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PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB.

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Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

SECONDO TEMA

DOCUMENTI A CARATTERE LITURGICO-CANONICO

1. La Didaché

Bibliografia: W. RORDORF- A., TUILLIER, La doctrine des douzes apôtres, S.C. 248,
Paris 1978.

Entriamo adesso nei cosiddetti Padri Apostolici1. La denominazione Padri Apostolici


risale a Giovanni Battista Cotelier, il quale nel 1672 pubblicò a Parigi la prima edizione di
quei Padri che egli riteneva essere fioriti al tempo degli Apostoli, cioè Barnaba, Clemente
Romano, Erma, Ignazio d’Antiochia, Policarpo di Smirne. Nel 1765 il Gallandi,
ripubblicando a Venezia I Padri Apostolici del Cotelier, vi aggiungeva Papia di Gerapoli e
la Lettera a Diogneto.

Nel 1883 Filoteo Bryennios pubblicò la Didaché, da lui scoperta un decennio prima
in un codice greco di Costantinopoli. Per la sua antichità la Didaché fu posta a capo della
raccolta dei Padri Apostolici.

Dunque, con il nome di Padri Apostolici viene designato un gruppo di scrittori e di


scritti, che appartengono alla seconda metà del I secolo o alla prima metà del II. Per la loro
antichità ed importanza, essi seguono immediatamente i Vangeli e gli altri scritti canonici
del Nuovo Testamento ed aprono la letteratura cristiana non ispirata.
Lo studio esauriente di Jean-Paul Audet, La Didaché, Instructions des Apôtres, Paris,
1958, commenta: “Una raccolta d’istruzioni e di usanze della Chiesa primitiva, fatta da
uno di quei ministri itineranti del Vangelo”, di cui si parla nella Didaché2 stessa. La sua
composizione risalirebbe all’epoca in cui furono composti i Vangeli e le Lettere di Paolo, tra
il 50-70. Gli altri studiosi, prima dell’Audet, ponevano diversamente la composizione della
Didaché tra il 50-150. Oggi generalmente si propende per gli ultimi decenni del primo
secolo.
Il luogo di composizione sembra la Siria e più precisamente Antiochia. L’autore è un
cristiano proveniente dal giudaismo. In merito alla sua struttura e ai suoi contenuti, essa è
così disposta:
 Nella prima parte studia le due vie (cc 1-6): Istruzioni morali.

 Nella seconda parte, cc 7-10: Istruzioni liturgiche: il battesimo, il digiuno, la


preghiera e l’Eucaristia.
 Nella terza parte: Istruzioni disciplinari.

1
Gli scritti, che vanno sotto il nome di Padri Apostolici, sono, dunque, il riflesso della predicazione degli
Apostoli, prezioso completamento del kérygma fissato negli scritti canonici. Sono, inoltre, la più antica
testimonianza dell’attuazione del messaggio di Gesù nella vita cristiana, nella formazione del dogma, nella
dottrina e nella prassi morale, nella liturgia, nell’organizzazione e nella disciplina ecclesiastica.
2
Questo importante scritto godette di grande notorietà (è presente nella Lettera di Barnaba nel Pastore
d’Erma, ne fa uso Clemente Alessandrino, ecc.), tanto che verso la fine del III secolo i suoi primi quattro
capitoli vengono introdotti nei Canoni ecclesiastici dei santi Apostoli (vedi la Costituzione Apostolica
Egiziana). Nella seconda metà del IV secolo o al principio del V sec., fu incorporata nelle Costituzioni
Apostoliche. Fusa, poi, in vaste compilazioni, la Didaché perdette la sua notorietà. Dopo il XII si perderanno le
sue tracce.
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Ci interessa la seconda parte. Il suo genere letterario è una collezione di precetti


morali, di istruzioni sull’organizzazione della comunità e di regolamenti riguardanti le
funzioni liturgiche in Antiochia, verso la fine del I secolo. Viene definito un manuale
catechetico, liturgico e disciplinare. E’ importante, dunque, notare che si tratta di una
compilazione di documenti di origine diversa.

Testo e Commento sul testo e struttura dell’azione liturgica :


7,1 7,1 Intorno al battesimo, battezzate in
 questo modo: Dopo aver premesso tutte
 queste cose, battezzate nel nome del
 Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
 nell’acqua viva.

 “Dopo aver premesso tutte queste cose” (altra traduzione: “dopo aver insegnato
tutto ciò che precede” - traduzione di Benoit e Rordorf). Si intendono tutte le
cose dette prima sulle due vie, il che costituisce un tipo di catechesi remota per il
battesimo. Troviamo qui una chiara allusione ad un periodo detto del
catecumenato, anche se questo termine non appare ancora chiaramente, durante il
quale avveniva l’ammaestramento o la catechesi delle persone desiderose di
diventare membri della Chiesa. Questa prescrizione insinua la fase preparatoria
per il conferimento del sacramento cristiano, mostrando che il battesimo può
essere amministrato solo dopo un’accurata catechesi.
 La formula trinitaria e la formula cristologica che si trova nello stesso autore
(
) sono la formula trinitaria di Mt 28,19. A tale riguardo si deve ricordare che nel
capitolo 9,5 c’è anche la formula nel nome di Gesù (coloro che sono stati
battezzati nel nome del Signore) ispirandosi alla dottrina di At 8,16; 10, 48; 19,5.
Dunque, troviamo già le due formule che nella prima tradizione non si
oppongono, ma hanno un unico riferimento alla formula matteana, che via via
sarà la formula sacramentale. Secondo Audet (pp. 361-365), con queste due
formule possiamo fare un’analogia con altre due: il Vangelo di Dio o il Vangelo
di Gesù Cristo. Fanno parte dello stessa kerygma. Le due formule non si oppongono.

7,2 7,2 Se non avessi acqua viva, immergi


 in altra acqua; se non puoi nella fredda,
 immergi nella calda.
7,3 7,3 Se non avessi abbastanza né
 dell’una né dell’altra, versa sul capo tre
 volte in nome del Padre, del Figlio e
 dello Spirito Santo.
 In questo passo, troviamo ormai una distinzione dai bagni rituali giudaici o di
altre religioni, perché è riportato l’ordine di battezzare nel nome della Trinità:
“nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (7,1- 7,3). Questo è
l’elemento dottrinale più importante di questo passo della Didaché. Il merito
della teologia battesimale consiste nella esplicitazione delle Tre Persone divine
della Trinità; per due volte, infatti, è prescritto che bisogna amministrare questo
sacramento nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Si parla di una
triplice immersione che mostra l’inserimento del battezzato nelle singole persone
della Trinità. Possiamo assicurare (come fa Panimole, Il battesimo dei Padri
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apostolici, a pag. 169) l’equivalenza delle due serie di locuzioni battesimali,


anche se l’una mette in risalto la dimensione trinitaria e l’altra quella
cristologica.
 L’elemento fondamentale di questa teologia battesimale è questo inserimento
nella Chiesa. L’elemento dottrinale e spirituale più profondo in tale dimensione
trinitaria del battesimo consiste nell’inserimento del credente nella Famiglia di
Dio e nel suo rapporto esistenziale con le singole persone della Trinità.
 L’uso dell’acqua corrente (7,1). Si tratta di una prescrizione singolare rispetto
all’insegnamento del Nuovo Testamento, perché in questi scritti ispirati non è
reperibile tale precetto, anche se in At 8,36ss. è narrato che Filippo battezzò
l’etiope in un luogo dove c’era l’acqua, con probabile allusione a un ruscello o a
una fonte. Del resto l’autore non si mostra troppo categorico in questo dettaglio,
perché ammette la possibilità di battezzare anche in acqua non corrente (7,2).
Tertulliano dirà che si può usare qualsiasi acqua (De Baptismo, 4). La precisazione
sulla possibilità di battezzare versando un po’ d’acqua sulla testa del catecumeno mostra che di
norma il battesimo era amministrato per immersione e non per abluzione, come lascia intuire Rm
6,3ss.
7.4 7,4 Prima del battesimo digiunino il
 battezzante ed il battezzando e altri se lo
 possono; al battezzando però, ordina che
 digiuni uno o due giorni prima.


 In tutta la Didaché troviamo una forte preparazione per il battesimo: il digiuno. Il


battesimo esige una metanoia e il digiuno ne è il segno (Audet, 367). Chi battezzerà e colui
che dovrà essere battezzato digiunano uno o due giorni (mercoledì e venerdì della Quaresima
romana, che diventeranno giorni di riunione e di sinassi liturgica, dopo la Domenica) prima del
battesimo.
9,5 9,5 Nessuno mangi, né beva della vostra
 eucaristia, al di fuori di quelli che sono
 battezzati nel nome del Signore, poiché al
 riguardo il Signore ha detto: Non date le
 cose sante ai cani.
10.2 10,2 Ti ringraziamo, Padre Santo, per il tuo
 nome santo, che hai fatto abitare nei nostri
 cuori, e per la conoscenza e la fede e
 l’immortalità che hai rivelato a noi per
 mezzo di Gesù tuo Servo; a Te sia gloria nei
 secoli. (Amen).

 C’è anche un preciso rapporto con l’Eucaristia, secondo la Didaché 9,5:


“nessuno mangi, né beva della vostra Eucaristia, se non i battezzati nel nome
del Signore”. Non è lecito a nessuno partecipare all’Eucaristia, se non a quelli
che sono stati battezzati nel nome del Signore; dunque il battesimo è visto in
rapporto con l’Eucaristia che rappresenta il culmine del cammino iniziatico alla
Comunità cristiana. Il mangiare e il bere l’Eucaristia è riservato ai battezzati nel
nome del Signore. C’è, inoltre, da notare che l’espressione, “battezzati nel nome
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del Signore” è un’altra formula cristologica e trinitaria. Andando avanti, il testo


di 10, 2 dice: “Rendiamo grazie a te, Padre Santo, per il tuo santo nome, che hai
fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l’immortalità, che
rivelasti a noi per mezzo di Gesù tuo Servo. A Te la gloria nei secoli”. E’ un testo
interpretato da Willy Rordorf come un’allusione al battesimo, ma – come si può
notare – è anche un frammento della futura anafora eucaristica.

Conclusione. Queste indicazioni sono le più antiche e preziose che conosciamo. Il


testo della Didaché serve come prototipo delle Constitutiones Apostolorum e di altri
documenti canonico-liturgici. Occupa un posto importante tra il Nuovo Testamento e la
tradizione ecclesiastica dei primi secoli: essa è stata considerata come un’opera ispirata non
dalla Chiesa Cattolica, ma da altre tradizioni. Lo stesso Wily Rordorf aggiunge:
«Le manuel catéchétique, liturgique et disciplinaire, qui remonte à la
primitive Église, occupe une place intermédiaire entre le Nouveau Testament et
les Pères apostoliques, et la Tradition ecclesiastique des premiers siècles l’a
parfois considéré comme un ouvrage inspiré» (Rordorf Introduction, p. 11).

2. L’Epistola di Barnaba
Bibliografia: Bosio et alii, I volume; Panimole S., Il battesimo nei Padri Apostolici,
DDEBP, VI, 171-173; P. Prigent, Epitre de Barnabé, S.C. 172, Paris, 1971.

L’Epistola che prende il nome di Barnaba e che le più antiche testimonianze della
tradizione attribuiscono concordemente al compagno di San Paolo, si presenta in realtà
come un breve trattato apologetico-catechetico sotto forma di epistola (v. Schr 172).

Suo autore fu un anonimo didaskalos che scrive in ambiente siro-palestinese nei


primi decenni del II secolo (circa 130 d.c.).
L’Epistola consta di una introduzione, di due parti fondamentali e di due brevi
conclusioni.
Nell’ambito dell’Iniziazione Cristiana, in modo particolare ci interessano: il capitolo
6 ed il capitolo 11, dove più propriamente si trovano il fondamento al discorso stesso del
Battesimo e delle sue prefigurazioni.
Nella prima parte, nei capitoli 5-6, troviamo il titolo: Incarnazione e passione in
relazione al battesimo, mentre il capitolo 11 è introdotto dal titolo: Tipologia dell’acqua,
della croce e del battesimo.
Passiamo, adesso, al testo, al cap. 11:
11.1 11,1 Cerchiamo ora se il Signore si è curato
 di darci qualche preannuncio dell’acqua e
 della croce.

11.2 11.2 Riguardo all’acqua sta scritto a


 proposito di Israele che essi non avrebbero
 ricevuto il battesimo che dà la remissione
 dei peccati, ma che se ne sarebbero istituito
uno di propria iniziativa.

11.3a(2) 11.3a(2) Dice infatti il profeta: «Stupisci o


 cielo, e la terra ne inorridisca grandemente:
 questo popolo ha commesso due, malvagie
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 azioni: hanno abbandonato me, fonte di vita,


 e si sono scavati una cisterna di morte.

 11.3. Forse il mio santo monte il Sinai è una
 roccia deserta? Sarete come gli uccellini che
 si mettono a volare quando vengono
strappati dal nido».
11.4 11.4. Dice ancora il profeta: «Io camminerò
 davanti a te, spianerò i monti, infrangerò le
 porte di bronzo, spezzerò i chiavistelli di
 ferro e ti darò tesori oscuri, nascosti,
 invisibili, affinché essi conoscano che io
 sono il Signore Iddio».
11.5 11.5. E ancora: «Abiterai nella profonda
 caverna di una salda roccia dove non manca
 mai l’acqua: vedrete il re nella gloria, e la
 vostra anima mediterà il timore del
Signore».

11.6a 11.6. In un altro profeta dice ancora: «Chi fa


 così sarà come l’albero piantato lungo i corsi
 delle acque, che a suo tempo darà il suo
 frutto, le sue foglie non cadranno, e tutto
 quel che produce sarà portato a buon fine.

 11.7. Non così gli empi, non così, ma come
 la polvere che il vento scaglia lontano dalla
 faccia della terra. Perciò gli empi non si
 alzeranno nel giudizio, e i peccatori non si
 alzeranno nel consiglio dei giusti, perché il
 Signore conosce la via dei giusti, mentre la
via degli empi sarà annientata».
11.8 11.8. Notate come ha designato insieme
 l’acqua e la croce. Infatti vuol dire questo:
 «Beati quelli che hanno sperato nella croce
 e sono discesi nell’acqua, perché, dice, «a
 suo tempo», cioè allora, darò [loro] la
 ricompensa. Ma per ora dice: «le foglie
 non cadranno». Ciò significa che ogni
 parola che uscirà dalla vostra bocca con
 fede e amore sarà per la conversione e la
 speranza di molti.

11.9 11.9. E un altro profeta dice ancora: «La
 terra di Giacobbe era lodata più di ogni altra
 terra». Vuol dire che glorifica il vaso del suo
 spirito.
11.10 11.10. E poi che cosa dice? «C’era un fiume
 che scorreva da destra e lungo esso
 sorgevano alberi bellissimi: e chi ne
 mangerà vivrà in eterno».
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Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

 11.11. Vuol dire che noi scendiamo


 nell’acqua pieni di peccati e di lordura e ne
 risaliamo fuori portando frutti nel cuore,
 recando nello spirito il timore e la speranza
 in Gesù, «E chi ne mangerà vivrà in eterno»,
 significa: chi sentirà annunciare queste cose
 e crederà, vivrà in eterno.



Il capitolo 11, in effetti, ci presenta un’interessante teologia battesimale, anche se in


polemica con gli Ebrei che non hanno voluto ricevere questo sacramento, benché
nell’Antico Testamento siano reperibili varie sue prefigurazioni con il simbolo dell’acqua.
L’elemento dottrinale più importante di questo capitolo consiste nell’effetto salvifico
del battesimo cristiano, che consiste nella remissione dei peccati, quindi mediante questo
sacramento i credenti ottengono il perdono di tutti i peccati. A tale riguardo, appare
significativa ed importante la presenza dei termini greci di  e  il cui
significato rispettivo è “scendere” e “risalire”. Vuol dire che l’uomo scende nell’acqua pieno
di lordura e di peccati e risale su come nuova creatura, rigenerata alla Vita Eterna. Chi
sentirà annunziare queste cose e crederà, vivrà in eterno. E’ anche importante l’elemento
catechetico battesimale che utilizza le diverse epoche dell’Antico Testamento per descrivere
l’itinerario del catecumenato.
Passando, ora, al capitolo 6, eccone il contenuto:
6.1 6,1. Sul tempo in cui avrà compiuto il
 mandato che dice? e Chi vuole competere
 con me? Si faccia avanti. Chi vuole venire
 in giudizio con me? Si avvicini al servo del
Signore.
 6,2. Guai a voi, perché tutti invecchierete
 come una veste e la tigna vi divorerà. E
 poiché fu posto come dura pietra per
 stritolare, il profeta aggiunge: «Ecco,
 getterò sulle fondamenta di Sion una pietra
 splendida, scelta, una pietra angolare,
pregiata».
 6,3. Che dice poi? «Chi crederà in essa
 vivrà in eterno». Dunque la nostra speranza
 è in una pietra? Non sia mai! Dice così
 perché il Signore ha reso forte la sua carne.
 Dice infatti: e Mi ha reso come una dura
 pietra».
6.4 6,4. Dice ancora il profeta: «La pietra che i
 costruttori hanno rifiutato è diventata pietra
 angolare». E ancora: «Questo è il giorno
 grande e meraviglioso che il Signore ha
 creato».
6.5 6,5. Vi scrivo con maggiore semplicità
 perché comprendiate: io sono l’umile servo
dell’amore che ho per voi.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 34
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

6.6 6,6. Che dice ancora il profeta? «Mi ha


 circondato una turba di malfattori, mi hanno
 attorniato come le api il favo», e: «Hanno
 tirato a sorte la mia tunica».
 6,7. Poiché dunque egli si sarebbe manife-
 stato e avrebbe sofferto nella carne, la
 passione fu rivelata in precedenza. Dice
 ancora il profeta riguardo a Israele: «Guai
 alla loro anima, poiché hanno macchinato
 un malvagio piano contro se stessi dicendo:
 «‘Incateniamo il giusto perché ci è
molesto’».
6.8 6,8. Che dice loro l’altro profeta Mosè?
 «Ecco, questo dice il Signore Iddio:
 ‘Entrate nella terra buona che il Signore
 promise ad Abramo, Isacco e Giacobbe, e
 possedetela in eredità, quella terra, dove
 scorrono latte e miele’».

6.9 6,9. Apprendete cosa dice la conoscenza.


 Dice: sperate in Gesù che si manifesterà
 nella carne. L’uomo infatti è terra che
 soffre, poiché Adamo fu creato dalla faccia
 della terra.

 6,10. Ma che significa: «In una terra buona,
 una terra dove scorrono latte e miele?».
 Benedetto il nostro Signore, fratelli, che ha
 posto in noi la sapienza e l’intelligenza dei
 suoi segreti. Il profeta esprime una parabola
 sul Signore; chi comprenderà se non chi è
 saggio e sapiente ed ama il suo Signore?
6.11 6,11. Infatti, dopo averci rinnovati con la
 remissione dei peccati ha fatto di noi
 un’altra figura, in modo che avessimo
 l’anima di fanciulli, come se ci avesse creati
di nuovo.
6.12 6,12. La Scrittura infatti parla a nostro
 riguardo quando dice al Figlio: «Facciamo
 l’uomo a nostra immagine e somiglianza,
 domini sugli animali della terra, sui volatili
 del cielo e sui pesci del mare». E vedendo
 la nostra bella fattura, il Signore disse:
 «Crescete e moltiplicatevi e riempite la
 terra». Questo disse al figlio.

6.13 6,13. Ora ti mostrerò come parla a noi. Egli
 ha stabilito una seconda creazione negli
 ultimi tempi. Dice il Signore: «Ecco, faccio
 le ultime cose come le prime». Per questo il
 profeta annunciò: «Entrate nella terra dove
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 35
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

 scorrono latte e miele e possedetela».



6.14 6,14. Dunque noi siamo stati creati di
 nuovo, secondo quanto dice in un altro
 profeta: «Ecco, dice il Signore, toglierò a
 questi — cioè a quelli che lo spirito del
 Signore prevedeva — i cuori di pietra, e
 porrò in essi cuori di carne» poiché egli si
 sarebbe manifestato nella carne ed avrebbe
abitato tra noi.
6.15 6,15. Fratelli miei, per il Signore è tempio
 santo l’abitazione del nostro cuore.
6.16 6,16. Infatti il Signore dice ancora: «Dove
 mi presenterò al Signore mio Dio per essere
 glorificato?». Dice: «Ti loderò nell’assem-
 blea dei miei fratelli, inneggerò a te in
 mezzo all’assemblea dei santi». Quindi
 siamo noi quelli che ha introdotto nella
 buona terra.
6.17 6,17. Che cosa significano il latte e il
 miele? Significano che il fanciullo si tiene
 in vita prima col miele e poi con il latte.
 Così anche noi, vivificati dalla fede nella
 promessa e dalla parola, vivremo dominan-
do la terra.
6.18 6,18. Ma prima ha detto: «Crescano, si
 moltiplichino e dominino i pesci». Chi può
 dominare ora gli animali, i pesci o i volatili
 del cielo? Dobbiamo capire che dominare è
 la possibilità di ordinare ed esercitare la
 propria signoria.

6.19 6,19. Se ora ciò non avviene, ci ha detto
 però quando accadrà quando anche noi
 saremo resi perfetti da divenire eredi
 dell’alleanza del Signore.

Nel capitolo 6 si parla anche della rigenerazione spirituale che avviene mediante il
battesimo cristiano; il battesimo è presentato come una nuova creazione e riconduce l’uomo
ad uno stato primitivo e gli fa rivivere la vicenda di Israele: la promessa della terra si
compie nell’Eucaristia del giorno del battesimo, quando al fedele si offrono latte e miele,
simbolo di quel Gesù raffigurato nella terra promessa.

Conclusione: il battezzato come nuova creatura cammina verso l’ultimo giorno e il


regno definitivo. In 6,17 si trova la seguente espressione: «Chi sentirà annunciare queste
cose e crederà, vivrà in eterno». Anche noi vivificati dalla fede nella promessa, vivremo con
il Signore della Terra.
Anche noi vivificati dalla fede nella promessa e dalla Parola vivremo come signori
della terra.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 36
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

3. IL PASTORE D’ERMA

Un altro testo molto significativo che arricchisce la stessa Tradizione della Chiesa è il
Pastore di Erma, annoverato tra i Padri Apostolici: è, in realtà, un’apocalisse apocrifa - c’è
chi parla anche di “romanzo” edificante - che godette nell’antichità di una stima grandissima
e di una notorietà che si potrebbe paragonare a quella dell’Imitazione di Cristo nei tempi
moderni. Sant’Ireneo lo ritiene scrittura sacra. Clemente Alessandrino e Origene lo
considerano anch’essi libro ispirato, quantunque non alla pari dei Vangeli o delle Lettere di
S. Paolo. Anche Tertulliano lo ritenne scrittura sacra. L’Occidente prima del 200 era
favorevole a un’eventuale introduzione di questo scritto nel canone, ma con il Frammento
Muratoriano fu proibito di farne lettura pubblica in Chiesa, perché Erma non era un profeta
né un apostolo. Alla fine del IV secolo S. Girolamo attesta che il Pastore di Erma è letto
pubblicamente in alcune chiese greche, ma presso i Latini è quasi totalmente sconosciuto.
In questo scritto il suo autore ci fornisce delle notizie “autobiografiche”, la cui storicità è
molto dubbia. Il modo in cui parla dell’Arcadia induce a credere che quello sia il suo paese
natale. Allevato nel cristianesimo, fu venduto come schiavo ad una matrona cristiana di
Roma, di nome Rode, la quale gli diede la libertà.
Erma giunse presto alla ricchezza, tanto che occupato negli affari trascurò i suoi figli i
quali si abbandonarono ad ogni sorta di vizio e quando scoppiò la persecuzione, non solo
apostatarono, ma denunciarono alle autorità pagane i genitori. Così tutti i suoi beni furono
confiscati ed Erma si ritrovò ad essere povero, pur avendo ancora qualche podere e dei
servi. Questa disgrazia della vita lo fece diventare un cristiano fervente e il Signore lo
avrebbe incaricato di predicare la penitenza. Da questo contesto scrisse il Pastore di Erma
che presenta uno stile singolare, dovuto al genere apocalittico, e che rivela una cultura
giudaico-cristiana, con elementi ellenistici. Il linguaggio è quello del popolo. Più che un
letterato, Erma è un uomo pratico buon conoscitore degli uomini e ottimo moralista, pieno
di comprensione per l’umana debolezza, e perciò autore di un cristianesimo equilibrato,
lontano da esagerazioni rigoristiche.
Il Pastore di Erma comprende 5 visioni, 12 precetti e 10 similitudini, ma per quanto
riguarda l’Iniziazione Cristiana, appaiono interessanti la Visione 3,3, dove l’autore parla
della salvezza della nostra vita mediante l’acqua, e la Similitudine 9,16, dove parla
espressamente del Battesimo. Eccone i rispettivi testi:

1) Visione 3,3: La salvezza, della nostra vita mediante l’acqua.


11.1 XI(3),1. Avendomi mostrato queste cose,
 voleva allontanarsi. Io a lei: «Signora, quale
 vantaggio ho io nel vedere le cose senza
 conoscere che cosa sono?». Essa mi
 risponde: «Sei un uomo avveduto poiché
 vuoi conoscere quello che concerne la
 torre». «Si, dissi io, per annunziarlo ai
 fratelli i quali più consolati nell’ascoltare le
 cose conosceranno il Signore nella grande
gloria».
 11,2. Ella mi rispose: «Molti le ascol-
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 37
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 teranno, ma nell’udire alcuni gioiranno, altri


 piangeranno. Anche questi, però, se le
 ascolteranno e si pentiranno, godranno.
 Ascolta, dunque, i simboli della torre. Li
 rivelerò tutti, e più non darmi cruccio con le
 rivelazioni che pure hanno un termine.
 Infatti, sono compiute. Ma tu non finirai di
 chiedermi rivelazioni; sei un insaziabile.

 11,3. La torre, che vedi costruire, sono io la
 Chiesa che ti sono apparsa ora e prima.
 Domandami ciò che vuoi riguardo alla torre
 e te lo farò sapere perché tu gioisca con i
 santi».
 11,4. Le dico: «Signora, poiché mi hai
 stimato degno che tutto mi si riveli,
 rivelamelo». Essa mi dice: «Quello che sarà
 necessario ti sia rivelato, ti sarà rivelato.
 Solo che il tuo cuore sia rivolto al Signore e
 non dubitare di ciò che vedi».
 11,5. Le domandai: «Signora, per qual
 motivo la torre viene innalzata sulle
 acque?.. Essa mi rispose: “Te lo dissi già
 che sei curioso” e sollecitato dalla ricerca.
 Ricercando, dunque, trovi il vero. Ascolta
 perché la torre viene costruita sulle acque:
T la nostra vita fu salva e sarà salva mediante
 l’acqua. La torre è stata innalzata con la
 parola del nome onnipotente e glorioso ed è
 retta dalla potenza invisibile e infinita».

2) Similitudine 9,16: Il Battesimo.


93.1 XCIII (16), 1. «Spiegami ancora,
 Signore». «Che vuoi sapere?». « Perché
 avendo questi spiriti, le pietre estratte dal
 fondo furono collocate nella costruzione
 della torre?».

 9,2. «Avevano bisogno, per essere vivifica-
 te, di passare per l’acqua. Non potevano
 entrare altrimenti nel regno di Dio se non
 morivano alla vita precedente.

 9,3. Questi morti presero il sigillo del figlio
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 di Dio ed entrarono nel regno di Dio.


 Infatti, dice, l’uomo prima che porti il nome
 del figlio di Dio è morto. Quando poi
 prende il sigillo, lascia la morte e riprende
 la vita.

 9,4. Il sigillo è l’acqua, <gli uomini>
 discendono morti nell’acqua e risalgono
 vivi. Anche ad essi fu annunziato questo
 sigillo e lo usarono per entrare nel regno di
 Dio».
 9,5. «Perché, Signore, anche le quaranta
 pietre salirono con loro dal fondo, avendo
 già ricevuto il sigillo?». «Perché questi, gli
 apostoli e i maestri che annunziarono il
 nome del figlio di Dio, addormentati nella
 potenza e nella fede del figlio di Dio, lo
 annunziarono anche a quelli che si erano
 addormentati prima, e diedero loro il sigillo
 della predicazione.
 9,6. Con loro discesero nell’acqua e di
 nuovo risalirono. Ma questi discesero vivi e
 risalirono vivi; quelli, invece, che si erano
 addormentati prima, scesero morti e
 risalirono vivi.
 9,7. Per loro mezzo furono vivificati e
 conobbero il nome del figlio di Dio. Perciò
 risalirono insieme e insieme furono
 collocati nella costruzione della torre e
 collocati senza taglio. Erano morti nella
 giustizia e nella purezza, soltanto non
 avevano il sigillo. Ecco la spiegazione di
 queste cose». «Sì Signore».


4. La Prima Apologia di San Giustino martire, cap 61, 65.


Giustino3 emerge tra i Padri del II secolo come il più importante apologista greco ed
una delle più affascinanti e significative personalità del cristianesimo antico. Egli stesso si
presenta come il figlio di Prisco. Nacque intorno al 100 d.C., probabilmente da coloni di
origine latina. Frequentò le diverse scuole filosofiche (i peripatetici, gli stoici, i pitagorici),
ma rimase deluso. Approderà per un certo tempo al platonismo, ma grazie ad un episodio
singolare (l’incontro con un personaggio strano, un vegliardo) entrerà in crisi e scoprirà la
“vera filosofia”, cioè la via che conduce a Dio, dopo aver scoperto che l’anima da sola non
è in grado di soddisfare la sua aspirazione al divino. Questa “vera filosofia” la scoprirà

3
Per la vita e le opere di Giustino abbiamo tre studi generali:
1) L. W.BARNARD, Justin Martyr. History life and though, Cambridge 1967.
2) E. F.OSBORN, Justin Martyr. Beiträgen zur historischen. Theologie 47, Tubinga 1973.
3) CH. KAMMENGIESSER, - SOLIGNAC O., ART. dal Diz. di Spiritualità (in francese) col. 1640-1647 (1974).
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 39
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

nelle Sacre Scritture. Il vegliardo lo esorta alla preghiera, perché a lui si aprano le porte
della luce: infatti la comprensione dei libri sacri è dono concesso da Dio.
Così egli si convertirà al cristianesimo intorno al 130, forse ad Efeso, luogo in cui,
secondo S. Eusebio, si sarebbe svolto il dialogo con Trifone. Divenuto cristiano si impegnò
con ardore a difendere la fede cristiana e divulgarla come la vera ed unica filosofia. Nel 140,
giunto a Roma, fondò una scuola, durante il regno di Antonino Pio (138-161) per coloro che
si volevano iniziare al cristianesimo. Fu, per la sua opera indefessa di diffusione della fede
cristiana, arrestato, condannato dal prefetto Giunio Rustico e decapitato intorno al 165 d.C.
Uno dei discepoli fu proprio Taziano, futuro apologista, mentre uno degli avversari fu
proprio il filosofo cinico Crescente.
Circa le opere, secondo anche S. Eusebio, lasciò un grandissimo numero di scritti
che rivelano la sua cultura ed il suo zelo per le cose divine e che sono di grande utilità in
ogni campo. Purtroppo a noi ci sono soltanto pervenute la Prima Apologia (intorno al 150-
155), la Seconda Apologia (intorno al 160) e il Dialogo con Trifone [vedi il Bosio pp. 163-
166].
La Prima Apologia4 fu composta verso il 153 e indirizzata all’imperatore Antonino
Pio e ai suoi due figli adottivi, Marco Aurelio e Lucio Commodo. Essa consta di 68 capitoli.
La datazione dell’opera è posta dagli studiosi tra il 148 ed il 161.

Per quanto riguarda l’Iniziazione Cristiana ci interessano, in modo particolare i


capitoli 61 e 65, dove si sottolinea il rinnovamento della creatura da parte di Cristo, il
credere alla verità degli insegnamenti esposti, la rigenerazione per mezzo dell’acqua e il rito
battesimale.
L’amministrazione del battesimo secondo Giustino avviene secondo tre fasi:
 Preparazione remota;
 Preparazione prossima;
 Amministrazione;

Nel capitolo 61 si parla della consacrazione cristiana.


Nei capitoli 62-64 la spiegazione viene approfondita per mezzo di un confronto del
battesimo cristiano con i riti pagani.
Nel capitolo 65 troviamo la continuazione della descrizione dell’iniziazione cristiana
(l’Eucaristia).
Nei capitoli 66-67 si trova una spiegazione ulteriore dell’Eucaristia.

Capitolo 61: Apologia I.

61.1 61.1 In qual modo rinnovati da Cristo ci


 siamo consacrati a Dio, esporremo affinché
 non sembri che tralasciando ciò, noi nella

esposizione siamo in errore.

4
I testi liturgici di Giustino si trovano nell’apologia di questo maestro (didascalos), vescovo e martire.
Quest’opera è sottoposta alla questione se la seconda Apologia sia un’opera vera e propria oppure se si tratta di
un’Appendice della Prima Apologia di Giustino. L’Apologia, insieme al dialogo con Trifone, sono tra i pochi
scritti che ci sono rimasti e che dalla Tradizione sono attribuiti a Giustino. L’Apologia è stata composta verso
l'anno 150 a Roma e rappresenta un documento di importanza particolare perché offre elementi preziosi sulla
liturgia del tempo (v. l’Historia Ecclesiastica di Eusebio).
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 40
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

61.2 61.2 A quanti si siano convertiti e credano


 alla verità degli insegnamenti da noi esposti,
 e promettano di saper vivere così, viene

insegnato a pregare e a chiedere con digiuni


a Dio la remissione dei peccati, mentre noi
preghiamo e digiuniamo con loro.
61.3  61.3 Quindi sono da noi condotti dove è
 l’acqua e nello stesso modo di rigenera-
 zione, col quale noi medesimi fummo

rigenerati, sono rigenerati giacché nel nome


di Dio Padre e Signore dell’universo e del
Salvatore nostro Gesù Cristo e lo Spirito
Santo, compiono il lavacro dell’acqua.
61.4 61.4 E infatti Cristo disse: Se non sarete
 rigenerati, non entrerete nel regno dei cieli.

61.5  61.5 Che sia impossibile che quelli che una
 volta nati entrino nel seno delle madri è
 chiaro a tutti.
61.6 61.6 E dal profeta Isaia, come sopra
 abbiamo scritto, è stato detto in quale
 maniera eviteranno i peccati quelli che li
commisero e se ne pentano.
 61.7 Fu detto così: Lavatevi, fatevi togliere
 il male dalle anime vostre, imparate a fare il
 bene, difendete l’orfano e rendete giustizia

alla vedova, e venite qua e facciamo i conti,


dice il Signore; e se (i vostri peccati) fossero
 come scarlatto li schiarirò come lana; e se
fossero come neri, li sbiancherò come neve.
61.8 61.8 Ma se non mi ascoltate, una spada vi
 divorerà; infatti così la bocca del Signore ha
parlato.
61.9 61.9 Ed è questa la dottrina che su questo
 argomento abbiamo imparato dagli Apostoli.
 61.10 Poiché nella nostra prima nascita
 siamo stati generati, senza averne coscienza,
 né poterne fare a meno, da umido seme, per

il mutuo rapporto d’unione dei genitori e


siamo stati procreati in una natura perversa e
 con inclinazioni malvagie, per non rimanere
 però figli di necessità o d’incoscienza, ma di
 elezione e di scienza, e otteniamo la
 remissione dei peccati prima commessi, per
 colui che ha deliberato di rigenerarsi e s’è
pentito dei peccati s’invoca nell’acqua il
nome di Dio Padre e Signore di tutte le cose.
Chi porta il battezzando al lavacro
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 41
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

pronunzia questo solo nome.


61.11 61.11 Infatti, nessuno è in grado di dare un
 nome al Dio inesprimibile; e se qualcuno
 osasse dire che vi sia, sarebbe preso da
incurabile pazzia.
61.12 61.12 Ma questo bagno è detto «illuminazio-
 ne» in quanto illumina la mente di coloro
 che hanno imparato a conoscerlo.
61.13 61.13 E nel nome di Gesù Cristo, crocifisso
 sotto Ponzio Pilato, e nel nome dello Spirito
 Santo, il quale per mezzo dei profeti

predisse tutte le cose che riguardano Gesù, è

lavato chi è illuminato.

Dall’analisi del contenuto si può dire che Giustino sottolinea una preparazione morale
che manifesta lo sforzo di tutta la Chiesa che accompagna il candidato nel proprio cammino
personale. Accanto a questa preparazione morale, segue una preparazione dottrinale,
accompagnata dalla preghiera e dal digiuno, assieme alla Comunità in vista della remissione
dei peccati e della rigenerazione. Qui troviamo già in modo più sviluppato i due effetti del
Battesimo: la rigenerazione e la remissione dei peccati. Inoltre si può notare una:
 Preparazione dottrinale e morale dei catecumeni:
a) Dottrinale: “quanti sono persuasi ed hanno fede che sono vere queste
cose...insegnate” (61).
b) Morale: “e promettono di potere vivere così”.

 Preparazione immediata: preghiera e digiuno assieme alla comunità in vista della


remissione dei peccati e la rigenerazione, i due effetti del battesimo.

 Rito battesimale:
a) lavacro in un luogo particolare, dove c’è l’acqua;
b) nel nome della Trinità: “Nel nome di Dio Padre e Signore dell’universo e del
salvatore nostro Gesù Cristo e dello Spirito Santo”. Si tratta della formula
sacramentale vera e propria.

 Spiegazione sul significato del battesimo:


a) la necessità del battesimo per la salvezza;
b) la remissione dei peccati è descritta a lungo, con l’aiuto dei brani della Sacra
Scrittura: quelli che si preparano “imparino a pregare e a chiedere a Dio la
remissione dei peccati”. Si tratta della prima deputazione riservata alla preghiera
che assume una grande importanza, subito dopo la Parola proclamata;
c) Rigenerazione dei figli di Dio. Si parla sempre di questi due effetti insieme: la
remissione dei peccati e la rigenerazione;
d) Illuminazione (photismos – 61,12 e 61,13): Questa abluzione si chiama
illuminazione perché tutti coloro che ricevono questa dottrina hanno lo spirito
riempito di luce”(61,13);
e) Si vedono tracce del Credo battesimale che esprime in pieno la fede cristiana
secondo le espressioni: “Dio Padre”, “nel nome di Gesù Cristo”, “crocifisso
sotto Ponzio Pilato”, “nel nome dello Spirito Santo”. Colui che è illuminato è
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Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

lavato nel nome di Gesù Cristo crocifisso sotto Ponzio Pilato e nel nome dello
Spirito che annuncia per mezzo dei profeti la storia di Gesù.

Capitoli 65-66:

Eccone il contenuto: Cap. 65.


65.1 65.1 Dopo aver così lavato (col Battesimo)
 chi crede e ha aderito, lo conduciamo tra
 quelli che si chiamano fratelli, dove essi

sono radunati, per fare con fervore preghiere


comuni per noi stessi e per l’illuminato e per
 tutti gli altri in qualunque luogo siano,
 affinché meritiamo, dopo aver appreso la
verità, di diventare attraverso le opere buoni
cittadini e osservanti dei comandamenti, al
fine di conseguire l’eterna salvezza.
65.2 65.2 Cessate le preghiere, ci abbracciamo
 con scambievole bacio.
65.3 65.3 Quindi viene recato a chi presiede
 l’assemblea dei fratelli, del pane e una
 coppa di vino con acqua, ed egli nel

prenderli, innalza lode e gloria al Padre


dell’universo per il nome del Figlio e dello
 Spirito Santo, facendo poi una lunga
 preghiera di ringraziamento a Dio, che si è
degnato di concedere questi doni. Quando
egli ha terminato le preghiere e il
rendimento di grazie, tutto il popolo
presente acclama dicendo «Amen».
65.4 65.5 Amen in lingua ebraica vuol dire “così
 sia”.
65.5 65.5 Quando il presidente ha reso grazie e
 tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi
 chiamiamo diaconi, fanno partecipe ciascu-

no dei presenti del pane, del vino e

dell’acqua su cui è stata compiuta l’azione
di grazie, ed essi li portano agli assenti.

Nel cap. 65 Giustino prosegue nel discorso sul battesimo e nella descrizione del rito:
ritorna all’introduzione del cap. 61 e richiama nuovamente al concetto di adesione, di
convincimento del neo battezzato che ha acconsentito al suo battesimo, per ribadire l'idea di
promessa. Quelli che si chiamano fratelli indicano un modo di essere e di parlare. Nel
difendere i cristiani dall’accusa di orge sessuali, Giustino ci fa notare come nel mondo
greco-romano i vocaboli “fratello” e “sorella” avessero un significato molto diverso:
secondo la mentalità pagana, dire “fratello” o “sorella” vuol dire indirizzare il proprio amore
fisico verso il marito o verso la moglie, mentre nel mondo cristiano richiama al concetto di
agape fraterna. Si tratta di coloro che sono uniti da un’unica Fede e, Figli di un unico Padre,
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 43
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

sono fratelli e sorelle. In questo senso, Giustino rileva, dunque, la falsità delle accuse fatte ai
cristiani.
Si verifica, così, il passaggio dal luogo del battesimo a quello dove i fratelli sono riuniti.
E' un fatto importante seguito dall'offerta delle preghiere comuni, cioè le preghiere dei
fedeli, fatte con gioia e con fervore. Giustino raccomanda anche la preghiera per colui che è
stato battezzato, ma anche per le proprie necessità personali e degli altri. Si tratta della
preghiera universale. Tutto questo deve avvenire affinché si divenga degni di Cristo nella
Verità accolta e vissuta. C'è un invito a diventare buoni cittadini tramite le buone opere.
Questa idea di essere cristiani come “cittadini” () è un concetto molto importante
per l'Impero Romano, giacché la polis è il cuore della vita civile di tutti i giorni. I buoni
cittadini sono quelli che osservano i comandamenti che portano alla salvezza come realtà
eterna.
Giustino descrive, poi, la pausa delle preghiere contraddistinta dal saluto del bacio: si
tratta di un bacio di fraternità (v. il t. filos). Questa usanza è tipica delle liturgie Orientali ed
indica l'essere veramente in pace con gli altri. Ciò avviene dopo la preghiera dei fedeli, ma
si differenzia dalla liturgia romana che con Papa Gregorio I, ha abbandonato questa
tradizione ed ha posto il saluto fraterno prima della comunione: è il saluto della pace.
Liturgicamente parlando, questa variazione non è molto appropriata perché tale saluto
andrebbe posto – come all’origine avveniva – prima delle offerte all’altare (dopo la
preghiera dei fedeli): il suo significato sta nel fatto che non si può celebrare l’Eucaristia se i
fratelli vivono in discordia.
Successivamente Giustino descrive i preparativi per la celebrazione eucaristica. Egli
parla del vino e dell'acqua, perché? Nell'antichità greco-romana chi beveva solo il vino,
veniva considerato un uomo ubriaco. Ciò si discosta molto dall’ambiente giudaico, dove
l’Eucaristia ha visto la sua nascita. Così la Chiesa, per un motivo culturale, ha iniziato a
mescolare il vino con l'acqua. Solo la Chiesa armena ha conservato la tradizione del solo
vino.
Il presidente nella preghiera eucaristica inizia con la lode e la glorificazione innalzando
la coppa del vino ed il pane, ponendoli in alto, in segno di offerta. Il primo elemento di
questa preghiera è proprio la lode e la glorificazione tramite il Figlio e lo Spirito Santo. Si
tratta di un’enfasi della lode trinitaria. Un altro elemento della prece eucaristica è proprio il
ringraziamento per essere resi degni delle cose di Dio. E' una preghiera non breve, che – nel
corso del tempo – è stata semplificata e modificata, a partire già da Papa Gelasio.
Continuando a leggere il testo, però, non sembra una sola preghiera, ma diverse
preghiere per le quali tutto il popolo è reso partecipe della celebrazione eucaristica,
caratterizzata dall'acclamazione che era già presente nel mondo greco-romano. E’
interessante notare come Giustino rilevi l’espressione “Amen” come un’acclamazione,
giacché fa rilevare la sua origine ebraica, il cui significato è “così sia”. Al termine della
celebrazione eucaristica, coloro che sono chiamati, i diaconi, distribuiscono ai presenti
l'eucaristia (pane, vino e acqua), ma anche a coloro che non sono presenti.

Cap. 665.
66.1 66.1 E questo alimento noi lo chiamiamo
5
Nel cap. 66 Giustino continua a spiegare l'Eucaristia nell'orizzonte del mistero dell'Incarnazione. Giustino
porta il paragone tra il pane e il vino che diventano carne e sangue di Cristo e l’incarnazione medesima: il pane
ed il vino, in un certo senso, diventano la garanzia vera e propria dell’Incarnazione. Parla anche delle
imitazioni da parte della religione pagana dei riti cristiani (v. ad es., il culto di Mitra). Giustino parla anche
della religione cristiana, come la vera via alla Verità, come oggetto autentico della filosofia. Riprende, tra
l’altro, il discorso della remissione dei peccati. Troviamo in questo capitolo un concetto molto importante: si
tratta della “memoria degli Apostoli” che suggella la tradizione della Chiesa sulla celebrazione eucaristica e
garantisce la successione apostolica, insieme all’autenticità delle parole e dei gesti consacratori del pane e del
vino, mediante la paradosi.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 44
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

 «Eucaristia» e non è dato parteciparne se


 non a chi crede vera la nostra dottrina ed è
 stato lavato per la remissione dei peccati e

per un bagno di rigenerazione, per vivere

così come Cristo ha insegnato a fare.
66.2 66.2 Poiché noi non lo prendiamo come un
 pane comune ed una comune bevanda, ma
 secondo quanto abbiamo appreso dal nostro

Salvatore Gesù Cristo, incarnatosi in virtù


del Verbo di Dio. L’alimento sul quale fu
 compiuta l’azione di grazie e di cui si
 nutrono il nostro sangue e le nostre carni,
per virtù dell’orazione di grazie sono
trasformati nella carne e nel sangue del
medesimo Gesù incarnato per la nostra
salvezza.
66.3 66.3 Gli Apostoli infatti nelle loro Memorie
 dette “Evangeli” proprio questo tramanda-
 rono; che Gesù lasciò loro questo comando,

prese il pane, rese grazie e disse loro: «Fate


questo in memoria di me. Questo è il mio
 corpo»; poi preso similmente il calice, rese
 grazie e disse: «Questo è il mio sangue».
Solo essi rese partecipi.
66.4 66.4 Per imitazione i malvagi demoni ne
 fecero partecipi i seguaci dei misteri di
 Mitra: infatti anch’essi pongono innanzi del

pane e un calice d’acqua nei riti d’inizia-

zione, pronunziando nel contempo delle
formule, come sapete o potete apprendere.

Dall’analisi contenutistica dei due capitoli, sopra riportati si possono cogliere diversi
punti:
a) Ingresso nella fraternità;
b) Preghiera universale;
c) Bacio della pace;
d) Preparazione del pane e del vino;
e) Anafora eucaristica con l’Amen;
f) Comunione distribuita dai diaconi e portata agli assenti;
g) E lo stesso cibo è da noi chiamato Eucaristia (66,1).

Conclusione.
In Giustino troviamo le prime descrizioni di una organizzazione catecumenale e
dell’iniziazione cristiana (metà II secolo).
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 45
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

La stessa struttura descritta da San Giustino rimane costante in tutti i riti, con una
continuità straordinaria.
Troviamo una vera teologia liturgica del battesimo con i riti particolari che possiamo
sintetizzare in cinque punti:

1° - preparazione remota e prossima al battesimo;


2° - il lavacro nel nome della Trinità;
3° - gli effetti del battesimo:
- la remissione dei peccati;
- l’illuminazione.

4° - Ingresso nella comunità;


5° - Il compimento del sacramento nell’Eucaristia;

Il battesimo viene chiamato: ¢nag™nnhsij (LXI, 10) nascita soprannaturale,


Fotismoj (LXI, 12) illuminazione,
Loutron (LXI, 3) bagno.

Infine, le testimonianze di Giustino relative ai sacramenti del Battesimo e


dell’Eucaristia, sono di eccezionale importanza per la storia, la liturgia e il dogma. In
Giustino non si parla ancora della Cresima.

5. La Tradizione Apostolica6
La Tradizione apostolica7 è un documento di valore inestimabile per la conoscenza delle
istituzioni ecclesiastiche e della vita cristiana dei primi secoli; riporta un rituale rudimentale
che fissa determinate regole e forme per l’ordinazione, le funzioni delle diverse classi della
gerarchia, la celebrazione dell’Eucaristia e l’amministrazione del battesimo. Fornisce anche
l’eucologia.

Oggi si parla della “questione ippolitea”, per indicare la difficoltà e l’importanza


dell’attribuzione. Ippolito è un autore di lingua greca vissuto fra II e III secolo, sotto questo
nome è giunto, o è stato ad esso attribuito, un nucleo consistente di scritti, alcuni interi, altri
frammentari, taluni in greco, altri in traduzione di antiche lingue orientali: l’insieme di
questi dati però ha fatto sorgere un’intricata questione storico-letteraria, tutt’ora aperta.

La Tradizione Apostolica è l’opera più importante e antica, dopo la Didaché, per


conoscere la vita liturgica nella Chiesa del II e III secolo. Se il Botte, situa la data della
Traditio Apostolica intorno al 215, con la questione ippolitea, essa viene posta più
tardivamente, sempre nel II secolo o all’inizio del III secolo. Della Traditio, ci interessa la
sua origine romana, difesa a lungo dal Botte e dal Simonetti.

Sull’autore della Traditio, si può fare riferimento a Marcel Metzger, Nouvelle


perspectives pour la prétendue Tradition Apostolique, Ecclesia Orans 5 (1988/3), 214-259;
Idem, Enquetes autour de la prétendue Tradition Apostoliques, Ecclesia Orans 9 (1992), 7-
6
Per quanto riguarda il testo in latino, consultare una dispensa a parte del Docente dal titolo: «Fontes selecti
de Ritu Initiationis Christianae – L’Iniziazione Cristiana – 95020 Prof. J. J. Flores – A.A. 2000/2001» , pp.
num. 32-61.
7
Il titolo di quest’opera è riportato sulla cattedra della statua di Ippolito, eretta nel III sec. Il testo originale è
andato perduto, tranne alcune brevi sezioni conservate nei documenti greci posteriori, in particolare nell’ottavo
libro delle Costituzioni apostoliche e nella loro Epitome.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 46
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

36. Questo autore contesta l’attribuzione tradizionale dicendo che il genere letterario è una
collezione anonima di canoni provenienti da periodi diversi, dunque non è un trattato
omogeneo e non sarebbe di Ippolito. Inoltre, sostiene che la ricostruzione di Bernard Botte
sia da ritenersi assolutamente fantastica.
Argomento e la struttura: la Tradizione Apostolica è composta da 43 capitoli o
paragrafi e comprende un prologo, tre parti ed una conclusione. L’autore dice di riferire la
tradizione conservata finora, e di scrivere per correggere quanti hanno corrotto
l’insegnamento degli apostoli. Oggi, Metzger afferma che ci troviamo dinanzi ad una
collezione di canoni, provenienti da periodi diversi, per cui non si può arrivare ad un trattato
omogeneo. Si trova, tuttavia, un corpus ricco di dottrina e di riti.
L’influsso della Tradizione Apostolica è fondamentale in tutte le liturgie, comprese le
orientali, ma innanzitutto la liturgia latina. Ciò prende forza dalla sua preghiera eucaristica
che è stata adottata dalla liturgia etiopica, sotto il nome di Anafora del Nostro Signore Gesù
Cristo e sotto il nome di Anafora di Nostra Signora Maria, Madre di Dio, che compose Abba
Giorgio e dalla Liturgia siriaca col nome di Testamento del Signore nostro Gesù Cristo.
Ci interessano i capitoli 15-22. Con questi sette capitoli possiamo dividere il testo in
cinque tappe per parlare dell’Iniziazione Cristiana, come indica Padre Nocent:
a) La presentazione dei candidati;
b) Il periodo del catecumenato;
e) La preparazione prossima al battesimo;
d) L’iniziazione;
e) La mistagogia.

Prima tappa (15-16): la presentazione dei candidati (seguire la dispensa, Fontes


Selecti de Ritu Initiationis Christianae, del Prof. Flores, pp. 32-39).
Nei cc. 15 e 16, si può notare la stessa preoccupazione che esamineremo in
Tertulliano, nel De Baptismo 18, di non dare il battesimo con molta facilità. Ciò costituisce
un elemento costante della tradizione della Chiesa nei primi secoli. In effetti, il battesimo
significa una conversione di vita, un cambiamento di tutto, un atteggiamento contro
corrente. In questo modo, la nuova vita del battesimo deve essere mantenuta di fronte:
- al rischio di ricadere nel peccato grave (collegamento alla penitenza);
- alla possibilità della persecuzione.

Se leggiamo la prima frase del cap. 15:


 Qui adducuntur ad audiendum verbum: dunque, lo scopo è ascoltare la parola.
 Adducantur coram doctores: ci sono persone della comunità che hanno l’incarico
di insegnare. Sono i doctores che devono assicurare la catechesi per coloro che si
accostano per la prima volta alla fede.
 Adducantur... siano condotti. Da chi? Dagli amici che testimoniano se sono in
grado di ascoltare la parola, cioè i padrini.
 Peccati non accettabili: idolatria fornicazione/adulterio/omicidio.

Seconda tappa (17-19): il periodo del catecumenato (seguire la dispensa sopra


citata alle pp. 39-41).
Con il Cap. 17, si ha nuovamente una certa insistenza sull’ascolto della Parola. In
questo senso si può già ravvisare la presenza di norme rigorose e precise che
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 47
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

caratterizzano il catecumenato, per il quale, secondo l’espressione “per tres annos


audiant verbum”, si prevede un lungo periodo di istruzione di tre anni. Ma non è
assoluto, perché si giudica secondo la conversatio, il comportamento della persona,
non secondo il calendario. In questo senso diventa importante l’inchiesta che viene
fatta sui candidati, in merito alla sincerità delle loro intenzioni, alla condizione civile
delle professioni, delle quali viene indicata la compatibilità o l’incompatibilità con la
fede.

Con il Cap. 18 si può concludere che nell’adunanza d’istruzione i catecumeni


pregano, ma non insieme ai fedeli. Donne e uomini in disparte. I catecumeni non
danno il bacio di pace, né ai fedeli, né tra di loro.

Con il Cap. 19 si può notare l’imposizione delle mani, come prova di un rito già ben
sviluppato. Il dottore (didascalos) impone la mano, prega e congeda. Questo dottore
può essere un ecclesiastico o un laico. Poi si sottolinea la possibilità del martirio ed il
battesimo di sangue: si apprehenditur cathecumenus propter nomen Domini…
Accepit baptismus in sanguine suo (Se un catecumeno viene preso per il nome del
Signore… Ha ricevuto il battesimo nel suo sangue). In questo modo il martirio viene
equiparato al battesimo, tanto che chi non ha ancora ricevuto il perdono dei peccati,
sarà giustificato.

Dunque, il periodo di tre anni è caratterizzato con queste adunanze d’istruzione e


preghiera.

Terza tappa (20): la preparazione prossima al battesimo.


Prima di entrare in questa tappa, il candidato è interrogato di nuovo sulla
conversatio, cioè se è vissuto devotamente, onorando le vedove, visitando gli ammalati,
praticando le opere buone. Dunque, si tratta non di un esame, ma di una valutazione del
comportamento, ed i padrini stessi devono darne testimonianza. Poi i candidati possono
ascoltare il Vangelo (ma non prima). In questo periodo ogni giorno si impongono le mani
per esorcizzarli: imponatur manus super eos quotidie dum exorcitatur. Ciò lascia intuire che
il candidato si trova ad affrontare un periodo più intenso8, alla fine del quale, il vescovo
stesso fa l’esorcismo (v. dispensa citata, p. 42):
- Il giovedì quando si fa il bagno rituale;
- Il venerdì quando si digiuna in vista del Sacramento del Battesimo.

Il sabato si radunano in un luogo determinato dal vescovo. Egli stesso fa un ultimo


esorcismo:
• preghiera in ginocchio;
• imposizione della mano;
• esorcismo, che includeva un soffio sul viso;
• il segno della croce sulla fronte, le orecchie, le narici ed alla fine i candidati si
alzano.

8
Questa parte del testo è molto importante perché si parla della V a Ebdomada, della Parasceve e del Sabato
mattina, come indicazione per il triduo pasquale. Tuttavia si può notare che il ciclo liturgico non è completo
almeno fino al IV secolo, giacché non si trova ancora un riferimento ad un’istruzione del Giovedì Santo, anche
se appare il nucleo principale di tutto il triduo pasquale.
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Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

Nel c. 20 si trova un’indicazione molto bella alla fine, che indica l’inizio della veglia
battesimale: «Et agent totam noctem vigilantes, et legentur eis et instruentur»
(Durante la notte di sabato si veglia ascoltando le letture e le istruzioni).

Quarta tappa (21): L’iniziazione.


Di questo capitolo, il Botte ha fatto la ricostruzione del testo greco: ciò dimostra
l’importanza del termine “paradosis”, usato anche da San Paolo, che rimanda alla
tradizione della Chiesa (v. dispensa citata pp. 44-59).
a) il battesimo.
 In vista del battesimo, alla fine del capitolo precedente viene precisato che i futuri
battezzati non portano niente con loro, se non il necessario per l’Eucaristia, poiché
saranno degni di offrire.

 La benedizione dell’acqua si fa al momento del canto del gallo, come segno che indica
la seconda parte della notte. Si battezza nell’acqua di una fontana o con dell’acqua
piovana, o anche con una qualsiasi acqua.

 I candidati si tolgono i loro vestiti e rimangono completamente nudi.

 Dapprima si battezzano i bambini: coloro che sono in grado di farlo rispondono alle
domande sulla fede; se invece non sono capaci, lo fanno in loro luogo i genitori o i
parenti o qualcuno della famiglia. In seguito si battezzano gli uomini, poi le donne.

 Si benedicono poi i sacri Oli. Al momento fissato per il battesimo il vescovo prega
sull’olio che mette in un’ampolla: è l’Olio d’azione di grazie. Poi esorcizza un altro olio,
cioè l’Olio d’esorcismo. In questo modo, per la prima volta si ha la distinzione tra l’olio
del rendimento di grazie e l’olio dell’esorcismo 9. Inoltre, di per sé il testo dice che il
Vescovo “esorcizza” l’olio dell’esorcismo, mentre prega su quello di rendimento di
grazie.

 Un diacono porta l’Olio d’esorcismo e prende posto alla sinistra del sacerdote; un altro
diacono prende posto alla destra del sacerdote con l’olio d’azione di grazie.

 Il sacerdote chiama ciascun candidato per nome, il quale deve pronunciare la rinuncia, la
cui forma è la seguente: Io rinuncio a te, Satana, alle tue pompe10 e a tutte le tue opere.

 Dopo la rinuncia, il sacerdote unge il candidato con l’olio d’esorcismo dicendo: “Che
tutti gli spiriti maligni s’allontanino da te”. Poi affida il candidato nudo al vescovo e al
sacerdote che si trovano vicino all’acqua per battezzarlo. Qui si può notare l’importanza
della distinzione del ruolo del vescovo, del presbitero e del diacono.

 Un diacono entra nell’acqua con il candidato e colui che battezza, imponendogli la


mano, lo interroga sulla sua fede. Il candidato risponde Credo ad ognuna delle tre
9
Senza dubbio l’unzione fatta con l’olio di esorcismo simboleggia la forza necessaria per la lotta contro il
demonio che avviene nell’acqua per far morire l’uomo vecchio. Il posto di questa unzione varierà nel corso dei
secoli e secondo i paesi, come avremo modo di constatare. L’unzione con l’olio di azione di grazie è fatta dal
sacerdote dopo il battesimo, e tale unzione è riportata già da Tertulliano che le dà un senso sacerdotale.
10
Se la voce latina servitium fosse la versione del termine pompê, la traduzione potrebbe essere «fasto»,
«apparato», «seduzione» o anche «pompe». Il termine «pompe», al plurale, nel linguaggio ecclesiastico indica
la seducente fastosità delle opere del diavolo.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 49
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

interrogazioni (v. pp. 48-50 della Dispensa, sopra citata, dove sono riportate e disposte
in due versioni: una lunga ed una breve. Ambedue contengono la formula trinitaria).
Notiamo così il contenuto delle tre interrogazioni: si tratta della fede nel Signore
Onnipotente; della fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, nato dalla Vergine Maria,
crocifisso sotto Ponzio Pilato, morto e sepolto e il terzo giorno risuscitato vivo dai morti,
asceso al cielo e assiso alla destra di Dio Padre, e che verrà a giudicare i vivi e i morti;
della fede nello Spirito Santo e nella santa Chiesa.

 Dopo il battesimo il neofita è unto dal sacerdote con l’Olio d’azione di grazie con queste
parole: “Io ti ungo con l’Olio santo nel nome di Gesù Cristo” (p. 52).

b) La confermazione.
Quando i neofiti si sono vestiti, entrano nella chiesa. Il vescovo impone loro la mano
dicendo:
«Domine Deus, qui dignos fecisti eos remissionem mereri peccatorum per
lavacrum regenerationis spiritus sancti, inmitte in eos tuam gratiam, ut tibi
serviant secundum voluntatem tuam: quoniam tibi est gloria, patri et filio
cum spiritu sancto, in sancta ecclesia, et nunc et in saecula saeculorum.
Amen». (pag. 52).

«Postea oleum sanctificatum infundens de manu et inponens in capite dicat: Ungeo


te sancto oleo domino Patre Omnipotente et Christo Iesu et Spiritus Sancto».
Notiamo la distinzione tra l’unzione post-battesimale e il rito della confermazione
con imposizione delle mani e nuova unzione (la seconda) dal vescovo. Della vestizione vera
e propria non dice nulla, anche se dopo riceveranno la veste bianca. In merito alla formula
sopra riportata, essa si svilupperà in seguito e costituisce già il nucleo della formula
sacramentale per quanto riguarda la Confermazione.
Ormai essi pregheranno insieme a tutto il popolo. In effetti essi non pregano con i
fedeli prima d’aver ottenuto tutto questo. E quando avranno pregato, si scambieranno il
bacio di pace. Ciò indica una teologia caratteristica del rito della Confermazione.

c) L’Eucaristia11.
I diaconi presentano l’oblazione al vescovo il quale rende grazie: sul pane affinché
sia il simbolo del corpo di Cristo; sul calice del vino, affinché sia l’immagine del sangue che
è stato versato per chiunque crede in lui; sul latte e sul miele per indicare il compimento
della promessa fatta ai nostri Padri, nella quale si parla della terra dove scorre latte e miele.

Quinta tappa (21): La mistagogia.


Una volta che tutto è finito, ognuno dovrà impegnarsi a fare delle buone opere, a
piacere a Dio, a comportarsi bene e ad essere pieno di zelo per la Chiesa, mettendo in
pratica quanto ha appreso progredendo nella pietà. Interessa sottolineare anche che Ippolito
commenta che se è necessario dare delle informazioni complementari, il vescovo lo farà in
segreto a tutti coloro che hanno ricevuto l’eucaristia.

11
Per quanto riguarda l’ordinazione del vescovo, si tratta dell’anafora eucaristica che attualmente corrisponde
alla seconda.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 50
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

Conclusioni
Non si può negare in nessun modo l’importanza singolare della Tradizione
Apostolica per quanto riguarda la storia della Liturgia, benché l’edizione di Dom Botte è
una ricostruzione che si fonda sulla versione latina del IV secolo. Rimane aperto il problema
dell’attribuzione. Quali sono le questioni che manifestano la realtà della Chiesa di Roma, al
tempo della Traditio? Esse sono:
 Il problema della doppia unzione. Nel rituale troviamo due unzioni fatte con lo stesso
Olio d’azione di grazie, prima da un sacerdote, non si sa dove, poi, una unzione sulla
testa e sulla fronte fatta dal vescovo. Solo la tradizione romana comporta queste due
unzioni. Botte, Martimot, Cabié, Bouhot, Nocent, hanno parlato spesso di questa
duplicità di unzioni (v. Anàmnesi, 3/1). L’uso di questa doppia unzione, quella del
sacerdote e quella del vescovo è rimasta solo nella tradizione romana, non si trova
altrove, basta vedere l’interpretazione di Nocent a pagina 39 di Anàmnesi 3/112.
 L’Ordo attuale dell’iniziazione cristiana degli adulti (OICA) trova la sua struttura
essenziale nella Tradizione Apostolica.
 Notiamo ormai l’affermazione della pratica corrente del battesimo dei bambini, ma si
trova anche la pratica del battesimo degli adulti.
 Importanza, serietà e severità dell’esame dei candidati; si tratta di un documento
importante a livello storico-liturgico.
 Notiamo l’imposizione delle mani fatta dal catechista, dal laico o dal sacerdote, non
soltanto da ministri ordinati.
 Troviamo qui i riti, i simboli ed i segni importantissimi per tutta l’iniziazione cristiana:
l’insufflazione sul viso, la signatio, la rinuncia con una formule ben precisa13.
 Si trovano preghiere di benedizione dell’acqua, dell’olio, le formule del Credo e delle
rinunzie.
 La Confermazione è vista anche come deputazione per la preghiera: “In seguito essi
pregheranno insieme a tutto il popolo di Dio; di fatto, essi non pregano con tutti i fedeli
prima d’aver ricevuto tutto ciò”. Tutto questo richiama al battesimo e alla
confermazione.
 L’Eucaristia è accompagnata da elementi veterotestamentari, cioè viene celebrata con
l’uso dell’acqua, del latte e del miele; tale uso è commentato da Ippolito ma si trova già
nella Prima Apologia di Giustino.
 La Traditio è l’unico documento per due secoli prima dei Sacramentari e degli Ordines,
sia della tradizione orientale, sia di quella occidentale.

12
Padre Nocent esprime la seguente opinione: «Ci si potrebbe domandare se non vi sia qui un parallelo voluto
da uno stesso simbolismo: l’immersione è seguita da una unzione e questa sembra essere l’illustrazione
sensibile di quanto è stato appena fatto nell’acqua battesimale; per la confermazione, lo Spirito è donato per
mezzo dell’imposizione della mano del vescovo e questo dono è illustrato a Roma da una unzione?».
13
L’insufflazione sul viso è un uso popolare che richiama alle pratiche della magia ben note ai contemporanei.
Nella tradizione cristiana il soffio significava la forza dello Spirito di Dio (Gen 2,7; Sap 15,11; Ez 37,9; Gv
20,22; 2Ts 2,8). La «signatio» sembra essere molto in uso nei riti cristiani. Troveremo nell’opera ormai
vecchia, ma sempre interessante di F. J. Dölger numerose testimonianze sulla signatio. In un’altra opera lo
stesso autore ci fornisce delle testimonianze di questo segno per cacciare il demonio. Anche Tertulliano nel già
citato testo dice: «Caro signatur, ut anima muniatur» (De Resurrectione 83: CCL 2, 932). La rinuncia ha in
Ippolito una formula ben precisa che richiama al gesto tradizionale in Oriente della rinuncia verso l’Occidente
e l’adesione verso l’Oriente.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 51
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

6. Testi liturgici-canonici siriaci14.


Vengono messi insieme tre documenti di carattere simile e che sono prescrizioni
canoniche e liturgiche conducenti ad una idea simile, cioè quella di dare un’origine almeno
apostolica, se non addirittura farla provenire dal Signore stesso. Si tratterebbe di una sola
idea presente nella Tradizione Apostolica che ha influito su questi tre documenti. Infatti,
tutte e tre hanno una medesima provenienza geografica ed una stessa tradizione: si tratta di
Antiochia, che costituisce il grande Patriarcato della Siria. Essi rappresentano tappe
successive di una stessa corrente liturgica15. Tali documenti sono:
1) Didascalia e Constitutiones Apostolorum;
2) Testamento del Signore (Testamentum Domini).

Circa le Fonti si segnala quanto segue:


a) La Didascalia e le Constitutiones Apostolorum: Edizione: FUNK, F. X.,
Didascalia et Constitutiones apostolorum, I-II, Paderborn l905. Per gli Studi v.
SAXER, Les rites...op. cit. L’Edizione del Funk è la più antica. Il titolo indica già
la natura del documento.

La Didascalia dei Apostoli16 probabilmente risale alla prima metà del secolo III.
Nel libro III, nei capitoli 9 e 16, troviamo diversi riferimenti ad un’iniziazione
cristiana, che di per sé presuppone un documento anteriore alla data sopra indicata. Ci sono,
però, elementi nuovi, rispetto a quelli che abbiamo visto, come ad esempio, il servizio delle
diaconesse per l’aiuto delle donne e “per il bene della comunità”. Una sottolineatura più
evidente è riservata alla figura del vescovo, per quanto riguarda il servizio liturgico, il quale
deve scegliere bene i suoi collaboratori, cioè i diaconi, e le diaconesse. Inoltre, è presente
un’unzione pre-battesimale che ormai viene affidata a questi ministri differenti, in base alle
persone di sesso maschile e femminile, sopra enunciati.
Il vescovo impone la mano ai futuri battezzati e unge il capo mentre i diaconi e le
diaconesse ungono il resto del corpo.
Il battesimo lo fa il vescovo, ma lo può delegare anche ai diaconi. Ma in ogni caso
chi battezza fa anche l’epiclesi battesimale.
C’è anche un’unzione post battesimale: dopo il battesimo viene data l’unzione
crismale con il muron riservato al vescovo. Il neofita (v. Dispensa citata, pp. 208-210 ai
nn. 2-3 fino a riga 14) in questo modo riceve lo sfraghis, un marchio tale da rendere
inviolabile il cristiano. E’ il segno indelebile del Battesimo.
Sembra che l’autore voglia giustificare che le donne non possano battezzare ma
possano avere solo un ruolo nell’unzione pre battesimale. Infatti, dice: «Fu lo stesso Cristo
che lo vietò; se lui avesse voluto che le donne potessero battezzare, lui stesso avrebbe
ricevuto il battesimo dalla sua madre e non da Giovanni Battista» (v. Dispensa citata a p.
210, n. 4, righe 14-18).

14
Nella Dispensa del professore, citata alla nota n. 14 di questa Dispensa, consultare le pagine dove è riportato
il testo italiano della Tradizione Apostolica 20, la Didascalia Apostolorum III (alle pagine numerate da 208 a
211), le Constitutiones Apostolorum VII (alle pagine numerate da 404 a 453).
15
B. STUDER Documenti liturgici nei primi quattro secoli, in Scientia Liturgica, Anscar J. Chupungco ed., Vol.
I, Casale Monferrato, Piemme, pp. 217-239.
16
Si tratta di una Costituzione ecclesiastica, composta, secondo le ultime ricerche, nella prima parte e forse nei
primi decenni del III secolo. Era destinata ad una comunità di convertiti dal paganesimo, situata nella Siria
setttentrionale. L’opera segue il modello della Didaché e rappresenta la fonte principale dei sei libri delle
Costituzioni Apostoliche. L’ignoto autore della Didascalia sembra fosse di razza ebraica. Era vescovo,
possedeva estese conoscenze mediche, ma mancava di una precisa formazione teologica.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 52
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

Libro VII 1-28;39-45 delle Constitutiones Apostolorum.


Si tratta della seconda parte della Didascalia17.
Il libro VII delle Costitutiones Apostolorum18, dove si parla anche dell’Eucaristia,
contiene due rituali del battesimo:

 A) il primo rituale (1-28) (pagine 405-407, il capitolo 22) dove possiamo trovare due
parti, la prima che porta all’insegnamento delle due vie e l’altra perˆ de bapt…
smatoj che tratta dal battesimo e dagli altri riti connessi. Il rituale contiene tre elementi
che provengono dalla Didaché: 1) la catechesi; 2) battesimo e riti connessi; 3) Eucaristia
battesimale. I battezzati vengono associati al Cristo morto e risorto e ormai con Lui
appartengono alla nuova vita. C’è qui una teologia che è paolina che verrà poi ripresa. Si
tratta di una teologia battesimale.
 B) il secondo rituale (39-45) (pagine 440-441) è una rielaborazione della Didaché e
della Traditio Apostolica. Esso parla dell’istruzione come un tempo di iniziazione alla
dottrina della pietà cristiana. Si trovano, dunque, le cosiddette cerimonie battesimali. Si
nota, inoltre, il cambiamento della materia della catechesi suggerita da queste parole
greche: Apot£ssomai tù Satan´ ... Suntassomai tù Cristù (v. p.444, cap. 41).
Si tratta, infatti, delle rinunce battesimali, molto più ben sviluppate rispetto alla
tradizione19

Dunque, con questi riti entriamo nelle cerimonie battesimali vere e proprie: la
benedizione e l’unzione con l’olio, benché non ne conosciamo il rito. Si può notare dunque:
- Prima del battesimo, l’acqua deve essere benedetta.
- Benedizione e unzione col crisma e imposizione della mano.

Non conosciamo i restanti riti post-battesimali, tranne il Padre Nostro che il neofita
deve recitare in piedi, dal momento che adesso è risuscitato (45,1): «post hoc stans dicat
orationem, quam docuit nos Dominus. Necessario qui resurrexit debet stare et orare
quoniam, qui exsurgit, erectus est». E’ un elemento importante che indica il modo di recitare
il Padre Nostro. C’è anche da dire che al cap. 43,1-2 si trova il riferimento alla benedizione
dell’acqua e tutta la giustificazione teologica, malgrado non ci sia una formula concreta.

Conclusione: tra il III e la fine del IV secolo, tre rituali distinti e diversi che indicano una
grandissima varietà di riti: il primo è quello della Didascalia degli Apostoli,
mentre gli altri due si trovano nelle Costituzioni Apostoliche (III, 9 e 16 e VII,
1-28 e 39-45), che manifestano la tradizione liturgica della Chiesa di quel
tempo. Per quanto riguarda il primo, esso è piuttosto un direttorio episcopale
sul ruolo delle diaconesse nel rito del battesimo, che suppone gli altri due

17
E’ stato riportato il testo del Funk, ma per quanto riguarda le tesine, non è bene citarlo: bisogna fare
riferimento alla Sources Chrétienne, ed. di Marcel Meyer ai nn. 320 (1985), 329 (1986), 336 (1987). Meyer lo
divide in tre volumi.
18
Si tratta di un’opera fondamentale, di natura canonico-liturgica, della fine del IV secolo. Essa comprende
ben otto libri. Tale opera fu composta nella Siria del Nord, sede del patriarcato. Fu presentata come documento
finale del cosiddetto Concilio degli Apostoli. E’ curata da Clemente di Roma. Per quanto riguarda il Libro VII,
esso comprende tre parti: 1) i capp. 1-32 sono un ampliamento della Didaché; 2) i capp. 33-38 sono composti
da cinque preghiere di lode a Dio, che sembrerebbero redatte su preghiere ebree; 3) i capp. 39-45 presentano
un rituale dell’iniziazione cristiana in cui sono riconoscibili alcuni echi del rituale battesimale della Tradizione
Apostolica, qui molto sviluppato. Il libro si conclude con diverse appendici (46-49).
19
Il testo latino, riportato alla p. 445, Cap. XLI, della Dispensa citata, dice: «Cum ergo renuntiat, qui
baptizatur, ita recitet: Renuntio satanae et operibus eius et pompis eius et cultibus eius et angelis eius et
inventis eius ac omnibus, quae sub eo sunt».
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 53
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

rituali, che si trovano nelle Costituzioni. (Vedere la ricostruzione di V. Saxer


nella pagina 231).
Come novità e difficoltà troviamo l’imposizione della mano da parte del vescovo in
III, 16,3 che viene accompagnata dall’unzione pre battesimale, mentre in VII, 44,3 l’unzione
post-battesimale è posta in relazione con la crismazione. Mancano però le consegne del
Vangelo del Simbolo e della preghiera del Signore.

Il Testamento del Signore20.


Edizione: RAHMANI I., Testamentum Domini nostri Jesu Christi, Mogustiae 1889
(reimpr. Olms 1968); SAXER, op. cit., 232 ss. (v. Dispensa citata, pagine numerate 112-
135).
E’ un’opera scritta nella Siria orientale verso la fine del secolo V da un autore che
segue da vicino la Tradizione apostolica, molto preoccupato per la dignità e la decenza delle
donne nel loro battesimo. Di essa si devono esaminare i diversi elementi che ci offre,
sempre in riferimento alla Traditio e alla Didascalia Apostolorum.
Naturalmente, la sua testimonianza dell’iniziazione cristiana verte sul catecumenato
e sulla vigilia battesimale, secondo quanto segue:

 CATECUMENATO che segue la Traditio. La novità è la pedagogia della catechesi che


comporta la spiegazione di tutti gli elementi. I suoi tre gradi vengono calcolati per le
letture della sinaxi e vengono chiamati profetico, apostolico ed evangelico. Questo
spiega anche l’importanza delle letture dette anche profetica, apostolica ed evangelica.
Inoltre, è indicato un luogo per i catecumeni ed anche un battistero. Questo elemento,
forse, costituisce una novità. I catecumeni assistono alla sinaxi, non all’eucaristica. Tale
sinassi finisce con una preghiera per i catecumeni, mediante la quale ricevono
l’imposizione delle mani; dopo questa vengono inviati fuori (v. Ordo Romanus XI).
 VIGILIA BATTESIMALE, che si potrebbe identificare con la vigilia pasquale, anche
se non tutti gli studiosi sono d’accordo. I catecumeni la celebrano, separati dai fedeli,
fino a quando non inizia la Messa. In questo caso, l’acqua non viene benedetta, perché
deve essere pura e corrente (8,3) e nemmeno si prevede la benedizione dell’olio
dell’esorcismo, destinato alle pre/post unzioni battesimali.
 RITI POST-BATTESIMALI. Essi riguardano l’unzione del corpo, imposizione
generale della mano dal vescovo, l’unzione del capo e imposizione della mano ai singoli
neofiti fatta dal vescovo, la signazione della fronte da parte del vescovo. L’imposizione
della mano, nel Testamento del Signore, viene fatta la prima volta collettivamente su
tutti i neofiti, accompagnata da un’epiclesi dello Spirito; la seconda volta, invece, viene
fatta sui singoli neo battezzati, assieme all’unzione del capo. Tutte le due volte è il
vescovo che opera.

La prima unzione va unita alla rinuncia a Satana che si fa guardando a Occidente; dopo
di ciò viene l’adesione a Cristo, guardando ad Oriente (v. p 129: «Deinde episcopus tradat

20
Opere diverse portano questo titolo. La più conosciuta è un trattato liturgico-canonico conservato in siriaco.
Si presenta come uno scritto degli Apostoli riportante una conversazione che Gesù avrebbe avuto con loro
dopo la risurrezione. Vi si trova: 1) una descrizione dei segni precursori della venuta dell’Anticristo, 2) talune
regole per la costruzione delle chiese; 3) delle prescrizioni concernenti l’ordinazione e i doveri dei chierici,
l’eucaristia, il battesimo e la vita cristiana. Questa terza parte ha come base la Tradizione Apostolica (come si
legge nelle collezioni latina, copta, araba ed etiopica), ma le preghiere vi sono considerevolmente sviluppate,
mentre altre preghiere e riti vi sono inseriti. Alcune preghiere del Testamentum Domini sono ancora in uso nel
pontificale siriaco. Lo stesso trattato esiste in versione araba ed etiopica.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 54
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

illum presbytero, qui baptizare debet. Baptizandi stent nudi in aquis. Cum baptizando
descendat et diaconus simili modo»). Seguono, poi, una serie di domande e risposte, che
corrispondono alla professione di fede durante il Battesimo. Questo fa capire che le rinunce
e l’adesione sono due aspetti complementari della conversione interiore dei catecumeni.

Il cambiamento morale viene manifestato con il gesto della conversione fisica


dall’Ovest ad Est, un gesto che non viene indicato nella Traditio, ma che troviamo nei
documenti orientali dei secoli IV e V.

La rinuncia, l’unzione pre battesimale, l’adesione a Cristo si fanno alla presenza e per
mano del vescovo, il quale per il battesimo li demanda al sacerdote.

Il catecumeno scende nell’acqua accompagnato da un diacono ed è battezzato dal


sacerdote, ma non sappiamo se per immersione o meno.

Le vedove hanno un ruolo importante nel battesimo delle donne. Poiché c’è l’esigenza
di una nudità totale, diventa quanto mai necessaria la presenza delle diaconesse, le quali
fanno l’unzione, prima e dopo il battesimo e preparano una tenda al fine di evitare che gli
uni guardino gli altri, durante il rito del battesimo.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 55
Secondo Tema: Documenti a carattere Liturgico-canonico.

CONCLUSIONE
Tutti questi documenti ci offrono un’idea multiforme dell’iniziazione cristiana.
Troviamo sempre nel fondo documenti quali la Didaché e la Traditio Apostolica, ma i riti, i
simboli, la teologia, le formule, le spiegazioni e la didascalia, sono ogni volta più sviluppate.
La grande diversità si può spiegare dalle vicende storiche dei diversi paesi, dove sono state
composte le diverse opere citate in questo secondo tema.

«La Didachè et la Traditio Apostolique font peau neuve dans la


Didascalie, les Constitutions et le Testament”. Ces avatars caractérisent en
définitive cette liturgie initiatique syrienne comme profondément
traditionelle, puisque’ elle a été capable de nous transmettre, certes en les
adaptant, deux trésors de la liturgie des II et III siècles» (Saxer, 239-240).

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