Ancora oggi ci domandiamo come sia possibile, con tutti i problemi che
affliggono la nostra Chiesa (e anche il mondo intero) continuiamo a preoccuparci
di ceremonie e di riti, di formule e di ruoli liturgici.
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Papa Francesco, Desiderio desideravi 62, Editrice Vaticana, 2022.
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«Santi Segni» ci introducono umilmente ma efficacemente nel mistero della
nostra salvezza.
DESIDERIO DESIDERAVI
29 / 06 / 2022
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Ibid 25
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La prima cosa che spicca è che Papa Francesco usa la forma di una
Lettera apostolica e che lo ha già fatto 82 volte. Papa Francesco preferisce
rivolgersi direttamente al popolo di Dio. Se le sue posizioni ufficiali sono Lettere
apostoliche, altre questioni più informali sono accompagnate da Lettere
indirizzate direttamente al popolo.
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Al numero 61 della Lettera apostolica, il Papa scrive che “siamo
chiamati continuamente a riscoprire la ricchezza dei principi generali esposti
nei primi numeri della Sacrosanctum Concilium comprendendo l’intimo legame
tra la prima delle Costituzioni conciliari e tutte le altre”.
PROGRAMMA
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A. Pedagogia dell’Anno Liturgico
B. L’Avvento
Viene il Signore andiamogli incontro
Vigilanti nella preghiera esultanti nella lode
C. Natale
D. Il tempo “Per Annum”
E. Quaresima
F. Triduo Pasquale
G. Pasqua
H. Nell’attesa della Venuta del Signore
I. La Madonna e i Santi
3.- La Chiesa che prega nel tempo. La liturgia delle ore
A. I Salmi preghiera cristiana
B. Elementi della liturgia delle ore
C. Recitare o celebrare?
D. Comprendere, amare, gustare il Divino Ufficio
E. Le diverse ore
EUOUAE
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Spirito Santo, è anche vero che Cristo «è presente in modo speciale nelle
azioni liturgiche»3.
Una presenza che non sarà da intendere come sostitutiva, ma come
associativa: Cristo non si sostituisce all’uomo (Chiesa), ma lo associa a sé
nel culto di adorazione reso al Padre e nell’opera della salvezza che il Padre
gli ha affidato; non volendo salvare il mondo da solo, Cristo, in quest’opera
cosi grande associa sempre a sé la Chiesa, che è il prolungamento e la
presenza di lui nel tempo.
Occorre dunque per capire e vivere la liturgia mettere bene a fuoco
questa verità della Presenza di Cristo nella liturgia, anzi, come dice il
Concilio, della “molteplice presenza di Cristo”.
La molteplice presenza di Cristo.
Il riferimento è al numero 7 della Sacrosanctum Concilium:
Per realizzare un'opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo
speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro,
essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei
sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al
punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui
che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e
loda, lui che ha promesso:
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18,20).
Effettivamente per il compimento di quest'opera così grande, con la quale viene resa a Dio una
gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa
amatissima, la quale l'invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all'eterno Padre.
Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo.
In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio
a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè
dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e
del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne
uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.
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Rinnovamento liturgico in Italia, nota pastorale a Cinquant’anni dalla costituzione “Sacrosanctum
Concilium”.
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Il vertice della molteplice presenza del Signore nella celebrazione liturgica
è quella sacramentale, che nell’Eucaristia e presenza “Reale” per antonomasia.
Tutti i Sacramenti però sono “gesti del Signore risorto” che incarnano in modo
misterioso ma reale la sua presenza salvifica.
Papa Francesco nella sua ultima lettera Apostolica Desiderio Desideravi,
ci invita a riscoprire ogni giorno il senso teologico della presenza di Cristo
Salvatore:
Dobbiamo però fare attenzione: perché l’antidoto della Liturgia sia efficace ci viene
chiesto di riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana. Mi
riferisco ancora una volta al suo senso teologico, come il n. 7 della Sacrosanctum Concilium
ha mirabilmente descritto: la Liturgia è il sacerdozio di Cristo a noi rivelato e donato nella sua
Pasqua, reso oggi presente e attivo attraverso segni sensibili (acqua, olio, pane, vino, gesti,
parole) perché lo Spirito, immergendoci nel mistero pasquale, trasformi tutta la nostra vita
conformandoci sempre più a Cristo.
La continua riscoperta della bellezza della Liturgia non è la ricerca di un estetismo
rituale che si compiace solo nella cura della formalità esteriore di un rito o si appaga di una
scrupolosa osservanza rubricale. Ovviamente questa affermazione non vuole in nessun modo
approvare l’atteggiamento opposto che confonde la semplicità con una sciatta banalità,
l’essenzialità con una ignorante superficialità, la concretezza dell’agire rituale con un
esasperato funzionalismo pratico.4
Cosi tutte le volte che partecipiamo alla liturgia, occorre che risvegliamo
la coscienza di fede che il Signore è presente in modo specialissimo. Certo, Egli
è presente anche in altri gesti della Chiesa e in ogni evento della Storia. Nella
Chiesa che esercita l’opera di misericordia e nei poveri verso i quali tali opere
sono esercitate; nella Chiesa che predica e fa la Catechesi ai vicini e ai lontani;
nella Chiesa che regge e governa il Popolo di Dio e, soprattutto, che prega e
celebra i Sacramenti del Signore.5
Dio è con noi, dunque, non siamo soli. L’eterno è entrato nel tempo e lo ha
reso sacro. Egli ci incontra nei “Santi Segni” della creazione, della storia, della
liturgia. Noi incontriamo Lui nella mia risposta di fede.
2.- Tre definizioni di Liturgia.
Parlando di Storia della Salvezza come Memoria – Attuazione – Profezia
delle meraviglie di Dio siamo già arrivati ad una prima definizione di Liturgia
Cristina.
Non ci basta più una definizione esteriore e giuridica, secondo la quale le
azioni liturgiche sono azioni sacre, che per istituzione di Gesù Cristo o della
Chiesa e in loro nome, vengono compiute da persone a ciò legittimamente
deputate e in conformità ai libri liturgici approvati.
Ci interessa invece di più una definizione teologica “Misterica” della
liturgia. Attingendo dal magistero del Vaticano II tentiamo di dare qualche
definizione che completano a vicenda.
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Francesco. Desiderio Desideravi, n. 21-22
5
San Paolo VI, Mysterium Fidei, Carta Enciclica
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a) La liturgia, vitalmente intesa, è l’esercizio del sacerdozio di Cristo,
attraverso il sacerdozio di tutto il popolo di Dio.
Cristo è il sommo ed Eterno sacerdote della nuova Alleanza, è il Sacramento del
nostro incontro con Dio. Nella sua azione sacerdotale compie un duplice ufficio:
loda il Padre e santifica gli uomini. A questa azione sacerdotale di Cristo è
associata la Chiesa popolo sacerdotale, Sacramento generale di salvezza. Al
sacerdozio di Cristo partecipano, in forza del Battesimo tutti i fedeli: è il
sacerdozio comune. All’interno del popolo di Dio alcuni fedeli, mediante la
imposizione delle mani, vengono scelti e ordinati per un particolare ministero
nell’azione liturgica: è il sacerdozio ministeriale
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