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III

LA STORIA DELLA SALVEZZA

1. DentNrzroxEu " Sronra


osI-r-,qSar_vnzze,'

Per storia della salvezzaintendiamo in sensosenerale


l'insiemedei modi con cui Dio si è fatto Dresenre ill'uorn,,
perchéegli raggiungail fine soprannaruralia cui, creandolo,
lo ha chiamato.
Dicendo "fine soprannaturale "
si afferma I'assoluta
gratuità della salvezzae la sua realtà trascendenre,aDDarte-
nente alla sfeta del divino.
D'altra parte, il concetto rli storia della salvezzaoorta
con sé I'idea che la salvezza,Ia quale ha in Djo la sua
causaultima, avviene secondoi modi propri degli aweni-
menti umani, prendendo inizio dalla creazione.L,uomo, in
quanto pefsonaautocoscientee libera, è un essere,,storico,"
capacecioè di porre atti nei quali va realizzandose stesso
con un suo proprio 'potagonismo.Ammettere una storia
della salvezzaequivale ad ammettere che Dio si è rivelato
all'uomo storicamente; che è enrato cioè in rapporto con
gli uomini secondole capacitàche hanno gli uornini di .o--
prendere se stessi in rapporto a Dio, capacità che hanno
ritmi e modi propri nel rempo e nello spazio.
Tuttavia tale capacitàdi autocomprensione dell,uomo
in rapporto a Dio, perchésia veramenrestorico-salvifica(nel
sensointeso e voluto da Dio) e non solamenteuna rifles_
sionesull'originedivina dell'uomoe del mondo, sulla prov-
videnza,sulla retribuzione finale ecc., necessitadi una effi-
cace reale compresenzadi Dio all'uomo.

9a
Entrano, cioè, in giuoco nella storia della salvezzai
concetrr di Grazra, di Rívelazione,dí Fede, almeno come
possibilitàofferte all'uomo (a tutti gli uomini) da parte del
Dio fedelee amantedelle suecreature,laddoveè pure possi.
bile il rifiuto da parte dell'uomo in forza di un uso inade-
guato della libertà.
In sensolargo tutta la storia dell'umanitàpuò essere
considerata.ed è. storia della salvezza.
Tuttavia in senso specifico per Sroria della salvezza
si intende < l'esperienzasingolarissima di Israeleche ha il
.rro culmine in Gesù Cristo e nella sua missione>.
La ragionedi questadistinzionesta nel fatto che sto-
rta di salvezzain sensopieno si ha solo quando è data anche
una possibilitàoggettivadi verificabilitàdi essain quanto
tale.Tale possibilitàè offerta agli uomini (a tutti gli uomini,
dopo Cristo) attraversola storia di Israele,in quanto que-
sta è intrinsecamentecostituita oltre che da fatti umarrr
documentati anche dalla parola di Dio che la interpreta
in senso salvifico.
Rispetto alla storia generale tale storia può essere
dunqueconsideratasalvificain senso"uffciale" e, a partire
dall'eventoCristo (nel quale la Parola di Dio si fa parola
umana e accoglimentoumano totale e definitivo), essalo
diviene anche in senso "definitivo e universale" (escato-
logico).

9{
2 . L l r n e u . r s r o R r c o - s A l v r F r c A D E L L ' E s p E R T E N ZD
Al
Isner'le o.r AsneÀao .r CnIsro.

a) Protostoia ebraicu

Secondola storia biblica primitiva, I'umanità, tra la


cadutadi Adamoe la chiamatadi Abramo.non fu comoleta-
mente abbandonata da Dio al suo destinoe non rimasedel
tutto senbabenedizione, tuttaviala maledizionescatenata dal
peccatominacciava di rovinarlasenzaspéranza.
Con Abramo la Bibbia fa accadereil cambiamentodc-
cisivo: Dio interviene e suscitala benedizionecontro la
maledizioneper spezzarla.
Le più antiche tradizioni raccolte nel Pentateuco se-
gnano in modo particolarmentechiaro questo punto di cam-
biamento.Le tre rradizioni principali, rilevabili nel libro
della Genesi, descrivono come Dio faccia continuamentc
operare la benedizionenella vita dei patriarchi e come con-
fermi continuamentele promesse.

bl L'Esodo, I'Alleanza, la Terra

Menre il libro della Genesi considerail popolo di


Israele come la meta verso la quale Dio ha fissato la sua
azione salvificanei confronti dei patriarchi,gli altri libri
del Pentateuco,partendodal fatto che Israeleè diventato
un popolo, hanno uno sguardoretrospettivoai padri, visti
come depositari della promessadi una discendenza;Dio ha
scelto Israele,non perchéil popolo si è acquistatodei meriti,
ma perché Dio amò i padri e mantiene il giuramento fatto
ad essi.In quantoDio dei padri,Jahvési interessadi Israele
(cfr. 1,6.15) e si ticorda della sua alleanzacon Abramo.
Isaccoe Giacobbe.(cf. 2,24\.Il pensieroche Dio si ricorda

9t
dell'alleanza conclusa con i capostipiti di Israele risuona
frequentementenella storia srccessiua.
Tutti gli sÍari del Penrateuco vedono la storia di
Israele, dall'zscita dall'Egitto fino alla consegnadella terra
promessa,in sttetta relazione con le promessedi Iahvé ai
patriarchi.In Egitto si è adempiutai^ prorrrro 2elh dt-
scend.enza:il seme di Abramo è diventato un grande po-
polo. Però manca ancora I'adempimento della Dromessa
della terra; anzi la schiavitùopprimenrein Egirto minaccra
perfino I'esistenzadel popolo. Allora Dio inierviene salva
e libera Israele dalla schiavitù (Esodo\. Dio opera questo
fatto salvifico perché resta fedele alle promesse Íatte ad
I
I
I

Abramo, Isacco,Giacobbe.
Il secondo grande fatto salvifico di questa epoca è
la stipulazionedell'Alleanzaat Sinai. Lì JaLvé propone a
Israele un patto di questo tenore: Jahvé vuole essereDio
e protettore di Israele; Israele sarà proprietà di Dio, il
popolo da lui scelto tra tutti gli altri.
Dio gli impone uno staruto di alleanzain forma di
comandamenti morali, di )eggi socidi e di disposizion.i
cultuali; il popolo, da parte sua, si impegna all'alleanza
(cf. Es. 19, 8-24,3\.In tutto questoMòsè Írnge da me-
diatore, in quanto rappresenta il popolo davanti a Di.r,
riceve le parole di Dio, mette per iscritto il protocollo della
alleanzae ratifica il pamo con un rito solenne.

cl La conquista della Terra plorltessa

_ Esododall'Egitto, salvataggio pressoil mare dei giun-


chi (Mar Rosso) e guida benevola di Jahvé nel deierto
sono îipi per ulteriori azioni salvifiche di Dio; come egli
ha dato aiuto allora, così anche in futuro assisteràIsraàle
(cf. Mich. 7.ti\.
Specialmentei profeti del tempo dell,esilio alimen-
tano la speranzache Dio, anche udeìso come allora, con
segni prodigiosi della sua pofenza, libererà Israele dalla

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miste schiavìtù,dal potere del nemico, dalla. dispersione
del-
les to.

L'epocadi Giosuèe dei Giudici potrebbeesserechia-


nrata quella del conlerimento della terra ad lsraele. Jahvé
compieinfatti ora la promessafatta ai patriarchie alla loro
discendenza di dare la terra. Dopo la morte di Mosè e dopo
che tutta la generazione che, avendotrasgreditoI'alleanir,
per punizioneebbetrovatola morte nel deserto.l,incaricodi
introdurre il popolo nella tema promessapassaa Giosuè.
EgJi mette il popolo davanti alla decisionedi setvire Jahvé
o gli idoli; ricordaancorale grandi gesradì Jahvéin flvore
di Israele e con un rinnovameritodell'alleanzasigilla la
dichiarazionedel suo popolo di voler manrenerefedeltà a
Jahvé.Dopo di che egli muore,senzalasciareun successore
dr uguale valore.
Il libro di Giosuè pone il condottiero davanti agli
occhi dei lettoti come la guida che, per incaricodi Jahvé,
hd inmodotto Israelenella rema promessae come il salva-
tore che ha vinto i nemicie li ha cacciatidavanti a Israele.
Esso però riduce di molto il suo ruolo di intercessore e di
mediatorerispetto a quello di Mosè. Il tempo di Giosuè
passaper un tempo di grandegrazia,poiché Jahvé,fedele
alle sue promesse,ha procuratopace al suo popolo nella
terra che egli avevapromessoai padri.
Neì libro dei Giudici 7a conquista della terra è vista
sotto I'angolo visuale della inledeltà di lsraele alla alleanza
con Jahvé. Israeleè appenagiunto in possesso della tena
con l'aiuto di Jahvée nuovamenteè scontentodi lui come
quando, sotto Mosè, ha mormoratoe ha amoreggiatocon
le divinità dei pagani.Avrebbe proprio meritato di essere
rlgettato; ma Jahvéè pazientecon il suo popolo. Come at
tempi di Mosè e di Giosuè, egli manifestala sua fedelta
dlla all.eanzacon prodigiose gesta salvifiche; però opera la
sua salvezzaancora per mezzo di uomini che egli sceglie:
i Giudici, quali guide del popolo e salvatori dalle anzustie
degli assaltinemici.
Solo un giudice, Samuele, è ancora mediatore come

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Mosè. In quanto continuatore dell'ufficio di Mosè, egli
esercita la funzione di intercessoree mediatore di riconci-
liazione; esercita Ia funzione di giudice e di datore della
legge; tutorizza una innovazíonefondamentalenella costi-
t,-riio.tedella alleanzadi Israele, quale la introduzione della
monarchia.

d\ La monarchia

Come gli altri popoli, Israele vuole un re. Dal punto


di vista politico il popolo aveva ragione di volerlo, perché
soltanto un forte potere centrale avrebbe potuto offrirgli
garanziadi fronte alla strapotente pressione dei nemici
dall'esterno e una forte coesionee la necessariasicurezza
ancheall'interno del proprio territorio. D'altra parte però,
I'istituzione della monarchia non era prevista nell'ordina-
mento della alleanzae nascondevapericoli di molte specie
- la religionee per I'interastrutturasocialed'Israele
per
Samuele cede alla pressione del popolo e unge il
primo re, dopo essersiconsigliato a lungo con Dio (l San
8) e dopo avere insistentementemessoin guardia il popolo
dai peticoli insiti nella svolta monarchica (Sam 8,
10-18:12).
Saul, il primo re, nonostantealcuneriserve,è I'eletto
di Jahvé; medianteI'unzioneviene dotato della forza della
benedizione divina. Suo compito princiPale è la salvezza
dai nemici; in quanto capo e unto di Jahvé egli si ticonosce
medíatoreresponsabiledella salvezzadel popolo.
Ma Saul si rende indegno della sua elezione(l Sam
15), e Jahvési è già sceltoun altro re (I Sam. 16), Davide'
il fondatote di una nuova epoca. Anche Davide è eletto
da Jahvé, è unto da lui e viene chiamato ad esercitarela
funzione di re in favore del popolo. Tutte le guerre che da
re egli deve condurre sono ritenute incarico di Jahvé e sotto
la sua assistenza, perchéIsraelesia salvatodai nemici.

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Davide, in quanto mediatore del suo popolo, si rico-
nosce responsabileper il culto. Egli sceglieGerasalemme
come capitale, non solo per motivi politici, ma anche per
una consapevoleconnessionead una antica tradizione che
collegava quel luogo con Abramo (2 San. 5,6-9). Poco
dopo egli dà anche al santuario di Jahvé una dimora fissa
sul monte Sion; trasportà l\ I'arca dell'alleanza(2 Sam. 6l.
Davide timane il tipo dell'uomo che ha la sua unica
risorsa nella grazia misericordiosadi Jahvé.
Sotto Salomone dinastia, regno e religione vedranno
una fioritura che dopo allora Israele non avrebbepiìr cono-
sciuto. La Bibbia considerail regno di questo re come un
tempo in cui Jahvé ha donato ad Israele e al re una grazia
specialee una straordinaria pienezzadi benedizione( 1 Re.
5,5). All'interno del regno dominano ordine e benessere;
all'esterno pace. Religiosamente,quest'epocaè caratteriz-
zata dalla cosuuzione del tempio, che porta a conclusione
il nuovo ordinamento del culto dell'alleanzacominciato
con Davide.
Salomone ha con Jahvé un rapporto più intimo di
quello di Davide; è onorato da particolari apparizioni di
Jahvé (1 Re ),4-15;9,2-9); gli viene concessauna straor-
dinaria sapienza(I Re 5,9-14\; esercitafunzioni sacerdoral.
Non solo costruisceil tempio,ma lo consacra(I Re. 8, 1-9,
9); fa sacrificidi propria mano (l Re 3,4.15;9,25) e bene-
dice il popolo (I Re 8,14,55).
Verso la fine del suo regno Salomonediventa un cle-
spota: esigedal popolo pesanti triburi e lavori forzati e,
cosa ancora peggiore, approva con le numetose mogli pa-
gane, costumi pagani e perfino I'introduzione di divinità
sraniere. Per questo lo storico annunciacome punizione
la divisione del regno dopo la morte di Salomone (I Re
r1.l-t9).
Sotto il successoreRoboamo inizia il declino della
dinastia e del regno. Subito dopo la successioneal trono,
a causadella intenzionedel nuovo re di continuare il dispo-
tismo di suo padte. si arriva alla defezione delle tribùr del
Nord. Da alloraci sarannodue regni: Israeleal Nord, Giuda
al Sud,semprepiù deboli,sino alla conquistadelle rispettive
capitali(Samaria721 a.C.; Gerusalemme587 a.C.).
Però Dio non abbandonail suo popolo; egli suscita
nuovamenteuomini che annuncianoal popolo non'solo il
giudizio ma anche la gtazîae la volontà salvifica di Jahvé
sono r proleti.
Muovendo da Davide fino all'ultimo sovrano,sia al
Sud che al Nord, si incontranosempte,in tutte e due le
grandi opere storicheche li riguardano,tali uomini di Dio
che trasmettono al re o al popolo la sua volontà, la sua
parola salvifica e le sue minacce.

e) ll periodo esilico e postesilico

La tradizione biblica del periodo esilico e post-esilico


(secoliVI-IV a.C.) nella sua riflessionesul passatosi inte-
ressaspecialmente di tre temi riguardantila storia del pe-
riodo dei re: la promessadi Davide, il venire meno dei re
e del popolo agli impegni,l'opera e I'annunciodei profeti.
La comunità giudaica,che soffre nell'esilioe sotto il
dominio sttaniero, considerala sua attuale penosasitua-
zione come la conseguenzadei peccati dei padri e il giusto
giudizio di Dio su Israele nel periodo dei re. Quando si
deploranole colpe dei padri, dei re, dei sacerdotie dei
grandi,si fa proprio il giudiziodel redattore:dopo Davide,
re e popolo si sono mostrati indegni della elezioneè delle
promessedivine; perciò tutto il popolo è colpito dalla pu-
nizionedi Dioi tanto più che Dio, nella sua paternabontà,
I'ha ammonito senza posa per mezzo dei suoi profeti (2
8sdr.9,26.29\.
Durante I'esilio e nel periodo post-esilicoi pii Israeliti
nelle loro preghiere non osano appoggiarsi ai meriti dei
padri; possonofare appello unicamentea Dio che è cle-
mentee perdona.Tuttavia la loro speranzapuò aggrapparsi

100
ad un evento salvifico previsto nel periodo dei re: la prt,-
messafatta a Davide di una discendenzaesaltante.
Ezechieleaspettanell'esilio che Jahvé susciti il nuovo
Davide che pascail suo popolo (Ezech.14,2.1ss.). Il Deu-
teroisaia annuncia il rinnovamento del patto davidico con
una abbondanzadi benedizioni ancora maggiore di quella
del periodo del massimo splendore della storia israelitica
(ls. 55,i\. Dunque, per i documentidella rivelazionedel-
I'epoca dell'esilio e di quella posteriore, la promessa a
Davide vale come uno dei fatti salvifici passati,che deter-
minano in modo decisivo tutta la stotia della salvezza,e
sul quale si appoggia la fede nella fedeltà di Dio per
I'alleanza.

f\ ll Giudaismo

Questo rinnovato fervore verbo il tema e l'evento sto-


rico dell'alleanza coincide, nei secoli che seguono I'esilo
babilonese, -conun rinnovamentodell'ideanazionaleebraica,
che, più precisamente, tende a identificarsinel cosiddetto
" Giudaismo".
Questo rinnovamenroè alla base di una
serie di movimenti di restaufazionesia politica lche avrà
bisognodi molto piìr tempo e non avrà, in definitiva, esiri
né completi né durevoli) sia religiosa (che invece avrà suc-
cessiimmediati, almenonei territori tradizionalmentegra-
vitanti attorno alla Giudea e a Gerusalemme).
I grandi artefici di questarestaurazione, che culminerà
nella ricostituzionedella monarchiaintorno al 160 a.C..
sono: Zorobabele,che riedifica il tempio di Gerusalemme;
Neemia,che ricostruiscele mura di Gerusalemmee rista-
biìisce tra i rimpatriati la coscienzadella fedeltà alle tra-
dizioni patrie; Esdra, sacerdotee scriba, che riforma la
comunità locale in conformità alla Legge, della cui " risco-
perta" si fa grandefautore; I Maccabei(Mattatia, Giuda,
Gionata, Simone),che restituisconoa GerusalemmeI'indi-
pendenzadal dominio siro-ellenistico.

l0l
Alla testaurazione religiosa post-esilica corrisponde
un lavoro prodigioso di redazione e di composizione di
testi biblici veterotestamentarr.
I libri composti in quest'epocarisentono molto della
situazione propria del giudaismo postesilico: mancatuadi
unità politica della nazione,con conseguenteattegglamento
di sconforto e fuga nell'apocalittica; una certa tendenza a
riprendere i grandi temi del passatoin una letteratura sa-
"midrascica" (meditativa);una certa apertura
oienzialee
al mondo circostante,che si riscontra sopraltutto nella dia-
sporaalessandrina, aperturache ha con sé gli inizi di quella
idea universalisticadella salvezza, che satà piena nel N.T.
Nel 6l a.C.,con l'occupazione della Palestinada parte
di Pompeo,cessadefinitivamente f indipendenza politicadei
Giudei residenti in Gerusalemmee nelle regioni circon-
vicine.
Ma per tutti gli Israeliti - sia di Palestina(eccettuati
i Samaritani,che erano rimasti fuori della comunità relí-
giosagiudaicagià dal tempodell'esilio)sia della diaspora-
la Torah rirpane il punto di riferimento unificante. La
maggior parte di essi (una importante eccezioneè infatti
costituita dalla setta degli esseni)riconoscepure la funzione
sacra e unificante del tempio e del sacerdoziouficiale.
Cionostantesarebbeinesatto pensareche il giudaismo
costituissereligiosamente una unità monolitica. È vero il
contrano.

g) La pienezza del temPo

Al tempo di Gesù la situazione religiosa giudaica è


caî^tteúzzatada divisioni anche profonde. Il Nuovo Testa-
mentoparla di numerosesetteo partiti: i farisei,i sadducer,
gli zeloti, gli erodiani, a cui si devono aggiungeregli esseni
sopra ricordati, le classi socio-culturali degli sctibi e dei
sacerdotie quella dirigente dei sinedriti (anziani e sacer-
doti).

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Non si deve pensafe,tuttavia, che questesetteo gruppl
raccogliesseroI'insieme della popolazionegiudaica. Prescin-
dendo dal giudaismo della diaspora - sulla cui composi-
zione siamo anchemeno informati - possiamoinvece rite-
nere che la massapopolate palestinesenon si identificasse
né nel formalismo esteriore ed esasperatodei farisei, né
nel terrenismo e conservatorismogretto dei sadducei, né
nell'estremismo{anatico degli zeloti ecc. Al contrario, per-
sistevanel popolo soprattutto della campagnae dei villaggr
umili dei pescatori - ma anche tra i disetedati di Geru-
salemme--- una consistentecategoria di persone, uomini
"poveri di
e donne, che incarnavanoI'ideale profetico dei
Javeh": la semplicitàdi vita, la fedeltàintetiore alla Legge,
"parola", la disposi-
I'attesadel Messia,il desideriodella
zione a convertirsi per fare spazio nel proptio cuore al Re-
gno di Dio.
È a questacategoriadi personeche Gesù Cristo rivol-
gerà il suo messaggioe il suo invito a prendere parte nel
Regnodei cieli. Verso questo annunzioe questainaugura-
zione del Regno si proietta, d'altronde, l'intero cammino
storico-salvificodell'A.T.

Questo cammino raggiungenel N.T. la sua pienezza.


"
Ciò che in esso viene detto pienezzadei tempi" non è
" " "
alro che il " compimento rispetto alla promessa rap-
presentatadall'A.T. In definitiva il compimento è lo stesso
Cristo, verso cui come semplici figure indirizzavano tutti i
grandi personaggie i fatti emblematicidell'A.T.; è l'evento
pasqualedella sua morte e risutrezione,che assumele cataî-
teristiche di nuova cre^zione e a cui è ordinata la ptima;
è il suo magistero, che, diversamenteda quello profetico
"
dell'A.T., fa tutt'uno con la sua persona (egli è la patola
di Dio"); è la sua giustific azione,oÍferta non più solamente
quale "lucerna ai passi" come la Legge, ma come unica
intrinsecapossibilitàdi accesso, uia e porta alla "giustizia
di Dio"; è la sua vita, manifestatanon più solo come mo-
dello esemolare.ma come efficace unico accessoalla Vita

l0l
di Dio (zrte); è il dono escatologicodello Spirito, che fa
della Chiesadel Cristo il suo corpo, partecipedella sua pie-
nezzadi vita e della sua missione nel mondo.
La pienezzadei tempi è dunque il "già tutto" in Cristo,
ma anche il sempre nuovamenteofferto, perché mai com-
piutamente accolto, e pertanto un "non ancora" per la
Chiesa e per il mondo. In questo senso è una pienezza
che attende un futuro, non come aumento di sé, ma come
futuro di se stessa.
Da quanto si è detto risulta chiaro che nei libri che
compongono il N.T. il personaggioCristo ha una cenrra-
lità e un protagonismo senza risconri nei personaggidel-
l'4.T. Egli riempie di sé non solo i Vangeli, che ne ripor-
tano i detti e i fatti della vicendaterrenapre e posr-pasquale,
ma tutta I'altra letteraturaneotestamentaria, che vive della
sua memoria, in funzione del suo evento salvifico e nel-
l'attesa della sua finale parusra.

No:lrlr: Antico e Nuoao Testametto.


Con il termine <(Testamento " o " Alleanza> indichiamo sra
ciascunadelle due epoche sia ciascunodei due complessi di soitti del-
la Storia della Salvezza.
Il termine vuole sottolineare il rapporto caratteristico tra Dio e
il suo "popolo" (Israele nell'A.T., Ia Chiesa nel N.T.) sotro rl oro-
filo dell'Alleanza o Patto (la parola Testamento è termine anìico
con uguale signi6cato). Nell'Aniico Testamento, che va da Abramo
a Cristo, I'Alleanza è caî^tteîizzata dalla Legge mosaica che ne
costituisce la base; nel Nuovo Testamento, inauguratosi con Cristc,
l'Alleanza assume il carattere di definitività i',nuou, "d eterno
alleanza") e si fonda sul valore inesauribile ed escatoloeico della
Pasqua del Signore segno della chiamara universale a partecipare
a l l " ' a g d p "e ( = a m o r e ) t r i n i t a r i a .

104
l. L'ANrrco TpsuueNro

L'Antico Testamento,ha una funzionedi primo piano


nella storia della salvezza. Infatti, essocontienele premesse
dottrinali, senzale quali il messaggiodel Nuovo Testa-
mento rimane incomprensibile,e'narra gli eventi {onda-
mentali di quel dialogo divino-umanoche ebbe il suo inizio
al momentodella creazionee avrà il suo epilogonella Geru-
salemmeceleste.
La conoscenzadella formazionedei libri dell'A.T..
così come essi furono conosciutidalla chiesaprimitiva e
come li conosciamooggi, è di somma importanzaper la
comprensionedel loro contenutoe, in definitiva, del loro
pieno significatostorico-salvifico. Ciò óhe sappiamocirca
la loro formazionechiarisceinfatti l'origine, le circostanze
e i modi umani dell'esposizione dei fatti "storici" in essr
contenuti,divenendopeftanto quanto mai preziosoper ia
corretta esegesidella parola di Dio incarnatanelle Scrit-
ture.
La formazionedell'A.T. è avvenuta,assailentamente,
nello spaziodi un millennio. Vi concorseromoltí autor'
alcuniàei quali vengonoriconosciuticon propri norni; ,nol,i
invecesono del tutto anonimi e altri denominatiin modo
convenzionale.La loro disposizioneattuale segue grosJu
modo, per i libri stotici, la cronologiainternadella "storia"
narrata,dalle origini del mondo all'età ellenistica.Ma la
disposizionematerialedei libri non rispecchiaaffatto l'or-
dine cronologicodella loro composizione;anzi all'interno
di uno stessolibro o di blocchi di libri è possibileintra-
vedereI'operadi redattori che vi hanno messoinsieme,in
strati sovrappostidocumenti vari appartenentialla tradi.
zione israelitica.In definitiva. è lecito dire che alla for-
mazionedei libri dell'A.T. concorsecon I'ooera dei vari

105
autori e redattori tutto il popolo di Israele lungo la sua
storia.
Di tale formazionediamo adessoalcuni cenni, seguen-
do per comoditàdidatticala disposizionedei libri dell'4.T.
considerarinei blocchi classiciJei libú storici, proletici,
didattici o sapienziali.

1) Libri storici. Il Pentateuco

Ne fanno parte il Pentateuco, Giosuè,Giudici, Rut,


1e 2 Samuele,1 e 2 Re, 1e 2 Ctonache,Esdra,Neemia,
Tobia, Giuditta, Ester, 1 e 2 Maccabei.In questasezione
tratteremo solo del Pentateuco che vuole un discorso a
parte. Gli alri libri sarannorattati nella sezionesul Pro-
fetismo.
Con rl nome di Pentateucovengonocompresii primi
cinque libri della Bibbia: Genesi (stoia delle Origini),
Esodó (xoria dell'uscita dall'Egitto), Leuitico (disposi-
zioni riguardanti la tribù di Levi), Nsrzerl (resocontodel
primo censimentodelle tribù), Deuteronomio(secondanar-
razione riguardante la Legge). I titoli di questi libri sono,
come si è detto altrove, gli stessicon cui li designala
versione sreca dei LXX.

a) La questione del Pentateuco

A riguardo di questo blocco è esistita una lunga pro-


blematicacirca il loro autore.Un'anticatradizionerisalente
all'epocagiudaicae condivisadal N.T. l'ha sempreattri-
buito a Mosè. Tuttavia nessunodei cinque libri ci dice
qualcosasul loro autore; anzi,Mosè vi è sempreintrodotto
in terza persona,anchese a lui è espressamente attribuita
la messa pet iscritto di alcuni documenti (cf. Es 17,14,
24,4t 34,27; Num 3),2; Deut 31,9.22.24).Al contrario,
il Pentateucoha molti passiche tradisconoun'origine po-

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steriore a Mosè. La redazionedel testo, inoltre, pone pro-
blemi circa la unicità dell'autore: vi sono narrazioni che
hanno l'apparenzadi doppioni (due racconti della creazione;
due racconti del diluvio); vi sono differenze linguistiche
e stilistiche,ecc.
Dal tempo dei primi dubbi sulla paternità mosaica
del Pentateuco(Celso,nel II sec.) all'impiego della mo-
derna critica lettetaria sono slate proposte diverse ipotesi
sulla sua redazionee sul sensodi tale tradizionale atuibu-
zione. Citiamo qui btevemente le ipotesi che hanno avuto
più fortuna.
Iean Astruc (1766) è il primo a parlare di quattro
fonti principali, da cui Mosè avrebbe aîtinto la materia
della sua narrazione.Egli individuò abbastanzachiaramente
due possibilífonti dellaGenesi,chechiamòElohisticae Jeho-
vistica (Jehova, errata pronunzia di Jahvé.
Il protestanteEichhon (morto nel 1827) estesel'ipo-
tesi a tutto il Pentateucoe individuò, a sua volta, il Codice
Sacerdotale,una terza fonte che in Tedesco è detto Prie-
stercodex.
Un altro protestante, \X/. M. L. Deuette, fu il primo
a sostenereche il libro della Legge scoperto dal re Giosia
nell'anno 18 del suo regno (cf. 2 Re 22) fosse il nostro
Deuteronomio.
Rezrss,infine. asserì che il codice P (Priestercodex)
fu scritto per ultimo, al tempo dell'esilio babilonese, dal
circolo sacerdotalefacente capo al profeta Ezechiele.

L'insieme di queste ipotesi è passataalla storia nelia


"Teoria documentaria" di Vellhausen, che ha
cosiddetta
proposto uLnaorganizzazionedelle quaîtro fonti, E (Elohr-
stica), J (Jahvistica),D (Deuteronomistica) e P (Sacerdo-
tale), la quale risente però di certi apriorismi ideologici
propri di una particolare scuola, oggi superata, circa la
storia delle religioni.
La teoria documentaria, così come è stata proposta

107
da \lellhausen, proprio per il motivo sopra addotto, dopo
una certa fortuna, oggi non è più seguita da nessuno.Ma
già 1l 27-7 -1906 la Pontificia Commissione Biblica aveva
criticato la posizione di \07ellhausen,riaffermando la tesi
tradizionale della sostanzialepaternità mosaica del Penta-
teuco e ammettendola possibilitàche essoabbia ricevuto
variazioní e aggiunte nell'epoca post-mosaica.
Il 16-1-1948,la medesimaCommissioneespressela
fiducia che lo studio critico avrebbe confermato sempre
più la grande parte e il profondo influsso avuto da Mosè,
quale autore e legislatore, riconoscendonello stessotempo
l'esistenzadi fonti precedenti e successivea Mosè entrate
nella redazionefinale del Penrareuco.
Una diversa ripresa della teoria documentaria si è
avuta recentementenell'opera del De Vaux, attuale diret-
tore dell"'Ecole Biblique" di Gerusalemme.Egli ricono-
sce Mosè quale autore delle istituzioni politiche, sociali e
rituali degli Israeliti, e attribuiscea lui la sostanzadelle
tradizioni o il nocciolo della legislazione.Ammette alla
basedei documentiscritti tradizioniorali ben determinate,
le quali sarebbero state elaborate nei due regni, intorno
ai grandi santuaridel Sud (Bersabea, Ebron, Gerusalemme
- J) e del Nord (Betel, Silo, Sichem,Samaria : E). So-
stiene che i primi quattro libri (Terateuco) hanno avuto
una evoluzionedistinta da quella del Deuteronomio e asse-
gna le seguentidate alle quattro fonti: J, la più antica,risa-
lirebbeal sec.X a C. (regnodi Salomone);E al sec.IX-VIII;
D al sec.VII e. infine. P al sec.VI-V.
La teoria del De Vaux gode attualmentedi un di-
screto seguito in campo cattolico e non cattolico.

b) Introduzione ai libri del Pentateuco

IL rrsno nr,rr-l GeNssr. Raccontale origini del mon-


do, del genere umano, e del popolo ebraico. Si divide in
due parti che abbracciano5 Toledot (genealogie)ciascuna.

108
la preistoriabiblíca (1,1-11,26) e la storia dei Patriarchr
\11,21 - 50,26). Gli insegnamentireligiosi in essocont€-
nuti costituisconola base delle relisioni ebraica e cri-
stlana:

- esiste un solo Dio che ha creato tutte le cose.


operando con onnipotenza, sapienza, giustizia, santità,
veritài
- Dio non solo ha creato I'uomo ma lo ha fatto
oggetto di una sua particolare provvidenza;
- Dio sottoposeI'uomo,creatolibero, ad una prova
per vedere se era fedele e obbediente;
- dopo la caduta I'uomo non fu abbandonato,ma
Dio gli assicuròla riabilitazionee il trionfo sul male.

L'umanitàpeccatrice è punita col diluvio, ma Dio salva


una famiglia di giusti per dare compimentoalla sua salvezza
L'alleanzastrelta con Noè è la gaîanziadata a tutta I'uma-
nità che Dio non l'avrebbe abbandonata.Questi disegni
salvifici di Dio si concretizzanonella benedizionedi Sem.
e soprattutto nell'elgzione di Abramo come padre di una
discendenza,in cui tutte le genti sarebberostate benedette
Rapporti intimi sorgono tta Dio e I'umenità tramite
i patriarchi ebraici, che sono i capostipiti di quel popolo
che doveva trasmettere le promessedivine fino ai tempi
messianici.Il Dio dei patriarchi continua ad esseregiusto
e misericordioso: castiga Sodoma per le sue aberrazioni
morali, ma si mosra disposto a perdonarela città maledetta
a condizioneche si trovino in essacinque giusti.
Nei Pattiarchi ammitiamo la fede incrollabile nella
promessadi Dio, I'obbedienzasenzacondizioni ai suoi or-
dini, la riconoscenzaper i benefici ricevuti e un largo
sensodi comprensioneverso il prossimo. Le loro vita pre-
senta però alcuni aspetti che a prima vista urtano la nostra
sensibilità cristiana: basta ricordare la poligamia e il ma-
trimonio di Abramo con la sua sorellastraltuttavia non

109
dobbiamo restare sconcertaîi,perché la rivelazione non fu
perfettafin dall'inizio.Dio adottò la tattica che ogni buon
pedagogo usa con i suoi discepoli, ai quali propone le
verità più elementari prima di indurli alla conoscenzadi
dottrine più elevate. Senzaquesto accorgimentopedagogico
la formazione morale dei patriarchi e degli israeliti, loro
discendenti,sarebbeforse stata destinataal fallimento.

L'Esooo. Dalla storia dei patriarchi passiamocon


I'Esodo a quella del popolo di Israele.Questo libro non
riprende la stotia nel punto in cui termina il Genesi; si
rifà ad un periodo più recente e ad uno stato di cose di
verso.Gli avvenimentiiniziano in Egitto.
Il libro si divide in rre parri:
- la preparazioneall'uscitadall'Egitto (l,l - 1,2)6);
- I'uscitadall'Egitto e il viaggioal Sinai (12,37 - 18,27j;
- I'alleanzasinaitica(19,1 - 40,18).

Benchémanifestiun innegabilecarattereunitario, I'E-


sodo ha un discreto numero di ripetizioni, interruzioni e
inserzioni, che suggerisconol'impiego di fonti, documenti
e tradizioni distinte. Molti critici ammettonoper I'Esodo
le stessetradizioni riscontratenel Genesi;qui però predo-
mina la tradizione,l (Jahvista).I critici cattolici fanno risa-
lire queste tradizioni, nella loro formulazione orale, all'epo-
ca mosaicae in particolare a Mosè.
Più degli altri libri del Pentareuco,
I'Esodosi presenra
come storia religiosa di carattere popolare ed epico, perciò
non dobbiamo meravigliarciche i singoli episodi siano stati
un tantino idealizzatî. In modo particolare I'autore pfe-
scinde spessodalla causa umana per attribuire a Dio la
diretta responsabilitàdi turti gli eventi. Ciò gli serve per
mettere in evidenzaI'opera provvidenziale di Dio nella li-
berazione e costituzione del popolo eletto.
In generalei racconti del soggiorno in Egitto trovano
conferma nei documenti exra-biblici egiziani.Le 10 piaghe

I l()
sono fenomeni che si ripetono periodicamentein Egitto; lo
stessosi dica della manna e delle quaglie; I'atca dell'allean-
za trova il suo parallelo nelle arche che i sacetdotiegizianr
portavano in processione.Il viaggio nel deserto doveva ser-
vire a forgiare la coscienzanazionalee religiosa del popo-
lo; ma è anche vero che la strada che conducevain Pale-
stina in modo diretto era presidiatada {onezzeegizianediffi-
cilmente espugnabilidagli israeliti. Per fuggire al conrollo
militare egiziano non restava a Mosè che la via assai più
lunga del deserto, che egli conoscevabene perché vi aveva
soggiornato.
Il tempo dell'Esodo è incerto, perché la Bibbia non
fornisce il nome né del faraone oppressore né di quello
che permisel'uscita. L'opinione piìr attendibile,con argo-
menti storici e archeologici,è quella che lo colloca nel sec.
XIII a.C. sotto ifaraoni RamsesII e Menetptah.
Elenchiamo ora alcuni aspetti della dottrina religiosa
dell'Esodo:
- tema fondamentaleè I'alleanzafra Dio e Israele.
Jahvè è il suo nome: egli domina su tutta la terra, è onni'
potente,è l'unico, è Provvidenzaassoluta,è il Santo,cioè
I'inaccessibile,il trascendente;anche il suo popolo deve
essefesanto e sacerdotale;
- il Dio dell'alleanzaesercitail suo dominio con sa'
pienzaed equità (i 10 comandamenti).Israele è così pro-
prietà di Dio, ptimogenito adottato da Dio. La presenza
di Dio è significata daTl'arcadell'alleanzacon le tavole della
legge da rispettate.

L'importanza di questo libro anche per noi cristiani


è tantissima.I ptincìpi di giustizia e solidarietà,che vi sono
affermati, costituiscono un impegno sempre attuale pet I
cristiani, non appena vengano approfonditi alla luce del
N. T. Il Decalogo,poi, ha un valore morale che, senza
eguale nell'antichità, continua ad essete la Magna Charta
dell'ordine socialein tutte le società umane.

ll1
Il Lrvtrtco. Dal punto di vista redazionale si ricollega
all'Esodo.Dopo I'alleanzaè necessario un retto funziona-
mento del .uito, p.. questo si stabilisconole regole del
culto ordinario, le norme che riguardano la classesacerdota-
le e il popolo nei suoi rapporti con i sacerdoti,la comunità
e il tempio.
Il Levitico è composto inlegralmente (eccetto due
brani storici, 8-10 e 24,10-8) di leggi dirette alla santifi-
cazione,cioè alla purificazionein vista della partecipazione
al culto.
Molti sostengonoche il significatoe lo spirito del li-
bro derivanoda testi antichi anchepremosaici,aggiornati
nella loro forma attuale.L'autore avrebberaccoltoquesto
materialeantico e lo avrebbecompietato.Di fatto, se la
sintesi è mosaica nel suo fondo religioso, è però difficile
attribuire la redazionedel libro a Mosè.
I Nuru'rEnI.Il titolo greco non fornisce una ade-
guata idea del libro perché ì censimentì vi occupano
solo alcuni capitoli. Il titolo ebraico,Bemidbar (< Nel de-
serto >), è più appropriato,perchéil libro descriveil viag-
gio dal Sinai fino a Cadese da questaregioneúno alle steppe
del Moab di fronte alla terra promessa.
I critici attribuisconoi ) 14 del libro alla tradizione
P, nella prima e ultima parte; la sezionecentralesarebbe
costituitada l, E e P. Si ammetteun nucleoprimitivo sto-
rico-legislativodi epoca mosaicache avrebbe subíto modi-
fiche e aggiunte aí tempi della monarchia e anche dopt:
I'esilio. Tutte le idee religiosedel libro si condensanoin
due punti: il Monoteismoe il Culto.
IL DsursnoNoN{ro.Il titolo grecodevela suaoriginead
una errata interpretazione dell'espressioneebraica Misneh
Hattorah Hazzot (Deut. 17,18); invecedi < copia di que-
sta leggeo la LXX ha tradotto < Questa secondalegislazio-
ne ,r. Il libro è composto di discorsi rivolti da Mosè agli
israeliti alla vigilia della sua morte e un'appendicestorica
con l'elezione di Giosuè e la morte di Mosè.

tt2
Numerosicritici sostengono che il nucleoprintitivo del
libro, dovuto ad una sola personalè costituito dai cc. 5-26.
I cc. l-4 sarebberouna aggiunraposteriore;il c. 28 sarebbe
la conclusionedi tutto il complessolegislativo.Alcuni cri-
tici pongonoIa composizionesostanziale del libro nel sec.
VII al tempo del re Ezechia.La maggiorparte del mate-
riale verrebbe dal regno del Nord, ponaro a Gerusalemme
dai Leviti dopo la cadutadi Samaria(722 a. C,)1 ad esso
si sarebbeaggiuntoaltro materialeconservatonelle tradr-
zioni mosaichedel regno di Giuda. IJtllizzand,oqueste duc
radizioni I'autore del sec. VII avrebbecomoilato il nu-
cleo del libro. Il suocompletamento risalirebLre al 587 a. C
anno della cadutadi Gerusalemme.
La preoccupazioneprilcipale del libro è quella di im-
pedire i culti iàolatrici. Si insiste sulla potenza,autorità,
giustizia e amole di Jahvé per il suo popolo.

2) Libri profetici e profetismo

I Profeti si distinguonoin Anteriori (Giosuè,Giudici,


1e 2 Re, 1 e 2 Samuele)e Posteriori(lsaia, Geremia,Eze-
chielee i dodici < minori >).
Secondoil Vellhausen il vero profetismosarebbesor-
to solo nel sec. VIII a. C. con il profera Amos; prima di
questaepocasarebbeesistitosolo il profetismoestatíco,il
cosiddettoNabismo nato al tempo_diSamuele.
Questa ricostruzione sta incontrando la vigorosa op-
posizionedi numerosi studiosi. Essa è comandatada un
maggior rispetto per la tradizione biblica che afferma ia
perfettacontinuitàdel profetismo,da Abramo a Malachia.
Nell'epocapatriarcalegià Abramo è detto profeta (Gez.
20,7). Questo titolo gli fu assegnaroperché egli godette
I'intimità e la protezionedi Dio. Mosè meritò non solo di
essete chiamato profeta (Or 12,14) ma, secondo Deut.
14,10, di diventareil più grandedei profeti. A ciò concor-
sero la sua intimità con Dio, I'autorevolezzadella sua oa-
rola, la potenzadei suoi miracoli e I'efficaciadella sua pre-

l1l
Da Dcat ,18'15 2[t (considerato la
ghiera
"Mapna di intercessione
vi..mdndera un
ChartaJel profetismo:' [l Sigrrore
non si tratt.ala dr un stngottt
oroi.,^...o) si deJuceche ''Î
u9l:t1
o.of"ta, rna di una istituzioneprofcrica. 1u
oer {areconoscere Ji continrroad lsraelela Krvelazlone-.I
il;;;t ;ii;;;;.. la predizionedel Messia'pienezzadella
che
;;i;;; L" í6."11, di Mosè, Maria è la prima donna
riccveil rit.rlo.ll profetessa
'*' lEs l5'20t
d.i Gruorcr ricordala profetess.aDeborae un
i;ù.
la loro in-
prof"tn ,noni-o' che rimprovera agli Israeliti
fedeltà.
^---
inizia I'età
All'"po.u dei primi re (sec XI-IX a C')
ai c;1i nrcioifil
d'oro del profetismo.Questa[u un'epoca
i dttensorL oetto
iprofeti ii pr"r"n,rno più che mai come
di Sarnuele
Tahvismoqravementemtnacciato Al tempo
registra una {otma.nuo-
iii ". c.l iu .ro.i^ del profetismo
agito isolati' ora
;;, ;";,;. fino ad allorà i profeti avevano
'ip;;;;;; in gr.'ppo È I'epoca del così detto Nabisno
corPoratlvo. -, <r
)iî_
Molti srudiosiritengonoche questonablsmo,,sl
'
{ercnziada quello individualeper i1 suo catattere.collettlvo
vivevano ln gruppo'
estatico,cultuale lnfatti.questi profeti
con canto'
,i ,bbundonrur.toa forme estatiche,eccitandosi
culto come
-u.i.u " danzae frequentavano i luoghi di
'22\' Sanarra
èrù"^ tr -Îazz 10,5), Naiot (7 Sam l'9 '19
(2 Re 2'J)' inte-
f l-n" ZZ,fOtrt,Gerico(2 Re 2,5), Filgel
Normalmente
ì..r^"a..i alle pratichecultuali (2 Re 4 '23\'
temporaneamente estln-
si ammettechequestonabismosi sia
Davide e di
io-""i ,...to intermedio,che fu l'epoca di
"-
Salomone.
del
C.; Arlos (sec.VIII a C ) inizia I'epocaclassica
po-
profetismo israelitico che durerà fino alla restaurazione
i profeti di questoperiodo hanno lasciato la,loro
"""il;.
predicazionein libri chc vanno sotto il ìoro nome Alcunl
pre'
ài .r.i "r...i,".ono la loro missioneprima dell'esilio'
e nel
cisamente,ne1 regno settentrionale(Amos' Ose-A)'
GÉREMIA'
regno meridionale(Is.rr.q, MrcHee' SoroNte'

I 14
Anecuc, Nesuu). Durante I'esilio abbiamol atrività di
Dnnrnlr, EzscHrsI-Ee, secondoalcuni, del Deutoroisaia,
dopol'esilioquelladi Asor,q,Accro, Z.lcc.lnrA,MALAcHTA.
Anche i llbri di Daniele e GtoNe furono redatti in epoca
postesilica.

Il nome o profeta> deriva dal greco e sta a signifi-


care, non tanto colui che predice il futuro bensì o colui
che parla in luogo di un altto > (Dio). Il nome ebtaico,
che più di frequenteindica il profetaè Nabì, a cui si soglio-
no accostareL'assitoNabu (chiamare,annunciare).Il Naól
è colui che và ín trance; è il chiamato da Dio perché faccia
le sue veci; è il parlatore,I'interpretea nome di Dio (in
realtàè un pò di tutti e re ì significati).Altri termini ebraici
sonoRoeh e.Hoteh, cioè veggente,colui che ha la vista più
acuta, vede quello che noi non vediamo.
Il profeta è colui che intetpreta la storia passatae
presente alla luce della Rivelazione.I libri di Giosuè,
Giudici, Samuelee Re sono documentidel ptofetismoan-
teriore ed esaminanola storia passataalla luce della Rive'
lazione. I profeti posterioti esaminanoi Íatti a loro con-
temporanei,anch'essialla luce della Rivelazione,e ogni tanto
proiettano uno sguardo nel futuro, pronunziandooracoli
sul futuro, che interptetano alla luce del presente.Ciò
significa che quando il profeta parla dei fatti contempora-
nei, li desctivecosìcome sono; i fatti futuri, li vede invece
da lontanoe li desctivecomeli vedelui, non comeavverran-
no; quindi spessoil suo linguaggionon è chiaro; e non lo
saràfino a quando quei fatti si veríficheranno.Ovviamen'
te il fututo viene descrittocon i concettie la terminolosia
del tempo.
I Profeti occupano un ruolo centrale nell'economia
della Rivelazione. Cronologicamentesi movano tra lo sta-
dio primordiale della Rivelazionee la sua conclusionecon
Gesù Cristo e gli Apostoli; reologicamenre essi riptendono
la tivelazione patriarcalee mosalca.
La predicazione religiosa dei Profeti ha contribuít<r

11t
grandemente ad apptofondire il monoteismo e la morale
aelle orecedentietà. Infatti nessunoprima di loro ha insi-
stito iantó sugli attributi divini dell'unicità, trascendenza,
onnipotenza,giustiziae misericordia,sui misteri della gra-
,i^, à.1 p"..rà e della retribuzione,sulla responsabilità ir'-
dividuaÉ e sulla necessitàdella fede e della conversione
interiore.
Il carismaprofetico è essenzialmente una illuminazione
dell'intelletto.Sotto I'illuminazione divina il profeta cono-
sce non solo le verità rivelateci, ma anche il fatto stesso
della rivelazione, perché egli acquista la certezza che il
fenomenoverificatosinella sua mente è di origine divina'
Solo così egli è in grado di distínguere chiaramente una
idea personaleda un'altra rivelatagli da Dio (Ger' 20'8;
28,t'1.-r2.,42,1-7).
Tutti i profeti hanno avuto un primo contatto con
Dio che li ha trasformati radicalmentee ha dato loro la
petsuasionedi esserediventati gli araldi di Dio-e la^sua
u bo.., o, dotati di una <<potenza> che viene da Dio Que-
sta <(potenza,, viene normalmenteindicata come-< Spirito "
di Jahvè. La parola ispitata è efficace,irresistibile; ha auto-
.ità di .o-"ndo; è creatrice.Nella sua scelta Dio non bàda
alle condizioni sociali dei profeti e il passaggioallo stato
profetico non comPortanessunapreparazione,poichéawiene
i.r modo improvvisoe istantaneo,in qualsiasiluogo e mo-
mento. I profeti, tuttavia, conservanosemprela piena co-
scienzadi se stessie della loro personalità
La figura del Messianon è mai sîata tratteggiatadai
profeti in modo sinteticoe completoi ognuno di essi si è
à.cont"ntrto di indicarne qualche aspetto, lasciando a chi
veniva dopo il compito di completareil quadro e di arric-
chirlo con nuovi ttatti.
I principali tipi di messianismosono quello regale'
quello profetico, quello sacerdotalee quello apocalittico'
i'attesa messianica dell'A.T. è estremamente legataall'idea
dell'alleanzae dell'elezionee a quella dell'intervento di Dio
nella Storia.

Il6
I ) Libri sapienziali

L'ultimo gtuppo di sacri testi dell'A,T'. suole pren-


dere il nome di Libri sapienziali. Essi sono cÀrafterízzatl
dal tipo di riflessionedi cui sono portatori: la sapienza
di Israele,ovvero la meditazionedei vari " sapientio sulla
Leggee sulla Storia d'Israele come svolgimentodel piano
salvifico di Dio per il suo popolo, ma anche la riflessione
sulla esperienzapersonalee indíviduale. Questo tipo di
lettetatura ripropone in ambienteebtaico I'analogarifles-
sione delle civiltà circostantipirì o meno contemporanee
sui problemiuniversalidel dolore,della vita oltre la morte,
della giustizia umana e di quella divina.
Storicamentequesti scritti si collocano nel periodo
tra il ritorno dall'esilioe la nuovaondatapersecutoriasotto
Antioco IV Epifane (metà del II sec. a.C.). I generi let-
tetari rapptesentatida questa letteratura sono assai varr
(storico, poetico, apocalittico, midrascico, sapienziale in
sensostretto).Alcuni di questi libri videro la luce in lingua
greca, ad Alessandriad'Egitto, dove fioriva una grande
sinagoga in diaspora. Qualche libro tradisce una origine
profana, come il " Cantico dei Cantici ", o dall'esterno
della nazione ebraica (come " Giobbe >). L'attribuzione
di alcuni di essi ai grandi personaggistorici della nazione,
come David e Salamoneè volutamenteemblematica.

a) Libri storici del postesilio

L'indicazionedi questi libri come " stotici" è impto-


pria. Essi propongonoin verità una tilettuta teologicadella
storia di Israele secondola nuova prospettivamaturatasr
dopo I'esilio di Babilonia.Sono: i libti delle Cnor.rlcnt,
Esone n Ner,r,lre (compostiint. al 100 a.C.; vi si rico-
nosceuna medesimascuolateologica);i 2 libri dei Mecce-
BEI (ci sono giunti in lingua gteca; data di composizione
II-I sec. a.C.: narrano la storia della rivolta maccabaica

tll
del-
contro Antioco IV nell'anno 175 fino all'insediamento
la monarchiaasmoneanel 114).

b) Libri poetici

Il "salterio" o Libro dei Servr è una raccoltadi 150


composizioni Poetiche a contenuto religioso. Deve il suo
nome, nella taduzione gteca dei LXX, aIIo strumento a
corda che ne accompagnavail canto (nell'originale ebraico
le composizionidi questa raccolta sono dette Trurlr-tN,
"freghiere poetiche"). Vi sono espressiseconddil
cioè
modo delà poesia ebraica (tecnica del parallelismo e degli
accenîi tonici) i sentimenti religiosi del popolo e dei singoli
nelle ore tristi e in quelie liete della storia naizonale e'
personale: la lode, il ringraziamento,la supplica' il timore,
ia fiducia, il trionfo. In forma di pteghieru o di acclama'
zione vi sono ripresi tutti i grandi temi e Ie principali
tappe della storia d'Israele.
La racco.ltasi divide attualmente in cinque parti di'
stinte da particolari clausole dossologiche(formule di lode
a Dio). Ma si tratta di accorgimentoredazionaleposteriore.
Otiginariamente dovette trattarsi di piccole unità tra loro
distinte di composizioni poetiche, il cui nucleo più antico
non è improbabile che fosse costituito da salmi di Davide.
La numetazioneè divetsa nel testo ebraico e in quello
greco dei LXX. Nelle edizioni italiane si sogliono riportare
irrtte e d.re (in parentesiquellagrecao della Vulgata latina,
che segueil greco).
Di fatto i Salmi sapienzialio didascalicipropriamente
detti sonosolo due: rl Sal.78 e 1l Sal ll4.

L'altra grande composizionepoetica di quest'epoca


è il CeNrIco DEI CANTICI(:Canto per eccellenza)Si trat-
ta di un gtuppo di composizioni poetiche sul grande tema
dell'amoretra l'uomo e la donna. I1 redattore- probabil-
mente dell'epocapostesilica,anchese la tradizionelo iden-

1ltì
tifica con Salomone- ne ha compostoun piccolodramma
nuziale,i cui personaggi, un re e una pastorella,esprímono
e si comunicanoi propri sentimenti di amore reciptoco
sullo sfondo idillico della natura. L'autore parte dall'amo-
re esuberantedi due innamoratiper contemplareil legame
indissolubiledi amore e fedeltà che congiungeJahvé e
Israele.

tici
cl Sclitti aPocalit
"apocalissi" (o apocalisse)significa
Il terrnine greco
,, rivelazioneo o disvelamentoe definisce la tendenzama-
nifestatasiin Israele, già verso la fine del profetismo, a
rappresentare attraversoimmaginie visioni un diffuso sen-
timento di condannadel male incarnatonell'esistenza sto-
rica, sentimentounito alla convinzioneche, in un momento
futuro imprecisato,essoverrà completamentesuperatodal
potente interventodi Dio. La forma letterariaapocalittica
è tipicamenteorientale: simbolismo,segni, visioni, inter-
mediari angelici,anticipazionedel compimento(eskaton\,
speranza struggente del soccorso divino. Indirettamente,
l'apocalitticaispirata contienela rispostadi Dio all'attesa
degli Hasidîm (:i pii) istaeliti, pressoi quali tale lettera-
tura fiorisce.
All'apocalítticaveterotestamentaria appartengonoal-
cuni capitoli del libro di lsaia (capp. 24-27; )4-35), che
risalirebberoa un autore del IV sec. a.C.; vari capitoli di
Ezechiele(capp.1,4-28; 10,1-22;17,14; l8-19); il cosi
detto SecondoZaccaria(capp. 9-14); la secondaparte del
libto di Daniele.
Soprattuttoquest'ultimaapocalisse, insiemecon il .Îe-
condo Zaccariaè stata ripresada Gesù stesso(vedi I'auto-
presentazionedi Gesù come Figlio dell'Uomo) che vi legge
"pa-
un'anticipazionedella sua prima e della sua seconda
rusia" o venuta.

119
d) Scùtti midrascici o edificanti

Si dà <luestonome a un gruppo di scritti che si pre-


sentanocon il caratteredel taccontoedificante(Midrash).
Essi hanno il compito evidentedi proporre, affermandone
la attualità, certe narrazioni tradizionalmenteripetute a
livello popolare, la cui storicità rimane sfocatae convenzio-
nale e comunque non rilevanîe ai fini didascalicidei redat-
tori. Vengonocompostituîti tra il III e il II secoloa.C.
(tranneRzl, che pare un po'più antico)e provengonodal-
l'ambientedella diaspora.Si tratta di: Tonre (elogiodella
fiduciae dellafedeltà;ambientefamiliare);Grunrrrn (l'iner-
me forza della fede è premiata; la brutalità blasfemaè
punita); Esrnn (potenzadella preghierafiduciosa; naziona-
"pu-
lismo; origine retrospetticadella festa nazionaledei
rim"); Rur (l'appartenenza a un popolo non ebraico non
impedisceI'inserimento nel popolo di Dio; leggendapopo'
lare riguardantegli antenati di Davide); prima parte del
libro di Daniele (esortazionea conservarela fedeltà alla
religione dei padri di fronte alla tentazione di lasciarsi at-
trarre dalla cultura paganadominante.Tutto il libro di
Daniele si trova tuttavia inserito tra i Profeti nella Bibbia
greca.

e) Libri sapie ziali (in sensostretto)

L'apporto della riflessione sapienziale giudaica con-


tenuta in questi libri si può sintetizzarein questi tre ele-
menÚ:
--.- assimilazionedella sapienzamedio-orientale in genere
reintetptetataperò in sensoreligiosoisraelitico.Il mondo
inteto è luogo dove entra in giuoco il piano di Dio;
- valorizzazionedella ragione come norma di vita accanto
alla rivelazione e all aTorah: sintesi armonica tra creazione
e storia della salvezzai

t20
- indaginesu alcuni ptoblemi importanti, quali la retri.
buzione,il male,la giustiziadi Dio, la morte, I'aldilà.

Ne fannoparte: PRovERBT (raccoltadi massimedi epo-


ca diversa; si propongono di porre i fondamenti per una
vita onesta;valore morale globale);QoÉr-ar o Ecclesiaste
(=maesro dell'assemblea); panoramadi riflessioni pessi-
mistiche sui valori radizionali; invito a cogliere la gioia
del momento presente; è esempio tipico della dinamica
umanadella storia della Rivelazione);Grosnr (capolavoro
letterario di portata universale; dramma del dolore umano
e del suo significato teologico; composizionepoerica in for-
ma di dialogoincastonatain una prosanarrativa);SrnAcroe
(dal nome dell'autore Ben Sirah) o Ecclesiastico(in duc
parti: una raccoltadi proverbi e una riflessionesul rap-
pofto tla la sapienzae la storia della salvezza;Ia sapienza
ha come principio il timor di Dio e si identifica con la
Legge);SenrrNze (ultimo libro dell'A.T., scritto ma il 100
e il 50 a.C.; è quello che risulta meglio inserito nella cul-
tura ellenistica; richiama con forza la fedeltà ai valori ra-
dizionali biblici; esorta alla ricerca della vera sapienza,che
si ottiene con la preghiera e che viene presentatacome una
speciedi personificazione divina che governail mondo).

I2l
L I r- Nuovo TEsrntte t.t'ru

1) Premesse.

Divideremoil periodo e gli scritti neotestamentari in


due parti distinte: la personae le opere di Gesù Cristo
(Vangelo)e l'età apostolica,avvertendoche si tratta di
divisione puramente didattica in accordo con la disposr-
zione attuale dei libri del N.T., poiché si sa che tutto ciò
che noi sappiamodi Gesù - il suo Vangeloe la suavita -,
lo dobbiamoalla testimonianzadella chiesaapostolica.
Questa testimonianza ha avuto anzitutto una trasmis-
sioneorale sotto forma dí cherigma,o primo annunziomis-
sionario della fede in Cristo; di didacbé,ovvero insegna-
mento gradualeimpartito ai neo-convertiti,quindi già cre-
denti; e di parenesi,ossiaesortazionea conformarela pro-
pria condotta all'insegnamentoticevuto e al modello di
Cristo.
Le "forme" di questa predicazionecristiana primi-
tiva sono evidentementecontrassegnate dalla formazione
giudaicadei predicatori,sia per quanto riguarda il linguag-
gio sia per quanro riguarda i richiami alla tradizione,che
,o.ro ,t.rasiunicamentebiblici veterotestamentari, sia infine
p". quu.r,o riguarda i richiami all'ambiente,che è quello
giudaico contemporaneoa Gesù. Di questo ambientede-
scriviamobrevementeil quadro politico e quello religiost-t.

a\ Quadro Politico.

La Palestina,occupatanel 6l a.C. da Pompeo, st


trova sotto la domínazione romana, affidata in nome del-
l'Imoeratore a Erode il Grande come Re dei Giudei Que-
sti muore duranteI'infanziadi Gesù e gli succedonoi suoi
frgli: Archelao, terarca di Giudea, Samariae Idumea; Fl-

r22
Iìpprt, tetrarcadella Transigiordaniasettentrionale;Errtde
Antipa, tetrurcadi Galílea e Perea.Il primo dei tre, Ar--
chelao,viene destituito, quando ancoraGesù è un adole"
r...r,., . le sue regioni passanoalle dirette dipendenzedi
"
Roma, che le governa per mezzodei procuratori" residenti
a Cesarea(Ponzio Pilato sarà uno di questi dal 26 al ,)6
d.C.). Il secondo,Filippo, viene menzionatoappenadue
volte nei Vangeli; fondò Cesareadi Filippo; sposòSalome'
la fislia di EÀdiud.. Il terzo, Erode Antipa, è I'Erode dei
Vanieli durante la vita pubblica di Gesù; fece decapitare
Gioianni Battista; nel '10 d C. sarà mandato in esilio e r
suoi possedimentipasserannoad Erode Agrippa successore
.ll Filippo, che nel frattempo sarebbe divenuto anche re
di Giuiea. È I'Erode Agrippa, persecutoredei Cristiani'
ricordato dagli Atti degli Apostoli.
Tutti questi principi hanno in comuneun torte atteg-
siamento fiio.o-ano, che li rende odiosi agli occhi degli
1eloti, una fazione politica destabilizzatrice,con matrlce
religiosa, che sogna la liberazione della Palestina dalla do-
minazioneromana. Al contrario, gli Erodi potevanocon-
tare sul partito degli Epdiani, ligi al governo di Roma e
oppositori <li chiunque agissein modo da suscitarela rea-
zione di esso.

bl Quad.ro religìoso
'dalla "giudaica" della Leg-
È caratterizzato osservanza
ge di Mosè: un comPlesso di norme spessominute riguar-
àanti la circoncisione,il riposo sabbatico,la purità legale'
Cenro del culto è il Tempio di Gerusalemme,unico luogo
dove è permessoesetcitareil sacerdoziocon i riti sacrificali'
Fuori di Gerusalemmeil culto si svolgevanelle Sinagoghe
e consistevanella lettura della Bibbia, nella recita comune
delle preghieree degli inni. Organo supremoammìnistrativo
e religioso risiedente a Gerusalemmeera il Sinedrio, com-
posto da una rappresentanza dei sacerdoti,dai presbiterr

l2J
(o anzianr)della città e dagli scribi (o rabbí1; il Sinedtio
era presiedutodal Somn.roSacerdotedi turno.
Nonostantequesti elementicomuni, la situazionere-
ligiosa dell'epocache ci interessaera contraddistintada
profonde divisioni e sette.

I Farisei(:separati). Si consideravano i "puri", i


modelli dell'osservanza della Legge. Rifiutavano tutto ciò
che non fossegiudeo (nazionalismo);pur ammettendoun
progressodella Legge,rimanevanoimpaniatinelle mille in-
terpretazioniorali di essa: le tradrzionidegli antichi. Per-
soneprofondamentereligiose,anchese troppo rígidamente
legatea una gran quantità di meticoloseosservanze, erano
circondatidal sincerorispettodel popolo.

I Sadducei.Di origine sacerdotale,aristocraticipos-


sidenti terrieri erano soprattulto dei conservatorisia sul
piano religioso che politico e sociale. Riconoscevanosolo
il Pentateuco;negavanoI'oltretomba,ia rettibuzioneoltre
la morte e la risurrezione.Erano filoromani per torna-
conto. Gesù li ignora volutamente.

Gli Esseni.Si parla poco di questasetta nel N.T. e


nelle fonti di derivazionegiudaica.Le scopertedi Qúmran
sul Mar Morto (1947\ ci hanno informato su una loro co-
munità, una speciedi ordine monastico.I capi sono sacer-
doti; I'ammissioneavvienemedianteun rito di îniziazione-
molto minuziosesonole abluzionirituali; celebranoil culto
con un banchettorituale. Si consideranoparte di una nuova
alleanza; attendono un messia regale e uno sacerdotale,
professanouna sorta di dualismoetico: la via della luce
e quella delle tenebre.È possibileche alcuni seguacidi
Gesìre lo stessoGiovanni Battista fosseropassatiper una
esperienza essenica. Non erano molto conosciuti tra il
popolo.

124
2) L'Evangeloe i Vangeli

"
L"'Evangelo (lieta notizia) di Gesù ci è pervenuto
attraversoquattro composizioni(canoniche)dette rispetti
vamenteVangelo secondoMatteo, secondoNfarct-r,secondo
Luca e secondoGiovanni.
Questo fatto è di per sé singolare.Precedentemente,
nell'4.T. ttadizioni distinte su uno stessosoggettonarrato
rísultanogeneralmente confluite in un'unica tedazione(ve-
di le "fonti" Jahvistica,Elohistica,ecc. del Pentateuco).
Di fatto le quattro composizionio redazioni,pur riprodu-
cendo I'unico Evangelo di Cristo, propongono in linguaggi
propri distinte particolari visioni teologichedello stesso
misteroe addiritturaparticolariconcezionidel mondo. Inoi-
tre esse si indirizzano a determinatecomunità cristiane,
per le quali adattanoe applicanola parola di Cristo, in
rispostaa problemi particolaridella loro esistenzaconcreta.
Risulta chiaro dunque come i quattro Vangeli si completino
vicendevolmentee, nello stessotempo, con la loto pluralità
suggerisconola intrinseca relatività di ogni approccio uma-
no - sia pure divinamenteispirato- all'inesauribileeven-
to di Cristo.

a\ I Sinottici

Una somiglianza speciale accomuna tuttavia i primi


tre Vangeli, che sono appunto detti Sinottici perché, se
disposti su tre colonne parallele, permettono un rapido
riscontro degli elementi loro comuni. Questa somiglianza
suole essete spiegata con I'ipotesi che Matteo e Luca sr
siano serviti, per le loro redazioni,di Marco, che appare
il più antico dei tre, e di una o pirì fonti comuni (raccolte
di "detti" di Gesù) oggí perdute.
Dai sinottici si può ricavare uno schema narrarivo
abbastanzasimile nei tre Vanseli:

t25
mintsletr.tdi GiouanniBarlista È assuntonel-
I'ambito del cherigma.Il Battistaè presentatocomeultimo
dei Profeti dell'A.T.; proclamail Regnodi Dio comeormar
vicino e la necessitàdi convertirsiper accoglierlonel pro-
prio cuore; indica come presenteUno che i suoi connazio-
nali ancoranon conoscono;
la preparazionedi Gesù alla uita pubblica (bat'
-
tesimo, deserto, tentazioni);
-il ministeroin Galilea (annunciodel Regno; mi
racoli e discorsidi Gesù; confessionedi Pietro; trasfigu-
razione;primo annunziodella passione;primo abbandono
delle folle);
- la " salita" di Gesù uerstt Gerusalemmecon i di-
scepoli (Gesù istruisce i suoi; li avverte della passione
imminente);
- i laccorttidella passione(ingressoin Gerusalem-
me; ultima cena; cattura, processo,crocifissione);
- Ie apparizionipasqualidel Risotto (problemadel-
le divergenzenartative,più evidenti in questasezione).

Menco. Dovrebbeessereil personaggiocompagnodi


Paolo(At. 12,2: l),L3; 15,37; Col.4,10) e a Roma con
Pietro ( 1 Pt. 5,ú), poi di nuovo con Paolo prigionieroa
Roma (Filem. 24). Papia asserisceche Marco attinse per
il suo Vangelo alla predicazionedi Pietro. L'accennodi ,&fc.
14,51 porebbe essereuna sorta di firma del suo Vangelo.
Tende in tuîto il suo Vangelo a dimostrare che Gesù
è il Cristo,il Messia,Figlio di Dio, ponendoloal 1'versetto
quasi come titolo. Mira, atraverso episodiche dimostrano
la " durezzadi cuore dei suoi", al riconoscimentoufficiate
da parte di Pietro (8,29) fino all'affermazionedi Gesù
stessodi fronte al sommosacerdote(14,61) e alla proclama-
zione quasi inattesadel centurione,che, come a rappresen-
tare il mondo pagano,si apre alla fede (15,19).

t26
Temi particolaridi Marco sono:

..._ il significatodel segtelomessianico:

- il ualoree il sensodella Crocee dell'umiliazione


"il vero seguacedi Cristo"
sceltada Gesù per salvarci:
( c f .l , 1 l r 1 0 , 2 8 ) ;
- I'escatologiacome tensione verso il Cristo che
"
verrà dopo la lotta di questomondo: necessitàdella vigi'
lanza" (7J,J5,17):
- nella passione: I'inúocazionedi Gesr) in aramaico
corrispondentea Sal. 22,21 1r,38'39\.

Il c. 16 è redazionale:è un riassuntopostuniodelle
appeLrizioniriportate dagli altri evangelisti
Epocadi composizione:ClementeAlessandrinolo col-
loca verso la fine della vita di Pietro (64 circa); Ireneo
poco dopo la sua morte. Certamenteprima del 70, perché
non vi si parla della distruzionedi Gerusalemme'

Merruo. Ireneo dice che Matteo comPoseun vangelo


"nella loro lingua", mentre Pietro e.Paolo
per gli Ebrei
"loro" lingua
p.edicauanoa Roma (intorno al 64?l. La
pot.ebbe essereI'aramaico(Ireneo) o l'ebraico (Papia di
Lìeraooli citato da Eusebio). A noi rimane un Vangelo
secondoMatteo in greco. Non sappiamo a chi sia dovuta
I'eventuale traduzione. Emergono, come sezioni apparte-
nenti particolarmentea Matteo cinque discorsi raggruppati
per argomento.Gran parte di questo materiale è presente
,n.h. ln Marco e Luca, ma disposto in modo diverso ln
Matteo è presenle un forte lavoro redazionale'
Sappiamodalla vita itinerantedi Gesù che la sua era
onl ev^ngelizzzione spicciola, discontinua, incisiva pro-
prio perché îraeva spunto dalle occasionipiù varie e meno
previite suscitate spessoda quelli stessi che lo circonda-
vano. ProponiamoI'articolazionedei cinque discorsi:

t27
1" discorso(5-7): è il "discorso della montagna";
Gesù vi appare come il legislatore della Nuova Alleanza
dopo Mosè, predetto da Mosè stesso (i Dieci Comanda-
menti e le Beatitudini;la ragioneumanae la logicadi Dio;
il perdono; I'amore per i nemici; la preghiera; il Pater
noster).

2" discorso(10): è un discorso missionario; invita


ad una scelta radicalee al coraggiodi ftonte all'incom-
prensionedel mondo.

-1' discorso (13): sono le parabole del Regno di


Dio; I'escatologia è come in Marco (il seme;il grano e la
zizzania;il granellodi senape;il lievito; il tesoronel cam-
po; 1a perla; la rete).

,{' discorso(18,1-l)): è il discorsoecclesiologicoo


comunitario;Matteoha una particolateattenzioneagli umili,
ai deboli, agli imperfetti, agli emarginati;vi si rispecchia
la situazionedella sua comunità ecclesiale.

5" discorso(21,1-25,16): è il discorsoescatologico;


Gesù predice la fine di Gerusa.lemmee Ja parusia(seconda
vcnuta); esorta alla vigrlanza.

I miracoli hanno un duplice intento: cristologico (Ge-


sù è .liberatore);catechetíco(il credenteattraversola libe-
razioneawenuta è in grado di seguireil Messia).

Luce.. Tra il 70 e l'80 Luca scrive la sua duplice


opera: il III Vangeloe gli Atti degli Apostoli. Anche il III
Vangelo rivela intenti teologici precisi. Luca probabilmente
ascolta Paolo ed ha fonti proprie di detti e fatti di Gesù.
Il Gesù cÀe Luca ci presentaè ancorail Gesù della
stotia: alcune dimensioni della sua Íigura e della sua vita
tra gli uomini sono particolarmentemessi in rilievo. La
comunità lucana viene dal paganesimo.Luca presentaGesùr
come

128
- il Saluatoreattraversola tematicadella miserr
cordia,tanto negli incontri - che sceglieapposiramente -
quanto nelle parabole, alcune delle quaÌi sono soltanto lu,
c a n e( c f r .p e rg l i i n c o n t r i :5 , 2 7 - 3 2 ; 7 , 7 - 1 0 , 3 6 - 5109; , 1 - 1 0 ;
23,29-43; per le parabole: 10,29-37 ; 15,1-l : 10.11-32:
18,9-14).

- l'Orante: Egli offre se sressoal Padre per le


manidi Maria (2,22-23);tra i dottori a 12 anni (2,41-50i;
duranteil Battesimo(3,21-22):prima della sceltadci Do-
dici (ó,12-16);prima della professione di Pietro (9,18);
prima della Trasfigurazione(9,28); prima di insegnareil
Pater noster (11,1). Insegnapoi I'efficaciadella preghiera
( I I ,9-I I ); la necessità
della vigilanzae della preghierainin-
terrotta (2I )6). Durante I'agonianell'orto Luca sonolinea
più volte la preghiera"intensa" di Gesù (22,39-46);fta Ie
parole sulla Croce Luca ama ricordare I'invocazionedi per-
dono al Padte per coloro che lo crocifiggevano(23,34) e
I'ultima preghierache richiama il Sal. 3I,5 Q),46). Con
il riferimento al Tempío ha inizio il III Vangelo ( 1,5) e
ha Íine (24,53\ .
In Luca ha risalto più che mai la centralità di Geru-
salemme:Gestìascendea Gerusalemme,Ia città Santache uc-
cide i profeti: in essaEgli compirà la sua missione,ma
da essasarà anche esa.ltatoe glorificato con là risurrezione
e da essa partirà I'irradiazionemissionariadella Chiesa
(At r,8\.
Luca ha un particolaresensodi pietosacordialitàver-
so le donne; conosceil grado che esseoccupanonella so-
cietà pagana; sa come Gesù volle riabilitare la donna in
generalee le peccatrici in particolare, e presentaal mondo
paganoquesta rivoluzione benefica,della quale la civiltà
a venire non avrebbe potuto più non tener conto. E se è
vero che nei primi capitoli domina la figura unica e incom-
parabile di Maria SS., la Vergine Madre, da turto il III
Vangelo emergono gli episodi più vari di cui sono prota-
gonistedonne di tutti i ceti, dagli stari d'animo più dispa-

r29
rati, dalle condizionipiù diverse (cfr. 7,11-17: la vedova
di Naim; 7,IJ: al seguitodi Gesù molte donne Lo ser-
vono; 8,40-48: una donnamalataè guaritaperchéha {ede;
L),10-17: idem; 10,38-48:Marta e Maria,personee sim-
l:oli; 23-27-29: le donne lungo la via del Calvario...).
Gesù manifestapredilezioneper i poveri, i deboli, gli
emarginati:a Luca sta a cuorequestoproblemache dovette
essereurgentenella sua comunità (cfr. 16,19-31: patabola
dr Lazzaroe del ricco epulone;6,20: la I Beatitudine;cfr',
"piccoli";
per opposto,6,24; 10,21: il Vangeloè rivelatoai
14,L2-14: Gesù esorta perchési invitino a cena i poveri;
18,24-25: pericolo delle ricchezze;21,1-4: l'obolo della
vedova e le offerte dei ricchi).
Nel raccontodella PassioneLuca attenua qualche par-
ticolare più forte, tenendo conto della ancora{ragile perso-
nalità cristianadei neo-convertitidal paganesimo. Nell'ago-
"
nia paúa solo di angoscia"(22,41) e cita f interventodi
"sputi e gli schiaf
un angeloconsolatore(22,43).Tacesugli
", " "
fi " e sulla " flagellazione che chiama castigo (23,22 b)
LasciainveceemergereI'incontro con il buon ladrone (24,
)9-4J) e la promessaconseguente. In Luca il centurione
ripete: < Quest'uomo era giusto >>(2),47): per i Pagant
"
era più incisivodel figlio di Dio" di Matco (15,19), che
avtebbe potuto indurre in equivoco.

b\ Giouanni

Il IV Ver.rctr-o è stato scritto vetso la fine del I sec


forse a Efeso (in Asia Minore) o in Antiochia.È la narra-
zione di uno che "ha visto, toccato,sentito" (1 Ga 1,1 ss.)
e che, unico testimonediretto dell'interavita pubblica del
Signore, alla luce di decenni di riflessione post-pentecosta-
"detti" di Gesù,
le, ha compresola portata teologicadei
dei "segni" (cioè dei miracoli),dei simboli sotto cui si ce-
lano (e si manifestano insieme) i molteplici atteggiamenti

110
".
della sua azionesalvifica."Vedere". " osservare "conterr"
plare", "intuire": sono i verbi cati al IV Evangelista.Il
suo non è tanto il Vangelodel "cherigma", quanto della
" martyrìa" (testimonianza): rendono testimonianzaa Gesu
il Battista,le Scritture,le sue stesseopere e parole,simili
a quelle del Padre, il Padte stesso,in ultimo, i suoi dr-
scepoli.
Giovanni vede nel Cristo il Verbo eterno di Dio e lo
conlemplaprima del tempo,coeternocol Padte; poi all'ini-
zio dell'operadella creazione("per Lui tutto {u {atto"
1,1-10) e al momento dell'Incarnazion e ("ha piantato la
sua tenda fra gli uomini e i " "suoi" non hanno esitato e
non esitanoa misconoscerlo e a rifiutarlo...: 1,10-11).
Il termine Logos (Vetbo) in Giovanni, come la Sophia
(Sapienza)in Paolo, risente, nella forma e negli influssi
letterari e filosofici, delle cottenti sapienzialie delle antici-
pazioni ispirate contenute,come si è detto precedentemente,
in Prou. 8; Sir. 24; Sap. 13-77.
La " carne" per Giovanni è positivamente la visibilità
assuntadal Vetbo nella storia, laddove per Paolo l'incarna-
zione era stata vista come la "kenosis" (lo svuotamentoo
annichilimento) della Sapienzaeterna del Padre. Per Gio-
vanni Cristo non "si svuota" della Sua gloria, ma ne rive-
ste mistetiosamentela propria umanità, consapevoleche è
una gloria chegli spettavaprima che il mondo fosse(17,24)
e che riprenderà totalmente insieme con I'umanità glorifr-
cata dopo aver vissuto sino in fondo il mistero pasquale.
Giovanni non esita a chiamare " esaltazione"(12,32)
l'unico mistero della Passione,della Morte, della Risurre-
zione del Signore.Pet i Sinottici e per Paolo invece1aCroce
è umiliazione-abbassamento, che prelude alla glori{icazione.
Giovanni unifica i tre momenti della Pasqua e awerte la
perenne efficacia salvifica del Crocifisso.
Come Paolo ptende I'avvio dalla folgorante esperien-
za di Damasco,nella quale la gloria del Risorto intravista
mutò repentinamente la sua vita, Giovanni parte da un
giorno e da un'ora precisa: I'ora decima (le quattro del

1)l
pomeriggio: Gu. l,J9), da un luogo pressoil Giordano,
in cui cominciò un rapporto, un incontro, una sequelache
non avrebbe conosciuto interruzioni e che, dopo Ia Pente'
coste, sarebbediventata riflessione,contemplazione'com-
prensionesempte più intensa.
Giovanni ama evidenziareil contrasto tra Cristo, luce
del mondo (8,12; 9,5-1 4-9) e le tenebre che sono nel
mondo ( 1,5-1I ; J,19), simbolo delle cattive volontà che
si oppongono a Lui chiudendosi in se stessee rifiutando
di essereilluminate.Gesù in Giovanni si dice panc di uita
(cÍr. 6), porta del greggee buon Pastore(10,7-I4)t è Via,
Verità, Vita (14,6), è la uera aite, di cui il Padre è il vi-
gnaiuoloe i tralci tutti coloro che a Lui restanouniti (15,1
ss.); è la Risurrezionestessa 111,25\, origine e motivo
della risurrezionedi tutta I'umanità. Egli è l'Agnello di
Dio, secondole Scritture (1,29), a cui non sarà spezzaîo
alcun osso, come per I'agnello liberatore prima dell'esodo
dall'Egitto (Es. 12,46; Sal )4,21); è la nuova Pasquache
sostituisceI'antica,perchévive in sé un nuovo passaggio,
da questomondo al Padre(11,1), e instaurauna nuovn ed
eterna alleanza.Egli muore nell'ora in cui al Tempio sr
sgozzav^nogli agnelli per la festa: al simbolo, cioè, suben-
tra la realtà, al rito antico il nuovo, alla liberazionedi un
popolo la redenzioneuniversale.Quando, dopo morto, il
costato gli viene squarciato,Giovanni ricorda l'avverarsi
"
dell'ultima ptofezia: Volgeranno lo sguardo verso colui
"
che hanno trafitto (Zac. 12,10). Gesù ripete in Giovanni
quel "Io sono" (con o senzapredicato) che mette in evl-
denza in sé la stessanatura del Dio del Sinai (Es. ),14-
6,ó) e rícorda fra le espressionisapienzialipiù vicine Proa.
8,12-14.26;Sirac.24,1-17.
GIi stessi mirucoli del Signore che Giovanni chiama
" segni" confermanola presenzadel Figlio di Dio nel mon-
do e Lo rivelano continuatore delle opere stessedel Padre.
"segni" è anchesimbolo di realtà pre-
Qualcunodi questi
dette o da venire: per es., il miracolo di Cana (c. 2) è
segnodel banchetto messianicoannunziato dai Profeti (/s.

tt2
i5,l-31 o dai Sapienziali (Prou.9,5; Sir.21,2O)c prefigura
un altro banchetto,in cui sarà il vino a cambiarsinel san-
gue stessodel Signore.La moltiplicazionedei pani anticipa,
quasiimmediatamente, I'annunciodeìl'Eucaristia(c. 6), che
sarà realtà nella cena pasquale,così come la risurrezione
di Lazzaro(c. 11) prelude e anticipa il mistero della Ri-
surrezionepasqualeche si manifesteràdi lì a pochi giornr.
ll c. 21 di Giovanni, pur essendoredazionale(ma
non per questo meno ispirato), fiporta un episodio dal
contenuto fortemente ecclesioÌogico:alla ttiplice negazione
di Pieuo Gesù fa seguire la triplice protesta di amore ri-
chiesta uficialmente e la piena riconferma del potere pa-
storare.
Cristocentricaè ancorain Giovanni 1'escatologia.Men-
tre per i sinottici era un'attesaa cui deve tenderetutta la
vita, per Giovanni l"'escaton" è in gran parte realizzato
sin da questavita: essodipendedalla fede e dall'accetta-
zione di Cristo, l'inviato del Padre (cfr. 3,18,36; 8,51,
11,2ó). L'escatonsarà solo il compimentoglorioso di ciò
che già vive in atto nei credenti.Mancanoin Giovanni i
roni apocalittici che coincidono col compimento pieno del
Regnodi Dio.
Salvezzae risutrezione per Giovanni, come per Paolo,
sono associatiall'esperienza umana-divinadi Gesù, primo-
genito tra i morti, che risorgeper assicurarela nostrarisur-
rezione.In Giovanni più volte Gesù promette la risurre-
zionea colorochecredonoe crederannoin Lui (ó.19.40.44
54: 12,48t 17,24).

-l) F-igurae operadi Gesù

a) L'inlanzia

Raccontisull'infanziadi Gesrìsi trovano solo in Mar-


teo e Luca: gli altri Vangeli comincianodalla predicazione
del Battista.Ma anchein Matteo e Luca talí racconrico-

1))
stituisconounità omogenee,abbastanzadistinte - anche
letterariamente- dal resto dei due vangeli,le quali tra'
disconouna composizione più tardiva e un precisointento
teologico: quello di presentareGesù come Messia fin dalla
sua infanzia.
In Matteo il raccontoè'articolato in cinque episodr
pensatie scritti nel genereletterario midrascico:la genea'
logia (si modellobiblico); I'annunciodella nascitadi Gesù
(sul motivo dei sogni e delle apparizioni angelichegià pre-
sente nell'{..T.); l'episodio dei Magi e della persecuzione
di Erode (vedi il precedente della visita della regina dr
Sabaa Salomone;la stessarichiamala profeziadi Balaam;
la stragedegli innocenti è collegataalla profezia di Geremia
su Rama); la luga in Egitto e il ritorno (vedi Mosè che
fugge dalla presenzadel faraone ecc.). Il contenuto è spic-
catamentecristoìogicoe missionario.
In Luca il racconto predilige il tono {amiliare, il ca-
rattere meraviglioso,la composizionesimmetricae sinclo-
nica, i semitismi.Esso si snoda in. quadri simmetrici: le
due annunciazioni;le due nascite; gli episodi paralleli della
circoncisionee dell'adolescenzadi Gesù e del Battista. Lo
schemaè identico in ogni quadro: racconto,dialogo, cantico
finale. Più forte che in Matteo è la preoccupazionestorica
accantoa quella lèttetariae stilistica.Al centro dell'atten-
zione di Luca è la missione del precursore e la partecipa-
zione personaledi Maria al mistero; ma tutto fa capo al
Messia. Il racconto dell'infanzia in Luca ha la funzione
di grande preludio al suo Vangelo, anzi a tutta la sua
opera.

b) Il messaggio

È dato dai contenuto della prima predicazionedi Gesi.r


"del Regno di
in Galilea: la conversionee I'accoglimento
Dio" (o "dei Cieli"). Il "Regno" appate la vera "causa"
di Gesù di Nazaret.

134
Di esso i Vangeli descrivono tre caratterl:

- caraltere escatologico.L'esperienza salvifica del


passato,si traspone come compimento nel presente inau-
gutato da Gesù e dalla sua predicazione: < Beati gli occhi
che vodono ciò che voi vedete...>>,Ma questo compimento
"qui e ora" della storia sino al suo ritorno;
è affidato al

- carattele teologico. Si tratta della Signoria di


< Dio >>(inteso come il < Padre > di Gesù), che, pur nella
sua trascendenzadivina e nella sua gloria intangibile, sr
fa disponibile (immanente) nella più alta possibilità offerta
agli uomini. La <<vicinanza,> di Dio annunciata da Gesir
supera tutti gli asserti veterotestamentari.Per lui Dio è
o Abbà >, Padre in modo unico ed esclusivo; e per coloro
che si aprono al Regno egli è pure Padre tenerissimo,che
sa di che cosa hanno bisogno i suoi figli, più di quanto
essi stessisiano consapevoli;

- caratteresoteliologico.IlRegnodi Dio è l'"Evan-


gelo" (lieta notizia) di Gesù a tutto il genereumano, che
annuncia con la parola e con concreti gesti salvifici l'ora
messianicadella salvezza.Si tratta di una salvezzaintesa
come remissionedei peccati, dunque redenzionedell'uomo
dalla sua più radicale causadi assetvimento;non semplice
emancipazione,ma restituzione alla libettà originaria dei
figli di Dio. Le paraboledella misericotdia descrivonoe pre-
ludono la gioia di questo regno di salvezza.

c) Ii pretesa e il "segreto" nessiLftici

Gesù si presenta come l'evento definitivo del Regno-


signotia di Dio. La sua opera (segni, miracoli) è vista come
I'espressionemassima della salvezzamessianicadel Regno,
perciò egli è il Messia,I'Unto di Dio. I Vangeli presentano
il gradualecresceredi questa coscienzain Gesù e nei suoi,
r15
nonùstanle. per questi.i mtjntentidi tentennamento c pcl-
sino Ci incredulità.
Tuttavia i Vangelipermettonodi riconoscere che Gesu
ha voluto prenderele distanzedall'ideologiamessianica cor-
rentdal suo tempo.Ciò si arguisce,anzitutto,dal fatto chein
nessunluogo Gesù si attribuiscedirettamenteil titolo dr
"Messia",ma ancheda un certosuo atteggiamento che tradi-
"
vienechiamatodel segretomessianico"(: Gesrf
zionalmente
impone normalmente di tacere a chi vorrebbe proclamarlo
Messiae Re o, addirittura, proibisce,in alcuni ambienti e
circostanze,che si divulghi la notizia dei suoi miracoli).
Il suo Regnonon è di questomondo! SeGesù non redargui-
sceanzilodaPietrochepressoCesarea di Filippo lo proclama
o il Messia,il Figlio del Dio vivente,r, nello stessoconte-
sto egli sottolineail suo destinodi passionee di morte. Il
messianismoa cui si appella Gesù è dunque non quello
nazionalisticoe terrenisticodell'attesagiudaica,ma quello
misterioso,intravisto negli ultimi testi profetici sul Servt
so{ferentedi Jahvé.

d) Passione,morte, sepoltura

La sezione che riporta il racconto della passione e


dellamorte di Gesùè nei quattroVangeliquellache rivela il
massimoaccordosui fatti narrati. Essasi presentain modo
evidente come l'espressionedel chirigma cristiano: u Il
Cristo è morto per i nosmi peccati secondo le Scritture,
ed è risortcl secondole Scritture>.
Effettivamente,il riferimentoalle Scrittureè costante
e fondante: la sorte ignominiosadi Cristo non è casuale
ma fa parte del disegnosalvificodi Dio.
Dal punto di vista storico il motivo della condannadi
Gesù è duplice: politico per Pilato (< re dei giudei >), I
religiosoper il Sinedrio(<<distruzionedel tempio ,, cioè,sov-
vertimento della {orma giudaicadella religione; o bestem-
mia >, in quantoGesùproclamadi esserein rapportoperma-
nente con Dio).

136
La morte di Gesri si profila assaipresto nelkr sfonclt,
dei raccontievangelici.Gesù stessone esprimesempreespl
citamente,un presentimentodoloroso ma accolto nella li,
nea del compimentodella sua missione: in Cìiovanni la
rnorte in croceè l'., ora > di Gesir e la sua o esaltazione ,,.
Gli ultimi istanti di Gesùrìn crocesonoscanditida un
cerîo numero di particolari,non perfettamentearmonizzatr
nei quattro Vangeli(l'intonazionedel Salmo22: < Dio mic,
Dio mio, perché mi hai abbandonato? >; l'episodio del
soldatoche offte il refrigerio;le patoledel Salmo 3I: <,Pa-
dre, nelle tue mani affido il mio spirito >; <<Tutto è com-
piuto >; il grido finale; il reclinareil capo).
I Vangeli scandisconoinoltre abbastanzaconcordemen-
te una serie dí fenomeni che accompagnano la tragica morte
di Gesù (le tenebre;il terremoto;il velo del tempio squar-
ciato; i morti che risuscitano;il centurione pagano che
proclamaGesù). Si tratta dei fenomenipropri del linguag-
gio profeticocon cui viene rappresentato nell'A.T. il < gior-
no di Jahvè>, l'inizio cioè dell'eraescatologica, nella quale
si compità il giudizio non più solo sulla basedell'apparte-
nenzaalla nazionegiudaica.

Anche la sepolturadi Gesù rientra nel cherigmapri.


mitivo. I Vangeli ne parlano dettagliatamenreperché, da
un lato, essaconfermala morte di Gesù e, dall'altro, la
tomba rimastavuota sarà il punto di partenzadella costa-
tazionedella sua risurrezione

e) La Risurrezione

Le ultime narrazionidei Vangeli esprimono visibii-


mente il compiacimentoper la inaugurazionedella nuova
vita del Signore,la vita gloriosae il traboccamentodi essa
nei discepolie nella loto mlsslone.
Pirì che semplici ricordi i racconti sul Risorto sono
forme della testimonianzadegli apostoli,che a partire dal

r)l
.. fatto ,, della risurrezione di Gesù ne organizzanola teo'
logia. Questi <(racconti o sogliono essere ripartiti in tle
gruppi, racconti riguardanti il sepolcto uuc'tto; racconti di
apparizionidi Gesù a personeparticolari;raccontidi apP.a-
rizioni di Gesù agli Apostoli.Ló scopodei raccontiè quello
di narrare non il fatto della risurrezionedi Gesù nel suo
svolgimento- questo anzi non si ttova nei Vangeli né
poteva trovarsi - ma Ìe conseguenzedel {atto: il croci
frssoè dauueronuovamentein vita; è stato investito della
potenzadivina come Signoredei vivi e dei morti; dà inizio
alla nuova era escatologica e universale.
La Risurrezioneè presenratadunque comè un avveni-
mento reale, non storico in senso diretto, cioè controlla-
bile con i mezzi dell'esperienza sensibilee costatabile(in
ouesto sensoè storica la costatazionedella tomba vuota e
l;inspiegabilità di questo elemento), ma storica in sensoin-
diretto in quanto cioè le apparizionidel Risorto risultano dal-
la testimonianzadei veggenti così come è stata riprodotta
dalla predicazionedella Chiesa primitiva, criticamente va-
sliata.

4) Gli Atti degli Apostoli

Il libro degliAtrt oecll Apostot-I mosttain chemodo


l'opera di Cristo proseguenella Chiesa da lui fondata.
Come lo stessoautore s. Luca dichiara, questo libro fa
seguitoal Vangeloredattodal medesimo.Il titolo, tuttavia,
non corrisponde esattamenteal contenuto; non si tratta
"atti" ma piuttosto di stotia, e non degli
ef{ettivamentedi
"Apostoli" ma della chiesaprimitiva di Gemsalemmee di
quella antiochena e dei suoi due pirì grandt missionari'
Barnabae Paolo; il secondodi questi due diviene, nella se-
conda metà del libro, il personaggioprincipale.
La data di composizionesi fa risalire a dopo il 70.
L'opera si diffetenzia molto dai Vangeli, sia per forma let-

118
terariasia per il modo di trattare i fatti narrati con chiaro
scopo teologico-cherigmatico.

5) Le lettere apostoliche

Hanno avuto origine occasionalmenteda motivi pasto-


rali. È quindi molto importante per coglierne il messaggio
inserirle nel loro contestovitale. Su alcune lettere I'attribu-
zione a un apostolo è autentica (la maggiot parte delle let-
tere paoline), per altre deve essere precisata di volta in
volta,

a) Lettere paoline

È il gruppo più numeroso.Sono direttamente di Paolo


le due lettereai Trs seroNrcssr, le grandilettereai Gelelrr,
ai ConrNzr(primae seconda), ai RoMANI,le letteredellapri
gioniaai Frlreensr, a FrlnuoNn, agli Errsrnr (con qualche
problemacircala direttaautenticità),ai Corosspsr. Sonopiù
probabilmente di ambiente paolino che direttamente sue
le cosiddette lettere pastorali a Trlrotro (prima e secon-
da) e a Trro.
Gli scritti diretti di Paolo sono i primi del N.T.,
quantomai preziosiquindi per la rícostruzione del cherigma
primitivo e della prima riflessione teologica della Chiesa.
Naturalmenteessi portano l'impronta decisivadella ricca
personalitàcristiana fortemente catafÌerizzatadi Paolo, che
volle definirsi come missionariodei pagani.

b) Lettera agli Ernst

Considerata per lungo tempo paolina, anche se con


dubbi che risalgono all'epoca paristica, oggi è considerata
una omelia o circolare pareneticanata in ambiente giudai-

t)9
co-cristianotra il 70 e il 90. Il suo argomentodi iirndo -
cristologico,con riflessioni spessodecisivesulla interpre-
tazione sacerdotaledella sua personae missione.

c) Lettera (."cattolica"\ /l Grecovo


"cattoliche" dato alle restanti lettere
L'appellativodi
risulta, esteriormente,dal fatto che essenon sono esplict-
tamente indftizzate ad alcuna comunità in particalare. Si
tratta comunque di appellativo improprio e quindi soÌo
convenzionale.Di fatto le lettere hanno propri destinatari
particolari, anche se non sempre identificabili. La lettera
di Giacomo è di ambientegiudeo-cristiano e si rivolge ai
giudei della diasporaconvertiti al cristianesimo.Ha conte-
nuto vario di tipo sapienziale(50-60).

d) Lettere di Pietro

La Pnnra,rLETTERAor Prntno è inditizzata da Roma a


un gruppo di Chiese dell'Asia Minore. Non è di pugno
di Pietro ma redatta in sua vece da Sila, già compagno
di Paolo. Contiene fondamentalmenteuna catechesibat-
tesimale.
La Srcoton LETTERA DI PTETRo è pseudonoma;rivela
una situazionegià lontana dall'epoca dell'apostolo (oltre il
90), simile a quella della lettera di Giuda.

e) Lettera di Gwot

L'autote si presenta come fratello di Giacomo, a sua


volta fratello del Signore. Proviene dallo stessoambiente
di quello, ma ha uno scopo molto più modesto: mettere in
guardiacontro i falsi dottori. Cita alcuni apocrifi dell'4.T.
Gli Apostolí vi appaiono come personaggi già lontani
nel tempo

140
f) Ixttere /r GrovAr.rNl
Il Giovanni autore di queste ultime tre lettere è lo
stessoa cui è attribuito il IV Vangelo.La Prima è in stretto
accordo con le tematiche e il linguaggio del Vangelo di
Gíovanni: è una splendidatestimonianza della coscienza di
una chiesaprimitiva di essereportatrice della comunione
apostolicanel suo contenutotrinitario-agapico.
Anche la Secondaletteta di Giovanni è incentrata sul
tema dell'amorecristiano.
La Terza è appenaun biglietto di felicitazione a un di-
letto discepolo.

6 ) L'Apocalisse
È I'ultimo libro della Bibbia e uno dei più dificili. Ii
titolo significa"Rivelazione"e appartieneal generelettera-
rio apocalittico,già visto nell'4.T.
Attraversovisioni e immagini, spessotratte dal culto
liturgico,e allusionia fatti emblematicidell'4.T., il veggen-
te illustra il dramma degli ultimi avvenimentìche segne-
ranno la fine di questo mondo e l'inaugurazionedel regno
eterno di Cristo, chiamatonormalmente"l'Agnello".
Scopodello scritto è interpretareI'ansiaparusiacadel-
la comunitàcristiana,rincuorarecoloro che soffronoper il
nome cristiano,recareun timore salutareai tentennantie
agli sviati, prepararela Chiesa-sposa all'incontro con Cri-
sro-sPoso.
L'autore si presenta come Giovanni. Si ha qualche
dubbio se si tratti dell'Evangelistao di un suo discepolo.
Data di composizione: la fine del I secolo.

Pen I'eppnoroNDIMENToPERsoNALE
R. Fer-srNr,lniziazionealla Bibbia, Vita e Pensiero,
Milano 1978.
AA. W., Il messaggio L.D.C., Torino:
della saluezza,
il vol. L

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