Sei sulla pagina 1di 9

LITURGIA

I segni della nostra Salvezza

Ho sentito dire di un giovane religioso: «la liturgia sembra ormai diventata


la quarta persona della Santissima Trinità !!!». Sono passati ormai quasi 60 anni
della Riforma Liturgica.

Lo spirito critico e polemico nei riguardi della liturgia deriva, in molti


casi, dall’ignoranza di ciò che la liturgia e veramente.

1.- Liturgia non è ritualismo

Ancora molti cristiani, e anche sacerdoti, continuano a considerare la


liturgia come «le ceremonie» o anche, «le rubriche», che regolano le ceremonie e
niente più, magari con una nostalgia non velata per le «belle cerimonie» di una
volta, quando si celebrava la Messa, in un certo modo, in latino e addirittura in
Canto Gregoriano… (cose da non disprezzare ma che non sono più essenziali
nella liturgia). La Chiesa del Vaticano II ci ha dato della Liturgia altre e più
profonde prospettive.

Ce l’ha presentata come l’esercizio del sacerdozio di Cristo sotto il velo


dei segni ecclesiali, come «il complesso dei segni del culto santificante di tutto il
popolo di Dio», come Cristo presente e operante nel tempo per mezzo della
Chiesa (cf. SC 7).

Allora non ci si meraviglia più della affermazione conciliare secondo la


quale la Liturgia e Culmen et Fons (fonte e culmine) di tutta la vita cristiana e
dell’azione pastorale della Chiesa (Cf. SC 10).

Ancora oggi ci domandiamo come sia possibile, con tutti i problemi che
affliggono la nostra Chiesa (e anche il mondo intero) continuiamo a preoccuparci
di ceremonie e di riti, di formule e di ruoli liturgici.

Continuiamo a preoccuparci, e il papa Francesco desidera aiutarci a


rivivere lo stupore per la bellezza della verità del celebrare cristiano 1 che nei

1
Papa Francesco, Desiderio desideravi 62, Editrice Vaticana, 2022.

1
«Santi Segni» ci introducono umilmente ma efficacemente nel mistero della
nostra salvezza.

2.- Liturgia “Culmen et Fons”

Nessuna necessità contingente e nessun altro impegno, pur fondamentale e


primario quale l’evangelizzazione, potra mai togliere alla vita liturgica la sua
prerogativa di “culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, di fonte
da cui promana tutta la sua forza. A volte tra i presunti capi di imputazione
contro la riforma liturgica vi è quello di aver eliminato il “senso del mistero” e
contrariamente lo stupore per il mistero pasquale è la meraviglia per il fatto che il
piano salvifico di Dio (Fons) ci è stato rivelato nella Pasqua di Cristo (Cf. Ef 1,3-
14) la cui efficacia continua a raggiungerci (Culmen) nella celebrazione dei
“misteri”, ovvero dei sacramenti2.

E il giovane sacerdote aveva ragione in dire che la liturgia non è la quarta


persona della Santissima Trinità, ma è semplicemente lo strumento che rende
possibile la nostra immersione vitale nel Mistero Trinitario: “Ad Patrem, Per
Christum, in Spiritu Sancto”.

DESIDERIO DESIDERAVI

La formazione liturgica del popolo di Dio

29 / 06 / 2022

La Lettera apostolica numero 83 di Papa Francesco è la risposta del Papa


alla questione della Messa tradizionale. Uscito il 29 giugno e formalmente
firmato a San Giovanni in Laterano perché il Papa ha preferito questa formula
per sottolineare il suo ruolo di Vescovo di Roma, ”Desiderio desideravi” si
compone di 65 paragrafi ed è, in pratica, un piccolo riassunto del pensiero del
Papa. Formalmente si tratta della liturgia. Tuttavia, la lettera ci dice molto di più.

2
Ibid 25

2
La prima cosa che spicca è che Papa Francesco usa la forma di una
Lettera apostolica e che lo ha già fatto 82 volte. Papa Francesco preferisce
rivolgersi direttamente al popolo di Dio. Se le sue posizioni ufficiali sono Lettere
apostoliche, altre questioni più informali sono accompagnate da Lettere
indirizzate direttamente al popolo.

Per Papa Francesco la Lettera apostolica è un metodo di governo ma, la


forma è anche sostanza. E chi vede una mancanza di forma in questa informalità
di Papa Francesco sbaglierebbe.

Papa Francesco vuole comunicare che si rivolge direttamente al popolo


di Dio, senza filtri. Lo testimonia il fatto che la Lettera è in prima persona e non
manca di esprimere il pensiero personale di Papa Francesco. Ci sono, è vero,
molte citazioni, anche dotte, nella lettera. Ma fanno tutti parte del piano di Papa
Francesco per giustificare il suo pensiero. Del resto Papa Francesco costruisce
tesi e non apre dibattiti. Questa Lettera apostolica, infatti, vuole chiudere ogni
discussione.

La seconda cosa riguarda lo stile molto personale della Lettera. Non


che altri Papi non abbiano usato stili personali o non si siano rivolti direttamente,
con toni accorati, ai vescovi e al popolo di Dio.

La Lettera apostolica è senza dubbio meno importante di una


Costituzione apostolica, di un’Enciclica o di un’Esortazione apostolica, ma resta
espressione del magistero del Papa.

Quindi, con Papa Francesco, un punto di vista personale diventa


magistero. Così è successo in altri casi durante questo pontificato. La più famosa
è quella in cui Papa Francesco ha deciso che una Lettera da lui inviata ai vescovi
argentini in merito all’applicazione dell’Esortazione apostolica Amoris
laetitia fosse inserita negli Acta Apostolicae Sedis, i documenti ufficiali della
Santa Sede.

Da qui il terzo fatto a cui prestare attenzione: l’idea di unità di Papa


Francesco.

3
Al numero 61 della Lettera apostolica, il Papa scrive che “siamo
chiamati continuamente a riscoprire la ricchezza dei principi generali esposti
nei primi numeri della Sacrosanctum Concilium comprendendo l’intimo legame
tra la prima delle Costituzioni conciliari e tutte le altre”.

«Per questo motivo – aggiunge il Papa – non possiamo tornare a quella


forma rituale che i Padri conciliari, cum Petro e sub Petro, hanno sentito la
necessità di riformare, approvando, sotto la guida dello Spirito e secondo la loro
coscienza di pastori, i principi da cui è nata la riforma».

Papa Francesco descrive la Traditionis custodes, che ha abolito la


liberalizzazione del rito antico, come un gesto di continuità con le decisioni di
Paolo VI e Giovanni Paolo II. Spiega di averlo scritto «perché la Chiesa possa
elevare, nella varietà delle lingue, una sola e identica preghiera capace di
esprimere la sua unità. Questa unità, come già ho scritto, intendo che sia
ristabilita in tutta la Chiesa di Rito Romano».

In pratica, il Papa impone l’unità con la forza. È esclusivo invece di


essere inclusivo, ed è paradossale, visto che l’intero pontificato è stato descritto
in termini di inclusività.

Non c’è errore: Desiderio desideravi ha anche passaggi affascinanti e


belli sulla formazione dei sacerdoti nella liturgia e sulla stessa liturgia e un invito
puntuale al recupero dei simboli. Eppure Desiderio desideravi è anche un
fantastico tuffo nella mente di Papa Francesco. Fino al prossimo episodio.

PROGRAMMA

1.- Liturgia e Storia della Salvezza


A. Presenza di Cristo
B. Definizione di Liturgia
C. Partecipazione attiva, Diritto – Dovere
D. Il segno dell’Assemblea
 Attori nell’assemblea
 Luogo per l’assemblea
2.- il segno del tempo (L’anno liturgico)

4
A. Pedagogia dell’Anno Liturgico
B. L’Avvento
 Viene il Signore andiamogli incontro
 Vigilanti nella preghiera esultanti nella lode
C. Natale
D. Il tempo “Per Annum”
E. Quaresima
F. Triduo Pasquale
G. Pasqua
H. Nell’attesa della Venuta del Signore
I. La Madonna e i Santi
3.- La Chiesa che prega nel tempo. La liturgia delle ore
A. I Salmi preghiera cristiana
B. Elementi della liturgia delle ore
C. Recitare o celebrare?
D. Comprendere, amare, gustare il Divino Ufficio
E. Le diverse ore

EUOUAE

LITURGIA E STORIA DELLA SALVEZZA


1.- Liturgia presenza di Cristo
Prima di salire al cielo, Gesù ha promesso ai suoi discepoli: «ecco io
sono, sino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Una promessa mantenuta per
chi ha fede.
Presens adest Christus
Cristo è presente in modo speciale nelle azioni liturgiche.
Il primato di dignità e di efficacia deriva alla liturgia dalla
specialissima presenza di Cristo nell’atto liturgico. Se è vero che in ogni
attività pastorale della Chiesa opera Cristo e agisce con la sua potenza lo

5
Spirito Santo, è anche vero che Cristo «è presente in modo speciale nelle
azioni liturgiche»3.
Una presenza che non sarà da intendere come sostitutiva, ma come
associativa: Cristo non si sostituisce all’uomo (Chiesa), ma lo associa a sé
nel culto di adorazione reso al Padre e nell’opera della salvezza che il Padre
gli ha affidato; non volendo salvare il mondo da solo, Cristo, in quest’opera
cosi grande associa sempre a sé la Chiesa, che è il prolungamento e la
presenza di lui nel tempo.
Occorre dunque per capire e vivere la liturgia mettere bene a fuoco
questa verità della Presenza di Cristo nella liturgia, anzi, come dice il
Concilio, della “molteplice presenza di Cristo”.
La molteplice presenza di Cristo.
Il riferimento è al numero 7 della Sacrosanctum Concilium:
Per realizzare un'opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo
speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro,
essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei
sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al
punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui
che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e
loda, lui che ha promesso:
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (Mt 18,20).
Effettivamente per il compimento di quest'opera così grande, con la quale viene resa a Dio una
gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa
amatissima, la quale l'invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto all'eterno Padre.
Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo.
In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio
a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè
dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e
del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne
uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.

Prendiamo come punto concreto di attenzione la Celebrazione


dell’Eucaristia.
L’assemblea che si raduna per la santa Cena, piccola e grande che sia, è il
primo e fondamentale segno della presenza di Cristo. Egli infatti ha detto:
“quando due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo loro”. (Mt 18,20)
Ma non c’è assemblea di Chiesa senza un ministro che la presiede. Tale
ministro (Vescovo, Presbitero, Diacono o Laico) è il segno di Cristo Capo. La
chiesa è Comunità Gerarchica.
Ogni assemblea liturgica è convocata dalla Parola di Dio: è l’assemblea
dei discepoli del Signore. E Cristo è presente nella sua Parola, giacché è Lui che
parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura (SC 7).

3
Rinnovamento liturgico in Italia, nota pastorale a Cinquant’anni dalla costituzione “Sacrosanctum
Concilium”.

6
Il vertice della molteplice presenza del Signore nella celebrazione liturgica
è quella sacramentale, che nell’Eucaristia e presenza “Reale” per antonomasia.
Tutti i Sacramenti però sono “gesti del Signore risorto” che incarnano in modo
misterioso ma reale la sua presenza salvifica.
Papa Francesco nella sua ultima lettera Apostolica Desiderio Desideravi,
ci invita a riscoprire ogni giorno il senso teologico della presenza di Cristo
Salvatore:
Dobbiamo però fare attenzione: perché l’antidoto della Liturgia sia efficace ci viene
chiesto di riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana. Mi
riferisco ancora una volta al suo senso teologico, come il n. 7 della Sacrosanctum Concilium
ha mirabilmente descritto: la Liturgia è il sacerdozio di Cristo a noi rivelato e donato nella sua
Pasqua, reso oggi presente e attivo attraverso segni sensibili (acqua, olio, pane, vino, gesti,
parole) perché lo Spirito, immergendoci nel mistero pasquale, trasformi tutta la nostra vita
conformandoci sempre più a Cristo.
La continua riscoperta della bellezza della Liturgia non è la ricerca di un estetismo
rituale che si compiace solo nella cura della formalità esteriore di un rito o si appaga di una
scrupolosa osservanza rubricale. Ovviamente questa affermazione non vuole in nessun modo
approvare l’atteggiamento opposto che confonde la semplicità con una sciatta banalità,
l’essenzialità con una ignorante superficialità, la concretezza dell’agire rituale con un
esasperato funzionalismo pratico.4
Cosi tutte le volte che partecipiamo alla liturgia, occorre che risvegliamo
la coscienza di fede che il Signore è presente in modo specialissimo. Certo, Egli
è presente anche in altri gesti della Chiesa e in ogni evento della Storia. Nella
Chiesa che esercita l’opera di misericordia e nei poveri verso i quali tali opere
sono esercitate; nella Chiesa che predica e fa la Catechesi ai vicini e ai lontani;
nella Chiesa che regge e governa il Popolo di Dio e, soprattutto, che prega e
celebra i Sacramenti del Signore.5
Dio è con noi, dunque, non siamo soli. L’eterno è entrato nel tempo e lo ha
reso sacro. Egli ci incontra nei “Santi Segni” della creazione, della storia, della
liturgia. Noi incontriamo Lui nella mia risposta di fede.
2.- Tre definizioni di Liturgia.
Parlando di Storia della Salvezza come Memoria – Attuazione – Profezia
delle meraviglie di Dio siamo già arrivati ad una prima definizione di Liturgia
Cristina.
Non ci basta più una definizione esteriore e giuridica, secondo la quale le
azioni liturgiche sono azioni sacre, che per istituzione di Gesù Cristo o della
Chiesa e in loro nome, vengono compiute da persone a ciò legittimamente
deputate e in conformità ai libri liturgici approvati.
Ci interessa invece di più una definizione teologica “Misterica” della
liturgia. Attingendo dal magistero del Vaticano II tentiamo di dare qualche
definizione che completano a vicenda.

4
Francesco. Desiderio Desideravi, n. 21-22
5
San Paolo VI, Mysterium Fidei, Carta Enciclica

7
a) La liturgia, vitalmente intesa, è l’esercizio del sacerdozio di Cristo,
attraverso il sacerdozio di tutto il popolo di Dio.
Cristo è il sommo ed Eterno sacerdote della nuova Alleanza, è il Sacramento del
nostro incontro con Dio. Nella sua azione sacerdotale compie un duplice ufficio:
loda il Padre e santifica gli uomini. A questa azione sacerdotale di Cristo è
associata la Chiesa popolo sacerdotale, Sacramento generale di salvezza. Al
sacerdozio di Cristo partecipano, in forza del Battesimo tutti i fedeli: è il
sacerdozio comune. All’interno del popolo di Dio alcuni fedeli, mediante la
imposizione delle mani, vengono scelti e ordinati per un particolare ministero
nell’azione liturgica: è il sacerdozio ministeriale

b) La liturgia è il complesso dei segni sensibili ed efficaci del culto


santificante della Chiesa.
Caro, cardo salutis : riconosciamo i segni sensibili come segni nel Mistero
cristiano. Ogni segno liturgico possiede una triplice dimensione:
 Rimemorativa (Recolitur memoria Passionis / si rievoca la memoria
della Passione);
 Dimostrativa (mens impletur gratia – la mente è piena di grazia)
 Profetica (Futurae glorie nobis pignus datur – ci viene dato un pegno
della gloria futura)
Il segno liturgico è memoria – presenzia – attesa della salvezza cristiana.
Tutto nella liturgia è “segno”: le persone, le parole, il tempo, lo spazio, le cose, i
suoni, i colori, ecc.
Ed ogni segno, a suo modo, produce ciò che significa. Al limite se non
significa nulla, non produce nulla. Di qui la ricerca della del significato nella
simbologia liturgica.

c) La liturgia è il culto santificante della Chiesa.


È necessario insistere su questa definizione per sottolineare ancora la
duplice dimensione della liturgia: Ascendente (culto) e discendente
(santificazione).
Ogni azione liturgica è indissolubile atto di culto e segno efficace di
salvezza. Alcune azioni liturgiche sottolineano di più l’aspetto cultuale (liturgia
delle ore), altre l’aspetto soteriologico (sacramenti).

EUOUAE

8
9

Potrebbero piacerti anche