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Istituto Teologico Marchigiano

aggregato alla facoltà di Sacra Teologia


della Pontificia Università Lateranense

Sede di Ancona

SEMINARIO
IN TEOLOGIA SACRAMENTARIA

FEDE E SACRAMENTO
IL BATTESIMO DEI BAMBINI
Approfondimenti a partire
dalla Istr. Pastoralis Actio

Candidato: Relatore:
Efrain S. Ramirez A. prof. Leonardo Pelonara

Anno Accademico
2019-2020
PRESENTAZIONE

A quasi trent’anni dall’ultimo documento della Congregazione per la Dottrina della


Fede: l’Istruzione Pastoralis actio, riguardo al Battesimo dei bambini, che già avvertiva le
difficoltà dei genitori e i curatori d’anime per la rapida trasformazione della società a
rendere difficile l’educazione della fede e la perseveranza dei giovani. Tale documento,
oggi lo possiamo considerare ancora valido per affrontare in maniera sempre più chiara, la
questione teologica-pastorale riguardo ai battesimi dei bambini, di fronte ad una società
che ha perso il senso del sacro e l’importanza della grazia di Cristo in questo sacramento.
A questo proposito:

Molti genitori, infatti, sono angosciati nel vedere i loro figli abbandonare la fede e la pratica
sacramentale, nonostante l'educazione cristiana che si sono sforzati di impartire loro, e alcuni
curatori di anime si chiedono se non dovrebbero essere più esigenti prima di battezzare i bambini.
Alcuni ritengono preferibile differire il battesimo dei bambini fino al termine di un catecumenato di
maggiore o minore durata; altri invece chiedono che venga riveduta la dottrina sulla necessità del
battesimo — almeno per quanto riguarda i bambini — e auspicano che la celebrazione del battesimo
sia rinviata ad una età nella quale sia possibile un impegno personale, o addirittura alle soglie
dell'età adulta1

Per affrontare questi problemi, prenderemo in considerazione il documento di base


l’Istruzione Pastoralis actio e il catechismo della Chiesa Cattolica. Un accenno al battesimo
di Gesù nel nuovo testamento, e alcuni autori che marcarono gli inizi della dottrina del
battesimo dei bambini, Per poi, andare alla fecondità delle considerazioni del Papa emerito
Benedetto XVI, confermando la validità e l’importanza del battessimo oggi, intrinseco al
rapporto dell’educazione alla fede dei genitori, e in fine con le ultime catechesi fatte da
Papa Francesco, dicendo già subito che: «Sempre si deve dare questa opportunità a tutti, a
tutti i bambini, di avere dentro di loro lo Spirito Santo che li guidi durante la vita»2.

1
SACRA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE, Pastoralis actio (20 ottobre 1980), in:
Enchiriodion Vaticanum 7 Documenti della Santa Sede 1980-1981, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna
1982, n. 587-613, n. 2.
2
Cfr. Francesco, Udienza generale 11 Aprile 2018, consultabile in:
http://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180411_udienza-
generale.html.

1
Il Sacramento del Battesimo

1- Fede e Sacramento

Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, è la porta che apre l’accesso agli
altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di
Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua
missione3.

Da questa affermazione, la Chiesa ha visto fin dalle sue origini il Battesimo, e ogni
sacramento, come doni voluti da Dio verso l’uomo, indipendentemente dalla richiesta
dell’uomo «Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per
mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà
verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene
da voi, ma è dono di Dio» (cf. Ef 2,6-8). Dio che “abita una luce inaccessibile” (cf. 1Tm
6,16) vuole comunicare la propria vita divina agli uomini da lui liberamente creati, per farli
figli adottivi nel suo unico Figlio. Rivelando se stesso, Dio vuole rendere gli uomini capaci
di rispondergli, di conoscerlo e di amarlo ben più di quanto sarebbero capaci da se stessi4.
Inoltre, la Chiesa ha visto come suo dovere rispondere alla missione affidata da Cristo agli
apostoli dopo la sua risurrezione, il mandato di “battezzare tutte le nazioni, nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. (cf Mt 28 19). Questo mandato, come sottolinea
la Pastoralis actio, fa parte integrante della missione della chiesa, che è universale e mai
potrà cessare di esserlo. Quelle parole hanno, in realtà, una forma così assoluta, che i padri
le hanno giudicate atte per stabilire la necessità del battesimo, e il magistero l’ha applicate
espressamente al caso dei bambini: anche per essi questo sacramento è l’ingresso nel
popolo di Dio e la porta della salvezza personale5.

L’uomo ha sempre avuto bisogno di celebrare con riti i momenti più grandi e belli
della sua vita. A differenza di tutti gli animali, nelle diverse religioni fin dalle più
primitive, si è celebrata la nascita, con preghiere e invocazioni, per chiedere l’aiuto di Dio.

3
Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1997, n. 1213.
4
Cfr. Ibid. n. 52.
5
Cfr. SACRA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE, Pastoralis actio, nn. 11-12.

2
Gli uomini hanno sempre intuito che senza l’aiuto di Dio le sole forze umane non
avrebbero potuto garantire una speranza vera ed un significato affidabile della vita.

Sino ad arrivare all’intervento rivoluzionario in cui Gesù ci ha mostrato un Dio


presente nella storia e che essa non è in balia delle forze cieche del mondo. Cristo non solo
si è incarnato, ma anche ora nei sacramenti della Chiesa è sempre presente, perché è
l’Unico che ha vinto la morte. Così, il Battesimo non solo ci introduce nella figliolanza
divina, ma ci fa incontrare Gesù, Figlio di Dio, il Vivente: è Lui che dona al nuovo nato la
stessa vita divina.

Come nel battesimo, in tutti i sacramenti Gesù è vivente: «sono efficaci perché in
essi agisce Cristo stesso: è lui che battezza, è lui che opera nei suoi sacramenti per
comunicare la grazia che il sacramento significa [...] i sacramenti agiscono ex opere
operato (lett. “per il fatto stesso che l’azione viene compiuta”), cioè in virtù dell’opera
salvifica di Cristo, compiuta una volta per sempre»6. La liturgia lo chiama “porta della
nostra salvezza, inizio della vita in Cristo, fonte dell’umanità nuova” (Prefazio del
Battesimo).

2- Il battesimo nel Nuovo Testamento

Tutte le prefigurazioni dell’Antica Alleanza trovano la loro realizzazione in Gesù Cristo.


Egli dà inizio alla sua vita pubblica dopo essersi fatto battezzare da san Giovanni Battista
nel Giordano e, dopo la sua risurrezione, affida agli appostoli questa missione: «Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, insegando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-
20)7.

Nei vangeli canonici, il battesimo cristiano fonda la sua prassi a partire dal
battesimo di Gesù fatto da Giovanni Battista. È vero che non è possibile risalire a prima dei
testi, a quel che accadde realmente, ma questi testi, plasmarono in seguito il pensiero
cristiano, insieme con le pratiche che gli autori conoscevano nelle loro comunità, pratiche

6
CCC, nn. 1127-1128.
7
Ibid. n. 1223.

3
influenzate anch’esse da questi testi, una volta che vennero letti come autorità
canoniche8. Noi non entreremo nello specifico dei testi che trattano il battesimo, ma solo
tracceremo alcune considerazioni importanti.

I primi discepoli sapevano che il battesimo di Gesù c’era stato e lo spiegavano


come preparazione e anticipazione al suo ministero. Questo segnò per la loro esperienza un
evento significativo per la fede e in seguito per la pratica. Anche se il Nuovo Testamento
non dice mai che il battesimo di Gesù fu il fondamento del battesimo cristiano o il suo
modello — in realtà per l’importanza che ebbe nella cristologia fu un evento unico –, la
proclamazione di Gesù Figlio di Dio e la discesa su di lui, in quel momento, dello Spirito
santo stanno in parallelo con le promesse associate in misura minore al battesimo
cristiano9.

Nel Nuovo Testamento poi, il Battesimo è molto legato alla fede, alla fede
“confessata in Gesù Cristo” (Atti 16, 30ss), in cui il punto essenziale è la risurrezione di
Cristo: “Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore
crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rm 10, 9). Tuttavia, l’oggetto
della fede può essere conosciuto implicitamente quando lo Spirito è dato prima del
battesimo:

Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro
che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che
anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in
altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati
nell'acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero
battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni (Atti 10,
44-48).

E sembra che la fede del padre di famiglia possa valere per tutti i suoi: così per
Cornelio e per il carcerier di Filippi (cfr. Atti 10, 47). Inoltre, la fede in Cristo che non è
soltanto adesione dello spirito al messaggio evangelico; comporta una “conversione
totale”, una donazione intera a Cristo che trasforma tutta la vita. Culmina normalmente

8
E. FERGUSON, Il battesimo nella chiesa antica. Storia, teologia e liturgia nei primi cinque secoli, Voll.1 I
primi due secoli, Paideia Editrice, Brescia 2014 (Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi, 62), p.
119.
9
Ibid., p. 120.

4
nella domanda del Battesimo, e diventa perfetta nel riceverlo. Paolo non la separa mai da
esso e quando parla della “giustificazione mediante la fede”, lo fa per opporla alla pretesa
giustificazione mediante le opere della legge, sostenuta dai giudaizzanti. Egli suppone
sempre che la professione di fede sia coronata dal ricevere il Battesimo (Gal 3, 26ss).
Mediante la fede l’uomo risponde all’appello divino manifestatogli dalla predicazione
apostolica (Rm 10 14ss), risposta che d’altronde è opera della “grazia” (Ef 2, 8). Nel
Battesimo quindi, lo Spirito si impadronisce del credente, lo aggrega al corpo della Chiesa
e gli dà la certezza di essere entrato nel “regno di Dio”10.

Benedetto XVI riguardo a questo diceva:

la fede nasce dalla chiesa e porta ad essa, il dono di Dio (la fede) esige sia la volontà
dell’uomo che l’azione e l’esistenza della chiesa. Nessuno può stabilire da solo di essere
credente: la fede è un evento di vita e di morte, una passività attiva e una attività passiva
che necessita degli altri: del servizio divino della chiesa, in cui si celebra la liturgia della
croce e della resurrezione di Gesù Cristo. Il battesimo è il sacramento della fede e della
chiesa è il sacramento della fede; così solo chi comprende il battesimo può rendersi conto
di cosa significhi far parte della chiesa e solo chi guarda alla fede, che a sua volta rimanda
al servizio divino della famiglia di Gesù Cristo, comprende il battesimo11.

Il Battesimo è, quindi, un sacramento pasquale, una comunione con la “Pasqua di


Cristo”; il battezzato muore al peccato e vive in Dio, in Cristo (Rm 6,11), vive della stessa
“vita di Cristo” (Gal 2,20; Fil 1,21). La trasformazione realizzata è radicale; spoliazione e
morte dell’uomo vecchio e rivestimento dell’uomo nuovo (Col 3,9), nuova creazione ad
immagine di Dio (Gal 6,15)12.

Questa rigenerazione battesimale, sia nei bambini che negli adulti, deve crescere
dopo il battesimo. La fede non è mai statica, ma richiede uno sforzo spirituale costante per
rendere sempre più effettiva la morte al peccato e la vita per Dio: «Per questo ogni anno,

10
Cfr. A. FEUILLET, Battesimo in: X. LEON-DUFOUR (a cura di), Dizionario di Teologia Biblica, Marietti,
Torino 19672.pp. 93-94.
11
J. CARD. RATZINGER, Battesimo, Fede e appartenenza alla Chiesa, in: CONGREGAZIONE PER LA
DOTTRINA DELLA FEDE, Sul battesimo. Testi e commenti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015
(Documenti e Studi 7), p. 67.
12
Cfr. A. FEUILLET, Battesimo, pp. 94-95.

5
nella Veglia pasquale, la Chiesa celebra il rinnovamento delle promesse battesimali. La
preparazione al Battesimo conduce alla soglia della vita nuova»13.

In conclusione, i temi salienti nel Nuovo Testamento riguardo al battesimo sono: 1-


il battesimo è battesimo degli adulti, iniziatico e irrepetibile; 2- è connesso col battesimo
escatologico di Giovanni, ma la sua natura specifica consegue dall’opera salvifica di
Cristo; 3- esso introduce nella comunità escatologica della salvezza; 4- procura salvezza,
remissione dei peccati, libertà dal potere del peccato e della morte, purificazione e lavacro;
dà lo Spirito santo e fa partecipi della morte e risurrezione di Cristo; nomina Cristo ed è
una rinascita; 5- è intrinsecamente strumentale; 6- è un sacramento (non una magia); la
fede non può sostituirlo e non è una conferma di quanto accade già mediante la fede; 7- è
strettamente connesso alla parenesi della vita quotidiana; 8- il battesimo dei bambini
dipende dalla teologia14.

2.a- Origine e primi sviluppi del battesimo dei bambini

La prima e certa menzione letteraria del battesimo dei bambini è di Tertulliano, e la


si deve ai suoi intenti polemici. Si è pensato che alcuni testi del II secolo presuppongano il
battesimo dei neonati o dei bambini, come negli scritti di Giustino Martire che affermava
di conoscere «molti e molte che, divenuti discepoli di Cristo fin dall’infanzia, a sessanta o
a settant’anni sono ancora casti» (Apol. I,15,6). La dichiarazione di Policarpo, «ottantasei
anni ho servito il mio re e salvatore» (Mart. Polyc. 9, 3). Gli Atti di Giustino, che
raccontano di due allievi di Giustino che confessano di aver ricevuto l’istruzione cristiana
dai genitori, non dicono alcunché dell’età del loro battesimo. Clemente di Alessandria
parla spesso dell’infanzia a proposito dei cristiani, ma a quanto pare non dice nulla

13
CCC, n. 1254.
14
Cfr. E. FERGUSON, Il battesimo nella chiesa antica. Storia, teologia e liturgia nei primi cinque secoli,
Voll.1p. 231

6
dell’effettivo battesimo di bambini15 e altri autori sottolineano in forma indiretta, questa
usanza nella chiesa dei primi secoli. Noi ci soffermeremo solo in alcuni autori.

Tertulliano

Le sue polemiche e considerazioni vengono già da una prassi frettolosa e non di lunga
durata, come si capisce nel contesto che vive. Per cui, metteva in guardia il battezzare
troppo in fretta:

secondo la condizione, la disposizione e anche l’età di ciascuno, è preferibile ritardare il


battesimo, soprattutto quando si tratta di bambini piccoli. Che necessità c’è, se non c’è una
vera necessità, di esporre i padrini [sponsores] al pericolo di venir meno alle promesse in
caso di morte oppure di essere delusi dallo svilupparsi di una personalità malvagia? Certo il
Signore dice: «Lasciate che i bambini vengano a me». Ma vengano quando sono più
grandi, quando sono in grado di apprendere, quando viene mostrato colui verso il quale
vanno. Che diventino cristiani quando saranno in grado di conoscere Cristo! Perché questa
età innocente si affretta a ricevere la remissione dei peccati? Agiremo con più cautela nelle
questioni terrene che in quelle spirituali e a chi non vengono affidati i bene terreni
affideremo quelli divini? Siano almeno in grado di chiedere la salvezza, perché sia chiaro
che l’ha concessa a uno che l’ha chiesta! (Bapt. 18, 4-5)16.

Questa affermazione è preceduta da una spiegazione sui battesimi degli Atti


impartiti in fretta, ed è seguita dalla precisazione che anche il battesimo dei non sposati e
delle vedove dovrebbe essere rinviato fino a che costoro non si sposano o non si sono
saldamente stabiliti nella condizione di continenza. Il nesso sembra essere che il battesimo
andrebbe amministrato soltanto a chi è preparato per accettarne le responsabilità e a vivere
conformandosi a esse. Il ragionamento di Tertulliano è che, se ai minorenni non si concede
di disporre della proprietà terrena, vi sono ancor meno motivi di affidare loro interessi
celesti.

Tertulliano affronta anche, un argomento scritturistico già definito a favore del


battesimo dei bambini, ossia le parole di Gesù in Mt 19, 14. La risposta di Tertulliano
sottolinea l’importanza che per lui hanno l’insegnamento, l’istruzione e la conoscenza
personale di Cristo e l’impegno per lui – che sono le ragioni per cui egli propugna un

15
Cfr. ID., Il battesimo nella chiesa antica. Storia, teologia e liturgia nei primi cinque secoli, Voll.2 Terzo e
quarto secolo, Paideia Editrice, Brescia 2014 (Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi, 63),
pp.420-421.
16
Ibid., p. 422

7
rinvio del battesimo fino a quando queste condizioni non siano pienamente realizzate.
Tertulliano è da annoverare fra i primi autori cristiani che affermano l’innocenza dei
bambini, condizione che rende il battesimo dei bambini incompatibile con la sua idea della
funzione, generalmente riconosciuta al battesimo, di recare il perdono dei peccati17. Ma
Tertulliano non afferma mai d’essere impegnato a contrastare una pratica già esistente,
anche se in Nordafrica era stabilita da poco, piuttosto diceva che non era necessaria (data
l’innocenza del bambino) e che comportava il rischio che il bambino nella sua crescita
sviluppasse una cattiva disposizione.

La Tradizione Apostolica

La tradizione apostolica risale al terzo secolo ed è attribuita a Ippolito. Il passo inerente


all’argomento fa parte del testo che manca nella versione latina, le altre testimonianze,
invece, tranne le Costituzioni apostoliche, contengono un cenno alla pratica di battezzare
per primi i bambini, poi gli adulti e infine le donne. La versione sahidica sembra aver
conservato meglio l’originale:

battezzare (ꞵαπτίζειν) per primi i bambini. Tutti quelli (δέ) che sono in grado di rispondere
da sé [sic], rispondano; per quelli (δέ) che non sono in grado, rispondano i genitori o (ἤ)
qualcuno della famiglia (γένος). Battezzate (ꞵαπτίζειν) poi gli uomini e (δέ) infine le
donne…. (Trad. Apost. 21, 4-5)18.

Nella Tradizione apostolica, come abbiamo visto, erano i genitori o i membri della
famiglia che parlavano per i bambini. Questa disposizione indica anche che la cerimonia
del battesimo, quale si era sviluppata in origine, era destinata ai bambini di età sufficiente a
fare da soli una sensata professione di fede. Visto che la legge romana, quando un muto o
un sordo o un bambino piccolo non potevano fare la stipulatio per definire un contratto, per
loro la dichiarazione verbale poteva essere resa da uno sponsor; e allora comprensibile la
disponibilità della chiesa ad accettare il ruolo dei genitori o di tutori che parlassero per gli
infanti al momento di assumere gli impegni battesimali.

17
Ibid., p. 423.
18
Ibid., p. 424.

8
Origene

Origene parla di battesimo in tre passi interconnessi. Tutti e tre rispondono a domande che
chiedono una giustificazione del battesimo dei bambini per la remissione dei peccati, e
l’autore ne propone una difesa sulla base di una macchia connessa alla nascita, citando
passi dell’Antico Testamento. Le Omelie su Luca furono predicate a Cesarea tra il 231 e il
244:

i fratelli cristiani spesso fanno una domanda. Il passo della Scrittura letto oggi mi
incoraggia a trattarne di nuovo. I piccoli vengono battezzati «per la remissione dei
peccati». Di chi sono questi peccati? Quando hanno peccato? Come si può mantenere
questa spiegazione del bagno battesimale nel caso dei piccoli, a meno di condividere
l’interpretazione di cui abbiamo parlato poco fa? «Nessun uomo è esente da macchia,
nemmeno se la sua vita sulla terra non è durata un giorno» [Giob. 14, 4-5]. Per mezzo del
mistero del battesimo è tolta la macchia della nascita. Per questa ragione vengono
battezzati anche i piccoli. Perché «se non si nasce d’acqua e di Spirito non si può entrare
nel regno dei cieli» (Hom. In Lc 14, 5 a Lc 2,22)19.

Poi ci sono le Omelie sul Levitico che furono predicate a Cesarea tra il 238 e il 244; il
Commento alla lettera ai Romani, appartenente alle opere mature di Origene; fu scritto a
Cesarea attorno al 246. In queste opere si ribadisce la concezione cristiana usuale secondo
cui il battesimo è per il perdono dei peccati, concezione che per la pratica di battezzare i
neonati era un problema. Egli è testimone sia delle questioni riguardanti la pratica del
battesimo degli infanti, sia dell’argomento che veniva fatto valere contro di essa, cioè che i
neonati non hanno peccati che debbano esser perdonati col battesimo.

Inoltre, in uno dei passi della omelia su Luca, Origene contrappone peccato e
macchia, nel senso che, Gesù (che non aveva peccato) aveva bisogno di purificazione, a
causa della macchia implicita nell’aver preso un corpo umano per la salvezza degli uomini:
“qualsiasi anima che abbia rivestito un corpo umano ha la sua propria macchia” (Hom. In
Luc. 14,3). Origene si muove quindi entro le categorie della contaminazione cerimoniale e
corporea della legge veterotestamentaria. La stessa impurità attribuibile alla nascita di
Gesù vale per tutti gli esser umani. La novità di Origene è di estendere il perdono

19
Ibid., p. 426.

9
battesimale dei peccati all’impurità cerimoniale, in particolare a quella associata alla
nascita del bambino20.

Cipriano

Cipriano e i vescovi suoi colleghi, in tutto sessantasei, riuniti a concilio in Cartagine


(probabilmente nel 252) risposero a un quesito del vescovo Fido riguardo al giorno in cui
battezzare un bambino (Cipriano, Epist. 64 [58], 2-6). Fido affermava che non si doveva
battezzare il neonato prima dell’ottavo giorno dalla nascita, sostenendo che occorreva
attenersi alla legge riguardante la circoncisione che era presa come figura del battesimo e il
parere di Fido era che il neonato era troppo repellente per dargli il bacio di pace sul piede,
che accompagnava la cerimonia battesimale nel Nordafrica. Cipriano e suoi colleghi
rispondevano unanimemente al ragionamento di Fido e si pronunciarono per il battesimo
subito dopo la nascita. L’unanime rifiuto dell’argomentazione di Fido da parte dei vescovi
mostra come nella riflessione teologica del tempo non venisse stabilito un nesso esplicito
fra circoncisione e battesimo e, che se questo c’era, la legge riguardante la circoncisione
non poteva esser applicata all’amministrazione del battesimo.

Cipriano non mette in correlazione circoncisione e battesimo, ma contrappone il secondo


alla circoncisione spirituale. La norma definitiva dal concilio suona come segue:

per questa ragione, crediamo che nessuno debba essere ostacolato nell’ottenere la grazia in
virtù di quella legge che è stata stabilita un tempo, né che la circoncisione spirituale debba
essere impedita dalla circoncisione carnale, ma che tutti debbano assolutamente essere
ammessi alla grazia di Cristo… Se anche a quelli che hanno commesso delitti più gravi e a
quelli che molto hanno in precedenza peccato contro Dio, una volta che si siano convertiti,
vengono rimessi i peccati e a nessuno sono rifiutati battesimo e grazia, a maggior ragione
non devono essere rifiutati al bambino che, nato da poco, non ha peccato, tranne per il fatto
che, essendo nato carnalmente dopo Adamo, egli ha contratto al momento della nascita il
contagio dell’antica morte; ma proprio per questo può ottenere con maggior facilità il
perdono dei peccati, visto che egli vengono perdonati non i propri peccati, ma quelli di un
altro (Epist. 64 [58], 5)21.

20
Ibid., p. 427.
21
Ibid., p. 429.

10
Al pari di Origene, Cipriano associa il battesimo dei bambini al peccato dei bambini,
soltanto non lo riporta esplicitamente alla macchia del parto. Questo nesso potrebbe
tuttavia essere la premessa del suo ragionamento, dato che il versetto che precisa l’ottavo
giorno dalla nascita (Lev. 12,3) compare nel passo sulla purificazione. Piuttosto, Cipriano
si richiama espressamente al peccato di Adamo, che ha portato ai suoi discendenti l’eredità
della morte fisica, così che si dovrà andar cauti a trarre conclusioni riguardo la dottrina del
peccato originale dall’accenno di Cipriano ai peccati di altri. Dopo cinquant’anni,
l’opposizione al battesimo dei bambini, alla quale aveva dato voce Tertulliano, in
Nordafrica non si ode più; quella che era la premessa, l’innocenza del bambino, non entra
più in discussione. I teologi orientali del IV secolo, difendono il battesimo dei piccoli sulla
base di altri vantaggi che questo comporta, pur continuando a riconoscere l’innocenza dei
bambini. Inoltre, l’approvazione dei sessantasei vescovi nel concilio di Cartagine, faceva
sottolineare una pratica già consolidata e comunemente ammessa.

Iscrizioni

Ci sono state alla fine del II secolo e agli inizi del III, delle scrizioni cristiane, la maggior
parte iscrizioni sepolcrali, nelle quali si esprimeva l’idea dell’innocenza dei bambini, ma
senza far parola del battesimo: «Eusebio, bimbo senza peccato in virtù della sua età, in
cammino per il luogo dei santi, riposi in pace» (ILCV 2155)22.

Molte iscrizioni menzionano l’età del defunto e/o la data della morte. Alcune ricordano la
data del battesimo della persona. Dove sono presenti entrambi i dati c’è una stretta
correlazione fra il momento del battesimo e quello della morte. Nelle iscrizioni la parola
“battesimo” è rara e il fatto del battesimo è espresso con “credente”, “ricevette (la grazia)”
e “neofita”. La formula “in pace” non significa necessariamente che si trattasse di
battezzati. Si possono citare alcune iscrizioni rappresentative e particolarmente rivelatrici
del III e IV secolo. Una delle più antiche iscrizioni datate (268 d.C) che si riferisca al
battesimo proviene dalla catacomba di Callisto:

22
Ibid., p. 431.

11
Pastore, Tiziana, Marciana e Creste fecero questo per Marciano, figlio in Cristo Signore,
che ha ben meritato. Visse dodici anni, due mesi e…giorni. ricevette la grazia [crat(ium)
(sic, leggi grat) accepit] il 20 settembre, quand’erano consoli per la seconda volta
Mariniano e Paterno. Rese (il suo animo) il 21 settembre. Possa vivere fra i santi in eterno
(ILCV)23.

Pastore e Tiziana sono presumibilmente i genitori e Marciana e Creste le sorelle del


ragazzo o altri membri della famiglia. Le parole “Cristo Signore” e “vivere fra i santi”
individuano queste persone come famiglia cristiana, ma il ragazzo venne battezzato solo
all’età di dodici anni e, a quanto pare, soltanto per l’approssimarsi della morte
(sopraggiunta il giorno seguente).

Questa iscrizione come tante altre, mostra come il battesimo non venisse
amministrato in un’età precisa, e neanche venisse fatto subito dopo la nascita, soltanto
aveva una prevalenza in caso di morte; avveniva per emergenza, in particolare per i
bambini.

In conclusione, non abbiamo una ipotesi precisa sui battesimi dei bambini, ma
possiamo constatare che tra in mezzo ad un dibattito dottrinale, è stata una prassi molto
antica della chiesa delle origini.

3- Situazione attuale

In questi ultimi anni, chi ha dato una luce nuova a questo interrogativo è stato il
Papa emerito Benedetto XVI:

che non vediamo più nella fede cristiana la vita nuova, la vera vita, ma vediamo una scelta
tra altre, anche un peso che non si dovrebbe imporre senza aver avuto l’assenso del
soggetto. La realtà è diversa. La vista stessa ci viene data senza che noi possiamo scegliere
se vogliamo vivere o no; a nessuno può essere chiesto: “vuoi essere nato o no?”. La vita
stessa ci viene data necessariamente senza consenso previo, ci viene donata così e non
possiamo decidere prima “sì o no, voglio vivere o no”. E, in realtà, la vera domanda è: “E’
giusto donare vita in questo mondo senza avere avuto il consenso –vuoi vivere o no? Si può
realmente anticipare la vita, dare la vita senza che il soggetto abbia avuto la possibilità di
decidere? Io direi: è possibile ed è giusto soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la
garanzia che la vita, con tutti i problemi del mondo, sia buona, che sia bene vivere, che ci
sia una garanzia che questa vita sia buona, sia protetta da Dio e che sia un vero dono. Solo

23
Ibid., p. 432.

12
l’anticipazione del senso giustifica l’anticipazione della vita. E perciò il Battesimo come
garanzia del bene di Dio, come anticipazione della vita. Quindi, il Battesimo dei bambini
non è contro la libertà; è proprio necessario dare questo, per giustificare anche il dono-
altrimenti discutibile – della vita24.

Il Battesimo garantisce al bambino l’amore di Dio, quindi, che la vita sarà


comunque bella ed eterna; senza questa certezza, la scelta dei genitori di far nascere un
bambino senza poter chiedere il suo consenso, mancherebbe di una base veramente solida.
Da soli non potrebbero garantirgli che la sua vita sarà una benedizione e lo esporrebbero,
comunque a dovere un giorno affrontare la sofferenza e la morte, senza potergli proporre
una speranza affidabile.

Inoltre, la scelta di aver battezzato il figlio, per i genitori è: «la prima scelta
educativa come testimoni della fede verso i vostri figli: la scelta fondamentale»25.

La scelta dei genitori verso i loro figli non è contro la loro libertà, bensì la loro
libertà viene esaltata. Il bene a cui pensano i genitori, va al di là dei sentimenti e delle
emozioni. I genitori cristiani devono essere consapevoli che la vita è un cammino di scelte
tra bene e male e che la loro prima responsabilità è scegliere il bene per le loro creature. La
nuova responsabilità che i genitori scoprono per il fatto stesso di aver generato un figlio li
aiuta a rileggere con più amore anche la loro personale storia cristiana. Possono accorgersi
che la fede che hanno ricevuto dai loro genitori non è stata un’imposizione, bensì un dono
cui ripensare con gratitudine.

La responsabilità che i genitori si assumono battezzando un figlio li aiuta così a


capire che la trasmissione della fede non è un compito da specialisti o da “addetti al
mestiere”, bensì appartiene intimamente alla loro missione di genitori, perché il bambino si
fiderà dei suoi genitori più che di chiunque altro. Niente può sostituire nella sua crescita la
testimonianza di fede che gli daranno il padre e la madre con la loro preghiera, con il loro

24
Benedetto XVI, Lectio Divina. Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma 11 giugno 2012, consultabile
in:https://www.vatican.va/content/benedictxvi/it/speeches/2012/june/documents/hf_ben
xvi_spe_20120611_convegno-ecclesiale.html.
25
ID., Omelia. Festa del Battesimo del Signore 8 gennaio 2012. Consultabile in:
https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2012/documents/hf_ben-
xvi_hom_20120108_battesimo.html.

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amore, con la loro fedeltà alle feste cristiane, con il loro comunicargli la bontà del Dio
vicino.

Certamente i bambini porranno domande sulla fede solo quando saranno più grandi.
La loro esigenza di verità diverrà così forte che cominceranno a domandare da dove viene
il mondo, dove erano loro pima di nascere, dove sono ora le persone care che sono morte,
chi è Dio, e così via. Ma già da piccolissimi, comprenderanno dalla fede dei genitori che la
serenità abita in quella casa perché papà e mamma sanno di essere nelle mani di Dio e
perché il loro bambino è affidato a Lui, perché Egli lo ha voluto. I bambini arriveranno
pian piano a chiamare Dio per nome ed a conoscerlo tramite suo figlio Gesù, ma molto
prima si accorgeranno dai gesti di preghiera dei genitori che la fede è una realtà preziosa
nella loro vita.

Questa linea di dottrina oggi viene rimarcata da Papa Francesco:

C’è un prima e un dopo il Battesimo. Il Sacramento suppone un cammino di fede, che


chiamiamo catecumenato, evidente quando è un adulto a chiedere il Battesimo. Ma anche i
bambini, fin dall’antichità, sono battezzati nella fede dei genitori (cfr Rito del Battesimo
dei bambini, Introduzione, 2). E su questo io vorrei dirvi una cosa. Alcuni pensano: ma
perché battezzare un bambino che non capisce? Speriamo che cresca, che capisca e sia lui
stesso a chiedere il Battesimo. Ma questo significa non avere fiducia nello Spirito Santo,
perché quando noi battezziamo un bambino, in quel bambino entra lo Spirito Santo, e lo
Spirito Santo fa crescere in quel bambino, da bambino, delle virtù cristiane che poi
fioriranno. Sempre si deve dare questa opportunità a tutti, a tutti i bambini, di avere dentro
di loro lo Spirito Santo che li guidi durante la vita. Non dimenticate di battezzare i
bambini! Nessuno merita il Battesimo, che è sempre dono gratuito per tutti, adulti e
neonati. Ma come accade per un seme pieno di vita, questo dono attecchisce e porta frutto
in un terreno alimentato dalla fede. Le promesse battesimali che ogni anno rinnoviamo
nella Veglia Pasquale devono essere ravvivate ogni giorno affinché il Battesimo
“cristifichi”26.

Questo continuo rinnovo della vita cristiana aiuta a non cadere nelle tentazioni e
nelle seduzioni di ogni giorno. Il Battesimo ci prepara a questa lotta quotidiana, contro le
lusinghe mondane della vita e il bambino, aiutato dai genitori, potrà “rinunciare” a tutto
quello che il mondo offre per non vivere la comunione con Dio. Per questo il catecumeno,
non va solo al fonte battesimale, ma viene accompagnato dalla preghiera della Chiesa.

26
FRANCESCO, Udienza generale 11 Aprile 2018, consultabile in:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180411_udienza-
generale.html.

14
Coloro che si preparano a rinascere come figli di Dio «la preghiera della Chiesa li assiste
nella lotta contro il male, li accompagna sulla via del bene, li aiuta a sottrarsi al potere del
peccato per passare nel regno della grazia divina»27.

La grazia che viene impregnata nel Battesimo, è impressa come “sigillo spirituale
indelebile”: «sigillo che non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato
impedisca al Battesimo di portare frutti di Salvezza»28. Per cui, anche nella persona più
cattiva, nel cristiano che non viva secondo lo Spirito, che fa delle ingiustizie e perfino che
uccida, questo sigillo non se ne va. Non viene cancellato. Il cristiano «continua a esser
figlio di Dio, che va contro Dio ma Dio mai rinnega i suoi figli»29.

Ci si può tuttavia domandare, se conviene battezzare i bambini, nonostante i


genitori non siano preparati alla celebrazione del Battesimo, oppure chiedano che i loro
bambini siano battezzati, anche se poi non riceveranno una educazione cristiana; anzi
correranno il pericolo di perdere la fede. Il Santo Padre alla fine delle catechesi del
Battesimo conclude dicendo: «Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino
di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non
ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è
il frutto dello Spirito Santo nella tua vita (cfr Gal 5,22-23)»30.

3.a La maternità della Chiesa e il dono incondizionato di Dio

Prima di concludere, sottolineiamo alcune considerazioni importanti, già presenti


nel documento della Pastoralis actio:

27
ID., Udienza generale 18 Aprile 2018., consultabile in:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180418_udienza-
generale.html.
28
CCC, n. 1272.
29
FRANCESCO, Udienza generale 9 Maggio 2018, consultabile in:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180509_udienza-
generale.html
30
ID., Udienza generale 16 Maggio 2018, consultabile in:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-francesco_20180516_udienza-
generale.html

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1) Il battesimo, necessario alla salvezza, è il segno e lo strumento dell’amore preveniente di
Dio che libera dal peccato e comunica la partecipazione alla vita divina: per sé, il dono di
questi beni non deve essere differito ai bambini. 2) Devono essere prese delle garanzie
perché tale dono possa svilupparsi mediante una vera educazione nella fede e nella vita
cristiana, sicché il sacramento possa raggiungere pienamente la sua «realtà». Di solito esse
sono date dai genitori o dai parenti stretti, benché possano essere supplite in diverso modo
nella comunità cristiana. Ma se tali garanzie non sono veramente serie, si potrà esser indotti
a differire il sacramento, o addirittura a rifiutarlo, qualora siano certamente inesistenti31.

Questa iniziativa attiva dell’amore divino è fonte della grazia, precede il


ricevimento della grazia da parte del suo beneficiario, e prepara la persona a ricevere la
grazia. Vale a dire, la gratuità del dono di Dio consiste nella trascendenza oggettiva di ciò
che è dato e nell’antecedenza dell’iniziativa divina che, ad ogni modo, supera e provoca
l’azione dell’uomo. La remissione del peccato e il dono della vita nuova non provengono
da un’iniziativa umana ma dall’amore con cui Dio stesso ci ama, dalla volontà amante di
Dio che crea la vita nuova e che ci dispone a riceverla32.

Dio in ogni epoca storica, ha offerto agli uomini via e mezzi di salvezza, a
prescindere della loro età. Quest’offerta di salvezza fatta a tutti gli uomini, persino ai
piccoli, manifesta la misericordia di Dio. L’Istruzione Pastoralis actio (4) richiama a tal
proposito le parole di san Cipriano di Cartagine: «Non si può negare la misericordia e la
grazia di Dio a nessun uomo che viene all’esistenza».

Ora il battesimo è il sacramento della fede, e non viene mai amministrato senza di
esso. I bambini vengono battezzati “nella fede della Chiesa”. È tutta la Chiesa che agisce,
poiché essa tutta intera genera tutti e ciascuno33. quando un bambino riceve il battesimo,
diventa un fedele di Cristo, membro della comunità dei credenti. Ma come può intendersi il
fatto che i genitori, il padrino e la madrina possano professare la fede a nome del bambino
che, attraverso il battesimo, diventa credente? Per rendere conto di ciò, è indispensabile
considerare l’unità mistica della Chiesa e l’azione dello Spirito Santo che muove e anima
questa Chiesa:

31
SACRA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE, Pastoralis actio, n. 620.
32
G. EMERY, La dimensione teologica della prassi del battesimo dei bambini, in: CONGREGAZIONE
PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Sul battesimo, p.87.
33
Cfr. SACRA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE, Pastoralis actio, n.14.

16
La fede di un altro, anzi di tutta la Chiesa, giova poi al bambino in virtù dell’operazione
dello Spirito Santo, che unisce la Chiesa e comunica i beni dell’uno all’altro…La
professione di fede è trasmessa nel simbolo attraverso la persona di tutta la Chiesa (quasi
ex persona totius Ecclesiae) che è unita dalla fede. Ora, la fede della Chiesa è fede formata
[dalla carità], perché questa è la fede che si trova in tutti coloro che sono membra della
Chiesa per numero e per merito34.

Il battesimo dei bambini implica, da ultimo, la comprensione della Chiesa come


vera e propria persona; non una persona fisica alla stregua di un individuo umano, né tanto
meno una persona morale alla stregua di una società politica, ma una persona mistica resa
tale dai doni dello Spirito Santo (in particolare le virtù teologali di fede, carità e speranza)
e dall’ “inabitazione” dello stesso Spirito Santo che anima la Chiesa.

Questa grazia santificante che riceve il battezzato è un dono abituale, una


disposizione stabile e soprannaturale che perfezione l’anima stessa per renderla capace di
vivere con Dio, di agire per amor suo35. Inoltre, rende il bambino, tanto quanto l’adulto, un
figlio di Dio: lo “divinizza” rendendolo “partecipe della natura divina” (2Pt 1,4). La grazia
santificante guarisce ed eleva la natura umana, cioè, le virtù di fede, speranza e carità,
infuse con il battesimo, innalzano le facoltà spirituali operative dell’uomo: l’intelligenza e
la volontà, consentendogli di essere unito a Dio per mezzo della conoscenza santificante
della fede e per mezzo dell’amore di agape.

A differenza dell’adulto, tuttavia, il bambino non è ancora capace di atti personale


di fede e di carità. Egli possiede queste virtù, ricevute con il battesimo, sotto forma di
“habitus” ma non sotto forma di atti. Il battesimo “produce l’habitus della fede” (causati
habitum fidei) nel bambino e lo rende credente (fidelis). Il bambino potrà progressivamente
trasformare questi habitus in atti, sotto l’azione di Dio, quando, avendo raggiunto l’età
della ragione, sarà in grado di porre atti spirituali liberi e di crescere in maniera attiva
nell’unione con Dio36.

A questo proposito la pastorale della Chiesa sempre ha dato importanza, fin dalle
sue origini, alla garanzia della fede, attraverso dei genitori, padrino e madrina, perché il
34
G. EMERY, La dimensione teologica della prassi del battesimo dei bambini, p. 90.
35
CCC, nn. 1999-2000.
36
G. EMERY, La dimensione teologica della prassi del battesimo dei bambini, p. 93.

17
battessimo dia i suoi frutti. L’Istruzione Pastoralis actio, parlando dei genitori poco
credenti o praticanti e non credenti che chiedono il sacramento, sottolinea: «Se le garanzie
offerte — ad esempio la scelta di padrini e madrine che si prenderanno seria cura del
bambino, o l'aiuto della comunità dei fedeli — sono sufficienti, il sacerdote non potrà
rifiutarsi di amministrare senza indugio il battesimo, come nel caso dei bambini di famiglie
cristiane. Ma se le garanzie sono insufficienti, sarà prudente differire il battesimo; tuttavia,
i parroci dovranno mantenersi in contatto con i genitori, in modo da ottenere da essi, per
quanto è possibile, le condizioni richieste da parte loro per la celebrazione del sacramento.
Se poi non fosse possibile neppure questa soluzione, si potrebbe proporre, come ultimo
tentativo, l'iscrizione del bambino in vista di un catecumenato, all'epoca della scolarità»37.
Questa considerazione che fa la Pastoralis actio, è di natura pedagogica, per far progredire
la fede nella famiglia e renderla più cosciente delle proprie responsabilità.

Infine, la pedagogia della Chiesa, sia ieri che oggi, consiste nel far emergere in noi,
la grazia santificante che abbiamo ricevuto nel battesimo.

37
SACRA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE, Pastoralis actio, n. 30.

18
CONCLUSIONE

Come abbiamo visto, nel nostro elaborato, il Battesimo è la porta che fa suscitare e
riscoprire la fede nella famiglia. Ci fa ripartire con più slancio nella vita spirituale,
consapevoli che con l’aiuto di Dio per mezzo di Cristo, vivo nei sacramenti, la vita diventa
più piena. E oggi più che mai, c’è bisogno di un cammino post-battesimale che faccia
scoprire nel cristiano e in ogni famiglia, la grazia che si riceve nel sacramento.

Partendo dalle questioni che ci siamo posti e cercando nella semplicità del nostro
lavoro, notiamo che oggi una delle mancanze spirituale dell’uomo cristiano e dell’uomo di
oggi, è la sua poca chiara consapevolezza del valore che hanno ogni cosa, per cui, la sua
poca responsabilità, e, la sua totale adesione, che poi diventa una identità e appartenenza a
quello che ci crede. La fede come più che ad essere una Credo, nel solo unico Dio,
manifestato in Cristo e trasmesso dalla Chiesa, è vista come una sensazione da poter
cercare nei momenti del bisogno e della ultima scelta, dopo aver cercato tante altre. La
fede entra nell’ambito della sensazione sensibile dell’uomo, più che nell’ambito spirituale
e di grazia che cambia anche la vita sensibile dell’uomo.

I sacramenti, andando al suo vero termine di Mysterion, il disegno della


bontà infinita di Dio, rivelato in Cristo per la salvezza di tutti gli uomini, aiutano all’uomo
a vivere ed entrare nella dimensione originario dell’essere creatura creata da Dio. Nulla
tolgono alla vita, ansi, la completano e la rafforzano. La portano alla sua vera dimensione,
nonostante la fragilità e la precarietà della vita. Rendono non più Homo homini lupus, ma
Homo imago Dei. Questo vuole dire, la grazia di Cristo nei sacramenti, portano l’uomo
alla sua vera immagine di essere come Dio, Deus caritas est. La vera realizzazione
dell’uomo è l’amore. Ed è l’amore a rendere perfetti gli uomini, fuori dall’amore l’uomo
non vive la sua vera realizzazione come persona.

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BIBLIOGRAFIA

- SACRA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA DELLA FEDE, Pastoralis actio (20 ottobre
1980), in: Enchiriodion Vaticanum 7 Documenti della Santa Sede 1980-1981, Edizioni
Dehoniane Bologna, Bologna 1982, n. 587-613.

- CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Sul battesimo. Testi e commenti,


Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015 (Documenti e Studi 7).

- FERGUSON E., Il battesimo nella chiesa antica. Storia, teologia e liturgia nei primi cinque
secoli, Voll.1 I primi due secoli, Paideia Editrice, Brescia 2014 (Introduzione allo studio
della Bibbia. Supplementi, 62).

- FERGUSON E., Il battesimo nella chiesa antica. Storia, teologia e liturgia nei primi cinque
secoli, Voll.2 Terzo e quarto secolo, Paideia Editrice, Brescia 2014 (Introduzione allo
studio della Bibbia. Supplementi, 63).

- Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1997

- LEON-DUFOUR X. (a cura di), Dizionario di Teologia Biblica, Marietti, Torino 19672.

- FRANCESCO, Udienza generale 11 Aprile 2018, consultabile in


http://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-
francesco_20180411_udienza-generale.html.

- ID., Udienza generale 9 Maggio 2018, consultabile in


http://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-
francesco_20180509_udienza-generale.html

20
- ID., Udienza generale 16 Maggio 2018, consultabile in
http://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2018/documents/papa-
francesco_20180516_udienza-generale.html

- BENEDETTO XVI, Lectio Divina. Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma 11 giugno
2012, consultabile in http://www.vatican.va/content/benedict
xvi/it/speeches/2012/june/documents/hf_ben-xvi_spe_20120611_convegno-ecclesiale.html

- ID., Omelia. Festa del Battesimo del Signore 8 gennaio 2012, consultabile in
http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2012/documents/hf_ben-
xvi_hom_20120108_battesimo.html

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