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9a
Entrano, cioè, in giuoco nella storia della salvezzai
concetrr di Grazra, di Rívelazione,dí Fede, almeno come
possibilitàofferte all'uomo (a tutti gli uomini) da parte del
Dio fedelee amantedelle suecreature,laddoveè pure possi.
bile il rifiuto da parte dell'uomo in forza di un uso inade-
guato della libertà.
In sensolargo tutta la storia dell'umanitàpuò essere
considerata.ed è. storia della salvezza.
Tuttavia in senso specifico per Sroria della salvezza
si intende < l'esperienzasingolarissima di Israeleche ha il
.rro culmine in Gesù Cristo e nella sua missione>.
La ragionedi questadistinzionesta nel fatto che sto-
rta di salvezzain sensopieno si ha solo quando è data anche
una possibilitàoggettivadi verificabilitàdi essain quanto
tale.Tale possibilitàè offerta agli uomini (a tutti gli uomini,
dopo Cristo) attraversola storia di Israele,in quanto que-
sta è intrinsecamentecostituita oltre che da fatti umarrr
documentati anche dalla parola di Dio che la interpreta
in senso salvifico.
Rispetto alla storia generale tale storia può essere
dunqueconsideratasalvificain senso"uffciale" e, a partire
dall'eventoCristo (nel quale la Parola di Dio si fa parola
umana e accoglimentoumano totale e definitivo), essalo
diviene anche in senso "definitivo e universale" (escato-
logico).
9{
2 . L l r n e u . r s r o R r c o - s A l v r F r c A D E L L ' E s p E R T E N ZD
Al
Isner'le o.r AsneÀao .r CnIsro.
a) Protostoia ebraicu
9t
dell'alleanza conclusa con i capostipiti di Israele risuona
frequentementenella storia srccessiua.
Tutti gli sÍari del Penrateuco vedono la storia di
Israele, dall'zscita dall'Egitto fino alla consegnadella terra
promessa,in sttetta relazione con le promessedi Iahvé ai
patriarchi.In Egitto si è adempiutai^ prorrrro 2elh dt-
scend.enza:il seme di Abramo è diventato un grande po-
polo. Però manca ancora I'adempimento della Dromessa
della terra; anzi la schiavitùopprimenrein Egirto minaccra
perfino I'esistenzadel popolo. Allora Dio inierviene salva
e libera Israele dalla schiavitù (Esodo\. Dio opera questo
fatto salvifico perché resta fedele alle promesse Íatte ad
I
I
I
Abramo, Isacco,Giacobbe.
Il secondo grande fatto salvifico di questa epoca è
la stipulazionedell'Alleanzaat Sinai. Lì JaLvé propone a
Israele un patto di questo tenore: Jahvé vuole essereDio
e protettore di Israele; Israele sarà proprietà di Dio, il
popolo da lui scelto tra tutti gli altri.
Dio gli impone uno staruto di alleanzain forma di
comandamenti morali, di )eggi socidi e di disposizion.i
cultuali; il popolo, da parte sua, si impegna all'alleanza
(cf. Es. 19, 8-24,3\.In tutto questoMòsè Írnge da me-
diatore, in quanto rappresenta il popolo davanti a Di.r,
riceve le parole di Dio, mette per iscritto il protocollo della
alleanzae ratifica il pamo con un rito solenne.
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miste schiavìtù,dal potere del nemico, dalla. dispersione
del-
les to.
97
Mosè. In quanto continuatore dell'ufficio di Mosè, egli
esercita la funzione di intercessoree mediatore di riconci-
liazione; esercita Ia funzione di giudice e di datore della
legge; tutorizza una innovazíonefondamentalenella costi-
t,-riio.tedella alleanzadi Israele, quale la introduzione della
monarchia.
d\ La monarchia
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Davide, in quanto mediatore del suo popolo, si rico-
nosce responsabileper il culto. Egli sceglieGerasalemme
come capitale, non solo per motivi politici, ma anche per
una consapevoleconnessionead una antica tradizione che
collegava quel luogo con Abramo (2 San. 5,6-9). Poco
dopo egli dà anche al santuario di Jahvé una dimora fissa
sul monte Sion; trasportà l\ I'arca dell'alleanza(2 Sam. 6l.
Davide timane il tipo dell'uomo che ha la sua unica
risorsa nella grazia misericordiosadi Jahvé.
Sotto Salomone dinastia, regno e religione vedranno
una fioritura che dopo allora Israele non avrebbepiìr cono-
sciuto. La Bibbia considerail regno di questo re come un
tempo in cui Jahvé ha donato ad Israele e al re una grazia
specialee una straordinaria pienezzadi benedizione( 1 Re.
5,5). All'interno del regno dominano ordine e benessere;
all'esterno pace. Religiosamente,quest'epocaè caratteriz-
zata dalla cosuuzione del tempio, che porta a conclusione
il nuovo ordinamento del culto dell'alleanzacominciato
con Davide.
Salomone ha con Jahvé un rapporto più intimo di
quello di Davide; è onorato da particolari apparizioni di
Jahvé (1 Re ),4-15;9,2-9); gli viene concessauna straor-
dinaria sapienza(I Re 5,9-14\; esercitafunzioni sacerdoral.
Non solo costruisceil tempio,ma lo consacra(I Re. 8, 1-9,
9); fa sacrificidi propria mano (l Re 3,4.15;9,25) e bene-
dice il popolo (I Re 8,14,55).
Verso la fine del suo regno Salomonediventa un cle-
spota: esigedal popolo pesanti triburi e lavori forzati e,
cosa ancora peggiore, approva con le numetose mogli pa-
gane, costumi pagani e perfino I'introduzione di divinità
sraniere. Per questo lo storico annunciacome punizione
la divisione del regno dopo la morte di Salomone (I Re
r1.l-t9).
Sotto il successoreRoboamo inizia il declino della
dinastia e del regno. Subito dopo la successioneal trono,
a causadella intenzionedel nuovo re di continuare il dispo-
tismo di suo padte. si arriva alla defezione delle tribùr del
Nord. Da alloraci sarannodue regni: Israeleal Nord, Giuda
al Sud,semprepiù deboli,sino alla conquistadelle rispettive
capitali(Samaria721 a.C.; Gerusalemme587 a.C.).
Però Dio non abbandonail suo popolo; egli suscita
nuovamenteuomini che annuncianoal popolo non'solo il
giudizio ma anche la gtazîae la volontà salvifica di Jahvé
sono r proleti.
Muovendo da Davide fino all'ultimo sovrano,sia al
Sud che al Nord, si incontranosempte,in tutte e due le
grandi opere storicheche li riguardano,tali uomini di Dio
che trasmettono al re o al popolo la sua volontà, la sua
parola salvifica e le sue minacce.
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ad un evento salvifico previsto nel periodo dei re: la prt,-
messafatta a Davide di una discendenzaesaltante.
Ezechieleaspettanell'esilio che Jahvé susciti il nuovo
Davide che pascail suo popolo (Ezech.14,2.1ss.). Il Deu-
teroisaia annuncia il rinnovamento del patto davidico con
una abbondanzadi benedizioni ancora maggiore di quella
del periodo del massimo splendore della storia israelitica
(ls. 55,i\. Dunque, per i documentidella rivelazionedel-
I'epoca dell'esilio e di quella posteriore, la promessa a
Davide vale come uno dei fatti salvifici passati,che deter-
minano in modo decisivo tutta la stotia della salvezza,e
sul quale si appoggia la fede nella fedeltà di Dio per
I'alleanza.
f\ ll Giudaismo
l0l
Alla testaurazione religiosa post-esilica corrisponde
un lavoro prodigioso di redazione e di composizione di
testi biblici veterotestamentarr.
I libri composti in quest'epocarisentono molto della
situazione propria del giudaismo postesilico: mancatuadi
unità politica della nazione,con conseguenteattegglamento
di sconforto e fuga nell'apocalittica; una certa tendenza a
riprendere i grandi temi del passatoin una letteratura sa-
"midrascica" (meditativa);una certa apertura
oienzialee
al mondo circostante,che si riscontra sopraltutto nella dia-
sporaalessandrina, aperturache ha con sé gli inizi di quella
idea universalisticadella salvezza, che satà piena nel N.T.
Nel 6l a.C.,con l'occupazione della Palestinada parte
di Pompeo,cessadefinitivamente f indipendenza politicadei
Giudei residenti in Gerusalemmee nelle regioni circon-
vicine.
Ma per tutti gli Israeliti - sia di Palestina(eccettuati
i Samaritani,che erano rimasti fuori della comunità relí-
giosagiudaicagià dal tempodell'esilio)sia della diaspora-
la Torah rirpane il punto di riferimento unificante. La
maggior parte di essi (una importante eccezioneè infatti
costituita dalla setta degli esseni)riconoscepure la funzione
sacra e unificante del tempio e del sacerdoziouficiale.
Cionostantesarebbeinesatto pensareche il giudaismo
costituissereligiosamente una unità monolitica. È vero il
contrano.
102
Non si deve pensafe,tuttavia, che questesetteo gruppl
raccogliesseroI'insieme della popolazionegiudaica. Prescin-
dendo dal giudaismo della diaspora - sulla cui composi-
zione siamo anchemeno informati - possiamoinvece rite-
nere che la massapopolate palestinesenon si identificasse
né nel formalismo esteriore ed esasperatodei farisei, né
nel terrenismo e conservatorismogretto dei sadducei, né
nell'estremismo{anatico degli zeloti ecc. Al contrario, per-
sistevanel popolo soprattutto della campagnae dei villaggr
umili dei pescatori - ma anche tra i disetedati di Geru-
salemme--- una consistentecategoria di persone, uomini
"poveri di
e donne, che incarnavanoI'ideale profetico dei
Javeh": la semplicitàdi vita, la fedeltàintetiore alla Legge,
"parola", la disposi-
I'attesadel Messia,il desideriodella
zione a convertirsi per fare spazio nel proptio cuore al Re-
gno di Dio.
È a questacategoriadi personeche Gesù Cristo rivol-
gerà il suo messaggioe il suo invito a prendere parte nel
Regnodei cieli. Verso questo annunzioe questainaugura-
zione del Regno si proietta, d'altronde, l'intero cammino
storico-salvificodell'A.T.
l0l
di Dio (zrte); è il dono escatologicodello Spirito, che fa
della Chiesadel Cristo il suo corpo, partecipedella sua pie-
nezzadi vita e della sua missione nel mondo.
La pienezzadei tempi è dunque il "già tutto" in Cristo,
ma anche il sempre nuovamenteofferto, perché mai com-
piutamente accolto, e pertanto un "non ancora" per la
Chiesa e per il mondo. In questo senso è una pienezza
che attende un futuro, non come aumento di sé, ma come
futuro di se stessa.
Da quanto si è detto risulta chiaro che nei libri che
compongono il N.T. il personaggioCristo ha una cenrra-
lità e un protagonismo senza risconri nei personaggidel-
l'4.T. Egli riempie di sé non solo i Vangeli, che ne ripor-
tano i detti e i fatti della vicendaterrenapre e posr-pasquale,
ma tutta I'altra letteraturaneotestamentaria, che vive della
sua memoria, in funzione del suo evento salvifico e nel-
l'attesa della sua finale parusra.
104
l. L'ANrrco TpsuueNro
105
autori e redattori tutto il popolo di Israele lungo la sua
storia.
Di tale formazionediamo adessoalcuni cenni, seguen-
do per comoditàdidatticala disposizionedei libri dell'4.T.
considerarinei blocchi classiciJei libú storici, proletici,
didattici o sapienziali.
106
steriore a Mosè. La redazionedel testo, inoltre, pone pro-
blemi circa la unicità dell'autore: vi sono narrazioni che
hanno l'apparenzadi doppioni (due racconti della creazione;
due racconti del diluvio); vi sono differenze linguistiche
e stilistiche,ecc.
Dal tempo dei primi dubbi sulla paternità mosaica
del Pentateuco(Celso,nel II sec.) all'impiego della mo-
derna critica lettetaria sono slate proposte diverse ipotesi
sulla sua redazionee sul sensodi tale tradizionale atuibu-
zione. Citiamo qui btevemente le ipotesi che hanno avuto
più fortuna.
Iean Astruc (1766) è il primo a parlare di quattro
fonti principali, da cui Mosè avrebbe aîtinto la materia
della sua narrazione.Egli individuò abbastanzachiaramente
due possibilífonti dellaGenesi,chechiamòElohisticae Jeho-
vistica (Jehova, errata pronunzia di Jahvé.
Il protestanteEichhon (morto nel 1827) estesel'ipo-
tesi a tutto il Pentateucoe individuò, a sua volta, il Codice
Sacerdotale,una terza fonte che in Tedesco è detto Prie-
stercodex.
Un altro protestante, \X/. M. L. Deuette, fu il primo
a sostenereche il libro della Legge scoperto dal re Giosia
nell'anno 18 del suo regno (cf. 2 Re 22) fosse il nostro
Deuteronomio.
Rezrss,infine. asserì che il codice P (Priestercodex)
fu scritto per ultimo, al tempo dell'esilio babilonese, dal
circolo sacerdotalefacente capo al profeta Ezechiele.
107
da \lellhausen, proprio per il motivo sopra addotto, dopo
una certa fortuna, oggi non è più seguita da nessuno.Ma
già 1l 27-7 -1906 la Pontificia Commissione Biblica aveva
criticato la posizione di \07ellhausen,riaffermando la tesi
tradizionale della sostanzialepaternità mosaica del Penta-
teuco e ammettendola possibilitàche essoabbia ricevuto
variazioní e aggiunte nell'epoca post-mosaica.
Il 16-1-1948,la medesimaCommissioneespressela
fiducia che lo studio critico avrebbe confermato sempre
più la grande parte e il profondo influsso avuto da Mosè,
quale autore e legislatore, riconoscendonello stessotempo
l'esistenzadi fonti precedenti e successivea Mosè entrate
nella redazionefinale del Penrareuco.
Una diversa ripresa della teoria documentaria si è
avuta recentementenell'opera del De Vaux, attuale diret-
tore dell"'Ecole Biblique" di Gerusalemme.Egli ricono-
sce Mosè quale autore delle istituzioni politiche, sociali e
rituali degli Israeliti, e attribuiscea lui la sostanzadelle
tradizioni o il nocciolo della legislazione.Ammette alla
basedei documentiscritti tradizioniorali ben determinate,
le quali sarebbero state elaborate nei due regni, intorno
ai grandi santuaridel Sud (Bersabea, Ebron, Gerusalemme
- J) e del Nord (Betel, Silo, Sichem,Samaria : E). So-
stiene che i primi quattro libri (Terateuco) hanno avuto
una evoluzionedistinta da quella del Deuteronomio e asse-
gna le seguentidate alle quattro fonti: J, la più antica,risa-
lirebbeal sec.X a C. (regnodi Salomone);E al sec.IX-VIII;
D al sec.VII e. infine. P al sec.VI-V.
La teoria del De Vaux gode attualmentedi un di-
screto seguito in campo cattolico e non cattolico.
108
la preistoriabiblíca (1,1-11,26) e la storia dei Patriarchr
\11,21 - 50,26). Gli insegnamentireligiosi in essocont€-
nuti costituisconola base delle relisioni ebraica e cri-
stlana:
109
dobbiamo restare sconcertaîi,perché la rivelazione non fu
perfettafin dall'inizio.Dio adottò la tattica che ogni buon
pedagogo usa con i suoi discepoli, ai quali propone le
verità più elementari prima di indurli alla conoscenzadi
dottrine più elevate. Senzaquesto accorgimentopedagogico
la formazione morale dei patriarchi e degli israeliti, loro
discendenti,sarebbeforse stata destinataal fallimento.
I l()
sono fenomeni che si ripetono periodicamentein Egitto; lo
stessosi dica della manna e delle quaglie; I'atca dell'allean-
za trova il suo parallelo nelle arche che i sacetdotiegizianr
portavano in processione.Il viaggio nel deserto doveva ser-
vire a forgiare la coscienzanazionalee religiosa del popo-
lo; ma è anche vero che la strada che conducevain Pale-
stina in modo diretto era presidiatada {onezzeegizianediffi-
cilmente espugnabilidagli israeliti. Per fuggire al conrollo
militare egiziano non restava a Mosè che la via assai più
lunga del deserto, che egli conoscevabene perché vi aveva
soggiornato.
Il tempo dell'Esodo è incerto, perché la Bibbia non
fornisce il nome né del faraone oppressore né di quello
che permisel'uscita. L'opinione piìr attendibile,con argo-
menti storici e archeologici,è quella che lo colloca nel sec.
XIII a.C. sotto ifaraoni RamsesII e Menetptah.
Elenchiamo ora alcuni aspetti della dottrina religiosa
dell'Esodo:
- tema fondamentaleè I'alleanzafra Dio e Israele.
Jahvè è il suo nome: egli domina su tutta la terra, è onni'
potente,è l'unico, è Provvidenzaassoluta,è il Santo,cioè
I'inaccessibile,il trascendente;anche il suo popolo deve
essefesanto e sacerdotale;
- il Dio dell'alleanzaesercitail suo dominio con sa'
pienzaed equità (i 10 comandamenti).Israele è così pro-
prietà di Dio, ptimogenito adottato da Dio. La presenza
di Dio è significata daTl'arcadell'alleanzacon le tavole della
legge da rispettate.
ll1
Il Lrvtrtco. Dal punto di vista redazionale si ricollega
all'Esodo.Dopo I'alleanzaè necessario un retto funziona-
mento del .uito, p.. questo si stabilisconole regole del
culto ordinario, le norme che riguardano la classesacerdota-
le e il popolo nei suoi rapporti con i sacerdoti,la comunità
e il tempio.
Il Levitico è composto inlegralmente (eccetto due
brani storici, 8-10 e 24,10-8) di leggi dirette alla santifi-
cazione,cioè alla purificazionein vista della partecipazione
al culto.
Molti sostengonoche il significatoe lo spirito del li-
bro derivanoda testi antichi anchepremosaici,aggiornati
nella loro forma attuale.L'autore avrebberaccoltoquesto
materialeantico e lo avrebbecompietato.Di fatto, se la
sintesi è mosaica nel suo fondo religioso, è però difficile
attribuire la redazionedel libro a Mosè.
I Nuru'rEnI.Il titolo greco non fornisce una ade-
guata idea del libro perché ì censimentì vi occupano
solo alcuni capitoli. Il titolo ebraico,Bemidbar (< Nel de-
serto >), è più appropriato,perchéil libro descriveil viag-
gio dal Sinai fino a Cadese da questaregioneúno alle steppe
del Moab di fronte alla terra promessa.
I critici attribuisconoi ) 14 del libro alla tradizione
P, nella prima e ultima parte; la sezionecentralesarebbe
costituitada l, E e P. Si ammetteun nucleoprimitivo sto-
rico-legislativodi epoca mosaicache avrebbe subíto modi-
fiche e aggiunte aí tempi della monarchia e anche dopt:
I'esilio. Tutte le idee religiosedel libro si condensanoin
due punti: il Monoteismoe il Culto.
IL DsursnoNoN{ro.Il titolo grecodevela suaoriginead
una errata interpretazione dell'espressioneebraica Misneh
Hattorah Hazzot (Deut. 17,18); invecedi < copia di que-
sta leggeo la LXX ha tradotto < Questa secondalegislazio-
ne ,r. Il libro è composto di discorsi rivolti da Mosè agli
israeliti alla vigilia della sua morte e un'appendicestorica
con l'elezione di Giosuè e la morte di Mosè.
tt2
Numerosicritici sostengono che il nucleoprintitivo del
libro, dovuto ad una sola personalè costituito dai cc. 5-26.
I cc. l-4 sarebberouna aggiunraposteriore;il c. 28 sarebbe
la conclusionedi tutto il complessolegislativo.Alcuni cri-
tici pongonoIa composizionesostanziale del libro nel sec.
VII al tempo del re Ezechia.La maggiorparte del mate-
riale verrebbe dal regno del Nord, ponaro a Gerusalemme
dai Leviti dopo la cadutadi Samaria(722 a. C,)1 ad esso
si sarebbeaggiuntoaltro materialeconservatonelle tradr-
zioni mosaichedel regno di Giuda. IJtllizzand,oqueste duc
radizioni I'autore del sec. VII avrebbecomoilato il nu-
cleo del libro. Il suocompletamento risalirebLre al 587 a. C
anno della cadutadi Gerusalemme.
La preoccupazioneprilcipale del libro è quella di im-
pedire i culti iàolatrici. Si insiste sulla potenza,autorità,
giustizia e amole di Jahvé per il suo popolo.
l1l
Da Dcat ,18'15 2[t (considerato la
ghiera
"Mapna di intercessione
vi..mdndera un
ChartaJel profetismo:' [l Sigrrore
non si tratt.ala dr un stngottt
oroi.,^...o) si deJuceche ''Î
u9l:t1
o.of"ta, rna di una istituzioneprofcrica. 1u
oer {areconoscere Ji continrroad lsraelela Krvelazlone-.I
il;;;t ;ii;;;;.. la predizionedel Messia'pienezzadella
che
;;i;;; L" í6."11, di Mosè, Maria è la prima donna
riccveil rit.rlo.ll profetessa
'*' lEs l5'20t
d.i Gruorcr ricordala profetess.aDeborae un
i;ù.
la loro in-
prof"tn ,noni-o' che rimprovera agli Israeliti
fedeltà.
^---
inizia I'età
All'"po.u dei primi re (sec XI-IX a C')
ai c;1i nrcioifil
d'oro del profetismo.Questa[u un'epoca
i dttensorL oetto
iprofeti ii pr"r"n,rno più che mai come
di Sarnuele
Tahvismoqravementemtnacciato Al tempo
registra una {otma.nuo-
iii ". c.l iu .ro.i^ del profetismo
agito isolati' ora
;;, ;";,;. fino ad allorà i profeti avevano
'ip;;;;;; in gr.'ppo È I'epoca del così detto Nabisno
corPoratlvo. -, <r
)iî_
Molti srudiosiritengonoche questonablsmo,,sl
'
{ercnziada quello individualeper i1 suo catattere.collettlvo
vivevano ln gruppo'
estatico,cultuale lnfatti.questi profeti
con canto'
,i ,bbundonrur.toa forme estatiche,eccitandosi
culto come
-u.i.u " danzae frequentavano i luoghi di
'22\' Sanarra
èrù"^ tr -Îazz 10,5), Naiot (7 Sam l'9 '19
(2 Re 2'J)' inte-
f l-n" ZZ,fOtrt,Gerico(2 Re 2,5), Filgel
Normalmente
ì..r^"a..i alle pratichecultuali (2 Re 4 '23\'
temporaneamente estln-
si ammettechequestonabismosi sia
Davide e di
io-""i ,...to intermedio,che fu l'epoca di
"-
Salomone.
del
C.; Arlos (sec.VIII a C ) inizia I'epocaclassica
po-
profetismo israelitico che durerà fino alla restaurazione
i profeti di questoperiodo hanno lasciato la,loro
"""il;.
predicazionein libri chc vanno sotto il ìoro nome Alcunl
pre'
ài .r.i "r...i,".ono la loro missioneprima dell'esilio'
e nel
cisamente,ne1 regno settentrionale(Amos' Ose-A)'
GÉREMIA'
regno meridionale(Is.rr.q, MrcHee' SoroNte'
I 14
Anecuc, Nesuu). Durante I'esilio abbiamol atrività di
Dnnrnlr, EzscHrsI-Ee, secondoalcuni, del Deutoroisaia,
dopol'esilioquelladi Asor,q,Accro, Z.lcc.lnrA,MALAcHTA.
Anche i llbri di Daniele e GtoNe furono redatti in epoca
postesilica.
11t
grandemente ad apptofondire il monoteismo e la morale
aelle orecedentietà. Infatti nessunoprima di loro ha insi-
stito iantó sugli attributi divini dell'unicità, trascendenza,
onnipotenza,giustiziae misericordia,sui misteri della gra-
,i^, à.1 p"..rà e della retribuzione,sulla responsabilità ir'-
dividuaÉ e sulla necessitàdella fede e della conversione
interiore.
Il carismaprofetico è essenzialmente una illuminazione
dell'intelletto.Sotto I'illuminazione divina il profeta cono-
sce non solo le verità rivelateci, ma anche il fatto stesso
della rivelazione, perché egli acquista la certezza che il
fenomenoverificatosinella sua mente è di origine divina'
Solo così egli è in grado di distínguere chiaramente una
idea personaleda un'altra rivelatagli da Dio (Ger' 20'8;
28,t'1.-r2.,42,1-7).
Tutti i profeti hanno avuto un primo contatto con
Dio che li ha trasformati radicalmentee ha dato loro la
petsuasionedi esserediventati gli araldi di Dio-e la^sua
u bo.., o, dotati di una <<potenza> che viene da Dio Que-
sta <(potenza,, viene normalmenteindicata come-< Spirito "
di Jahvè. La parola ispitata è efficace,irresistibile; ha auto-
.ità di .o-"ndo; è creatrice.Nella sua scelta Dio non bàda
alle condizioni sociali dei profeti e il passaggioallo stato
profetico non comPortanessunapreparazione,poichéawiene
i.r modo improvvisoe istantaneo,in qualsiasiluogo e mo-
mento. I profeti, tuttavia, conservanosemprela piena co-
scienzadi se stessie della loro personalità
La figura del Messianon è mai sîata tratteggiatadai
profeti in modo sinteticoe completoi ognuno di essi si è
à.cont"ntrto di indicarne qualche aspetto, lasciando a chi
veniva dopo il compito di completareil quadro e di arric-
chirlo con nuovi ttatti.
I principali tipi di messianismosono quello regale'
quello profetico, quello sacerdotalee quello apocalittico'
i'attesa messianica dell'A.T. è estremamente legataall'idea
dell'alleanzae dell'elezionee a quella dell'intervento di Dio
nella Storia.
Il6
I ) Libri sapienziali
tll
del-
contro Antioco IV nell'anno 175 fino all'insediamento
la monarchiaasmoneanel 114).
b) Libri poetici
1ltì
tifica con Salomone- ne ha compostoun piccolodramma
nuziale,i cui personaggi, un re e una pastorella,esprímono
e si comunicanoi propri sentimenti di amore reciptoco
sullo sfondo idillico della natura. L'autore parte dall'amo-
re esuberantedi due innamoratiper contemplareil legame
indissolubiledi amore e fedeltà che congiungeJahvé e
Israele.
tici
cl Sclitti aPocalit
"apocalissi" (o apocalisse)significa
Il terrnine greco
,, rivelazioneo o disvelamentoe definisce la tendenzama-
nifestatasiin Israele, già verso la fine del profetismo, a
rappresentare attraversoimmaginie visioni un diffuso sen-
timento di condannadel male incarnatonell'esistenza sto-
rica, sentimentounito alla convinzioneche, in un momento
futuro imprecisato,essoverrà completamentesuperatodal
potente interventodi Dio. La forma letterariaapocalittica
è tipicamenteorientale: simbolismo,segni, visioni, inter-
mediari angelici,anticipazionedel compimento(eskaton\,
speranza struggente del soccorso divino. Indirettamente,
l'apocalitticaispirata contienela rispostadi Dio all'attesa
degli Hasidîm (:i pii) istaeliti, pressoi quali tale lettera-
tura fiorisce.
All'apocalítticaveterotestamentaria appartengonoal-
cuni capitoli del libro di lsaia (capp. 24-27; )4-35), che
risalirebberoa un autore del IV sec. a.C.; vari capitoli di
Ezechiele(capp.1,4-28; 10,1-22;17,14; l8-19); il cosi
detto SecondoZaccaria(capp. 9-14); la secondaparte del
libto di Daniele.
Soprattuttoquest'ultimaapocalisse, insiemecon il .Îe-
condo Zaccariaè stata ripresada Gesù stesso(vedi I'auto-
presentazionedi Gesù come Figlio dell'Uomo) che vi legge
"pa-
un'anticipazionedella sua prima e della sua seconda
rusia" o venuta.
119
d) Scùtti midrascici o edificanti
t20
- indaginesu alcuni ptoblemi importanti, quali la retri.
buzione,il male,la giustiziadi Dio, la morte, I'aldilà.
I2l
L I r- Nuovo TEsrntte t.t'ru
1) Premesse.
a\ Quadro Politico.
r22
Iìpprt, tetrarcadella Transigiordaniasettentrionale;Errtde
Antipa, tetrurcadi Galílea e Perea.Il primo dei tre, Ar--
chelao,viene destituito, quando ancoraGesù è un adole"
r...r,., . le sue regioni passanoalle dirette dipendenzedi
"
Roma, che le governa per mezzodei procuratori" residenti
a Cesarea(Ponzio Pilato sarà uno di questi dal 26 al ,)6
d.C.). Il secondo,Filippo, viene menzionatoappenadue
volte nei Vangeli; fondò Cesareadi Filippo; sposòSalome'
la fislia di EÀdiud.. Il terzo, Erode Antipa, è I'Erode dei
Vanieli durante la vita pubblica di Gesù; fece decapitare
Gioianni Battista; nel '10 d C. sarà mandato in esilio e r
suoi possedimentipasserannoad Erode Agrippa successore
.ll Filippo, che nel frattempo sarebbe divenuto anche re
di Giuiea. È I'Erode Agrippa, persecutoredei Cristiani'
ricordato dagli Atti degli Apostoli.
Tutti questi principi hanno in comuneun torte atteg-
siamento fiio.o-ano, che li rende odiosi agli occhi degli
1eloti, una fazione politica destabilizzatrice,con matrlce
religiosa, che sogna la liberazione della Palestina dalla do-
minazioneromana. Al contrario, gli Erodi potevanocon-
tare sul partito degli Epdiani, ligi al governo di Roma e
oppositori <li chiunque agissein modo da suscitarela rea-
zione di esso.
bl Quad.ro religìoso
'dalla "giudaica" della Leg-
È caratterizzato osservanza
ge di Mosè: un comPlesso di norme spessominute riguar-
àanti la circoncisione,il riposo sabbatico,la purità legale'
Cenro del culto è il Tempio di Gerusalemme,unico luogo
dove è permessoesetcitareil sacerdoziocon i riti sacrificali'
Fuori di Gerusalemmeil culto si svolgevanelle Sinagoghe
e consistevanella lettura della Bibbia, nella recita comune
delle preghieree degli inni. Organo supremoammìnistrativo
e religioso risiedente a Gerusalemmeera il Sinedrio, com-
posto da una rappresentanza dei sacerdoti,dai presbiterr
l2J
(o anzianr)della città e dagli scribi (o rabbí1; il Sinedtio
era presiedutodal Somn.roSacerdotedi turno.
Nonostantequesti elementicomuni, la situazionere-
ligiosa dell'epocache ci interessaera contraddistintada
profonde divisioni e sette.
124
2) L'Evangeloe i Vangeli
"
L"'Evangelo (lieta notizia) di Gesù ci è pervenuto
attraversoquattro composizioni(canoniche)dette rispetti
vamenteVangelo secondoMatteo, secondoNfarct-r,secondo
Luca e secondoGiovanni.
Questo fatto è di per sé singolare.Precedentemente,
nell'4.T. ttadizioni distinte su uno stessosoggettonarrato
rísultanogeneralmente confluite in un'unica tedazione(ve-
di le "fonti" Jahvistica,Elohistica,ecc. del Pentateuco).
Di fatto le quattro composizionio redazioni,pur riprodu-
cendo I'unico Evangelo di Cristo, propongono in linguaggi
propri distinte particolari visioni teologichedello stesso
misteroe addiritturaparticolariconcezionidel mondo. Inoi-
tre esse si indirizzano a determinatecomunità cristiane,
per le quali adattanoe applicanola parola di Cristo, in
rispostaa problemi particolaridella loro esistenzaconcreta.
Risulta chiaro dunque come i quattro Vangeli si completino
vicendevolmentee, nello stessotempo, con la loto pluralità
suggerisconola intrinseca relatività di ogni approccio uma-
no - sia pure divinamenteispirato- all'inesauribileeven-
to di Cristo.
a\ I Sinottici
t25
mintsletr.tdi GiouanniBarlista È assuntonel-
I'ambito del cherigma.Il Battistaè presentatocomeultimo
dei Profeti dell'A.T.; proclamail Regnodi Dio comeormar
vicino e la necessitàdi convertirsiper accoglierlonel pro-
prio cuore; indica come presenteUno che i suoi connazio-
nali ancoranon conoscono;
la preparazionedi Gesù alla uita pubblica (bat'
-
tesimo, deserto, tentazioni);
-il ministeroin Galilea (annunciodel Regno; mi
racoli e discorsidi Gesù; confessionedi Pietro; trasfigu-
razione;primo annunziodella passione;primo abbandono
delle folle);
- la " salita" di Gesù uerstt Gerusalemmecon i di-
scepoli (Gesù istruisce i suoi; li avverte della passione
imminente);
- i laccorttidella passione(ingressoin Gerusalem-
me; ultima cena; cattura, processo,crocifissione);
- Ie apparizionipasqualidel Risotto (problemadel-
le divergenzenartative,più evidenti in questasezione).
t26
Temi particolaridi Marco sono:
Il c. 16 è redazionale:è un riassuntopostuniodelle
appeLrizioniriportate dagli altri evangelisti
Epocadi composizione:ClementeAlessandrinolo col-
loca verso la fine della vita di Pietro (64 circa); Ireneo
poco dopo la sua morte. Certamenteprima del 70, perché
non vi si parla della distruzionedi Gerusalemme'
t27
1" discorso(5-7): è il "discorso della montagna";
Gesù vi appare come il legislatore della Nuova Alleanza
dopo Mosè, predetto da Mosè stesso (i Dieci Comanda-
menti e le Beatitudini;la ragioneumanae la logicadi Dio;
il perdono; I'amore per i nemici; la preghiera; il Pater
noster).
128
- il Saluatoreattraversola tematicadella miserr
cordia,tanto negli incontri - che sceglieapposiramente -
quanto nelle parabole, alcune delle quaÌi sono soltanto lu,
c a n e( c f r .p e rg l i i n c o n t r i :5 , 2 7 - 3 2 ; 7 , 7 - 1 0 , 3 6 - 5109; , 1 - 1 0 ;
23,29-43; per le parabole: 10,29-37 ; 15,1-l : 10.11-32:
18,9-14).
r29
rati, dalle condizionipiù diverse (cfr. 7,11-17: la vedova
di Naim; 7,IJ: al seguitodi Gesù molte donne Lo ser-
vono; 8,40-48: una donnamalataè guaritaperchéha {ede;
L),10-17: idem; 10,38-48:Marta e Maria,personee sim-
l:oli; 23-27-29: le donne lungo la via del Calvario...).
Gesù manifestapredilezioneper i poveri, i deboli, gli
emarginati:a Luca sta a cuorequestoproblemache dovette
essereurgentenella sua comunità (cfr. 16,19-31: patabola
dr Lazzaroe del ricco epulone;6,20: la I Beatitudine;cfr',
"piccoli";
per opposto,6,24; 10,21: il Vangeloè rivelatoai
14,L2-14: Gesù esorta perchési invitino a cena i poveri;
18,24-25: pericolo delle ricchezze;21,1-4: l'obolo della
vedova e le offerte dei ricchi).
Nel raccontodella PassioneLuca attenua qualche par-
ticolare più forte, tenendo conto della ancora{ragile perso-
nalità cristianadei neo-convertitidal paganesimo. Nell'ago-
"
nia paúa solo di angoscia"(22,41) e cita f interventodi
"sputi e gli schiaf
un angeloconsolatore(22,43).Tacesugli
", " "
fi " e sulla " flagellazione che chiama castigo (23,22 b)
LasciainveceemergereI'incontro con il buon ladrone (24,
)9-4J) e la promessaconseguente. In Luca il centurione
ripete: < Quest'uomo era giusto >>(2),47): per i Pagant
"
era più incisivodel figlio di Dio" di Matco (15,19), che
avtebbe potuto indurre in equivoco.
b\ Giouanni
110
".
della sua azionesalvifica."Vedere". " osservare "conterr"
plare", "intuire": sono i verbi cati al IV Evangelista.Il
suo non è tanto il Vangelodel "cherigma", quanto della
" martyrìa" (testimonianza): rendono testimonianzaa Gesu
il Battista,le Scritture,le sue stesseopere e parole,simili
a quelle del Padre, il Padte stesso,in ultimo, i suoi dr-
scepoli.
Giovanni vede nel Cristo il Verbo eterno di Dio e lo
conlemplaprima del tempo,coeternocol Padte; poi all'ini-
zio dell'operadella creazione("per Lui tutto {u {atto"
1,1-10) e al momento dell'Incarnazion e ("ha piantato la
sua tenda fra gli uomini e i " "suoi" non hanno esitato e
non esitanoa misconoscerlo e a rifiutarlo...: 1,10-11).
Il termine Logos (Vetbo) in Giovanni, come la Sophia
(Sapienza)in Paolo, risente, nella forma e negli influssi
letterari e filosofici, delle cottenti sapienzialie delle antici-
pazioni ispirate contenute,come si è detto precedentemente,
in Prou. 8; Sir. 24; Sap. 13-77.
La " carne" per Giovanni è positivamente la visibilità
assuntadal Vetbo nella storia, laddove per Paolo l'incarna-
zione era stata vista come la "kenosis" (lo svuotamentoo
annichilimento) della Sapienzaeterna del Padre. Per Gio-
vanni Cristo non "si svuota" della Sua gloria, ma ne rive-
ste mistetiosamentela propria umanità, consapevoleche è
una gloria chegli spettavaprima che il mondo fosse(17,24)
e che riprenderà totalmente insieme con I'umanità glorifr-
cata dopo aver vissuto sino in fondo il mistero pasquale.
Giovanni non esita a chiamare " esaltazione"(12,32)
l'unico mistero della Passione,della Morte, della Risurre-
zione del Signore.Pet i Sinottici e per Paolo invece1aCroce
è umiliazione-abbassamento, che prelude alla glori{icazione.
Giovanni unifica i tre momenti della Pasqua e awerte la
perenne efficacia salvifica del Crocifisso.
Come Paolo ptende I'avvio dalla folgorante esperien-
za di Damasco,nella quale la gloria del Risorto intravista
mutò repentinamente la sua vita, Giovanni parte da un
giorno e da un'ora precisa: I'ora decima (le quattro del
1)l
pomeriggio: Gu. l,J9), da un luogo pressoil Giordano,
in cui cominciò un rapporto, un incontro, una sequelache
non avrebbe conosciuto interruzioni e che, dopo Ia Pente'
coste, sarebbediventata riflessione,contemplazione'com-
prensionesempte più intensa.
Giovanni ama evidenziareil contrasto tra Cristo, luce
del mondo (8,12; 9,5-1 4-9) e le tenebre che sono nel
mondo ( 1,5-1I ; J,19), simbolo delle cattive volontà che
si oppongono a Lui chiudendosi in se stessee rifiutando
di essereilluminate.Gesù in Giovanni si dice panc di uita
(cÍr. 6), porta del greggee buon Pastore(10,7-I4)t è Via,
Verità, Vita (14,6), è la uera aite, di cui il Padre è il vi-
gnaiuoloe i tralci tutti coloro che a Lui restanouniti (15,1
ss.); è la Risurrezionestessa 111,25\, origine e motivo
della risurrezionedi tutta I'umanità. Egli è l'Agnello di
Dio, secondole Scritture (1,29), a cui non sarà spezzaîo
alcun osso, come per I'agnello liberatore prima dell'esodo
dall'Egitto (Es. 12,46; Sal )4,21); è la nuova Pasquache
sostituisceI'antica,perchévive in sé un nuovo passaggio,
da questomondo al Padre(11,1), e instaurauna nuovn ed
eterna alleanza.Egli muore nell'ora in cui al Tempio sr
sgozzav^nogli agnelli per la festa: al simbolo, cioè, suben-
tra la realtà, al rito antico il nuovo, alla liberazionedi un
popolo la redenzioneuniversale.Quando, dopo morto, il
costato gli viene squarciato,Giovanni ricorda l'avverarsi
"
dell'ultima ptofezia: Volgeranno lo sguardo verso colui
"
che hanno trafitto (Zac. 12,10). Gesù ripete in Giovanni
quel "Io sono" (con o senzapredicato) che mette in evl-
denza in sé la stessanatura del Dio del Sinai (Es. ),14-
6,ó) e rícorda fra le espressionisapienzialipiù vicine Proa.
8,12-14.26;Sirac.24,1-17.
GIi stessi mirucoli del Signore che Giovanni chiama
" segni" confermanola presenzadel Figlio di Dio nel mon-
do e Lo rivelano continuatore delle opere stessedel Padre.
"segni" è anchesimbolo di realtà pre-
Qualcunodi questi
dette o da venire: per es., il miracolo di Cana (c. 2) è
segnodel banchetto messianicoannunziato dai Profeti (/s.
tt2
i5,l-31 o dai Sapienziali (Prou.9,5; Sir.21,2O)c prefigura
un altro banchetto,in cui sarà il vino a cambiarsinel san-
gue stessodel Signore.La moltiplicazionedei pani anticipa,
quasiimmediatamente, I'annunciodeìl'Eucaristia(c. 6), che
sarà realtà nella cena pasquale,così come la risurrezione
di Lazzaro(c. 11) prelude e anticipa il mistero della Ri-
surrezionepasqualeche si manifesteràdi lì a pochi giornr.
ll c. 21 di Giovanni, pur essendoredazionale(ma
non per questo meno ispirato), fiporta un episodio dal
contenuto fortemente ecclesioÌogico:alla ttiplice negazione
di Pieuo Gesù fa seguire la triplice protesta di amore ri-
chiesta uficialmente e la piena riconferma del potere pa-
storare.
Cristocentricaè ancorain Giovanni 1'escatologia.Men-
tre per i sinottici era un'attesaa cui deve tenderetutta la
vita, per Giovanni l"'escaton" è in gran parte realizzato
sin da questavita: essodipendedalla fede e dall'accetta-
zione di Cristo, l'inviato del Padre (cfr. 3,18,36; 8,51,
11,2ó). L'escatonsarà solo il compimentoglorioso di ciò
che già vive in atto nei credenti.Mancanoin Giovanni i
roni apocalittici che coincidono col compimento pieno del
Regnodi Dio.
Salvezzae risutrezione per Giovanni, come per Paolo,
sono associatiall'esperienza umana-divinadi Gesù, primo-
genito tra i morti, che risorgeper assicurarela nostrarisur-
rezione.In Giovanni più volte Gesù promette la risurre-
zionea colorochecredonoe crederannoin Lui (ó.19.40.44
54: 12,48t 17,24).
a) L'inlanzia
1))
stituisconounità omogenee,abbastanzadistinte - anche
letterariamente- dal resto dei due vangeli,le quali tra'
disconouna composizione più tardiva e un precisointento
teologico: quello di presentareGesù come Messia fin dalla
sua infanzia.
In Matteo il raccontoè'articolato in cinque episodr
pensatie scritti nel genereletterario midrascico:la genea'
logia (si modellobiblico); I'annunciodella nascitadi Gesù
(sul motivo dei sogni e delle apparizioni angelichegià pre-
sente nell'{..T.); l'episodio dei Magi e della persecuzione
di Erode (vedi il precedente della visita della regina dr
Sabaa Salomone;la stessarichiamala profeziadi Balaam;
la stragedegli innocenti è collegataalla profezia di Geremia
su Rama); la luga in Egitto e il ritorno (vedi Mosè che
fugge dalla presenzadel faraone ecc.). Il contenuto è spic-
catamentecristoìogicoe missionario.
In Luca il racconto predilige il tono {amiliare, il ca-
rattere meraviglioso,la composizionesimmetricae sinclo-
nica, i semitismi.Esso si snoda in. quadri simmetrici: le
due annunciazioni;le due nascite; gli episodi paralleli della
circoncisionee dell'adolescenzadi Gesù e del Battista. Lo
schemaè identico in ogni quadro: racconto,dialogo, cantico
finale. Più forte che in Matteo è la preoccupazionestorica
accantoa quella lèttetariae stilistica.Al centro dell'atten-
zione di Luca è la missione del precursore e la partecipa-
zione personaledi Maria al mistero; ma tutto fa capo al
Messia. Il racconto dell'infanzia in Luca ha la funzione
di grande preludio al suo Vangelo, anzi a tutta la sua
opera.
b) Il messaggio
134
Di esso i Vangeli descrivono tre caratterl:
d) Passione,morte, sepoltura
136
La morte di Gesri si profila assaipresto nelkr sfonclt,
dei raccontievangelici.Gesù stessone esprimesempreespl
citamente,un presentimentodoloroso ma accolto nella li,
nea del compimentodella sua missione: in Cìiovanni la
rnorte in croceè l'., ora > di Gesir e la sua o esaltazione ,,.
Gli ultimi istanti di Gesùrìn crocesonoscanditida un
cerîo numero di particolari,non perfettamentearmonizzatr
nei quattro Vangeli(l'intonazionedel Salmo22: < Dio mic,
Dio mio, perché mi hai abbandonato? >; l'episodio del
soldatoche offte il refrigerio;le patoledel Salmo 3I: <,Pa-
dre, nelle tue mani affido il mio spirito >; <<Tutto è com-
piuto >; il grido finale; il reclinareil capo).
I Vangeli scandisconoinoltre abbastanzaconcordemen-
te una serie dí fenomeni che accompagnano la tragica morte
di Gesù (le tenebre;il terremoto;il velo del tempio squar-
ciato; i morti che risuscitano;il centurione pagano che
proclamaGesù). Si tratta dei fenomenipropri del linguag-
gio profeticocon cui viene rappresentato nell'A.T. il < gior-
no di Jahvè>, l'inizio cioè dell'eraescatologica, nella quale
si compità il giudizio non più solo sulla basedell'apparte-
nenzaalla nazionegiudaica.
e) La Risurrezione
r)l
.. fatto ,, della risurrezione di Gesù ne organizzanola teo'
logia. Questi <(racconti o sogliono essere ripartiti in tle
gruppi, racconti riguardanti il sepolcto uuc'tto; racconti di
apparizionidi Gesù a personeparticolari;raccontidi apP.a-
rizioni di Gesù agli Apostoli.Ló scopodei raccontiè quello
di narrare non il fatto della risurrezionedi Gesù nel suo
svolgimento- questo anzi non si ttova nei Vangeli né
poteva trovarsi - ma Ìe conseguenzedel {atto: il croci
frssoè dauueronuovamentein vita; è stato investito della
potenzadivina come Signoredei vivi e dei morti; dà inizio
alla nuova era escatologica e universale.
La Risurrezioneè presenratadunque comè un avveni-
mento reale, non storico in senso diretto, cioè controlla-
bile con i mezzi dell'esperienza sensibilee costatabile(in
ouesto sensoè storica la costatazionedella tomba vuota e
l;inspiegabilità di questo elemento), ma storica in sensoin-
diretto in quanto cioè le apparizionidel Risorto risultano dal-
la testimonianzadei veggenti così come è stata riprodotta
dalla predicazionedella Chiesa primitiva, criticamente va-
sliata.
118
terariasia per il modo di trattare i fatti narrati con chiaro
scopo teologico-cherigmatico.
5) Le lettere apostoliche
a) Lettere paoline
t)9
co-cristianotra il 70 e il 90. Il suo argomentodi iirndo -
cristologico,con riflessioni spessodecisivesulla interpre-
tazione sacerdotaledella sua personae missione.
d) Lettere di Pietro
e) Lettera di Gwot
140
f) Ixttere /r GrovAr.rNl
Il Giovanni autore di queste ultime tre lettere è lo
stessoa cui è attribuito il IV Vangelo.La Prima è in stretto
accordo con le tematiche e il linguaggio del Vangelo di
Gíovanni: è una splendidatestimonianza della coscienza di
una chiesaprimitiva di essereportatrice della comunione
apostolicanel suo contenutotrinitario-agapico.
Anche la Secondaletteta di Giovanni è incentrata sul
tema dell'amorecristiano.
La Terza è appenaun biglietto di felicitazione a un di-
letto discepolo.
6 ) L'Apocalisse
È I'ultimo libro della Bibbia e uno dei più dificili. Ii
titolo significa"Rivelazione"e appartieneal generelettera-
rio apocalittico,già visto nell'4.T.
Attraversovisioni e immagini, spessotratte dal culto
liturgico,e allusionia fatti emblematicidell'4.T., il veggen-
te illustra il dramma degli ultimi avvenimentìche segne-
ranno la fine di questo mondo e l'inaugurazionedel regno
eterno di Cristo, chiamatonormalmente"l'Agnello".
Scopodello scritto è interpretareI'ansiaparusiacadel-
la comunitàcristiana,rincuorarecoloro che soffronoper il
nome cristiano,recareun timore salutareai tentennantie
agli sviati, prepararela Chiesa-sposa all'incontro con Cri-
sro-sPoso.
L'autore si presenta come Giovanni. Si ha qualche
dubbio se si tratti dell'Evangelistao di un suo discepolo.
Data di composizione: la fine del I secolo.
Pen I'eppnoroNDIMENToPERsoNALE
R. Fer-srNr,lniziazionealla Bibbia, Vita e Pensiero,
Milano 1978.
AA. W., Il messaggio L.D.C., Torino:
della saluezza,
il vol. L
141