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QUADRO STORICO

La rivelazione biblica è storica (Questa economia della rivelazione avviene con eventi e parole
intimamente connessi tra loro, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza,
manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le
opere e chiariscono il mistero in esse contenuto DV 2,873), cioè Dio si manifesta nella storia e
attraverso la storia: la storia di Israele; è quindi indispensabile conoscere, almeno a grandi linee, le
vicende storiche di questo popolo.
1. Introduzione
 Necessità dello studio della storia."La storia scritta dallo storico è irrilevante ai fini dello studio
dell'Antico Testamento o della teologia biblica? (…) si può studiare la Bibbia da un punto di
vista teologico, senza fare ricorso alla storia? Si possono comprendere le accuse di Amos o
esplorare la profondità del messaggio di Osea senza avere nozioni delle condizioni storico-
sociali del regno del nord nell'VIII secolo? Si riesce ad afferrare l'aspra polemica del Secondo
Isaia, senza avere consapevolezza delle problematiche culturali e teologiche che la comunità in
esilio affrontò a Babilonia? Senza dubbio Bright rammenterebbe a tutti coloro che si addentrano
nel campo che l'interpretazione della Scrittura sarebbe ben poca cosa senza far ricorso al 'vivo
senso' della storia d'Israele (…) Forse, egli troverebbe che l'attuale situazione della ricerca
teologica [BRUEGGEMANN, BARR] altro non è che un passo verso lo gnosticismo, tentazione
perenne dell'esegesi biblica. Negare l'importanza degli studi storici equivarrebbe a negare
l'operato divino nella storia e attraverso di essa, il che lede la natura stessa del Dio
giudaico-cristiano raffigurato nelle Scritture" (BROWN WILLIAM P., Appendice. Gli
aggiornamenti nella ricerca storica sull'antico Israele, in BRIGHT JOHN, Storia dell'antico
Israele. Dagli albori del popolo ebraico alla rivolta dei Maccabei, Roma, 1981, pp. 509-510).

 Quale storia? La storia biblica, però, è una storia religiosa1, cioè orientata, come in genere le
opere storiche antiche, vale a dire costruite più in funzione del presente (o di un modello ideale)
che su una solida documentazione2. Del resto, superato il positivismo ottocentesco, oggi si
riconosce che “non vi è altra storia se non quella raccontata [= story3], ossia la storia
interpretata”4NOTH definisce l’AT “una grande raccolta di tradizioni che contiene notizie
storiche, ma che non fu concepita né progettata come una narrazione storica coerente, poiché
prese forma quando la tradizione era ancora orale”5. SOGGIN JAN ALBERTO riconosce che
nell’AT “ci troviamo dunque di fronte a una re-interpretazione in chiave teologica della storia

1
Interessante, a questo proposito, la descrizione dell'ispirazione che fornisce CARLO MOLARI, Conclusioni e messaggio del
Sinodo, in “Rocca”, 01/12/2008, p. 55 “L'ispirazione non offre o suggerisce contenuti diversi da quelli conosciuti dall'autore, ma lo
orienta ad esprimere quella valenza salvifica che gli eventi narrati o richiamati dalle formule bibliche contengono”.
2
Cfr. BONORA ANTONIO, La storia di Israele: dalle origini all’esilio babilonese, in LOGOS, I, 1994, pp. 59-61. Del resto è ormai
acquisito che la “storia oggettiva” del positivismo ottocentesco, intesa come registrazione di puri fatti, nella loro verità originale, è
utopia. Ecco in proposito la convinzione di un famoso e acuto giornalista TIZIANO TERZANI, La fine è il mio inizio, Milano, 2006,
p. 124 “Devo dire con grande sincerità che ho sempre disprezzato gli anglosassoni che pretendevano di essere obiettivi. Ma balle! Io
non ho mai detto che sono un giornalista obiettivo, perché non lo sono. Perché nessuno lo è, anche quelli che pretendono di esserlo
sono solo falsi e finti. Come puoi essere obiettivo? Non lo sei mai. Perché, come ci insegna Kurosawa nel film Rashomon, la stessa
storia vista da sei persone diverse sono sei storie diverse. Perché il modo stesso in cui guardi un episodio, i dettagli che scegli, gli
odori che senti sono la tua scelta personale che influisce moltissimo sul tuo giudizio”. M. CLAUS, Israele nell'età antica, Bologna,
2003, p. 7 descrive la storia biblica come “storiografia in forma di professione di fede” citazione in BOSCHI BERNARDO G., Il
dibattito sulla storiografia biblica dell'Antico Testamento, AAT, 13 (2007), p. 340.
3
Cfr. ZAPPELLA LUCIANO, Bibbia e storia, Torino, 2012, p. 14 “La componente narrativa della storiografia biblica, per effetto
della quale la ricostruzione storica (history) è una storia narrativizzata (story)…”.
4
LAMADRID A. G., La storia deuteronomistica, in ASURMENDI J. M. – SANTIAGO J. CAMPOS – LAMADRID A.
GONZALES – PUERTO M. NAVARRO – JULIAN V. PASTOR – CARO J. M. SANCHEZ, ed, Storia, narrativa, apocalittica
(Introduzione allo studio della Bibbia, 3/2), Brescia, 2003, p. 18.
5
Storia d’Israele, Brescia, 1975, p. 58.
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d’Israele e delle sue fonti”6. Si può parlare di retroproiezioni di situazioni e problemi più
recenti, come ancora afferma SOGGIN7:
L’orizzonte dei redattori del Pentateuco e di quelli che la Bibbia ebraica chiama “Profeti anteriori” e
“Profeti posteriori” è essenzialmente esilico e postesilico, anche quando i testi intendono trattare di
persone e avvenimenti di molti secoli, talvolta di un millennio anteriori e che la loro problematica e
impostazione riflette principalmente le conseguenze di quella che è sentita come la prima,
fondamentale frattura nella storia di Giuda (Israele non esisteva più come entità politica) che è
stato l’esilio di Babilonia nella prima metà del VI sec. a.e.v., dalla fine dell’indipendenza politica e
della dinastia che regnava per vaticinio divino (…); e dei nuovi problemi politici e religiosi che da
questa nuova situazione scaturivano: primo fra tutti l’insorgere di un regime che lo storico ebreo
Flavio Giuseppe ha chiamato “teocrazia”, ma che in realtà era piuttosto una “ierocrazia”, dato che chi
deteneva il potere erano i sacerdoti…8.
 Ugualmente ZAPPELLA9:
Più che storia, nel senso di resoconto di fatti, quella biblica è infatti la storia della “memoria” di
fatti. Non a caso, il verbo zakar, “ricordare”, compare 235 volte nella Bibbia ebraica… La centralità
della memoria informa quindi la ricostruzione storica e spiega il criterio fondamentale che sta alla
base della storia biblica: il futuro è il punto prospettico da cui si ricostruisce il passato. Detto in
altri termini, la storia biblica ricostruisce il passato sulla base dei problemi del presente. La storia
presente nella Bibbia ebraica è un passato ricordato e rappresentato”.
 JEAN-LOIUS SKA10 sottolinea che
il mondo della Bibbia è una riflessione sulla storia. La fede di Israele è una fede che rifletteva su se
stessa ogniqualvolta vi fossero circostanze nuove, soprattutto in funzione delle prove della storia. (...)
E' una fede che ha come elemento intrinseco, fondamentale, di essere una fede che riflette sulla
storia. (...) Bisognerebbe forse passare da un tipo di verità molto statica, positivistica, puntuale, a un
tipo di verità molto più dinamica. La verità nella Bibbia non è una verità puntuale, positivistica, e non
è neppure una saggezza fuori del tempo o al di fuori della storia, è la verità di una costante
riflessione e revisione sulle esperienze della storia.
 GERHARD GAEDE così si esprime:
La storia d’Israele piuttosto ci viene narrata come una storia di fede, con i suoi lati luminosi tanto
quanto con quelli oscuri (…) la stessa Scrittura d’Israele comprende quindi la storia di fede d’Israele
come storia dell’Alleanza con il suo Dio11.
 JEAN-MICHEL POFFET, direttore dell'École biblique di Gerusalemme, intervistato da Henry
Tincq, così risponde:
L'archeologo Israel Finkelstein mette in dubbio che 600.000 persone possano aver soggiornato in un
deserto per 40 anni; che la Palestina sia stata conquistata con le armi e in generale gli avvenimenti
della preistoria d'Israele sono molto più modesti.

6
Israele in epoca biblica. Istituzioni – feste – cerimonie – rituali, 20012, p. 21. ZAPPELLA, Bibbia…, p. 18 “La Bibbia non è un
trattato teologico-dogmatico, ma il racconto di un’esperienza di fede”.
7
Storia d’Israele. Introduzione alla storia d’Israele e Giuda dalle origini alla rivolta di Bar Kochbà, Brescia, 2002, p. 48.
8
In questa prospettiva la migrazione di Abramo da Ur dei Caldei verso la terra di Canaan non sarebbe che una retroproiezione del
ritorno dei deportati dalla Mesopotamia alla patria d’origine. Le promesse divine ai Patriarchi avrebbero in realtà riguardato gli ebrei
della diaspora mesopotamica prima, ed egiziana poi. L’esodo, la conquista della terra, la costituzione di una lega tribale politico-
religiosa “s’inseriscono perfettamente nel contesto del ritorno in patria degli esiliati” SOGGIN, Storia… p. 49 (cfr. “secondo esodo”
in Is 40-55). Quindi “L’immagine che lo studioso odierno possiede dell’Israele preistorico e di quello preesilico in generale è stata
prontamente influenzata, per non dire riscritta, dalla rilettura e dalla redazione esilica e postesilica delle tradizioni… Essendo
dunque queste le circostanze nelle quali venne formandosi gran parte dei libri biblici, è sempre un’impresa difficile, talvolta
impossibile, riconoscere l’antichità di determinate tradizioni” (SOGGIN, Storia …, p. 51). Altri esempi: proibizione dei
matrimoni con donne straniere (Esd 9,2; 10,2-3) – Abramo manda a cercare una sposa per Isacco nella sua patria (Gn 24,4),
ripudio di Agar, schiava egiziana madre di Ismaele (Gn 21,14), tradimento di Sansone da parte della filistea Dalila (Gdc 16,4-21),
Salomone e ancor più Achab, spinti all'apostasia dalle moglie straniere; la Legge, solennemente proclamata da Neemia (Ne 8,1-8), è
ricollegata a Giosia (2 Re 23,1-3), a Mosè (Dt 31,9-13); Giosuè (potere religioso) e Zorobabele (potere civile) – Aronne e Mosè;
sabato – Gn 1,2-3); ritorno dei deportati da Babilonia – storicizzazione della Pasqua/liberazione dall'Egitto. Forse non si tratta di
invenzione di fatti da parte dell'agiografo, ma di selezione fra i ricordi tramandati.
9
Bibbia…, p. 28. Alle pp. 36-37 cita un esempio: "Dal momento poi che il culmine della creazione è il settimo giorno in cui Dio si
riposa 'da tutta l'opera che aveva creata e fatta' (2,3), spesso si pensa ch e questo testo stia a fondamento del sabato ebraico; in realtà,
seguendo il principio, già enunciato, per cui è il futuro la chiave del passato, è proprio il contrario: è l'istituzione del sabato a dare
vita al racconto della creazione scandita in sette giorni, l'ultimo dei quali rappresenta il suggello e il completamento".
10
Da quando si può parlare di Israele? Intervista con JEAN-LOUIS SKA, a cura di VIVIANE DUTAUT, in IL MONDO DELLA
BIBBIA, n. 88, L'identità di Israele: Le origini e la rivolta dei Maccabei, n. 3, maggio-agosto 2007, p. 9.
11
Cristo nelle religioni, Borla, Roma, 2004, p. 168.
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“Bisogna allora dedurre dalle ricerche attuali che i primi libri della Bibbia non hanno niente di
autentico? Le tradizioni su Abramo attestano il suo radicamento nella regione di Hebron, quelle di
Giacobbe nel regno del Nord, Mosè – già dal suo nome – proviene da un ambiente egizio. Neppure
Davide e Salomone sono un sogno, anche se gli archeologi faticano a scoprire sotto la loro zappa i
resti degli splendori del regno di Salomone. I testi biblici ne fanno delle vere leggende, perché la
leggenda è la prima forma della storia, popolare, epica. La Bibbia è una riflessione sulla storia,
riflessione ripresa incessantemente in Israele lungo le generazioni, in particolare prima e dopo l'esilio.
Così Abramo nomade delle alte terre di Giuda o della regione di Harran diventa una figura che
annuncia, per così dire, l'itinerario degli esiliati, da Babilonia a Canaan...
E' impossibile scrivere la storia passata senza mescolarvi qualcosa del presente, soprattutto quando la
posta in gioco è religiosa, politica e identitaria...La Bibbia è così fatta di riletture successive che
vanno dal secolo VIII fino al periodo ellenistico...
Gli interpreti [della storia biblica, cioè gli agiografi stessi] vi hanno mescolato il loro presente,
attualizzando lontane tradizioni per forgiare l'identità di un popolo, in particolare nei momenti
più oscuri della sua storia...
[Non si può] voler ridurre la Bibbia solo a un libro di storia, una specie di specchio dei fatti, è una
regressione che risale allo storicismo e al razionalismo del XVIII e XIX secolo...
Il suo [della Bibbia] proposito non è anzitutto storico, ma essa custodisce tracce sufficientemente
precise perché non se ne possa fare una pura finzione”12.
 ZAPPELLA LUCIANO, Regalità e abisso. Davide tra storia, storie e riletture, in BIBBIA IERI
E OGGI, n. 4, settembre-ottobre 2017, p. 36 così spiega:
La Bibbia è interessata non tanto alla storia, ma all’azione di Dio nelle vicende umane. Di
conseguenza, la pretesa di storicità della Bibbia mira non a una verità storica, ma a una verità
teologica. I testi biblici non raccontano una storia, ma elaborano una teologia della storia, espressione
da intendersi nel duplice senso di spiegazione teologica della storia e di una teologica che nasce in
un determinato contesto storico. In secondo luogo, più che storia nel senso di resoconto di fatti,
quella biblica è la narrativizzazione della memoria dei fatti. La centralità della memoria caratterizza
la ricostruzione storica e determina il criterio fondamentale che sta alla base della storia biblica: il
futuro è il punto prospettico da cui si ricostruisce il passato. Ricostruendo il passato sulla base dei
problemi del presente, la storia nella Bibbia si presenta come un passato ricordato e narrato in
funzione identitaria. Pertanto, più che un resoconto storico, la Bibbia presenta una sorta di
biografia nazionale. L’esempio più evidente di tutto ciò è rappresentato dalla storia
“deuteronomista”, vale a dire l’ampia sezione, composta in epoca postesilica, che va dal libro di
Giosuè a 2 Re. Il nome deriva dal fatto che i presupposti teologici che stanno alla base del racconto
(la centralità del patto stabilito da Dio e la necessità di rimanervi fedeli; il monoteismo esclusivista
incentrato su Gerusalemme; la separazione di Israele dagli altri popoli; la fedeltà alla Torah si traduce
nella prosperità per il popolo, mentre l’infedeltà porta alla rovina)) sono anticipati dal libro del
Deuteronomio, la cui funzione è di ricapitolare il passato (l’insediamento nella terra) in vista di un
futuro (il ritorno da Babilonia) che però viene prospettato partendo da un presente fatto di
desolazione (l’esilio in Babilonia)”.
 Mito e storia. GIOVANNI DEIANA, recensendo il libro di GIOVANNI GARBINI, Mito e
storia (StBi 137), Paideia, Brescia, 2003, ritiene un argomento di grande attualità distinguere
“fino a che punto i racconti della Bibbia siano storicamente affidabili oppure siano racconti
teologici, costruiti quindi per veicolare una teologia”13 e più avanti osserva che “oggi tutti i
biblisti sono concordi nel riconoscere che il modo di narrare adoperato dal testo sacro è quello
comune a tutta la letteratura dell'antichità. Del resto anche i classici della storiografia come
Erodoto e Tito Livio iniziano la narrazione con racconti mitici tra cui la guerra di Troia
(Erodoto, Storie, I,1-4; Tito Livio, Storia di Roma, I,1-11). Si deve inoltre notare che gli studi
biblici hanno da tempo distinto quello che può essere 'teologico' dalla storia intesa in senso
moderno”14.
 Leggenda, storia e archeologia. “Questo libro mira a raccontare la storia dell'antico Israele e la
nascita delle sue sacre scritture da un nuovo punto di vista archeologico; sarà nostro scopo il
tentativo di separare la storia dalla leggenda. Attraverso la testimonianza delle recenti
scoperte, costruiremo una nuova storia dell'antico Israele” ISRAEL FINKELSTEIN – NEIL
ASHER SILBERMAN, Le tracce di Mosè. La Bibbia tra storia e mito, Carocci, Roma, 2002, p.
12
In Le Monde, 8-9 aprile 2007, p. 12.
13
In RivB, LIV (2006), p. 478.
14
Ib., p. 480.
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15 (or. ingl.: The Bible Unearthed. Archaelogy's New Vision of Ancient Israel and the Origin of
Its Sacred Texts, 2001)15.
 Mi pare molto interessante questa considerazione metodologica relativa alla trattazione dei
materiali biblici, suggerita da FINKELSTEIN – SILBERMAN Le tracce..., p. 354 e che riporto
per intero:
“Alcuni nostri colleghi si chiedono come si possa negare storicità a un verso della Bibbia (1 Re 9,15)
e riconoscerla ad altri, quelli che riportano la costruzione del palazzo di Izreel da parte di Acab (1 Re
21,1) e quella del palazzo di Samaria a opera di Omri (1 Re 16,24). La risposta ha a che fare col
metodo: il materiale biblico non può essere trattato come un blocco monolitico; non è corretto un
atteggiamento del tipo 'prendere o lasciare' tutto. Due secoli di studi biblici moderni hanno dimostrato
che il materiale biblico dev'essere valutato capitolo per capitolo, e talvolta verso per verso. La Bibbia
include materiale storico, non storico, e quasi storico, e talvolta questi materiali compaiono molto
vicini nel testo l'uno all'altro. L'intera essenza degli studi biblici [da un punto di vista puramente
storico, ben inteso! non certo teologico] sta nel separare le parti storiche dal resto del testo in base a
considerazioni di natura linguistica, letteraria, storica ed extrabiblica. Così, dunque, si può benissimo
dubitare della storicità di un verso e accettare la validità di un altro, in particolare nel caso di Omri e
Acab, il cui regno è descritto i testi contemporanei assiri, moabiti e aramei”.
 Inoltre ZAPPELLA16 precisa che
"L'archeologia non dovrebbe quindi essere usata come un'arma impropria per rafforzare i propri
pregiudizi ideologici. Il suo ruolo non è di smentire o confermare la Bibbia ma di ricostruire, per
quanto possibile, il contesto politico, sociale, economico, culturale del mondo biblico".
 Da ultimo non bisogna dimenticare:
1. la distanza fra fatti accaduti e fatti narrati (comunemente si collocano i Patriarchi fra
il XVIII e XVII sec., mentre le parti più antiche del Pentateuco risalirebbero nella forma
scritta al X-IX sec.), che può rendere impossibile un’esatta ricostruzione storica;
2. “l’autore biblico rilegge tali avvenimenti [=quelli che intende narrare] alla luce delle
condizioni sociali, politiche, religiose del suo tempo”17;
3. l’autore sacro è interessato al messaggio teologico veicolato dai fatti accaduti; la sua è
perciò una storia “interpretata”.
 Esempio. Da un sia pur rapido confronto fra il poema accadico di Atrahasis (tre tavolette in
terracotta per un totale di 1245 righe, dedicate al re di Babilonia Ammisaduqa [1646-1626 a.C.];
Atrahasis è il protagonista del poema e corrisponde al Noè biblico) e Gn 1-2 “risulta evidente il
fatto che il racconto genesiaco descrive la creazione dell'uomo facendo uso di immagini comuni
all'ambiente culturale e religioso del tempo”18, pur differenziandosene (cfr. polvere-argilla;
sangue divino-ruach; servo degli dei-rapporto di libertà; non creazione della donna nei testi
mesopotamici).
 In sintesi: l'AT legge la storia esclusivamente da un punto di vista teologico e secondo una
modalità retrospettiva essenzialmente biunivoca: talvolta il passato, specie quello lontano, è
ricostruito partendo dal presente; altra volta invece è il passato a illuminare il presente. Si può
parlare di lettura tipologica della storia, che procede in due direzioni: “la prima direzione è
retrospettiva, la seconda è proiettiva”19.
 CONCLUSIONE. Sono interessanti le considerazioni-indicazioni, cui giunge LESTER L.
GRABBE al termine della sua indagine:
15
Un'interessante e chiara sintesi delle tesi contenute in quest'opera si può trovare in SOPHIE LAURANT, La Bibbia tra mito, storia
e teologia. Intervista con Israel Finkelstein, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 70, nov.-dic. 2003, pp. 45-49. Nonostante le buone
intenzioni degli autori ZAPPELLA ritiene che "l'opera di Finkelstein e Silberman non tiene sufficientemente in considerazione i
problemi linguistico-letterari del racconto biblico,privilegiando quasi esclusivamente i dati archeologici".
16
Bibbia..., p. 67.
17
MAZZINGHI LUCA, Introduzione alla storia d’Israele, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 115, nov. - dic. 2012, p. 8.
18
MAZZINGHI LUCA, La creazione dell'uomo nei miti mesopotamici, in PAROLE DI VITA, LII (2007), n. 2, marzo-aprile, p. 48.
19
CRIMELLA MATTEO, Tipologia. Un osservatorio bibliografico, in RivB, LXIII /2015), p. 596. L’autore analizza la concezione
della tipologia biblica di FISHBANE M., Biblical Interpretation in Ancient Israel, Oxford, 1985. Come esempio di “tipologia
retrospettiva” viene citato Gs 3-5, dove la “conquista” della terra è presentata alla luce dell’uscita dall’Egitto; e come esempio di
“tipologia” proiettiva (cioè rivolta al futuro) viene citato Osea, secondo cui l’alleanza – nuova – che il Signore concluderà con Israele
è vista come un’attualizzazione dell’alleanza nel deserto (Os 2,16) al tempo dell’esodo.
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"1. Scrivere la storia dell'Israele antico non è diverso dallo scrivere ogni altra storia [...].
2. Il testo biblico dovrebbe essere preso in considerazione sempre: è una delle fonti della storia
dell'Israele antico e deve essere trattato come ogni altra fonte [...].
3. Il testo biblico non è stato scritto come una registrazione del passato, né per ragioni puramente
antiquarie. Il suo scopo è teologico e religioso [...].
4. Il metodo più fruttuoso è un approccio multi-fonte. Anche se la preferenza dovrebbe essere
accordata alle fonti archeologiche ed epigrafiche, l'uso di una varietà di dati – archeologici, epigrafici,
testi coevi, testi biblici – si è rivelato in grado di fornirci una discreta conoscenza di alcune porzioni
della storia di Israele, in particolare la fase più tarda delle monarchia.
5. Le scienze sociali possono a volte fornire importanti modelli e approcci per la comprensione dei
dati. Tali modelli devono sempre essere criticamente verificati sulla base dei dati e non sovrapposti ad
essi [...]"20.
2. Le origini di Israele
 BONORA21 riporta alcuni tentativi di piegare le origini di Israele: il modello della conquista,
dell’infiltrazione pacifica22, dell’anfizionia, della rivolta contadina23 o del contrasto/rivoluzione
sociale, della società segmentata (cioè costituita da gruppi autonomi paritari), della complessità
(in risposta a specifiche esigenze culturali, demografiche ed ecologiche; es.: il passaggio da
centri di potere autonomi a un potere centralizzato), dell’evoluzione progressiva (passaggio
dalle città stato cananee a un sistema tribale per giungere alla creazione di uno Stato), per
concludere che “le origini di Israele restano avvolte nell’oscurità”, perché “le tradizioni
bibliche sulle origini sono anzitutto una teologia e perciò richiedono un’esegesi teologica più
che un’indagine storiografica a partire da esse” e aggiunge “Non si può escludere a priori che i
racconti biblici contengano dati storicamente attendibili circa le remote origini del popolo, però
non si è in grado di farne una verifica storiografica precisa”24. Per parte sua delinea questa
sintesi:
In concreto, l’antico Israele è sorto dalla ristrutturazione generale del territorio siro-
palestinese. Essa è resa possibile da alcuni fattori come l’allentarsi del controllo delle
grandi potenze [Ittiti, Egitto, Assiria, Babilonia], dalla parziale deurbanizzazione del
territorio [a seguito di invasioni], dallo sfruttamento agro-pastorale operato da una società
divisa in piccoli centri o villaggi e infine da un’esperienza religiosa che si configura e si
determina in modo sempre più preciso dando origine alla differenziazione religiosa
dell’ambiente25.

20
Questo testo di GRABBE L. L., Ancient Israel: What Do We Know and How Do We Know It?, London-New York, 2007, pp. 223-
225 è ripreso da ZAPPELLA, Bibbia…¸pp. 83-84.
21
Per una esposizione semplice e chiara cfr. MAZZINGHI LUCA, Storia d’Israele dalle origini al periodo romano, Bologna, 2007,
pp. 30-36 il quale conclude: “Tutto ciò ci conduce a rivalutare almeno in parte il racconto dei Giudici e a vedere le origini di Israele
come un fenomeno lento e complesso, nel quale, non possiamo escludere azioni militari su scala ridotta, infiltrazioni graduali,
parentele strette tra ‘israeliti’ e ‘cananei’”.
22
Cfr. FILKENSTEIN ISRAEL – SILBERMAN NEIL ASHER, Le tracce di Mosè. La Bibbia tra storia e mito, Roma, 2002, pp. 341
-345. Teoria proposta dal ALBERT ALT, professore dell'Università di Lipsia. “Gli israeliti erano in origine nomadi pastori che si
spostavano periodicamente con le loro greggi tra le regioni steppose dell'est in inverno e gli altopiani della regione occidentale di
Canaan in estate” (p. 343). Si trattava di regioni entrambe scarsamente abitate, anche se – nonostante le estese foreste - non
mancavano zone coltivabili. Verso la fine del tardo bronzo (1150 ca) “alcuni gruppi di nomadi pastori [Alt riteneva che] avessero
cominciato a praticare l'agricoltura stagionalmente vicino ai loro pascoli estivi sull'altopiano di Canaan dando inizio così a un
processo d'insediamento permanente” (ID.). Tale teoria parve essere confortata dalle conclusioni dell'archeologo israeliano
YOHANAN AHARONI, il quale scoprì che nella regione boscosa e collinare settentrionale “nell'età del tardo bronzo [1550-1150]
praticamente non vi erano insediamenti cananei, mentre nel periodo successivo, l'età del ferro I [1150-900] vi era sorto un numero
relativamente importante di piccoli insediamenti, poveri e isolati. Aharoni ne identificò gli abitanti con i primi israeliti” (p. 344).
23
Cfr. Ib., pp. 345-350. Teoria proposta da GEORGE MENDENHALL (studioso dell'Università del Michigan). Israele nasce da una
rivolta dei contadini che intendono sottrarsi alle pesanti tassazioni imposta dai re della città-stato cananee e dai signori egiziani.
Questa teoria fu ripresa da NORMAN K. GOTTWALD, altro studioso americano, i fuggitivi occuparono territori di frontiera o
ricoperti da foreste. Ivi la sopravvivenza sarebbe stata possibile grazie a due innovazioni tecnologiche: il ferro per scavare cisterne e
il terrazzamento di pendii scoscesi. L'archeologia però ha mostrato che queste innovazioni erano già note secoli prima del sorgere di
Israele.
24
La storia di Israele…, pp. 79-80.
25
Ib., p. 79.
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 MAZZINGHI26 procede a questo modo.
 Verificato che la teoria della conquista militare si scontra con difficoltà archeologiche
insormontabili - almeno finora – (città come Arad, Ai e Gerico “conquistate” secondo Gs, in
realtà disabitate nel periodo tra il 1250 e il 1200, date tradizionali dell’arrivo degli Israeliti),
 ricorda la teoria, già sopra citata, dell’infiltrazione graduale e pacifica, per cui Israele
“sarebbe dunque costituito da una serie di tribù seminomadi che, all’inizio dell’età del ferro
(1200-1150), si sarebbero insediate, prima pacificamente e, solo in seguito, anche con la
forza, sulle montagne della regione centrale”27, per cui si sarebbe trattato più di
insediamento che di conquista.
 A questa teoria se n’è aggiunta un’altra negli anni ’60 e ’70. “Israele sarebbe sempre stato in
Canaan e si sarebbe formato come popolo soltanto in seguito alla rivolta delle classi
contadine contro la potenza delle città-stato cananee”28; finora però non si sono trovate
prove sufficienti a supporto di questa teoria.
 A questo punto MAZZINGHI delinea la seguente ipotesi, la più condivisa oggi, anche se
solo probabile.
◦ Nel periodo del Bronzo Tardo (1550-1200 secondo BG2009, Appendici, p. 4) la terra di
Canaan era abitata da popolazioni semitiche organizzate in città-stato sotto il controllo
egiziano.
◦ In questo periodo si verifica una profonda crisi. L’archeologia registra un notevole calo
della popolazione; molte città sono abbandonate o distrutte, tra cui Betel, Debir,
Lachish, Meghiddo, Hazor. Si ignorano le cause precise di questo fenomeno (invasione
dei popoli del mare?). All’inizio dell’età del Ferro (Ferro I 1200-900, cfr. BG2009,
Appendici, p. 4) al contrario si rileva un rapido incremento della popolazione con un
aumento degli insediamenti particolarmente nella regione montuosa centrale (uso di
attrezzi in ferro, tecnica dei terrazzamenti). Si tratta di piccole comunità rurali, dedite
alla pastorizia e all’agricoltura, organizzate in forma tribale (famiglia, clan, tribù).
◦ Ciò che stupisce è che in questi nuovi insediamenti, almeno inizialmente, non si rilevano
differenze rispetto alle locali popolazioni cananaiche, né per tecniche agricole o edilizie,
né per la ceramica e neppure per credenze religiose (il dio El, adorato dai patriarchi [cfr.
Gn 33,20 El, Dio d’Israele] ha lo stesso nome del dio supremo del pantheon cananaico).
Solo più tardi YHWH diverrà “il” dio d’Israele, che s’imporrà su Baal (cfr. la sfida di
Elia al Carmelo 1 Re 18).
◦ E così conclude: “L’unico elemento oggi acquisito sembra essere soltanto il rifiuto della
visione tradizionale della ‘conquista’”29 e le origini di Israele debbono essere viste
“come un fenomeno lento e complesso, nel quale non possiamo escludere azioni
militari su scala ridotta, infiltrazioni graduali, parentele strette tra ‘israeliti’ e
‘cananei’”30.
 Stele di Merneptah31. Rinvenuta dall'egittologo britannico WILLIAM FLINDERS PETRIE
(1853 – 1942) nell'inverno 1895-96 e ora conservata al Museo Egizio del Cairo. In granito nero,
alta m 3, con 28 righe di scrittura, celebra le vittorie del faraone Merneptah (1213-1203) 32 nel V
anno del suo regno. Alle righe 26 e 27, dove si descrivono le conquiste in Siria, si legge
“Israele è annientato e non ha più seme”. Oggi “tutti concordano nel dire che non si tratta né
di uno Stato né di un territorio, ma piuttosto di un gruppo etnico”33.
26
MAZZINGHI LUCA, Storia di Israele dalle origini al periodo romano, Bologna, 2007.
27
MAZZINGHI, Storia..., p. 33.
28
MAZZINGHI, Storia..., p. 34.
29
MAZZINGHI, Storia..., p. 36.
30
MAZZINGHI. Storia..., p. 36.
31
Cfr. E. VILLENEUVE, La stele egizia che cita Israele, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 104, 4/2010, pp. 50-51.
32
BG2009, Tavola cronologica, p. 4 data 1224-1204.
33
VILLENEUVE, La stele... p. 51.
QUADRO STORICO – pag. 6/20
3. Il periodo della monarchia (1030 - 587 o 58634)
3.1.Saul (1030-1010 ca), re di Israele35
Sotto la pressione degli Ammoniti a E e dei Filistei a W si sente l’esigenza di un’autorità centrale.
SAUL, della tribù di Beniamino, è acclamato re dopo la vittoria sugli Ammoniti (cfr. 1 Sm 11). La
sua autorità si estende alla Palestina del centro-nord (esclusa la zona costiera) e a parte della
Transgiordania. Lottò a lungo contro i Filistei e infine perì in battaglia sul monte Gelboe (1 Sm 31).
Gli succede il figlio IS-BAAL.

3.2.Davide (1010-970), re di Giuda e poi di Israele


Davide è dapprima eletto re di Giuda, forse già durante il regno di Saul, e regna in Ebron; dopo
l’assassinio di Is-Baal, diviene re anche di Israele, ma i due regni restano divisi. Conquista
Gerusalemme e ne fa la sua capitale. Sconfigge definitivamente i Filistei, sottomette Ammoniti e
Moabiti, costituendo così un forte stato su entrambe le sponde del Giordano.
La seconda parte del suo regno è oscurata dalla rivolta del figlio Assalonne, che finirà per essere
ucciso da Ioab (2 Sm 15-20).
“In questo periodo fiorisce la prima vera letteratura israelitica, letteratura di propaganda politica,
destinata a mostrare la legittimità del potere di Davide (uomo del sud) sull’antico regno di Saul (al
nord): un racconto “Saul-Davide” (da 1 Sam 11 a 2 Sam 7), una storia di Assalonne (2 Sam 13-20),
come pure una serie di racconti embrionali che riguardano la storia delle origini (Gen 2-9),
Abramo (Gen 12-15), Isacco (26), Giacobbe (25-33) e Giuseppe (Gen 37-42)”. (VERMEYLEN, p.
61). [Salmi].

3.3.Salomone, re di Giuda e di Israele (ca 970-931)36


Sviluppo amministrativo, economico e culturale.
 Divisione del regno di Israele in 12 distretti, con a capo un Prefetto e con compiti di
approvvigionamento per il re e la sua casa, + il prefetto nel territorio di Giuda (cfr. 1 Re 4,7-19).
Organizzazione di un esercito professionista. Guarnigioni in città fortificate alle frontiere e
nei luoghi strategici: Hazor, Meghiddo, Ghezer. Grandi opere pubbliche: nuovo palazzo reale
e Tempio in Gerusalemme. Sviluppo dei commerci e della diplomazia.
 Intensa attività letteraria. Scopo: legittimazione del potere di Salomone, figlio minore (rispetto
ad Adonia) (cfr. 1 Re 1-2). YHWH sceglie liberamente. Anche il racconto “jahwista” del
Pentateuco risponde a questa esigenza. Letteratura sapienziale (la sapienza di Salomone37).

3.4.I due regni separati (931-722/721)


Alla morte di Salomone l’impero si sfascia. Il Nord si elegge un proprio re (Geroboamo, che era
stato al servizio di Salomone, cfr. 1 Re 11,2838), i popoli vicini sottomessi ricuperano la loro
indipendenza, solo Giuda riconosce l’autorità della dinastia davidica (Roboamo). Il Nord con
34
“Giugno-luglio 587 o 586” così BG2009, Appendici.. Tavola cronologica, p. 9. Se non vi è indicazione contraria seguo sempre la
cronologia di questa Tavola . Invece BG2009, ad 2 Re 25,3 reca "Giugno-luglio 587".
35
Cfr. 1 Sm 13,1 Saul aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò vent'anni su Israele... “20 anni” è una correzione, perché
il testo è corrotto, lett.: Saul aveva 1 anno quando divenne re e regnò 2 anni su Israele. Però At 13,21 Allora essi chiesero un re e
Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni, ma 40 è numero simbolico.
36
Cfr. 1Re 11,42 Il tempo in cui Salomone aveva regnato in Gerusalemme su tutto Israele fu di quaranta anni.
37
Cfr. 1 Re 5,9-14 Dio concesse a Salomone saggezza e intelligenza molto grandi e una mente vasta come la sabbia che è sulla
spiaggia del mare. La saggezza di Salomone superò la saggezza di tutti gli orientali e tutta la saggezza dell'Egitto. Egli fu veramente
più saggio di tutti, più di Etan l'Ezrachita, di Eman, di Calcol e di Darda, figli di Macol; il suo nome divenne noto fra tutti i popoli
limitrofi. Salomone pronunziò tremila proverbi; le sue poesie furono millecinque. Parlò di piante, dal cedro del Libano all'issòpo che
sbuca dal muro; parlò di quadrupedi, di uccelli, di rettili e di pesci. Da tutte le nazioni venivano per ascoltare la saggezza di
Salomone; venivano anche i re dei paesi ove si era sparsa la fama della sua saggezza.
38
Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto come il giovane lavorava, lo nominò sorvegliante di tutti gli operai della
casa di Giuseppe.
QUADRO STORICO – pag. 7/20
capitale prima Sichem, poi Tirza e infine Samaria, “possiede un territorio esteso, popolato e fertile,
ma soffre per la sua instabilità dinastica…; il Sud, povero, poco esteso e poco popolato, trae
beneficio dalla stabilità dinastica…; più defilato dai grandi imperi, sopravviverà quasi un secolo e
mezzo al suo vicino del Nord” (VERMEYLEN, p. 63).

3.4.1. Il Nord (Israele39 o Efraim40)41


 GEROBOAMO I (931-910). Si ribella a Roboamo e viene proclamato re di Israele (1 Re 12,20).
Trasforma Betel (S) e Dan (N) in santuari reali.
 OMRI (885-874). Inizia una nuova dinastia. Fonda una nuova capitale, Samaria. Stringe
alleanze con Tiro e Giuda. Diffusione del culto di Baal.
 ACAB (874-853). Ingrandisce il palazzo reale (“casa d’avorio”, 1Re 22,39), edifica un tempio a
Baal in Samaria (1 Re 16,32). Conflitto con Elia, difensore dello Jahvismo. Ingiustizie sociali
(vigna di Nabot, cfr. 1 Re 21). Guerre aramee e morte di Achab a Ramot di Galaad. Stele di
Mesha (840ca)42. Stele di Tell Dan ((825-800 ca)43.
 IEU (841-814). Elimina tutta la famiglia di Omri e inizia una nuova dinastia. Ripristina
il culto di YHWH, l’unico ufficialmente riconosciuto. Obelisco nero (basalto) di
Nimrud (841 a. C.)44.
 GEROBOAMO II (783-743). Riconquista territori perduti. Prosperità economica.
Squilibri sociali. Amos e Osea condannano il formalismo religioso e le ingiustizie
sociali.
39
Attenzione! Israele può indicare il regno del Nord (s. politico) o l’intero popolo di Dio (s. religioso).
40
La tribù più importante.
41
Sono indicati i re più importanti.
42
E’ una iscrizione di fondazione (cioè per commemorare la costruzione di un tempio; su basalto nero; misura 110 cm di altezza e
da 68 a 60 di larghezza; scritta in lingua moabita – molto vicina all'ebraico biblico - con caratteri fenicio-paleoebraici) per un
tempio in onore di Kemosh, dio dei Moabiti. In essa Mesha, re di Moab, ricorda l’oppressione sotto Omri e Achab e poi la disfatta
di Israele: “Quanto a Omri re d'Israele, egli oppresse Moab per molto tempo perché Kemosh era in collera con la sua terra. Gli
successe suo figlio e disse pure lui: Opprimerò Moab! Al mio tempo disse così. Ma io prevalsi su di lui e sulla sua casa: Israele fu
rovinato di una rovina eterna. Ora Omri si era impossessato di tutta la regione di Madaba. Risiedette in essa al suo tempo e per metà
del tempo di suo figlio, 40 anni, ma Kemosh la restituì ai miei giorni”, ll. 5-9: testo in KASWALDER P. A., Onomastica biblica.
Fonti scritte e ricerca archeologica¸Franciscan Printing Press, Jerusalem, 2002, p. 100. Cfr. 2 Re 3,4-26 (vittoria di Israele, Giuda ed
Edom). Più dettagliato (e meno trionfalistico da parte dei Moabiti) il racconto parallelo di 2 Re 3,4-27 che si conclude così: Allora
prese il figlio primogenito, che doveva regnare al suo posto, e l'offrì in olocausto sulle mura. Si scatenò una grande ira contro gli
Israeliti, che si allontanarono da lui e tornarono nella loro regione.
Circa la pratica dello cherem sono interessanti le ll. 14-18 “Kemosh mi disse: Va'!, prendi Nebo contro Israele! Andai di notte e
combattei contro essa dall'alba fino al mezzogiorno. La presi e la distrussi tutta: settemila uomini, adulti e bambini, donne adulte
e bambine, e serve perché l'avevo votata a Ashtar-Kemosh. Presi di là i vasi di Yhwh e li portai davanti a Kemosh”.
La stele fu rinvenuta il 19 agosto 1868 a Tell Dhiban (N di Kerak [Giordania]; circa 40 km a S del monte Nebo) dal pastore
anglicano F. A. Klein e oggi si trova la Museo del Louvre a Parigi. Per una buona introduzione, il testo completo e un’analisi
dettagliata dei toponimi cfr. KASWALDER P. A., Onomastica ..., pp. 98-109. VITTORE TESTA, nato a Bra il 04/09/1817,
laureato nella Facoltà Teologica Universitaria di Torino il 10/05/1838, ordinato sacerdote il 04/04/1840, successore del professore
Giuseppe Ghiringhello sulla cattedra di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica del Seminario arcivescovile di Torino,
appassionato di orientalistica, ebbe il merito di studiare, tradurre e commentare il testo della stele di Mesha; questa sua opera
venne pubblicata negli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino, di cui il Testa il 29/06/1875 fu eletto socio nazionale residente,
cfr. G. TUNINETTI, Biblisti e storici nelle Facoltà teologiche dell’Università e del Seminario arcivescovile di Torino, in G.
TUNINETTI, ed., Et Verbum caro factum est (Gv 1,14). Tra Sacra Scrittura e Storia della Chiesa. Miscellanea in onore dei
professori Mons. Giuseppe Ghiberti e Mons. Renzo Savarino nel LXXV compleanno, Cantalupa (TO), 2009, p. 33.
43
Stele di basalto rinvenuta nel 1993. Reca un’iscrizione aramaica fatta incidere da HAZAEL, re di Damasco, varie volte
nominato nell’AT: 1 Re 19,15-17; 2 Re 8,7-15.28-29; 10,32-33; 12,18-19; 13,3.7.22; Is 9,11; Am 1,3-5; Salmanassar III (858-824)
sconfigge Hazael nel 841. L’iscrizione reca alla linea 8 le parole “il re d’Israele” e alla linea 9 “il re della casa di Davide”. Cfr.
KASWALDER PIETRO - PAZZINI MASSIMO, La stele aramaica di Tel Dan, in RivB, XLII (1994), pp. 193-201 (testo e
interpretazione). V'è chi ne contesta l'autenticità, cfr. GARBINI G., Scrivere la storia d'Israele. Vicende e memorie storiche,
Brescia, 2008, p. 18, nota 2 “Non prendo in considerazione il bt dwd che compare nella iscrizione aramaica di Tel Dan, che
considero una grossolana falsificazione”; p. 94, nota 1 “Si è già detto che l'iscrizione aramaica di Tel Dan è un falso”.
44
Rinvenuto dall'esploratore britannico AUSTEN HENRY LAYARD nel 1846 fra le rovine di Nimrud (sulla riva occidentale del
Tigri, a circa trenta km a sud di Mossul) reca un rilievo raffigurante nel riquadro superiore Jehu che si prosterna ai piedi di
Salmanassar III. Il testo, in lingua accadica e caratteri cuneiformi, decifrato da EDWARD HINCKS, recita: “Tributo di Jehu, figlio
[?] di Omri: Ho ricevuto da lui argento...”.”Gli Assiri chiamavano ‘figlio di Omri’ tutti i sovrani di Israele” J. A. G. – LARRAYA,
s. v. Iehu, in EB, IV, col. 217.
QUADRO STORICO – pag. 8/20
Politica espansionistica di TIGLAT-PILEZER III (745-727). 738 (TOB): tributo di MENACHEM
(re d’Israele) a Tiglat-Pilezer durante la sua campagna in Siria (cfr. 2 Re 15,19). 734: campagna
contro i Filistei, forse45 una parte della Galilea è annessa all’Assiria. 732 campagna diretta
principalmente contro Damasco (guerra siro-efraimitica con ACHAZ di Giuda); occupazione del
Galaad e della Galilea. 722 (o 721)46: Osea (732-724) si allea all'Egitto (2 Re 17,4); intervento
assiro; dopo lungo assedio, iniziato da Salmanassar V nel 724, Samaria è conquistata da Sargon II
(721-705)47 e il paese è totalmente annesso all’impero assiro, diventandone provincia con il nome di
Samerina48.

3.4.2. Il Sud (Giuda)


 OZIA49 (781-74050). Contemporaneo di Geroboamo II. Varie conquiste, arriva fino a Elat
(ricostruito il porto). Buone relazioni con il Nord. Periodo di massimo splendore e di benessere
economico. Nell’anno della sua morte (740 ?) inizia il suo ministero ISAIA cfr. Is 6,1; suo
contemporaneo è MICHEA. Abitualmente si ritiene (cfr. BONORA, Logos, I, p. 91) che la
guerra siro-efraimitica (734-732) avvenga sotto il regno di ACHAZ (736-716 secondo BG2009
o 735-715 secondo BONORA); con essa il regno di Giuda entra nell’orbita assira come stato
vassallo.
 EZECHIA (71651-687). L’Assiria domina il Medio Oriente per circa un secolo (da Tiglat-Pilezer
III [745-727] ad ASSURBANIPAL [669-630?]). Varie rivolte nell’area siro-palestinese.
Ezechia dapprima ne resta fuori continuando invece la politica filoassira di suo padre Achaz, ma
rimane coinvolto nella rivolta del 705 (cfr. 2 Re 18,7). SENNACHERIB (704-681) conquista la
Filistea e Giuda, Gerusalemme è salva, dietro pagamento di un pesante tributo in segno di
sottomissione (cfr. 2 Re 18,13-16), gli annali assiri infatti non menzionano una conquista della
città52. Per ragioni a noi ignote Sennacherib dovette togliere l'assedio e ritornarsene in patria; ciò
fu interpretato posteriormente come un miracolo (cfr. 2 Re 18,17-19,36)53.

45
Così BG2009, Appendici. Tavola cronologica; invece nella nota a 2 Re 15,29 si precisa che Galaad e la Galilea furono conquistate
nel 732 e così anche TOB nota r a 2 Re 15,16.
46
BG2009 nota 2 Re 17,6 “Nell'nono anno di Osea: si riferisce all'inizio dell'assedio (...) L'assedio era stato posto nel 724 da
Salmanassar V. La città fu presa solo all'inizio del regno del suo successore, Sargon, forse ( BJ3 sans doute) all'inizio del 721”.
47
Cfr. 2 Re 17,5-6 Il re d'Assiria invase tutto il paese, andò in Samaria e l'assediò per tre anni. Nell'anno nono di Osea [732-724] il
re d'Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabor, fiume del Gozan, e
alle città della Media. Non risulta dall'archeologia che Samaria sia stata distrutta, cfr. CHAPMAN RUPERT, Samaria capitale
d'Israele, in BIBBIA IERI E OGGI, n. 6, gennaio-febbraio 2018, p. 29 "Non esistono prove archeologiche per una distruzione assira
nel 721 a. C.Non ci sono prove archeologiche che il palazzo di Omri sia stato distrutto dagli Assiri. Quando gli Assiri conquistarono
Samaria nel 721 a. C., senza distruggerla, decisero di creare la provincia di Samaria e cercavano una residenza adeguata per il loro
governatore provinciale. La trovarono nel palazzo di Omri e dei suoi successori".
48
SARGON II, dopo aver conquistato Samaria e averne deportato la popolazione, ricostruì la città più splendida di prima e la ripopolò
con genti provenienti da altre parti dell'impero assiro. ALESSANDRO MAGNO nel 331 conquistò la città, trasformandola in città
ellenistica (risalenti a quest'epoca, sono state ritrovate tre grandi torri rotonde e un muro massiccio di fortificazione con torri
quadrate). Samaria fu nuovamente distrutta da GIOVANNI IRCANO nel 108 a. C. e, annessa alla provincia di Siria dopo la
conquista romana del 63 a. C., fu ricostruita nel 57-55 dal governatore romano GABINIO. La città, concessa nel 30 a. C.
dall'imperatore Augusto a ERODE IL GRANDE, fu da questi splendidamente abbellita. Vi fece costruire un grande tempio dedicata
Roma e ad Augusto, uno stadio, un teatro e altri edifici pubblici. Dedicò la città all'imperatore Augusto (Sebastòs), chiamandola
Sebaste. La città venne ancora una volta ricostruita nel II secolo d. C. dall'imperatore SETTIMIO SEVERO (146 – 211), che le
riconobbe il titolo di Colonia romana Lucia Septimia Sebaste, cfr. FERRARIO FABIO, Gli scavi di Sabastiya e la Tomba del
Battista, in IL MONDO DELLA BIBBIA, 107, La formazione della Bibbia, n.2, marzo-maggio 2011, pp. 28-32.
49
Chiamato AZARIA in 2 Re 14,21; 15,1-8.17.27; 1 Cr 3,12. In proposito cfr. SOGGIN, Storia…, p. 285 diverse ipotesi non
soddisfacenti: varianti di uno stesso gruppo semantico o “Ozia” il nome settentrionale del re di Giuda.
50
Così datano BG2009 e TOB. VERMEYLEN, p. 65 data 785-734. BONORA, La storia…, p. 90 data 790-739.
51
Così anche TOB, ma è discussa la data dell’ascesa al trono e della morte di Ezechia. BONORA, La storia…, p. 91 “dal 729-715
[coreggenza?] al 698-686”.
52
Così SOGGIN, Storia..., p. 306.
53
Cfr. SOGGIN, Storia…., p. 307. Oppure in 2 Re 18,13-19,37 si descrivono due campagne diverse (cfr. BRIGHT J, Storia...., pp.
323-333).
QUADRO STORICO – pag. 9/20
Ezechia fa eseguire lavori a Gerusalemme: iscrizione del tunnel di Siloe54.
Promuove una riforma religiosa55.
Valutazione positiva: Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva
fatto Davide suo antenato [wybi(a'
dwIïD" hf'Þ['-rv,a] lkoïK.
hw"+hy> ynEåy[eB. rv"ßY"h; f[;Y:ïw: ...] Egli confidò nel Signore, 56

Dio di Israele. Fra tutti i re di Giuda nessuno fu simile a lui, né fra i suoi successori né
fra i suoi predecessori. Attaccato al Signore, non se ne allontanò; osservò i decreti che il
Signore aveva dati a Mosè. (2 Re, 18,3.5-6)
Ministero di Isaia e Michea.
Attività letteraria (Pr 25,1 Anche questi sono proverbi di Salomone, trascritti dagli
uomini di Ezechia, re di Giuda.).
 MANASSE (687-642). Sottomissione all’Assiria. Restituzione dei territori sottratti da
Sennacherib. Influenza culturale e religiosa assira. AMON (642-640).
 GIOSIA (640-609). L’ultimo grande re di Giuda. Approfittando della debolezza
dell’Assiria per il sorgere del nuovo impero babilonese, si rende indipendente e
riconquista parte del regno del Nord.
Promotore di una grande riforma religiosa, collegata con il codice deuteronomico (Dt
12-26) e basata fondamentalmente sulla centralizzazione del culto nel tempio di
Gerusalemme57.
FINKELSTEIN – SILBERMAN ritengono che
“Il regno di Giosia a Giuda rappresenta l'apogeo della storia monarchica d'Israele, o
almeno così probabilmente si credette all'epoca. Per l'autore della Storia Deuteronomistica, il
regno di Giosia segnò un momento metafisico d'importanza paragonabile a quella del patto
di Dio con Abram, dell'Esodo dall'Egitto o della promessa divina a re David. Non è che la
Bibbia consideri re Giosia il nobile successore di Mosè, Giosuè e David; si direbbe piuttosto
che le caratteristiche di quei grandi personaggi come appaiono nel racconto biblico
siano state concepite tenendo presente la figura di Giosia. Giosia è l'ideale verso il quale
sembra tendere tutta la storia d'Israele. 'E prima di lui non vi fu un re simile che facesse
ritorno al Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le sue forze, osservando
completamente la legge di Mosè, né dopo di lui ne sorse uno uguale' riferisce 2 Re 23,25 con
parole di lode che non saranno riservate a nessun altro re biblico” (Le tracce..., p. 289).

54
Le altre gesta di Ezechia, tutte le sue prodezze, la costruzione della piscina e del canale hl'ê['T.h;-ta,w>
‘hk'rEB.h;-ta,, con cui portò l'acqua nella città, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. (2 Re 20,20).
Nel 1880 fu trovata un’iscrizione collocata all’estremità sud del canale che dalla valle del Cedron portava l’acqua alla “piscina” di
Siloe in Gerusalemme. Oggi si trova nel Museo delle antichità a Istanbul. In base alla scrittura l'iscrizione risale alla fine dell’VIII
sec. e costituisce “il più antico documento dell’ebraico antico” (?), così M. CIMOSA, L’ambiente storico-culturale delle Scritture
Ebraiche, Bologna, 2000, p. 307. Ecco il testo dell’iscrizione: Ecco (?) lo scavo e questa fu la storia dello scavo. Quando i minatori
(?) alzavano il piccone l’uno verso l’altro e allorché non c’erano più di tre cubiti da scavare, si sentì la voce di uno che chiamava
l’altro, c’era infatti la risonanza nella roccia proveniente dal sud e dal nord. Nel giorno della traforazione, i minatori colpirono
l’uno verso l’altro, piccone contro piccone. Allora le acque scorsero dalla sorgente fino al serbatoio su milleduecento cubiti e
duecento cubiti era l’altezza della roccia sopra la testa dei minatori”.
55
Cfr. 2 Re 18,4 “Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbatté il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, eretto da Mosè;
difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano Necustan”.
56
Lo stesso giudizio positivo con qualche variante si ritrova per i seguenti re di Giuda: ASA (1 Re 15,11), GIOSAFAT (22,43),
IOAS (2 Re 12,3), AMAZIA (14,3), AZARIA (15,3); IOTAM (15,34); GIOSIA (22,2); tuttavia solo per Ezechia e Giosia la
valutazione è positiva senza riserve.
57
“Sembra che Giosia non sia riuscito a stroncare il culto delle immagini scolpite, dal momento che si sono trovate numerose
statuette femminili con le mani che sostenevano il seno (in genere identificate con la rappresentazione della dea Ashera) nei
complessi residenziali privati di tutti i siti più importanti del tardo settimo secolo in Giudea” FILKENSTEIN – SILBERMAN, Le
tracce..., p. 302. DEIANA GIOVANNI, in RivB LIV (2006), p. 480 (rec. G. GARBINI, Mito e storia nella Bibbia [St. Bib. 13]),
Brescia, 2003): “Concordo con Garbini nel ritenere che tutta la riforma di Giosia sia una iniziativa post-esilica proiettata al
tempo di Giosia per cercare di dare autorità a un'operazione che rischiava di isolare in modo irreparabile la piccola comunità
giudaica”. "L'esistenza stessa del tempio di Yahô [a Elefantina, VI-V secolo]... collide con la dottrina della centralizzazione del
culto" CONTINI RICCARDO, Gli Ebrei di Elefantina: un esempio emblematico di religione non biblica, in RStB, 21 (2009), n. 1, p.
192.
QUADRO STORICO – pag. 10/20
Valutazione positiva: Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, imitando in tutto la
condotta di Davide, suo antenato, senza deviare né a destra né a sinistra (2 Re 22,2).
Profeti Sofonia e Geremia.
Muore in battaglia58 a Meghiddo (609), combattendo contro gli Egiziani venuti in
soccorso dell'Assiria contro la rinascente potenza babilonese.
 JOACHAZ (609), figlio di Giosia. Dopo tre mesi Necao lo sostituisce con il fratello
Joiaqim.
 JOIAQIM (608-598), figlio di Giosia. Prima sotto il dominio egiziano, poi (battaglia di
Karkemish, ove Nabucodonosor II [sett. 605 - 56259] vince Necao, 605) babilonese.
Ribellione (601). 598 Nabucodonosor prende Gerusalemme. Joiaqim muore durante
l’assedio. Gli succede il figlio JOIACHIN60 (598-597), che viene deportato61 a
Babilonia62. Forse anche EZECHIELE. Continua il suo ministero a Gerusalemme
GEREMIA.
 SEDECIA (598-587), figlio di Giosia. Sottomesso a Babilonia, poi (588) ribellione.
Gerusalemme dopo lungo assedio nel luglio-agosto 587 o 586 è conquistata. Tempio
incendiato, mura abbattute (forse non totalmente, date le ridotte tecniche poliorcetiche) 63;
Sedecia è deportato a Babilonia (cfr. 2 Re 25,7), “dove [Nabucodonosor] lo tenne in
carcere fino alla sua morte” (Ger 52,11). GODOLIA, nipote di Shafan, posto dai
neobabilonesi a capo della comunità giudaica superstite64, assassinato poi da ISMAELE
(cfr 2 Re 25,25; Ger 41,2). Molti Giudei superstiti e GEREMIA in Egitto (cfr. Ger 43,4-
7).

4. Dall’esilio al periodo ellenistico (587 o 586 a.C. – 63 a.C.)


In questo periodo si approfondisce la fede in YHWH e cresce la speranza nella venuta del Suo
Regno. Diaspora (il popolo d’Israele al di fuori della sua terra).

58
2Re 23,29 Durante il suo regno, il faraone Necao re di Egitto si mosse per soccorrere (TM l[
; prob. la,
) il re d'Assiria sul
fiume Eufrate [contro i Babilonesi e i Medi, che nel 614 e nel 612 avevano conquistato Assur e Ninive, le due principali città assire].
Il re Giosia gli andò incontro, ma Necao l'uccise in Meghiddo al primo urto [lett. appena lo vide]. Lett. [Necao] lo fece morire

(At*ao Atßaor>Ki ADêgIm.Bi ‘Whte’ymiy>w:): cattura? battaglia (cfr. 2 Cr 35,20-


25)? “congiura del silenzio”, SOGGIN, Storia…, p. 318.
59
BG2009, Appendici. Tavola cronologica, p. 8.

60
!ykiîy"Ahy> (2 Re 24, 6. 8.12.15; 25, 27; 2 Cr 36,8-9; Ger 52, 31); !yki(y"Ay (Ez 1,2);
Diverse grafie:

Why"ån>k'y> (Ger 24,1); hy"ïn>k'y> (1 Cr 3,16.17; Est 2,6; Ger 28,4; 29,2; hy"Ün>K' (Ger
22,24.28; 37,1).
61
I deportazione (597), cfr. 2Re 24,13-16 Il re di Babilonia portò via di là tutti i tesori del tempio e i tesori della reggia; fece a pezzi
tutti gli oggetti d'oro, che Salomone re di Israele aveva posti nel tempio. Così si adempì la parola del Signore. 14 Deportò tutta
Gerusalemme, cioè tutti i capi, tutti i prodi, in numero di diecimila, tutti i falegnami e i fabbri; rimase solo la gente povera del paese.
15
Deportò in Babilonia Ioiachìn, la madre del re, le mogli del re, i suoi eunuchi e le guide del paese, conducendoli in esilio da
Gerusalemme in Babilonia. 16 Tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti i
guerrieri più prodi furono condotti in esilio a Babilonia dal re di Babilonia.
62
"Queste deportazioni selettive erano state progettate nei secoli precedenti dagli Assiri e avevano lo scopo di privare un paese ribelle
delle sue classi dirigenti politiche, spirituali ed anche socio-economiche" JOANNES DI FRANCIS, La vita dei deportati di Giuda,
in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 80, nov.-dic., 2005, p. 16.
63
II deportazione (587). Ger 52,30 accenna a una III deportazione nel 582 28Questa è la gente che Nabucodònosor deportò:
nell’anno settimo [598] del suo regno tremilaventitré Giudei; 29nell’anno diciottesimo [587] di Nabucodònosor furono deportati da
Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 30nell’anno ventitreesimo [582] di Nabucodònosor, Nabuzaradàn, capo delle guardie,
deportò settecentoquarantacinque Giudei. In tutto furono deportate quattromilaseicento persone.
64
BIANCHI FRANCESCO, Godolia contro Ismaele. La lotta per il potere politico in Giudea, in RivB, LIII (2005), pp. 257-275
vede in Godolia un usurpatore del trono davidico e in Ismaele, discendente cadetto di Davide, non un terrorista ante litteram, ma un
restauratore della dinastia legittima.
QUADRO STORICO – pag. 11/20
4.1.L’esilio (587/586-538)
 Dai dati archeologici risulta che nella Giudea la diminuzione della popolazione a causa della
deportazione è stata di circa il 60%, ma non dappertutto: in Gerusalemme e dintorni essa è
stata del 90%, minore al Nord e addirittura ininfluente al Sud, ove anzi si registra un
incremento della popolazione. “La riduzione della popolazione e l'impoverimento della
regione mostrano sì l'entità delle partenze per l'esilio, ma la Giudea non rimase certamente
un campo di rovine spopolate”65.
 Crisi religiosa: YHWH ha abbandonato il suo popolo? Tre gruppi:
 Fuggiti nei paesi vicini; sorgono comunità numerose e ricche di vitalità, specie in Egitto
(la prima attestazione archeologica di una presenza ebraica in Egitto si trova a
Elefantina66: isola sul Nilo, di fronte ad Assuan [antica Siene], pochi chilometri a N
della I cataratta67; V sec.68; colonia militare ebraica; tempio69, scoperto nel 1901, dedicato
a Yahô70 saccheggiato e distrutto nel 410 e poi ricostruito71; in lingua aramaica: oltre 80
scritti documentari su papiro, di cui 35 lettere, 45 contratti, 9 elenchi e scritture contabili;
65
E. VILLENEUVE, La provincia di Yehud tra Bibbia e archeologia, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 101, gennaio-febbraio,
2010, p. 12.
66
Cfr. SACCHI, Storia…, pp. 125-126. CONTINI RICCARDO, I documenti aramaici dell'Egitto persiano e tolemaico, in RivB, 34
(1986), pp. 73-109; ID., I testi letterari aramaico-egiziani e l'Antico Testamento, in RStB, 10 (1998), n. 1-2, pp. 81-104; ID., Gli
Ebrei di Elefantina: un esempio emblematico di religione non biblica, in RStB, 21 (2009), n. 1, pp. 169-195.
67
Il Lago Nasser è un bacino artificiale di 5180 km2 , tra Egitto e Sudan, realizzato nel 1971 lungo il Nilo, tra la I e la II cateratta,
poco a monte (cioè a S) di Assuan.
68
Cfr. SACCHI, Storia…, p. 125 il più antico documento (lettera) ritrovata nell'archivio di Elefantina è del 495, il più tardo risale agli
inizi del IV sec. CONTINI, Gli Ebrei..., p. 171 "Gli estremi datati della documentazione sono il 495 e il 398".
69
"Aveva le proporzioni e forse le dimensioni (m 30 x 10) che la tradizione biblica assegna al tempio di Salomone, ed era orientato a
nord-est, verso Gerusalemme" CONTINI, Gli Ebrei..., p. 183.
70
"Nel quale si svolgeva un culto completo", SOGGIN, Storia…, p. 360. I capi della comunità di Elefantina "nella loro petizione...
del novembre 407 al governatore della Giudea Bagohi/Bagavahya [asseriscono] che il loro tempio era anteriore alla conquista
persiana dell'Egitto nel 525 a. C. ed era stato rispettato da Cambise" CONTINI, Gli Ebrei..., p. 174. Ecco il testo italiano della
petizione tradotta in francese in GRELOT PIERRE, Documents araméens d’Egypte, Paris, 1972, pp. 408-413, lettera n. 102: “Al
nostro Signore Bagohi, governatore della Giudea, i servitori Yedoniah e i suoi colleghi, i sacerdoti di Elefantina-la-fortezza. La salute
(salut) del nostro Signore il Dio del cielo l’accordi in ogni tempo! Egli ti renda gradito al re Dario e ai membri della casa reale! Ti
doni una lunga vita! Sia felice e florido in ogni tempo! Ora il tuo servitore Yedoniah e i suoi colleghi parlano così: il mese di
Tammuz, l’anno 14 del re Dario [tra il 14 luglio e il 13 agosto 410], quando Arsama [satrapo d’Egitto] partì e andò dal re, i
sacerdoti di Chnum il dio che è a Elefantina-la-fortezza diedero del denaro e dei beni a Vidranga, il governatore locale: ‘Il santuario
di Yaho il dio che è a Elefantina-la-fortezza lo si faccia sparire di là’. In seguito questo cialtrone di Vidranga inviò una lettera a
Nafaina, suo figlio, che era capo guarnigione a Siene-la-fortezza, dicendo: ‘Il santuario di Yaho il dio che è a Elefantina-la-fortezza
sia distrutto’. Poi questo Nafaina condusse gli Egiziani con altri soldati; essi vennero nella fortezza di Elefantina con le loro armi;
entrarono in questo santuario, lo rasero al suolo; quanto alle colonne di pietra che vi erano, le spezzarono. Inoltre vi erano 5 grandi
portici costruiti in pietra da taglio, che erano in questo santuario; li distrussero. I loro battenti in buon stato e i cardini di questi
battenti in bronzo, come il tetto di questo santuario, il tutto in assi di cedro, con il resto del materiale e gli altri oggetti che vi erano là,
li bruciarono con il fuoco. Quanto ai bacili d’oro e d’argento e agli oggetti che erano in questo santuario, li presero tutti e se ne
appropriarono. Ora è dai giorni dei re d’Egitto che i nostri padri avevano costruito questo santuario a Elefantina-la-fortezza; e
quando Cambise entrò in Egitto, trovò questo santuario costruito; e i santuari degli dei degli Egizi li si saccheggiò e nessuno
danneggiò alcunché in questo santuario. Quando così fu fatto noi con le nostre mogli e i nostri figli ci siamo rivestiti di sacco e
abbiamo digiunato e pregato Yaho, il Signore del cielo, che ci ha dato come spettacolo questa canaglia di Vidranga: gli si tolsero i
suoi anelli dai suoi piedi e tutti i beni che egli aveva acquisito sono andati perduti. Quanto agli uomini che avevano desiderato del
male a questo santuario sono stati tutti uccisi e noi li abbiamo avuto in spettacolo. Inoltre prima di questo, al tempo in cui questo
male ci fu arrecato, noi avevamo inviato una lettera a questo proposito al nostro Signore e anche a Yahochanan sommo
sacerdote e ai suoi colleghi, i sacerdoti di Gerusalemme, e a Ostana, fratello di ‘Anani e ai notabili della Giudea: non ci è stata
inviata una sola lettera. Inoltre, dal mese di Tammu dell’anno 14 del re Dario e fino a oggi, noi siamo rivestiti di sacco e
digiuniamo; le nostre mogli indossano n abito da vedova; noi non ci ungiamo di olio e non beviamo vino. Inoltre, dal quel tempo fino
a oggi, l’anno 17 del re Dario, non si è offerto in questo santuario né oblazione, ne incenso, né olocausto. Ora, il tuoi servitori
Yédoniah e i suoi colleghi, i sacerdoti di Elefantin-la-fortezza, e tutti i Giudei cittadini di Elefantina parlano così: Se pare bene al
nostro Signore, datti pensiero di questo santuario da costruire, perché a noi non si permette di costruirlo. Vedi che fedeli e che amici
tu hai qui in Egitto; una lettera sia da te inviata loro a riguardo del santuario di Yaho il Dio, perché lo si costruisca a Elefantina-la-
fortezza come era costruito in passato; e l’oblazione e l’incenso e l’olocausto noi offriremo in tuo nome sull’altare di Yaho il Dio e
pregheremo per te in ogni tempo., noi, le nostre mogli, i nostri figli e tutti i Giudei di qui. Se tu fai in modo che questo santuario sia
costruito, tu avrai davanti a Yaho, il Dio del cielo, più merito di un uomo che offrisse un olocausto e sacrifici per un valore di mille
talenti d’argento. Quanto all’oro abbiamo inviato nostre istruzioni. Inoltre, a proposito dell’intera questione, noi abbiamo
mandato una lettera a nostro proprio nome a Dalayah e a Shelemyah, i figli di Sin’uballit, il governatore di Samaria . Inoltre,
tutto ciò che è stato fatto Arsama non l’ha saputo. Il 20 di Marcheshwan, l’anno 17 del re Dario [=26 novembre 407]”.
QUADRO STORICO – pag. 12/20
due testi letterari72 e alcune centinaia di ostraca (lettere, appunti contabili e altri scritti di
consumo quotidiano) 73; altri testi in sei altre lingue e scritture: egiziano ieratico,
egiziano demotico, greco, latino, copto, medio-arabo74; la corrispondenza con la
Palestina75. Alessandria: verso la fine del IV sec. vi e attestata una crescente presenza
giudaica76. Leontopoli77: zona orientale del Delta del Nilo, poco a N di Eliopoli, la
biblica On; insediamento ebraico fondato nel II sec. sotto la guida di Onia IV78, ultimo
sadocita, con tempio79 rimasto fino al 73 d.C. quando fu distrutto dai Romani80).
 Rimasti. Da loro nascerà la scuola deuteronomista81. Legge l’esilio nel quadro
dell’alleanza, contro cui Israele ha peccato. Si indicano le condizioni per un nuovo
futuro di felicità. Si pubblica o ripubblica una vasta produzione religiosa: Pentateuco,
Storia deuteronomista (da Giosuè a Re), i libri profetici (Isaia, Geremia, Amos…).
 Deportati. Si organizzano sotto la guida dei sacerdoti. Segno della propria identità e del
legame con YHWH è la circoncisione e l’osservanza del sabato.
539: CIRO conquista Babilonia.

71
Solo nel 407 la comunità ebraica ricevette "l'autorizzazione a ricostruire il tempio e a ristabilirvi il precedente regime sacrificale,
ma a eccezione degli olocausti, divieto esplicitamente accettato dalla comunità" CONTINI, Gli Ebrei..., p. 181.
72
CONTINI, Gli Ebrei..., pp. 170-171: “L’opera sapienziale Achiqar e una versione... dell’iscrizione di Dario I a Behistun”.
73
Cfr. CONTINI, Gli Ebrei..., p. 170.
74
Cfr. CONTINI, Gli Ebrei..., p. 170, nota 3.
75
Tale corrispondenza attesta gli ottimi rapporti con il tempio e il sacerdozio di Gerusalemme, benché da essa risulti che quegli Ebrei
erano politeisti (o almeno sincretisti): per es. accanto a YHWH (sempre scritto YHW prevalentemente nei papiri o YHH
prevalentemente negli ostraca, cfr. CONTINI, Gli Ebrei..., p. 176 nota 35) troviamo il nome di Eshem -Bethel e cAnat -Betel (divinità
legate al santuario di Bethel?) in una lista di contributi in denaro conferiti dai fedeli al tempio [documento datato al 1 giugno 400],
cfr. CONTINI, Gli Ebrei..., p. 191; cfr. KAREL VAN DER TOORN, Un papiro egizio getta nuova luce sulla storia ebraica, in
BIBBIA IERI E OGGI, n. 9, settembre-ottobre 2018, pp. 36-43: si tratta del papiro AMHERST 63 (WILLIAM TYSSEN-
AMHERST ne fu il primo proprietario, poi il papiro fu venduto alla Morgan Library di New York), datato al IV secolo a. C. e
contenente fra l’altro tre salmi, due non biblici e uno molto simile al Sal 20/19 (col. XII, ll. 11-19), nel quale si invoca il Dio
YAHO.
76
Cfr. GAMBETTI SANDRA, The Jewish Community of Alexandria: the Origins, in HENOCH, XXIX (2007), pp. 213-240.
L'opinione comune, secondo cui Alessandro Magno avrebbe introdotto Giudei in Egitto e ad Alessandria in particolare (cfr.
GIUSEPPE FLAVIO, Contra Apionem, 2, 36-37. 42) oggi è abbandonata. Dalla stele del Satrapo (questo satrapo è Tolomeo,
generale di Alessandro Magno, che di fatto governò l'Egitto durante il regno di Alessandro IV, figlio di Alessandro Magno e suo
successore; la stele, conservata nel Museo del Cairo, è datata 29 agosto 311) alle linee 4-5 risulta che Tolomeo I (o Tolomeo [figlio
di] Lago) trasferisce la capitale egiziana da Menfi a una fortezza chiamata Rhakotis [che significa “luogo in construzione”], ora
chiamata Alessandria. E' quindi improbabile che Alessandro abbia fondato una città, al più ha potuto dare un contributo minimo
alla fondazione di Rhakotis, la futura Alessandria. Il trasferimento avvenne tra il 318 e il 312, probabilmente nel 314 (p. 217).
Tolomeo deportò in Egitto prigionieri Giudei e Samaritani dopo la battaglia di Gaza (312) (pp. 221.228) come risulta dalla stele
del Satrapo, linee 5-6 [se è esatta l'interpretazione della parola ntr come “Dio” al singolare e non “Dei”, come pure alcuni
sostengono, p. 219]. Secondo la Lettera di Aristea, 13, poi, Tolomeo utilizzò prigioneri di guerra Giudei per rafforzare le
guarnigioni delle sue fortezze, fra cui Alessandria (p. 230). Da altre fonti risulta che, oltre ai suddetti Giudei, anche schiavi Giudei
emancipati e Giudei immigrati concorsero al costituirsi della comunità giudaica di Alessandria (p. 239 in sintesi).
77
Cfr. GAMBETTI S., The Jewish…, pp. 204-205.
78
Secondo altri fondato da Onia III, cfr. SACCHI, Storia…, p. 205; SOGGIN, Israele in epoca biblica. Istituzioni, feste, cerimonie,
rituali, Claudiana, Torino, 20012, p. 53 secondo un'altra versione dei fatti presentata dallo stesso Flavio Giuseppe (De Bell. jud., I,33
e VII, 420-432). HAMIDOVIC DAVID, Gli Ebrei in Egitto. Storia di una diaspora, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 124, sett-ott.,
2014, p. 27 ritiene che Giuseppe Flavio in Antichità giudaiche, 12,387 “Onia, figlio del sommo sacerdote che, come detto in
precedenza, era ancora fanciullo quando morì suo padre [“Onia, detto anche Menelao” XII, 383], visto che il re [Antioco] aveva
ucciso suo zio Menelao e aveva dato il sommo sacerdozio ad Alcimo, sebbene non fosse di famiglia di sommi sacerdoti, perché
convinto da Lisia a trasferire l’ufficio da una famiglia a un’altra famiglia, fuggì da Tolomeo re d’Egitto” (tr. di LUIGI MORALDI,
Torino, 1998, pp. 758-759) e in Guerra giudaica, 7,423 “Onias figlio di Simone [nella nota n. 5, p. 604 si legge: “Si tratta di Onia
IV, non figlio di Simone, ma, più precisamente (cfr. Antiq. XIII 387 sgg.; XIII 62 sgg.), figlio di Onias III e nipote di Simone”], uno
dei sommi sacerdoti di Gerusalemme, al tempo in cui Antioco re di Siria portò guerra ai giudei fuggì ad Alessandria, dove dal re
Tolomeo, in odio ad Antioco, gli vennero riservate cordiali accoglienze" (GIOVANNI VITUCCI, a cura di, vol. II, 2005 9, p. 513)
“indica per errore Onias III” anziché Onias IV.
79
Riconosciuto come legittimo dai farisei, come risulta da MISHNAH, Menachot, 13,10, che considera un voto fatto in questo
tempio di pari valore a uno fatto nel tempio di Gerusalemme (cfr. SACCHI, Storia…, p. 205).
80
Secondo altri il tempio fu "solo" chiuso dal prefetto d'Egitto TI. IULIUS RUFUS "probabilmente nell'autunno del 74", cfr.
BOFFO, Iscrizioni…, p. 308.
QUADRO STORICO – pag. 13/20
4.2.Epoca persiana (539-333)
L’impero persiano degli ACHEMENIDI (dal capostipite o eponimo ACHEMENE, VII sec.; no
prove storiche), creato da CIRO II, il Grande (555-530), si estendeva dall’Indo al Mediterraneo.
Politica "più pragmatica che 'tollerante'"82 in campo amministrativo, culturale, religioso. Lingua
internazionale usata per le relazioni con l’area siro-palestinese è l’aramaico , che si diffonde
sempre più e diventa l’idioma usuale degli Ebrei dopo l’esilio.
Estensione della diaspora, conflitti interni nella provincia dell’Oltrefiume (o Transeufratene),
abbondante produzione letteraria.

4.3.Ritorno a Gerusalemme dei deportati (538)


CIRO conquista Babilonia nel 539. L’”editto di Ciro” (cfr. 2 Cr 36,23 «Così dice Ciro, re di
Persia: Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di
costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il
Signore, suo Dio, sia con lui e salga!».; Esd 1,2-4 «Così dice Ciro, re di Persia: Il Signore, Dio del
cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra; egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a
Gerusalemme, che è in Giuda. 3 Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e
salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d'Israele: egli è il Dio
che è a Gerusalemme. 4 E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli
abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di
Dio che è a Gerusalemme».) consente il ritorno dei “sionisti”. Tensioni fra i rimasti e i reduci, che
si presentano come i veri israeliti. Fra 540 e 530 probabilmente a Gerusalemme 83 opera il
SECONDO ISAIA (Is 40-55).

4.4.La ricostruzione del Tempio (520-515)


Incoraggiati dai profeti AGGEO e ZACCARIA, Zorobabele e il sommo sacerdote GIOSUE’
ricostruiscono il Tempio.

4.5.Distruzione di Babilonia (482)84


L’avvenimento è interpretato come la fine del mondo pagano. “I libri di ISAIA [cc. 13-23],
GEREMIA [cc. 25,14-38 – introduzione agli oracoli contro le nazioni; 46-51], EZECHIELE [cc.
25-32], SOFONIA [2,4-15] sono riorganizzati in funzione di questa convinzione: ormai, gli oracoli
sulle nazioni formano il centro dell’opera, fra annunci di sventure (riguardanti il passato) e le
prospettive del trionfo di Sion” (VERMEYLEN, p. 71). In questo periodo un redattore sacerdotale
“erede della riflessione maturata presso i deportati a Babilonia” (VERMEYLEN, p. 72) ripubblica il
Pentateuco inserendovi numerose aggiunte.

4.6.Le missioni85 di NEEMIA (445…)


NEEMIA, governatore di Giuda, ricostruisce le mura di Gerusalemme86, ammettendovi solo i
sionisti. Inaugura una società giudaica segregazionista, ancora incentrata sul Patto. Nasce la

81
Questa è l’opinione di VERMEYLEN, p. 69. Invece SOGGIN, Storia…, p. 326 “Sembra anche verosimile che una parte
importante dell’opera storiografica deuteronomistica sia stata se non composta, almeno concepita tra gli esiliati e i loro discendenti
durante la restaurazione. Finora le tesi diverse da questa non sono apparse convincenti”; così si esprime LIVERANI MARIO,
Oltre la Bibbia. Storia antica d’Israele, Bari, 2004, p. 253 “Se la base dell’ideologia deuteronomistica si era costituita a
Gerusalemme prima del disastro [cfr. teologia del patto sotto Giosia], è però chiaro come i sacerdoti e gli scribi giudei trovarono
in Babilonia un terreno fertile sia per rinsaldare la loro ‘filosofia della storia’ basata sul collegamento peccato-punizione, sia
soprattutto per esprimere la loro ideologia in forme storiografiche già ben collaudate”.
82
CONTINI, Gli Ebrei..., p. 186.
83
Così VERMEYLEN, p. 71; MARCONCINI, invece, in LOGOS, III, p. 148, n. 1 “Inaccettabili sono le ipotesi che il Secondo Isaia
sia vissuto sempre a Gerusalemme o in Giudea o in Egitto”.
84
Sovrani persiani: CAMBISE (530-522), DARIO I (521-486), SERSE I (486-465), ARTASERSE I (465-423), SERSE II (423),
DARIO II (423-404), ARTASERSE II (404-359/8).
QUADRO STORICO – pag. 14/20
spiritualità del resto di Israele (cfr. Giobbe, Salmi, profeti…). Il primo soggiorno di Neemia
Gerusalemme dura 12 anni (cfr. 5,1487 e 13,688).

4.7.La missione di ESDRA89 (398?)


Al tempo di Artaserse II (404-359/8) ESDRA, sacerdote e scriba, redige una legge (forse la Torah,
cfr. Esd 7,6.10.12.14.21.25), che sarà riconosciuta dall’autorità persiana (cfr. Esd 7,26), e a cui d'ora
innanzi viene riconosciuto un posto centrale nel giudaismo. La sua riforma religiosa è ancora più
radicale e implica l’interdizione dei matrimoni misti. Fiorisce la spiritualità dei poveri di YHWH
(Salmi, Giobbe…).

4.8.Lo scisma samaritano


 Occorre anzitutto riconoscere che “non vi sono testimonianze bibliche del primo passo della
separazione samaritana”90.
 La fonte, a cui si ricorre, è un passo di GIUSEPPE FLAVIO, secondo cui fu un “matrimonio
misto” la scintilla che scatenò poi l’incendio, cfr. Antichità giudaiche, XI, 302-325.
Manasse, fratello del sommo sacerdote di Gerusalemme Jaddo, aveva sposato Nicaso, figlia di Sanballete,
satrapo di Samaria nominato da Dario III (336/5-330), ultimo re persiano sconfitto da Alessandro. Questo fatto
risultò sgradito agli anziani di Gerusalemme, che imposero a Manasse o di divorziare o di non avvicinarsi
all’altare. Questi si recò da Sanballete, al quale spiegò che, nonostante il suo grande amore per la moglie, non
voleva per questo essere privato dell’ufficio sacerdotale. Il suocero allora gli assicurò che gli avrebbe costruito
un tempio sul monte Garizin (sic), di cui Manasse sarebbe stato sommo sacerdote; e iniziò tale costruzione con
l’assenso di Dario. Sconfitto questi da Alessandro, Sanballete ottenne anche da questi l’autorizzazione a
realizzare il suddetto tempio, di cui costituì Manasse come sommo sacerdote.
L’esistenza di un tempio sul Garizim è confermata da 2 Mac 6,1- 2 1Non molto tempo dopo, il re
inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle leggi dei padri e a non governarsi più
secondo le leggi di Dio, 2e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e
quello sul Garizìm a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo; e da epigrafi91.
85
I missione Ne 2,1 Nel mese di Nisan dell'anno ventesimo del re Artaserse (= 445), appena il vino fu pronto davanti al re, io presi
il vino e glielo versai; e vi rimase fino al 433 (cfr. Ne 5,14 Inoltre, da quando il re mi aveva stabilito loro governatore nel paese di
Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re Artaserse, durante dodici anni, né io né i miei fratelli mangiammo la
provvista assegnata al governatore.; 13,6); II missione Ne 13,6 Quando si faceva tutto questo, io non ero a Gerusalemme, perché
nell'anno trentaduesimo (= 433) di Artaserse re di Babilonia ero tornato presso il re; ma dopo qualche tempo (prima del 423, anno
della morte del re Artaserse), ottenuta una licenza dal re, tornai a Gerusalemme e mi accorsi del male che Eliasìb aveva fatto in
favore di Tobia, mettendo a sua disposizione una stanza nei cortili del tempio
86
Finora l'archeologia non ha trovato traccia di queste mura, cfr. E. VILLENEUVE, La provincia di Yehud tra Bibbia e
archeologia, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 101, gennaio-febbraio, 2010, pp. 13-14.
87
Da quando il re mi aveva stabilito loro governatore nel paese di Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re
Artaserse, durante dodici anni, né io né i miei fratelli mangiammo la provvista assegnata al governatore.
88
Quando si faceva tutto questo, io non ero a Gerusalemme, perché nell'anno trentaduesimo [432] di Artaserse re di Babilonia ero
tornato presso il re; ma dopo qualche tempo, ottenuta una licenza dal re, tornai a Gerusalemme.
89
Per la cronologia di Esdra, cfr SACCHI, Storia…, pp. 110-112, il quale ritiene che “l’opera di Neemia abbia preceduto quella di
Esdra” (p. 111). Esd 7,7-8 Nel settimo anno del re Artaserse anche un gruppo di Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e oblati
partirono per Gerusalemme. Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l'anno settimo del re: 458 (7° anno di Artaserse I), 438
(se si corregge 7° in 27), 428 (se si corregge 7° in 37°), 398 (se si tratta di Artaserse II). BALZARETTI CLAUDIO, Esdra-Neemia.
Nuova versione, introduzione e commento di, Edizioni Paoline, Milano, 1999, pp. 39-41 ricorda queste quattro ipotesi, più quella
radicale che nega l'esistenza storica di Esdra; precisa che fino al 1965 la maggior parte degli studiosi propendeva per la datazione più
recente, ma "da quell'anno vi è la tendenza a ritornare all'ordine tradizionale" (p. 40); alle pp. 40-41 elenca ben 22 considerazioni a
favore della precedenza di Neemia rispetto a Esdra, ma aggiunge: "Kellermann [in un art. del 1968] ha obiettato che nell'uso di
questi passi [citati nelle suddette considerazioni] per la ricostruzione storica non si è affatto tenuto conto delle stratificazioni
letterarie e delle fasi redazionali, infatti le date potrebbero essere solo una combinazione letteraria del Cronista e, inoltre, se il
Cronista non ha collocato Esdra dopo Neemia (benché ciò avrebbe corrisposto meglio alla sua ideologia) vuol dire che vi era una
forte tradizione a favore della priorità di Esdra, come testimonia, per esempio, Giuseppe Flavio". Quindi cfr. SOGGIN, Storia…,
p. 351 "Allo stato attuale delle ricerche si può ben dire che non esiste alcuna soluzione che soddisfi tutti gli studiosi".
90
ALBERTZ RAINER, Storia della religione nell’Israele antico. Vol. II: Dall’esilio ai Maccabei (Introduzione allo studio della
Bibbia. Supplementi, 24), Brescia, 2005, p. 628.
91
Cfr. ALBERTZ, Storia..., p. 629, nota 3: cita iscrizioni rinvenute a Delo nel 1979, nelle quali si accenna alla prassi di portare doni
sacrificali al tempio sul Garizim da parte di una comunità samaritana della diaspora; l’autore però riconosce l’impossibilità di una
datazione precisa di tali iscrizioni, compresa tra il 250 e il 50 a. C.
QUADRO STORICO – pag. 15/20
 Il racconto di GIUSEPPE FLAVIO lascia intravvedere che la fondazione del tempio sul
Garizim fu dettata essenzialmente da ragioni politiche, in quanto il governatore Sanballat
mirava in tal modo a consolidare l’unità della sua provincia anche dal punto di vista cultuale.
“Ma la separazione cultuale e la formazione della comunità samaritica attorno al Garizim non
significavano ancora per nulla la consumazione dello scisma definitivo”92 e più avanti
“Questa separazione del culto jahvistico ufficiale in due centri politici religiosi concorrenti,
tuttavia, non significò affatto una rottura definitiva”93.
 “Alla fin fine fu solo la violenta politica di giudaizzazione forzata perseguita da Giovanni
Ircano (134 – 104) che privò la comunità samaritica del suo centro politico e cultuale
distruggendo il tempio sul Garizim (128 a. C.) e Sichem (107 a. C.)”94 a rendere definitivo la
scisma religioso samaritano o ancora: “Fu soltanto la restituzione statale della Giudea sotto i re
asmonei che conferì alla pretesa di Gerusalemme di essere l’unica ed esclusiva rappresentante
religiosa e cultuale quell’intolleranza che troncò bruscamente lo sviluppo, del tutto possibile,
del giudaismo verso un reticolo di diversi piccoli centri cultuali e politici” 95.
 Anche secondo SKA lo scisma sarebbe da collocarsi nel II sec. a. C.96.; altri invece lo fanno
risalire al IV secolo97.

4.9.Epoca ellenistica (333-63)

1. ALESSANDRO MAGNO (333-323)


Sconfitti i Persiani (battaglia di Isso [333] e di Gaugamela [332]), s’impadronisce della regione
siro-palestinese nel 33398; “probabilmente”99 autorizza i Samaritani a costruire un tempio sul
Garizim, le cui fondamenta però finora non sono state ritrovate100; si diffonde la cultura greca.

2. I LAGIDI o TOLOMEI (323-200)


Nella spartizione dell’impero di Alessandro l’Egitto con la Giudea toccano a TOLOMEO, uno dei
generali di A. (diadochi=successori), figlio di Lago, nobile macedone. Autonomia culturale e
religiosa per la Giudea. Progressiva influenza dell’ellenismo. Qoelet (metà III sec.) critica
severamente il pensiero sapienziale tradizionale. Sviluppo della presenza ebraica in Alessandria
d’Egitto; verso la metà del III sec. si comincia a tradurre in greco i libri santi (LXX).

92
ALBERTZ, Storia..., p. 631.
93
ALBERTZ, Storia..., p. 636, ove fra l’altro alla nota 3 si ricorda la disputa tra samaritani e giudei di Alessandria tramandata da
Giuseppe (Ant., 12,74-79) per stabilire a quale dei due templi spettasse la maggiore santità e anche la disputa sulle tasse da
destinare al tempio di Gerusalemme o al tempio sul Garizim in Ant, 12,10.
94
ALBERTZ, Storia..., p. 631.
95
ALBERTZ, Storia..., p. 637 e cita alla nota 2 la fondazione di altri templi nel II sec. a. C. in Egitto (Leopoli) e in Transgiordania
(‘Araq el-‘Emir).
96
SKA, Il libro sigillato e il libro aperto, Bologna, 2005 (rist. 2009), p. 134.
97
Cfr. BORGONOVO G., La Bibbia: il grande alfabeto dell’umanità, in GIANNI A., Il grande alfabeto dell’umanità, Milano, 2013,
p. 27 che cita GIUSEPPE FLAVIO, Antichità giudaiche XI, VIII, 2 (310 “Sanballete gli [a Manasse, fratello del sommo sacerdote
Jaddo] promise non solo di conservargli il sacerdozio, ma anche di procurargli il potere e l’ufficio di sommo sacerdote e di designarlo
governatore di tutti i luoghi ai quali si estendeva la sua autorità, purché egli seguitasse a vivere con sua figlia; e affermò che avrebbe
edificato un tempio sul Monte Garizin, che è il monte più alto vicino a Samaria, come quello di Gerusalemme: e iniziò ad attuare
queste cose,con l’assenso del re Dario).4 (322 “Era anche a vantaggio del re [Alessandro il Macedone], disse [Sanballete], che la
forza dei Giudei fosse divisa in due, di modo che la nazione, in una eventuale rivoluzione, non trovasse unità di intenti e si
accordasse, dando così fastidio ai re, come avvenne in passato ai governatori assiri”.
98
Cfr. BG2009, Appendici. Tavola cronologica, p. 10. Solo nel 332 conquista Tiro e Gaza, poi entra in Egitto, ove nel 331 fonda
ALESSANDRIA (cfr. però nota 60).
99
SOGGIN, Storia..., p. 369.
100
Cfr. FORMOSO ÉMILIE, Monte Garizim: l’apporto dell’archeologia, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 116, gen-feb, 2013, p.
16.
QUADRO STORICO – pag. 16/20
3. I SELEUCIDI (200-164)
Da SELEUCO, altro generale di Alessandro, cui era toccata la Siria (305/4 – 281).
¨ANTIOCO III (223-187) nel 200101 o 198102 sconfigge Scopas, generale di Tolomeo V,
a Panéas103 (la più tarda Cesarea di Filippo; oggi Banias o Banyas al confine tra Siria e
Palestina) presso le sorgenti del Giordano104 e s’impadronisce della Giudea. Tolleranza.
Diffusione dell’ellenismo. Letteratura antiellenistica: Siracide, Tobia, Neemia, Salmi,
redazione finale di Giobbe e Proverbi…
¨Gli succede il figlio SELEUCO IV (187-175), che morì assassinato.
¨ANTIOCO IV (175-164) accentua l’ellenizzazione, cfr. 1 Mac 1,41-64 (cfr. BG2009,
ad 1 Mac 1,44 “Preoccupato dell'unità del suo impero Antioco Epifane impone ai Giudei pratiche
pagane, abolendo così il decreto che Antioco III aveva loro concesso nel 198, nel quale la legge di Mosè
era riconosciuta come loro statuto legale [come avevano fatto già i re persiani dopo l'esilio]. La fedeltà alla
Legge diventava così un atto di ribellione politica: da qui la persecuzione” ). MENELAO, sacerdote
ma non di stirpe sadocita105, nel 172106 ottiene dal re il sommo sacerdozio con l’esborso
di una cospicua somma di denaro; è la fine del sadocitismo107. Ellenizzazione forzata, c.
Reazione politico-militare: MACCABEI (o ASMONEI108); reazione religiosa:
HASIDIM (= i pii, cioè fedeli alla legge mosaica) o ASIDEI (Asidai/oi [cfr. 1 Mac 2,42;
7,13 A S1 V; 2 Mac 14,6]). Fiorisce la prima letteratura apocalittica (Daniele).

4. Gli ASMONEI (164-63 a. C.)


I figli di MATTATIA: GIUDA, GIONATA, SIMONE.
 GIUDA (166-160): nel 164 riconquista Gerusalemme e purifica il Tempio.
101
Cfr. BG2009, Appendici. Tavola cronologica, p. 12; SACCHI, Storia, p. 189.; PALMISANO MARIA CARMELA, “Salvaci, Dio
dell'universo!” Studio dell'eucologia di Sir 36H,1-17, Roma, 2006, p. 306.
102
Così anche SOGGIN, Storia…, p. 366. La diversa datazione è dovuta all’incertezza delle fonti. Secondo POLIBIO, Storie, XVI,
18-19, che comprende i fatti del 202-1 e 201-0 a. C., la battaglia dovrebbe essere avvenuta nel 200 circa; ma poiché essa è posteriore
a un viaggio di Scopa [generale egiziano] in Etolia per procurarsi dei mercenarî, che, secondo Livio (XXXI, 43) avvenne verso il
199, la battaglia viene riferita da altri al 198 a. C. POLIBIO riferisce, criticandolo, il racconto fornito da Zenone di Rodi (cfr.
www.treccani.it/enciclopedia/panion [17/12/2012]).
103
O Panion, cfr. GALBIATI ENRICO, Geografia biblica, in LOGOS, I, 1994, p. 167. KASWALDER P. A., Onomastica..., p. 175
“Kaisa,reia Pania,j, Paneas, Banias, o Cesarea di Filippo. La forma di questo toponimo varia a seconda delle fonti: cf. Pania,j, di G.
FLAVIO, Guerra 2, 95.168; Kaisa,reia di Guerra 3,443; Panea,j, in Stefano di Bisanzio [autore cristiano del VI sec.], Ethnica 499,
23 [questo scritto raccoglie tutti i nomi delle città dell'Impero bizantino]; Pa,nion in Ethnica 500, 9; Panai,aj di Hierocles,
Synekdemos 716,9 [opera databile fra il 527 e il 565; offre una descrizione delle province dell'Impero bizantino]”. “Panei/on “Si
tratta di una rupe calcarea di 30 m. di altezza al cui interno sono ricavate quattro nicchie per altrettante statue; in una di queste
nicchie si legge una iscrizione dedicatoria greca. Nei pressi di questa rupe sorgeva la città greca di Panea, in cui era presente un
tempio dedicato al dio Pan” PALMISANO, “Salvaci..., p. 306, nota 2.
104
Cfr. BRIGHT JOHN, Storia dell’antico Israele. Dagli albori del popolo ebraico alla rivolta dei Maccabei, Roma, 2002, p. 441.
105
Così SACCHI P., Storia. del Secondo Tempio. Israele tra VI secolo a. C.. e I secolo d. C.., p. 200. Invece secondo FLAVIO
GIUSEPPE, Antichità..., XII, V,1 (parr. 237-239) Menelao (alias Onia) era fratello di Onia III, come Giasone (alias Gesù), tutti e tre
figli di un certo Simone (par. 238): "Simone aveva, infatti, tre figli, e il sommo sacerdozio spettava a tutti e tre" (par. 238). Più
avanti GIUSEPPE scrive: "Onia [IV], figlio del sommo sacerdote che (...) era ancora un fanciullo quando morì suo padre, visto che il
re [Antioco IV] aveva ucciso suo zio Menelao e aveva dato il sommo sacerdozio ad Alcimo, sebbene non fosse di famiglia di
sommi sacerdoti, perché convinto da Lisia a trasferire l'ufficio da una famiglia a un'altra famiglia, fuggì da Tolomeo, re d'Egitto"
(XII, IX, 7 [par. 387], pp. 758-759).
106
Cfr. 2 Mac 4,23-24 “Tre anni dopo [= fine 172 o inizio 171 TOB, p. 1954 nota w; = 172 BG2009, Appendici.. Tavola
cronologica, p. 12 e PENNA ROMANO, L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane. Una documentazione ragionata,
Bologna, 1984, p. 286. ] Giasone mandò Menelao, fratello del già menzionato Simone (cfr. 2 Mac 3,4), a portare al re denaro e a
presentargli un memoriale su alcuni affari importanti. Ma quello, fattosi presentare al re e avendolo ossequiato con un portamento da
persona autorevole, si accaparrò il sommo sacerdozio, superando l'offerta di Giasone di trecento talenti d'argento. Munito delle
disposizioni del re, si presentò di ritorno, non avendo con sé nulla che fosse degno del sommo sacerdozio, ma avendo le manie di un
tiranno unite alla ferocia di una belva”.
107
Cfr. SACCHI, Storia…, pp. 198-202.
108
E’ il nome che gli scrittori giudei danno alla dinastia dei Maccabei; varie ipotesi sul suo significato e sulla sua origine (cfr. D.
VIDAL, in EB, I, coll. 850-851). Secondo BASILIO GIRBAU, in EB, IV, col 792 “Vien pure dato ad essi il nome di Asmonei dal
loro antecessore Simone, che secondo Flavio G. si chiamava Simew,n vAsamwnai/oj”. Generalmente “col nome di Asmonei si
indica la dinastia dei Maccabei dopo Simone” (P. SACCHI, La storia del popolo ebraico dopo l’esilio, in LOGOS, I, 1994, p. 117).
QUADRO STORICO – pag. 17/20
 GIONATA (160-143): nel 152 è nominato sommo sacerdote da ALESSANDRO BALAS109
(150-145), pur non essendo di famiglia sadocita.
 SIMONE (143-134). Nel 141 è eletto dalla grande assemblea (cfr. 1 Mac 14,28) sommo
sacerdote e capo del popolo (cfr. 1 Mac 14,41 h`gou,menon καὶ ἀρχιερέα)110.
 GIOVANNI IRCANO (134-104), figlio di Simone. Anche sommo sacerdote. Prima discepolo,
poi avversario dei farisei. Si riconcilia con i Sadducei, provocando così la secessione degli
Esseni 111. Espansione territoriale in Idumea - regione a sud della Giudea - con giudaizzazione
forzata degli Idumei, in Samaria con la presa112 di Sichem e del tempio sul Garizim nel 128113 (o
129)114, e della città di Samaria115 nel 108116. Si redigono i libri dei Maccabei
 ARISTOBULO I (104-103), figlio del precedente; ALESSANDRO IANNEO (103-76), fratello
del precedente, dura repressione contro i Farisei. E’ il primo asmoneo ad assumere il titolo di
re. Anche sommo sacerdote.
 ALESSANDRA SALOME (76-67), moglie di Aristobulo I e poi di Alessandro Ianneo. Alla sua
morte i suoi due figli IRCANO II e ARISTOBULO II si contendono il potere. Guerra civile.
Intervento romano, POMPEO nel 63 conquista Gerusalemme.

109
“Un pretendente al trono seleucida che si presentava come figlio naturale di Antioco IV, al quale pare che somigliasse” SOGGIN,
Storia…, p. 391.
110
Cfr. SACCHI, Storia..., p. 226.
111
Così VERMEYLEN, p. 75, altri diversamente spiegano l’origine degli Esseni.
112
GIUSEPPE FLAVIO, Antichità giudaiche, 13,9,I (254-256): “Non appena seppe della morte di Antico [VII Sidete 139/138 – 129],
Ircano mosse contro le città della Siria pensando di trovarle, come fu in realtà, sprovviste di soldati e di gente buona a difenderle.
Prese, dopo sei mesi durante i quali il suo esercito ebbe a sopportare grandi privazioni, Medaba; in seguito soggiogò [εἷλεν] Samoga
e le sue vicinanze e, oltre a queste, Sikima e Garizin e la nazione dei Chuthei [appellativo sprezzante dei Samaritani] che abita
vicino al tempio edificato sul modello del sacro tempio di Gerusalemme; Alessandro aveva concesso al loro governatore Sanaballete
di edificarlo per amore del suo genero Manasse, fratello del sommo sacerdote Jaddua, come sopra abbiamo riferito; duecento anni
dopo questo tempio fu ridotto a un deserto [συνέβη δὲ τὸν ναὸν τοῦτον ἔρημον γενέσθαι μετὰ ἔτη διακόσια]”; Guerra giudaica,
I,2,6 (62-63): “E più tardi, quando la spedizione di Antioco contro i Medi gli offrì occasione di vendetta, all'improvviso [Ircano] si
gettò sulle città della Siria contando di trovarle prive, com'era in effetti, dei difensori più validi. Prese [αἱρεῖ] Medabe e Samaga
insieme con i centri vicini, e poi Sicima e Argarizin, e inoltre il popolo dei Cutei che abitavano intorno al tempio simile a quello di
Gerusalemme”.
113
Cfr. SACCHI, Storia..., p. 231: “Fra le sue [di GIOVANNI IRCANO] prime spedizioni militari ne va annoverata una al nord
contro Sichem, dove sorgeva l’odioso tempio del Garizim, che fu raso al suolo nel 128 a. C.”. L'esistenza di questo tempio è
attestata da 2 Mac 6,1-2 1Non molto tempo dopo, il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle leggi
dei padri e a non governarsi più secondo le leggi di Dio, 2e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a
Giove Olimpio e quello sul Garizìm a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo ; da due iscrizioni ritrovate nell'isola
di Delo nel 1979 e databili paleograficamente l'una fra il 250 ca e il 175 a. C. e l'altra al 150-50 a. C. Testo della prima iscrizione:
“Gli Israeliti in Delo che inviano tributo al tempio santo (sul) Garizim [eivj i`ero.n a`.gion Argarizein] onorarono Menippo di
Eraclea...”; testo della seconda iscrizione: “Gli Israeliti in Delo che inviano tributo al tempio (sul) Garizim [eivj i`ero.n Argarizein]
coronano con una corona d'oro Serapione di Cnosso...” cfr. BOFFO LAURA, Iscrizioni greche e latine per lo studio della Bibbia,
Brescia, 1994, pp. 48-49.60.
114
BOFFO, Iscrizioni..., p. 55. “Non si hanno date sicure per la ricostruzione del tempio samaritano sul Garizim in epoca romana, ma
di sicuro ogni traccia del tempio fu cancellata quando l'imperatore Zenone nel 485 d. C. costruì la basilica dedicata a Maria, Madre
di Dio (Theotokos). Sul versante nord del Garizim (Tell-er-Ras) gli imperatori romani hanno costruito un tempio pagano. Forse era
iniziato già nel 135 d. C. da parte di Elio Adriano, ma di sicuro verso il 160 d. C. l'imperatore Antonino Pio dedica il tempio del
monte Garizim a Zeus Hypsistos (l'altissimo)” KASWALDER PIETRO, Dio parla sul monte, in Terrasanta, V (2011), n. 1, gennaio-
febbraio, p. 32.
115
Cfr. GIUSEPPE FLAVIO, Antichità giudaiche, XIII, 13,2-3 (275-283): “...Dopo averla assediata per un intero anno, Ircano prese
la città, e, non contento di questo, la cancellò totalmente facendola spianare da torrenti di montagna, poiché scavò fino a che cadde
nel letto dei torrenti cancellando così tutti i segni della sua passata esistenza”; Guerra giudaica, I,2,7 (64-65): “...allora quelli
[Aristobulo e Antigono, figli di Ircano] ritornarono su Samaria, bloccarono di nuovo la popolazione entro il muro e alla fine, presa la
città, la rasero al suolo e ne ridussero in schiavitù gli abitanti”. Samaria sarà ricostruita splendidamente da ERODE il Grande nel 30
con il nome di Sebaste in onore di Augusto.
116
Cfr. SOGGIN, Storia..., p. 394: “[GIOVANNI IRCANO] Conquistò la Samaria e distrusse il tempio dei samaritani sul monte
Garizim. Nel 108 riuscì a conquistare la capitale Samaria”.
QUADRO STORICO – pag. 18/20
5. APPENDICE: QUMRAN (cfr. PAGANINI SIMONE117, Qumran. Le rovine
della luna. Il monastero e gli esseni, una certezza o un'ipotesi?,
Bologna, 2011, 223 pp.)
 L'ipotesi di Roland de Vaux secondo cui:
1. gli abitanti di Qumran erano Esseni,
2. dediti alla produzione di pergamena,
3. e alla produzione e alla copiatura dei manoscritti rinvenuti nelle grotte circostanti 118,
pare vacillare119, per le seguenti ragioni. Nel terzo periodo di insediamento (37 a. C. – 68 d. C.):
1. mentre all'interno dell'insediamento è stata rinvenuta una grande quantità di creta
destinata alla produzione di terracotta, insieme a forbici e coltelli per la tosatura delle
pecore, a materiale organico di ogni tipo (legname da costruzione, teli di lino, ossa di
animali, noccioli di dattero, strisce di cuoio, resti di cesti di paglia intrecciati, sandali di
cuoio...), non vi è stato trovato "nemmeno un resto di un frammento di pergamena o
di cuoio con un'iscrizione di qualunque tipo"120.
2. La ceramica ritrovata nell'insediamento (contenitori, vasi, coppe, stoviglie, vasellame) è
così abbondante da superare le necessità degli abitanti e far pensare invece a una
produzione "industriale" destinata al commercio121.
3. "Nessuno degli strumenti metallici ritrovati all'interno della struttura può essere messo
in diretta correlazione con l'attività di produzione di pergamena"122.
4. "L'unica testimonianza scritta ritrovata all'interno delle mura di Qumran sono ostraka...
con iscrizioni. Il contenuto delle iscrizioni è costituito fondamentalmente da nomi
ebraici di persone... Questi documenti testimoniano che gli abitanti di Qumran erano
giudei, nient'altro"123.
5. "I tre calamai... ritrovati all'interno del perimetro murario124 di Qumran indicano
[solamente] che alcuni abitanti sapevano scrivere"125.
6. Nessuna fonte (Filone, Plinio il Vecchio e Giuseppe Flavio) attribuisce agli abitanti di
Qumran la produzione di pergamena o la copiatura di manoscritti126.
7. "L'analisi del contenuto dei testi mostra chiaramente che questi scritti presentano
concezioni teologiche differenti fra loro"127, difficilmente riconducibili a un unico
gruppo, gli esseni.
117
Italiano, docente all'Università di Aquisgrana (GERMANIA).
118
"A partire dal 1947... l'insediamento di Qumran fu identificato con il centro principale della comunità religiosa degli esseni...
Si erano ritirati nel deserto per vivere separati dal resto della società. La loro attività principale, oltre allo studio delle sacre
Scritture, era quella di copiare manoscritti su rotoli di pergamena" PAGANINI S., Qumran. Le rovine della luna. Il monastero e
gli esseni, una certezza o un'ipotesi?, Bologna, 2011, p. 7. Gli argomenti su cui poggia questa ipotesi sono essenzialmente due: il
carattere "esseno" dei testi ritrovati nelle grotte di Qumran e le caratteristiche identiche della ceramica ritrovata nell'insediamento
e nelle grotte, cfr. PAGANINI, Qumran..., p. 160. L'8 febbraio 2017 l'Università ebraica di Gerusalemme ha annunciato che una
squadra di archeologi dell'ateneo, guidata da Oren Gutfeld, in collaborazione con colleghi della Liberty University della Virginia
(USA), ha scoperto una dodicesima grotta, in cui sono stati rinvenuti giare, coperchi di terracotta, tessuti di lino come quelli usati
per avvolgere i manoscritti, fibbie e lacci in pelle per richiudere i rotoli, ma non rotoli scritti, cfr. NICOLO' GABRIELE, La
dodicesima grotta, in L'OSSERVATORE ROMANO, 12/02/2017, p. 4.
119
PAGANINI, Qumran..., p. 184 "Anche se in questo libro il collegamento tra esseni e Qumran viene messo in discussione e
definito non sostenibile... Per quel che riguarda la struttura di Qumran non vi è nessun indizio che aiuti a identificare gli
esseni o un gruppo di estrazione essena come suoi abitanti... se i manoscritti del Mar Morto siano stati composti all'interno
dell'insediamento non viene tuttavia confermato da nessun reperto".
120
PAGANINI, Qumran..., p. 183.
121
Cfr. PAGANINI, Qumran..., p. 178.181.
122
PAGANINI, Qumran..., p. 183.
123
PAGANINI, Qumran..., p. 184.
124
In un locale che de Vaux identificò come "scriptorium" (cfr. PAGANINI, Qumran..., p. 175).
125
PAGANINI, Qumran..., p. 184.
126
Cfr. PAGANINI, Qumran..., p. 162.
127
PAGANINI, Qumran..., p. 189.
QUADRO STORICO – pag. 19/20
 Chi erano dunque gli abitanti di Qumran? Donde provenivano i manoscritti ritrovati nelle
grotte?
1. Il numero considerevole di bagni rituali o miqwaot, rinvenuti nella zona abitata, denota
un particolare interesse per la purezza rituale. Questo orienta verso la classe
sacerdotale, cui d'altra parte competeva anche la custodia dei testi sacri, non solo di
quelli biblici, ma di tutti quelli che esprimevano la multiforme e variegata cultura
religiosa di quel tempo.
2. Ora pare ragionevole supporre che a causa dell'invasione romana i sacerdoti di
Gerusalemme si siano preoccupati di salvaguardare i testi sacri, loro affidati, e per
questo siano ricorsi ai loro colleghi – pur dissidenti, ma sempre sacerdoti – di Qumran.
Costoro avrebbero fornito le giare per depositarvi i manoscritti – non opera loro – e
avrebbero indicato le grotte come luogo sicuro per nasconderle, ove rimasero fino
all'inverno 1946, quando furono scoperte da alcuni beduini128.

Sommario
QUADRO STORICO...........................................................................................................................1
1. Introduzione..................................................................................................................................1
2. Le origini di Israele......................................................................................................................5
3. Il periodo della monarchia (1030 - 587 o 586).............................................................................7
3.1. Saul (1030-1010 ca), re di Israele..........................................................................................7
3.2. Davide (1010-970), re di Giuda e poi di Israele....................................................................7
3.3. Salomone, re di Giuda e di Israele (ca 970-931)...................................................................7
3.4. I due regni separati (931-722/721)........................................................................................8
3.4.1. Il Nord (Israele o Efraim)...................................................................................................8
3.4.2. Il Sud (Giuda).....................................................................................................................9
4. Dall’esilio al periodo ellenistico (587 o 586 a.C. – 63 a.C.)......................................................12
4.1. L’esilio (587/586-538).........................................................................................................12
4.2. Epoca persiana (539-333)....................................................................................................14
4.3. Ritorno a Gerusalemme dei deportati (538)........................................................................15
4.4. La ricostruzione del Tempio (520-515)...............................................................................15
4.5. Distruzione di Babilonia (482)............................................................................................15
4.6. Le missioni di NEEMIA (445…).........................................................................................15
4.7. La missione di ESDRA (398?)............................................................................................16
4.8. Lo scisma samaritano..........................................................................................................16
4.9. Epoca ellenistica (333-63)...................................................................................................17
1. ALESSANDRO MAGNO (333-323)..............................................................................17
2. I LAGIDI o TOLOMEI (323-200)...................................................................................17
3. I SELEUCIDI (200-164)..................................................................................................17
4. Gli ASMONEI (164-63 a. C.)..........................................................................................18
5. APPENDICE: QUMRAN (cfr. PAGANINI SIMONE, Qumran. Le rovine della luna. Il
monastero e gli esseni, una certezza o un'ipotesi?, Bologna, 2011, 223 pp.)....................................19

128
Cfr. PAGANINI, Qumran..., pp. 190-191.
QUADRO STORICO – pag. 20/20

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