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Mauro Biglino

Buon giorno amici, la tradizione dice che la Bibbia è ispirata da Dio e che di conseguenza
molti sostengono che “non può sbagliare”.
Tra le decine di esempi possibili comincio col raccontarne due, tratti rispettivamente dal
Vecchio e dal Nuovo Testamento.
1)In 2Sam 21,19 si racconta di numerose battaglie in cui tra le fila dei filistei combattevano
i discendenti di Rafa, del a stirpe dei nefilim (giganti) che avevano anche sei dita per ogni
arto (21,2). In quell’insieme di circostanze furono uccisi alcuni di quei giganti: Isbi-Benò b,
Saf e un altro che non viene nominato. La cosa interessante però è che, nel corso della
battaglia combattuta in Gob, l’ebreo Elchanan, figlio di Jair, colpisce a morte il gigante
Goliat. Ma c’è un particolare di non poco conto: l’autore, o chi l’ha ispirato, dimentica che
Goliat era GIA’ stato ucciso da Davide 1Sam 17,23 e segg…
2)In questo secondo esempio (Matteo 23, 29 e segg..) la svista è decisamente più grave e
incomprensibile perché appartiene proprio a colui che è presentato come il figlio di Dio.
Gesù nel suo contrasto con i farisei contesta loro il diritto di presentarsi come i difensori
della memoria dei profeti ingiustamente condannati, perché anche essi (i farisei)
appartengono a quella classe dominante che in passato ha mandato a morte coloro che
parlavano in nome di Dio. Dice che su di loro ricadrà il sangue degli innocenti
ingiustamente uccisi e introduce un esempio eclatante di questi crimini commessi dal a
classe dominante: su di loro ricadrà dunque “dal sangue di Abele fino a quel o di Zaccaria
figlio di Barachia che uccideste fra il santuario e l’altare”. Il fatto è che lo Zaccaria citato e
ucciso vicino al ’altare NON era un profeta ma un sacerdote, cioè proprio un appartenente
al a classe dominante che lui stava accusando. La confusione era stata introdotta già dai
farisei stessi e Gesù , che non se n’è accorto, l’ha fatta sua ,identificando erroneamente
come profeta uno che in realtà era stato sacerdote e confondendolo col profeta scrtittore
Zaccaria che non fu ucciso ma morì serenamente dopo avere contribuito al a ricostruzione
del tempio postesilico.
Mauro Biglino
Siamo in periodi che per alcuni sono apocalittici, nel senso errato del termine che viene
inteso come la fine del mondo; ne prendo spunto per raccontare una curiosità .
Gli “apocalittici” contemporanei si rifanno spesso al libro del profeta Daniele che abbinano
al ’apocalisse giovannea, ma quel libro anticotestametario ha alcune particolarità .
Innanzitutto NON è considerato un libro profetico dagli ebrei che – nella loro suddivisione
lo col ocano semplicemente nella categoria più bassa, quella del cosiddetti “ketuvìm” cioè
gli “scritti”, ben distinta da quella decisamente più importante dei “nevjìm”, cioè i “profeti”.
Inoltra il libro di Daniele che si vuole cosndiderare profetico e dunque particolarmente
ispirato da Dio, contiene numerosi errori:
1) In 4,30 si parla della “follia” di Nabucodonosor mentre lo squilibrio mentale colpì suo
figlio Nabonide (555-539) che abbandonò trono, Babilonia ecc… per ritirarsi nell’oasi si
Tema? (Vicenda narrata anche in un documento di Qumram conosciuto come la
“Preghiera di Nabonide”)
2) In 5,2 c’è scritto che Baldassar era figlio di Nabuconosor mentre in realtà era figlio di
Nabonide.
3) In 5,30 c’è scritto che Baldassà r venne ucciso ala presa di Babilonia mentre il re che fu
ucciso quel a notte era Nabonide, perché Baldassar era già morto in precedenza nel corso
di una battaglia condotta fuori dalla città .
4) In 6,1 si dice che al a morte di Baldassà r “Dario il Medo” ricevette il regno (di Babilonia)
mentre fu il re persiano Ciro a conquistare la città e Dario la riconquistò solo nel 521,
sconfiggendo un ribelle che aveva ripreso il potere nominandosi Nabucodonosor IV.
5) In 10,4 si narra di una visione che il profeta ebbe a Babilonia e si dice “…ero sul a riva
del fiume Tigri” quando è noto che a Babilonia scorre l’Eufrate.
Concordo con gli ebrei, ho difficoltà a considerare attendibile per il futuro un libro che non
conosce bene neppure il suo presente o immediato passato, sia storico che geografico.
Piergiuseppe Damiano
Sono da poco entrato a far parte del gruppo, ma gli studi del Sig. Biglino li ho ritenuti fin da
subito estremamente interessanti. Vorrei sottoporre al 'autore dei libri e a Voi membri del
gruppo un motivo di discussione: come conciliare la "visone aliena della/e Divinità nella/e
quale/i si crede qui sul a Terra" con personaggi storici (quindi realmente esistiti) come
Gesù , Maometto, ecc.? Grazie.
Mauro Biglino Provo a inserire alcuni elementi premettendo che non ho mai affrontato a
fondo il tema specifico.
All’inizio: la cosiddetta annunciazione è stata fatta da un personaggio conosciuto col nome
di Gabriele. Ma Ghevrì-El non è un nome proprio bensì un termine che indica la funzione :
“Uomo forte di El”. Fa pensare quindi ad un individuo che occupava una posizione elevata
in una non meglio identificata gerarchia.
Alla fine: i verbi greci che nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli descrivono l’ascensione di
Gesù paiono indicare con una certa concretezza l’atto fisico del “venire sol evato”.
Dopo: nel 68 dopo cristo, Giuseppe Flavio parla di numerosi carri celesti che viaggiano nel
cielo di Gerusalemme (Guerra Giudaica, Libro VI, versetti 296-300).
APOCALISSE DI GIOVANNI Cap. 8: 8-12
Mauro Biglino ... quel a attribuita al non meglio identificato Giovanni non è che UNA delle
apocalissi che erano conosciute in quei tempi (Adamo, Pietro, Abramo Eèpifanio, Elia...) e
non è detto che si debba necessariamente dare credito proprio a quella... supponendo che
si possa dare credito a quel tipo di letteratura che è figlia di un pensiero storicamente
condizionato ed orientato. Interesanti da studiare ma "credere" è un'altra cosa. Almeno
così penso.
Matteo Remigio
Ciao Mauro. Hai creato dei mostri :-)
Sono particolarmente lieto che la ricerca per liberi pensatori coinvolga sempre più un
numero ingente di menti preparate.
Una piccola domanda... In Daniele 12:13, l'alieno promette a Daniele che, una volta morto,
risorgerà al a fine dei giorni. In Apocalisse 20:4 e 20:12 viene rivelato definitivamente che
esisteranno due classi di risorti. Di ciò parla anche Gesù citando le due risurrezioni in
Matteo 22:30 e 22:31.
Ora, tenendo presente che secondo il Salmo 82:6 acquisiremo tutti sembianze aliene,
tenendo a mente che in Genesi 6:2 gli alieni si riprodussero per mezzo di donne umane, e
ricordando sempre che in Genesi 1:28 il progetto elohimico prevedeva la riproduzione
dell'uomo su Eden, qual è il reale rapporto tra l'alieno / angelo / uomo risorto e la propria
sfera sessuale / riproduttiva / affettiva ???
Ti ringrazio già da adesso per la risposta...
Mauro Biglino
... da alcuni milioni di euro. Io ho difficoltà a inserire Daniele ed Apocalisse in un unicum
con gli altri testi anticotestamentari: tu sai molto bene che appartengono a categorie
culturali e letterarie diverse. Il libro di Daniele non è neppure considerato profetico dagli
ebrei che lo "declassano" inserendolo tra i semplici KETUVIM. Secondo me fanno bene
anche perché Daniele è pieno di errori madornali e quindi... Per quanto concerne lo
specifico della domanda, io sono come i sadducei: non credo nel a resurrezione e quindi
non mi sono mai posto seriamente la questione che tu evidenzi. In ogni caso sono sempre
più convinto che Adamo ed Eva NON siano stati i progenitori del 'umanità ma di un gruppo
che gli elohim si era prodotto appositamente (ne parlo nel libro in uscita). Altra
convinzione
che sta maturando in me è che la Bibbia tenga conto di almeno tre razze: elohim, nefilim
(refaim,anakim,emim,zamzummim) e ghibborim, con caratteristiche diverse. Quindi avrei
anche difficoltà a pensare a quale dovremmo eventualmente assomigliare. Questa volta la
risposta è vaga ma non saprei suffragare info più concrete.
Matteo Remigio
La bellezza dell’essere liberi pensatori è proprio quella che induce al confronto coloro che
vi si mettono in gioco…
E’ vero che Daniele è un Libro Sapienziale, ma è pur vero che ciò che è accennato nel suo
12 capitolo è l’applicazione pratica del testo poetico del capitolo 11 di Isaia; come hai ben
capito, su questo argomento, sono filo-farisaico (per quanto invece riguarda la tradizione
la penso come i sadducei che rifiutavano il Talmud). Ma qui siamo sul piano del puro
sofismo

.
Ti ringrazio enormemente per ogni attenzione che presti a ciò che ti domando, sono
sempre certo che il tuo rigore metodologico (del resto sei del segno della Vergine) sia
l’unica strada da perseguire per fissare più paletti possibili ed analizzare la grande storia di
cui la nostra società è solo un’appendice senza memoria. A presto.
Mauro Biglino Proprio così Matteo, mettersi in gioco e confrontarsi liberamente per
ricercare, se possibile, la memoria. Alla prossima.
Maury Kent Lettura della Bibbia:
Esodo 7:8-13
Il bastone di Mosè che diventa un serpente
[8]Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: [9]«Quando il faraone vi chiederà : Fate un
prodigio a vostro sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi il bastone e gettalo davanti al
faraone e diventerà un serpente!».
[10]Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva
loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso
divenne un serpente. [11]Allora il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i
maghi dell'Egitto, con le loro magie, operarono la stessa cosa. [12]Gettarono ciascuno il
suo bastone e i bastoni divennero serpenti. Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni.
[13]però il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva
predetto il Signore.
Mauro mi spieghi questo racconto del bastone che diventa un serpente
Mauro Biglino Ti fornisco una spiegazione molto diretta. I sacerdoti egizi erano abili nei
giochi di il usione con cui ingannavano il popolo facendo anche credere che idoli o altro
venivano posseduti dalla presenza del dio ecc… Ad esempio, al tempo di Cheope il
sacerdote Te-Eta era famoso per la sua abilità nel tagliare la testa ad un’oca bianca ed ad
una nera per far poi rinascere un’oca bianca col col o nero. Mosè era indubbiamente
preparato anche in questo ambito (anzi era forse propriamente un egiziano) e gli autori
biblici hanno mantenuto il ricordo di queste abilità , le hanno inserite come una delle sfide
con cui si tentava di dimostrare la propria superiorità . Leggendo le opere di Erone di
Alessandria o di Filone di Bisanzio si conoscono anche i macchinari che i sacerdoti si
facevano costruire sempre al o scopo di ingannare i fedeli con illusioni atte far percepire la
presenza di abilità magiche inesistenti o l’intervento di un qualche dio (cavalli di bronzo
che bevevano acqua, figure alate che scagliavo frecce, carri volanti lungo il soffitto del
Serapeum…).
Loredana Zanutto mauro scusa la domanda forse infantile...ma questi Signori della Bibbia
come Jahwe dove sono andati?
Mauro Biglino
@Loredana: non lo so proprio. Dal a Bibbia pare di capire che i nefilim (refaim...) si sono
integrati e mescolati fino ad essere ridotti a vivere in tre centri abitati del 'antica Israele,
per
poi a scomparire. Per gli elohim ti consiglio di leggere i versetti 290-300 del capitolo VI
della Guerra Giudaica di Giuseppe Flavio: sono molto curiosi anche perché si riferiscono
al 68 dopo Cristo. Li trovi anche su internet a questo indirizzo:
http://digidownload.libero.it/Hard_Rain/Guerra%20Giudaica.pdf
Nello Castellano Leggendo i libri di Sitchin ipotizzo che forse l'origine del 'inferno come
posto dove "scontare i propri peccati" potrebbero essere le miniere d'oro degli Anunnaki
(gestite da Enki). Se Enlil avesse voluto far si che gli schiavi nel "giardino" si fossero
comportati bene li avrebbe potuto minacciare dicendogli che li avrebbe mandati in miniera
da Enki… Questo tipo di minaccia sarebbe stata cosi' effettiva che sia rimasto in uso
quando gli dei sono partiti ed avrebbero lasciato regnanti e sacerdoti a control are gli scopi
in loro vece….
Mauro Biglino Ipotesi estremamente concreta: Abzu, abisso, parti basse, inferi, emisfero
sud, miniere sotto terra...
Mauro Biglino Enki e d Enlil , probabilmente due potenti in conflitto su vari temi,
compresa anche la sorte e le caratteristiche degli Adà m. ENLIL il probabile capo del luogo
in cui sono stati post gli Adà m ed ENKI, il satà n ("avversario" per la lingua ebraica) e il
serpente (cioè "colui che scruta e sa" per l'antecedente cultura sumero accadica) sono in
conflitto anche sul a "conoscenza" da attribuire ai due umani. Forse le cose sono proprio
andate così. Chissà !?
Ivan Denaro E' ancora più interessante notare come la Bibbia (intesa come noi la
conosciamo), crei due figure...Dio e Satana...che nelle scritture antiche sono la stessa
persona!!

E' infatti Enki (insieme al a sorel a Ninmah) a creare geneticamente l'uomo...e dopo un po'
lo ritroviamo nelle vesti di Satana a "tentare" Eva!!
Mauro Biglino Eh si, non a caso è forse sempre lui: la "tentazione" è in realtà un dono Ma
questa è la Bibbia che "non" conosciamo.
M
assimo Zucchetti Nessuno ha mai riflettuto sul perché delle diverse razze di essere
umano?Voglio dire: se gli Elohim ci hanno creato con la loro immagine prendendo come
"soggetto" del loro esperimento l'homo erectus, come è possibile che esistano delle razze
di esseri umani così diverse tra loro?Significa forse che gli elohim erano anche loro diversi
tra loro come razza?
Mauro Biglino @Massimo e Nel o: La questione è naturalmente complessa: stando al a
Bibbia ad esempio avremmo diverse tipologie (elohim, nefilim, ghibborim, anakim,
zamzummim, efim e refaim che sono della stirpe dei nefilim) riconducibili a quegli
individui.
Ma non è finita qui: leggendola attentamente si può benissimo arguire che Adamo ed Eva
NON sono i capostipiti del genere umano ma solo di una particolare razza, perché ne
esistevano altre indipendenti.
Mauro Biglino Se affianchiamo Sitchin al racconto biblico e, come dicevo prima, Adamo
ed Eva non sono che i capostipiti di un esperimento speciale, le altre razze c'erano già e
forse gli interventi sono stati più di uno. Pensiamo a Noè su cui formulo ipotesi nel libro
che sta per uscire... scusate se mi cito ma non posso ovviamente anticipare.
Lorenzo Polidori Ciao Mauro non so se ti ricorderai di me io sono un ragazzo di14 anni
che e venuto al a conferenza degli UFO a Firenze nel hotel e ti ho chiesto l'autografo nel
tuo libro ti volevo fare una domanda visto che te traduci la Bibbia da quel o che ho capito
mi puoi spiegare chi e Gesù un alieno?
Mauro Biglino @Lorenzo: Il discorso sarebbe molto lungo e complesso, ma uno studio
attento del nuovo testamento fa pensare a lui come ad uno dei tanti Rabbi predicatori
messianici che sono sorti in Palestina nei secoli attorno a lui (fino al 150 d.C. circa). Ci
sono passi degli Atti degli Apostoli che potrebbero far pensare ad un suo col egamento col
mondo alieno ma vanno valutati molto attentamente (ascensione). La sua predicazione
corrisponde a quel a di una del e due grandi scuole rabbiniche del suo tempo e quindi ciò
che conta è la conoscenza delle sue parole, ma anche queste non sono univoche
(neppure così originali come spesso si vuol far passare) e fanno pensare al a predicazione
di un uomo con tutte le caratteristiche ed anche contraddizioni che sono pressoché
inevitabili.
Stefano U Mas-ciotu Si recò quindi in Palestina,dove ebbe esperienze straordinariamente
simili a quelle descritte nei vangeli e riferite al Cristo. Possiamo ancora aggiungere a
questo proposito che se togliamo dai vangeli la parte dedicata al Cristo, ciò che resta può
benissimo descrivere le esperienze palestinesi di Apol onio. Si noti inoltre che la tradizione
esoterica descrive un viaggio di Cristo in Egitto prima,e in India e in Tibet poi,cioè
esattamente l'itinerario dei viaggi di APOLLONIO....(estratto dal commento di G. Tarozzi) in
cui io credo e il cielo nella mia vita mi ha dato conferma.
Mauro Biglino In effetti se Paolo di Tarso avesse deciso di parlare di Apol onio di Tiana
oggi l'occidente sarebbe forse "apolloniano" invece che cristiano.
Mauro Biglino purtroppo non ho elementi precisi che consentano di entrare nella psiche
di Paolo di tarso e comprenderne i meccanismi, ma la lettura dei testi di Qumram (in cui si
parla del Principe della menzogna) fatta in parallelo con le lettere di paolo in cui si difende
dall'accusa di essere uomo di menzogna, fa pensare a lotte di potere non indifferenti
seguite alla scomparsa di Cristo.
Vittorio Tarchi @Mauro, da dove nasce, per la religione ebraica, il non riconoscere Gesù
figlio di dio? Quali sono gli scritti che lo motivano?
Mauro Biglino Il problema andrebbe posto in termini inversi: NON ci sono testi che
consentano di pensare che Gesù fosse il figlio di Dio. Questa è una elaborazione teologica
neotestamentaria frutto della necessità di accreditare presso il pensiero el enistico del a
cultura greco-romana la figura di quel rabbi ebreo che, in quanto tale, non sarebbe mai
stata accettata. I riferimenti che la teologia cristiana ha voluto trovare nell'Antico
Testamento sono frutto di forzature assolutamente ingiustificate e quindi si capisce bene
perché gli ebrei non lo hanno accettato: io ritengo, fuori da ogni ragionevole dubbio, che
siano proprio loro ad aver ragione. La cultura el enistica, per motivi che sarebbe qui troppo
lungo esaminare, attendeva un theò s sotèr (dio salvatore) e Paolo di Tarso ne ha
confezionata una partendo da quel Jehoshuà h ben Youssèf, ebreo predicatore
messianico, che secondo me si rivolterebbe nella tomba se sapesse di essere stato
definito figlio di Dio in un modo che per l'intera cultura ebraica sarebbe una bestemmia
imperdonabile. Almeno così mi induce a pensare lo studio del 'AT e un esame ripetuto dei
testi greci neotestamentari e della didaké che a questi ha fatto seguito.
Vittorio Tarchi Per quanto riguarda i vangeli del nuovo testamento e l'annunciazione? Nei
vangeli non ci sono scritture che asseriscono l'intervento divino nel concepimento di
questo messia?
Mauro Biglino @Vittorio: L'annunciazione può essere interpretata in due modi. Gabriele è
un angelo spirituale che annuncia il concepimento divino come racconto che si
col egherebbe ai versetti di Isaia ma in quel caso la volontà di trovare una conferma
nell'antico testamento si scontra contro i versetti ebraici che parlano di una "giovane" e
non di una "vergine" e che comunque si riferiscono a vicende storiche ben note al profeta.
Secondo una chiave di lettura alternativa bisogna tenere conto del fatto che il nome
Gabriele non era necessariamente un mome proprio ma un titolo funzionale che indicava
un individuo che ricopriva la carica di Ghevèr-di-El, uomo forte di El, luogotenente di El, e
che apparteneva al gruppo dei ghibborìm (plurale di ghevèr) nati dalle unioni dei figli degli
elohìm con le figlie degli adà m di cui narra la Genesi. Lo stesso che si presenta a Daniele
per informarlo delle decisioni prese nel consiglio dei Vigilanti. Se le cose stessero così si
potrebbe pensare ad una gravidanza normale decisa nelle gerarchie degli elohìm, così
come pare essere stata decisa e programmata la nascita "speciale" di Noè. Figlio di dio
per gli ebrei indicava una posizione speciale derivante da una scelta e dall'affidamento di
compiti speciali al 'interno del nazireato (es Giudici cap 13) , non la figliolanza che ci è
stata presentata successivamente con le elaborazioni teologiche el enistiche in cui si è
inserito anche il pensiero neoplatonico. Così almeno mi pare di poter dire...
Annalisa Ferrara perché poi scegliere un predicatore ebreo...
Mauro Biglino @Annalisa: Paolo ha scelto al 'interno della sua area culturale. In realtà
avrebbe anche potuto parlare ad esempio del suo contemporaneo Apollonio di Tiana (2-98
d.C) cui erano attribuite le stesse "facoltà " e gli e stessi miracoli di Cristo: parlano di lui l'
assiro Damis ed il greco Flavio Filostrato. In quel caso l'occidente sarebbe probabilmente
"apolloniano" invece che cristiano.
Antonio Melis Ciao Mauro, mi puoi dire in quali testi appare per la prima volta la parola
angelo?
Mauro Biglino Nella versione greca dei 70 (III sec a.C.) il termine ebraico "malakìm" viene
tradotto con "angheloi".
Antonio Melis e quale è la circostanza in cui viene usata questa parola?
Mauro Biglino Tutte le volte che il testo biblico parla dei "portavoce" degli Elohìm. Questo
significano infatti i termini ebraico e greco: "annunciatori".
Antonio Melis quindi di angeli non se ne parla sul testo antico che tu hai utilizzato per la
traduzione?
Mauro Biglino si parla dei malakìm ovviamente, cioè proprio di quegli individui che poi la
teologia ha trasformato nelle figure degli angeli che conosciamo.
Antonio Melis Scusa la mia curiosità , ma la prima volta che appare la parola malakìm, a
quale vicenda è riferita, a quale situazione, perché l'hanno utilizzata?
Mauro Biglino Se non ricordo male nel capitolo 18 della Genesi.
Nellica Sal @Mauro... ma nei manoscritti e antico testamento..parlano d'amore...
eterno...romantico???...per me tutti quelli scritti del vecchio o nuovo testamento o degli
evangegli... somma come croniche storiche...un po’ modificate..col il tempo...vecchi..storici
e giornalisti...
Mauro Biglino Nell'Antico Testamento è difficilissimo riscontrare l'amore come
atteggiamento normale di Yahwèh e neppure Mosè amava i suoi: bastava mettere in
discussione le sue posizioni per venire eliminati. Ricordo di avere visto elenchi che
riportano il numero del e persone che Yahwèh ha ha fatto ammazzare direttamente o
indirettamente e viene difficile pensare che amasse l'umanità .
Mauro Biglino Sono appena appena rientrato da un incontro con un musulmano che sta
traducendo le parti sconosciute o nascoste del Corano ed un "saggio" di Israele.
Incidentalmente, tra i vari argomenti che abbiamo affrontato, il saggio ebreo di 75 anni mi
diceva che la parola "amore" in ebraico rimanda al a conoscenza e NON al sentimento cui
noi ci riferiamo. In sostanza "amare Dio" significa studiare per conoscerlo. E' stato un
incontro di una ricchezza incredibile.
Andrea Rinaldi Mauro,il tuo discorso sul termine"amore"vale anche per i Vangeli?In fondo
si tratta della stessa impalcatura culturale che ha prodotto secoli prima l'Antico
Testamento.
Mauro Biglino Nei vangeli si è inserito il pensiero el enistico e quindi il concetto ha
assunto valenze nuove rispetto all'Antico Testamento.
Nello Castellano Volendo per un istante credere che il dio degli ebrei sia il Dio che nel
primo verso della Bibbia crea l'universo "ex nihilo", come mai, questo dio ha bisogno
dell'uomo - e piu' specificamente degli ebrei - per portare avanti i suoi piani? Nel senso
che, essendo il Dio capace di puro pensiero creativo ed essendo per natura onnisciente,
lui e' giocoforza "obbligato" ad essere creatore E NON PUO' quando pensa a qualcosa far
si che quello che pensa NON si manifesti, e non può "non sapere" quanto accade. In
pratica si comporta in modo fin troppo "umano"...
Mauro Biglino Una lettura attenta della Bibbia - anche nel e versioni che tutti abbiamo in
casa e senza fare traduzioni speciali - rivela questo aspetto di Yahwèh sia nelle
caratteristiche positive che negative.
Nello Castellano Mauro, più che una caratteristica positiva o negativa, l'onniscienza e
l'onnipotenza sono delle caratteristiche a cui non credo Dio possa venire meno: il fatto che
egli abbia bisogno che gli ebrei (o qualsiasi altro individuo) facciano un qualcosa per suo
conto limita le sue caratteristiche.
Qualcuno obietterà che e' una sua prerogativa lo scegliere chi deve eseguire un compito.
Perfetto!
Io invece sostengo che la potenza del vero Dio e' "naturale, istintiva ed il imitata" nel senso
che il pensiero creativo e' talmente potente che mentre Egli pensa qualche cosa questo
prende immediatamente forma nel suo minimo dettaglio... diciamo che molto
probabilmente non se ne rende neanche conto!
Nella Bibbia noi ci ritroviamo con questo dio che invece prima fa un qualcosa, poi ha dei
dubbi, poi mostra col era e disappunto, poi ce lo ritroviamo a fare il wrestling, camminare e
quant'altro con tutte le limitazioni di un uomo (per quanto potente possa essere) e questo
me lo spiego solo con l'ipotesi che ci sia stata una "seconda creazione" ad opera dei nostri
"amici" di lassù che hanno ritenuto opportuno spacciarsi o hanno ritenuto che era meglio
"beneficiare" della credenza che si andava spargendo che essi erano i creatori primari.
Il punto e' però che se così fosse si aprono degli interrogativi ancora più mastodontici
rispetto a quelli che abbiamo finora ed e' richiesta una maggiore dose di consapevolezza
per potersi porre ancora una volta la domanda "Dove andiamo?" perché mentre avremmo
potuto trovare risposta al "Chi siamo e da dove veniamo" a quest'ultima domanda non ci
sarebbe alcuna risposta...
Mauro Biglino @Nello: quando citavo le caratteristiche positive e negative mi riferivo
proprio agli elementi di cui tu hai elencato una parte: dubbi, col era, disappunto, limitazioni
fisiche... E qui mi fermo perché dell'eventuale presunto "Dio vero" io NON SO NULLA e
quindi non ne parlo mai.
Mauro Biglino In qualità di traduttore di ebraico antico sento la necessità di fornire una
precisazione finalizzata a prevenire eventuali equivoci e confusioni: nell'Antico testamento
non si parla di anima nel modo in cui viene comunemente intesa e soprattutto non vi sono
fenomeni di abduction. I personaggi che paiono avere esperienze diretto con gli
alieni/elohim (Enoch, Elia, Ezechiele, Zaccaria ecc) le hanno in modo consapevole e
volontario: non vengono addotti, non vengono rapiti ma salgono sul e macchine volanti
volontariamente; non viene succhiato loro nulla, hanno con gli alieni/elohim un
normalissimo rapporto non dissimile da quello che hanno con qualsiasi altro individuo. Nel
caso di Elia poi - sempre erroneamente presentato come "rapimento" - la vicenda era
addirittura ampiamente programmata in anticipo e conosciuta da almeno una cinquantina
di suoi discepoli che la attendevano. Se ci sono attualmente fenomeni di adduzione non
sono riconducibili agli eventi biblici da cui sono lontanissimi sia nella forma che nella
sostanza: nella Bibbia non si possono trovare conferme o indicazioni che in un qualche
modo rappresentino una sorta di avvio del fenomeno. Come detto sopra, ritenevo di porre
questa precisazione per distinguere ciò che è contenuto biblico da ciò che è invece
oggetto di dottrina successiva e quindi di fede, come il concetto del 'anima. Se in un
qualche modo nei fenomeni di adduzione che si verificano ora si vuole trovare un
riferimento al 'anima devo dire che vi colgo una sorta di nuova gnosi rivisitata sul a quale il
discorso sarebbe lungo e complesso, comunque non risolvibile su FB.
Mauro Biglino IN ESTREMA E RISCHIOSA SINTESI anima deriva per estensione impropria
da nephèsh e da ruà ch che i greci hanno tradotto con pneuma, poi reso in
italiano con il termine spirito o anima appunto. Ma nell'Antico Testamento non si parla di
anima che è un concetto tipicamente cristiano derivato dal neoplatonismo. Il termine
amore è ancora più complesso e mi limito quindi a dire che addirittura i 10 comandamenti
NON dicono di amare i genitori ma di "onorarli"; neppure il dio biblico doveva essere
amato ma temuto, ciecamente obbedito e servito: lui non amava di certo neppure i "suoi",
non parliamo poi degli altri.

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