Sei sulla pagina 1di 4

Velicea Iulian Gabriel N. Matr.

164495

La Kenosi nella Liturgia Di San Giovanni Crisostomo

La liturgia è il luogo particolare dell’esperienza cristiana e spirituale per i fedeli orientali.


Liturgia insegna la vita spirituale: si apprende il vangelo e la catechesi. Il contenuto della fede
viene trasmesso attraverso formule liturgiche.
Santa Mesa è un’estensione del sacrificio di Salvatore per la nostra salvezza, ma il rituale
simboliza tutta la vita del Signore, dalla nascita fino alla sua ascensione in cielo.
Questa Santa Mesa intercede i credenti l’incontro reale e vero con Cristo Signore, quale è
presente sotto forma del pane e del vino, quale, in momento di invocazione dello Spirito Santo de
di prete, finge in Corpo e Sangue del Signore. Quindi, Santa Mesa procura il dono più prezioso
quale Dumnezeu ha dato gli uomini è segnifica il centro del intero del culto divino.
Per San Giovanni Crisostomo, Liturgia è un mistero, un evento segreto, è tutta la
celebrazione si sia la storia della dispensazione di salvezza è rivelazione della realtà del cielo:
<<Pensate, dice Lui, che ora è l'Ultima Cena, a cui Egli partecipa. Perché non c'è nulla di
distinguere quello da esso. Infatti, se quella che si è preparato con molto di più e questo lo
prepara e non solo un uomo. Così, quando si vede come il prete dà la Santa Comunione, non
pensi che lui fa, ma la mano di Cristo che si tratti>>.
La parola <<Santa Mesa>> viene dalla parola greca λέιτον έργων, in quale i greci inteso
qualsiasi lavoro publico oppure qualsiasi lavoro fatto per lo stato o comune. 1 Un altro concetto
quale deve ricordare è Anamnezis. Cosa che si tratta è raccontata con altre parole è allo stesso
tempo, rappresentato con i gesti, è ricevuto dalla comunità: <<La tua morte proclamiamo
Signore>>. Il sollenne ricordo di grande azioni storici di Dio. In Eucaristia la storia ricordata
divene presenta: l’ultima cena di Cristo è tutta l’amore di Dio per il popolo o in corso della
storia.
Santa Mesa è stata battita di nostro Salvatore nella sera di Mistero della Cena, quando ha
benedetto il pane è ha dato ai Santi Apostoli, è disse: <<Prendete, mangiate, questo è il mio
corpo...>>, poi allo stesso tempo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: <<Bevete tutti questo
è il mio sangue...>>, aggiungendo i comando: <<Questo calice è la nuova alleanza nel mio
sangue, che viene versato per voi>>, per quale tutta la gente ha il beneficio di frutti del sacrificio
fino alla fine del eta. Questa Comunione con il corpo e il Sangue di Cristo si chiama il Banchetto
comunitario.
La Venuta di Cristo
Cristo stesso, presento nello suo Spirito, è il soggetto dell evento eucaristico.

1
Cf. Pr. Prof. Dr. ENE BRANIŞTE, LITURGICA TEORETICĂ, 196-197.

1
Cristo viene in mezzo di quelli che sono raccolti nel suo nome coloro quale sono adunati
venuti nel suo nome, nella predicazione della parola, in anamneza della l’ultima cena, quando il
pane viene spezzata, in compartecipazione dei doni.
Egli viene con la sua storia, perchè da sua risurezione il Signore glorificatto, porta per
sempre nell suo corpo le stigmate della vita è le sue passioni (cf. In 20,20). Con l’avvento del
Signore risorto diventa presente la vita è la sua passione, l’amore è il sacrificio, come prezzo di
tale amore. Poi anamneza non deve capire come una repetizione di sacrificio di Cristo, ma in
senso come Signore glorificato divene presento l’offrendo a soddisfare.
In Cristo il posto dell’uomo non è preso da un altro ma l’uomo creato guadagna una
seconda possibilità di compiere la sua vocazione, di avvicinarsi a Dio e di condividere la sua
vita. È espresso in modo molto bello questa dinamica della kenosi del Figlio: perché l’uomo
diventasse Dio è stato necessario che per prima Dio diventasse uomo e riconciliare in sé tutta la
creazione e le divisioni sorte con l’entrata del peccato nel mondo, inclusa la morte.

L’incarnazione non è un’opera della natura, ma come la creazione, un atto di volontà di


Dio e una manifestazione dell’amore di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo che Egli ha dato il
Suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui no perisca, ma abbia la vita eterna. Dio,
infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia
salvato per mezzo di lui” (Gv 3,16-17).
Un ruolo nell’Incarnazione ha avuto la Madre di Dio: Giovanni Damasceno, De fede
ortodossa III, 2: “Quindi, dopo il consenso della santa Vergine lo Spirito Santo venne su di lei
secondo la parola del Signore che l’angelo aveva proferito, purificandola, fornendole una facoltà
ricevitrice della divinità del Verso, e insieme anche generatrice”.
Jésus Castellano Cervera, dice: “quello che la Parola annunzia e la teologia spiega, la
liturgia lo offre alla esperienza della fede, in una comunione-comunicazione alla quale la
assemblea è invitata a partecipare” “essa celebra ricorda attualizza tutti i misteri del Signore,
invita ad entrare in comunione con il Verbo Incarnato che è morto ed è stato glorificato”.
La venuta di Cristo trasforma. Il Pane è il vino divento il Corpo e il Sangue di Cristo,
perchè quelli raccolti diventano il suo corpo è participare alla sua dedicazione.
Così la venuta di Cristo, partecipazione alla sua dedicazione è la trasformazione dei doni in vista
di trasformazione dei uomini sono, tutte, cose quale arrivano per l’intermedio dello Spirito Santo.
Ancora il carrattere della epiclesi della eucaristia c’e una parte costitutiva esenziala. Nella
liturgia e una dupplice richiesta: la trasformazione dei doni e la trasfigurazione dei fedeli: la
santificazione.
Non sono le parole che cambiano ma l’opera dello Spirito santo: il Signore è forte e può
trasformare; non è la forza delle nostre parole mai il suo intervento che può cambiare tutto: noi e
i doni.
Rito dello Zeon: benedizione dell’acqua calda e versamento nel calice. Ricorda lo Spirito
santo, la discesa dello spirito santo.
Comunione al corpo e al sangue di cristo: il corpo e il sangue di Cristo è fermento di
immortalità (Ignazio di antiochia). Ricevendo qualcosa santifica e cambia qualitativamente la

2
vita, grazie alla opera dello Sp s. e a tutta la storia della salvezza. È l’eucaristia che cambia noi
non cambiamo noi l’eucaristia. Eucaristia traforma noi. Trasforma noi in modo qualitativo.
Si può osservare che per San Giovanni Crisostomo, il simbolo ha una duplice funzione: Il
rituale cultuale rivela sia la realtà storica della vita di Gesù, perché tutti i fatti della Messa è un
quadro dell'opera redentrice di Cristo e la realtà escatologica della vita eterna, da presenza reale
di Cristo nell'Eucaristia.
L’aspetto pneumatologico mette in speciale nella luce il carrattero personale di
trasformazione eucaristica. Il Spirito Santo segnifica in fatto, la presenza personala è
transformata di Padre ( è il Figlio) in altro. La trasformazione di Spirito c’e una trasformazione
interiore.2
Da noi l’ostia grande quando si preparano i doni il sacerdote mete l’ostia grande in centro
della patena. Questa si chiama propriamente l’agnello di Dio. Questo agnello della Pasqua
immagina anche su nostro Signore quale è sacrificato è la Santa Comunione.3
Il senso che danno gli autori spirituali a questa celebrazione e la dinamica della vita
spirituale: diventare partecipi della vita di Cristo intera: la celebrazione eucaristica è una vera
partecipazione a tutti i misteri della vita del Signore, a tutti i misteri della nostra redenzione per
poter essere trasformati.
Nel Credo
CROCIFISSO PATI; SEPOLTO; RISURREZIONE: i vangeli parlano a lungo della
passione e di questo passo unito al mistero della salvezza. È il nucleo della redenzione, della
fede, della buona novella. La risurrezione di Cristo è il segno della nostra risurrezione: primo
risuscitato tra i morti. Fondamentale per i cristiani è accetare la morte e la risurrezione di Cristo e
che poi nella risurrezione sono riunito anima e corpo, separati dalla morte. Infatti san paolo dice
che l'ultima vittoria sarà quella sulla morte (1 Cor 15,26).
Il sacrificio della croce
Secondo la profezia di Dio fatta suo Avraam, in seguito di questo sacrificio, Figlio di Dio
uno nato si alzò la tribù di Avraam. Così, Uno Nato Figlio di Dio, sacrificherà per i peccatti del
mondo, materializzazione il sacrificio formale offerto da Avraam.
Sebbene il sacrificio di Cristo non è statò il sacrificio cespuglio. Tuttavia è statò un
sacrificio perfetto fino nei minimi dettagli, per quale mottivo Giovanni Battista, a fiume di
Giordano, presenta il Cristo: <<Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del
mondo!>>; << E per essi io santifico me stesso>>. Nella lettera di Ebrei la morte sulla croce si
presenta come supremo sacrificio di vero sacerdote., quale si offre se stesso una volta per sempre
da spargimento di sangue. Cristo è l’unico vero agnello di nuovo sacrificio, quale è l’unico vero
sacrificio, quale rimane sempre è abbastanza per espiare per tutti i peccati del mondo.4

2
Pr. Dr. MIRCEA MANU, DUMNEZEU SFINŢEŞTE PRIN SACRAMENTE, TĂRGU LĂPUŞ, GALAXIA
GUTENBERG, 2008, 260-267.
3
Pr. Dr. MIRCEA MANU, DUMNEZEU SFINŢEŞTE PRIN SACRAMENTE, 280-281.
4
LAVATORI RENZO, UNUL- NĂSCUT DIN TATĂL, TĂRGU LĂPUŞ, GALAXIA GUTENBERG, 2008, 470.

3
Vorrei ricordare anche una cosa importante: Il giorno di giovedi santo nel periodo del Tridos
dove abbiamo la lavanda dei piedi e l’Ufficcio dei Vangeli: la sofferenza di Cristo. Si celebra la
Liturgia di San Basilio (normalmente nella tradizione bizantina si celebra la Liturgia di San
Giovanni Crisostomo tranne 10 volte all’anno, quando si celebra quella di San Basilio. La
differenza sta nell’anafora che è più estesa e dettagliata in quella di San Basilio).
Scopo della divina liturgia è la nostra santificazione e si compie a tutti i momenti
dell’esistenza.

Potrebbero piacerti anche