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SECONDO INCONTRO DI CATECHESI

presso le suore missionarie francescane, via Ferruccio 19—1°dicembre 2019

“nella Liturgia dell’Avvento possiamo cogliere i tratti del vero volto della Chiesa per
una Sua presenza autentica nella realtà dell’uomo di oggi”

1. Nel primo incontro abbiamo affrontato la difficoltà che l’uomo di oggi ha nel riconoscere la Chiesa
nella sua vera natura. Le difficoltà morali, che pure ci sono, sono un pretesto perché la vera difficoltà è
eminentemente culturale. L’uomo, mettendosi al centro, presume di dover far tutto lui senza aspettarsi
da altro la salvezza propria e del mondo. Per questo, facendo fuori di fatto il Mistero, non riesce a
vedere la Chiesa se non come una realtà eminentemente sociale, evitando così di confrontarsi con il suo
aspetto che supera la sua visibilità e che si manifesta come mistero presente della continuità di Cristo.
Quindi Dio è fuori, anche se ci fosse non interferisce e non c’entra con i reali problemi della vita. In
particolare, una obiezione molto forte è di fronte al problema del male: se Dio è onnipotente e buono
perché non interviene?

2. Vediamo ora cosa la Chiesa dice di sé stessa. E’ una compagnia umana il cui senso la trascende. Infatti
il motivo per cui la Chiesa c’è è Cristo stesso. La Chiesa, a partire dal Vaticano II, si è sforzata di
tradurre, di rendere più comprensibile questa sua natura attraverso soprattutto il rinnovamento della
liturgia e rendendo la Sacra Scrittura più alla portata di tutti. I due documenti fondamentali sono la
costituzione “Sacrosantum Concilium” e la “Dei Verbum”. Nonostante questo tentativo di rendere più
comprensibile, innanzitutto per i cristiani stessi e poi per gli uomini di oggi, il mistero che la Chiesa
porta, appare a un primo sguardo che questo tentativo sembra fallire allargandosi così nella mentalità
comune una lontananza che oggi appare ancora più marcata.

3. Quale il cuore di questo tentativo di riforma e di maggior comprensione? Rendere l’evento Cristo un
incontro personale e storico dell’uomo con il Mistero che la Chiesa porta dentro la realtà. La difficoltà
che la cultura contemporanea, che è diventata mentalità comune, ha di comprendere questo messaggio
è da una parte l’esasperazione del presente che rende l’uomo sordo a ciò che è stato e a ciò che sarà e
dall’altra l’accentuazione dell’aspetto materiale che riduce la reale portata dell’evento sacramentale.

4. La proposta quindi che è contenuta nella partecipazione al Sacramento è di una compagnia attuale
all’uomo in tutti i momenti della sua vita, richiamandolo ad una profonda unità tra fede e vita dove il
mistero di Cristo agisce nel tempo e in profondità. Infatti il “già presente” e il “non ancora” diventano
esperienza che la persona stessa fa, come in un’alba nuova, un inizio nuovo, senza la pretesa che si
risolvano nei tempi e nei modi pensati da noi ma accogliendoli nel misterioso sì della nostra libertà. Il
tempo liturgico che stiamo vivendo è una grande occasione per cogliere questa novità presente nella
proposta della liturgia: l’attesa ha un contenuto non ipotetico ma presente e reale che si attuerà
pienamente alla fine dei tempi.

5. La figura fondamentale di questo periodo liturgico, quella di Giovanni il Battista, profeta e testimone
dell’Evento, è emblematica per poter comprendere la serietà con cui la Chiesa, nonostante tutti i suoi
limiti, abbia come scopo della propria realtà di manifestare umanamente nel tempo la gloria che Cristo
fa presagire per gli ultimi tempi. Il nostro compito pertanto, per rendere più comprensibile la realtà
della Chiesa nel mondo, è proprio quello del Battista, profeta e testimone di una realtà presente e
incontrabile ma nello stesso tempo più grande di lui. In questo modo, se Cristo vince in noi facendoci
diventare testimoni e profeti, manifesta attraverso la Chiesa tutta la Sua potenza e attrattiva per l’uomo
di oggi.

6. Per questo il prossimo passo che vorremmo fare insieme oggi è quello di imparare cosa significhi
veramente pregare nella Chiesa di fronte al Mistero dell’ Eucaristia e nel gesto supremo
dell’Adorazione al Santissimo Sacramento.

Don Sandro

N.B.: il gesto dell’Adorazione, come ci ha testimoniato Santa Teresa di Calcutta, si esprime in una vita
di carità. Il prossimo incontro, il 16 febbraio, ci porterà nel nostro cammino di catechesi a Frosinone,
ad incontrare la Comunità Nuovi Orizzonti. Come è noto, si tratta di una realtà di profezia e di carità
che ha avuto origine dall’esperienza di Chiara Amirante con i barboni della stazione Termini.

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