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La Santa Cena
Nell’ultima cena prima di essere tradito ed arrestato Gesù compie dei gesti importanti spezzando il
pane e benedicendo il calice del vino, distribuendoli ai Suoi come simboli della Sua carne e del Suo
sangue perché ne mangiassero e ordinando loro di fare questo in Sua memoria.
La Santa Cena insieme al battesimo sono ordinamenti lasciati dal Signore per la Sua Chiesa, poiché
sono stati ordinati con chiare disposizioni da parte del Signore Gesù (Matteo 28:19; 1 Corinzi
11:24-25).
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Studio biblico: La Santa Cena Relatore: Nicola Pascuzzi Chiesa di Potenza
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Nota d’approfondimento: a tal proposito è necessario evidenziare come nei sinottici è chiaro che Gesù consumi la Pasqua con i
suoi discepoli, invece Giovanni dice che essa precedeva il giorno della Pasqua giudaica, questo perché con molta probabilità come ci
fanno sapere Giuseppe Flavio, la Mishnah e altri testi giudaici vi erano in Palestina diversi modi di calcolare le giornate. Al nord,
quindi anche in Galilea, le giornate iniziavano all’alba e terminavano all’alba successiva; invece al Sud, e quindi a Gerusalemme
dove risedevano la maggioranza dei Sadducei, essi computavano le giornate da tramonto a tramonto. Così Gesù poté consumare la
Pasqua con i suoi discepoli e pure morire il giorno di Pasqua mentre si sacrificavano gli agnelli pasquali.
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istituzione della Legge era di carattere transitorio, cioè destinato a durare fino alla venuta di Cristo
(Ebrei 9:9-10; 10:1), e circostanziale all’ambito ebraico, essendo parte della Legge cerimoniale per
il popolo d’Israele.
La Pasqua aveva uno scopo illustrativo che preannunciava profeticamente l'opera di Cristo come
un’ombra dei beni futuri che si sarebbero ottenuti con la venuta e l’opera di Cristo. La Pasqua
precede e termina con la morte e resurrezione di Cristo mentre la cena del Signore viene
introdotta dal comando di Gesù: “fate questo in memoria di me”. Essa non sostituisce soltanto
rimpiazzando la prima ma la abroga introducendo il nuovo (Ebrei 7:18-22; 10:8-10). Oggi la nostra
Pasqua è Cristo afferma Paolo, ma questa affermazione non è altro che la spiegazione della figura
tipologica della Pasqua ebraica (1 Corinzi 5:6-8).
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Nicola Pascuzzi
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