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La liturgia di oggi ci invita a riflettere sul mistero dell’Ascensione del Signore Gesù alla destra del

Padre con tutto il suo corpo glorificato dallo Spirito. Possiamo provare ad entrare in profondità
nella ricchezza di questo mistero attraverso due vie, quella teologica e quella scritturistica. La
prima, più propria della festa, è narrata dalla prima lettura, tratta dagli Atti degli apostoli. La
seconda è legata al ritmo liturgico dell’anno liturgico che ci guida attraverso il Vangelo secondo
Matteo. Il senso teologico di questa festa può essere compreso come la mediazione necessaria tra
l’evento della Risurrezione e il dono dello Spirito a Pentecoste. Colui che dona lo Spirito alla sua
Chiesa e ai singoli credenti è il Signore risorto nel suo vero corpo. Inoltre, secondo la sua stessa
promessa, perché lo Spirito possa accompagnare la vita dei discepoli è necessario che lui salga al
Padre. L’assenza del Cristo risorto è feconda per la presenza del suo Spirito. Così si realizza la
presenza/assenza del Signore risorto in mezzo a noi: attraverso la presenza e l’azione dello Spirito
che lo rende presente nella sua Chiesa e nel mondo trasfigurato. Di tutto questo abbiamo un
simbolo nei quaranta giorni, durante i quali il Risorto è apparso ai discepoli, sostenendoli e
confortandoli nella loro fede incipiente. L’ascensione di Cristo al Padre pone termine a questo
periodo di apparizioni. Il numero quaranta è fortemente simbolico (il che non toglie che possa
essere un’indicazione storicamente corretta). Il suo valore rinvia al cammino d’Israele nel deserto,
all’esperienza di Elia verso il monte, alla pienezza dei giorni penitenziali. Il suo compimento sarà il
dono dello Spirito effuso personalmente sui discepoli, riuniti in preghiera intorno a Maria, la madre
del Signore. Il Vangelo secondo Matteo che ci viene offerto dalla liturgia ci offre un lato particolare
di questo mistero. Anche qui abbiamo termini ricchi di simbologia e rimandi alla narrazione
matteana. Prima di tutto il monte indicato da Gesù ai discepoli come luogo per il loro incontro:
monte della grande tentazione attraversata da Gesù stesso (Mt 4,8); monte delle beatitudini (Mt
5,1); monte della trasfigurazione (Mt 17,1). Poi la signoria che è stata donata a Gesù «ogni potere
in cielo e sulla terra». Si riassume qui tutta la forza straordinaria che Gesù ha mostrato nella sua
vita: il potere di rimettere i peccati, quello di guarire e consolare, una parola pronunciata con
autorità. Ne deriva una missione affidata ai suoi discepoli, accompagnata dalla promessa di essere
con loro sino alla fine dei giorni. Il mandato missionario del Signore del cielo e della terra va inteso
in senso fondamentalmente universalistico, verso tutti i popoli di ogni tempo e luogo. Ed è affidato
all’intera comunità dei discepoli. Nessuno dovrebbe sentirsi escluso da questa compartecipazione
alla missione, Mettendo insieme il senso teologico e l’angolatura biblica possiamo accogliere
alcune indicazioni per la nostra vita. La prima è che non dovremmo aspettarci né desiderare nuove
apparizioni del Signore Gesù. La pienezza del dono dello Spirito ci viene donata in un contesto di
fede ecclesiale, nel quale siamo chiamati a riconoscere in mezzo a noi la presenza/assenza del
Signore attraverso il suo Spirito. E non solo in mezzo a noi, sua comunità, ma nel cuore intimo di
ciascuno, quando ci apriamo nel silenzio di Dio all’accoglienza di Lui attraverso la fede della Chiesa.
La seconda nasce dalla prima. È la missione che ciascuno di noi ha ricevuto fin dalla sua nascita e
che si è configurata in modo ecclesiale col battesimo. Le indicazioni del Signore (fare discepoli,
battezzare, insegnare) si riassumono e completano nella realizzazione di quel Regno di Dio per il
quale Gesù ha vissuto e donato se stesso. Diventiamo figli e figlie del Regno nella potenza dello
Spirito che viene donato senza misura e in maniera libera da ogni istituzione, persino ecclesiastica.
Che Dio ci doni la grazia di comprendere e realizzare quella missione che corrisponde al nostro
nome, al nome nuovo che Dio ci vuole donare.

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