In questo numero
Anno 2 numero 1 Gennaio - Febbraio 2011
Ketoret, “Poiché, ecco, l’inverno è passato, il tempo delle piogge è finito, se n’è andato;
l’incenso i fiori spuntano sulla terra, il tempo del canto è giunto
Studi di e la voce della tortora si fa udire nella nostra campagna”
etimologia Cantico dei Cantici 2:11-12
Kugelfresser
I paramenti
sacerdotali
Dalla Redazione
Martedì 7 e Mercoledì 29dicembre alle ore 21,00 ho tenuto due audio conferenza su Skype con tema “Il
tabernacolo nel deserto: riti, simboli e insegnamenti per noi oggi”.
In futuro terrò altre audio conferenze e sono invitati tutti gli studenti di ebraico biblico e i lettori di questa
rivista. La prossima conferenza sarà il 15 febbraio 2011.
Potete trovare un calendario 2011 sul sito www.lavocedellatortora.it e sulla pagina di Facebook all’indirizzo
http://www.facebook.com/pages/Corso-di-Ebraico-Biblico/321098118224
Prenotatevi per tempo perché Skype mi permette di ospitare al massimo 10 studenti.
Mi piacerebbe accogliere in questa rivista anche dei vostri studi o
considerazioni, in una rubrica dedicata a voi. Attendo quindi i vostri articoli.
Roberto e un giovane studente Ho notato un denominatore comune in coloro che stanno studiando
della Yeshivà Chabad di Venezia.
l’ebraico con me e in altre persone che hanno questa passione. Tutti mi
Il Casato di Giuseppe e il Casato
di Giuda si abbracciano. dicono che sono affascinati da questa lingua, direi addirittura fatalmente
attratti ..… come mè che mi considero invaghito così come ci si può
invaghire di una bella donna.
Mi ricordo una volta che lessi una frase della Bibbia in ebraico e da allora
non ho mai smesso di scavare nell’ebraismo per cercare perle di conoscenza. Tutto ciò che riguarda l’ebraismo
mi attira, siano essi libri, quadri, immagini e non riesco a spiegarmelo perché appare priva di logica, a meno che
questa non sia la risposta ad una chiamata, ad un ritorno, a meno che non sia la voce dei miei geni, di quegli
stessi geni che appartennero ai miei padri e che mi hanno consegnato e in questo i miei antenati, di probabile
origine ebraica sefardita, rivivono così in mè.
Possiamo vedere questo come una profezia degli ultimi giorni che noi mormoni conosciamo molto bene che
possiamo chiamare “lo spirito di Elia” ed è contenuta nel libro di Malachia cap. 4;
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Qol Hator – La Voce della Tortora
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Noi sappiamo che siamo reinnestati nell’albero naturale di Israele, dopo che come rami naturali fummo recisi e
portati nelle regioni lontane della vigna e innestati nell’olivo selvatico, i Gentili, per conservarne l’identità e ora
mediante questo nuovo innesto, l’Alleanza Abrahamica ritorniamo nell’albero naturale e porteremo frutto.
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Yonàti, mia colomba , è uno dei nomi con cui Dio chiama affettuosamente Israele. Noi siamo colombe che
stanno ritornando a casa; da sempre il ritorno delle colombe dal mare verso la terra ferma è il segnale e
l’annuncio dell’arrivo della tempesta che si scatenerà a breve….. pertanto …..prepariamo la via del Signore e
raddrizziamo i suoi sentieri, poiché l’ora della Sua venuta è prossima”. DeA 133:17
Il ketoret del tempio era miscelato con 10 sostanze odorose profumate e 1 maleodorante, la cui presenza nella
miscela serviva ad esaltare le altre 10 rendendo il profumo irresistibile oltre che ad elevarsi verso qualcosa di
positivo. L’esatta composizione e miscela di questi aromi è segreta e sarà di nuovo rivelata alla costruzione del
Terzo Tempio.
In qualche modo il profumo è collegato al mondo femminile, alla capacità di percepire il pericolo o le cose
nascoste che le contraddistingue. Questo è un senso dato a loro per proteggere la prole e che se applicato in
altri campi può essere molto utile. Sono state infatti le matriarche d’Israele e non i patriarchi a dare una svolta
verso il piano di Dio.
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“Mia colomba” è un appellativo affettuoso rivolto alla Sulamita dal pastore innamorato e in Ca 1,15 e 4,1 gli occhi dolci di una ragazza sono paragonati a occhi di
colomba.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Chassidismo
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Qol Hator – La Voce della Tortora
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ogni creatura, data per la sopravvivenza e l’autoaffermazione, possiede dei tratti positivi che se
opportunamente usati possono essere rivolti a scopi sacri, ma sono anche la fonte di tratti negativi e distruttivi.
Quando una persona porta la sua anima animale all’altare del Tempio di Dio e offre ciò che di meglio vi è in lui,
vi è comunque l’emanazione di un cattivo odore, che viene dalla parte bruta, che accompagna questo
processo. L’incenso possiede la qualità unica di sublimare il cattivo odore in una fragranza celeste.
Questo comunque non definisce l’uso dell’incenso. Le parti esterne del Tempio erano suscettibili al cattivo
odore emesso dagli animali che erano offerti, ma nel Santo de Santi nessun animale era offerto. Se gli
indumenti dei Sacerdoti e dei Leviti erano impregnati di cattivo odore a causa dei sacrifici cruenti , questo non
era il caso del Sommo Sacerdote il quale doveva essere puro per entrare nel luogo più puro del Tempio.
Nulla di impuro poteva mai entrare nel Santo dei Santi.
La sublimazione del male è qualcosa che solo l’incenso può raggiungere. La parola incenso, ketoret, significa
“legame”, “placare”. Vediamo l’uso del ketoret nel versetto del Deuteronomio 33:10 dove si chiede di bruciare
il ketoret per placare l’ira di Dio. Come legame è ciò che aiuta a stabilire una affinità spirituale, come
spiegato anche dall’uso della parola vekataret in Genesi 38:28
Lo scopo del Ketoret è quello di rompere la barriera della Giustizia e di portare i desideri incontaminati
dell’uomo di fronte al trono di Dio. Parliamo ovviamente del ketoret spirituale presente in ognuno di noi.
Stiamo parlando della teshuvah che significa pentimento, ritorno alla natura incontaminata iniziale, ritorno alla
perfezione, a quel buon odore iniziale che tutti abbiamo avuto.
La preparazione dell’incenso era una formula segreta rivelata da Dio ed era compito della famiglia levita degli
Avtinas di prepararlo miscelando sapientemente le 11 fragranze odorose che lo componevano. Uomini invidiosi
cercarono di replicare questa formula chiamarono i maestri profumieri dall’Egitto, ma il loro risultato fu un
fallimento. Il fumo non saliva perpendicolare al cielo come quello preparato dalla famiglia Avtinas ma appena si
sollevava si spandeva da tutte le parti. La forza del pentimento sincero è quello di ricondurci direttamente di
fronte al trono di Dio, ma deve essere sincero e non una malriuscita replica. Come anticipato “il profumo del
Ketoret è collegato con il Messia in quanto è colui che grazie alla nostra teshuvà ci riconduce alla purezza
iniziale.
Studi di etimologia:
Ghet,
La lettera di divorzio
L’architettura della scrittura ebraica ha delle interessanti curiosità che ancor di più testimoniano che Dio ne è il
sommo architetto. La struttura delle parole, le lettere, il loro posto nella scrittura contribuisce a dare significato
alle scritture stesse. Vediamo come si comportanto le due consonanti Ghimel e Tet in connessione con la
parola ghet che significa lettera di divorzio.
Questa parola non è una parola biblica ma è usata nel Talmud per indicare appunto una lettera con cui si
sanciva un divorzio (Meleches Shlomo). La ghematria di questa parola è 12 (9+3). Questa lettera di divorzio
doveva essere scritta su 12 righe, 12 è il numero della testimonianza. Il Gaon di vilna fece notare che nella
Bibbia, la Ghimel e la Tet non appaiono mai una vicina all’altra, anche alla fine e all’inizio di due parole
consecutive. Esse sono sempre separate e da qui il nome perfetto per un atto di divorzio.
Nel pensiero cabalistico la Tet rappresenta il serpente e la ragione che non può apparire vicino alla Ghimel , è
che questa rappresenta gemilut chessed, gli atti di carità. Un’altra spiegazione è che il serpente venne cacciato
sulla terra, la ghimel (Ghilgal significa muoversi in cerchio, ruotare, ….il movimento della terra).
Parlando di Terra, di Mondi, nel Libro di Abrahamo, nella Perla di Gran Prezzo, leggiamo di una conversazione
fra Abrahamo e Dio durante la quale ad Abrahamo venne mostrato il cosmo e i pianeti dell’universo. Dio nel
dire che non vi è fine alle Sue creazioni usa una parola ebraico/egiziana e le chiama Gnolaum che significa
appunto “eterne”. Per comprendere meglio questa parola possiamo usare la tecnica del Notarikon, cioè lo
studio separato di ogni singola consonante.
42 E ancora, in verità vi dico: egli ha dato una legge a tutte le cose, mediante la
quale esse si muovono in base al loro tempo e alle loro stagioni.
43 E i loro corsi sono fissati , ossia i corsi dei cieli e della terra, che
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La Collina di Cumorah, collina della luce nascente
Il nome Collina di Cumorah in ebraico si traduce Ramah Qum’Orah e significa: “La collina della luce
nascente/crescente”.
Ramah=Collina, Ram significa elevato grande come in
Avraham, Grande Padre
Orah = Luce
Ramah Qum’Orah è il luogo dove le tavole del Sefer Mormon, Libro di Mormon, vennero scoperte da Joseph
Smith per portare la luce della restaurazione al mondo.
Questo è il luogo dove l’antico profeta Moroni apparve per portare la parola di Gesù Cristo la vera Luce del
mondo. Sepolti Ramah Qum’Orah in vi sono altri libri che getteranno maggiore luce spirituale.
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http://it.mormonwiki.com/Monte_Cumorah
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Qol Hator – La Voce della Tortora
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La medesima radice, QMR, la ritroviamo nella parola Qumran, dove vennero ritrovati i rotoli del Mar Morto,
che hanno, anche essi, gettato maggior luce sugli insegnamenti della Torah.
Molto tempo fa una cittadina ebraica ebbe bisogno di un nuovo rabbino. Il Consiglio riflettè a lungo sul da farsi
e alla fine decise di invitare Reb Yehouda dal villaggio vicino. Reb Yehouda era un rabbino molto giovane ma
molto saggio ed era stato tra i primi della yeshiva.
Avrebbero voluto maritarlo alla fanciulla più bella e più ricca della comunità, ma lui preferì un matrimonio
d'amore con una ragazza semplice, gentile e modesta.
La coppia era povera ma la giovane sposa non se ne lamentava. Questo era l'uomo a cui venne proposto di
sostituire il vecchio rabbino morto: egli accettò con gioia di passare lo shabbat con la nuova comunità al fine di
conoscersi meglio.
Il sermone che pronunciò venerdì sera in sinagoga, fu esemplare e, secondo i fedeli più eruditi, ineguagliabile:
ogni parola era una perla e anche i silenzi erano d'oro. Sarebbe stato un grande onore per tutti loro avere un
rabbino così dotato.
Il presidente della comunità invitò a casa propria per cena l'ospite d'onore.
Il Kugel era straordinario. Chi non l'ha mai visto, non può sapere cosa sia un Kugel e descriverlo è
difficile: era come la Cupola d'Oro del Sacro Tempio, una gloriosa corona di regalità, un vero e proprio sole! Le
parole non bastano ad esprimere il sontuoso aspetto di questo Kugel memorabile, bisognava vederlo… L'ospite
lo assaggiò.
Un uomo educato, di solito, prende una porzione che tenga conto degli altri ospiti, invece il giovane rabbino,
tra la sorpresa generale, attirò verso di sé l'intero piatto e, con gli occhi che brillavano, cominciò a mangiarselo
avidamente.
Dove erano finite l'educazione e la discrezione che tutti avevano lodato poco prima?
In breve divorò tutto il kugel e agli altri invitati non rimasero neanche le briciole.
L'intenzione di assumere Reb Yehouda come nuovo rabbino svanì rapidamente e, al suo posto, cominciò a
circolare il soprannome di .kugelfresser (divoratore di kugel).
Gli anni passarono nella povertà e nell'anonimato. Il rabbino consacrava tutto il suo tempo e tutte le sue forze
allo studio della Torah sondandone gli infiniti segreti nascosti, ma nessuno sembrava interessato alla sua
saggezza né alle sue vaste conoscenze: per tutti, lui era ormai solo e unicamente il "kugelfresser”.
Passarono gli anni e la vita di Reb Yehouda giunse al termine, così gli angeli della morte annunciavano a Dio il
suo arrivo nel regno dei cieli.
L'anima del pover'uomo ne fu profondamente scossa: quel soprannome ridicolo che aveva intaccato e distrutto
la sua vita, lo perseguitava anche lì.
Tutte le azioni del kugelfresser vennero messe sul piatto della bilancia; da una parte, le cattive azioni - ce n’era
qualcuna, dopotutto il rabbino era pur sempre un essere umano e dall’altra quelle buone.
Il piatto cominciò a scendere, a scendere, a scendere…. Fu poi portato il libro su cui è scritta, con lettere di
fuoco, tutta la nostra vita, dal primo vagito all'ultimo sussulto e dove era scritta anche la ragione dell'umiliante
soprannome di kugelfresser.
Incredibile! Aveva subito sberleffi e umiliazioni solo a causa di un profondo atto di bontà!
Il famoso kugel, servito la famosa sera, non aveva un meraviglioso gusto di vaniglia e cannella, ma un
disgustoso sapore di petrolio e questo lui non lo aveva mai rivelato a nessuno.
Se quella sera lo avesse fatto notare, la cuoca, che era una povera vedova con una numerosa famiglia a carico,
avrebbe perso il posto e con esso la sua unica fonte di sussistenza, ma grazie al rabbino, il suo errore rimase un
segreto per tutti….anche per se stessa.
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Kugel (Yiddish: קוגלkugl o קוגעל,) è un tipico dolce di origine askenazita (germanica)
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Qol Hator – La Voce della Tortora
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Esodo 28:2
A tuo fratello Aaronne farai dei paramenti sacri, in segno di dignità e di gloria.
Cappello/Copricapo Nelle scritture gli uomini sono spesso descritti con copricapo o speciali cappelli,
come la mitra, particolarmente in associazione con il servizio del Tempio.
Questi copricapo rappresentano l’autorità, il potere e la saggezza.
Anticamente solamente i nobili e le persone libere si coprivano il capo.
La corona allude ad un potere ed a una autorità futura. Il copricapo indossato dai sacerdot
lavoravano nel tabernacolo del Tempio erano di lino bianco e piatto in cima.
Cintura Un simbolo per l’uso della verità e per non essere vinto dalle tentazioni e dalle
trappole associate con l’immodestia e l’immoralità.
Elmo della salvezza Il simbolo dell’importanza di controllare e limitare ciò che entra nel nostro cuore, nel nostr
nella nostra mente. Figurativamente l’elmo suggerisce che otterremo la salvezza
solo se proteggeremo i nostri occhi, la nostra mente, orecchie, e la nostra bocca
da ciò che è proibito da Dio.
Grembiule Certamente il più famigliare e significativo grembiule della storia è quello che
troviamo in Genesi 3:7 dove vediamo che Adamo ed Eva dopo essersi accorti di
essere nudi cucirono per loro delle foglie di fico per farsi dei grembiuli.
Nell’antichità sia il fico che il grembiule simboleggiavano la fertilità e la
riproduzione.
In una antica usanza semitica i bambini generalmente indossavano una camicia
lunga o un mantello, ma quando raggiungevano la maturità sessuale indossavano un grem
fascia che cingeva i loro lombi/reni. Indossare un grembiule significava avere
raggiunto l’età adulta. Fu solo dopo la Caduta che Adamo ed Eva erano in grado
di moltiplicarsi e riempire la terra come loro comandato da Dio (Mosè 5:11).
Il segno di ciò fu appunto l’indossare un simbolico grembiule.
In antichità il grembiule significava Sacerdozio e lavoro ed era per questo che il
Sommo Sacerdote nel Tabernacolo indossava un grembiule
Indumento Un emblema della gloria che Dio, Cristo e tutti gli esseri celesti possiedono.
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Velo I maggiori significati del velo sono; castità, virtù e modestia; sottomissione,
obbedienza.
NON FOTOCOPIARE
NON DISTRIBUIRE
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