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"De Libero Arbitrio"

INTRODUZIONE

Erasmo esprime la cultura di quellalta societ del suo tempo che ha i mezzi tecnici (denaro e
tipografia) per dar corpo al suo sogno di umanista: diffondere le Scritture tra il popolo. La
trasformazione, tuttavia, della realt, avviene solo quando lalta societ conquistata veramente
dalla cultura: cos stato nel Rinascimento e cos stato nel Settecento con gli illuministi. Senza
cultura non c rivoluzione, ma solo sommossa ed inconsulta violenza. Ma, quando ci avviene,
scoppia la Riforma, cio la rivoluzione, che cambier il volto a quella stessa societ che aveva
reso possibile il sogno erasmiano. Erasmo provoca un movimento di cui gli sfuggono le
conseguenze. A poco a poco (se guardiamo la storia per grandi tratti e non per brevi) vince
lideale erasmiano, vince cio la tolleranza, la pace, lumanesimo. Il cristianesimo primitivo, le
eresie medioevali, la Riforma, lIlluminismo, il Marxismo si giustificano solo se presi come
diversi momenti di una azione rivoluzionaria che, comunque, tesa sempre al medesimo e unico
fine: linstaurazione di un paradiso in cui pace, libert e giustizia regnino sovrani; e questo fu,
appunto, il regno sognato e sperato sempre da Erasmo.1

1
Cfr. R. Jouvenal, Introduzione a Erasmo-Lutero, Il libero arbitrio. Il servo arbitrio, Claudiana,
Torino, 1984, http://www.filosofiaedintorni.eu/erasmo-da-rotterdam-.html
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ERASMO E LUTERO SUL LIBERO ARBITRIO

Geer Geertsz (vero nome di Desiderio Erasmo) nacque la notte dal 27 al 28 ottobre 1466 a
Rotterdam.Sua madre, Margherita, era figlia di un medico; suo padre, invece, di nome Gerardo,
era di Gouda, ed era un prete, vincolato dal voto di celibato. Si form, sin da adolescente, agli
studi classici ; prese i voti a Steyn il 1488 e fu canonico agostiniano; legami dai quali fu liberato
solo ventinove anni dopo. Ma gi dimostrava una sensibilit eccessiva, femminea, la quale,
unita al culto per l'arte antica, gli rese odioso il convento e ripugnante la barbarie dei tempi.
(Tommaso Fiore).2
Formato nell'ambiente della Devotio Moderno ed ordinato sacerdote, egli era un entusiasta degli
ideali dell'umanesimo rinascimentale, e sente una grande avversione per le cose che ai suoi occhi
di umanista sembrava vecchio: Le peregrinazioni, il culto ai santi e le sue reliquie; in parte aveva
ragione quando afferma": noi baciamo le scarpe dei santi e trascuriamo i suoi scritti che sono le
sue pi sacre reliquie."
Il mondo di Erasmo un miscuglio di classicismo (Platone) Plutarco, Cicerone, e di fede biblica.
Per quel motivo egli, bench abbia preceduto tutto un secolo di umanesimo, rappresenta un
elemento nuovo. Tutto il rinascimento aveva il desiderio di una vita gradevole, allegra, idilliaca
che cercava ideali di unit, sincerit, verit e natura, serenit ed armonia.
Erasmo era un filologo che amava il" buon dire", l'espressione letteraria ed il benessere nel senso
materiale e morale, con un grande desiderio di libert. Quell'atteggiamento di non volere
prendere posizione a favore o in contro deriva della necessit di essere indipendente. Ma libert
significa anche capacit per prendere decisioni importanti: Erasmo cerca la libert" di", ma
dimentica la libert" per."
Inoltre, secondo Erasmo, la vita cristiana si sente sovraccarico di istituzioni umane ed oppressa
per la potest delle ordine religiose, e per quel motivo la forza del vangelo continua ad esaurirsi.
Qui troviamo una nuova espressione programmatica di Erasmo: ritornare alle fonti bibliche della
fede. "Io volevo che il Vangelo e le lettere di San Pablo fossero lette dalla gente semplice." Ma
egli ripugna che si voglia studiare la scrittura sul testo latino della Vulgata. In lui troviamo allora
una forte tensione: di un lato, egli aspirava ad una fede sentita, semplice ed intima; dell'altro,
aveva la sua irresistibile bisogno estetica, che lo portava ad una forma di vita secondo la
concezione greco-romana. Col suo libro" Enchiridion militis cristiani", il Manuale del perfetto
militante cristiano, vuole mostrare che la fede non si misura solamente per l'abitudine o per la
congregazione alla che si appartiene. Si tenta allora di presentare un insegnamento adattato alle
persone che si proporsi condurre nella vita quotidiana un'autentica vita di fede. Il cristianesimo si
vede sotto l'aspetto della" lotta" nel senso paulino delle" migliaia Christi", 2 Tm 2,3; Ef 6,13.
Quanto pi il cristiano si dedica a vivere la sequela di cristo, pi gli attacchi della tentazione e
dei vizi aumentassero, cap. 1, ma con l'aiuto della grazia non sar vinto totalmente, potr perdere
alcuni battaglie ma non la guerra. Poi si presentano le due" armi" essenziali in questa lotta: il
discorso e la meditazione della Scrittura. Negli altri capitoli si sottolinea l'importanza di formare
l'uomo interno in sentito paulino, l'uomo secondo lo spirito, Ga 5,16-26, ma anche in senso
socratico (" conosciti a te stesso". Poi si danno alcuni consigli pratici per non arrendersi di fronte

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http://www.farefilosofia.it/erasmo-lutero-sul-libero-arbitrio/
3
al peccato come l'avarizia, la collera, l'impurit, il desiderio di vendetta. Questa parte ricorda
abbastanza alla Devotio Moderna.
Rispetto alla vita religiosa, Erasmo rimane sempre critico. Egli ricorda che i monaci non l'hanno
monopolio della santit. Arriva cos al giudizio pi critico: Il" monacato dispari est pietas", bens
un genere di vita utile o inutile secondo i caratteri ed i temperamenti: non vi esorto ad
abbracciarlo, ma non ve lo separo almeno." Dimentica allora il valore obiettivo della vita
religiosa. Perch alcuni monaci o suore non vivono secondo le esigenze della vita religiosa o la
vivono solamente in modo formalstico, non vuole dire che la vita religiosa come tale non sia un
valore fondamentale. La critica alla vita religiosa contrasta con l'entusiasmo con che Erasmo
parla del laico e della vita matrimoniale. Una contrapposizione tra le due vocazioni sta oggi,
almeno, teologicamente, superata sottolineando la chiamata universale alla santit.
La relazione di Erasmo con Lutero c'aiuta a conoscere meglio il suo atteggiamento dottrinale e
spirituale. Erasmo sentiva all'inizio una certa simpatia per Lutero che in ottobre di 1517 fiss le
95 tesi contro lindulgenze che erano trasformate in un grande tema finanziario in questo tempo.
Ma la reazione di Lutero non solamente contro gli abusi relativi alle indulgenze, bens contro le
indulgenze come tali.
Lutero ha ragione non appena sottolinea il primate della grazia nella vita cristiana, oltre ogni
opera (indulgenze) penitenze, eccetera, ma si sbaglia quando esclude il valore delle opere umane
come risposta alla grazia di Dio.3

1. Linizio del dibattito

Nellanno 1524, dopo iniziali ammiccamenti da ambo le parti, scoppi la prima grande disputa di
carattere teologico ed esegetico in seno al cristianesimo continentale. I protagonisti furono da un
lato Erasmo da Rotterdam, campione del cattolicesimo, e dallaltro Martin Lutero, miccia della
riforma protestante. Lo scontro frontale avvenne sul terreno in cui il pensiero cattolico e quello
protestante divergevano in maniera pi profonda e decisa: il libero arbitrio. Infatti, la scelta di
quel soggetto non incarnava solo una valenza per cos dire teoretica, ma designava,
circoscrivendo o ampliando, lagire stesso delluomo nel cammino verso la sua salvezza.

Nel gioco delle fazioni possibile rintracciare almeno due maestri a cui i nostri protagonisti si
rifecero nella genesi ed elaborazione delle proprie dottrine: Origene ed Agostino. Ma, oltre a tali
fonti, per comprendere la reale portata dellantagonismo tra questi autori ci si deve riferire alla
seguente interpretazione teorica di fondo: per Erasmo esiste una disarticolazione tra valore e
significato della Scrittura, mentre per Lutero, nulla della Scrittura deve essere interpretato, tutto
chiaro e deve essere colto a livello letterale. Infatti, proprio sul differente senso da attribuire al
dettato scritturale che si fonda, principalmente, la divergenza tra Erasmo e Lutero.

3
Cfr. Mateo Rogelio Garcia, S.J., STORIA DELLA SPIRITUALIT,ROMA, PONTIFICIA
UNIVERSIT GREGORIANA, (SECOLI XV-XVI), 2014, 17-20.
4
2. La posizione di Erasmo
La prima opera pubblicata fu il De libero arbitrio di Erasmo, nella quale viene sostenuto con
forza argomentativa e scritturale lesistenza per luomo di un libero arbitrio anche dopo il
peccato, e la possibilit stessa di una cooperazione tra luomo e la divinit nel progresso verso la
salvezza. Pertanto sulla diade inscindibile tra libert e cooperazione che si esprime la posizione
dellOlandese, come calco di quella origeniana; tuttavia i rimandi allAlessandrino non sono
riscontrabili solo a livello dottrinale, ma altres nella forma, in quanto lopera di Erasmo, anche
nota come Diatrib, ripercorre la medesima argomentazione presentata da Origene nella sua
opera pi nota: il Per archn.

La struttura della Diatrib composta da quattro parti che, ripercorrendo il sentiero tracciato da
Origene, sono atte a dimostrare prima concettualmente cosa debba intendersi con libero
arbitrio, poi riproporre i passi favorevoli al libero arbitrio, in seguito quelli contrari, cercando di
leggerli in maniera allegorica, ed infine un resoconto di quanto ottenuto e di quanto Erasmo
potrebbe concedere al suo avversario, quindi un elogio alla moderazione. Da una analisi
approfondita del testo risultano evidenti i capisaldi su cui venne a fondarsi il metodo
erasmiano; il quale articolato in due momenti consiste, in primo luogo, in una ricerca non
dogmatica1 sul testo sacro e, in secondo, un tentativo di moderazione tra le parti affinch il suo
scritto non rappresentasse un manifesto di fazione ma un tentativo di dialogo, insistendo sul
concetto di misericordia divina come principale artefice della salvezza umana.

3. La replica di Lutero
La definitiva rottura venne consumata nello stesso anno con la pubblicazione del De servo
arbitrio da parte di Lutero, in risposta allopera di Erasmo. Questo scritto rappresenta e delinea
pi chiaramente la posizione luterana nei confronti dellarbitrio, dellantropologia e della
possibile salvezza del cristiano. In una forma speculare alla Diatrib, il De servo arbitrio pi
che essere un manuale per lagire umano in terra nella prospettiva salvezza un trattato su Dio
stesso, su ci che egli ha concesso e su cosa dovr compiere per salvare luomo peccatore.

Opera di chiara ispirazione agostiniana, il De servo arbitrio non rappresenta il cosiddetto


interlocutore B di un dialogo, ma una risposta chiara e decisa capace di assurgere ad emblema
di un fisso e solido sistema teologico. Testo aspro e molto critico nei confronti del De libero
arbitrio e della figura stessa di Erasmo, la cui presunta inettitudine ed incapacit di prendere
posizione vennero da Lutero assai biasimate ed attaccate, incarna lo stile tipico del Tedesco:
analisi letterale del testo sacro e ritorno in ultima istanza di ogni tema rilevante al puro e nudo
dettato biblico. Pertanto ogni costrutto ermeneutico di carattere allegorico venne aborrito e
giudicato fallace poich lontano dalla chiarezza univocit con cui il Dio si espresso nelle
Scritture. Ovviamente Lutero nella stesura del testo ha utilizzato tutte quelle fonti (in particolare
Paolo di Tarso) che, impiegate a un livello letterale corroboravamo la sua posizione (ad es. gli
episodi dei vasi e i loro usi, di Esa e Giacobbe o dellindurimento del cuore del Faraone); tutti
quei versetti che riguardavano unipotetica libert delluomo e una sua effettiva possibilit di
scelta anche dopo il peccato, invece, venivano considerati come adattamenti meramente umano,
quindi fallace, del dettato biblico.

5
La differenza principale di questo scritto il tono che Lutero utilizza, in quanto egli non usa un
procedimento critico, ma, come i classici di letteratura cristiana medievale, mira ad una
esplicazione dogmatica del suo pensiero e della sua dottrina; pertanto, opponendo un sistema
teologico ad un dialogo, Lutero ha designato la fine stessa del dibattito.4
De libero arbitrio [diatrib] sive collatio per Desiderium Erasmum Roterodamum
un'opera filosofica di Erasmo da Rotterdam pubblicata nel settembre del 1524.
Il problema del libero arbitrio alla fine del XV secolo si era fatto pressante sotto i colpi inferti
da Martin Lutero e dalle sue considerazioni sul servo arbitrio. In pratica per Lutero l'uomo non
poteva nulla per ottenere la redenzione e a nulla servivano, quindi, le opere e la carit e di
conseguenza la funzione mediatrice della Chiesa tra l'uomo e Dio attraverso i sacramenti.
Questa visione luterana era tipica di un clima culturale e intellettuale che segnavano la fine
dell'Umanesimo e il tramonto del concetto di Homo faber ipsius fortunae (Ognuno artefice
della propria sorte).
Erasmo da Rotterdam, invitato ripetutamente a prendere posizione sul Luteranesimo, si decise a
scrivere questa opera per definire la sua posizione nei confronti del problema della libert
dell'uomo e quindi della sua responsabilit di fronte a Dio e del suo rapporto con la Chiesa
cattolica, rivalutando nel contempo, nei confronti di quest'ultima, i valori dell'individuo.
Il pensiero di Erasmo
La definizione di libero arbitrio su cui Erasmo costruisce il proprio discorso quella di un
potere della volont umana in virt del quale l'uomo pu sia applicarsi a tutto ci che lo
conduce all'eterna salvezza, sia, al contrario, allontanarsene.
Senza voler mettere in discussione l'autorit e il valore delle Sacre Scritture, Erasmo afferma che,
malgrado la sofferenza e i danni subiti a causa del peccato originale, il libero arbitrio permane
ancora nell'uomo ma offuscato e reso difficile da mettere in atto per l'immensa massa delle
mancanze e per l'abitudine al peccato.
Chi afferma che il libero arbitrio, la libera volont dell'uomo pu esprimersi solo nel decidere di
peccare erra cos come chi crede che il libero arbitrio sia una vuota astrazione. Chi sostiene
queste tesi dimentica che sia il bene che il male possono essere messi in atto dall'uomo solo con
il consenso di Dio che offre all'uomo la grazia affinch egli scelga il bene.
Le Sacre Scritture confermano il libero arbitrio
Con un'argomentazione basata sulle Scritture, Erasmo dimostra la sussistenza del libero arbitrio:
gli uomini vengono esortati a scegliere il bene, Dio si lamenta della rovina del suo popolo, Cristo
piange su Gerusalemme apostata che lo ripudia, e la invita a seguirlo, ecc.
Se invece, come affermava Lutero, l'essere umano non avesse la facolt di accettare o rifiutare
liberamente la grazia divina che gli viene offerta, perch nelle Scritture sono presenti
ammonimenti e biasimi, minacce di castighi ed elogi dell'obbedienza?

4
Cfr. http://www.farefilosofia.it/erasmo-lutero-sul-libero-arbitrio/

6
Se inoltre, come predicava Lutero, l'uomo non ha bisogno di chiese e organi intermediari tra s e
Dio, ma l'unico sacerdote di se stesso, come si concilia questa supposta autonomia con la sua
assoluta impossibilit di scelta in ambito morale?
L'intervento decisivo della Grazia
In ogni azione umana noi possiamo distinguere tre fasi: l'inizio, lo sviluppo e l'esito finale: la
Grazia essenziale nella prima e nell'ultima fase, quando cio ispira la volont dell'uomo al bene
(l'inizio) e gli consente di realizzarlo (l'esito finale): tutta la parte che riguarda la messa in opera
dell'azione (lo sviluppo) vede l'intervento del libero arbitrio dell'uomo che liberamente mette in
atto la sua volont. Cos le due cause -la grazia di Dio e la volont umana- dell'azione concorrano
allo stesso tempo e a una stessa opera indivisibile anche se tra le due la causa principale la
Grazia che da sola potrebbe mettere in atto l'azione.
Particolarmente incisivo l'esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, del
padre e del figlio che vuole cogliere un frutto.
Il padre alza nelle sue braccia il figlio che ancora non sa camminare, che cade e che fa degli
sforzi disordinati; gli mostra un frutto posato davanti a lui; il bambino vuole correre a prenderlo,
ma la sua debolezza tale che cadrebbe se il padre non lo sostenesse e guidasse.
quindi solo grazie alla conduzione del padre (la Grazia di Dio) che il bambino arriva al frutto
che sempre suo padre gli offre; ma il bambino non sarebbe riuscito ad alzarsi se il padre non
l'avesse sostenuto, non avrebbe visto il frutto se il padre non glielo avesse mostrato, non sarebbe
potuto avanzare senza la guida del padre, non avrebbe potuto prendere il frutto se il padre non
glielo avesse concesso.5
Il "De Libero Arbitrio" di Erasmo da Rotterdam e il "De Servo Arbitrio" di Martin Lutero, scritti
tra il 1524 e il 1525, riattulizzano, nel pieno della Riforma, la controversia tra Pelagio e
Agostino, sostenitori delle medesime posizioni diversi secoli prima dei due pilastri della cultura
europea. Erasmo, esponente di punta dell'Umanesimo Cristiano, pur accettando il ritorno alle
purezza del Vangelo ed una Fede scevra di superstizioni e rituali, afferma, compatibilmente con
le sue posizioni umaniste, la libera scelta dell'uomo (allineandosi con la Chiesa di Roma),
scrivendo, nel 1524, il trattato "De Libero Arbitrio". Lutero, monaco agostianiano e convinto
assertore della malvagit dell'uomo, risponde, nel 1525, col trattato "De Servo Arbitrio", in cui
ribalta le tesi erasmiane: l'uomo non pu salvarsi da solo coi propri meriti e le proprio opere,
perch naturalmente incapace di compiere alcun bene, data la sua condizione di malvagit e
perfidia in quanto discendente di Abramo ed Eva. Per questo, l'unica fonte di salvezza
rappresentata dalla Fede in Ges Cristo, unico Redentore e Salvatore dell'umanit, senza alcun
merito o opera buona. Due testi che permettono di addentrarsi nel vivace dibattito culturale
dell'Europa rinascimentale.6
Lo scontro tra Lutero ed Erasmo anche scontro sulla storia; sul suo percorso libero e obbligato.
Come ha scritto in pagine memorabili Noventa, c una sconcertante contraddizione che vede il
luteranesimo fondare la modernit e contribuire pure al rigore morale, mentre la linea cattolica
(espressa pure da Erasmo) che fonda con laccento posto sul libero arbitrio, sullimportanza

5
Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/De_libero_arbitrio

6
Cf. agli appunti
7
etica dellagire e sulla responsabilit delluomo i principi basilari della coscienza moderna,
delletica e della libert, spesso peraltro negandoli nella prassi. Paradossalmente, princpi
immorali producono rigore morale e viceversa.
Erasmo non e il conciliante e sorpassato umanista, che l oleografia suggerisce. C e un
momento in cui egli s innalza forse su Lutero, quando parla dell arcana sensazione istintiva che
lo induce a non credere nella lotta, nella polemica, nel confronto in cui pure impegna tutte le sue
forze. Umanista e uomo del dialogo, Erasmo sente che esso . se non si basa su una precedente
affinita elettiva o sostanziale vicinanza di vedute, che per altro lo rendono superfluo . e vano.
Tale consapevolezza, per chi crede umanisticamente e razionalmente, come Erasmo, nella
parola, non e meno tragica della visione luterana del peccato. La grandezza di Erasmo e la sua
simbiosi di fede e ironia, che si aiutano a vicenda e aiutano a vivere. La reticenza, l elusione, l
ironico sorriso di Erasmo sono l espressione di una amabilita conservata anche affacciandosi
sul nulla . e sono l espressione della forza straordinaria di chi, pur conscio della vanita del suo
raziocinare, continua tenacemente a seguire la ragione, perche si rifiuta di credere che anche
quel nulla sia la verita definitiva.7

Le mie domande sono: In cosa consiste il 'Libero Arbitrio' di Erasmo da Rotterdam?


Quale posizione assume nei confronti della riforma protestante?

7
Cfr.http://www.legroma.osservatoriodeilaici.com/wpress_it_IT_292XXL/erasmo-e-lutero-
libero-o-servo-arbitrio/

8
Conclusione

Erasmo fu e resta ancora oggi il simbolo di un tempo che tutti gli uomini non possono non
augurarsi che venga: il tempo in cui, finalmente, lumanit, uscita dal suo travaglio di
maturazione, vivr nella sola pienezza della ragione, della pace, della giustizia raggiunta e del
reciproco rispetto integrale. Perci Erasmo fu un profeta del futuro perch il profeta della
maturit dellintelligenza umana. Questa la ragione per cui egli una figura ricca di fascino,
pur con tutte le sue sfumature e perplessit. la grande maturit della sua intelligenza che non
pu lasciare insensibile colui che lo studia. Erasmo visse in un secolo pieno di trasformazioni.
Nello scontro delle parti, nel fervore delle lotte, nel consumarsi delle passioni, egli ha saputo
mantenere una sua dignit e una sua pace interiore. Egli fu il profeta di un paese che lumanit,
ancora oggi, continua a sognare mentre perdura il suo pellegrinaggio terreno.8

8
Cfr. http://www.filosofiaedintorni.eu/erasmo-da-rotterdam-.html

9
BIBLIOGRAFIA

Mateo Rogelio Garcia, S.J., STORIA DELLA SPIRITUALIT,ROMA, PONTIFICIA


UNIVERSIT GREGORIANA, (SECOLI XV-XVI), 2014, 17-20

Articoli da Internet
http://www.farefilosofia.it/erasmo-lutero-sul-libero-arbitrio/

http://www.filosofiaedintorni.eu/erasmo-da-rotterdam-.html
https://it.wikipedia.org/wiki/De_libero_arbitrio
http://www.legroma.osservatoriodeilaici.com/wpress_it_IT_292XXL/erasmo-e-
lutero-libero-o-servo-arbitrio/
R. Jouvenal, Introduzione a Erasmo-Lutero, Il libero arbitrio. Il servo arbitrio,
Claudiana, Torino, 1984, http://www.filosofiaedintorni.eu/erasmo-da-rotterdam-
.html

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