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AA.VV.

il dio
della
bibbia
A CURA DI FRANCESCO ARDUINI
PREFAZIONE DI HAL FLEMINGS
POSTFAZIONE DI STENO SARI
Introduzione
Ἐλθὼν δὲ ὁ Ἰησοῦς εἰς τὰ μέρη Καισαρείας τῆς Φιλίππου ἠρώτα
τοὺς μαθητὰς αὐτοῦ λέγων, Τίνα με λέγουσιν οἱ ἄνθρωποι εἰναι τὸν
υἱὸν τοῦ ἀνθρώπου
Matteo 16:13

“La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”


Questa domanda, riportata in tutti e tre i vangeli sinottici2, è ancora
oggi fonte di discussione storica e teologica all’interno delle tre grandi
religioni monoteiste. Nel Nuovo Testamento il termine theos (prece-
duto dall’articolo determinativo3) è l’appellativo comunemente impie-
gato per indicare il Dio d’Israele, YHWH, che nelle parole di Gesù è
il Padre come realtà personale.
I cristiani si sono da subito interrogati sul rapporto fra Gesù e il Dio
Onnipotente. Qual era la loro comprensione del Messia? Qual era la
comprensione che Gesù aveva di sé stesso? In che senso il Cristo era
una “persona divina”? Non esiste alcun passo biblico in cui l’attribu-
zione diretta del titolo di theos a Gesù non sia controversa e non com-
porti delle difficoltà grammaticali ed esegetiche a volte insormonta-
bili. Eppure la confessione che Gesù è «Dio vero da Dio vero» viene
ritenuta dal mainstream del cristianesimo un dato essenziale e irrinun-
ciabile della fede cristiana.4 È possibile far luce su questo tema

2
Matteo 16:13; Marco 8:27; Luca 9:18.
3
A volte è omesso perché richiesto dalla sintassi (cfr. Giovanni 8:54 o Romani 8:33).
4
I teologi sanno bene che le dichiarazioni di Nicea vanno ben oltre il linguaggio della
Bibbia.

9
Francesco Arduini

attraverso l’esame testuale dei libri biblici nella forma in cui sono oggi
disponibili?
Nei vangeli è riportata una parabola, molto nota, e che offre spunti
di riflessione interessanti. Si tratta della parabola dei malvagi vi-
gnaioli:

[un] uomo piantò una vigna, le fece attorno una siepe, vi scavò
una buca per pigiare l’uva e vi costruì una torre; l’affittò a dei
vignaioli e se ne andò in viaggio. Al tempo della raccolta
mandò a quei vignaioli un servo per ricevere da loro la sua parte
dei frutti della vigna. Ma essi lo presero, lo picchiarono e lo
rimandarono a mani vuote. Egli mandò loro un altro servo; e
anche questo insultarono e ferirono alla testa. Egli ne mandò un
altro, e quelli lo uccisero; poi molti altri che picchiarono o uc-
cisero. Aveva ancora un unico figlio diletto e quello glielo
mandò per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio”.
Ma quei vignaioli dissero tra di loro: “Costui è l’erede; venite,
uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Così lo presero, lo uccisero
e lo gettarono fuori dalla vigna. Che farà dunque il padrone
della vigna? Egli verrà, farà perire quei vignaioli e darà la vigna
ad altri.5 - (VR)

Numerosi studiosi concordano che questa parabola veicoli una tra-


dizione autentica di Gesù. La situazione economica e sociale della Ga-
lilea, dopo l’epoca di Erode il Grande, combacia alla perfezione con
gli elementi costitutivi della parabola. Non vi è alcun dubbio che “il
padrone” della vigna rappresenti YHWH, il Dio d’Israele, e che il fi-
glio sia Gesù stesso. Ne consegue che Gesù deve aver compreso sé
stesso come “Figlio di Dio”, cioè come una figura di molto superiore
agli innumerevoli profeti apparsi prima di lui (i “servi” della para-
bola).
Il figlio del padrone della vigna era una figura che andava a sovrap-
porsi a quella del “figlio dell’uomo” di cui si parla nel libro biblico di
Daniele6, e che i vangeli richiamano numerose volte: un essere
5
Marco 12:1-9; Matteo 21:33-41; Luca 20:9-16. Cfr. anche il Vangelo di Tommaso,
65.
6
Romano Penna afferma: “oggi si torna a vedere nella figura del figlio dell’uomo del
capitolo 7 di Daniele un essere angelico, magari l'arcangelo Michele, che sarebbe

10
Introduzione

“divino” che YHWH avrebbe posto per giudicare e per governare il


mondo futuro; ma come ci ricorda Lupieri,

la sua definizione, però, come Unto, Figlio dell’Uomo, Figlio


di Dio non comportava necessariamente che fosse considerato
Dio allo stesso modo del Padre, ma, in termini giudaici, poteva
indicare semplicemente la sua predilezione da parte di Dio; an-
che una cristologia che vedesse nel risorto una figura angelica
(o umana equiparata a un angelo) non era di per sé eretica7.

È innegabile che questi titoli associno Gesù alla figura di Dio come
nessun altro prima; ma affermare che Gesù sia unito in maniera ine-
guagliabile a Dio e confessare che Dio stesso si riveli in Gesù, da un
punto di vista teologico è significativamente diverso dal sostenere che
Gesù sia ontologicamente il medesimo Dio d’Israele, YHWH, il Pa-
dre.
Nella letteratura giudaica non è raro imbattersi in figure di media-
tori o agenti divini che “portano” il nome di Dio. Nell’Apocalisse di
Abraamo8, ad esempio, l’angelo Yahoel porta il nome di Dio non per-
ché sia confuso con Dio o assorbito in Dio, ma perché è Dio stesso ad
aver concesso all’angelo l’uso del nome divino. Un caso molto simile
è quello di Metatron: una figura angelica posta su un trono accanto a
Dio e collocata al di sopra di tutti gli angeli perché “funga da plenipo-
tenziario generale, da visir di Dio. Egli riceve le funzioni di «principe
del mondo», anzi viene chiamato il «piccolo Jahvé»”.9 Ci sono evi-
denze che in Metatron si confusero altre figure angeliche, come l’ar-
cangelo Michele che una certa tradizione protocristiana identifica con
Gesù Cristo.10

diventato il capo, il re degli ebrei dopo che Dio avesse fatto il grande giudizio”, in
PENNA R. (a cura di), Le origini del cristianesimo, Edizioni Carocci, Roma 2006, pag.
33.
7
LUPIERI E., Fra Gerusalemme e Roma, in FILORAMO G. E MENOZZI D. (a cura di),
Storia del cristianesimo - L’antichità, Editori Laterza, Bari 2001, pag. 93.
8
Apocalisse di Abraamo 10:3, 8.
9
HENGEL M., Il figlio di Dio, Paideia editrice, Brescia 1984, pag. 73.
10
Il Pastore di Erma, LXIX (3), 3. Cfr DANIÉLOU J., La teologia del giudeo-cristia-
nesimo, EDB, Bologna 2016, pag. 215.

11
Francesco Arduini

È forse con questo in mente che Giustino ribatte all’ebreo Trifone


affermando che secondo le Sacre Scritture vi è “un Dio e Signore di-
verso dal creatore di tutte le cose, che è chiamato anche angelo per il
fatto che annuncia agli uomini ciò che vuole annunciare loro il crea-
tore di tutte le cose, al di là del quale non c’è altro Dio”11? Esiste una
chiave di lettura per affermare che Cristo è divino, o che è dio, ma che
non è Dio come lo è il Padre, senza che ciò neghi il monoteismo bi-
blico?
In un contesto sociale e culturale come il nostro, dove l’inclusione
e la pluralità di idee e approcci non sono più fattori trascurabili, sotto-
lineare letture esegetiche che si discostano non infondatamente da
quello che è il consensus accademico è un dovere che gli autori di
questo libro sentono in maniera particolare.
Era il mese di settembre dell’anno 2020 quando io e Felice Buon
Spirito decidemmo di dar vita a questo progetto coinvolgendo amici
in diversi paesi e culture, ognuno con una solida preparazione nel
campo delle scienze bibliche: Gérard Gertoux e Didier Fontaine dalla
Francia, Simone Frattini dalla Svizzera, Pavlos Vasileiadis dalla Gre-
cia, Dan-Åke Mattsson, Roman Montero, Alex Gonzalez dalla Norve-
gia e William Kelly dagli Stati Uniti.
L’obiettivo prefissato era, ed è, quello di dare una risposta agli stu-
diosi che in campo accademico sottovalutano le argomentazioni e le
analisi che portano a conclusioni diverse da quelle maggioritarie. At-
traverso un’attenta analisi testuale non è impossibile identificare e di-
stinguere in maniera chiara la figura del Padre da quella del Figlio, e
non mi riferisco solo da un punto di vista ipostatico o economico ma
proprio in merito alla loro esistenza ontologica.
Abbiamo pensato di iniziare le nostre analisi dal libro biblico
dell’Esodo dove il Dio di Israele è rivelato e identificato attraverso il
Sacro Tetragramma, per poi passare al libro del Deuteronomio al ca-
pitolo 6, poi al libro di Proverbi al capitolo 8, al libro di Zaccaria al
capitolo 12, al vangelo di Giovanni al capitolo 1 e al capitolo 10, alla
lettera ai Romani al capitolo 9, alla lettera ai Filippesi al capitolo 2,
alla lettera ai Colossesi al capitolo 1 e alla lettera agli Ebrei al capitolo

11
VISONA G. (a cura di), Dialogo con Trifone, Edizioni Paoline, Torino 1988, pag.
203, 205 (corsivo aggiunto).

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Introduzione

1, con l’obiettivo di offrire al lettore una visione diversa e, in alcuni


casi, anche originale di esegesi biblica.
Nell’iniziale piano editoriale erano previsti dodici capitoli ma,
come avrete notato dall’indice, ne sono elencati solo undici. Il dodice-
simo, quello dedicato al libro dell’Apocalisse capitolo 3 verso 14, era
stato assegnato al prof. Stefano Pizzorni12 che è deceduto poche setti-
mane dopo aver avviato questo progetto. Alla sua memoria è dedicata
questa pubblicazione.

12
Stefano Pizzorni, deceduto il 19 settembre 2020, autore di alcuni libri fra cui Di
poco inferiore agli angeli (Aracne: 2020) e La Bibbia prima del dogma (Aracne:
2013), ha curato l’edizione italiana di numerosi testi di storia del cristianesimo e di
filologia biblica.

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Conclusione

Indice
Collaboratori ................................................................................................ 3

Prefazione .................................................................................................... 7

Introduzione ................................................................................................. 9

Capitolo I: Esodo 3:13,14 - Qual è il suo nome? ...................................... 15

Capitolo II: Esodo 3:14,15 - Riesame della risposta di Dio a Mosè


sull’Horeb .................................................................................................. 45

Capitolo III: Deuteronomio 6:4 - Shemà Israel .................................... 101

Capitolo IV: Proverbi 8:22-31 - Cosa, Quando e Chi ............................ 127

Capitolo V: Zaccaria 12:10 - Guarderanno a “me”? ............................. 149

Capitolo VI: Giovanni 1:1 - La Parola era Dio? ................................... 171

Capitolo VII: Giovanni 10:30,38 - Io e il Padre siamo uno ................... 215

Capitolo VIII: Romani 9:5 - Dio, che è sopra tutte le cose ................... 225

Capitolo IX: Filippesi 2:6 - Uguaglianza con Dio .................................. 259

Capitolo X: Colossesi 1:15-20 - Immagine del Dio invisibile ................. 351

Capitolo XI: Ebrei 1:8 - Vocativo o nominativo? .................................. 387

Postfazione ............................................................................................... 417

Bibliografia .............................................................................................. 419

Abbreviazioni ........................................................................................... 443

Sigle e altre abbreviazioni ........................................................................ 447

451
Ringraziamenti ........................................................................................ 449

Indice ....................................................................................................... 451

452

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