7; 4, 415 h 21-3;
PA A l, 641 h 7-8; MA 6 sgg.; per le alternative proposte a ri-
guardo di questo principio ( 432 a 19-22) dr. anche De an. A 5,
411 a 30-b 3; B 2, 413 h 13-5; r 4, 429 a 10-2; EN A 13, 1102 a
28-31.
3
( 432 a 22-b 7). Prima di affrontare nei dettagli la problema-
tica concernente la facoltà locomotoria, Aristotele, a mo' di di-
sgressione, si occupa della questione delle parti o facoltà dell'anima,
soffermandosi specialmente sul problema della loro suddivisione: la
sua attenzione si sposta sùbito dal piano del 7tW~ a quello del
1tOCTtX ( 432 a 22-3). Sull'alternativa tra 'parti' psichiche separate
{in senso platonico) localmente l'una dall'altra e 'facoltà' distinte
soltanto per l'essenza e la funzione cfr. 432 a 19-20; De an. A l,
402 h l; B 2, 413 h 14-5; 29; 4, 416 a 19-21; r 4, 429 a 10-2;
inoltre Resp. l, 467 h 17-8.
Lo Stagirita è persuaso che l'articolazione delle facoltà psichiche
sia ben più complessa di quella che risulta e dalla tripartizione
(platonica) e dalla bipartizione (platonica ed accademica) dell'anima
( 432 a 24-6). Per la psicologia tripartita cfr. Platone, R. IV, 435 b
9 sgg.; Phdr. 246 a 3 sgg.; 253 c 7 sgg.; Ti. 69 c 5 sgg.; 89 e
4 sgg.; inoltre Top. à 5, 126 a 6-13; per quella bipartita cfr. Pla-
tone, R. X, 608 d 3 sgg.; Ti. 65 a 5; 69 c 5 sgg.; 72 d 5 sgg.;
Lg. IX, 863 h l sgg.; inoltre Eudemo (fr. 6 Ross); Protr. (fr. 6
Ross; 60 Diiring); EN A 13, 1102 a 26-8; Z l, 1139 a 3-5; Pol.
A 5, 1254 h 5-9; H 14, 1333 a 16-8; 15, 1334 h 17-22; MM A l,
1182 a 23-5; sull'intero problema cfr. Gigon, 253; Rees, Biparti-
tion, 112 sgg. e Theories, 194 sgg.; Dirlmeier, in MM, 163-5;
Isnardi Parente, Platone, in Zeller-MondoHo, Il, III, l, 418 sgg.
Per lo ~UIJ.LXov ( 432 a 25) cfr. MM A 4, 1185 a 21; per lo l1tt.Dup:n-
~Lx6v ( 432 a 25) cfr. De an. A 3, 407 a 5; EN A 13, 1102 h 30.
Alla dottrina tripartita Aristotele obietta che essa trascura di-
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396 NOTE A r 9
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398 NOTE A r 10
NOTE A r 10
1
SoMMARIO. - A) La causa della locomozione degli animali:
(l) è la tendenza o l'intelletto, o, meglio, principi del movimento
sono entrambi: la tendenza e l'intelletto (pratico); (2) l'oggetto
della orexis è il punto di partenza dell'intelletto pratico; e l'ultimo
termine cui questo perviene col suo ragionamento, è il punto di
partenza dell'azione; (3) anche l'immaginazione non muove il sog-
getto all'azione senza la orexis; (4) la facoltà appetitiva è la causa
principale e, in questo senso, unica della locomozione, giacché il
desiderio muove senza l'intelletto pratico, ma questo non senza
la volontà; (5) l'intelletto pratico è sempre retto, perché ha il suo
'motore' nell'orekton che coincide col vero bene (conseguibile con
l'azione); invece la tendenza e l'immaginazione possono essere anche
non rette, qualora siano mosse da un bene apparente; ( 6) la fa-'
coltà locomotoria è dunque la tendenza. B) La tripartizione plato-
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402 NOTE A r 10
4
( 4 3 3 h 13-30). Aristotele riassume il suo punto di vista sugli
elementi che spiegano la locomozione ed il comportamento del-
l'animale, basandosi sulla formula triadica concernente il movimento
in generale. Motore (relativamente, ossia in senso psicologico) im-
mobile è il bene (reale o apparente) prakton, ossia quello che, co-
nosciuto dall'intelletto o dall'immaginazione (cfr. 433 h 12), è con-
seguibile mediante l'azione (cfr. 433 a 29). Motore mosso è la fa-
coltà di tendere, la quale è 'mossa' dal bene da raggiungere e in-
sieme, mediante un 'organo' corporeo, muove l'animale. Mosso è
appunto lo stesso animale ( 4 3 3 h 13-21; cfr. anche Metaph. A
7, 1072 a 26-30; 1072 h 3-4 [con le osservazioni di Reale, in
Metaph., Il, 283 n. 9, ecc.; Elders, Aristotle's Theology, 35-43;
165 sgg.]; MA 6, 700 h 35-701 a 2; 10, 703 a 5; Ph. e 4, 254 h
28-3 3; inoltre Moreau, L'etre, 197-8; Etheridge, Aristotle's Practical,
28-9; Giacon, La causalità, 20-30; Seidl, Der Begrilf, 139-41; Skemp,
Orexis, 181 sgg.). Per l'analisi dei fattori del movimento ( 433 h
13-5) cfr. anche Ph. 9 5, 256 b 14-24; Metaph. A 7, 1072 a 21-5.
In 433 h 17 -rò XLVOVIJrEVO'V non è l'animale (cosl, ad es., Ross, ad
433 h 13-21, 316), ma l'orektikon (cfr. Skemp, Orexis, 182). In
433 h 18 leggo con Rodier (ad l.; II, ad 433 h 17-8, 546-7), Hicks
(ad l.; ad 433 h 17-8, 562-3 ), Theiler ( 66; ad 433 h 13 sgg., 153 ),
}annone-Barbotin (ad l.) e Skemp (Orexis, 182) fJ lvÉpyELa: la orexis
è un movimento (non fisico, ma psichico; cfr. De an. A 3, 406 a 2;
4, 408 h 1-8) causato nell'orektikon dall'orekton, o, piuttosto, è
un'attività (cfr. De an. B 5, 417 a 16; r 7, 431 a 6-7) dell'orektikon,
la quale produce il moto (fisico) dell'animale. Torstrik (ad l.; ad
4 33 h 17, 216) e Ross (ad l.; 315; ad 4 3 3 b 13-21, 316) scrivono
invece i] lvEpyEL~ (se. opE~L~).
Lo strumento fisiologico di cui si avvale la facoltà appe_titiva
per produrre il movimento dell'animale è il aVIJ.cpv-rov 1tVEvp,a; di
ciò tratta specificamente il De Motu Animalium (433 b 19-21).
Nel nostro testo ( 4 33 h 21-7) lo Stagirita si occupa sommariamente
del problema, facendo riferimento alle articolazioni (cfr. 433 h 22:
o yLyyÀ,vp,6~; cfr. anche lppocrate, Loc. Hom. 6). I moti dell'ani-
male possono essere per spinta o per trazione (cfr. anche Ph. H 2,
243 a 17; lA 2, 704 h 22-3; MA 10, 703 a 19-20). Essi hanno
la loro origine nelle articolazioni, formate da una parte concava
(immobile e principio del movimento, come il centro è principio
del 'movimento' della circonferenza) e da una parte convessa (mo-
bile). Queste due parti sono funzionalmente distinte, ma spazial-
mente inseparabili, giacché le loro superfici coincidono (cfr. anche
MA l, 698 a 14-b 7; 7, 701 h 1-16; 8, 702 a 21-b 11; 10, 703 a
9 sgg.; PA B 9, 654 a 32-b 2; Metaph. ~ 6, 1016 a 9-11; EN
A 13, 1102 a 30-2). L'attività delle articolazioni è a sua volta resa
possibile dalla dilatazione e contrazione del pneuma innato loca-
lizzato nel cuore, il quale è dunque l'organo centrale anche della
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NOTE A r 11 403
NOTE a r 11
1
SoMMARIO. - (l) Cause della locomozione degli animali in-
feriori sono il desiderio e una forma indeterminata di immagina-
zione; (2) tutti gli animali possiedono l'immaginazione sensitiva, e
l'uomo anche quella deliberativa, che gli consente di trovare i mezzi
per raggiungere un determinato fine; (3) può sembrare che gli ani-
mali irragionevoli non abbiano opinione, perché sono privi di im-
maginazione deliberativa; ( 4) la tendenza non implica di per sé la
deliberazione; (5) tre possibili 'movimenti' o comportamenti del-
l'uomo: (a) il desiderio prevale sulla volontà; (b) un desiderio pre-
vale su un altro desiderio; (c) la volontà prevale sul desiderio;
(6) la facoltà conoscitiva è immobile; (7) nel sillogismo pratico la
premessa universale funge da motore immobile, quella particolare
da motore mosso.
2
(433 b 31-434 a 10). Aristotele esordisce chiedendosi quale
sia la causa della locomozione degli animali 'imperfetti', ossia in-
feriori, vale a dire di quelli (come alcuni insetti ed i vermi; cfr.
De an. r 3, 428 a 11; inoltre Temistio, 122, 5-6) che sono dotati
soltanto del senso del tatto (cfr. De an. r l, 425 a 9-10); ciò equi-
vale a chiedersi se essi possiedano o no l'immaginazione e il desi-
derio (433 h 31-434 a 2; sulla phantasia e la epithymia come cause
di movimento cfr. De an. r 10, 433 a 9-12). Che tali animali siano
capaci di desiderio si può inferire dal fatto che provano piacere e
dolore, affezioni che non si possono avere senza la epithymia; inoltre
essi possiedono pure l'immaginazione, ma, come il desiderio, in forma
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404 NOTE A r 11
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NOTB A r 12 405
1-3; 6-8; 10, 433 a 25-6), Aristotele precisa che essi danno luogo
a tre 'movimenti': talora il desiderio prevale sulla volontà; talora
un desiderio prevale su un altro desiderio, come una palla sposta
un'altra palla (ma cfr. anche Skemp, Orexis, 189 n. 9), ed è il
caso dell'incontinente che « von Begierde zu Begierde gejagt \\?ird »
(Theiler, ad 434 a 14, 154; dr. anche Bywater, Aristotelia, III, 66);
talora la volontà prevale sul desiderio (434 a 12-5; cfr. EN H 2,
1145 h 36-1146 a 16; 4, 1148 a 4 sgg.; 6, 1149 a 24 sgg.; 1149 h
l sgg.; 7 per totum; Top. E l, 129 a 10-6; inoltre ps. Platone, Def.
413 c 8-9; Santas, Aristotle, 187). Nel nostro passo mantengo il
testo dei mss. Vt.X~ o' lv,o--rE xa.t Xt.VE~ --ri)v ~OVÀ'T)O"f.V • O"tÈ o' lxE'V1)
-;au'tT}V, 6lcrrcep acpa~pt%, i) opeç,t.~ X"tÀ.; Ross (52-3; ad l.; 318;
ad 434 a 13-5, 319), sulle tracce di Bywater (Aristotelia, III, 67),
anziché -;i)v ~ouÀT)o-r.v, scrive, spostandolo dalla r. 11, Ò"tÈ (J.Èv
a.V"tT) lXELvt}V, e inoltre, seguendo Essen (III, 62), scrive W0"1tEP
o-cpatpa acpa~pav. Per alcuni interpreti (cfr. Temistio, 121, 34 sgg.;
Hicks, ad l.; 155; ad 434 a 13, 569-70, ecc.; Busse, 114 n. 61)
sphaira allude alle sfere celesti. Si sottolinea poi che la facoltà co-
noscitiva o intelletto teoretico (cfr. De an. r 10, 433 a 15) non è
implicata nei movimenti o processi di tendenza; essa è piuttosto
un motore immobile (434 a 16; dr. anche De an. A 3, 407 a 32-4;
r 9, 432 b 27-9; inoltre Theiler, ad 434 a 16, 154).
Il capitolo si chiude con un accenno ( 434 a 16-21) al cosiddetto
sillogismo pratico (su ciò dr. Allan, The Practical, 325 sgg.; Ando,
Aristotle's Theory, 266 sgg.; Kenny, The Practical, 163 sgg.; Hardie,
Aristotle's Ethical, 240 sgg.; Etheridge, Aristotle's Practical, 20 sgg.;
Santas, Aristotle, 162 sgg.), le cui due premesse (una maggiore uni-
versale, e una minore particolare) muovono entrambe il soggetto
all'azione, ma in diverso modo: la prima, prescrivendo un deter-
minato oggetto di azione a tutti gli individui di una data classe
(ad es.: 'a tutti gli uomini giovano gli alimenti secchi'), funge piut-
tosto da motore immobile; la seconda, particolarizzando la pre-
messa universale (ad es.: 'io sono un uomo e quest'alimento ha
le caratteristiche degli alimenti secchi'), ha il ruolo di motore
mosso (cfr. EN Z 11, 1143 a 32-3; 12, 1144 a 31-3; H 3, 1146 h
35-1147 a 10; 1147 a 25 sgg.; 1147 h 9 sgg.; MA 7, 701 a 7 sgg.;
Metaph. A l, 981 a 16-20).
NOTE A r 12
1 SoMMARio. - (l) La facoltà nutritiva si trova in tutti i vi-
venti, poiché senza il nutrimento è impossibile ogni funzione bio-
logica; (2) le piante sono prive di sensibilità, data la semplicità
della loro struttura e la loro incapacità di assumere le forme senza
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406 NOTE A r 12
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NOTE A r 12 407
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408 NOTE A r 12
3
( 434 h 9-24). In questo passo Aristotele si sofferma sulla
necessità dei sensi a contatto per l'autoconservazione dell'animale.
La capacità percettiva dell'animale - e anzitutto il possesso (a lui
indispensabile; cfr. anche De an. B 2, 414 a 3) del tatto - presup-
pone che il suo corpo sia composto di più elementi (434 h 9-11;
sull'impossibilità per un corpo semplice di avere percezioni cfr.
434 a 27-8; De an. B 11, 423 a 12-7).
La tesi dell'indispensabilità del tatto per la sopravvivenza del-
l'animale è dimostrata dallo Stagirita con l'argomento che tutti i
corpi possono entrare in contatto tra loro, e pertanto, se l'animale
non fosse fornito di tatto, non sarebbe in grado di appropriarsi degli
oggetti a lui giovevoli e di evitare quelli dannosi, e di conseguenza
non potrebbe sopravvivere ( 434 h 11-8). In 434 h 12-3 mantengo
la clausola a1t~òv SÈ ~ò atoi11~òv lt.cpii, espunta invece da Ross
(.54; ad l.; ad 434 h 11-4, 323-4), che si richiama a Temistio ( 124,
1-4). Per gli ·intermediari esterni agli organi dei sensi a distanza
( 434 b 14-.5) cfr. De an. B 11, 423 b 4-8; 14; r l, 424 b 29-30.
Aristotele asserisce infine che il gusto, avendo come suo oggetto
percepibile l'alimento (che è alcunché di tangibile; cfr. De an. B 3,
414 h 10-1; 10, 422 a 10-1), non è che una forma di mtto (cfr.
De an. B 9, 421 a 18-9; 11, 423 a 19-21; Sens. 4, 441 a 3), e che
questi due sensi sono indispensabili (cfr. GA A 23, 731 a 35-b 5;
Sens. l, 436 h 10-8; Somn. Vig. 2, 455 a 5-9) per la vita dell'ani-
male (434 h 18-24). Per il gusto come senso di ciò che nutre
( 434 h 22: 1tpE1C~Lxov), ossia dell'alimento, cfr. Sens. l, 436 h 17-8
(con la nota di Ross, in Sens., ad 436 h 17-8, 185); 4, 441 h 24-5;
.5, 44.5 a 8-9; 30-1.
4
( 434 h 24-435 a 10). I sensi a distanza ( 434 h 27: apothen;
dr. De an. B 11, 423 h 3) a rigori non sono necessari per l'esi-
stenza degli animali, ma piuttosto sono finalizzati al 'meglio', ossia
ad una migliore condizione della loro vita ( 434 h 24: ~ov ~E Eu
lvExct; dr. De an. B 8, 420 h 17-20; r 13, 43.5 h 21; PA B 10,
656 a 6; Sens. l, 437 a l; inoltre S. Mansion, Soul, 12 sgg.). D'altro
lato gli animali capaci di locomozione (dr. anche 434 a 32-b 2;
Sens. l, 436 h 18-437 a l) non riuscirebbero a procurarsi il cibo
e ad evitare le cose nocive, e quindi a sopravvivere, qualora ne fos-
sero sprovvisti ( 434 h 24-9).
La trasmissione delle modificazioni che producono la percezione
propria dei sensi a distanza (434 h 28-9; cfr. De an. B 7-9) viene
quindi paragonata alla trasmissione del moto locale, e quest'ultimo è
avvicinato al mutamento qualitativo ( 434 h 29-435 a 2}. In effetti
nello spostamento locale si distinguono tre fattori: un primo mo-
vente immobile, una serie di intermediari che sono moventi e in-,
sieme mossi, e l'ultimo termine della serie, che è l'oggetto soltanto
mosso ( 434 h 29-435 a l; cfr. anche De an. r 10, 433 h 13-5;
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NOTE A r 13 409
Ph. 9 10, 266 h 27-267 a 12; Insomn. 2, 459 a 29-33). MÉXPt. oorou
( 4 34 h 30) sta a significare che la causa del moto locale esercita
la sua azione 'sino ad un certo punto', ossia per il tempo che è
necessario a muovere l'oggetto in questione (cfr. Ph. 8 5, 256 h
18-20). La trasmissione dell'impulso attraverso intermediari si ve-
rifica non solo nel moto locale, ma pure nella alloiosis (e quindi
anche nella percezione a distanza; cfr. Insomn. 2, 459 h 1-5), sol-
tanto che ciò che viene alterato (nel caso della percezione, la fa-
coltà sensitiva), a differenza di ciò che viene mosso, non subisce
uno spostamento locale ( 435 a 1-2; cfr. ps. Filopono, 605, 7-9;
Rodier, l, 219; II, ad 435 a 1-2, 572; Hicks, 159; ad 434 b 24-
435 a 10, 580-1; ad 435 a 1-2, 582; Ross, 54; 321; ad 435 a
1-2, 324).
Gli esempi addotti da Aristotele in 435 a 2-5 hanno lo scopo
di indicare i corpi che sono i più adatti a subire (e quindi a tra-
smettere) le alterazioni degli oggetti: in nessun modo la pietra, in
certa misura la cera, molto meglio l'acqua e ancor più l'aria (cfr.
anche De an. B 8, 419 h 21-420 a 2; inoltre Temistio, 124, 29-34;
Rodier, l, 219; II, ad 435 a 2-3, 573; Hicks, 159; 161; ad 434 h
24-435 a 10, 581; cfr. anche Hamlyn, ad 434 h 29, 155).
Prendendo infine lo spunto dall'aria intesa come l'intermediario
per eccellenza ( 435 a 4-5), lo Stagirita coglie l'occasione ( 435 a
5-10) per contrapporre ancora una volta alla teoria empedoclea ed
a quella platonica della vista (incontro dei raggi ignei emanati dal-
l'occhio con quelli prodotti dall'oggetto, e loro 'riflessione' nel-
l'occhio stesso; cfr. De an. B 7, 418 h 13 sgg.; Sens. 2, 437 h
10 sgg.; Platone, Ti. 45 h 2-46 c 6) la propria dottrina della vista,
come impressione qualitativa subita dall'aria e dal sensorio per
l'azione delle forme sensibili (colore, figura, ecc.) dell'oggetto. Questa
dottrina viene illustrata con il paragone del sigillo e della cera,
per il quale cfr. Torstrik, ad 434 h 29-435 a 10, 222: « oculus ita
afficitur ut charta afficeretur si cera non solum in superficie sed
usque ad confinium cerae et chartae per sigillum fingeretur. Si Ar.
novisset photographiam quam vocamus, hoc fortasse usus esset
exemplo ». Per l'aria presente su superfici levigate ( 435 a 8) come
la condizione più favorevole al processo visivo cfr. De an. B 8,
419 h 29-33; Mete. r 2, 372 a 29-34; 4, 373 a 35-b l; per Ot.EO~OO'"tO
( 435 a 9) cfr. Platone, Ti. 45 d 2.
NOTE A r 13
1 SoMMARIO. - (l) Il corpo dell'animale non è formato sol-
tanto di acqua o di aria o di fuoco, e neppure soltanto di terra;
(2) il tatto è indispensabile alla vita dell'animale, mentre senza i
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410 NOTE A r 13
sensi a distanza l'animale può sopravvivere; (3) il tatto è finaliz-
zato all'esistenza dell'animale, mentre gli altri sensi sono in vista
del meglio.
2
(435 a 11-b 3). Aristotele riprende un problema già affron-
tato in precedenza (dr. De an. A 5, 411 a 14-5; B 11, 423 a 12-7;
r 12, 434 a 27-8; 434 h 9-24), ossia quello della composizione del
corpo dell'animale e dei suoi organi sensori. Egli dichiara che l'or-
ganismo animale non può essere costituito di un solo elemento
(435 a 11-2). Difatti, in primo luogo, non si può ammettere che
tale organismo sia formato di solo fuoco, o di sola aria, o di sola
acqua. In effetti il corpo dell'animale si qualifica come tale in
quanto è dotato almeno della capacità tattile. Ora è impossibile che
l'organo del tatto sia costituito da uno solo (o dall'insieme) di
quegli elementi che compongono i sensi a distanza, giacché allora
non sarebbe più l'organo di un senso per contatto, ma di uno a
distanza ( 435 a 12-20). In 435 a 14 ~CT1tEP ELPT)'"tClt. rimanda a De an.
r 12, 434 h 10-24. Per l'acqua, l'aria e il fuoco (quest'ultimo sotto
forma di calore vitale) come elementi dei sensori a distanza ( 435 a
14-6) dr. De an. r l, 425 a 3-6; sulla funzione del 'mezzo' (435 a
16-7) dr. De an. r l, 424 h 24 sgg. Sul diverso tipo di contatto
con gli oggetti percepibili realizzato rispettivamente dal tatto e dai
sensi a distanza ( 435 a 18-9) cfr. De an. B 7, 419 a 26-8; 11,
423 h 1-8. Per la dottrina aristotelica della carne come interme-
diario e il punto di vista tradizionale ( 4 35 a 19: dokei) della carne
come organo del tatto (435 a 19) cfr. De an. B 11, 422 h 34 sgg.;
423 h 22-6; r 1, 424 h 27-30; 2, 426 h 15-7.
In secondo luogo si esclude che l'organismo animale sia for-
mato di sola terra (cfr. De an. B 11, 423 a 12-5), e ciò perché,
daccapo, il corpo dell'animale implica di necessità il possesso del
tatto. Se allora il tatto fosse composto soltanto di terra, percepi-
rebbe le sole qualità tangibili che sono proprie della terra (ossia
il freddo e il secco; dr. GC B 3, 330 h 5), mentre invece costituisce
una 'medietà' (dr. De an. B 11, 424 a 4) tra tutte (dr. De an.
B 11, 423 h 27-9) le qualità tangibili (435 a 20-4; dr. anche In-
troduzione, 68 ). Una riprova di quest'argomentazione proviene dal
fatto che alcuni nostri tessuti (ossa, capelli, ecc.; dr. HA A l,
487 a 1-10; De an. A 5, 410 a 30-b 1), come anche le piante (dr.
Resp. 19, 477 a 27-8), sono incapaci di percezioni tattili e quindi
di ogni altra percezione (cfr. 435 a 12-3; De an. B 3, 415 a 3-6),
e ciò perché sono formati esclusivamente o prevalentemente di terra
( 435 a 24-b 2). In conclusione l'organo del tatto (e quindi lo stesso
corpo dell'animale) non è semplice (435 h 2-3), ma composto di
tutti e quattro gli elementi (dr. De an. B 11, 423 a 12-5).
3
435 h 4-25). Si riaflerma anzitutto la necessità del tatto ( 435 h
(
4-19), e successivamente si ribadisce la concezione teleologica dei
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NOTE A r 13 411
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Baruch_in_libris
INDICI
I
INDICE DEI NOMI DI PERSONA CITATI NEL DE ANIMA
II
INDICE DEI RIMANDI INTERNI AL DE ANIMA
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444 INDICI
III
INDICE DELLE CITAZIONI DI ALTRE OPERE DI ARISTOTELE
IV
INDICE. DEI RIFERIMENTI AD OPERE DI ALTRI AUTORI
404 a 29-30 -+ Omero, Il. XXIII, 698. 427 a 25-6 -+ Omero, Od. XVIII, 136-
404 b 16-8 -+ Platone, Ti. 35 a l sgg. 7.
407 b 29-+ Platone, Phd. 92 a 6 sgg.
v
INDICE DEI PASSI DEL DE ANIMA CONTENUTI IN DIELS-KRANZ *
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INDICI
VI
INDICE DEI PASSI DEL DE ANIAfA CONTENUTI IN GAISER *
VII
I!\TDICE DEI PASSI DEL DE ANIMA CONTENUTI IN HEINZE **
404 b 27-30 = fr. 60 (181, 28-30). 409 a 28-30 = fr. 73 (188, 9-11).
Baruch_in_libris
446 INDICI
VIII
INDICE DEI TERMINI GRECI
Le parole seguite da un punto di domanda compaiono nell'apparato critico
dell'edizione di Ross.
A: 417 a 29; 431 a 25. 27. 28 (?); 11. 16. 18. 30. 33. 34; 42.5 a l. 4.
431 b l. 5. 8; 431 a 17; 435 a 4. 6; 43.5 b 21.
ciyd6c;: 406 b 9; 410 a 12 (bis); 426 b ciitci.va~cc;: 40.5 a 30. 31; 411 a 13;
2.5; 428 a 30; 431 a 11. 1.5; 431 b 430 a 23.
11; 433 a 28. 29 (bis); 433 b 9. 16. ciitpouc;: 420 a 25.
ciyyE~ov: 419 b 26. atyÀ.T}: 410 a 5 (Emp.).
ayÉVT)~oc;: 434 b .5. citSTJÀ.Oc;: 404 b 14 (Emp.).
4"(€vcr"toc;: 421 b 8; 422 a 30. citS~: 407 a 23; 413 b 27; 418 b 9;
ciyvotw: 403 b 8; 410 b 4. 430 a 23.
cX"'f"Ot.a: 410 b 2. af.Oi)p: 404 b 14 (bis; Emp.).
ciyw: 417 b 10; 426 b 4. at&J.a: 403 a 31; 405 b 4 . .5 (bis). 7.
4S1}À.oc;: 407 b 5; 413 a 5. 8; 414 b atatci.vo~J.Q.t.: 402 b 13; 403 a 7; 403 b
16; 423 a 12. 27; 404 b 9; 405 b 6; 408 b 3; 409
ciSt.Cl,PE~oc;: 405 a 10; 406 b 20; 409 b 2. 24. 31 (bis); 410 a 24. 2.5; 410
a 24; 426 b 30. 31; 427 a 2. 4. 5. b l. 16. 19; 411 a 27; 411 b 2; 413
6. 11 (bis); 430 a 26; 430 b 6. 7. 8 b 30; 414 a 4. 13; 415 a 18; 415
(bis). 9. 14. 15 (bis). 17. 18. 2Q-. b 24; 417 a 7. 10. 13 (?); 417 b
20b (bis). 21. 18. 24; 418 a 9. 12. 22. 23; 420 a
ciSvi<popo~: 409 a 2. 10; 421 a 11. 14; 421 b 10. 18. 22;
ciSuva~tw: 415 b 3; 419 b 2. 17. 422 a 12; 422 b 6. 10; 423 a 8. 18.
ciSvV«~oc;: 406 a 2; 406 b 24; 408 b 19; 423 b 5. 7. 9. 13. 25 (bis); 424 a
33; 409 b 14. 26; 410 a 10. 20; l. 3. 7. 26. 33; 424 b 17. 28; 42.5 a
410 b 13 (bis); 411 b 17; 413 a 32; 2. 15. 17. 20. 22. 2.5. 29. 30; 425 b
417 a l; 419 a 17. 19; 419 b 11; 12. 13. 18. 20; 426 b 14. 19. 22;
421 b 7. 21; 422 a 6. 28; 422 b 2; 427 a 4. 19. 20. 22. 27 (bis); 427 b
423 a 12. 28; 424 b 4. 7; 425 a 20; 7. 11. 27; 428 a 15; 428 b l. 12.
426 b 29; 434 a 25; 434 b 17; 435 15; 429 a 14. 31; 431 a 8; 431 b 5;
b 17. 432 a 7; 434 b 15. 27; 43.5 a 16.
chL: 403 a 15; 40' a 27. 32; 405 b l; 18. 2.5; 435 b 23.
407 a 22. 29; 413 a 29; 414 b 29; «~Il«: 431 a 15; 432 a 9.
415 a 29; 415 b 3; 419 b 10. 27. atatn~: 404 b 23. 27; 405 b 11; 406
29; 420 a 16; 425 b 29; 427 a 24 b 30; 408 b 17; 409 b 16; 410 b 23;
(Emp.); 427 b 12; 428 a 8. 11. 17; 411 b 21. 30; 412 b 24; 413 a 23;
430 a 5. 18; 430 b 2. 30; 432 b 15. 413 b 2. 3. 4. 6. 7. 9. 21. 22. 23;
28; 433 a 27; 434 a 14. 414 a 2; 414 b 3. 4. 6. 7. 9; 415 a
cU~w: 427 a 23 (Emp.). 4. 6; 41.5 b 24; 416 b 32. 33; 417 a
tlipt.VO<;: 435 a 12. 3 (bis). 4. 5. 12. 32 (?); 417 b 22;
ci-l)p: 404 a 3. 18; 405 a 22; 405 b 18; 418 a 7. 10. 11. 25; 419 a 3. 27.
411 a 10. 12. 15. 20; 418 b 6. 7; 30; 419 b l; 420 a 30; 421 a 9.
419 a 14. 32. 33; 419 b 18. 19. 20. 19; 421 b 4. 20. 22; 422 a 13. 17;
21. 23. 25. 27. 34; 420 a 3. 4 (bis). 422 b 18. 23. 29; 423 a l. 3. 6. 9.
6 (bis). 7. 12. 17. 19. 25; 420 b 11. 16. 20; 423 b 2. 21. 31; 424 a 4. 1.5,
15. 16. 27. 28. 33; 421 a 5; 421 17. 18. 22. 27. 31; 424 b 22. 24.
b 9. 11; 422 a l; 423 a 8. 12. 29 2.5. 27; 425 a 9. 13. 1,. 20. 21. 23.
(bis); 423 b 11. 18; 424 a 14; 424 b 27. 31; 42.5 b l. 4. 16. 25. 26; 426
Baruch_in_libris
INDICI 447
a 9. 23; 426 b 3. 7. 8. 14. 31; 427 cix(VT}o;~: 420 a 10; 432 b 20; 433 b
a 9; 427 b 12. 15 (bis); 428 a 4. 5. 15. 16.
6. 8. 25 (bis). 26. 28. 29. 30; 428 b dx1-11i: 411 a 30; 432 b 24; 434 a 24.
12 (bis). 13. 14. 15. 18. 25. 26. 27. tixo'i): 415 a 5; 418 a 13; 419 b 4. 8;
28; 429 a 2. 3. 5. 31 (bis); 431 b 4. 420 a 4 (bis); 421 b 4; 422 a 23;
23. 24; 432 a 2. 16. 17; 432 b 20; 422 b 24. 33; 423 a 9; 423 b 18;
433 b 7; 434 a l. 27. 30. 33; 434 b 424 b 23; 425 a 4; 425 b 28 (bis).
3. 8. 9. 14. 16. 22; 435 a 13. 16; 31; 426 a 3. 7. 8. 18. 28. 29. 31;
435 b l. 5. 20. 431 a 18; 434 b 15; 435 h 24.
ataih}~p~oov: 408 b 18. 21; 419 a 15. tixoÀ.ouMw: 405 b 27; 425 b 5. 8; 428
18 (?). 26. 28. 29; 421 a 12. 24; a 22; 433 a 8. 11.
421 b 17. 27. 32; 422 a 7; 422 b l. clxou~: 426 a l. 7. 12.
5. 20. 22. 34; 423 a 5. 11; 423 b 19. cixoucrnx~: 426 a 7.
20. 24. 30; 424 a 24. 29. 30; 424 b tixoue1';6~: 417 b 21; 421 b 4; 422 a 24
27. 32. 33; 425 a 3. 8. 14; 425 b 23. (bis).
25: 426 b 9 (bis). 16; 429 a 30: ùoòw: 417 a 10. 11; 419 b 18. 34. 35;
435 a 15. 18. 22; 435 b 2. 9. 15. 18. 420 a 6. 11. 14. 15. 18. 19; 425 b
tdaih}-nx6~: 402 b 13. 16; 407 a 5;
12. 29. 30.
tixp~: 434 a 14.
408 a 13; 410 b 22. 26; 411 b 30;
d.xpa.Tft~: 433 a 3.
412 b 25; 413 h 12. 29; 414 a 31;
tixp!~u«: 402 a 2.
414 b l (bis). 31; 415 a 2 (bis). 6.
cixpy,~i)~: 421 a 10. 12. 18. 20.
17; 417 a 6; 417 b 16; 418 a l. 3;
ùpt.P6w: 421 a 22.
419 a 18; 423 b 23; 424 a 27; 424 b
bpy,~W<;: 419 a 16. 21; 420 a 10; 428
9. 33; 425 a 6; 426 a 11 (bis). 16;
a 13.
427 a 15; 429 a 17. 26. 30; 429 h 5.
bpo~: 407 a 29; 423 a 26; 424 a 7.
15; 431 a 5. 11. 14; 431 b 26; 432 a
dxo;~: 404 a 4.
30; 432 b 19; 433 b 3. 29; 434 a 5;
ti)..'i)kf.«: 402 a 5; 404 a 31.
434 b 28.
tiÀ.T]hUw: 427 b 21; 428 a 4. 17.
ataih}-;~: 402 b 16; 406 b 11; 414 h 9;
til1)t'i)~: 404 a 28; 406 a 32; 423 a 28;
415 a 22; 417 a 13; 417 b 21. 25.
26. 27; 418 a 4. 7. 8. 20 (bis). 24 427 b 3. 10. 12; 428 a 11. 15. 19;
428 h 3. 5. 7. 17. 18. 28; 430 a 27;
(bis). 25; 422 a 9; 422 b 19; 424 a
430 h 4. 27. 28. 29. 30; 431 b 10;
5. 6. 18. 29; 424 b 2. 18. 26. 28. 31;
432 a 11.
425 b 9. 23. 24. 26; 426 a 9. 11. 16.
ti)..1)tw~: 411 a 26.
23; 426 b 8. 10. 13. 15; 428 a 13; •.A)..xi-Lt.t!wv: 405 a 29.
428 h 20. 29; 429 a 17; 429 b l;
ti)..M: 402 h 9. 21; 403 a l. 12; 403 b
431 a 4; 431 b 22. 23. 28; 432 a 3.
4. 5. 6; 434 b 13. 29; 435 b 7. 15. 10. 16; 404 a 31; 404 h 6; 406 a 2.
19; 406 b 11. 15. 25; 407 a 8. 9. 28.
a.tTr}I-L«: 418 b 26. 34; 407 h l. 7. 8. 9; 408 h 14. 16.
c:to;La.: 402 b 18; 405 b 17. 22. 30; 23. 26. 28; 409 a 15. 18; 409 b
407 h 6. 7. 16; 408 a 22; 410 b 7; 14. 31; 410 a 2. 16. 20; 411 b 24;
411 a 9. 12; 413 a 15; 413 b 9; 412 h l. 14. 16. 26; 413 a 2. 6. 15.
414 a l; 414 b 33; 415 a 22; 415 b 29; 413 h 25; 414 a 14. 18; 415 a
8. 10. 13. 15; 416 a 10; 417 b 2i; 10; 415 h 7. 21; 416 a 4. 14. 18.
419 a 7. 22. 31; 419 b 2; 421 a 6. 22. 23. 24. 26. 35; 416 b l. 4. 15.
a.to;t.Ov: 404 b 2; 407 b 8; 411 b 5; 17; 417 a 7. 26. 31; 417 b 2. 11. 28.
413 a 20; 415 b 12; 416 a 8. 14; 30; 418 a 14. 16. 19. 30; 418 b 2.
417 b 21; 418 a 31; 420 b 21; 5. 7. 16. 30 (bis); 419 a l. 6. 13. 21.
421 a 9; 422 a 8; 424 b l; 430 a 6. 27; 419 h l. 15. 18. 19. 28. 30. 31.
12; 430 b 25; 434 a 10. 35; 420 a 12. 15. 17. 25. 32; 420 b
&.xci>...vqn'J~: 422 a l. 6. 11. 14. 31; 421 a l. 3. 10. 18.
Baruch_in_libris
448 INDICI
27. 31; 421 b 15. 18. 21. 26. 31; 4).).ocppo~: 404 a 30 (Om.).
422 a 13. 18. 32; 422 b 18. 21. 30. 4).~: 404 b 22; 407 b 11; 408 a 33;
32. 34; 423 a 2.5; 423 b 4. 6. 7. 12. 423 b 2; 429 b 13; 433 a 30.
1.5. 16; 424 a 4. 21. 23 (bis). 27; tl).p.up6c;: 422 a 19; 422 b 12; 426 b 5.
424 b 2. 9. 11. 12; 425 a 14. 24. 4lcrrcc;: 408 b 32; 432 a 26. 30; 432
26. 29. 31; 425 b 5. 13. 22; 426 a b 6.
10. 11. 20. 26; 426 b 18. 28. 29; cU.6ywc;: 405 a .5.
427 a 7. 9; 427 b 8; 428 a 14. 16. 4p.«: 403 a 18; 403 b 20; 408 a 25;
19. 27; 428 b 8. 10. 12; 429 a 12. 418 b 17; 420 a 2; 423 a 2; 423 b
16. 21. 28. 29; 429 b 3. 4. 11. 14. 15. 16; 424 b 9; 425 a 24; 42.5 b l.
31; 430 a 22; 430 b 4. 5. 11. 14. 9. 31; 426 a 17; 426 b 28. 29; 427
17. 18. 2Q-. 28. 29; 431 a 14; 431 b a 2. 8. 12. 13. 14. 29; 428 b 3;
12. 29; 432 a 13; 432 b 13. 17. 26. 430 b 12; 432 a 8; 435 b 10. 12.
29; 433 a 3 . .5. 6. 8. 12. 28. 29; «&J.«vp6c;: 403 a 21.
434 a 16. 20; 434 b 4. 9. 25. 27; «ll«VP~: 408 b 20.
435 a 3. 19. 23; 435 b 9. 18. 21. «ll~À~: 420 b l. 2.
ciÀÀti-t-;w: 413 b 3. 41J.EP'l')c;: 402 b l; 407 a 9. 19 (bis);
6.).)"i}Àcw: 402 b 11; 405 b 14; 407 b 409 a 2.
19; 411 b 26 (bis); 413 b 17; 416 a «&J.T.-rilc;: 405 a 17; 429 a 18; 430 a 18.
23. 24. 26; 419 b 20; 423 a 24. 26; ciiJ,t.X-toc;: 426 b 4.
424 b 32; 425 a 30; 425 b 8; 426 b 4&J.cpbtçoc;: 402 a 3; 416 b 8; 417 a
20; 431 a 13. 24. 27; 433 b 4. 5. 30; 418 b 8; 419 a 34; 422 a 32;
«).).o~oc;: 427 a 25 (Emp.). 427 a 20.
«).).o~o6w: 417 a 31; 417 b 6. 8; 418 a 4J.UPo-tipwc;: 409 b 10; 411 a 14; 416
3; 424 b 13; 431 a 5; 435 a 2. b 5.
«).).otw~c;: 406 a 13; 408 b 11; 415 b &11cpw: 403 b 9; 404 b 29; 405 a l.
23. 24; 416 b 34; 417 b 7. 14; 435 15. 17; 411 a 6; 412 b 3; 413 a 29;
a l. 414 a 16. 17; 416 b 4; 419 a 23;
itÀÀoc;: 402 a 20. 21. 22. 25; 402 b 8. 420 a 20; 423 b 16; 424 a 9; 424 b
14; 403 b 12; 404 a 13. 23. 26; 33; 42.5 a l. 3. 23; 425 b 2; 426 b
404 b 21; 405 a 7. 26; 405 b 21. 18; 429 b 2.5; 430 b 13. 14; 433 a
25; 406 b 8. 9; 407 b 27; 408 a 26; 13; 434 a 20; 434 b 33.
408 b 25; 409 a 8. 20; 409 b 6. 17. 4": 402 a 4. 13. 16; 402 b 14; 403 a
21; 410 a l. 13. 15. 18; 410 b 4; 9. 11. 12. 29; 404 a 16; 406 a 14.
411 b 2. 4. 5. 6; 412 a 12; 413 a 15; 406 b 2. 4 (bis). 6. 10. 12. 14;
31. 32. 33; 413 b 7. 31; 414 b 9; 407 a 21; 407 b 2. 17; 408 a 18.
415 a 3. 4. 16. 24; 416 a 21; 417 a 34; 408 b 4. 19. 22; 409 a 10. 20;
.5; 417 b l; 418 b 21; 419 a 7; 409 b 27; 410 a 10; 410 b 10. 26;
419 b 32; 420 b 7. 25; 421 a 20. 411 a 12; 411 b 10. 14; 412 a 5.
22. 24; 421 b 3. 27; 422 a 22. 27; 15. 17. 28; 412 b 5. 13. 14. 19;
422 b 21. 22. 27. 29; 423 a 19. 413 a 30; 414 a 13; 414 b 20. 22;
28 (bis); 423 b 2. 3. 24; 424 a 9; 415 a 21; 416 a 13. 16; 416 b 5.
424 h 5. 8; 425 b 10; 426 a 9. 10. 14. 25; 417 a 9. 12. 23. 28;
19; 426 b 12; 427 a 24; 428 a 27; 417 b 28. 30; 418 b 1.5. 25; 419 a
428 b 22. 30; 429 b 10. 13. 16. 16; 419 b 15. 24. 30; 420 a l. 14;
20. 27 (bis). 29; 430 b 22; 431 a 420 b 15; 421 b 16. 20; 422 a 12.
6. 14; 432 a 13 (?). 27; 433 a 11; 13; 423 a 6. 7. 8. 19. 22; 423 b
433 b 30; 434 a 6; 434 b 14. 24; 10. 21. 23; 424 a 26; 424 b 3 (bis).
435 a 13. 15. 18. 23; 435 h 2. 3. 13. 24; 425 a 8. 13. 24. 28; 425 ,b
6. 7. 19. 4. 7; 426 a l; 426 b 16. 20; 427 b
«).}.6-tpt.ec;: 418 b 6; 420 a 17; 422 a 23; 428 a 9. 26; 428 b 14. 29;
9; 429 a 20. 429 a l. 14. 2.5; 429 b 23. 31;
Baruch_in_libris
INDICI 449
430 a 31; 430 b 2. 11; 431 b lS; l"'u: 403 a 6. 9 (bis); 411 b 30;
432 a 7. 31; 432 b 4. 10. 2.5; 433 414 a 20; 41.5 a l. 3. 4; 417 a 4.
a l. 22; 433 b 10; 434 a 4. 23. 33; 8; 418 b 2; 419 a 9; 419 b 13;
434 h l. 27; 43.5 a 8. 9. 1.5. 20; 420 a 27. 28; 421 a 12; 421 b 18;
435 b 9. 10. 422 a 17; 423 a 2.5; 424 8 18. 19;
dvayxa~ct;: 402 a 23; 403 a 5; 403 b 42.5 a 6; 42.5 b 23; 426 a 21. 22;
20; 406 a 3; 407 a 17. 19; 407 b 427 b 1.5. 16; 428 b 11. 1.5; 429
17; 408 b .5; 409 a 1.5; 409 b 3. a 4; 429 b .5. 14; 430 a 3. 7. 25;
10. 2.5; 410 b 9; 411 a 18. 22; 412 a 430 b 30; 431 a 17; 431 b 10. 14;
19; 414 a 3; 41.5 a 14; 416 a 20; 432 a 10. 13; 433 8 20. 23; 433 b
416 b 28; 417 b 2.5; 418 a 2; 419 a 28; 434 a 2.5. 28. 30. 3D-; 434 b
20. 22; 420 b 19. 21. 26; 421 b ~; 8. 23; 43.5 a 12; 43S b 2. 17.
422 a 4; 422 b 3. 18; 423 a 1.5. 25. dvi)xoucrtct;: 421 b .5. 422 a 26.
27; 432 h 22; 434 a 27. 30; 434 b civtilxw: 433 b 8.
23. clvtpw"R:.vot;: 402 b 4.
dvci-rx11: 403 h 3; 413 b 24; 419 a 24; clvDpw"R~: 402 b 7; 404 b 6; 406 a
422 b l; 424 b 26. 32; 42.5 b 12; 9; 408 b 14; 409 b 32; 410 a 9.
426 a 3. 5. 17. 19. 29; 426 b 14. 11; 414 b 18. 33; 417 a 23. 24;
16; 427 b 2. 20; 428 b 7. 14; 419 b l; 421 a 11. 16. 20. 23; 421
429 a 18; 430 a 13; 431 b 28; b 14; 19. 24. 26; 427 a 23 (Emp.);
432 a 8; 434 a 3. 8. 22. 24. 2S; 428 a 14; 429 a 8; 430 b 29.
434 b 9. 11. 13. 21. 26; 435 b 4. clVVnrtJ.U.: 406 b .5.
7. 19. dVOIJ.O!.OIJ.EP'i)t;: 411 a 21.
dva."Y'Jlùp!~w: 425 a 24 (?). clv6J.Lo~: 417 a 19. 20; 427 b 4.
civd.yw: 40.5 h 12. d;v6cr(l)pa.V'f~: 421 b 6 (bis).
dvr~ev~.u:~: 405 a 26. f!vti.Xdp.&VOV: 402 b 15 j 411 a 4 j 41,
civa.~o~oc;: 420 h 10; 421 b 11. 20. a 20; 416 a 34; 424 a 11.
d-va~opÉw: 408 a 25; 435 b 14. 1.5. clvtt.À.U"R'J1~: 403 a 30.
àva(O'tr)":ot;: 421 b 17. dvtLCrtpiq)W: 406 a 32; 423 a 21.
~vaxd.~J,;t-tw: 407 a 28. 30. dvtw.cppci-t"rW: 429 a 20.
~vtixÀCLD\t;: 419 b 16; 435 a .5. civw: 406 a 28; 413 a 28; 416 a l.
àvaxì\tciw: 419 b 29. 31; 435 a 6. 2. 3; 418 b 9. 12; 434 a 1.5.
ti'vciloyct;: 412 a 25; 412 b 3. 23; cl'VWwJ.LOt;: 418 a l. 27; 419 a 4. 32;
420 b l; 421 a 17. 28; 422 b 21; 426 a 13. 14. 15.
423 a 15; 431 a 22. d6pa.-tot;: 418 b 28; 421 b 5; 422 a
d:vcip.'J11CTt.t;: 408 b l 7. 20. 21. 22. 26; 424 a 11.
'A'Ja~ay6pa.t;: 404 a 2.5; 404 b l ; 40S d6pi.CT"tot;: 424 b 1.5.
a 13; 405 b 19; 429 a 19; 429 4op!a-re»t;: 434 a 4. 5.
h 24. ci"Rcih~oa.: 429 a 29.
dv~1trù.w: 402 b 21. cl"Rdi)t;: 405 b 20; 408 b 2.5. 29 i
dvci"RM~: 423 a 27. 410 a 23; 416 a 32; 429 a lS;
àva~vÉw: 404 a 13; 410 b 29; 411 a 429 b 23; 430 a 18. 24.
l; 419 h 2 (bis); 420 b 17. 26. 27. d"Rat:tÉw: 408 a 18.
33; 421 a 2. 5; 421 b 14 (bis). 18. «i"Ravttiw: 421 b 12.
20. 26; 422 a 2. 4. 5. i"Ra.~: 407 a 15.
d'Jar.vci): 404 a 10; 40.5 b 28; 420 b 4"Ra.t;: 402 a .5; 402 b 2; 403 a 2;
23. 25; 432 b 11. 403 h 11; 404 b 3; 409 a 28;
ci'Ja~-tcc;: 424 a 12 (bis). 410 a 15; 410 b 7; 411 a 3; 411
~V«C11tciw: 421 b 30. h 2.5; 413 b 32; 41.5 a 2.5; 416 b
dva"toì. .i): 418 b 25. 23; 423 a 17; 423 b 9; 430 a 10;
dvavx11v: 430 a 29 (Emp.). 430 b 19; 432 b 9; 434 a 27;
!vEp.cc;: 403 b 5; 410 b 30. 434 b 12; 43.5 a 24.
Baruch_in_libris
4.50 INDICI
Baruch_in_libris
INDICI 451
l. 12; 41.5 h 8. 14; 416 h 18; 8; 420 a 7. 12; 421 a l. 14. 19;
422 a 31; 424 b 2; 427 a 1.5. 29; 421 h 17; 422 a 19; 422 h l. 16;
430 a 19; 433 a 16. 17. 19; 433 h 423 a 30; 423 h 11. 20. 30; 424 a
22. 24. l. 7. 8; 424 h 28. 29; 42.5 a 2. 31;
cipxt.X~: 434 a 1.5. 425 b 11. 1.5. 16. 27; 426 h 16;
lpxw: 410 h 13; 433 h 26. 427 a 9; 427 h l. 24; 428 h 16;
fitJtlq)fK: 413 a 11. 429 a .5. 21. 25; 429 h 9. 26. 27.
«an~: 42.5 a 11. 29; 430 a 2; 430 h 24. 2.5; 431 a
ficrn!c;: 423 b 1.5. 16. 19; 431 h 3. 18. 28 (bis); 432 a
fiaTi)p: 40.5 h l. 20; 433 a 19; 433 b 21; 434 a 28;
clcnjJ.LJ.LE-rPOti: 430 a 31. 434 h 29; 43.5 a 17; 435 h 24.
cltTq)U).-r~: 421 h 24. cxu-rOt;, 6: 404 a 17. 20. 28. 31; 404 b
«Ìf7WJ.L(I-r~: 404 h 31; 40.5 a 7. 27; 3. 16; 40.5 a 9. 17; 406 a 23. 29;
405 b 12; 409 b 21. 406 h 26; 407 a 15. 31. 32. 33;
fi-rtip: 404 b 14 (Emp.). 408 a 14; 409 a 10. 22. 23. 31;
4-rù..iat;: 417 a 16; 42.5 a 10; 431 a 409 h 3. 12; 410 a 12; 411 h 20;
6; 432 h 23; 433 h 31. 412 a 26; 414 h 20; 41.5 a 22; 41.5
ci-rc.&J,Ot;: 404 h 4. h 4. 16; 416 a 3 . .5. 19. 26; 417 a
ci-roJ.Loc;: 404 a 2; 414 h 27. 1.5. 26; 417 h 27; 418 h 8. 13.
4-ro~Oti: 407 h 13; 408 a 13; 409 h l; 17. 31; 419 a 25; 421 b 3; 422 h
410 a 23; 411 a 14. 16; 411 h 23; 17; 423 a 18. 20. 29; 424 a 2.5;
432 b 4. 424 h 8; 42.5 a l; 42.5 h l. 8. 13.
avÀ6t;: 407 b 2.5; 420 h 7. 1.5. 26. 27; 426 a 8. 28; 426 h 21.
aùEtivw: 416 a 8. 30. 24. 30; 427 a 6. 12. 22. 2.5; 427 b
«~TJ: 411 a 30. 6 (bis). 11. 17; 428 a 9; 428 h 7;
au~TJO'l.t;: 406 a 13; 411 a 30 (?); 412 a 429 b 12; 430 a 3 . .5. 20; 431 a l.
14; 413 a 2.5. 27; 41.5 h 23. 2.5. 12. 28. 29 (bis); 431 h 11. 27; 432
29; 416 a 10. 1.5. 17. 24; 432 h 9; b l; 433 h 22; 43.5 a 2.
434 a 24; 434 h 20. clcpa(.pECn.t;: 403 h 1.5; 429 h 18; 431 h
au~T)-rf.XOt;: 416 h 12. 13. 12; 432 a .5.
av~w: 413 a 28; 41.5 h 26; 416 a 12. cicpa.~,ptw: 409 a 8.
u~p6t;: 421 a 30; 422 h 13. acpd:ÀMIJ.«t.: 420 a 22. 26.
uU-r6J.La-r~: 41.5 a 28. 6.qni: 413 h .5. 6 (bis); 414 a 3; 414 b
aU-rO,.: 402 a .5. 8 (bis). 11; 402 h 3. 7. 9. 1.5; 41.5 a 4; 418 a 14. 19;
6. 12; 403 a l. .5. 11. 12. 30; 419 a 30; 420 h l; 421 a 19. 21;
403 h 22. 2.5. 30; 404 a l. 8. 12. 422 a 10. 34; 422 b 6. 17. 18. 33;
14. 18. 2.5; 404 h l. 3. 19. 20. 24; 423 a 11. 17. 20; 423 b 3. 31;
405 a 16. 30. 31; 405 h 9. 13. 16. 424 a 10. 12; 424 b 23. 24. 26. 28;
32; 406 a 2. 3. 15. 18. 21. 31; 42.5 a 7; 426 h 6; 434 a l. 28 (?);
406 h l. 12 (bis). 1.5. 16. 23. 27. 434 b 10. 13. 18. 21. 24; 435 a 13.
28; 407 b l. 11. 30; 408 a 7. 19. 17. 18. 21; 43.5 h 2. 12. 16. 17.
34 (bis); 408 h 4. 25. 33; 409 a cicp'T)J.U.: 407 b 13; 414 b 27.
l. 13. 19. 25. 32; 409 h 8. 18. 24; lcpo~o~: 421 a 1.5.
410 h 11. 17; 411 a 5. 7. 18. 21. cLpop,tw: 416 a 20.
22. 26; 411 h 5. 9. 14; 412 a 6; 'Acppo8i"n): 406 h 19.
412 h 13. 19; 413 a 6. 13. 23. 33; clcppwv: 410 b .5.
413 h 18; 414 a 23. 30; 414 b 14; ticpvi)c;: 421 a 24. 2.5.
41.5 a 1.5. 17. 28; 415 b 6. 7. 17; !fpwvoc;: 421 a 4.
416 a 11; 416 h 16. 17. 18. 24. 'AXEÀ.QOt;: 420 b 12.
25. 31; 417 a 3. 8. 22; 417 h 6 cixpo~: 418 h 27. 28.
(?). 23. 24. 25; 418 a l. 2; 418 b tix~t.CM'~: 403 a 15; 403 b l i; 426
l; 419 a 9. 12. 18. 26. 29; 419 b b 29 (bis); 427 a 2; 433 h 25.
Baruch_in_libris
452 INDICI
c!~e<pet;: 418 b 27; 420 a 7. 9. 10. 13. 17. 24. 26; 410 a l. 8.
10. 14. 2.5 (?). 30; 410 b 3. 4 . .5.
cl~xot;: 403 b 26; 413 a 21; 420 b 6. 7. 9. 11. 14. 18. 19. 23. 28; 411 a
8; 424 b 13. 3. 5. 6. 9. 14; 411 b 7 (bis). 11.
15. 18. 21. 23. 28; 412 a 12. 17.
B: 431 a 26. 28; 431 b l. 18. 23; 412 b 4. 8. 10. 12. 1.5. 18.
pa.s~: 406 a 9. 19. 23; 413 a .5. 13. 26. 28. 33;
P~: 404 h 21; 423 a 22. 413 b 2. 16. 21. 23. 30; 414 a 2.
Pd."K'fw: 43.5 a 2. 3. 6. 11. 14. 21. 2.5; 414 b 2. 6. 7
PrlP\H;: 420 a 29. 31. 32; 422 b 2.5; (bis). 10. 21. 29; 41.5 a l . .5. 8.
426 a 31; 426 b 6. 19. 23. 26; 41.5 b l. 10. 12. 16.
papV"n}t;: 422 b 30. 18. 24. 26; 416 a 2. 3. 7. 10. 1.5.
PaMVIl: 420 a 24 (bis). 20. 24. 29; 416 h 6. 12. 14. 16.
~tÀ.'f~'J: 402 a 2; 407 b 4. 9. 10; 34; 417 a 8. 10. 16. 20. 22 (bis);
408 b 13; 411 a 11. 13; 434 b .5; 417 b 5. 6. 2.5; 418 a 18. 19. 22.
435 a 6. 29; 418 b 7. 13. 15. 17. 23. 2.5.
~i)~: 420 b 33. 31; 419 a 2. 9. 12. 1.5. 17". 18.
~i)'f'fW: 420 b 31. 24. 26. 33. 3.5; 419 b .5. 6. 10. 12.
fU«: 406 a 22. 23. 25. 26; 406 b 6; 14. 22. 29. 30. 34; 420 a 2. 6. 16.
432 b 17. 21. 27. 30; 420 b 2. 6. 8. 16. 24.
P!ttt.ot;: 406 a 26; 407 b l; 422 a 26. 29. 30. 32; 421 a 3. 4. 8. 10. 17.
~Àttcrtd.vw: 430 a 29 (Emp.). 20. 25; 421 h l (?). 10. 11. 22.
~)J~w:. 408 b 22. 28; 422 a 4. 10. 19. 21. 22. 2.5.
PM<pttpov: 421 b 29. 32; 422 h 2. 6. 14. 17. 23; 423 a
~oitht.«: 404 a 12. 2. 8. 12. 13. 18. 29; 423 b 11.
~OVMV'ft.Xot;: 433 b 3; 434 a 7. 12. 16. 23. 24; 424 a l. 6 (bis). 26.
PovlaVCù: 431 b 8. 30. 34; 424 b l. 10. 13. 16. 24.
PovÀ.'l')cnc;: 414 b 2; 432 b .5; 433 a 2.5; 42.5 a l. 4. 6. lO. 17. 18. 20.
23. 24; 434 a 12 (?). 22. 28; 42.5 b 2. 6. 17. 21. 23. 28;
PovÀ.ollat.: 402 a 14; 406 a 27; 407 a 426 a 4. 8. 9. 13. 22. 23; 426 b .5.
4; 411 a 28; 417 a 27; 417 b 24; 15. 16. 19. 21. 24. 31; 427 a .5. 6.
423 a 14; 427 a 2.5; 427 b 18. 20. 23 (Emp.). 26 ( + Om.); 427
PPd.YXI.C'V: 420 b 13. b l. 4. 8. 12. 14. 17. 18. 20; 428 a
~p«SVc;: 420 a 32; 420 b 4. 6. 18. 19. 20. 29; 428 b 21; 429 a
~p«Sv~: 420 a 33. 20. 25. 31; 429 b '· 12. 13. 19.
~p~vri): 424 b 11. 20. 25. 27; 430 a 3. 4. 8. 16. 18;
430 b l. 2. 8. 9. 11. 17. 23; 431 a
r: 431 a 26. 27. 3. 5. 6. 21. 24; 431 b 22. 29; 432
yttttt: 404 b .13 (bis; Emp.). a l. 9. 11. 24. 26; 432 b .5. 9.
ytip: 402 a 6. 11.18.2126; 402 b 3. 12. 15. 16. 19. 27; 433 a 7. 10. 16.
7 (?). 22. 25; 403 a .5. 1.5. 18. 23. 18. 21. 23. 25; 433 b 4. 7. 9. 12.
30; 403 b 2. 28; 404 a l. 4 (?). 17. 23. 25; 434 a 2. 7. 9. 18. 24.
10. 14. 18. 22. 28; 404 b 2. 3. 13 27. 31; 434 b l. 2 . .5 (bis). 6. 10.
(Emp.). 17. 23. 24; 40.5 a 2. 4. 6. 11. 14. 19. 26. 30; 43.5 a 12. 13.
9. 30. 32; 405 b 4. 8. 1.5 (bis). 27 21; 435 b '· 1.5. 17.
(?). 31; 406 a 4. 6.7. 8. 16. 19. YE: 403 a 14; 403 b 18; 404 a 27;
20.24. 29; 406 b 6. 18. 20. 27. 28; 404 b 5; 405 a 15; 406 b 12; 407
407 a 3. 5. 6. 10. 20. 23 (bis). 24; a 5. 28. 34; 407 b 9. 32; 408 a
407 b 6. 1.5. 17. 23. 2.5. 30 (bis); 19; 409 a 30; 410 b 5. 11. 20;
408 a 5. 11. 14. 19; 408 b l . .5. 411 b 7; 413 a 6. 13; 414 b 3;
13. 19. 21. 28. 33; 409 a l. 3. 6. 416 a 14; 418 a 14; 419 b 28;
11. 14. 19. 23. 24. 28; 409 b 2. 422 b 28; 423 b 7; 424 a 27;
Baruch_in_libris
INDICI 453
425 b 2; 427 a 21; 428 b 2; 430 b 26; 410 b 3. 9; 411 a .5. 24. 27;
4; 431 b 12; 433 a 9. 429 a 10; 430 b 2.5.
'YEYWWW: 420 a l. y~: 405 a 8.
yrÀ.Ot~: 414 b 2.5. yluxUc;: 421 a 27. 28. 29; 421 b l;
~~= 412 a 26; 415 a 27; 416 a 422 a 12; 422 b 11. 25; 42.5 a 22;
23; 416 b 15; 434 a 23. 426 b 2. .5. 11. 13. 18. 21. 31;
'"fEVT)-to~: 434 b 4. 431 a 20; 431 b l.
'"fEW~: 41.5 a 26; 416 b 16. 24; 417 b y~a: 420 b 18. 30; 422 a 19; 422 b
17 (bis). 6. 9; 423 a 17; 423 b 17; 43.5 b 24.
~p!tw: 403 a l; 405 b 21; 409 b 2.5.
~~: 41.5 a 23.
'"f!WTl'tt.X~: 416 a 19; 416 b 2.5; 432 b
26. 31; 410 a 8. 29; 410 b 6. 16;
425 a 24; 427 a 21; 427 b .5; 429 a
10. 24.
19; 430 b 22. 23. 24; 431 b 6.
~~: 402 a 23; 402 b 3; 410 a 18;
yvilipt.~: 413 a 12.
412 a 6; 413 b 26; 417 a 27; 417 b
'Y"J(a)Pt.CJ"nX~: 404 b 28.
7; 421 a 16. 23; 424 b 32; 430 a
~: 402 a .5.
11; 431 b 11; 434 b 24.
yovfJ: 40.5 b 3. 4.
yw~: 418 a 13; 419 a 30; 420 b
yow: 40.5 a 16; 411 b 8.
18. 19; 421 a 17. 18; 422 a 29. 'YP«IliUl'Uiov: 430 8 1.
31. 32. 33. 34; 422 b 2. 25; 423 a 'YP«IliUl'tt.Xi): 417 a 2.5; 417 b l.
20; 423 b 3; 424 b 23; 426 a 14. YP«Illlil: 402 b 19; 403 b 19; 409 a
18. 22; 426 b l. 11; 434 b 18. 21; 4 . .5 (bis). 30.
435 b 22. yptzqrl): 427 b 24.
yrucrtt.Xé~: 422 b 5. 1.5; 426 a 1.5. yp4q,w: 412 b 22; 430 a l.
ytVa-r6~: 422 a 8. 10. 17. 29. 34; 422 b ywv!a: 402 b 20.
3 (bis). 1.5.
ya1M: 422 b 8. A: 431 a 26. 27 (?). 28.
-rfi: 405 b 8; 406 a 28; 410 a 30; Aa!B~: 406 b 18.
416 a l. 7; 417 a 4; 418 b 22; 8ca'tUl.~: 424 a 19.
423 a 14; 42.5 a 6; 43.5 a 1.5. 23. Si: passim.
25; 43.5 b l. 3. 81t: 402 a 18. 21; 402 b 9; 403 b 21;
yi)tv~: 435 a 21. 406 b 7; 407 a 12. 16. 23. 31; 407 b
yfip«c;: 408 b 20. 22. 2.5; 409 a 3. 19; 410 a 10; 411 a
Yf.'YYÀU~~: 433 b 22. 2. 3; 411 b 10; 412 b .5. 6. 18. 22;
y!-rvet.L«t.: 402 a 18; 403 8 24; 404 8 413 a 14; 41.5 a 21 (bis); 416 a 33;
13; 407 b 29; 409 a 12; 410 a 6 417 a 9; 419 b 19. 22; 420 a 25;
(Emp.); 411 a 20. 29; 413 a 11; 420 b 2.5. 31; 423 a 13; 424 a 7.
414 a 25; 414 b 22; 416 a 24; 417 a 17; 426 b 18. 20; 427 a 29; 429 a
3. 3oa; 417 h .5. 17. 28; 418 h 22; 1.5; 429 b 31 (?); 430 b 23; 431 b
419 a 16. 18. 20. 24; 419 b 9. 11. 24; 432 a 23; 433 b 26; 434 a 18;
13. 20. 21. 25 (bis). 27. 30; 420 a 434 b 26.
l. 32; 421 b 13. 31; 422 b 7; 423 a 8dXWJlt.: 43.5 b 17.
l . .5. 10. 16; 423 b 21; 424 a 6; Snv6<: 427 b 21. 24.
424 b 18; 42.5 b l. 31; 427 b 1,; 8ax~: 414 a 10; 418 b 27; 424 a
428 a 2. 12. 19; 428 b 8. 12. 13. 18; 42.5 b 23; 429 a 1.5; 434 a 29;
26; 429 a 2. 13. 2.5; 429 b 6; 430 a 43.5 a 22.
15. 31; 431 a 3; 432 b '; 433 b 2. BipJUl: 420 a 14; 42.5 a 11 .
.5. 6; 434 a 14. 24; 43.5 a 1.5; 43.5 8!Uupov: 428 b 19.
b 10. BMçoc: 433 b 14.
'Y'-vWCY.w: 402 a 7. 14; 402 b 17; 404 b Slxcll«": 407 b 21; 414 a 24; 416 h
9. 17; 40.5 a 18. 23. 24. 28; 40.5 b 18 (?); 420 b 16; 421 a .5; 422 a l;
13. 15. 16; 409 b 30; 410 a 18. 24. 424 a 20; 424 b 2.
Baruch_in_libris
4.54 INDICI
Bi!: 403 h 9. 17. 18 (?). 26; 404 a 6Lti611~: 421 a 14. 31.
30; 40.5 h 11; 406 a 10; 407 a .5. 6U~6!SwJ.Lt.: 43.5 a 9.
10. 22; 408 a 2.5; 408 h 11. 24; 6t.t:1S1Nw: 404 a 7.
409 a 18; 409 h 11; 410 a 21; 411 a Sr.~: 417 h 1.5.
7; 411 h 3 . .5. 6. 7. 13; 412 a 3. Br.«~: 402 a 20; 430 h 3. 20.
6;- 412 h 4. 22; 418 h 4; 419 a 6Lflf.P'-riov: 417 a 21.
19; 420 a 7. 23. 31; 420 h 32; 6r.«t.pl-r6~: 411 h 27; 427 a 3 . .5. 7.
422 a 29; 423 a 14; 42.5 h 2; 426 a 11. 12; 430 h 7. 9. 16.
2. 18. 27 (?); 426 h 14. 17; 427 a 8t4r.piw: 402 a 23. 2.5; 406 h .32; 407 a
3; 428 a l. 1.5. 30; 429 a 13. 27; l; 409 a 9. 30; 410 a 1.5; 411 h 19;
431 a 2.5. 27; 431 h 29; 432 h 4. 413 b 17; 427 a 4; 429 h 30; 430 h
7; 433 a 21; 433 h 1.5; 434 a 19; 11. 12; 433 h l. 2.
435 a 21. 8t4la-rr.x6~: 403 a 29.
8i}ì~.o~: 403 a 2. 25; 406 a 8; 407 a 8La.ÀEX"tLJCWc;: 403 a 2.
4. 13; 408 a 30; 408 h 31; 409 h St.d.Mx-:o~: 420 h 8. 18.
14; 411 a 22; 414 h 20; 41.5 a 13; 6t.C'LJ,Livw: 41.5 h .5. 6.
41.5 h 12; 417 a 6; 418 a 28; 418 h 8r.tiJ.Ll-rpcu;: 430 a 31.
19; 419 a 31; 421 a 8; 421 h 19; 6r.t~voioJ,L«r.: 408 h 3. 6. 9. 14. 2.5; 414 a
423 a 4; 423 h 22; 424 h 9; 42.5 a 13; 427 h 13; 429 a 23; 432 h 30.
20; 42.5 h 10; 426 h 1.5. 18. 20. 6Lfi'VO'J1"tLX6~: 413 h 13; 414 a 32; 414 h
23; 428 a .5. 27 (?); 432 h 1.5; 18; 431 a 14.
434 h 11. Sr.tivot.Cl: 404 a 17; 410 h 24; 41.5 a 8;
811Mw: 413 a 14; 420 a 27; 423 a 17; 421 a 2.5; 427 h 15; 432 a 16; 433 a
430 h 21. 2. 18. 19.
AT)J.L6xpr.-ro~: 403 h 31; 404 a 27; 405 a
8t41tviw: 411 h 9.
8; 406 h 17. 20; 409 a 12. 32; 8r.t~1topiw: 403 h 20.
409 h 8; 419 a 1.5. 4uip'Jl~: 418 a 21.
8r.ti: con il genitivo: 404 a 4. 6; 406 h 8r.at1wpiw: 404 h l; 417 b 28.
25; 412 a 14; 413 a 27. 30; 417 a 8t4CT«q)T)UOV: 414 h 14; 416 h 30.
31; 421 b 9; 422 a 9. 13; 423 a 10. 6t4cr1tciw: 411 a 20; 416 a 7; 432 h .5.
16; 423 b 4. 7. 9. 12. 1.5; 424 b 8r.ticrt«~: 432 a 28.
29. 31; 42.5 a 2; 428 a 2.5; 429 h
8r.tioTnJ.UL: 418 h 25.
7._ 9; 432 h 21; 434 b 1.5. 28. 31;
8r.t~"tlÀ.Éw: 411 b 23; 427 b 2.
435 a 16 (bis). 19 (bis);
8r.t~"tiJ.LVW: 413 h 21.
con l'accusativo: 402 a 3. 9; 403 a
8r.t~-ritl1J.LL: 414 a 11.
27; 404 a 6. 12. 23. 24; 40.5 a 9.
11. 23. 31; 405 b 7. 22. 27. 28 8r.wp«vr1~: 418 b l. 4 (bis). 7. lO (bis).
(bis). 30; 406 b 9 (bis). 21. 27; 11. 12. 14. 16. 19. 28. 29. 30; 419 a
407 h 9. 16. 17; 409 a 14. 27; 10. 11. 13. 24. 2.5. 33; 421 b 31;
410 h 7. 16; 411 a 9. 12. 25; 411 b 42.5 a l; 43.5 h 22.
11; 413 a 7; 413 h l. 2. 9; 414 a 8r.«(i)EP6vt~: 403 a 29; 421 a 22.
l. 19. 21; 414 b 33; 415 a 21; 8t.Clq)Épw: 402 a 26; 402 h 3; 403 b 26;
415 h 4. 29; 416 a l; 417 a 2. 3; 404 h 30; 405 a 2; 409 a 3. 10. 14;
417 h 26; 418 h 5; 419 a_ 6. 22. 409 h 5. 9; 417 h 19; 421 h 26;
31; 419 h 26. 3.5; 420 a 2. 4. 8. 423 h 12; 426 h 14; 428 h 26;
11. 13. 18. 33 (bis); 420 h 3; 421 a 431 a 20. 24; 431 h 12; 432 a 12;
6. 19. 31; 422 a 3; 422 h 9; 423 a 433 a 14; 433 h 4.
10. 21; 424 a 5. 28. 32; 425 h 8; 8r.wph(pw: 435 h 8.
426 a 30; 428 a 26; 428 h 18; 8r.«epppci: 409 a 20. 21; 413 h 20. 33;
429 a 4. 6. 7. 9; 432 a 7. 27; 433 a 416 h 4; 418 a l. 14; 420 a 10. 26;
19; 433 h 7. 8. 10; 434 h 5. 7. 21; 421 a 15; 422 h 14. 32; 423 h 27.
43.5 a 24; 43.5 h l. 7. 22. 28; 424 a 13; 426 h 10; 427 a 17;
Baruch_in_libris
INDICI
427 h 25. 26; 429 a 12; 430 a 14; 408 h 4; 409 a 9. 10. 28; 410 a 16;
432 a 27; 435 a 22. 410 b l. 20; 411 a 11; 411 h 7;
514XÉw: 419 h 21. 412 a 11; 413 a 26; 414 a 11. 19;
5!-tt~CJ,UI.t.: 428 h 2{)-. 41.5 b 24; 416 a 9. 21. 28. 31;
5t.5t1Q'XCÙ.Ut: 417 h 11. 416 h 34; 418 h 18. 29; 419 h
5!l)(I.(TX(Ù.~Jt6t;: 417 h 13. 34; 421 b 10; 422 a 31; 422 h
5i5wJ,L~: 407 h 29. 14. 24; 423 a l. 8. 19; 423. h 2.
5t.d.pyw: 423 h 10. 11; 42.5 h 8; 427 a 19; 427 h .5.
5fi~ELJ.U.: 407 a 14. 28; 428 a 10. 21; 428 h 11; 429 h
5r.tp~: 423 a 25; 423 h l (bis). 26; 432 a 4; 432 h 4. 10; 434 a
5tlpxoJ.14t.: 409 b 22; 420 a 6. 10; 43.5 a 19.
Er.tupu'Kil: 422 a 3. 56~«: 403 h 22; 404 h 23. 26; 407 h
5r.r.xwo~~= 423 a 5. 27; 427 h 10. 25; 428 a 4. 19 (bis).
5t.LaTI"'J.Lt.: 424 h 12. 20. 22. 2.5. 26. 27. 29. 30; 428 h .5;
5Lxttt.oc;: 416 h 24; 417 h 11. 434 a 10. 20.
5r.6: 404 a 9. 29; 40.5 h 13. 26; 406 a 5o~d.tw: 411 a 27; 413 h 31; 427 h
20; 408 h 27; 409 a 1.5; 412 a 27; 20. 21; 428 a 20; 428 h l.
412 h 6; 413 a 2.5; 414 h 2.5; 416 a 00~(1(7"fl.X~: 413 h )0.
12; 416 h 19. 29; 417 a 7. 18; 417 5pr.J.LUt;: 421 a 30; 421 h 2; 422 h 13.
h 8. 23; 418 a 23; 418 h 3; 419 a ovd.t;: 429 h 20.
9; 419 b 11. ·22; 420 h 19. 26; 8vv«J,Lrn: 404 a 6. 16; 406 a l; 407 h
421 a 22; 421 h 13; 422 a 11; 423 3; 413 a 30; 413 b .5; 41.5 a 29;
a 6; 423 h 6; 424 a 2; 42.5 a 7; 415 h .5; 416 h 20. 28; 417 h 31;
425 h 3. 24; 426 a .5; 426 h 3; 419 h 7; 420 a 21;. 421 a 2; 422 b
427 h 2; 429 a 24; 431 a 6. 16; 4; 424 h .5; 425 h 30 (bis); 429 a
433 a 27; 433 h 19. 24. 26; 434 a 31; 429 h 7. 9; 434 a 9; 434 b 16.
11 ; 434 b 18; 435 a .5. 8. 17; 43' SvvciiJ,tr.: 402 a 26; 412 a 20. 28; 412
h 17. h 26. 27; 413 a 2; 413 b 19; 414 a
~r.o"tÉVTlc;: 40.5 a 21. 26; 414 h 29; 41.5 b 14; 417 a 7.
8r.61tEP: 407 a 9; 418 h 2; 420 a .5. 10. 13. 14; 417 h 4. 10. 12. 30;
8!.optl;w: 402 h 11; .404 h 19; 412 a .5; 418 a 4; 418 h 10. 30; 422 a 7.
413 a 9. 21; 41.5 a 21; 41.5 b 9; 18; 422 h 1.5; 423 h 31; 424 a 2.
416 a 20; 416 h 32; 417 h 29; 9; 42ì a 6; 429 a 16. 29; 429 b
418 a l; 419 h 4. 26; 420 h .5; 8. 30. 31; 430 a 6. 11. 16; 430 h
423 a 10; 423 h 28; 427 a 1.5. 29; 6. 11. 23; 431 a 4; 431 b 2.5 (bis).
427 h 29; 432 a 18. 2.5. 2i.
8lcc;: 404 h 14 (Emp.). ouv«IJ.r.t;: 403 a 27; 404 a 30; 411 h 1.5;
8t.é'tr.: 404 a 19 (?); 421 a 4; 428 a 27. 412 a 9; 413 a l. 26. 33; 413 h 2.5;
8!~: 427 a 12. 13. 414 a 16. 28. 29. 31; 41.5 a 19. 25;
a~cr~«xn: 406 h 32. 415 h 23; 416 a 19. 21; 416 h 18;
8!.-r-roc;: 41.5 h 2; 416 h 26; 419 h 5; 417 a 21. 30; 417 h 4; 419 b 5;
426 a 7. 8; 433 h 14. 424 a 25. 28; 426 a 4. 19. 24; 428 a
5r.--:'twc;: 41.5 h 20. 3. 6; 430 a 8. 21; 431 a 2; 432 a
s~xwc;: 406 a 4. 10; 412 a 10. 22; 15; 432 h 4. 15; 433 a 31; 433 h 2;
414 a 4; 417 a 10. 12; 426 a 23; 434 a 26.
430 h 6. ovva.-r~: 413 a 31; 417 a l. 26. 28;
5{~«: 414 h 12. 13. 418 b 17; 424 b 8; 429 a 22.
5~wx-réc;: 431 h 3; 432 b 28. 5Uo: 403 h 26. 28; 404 h 22; 406 b
Sr.wxw: 431 a 9. 16; 431 h 9; 432 h 32; 408 a 6; 409 a 24; 409 h 3;
28. 30; 433 a 2; 434 a 9. 410 a 5 (Emp.); 417 h 14; 418 a
ooxÉw: 402 a 4. 9. 13; 403 h 2.5. 26; 8. 10; 418 h 17; 420 h 17; 423 a
404 h 28; 405 a 5; 407 b 17. 23; 21. 23; 425 a 3; 42.5 b 14; 427 a
Baruch_in_libris
4.56 INDICI
10. 13. 17; 432 a 15; 433 a 9. 42~ b 7. 21. 30; 429 a 13; 429 b
17. 21. 19. 23. 24. 26. 27; 430 b 13. 24.
SU<TJL'li: 418 b 26. 29; 431 a 27; 431 b l. 13. 14;
SuoxipU«: 410 a 27. 432 a 21; 432 b 2. 6. 21; 433 a
Svo-WS'l')~: 421 h 22. 9. 21; 434 a 3. 31. 32; 434 h 14.
16. 17. 26. 28; 43.5 a 2. 9.
ftlv: 402 a 19; 403 h 13; 409 a 7. dya: 434 b 9.
12; 419 a 12; 419 h 22; 420 a 24; atS'l')cnc;: 402 a l.
422 a 28; 424 a 30; 425 h 3; 433 h ats~: 402 h 3; 403 h 2. 6; 404 h 24.
l; 435 a 5. 27; 407 h 23; 409 a 10; 411 h 21;
lalnov: 404 a 21. 24; 404 h 30; 406 412 a 8. 10. 20; 414 a 9. 14. 1.5.
a l. '· 7. 11. 17; 406 h 7. 9 (bis). 17; 414 h 27; 41.5 h 7; 421 a 17;
12. 14. 15; 407 a 11; 408 a 32; 422 b 10; 424 a 18; 424 b 2; 427 a
408 h 31. 33; 409 h 20; 411 a 4. 8; 429 a 15. 28. 29; 429 h 28;
6; 412 a 7. 14; 412 h 17; 413 a 430 b 14. 2Q-; 431 a 6; 431 b 2.
26; 416 h 17; 417 a 5. 8. 9; 417 h 28. 29; 432 a 2 (bis). 3. 5; 433 a
6; 418 a 9. 24. 30 (bis). 31; 418 h 22; 433 b 10; 434 a 30.
5; 425 h 15. 16; 428 h '; 429 h ef.Sw).o~ot.iw: 427 h 20.
7. 9. 17; 430 h 25; 433 h 28; dx6.tw: 403 a l.
435 a 19. afl.t.Xpt.vf)~: 426 b 4.
fyy(vollflt.: 408 a 21; 408 h 18; 409 h atJ,t!: 402 a 3. 6. 9. 10. 11. 13. 16
6; 414 a 27; 426 a 5. (bis). 19. 20; 402 b 6. 8. 17; 403 a
inUhv: 421 h 16; 423 h 6. 3. 4. 8. 10 (bis). 12 {bis). 16 (bis).
iyx«-rot.XOSOJ,Liw: 420 a 9. 25; 403 b 3 (bis). 9. 29; 31; 404
lyxp«~'li~: 433 a 7. a l (bis). 8. 9. 18. 20. 23. 26. 28;
fyrn'Jyop~: 412 a 24. 25; 412 h 28; 404 b 3. 12. 18. 25. 28; 405 a 5.
432 h 12. 9. 10. 12. 16. 22. 24. 25 (bis). 28.
f-rxiw: 406 h 19. 30; 40.5 h 5. 10. 20. 21. 23. 30.
f-ybl: 426 h 19; 434 a 19. 32 (bis); 406 a l. 6. 8 (bis). 12.
l&w: 407 h 4; 432 a 21. 17. 21 (bis). 26. 28; 406 h 9. 13.
at: 402 a 16; 402 b. l. 2. 8. 9. 14. 15. 16; 407 a l. 3. 4 (bis). 11. 18.
15; 403 a 8. 10. 11. 24; 403 h 3. 20. 21. 24; 407 b l. 4. 12. 17.
23; 404 a 26; 405 h 9; 406 a 11. 31. 32. 34 (bis); 408 a 12. 14. 20
14. 15. 16. 22. 23. 28 (bis). 32; (bis). 21. 23. 24. 27. 28. 29. 31.
406 h 3. 8. 11. 12. 14. 22; 407 a 32; 408 b 4. 5. 6. 7. 11. 1.5. 19.
12 (bis). 14. 15. 17. 21. 27. 31; 2.5. 26. 28. 29. 32; 409 a 2. 3. 5.
407 h l. 24; 408 a 3. 5. 24. 27; 6. 7. 13. 16. 19. 20. 21. 22. 24.
408 h 5. 12. 21. 31; 409 a 16. 21. 28; 409 h 2. 3. 14. 24. 28. 30
24. 25. 26. 29; 409 h 3. 5. 14. (bis); 410 a 16 (bis). 19. 20. 21.
27; 410 a 7. 9. 11; 410 h 24; 23. 30; 410 b 5. 9. 11. 12. 13. 14.
411 a 2. 19. 20; 411 h 7. 9. 11. 1.5. 19; 411 a 8. 10. 11. 13. 1.5.
12. 15. 21. 22; 412 h 4. 6. 12. 17. 19. 23. 25. 27; 411 h 4. 10.
18; 413 a 5. 8; 413 b 14. 22; 414 25. 26. 27. 28; 412 a 5. 7. 9. 11.
b l. 19; 415 a 16. 20; 416 a 5. 16 (bis). 17. 18. 20. 24. 27. 28;
7. 8; 416 b 4; 418 a 21; 418 b 412 h 5. 8. 9. 12 (bis). 14. 15.
21; 419 a 16. 17; 419 b 24; 421 18. 19. 25. 26; 413 a 4. 6. 7. 16.
b 13; 422 a 11; 422 b 17; 423 a 18. 19; 413 b 11. 13. 14. 18. 26.
2. 5. 7. 19. 22. 28; 423 h l. 9. 21; 28; 414 a 13. 18. 20. 21. 27. 28;
424 b 3. 5. 6. 12. 24. 31. 33. 34; 414 b 11. 14. 19. 20. 21. 24. 26;
425 a 11. 24; 425 b 6. 15. 17. 19; 415 a 2. 19. 25 {bis); 415 b 8. 12.
426 a 2. 27; 426 b 19. 31; 427 a 13 (bis). 17. 20. 23. 24; 416 a 7.
9; 427 b 23; 428 a l. 2. 9. 18; 8 (bis). 10. 13. 14. 16. 17. 21.
Baruch_in_libris
INDICI 457
26. 28. 32; 416 b 3. 10. 11 (bis). 17. 18. 19. 21. 22. 24. 27. 28. 31;
14. 16. 18. 20 (bis). 21. 25 (bis). 435 a 5. 8 (bis). 11. 17. 20. 21.
31. 34; 417 a 5. 6. '9. 14. 15. 16. 23. 25; 435 b l. 3. 6 (bis). 13. 17.
18 (bis). 19. 20. 22. 24. 26. 29. 20. Cfr. anche t:!'V(lt., -t6; ov, -t6; -t(
3<>-; 417 b 2. 6. 10. 12. 14. 23. m\; -;( -ijv dV«t..
29; 418 a 4. 5. 6. 10. 19. 20. 21. t:!llt.: 425 b 16.
24. 26 (bis). 27 (bis). 28 (bis). 29 Etvat., -t6 ( = essenza): 408 a 25; 412
(bis). 31; 418 b l (bis). 4 (bis). b 13; 413 b 30; 416 b 12; 419 8
6. 8. 9. 10. 11 (bis). 15. 17. 18 10 (bis); 424 a 25. 27; 425 b 27;
(bis). 20. 23. 26. 28. 30; 419 a l 426 a 16; 427 a 3. 5. 7; 429 b 10.
(bis). 4. 8. 9. 11. 14. 17 (bis). 11. 12. 17. 20; 431 a 14. 19. 29;
2D. 26. 31. 33; 419 b 4. 8. 10. 432 b l.
11. 19. 34 (bis); 420 a l (bis). 4 Et"KEP: 403 8 15; 405 a 20. 26; 406 8
(bis). 10. 21. 25; 420 b 4. 6. 11. 21; 407 a 23; 407 b 3; 408 a 17.
13. 15. 21. 24. 29. 30. 31. 33; 26; 409 b 2; 411 a l; 413 b 30;
421 a 6. 7. 12. 14. 19. 22. 24. 26. 420 b 11; 421 b 21; 424 b 26;
30. 31; 421 b 3. 7. 9. 18. 23; 428 a 28.
422 a l. 6. 8. 9 (bis). 12. 13. 16. at"Kov: 405 a 14; 405 b 11; 406 a 32;
20. 31. 33; 422 b l. 5. 14. 1,. 406 b 24; 407 a 12; 408 a l. 31;
18. 19. 20. 22. 23 (bis). 29. 31. 409 a 31; 409 b 17; 414 a 15. 30.
33. 34; 423 a l. 4. 9. 11. 13. 14 31; 416 a 31; 417 a 19. 23; 417 b
(bis). 15. 16. 20. 22. 23. 24. 25. 30; 418 a 27; 418 b 5; 419 b 13;
27; 423 b 2. 4. 12. 27. 31; 424 8 420 b 30; 421 a 31; 423 b 8; 425
l. 2. 5. 8. 11. 13. 18. 25. 26. b 2; 426 a l; 430 b lO; 431 b 8.
27. 30. 31; 424 b 11. 16. 22. 24. 21; 433 b 21.
26. 28. 31. 33 (bis). 34; 425 a 3. dpw: 403 a 2; 403 b 23; 404 a 19.
8. 12 (bis). 14. 21. 22. 27. 28; 26; 405 a 8; 405 b 9. 22 (bi.J);
425 b 3 (bis). 7. 8. 13. 15 (bis). 406 a 4; 408 a 30; 408 b 32;
16. 18. 22. 26. 28; 426 a l. 2. 4. 411 a 24; 412 a 4; 412 b 10;
6. 15. 21. 27. 28 (ter). 29; 426 b 413 b 10. 11 (bis). 31; 414 b 15.
3. 4. 9. 15 (bis). 16. 19. 20; 427 22. 24; 415 b 28; 416 b 30. 34;
a 3. 4. 8. 11. 14. 15. 20. 22. 26 417 a l. 17; 417 b 14; 418 a 4;
(Om.); 427 b 3. 4. 6. 7. 9. 11. 16 418 b 14. 21; 419 a 23; 420 a 23;
(bis). 18. 19. 24. 26. 28; 428 8 420 b 22; 421 a 8; 423 a 11;
l. 3. 4. 5. 17. 18. 26. 27. 28. 29; 423 b 29; 424 a 15; 425 a 29;
428 b l. 4. 7. 9. 10. 11. 13 (bis). 427 a 23; 428 b 30; 429 a 9; 431
14 (bis). 17. 19. 25. 29. 30; 429 a 21; 432 a 22. 28; 433 b 27;
a l (bis). 3. 4. 5. 9. 11. 13. 14. 434 a 6; 435 a 14; 435 b 20.
15. 18. 19. 21. 24. 26. 27 (bis); ~~: 406 a 24. 25; 406 b 31; 407 a
429 b 8. 10. 12. 19. 20. 23. 2,. l; 407 b 15. 22. 25; 408 a 6;
30; 430 a 2. 3. 5. 7. 10. 14. 16. 408 b l; 409 a 30; 409 b 12;
18. 20. 22. 23. 27. 28; 430 b l. 414 8 23; 414 b 10; 416 a 6. 15.
4. 5 (ter). 10. 11. 19. 24 (bis). 34; 416 b 2; 417 b l. 6. 7. 10;
25. 26; 431 8 l. 3 (bis). 4. 10. 420 a 13; 425 b 16; 426 b 4;
21. 23. 25. 27; 431 b l. 4. 11. 431 b 24. 25. 26; 434 b l; 435
16. 17. 18. 21. 22. 27. 28; 432 a a 2.
l. 2. 3. 5. 9. 10. 11. 13. 16. 20; e:~: 402 a 13. 16; 402 b 5; 403 b
432 b 4. 7. 16. 18. 20 (bis). 24 9; 404 b 11. 20. 22. 23; 405 a 3.
(bis). 27. 29; 433 8 5. 12. 19. 26 15; 405 b 15. 17 (bis). 18. 26;
(bis). 28. 30; 433 b 6. 10. 13. 15. 406 a 2. 13; 406 b )2; 407 a l.
18. 19. 25; 434 a 8. 29. 3oa. 32; 6. 8; 409 b 4; 410 b 3. 6. 9 (bis);
434 b l. 4. 7. 8. 9. 10. 12. 14. 411 b 4. 9. 11 (bis). 12; 412 8 6;
Baruch_in_libris
INDICI
412 b 6. 8; 413 a 22; 413 b 18. b&t: 413 a 3; 414 b 21; 423 b 21;
33; 414 a 3. 31; 414 b 3. 11. 20; 431 b 9.
415 b 4. 7 (bis); 418 a 9; 418 b bdVO<;: 402 a 10; 403 b 9; 404 a
13; 419 a 4; 419 b 11. 25. 35; 27; 40.5 a 28; 40.5 b 22; 406 a
420 a l. 2. 3; 422 b 18. 20. 23. 20; 407 b 9. 13; 408 b 15. 16
32; 423 a 8. 9. 20; 424 b 31; (bis). 17. 26. 27 (bis). 28; 410 b
425 a 16 (?). 20. 31; 425 b 2. 5. 12; 411 b 10 (bis). 13; 41.5 a 10.
20. 27; 426 a 15. 28 (bis); 426 b 21; 41.5 b l (bis); 416 a 25; 416
18. 20; 427 a 10. 11. 14 (bis); b l; 418 a 6; 423 b 13. 20; 424 a
428 a 3; 428 b 9; 429 b 28; 430 a 2. 23. 28; 424 b 14; 426 a 26;
21. 28; 430 b 5. 18; 431 a 2. 19 428 a 28; 430 a 7. 8. 11; 430 b
(bis). 21. 22. 27. 29; 431 b lO; 16. 17; 431 a 23. 26. 29; 431 b
432 a 19. 22; 433 a 21; 433 b 10. 3. 17; 434 a 11 (?). 13 (bis); 434
13; 434 a 8. 9; 435 a 5. 8 (bis). b 7. 28. 29.
d.a«U&l.~: 417 b 28. ixO)..(fk.l: 404 a 11.
t:tCT!LJ.Lt.: 406 b 4; 410 b 29; 420 b 27. ixxp(vw: 404 a 14.
EloipxoiJ4t.: 420 a 12. txl&btw: 424 b 26. 27; 42.5 a 13.
a:tcrw: 420 a 5; 420 b 26. ix1tviw: 421 a 2; 421 b 15.
a:t~«: 402a 8; 415 a 15; 428 a 8. 11. b1tvoi}: 432 b 11.
a:t~e: 429 a 11 (bis). lx~cm~: 406 b 13.
ix: 402 a 21; 404 b 11. 17. 18. 25; ix~dvw: 429 b 17.
405 a .24; 405 b 3. 9. 13. 16. 22. ix~~: 431 b 4.
24; 406 b 14. 28. 32; 408 a 17. ·Ex~~= 404 a 30.
30; 408 b 31. 34 (bis); 409 a 11; iMxr.trf«: 41.5 a 8.
409 b 15. 23. 29; 410 a 17. 20. lUyxw: 405 b 4.
22; 410 b 6. 8. 17. 22. 29; 411 a iMiw: 408 b 14.
2. 24. 2.5; 412 a 9; 413 a 11; 413 D.Eo~: 403 a 17.
b 28; 414 a 28; 416 a 2.5; 417 a D.. t.~: 420 a 13.
32; 417 b 10. 12; 418 b 19; 423 D.xw: 412 b 4.
a 14; 424 a 28; 424 b 23; 425 a D.~t.c;: 433 .b 25.
3; 428 a 5. 28. 30; 428 b 9; 429 b O..V"rpov: 421 b 29.
l (bis). 2; 431 a 4; 434 a 9. 11; lJ.L~ti)..)..w: 422 a 12.
434 b ll. il!J.Livw: 429 a 4.
fx«CT~c~: 402 a 18; 402 b 6; 403 a lll1t«À.r.v: 416 a 31.
30; 404 b 12; 405 b 12; 407 b 23; 'EJ.L1tt:Soxli\~: 404 b 11 ; 408 a 19;
408 a 19. 27; 408 b 6; 409 a 23; 410 a 3. 28; 410 b 4; 415 b 28;
409 b 25. 30; 410 a 2. 8. 18 (bis). 418 b 20; 427 a 23; 430 a 28.
28; 410 b 2. 3. 7; 411 b l. 2. 15. iJ.L1COI.ÉW: 419 b 9.
17; 412 b 7; 413 b 13. 18. 31; iJ.Lq)«~vw: 413 a 15.
414 a 25; 414 b 32 (bis); 415 a lJ.L~oq>o~: 420 a 7 (?); 420 b 31 (?).
10. 12. 15. 16; 415 b .5; 417 b fJ.LtlNxc~: 403 b 2.5; 404 b 7; 411 a
22. 27; 418 a 7. 10. 14. 17. 2.5; 20; 413 a 21; 414 a 17; 414 b 30;
418 b 2; 419 a l; 421 b 4; 423 b 41.5 b 11; 416 b 9. 10. 11. 13. 29;
20; 424 a 15. 22. 23; 424 b 9; 420 a 7; 420 b 6. 31; 423 a 13;
425 a 15. 20; 425 b 10. 24; 426 a 434 b 12; 435 a 14.
30; 426 b 8. 13 (bis); 429 b 6; lv: 402 a 4. 23. 25; 402 b 18; 403 a
430 a 6. 11; 430 b 6; 432 b 7; 24. 2.5 (?); 403 b 3. 6; 404 a 3
434 a 17. (bis). 13. 14. 18; 404 b 3. 19; 405
lxti~t:po~: 403 b 9; 405 a 9; 411 b a 28; 405 b 23; 406 a .5. 7. 16.
21. 24; 413 b 10. 21; 414 a 6; 24. 2.5; 406 b 7. 16; 407 a 11 (?);
417 a 26; 419 a 28; 424 a 6; 430 407 b 29; 408 a 7. 32; 408 b 15.
b 10. 12; 431 a 23 (bis). 17. 20. 23 (bis); 409 a 13. 14. 16.
Baruch_in_libris
INDICI 459
17. 21. 22. 23. 25. 26. 28; 409 h 428 h 15. 2()-; 430 h 3; 431 h 18;
2. 3. 4. 6; 410 a 4 (Emp.). 7. 11. 433 a 30; 434 a l. 28; 435 a 13.
30; 410 h 28; 411 a 7. 9. 10. 11. lvST)Àoc;: 422 h 33.
12. 13. 17. 19. 23; 411 h 3. 4. Mw: 407 h 23. 25.
15. 24. 27; 412 a 23; 412 h 17; Mt.J.n: 410 a 7. 8. 10. 11; 411 a 16;
413 a 26. 32; 413 h 18 (bis). 20; 417 a 4; 422 h 26; 425 h 24; 430 h
414 a 11. 21. 22. 23. 26; 414 h 17. 24; 434 a 3. 4. 5 (bis). 25.
29. 31 (bis); 415 a 3; 415 h 17; fvatt: 403 a 27; 403 h 6; 415 h l.
416 a 12 (bis). 27; 416 h 31. 33; 16. 20; 420 h 20; 425 h 4; 432 h
417 a l. 17; 417 h 23. 31; 418 a 15; 433 a 14. 15; 434 a 31. 32;
30; 418 b 3. 8. 9. 10. 16. 17. 24; 434 h 24; 435 h 21. Cfr. anche ov
419 a l. 2. 3. 8. 17. 22. 23 (ter). lvatt.
34; 419 h 10. 18; 420 a 4. 9. 11. lvtUV: 406 h 10.
17. 27. 30. 31; 420 h 3 (bis). 12. fvipytt.«: 414 a 9. 12; 415 a 19; 416 h
15. 21. 28; 421 a l. 20. 23; 421 2; 417 a 7. 13. 14. 16. 18. 3Q-;
h 11. 31; 422 a 4. 5. 10. 11. 12; 417 h 19. 20. 22; 418 h l. 9; 419
422 h 21. 25. 29; 423 a 4. 26. a 10; 419 h 5. 9 (bis); 420 a 27;
28. 29. 30 (bis). 31; 423 h 10. 422 a 18; 424 a 2. 8; 425 h 26.
11. 29. 30; 424 a 5. 24; 424 h 28 (bis). 31 (bis); 426 a 3. 5. 6.
11; 425 a 7; 425 h 9. 25; 426 a 11. 14. 16. 24; 428 a 6. 9; 428 h
2. 4. 5. 10 (bis). 11. 31; 426 h l. 13. 26; 429 a 2. 24; 429 h 6;
2. 9. 24. 29. 30; 427 a 20. 24. 28; 430 a 17. 18. 20; 430 h 6. 8. 25;
427 h 2. 9. 19. 24; 428 a 8; 429 h 431 a l. 5. 7 (bis). 12; 431 h 14.
14. 18; 430 a l. 6. 10. 13. 21. 26. 17; 433 h 18.
27; 430 h 2. 8. 10. 13. 15. 17. 19. ivtpyiw: 412 a 26; 416 h 19; 417 a
20b. 24; 431 a 2; 431 h 2. 3. 6. 12. 15; 417 h l (bis); 425 h 29;
10 (?). 11. 12. 1.5. 29; 432 a 4 . .5; 427 a 7; 428 a 13; 429 h 7; 431
432 h 5. 6. 7. 22. 23; 433 a 11; a 10.
433 h 7. 20. 21. 26; 434 a 6. 7. 26. lvt.ot.: 403 h 28; 404 h 28; 406 h 15;
27; 435 a 2. 9; 435 h 21. 22. 23. 411 a l; 411 h 20; 413 a 5. 6;
Cfr. anche xd:v. 413 h 16 (bis). 32; 414 a 31; 414
lv«t.JJ.C~: 420 h 10; 421 h 11. h 16; 419 a 2; 421 h 12; 425 a 9;
ivaÀÀ~: 431 a 27. 426 a 12. 13; 427 h 3; 428 a 24;
ivavri.oc;: 405 h 24. 25; 407 h 31. 32; 429 h 12.
411 h 7; 413 a 28;416 a 6. 22 (bis). iv~""tE: 403 a 21; 429 a 7; 434 a 12.
23. 31. 32; 416 h 6 (bis); 417 a lv~J.Lt.: 432 b 8.
32; 417 h 3; 418 h 18; 421 a 29; tvo1toLÉw: 410 h 11.
422 h 11; 426 h 30; 427 a 6; 427 h i'VCM'JJJ.«Lvw: 423 a 4.
4. 6. 11. 26; 430 h 23. 25; 431 a iV""t«Vf«: 414 h 22; 423 h 21; 425 a
25; 433 h 5. 6. 12; 428 h 2Q-; 431 h 9; 433 h 22.
ivttvtv.ù<;: 427 a l. fvtEÀiXEt.tl: 402 a 26; 412 a 10. 21
ivcxvrtwcnt;: 405 h 23; 411 a 4; 422 h (bis). 27; 412 h 5. 9. 28; 413 a 6.
23. 26. 29; 424 a 5. 7. 8; 413 h 18; 414 a 17. 18. 25.
ivapytt.a: 418 h 24. 27; 415 h 15; 417 a 9. 21. 29;
lvtxpyric;: 403 a 19. 417 h 4. 5. 7. 10. 13; 418 a 4;
ivapy~: 428 a 14. 418 h 12. 30; 419 a 11; 422 h
lvttplJ,é~w: 414 a 23. l. 16; 429 a 28; 429 h 31; 430 a
tvSÉXOJ.LaL: 403 a 9. 11; 403 h 30; l; 431 a 3; 431 h 25. 26.
406 h 3. 4; 407 a 15; 407 h 21; tvuVhv: 408 a 9; 426 h 24; 433 h 26.
409 a 18; 413 h 26; 415 h 4; lvroJ.Loc;: 411 h 20; 413 h 20.
416 h 5; 418 a 11. 12; 423 a 24; tvr6~: 420 h 21; 421 h 16; 422 h 23.
426 h 17; 427 h 13; 428 a 9. 20; 34; 423 h 23.
Baruch_in_libris
460 INDICI
~wSpoc;: 419 a 3.5; 421 b 10. 18; 430 a 2. 3; 430 b 14. 22; 431 b
lwl.ot;: 403 a 2.5. 4; 43.5 a l. 8;
~roo;tcipxw: 404 a 14; 411 a 23; 411 h con il dativo: 414 b 24; 417 b 24
2.5; 413 a 1.5. 23; 418 h 8; 430 a l. (bis); 420 a 14; 421 b 17; 427 b
E;: 403 h 8. 1.5; 404 b 20. 29; 40.5 a 18. 20;
19. 26; 407 b 32; 409 b 18. 29; con l'accusativo: 404 a 20; 404 b
410 a 1.5. 19; 411 a 3; 412 a 4; 7. 9. 23; 407 a 28. 30; 408 b 17;
413 b 24; 414 a 16. 17; 416 a 23. 411 b 13. 22; 413 a 29; 413 h 11;
24; 416 b 2; 417 a 31; 419 a 24; 414 b 14; 417 b 1.5. 16; 418 b 2.5;
423 a 12; 424 b 33; 42.5 a 4; 430 h 419 a 7. 12. 28; 420 a 31 (bis);
13; 431 a 3. 420 b 17. 18; 423 b 24. 2.5; 429 a
~~Eq.u: 43.5 a 6. 9; 43.5 a 4.
~~ÉPXOJlrLt.: 406 h 3; 411 b 8; 419 b 17. i1t!Socnt;: 417 h 7.
f~t.c;: 417 a 32; 417 b 16; 418 b 19; É1tt.~T)uw: 402 a 7; 411 a 11; 41' a 16.
428 a 3; 430 a 1.5; 432 a 6. É1ti1)pot;: 410 a 4 (Emp.).
f~(crnn.Lt.: 406 h 13. i1t~o&vJ,tiw: 403 a 7; 411 a 28; 411 b 6;
l~w: 417 a 4; 419 b 30; 420 a .5; 433 a 7; 43' h 23.
42.5 a 8; 43' a 1,. f1tt!vJ.L1l~~: 407 a '; 432 a 2'; 433
l;~: 417 a 28; 417 b 20. 27. b 4.
lo~oxa:: 402 h 4. 16; 403 a 8. 16; 404 a l~t!vp,kt: 413 h 24; 414 h 2 . .5. 12;
16. 21; 40.5 a 13. 19. 29. 31; 40' 432 b 6; 433 a 3. 2'; 433 b 6. 8;
b 3; 407 a 32; 408 h 18; 410 h 434 a 2. 3.
11; 411 a 16; 411 h 17. 27; 413 h i"Jtt.XcilvJ.LJ.La:: 422 a 2.
2.5; 419 h 27; 420 h l. 8; 421 a É"Jtt.X«À~w: 429 a 7.
16; 421 h 26; 423 a 6; 423 h 17. i"Jtt.Xp(vw: 431 a 20.
fr.dvEt.J.Lf.: 403 h 16; 412 a 4. i1ttl.a.v&tivop.a:t.: 428 h 6.
11u:(: 404 h 27; 406 a 30; 407 h 12; i1tt1ttSov: 402 a 22; 402 h 19; 403 b
409 a 4; 411 a 26; 412 a 16; 412 h 19; 404 b 23; 409 a 4; 420 a 2
8; 413 a 11; 414 a 4. 17; 41' h 3; (bis).
416 a 19; 416 h 9. 20. 23; 418 a l; bc(?tovoc;: 407 h 2.
419 b 28; 420 h 14; 422 a 34; 423 l1tt.t1X11t~icv: 40.5 h 31; 414 a l; 414 h
h 7; 42.5 b 9. 12; 426 a l'; 426 h 16; 430 a 6; 432 h 12.
12; 427 a 17; 427 h 27; 429 a 2. bct.CTXi~oJ.L«t.: 409 h 23.
18; 429 h 10; 430 a 10; 430 h 6; ~~t#XOTCW: 402 h 4; 403 h 20; 406 a
432 a 3. l'; 433 h '· 13; 434 a 11.
16; 434 b 11; 43, h 21. 22. l'K~«J.L«t.: 414 a '· 6; 417 a 29.
bcEt.Sciv: 402 h 22; 408 a 7. l1t!cn~: 4o7 a 33.
bttt.Si): 40' h l'; 410 h 8; 417 a 9; l1tt.ern'lJ.L1J: 404 h 22. 26; 412 a 10.
421 h 20; 428 h 10; 433 h 13 (?). 22. 23. 27; 414 a '· 8; 417 a 24;
l"Jtt:!tnt.J.Lt.: 404 a 13. 417 b 6. 12. 18. 22. 26; 427 h 6.
l1tEt.~«: 428 a 12; 430 a 30. 10. 2.5; 428 a '· 17; 430 a 4. 20;
f1tfPXOJ.L«&.: 413 a 13. 431 a l; 431 h 22. 24; 433 a .5.
l~t: con il genitivo: 402 h 14; 406 a 6. 11.
8; 408 h 20; 412 a 26; 412 h 4. 18. lr.t.ern)J.LCMX6t;: 414 a 10; 431 h 27;
22 (bis); 413 a 32; 413 h 16. 20; 434 a 16.
414 b 23. 26 (bis). 30 (bis); 418 a É1tt.crn')J.LWV: 417 a 22. 23. 24. 2.5. 30.
29; 419 a 33; 419 h 28. 29; 421 b 3Q-; 429 h 6.
3. 16. 19; 422 a 14. 27; 422 h 10. l'Kt#Tr)"t~: 430 a '; 431 h 23. 27.
28; 423 a 11. 17; 423 h 8. 22. 24; É1tt.~dnw: 433 a l.
424 a 9 (bis); 424 h .5. 8; 42.5 b l. i"Jtt.~(h}J14: 419 a 29; 423 h 24. 2.5.
17; 426 a 8. 12 (bis). 24. 2'; 426 h l1tt.XEt.pÉw: 407 b 20 j 409 b l'.
12; 429 a 30; 429 b 11. 12 (bis). 1-r.cp.tXt.: 406 b 4; 428 a 20; 428 h 22.
Baruch_in_libris
INDICI 461
Baruch_in_libris
462 INDICI
Baruch_in_libris
INDICI 463
Baruch_in_libris
464 INDICI
tS~oo~: 402 a 9. 15; 403 a 4. 8. 11. x«>..Wt;: 402 b 2.5; 403 b 23 (bis);
12; 407 b 23; 408 b 34; 409 b l; 404 a 29; 404 b 2; 407 a 2; 411 a
410 a 19; 414 b 24. 26; 418 8 26; 414 a 19; 415 b 28; 416 a 2;
10. 11. 17. 19. 24; 420 a 18; 421 417 b 8; 419 a 15; 426 a 20.
h 19; 42.5 a 14. 19. 21. 28. 30; x«~~= 416 a 25; 420 a 14. 1.5; 422
427 b 12; 428 b 18. 23; 430 b b 8.
29; 432 a 21. XCI~"KVÀ.ot;: 402 b 19; 411 a 5. 6.
LSl.wç: 425 a 7. x4v: 407 b 29; 417 b 26; 419 b 18;
txa.véç: 407 a 15; 411 a 3. 430 b 17.
t'.'o:: 409 b 24; 415 a 29; 429 a 19 xciv: 402 h 8; 404 a 20; 406 a 22.
(bis); 435 b 23. 23; 406 b 6; 408 b 12; 413 a 22;
t-;;1tc~: 402 b 7. 417 a 11; 422 a 11; 423 b 9;
"l'2t1tWV: 405 b 2. 425 b 8; 426 b 19; 427 b 22;
taé7.À.E'Jpc~: 413 a 18. 429 a 26; 432 b 17. 18.
tcrc~: 402 b 21; 413 a 17. XCivWV: 411 a 6.
t~op!a.: 402 a 4. X«pS,«: 403 a 31; 408 b 8; 420 b
Lo-xvp6ç: 403 a 19; 421 b 24; 422 b 26; 432 b 31.
8; 424 a 30; 426 b 2; 429 b 2. Xtlp"K6~: 412 b 3. 27,
ttr~: 402 a 23; 405 b 31; 408 b 9. X«"t«: con il genitivo: 402 a 14; 408
13. 29; 409 b 29; 411 a 8; 430 b a 2. 3; 412 a 18. Cfr. anche <tt
18. Xct'tci: 'tl.VO~.
LY.fV~: 419 a 5; 420 b 10; 421 a 4. con l'accusativo: 402 a 2. 15; 402
b 6. 23. 26; 403 a 14; 403 b 2.5;
xa.Dtir.Ep: 402 a 22; 402 b 6; 403 8 404 b .5; 406 a 4. 5 (bis). 7. 11.
12; 405 b 2. 6; 407 b 4; 408 a 14. 17. 19; 406 b 2. 3. 5. 8. 9.
31; 408 b 23; 409 a 31; 409 b 8; 14. 15. 29; 407 a 11. 12. 13. 14;
410 a 2. 27; 412 b 11. 21; 413 b 407 b 7. 22; 408 a 15 (bis). 16.
27. 28; 414 a 5. 1.5. 30; 41' b 22. 30. 33; 408 b 10 (bis); 409 b
19; 416 a 30; 416 b 34; 417 a 7. 19; 410 b 15. 20; 411 a 29; 411 b
17. 19; 418 a 4; 419 b 29; 420 b 22; 412 a 7. 8; 412 b 10. 20;
17. 30; 422 a 14. 25; 423 b 2. 8; 413 a 12. 24 (bis); 413 b 22; 414
430 a 28. a 2.5. 32; 414 h 9. 17. 27. 29. 32;
xaDap6t;: 405· a 17. 41.5 a 7. 19. 25; 415 b 2. 9. 18.
x«huSw: 417 a 11. 22. 23; 416 a l; 416 b 11; 417 a
x~D6À.:v: 402 b 7; 410 b 26; 412 b 5. 8. 30; 417 b 10. 19. 22 (bis).
10; 417 a l; 417 b 23; 424 a 17; 27; 418 a 7. 8. 9. 20. 21. 24. 30
434 a 17. 20. (bis); 418 b l. 5; 419 a 10; 419
xo:acpciw: 402 b 20. b 9; 420 a 27. 29; 420 b 6; 421 a
x«!: passim. 21; 421 b l; 422 a 33; 423 a 18;
Xt1,7:EP: 414 a 24. 424 a 15. 24; 425 a 1.5. 24. 28.
XtXt.p6~: 417 b 28. 30; 42.5 b 27. 28. 31 (bis); 426 a
x«,"t:t.: 407 b 9. 17. 32; 409 a 23; 3. 4. 19. 24 (bis); 426 b 26; 427 a
410 b 2. 20; 423 a 4; 423 b 8; 18. 29; 427 b 23; 428 a l. 2. 3;
427 a 29; 435 a 18. 428 b 2. 16. 2.5; 429 a 2. 5. 12
x«,w: 417 a 8 (bis). (bis); 429 b 6. 27. 29; 430 a 20.
xax~:;: 426 b 2.5; 430 b 22; 431 a 11. 21; 430 b 14. 16. 2<>-. 28; 431 a
16; 431 h 11. l. 2. 12; 431 b 17; 432 a 15. 17.
x«Àlw: 404 a 3; 40.5 b 29; 407 a 4; 26; 432 b 8. 9. 13; 433 a 3. 5.
410 b 28; 420 b 28; 423 b 30; 13. 22. 24 (bis); 433 b l; 434 . a
427 a 10; 429 a 22; 432 b 26; 17; 434 b 30; 435 b 10.
433 a 31. Xa."t«X«~"K'tW: 406 b 31.
xa.).~<;: 402 a l. XtX'td~T)POt;: 422 b 5.
Baruch_in_libris
INDICI 46,
X«"t~~= 430 b 27 (?). 17 (bis). 18. 19. 21. 24. 2.5. 31;
X«"t4qnnJ.t.: 431 a 9. 434 a 4. 11. 12. 1.5 (bis). 16. 19;
X«'t«XPfiOJJ,«t.: 420 h 17. 434 h 29. 30. 32; 43.5 a 3. 4. 9;
X«'t4~~r.<: 40.5 h 29. 43.5 h 11. 24.
X«"tÉXlll: 409 a 23; 421 a 3 (bis); x!VT)~: 403 a 26; 403 h 26; 404 a
421 h 1.5. 9. 12. 22; 40.5 a 28; 40.5 h 11.
Xtl"nl'YOPfw: ·402 h 8. 31; 406 a 2. 9. 12 (bis). 1.5. 16.
x«"n}y~!«: 402 a 2.5; 410 a 1.5. 21. 26. 29. 31; 406 b 6. 12. 1.5;
xti"tw: 406 a 28; 413 a 29; 41.5 h 407 a 2. 6. 20. 33; 407 b l; 408
29; 416 a 2. 3. a 7; 408 b 4. 6. 1.5. 18; 409 a .5;
X«vp.~: 403 h .5. 409 h 12; 410 h 21; 411 a 29;
x«~t.X6c;: 417 a 8. _. 412 h 17; 413 a 23. 24; 413 h 13.
xcxvn6c;: 416 a 16; 417 a 8. 22; 41.5 b 10. 22; 417 a 16; 418 a
xE!p.«t: 404 a 30 (Om.). 17. 19; 419 b 23; 420 a 9. 11.
X!MUw: 432 b 30. 31; 433 b 8. 16. 21. 33; 420 b 11; 423 a 10;
xMc;: 419 a 16. 20; 419 h 33. 34; 424 a 30; 42.5 a 16. 17 (bis). 21;
420 a 18. 425 b 6; 426 a 2; 426 b 30; 427
XEV"tiW: 420 b 2. a 18; 428 b 11. 13. 1.5. 23. 2.5;
xavW<;: 403 a 2. 429 a l; 431 a 6 (bis); 432 a 17;
xÉp«c;: 419 a .5 (?); 420 a 16. 432 b 9. 13. 14. 1.5. 19. 28; 433 a
XEcptiÀ.CXLC'\1: 433 h 21. 7; 433 b 18. 27; 434 b 32.
xEcp«li): 416 a 4; 419 a .5. x~oVT)"tLX~: 404 b 8. 28; 40.5 a 4. 10.
xqwp~: 427 a 14; 431 h 14. 19. 2.5; 409 a 3; 409 h 20; 410 h
XT)p6c;: 412 h 7; 424 a 19; 43.5 a 2. 9. 17. 19; 414 a 32; 414 h 17; 41.5 a
xtviw: 403 a 21; 403 h 29. 30 (bis). 7; 418 a 31; 419 a 10; 420 a 3;
31; 404 a 7. 8. 19. 20. 21. 23. 24. 426 a 4; 432 b 18; 433 a 13; 433 b
2.5. 26. 27; 404 h 7. 30; 40.5 a 7 28.
(bis). 18 (bis). 21. 23. 27 (bis). 32 XL VT}"t6c;: 409 a 3.
(bis); 406 a l. 2. 3 (bis). 4 . .5. 6 xÀ.tiw: 429 b 16.
(bis). 7 (bis). 10. 11. 13. 14. 17. Kliwv: 42.5 a 2.5. 26. 27. 29; 430 b .5.
18. 19. 20. 22 (bis). 24. 2.5. 28. xoO..oc;: 419 h 1.5. 16; 431 b 14. 1.5;
30. 31 (bis); 406 h l (bis). 6. 7. 433 b 23.
8. 11 (ter). 12. 13 (bis). 14. 16 xo~ovn: 416 b 32.
(bis). 18. 20. 22. 24. 27 (ter); 407 xo~ov6c;: 402 a 12. 17; 402 b 8; 403 a
a 16; 407 h 2. 8. 11 (bis). 18. 19. 4; 405 b 20; 407 b 29; 408 b 28;
34; 408 a 31 (bis). 32 (bis). 33. 410 a 16; 412 a .5; 412 h 4; 414 b
34; 408 h 4. 6. 7. 8. 10. 30. 31. 23. 2.5; 41.5 a 24; 418 a 10. 17.
33. 34; 409 a l. 4. 13 (bis). 16. 19; 419 a 32; 421 b 18; 422 a
17 (bis). 18 (bis); 409 h l. 7. 8. 33; 42.5 a 6. 14. 27 (bis); 42.5 b
11 (bis). 20; 410 a 2.5; 410 h 21; 6. 10; 428 b 22; 429 b 24. 2.5.
411 a 26; 411 h 2. 22; 413 h 3; 30; 431 b .5; 433 a 22; 433 b 20.
416 h 27 (ter). 33; 417 a 1.5. 17; XOLVW'JiW: 411 b 28; 415 b 3. 5. 27.
419 a 13. 14. 27; 419 h 18. 3.5; xotvwv!a.: 407 b 18.
420 a 4 . .5. 7. 17. 21. 30; 420 b x6pT): 413 a 3; 420 a 14; 425 a 4;
3; 421 a 3; 421 b 29; 42.5 a 18; 431 a 17.
426 a 2. 6 (bis); 426 b 30. 31; )tOP<T11: 430 a 29 (Emp.).
428 h 10 (bis); 431 b .5. 6; 432 a xpio"tc;: 407 b 31.
17. 18; 432 b 8. 10. 14. 17. 27; xp«-riw: 429 a 19.
433 a l. 2. 9. 18 (bis). 19. 20 xp~: 419 a .5.
(bis). 21. 22 (bis). 23. 24 (bis). xpd"t"tWV: 410 b 13.
2.5. 27. 31; 433 b 10. 12 (bis). 13 xp!vw: 404 b 2.5; 411 a 4; 418 a 14;
(bis). 14 (ter). 1.5 (bis). 16 (bis). 422 a 21; 424 a .5; 42.5 b 21; 426 b
Baruch_in_libris
466 INDICI
10. 14. 17 (ter). 23; 427 a 3. 11. 8. 11. 17. 20. 28; 418 b 4; 419 a
13. 18 (?). 20; 428 a 3; 429 h 13. 15; 419 b 3. 33; 420 a 29; 420 h
15. 17. 21; 431 a 24. 7. 12; 421 a 28; 421 b 8. 21;
xpt:n'l<;: 405 h 8; 411 a 6. 422 a 27; 423 h 27; 424 a 23;
]{pt.~: 405 h 6. 424 b 22. 30; 425 b 27; 426 a
xpt:n.x6c;: 424 a 6; 432 a 16; 434 h 3. 13. 17. 19. 20. 22. 23. 25. 26 (bis);
xp6xoc;: 421 h 2. 426 b 20. 21. 22. 25. 26. 27 (bis).
xp01M: 420 a 23; 424 a 32. 28; 427 b l. 3; 428 a l. 2. 13.
xu~pvtiw: 416 h 26. 16. 28; 428 b 23; 429 a l. 23.
xwlo<;: 406 b 31. 32; 407 a l. 16. 27; 429 h 6; 431 b 13. 20; 432 a
17. 20 (bis). 22; 407 b 6. 7. lO; 6. 21. 23. 25; 432 b 28; 433 a 2;
408 a 30; 423 a 7; 433 b 26. 434 a 18; 435 a 12.
xwloq>Oplu: 407 a 6. Mto<;: 419 b 7. 15. 16. 32; 420 a l.
xupt.oc;: 408 a 6; 410 h 11. 14; 418 a 2. 23; 43.5 a 8.
3; 419 b 19. 33; 433 a 5. 6. Àlt#nlc;: 422 h 31.
xup~: 412 h 9; 417 a 29; 418 a 24. l.d1tw: 409 a 8; 409 b 23; 419 a 19;
Xup<t6c;: 433 b 23. 421 a 21; 423 a 13; 425 a 7; 428 a
xwv: 402 b 7. 18.
XWÀ.U'ft.X6<;: 403 b 4. À.IXuov: 415 a 18. 23; 418 a 7; 418 b
xwlw: 404 a 14; 409 a 23; 413 a 3; 427 b 29; 431 a 21.
7; 416 a 7; 417 a 28; 419 b 26; M1t!f;: 419 a 5.
420 a 8; 429 a 20; 430 b 7. À.E1t'TOJ.Lip!t.tl: 405 a 11 ( ?) •
xw~oSt.Sci.crx«À.o<;: 406 b 17. ÀE1t'T01.1.fp1)<;: 405 a 6. 22; 409 a 32;
409 b 21.
l«n«vw: 410 a 5 (Emp.). Àl1t<t6c;: 40.5 a 24.
Àt4-'~civw: 402 a 11. 18; 403 a 5; A!Ux..1t1to<;: 404 a 5.
403 b 23; 405 b 8; 408 b 21; Àlux6c;: 406 a 18; 410 a 6 (Emp.);
412 b 22; 413 a 20. 27. 30; 41.5 a 418 a 21. 22; 422 b 24; 423 b
15; 416 a 2; 417 b 12; 421 a 32; 22; 424 a 8; 425 a 26; 42.5 b 7;
424 a 17. 20; 429 a 3; 434 b 17. 426 a 21; 426 b 10. 13. 18. 21;
MJ.L1tp6<;: 422 a 22. 25; 426 b l. 427 a l. 8; 428 a 29; 428 b l.
>-«J.L1tw: 419 a 4. 21 (bis); 430 b 2 (bis). 3 (bis). 5.
À.tlv&tivw: 402 h 5; 411 a l; 418 b 30; 431 a 25. 26; 431 b l.
23. 2.5. 26; 423 a 30; 423 b 7. 8. À.~«v: 408 a 10; 418 b 26; 422 a 22;
9; 42.5 b .5. 7; 428 b 8. 422 b 6.
Uyw: 402 a 12. 24; 402 b 3. 25; lt&t.voc;: 412 b 21.
403 b 17; 404 a 2. 5. 17. 21. 26. lt&oc;: 403 b 5; 40.5 a 20; 410 a 11;
31; 404 b 2 . .5. 9. 12. 19. 25; 431 b 29; 435 a 3.
40.5 a 3. 12. 13. 18; 40.5 b 14. À.t.1t«p6c;: 421 a 30; 422 b 12.
17. 19. 27. 30; 406 a l. .5. l O. À.oyl~oJ.L«t.: 431 b 7; 433 a 14.
16; 406 b 17. 20; 407 a 3; 407 b loyt.Q1.1.6<;: 409 b 16; 415 a 8. 9. 10;
.5. 9. 20. 24. 28. 30; 408 a 2. .5; 433 a 12. 24. 2.5; 434 a 8.
408 h 11. 12. 13. 32; 409 a l. ).oyt.O"nX6<;: 432 a 25; 432 h .5. 26;
11. 1.5. 31; 409 b 4. 9. 23. 24; 433 b 29; 434 a 7.
410 a 10. 13. 22. 27. 29; 410 b À6yoc;: 402 b 5; 403 a 25; 403 h 2
17. 18. 26; 411 a 14. 16. 18. 26; (bis). 4. 8 (bis). 16; 406 a 29;
411 h .5; 412 a 6. 8. 14. 22; 412 b 407 a 2.5 (bis); 407 b 12. 14. 28 .
.5. 9. 18; 413 a 1.5. 19. 20 (bis). 29. 32; 408 a 9. 14. 15. 18. 19.
22; 413 b 4. 7; 414 a 4 . .5. 1.5. 20. 22. 23 (bis). 27; 408 b 11;
29; 41.5 a 16; 41.5 b 9; 416 a .5; 409 b 1.5. 26; 410 a 2. 8; 410 b
416 b 6. 8. 32; 417 a 10. 11. 12. 28; 411 b 12; 412 a 6; 412 b 11.
16. 22. 25; 417 b 8. 19. 30; 418 a 16. 20; 413 a 12. 14. 16. 18; 413
Baruch_in_libris
INDICI 467
h 1.5. 29; 414 a 9. 13. 2.5. 27; 17; 408 a 6; 409 a 14; 416 a 17;
414 h 20. 23. 2.5. 27; 41.5 a 12. 418 a 18; 422 h 30; 423 -a 23;
13. 20; 41.5 h 14; 416 a 17. 18; 424 a 26. 27; 42.5 a 16. 17. 18;
416 h 31; 417 a 2; 418 a 27. 30; 42.5 h 6. 9; 428 h 24; 429 a 12;
418 h 24; 419 a 7. 2.5; 421 a 6; 429 h 10 (bis); 431 h 19; 432 a
422 h 17; 424 a 24. 27. 31; 424 h 4. 20; 433 h 2.5.
8; 426 a 8. 28. 29; 426 h 3. 4. 7; ~: 408 h 23.
427 a 29; 427 h 14. 26; 428 a 23. IJ,d!CTTr}~t.: 406 h 3.
24; 429 a 12; 429 h 16; 430 h p.i&oBoc;: 402 a 14. 16. 17. 20.
22; 431 h l; 432 a 20. 26. 31; l..tdtwv: 428 h 4; 432 a 28; 434 a 9.
432 h 3. 8; 433 h 6. 24; 434 a 17. Ili~: 422 h 24; 424 a 8; 426 a 21;
Àot."R~: 404 a 7; 40.5 a 24; 413 h 27; 426 h 11; 427 a 8; 430 h 23; 431 a
41.5 a 9; 417 h 21; 424 a 11. 2.5. 26.
Àvyp6c;: 404 h 1.5 (Emp.). JJ.i>..t.: 421 h 2.
Àv"Riw: 408 h 2 . .5; 426 h 7 (?); 431 a J.LiÀ~o<t<t«: 428 a 11.
10. ~ÀÀ.w: 41.5 a 14; 424 a 7; 431 h 8;
>..v~: 409 h 17; 413 h 23; 414 h 4; 433 h 8. 10; 434 h 14. 26.
434 a 3. ~i)..oc; (membro): 408 a 21 (?).
Àv"JtEp6c;: 414 h 5; 421 a 12; 431 a 9; J..Li).oc; (melodia): 420 h 8.
431 h 9; 435 h 23. ~iv: passim.
Àvprz: 420 h 7. Jlivtot.: 403 a 14; 417 a 16; 426 h 27.
À~: 422 h 28. ~m: 406 h 21; 407 h 11; 409 a 12;
lVc..l: 424 a 31; 426 h 7. 424 h 15; 433 h 26; 434 a 16;
43.5 a l . .5.
~~«: 402 h 19. p.ç!tw: 406 h 29.
JldTJJl«"tut6c;: 403 h 1.5; 431 h 1.5. (..Lç(.CT"f6c;: 402 h l ; 407 a 19 (bis);
JJ.titr}~: 417 a 31. 411 h .5. 7. 12; 413 a .5.
JJ4X4p~ooc;: 407 a 34. JJ.ipoc;: 402 h 22; 403 a 27; 408 a 10.
~tù..u6c;: 422 h 27; 423 h 4; 424 a 3. 11. 21; 410 a 5 (Emp.); 410 h 2.5;
ll«À4XOC1«PXoc;: 421 a 26. 411 a 4; 412 h l. 18. 22. 23. 24;
~tll.t.CT"f«: 402 a 6; 403 a 8; 403 h 413 a 4. 6; 413 h 21; 420 a 7;
25. 26. 29; 404 a 6; 404 h 31; 432 h 25; 433 h l.
40.5 a 6. 1.5; 406 h 10; 408 a l; p.icroc;: 407 a 29; 413 a 19; 423 h 7.
408 h .5. 19; 411 h 10; 412 a 11; 12; 424 a 6; 434 h 31. 33; 43.5 a l.
416 a 28; 418 a 28 (?); 42.5 a 7; JUCT6Tnc;: 424 a 4; 424 h l; 431 a 11.
427 a 17; 428 h 2.5. 29; 429 a .3. 19; 43.5 a 21.
~cn>..ov: 402 a l. 26; 403 a 23; 403 h JU<tti: con il genitivo: 403 a 1.5. 16;
8; 407 a 33; 407 h 8; 408 a l. 20; 407 h 4; 420 h 32; 424 h 3. 11;
409 h 29; 411 h 8; 412 a 18; 41.5 h 428 a 2.5; 429 ·h 19; 432 h 16;
6; 416 a 1.5. 18; 417 h 3; 423 a con l'accusativo: 419 h 17.
31; 42.5 h 7; 426 h .5; 428 a 14; JU""t«~tillw: 406 h 2; 416 a 33; 416 h
429 h 4; 434 a 20; 434 h 6. 7. 2; 417 a 32; 434 h 30.
Jl(lvttivw: 408 h 14; 417 h 12; 429 h ~<t«~ol'i): 416 a 33; 417 h 1.5. 17.
9; 432 a 7. J.L!<t~v: 406 a 30; 416 a 34; 418 h
J.L<XV'tWop.«lo: 409 h 18. 22; 419 a 16. 20 (bis). 27. 32; 419
JJ4P«(vw: 408 h 24. h 8; 421 h 9; 422 a 9. 13. 16;
IJ4P"NPW: 410 a 29. 422 h 13. 22; 423 a 1.5. 23. 27;
JlG.'n)V: 432 h 21; 434 a 31. 423 h 14 (bis). 1.5. 26; 424 h 29;
JUYtiÀ«: 402 a 5. 434 h 28; 43.5 a 16.
~~= 402 h 22; 404 h 4; 409 h 9; JU<t«"Rt~w: 428 h 6.
418 h 26; 422 a 24. 26; 429 b l. p.!'t<X"R('Jt<tW: 428 h 8.
pl-,doc;: 407 a 3. 9. 10 (bis).-- 12. 14. JU<tcupopd.: 420 a 29; 428 a 2.
Baruch_in_libris
468 INDICI
Baruch_in_libris
INDICI 469
Baruch_in_libris
470 INDICI
9. 1.5. 2.5; 431 h .5; 432 h 30; 21. 2.5; 413 a 29; 413 b 31; 414 a
433 a 3; 433 h 22; 434 h 1.5. 2.5; 7; 414 b 24; 41.5 b 9. 2.5; 417 a
43.5 a 2. 12; 43.5 h 8. 10. 14. 21. 13; 417 b 19. 21. 2.5; 419 a 31;
otoVE': 430 h 13. 421 a 17. 29; 421 b 8. 10. 13;
o{oc;: 403 h 18; 40.5 h 32; 407 a 4 . .5 422 a 23; 423 a 3. 29; 423 b l.
(bis); 407 b 33; 408 a 29. 33; 10; 424 a 2. 11. 21; 424 b 5;
408 h 30; 409 a 28; 410 h 30; 426 a 19. 31; 426 b 12; 427 b 22;
41.5 a 28; 41.5 b 7; 416 h 16. 18. 429 a 16; 429 b 8; 430 b 9. 19;
24. 2.5; 418 a 4. 6; 418 h 12; 431 a 29; 432 b 19.
424 a l; 424 h 2. 7; 42.5 a 14; 6~wwJ.LWC: 412 b 14. 21.
426 h 23; 427 a 6. 8; 429 h l; !v, -r6: 402 a 26; 404 b 9; 405 a 16.
434 a 29. 3()&; 434 h 3. 10. 23; 28; 409 b 2.5; 410 a 13; 410 b 8.
43.5 a 11; 43.5 h 2. 6. 1.5. 16; 412 a 6; 412 b 26; 413 a
6x-rw: 410 a .5 (Emp.). 2; 414 b 26; 41.5 b 14; 417 b 4
6À.(y~: 420 a 30. 31; 420 h 3; 427 h (bis); 13. 31; 427 a 21; 429 a 24;
8; 428 h 19. 429 b 18; 431 b 21. 22.
o).ov' -r6: 41 o b 29; 411 a 7. 17. !vop.«: 40.5 b 26; 418 a 3; 419 a 4;
~ìvec;: 402 b lO; 404 a .5; 40.5 b l; 421 a 32; 429 a 3; 43.5 a 17.
406 b 2; 407 a 17; 410 b 27; 6vo~til;w: 40.5 b 28; 426 a 12.
411 a 30; 411 b 1.5. 26. 27; 412 b 6~~= 420 a 29. 30. 32; 420 b l. 2;
23. 24 (bis); 414 a 8; 429 a 28. 421 a 30; 422 b 14. 24; 426 a 31;
~À.~: 403 a 7; 406 b 24; 407 a 17; 426 b 4. 6.
408 a 2; 408 b 31; 409 b 10; 410 61;~: 422 b 30.
b 7; 411 a 28; 412 b 7; 418 b 14; 6~6-r«v: 417 b 24.
419 a 21; 421 b 7; 422 a 27; 423 o~ou: 413 b 23. 24; 433 b 22.
h 17; 426 b .5; 429 b 21; 430 a !~W<;: 402 b 5; 403 b 23; 406 b 29;
21; 431 a 2; 431 b 10. 17; 433 a 420 a 10; 420 b 22; 42.5 b .5; 43.5
4; 433 b 27; 43.5 b 22. b 22. 24. 2.5.
6~«l6c;: 420 a 2.5. 6~wo-ouv: 410 a l.
a~~poc;: 403 b .5. op«~«: 428 a 16; 43.5 b 11.
• O~T)pcc;: 404 a 29; 427 a 2.5. !p~: 412 b 28; 426 a 13; 428 a 7.
!~IJ.Cl: 408 b 21; 421 b 28; 422 a l; 6p«-r~: 417 b 20; 418 a 26 (bis). 29.
423 b 22; 427 b 18. 30. 31; 418 b 2. 5 (bis); 419 a l;
6l-f.oytvi)c;: 431 a 24. 421 b .5; 422 a 16. 20; 423 b .5.
6~t~o5i)c;: 402 b 2 (bis); 411 a 17. 12; 424 a 10.
18. 21; 411 b 2.5. 6ptiw: 404 a 24; 404 b 13 (Emp.);
6lJ.Ot.OJJ.EPi}c;: 411 a 23. 413 b 16. 19; 417 a 11 (bis); 418
o~oc.~: 404 b 17. 18; 40.5 b 1.5 (bis); b 3. 29; 419 a 2. 6. 7. 8. 9. 13.
408 b 12; 409 h 27 (bis); 410 a 16. 18. 19. 21. 22. 23; 420 a 28;
9. 23. 24 (ter). 2.5 (bis). 29; 410 b 421 b 30. 31; 422 a 1.5; 424 b 5;
2; 416 a 30 (bis). 32 (bis); 416 b 7 42.5 a 30; 42.5 b 12. 13. 18 (bis).
(bis). 3.5 (bis); 417 a 19. 20; 417 b 19 (ter). 21. 22; 428 a 18; 429 a
4; 418 a .5; 427 a 28 (bis); 427 b 4; 429 b 3; 430 b 29; 431 b 6.
.5 (bis); 428 b 14; 429 a .5. 29; 7; 433 a 4; 433 b 10; 435 b 22 .
430 b 21; 431 a 8. 6py«vuc~: 412 a 28; 412 b 6; 432 b
6~tbn}c;: 420 b 6; 421 b l. 18. 2.5.
6lJ.Of.C-rp6~~: 404 b 21. 6py«Vt.XWc: 433 h 21.
!~t.hw: 418 a .5. !py«vov: 407 b 26; 411 b 23; 412 b
6~o~: 402 b 8. 13; 404 a .5. 2.5; l. 12; 413 a l; 41.5 b 19; 416 _a
404 b 6. 18; 40.5 b 26; 406 a 6. .5; 420 b 22; 429 a 26; 432 a 2
2.5; 406 b 19; 407 a 2.5; 408 a (bis); 433 b 19.
13; 409 b 32; 410 a 11. 26; 410 b 6pytiw: 403 a 21.
Baruch_in_libris
INDICI 471
6p"'f11: 403 a 30. 431 h 1.5; 432 a 16. 24. 27. 28.
6py(tw: 403 a 7. 22. 26; 408 h 2. 8. 29. 30; 432 h l. 3. 7. 20; 433 a 8.
12. 1.5; 433 h 14. 19; 434 a l; 434 h
6ptyo'-'cu: 41.5 b l; 432 h 17; 433 a l; 43.5 a 7; 43.5 h 12.
7; 433 h 17. òalltio'-'tA: 419 h 2; 421 a 11; 421 h
6pExnxét;: 408 a 13; 414 a 32; 414 b 14. 1.5; 422 a 4; 424 h 16. 17;
l; 431 a 13; 432 h 3; 433 a 21; 429 b 3.
433 h 3. 11 (bis). 17. 27. 28. ~~: 414 b 11; 41.5 a 6; 419 a 2.5.
6pa~~: 433 a 18. 20. 28; 433 b 11. 27. 32. 34; 419 h l; 421 a 7. 8.
op~~.C;: 403 a 30; 411 a 28; 413 h 23; 16. 18. 27. 28. 29. 30. 32; 421 h
414 h 2. 6. 1.5; 431 a 12; 432 h 7. 7. 10. 21. 24; 422 a 6; 423 a 9;
16; 433 a 6. 8. 9. 13. 1.5. 16. 18. 424 h 4. 6 (bis). 8. 10. 14; 426 h
20. 22. 23 (bis). 2.5. 26 (bis); 433 b 2; 429 b 2; 434 b 20; 43.5 b 9. 11.
l . .5. 18. 19; 434 a 12. 14 (bis). &roe;: 402 a 8; 402 h 26; 403 h 11.
6p&oyWVt.Ov: 413 a 17. 12. 22; 404 a 21; 404 h 7. 8; 40.5 h
6pt6c;: 402 b 20; 433 a 26. 27 (bis). 17. 23; 406 a .5; 409 h 17; 410 a
6ptwc;: 404 h 2; 416 h 8. 9; 418 h 17. 30; 410 h 21; 413 a. 29; 41.5 a
20; 419 h 33; 426 a 22 (bis); 427 h 27; 41.5 b 2; 416 a 22; 419 h 2. 7.
9 (ter). 10. 1.5; 420 h 7. 16; 422 h 27; 424 h
6pU;w: 403 a 29; 40.5 h 11. 13; 407 a 27. 29; 430 h 30; 432 a 6; 434 a
2.5; 409 h 19; 413 b 12; 419 h 33; 28. 29; 43.5 a 22.
420 a 19; 427 a 17; 431 h 3; 432 a mç: 417 h 6; 420 a 22; 421 h 24;
1.5; 43.5 h 16. 423 h 24; 428 a 1.5; 428 h l; 430 a
6p~: 402 h 26; 407 a 2.5. 30; 409 2. 23.
b 13. 6c-tr.t10W: 407 a 11. 16; 410 a l; 411 a
6pr.a~..x6c;: 413 a 14. 23; 42.5 a 21.
6pJ,Ld6c;: 419 b 24. 6e--tow: 408 a 1.5; 409 b 32; 410 a 3.
~oc;: 403 a 2.5; 404 a 9; 413 a 14. 6 (Emp.). 9; 410 h l; 43.5 a 24.
16. 18; 431 a 22. 6crcppt~(vo&J.cn: 421 b 2.5; 422 a .5; 424 h
'O~r.xci: 410 b 28. 4. 7.
!c;: 402 a 9. 14; 403 h 21; 404 a 3. òe"cppt~vnx&;: 421 b 32; 422 a 7.
4. 24; 40.5 a 19. 26; 40.5 h 30; 6ow«vt6c;: 421 a 7. 11; 421 h 6. 19
406 a 20. 24. 2.5. 31. 32; 406 h (?). 22; 423 h 6; 424 h 6.
7. 16; 407 a 22; 408 a 1.5 (bis). ocrcppTJcnc;: 421 b .5. 9. 23; 423 a 10;
28. 32; 408 h 23. 29; 409 a 24; 423 h 19; 424 h 6. 23; 42.5 a .5;
409 h 19. 29; 410 a 19; 410 h 426 h 2; 434 b 1.5.
12; 412 a 7. 8. 28; 412 h 8. 20; 5-rt~v: 403 a 21. 22; 417 h 8. 9. li;
413 a 27; 413 h 8. 9; 414 a 4 . .5. 418 h 11. 30 (bis); 419 a 28; 419 h
7. 12. 1.5. 19; 414 b 4 . .5. 23. 26; 21. 2.5. 3.5; 420 a 8. 13. 1.5. 23;
41.5 a 8. 10. 2.5 (bis); 41.5 h 2.5. 422 h 7; 42.5 a 23. 31; 42.5 b 21;
27; 416 b 21. 22. 2.5. 26; 417 a 29; 426 h 3; 427 b 18. 21; 428 a
.5; 418 a 8. 11. 12. 23. 2.5. 26. 27. 13. 14; 428 h 29; 429 h 3 . .5. 7.
28; ·418 h 4. 10; 419 a 6. 22. 31. 17; 430 b 7; 431 a 9. 1.5; 431 b
34; 419 h 33; 420 b 18; 421 a 6; 4. 8. 16; 432 a 8; 432 h 29; 433 a
421 h 29; 422 a 2. 10. 23; 423 a 20. 24; 433 h 6; 434 a 14.
10. 16. 23. 27; 423 b 28. 29. 30; ~u: 426 b 2.5. 27; 428 b 8; 434 a 13.
424 a 2.5; 424 b 11. 24. 28; 42.5 a ~i: 408. b 16 (bis); 418 h 31 (bis);
12. 1.5. 23; 426 a l; 427 a 10. 1.5; 430 a 22 (bis); 431 h 6; 434 a 12.
427 h 9. 14. 26; 428 a l. 3. 20. 13.
28; 428 b 2 . .5. 12. 20. 23. 24; ~ .. : 403 a 2. 2.5; 403 b 4. 17; 404 a
429 a 10. 23; 429 b 1.5. 28; 430 a 19; 40.5 a 21; 40.5 h 3. 4. 27; 406 a
l. 11. 26. 27; 430 h 16. 17. 18; 3. 32; 407 a 4; 407 h 9. 10; 408 a
Baruch_in_libris
472 INDICI
29; 408 h '· 30; 409 8 1.5; 410 8 oU Mx(l: 403 h 6; 41.5 b 2. 10. 1.5
10; 411 8 17. 22; 412 8 23; 413 8 (lvlxlv). 20; 420 h 23.
3. 19; 413 b 11. 28. 29; 414 a 27; oùk~: 42.5 a 24. 28.
414 h 1.5. 20; 41.5 a 12; 41.5 h 12; oUSi: 403 a 6. 9; 404 h 6; 406 a 27;
416 b 8; 417 a 6. 23. 27 (bis); 406 h 8; 407 a .5. 9. 34; 407 h 9;
417 h 19. 22. 27. 29; 418 a 2. 1.5 408 h 31; 409 h 18; 410 h l. 23.
(bis). 22. 30; 418 b 7. 14. 19; 26. 27. 30; 411 a 26; 412 h 7 (bis);
419 a 8. 21; 419 h 7. 16; 420 8 414 a 24; 414 h 10. 11. 27; 41.5 a
12. 19; 420 h 8; 421 a .5. 9; 422 11; 41.5 h 26; 416 a 2.5; 416 h l;
h 28; 423 8 17; 423 h 10. 13. 23; 417 h 2. 9. 13; 418 a 1.5; 418 h
424 a 17; 424 h 22; 42.5 a 20. 23. 7. 1.5. 21; 419 h 19. 30; 420 a 6.
2.5. 26; 42.5 h l. 2. 10. 12. 13. 20; 13. 14. 28; 421 a .5; 421 h 16;
426 h 14. 1.5. 17. 20 (bis). 22. 23. 422 a 10. 1.5; 423 a 2.5; 424 a 27;
2.5. 26. 27 (bis). 28; 427 h 6. 16; 424 h 8; 42.5 a 14; 426 a 21; 426
428 a .5. 13.· 2.5. 27 (?); 428 h 19. h 24; 427 a 8; 427 b 8. 11; 428 a
21; 429 a 4. 22. 28. 29; 429 h 30; 12. 17. 2.5 (ter); 429 a 24; 429 h
430 8 24; 430 h 5 (bis); 431 h 5. 2; 430 a 21; 431 a 3. .5;· 432 a 3.
6. 21; 432 h 14. 24; 433 a 4. 19. 8. 13; 432 h 19. 26. 27. 29; 433 a
31; 434 a 11. 18 (bis). 22; 434 h 6. 12; 434 a 3Q-; 434 b .5. 20; 43.5
23; 435 a l. 11. 25; 435 b l. 4. a 20.
17. 19. ouSdc;: 402 h 7; 403 a 6; 405 h 9.
h, ~6: 413 a 13. 21 (bis); 407 h 15. 19. 21. 28;
w: 402 a 26; 402 h 2. 17; 403 a 5. 409 a 10; 410 a 7. 9. 10; 410 h
14; 403 h 17 (?); 404 a 27. 30; l. 27; 411 a 3; 411 h 23. 24. 30;
404 h .5; 405 h 31; 406 a 6. 17; 413 a 7. 33; 413 b 2.5; 414 a 23;
406 h 7; 407 a 2. 5. 6; 408 a 14; 414 h lO .24. 26; 41.5 ·a 4; 415 h
408 h 19. 22. 28; 409 a 14. 17. 2.5. 26. 27; 416 b 9. 17; 417 a 9;
27; 409 h 13; 410 a l. 16 (bis); 418 a 18. 23; 418 b 1.5; 419 a 6.
410 h 6. 18. 23; 411 a 10; 411 h 21. 26. 29; 419 b 14; 420 h 6;
7. 26. 27; 412 a 17; 412 h 6. 15. 421 a 11; 421 b 30; 422 a 16.
25; 413 a 6. 13. 28. 29; 413 h 4. 17; 423 a l; 423 h 12; 424 h 7.
1.5; 414 a 18; 415 a 10; 415 h lO; 42.5 a .5. 6. 7. 13; 426 a 20;
22. 28; 416 a 3. 14. 18. 22. 24. _ 427 h 14; 428 a 17. 21; 429 a 24;
27. 3.5; 416 h 11. 1.5. 20; 417 a 27; 429 h 31; 430 a 25; 430 h 7;
3. 4. 8. 26; 417 h 8. 11; 418 a 432 a 3. 7; 432 h 16. 27. 28; 434 a
30; 418 h .5. 7; 419 a l. 15. 31; 29. 3Q&; 434 h 7 (bis); 43.5 a 3.
419 h 6. 13. 14. 28; 420 a l. 5. 13. 20; 43.5 h l. 2. 3.
6. 15. 23. 31; 420 h 14. 29. 33; oUSi"Rou: 407 a 13; 431 a 16.
421 a 4 . .5. 8; 422 h 21. 29. 34; oUSiupoc;: 407 h 33; 434 h 6.
423 h 16; 424 a 26; 424 h 14. ouSt-dpwc;: 408 a 9.
1.5; 425 a 1.5 (?). 28; 42.5 h 2. 5. oùx: 403 a 9. 12; 403 h 9; 40.5 a .5;
27; 426 8 20. 25; 426 h 26. 27; 406 a 3. 21; 407 a 28; 407 h 34;
427 a 7; 427 h 6. 1.5; 428 a 9. 408 h .5. 26; 409 h 28; 410 h 24;
10. 11. 24. 29; 428 h 21; 429 a 411 h 11. 23; 412 a 7. 13. 17;
31; 429 h 8; 430 a 22. 23; 430 h 412 h 14; 413 a 4. 5; 413 h 28;
4. 11. 18. 27. 28; 431 a 5. 29; 414 a 21; 41.5 a 2. 7; 41.5 h 6;
431 h 14. 16. 19. 29 (bis); 432 8 416 h 9; 417 a 6. 7; 417 h 2. 6.
24; 432 h 24. 31; 433 a 2. 6. 7. 24; 418 a 1.5; 418 b 20; 419 a 13;
12. 20. 23. 29; 433 h 12; 434 a 419 h 19; 420 a 12. 13. 18; 420
2. 16. 21; 434 h 6. 16. 20. 2.5. h 9; 421 a .5. 9. 12; 421 h 1.5.
26; 43.5 8 22; 435 h 8. 18. 20. 20.; 26; 422 a 4. 13. 24; 422 h 33;
oU, ~6: 41.5 h 2. 21. 423 a 4. 24 (bis); 423 h 4. 2.5;
Baruch_in_libris
INDICI 47.3
424 a 3. 33; 424 h 22; 42.5 a 28; 28. 29; 434 h 20 (bis); 43.5 h 3
42.5 h 29; 426 8 .5. 10. 19. 22; 426 (bis) . .5. 6.
h 1.5; 427 h 16 (bis). 20; 428 a '· oVToc;: 402 a 3. 16; 402 h 11. 1.5;
20. 27; 428 h 11; 429 a 4; 429 h 403 a .5. 8. 9. 14 (?). 18. 23. 27;
.5. 12. 14; 430 a 26; 430 h 30; 403 h l. 3. 6. 7. 24. 28; 404 a .5 .
432 a 13; 433 a 4. 27; 433 h 28; 16. 19 (bis). 22. 24; 404 h 8. 9.
434 a 11. 12. 27; 434 h l. 32. 33; 10. 11. 12. 27; 40.5 a l. 3. 6. 9.
435 a 2.5; 43.5 h 3. 10. 22. 23. 24. 29. 31;405 h .5.
ovxi"tt.: 412 h 21. 7. 9. 12. 26. 27. 30; 406 a 9. 13.
OUxOU'J: 430 h 10. 1.5. 19. 24. 2.5. 28. 29. 31. 32; 406
ovv: 403 a 10; 403 h 7; 404 h 7; h l. 3. 4. 7. 23; 407 a 6. 8. 12.
40.5 h 17. 29; 406 a 3; 407 a 2. 13. 20; 407 h 10. 13. 14. 17. 19.
13. 21. 26; 408 a 9. 12. 16. 20. 34; 408 a l. 19. 23. 24. 26. 32;
24. 29; 408 h 30; 409 a 21; 409 408 h 3. 7. 9. 1.5. 27. 31; 409 a
h 30; 410 a 7. 17 (bis); 411 a 22. 19; 409 h 11. 12. 1.5. 22. 28. 29.
24; 411 h 6. 9; 412 a 23; 412 h 30; 410 a 2. 9. 10. 17. 22; 410 h
10. 28; 413 a 4. 9. 20; 413 h l; 14. 20. 24. 27. 30; 411 a l. 9.
414 a 27; 414 h 20; 41.5 a 12; 11 (bis). 17; 411 h l. 4. 17. 28.
415 h 3. 12; 416 a 27; 416 h 30; 29. 30; 412 a 7. 9. 10. 12 (bis).
417 a 6. 14. 30; 417 h 9; 418 a 22; 412 h 11. 13. 14. 19; 413 a
5. 17. 26; 418 h 13; 419 a 7. 19. 22. 31. 32; 413 h l. 10. 12 (bis).
22; 420 a 3; 420 h .5; 421 a 6; 13. 15. 24. 26. 28. 32. 33 (bis);
421 h 25. 32; 422 a 16; 423 a 19; 414 a 6. 8. 12. 16. 18. 19. 21. 28;
414 h l. 4. 5. 6. 8. 13. 17. 26;
423 h l. 27; 424 a 1.5. 2.5; 424 h
415 a 9. 11. 12. 13. 14. 20; 415 h
14. 16; 426 a 6; 426 h 8. 22; 427
8. 14. 17. 23. 28; 416 a 6. 8. 13.
a 2. 11. 13. 1.5; 427 h 6; 428 a 17. 21. 28. 35; 416 h 2. 14. 22 .
.5; 428 h l. 5. 30; 429 a 8; 429 h 32; 417 a l. 6. 26; 417 h 23. 25.
15; 430 a 26; 430 h 4; 431 a 8; 28; 418 a 15. 22. 23. 26. 29; 418
431 h 2. 24; 432 h 14. 21; 433 a h l. 8. 9. 10. 13. 20. 23; 419 a
26. 31; 433 h 27. 30; 434 a .5. 4. 6. 7. 9. 12. 14. 1.5. 17. 24 (bis).
22. 32; 434 h 22. 28. 35; 419 h 3. 8. 21. 34; 420 a
ovp(lv6;: 405 h l; 407 a 2; 407 h 6; 8. 11. 13. 18. 22. 29; 420 h 9. 11.
419 a 17. 1.5. 16. 24 (bis). 28; 421 a l. 3.
ouc;: 420 a 9. 13. 16. 17. 4. 9. 19. 24. 32; 421 h 12. 27;
oùa-,(1: 402 a 8. 13. 14. 24; 402 h 18. 422 a 3. 5. 8. 11. 21. 22. 30; 422 h
24; 405 h 32; 406 a 17; 406 h 7. 6. 13. 14. 21. 28; 423 a 4. 12. 14.
14. 15; 407 h l. 7; 408 h 19; 410 22. 24. 28; 423 h 8; 424 a 5. 28.
a 17. 20. 21; 412 a 6. 11. 15. 16. 31; 424 h 23; 425 a 3. 5. 8. 16.
19. 21; 412 h 10. 13. 19; 414 a 21. 22. 26; 42.5 h 7. 17; 426 a 20.
15; 415 h 11. 12. 13; 416 h 13. 24. 30; 426 h 12; 427 a 16. 20.
14. 16; 418 a 2.5; 430 a 18. 25. 26; 427 h 2. 4. 11 (bis). 15.
OVtE: 403 h 17 (?); 405 h 22 (bis); 16. 17. 26. 28; 428 a 3. 7. 14. 27;
407 h 6. 8; 408 a 29. 30; 408 h 428 h 9 (bis). 11. 14. 15. 17. 20.
28 (bis); 410 h 18; 411 a 6. 7. 24. 21. 27; 429 a l. 16. 19. 22; 429 h
25; 414 h 21. 22; 415 a 5 (bis). 7; 430 a 11. 14. 17. 23 (bis). 24.
6; 416 a 2; 418 h 14 (bis). 17; 25. 26. 30; 430 h 6. 17. 19; 431 a
421 h 15. 16; 423 h 21 (bis); 424 6. 12 (?). 18. 22; 431 h 23. 27
h 10 (ter); 426 a 21 (bis); 426 b (?); 432 a 7. 13. 22. 27. 28; 432 b
17; 428 h 9 (bis). 15 (bis); 429 a l. 3. 5. 12. 16. 19; 433 a 6. 9.
28 (bis); 429 h 2. 3; 431 a 13 13. 16. 17. 19. 28; 433 h 3. .5.
(bis); 432 a 7. 30 (bis); 434 a 27. 11. 19. 29; 434 a 2. 3. 5. 10. 11.
Baruch_in_libris
474 INDICI
13 (bis). 19. 2.5. 29. 3<>-; 434 b 403 b 10. 12. 1.5. li; 408 a 4;
2. 11 (bis). 17. 22. 27; 43.5 a 3. 408 b 26; 409 b 1.5; 419 a 33;
8. 18. 19. 24; 43.5 b l. 2. 4 . .5. 7 424 b 2.5; 42.5 a 12; 426 a 2;
(bis). 16. 19. 427 b 18; 429 a 7; 432 a 6.
o~: 40.5 b 30; 406 b 24; 407 a 9; 1ttttt;: 417 b 30.
407 b 8; 408 a 8; 410 b 26; 411 b 1tciÀ.&.v: 402 b 14; 406 b 4; 407 a l.
13; 412 b 28; 413 a 13; 414 a 2.5; 28. 30; 411 b 10. 12; 412 a 4;
41.5 b 19; 416 a l; 419 a 34; 420 b 413 a 13; 41.5 a 3; 419 b 27;
20; 421 a 13. 1.5. 27; 422 a 16. 29; 429 b 18; 431 b 21; 43.5 a 8.
422 b 33; 423 b 23; 424 a 9. 12; 1tcill1t«v: 424 a 13.
42.5 a 21; 426 a 10. 17; 426 b 19. 1tciJl1tOÀ.uc;: 433 b 2.
22. 2.5. 28; 427 b 29; 429 a 17; 1tciv, "t6: 404 a 26; 40.5 a 19; 406 b
429 b 11. 22; 430 a 30; 431 a 22; 30; 407 a 3; 411 a 23; 416 a 3.
431 b 1.5; 43.5 a l. r.«VCT1tEPJ.L!«: 404 a 4.
o\nwc;: 403 a 14. 22. 24; 403 b 17; "Ktt'V'fù:J)t;: 404 a 20.
404 b 12. 28; 407 b 11; 411 a 2; "K«V'ftl.Wt;: 404 a 27; 412 b l.
412 a 16; 412 b 24; 413 a 8; 413 b itciV'fn: 402 a 10; 413 a 29; 419 b 30;
6. l4. 19; 41.5 a l. 1.5. 20; 416 a 420 a .5. 6 (bis).
4; 417 a 22; 417 b 4. 31; 418 b 1tciV'fwc;: 402 a 10.
16. 21; 419 b 31; 420 a 28; 421 a 1tttpci: con il genitivo: 403 b 27; 404 a
8; 421 b 32; 422 a 1.5; 423 a 7; 16; 408 a 19;
423 b 19; 424 b 9. 31; 42.5 b 6. con l'accusativo: 407 b l; 408 a 23;
31; 430 a .5; 430 b 21. 30; 431 414 b 21. 22; 418 b 23. 24; 421 a
a 28. 23. 24; 421 b 7. 21; 424 b 17. 22;
cvx: 403 b 19; 40.5 b .5; 406 a 9; 432 a 4. 21; 433 a 10. 2.5.
406 b 24; 407 a 8. 10; 408 a 33; 1tt1pt18ÉXOJ.Lt1t.: 408 a 8.
408 b 30; 410 b 7. 30; 411 a 22; 1tt&ptdi,SwJ.Lt.: 40.5 b 29; 407 b 27; 409 b
414 a 14. 22; 41.5 b 7; 417 b 29; 19; 412 a 3.
418 a .5; 418 b 2. 30; 419 a 2. 9. 1tt1Pt1À4ll~civw: 403 b 27.
21; 419 b 31; 420 a 28; 421 b 30; 1t«pci)..oy~: 411 a 14. 1.5.
422 a 1.5; 423 b 14; 424 a 21. 23; 1tt1P«1tÀ.T}enot;: 407 b 24; 414 a 2.
42.5 a 2.5. 31; 42.5 b 20. 22; 426 a 1t«P«1tÀ.1}oiwt;: 40.5 a 29; 405 b 14;
26. 28; 426 b 22; 427 a 6. 8; 429 a 406 b 17; 414 b 28.
29; 429 b 4; 430 a 7. 22; 430 b 1tt1Pt1CTXEv4Z;w: 416 b 19.
16; 431 a 13; 432 b 1.5; 434 a 20; 1taç«x~iw: 410 b 2.5.
434 b 3 . .5. 10 (bis). 23; 43.5 a 11. 1ttipEt.J.Lt.: 427 a 23 (Emp.); 428 a 8;
8cp~)..~: 410 a 7. 428 b 27. 28; 431 b 8.
&pf«À.ll6t;: 412 b 18. 19. 20. 21; 413 a 1tt1PEJ.LCP«LVW: 429 a 20.
2; 419 a .5; 42.5 a 11. 1t(l(JÉXW: 404 a 9. 11.
8~: 412 b 19. 20; 413 a l. 3; 41.5 a 1tt1Pta'"t«J.L«t.: 427 a 2.5 (Emp.) .
.5; 418 a 13. 20. 26; 419 a 13; 422 a 1tt1PO~Uvw: 403 a 20.
20. 21. 2.5; 422 b 24; 423 a 9; 423 b 1tttpOuoVz: 418 b 16. 20.
18; 424 a 11; 424 b 23; 42.5 a 22; 1tcic;: 402 a 14; 402 b 24. 2.5; 403 a
42.5 b 7. 13. 14. 16. 18. 20. 21; 3. 16. 28; 404 a 6. 22. 23; 404 b
426 a 13. 21; 426 b l. 11; 428 a 5. 6. 12; 40.5 a 16. 22. 32; 40.5 b
6; 429 a 3; 434 b 1.5; 43.5 a 6. 8; 3. 8. 10 (bis). 11. 16 (bis); 406 a
43.5 b 21. 4. 14. 16; 406 b 12. 22; 407 a
24. 25. 30; 408 a l. 16. 17; 408 b
itcitlliJ.«: 403 a 11. 16 (?). 20. 3; 409 a 27; 409 b 2 . .5; 410 a 16.
~~~: 426 a 10. 22; 410 b 4. 6. 7. 8. 9. 10. 16. 18.
1t«tr)"tr.x6<;: 424 b 14; 430 a 24. 19. 27; 411 a l. 8; 411 b l. 4.
1tti&ot;: 402 a 9; 403 a 3. 16. 24. 2.5; 16; 412 a 1.5; 412 b 4; 413 a 26;
Baruch_in_libris
INDICI 47S
413 h 5. 6. 8; 414 a 3. 30; 414 h 415 h 25; 416 a 20; 416 h 31. 32;
3. 8. 23; 415 a 9. 10; 415 h l. 417 a 2. 21. 22; 417 h 28; 418 a
13. 18. 22; 416 a 3. 16. 22 (bis). 2. 7. 15; 418 h 3; 419 a 25. 30;
24. 34; 416 h 28. 29. 32; 417 a 419 h 3. 4; 420 h 5; 421 a 7;
17; 418 a 11. 19. 31; 418 h 2; 422 h 17 (bis); 423 h 29 (bis);
419 a l; 420 a 10. 23; 420 h 14. 424 a 17; 426 a 26; 427 a 14. 29;
29; 421 h 13. 18; 422 h 9. 23; 427 h 26. 27. 29 (bis); 428 h 2;
423 a 22; 423 h l. 7; 424 a 17; 429 a 8. 10; 431 h 20; 432 a 17.
424 h 14. 24. 25; 425 a 6. 9. 17; 18. 28; 432 h 7. 11. 13. 28; 433 h
425 h 8; 427 a 26; 427 h 3. 8. 20. 31; 435 a 5;
12; 428 a 9. 22; 429 a 18; 429 h con l'accusativo: 402 a 8. 12. 17.
12; 430 a 11. 12. 14. 15; 430 h 18; 403 a 31; 403 h 7. 8. 9. 11;
4. 20. 27 (bis); 431 a 3; 431 h 21; 404 a 31; 413 h 19; 414 a 2; 418
432 a20. 30; 432 h l. 4. 10; 433 a a 12; 420 h l. 26; 421 a 16; 422 h
15. 26. 29; 433 b 11. 25. 29; 434 a 32; 423 a 2; 428 a 13; 428 h 24;
22. 26. 31. 33; 435 a 14. 15. 21; 429 h 22; 430 a 26.
435 h 15. 1tEPr.ixo'V: 404 a 10; 411 a 19; 418 h
1tfiaxw: 403 a 6. 18; 407 h 18; 408 h 22.
23; 410 a 25; 410 h 27; 411 h 3; 'JtEpLXtip'Jtt.O'V: 412 h 2 (bis).
414 a 11; 416 a 34; 416 h 33. 35; 1tEPt.~U'VW: 423 a 3.
417 a 2. 15. 17. 19. 20 (bis); 417 h 1tçt.q)ipw: 408 a 30.
2. 14; 418 a 3. 5 (bis). 23; 419 a 1tEPf.CPOPti: 407 a 21 (bis). 22. 23. 30.
17; 422 h 2; 424 a l. 14. 23. 34; 31.
424 h 3. 7. 13. 15. 16. 17. 18; 1tEPt.CPUw: 423 a 7.
426 a 5. 10; 427 a 9; 428 h 17; 1tiffw: 416 a 33; 416 h 5. 7. 28.
429 a 14; 429 h 25. 26. 29; 430 a dcpux«: 402 h 11; 406 h 21; 411 h
13. 19; 431 a 5; 434 h 29; 435 a 7; 413 a 5; 414 a 26; 418 a 25;
5. 7. 422 a 28; 434 h 2.
1ta~fiaeTW: 420 a 24; 423 h 16. 'Jti~: 416 h 29.
'JtE~~: 419 h l; 420 h 25. 1t11-rWw: 404 a 15.
1tdfw: 40' h 3; 428 a 23. 1t1')5tilt.OV: 416 h 26.
1tEt.IW: 428 a 23. 1t1}P6w: 425 a 10.
1tEt'Va: 414 h 11. 12. 'Jt'i)pwJ~«: 415 a 27; 432 h 22. 24.
1tEI.P4~iov: 413 a 12. 'Jtt.it«Wc;: 407 h 27.
1tEt.ptiw: 408 a 4; 412 a 4; 421 h 19. 1tt.xp6c;: 421 a 27; 422 h 8. 12. 25;
1ttMxuc;: 412 b 12. 13. 14. 15. 425 h l; 426 h 2. 11; 427 a l.
1tME: 424 h 22. 1tt.a'UVw: 424 h 24; 428 a 21; 428 h 4.
1tEP: 434 a 23; 435 a 7. 1t(crt-.c;: 402 a 11; 428 a 20. 21. 22.
1tEPC1LVW: 407 a 31. 23.
1tip~: 407 a 24; 416 a 17; 427 a 13; 1tÀ.tiVI}: 402 a 21.
435 a 10. 1tÀ.ti~oc;: 404 h 21.
1tEPa~6w: 407 a 28. 1tÀ.d.~~w: 406 a 27; 411 h 18.
1tEp(: con genitivo: 402 a 3. 11. 14; ID.ci~W'V: 404 h 16.
402 b 4 (bis). 23. 24; 403 a l. 28; 1tÀ.Etcrfoc;: 402 h 24; 403 a 6; 407 h
403 b 13. 20. 21. 22. 28; 404 a 14; 413 a 14; 435 a 4.
19; 404 b l. 19. 30; 405 a 2. 1tldw": 404 h 10; 405 a 3; 405 h 18.
30; 405 h 29. 31; 406 a 11. 24. 19; 406 a 14; 410 b 3. 9; 411 b 4;
30; 407 b 14. 20. 27; 408 a 34; 413 h 19; 418 a 14; 420 h 19. 24;
410 a 13; 410 h 18. 26. 27; 411 h 422 h 18. 19 (bis). 29; 423 a 16.
14; 412 a 3; 413 a 10. 13; 413 h 17; 424 b 31. 34; 425 h 4; 427 h
15. 24; 414 h 14. 16. 28; 415 a 2; 428 a 12; 431 a 20; 433 h 13;
11. 12. 13. 14. 15. 16. 21. 22. 23; 434 a 9.
Baruch_in_libris
476 INDICI
Baruch_in_libris
INDICI 477
Baruch_in_libris
478 INDICI
~: 407 b 12; 413 a 21; 41.5 a 14. truJ.LPcU.ì.w: 402 a .5; 402 b 21; 414 b
axt.ti: 419 b 32. 10.
axl1lP6c: 422 b 27; 423 b 4; 424 a 3; CNJ.L~EPT)x6c;: 402 a 1.5; 402 b 18. 21.
43.5 b 14. 23. 26; 406 a 14. 17. 19; 406 b .5.
ax).1}P6crczp~: 421 a 2.5. 8. 14; 407 b 7; 408 a 31; 409 b
axl1}P6cp&«lJ.Lo<;: 421 a 13; 421 b 28. 14; 414 b 9; 416 b 11; 417 a 6;
30. 418 a 9. 20. 21; 42.5 a 1.5. 25. 28.
C1X~Et.~: 418 b 29. 30; 426 b 26; 428 b 2. 23; 430 b
O"X6~o<;: 418 b 11. 18 (bis). 31; 419 a 16; 43.5 h 10.
3. 23; 419 b 30; 422 a 21. 23; CNJ.L~t&Ptù4J.LP6.vw: 403 b 22.
424 b 10; 42.5 b 21. CNJ.L~tiaxw: 427 b 22.
O"XwlT)~: 428 a 11. CNJ.L~trJClO'J.L«: 407 a 27; 413 a 16. 18.
crnt(JJ.L«: 412 b 27. CNJ.L~(~""tw: 42.5 a 23.
crnm~: 419 b 6. CNJ.L~lixw: 404 b 29; 406 h 28; 409 b
CT"ftiat.c;: 412 b 17; 413 a 24; 425 a 11.
16. CNJ.L~lox'li: 428 a 2.5. 29; 432 a 11.
crfEP~: 404 b 24; 418 b 7; 419 b 7. aUJ.L~~wJ.L«: 434 a 32.
20; 423 a 13. CNJ.LCP«vf)c;: 40.5 b 22.
CT"fapiw: 416 b 19. auJ.LCPu'lic;: 420 a 4. 12; 423 a .5.
crfiPTitne: 418 b 19; 430 b 21. aUJ.LCPU'tOc;: 406 h 30.
CJ'nP1)""tt.X6<: 417 b 1.5. CNJ.LCPWvtu: 424 a 31; 426 a 27. 29;
CT"fEpiaxw: 43.5 b 4. 426 h 6.
""YJ.L11: 403 a 14; 407 a 12. 13; 409 a aUJ.LCP(a)V~: 406 h 31.
4. 6. 12. 22. 23. 2.5. 26. 27. 29. auvtiyw: 404 a 10. 1.5.
30; 409 b 4 . .5. 7; 427 a 10; 430 b O'\Jwd-n.ov: 416 a 14.
20. auvt~vdpyw: 404 a 1.5.
no~txdov: 404 a .5; 404 b 11. 17. 2.5; 0'\Mi~~= 406 h 32; 407 h 1.5.
40.5 a 6; 40.5 b 8. 10. 13. 14. 17; auvçJ.L6tw: 408 a 8.
406 b 28; 408 a 1.5. 17; 409 b 24; auvSoxiw: 407 h .5.
410 a 2. 7. 17. 19. 21. 28; 410 b aUvacn.c;: 410 h 3.
6. 8 (bis). 11. 1.5. 17. 22; 411 a c:nMCptlxw: 406 h 21.
3. 2.5; 416 a 11; 417 a .5; 423 b cruvixEt.tL: 41.5 b 3; 420 a 3.
28. 29; 43.5 a 20; 43.5 b 3. O'UV!X'lic;: 407 a 7. 9. 10; 409 a 14;
nl>Jl(l: 412 b 3. 419 a 14; 419 h 3.5; 425 a 19;
nopyi}: 404 h 1.5 (bis; Emp.). 429 h 19; 430 h 19.
Ci~Pt&'n)yiw: 417 h 31. cruvixw: 410 h 12; 411 h 6. 8. 13.
CT"fpuq)'J6(: 422 h 13. 16. 17. 18; 416 a 6.
ero: 426 h 19. auwxWc;: 404 a 19; 40.5 a 32.
cnrrrMJc;: 408 a 8. aWhO"t.c;: 407 h 31. 33; 408 a 7. 10.
cruyucpt&À4..&.l: 431 h 20. 11. 12; 410 a 2. 8; 430 a 27;
aulloyt#p.6c;: 407 a 27. 34; 434 a 11. 430 h 2.
auJ,LP«(vw: 402 a 8; 402 h 26; 403 a O'Wh""t~: 410 a l; 412 a 16.
13. 20. 23; 407 h 13; 408 a 16; CNWrn}J.Lt.: 40.5 a 26; 40.5 h 16. 24;
408 h 9. 21. 34; 409 a 1.5. 31; 406 h 28; 410 a 19; 416 a 16;
409 h 7. 12. 2.5; 410 a 22; 410 h 423 a 13.
4. 30; 411 a 13; 413 h 10. 20; auvxdp.ca: 407 h 31.
414 a 2; 41.5 h 29; 416 h 34; crovolov: 409 b 31.
418 a 22; 419 h 28; 420 a 13; CNVTrJX~6c: 422 a 19.
420 h 3; 423 h 17. 23; 42.5 a 26; ~~J.Lt.: 430 a 30. 31; 430 h l. 3 ..
426 a 2.5 (bis); 428 b 4. 18. 20 crupp~60J.L(U: 41.5 b 29.
(bis); 429 h 7; 430 a 2; 433 h .5; ucpcdp«: 403 a 14; 406 b 21; 409 b
43.5 b 12. 9; 419 b 27; 434 a 13 (bis).
Baruch_in_libris
INDICI 479
af~KUPiov: 409 a 12. 409 b 7. 12. 22. 24; 410 a 22. 26;
acp«c.poE14-.K: 404 a 2. 6; 405 a 12. 410 b 7. 23. 30; 411 a 4. 27. 30;
aq»~~: 427 a 24 (Emp.). 411 h l. 2; 412 a 14; 413 a 25.
acp6Sp«: 421 a 31; 424 a 32; 426 h l; 27. 30; 413 h 23; 414 a 9; 414 b
429 h l. 3. l. 4. 5. 18. 20. 30; 415 h 21. 26;
acpoBpWt;: 419 h 22. 416 a 17; 416 h 33; 417 a 10. 14;
ax186v: 403 h 28; 409 b 23; 422 h 14. 417 b 15; 418 a 27; 418 b 18;
axilP~L: 404 a 2. 11; 405 a 11 (bis); 420 h 10. 18. 20. 31; 422 a 19.
412 h 7; 414 h 21 (bis). 23. 24. 28. 20. 21. 23. 26. 30; 422 h 13; 424 a
30; 418 a 18; 425 a 16. 18 (bis); 13; 424 h 7. 26; 425 a 14; 426 h
435 a 7. 23; 427 a 6. 8. 18. 28; 427 b 15;
aWl;w: 411 b 23; 416 h 14. 17. 18; 428 a 26; 429 a 10; 432 a 5. 8.
422 h 4; 426 a 17; 428 h 6; 434 h 16. 23. 29; 432 h 5. 15; 434 a 29.
14. 17. 26. 3Q-; 434 h 3. 10. 23. 24; 435 a 11;
awJ.L«: 403 a 6. 10. 15. 17. 19. 22. 435 h 2. 6.
26; 403 h 11. 14; 404 a 10; 405 a UX'TOvt.X6c;: 407 h 25.
10; 406 a 20. 29. 30. 32; 406 h l. Ux'TWV! 403 h 13; 416 h l. 2.
2. 16. 22. 27 (bis); 407 h 2. 4. 8. "Till1.0c;: 415 a 27; 432 h 23.
15. 16. 21. 23. 26. 31; 408 a 10. "TEÀiv'ttLtov: 415 a 7; 416 h 3.
17; 409 a 21. 25. 26. 27. 29. 32; 'TWvTi): 433 h 22. 23.
409 h 2. 3 (bis). 5. 7. 21; 410 a "TE>.iw: 431 a 7.
30; 411 h 7. 8. 15. 16. 17; 412 a "riMe;: 407 a 27; 413 a 30; 415 b 17;
11. 15. 16. 17. 18. 20. 21. 27; 412 h 416 h 23. 24; 432 h 21; 433 a 15;
5. 6. 11. 12. 15. 23. 25. 27; 413 a 434 h l.
2. 3. 4. 7. 8; 414 a 8. 18 (bis). 20 UIJ.VW: 431 h 24.
(ter). 21 (bis). 22. 23; 415 h 8. "TiO'C1«XPEc;: 406 a 12; 410 a 6 (Em.p.).
11. 18; 416 a 11. 28; 416 h 10. 'TE'Tp«ywvt.a&l6c;: 413 a 17. 19.
22; 418 h 9. 13. 15 (ter). 17; 422 a 'TE"Tptiywvov: 414 h 31.
9. 10; 423 a 6. 13. 15. 22. 23 (bis). -rixV1l: 407 h 26; 430 a 12.
25; 423 h 21. 27 (bis); 424 h 11. "TqvtTr)c;: 403 h 13.
14; 425 a 12. 13; 429 a 25; 429 h Tft: 409 a 31. 32; 426 a 22 (bis).
5; 433 h 20; 434 a 28. 33; 434 h "T( ia"rt.: 402 a 13. 17. 23; 402 h 17.
3. 6. 8. 9. 12 (bis). 13. 19; 43' a 22. 26; 403 a 30; 412 a 5; 412 h
11. 14. 20. 10; 413 a 17; 415 a 15; 416 h 30;
awJ.L(l"WC~: 404 h 31; 408 a 2; 410 a 418 h 3; 421 a 8; 429 a 8; 430 h
28; 427 a 27; 433 b 19. 28; 432 a 19; 432 h 8; 433 h 31.
CTWJ.L(i'T1.0V: 409 a 11. 't( iiv M'Wl&.: 412 h 11. 15; 429 h 19;
CTWp6c;: 419 h 24. 430 h 28.
C1W"M}P~: 417 h 3. -d X«'Tti -n.voc;: 430 h 26. 28.
"T!tt}J.U.: 402 a 4; 405 a 15; 405 h 18.
26; 407 h 15; 409 a 32; 409 h 26.
"T~: 413 a 9; 415 h 6; 420 h 5; 28; 410 a 26; 410 h 25; 419 a 12;
427 a 10; 433 b 28; 435 b 13. 421 b 16. 17; 423 b 22; 427 b 19;
"T«x«: 402 a 13. 432 a 31; 432 h 2; 433 a 10.
'T«XÉwc;: 419 h 22; 424 h 18. Ttp.cuoc;: 404 h 16; 406 h 26.
"Ttixoc;: 420 a 33. "T(J.Lt.Oc;: 402 a l; 404 h 4; 414 h 19;
"T«xVc;: 419 h 25; 420 a 32; 420 h 4. 430 a 18.
u: 402 a 2. 7; 403 a 18. 29; 403 h 'T~ (interrogativo): 402 a 19. 21. 23;
27; 404 a l (?); 404 h 15 (Emp.); 402 h 19 (bis); 403 h 7. 9; 404 h
405 a 6. 7. 12. 14. 17. 18. 23. 27; 30; 405 a 9; 405 h 22; 407 a 16.
406 h 30; 407 h 5. 33; 408 a 11. 18. 22; 407 h 16; 408 a 12. 25.
16. 29. 33; 408 h 3. 30; 409 a 28; 28; 409 a 2. 20. 23. 27; 409 h 9.
Baruch_in_libris
480 INDICI
22. 31. 32; 410 a lO; 410 h 7. 10. 434 a 31. 32; 434 h 18. 21. 2.5. 30;
12; 411 a 9. 12; 411 b 6. 11. 13. 43.5 a 2; 43.5 h 24. 2,. Cfr. anche
1.5; 412 a .5; 414 a l. 23; 414 b -t6ÒE "tt..
32 (bis). 33 (bis); 41.5 a 16. 17. "tJ,L~: 412 b 28.
18 (bis); 416 a 6; 417 a 2. 3; 418 a "t65& "tt.: 402 a 24; 410 a 14; 412 a
16 (bis); 418 h 13. 14; 422 h 20. 7. 8; 416 h 13.
32; 424 a 29. 33; 424 b 13. 16; "to,vvv: 42.5 b 20; 428 a 24; 434 a
42.5 b 4; 426 h 14 (?); 429 a 9. 19 (?); 43.5 b 4.
12; 430 h 10; 431 a 20 (bis). 24; "toto~: 427 a 26 (Om).
432 a 12; 432 b l. 13; 434 h .5. "tot.&r&: 412 a 16; 434 a 18. 19 (bis).
-t~ (indefinito): 402 a 11. 13 (bis). -ror.ocrò(: 403 a 26; 403 b 3. 11; 408 b
17. 19 (?). 20. 24. 26 (bis); 402 b 22; 412 b 11. 16. 27; 424 a 24;
8. 14; 403 a 4. 9. 10. 1.5 (bis). 19. 431 a 18.
26. 31; 403 b 9 (?). 13. 22. 23. 31; "tOt.OVrO~: 403 a 26. 28. 31; 403 b 4.
404 a l. 18. 26. 31; 40.5 a .5. 20. 11. 12. 14. 18; 404 a 7. 13; 40' a
21; 40.5 h 2. 9. 17. 2.5. 26; 406 a 12; 40.5 h 21. 2.5. 32; 407 a 4. 22;
2; 406 b 10. 2.5; 407 a 10. 22 (?). 407 h 12; 408 a 24; 408 h l. 9;
33; 407 h 20. 24. 27. 30. 32; 408 a 409 h 13. 14. 17; 410 a 22; 412 a
3 . .5. 18. 20. 21. 23. 34; 408 b 4. 21. 28; 412 h 1.5. 2.5; 413 a 18.
7. 9 (bis). 10. 12. 19. 23. 2.5. 29; 27; 413 h 7; 414 a 22. 28; 414 h
409 a 8. 13. 16. 19. 32; 409 b 3. 19. 28; 41.5 h 17; 416 b 17. 19;
6 (bis). 1.5; 410 a 2. 1.5. 25; 410 b 417 a 27; 418 a 17. 18. 23; 418 b
9. 10 (bis). 13. 19. 24. 2.5; 411 a 6. 12. 16. 19. 29; 420 a 33; 420 b
7. 9. 12. 19. 21; 411 h 4 (bis) . .5. 13; 421 h 3. 2.5. 31; 422 a 7;
9. 14. 17. 22. 28; 412 a 6; 412 b 422 h 9. 1.5. 27. 31. 32; 423 a 6;
4. 12; 413 a .5. 22; 413 h 1.5. 29. 423 h 31; 424 a 2. 2.5; 424 h 2.
33 (bis); 414 a 3. 8. 9. 13. 19. 32; 427 a 9; 428 a 4; 429 a 1.5.
20. 21. 27. 30; 414 h 11. 13. 19; 16; 430 a 8. 14; 431 a 11; 432 b
41.5 h 16. 24; 416 a 7. 9. 13. 3.5; 23. 29; 433 a 31; 434 a 18; 43.5 a
416 h 8. 12. 34. 3.5; 417 a 16. 23. 20. 2.5.
28; 417 h 3; 418 a 19; 418 b 4. "t6vo~: 424 a 32.
8. 13. 1.5. 16. 21; 419 a 12. 18. -t6~~= 406 a 16 (bis). 21; 406 h 2
20. 29. 33; 419 h 5. 10 (ter). 12. (?); 408 a 33; 409 a 24; 410 h
24. 32; 420 a 16. 23; 420 b .5. 11. 20; 411 a 29; 411 h 22; 413 a 24.
13. 1.5 (ter). 32 (bis); 421 a 19; 28; 413 h 3. 1.5. 22; 414 a 32;
421 h 20; 422 a 8. 11. 26. 32; 414 h 17; 41.5 a 7; 41.5 b 22;
422 h 2. 7. 22. 28; 423 a 2 (bis). 420 b 26; 427 a .5. 18; 429 a 27;
8. 9. 13. 22. 23; 423 b 14. 21. 432 a 17; 432 b 8. 13; 433 a 13;
22; 424 a l. 4. 26. 28. 33. 34; 434 h 30; 43.5 a 2.
424 b 3. 4. 6. 16. 17. 24. 26. 27; "rOCTOV"tO~: 413 h 11; 414 h 14; 417 h
42.5 a 11. 14. 18; 42.5 b 4. 10. 16. 29; 419 a 7; 429 a 9; 432 a 18.
19; 426 a l. 27. 29; 426 b 3. 14. -t6"te: 402 h 24; 406 a 10 (?); 420 a
18; 427 a 10. 20 (bis); 427 h 19. l; 42.5 b 30; 426 h .5; 428 a 15 (?);
22; 428 a l. 2. 3. 7. 27; 428 b 9. 429 h 8. 9; 430 h 12.
11. 22; 429 a 14. 1.5. 2.5. 26; 429 h 'tPCXXVTrJ~: 422 h 31.
3. 16. 23. 2.5 (bis). 28 (bis). 30; "tPE~: 40.5 h 11; 409 b 19; 41.5 h 10;
430 a 10. 1.5. 16. 28; 430 b 18. 416 h 20; 428 b 27; 432 h 6; 433 h
20b. 24; 431 a 22; 431 h 12. 13. 13; 434 a 1.5.
14. 18; 432 a 8. 19. 21 (bis). 22. "tpicpw: 413 a 30; 414 b 8; 41.5 h ~7
24 (bis). 31; 432 b 2. 1.5. 18. 22. (bis); 416 a 9. 11. 27. 29. 30. 3.5;
29 (ter). 31; 433 a l. 2 . .5. 10 (bis). 416 h 7. 9:- 10. 1.5 (bis). 16. 20.
14. 1.5. 21. 22. 26; 433 h 18. 26; 21 (ter). 22. 23. 2.5; 434 h l. 20.
Baruch_in_libris
INDICI 481
-rp!yt~vov: 402 b 20; 414 b 21. 31. 42.5 .b 24; 429 b 14. 22; 430 a 3.
-rp!1n1xu: 406 a 19. 6. 8. 10. 13. 19; 430 b 30; 432 a
-rpt-rov: 428 h 22. 10; 434 a 30.
-rpt-r~: 412 a 9; 423 a 23; 433 h 14. v~i)v: 423 ·a 3; 423 h 9.
-rpt.xWt;: 414 a 14; 418 a 8. v"Kcxpx-i): 412 a 4.
-rp6~~= 402 a 19; 404 b 16; 406 a v~d.pxw: 402 a 10; 403 b 18. 25;
23; 406 h 26; 407 a 33; 409 b 404 b 3. 6; 405 a 31; 405 b 7;
19; 410 a 12; 414 b 20; 41.5. b 406 a 2. 9. 15. 18. 20; 407 b 19;
10. 16; 416 a 26; 416 b 8; 417 a 408 h 33; 409 a 19; 409 h 6;
26; 417 b 2. 14; 420 a 20. 22; 410 b 3; 411 a 22 (bis). 25; 411 b
421 h 3; 422 a 22. 26; 423 a 29; l; 412 a 24; 413 a 33; 413 h l.
427 a 16; 430 a 16; 432 a 24. 4. 32; 414 a 12. 22. 26. 30. 32;
-rp~: 412 a 14; 412 b 4; 413 a 24. 414 b 4. 15. 17. 29; 41.5 a 4 . .5.
31; 414 b 6. 7. 10; 41.5 a 22. 23. 8. 24. 25; 415 b 22; 417 b 25;
26; 416 a 10. 20. 22. 26. 27. 29. 418 b 13; 419 a 3.5; 420 b 19.
33. 3.5; 416 b l. 3. 6~11. 12. 13. 22; 423 b 31; 425 h 10; 426 h 9;
19. 20. 23. 28. 30; 421 b 12; 434 a 427 a 12; 427 b 12. 14; 428 a 7.
2.5; 434 h 18. 19; 43.5 b 23. 10. 21. 24; 428 h 16. 23; 429 b
-ruyxtivw: 403 b 13; 407 b 19. 22. 25. 27; 430 a 7. 9. 13; 431 a 15.
23; 408 a 22; 414 a 24. 2.5; 417 a 28; 432 a 29; 432 h 9. 10; 434 8
11; 418 a 28; 419 b 14; 420 h 14; l. 2. 6. 31; 434 b 2. 26; 435 b 2.
424 b 29; 42.5 a 23; 434 b 2.5. V1tEVCXV"t!wotc;: 409 b 22.
"t1J~~= 413 a 9; 416 b 30; 424 a 16. v1te:p~tiì..ì..w: 426 a 30; 426 b 7.
-rv~-rw: 419 b 12 (bis). 24; 420 a 20 v1t!p~oì..i): 424 a 4. 14. 29; 435 b 8.
(bis). 24 (bis). 2.5; 420 b 14. 31; 13. 15. 18.
421 a l. v~voc;: 412 a 24. 2.5; 428 a 8; 429 a
8; 432 b 11.
v~6: con il genitivo: 403 a 21. 27;
\rrt.cdvw: 414 a 7.
403 b 4; 404 a 24; 406 b 6. 7 (bis).
vyt.tm"tt.X6c;: 414 a 10 (?).
10; 408 a 33; 408 b 7. 20. 31;
~yt.f%CT"t6c;: 414 a l O.
409 a 2; 409 h l. 7; 410 a 23;
\rrtEt.cx: 408 a 2; 414 a 7. 9.
410 b 29; 411 a 29; 412 a 3; 416 a
ùyt.-f}c;: 416 a 2.5.
32. 3.5 (bis); 416 h l (bis). 3.5;
ùypcxtvw: 422 b 2. 3. 4.
417 a 18 (bis). 19; 417 h 3 (bis).
ùyp6c;: 40.5 b 3; 414 h 7. 13; 422 a
4 . .5. 6. 11. 14. 34; 422 b l. 4. 6. 13. 17; 418 a 23; 418 h 12; 419 a
7. 26; 423 a 24; 423 h 29. 14. 18. 19. 24. 27. 28; 420 b 28;
,jyp6TI)c;: 422 a 18 (bis); 422 b 9.
421 h 24 (bis); 422 h 3; 423 h 14;
u&.>p: 404 b 13 (bis; Emp.); 40.5 b 2; 424 a 22. 34; 424 h 4 (bis). 7. 13.
416 a 26. 27; 418 b 6. 7; 419 8 14; 425 a 10; 428 h 10. 13. 26;
33; 419 b 18. 19. 31; 420 a 11; 429 a 2. 14; 434 h 28. 29; 435 a
421 b 9; 422 a 12; 423 a 12. 2.5. 7; 43.5 b 11;
26 (bis). 27. 28. 30 (bis). 31; 423 b con l'accusativo: 42.5 a 11.
11. 18; 424 b 30; 42.5 a l. 4 (bis). ù~oyptitpw: 413 a 10.
Baruch_in_libris
482 INDICI
u1toÀ.1}~t.c;: 427 b 16. 17. 2.5. 28; 428 b cpEux~uc6c;: 431 a 13.
3; 434 a 17. q)EVX~~: 407 b 3; 431 b 3; 432 b 28.
u~o~: 419 b 21. qn)Jl': 403 b .5. 28; 404 a l. 17; 40.5 a
u1too-~: 421 b 12. 16. 20. 2.5. 30; 40.5 b 1.5. 20; 406 a
u~çov: 413 b 10; 414 a l; 414 b 14. l; 406 b 10. 16. 18. 20; 407 b 2.5;
16; 416 b 31; 419 a 31; 419 b 3; 408 a 20; 408 b l; 409 a 4; 409 h
431 b 19; 432 b 12. l. 8; 410 a 3. 18. 23; 410 b 1.5.
ucr~çoc;: 402 b 8. 28; 411 a 8; 413 a 23; 413 b 29;
Òq)ct!vw: 408 b 13. 414 a 6; 416 a 29; 416 h 3.5; 418 a
cpe1tvw: 403 a .5; 404 a 3. 20. 29; 404 b 9; 419 b 6; 420 a 18; 427 a 1.5.
.5; 406 a 30; 406 b 24; 407 a 15; 22; 429 a 19; 429 h 24; 430 a 29;
410 b 19. 22; 411 b 19; 413 a 26; 430 b 2. 4; 431 a 8. 16.
413 b 9. 17; 414 a 24; 416 a 11. cp&civw: 419 b 23.
2.5; 418 b 24; 419 a 3. 31. 3.5; «P&«P~uc6c;: 422 a 31. 33; 424 a 1.5.
421 b 13. 23; 422 b 9; 42.5 a 10; «P&«P~6c;: 413 b 27; 41.5 a 9; 415 b 4;
427 b 3; 428 a 7. 14. 16; 428 b 430 a 2.5.
l. 2. 3; 431 a 4; 432 a 24. 27; cp&d.pw: 408 a 28; 408 b 19 (bis). 25.
433 a 9. 17. 23. 28; 433 b 8; 434 27; 421 b 23; 424 a 29; 426 a 17.
a 2. 30; 426 b 7; 434 a 33; 435 b 12.
~ct~6~: 402 a 19; 403 a 23; 408 a 13. 18.
3; 408 b 30; 411 a 24; 412 a 23; cpb!vw: 41.5 h 26; 434 a 26.
413 a 11. 32; 413 b 2.5. 28. 29; 414 «p&~: 406 a 13; 411 a 30; 412 a 15;
a 28; 41.5 b 15; 416 b 8; 419 a 8. 413 a 2.5. 27; 41.5 b 26; 432 b 9.
12; 421 a 3; 423 a 11; 424 a 28; 2.5; 434 a 25; 434 b 21.
42.5 b 20; 427 b 7. 17; 428 a 24; cp&opci: 403 b 4; 417 b 3; 434 a 23.
429 a 30; 433 b l; 434 b 23; cpt.À.Éw: 403 a 18; 408 h 26. 28.
43.5 a 12; 43.5 b 4. cpt.l(ct: 408 a 22; 430 a 30.
~ct"'ncitw: 433 b 12. ~(À.t.1t1tOc;: 406 b 17.
cp«"'nt:ttrlct: 402 b 23; 403 a 8. 9; 413 b cpt.À.ocrocp(ct: 404 h 19.
22; 414 b 16; 41.5 a 11; 420 b 32; cpt.Mcrocpoc;: 403 h 16.
42.5 b 2.5; 427 b 14. 17. (?). 23. cpÀ.i~t.ov: 422 a 3.
28. 29; 428 a l. 9. 10. 12. 18. 22. ~o~EP6c;: 403 a 23; 421 a 1.5; 427 h
24. 26. 29; 428 b 9. 11. 30; 429 a 22; 432 h 31.
l. 8; 432 a 10; 432 b 16; 433 a cpo~iw: 403 a 20. 24; 408 b 2. 8;
10. 11. 12. 20. 27; 433 b 28. 29; 432 h 31.
434 a l. 4. 6. cp6~oc;: 403 a 17; 403 b 18.
cpcivtMI-Lct: 428 a l; 431 a 1.5. 17; cpopci: 406 a 13; 406 b l. 31; 407 a
431 b 2. 4. 7; 432 a 8. 9. 12. 13. 2; 408 h 10; 410 b 23; 419 b 13;
14; 434 a 10. 434 a 15.
cpctvt~uc~: 432 a 31. cpop~uc6c;: 405 b 2.
cpticc;: 429 a 3. cppd;yi-LC1: 421 b 29.
cpd;pvy~: 420 b 23; 421 a 4. cppoviw: 417 b 8 (bis). 11; 427 a 18.
cpcio't.c;: 430 b 26; 432 a 10. 19. 21. 24 (Emp.). 28; 427 h 7;
cpciaxw: 40.5 b 4. 429 a 11.
9r&'fiov: 417 b 14. cpp6VT)~: 404 b .5; 427 b 10. 25.
cpe1W..oc;: 421 b 8; 422 a 30. 32. cpp6vt.J.LO<;: 421 a 22.
cpC1u)..wc;: 421 a 10; 422 a 28. cppux~~: 431 b 5.
cpipw: 404 a 21; 406 b 30; 407 b 6. ~u-ril: 431 a 12.
7. 10; 409 b 10; 410 b 29; 416 a cp,jllov: 412 b 2.
l. 6; 418 b 21; 419 b 24. qNcrtt.: 406 a 1.5. 21. 22. 23. 24. 2.5;
fPEUyw: 431 a 10. 16; 431 b 9; 432 b 416 a 16; 434 a 14. 32.
17. 28. 30; 433 a 2; 434 b 17. cpucruc~: 403 a 28. 29; 403 b 7. 11.
Baruch_in_libris
INDICI 483
17; 412 a 12. 13. 15. 20. 28; 412 b XP6~: 411 b 22; 420 a 31; 426 b
5. 12. 16; 415 a 26; 41' b 18. 24. 29. 31; 427 b 2; 430 a 21 (bis);
~~= 415 b 27. 430 b l. 8. 9. 12. 13. 15. 17. 18.
41)UO\OÀ.oyiw: 406 b 26. 20. 20"; 431 a 2. 3; 433 b 7.
~UO\O~: 426 a 20. XPUG'6c;: 424 a 20. 21.
~Vcn.ç: 402 a 6. 7; 403 b 25; 404 a '; XPUC1o~: 424 a 20.
405 a 4. 15; 405 b 7; 407 b 2; xpWl;w: 418 a 16.
410 b 1.5; 411 b 24; 415 b 2. 17. xpb)~: 414 b lO; 418 a 13. 15. 27.
18; 416 a l. 9; 417 b 16; 418 b 29. 31; 418 b 3. 6. 11. 26; 419 a 2.
2. 8. 31; 420 b 17; 422 a 33; 429 a 6. 8. 10. 12. 13. 19. 22. 34; 420 •
21; 430 a 10; 432 b 21; 434 a 31; 28; 421 a 9. 13. 1.5; 422 a 14. 16;
434 b l. 422 b 11. 32; 423 a 9; 424 a 22;
~u-t6v: 409 a 9; 410 b 23. 30; 411 b 424 b 4; 425 b 9. 14. 18. 19; 426.
19. 28. 29; 412 b l; 413 b 16. 19; 14; 426 b l; 429 b 2; 430 a 16. 17;
414 a 33; 414 b 33; 41.5 a 3. 29 434 b 20; 435 a 7; 43.5 b 8.
(bis); 415 b 20. 29; 416 a 4. 12; XPW'-'«"t~«a»: 42.5 b 23.
424 a 33; 432 a 29; 432 b 18; xv'-'6<: 414 b 11. 13; 418 a 13; 421 a
43.5 b l. 18. 26. 28. 29. 32; 422 a 6. 10. 17
.,M: 413 a 25. 33; 413 b 8; 434 a (bis). 30; 422 b 8. 10. 14; 423 a
26. 18. 19; 424 a 22; 424 b 12; 426 a
qMa)Ww: 420 b 6. 7. 12. 16; 421 a 2. 15. 18. 21. 31; 435 b 12.
cpwvi): 420 b '· 9. 10. 13. 22. 29 (bis). Xu-t6<: 406 b 19.
33; 422 b 29. 31; 426 a 27 (bis). XWp«: 409 a 23.
~: 418 b 2. 3 (bis). 9. 11. 14. 18. xwp(Z;w: 403 a 11. 14; 403 b 15; 409 a
20. 22. 31; 419 a l. 2. 8. 9. 11. 29; 411 b 29; 412 b 13; 413 a 31;
22. 23; 419 b 29 (bis). 30. 3.3; 413 b .5. 17. 26; 41.5 a 2; 426 b
420 a 28; 424 b 10; 42.5 b 22; 17. 23 (bis). 24; 427 a 3. 13; 430 a
429 a 4; 430 a 1.5. 16. 22. 30; 431 b 16 (bis). 18 (bis);
432 a 4. 27; 432 b 2; 433 b 2.
XblP": 430 b 11. .
x«(pw: 408 b 2. 6. XWPt.a"r6c;: 403 a 12; 403 b 10 (bis).
X«À&'Ké~: 402 a 11. 17; 402 b 10; 14. 17 (?); 411 b 26; 413 a 4;
406 b 23; 408 a 5; 411 b 18; 413 b 14. 28; 429 a 11 (bis);
413 b 15. 429 b .5. 16. 21; 430 a 17; 430 b
X«À.X~: 419 b 7. 15. 16. 32; 424 a 18. 26; 432 a 20.
21.
x(l).xcuc;: 403 a 13; 424 a 21.
x«P&: 403 a 18. ~«&up6c;: 419 b 3.5.
x«Pc.v: 407 a 24. ~«"~: 419 b 24.
x1(p: 416 b 26; 432 a l (bis). ~6-fK: 428 a 12. 1.5. 18. 19; 428 b
Xl(pw'J: 421 a 10. 2. 8 (bis). 17. 29; 430 b 27.
xtWv: 410 a 4 (Emp.). ~U&~c.: 427 b 21; 428 a 4; 428 b
x6«~: 410 a 4 (Emp.). 21. 22.
xo>.i): 425 b l. 3. ~uSoc;: 405 b 32; 428 b 19; 430 a
xop&i): 424 a 32. 27 (bis); 430 b 2. 4; 431 b 11;
XPUcJ.L«t.: 404 a 30; 405 a 14; 407 b 432 a 12.
26; 41.5 a 26; 418 a 2; 427 a 12. ~: 427 b 13.
13. ~: 418 a 16; 419 a 29; 419 b 8.
xrrll: 402 h 12; 407 b 9; 408 a 12; 12. 13. 22; 420 a 20. 23. 26; 420 b
409 a l; 415 a 16; 416 a '· 12. 14. 30; 425 b 29. 30 (bis).
XPiJcn."oc;: 402 b 17. ~: 426 a l. 7. 12.
XPO«: 424 b 34; 425 a l. ~ccp1}"t~ox6<: 420 a 3; 423 b .5; 426 a 6.
Baruch_in_libris
484 INDICI
Baruch_in_libris
INDICI 48.5
~: 402 a 16; 402 b 26; 403 a n; 3. 27; 421 b 19; 422 b 1.5; 423 a
406 b 2. 12; 408 a 8; 408 b 22; 1.5; 423 b 26; 424 a l; 424 b 7.
409 a 17; 410 b l; 411 a 18; 411 b 31; 42.5 a 11. 17. 20; 42.5 b 14.
23; 412 a 1.5; 412 b 26; 413 b 17; 426 b 22. 28; 427 a 8; 429 a
14; 414 a 13; 414 b 32; 41.5 a 22; 21; 430 a 7; 431 a 27; 432 a l;
416 b 7. 10. 17; 418 b 19; 419 a 432 b 2.5; 433 a 17; 434 a 9. 1.5;
20; 419 b 12. 32; 420 a 2.5; 420 b 434 b 21. 31; 43.5 a 19; 43.5 b 16.
IX
INDICE DEI NOMI
Baruch_in_libris
486 INDICI
267' 276, 283, 292, 293, 294, 300, Prisciano di Lidia: 3.56, 3.57, 422.
304, 306, 309, 31.5, 317, 319, 322, Proclo: 23.5, 422.
3.30, 331, 332, 336, 337, 342, 346, Protagora: 223, 3.56.
3.50, 3.56, 3.57' 3.58, 362, 367' 373,
374, 382, 383, 387, 390, 407, 409, Senocrate: .57, 216, 229, 232, 236, 237,
416, 426. 239, 2.50, 2.56, 258, 264, 26.5, 266,
Eudosso: 2.58. 267, 268.
Senofane: 303.
Giàmblico: 204, 421. Senofonte: 36.5.
Gorgia: 243, 3.59. Sesto Empirico: 266.
Guglielmo di Moerbeke: 416, 417. Simplicio: 16, 61, 202, 204, 206, 207,
209, 213, 216, 217, 218, 220, 221,
Ippaso: 240, 302. 223, 226, 227, 228, 236, 238, 240,
lppocrate: 304, 329, 330, 402. 247' 2.51, 2.52, 2.54, 260, 261, 274,
lppone: 229, 243, 244, 304. 283, 293, 300, 302, 328, 346, 349,
350, 3.56, 3.57, 3.58, 362, 364, 366,
Leucippo: 229, 230, 231, 241. 372, 373, 382, 383, 398, 407' 411,
416, 420.
Manuzio, A.: 16, 3.50, 41.5. Sofonla: 206, 212, 213, 216, 220, 221,
Maurus, S.: 22.5, 228, 346, 373, 417. 22.5, 228, 240, 244, 2.52, 260, 261,
293, 306, 346, 3.56, 37.5, 406, 417.
Omero: 232, 233, 2.59, 361, 362, 363, Solone: 3.57.
421. Speusippo: 216, 237, 26.5, 266.
Orfeo: 273. Stratone di Lampsaco: 258.
Sylburg, F.: 226.
Pacius, J.: 11, 202, 207, 226, 228,
2.53, 2.54, 260, 261, 283, 293, 346, Talete: 229, 239, 240, 241, 242, 243,
41.5. 274, 27.5, 303, 304, 3.57.
Paolo Veneto: 208. Temistio: 16, 76, 202, 204, 206, 207,
Parmenide: 242, 304, 330, 363, 378. 211, 213, 217, 219, 220, 221, 22.5,
Pitagorici: .53, .54, .56, 21.5, 229, 239, 228, 238, 240, 2.51, 2.53, 2.54, 2,8,
242, 24.5, 266, 290, 292, 32.5, 3.59, 2.59, 260, 261, 267, 273, 276, 283,
377. 293, 296, 297, 298, 3"04, 306, 313,
Platone: 17, 18, 23, 2.5, 27, 32, 49, 317, 318, 319, 321, 324, 331, 334,
.51, .53, .5.5, .56, .57' 61, 9.5, 103, 202, 349, 3.50, 363, 372, 373, 376, 382,
204, 214, 21.5, 216, 218, 221, 22.5, 383, 38.5, 386, 394, 396, 400, 401,
229, 232, 23.5, 236, 237' 238, 239, 403, 40.5, 407, 408, 409, 417.
244, 24.5, 246, 248, 249, 2.50, 2.51, Teofrasto: 16, 231, 236, 242, 31.5,
2.53, 2.54, 2.57, 2.58, 2.59, 262, 263, 316, 319, 382, 422
264, 26.5, 269, 272, 274, 27.5, 276, Teone di Smirne: 237, 323, 422.
280, 2~3, 284, 28.5, 289, 290, 298, Tolomeo el-Garib: 1.5. ·
301, 303, 304, 307' 310, 311, 314, Tommaso d'Aquino: 11, 76, 202, 204,
31.5, 316, 317, 319, 320, 322, 32.5, 207, 208, 210, 213, 216, 222, 227,
326, 330, 331, 334, 336, 338, 343, 283, 288, 290, 292, 294, 327' 332,
349, 3.50, 3.54, 3.56, 3.57' 3.58, 360, 346, 349, 3.50, 3.5.5, 379, 381, 382,
362, 363, 364, 36.5, 366, 367' 368, 383, 387, 417, 420, 433.
369, 370, 371, 374, 377, 378, 380, Tucidide: 391.
384, 387, 391, 394, 39.5, 397, 398,
399, 400, 401, 404, 40.5, 409, 421. Zabarclla, I.: 11, 202, 203, 204, 20.5,
Plotino: 360. 206, 20i, 208, 210, 211, 212, 219,
Plutarco di Atene: 226, 2.54, 362, 407. 220, 221, 222, 22.5, 228, 280, 293,
Porfirio: 323. 31.5, 346, 381, 382, 417.
Baruch_in_libris
INDICI 487
Baruch_in_libris
488 INDICI
Cencillo, L.: 224, 42.5. 363, 373, 378, 381, 384, 420, 421,
Charlton, W.: 418. 426, 444.
Chen, Ch. H.: 214, 222, 42.5. Dirlmeicr, F.: 9, 2.5, 27, 30, 392, 39.5,
Chcrniss, H.: 229, 231, 233, 23.5, 236, 400, 418, 426.
239, 240, 241, 242, 243, 244, 24.5, Dittenberger, W.: 323, 426.
247, 248, 249, 2.50, 2.51, 2.52, 2.53, DOnt, E.: 236, 427.
2.5.5, 260, 261, 263, 26.5, 266, 270, DOrrie, H.: 26, 3.5, 38, 42, 43, 46,
271, 2ì2, 273, 274, 27.5, 301, 302, .54, 81, 21.5, 221, 227, 242, 287,
303, 304, 332, 349, 3.56, 362, 363, 393, 427.
373, 374, 377, 384, 42.5. Drossaart Lulofs, H.].: 22, 23, 418.
Chroust, A.-H.: 16, 2.58, 418, 42.5. Dubarle, D.: 280, 427.
Qaghom, G. S.: 23.5, 249, 2.50, 2.52, Dubois, ]. M.: 384, 427.
42.5. Dufour, M.: 418.
Classen, C.].: 241, 274, 42.5. Diiring, I.: 1.5, 16, 27, 28, 30, 31,
Codino, F.: 421. 32, 34, 3.5, 36, 41, 42, 43, 46, 66,
Colle, G.: 202, 418. 67, 71, 7.5, 76, 83, 99, 203, 204,
Colli, G.: 241, 273, 418, 421. 221, 227, 2.56, 272, 280, 307, 308,
Conen, P. F.: 384, 42.5. 311, 312, 316, 323, 378, 380, 381,
Cooper, J. M.: 104, 426. 382, 395, 418, 423, 427 J 433.
Copi, I. M.: 209, 426.
Cornford, F. M.: 23.5, 378, 404, 421, Easterling, H. J.: 284, 427.
426. Ebner, P.: 242, 427.
Corsi, M.: 437. Edmonds, J. M: . 248, 421.
Cosenza, P.: 71, 307, 3.54, 404, 426. Elders, L.: 76, 207, 263, 264, 271,
Courtes, C.: 384, 426. 373, 37.5, 378, 381, 397, 402, 418.
Courtès, P.: 281, 426. Elorduy, E.: 282, 427.
Cousin, D. R.: 209, 426. Essen, E.: 2.53, 358, 40.5, 416.
Etheridge, S. G.: 400, 402, 403, 404,
40.5, 427.
Dal Pra, M.: 229, 426, 437. Eusebietti, P.: 416.
De Corte, M.: 212, 213, 218, 222, Evans, ~1. G.: 227, 427.
227, 278, 293, 294, 306, 349, 379,
382, 383, 426. Fazio Allmayer, V.: 218, 229, 416,
De Falco, V.: 299, 319, 396, 417. 427.
De Ley, H.: 230, 231, 240, 247, 426. Ferguson, J.: 230, 427.
De Pater, W. A.: 214, 269, 426. Festa, N.: 204, 421.
De Rijk, L. M.: 214, 426. Festugière, A.].: 23.5, 422, 427.
De Stryckcr, E.: 222, 426. Fillion-Lahille, J.: 22.5, 427.
De Vogel, C.}.: 231, 424, 426. Fitzgerald, W.: 233.
Décarie, V.: 214, 426. Fobes, F. H.: 236, 418, 422.
Decleva Caizzi, F.: 422. Fdrster, A.: 43, 221, 223, 22.5, 228,
Della v·alle, G.: 2.57, 426. 258, 306, 321, 3.52, 362, 415.
Deninger, J. G.: 270, 426. Forster, E. S.: 418.
Denniston, ]. D.: 241, 271, 279, 439. Fortenbaugh, W. W.: 282, 427.
Diano, C.: 418, 426, 432. Foss, L.: 427.
Diehl, E.: 23.5, 422. Fragstein, A. von: 212, 427.
Diels, H.: 214, 230, 231, 232, 233, Frajese, A.: 219, 286, 421 .
234, 23.5, 237 J 240, 241, 242, 243, Freudenthal, ].: 364, 365, 394, 428.
244, 248, 2.55, 257, 260, 268, 270, Fritz, K. von: 279, 428.
271, 272, 273, 274, 27.5, 281, 301, Funke, G.: 311, 428.
303, 304, 315, 317, 318, 322, 325, Furley, D.}.: 89, 96, 100, 103, 104,
328, 330, 344, 345, 356, 357, 3.59, 230, 400, 403, 428, 437.
Baruch_in_libris
INDICI 489
Gaiser, K.: 298, 428, 445. 367, 368, 369, 370, 373, 374, 37,,
Gallavotti, C.: 234, 235, 270, 363, 376, 378, 379, 380, 382, 384, 385,
421. 386, 387, 389, 390, 391, 396, 404,
Garau, ~1. T.: 12. 407, 409, 411, 416, 429.
Gardiner, H. N.: 221, 428. Hammond, W. A.: 21.5, 217, 416, 329.
Gauthier, R. A.: 22, 23, 32, 207, 372, Happ, H.: 224, 429.
389, 398, 418. Hardie, W. F. R.: 26, 29, 398, 404,
Gava, G.: 428. 405, 429.
Geddes, W. D.: 257, 421. Hardy, J.: 418.
Gentile, 1f.: 428. Harlfinger, D.: 438.
Gercke, A.: 17, 428. Haivey, p.: 77, 429.
Gerth, B.: 202, 212, 253, 439. Hayduck, M.: 323, 332, 416, 417, 429.
Giacon: C.: 12, 24.5, 298, 299, 380, Heath, T.: 227, 429.
402, 428, 433, 434. Hegel, G. W. F.: 3.
Giannantoni, G.: 273, 421. Heiberg, J. L.: 227, 294, 384, 429.
Giarratano, C.: 422. Heinze, R.: 216, 236, 239, 258, 265,
Gigon, 0.: 16, 23, 24, 38, 39, 40, 267, 417, 421, 445.
41, 42, 43, 45, 46, 48, 51, .54, Henry, P.: 360, 429.
216, 217, 218, 225, 247, 2.58, 2_.59, Resse, M.: 280, 429.
261, 274, 2i8, 283, 297, 308, 321, Hett, W. S.: 216, 225, 228, 304, 313,
323, 349, 352, 357, 362, 368, 373, 321, 323, 349, 352, 357, 362, 363,
382, 395, 404, 41.5, 416, 428. 365, 366, 368, 373, 382, 386, 41.5.
Gilson, E.: 434. Hicks, R. D.: 40, 43, 45, 94, 98, 99,
Giorgiantonio, M.: 416. 102, 202, 204, 205, 206, 207, 208,
Giuliani, .A.: 225, 428. 210, 211, 212, 213, 217, 218, 219,
Glockner~ H.: 434. 220, 222, 223, 224, 226, 227, 228,
Goerland, A.: 227, 428. 229, 231, 232, 239, 240, 241, 242,
Gohlke, P.: 16, 19, 20, 3.5, 38, 39, 40, 244, 246, 247, 249, 2.50, 2.52, 253,
41, 42, 43, 45, 46, 47, 48, 213, 254, 255, 258, 260, 261, 262, 264,
216, 225, 227, 247, 261, 416, 428. 265, 267, 270, 271, 273, 27.5, 276,
Gorman, W.: 290, 428. 277, 279, 287, 289, 290, 291, 292,
Gottschalk, H. B.: 257, 258, 259, 261, 293, 294, 297, 299, 301, 302, 303,
428. 304, 30.5, 306, 313, 314, 316, 317,
Grabmann, J\1.: 382, 428. 321, 322, 323, 324, 32.5, 328, 330,
Graeser, A.: 65, 101, 104, 21.5, 298, 333, 334, 33.5, 336, 337, 338, 339,
308, 312, 313, 314, 349, 3.52, 3.53, 340, 341, 343, 344, 345, 346, 348,
356, 370, 428. 349, 3.50, 3.51, 3.54, 3.57, 358, 359,
Grayeff, F.: 16, 428, 429. 361, 362, 363, 365, 366, 367' 368,
Guthrie, W. K. C.: 21.5, 229, 241, 429. 370, 371, 372, 373, 374, 376, 378,
379, 381, 382, 386, 387, 391, 393,
Hager, F.-P.: 432. 394, 396, 402, 404, 405, 407, 409,
Hamelin, 0.: 382, 429. 41.5, 429.
Hamerton-Kelly, R.: 434. Hiller, E.: 237, 323, 422.
Hamlyn, D. W.: 44, 45, 46, 47, 48, Hintikka, J.: 282, 384, 401, 429.
63, 66, 67, 70, 71, 72, 74, 9.5, 98, Hirschberger, J.: 280, 429.
208, 221, 223, 224, 229, 284, 287, Hirzel, R.: 214, 429.
288, 292, 293, 302, 303, 304, 306, Howes, G. E.: 233, 429.
307, 308, 309, 310, 313, 316, 320, Huby, P. M.: 236, 429.
321, 323, 324, 33.5, 338, 339, 341,
342, 344, 345, 347, 349, 3.50, 3.51, Isnardi Parente, M.: 53, 104, 21.5, 216,
352, 353, 354, 355, 356, 357, 3.58, 227' 235, 237, 238, 239, 265, 316,
359, 360, 361, 363, 364, 36.5, 366, 374, 39.5, 429, 439.
Baruch_in_libris
490 INDICI
lvénka, A. dc: 20, 21, 55, 76, 401, 240, 241, 243, 247' 2,2, 2.53, 2,,,
403, 429. 257, 258, 260, 261, 273, 287, 306,
313, 318, 321, 323, 324, 335, 337,
Jacgcr, W.: 18, 19, 20, 21, 23, 24, 349, 350, 351, 352, 354, 357, 358,
27, 32, 33, 35, 36, 37, 38, 46, 207, 363, 366, 368, 369, 386, 391, 407,
241, 383, 387, 418, 430. 416, 418, 419, 430.
Jammy, P.: 290. Le Blond, J. M.: 207, 212, 430.
]annone, A.: 211, 216, 217, 223, 224, Lee, H. D.: 22, 430.
226, 228, 240, 247, 248, 252, 253, Lefèvre, C.: 29, 30, 31, 32, 33, 34,
254, 261, 287, 302, 304, 306, 313, 43, 85, 89, 95, 223, 224, 258, 264,
320, 321, 323, 347, 349, 350, 352, 275, 278, 280, 284, 288, 298, 300,
355, 357, 358, 363, 365, 366, 368, 306, 375, 380, 381, 383, 396, 397,
381, 402, 407, 415. 398, 401, 430, 431.
Jolif, ]. V.: 22, 2:3, 207, 372, 389, Lemcr, M. P.: 298, 407, 431.
398, 418. Lcshcr, J. H.: 209, 431.
Joncs, H. S.: 439. Leszl, W.: 82, 90, 92, 96, 270, 280,
282, 431.
Kahn, C. H.: 30, 234, 430. Lcydcn, W. von: 384, 431.
Kalbflcisch, C.: 420. Liddcll, H. G.: 211, 247, 439.
Kampc, F. F.: 380, 430. Lloyd, A. C.: 61, 218, 293, 295, 431.
Kenny, A.: 398, 405, 430. Lloyd, G. E. R.: 66, 67, 83, 96, 99,
Kirk, G. S.: 241, 242, 421. 423, 431.
Kirwan, C.: 418. Long, A. A.: 234, 347, 431.
Kock, T.: 248, 421. Louis, P.: 22, 206, 306, 419, 431.
Kochler, G.: 209, 430. Lowc, M.: 431.
Kraak, W. K.: 301, 430. Liith, ]. C.: 234, 431.
Kriimer, H.].: 374, 430. Lugarini, L.: 214, 228, 229, 431.
Kranz, W.: 230, 231, 232, 233, 234, Lycos, K.: 364, 367, 369, 431.
235, 240, 241, 242, 243, 244, 248,
255, 257, 260, 268, 270, 271, 272, Maccioni, L.: 219, 286, 421.
273, 274, 275, 281, 301, 303, 304, MacKinnon, D. M.: 209, 431.
315, 317, 318, 322, 325, 328, 330, Maddalena, A.: 231, 241, 243, 244,
344, 345, 356, 357, 359, 363, 373, 255, 257, 273, .274, 421, 431.
378, 381, 384, 421, 444. Madvig, J. N.: 365, 431.
Kucharski, P.: 236, 430. Mager, A.: 382, 431.
Kiihner, R.: 202, 212, 253, 439. Mansion, A.: 18, 21, 22, 23, 222, 227,
Kullmann, W.: 84, 430. 228, 283, 381, 383, 423, 431, 432,
Kurfcss, H.: 382, 430. 433.
Kurz, D.: 203, 20.5, 207, 430. Mansion, S.: 15, 30, 53, .5.5, .57, .59,
Kustas, G. L.: 427. 87, 93, 207, 209, 214, 223, 227,
229, 261, 270, 278, 280, 290, 376,
Lacey, A. R.: 209, 430. 3n, 408, 432.
Lang, P.: 216, 237, 265, 421. Marcovich, M.: 241, 421, 432.
Lanza, D.: 9, 34, 43, 44, 8.5, 86, 93, Martano, G.: 242, 432.
94, 96, 97, 103, 206, 231, 232, 234, Martelli, C.: 435.
240, 244, 263, 300, 306, 312, 318, Martin, S. B.: 383, 432.
324, 325, 329, 336, 343, 351, 373, Mclnerny, R.: 294, 432.
377, 389, 394, 397, 401, 403, 407, Mcrlan, P.: 204, 205, 206, 265, 281,
418, 421. 378, 383, 387, 432.
Lasscrrc, F.: 258, 421. Migliori, M.: 419.
Lasson, A.: 216, 416. Mignucci, M.: 9, 10, 12, 37, .50, .51,
Laurenti, R.: 208, 213, 216, 223, 226, 203, 208, 229, 245, 252, 2.53, 270,
Baruch_in_libris
INDICI 491
276, 281, 28.5, 299, 311, 364, 419, Philippe, M. D.: 222, 227, 280, 434.
432. Pirotta, A. M.: 417.
Minio-Paluello, L.: 419, 420, 432. Plebe, A.: 419.
Mondolfo, R.: .53, 71, 104, 21.5, 216, Pocar, E.: 430.
230, 231, 232, 234, 23.5, 237, 240, Pucci, p.: 421.
241, 242, 257, 260, 26.5, 273, 302,
316, 330, 3.59, 360, 374, 39.5, 421, Rabe, H.: 41.5.
432, 438, 439. Ralfs, G.: 281, 434.
Montana Slienz, J .: 383, 432. Reale, G.: 10, 12) 47, 7.5, 209, 213,
Moraux, P.: 1.5, 16, 22, 23, 36, 39, 214, 228, 231, 270, 278, 330, 393,
216, 2.53, 264, 293, 294, 307, 378, 402, 419, 434.
382, 419, 423, 432, 433, 438. Rees, D. A.: 2.5, 9.5, 364, 367, 39.5,
Moravcsik, J. M. E.: 214, 423, 433. 434, 43.5.
Moreau, ].: 208, 246, 270, 299, 313, Régis, L. M.: 364, 43.5.
384, 402, 433. Regnéll, H.: 21.5, 230, 43.5.
Movia, G.: 1.5, 16, 29, 36, 207, 213, Reiche, H. A. T.: 234, 243, 271, 43.5.
216, 218, 2.58, 294, 331, 382, 383, Renehan, R.: 22.5, 43.5.
433. Reyna, R.: 383, 43,.
Movia, L.: 12. Riondato, E.: 206, 281, 43.5.
Movia Colaussi, C.: 12. Ritter, W. E.: 214, 43.5.
Miillcr, C. W.: 23.5, 242, 2.5.5, 303, Robin, L.: 236, 238, 43.5.
304, 433. Robinson, R.: 398, 419, 43.5.
Mugler, C.: 419. Robinson, T. M.: 21.5, 290, 43.5.
Mugnier, R.: 419. RQdier, G.: 202, 20.5, 206, 207, 208,
Mulhern, M. M.: 90, 433. 212, 213, 216, 223, 226, 228, 231,
Muskens, G. L.: 93, 98, 280, 433. 240, 247, 2.52, 2.53, 2.54, 25.5, 257,
Mutschmann, H.: 20.5, 419. 261, 26.5, 273, 274, 276, 283, 290,
293, 296, 298, 299, 302, 303, 304,
Nachmanson, E.: 1.5, 433. 30.5, 306, 313, 321, 322, 323, 328,
Nardi, B.: 382, 433. 333, 334, 336, 337, 346, 347, 348,
Natali, C.: 2.54, 433. 349, 3.50, 3.5.5, 357, 3.58, 3.59, 362,
Nebois, J.: 2.59, 433. 363, 364, 36.5, 366, 367, 368, 372,
Newman, W. L.: 214, 419. 374, 381, 382, 386, 389, 393, 402,
Nolte, A.: 232, 433. 404, 407, 409, 41.5, 43.5.
Nussbaum, M. C.: 433. Roland-Gosselin, M.-D.: 212, 43.5.
Nuyens, F.: 20, 21, 22, 2.5, 26, 27, Rolfes, E.: 222, 227, 2.54, 2.5.5, 416.
29, 32, 33, 36, 222, 283, 300, 373, Romano, F.: 21.5, 232, 43.5.
374, 381, 383, 433. Rorty, A.: 398, 43.5.
Rose, V.: 16, 17, 419, 43.5.
O'Brien, D.: 232, 234, 260, 271, 316, Rosen, S. H.: 43.5.
433, 434. Ross, W. D.: 10, 23, 2.5, 26, 31, 3.5,
Oehler, K.: 222, 381, 394, 434. 4.5, 46, 68, 9.5, 98, 203, 20.5, 208,
Olgiati, F.: 434. 210, 211, 213, 214, 21.5, 216, 221,
Owen, G. E. L.: 30, 33, 77, 92, 270, 223, 224, 22.5, 226, 228, 229, 231,
366, 423, 434. 232, 233, 23.5, 236, 237, 238, 239,
Owens, ].: 61, 71, 270, 278, 286, 287, 240, 242, 244, 246, 247, 249, 2.50,
290, 312, 3.54, 37.5, 387, 434. 2.51, 2.52, 2.53, 2.54, 2.5.5, 2.56, 2.57 J
2.58, 2.59, 261, 263, 264, 267, 269,
Palmer, R. B.: 434. 271, 272, 273, 27.5, 276, 277, 279,
Peck, A. L.: 24.5, 419, 434. 280, 284, 287, 288, 290, 292, 294,
Pesce, D.: 12, 434. 297, 298, 300, 302, 304, 30.5, 306,
Philip, J. A.: 231, 2.5.5, 2.57, 2.58, 434. 307, 308, 309, 310, 311, 313, 318,
Baruch_in_libris
492 INDICI
320, 321, 322, 323, 324, 326, 331, 349, 3.56, 3Yl, 3.58, 362, 36.5, 367,
332, 333, 334, 33.5, 336, 337, 338, 368, 370, 373, 381, 382, 386, 391,
339, 342, 347, 348, 349, 3.50, 3.51, 404, 416, 436.
352, 3.5.5, 3.56, 3.57' 3.58, 3.59, 362, Sokolowsky, R.: 209, 224, 436.
363, 36.5, 367' 368, 369, 370, 372, Soleri, G.: 22, 23, 382, 436.
373, 374, 37.5, 378, 379, 380, 381, Solmsen, F.: .50, .53, 104, 436, 437.
382, 384, 38.5, 386, 389, 390, 391, Sorabji, R.: 30, 47, .51, 6.5, 66, 67,
392, 393, 394, 39.5, 400, 402, 404, 68, 69, 70, 71, 78, 82, 102, 309,
40.5, 406, 408, 409, 411, 41.5, 416, 313, 338, 344, 354, 36.5, 420, 423,
419, 420, 422, 43.5. 437.
Routila, L.: 228, 43.5. Specht, E. K.: 224, 437.
Rowe, C.].: 203, 43.5. Spiazzi, R. M.: 420.
Ruggiu, L.: 384, 435. Spinelli, A.: 43.5.
R.usso, A.: 420. Sprague, R. K.: 290, 380, 437.
Stallmach, ].: 214, 437.
Saffrey, H. D.: 216, 23.5, 236, 238, 436. Steckel, H.: 230, 437.
Sainati, V.: 209, 221, 436. Stenzel, ].: 224, 437.
Saitta, G.: 416. Stigen, A.: 329, 330, 437.
Samson, A.: 229, 436. Stocks, ] . L.: 224, 437.
Sandoz, A.: 298, 436. Strohmaier, G.: 230, 232, 437.
Santas, G.: 397, 398, 400, 40.5, 436. Stroick, C.: 417.
Santinello, G.: 12. Stuart Crawford, F.: 417.
Sartori, F.: 422. Susemihl, F.: 292, 420, 437.
Schicher, E.].: 16, 436.
Schneider, G.: 36.5, 436. Tagliaferro, D.: 232, 437.
Schofield, M.: 4.5, 99, 100, 10.5, 364, Taran, L.: 241, 242, 302, 421.
36.5, 366, 367' 368, 369, 371, 394, Tarrant, D.: 380, 437.
404, 423, 436. Taylor, A. E.: 202, 235, 236, 244,
Schramm, M.: 24.5, 436. 249, 2.54, 257, 374, 422, 437.
Schwab, M.: 16. Taylor, C. C. W.: 437.
Schwegler, A.: 232, 387, 420. Theiler, W.: 23, 24, 2.5, 26, 28, 32,
Scott, R.: 211, 247, 439. 35, 39, 41, 42, 43, 46, 47, 48, 202,
Seidl, H.: 222, 372, 373, 374, 376, 204, 206, 207, 210, 211, 212, 213,
377, 378, 379, 380, 382, 383, 392, 214, 21.5, 216, 217' 218, 221, 22.5,
399, 400, 402, 436. 228, 229, 232, 234, 236, 240, 241,
Sellars, W.: 209, 436. 242, 243, 247, 252, 2.53, 254, 2.5.5,
Severino, E.: 420, 43.5. 258, 261, 26.5, 275, 278, 279, 281,
Shiner, R. A.: 290, 436. 283, 287' 292, 298, 299, 300, 301,
Shorey, P.: 236, 247, 253, 310, 436. 302, 306, 308, 311, 313, 315, 317,
Sichirollo, L.: 229, 436. 321, 322, 323, 324, 325, 339, 348,
Siegel, R. E.: 318, 436. 349, 350, 352, 356, 357, 3.59, 360,
Siwek, P.: 20.5, 207, 208, 210, 211, 262, 363, 365, 367, 368, 370, 373,
212, 216, 217, 221, 226, 228, 240, 374, 375, 378, 380, 381, 386, 387'
247' 252, 2.53, 2.54, 292, 293, 304, 389, 398, 400, 402, 405, 407, 411,
316, 321, 322, 337, 347, 349, 357, 416, 433, 437.
363, 36.5, 368, 372, 373, 381, 382, Thielscher, P.: 22, 437.
387, 401, 415, 420, 436. Timpanaro Cardini, M.: .56, 231, 242,
Skemp, ]. B.: 103, 105, 251, 402, 403, 25.5, 2.57' 266, 322, 422.
404, 40.5, 436. Tognolo, A.: 12, 290, 293, 374, 437.
Slakey, T.].: 68, 307, 436. Torraca, L.: 420. -
Smith, ]. A.: 214, 216, 225, 228, 247, Torstrik, A.: 17, 46, 228, 239, 252,
309, 321, 323, 335, 337, 341, 347, 253, 258, 261, 273, 302, 30.5, 308,
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INDICI 493
309, 310, 321, 323, 349, 350, 352, Verdenius, W.].: 241, 316, 420, 438.
356, 357, 3.58, 367, 368, 385, 391, Viano, C. A.: 203, 233, 420, 438.
394, 402, 407, 409, 411, 415, 437. Vogelbacher, }.: 209, 438.
T6th, 1.: 219, 437.
Trendelenburg, F. A.: 210, 221, 231, Waerden, B. L. van der: 231, 438.
252, 254, 270, 284, 285, 310, 322, Wagner, H.: 202, 231, 420.
335, 349, 3.50, 352, 356, 366, 380, Wallace, E.: 44, 213, 238, 246, 247,
386, 415, 437. 255, 270, 308, 349, 373, 415.
Tricot, J.: 202, 212, 216, 226, 228, Walsh, J. ].: 398, 438.
253, 261, 273, 293, 294, 302, 306, Walzer, R.: 241, 422.
313, 321, 322, 323, 334, 337' 346, Warden, J. R.: 232, 438.
349, 350, 355, 357, 358, 359, 362, Wartelle, A.: 418.
363, 365, 366, 368, 374, 382, 398, Waszink, J. H.: 420.
404, 416, 420. Wehrli, F.: 216, 257, 258, 422.
Tugendhat, E.: 281, 387, 437. Weiner, M. H.: 214, 438.
Wendland, P.: 417.
Untersteiner, M.: 236, 238, 243, 273, Wieland, W.: 83, 212, 223, 227, 258,
420, 422. 438.
Wiesner, ].: 22, 66, 438.
Valgimigli, M.: 420, 421. Wilpert, P.: 207, 382, 438.
Vattimo, G.: 438.
Vegetti, M.: 9, 34, 43, 44, 85, 86, 93, Wisniewski, B.: 232, 241, 438.
94, 96, 97' 103, 206, 231, 263, ~00,
306, 31 ~- 318, 324, 325, 329, 336, Zadro, A.: 204, 420, 422.
343, 351, ;s9, 394, 397, 401, 403, Zeller, E.: 17, 32, 53, 104, 215, 216,
407' 418, 422. 230, 231, 232, 234, 235, 2.37, 240,
Verbekt:, G.: 22, 29, 32, 52, 59, 74, 241, 257, 260, 265, 273, 3. 6, 330,
214, 222, 223~ 374, 376, 380, 381, 374, 386, 395, 438, 439.
382, 383, 38ì, 416, 417, 438. Ziircher, ].: 16, 24, 439.
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x
INDICE GENERALE
Prefazione 7
Introduzione
Libro A (primo)
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496 INDICE GENERALE
Libro B (secondo)
Capitolo primo. Prima definizione di anima. L'unità del vivente. L'inse-
parabilità dell'anima . . . . . 137
Capitolo secondo. Seconda definizione di anima. La 'separabilità' deUe
parti dell'anima 139
Capitolo terzo. La definizione e le facoltà dell'anima 142
Capitolo quarto. La facoltà nutritiva. La causalità dell'anima . 144
Capitolo quinto. La facoltà sensitiva 148
Capitolo sesto. Le tre specie di sensibili . l'l
Capitolo settimo. La vista 152
Capitolo ottavo. L'udito 15.5
Capitolo nono. L'olfatto 158
Capitolo decimo. Il gusto 161
Capitolo undicesimo. Il tatto 162
Capitolo dodicesimo. Ancora sulla sensibilità in gener/Jle 166
Libro r (terzo)
Capitolo primo. I cinque sensi specifici. Il senso comune • 171
Capitolo secondo. Coscienza della percezione. Senso e sensibile. Il senso
come 'propon.ione'. La discriminazione percettiva • 173
Capitolo terzo. Sensibilità, immaginazione e pensiero • 177
Capitolo quarto. L'intelletto in potenza . 181
Capitolo quinto. L'intelletto in potenza e l'intelletto produttivo • 184
Capitolo sesto. L'intellezione degli indivisibili . 184
Capitolo settimo. Conorcenza ed azione . 186
Capitolo ottavo. Ricapitolazione sulle facoltà conoscitive 188
Capitolo nono. La facoltà locomotoria • 189
Capitolo decimo. Ancora sulla facoltà locomotoria . 191
Capitolo undicesimo. Locomozione, deliberazione e sillogismo pratico 193
Capitolo dodicesimo. Il finalismo delle facoltà 19'
Capitolo tredicesimo. Il corpo dell'animale. La finalità dei sensi • 197
Note al De Anitna
Note ad A l 201
Note ad A 2 229
Note ad A 3 245
Note ad A 4 2.56
Note ad A 5 267
Note aB l zn
Note aB 2 284
Baruch_in_libris
INDICE GENERALE 497
Note aB 3 291
Note aB 4 296
Note aB 5 307
Note aB 6 312
Note aB 7 314
Note aB 8 319
Note aB 9 327
Note aB 10 333
Note a B 11 336
Note aB 12 342
Note a r l 345
Note a r 2 353
Note a r 3 361
Note a r 4 371
Note a r 5 379
Note a r 6 383
Notear7 388
Note a r 8 392
Note a r 9 394
Note a ~ 10 398
Note a r 11 403
Note a r 12 405
Note a r 13 409
Bibliografia
l. Edizioni 41.5
2. Traduzioni . 415
3. Commenti antichi 416
4. Commenti medioevali e moderni 417
5. Edizioni, traduzioni e commenti di altre opere di Aristotele 417
6. Edizioni, traduzioni e commenti di altri autori antichi . 420
7. Studi . 422
8. Sussidi filologici 439
Indici
I. Indice dei nomi di persona citati nel De Anima . 443
Il. Indice dei rimandi interni al De Anima 443
III. Indice delle citazioni di altre opere di Aristotele 444
IV. Indice dei riferimenti ad opere di altri autori . 444
V. Indice dei passi del De Anima contenuti in Diels-Kranz 444
VI. Indice dei passi del De Anima contenuti in Gaiser 445
VII. Indice dei passi del De Anima contenuti in Heinze 445
VIII. Indice dei termini greci 446
IX. Indice dei nomi
(a) Antichi . 485
(b) Moderni. 487
X. Indice generale • 495
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