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1
Cf. Pr. Prof. Dr. ENE BRANIŞTE, LITURGICA TEORETICĂ, 196-197.
1
Cristo viene in mezzo di quelli che sono raccolti nel suo nome coloro quale sono adunati
venuti nel suo nome, nella predicazione della parola, in anamneza della l’ultima cena, quando il
pane viene spezzata, in compartecipazione dei doni.
Egli viene con la sua storia, perchè da sua risurezione il Signore glorificatto, porta per
sempre nell suo corpo le stigmate della vita è le sue passioni (cf. In 20,20). Con l’avvento del
Signore risorto diventa presente la vita è la sua passione, l’amore è il sacrificio, come prezzo di
tale amore. Poi anamneza non deve capire come una repetizione di sacrificio di Cristo, ma in
senso come Signore glorificato divene presento l’offrendo a soddisfare.
In Cristo il posto dell’uomo non è preso da un altro ma l’uomo creato guadagna una
seconda possibilità di compiere la sua vocazione, di avvicinarsi a Dio e di condividere la sua
vita. È espresso in modo molto bello questa dinamica della kenosi del Figlio: perché l’uomo
diventasse Dio è stato necessario che per prima Dio diventasse uomo e riconciliare in sé tutta la
creazione e le divisioni sorte con l’entrata del peccato nel mondo, inclusa la morte.
2
vita, grazie alla opera dello Sp s. e a tutta la storia della salvezza. È l’eucaristia che cambia noi
non cambiamo noi l’eucaristia. Eucaristia traforma noi. Trasforma noi in modo qualitativo.
Si può osservare che per San Giovanni Crisostomo, il simbolo ha una duplice funzione: Il
rituale cultuale rivela sia la realtà storica della vita di Gesù, perché tutti i fatti della Messa è un
quadro dell'opera redentrice di Cristo e la realtà escatologica della vita eterna, da presenza reale
di Cristo nell'Eucaristia.
L’aspetto pneumatologico mette in speciale nella luce il carrattero personale di
trasformazione eucaristica. Il Spirito Santo segnifica in fatto, la presenza personala è
transformata di Padre ( è il Figlio) in altro. La trasformazione di Spirito c’e una trasformazione
interiore.2
Da noi l’ostia grande quando si preparano i doni il sacerdote mete l’ostia grande in centro
della patena. Questa si chiama propriamente l’agnello di Dio. Questo agnello della Pasqua
immagina anche su nostro Signore quale è sacrificato è la Santa Comunione.3
Il senso che danno gli autori spirituali a questa celebrazione e la dinamica della vita
spirituale: diventare partecipi della vita di Cristo intera: la celebrazione eucaristica è una vera
partecipazione a tutti i misteri della vita del Signore, a tutti i misteri della nostra redenzione per
poter essere trasformati.
Nel Credo
CROCIFISSO PATI; SEPOLTO; RISURREZIONE: i vangeli parlano a lungo della
passione e di questo passo unito al mistero della salvezza. È il nucleo della redenzione, della
fede, della buona novella. La risurrezione di Cristo è il segno della nostra risurrezione: primo
risuscitato tra i morti. Fondamentale per i cristiani è accetare la morte e la risurrezione di Cristo e
che poi nella risurrezione sono riunito anima e corpo, separati dalla morte. Infatti san paolo dice
che l'ultima vittoria sarà quella sulla morte (1 Cor 15,26).
Il sacrificio della croce
Secondo la profezia di Dio fatta suo Avraam, in seguito di questo sacrificio, Figlio di Dio
uno nato si alzò la tribù di Avraam. Così, Uno Nato Figlio di Dio, sacrificherà per i peccatti del
mondo, materializzazione il sacrificio formale offerto da Avraam.
Sebbene il sacrificio di Cristo non è statò il sacrificio cespuglio. Tuttavia è statò un
sacrificio perfetto fino nei minimi dettagli, per quale mottivo Giovanni Battista, a fiume di
Giordano, presenta il Cristo: <<Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del
mondo!>>; << E per essi io santifico me stesso>>. Nella lettera di Ebrei la morte sulla croce si
presenta come supremo sacrificio di vero sacerdote., quale si offre se stesso una volta per sempre
da spargimento di sangue. Cristo è l’unico vero agnello di nuovo sacrificio, quale è l’unico vero
sacrificio, quale rimane sempre è abbastanza per espiare per tutti i peccati del mondo.4
2
Pr. Dr. MIRCEA MANU, DUMNEZEU SFINŢEŞTE PRIN SACRAMENTE, TĂRGU LĂPUŞ, GALAXIA
GUTENBERG, 2008, 260-267.
3
Pr. Dr. MIRCEA MANU, DUMNEZEU SFINŢEŞTE PRIN SACRAMENTE, 280-281.
4
LAVATORI RENZO, UNUL- NĂSCUT DIN TATĂL, TĂRGU LĂPUŞ, GALAXIA GUTENBERG, 2008, 470.
3
Vorrei ricordare anche una cosa importante: Il giorno di giovedi santo nel periodo del Tridos
dove abbiamo la lavanda dei piedi e l’Ufficcio dei Vangeli: la sofferenza di Cristo. Si celebra la
Liturgia di San Basilio (normalmente nella tradizione bizantina si celebra la Liturgia di San
Giovanni Crisostomo tranne 10 volte all’anno, quando si celebra quella di San Basilio. La
differenza sta nell’anafora che è più estesa e dettagliata in quella di San Basilio).
Scopo della divina liturgia è la nostra santificazione e si compie a tutti i momenti
dell’esistenza.