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Cos'è il "Voto Mariano" dei Francescani


dell'Immacolata? La parola al Fondatore
Padre Manelli
IL "VOTO MARIANO"
DI CONSACRAZIONE ALL'IMMACOLATA

Conferenza del Padre Stefano Maria Manelli


Fondatore FI

Iniziamo da una spiegazione minima dei termini. Nel titolo della


relazione sono presenti quattro elementi particolari, ossia:

- un voto caratterizzato dal suo essere mariano;

- una consacrazione specificata dalla persona di Maria in


quanto Immacolata. I quattro elementi sono interdipendenti e si
armonizzano fra di loro in modo tale che si può ben parlare
di Consacrazione all'Immacolata nella forma specifica del Voto
mariano. Ciò significa che si può avere la Consacrazione
all'Immacolata anche in altre forme che non siano quella specifica
del Voto mariano. Di fatto, semplificando, la realtà della vita di
unione o vita di amore fra l'anima cristiana e Maria Santissima, si
configura diversamente in tre stadi di crescita graduale e organica,
ossia:
- lo stadio della devozione all'Immacolata;

- lo stadio della consacrazione all'Immacolata;

- lo stadio della identificazione all'Immacolata.

Questi sono i tre passaggi concatenati e interdipendenti della


crescita o maturazione nella vita di unione e di amore fra l'anima
cristiana e Maria Santissima, l'Immacolata: vita di unione e di
amore che si radica nella Maternità da parte di Maria, e
nella filiazione da parte dell'anima, in forza del santo Battesimo[1].

In forma ordinaria e comune, la presenza della Madonna nella vita


del cristiano è quella che si esprime come devozione mariana. In
forma particolare, poi, è quella della Consacrazione mariana.Nella
forma più alta e completa, infine, è quella della consacrazione che
mira e porta alla identificazione all'Immacolata, sigillata da
un Voto speciale di consacrazione, che esprime l'eccellenza
dell'appartenenza più radicale e totale alla Madonna.

Nella teologia e spiritualità mariana, in effetti, si parla anzitutto


della ordinaria vita di unione e di amore dell'anima con la
Madonna. Questo è considerato, appunto, lo stadio
dell'ordinaria vita di unione e di amore espressa dalla forma della
semplice devozione alla Madonna che si presenta legata
connaturalmente al rapporto sorgivo esistente fra madre e figlio:
ogni figlio - si dice, giustamente - non può non amare d'istinto la
propria madre nella forma primigenia della relazione-devozione
che tiene naturalmente legato il figlio alla mamma e gli fa vivere
un rapporto filiale costante verso di lei, e gli fa evitare, di solito,
almeno le colpe più gravi o i dispiaceri più amari alla propria
madre.

Riguardo al cristiano, invece, considerando il suo


rapporto filiale con la Madonna, radicato nella divina grazia del
Battesimo, si può parlare appunto della primaria vita di grazia
battesimale che sta alla base della cosiddetta "unione fisico-
mistica con Maria" in forza della «fisico-mistica partecipazione alla
pienezza di grazia di Cristo e di Maria», e comporta «i propri sforzi
sostenuti e corroborati dalla grazia» nel vivere con impegno la
vera devozione mariana, come spiega molto bene il padre
Ragazzini[2].

Il secondo stadio della particolare vita di unione e di amore


dell'anima con la Madonna è dato dalla Consacrazione a
Lei espressa da un impegno personale di donazione e
appartenenza alla Madonna che comporta una precisa e profonda
unione all'Immacolata con le «facoltà dell'anima - spiega il padre
Ragazzini -, ossia l'intelletto, la volontà e la memoria. Ne segue
pertanto un'unione psicologico-morale che è il naturale
complemento di quella fisico-mistica, unitamente alla vita affettiva
con i suoi sentimenti e alla attività esteriore»[3]. La Consacrazione
all'Immacolata, dunque, comporta l'essere legato in toto
all'Immacolata, amandola con l'anima e con il corpo e
principalmente con le nostre facoltà spirituali, ossia con la mente,
con la volontà e con la memoria impegnate nel totale servizio
filiale alla Divina Madre.

Purtroppo, però, come rileva ancora il padre Ragazzini, è davvero


facile costatare che «poche sono le anime che, consce di tanta
loro relazione con la Madonna, si sforzano di vivere a Lei unite con
le loro facoltà spirituali, anche se la invocano spessissimo e se ne
sentono ogni volta intenerire il cuore»[4].

Il terzo stadio, infine, è dato dalla Consacrazione all'Immacolata,


non quella solita e ordinaria, ma quella più radicale e totale, che
nella sua maturazione porta a completo sviluppo - spiega ancora
il Ragazzini - quella «unione psicologico-morale che è il naturale
complemento di quella fisico-mistica, unitamente alla vita affettiva
con i suoi sentimenti e alla attività esteriore»[5].

In questo terzo stadio, in effetti, la Consacrazione


all'Immacolata non può non comportare, di fatto, l'impegno
personale alla massima vita di unione con la Madonna, per cui il
consacrato a Lei vuole e si sforza di esercitarsi senza soste nel
lasciarsi attivare per realizzare la sua mistica trasformazione in Lei,
attraverso tutte le fasi delle purificazioni passive, arrivando in tal
modo alla piena e perfetta identificazione a Colei che è lo
"stampo", la "matrice" di Cristo, il "Primogenito", a Colei che è lo
stesso "stampo" e la stessa "matrice" di tutti i "fratelli" del
"Primogenito" (cf Rm 8,29)[6].

II "Voto Mariano"

Questa consacrazione di identificazione a Lei, inoltre, può essere


più precisamente configurata come "Voto mariano"
di Consacrazione all'Immacolata[7], che costituisce l'eccellenza
massima del vincolo sacro di appartenenza radicale
all'Immacolata, da parte dell'anima che se ne sta racchiusa nel
grembo di Lei per essere da Lei trasfigurata e santificata nella
conformità più piena a Cristo Gesù, come insegna splendidamente
san Massimiliano Maria Kolbe affermando che «nel grembo di
Maria l'anima rinasce secondo la forma di Gesù Cristo» (SK 1295).

Così configurata, nella sua forma speciale, la vita di Consacrazione


all'Immacolata con il Voto mariano, «dato il suo carattere
prevalentemente passivo, è chiamata piuttosto vita di unione
mistica con Maria», come spiega il padre Ragazzini[8], segnando
la netta differenza rispetto alla vita di unione prevalentemente
ascetica che è propria dei due precedenti stadi della devozione e
della semplice Consacrazione.

A questo punto, volendo semplificare al massimo, si può anche


dire che la devozione mariana, propriamente, "avvicina" alla
Madonna, mentre la consacrazione, propriamente, "unisce" alla
Madonna, e l'identificazione, infine, si può dire che arrivi a
"unificare" il consacrato con la Madonna, realizzandosi così, in lui,
quel che ha potuto scrivere il grande sant'Ambrogio quando ci
raccomanda e ci esorta affinché «l'anima di Maria sia in ciascuno
per glorificare il Signore, lo spirito di Maria sia in ciascuno per
esultare in Dio»[9]; oppure, quel che diceva san Massimiliano,
affermando che il consacrato si assimila talmente all'Immacolata
da diventare quasi «un'altra Maria vivente, parlante e operante in
questo mondo» (SK 486).

Ciò significa che ora l'Immacolata stessa, nel suo consacrato con il
Voto, si fa presente e operante, dirigendo le facoltà dell'anima,
elevandole e trasfigurandole ad esperienze superiori tanto intime
quanto ineffabili. «Ella penetra la nostra anima - scrive san
Massimiliano - e ne dirige le facoltà con un potere illimitato. Noi
apparteniamo davvero a Lei. Perciò siamo sempre e dovunque con
Lei...» (SK 461). È qui che il consacrato, abbandonatosi interamente
fra le mani e nel Cuore dell'Immacolata, può sperimentare l'azione
diretta di Colei che lo governa conducendolo sugli altipiani della
santificazione personale, come dice san Massimiliano Maria Kolbe,
quando scrive che «chi lascia libera la Madonna di usare dei suoi
diritti sopra di noi [consacrati a Lei], di per se stesso dà il via alle
irresistibili invadente divine [...] la nostra santificazione dipende da
Lei: è la sua specialità»[10]

E da ricordare, però, che se il Voto di Consacrazione


all'Immacolata, fedelmente vissuto, comporta il perfezionamento e
un maggior merito di grazia per ogni pensiero, parola e azione
offerti con amore all'Immacolata, nel caso dell'infedeltà comporta,
invece, un peggioramento e aumento di demerito per ogni
pensiero, parola e azione, non offerti e sottratti a Lei. Attento,
quindi, chi ha fatto il Voto mariano a renderlo di continuo attivo
positivamente per non privarsi dei grandi vantaggi e aiuti delle
grazie per la propria santificazione e per la salvezza di molte
anime, di ora in ora, di giorno in giorno.

Note storiche

Il "Voto mariano" di consacrazione all'Immacolata fa il suo primo


timido atto di presenza nella storia della Chiesa e dell'Ordine
Serafico, con san Massimiliano Maria Kolbe, frate francescano
conventuale, il quale fece fare il cosiddetto "Quarto voto"[11], in
privato, alla sua comunità religiosa in Giappone (a Nagasaki). Si
trattava di un "quarto voto" di consacrazione all'Immacolata fatto
specificamente a sostegno delle Missioni, ossia con la
disponibilità, da parte di ogni frate con il "Quarto Voto", ad
andare in qualsiasi terra di missione, incondizionatamente, senza
alcuna riserva (superando in tal modo la "riserva" posta
dalla Regola Serafica al capitolo XII), con la speranza-previsione, in
più, che in futuro il "quarto voto" sarebbe stato emesso da tutti i
religiosi delle "Città dell'Immacolata" (ciò che purtroppo venne
impedito e non potette mai avvenire)[12].

Il "Quarto voto" di san Massimiliano voleva essere, in realtà, un


voto soltanto aggiuntivo, non costitutivo, un voto di "sostegno",
cioè, e di "garanzia" per la missionarietà incondizionata da parte
dei frati francescani formati nelle due "Città dell'Immacolata" già
fondate da san Massimiliano, sia in Polonia che in Giappone,
impegnate al massimo nell'azione febbrile di estendere la Missione
salvifica dell'Immacolata Mediatrice di tutte le grazie per la
conquista del mondo intero al Regno di Cristo.

Da questa parva plantula del "quarto voto" è maturata poi, circa


cinquant'anni dopo la morte di san Massimiliano Maria Kolbe,
l'albero fecondo del "Voto mariano" di consacrazione
all'Immacolata per i due nuovi Istituti religiosi dei Francescani
dell'Immacolata, frati e suore (seguiti dalle Clarisse
dell'Immacolata, dai Terziari francescani dell'Immacolata, e dai
membri della Missione dell'Immacolata Mediatrice: MIM)[13]

Per un'inestimabile grazia di predilezione, in effetti, il "Voto


mariano" dei Francescani dell'Immacolata, nel suo sviluppo e
arricchimento carismatico, non è stato approvato dalla Chiesa
come un semplice "quarto voto" aggiunto ai tre voti "costitutivi"
della vita religiosa (obbedienza, povertà, castità), ma come un
voto costitutivo, e anzi, come il "primo" dei quattro voti "costitutivi"
della vita religiosa dei Francescani dell'Immacolata, frati e suore.

«Per questo - è stato ben scritto - il Voto mariano è il primo dei


quattro voti religiosi che vengono emessi nella Professione
religiosa dei Francescani dell'Immacolata secondo la Regola
Serafica, e costituisce la radice mariana dell'intera vita serafica di
cristificazione. Il Voto mariano prolunga, si può dire, il mistero
dell'Incarnazione redentrice del Verbo avvenuta nel Cuore e nel
Grembo dell'Immacolata»[14].

È da rilevare, inoltre, che il Voto mariano emesso nella Professione


religiosa dei frati, suore e clarisse, e nella Professione di vita
evangelica dei terziari francescani dell'Immacolata, è un Voto
pubblico e costitutivo della loro forma di vita consacrata, e li unifica
tutti, spiritualmente, nell'unica grande Famiglia dei Francescani
dell'Immacolata.

Per tutti gli altri membri della MIM e dei singoli fedeli, invece, il
Voto mariano della consacrazione all'Immacolata è un Voto
"privato", che si fa, tuttavia, in pubblico, singolarmente o in
gruppo, e che costituisce, in ogni caso, il punto più alto e
impegnativo della vita di consacrazione di tutti i membri dei
Cenacoli che portano avanti la Missione dell'Immacolata
Mediatrice (MIM)[15].

Caratteristiche del "Voto Mariano"

La definizione più generale del Voto mariano è questa: «È la


promessa solenne, fatta a Dio, della consacrazione illimitata di sé
all'Immacolata, come sua "proprietà assoluta" per affrettare
l'avvento del Regno di Cristo nel mondo intero»[16].

Tre sono le caratteristiche essenziali contenute nella definizione:

La marianità, ossia la consacrazione all'Immacolata. Questa è la


sostanza primaria del Voto mariano che fa unità ab origine con la
spiritualità francescana dell'Ordine francescano nato
nella Porziuncola, a "Santa Maria degli Angeli", in Assisi, per cui è
stato giustamente detto che «l'Ordine francescano non può non
essere un Ordine mariano; francescanità e marianità non si
possono mai separare, così come san Francesco e Santa Maria
degli Angeli non si possono mai separare» [17].

San Bonaventura, il Dottore Serafico, presenta bene la marianità


ab origine dell'Ordine Serafico spiegando che a Santa Maria degli
Angeli, «Nella Chiesa della Vergine Madre di Dio, dimorava,
dunque il suo servo Francesco e supplicava insistentemente con
gemiti continui Colei che concepì il Verbo pieno di grazia e di
verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della
misericordia ottenne con i suoi meriti che lui stesso concepisse e
partorisse lo spirito della verità evangelica»[18]. Si potrebbe dire,
dunque, che il Serafico Padre san Francesco ha impersonato, in
certo senso, l'Immacolata nella sua Maternità feconda della "verità
evangelica".

Per questo, è stato anche scritto come appaia ben evidente che
«il Voto mariano è una grazia speciale scaturita dal Cuore stesso
della Madre e Mediatrice di tutte le grazie»[19] e che il Voto
mariano, nella sua trama interna, «prevede un itinerario che parte
dall'offerta di sé e tende verso la mistica identificazione con
l'Immacolata stessa»[20], coronandosi, infine, con la più perfetta e
totale cristificazione, termine ultimo della santificazione.

Possiamo e dobbiamo tutti ben meditare nel nostro intimo,


quindi, per arrivare a scoprire e a capire in profondità che «il
consacrato con il Voto mariano, identificato perfettamente
all'Immacolata, realizza una cristificazione così piena e
una cristiformità così perfetta da poter avere anch'egli, ora, «la
faccia che a Cristo più s'assomiglia» - come dice Dante Alighieri,
parlando della Divina Madre[21], avendo egli realizzato l'unione e
la conformità di amore a Gesù più alta e sublime, quella stessa
dell'Immacolata»[22].

A quali altezze, dunque, è capace di portarci il Voto mariano, se


sappiamo viverlo fedelmente! Esso non può non investirci di
marianità dentro e fuori. E per questo, infatti, la marianità non
soltanto deve, ma non può non risaltare, con più "segni" visibili, in
coloro che emettono il Voto mariano e sanno viverlo con fedele
coerenza[23], ammettendo infine, con san Massimiliano, che «la
consapevolezza di appartenere completamente all'Immacolata ci
riempie di gioia sconfinata» (SK 834).

L'illimitatezza della consacrazione all'Immacolata: questo è


l'elemento costitutivo più specifico del Voto mariano. Come è
stato già scritto, «Nel suo significato più ovvio e fondamentale
l'illimitatezza è la totalità di dedizione e di appartenenza
all'Immacolata, che esclude ogni limite e riserva, ogni condizione e
remora di qualsiasi genere ...»[24]. Se nella definizione del Voto
mariano è detto che il consacrato deve donarsi così
illimitatamente da arrivare a diventare "proprietà assoluta"
dell'Immacolata, è ovvio capire che per lui, in effetti, non
dovrebbe valere nient'altro, ormai, che il «Deus meus et omnia!» di
san Francesco d'Assisi, o l'esclamazione di san Massimiliano:
«Immacolata mia e mio tutto, mio tutto!».

L'espressione "proprietà assoluta" dell'Immacolata, infatti, non si


può ridurla a due parole di sonora retorica e basta, senza alcuna
consistenza; al contrario, essa deve significare non soltanto il non
avere o possedere nulla, ma, ancora più, il non essere nulla, e ciò
«fino a perdersi tutto in Lei, fino a diventare non solo servo, non
solo schiavo, ma anche "strumento", "cosa", fra le sue mani
immacolate, e fino ad essere ridotto interamente a "nulla" per Lei
e in Lei»[25].

«Il voler essere "nulla" è una sorta di vero, mistico


"annientamento" per Lei e in Lei, e vorrebbe raggiungere quella
che è stata la "kenosis" del Verbo fatto carne e diventato per noi
"servo" (Fil 2,7), e vorrebbe imitare la "kenosis" dell'umanità di
Cristo, priva persino di personalità umana propria. Ricordiamoci
che in questo essere "nulla" si attua la parola dello Spirito Santo
scritta dall'Apostolo: Dio ha scelto "le cose che non sono" ("ea
quae non sunt", 1Cor 1,28) per confondere le cose che credono di
avere consistenza ("ut confunderet ea quae sunt", 1 Cor 1,29)»[26].

Per arrivare alla mistica identificazione con l'Immacolata è


certamente necessaria l'illimitatezza nel donarsi e immolarsi,
«passando attraverso le fasi ascetiche e mistiche delle purificazioni
sia attive che passive, fino alla morte mistica dell'io nell'unione
trasformativa e consumativa»[27], per poter essere suoi
totalmente, interamente, incondizionatamente, irrevocabilmente.

È lo stesso san Massimiliano che ci dice queste cose con forza e


passione d'amore incontenibile all'Immacolata: «Siamo Suoi,
dell'Immacolata, illimitatamente Suoi, perfettamente Suoi, siamo
quasi Essa stessa [...] Vogliamo essere fino a quel punto
dell'Immacolata che non soltanto non rimanga niente in noi che
non sia di Essa, ma che diventiamo quasi annientati in Essa,
cambiati in Essa, transustanziati in Essa, che rimanga Essa stessa»
(SK 508).

E «a questo punto, ossia al terminale dell'ascesa spirituale, si può


davvero dire che il consacrato con il Voto mariano è stato
misticamente "annientato" nell'Immacolata e "transustanziato"
nell'Immacolata, così che - parafrasando ciò che san Paolo dice
nei riguardi dell'unione del cristiano con Cristo -, non vive più il
consacrato con il Voto mariano, ma vive e rimane l'Immacolata,
"Lei sola", in lui»[28].

La missionarietà: questa è la dimensione orizzontale, estesissima,


del Voto mariano colto nella sua dinamica caritativa che ardirebbe
addirittura commisurasi con quella stessa dell'Immacolata Madre
Corredentrice universale e Mediatrice di tutte le grazie da donare
agli uomini redenti in cammino salvifico verso il Regno dei Cieli.

Se il Voto mariano vissuto fedelmente è generatore di una santità


sublime, proprio per questo è anche generatore della più estesa
salvezza delle anime su tutto il pianeta terra, portando e donando
al cuore di ogni uomo l'Immacolata, la Genitrice di Gesù, di Colui
che è l'unico Salvatore di tutti. È sempre vero che «sublime santità
e salvezza vastissima delle anime sono intrinsecamente legate,
interdipendenti, cosicché l'una non può stare senza l'altra, e
ambedue sono finalizzate alla massima gloria di Dio»[29].

Perché la missionarietà del Voto mariano è una missionarietà a


tutto campo, senza confini né spazi ridotti? La risposta non può
non essere piena di luce: perché la missionarietà del Voto mariano
è la stessa missionarietà salvifica dell'Immacolata che è la Madre
Corredentrice universale, è la Mediatrice di tutte le grazie. Per
questo Ella, l'Immacolata, è la prima evangelizzatrice, è la Stella
dell'evangelizzazione, è la Regina delle Missioni.

È chiaro che il Voto mariano, vissuto fedelmente, senza riserve e


indolenze, fa misticamente "impersonare" l'Immacolata, e la fa
"impersonare" nel suo essere e nel suo operare: il suo essere è
Immacolata Concezione, Maternità divina, Verginità perpetua,
Assunzione in Cielo, Regalità celeste e terrestre; il suo operare è
tutta la sua missione di Corredentrice universale, Mediatrice di
tutte le grazie, Rifugio dei peccatori, Aiuto dei cristiani, Avvocata
dei disperati, con il dispiegamento del suo incommensurabile
amore materno e premura materna per la salvezza dei peccatori,
dei lontani da Dio, dei senza Dio.
La missionarietà del Voto mariano non può non portare in sé
l'illimitatezza dell'amore alle anime da salvare in ogni angolo della
terra, dal polo sud al polo nord, senza ritardi o remore di sorta,
anche se ci fosse rischio grave di perdere la vita. Infatti, «in questa
"illimitatezza" della donazione di sé è inclusa ed è presente ogni
offerta di amore e di dolore del consacrato, senza esclusione o
eccezione di sorta; è presente, perciò, l'offerta eroica di sé come
missionario nelle terre infedeli, anche le più pericolose, l'offerta
eroica di sé come "vittima" di espiazione e riparazione per la
conversione e la salvezza delle anime, l'offerta eroica di sé anche
al martirio violento e cruento (come è avvenuto a san
Massimiliano ad Auschwitz)»[30].

Così scrive, infatti, san Massimiliano Maria Kolbe, esortando i


consacrati all'Immacolata ad amare talmente le anime da essere
disposti «a recarsi, per l'Immacolata, ovunque la santa Obbedienza
li manderà, fosse pure alle missioni più dure e incontro ad una
morte sicura» (SK 399), sempre «pronti per l'Immacolata ad
andare dove e quando i Superiori li invieranno, senza riguardo alle
difficoltà e ai pericoli» (SK 392); e a chi non fosse possibile recarsi
fisicamente nelle missioni "Ad gentes" resta sempre la grande
possibilità di farsi colà presente e operante con la preghiera e con
i sacrifici affinché l'Immacolata possa entrare nei cuori infedeli,
afferma san Massimiliano, per «partorire ivi il dolce Gesù, Dio, e
farlo ivi crescere fino all'età perfetta. Che bella missione!» (SK 508)
[31]

Vita di "consacrazione all'Immacolata"

Tre sono i più noti Atti di consacrazione alla Madonna: quello di


san Luigi Maria Grignion da Montfort (la "schiavitù"), quello del
beato Guglielmo Chaminade (la "pietà filiale") e quello di san
Massimiliano Maria Kolbe (essere "cosa e proprietà
dell'Immacolata"). Il più radicale dei tre Atti di consacrazione si
presenta quello di san Massimiliano Maria Kolbe.

Si tenga presente, in ogni caso, che qui si parla di "Atto" di


consacrazione soltanto impropriamente. È facile rendersi conto,
infatti, che la consacrazione all'Immacolata non consiste in un
"Atto", ma in una "vita" di consacrazione all'Immacolata, così come
l'Atto del Battesimo o l'Atto della Professione religiosa non
significano un semplice "Atto", ma significano l'Atto dell'inizio di
un'intera "Vita cristiana" e di un'intera "Vita religiosa", da vivere
fino alla morte.

Con la consacrazione all'Immacolata, in effetti, come insegna il


Montfort, noi consacriamo a Maria:

- «Il corpo con tutti i sensi e le membra;


- l'anima con tutte le sue potenze;

- i beni esteriori, presenti e futuri; i beni spirituali ed interiori che


sono i meriti, le virtù, le buone opere passate, presenti e future;

- tutto quello che abbiamo nell'ordine della natura e della grazia e


tutto ciò che potremo avere in seguito nell'ordine della grazia e
della gloria e ciò senza alcuna riserva [...] per tutta l'eternità»[32].
Con il Voto di consacrazione all'Immacolata, dunque, è tutto
l'essere del consacrato che nel suo vivere quotidiano deve essere
informato della grazia della consacrazione all'Immacolata,
eliminando tutto ciò che sia disdicevole alla sublime santità e
immacolatezza della Madonna, operando egli con la conformità
piena a Lei in tutto e per tutto, ossia nel pensare e nel ragionare,
nel volere e nell'agire, nel gioire e nel soffrire: tutto deve
essere marianizzato, possiamo dire, per cui nulla può essere
sottratto al governo diretto dell'Immacolata[33] Purtroppo - si
deve pur dirlo -, non è facile arrivare a questa consapevolezza
della vita di consacrazione mariana che deve essere una vita
donata, tutta dipendente dall'Immacolata e gestita interamente
dall'Immacolata[34].

Volendo schematizzare, per vivere più ordinatamente


la consacrazione all'Immacolata, nella sua integrità e perfezione,
basterebbe proporsi l'impegno molto semplice - ma anche molto
sostanziale -, di imparare a vivere in tutto e per tutto "come
l'Immacolata", "come Lei", chiedendosi quindi continuamente:
come penserebbe Lei? come parlerebbe Lei? come agirebbe Lei?
come soffrirebbe Lei? E così via... In questo caso, grande sarebbe il
vantaggio dello sforzo di imitare le virtù della Madonna,
diventando quindi - come dice san Massimiliano - «sempre più
simili all'Immacolata [..] sempre più - come Lei - immacolati» (SK
757)[35].

Non meno utilmente, tuttavia, per vivere fruttuosamente


la consacrazione all'Immacolata ci si può far aiutare da quella
quadruplice formula insegnata da san Luigi Maria Grignion da
Montfort, e ripresa anche da san Massimiliano M. Kolbe[36], ossia:
«Fare tutte le azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per
amore di Maria». In questa quadruplice formula possiamo
cogliere, in certo senso, l'itinerario ascetico-mistico del Voto
mariano vissuto da ogni consacrato nel suo specifico stato di vita
religiosa o secolare.

"Fare tutto per mezzo di Maria"

Se la Madonna è la Madre di ogni grazia, Ella deve essere il


motore del mio agire sempre secondo la grazia e non secondo la
natura o secondo la carne o secondo il mondo: ho bisogno della
"grazia" per comportarmi secondo la legge dell'amore divino e
non secondo la legge dell'istinto egoistico che purtroppo è
sempre presente in me. La Madre di ogni grazia è quindi la più
sicura garanzia dell'operare santamente facendo tutto "per mezzo
di Lei".

San Massimiliano ha scritto questo pensiero sublime che riflette


tutta la sua anima impegnata ad operare tutto per mezzo
dell'Immacolata: «Ella prenda sempre più possesso della nostra
anima, si impadronisca totalmente di essa e in essa e per mezzo di
essa Ella medesima pensi, parli, ami Dio e il prossimo e agisca» (SK
1211).
Scrive molto bene il Ragazzini dicendo che quando agisce "per
mezzo di Maria", il consacrato a Lei vuole «mettersi nelle mani di
Maria come un pennello nelle mani dell'artista, come un organo
nelle mani del musicista, come una pietra lanciata nel mare e da
esso assorbita»[37]: queste sono splendide immagini e riferimenti
concreti all'agire umano trasfigurato in grazia dalla Divina Madre
di ogni grazia. San Massimiliano si serve anche lui delle
significative immagini dello "scalpello", del "pennello" del
"volante", della “penna" fra le mani... dell'Immacolata[38].

ESEMPI: santa Veronica Giuliani, san Massimiliano M. Kolbe e il


venerabile padre Gabriele M. Allegra.

Tutto l'agire di santa Veronica era legato alla Madonna e condotto


dalla Madonna, come riferisce la Santa: «Se mi metto a lavorare, se
vado a mensa, se vado a riposarmi, in tutte le mie opere Ella mi è
guida e maestra. Parmi sentirla sempre appresso di me, che come
fedelissima madre mi insegni il modo di operare in tutto».

San Massimiliano si serviva di piccoli segni molto significativi per


fare tutto per mezzo di Lei: così, ogni sera, prima del riposo egli
metteva l'orologio e gli occhiali ai piedi della statuina
dell'Immacolata sul comodino, per significare che tutto il suo
tempo (l'orologio) e il suo spazio (gli occhiali) erano affidati e
legati a Lei!

Il venerabile padre Gabriele M. Allegra così scriveva in una lettera:


«Spesso sento che la Madonna dirige dolcemente la barchetta
dell'anima mia [...] A me non resta che abbandonarrni»[39].

"Fare tutto con Maria"


Qui vale soprattutto la verità della "presenza" dell'Immacolata a
concorso e sostegno del consacrato, affinché sia capace di agire
compiutamente evitando con facilità ogni difetto nell'esercizio e
nella pratica delle virtù cristiane. Imparando a "fare tutto con
Maria" succede che via via il consacrato viene configurato sempre
più e sempre meglio a Colei che ha «la faccia che a Cristo più
s'assomiglia» , come canta Dante Alighieri nella Divina
Commedia[40].

Quale conforto avere sempre vicina la Divina Madre con cui


operare fecondamente per il bene nostro e degli altri, e quale
grazia trovarsi sempre in comunione con Lei nel pensare e
nell'amare, nel riflettere e nel decidere, nell'operare e nel
prodigarsi, non sentendosi mai soli né isolati poiché si è sempre
"con Lei", vedendola non con gli occhi di carne, ma con «gli occhi
del cuore!», come dice san Paolo (Ef 1,18)!

San Massimiliano presenta la dinamica del Voto


mariano precisamente sotto l'aspetto della attiva "presenza" e del
pieno "possesso" - da parte della Madonna - di ogni consacrato a
Lei, poiché Ella «penetra la nostra anima - scrive il Santo - e ne
dirige le facoltà con un potere illimitato. Noi apparteniamo davvero
a Lei. Perciò siamo sempre e dovunque con Lei...» (SK461)[41]

ESEMPI: san Massimiliano Maria Kolbe, san Pio da Pietrelcina.

Riguardo a san Massimiliano basti ricordare qui la sua


"amatissima idea fissa: l'Immacolata", per capire quanto
costantemente egli vivesse con l'Immacolata, e l'Immacolata con
lui! Egli non poteva più non pensare all'Immacolata. Una volta
capitò che, durante un lungo viaggio in mare, spossato oltre i
limiti, «unico sollievo - scrive egli stesso - era l'invocazione
mentale frequente, e molto frequente, del Santissimo Nome di
Maria. Può darsi - rileva! - che nel delirio della febbre qualche volta
io mi sia dimenticato anche questo... » (SK 503).

San Pio da Pietrelcina viveva pressoché costantemente con la


Madonna vicina, se poteva dire e anche scrivere: «La Mammina... è
sempre con me»; e quando un confratello chiese a Padre Pio se la
Madonna gli era mai apparsa nella cella, il Padre rispose subito:
«Chiedimi piuttosto se la Madonna sia mai andata via dalla mia
cella!... »[42].

"Fare tutto in Maria"

Fra tutte le espressioni, questa è certamente la più alta e la più


intima, capace di trasportarci nella stessa realtà sublime
dell'Immacolata, mistico Paradiso di Dio. Vivere nell'Immacolata
comporta una profondità e intimità di unione con Lei spinte fino
all'inseparabilità dall'influenza della sua azione materna di
possesso e di governo del nostro essere "di Lei", della nostra
anima resa interamente "mariaforme", per poter conseguire la più
perfetta e sublime "cristiformità", che è quella stessa
dell'Immacolata.

C'è da riflettere attentamente, infatti, che per la grazia del Voto


mariano il consacrato a Lei «si è gettato nella stessa forma che ha
formato Gesù», insegna bene il Montfort[43], potendo diventare,
in tal modo, Gesù "al naturale", ossia «il ritratto naturale del suo
divin Figlio», fatto da Maria Semprevergine[44]
«Così si diventa una sola cosa con la Vergine - scrive il Ragazzini -
"Lei in me ed io in Lei". I due termini, correlativi, si compenetrano
e si completano»[45]. Essenziale, tuttavia, per 'fare tutto in Maria",
è il raccoglimento interno sempre più attento e intenso, come
insegna ancora il Montfort[46], affinché l'itinerario mariano di
crescita e maturazione nell'unione più intima possa svolgersi
rapidamente fino all'esperienza della Maternità mistica di Maria,
che è sempre in azione quale Formatrice di tutti i Santi.

San Massimiliano, infatti, molto spesso esorta al raccoglimento più


intimo in Maria, spinto fino ad una vera e propria "sparizione" di
se stesso in Lei. Proprio così, di fatto, egli ha scritto:
«Scompariamo in Lei! Che rimanga Lei sola...» (SK 508), poiché
«L'essenza [...] è annientare se stessi e diventare Lei» (SK 579). E san
Luigi Maria Grignion spiega gli effetti di questo "perdersi" in
Maria, affermando che chi interamente si dona alla Madonna avrà
la grazia che anche la Madonna «si dà pure interamente e in un
modo ineffabile a Colui che le dà tutto. Essa lo immerge nell'abisso
delle sue grazie, l'adorna con i suoi meriti, lo sostiene con la sua
potenza, lo illumina con la sua luce, lo infiamma del suo amore, gli
comunica le sue virtù... e in tal modo avviene che quanto questa
persona consacrata è tutta di Maria, Maria è pure tutta di
quest'anima»[47].

"Fare tutto per amore di Maria"

La maturazione del consacrato nell'amore alla Madonna, se


coltivata fedelmente, non può che convergere sempre più in
estensione e in altezza nel dono più amoroso di tutto se stesso a
Lei, lavorando e sacrificandosi per la sua gloria di Madre e Regina
dell'universo. Ha scritto bene il Montfort affermando che
nell'esperienza sempre più intensa della consacrazione mariana si
arriva al punto di non poter più lavorare che «per Lei, per il suo
profitto e alla gloria di Lei come fine prossimo, alla gloria di Dio
come fine ultimo»[48].

Bisogna farsi condurre dall'amore per Lei in tutto il nostro pensare


e operare, in tutto il nostro donarci e soffrire, e soprattutto nel
nostro sacrificarci e immolarci senza riserve: il suo amore materno
allora ci penetra e ci accende, ci avvolge e ci spinge,
trasportandoci, attraverso le più elevate purificazioni passive e le
ineffabili trasfigurazioni, nel seno stesso della Santissima Trinità,
terminale eterno nel Regno dei cieli.

ESEMPI: san Massimiliano Maria Kolbe e san Pio da Pietrelcina.

«L'amore più grande», di cui parla Gesù (Crv 15,13) è sempre


quello di chi sacrifica la propria vita: è l'amore del Redentore
crocifisso, è l'amore della Corredentrice dall'anima trapassata.
Così, possiamo pensare all'amore più grande di san Massimiliano
Maria Kolbe che immola se stesso nel Bunker della fame ad
Auschwitz, senza alcuna reazione ai trattamenti bestiali che
riceveva: tutto egli offriva all'Immacolata soffrendo, pazientando,
sopportando, dicendo ai compagni di sventura: « Tutto è perla
Mammina!».

Ugualmente, san Pio da Pietrelcina, quando fu privato della facoltà


di confessare e segregato nella Cappellina del Convento per
celebrare da solo la Santa Messa, ascoltò in silenzio il decreto
dell'ingiusta condanna, dicendo alla fine: «Fiat voluntas Dei»,
recandosi subito in Coro a pregare con i suoi occhi fissi negli occhi
della Madonna delle grazie!
Gli obblighi del "Voto Mariano"

È ovvio che il Voto di consacrazione, in quanto "voto", non può


non comportare obblighi da osservare affinché dia i frutti
corrispondenti alla sua importanza e preziosità.

Per questo, noi non ci si può non chiedere: quali sono gli obblighi
concreti del Voto mariano?

A questo riguardo è bene rispondere distinguendo anzitutto gli


obblighi cosiddetti generali per tutti i battezzati, da quelli
particolari per categorie di persone.

Gli obblighi generali per tutti i battezzati sono questi:

- osservare i Comandamenti di Dio, evitando ogni peccavo.


specialmente "mortale";

- osservare i Precetti della Chiesa e seguire gli insegnamenti del


Vicario di Cristo;

- vivere sempre in "grazia di Dio", pregando, accostandosi e


ricevendo i Sacramenti;

- tendere alla Santità, che è Volontà imperativa di Dio per tutti:


«Estoteperfecti» (Mt 5,48);

- essere devoti della Madonna, nostra Madre, Maestra e Guida.

Gli obblighi particolari, invece, sono legati ai singoli e diversi stati


di vita, ossia:

- stato di vita sacerdotale, che obbliga al compimento degli


specifici doveri sacerdotali, necessari per realizzare la santità
sacerdotale, come quella di tutti i sacerdoti Santi (ad esempio, del
Santo Curato d'Ars);

- stato di vita religiosa, che obbliga i consacrati all'osservanza


perfetta della forma di vita regolare, come quella, ad esempio, di
san Francesco e santa Chiara d'Assisi, di san Luigi Gonzaga e santa
Bernardetta Soubirous;

- stato di vita matrimoniale, che obbliga alla fedeltà agli impegni


coniugali e ai doveri verso i figli e la famiglia: ad esempio dei
genitori di santa Teresina o dei beati coniugi Luigi e Maria
Beltrame-Quattrocchi;

- stato di vita laicale, che obbliga ai doveri professionali nello


svolgimento della propria attività di lavoro, sull'esempio del
medico san Giuseppe Moscati o dei bambini pastorelli come i
beati Francesco e Giacinta di Fatima.

Essere obbligati al compimento esatto dei propri doveri di stato


vale, dunque, per tutti i fedeli di ogni popolo e nazione, di ogni
età e sesso, di ogni cultura e mentalità, di ogni ceto e categoria
sociale, di ogni professione e lavoro: nessuno è escluso dal dovere
di santificarsi per raggiungere la beatitudine eterna del Regno dei
Cieli (in caso diverso, toccherà o il Purgatorio, magari lunghissimo,
o addirittura l'inferno eterno!).

***
A questo punto, però, possiamo e dobbiamo interrogarci: oltre
tutti gli obblighi generali e particolari che abbiamo come fedeli,
quali sono, ora, gli obblighi specifici legati al Voto mariano di
consacrazione illimitata all'Immacolata?

Una prima risposta in senso più generale, tutta teologico-mistica,


è questa: gli obblighi del Voto mariano di consacrazione illimitata
all'Immacolata sono questi:

Transustanziarsi nell'Immacolata, facendo proprio l'essere e


l'operare dell'Immacolata (ossia, la vita cristiana "mariaforme"), per
conseguire la suprema conformità a Cristo (ossia, la vita cristiana
"cristiforme"), che è quella stessa dell'Immacolata, vertice assoluto
della Santità divina in una persona umana.

Scomponiamo brevemente questa risposta sostanziale molto


densa.

"Transustanziarsi nell'Immacolata": significa che la consacrazione


all'Immacolata, in quanto "i l l i m i t a t a", comporta la dedizione
più totale e radicale, per appartenere all'Immacolata quale sua
"proprietà assoluta" nell'unione d'amore divino che porta e arriva
fino alla mistica identificazione con Lei, transustanziandosi
appunto in Lei.

"Fare proprio l'essere e l'operare dell'Immacolata" (vita


"mariaforme"): significa fare propria anzitutto la sua
immacolatezza tutta grazia e niente peccato, tutta candore e
niente ombra, tutta amore divino e niente polvere di egoismo;
fare propria, poi, l'eroicità dell'Immacolata nell'operare sempre
santamente contro ogni difetto o debolezza, svolgendo la sua
Missione materna di Corredentrice universale per la salvezza di
tutti, con la pratica delle dodici virtù che costituiscono la perfetta
vita cristiana "mariaforme".

"Per conseguire la suprema conformità a Cristo, che è quella


dell'Immacolata": significa che l'imitazione dell'Immacolata nel suo
"essere" e nel suo "operare" porta alla somiglianza e alla
identificazione con Lei che è la "matrice" di Cristo, che "ha fatto"
Cristo, il "Primogenito" («factum ex muliere»: Gal 4,4), e che fa tutti
i "fratelli" del «Primogenito» (Rm 8,29), donando a loro la più
perfetta vita "cristiforme".

"L'Immacolata, vertice assoluto della Santità divina in una persona


umana": significa che per tutto quanto detto, l'Immacolata, unico
vertice assoluto della Santità divina in una persona umana, ha «la
faccia che a Cristo più s'assomiglia» (come dice l'Alighieri), e
proprio Ella dona quella stessa "faccia" a chiunque viva
fedelmente e interamente il Voto mariano della consacrazione
illimitata a Lei, sia come Missionario dell'Immacolata Mediatrice
(quale membro della MIM, sia, e soprattutto, come Terziario
francescano dell'Immacolata (quale membro del TOFI).

Una seconda risposta in senso più pratico e particolareggiato è


questa: gli obblighi legati al Voto mariano di consacrazione
all'Immacolata, secondo l'ortoprassi dei nostri Santi - alla scuola,
soprattutto, di san Francesco e santa Chiara, di san Massimiliano
Maria Kolbe e san Pio da Pietrelcina -, riguardano e impegnano
soprattutto la mente, il cuore e la volontà di chi ha il Voto
mariano, rifacendoci, per questo, a quel magnifico trittico che ha
scolpito particolarmente san Massimiliano Maria Kolbe nel suo
essere e operare:

- l'Idea fissa dell'Immacolata: nella mente;

- l'Amore folle all'Immacolata: nel cuore;

- l'Azione febbrile per l'Immacolata: nella volontà.

Punto per punto, questo magnifico trittico della vita di


consacrazione illimitata all'Immacolata non può non scolpirsi in
chi vuole vivere fedelmente, senza compromessi o riserve, l'intero
contenuto vitale del Voto mariano.
Sia ben chiaro, tuttavia, che chi fa il Voto mariano non si può dire
che venga a trovarsi "ipso facto" in uno stato di perfezione già
"acquistata", ma in uno stato di perfezione da "acquistare", ossia
che è obbligato ad acquistare, o - più esattamente ancora -, che si
è lui stesso obbligato ad acquistare (questo è, propriamente, il
classico "status perfectionis acquirendae" della vita religiosa!)[49].

1. L'Idea fissa: l'Immacolata

Orbene, chi fa e chi ha già il Voto mariano è dunque obbligato


anzitutto a dare sempre più stabile dimora, nella sua mente, a
quella Idea fissa dell'Immacolata che aveva san Massimiliano M.
Kolbe. Benissimo: ma come si arriva a tanto?
Rispondiamo: anzitutto, si arriva con
la conoscenza dell'Immacolata.

Ovviamente, non può trattarsi di una conoscenza superficiale,


sentimentale, approssimativa, futile e fragile. Al contrario, deve
trattarsi di una conoscenza seria e approfondita, che esige lettura,
ascolto, studio e meditazione sulla persona di Maria Santissima e
sulla sua Missione di Madre Corredentrice e Mediatrice di tutte le
grazie.

Il Voto mariano, infatti, comporta certamente l'obbligo della


costante formazione mariana, e per questo è necessario
appuntarci in particolare su ciò che riguarda sia l'ascolto che
la lettura-meditazione mariana.

* In ascolto

È chiaro che le sedi per l'ascolto necessario alla formazione


mariana sono certamente due: il Cenacolo MIM e i luoghi per i
Ritiri Esercizi, raduni, incontri MIM, che si tengono periodicamente
od occasionalmente lungo l'anno. Si sa, infatti, che in queste sedi,
di solito, si può coltivare più agevolmente la formazione mariana a
livello sempre più intenso, vasto ed elevato. Ne consegue, quindi,
che soprattutto chi ha già fatto e chi sta per fare il Voto
mariano (e anche chi vuole prepararsi a farlo), deve avvertire
l'obbligo di non perdere mai quell'ascolto, partecipando sempre
agli incontri o raduni MIM. È da ritenersi necessario questo serio
impegno personale a riguardo della continua formazione mariana,
partecipando sempre ad ogni incontro o raduno della MIM, non
sottraendosi quindi mai al compimento di tale obbligo preciso,
oltre che importante (salvo eccezioni o casi di gravi
necessità)"[50].

* Lettura-Meditazione

Ugualmente necessarie, inoltre, sono la lettura e la meditazione su


tutto ciò che riguarda il mistero di Maria da conoscere e
approfondire sempre più. L'obbligo della formazione mariana non
può non comportare la scelta di uno spazio giornaliero -
potremmo dire, di un'ora sulle ventiquattr'ore del giorno - da
dedicare alla lettura-meditazione mariana. Ricordiamoci che
la lettura spirituale e la meditazione sono sorgenti di luce per
conoscere le cose divine e approfondire la nostra vita di fede a
sostegno del Voto mariano.

Libri mariani, testi di meditazioni mariane - a cominciare dalla


Mariologia biblica e dagli scritti di san Bernardo da Clairveaux, san
Luigi Maria Grignion da Montfort, sant'Alfonso Maria de' Liguori,
san Massimiliano Maria Kolbe, oltre le vite della Madonna - sono
materia prima della conoscenza della Madonna per poterla
ammirare e amare sempre più. Ci sono poi i numerosi libri di Casa
Mariana Editrice, gli opuscoli, i quaderni e le riviste mariane a più
livelli, sia di alta Teologia mariana che di media e di semplice
volgarizzazione per tutti.

Non è difficile capire che la formazione della mia Idea


fissa sull'Immacolata, come esige il Voto mariano, ha necessità di
questi supporti dati dalle letture e dalle meditazioni mariane, se
voglio fare sul serio. Di fatto, se noi pensiamo ben poco alla
Madonna, rispetto all'Idea fissa di san Massimiliano, uno dei
motivi principali è proprio quello della scarsità di impegno
giornaliero nell'applicarci alla lettura-meditazione mariana (e
magari si perde tempo dietro giornali, telefonate, spettacoli in
Tv...). Credo, perciò, che il proposito di un'ora giornaliera da
impegnare per la lettura-meditazione mariana debba costituire
uno degli obblighi primari per la mia formazione mariana secondo
il Voto mariano.
2. L'Amore folle all'Immacolata

Quali sono le esigenze dell'amore, subito dopo la conoscenza? La


risposta non può che essere semplice e rapida, in base
all'esperienza comune. Le esigenze dell'amore, dunque, sono
queste: l'incontro e la dedizione reciproca, l'unione fino
all'identificazione. Così si esprime san Paolo nei riguardi di Cristo
conosciuto e amato fino al mihi vivere Christus est» («il mio vivere
è Cristo»: Fil 1,21) e al «vivo ego, iam non ego: vivit vero in me
Christus» («non vivo più io, ma Cristo vive in me»: Gal 2,20).

Un breve esame delle esigenze dell'amore nei riguardi della


Madonna.

* L'incontro e la dedizione reciproca

t ovvio che l'incontro e la dedizione con l'Immacolata avvengono


soprattutto nella preghiera. La meditazione giornaliera, in
particolare, dona la luce della conoscenza che penetra sempre più
nell'anima facendo crescere, man mano, l'ammirazione e la lode,
l'amore e l'incanto per la santità, le virtù, la bellezza, la potenza, la
sublimità della Madre di Dio e Madre nostra.

Fin dal mattino, quindi, con la levata senza pigrizie, chiedendo la


Benedizione alla Madonna bisogna avviare l'incontro con Lei,
continuando quindi con le Preghiere del mattino, in particolare le
preghiere mariane dell'Angelus e della rinnovazione dell'Atto di
consacrazione all'Immacolata, seguito, possibilmente, dalla
meditazione, e magari dalla Santa Messa, Comunione e
Ringraziamento: tutto ciò, per far sì che il nostro essere e operare
possa meglio conformarsi all'essere e operare dell'Immacolata,
iniziando quindi a fare subito ogni cosa "per mezzo di Lei, con Lei,
in Lei, per amore di Lei"[51].

Durante il giorno, poi, per l'incontro-colloquio frequente con


l'Immacolata dovremmo ricordare, oltre la preghiera del Rosario
intero, la raccomandazione di san Massimiliano che dice:
«Intrattieniti spesso con l'Immacolata, conversa spesso con Lei,
soffermati spesso a tu per tu con Lei, e diverrai sempre più simile a
Lei» (SK 1367).

* L'unione e l'identificazione

Il Voto mariano non può non comportare questa esigenza


d'amore che deve animare il nostro cuore di ora in ora, e crescere
di continuo per poter arrivare alla "follia d'amore" di san
Massimiliano, evitando quindi ogni dispiacere anche minimo alla
Divina Mamma, conformandoci invece e assimilandoci sempre più
a Lei con la pratica delle sue virtù.

Dovremmo sforzarci di tener sempre presente in noi ciò che dice


san Massimiliano: «Ecco il nostro ideale. Avvicinarsi a Lei, renderci
simili a Lei, permettere che Ella prenda possesso del nostro cuore e
di tutto il nostro essere, che Ella viva ed operi in noi...» (SK 1210).
La Transustanziazione nell'Immacolata, in effetti, è opera
soprattutto del cuore. La Serva di Dio suor Lucia di Fatima spiega
bene il rapporto fra la Transustanziazione nella consacrazione
eucaristica e nella consacrazione mariana: «Come nella
consacrazione eucaristica "il pane e il vino si convertono nel corpo
e sangue di Cristo", così nella consacrazione mariana noi "siamo
assorbiti con l'essere vitale nel cuore di Maria"»52; e san
Massimiliano poteva dire infatti di sé: «L'Immacolata mi ha dato
ospitalità nella casa del suo Cuore Immacolato» (SK 440), e per
amare Gesù all'apice dell'amore, è proprio dal Cuore Immacolato
che il nostro cuore, dice san Massimiliano, «deve attingere l'amore
verso di Lui, anzi amarlo con il cuore di Lei e diventare simile a Lui
per mezzo dell'amore» (SK 1295)[53].

3. L'Azione febbrile per l'Immacolata

A chi nutrisse la tentazione di pensare che il Voto mariano sia


fatto per la vita solo contemplativa, maldisposto, quindi, ne
riguardi della vita di apostolato attivo e missionario, sarebbe bene
ricordare che san Massimiliano, al contrario, tentò di introdurre il
quarto Voto di consacrazione all'Immacolata nella comunità dei
suoi frati in Giappone soprattutto a vantaggio e a sostegno della
più estesa missionarietà, per poter, in tal modo, impiantare molte
Missioni nelle terre più bisognose.
Nella sua dimensione apostolica, quindi, il Voto mariano legato
alla Missione salvifica dell'Immacolata che è la Mediatrice
universale di ogni grazia per tutti gli uomini bisognosi d salvezza.
Per questo nell'Atto di consacrazione quotidiano chiede
all'Immacolata: «Concedimi di condurre a te il mondo intero»,
pronti a non rifiutare alcun sacrificio, pronti ad usare ogni mezzo
possibile.

* "Noi siamo per l'offensiva"

Questo era il motto di san Massimiliano, e questo deve esser il


motto del Voto mariano, poiché «difendere la religione è per noi
troppo poco» (SK 206), vedendo il male che ci circonda e che
avanza «Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di
Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è forse lecito lamentarci e versare
lacrime soltanto? No affatto - afferma con vigore san Massimiliano
-. Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non
solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio
anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in
realtà avremo trascurato. Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto
dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico
con il nostro petto» (SK 1023).

* La scelta dei mass-media

Una "scelta di campo" per l'apostolato fu la decisione, presa da


san Massimiliano, di adoperare anche i mezzi più moderni di
apostolato per un'evangelizzazione di massa attraverso la stampa
e la radio (e oggi possiamo aggiungere: la Televisione, Satelliti,
l'Internet...). Davvero "febbrile" doveva essere l'ardore di san
Massimiliano quando scriveva, ad esempio, che lo scopo
apostolico non deve essere soltanto «difendere la fede e
contribuire, alla salvezza delle anime, ma con un attacco ardito,
non badando a se stessi, conquistare all'Immacolata un'anima
dopo l'altra, un avamposto dietro l'altro, inalberare il suo vessillo
sulle case editoriali dei quotidiani, della stampa periodica e non
periodica, delle agenzie di stampa; sulle antenne radiofoniche, sugli
istituti artistici e letterari, sui teatri; sulle sale cinematografiche, sui
parlamenti, sui senati, in una parola dappertutto su tutta la terra;
inoltre vigilare affinché nessuno riesca a rimuovere questi vessilli»
(SK 199).

Interroghiamoci: al riguardo, quale è la situazione dei nostri


Cenacoli MIM, oggi, e in particolare per coloro che hanno già
il Voto mariano? Con qualche eccezione, sembra che la risposta
debba essere quella di una certa lentezza indolente negli impegni
o iniziative da prendere, di una certa passività nel subire la
situazione attuale di inefficienza, forse un mancato o ben debole
interesse per l'Ideale del Voto mariano, sopraffatto da tutt'altri
interessi personali o di famiglia. Dovremmo ben sforzarci, a
questo punto, di far risuonare in noi il grido di san Massimiliano
contenuto in tre brevi parole: «Diamoci da fare!... Diamoci da
fare!... Diamoci da fare!...» (SK 1019).

Conclusione: La "SCALA BIANCA"

Ci sia di incoraggiamento e sostegno il fatto che il Voto mariano è


stato giustamente assimilato alla "Scala Bianca" della visione di
frate Leone, descritta nei Fioretti di san Francesco.
Per santificare noi stessi, per salvare e santificare gli altri, il Voto
mariano di consacrazione all'Immacolata, alla scuola di san
Massimiliano M. Kolbe - come già a quella di san Luigi Maria
Grignion da Montfort - è la via «più facile, più rapida e più sicura»
(SK 542), è davvero la "Scala Bianca" francescana capace di farci
salire alla Santità «più facile e più sublime», trasfigurati
nell'Immacolata, la "Vergine fatta Chiesa" (come dice san
Francesco d'Assisi), per la salvezza del mondo intero.

E concludo così:

Francescani dell'Immacolata (frati e suore), Terziari Francescani


dell'Immacolata, Missionari dell'Immacolata Mediatrice con il "Voto
mariano"  ; per scuoterci e animarci, ricordiamo bene il mandato di
san Massimiliano Maria Kolbe:

«SIAMO PER L'OFFENSIVA... DIAMOCI DA FARE...»


PER PREPARARE E AFFRETTARE AL PIÙ PRESTO
IL "TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA"!

______________________________________

1. Questi tre passaggi o "stadi" si potrebbe anche dire che siano


analoghi ai classici tre gradi della vita spirituale degli incipienti, dei
proficienti e dei perfetti (cf SAUDREAU, I gradì della vita spirituale,
Milano, Vita e Pensiero, 1937, vol. II).
2. Cf S. RAGAZZINI, Maria vita dell'anima. Itinerario mariano alla
Santissima Trinità, Casa Mariana Editrice, Frigento 1984, pp. 244-
247 (in particolare a p. 245).
3. Op. Cit., l. C.
4. lbidem. Che non sia questo, purtroppo, il caso della nostra
Consacrazione all'Immacolata? È un esame di coscienza
necessario, questo. Con la Consacrazione all'Immacolata, infatti, se
vissuta con sincerità, è l'intera attività dell'anima nel suo pensare,
ricordare, volere, sentire, agire, che viene impegnata, per poter
vivere l'unione con la Madonna, l'appartenenza reale a Lei.
L'esercizio generoso e fedele nel vivere la consacrazione, di fatto,
non può non tendere via via a fissare anzitutto la mente e la
memoria nella Madonna, preparando e maturando in tal modo
quella tensione-ricordo che nella fase mistica della vita spirituale
diventa pensiero continuo, memoria incessante, preghiera
pressoché ininterrotta. Tale era, in effetti, l'idea fissa di san
Massimiliano Maria Kolbe, il quale non poteva più non pensare,
ricordare, invocare di continuo l'Immacolata, divenuta la sua
«amatissima idea fissa» (in Scritti di Massimiliano Kolbe, Roma
1997; citeremo sempre in sigla: SK 325).
Ugualmente, l'attività dell'anima consacrata alla Madonna, nel suo
volere, amare e sentire, vivendo l'unione con la Madonna, accende
via via il cuore di affetti anche brucianti che non danno più sosta
all'anima portandola, nella fase mistica, alla cosiddetta "follia
d'amore", che si traduce nella piena e perfetta unione della
volontà propria con la volontà della Madonna, in obbedienza
continua alla sua volontà che è la Volontà di Dio espressa
attraverso i doveri di stato e gli impegni della vita di ogni giorno.
Come scrive il Ragazzini: «La pratica è molto semplice. I Religiosi e
le Religiose conoscono la volontà di Maria attraverso i loro voti, le
loro Costituzioni, la voce e i desideri dell'Autorità. Momento per
momento. Per tutta la vita. I fedeli sanno di compiere la volontà di
Maria con la fedeltà ai loro doveri di stato, col seguire
generosamente le ispirazioni interiori, con la più assoluta
dipendenza dal proprio confessore» (op. cit., p. 246).
Ugualmente, infine, l'attività del consacrato alla Madonna, nel suo
agire e operare anche all'esterno, si fa generosa e intensa, si fa
"azione febbrile", che non ammette lentezze o ritardi, che non
vuole riposi o rimandi, che è spinto, al contrario, dalla urgenza
impellente di correre in aiuto, di salvare e sostenere chi ha
bisogno: questa è la legge dell'amore che urge e fa pressione
contro ogni indolenza: «Charitas Christi urget nos» (2Cor 5,14).
5. Ivi, p. 245. Si potrebbe anche distinguere, semplificando, tra la
vita di "unione ascetica" con la Madonna e la vita di "unione
mistica" con la Madonna, con la differenza, appunto che la prima -
come spiega il Ragazzini -, « è piuttosto acquisita ed attiva, l'altra
quasi del tutto comunicata e passiva» (op. cit., p. 247).
6. Sulla vita di consacrazione alla Madonna, ha sempre il primato,
su tutti, l'aureo Trattato della vera devozione a Maria di san Luigi
Maria Grignion da Montfort. Immensa è comunque la bibliografia
sulla Consacrazione mariana. Più vicini al nostro particolare
interesse, tuttavia, sono i recenti studi del padre A. M.
APOLLONIO, La Consacrazione a Maria, in Immacolata Mediatrix, I
(2001) n. 3, pp. 49-101; Maria Santissima nella storia e nella
spiritualità dei Francescani dell'Immacolata, in Immacolata
Mediatrix, IV (2004) 213-239, 379-436.
7. Sul Voto mariano si vedano i due testi specifici: S. M. MANELLI,
17 Voto Mariano, Casa Mariana Editrice, Frigento 2008 (citeremo
sempre quest'opera in sigla: VM con il numero marginale); AA.
Vv., Dossier sul "Voto mariano", Casa Mariana Editrice, Frigento
2011. Per i membri del Terz'ordine Francescano dell'Immacolata
(TOFI) e dei Cenacoli "Missione dell'Immacolata Mediatrice" (MIM,
si veda il Sentiero Mariano-Serafico, Casa Mariana Editrice,
Frigento 2008.
8. Ivi, p. 245.
9. S. AMBROSIUS, Expositio in Lucam, I, 11, n. 26; PL 25, 1562. Su
questo delicatissimo punto si legga il lungo e documentato
capitolo scritto da padre S. RAGAZZINI, La Madonna mi trasforma
e mi identifica a se stessa (in op. cit., pp. 319-354).
10. Riportato da M. WINOWSKA, Storia di due corone, Roma 1952,
p. 200.
11. Vedere SK 395, 3398, 399, 402, 409, 412, 419, 492, 588, 653. Si
chiama "Quarto voto", nel senso che si tratta di un "voto" aggiunto
ai classici tre "voti" costitutivi della vita religiosa (obbedienza,
povertà, castità), che può essere chiamato anche "voto di
sostegno" o "voto di garanzia", ecc. (cf Suor M. M. PRASSINO, Un
nuovo "dono" nel Mistero della Chiesa, Casa Mariana Editrice,
Castelpetroso 1995).
I2. Lo stesso san Massimiliano scrive in una lettera dal Giappone
nel 1932: «Il Sabato santo, ossia nel giorno dedicato alla nostra
celeste Mammina, tutti noi religiosi professi presenti a Mugenzai
No Sono abbiamo emesso il quarto voto [...]. Mi sembra che con il
passar del tempo, a Niepokalanow non vi saranno professioni
religiose senza l'aggiunta del quarto voto» (SK409).
13. I Francescani dell'Immacolata si configurano in pienezza come
novello ramo del Primo Ordine Serafico con la Regola bollata del
papa Onorio III. Molto rapidamente, i Frati Francescani
dell'Immacolata, eretti in Istituto di Diritto diocesano il 22 giugno
1990, sono stati eretti in Istituto di Diritto Pontificio neppure sette
anni dopo, il 1° gennaio 1998. Anche le Suore Francescane
dell'Immacolata fanno parte del Primo Ordine Serafico con la
stessa Regola bollata del papa Onorio III, approvate come Istituto
di Diritto diocesano il 2 agosto 1993, e di Diritto Pontificio cinque
anni dopo, il 9 novembre 1998: esse sono una vera e preziosissima
"primizia" nell'Ordine Serafico, e possono essere ben considerate
quale Primo Ordine serafico femminile, realizzando oggi,
finalmente, quello che forse poteva e doveva essere soltanto un
sogno dorato del Serafico Padre san Francesco d'Assisi, il sogno,
cioè, di avere nel suo Primo Ordine Serafico contemplativo-attivo,
insieme ai frati e come i frati, anche le suore francescane
contemplative-attive [vedere: Suor M. FRANCESCA PERILLO, La
"Regola Bollata " nella legislazione delle Suore Francescane
dell'Immacolata, in Immaculata Mediatrix, I (2001) 107-133].
14. VM p 11. Rispetto al "quarto voto" di san Massimiliano Maria
Kolbe, come ha scritto il padre Apollonio, «II nuovo nome - [Voto
mariano] anziché "quarto voto" - manifesta e sintetizza lo sviluppo
e l'approfondimento teologico della spiritualità kolbiana, alla luce
del particolare carisma fondazionale [...]. Il Voto mariano, infatti, è
propriamente un voto costitutivo; il quarto voto, invece,
suggerisce l'idea di un voto "accessorio", giustapposto agli altri
tre» [A. M. APOLLONIO, Maria Santissima nella storia e nella
spiritualità dei Francescani dell'Immacolata, in Immacolata
Mediatrix, IV (2004) 3, 399].
15. Per tutta la parte giuridico-canonica del Voto mariano, si veda
lo studio vasto e approfondito di Suor M. M. PRASSINO, op. cit.,
pp. 167ss. 16 Cf V1t1,p.15.
16 S. M. MANELLI, Tutto dell'Immacolata, Casa Mariana Editrice,
Castelpetroso 1998, p. 14.
18 FF 1051.
19 VM p. 11.
20 Cf A. M. APOLLONIO, Maria Santissima nella storia e nella
spiritualità dei Francescani dell'Immacolata, in Immacolata
Mediatrix, IV (2004) 3, 396.
21 DANTE ALIGHIERI, Paradiso, XXXII, 85-86.
22 VM, p. 19.
23 Si pensi, ad esempio, al risalto anche esterno dei "segni" della
marianità nei frati e suore francescani dell'Immacolata, così
elencati e sintetizzati: il nome "Francescani dell'Immacolata"; la
Medaglia miracolosa portata sul petto; la corona del Rosario
sempre al cingolo; la sfumatura azzurra del saio a richiamo del
manto della Madonna; il titolo mariano dato alle comunità e ai
conventi; la statua dell'Immacolata istallata sul punto più alto della
"Città mariana"; il saluto "Ave Maria" a richiamo della presenza
dell'Immacolata nell'interlocutore; il quarto nodo al cingolo segno
del Voto mariano; la recita giornaliera delle quattro corone del
Santo Rosario; novene e tridui - con digiuno alla vigilia - prima di
ogni festa mariana; promozione degli studi mariologici e
diffusione della stampa mariana [cf A. M. APOLLONIO, Maria
Santissima nella storia e nella spiritualità dei Francescani
dell'Immacolata, in Immacolata Mediatrix, N (2004) 3, 400].
24. Libro della Santificazione. Frati Francescani dell'Immacolata,
Casa Mariana Editrice, Frigento 1999, p. 135.
25. VM p. 94.
26. VM p. 95.
27. VM, p. 17.
28. VM, pp. 17-18.
29. VM, p. 25.
30. VM, pp. 37-38. È importante leggere anche un altro brano
molto significativo: «Se nel suo commento alla Regola Serafica san
Bonaventura ha potuto affermare che secondo la mente di san
Francesco d'Assisi, "quelli che chiedono di essere ricevuti nel
nostro Ordine devono essere disposti al martirio" (cf Expositio
super Regulam, 2, in Opera omnia, vol. VIII, 938), tanto più ogni
francescano con il Voto mariano deve essere disposto al martirio»
(VM, p. 38); ed è anche bene ricordare che «quando san Francesco
parla dell'obbedienza "più perfetta di tutte" (FF 736), o della
"somma obbedienza"» intende sempre quella di andare in
missione "ad gentes" (cf VM, p. 54).
31. I Francescani dell'Immacolata - frati, suore e anche terziari
francescani dell'Immacolata -, debbono ricordare quel che san
Massimiliano diceva del Serafico Padre: «Il Padre San Francesco è
il modello del missionario; il suo esempio, la sua regola sono
altamente missionari e consentono il massimo slancio apostolico
diretto alla salvezza e alla santificazione delle anime» (SK299).
32. San LUIGI MARIA GRIGNION DA MONTFORT, Trattato della
vera devozione a Maria, nn. 121 ss; Il Segreto di Maria, n. 28.
33. Così era la vita di san Massimiliano, infatti, secondo la
testimonianza di padre Giuseppe Pal, suo compagno di scuola a
Roma: «Massimiliano fuggiva anche il minimo peccato: in sei anni
di convivenza nel collegio non lo vidi mai commettere un minimo
peccato volontario» (riportato da G. LENTINI, Massimiliano Kolbe,
Roma 1989, p. 41).
34. Lo afferma bene il Montfort, riferendosi in particolare alla
consacrazione di schiavitù alla Madonna: «Non basta essersi dato
una volta a Maria in qualità di schiavo; nemmeno basta ripetere
ciò tutti i mesi, tutte le settimane; sarebbe questa una devozione
troppo passeggera e non potrebbe innalzare l'anima a quella
santità a cui può elevarla [...] la grande difficoltà è di entrare nello
spirito di questa devozione che è di rendere un'anima
interiormente dipendente e schiava della Santissima Vergine e di
Gesù per mezzo di Lei. Ho trovato molte persone che
esternamente si sono poste con mirabile ardore in questa
schiavitù; ben poche, invece, ne ho trovate che ne abbiano preso
lo spirito e, meno ancora, che vi abbiano perseverato» (San LUIGI
MARIA GRIGNION DA MONTFORT, Il Segreto di Maria, n. 44).
35. Importantissimo, ovviamente, è il punto dell'imitazione delle
virtù dell'Immacolata, come spiega bene san Luigi Maria Grignion
da Montfort dicendo che «la vera devozione a Maria è santa, vale
a dire porta un'anima ad evitare il peccato e imitare le virtù della
Santissima Vergine», ed elenca difatti le dieci virtù principali da
imitare: «La sua profonda umiltà, la sua fede viva, la sua
obbedienza cieca, la sua orazione continua, la sua mortificazione
universale, la sua purezza divina, la sua carità ardente, la sua
pazienza eroica, la sua dolcezza angelica e la sua sapienza divina»
(Trattato..., n. 108). A queste virtù è bene aggiungere due virtù
francescane di primario valore e bellezza, ossia la povertà serafica
e la letizia francescana.
36. Vedere SK 1229, 1286.
37. S. RAGAZZINI, op. cit., p. 255.
38. Cf SK, 373, 991n, 1160, 1219.
39. Cf VM, pp. 34-35.
40. Paradiso, XXXII, 85-86.
41. Le stesse affermazioni di san Massimiliano possiamo trovarle
presenti anche negli scritti e nelle esperienze di san Pio da
Pietrelcina e del venerabile padre Gabriele M. Allegra (vedi, ad
esempio, VM, pp. 76-77).
42. Cf VM, p. 76.
43. Trattato, n. 219.
44. Ivi, n. 221.
45. S. RAGAZZINI, op. cit., p. 256. A questo punto si può dire che
davvero il consacrato con il Voto mariano si trova misticamente
racchiuso nell'Immacolata, la quale, a sua volta, vive tutta in lui.
Spiega molto bene il venerabile padre Gabriele Allegra
affermando che «Per questi misteri mariani, vivere in Maria
equivale all'altra frase: Maria vive in me; precisamente come sono
ambivalenti le frasi bibliche: Cristo vive in noi e noi viviamo in
Cristo» (in Il Cuore Immacolato di Maria, via a Dio, Pensieri per un
itinerario mariano dedicato alla Guardia d'onore, S. Marino 1974 p.
130).
46. Il Segreto di Maria, n. 47.
47. Trattato, n. 144.
48. Il Segreto di Maria, n. 49.
49. Si potrebbe anche dire che chi fa il Voto mariano, da san
Francesco d'Assisi viene messo ai piedi della Scala bianca che si
sale con più facilità, anziché ai piedi della Scala rossa, ben più
difficile da salire! (cf Fioretti di San Francesco, Capitoli aggiunti,
cap. VII). Ma se la Scala bianca è sicuramente ben più facile da
salire, deve comunque essere salita con impegno e fedeltà: e
questo impegno e fedeltà dipendono unicamente dalla libera
scelta e decisione di chi deve salire!
50. Se non mi comporto così, debbo ammettere, onestamente,
che in me c'è ben poca serietà o davvero troppa mediocrità
nell'impegno di fedeltà ad un bene così prezioso come il Voto
marianoper la maturazione della mia vita cristiana. Ugualmente, ci
sarebbe da riflettere che l'ascolto di ciò che è utile alla formazione
mariana si potrebbe coltivare anche in altri modi: ad esempio, si
potrebbe coltivare con il facile ascolto di audiocassette o di
registrazioni di lezioni-catechesi mariane o di vite dei Santi
mariani, ascoltate magari in macchina durante i viaggi... Ma, è
ovvio, tutto ciò è possibile quando ci sia realmente la buona
volontà.
51. Per i membri della MIM si tenga presente lo schema
del Programma minimo di vita contenuto nel Sentiero mariano
serafico, n. 25.
52. VM, pp. 161-162.
53. Non possiamo non ricordare, qui, le parole della Madonna a
Fatima, nell'apparizione del 13 luglio: «Dio ha deciso di stabilire
nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato», per la salvezza
delle anime dall'inferno. Ma quale è la nostra pratica dei primi
cinque sabati del mese al Cuore Immacolato?

Tratto da:

P. Stefano M. Manelli FI, è tratto dagli Atti del Simposio


Mariologico Internazionale sulla Consacrazione alla Vergine
Maria - Frigento 5-7 luglio 2010, Casa Mariana Editrice, 2011, pag.
443-469.

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