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La dottrina dei battesimi Relatore: Nicola Pascuzzi Chiesa di Potenza

La dottrina dei battesimi


Ebrei 6:2 “della dottrina dei battesimi...”

Nel Nuovo Testamento troviamo menzionati tre tipi di battesimo che bisogna distinguere per non fare
confusione:
1) il battesimo in acqua (Matteo 28:19; Marco 16:15-16);
2) il battesimo nel corpo di Cristo (1 Corinzi 12:13; Romani 6:3-4);
3) il battesimo nello Spirito Santo (Atti 1:5; 2:33).

BATTESIMO MINISTRO ELEMENTO CANDIDATO ESPERIENZA

Battesimo nel Spirito Santo Chiesa Peccatore Esperienza della


corpo di Cristo pentito nuova nascita

Battesimo in Ministro della Acqua Credente Testimonianza


acqua Parola di Dio della nuova
nascita

Battesimo nello Cristo Gesù Spirito Santo Credente Potenza


Spirito Santo spirituale

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Il battesimo nel corpo di Cristo


“Infatti noi tutti siamo stati battezzati da un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi
e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito” (1 Corinzi 12:13).

Il battesimo nel corpo di Cristo riguarda la dottrina dei battesimi. La scrittura distingue tra battesimo in
acqua, battesimo nel corpo di Cristo e battesimo nello Spirito Santo. Distinguere adeguatamente la
differenza di questi battesimi è fondamentale per vivere una esperienza cristiana completa e coerente
all’insegnamento biblico.

1. Definizione di battesimo nel corpo di Cristo

1.1 I termini biblici


Nel testo originale di 1 Corinzi 12:13 troviamo l’espressione greca sîma ™bapt…sqhmen (sôma
ebaptisthêmen) battezzati nel corpo. Battezzati dal gr. bapt…zw (baptizô) che significa immergere o
sommergere, e corpo dal gr. sîma (sôma) che indica letteralmente sia il corpo di un uomo che di un
animale ma è usato anche per indicare un numero di persone unite strettamente in una società o in una
famiglia, quindi può anche indicare un corpo sociale, etico e mistico o spirituale.

1.2 Significato del battesimo nel corpo di Cristo


Questa espressione usata dall’apostolo Paolo sta ad indicare una immersione in un corpo spirituale qual è
la Chiesa di Gesù Cristo, definita il corpo di Cristo (1 Corinzi 12:27). La Chiesa è il corpo mistico o spirituale
di Cristo in quanto non è una organizzazione ma un organismo spiritualmente vivo che appartiene a Cristo
Gesù, in Lui si identifica, Lui segue e Lui solamente serve.
Questo battesimo nel corpo di Cristo è letteralmente l’immersione nel corpo di Cristo cioè l’ingresso e
l’inserimento del neocredente per opera dello Spirito Santo nella Chiesa per farne parte.
Per tanto il battesimo nel corpo di Cristo è:
1) una esperienza che accumuna tutti i veri cristiani “...noi tutti siamo stati battezzati...” (Giovanni
3:3);
2) di carattere spirituale “...da un unico Spirito...” (Giovanni 3:5-8);
3) l’unica via possibile per essere parte del popolo benedetto dal Signore, la Chiesa, “...per formare un
unico corpo...” (Giovanni 3:3, 5).

2. L’esperienza del battesimo nel corpo di Cristo


Questa esperienza è l’unica porta di accesso alla Chiesa, senza questa esperienza ci può essere una
adesione formale che riguarda soltanto l’esteriorità pur non essendo reale e quindi spirituale riguardante
invece un’opera interiore.

2.1 Il corpo di Cristo


La Chiesa del Signore Gesù Cristo è paragonata a un corpo, dove le varie membra rappresentano i membri
della Chiesa (Romani 12:5; 1 Corinzi 12:12-27: Efesini 4:15-16).
La Chiesa è chiamata il corpo di Cristo perché:
1) è fondata su Cristo Gesù in virtù dell’opera che Egli ha compiuto in qualità di Messia e Salvatore
(Matteo 16:18-20; 1 Corinzi 3:11; 1 Pietro 2:4-9);
2) appartiene a Cristo Gesù (Apocalisse 5:9) ed Egli ne prende teneramente cura (Efesini 5:25-27);
3) vive per servire Cristo (Romani 6:8-12, 22; Galati 2:20; Filippesi 1:21; 1 Pietro 2:9).
Parlando di Chiesa bisogna fare una distinzione di ordine pratico, tra Chiesa universale e Chiesa locale. Per
Chiesa universale intendiamo la totalità della Chiesa sparsa sulla terra, invece con Chiesa locale vogliamo
identificare la comunità locale. Non dobbiamo mai limitarci a una visione ristretta, esclusivista che vede e
riconosce solo la propria realtà. Da ciò si fa un’altra distinzione tra Chiesa visibile e Chiesa invisibile. La
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Chiesa visibile è quella che tutti vediamo, composta dagli aderenti alle varie denominazioni e chiese, ma
nella Chiesa visibile vi è una Chiesa invisibile, che è composta da coloro che realmente hanno relazione con
il Signore Gesù Cristo. Non tutti coloro che si dichiarano cristiani sono cristiani, ma solamente coloro che
hanno realizzato l’opera di Cristo, essendo stati battezzati nel corpo, e vivono con lui una stretta relazione
di comunione.

2.2 L’opera rigeneratrice dello Spirito Santo


L’esperienza del battesimo nel corpo di Cristo è un’opera compiuta dallo Spirito Santo nel cuore dell’uomo,
che viene rigenerato e introdotto nella realtà spirituale della Chiesa del Signore. L’uomo senza Cristo è
perduto nei suoi peccati ed è morto spiritualmente (Efesini 2:1, 5; Colossesi 2:13). Quando un cuore si
riconosce peccatore, si ravvede e confessa a Dio il Suo bisogno di salvezza riceve l’opera rigeneratrice dello
Spirito Santo, che genera una nuova vita e vivifica lo spirito dell’uomo separato da Dio (Giovanni 3:3-9;
14:17; 20:22; Efesini 2:1-9; 2 Corinzi 5:17; Tito 3:5). L’espressione nuova nascita e rigenerazione
evidenziano l’aspetto interiore nel vita del peccatore pentito che va a Cristo, invece l’espressione battesimo
nel corpo di Cristo mette enfasi sull’introduzione della vita rigenerata nella realtà spirituale della Chiesa,
introdotta ed unita ai membri della Chiesa. Senza quest’opera di salvezza non si può entrare a far parte
della realtà spirituale della Chiesa. Praticamente rigenerazione e battesimo nel corpo di Cristo coincidono,
essendo aspetti e fasi di un’unica esperienza spirituale.

2.3 Collocati nel corpo di Cristo


Lo Spirito Santo battezza il credente nel corpo di Cristo introducendolo nella Chiesa e unendolo ad essa
(Giovanni 17:11 cfr. divisioni volute da Dio 2 Giovanni 9-10; divisioni causate dall’uomo 3 Giovanni 9-11)
Così il credente nato di nuovo con il battesimo è collocato al suo posto nel corpo di Cristo perché possa
prendere parte alla vita della Chiesa, ricevere la sua parte di benedizione e cura spirituale e mentre che egli
va maturando progressivamente nel tempo possa mettere a disposizione i propri talenti per l’edificazione
comune, secondo la misura data dal Signore (Atti 2:42; Efesini 4:1-16).
Dal momento in cui un cuore realizza la salvezza e quindi l’essere introdotto alla vita spirituale della Chiesa
sentirà l’esigenza di richiedere prima d’ogni cosa l’ordinamento del battesimo, attraverso il quale
ufficializzerà l’esperienza realizzata e la propria adesione alla comunità locale e alla Chiesa universale (Atti
2:41).
Dalla conversione consegue la partecipazione alla vita della chiesa:
1) con la partecipazione al culto comunitario cantando e salmeggiando con salmi, inni e cantici
spirituali (Efesini 5:15-21) con la preghiera e un comportamento dignitoso (1 Timoteo 2:1-15); sarà
una partecipazione assidua, senza lasciare facilmente e superficialmente la comune adunanza per
futili motivi (Ebrei 10:25);
2) con la disposizione al servizio comunitario (Galati 5:13; Colossesi 3:24; 1 Pietro 4:10-11) e
evangelistico (1 Pietro 3:15), in virtù del dono ricevuto dal Signore (Romani 12:5-8; 1 Corinzi 12:18,
28-31);
3) e la sottomissione ai ruoli e le autorità poste da Dio per il governo della Chiesa (Ebrei 13:17; 1
Corinzi 16:15-16), sostenendoli materialmente (2 Corinzi 11:8; Galati 6:6;) e spiritualmente (2
Tessalonicesi 3:1; Ebrei 13:18); attendendo all’insegnamento necessario per poter crescere
spiritualmente (Efesini 4:11-15; 1 Pietro 2:2).

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Il battesimo in acqua
Il battesimo in acqua con la cena del Signore sono ordinamenti lasciati dal Signore Gesù per la Sua Chiesa,
poiché sono stati ordinati con delle chiare disposizioni dal Signore (Matteo 28:19; 1 Corinzi 11:24-25).
Riguardo al battesimo in acqua troviamo innanzitutto un comando: “Andate dunque e fate miei discepoli
tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19). Gesù lascia
questo comando ai suoi discepoli prima di ascendere alla destra del Padre. Essendo un comando richiede
ubbidienza, pertanto non risulta essere un aspetto marginale della fede, ma fondamentale perché Dio si
aspetta l’ubbidienza da parte di coloro che dichiarano di credere in Lui (1 Samuele 15:22).

1. Definizione di battesimo in acqua (Che cosa è il battesimo in acqua?)


Innanzitutto è necessario dare un definizione biblica di questo ordinamento cristiano.

1.1 La terminologia biblica


Il termine battesimo è la traduzione del greco bapt…zw (baptizô) (Matteo 28:19; Marco 16:16). Questo
termine significa bagnare per immersione o sommersione. Deriva dal termine greco b£ptw (baptô) che
ricorre quattro volte nel testo biblico (Luca 16:24; Apocalisse 19:13; Giovanni 13:26) con il significato di
intingere qualcosa in un liquido. Evidente dai termini biblici che Il battesimo cristiano è fatto per
immersione perché battezzare significa immergere nell’acqua il credente che ne ha fatto espressamente
richiesta (Atti 8:36).

1.2 Il significato del battesimo in acqua


Il Nuovo Testamento insegna il battesimo in acqua come un requisito essenziale per la vita spirituale del
credente (Atti 2:38; Marco 16:15-16). Il battesimo di per sé non salva ma testimonia della salvezza ricevuta
(1 Timoteo 6:12). Il battesimo è la richiesta di una buona coscienza davanti a Dio, esprimendo di aver
ricevuto l’opera purificatrice del Signore e il desiderio vivo di servirLo (1 Pietro 3:21). Chi avendo ricevuto
l’opera di Dio nel suo cuore essendosi ravveduto dai propri peccati e avendo creduto in Cristo come
personale Salvatore ma non decide per il battesimo sta disperdendo la salvezza ricevuta. La salvezza si
riceve per fede (Efesini 2:8-9), ma si mantiene nell’ubbidienza alla Parola del Signore, poiché l’ubbidienza è
l’esternazione della fede.
Quando il peccatore pentito crede in Cristo Gesù realizza una esperienza interiore definita nuova nascita
(Giovanni 3:1-13). Espressa anche come l’essere battezzato in Cristo, cioè immerso in Cristo (Romani 6:3-4).
Questa esperienza precede il battesimo in acqua, è chiamata anche conversione, essa è l'unione spirituale e
l'identificazione del credente con la morte e la risurrezione di Cristo. Immersi e identificati nella Sua morte
per morire alla vecchia vita senza Dio nel peccato e per poi riemergere nel Suo risorgere per vivere ora la
nuova vita in Cristo Gesù. Il battesimo cristiano non è altro che l’espressione simbolica di questa esperienza
mostrando nell’immersione l’essere morti al peccato e nell’emersione dall’acqua il risorgere a novità di vita
per servire il Signore (Colossesi 2:11-12).

1.3 Come fare il battesimo


Il Signore Gesù ha lasciato chiare disposizioni riguardo a come fare il battesimo. Pertanto non è qualcosa
che può essere lasciato alla discrezione personale ma deve assolutamente seguire le disposizione che Gesù
stesso ci ha lasciato.
Innanzitutto il battesimo sarà fatto per immersione nell’acqua come lo facevano in ubbidienza i primi
cristiani (Atti 8:36-38 cfr. Matteo 3:16);
con la formula lasciataci direttamente dal comando del Signore “...nel Nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo” (Matteo 28:19);

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e amministrato da un servitore del Signore, ministro della Parola di Dio, che ha precedentemente creduto
in Gesù e ha ubbidito anch’egli, a sua volta, al comando del battesimo ed è stato poi posto da Dio al servizio
della Chiesa (Matteo 28:19).

2. Il neofita
Con l’espressione neofita vogliamo indicare coloro che fanno espressa richiesta di ricevere l’ordinamento
del battesimo.

2.1 Chi richiede il battesimo?


Richiede il battesimo chi ha riposto la propria fede in Cristo Gesù (Marco 16:15-16). Questa fede implica
l’ascolto della Parola di Dio (Romani 10:17), il ravvedimento dai propri peccati (Atti 2:38), la confessione a
Dio della propria condizione di peccatore e l’accettazione nel proprio cuore di Cristo come personale
Salvatore (Romani 10:10, 13).
Farà perciò richiesta del battesimo:
1) chi ha creduto (Marco 16:16), implica la fede nella Parola del Vangelo, l’aver realizzato l’opera di
salvezza di Gesù ed esser nato di nuovo (Atti 8:36-37; Giovanni 3:3-8);
2) chi vuole essere discepolo di Gesù (Matteo 28:19), questo implica sottomissione e appartenenza al
Signore (Atti 6:7).

2.2 Perché fa il battesimo?


Il battesimo è un requisito essenziale per essere veri discepoli di Cristo (Matteo 28:29; Marco 16:15-16; Atti
2:38). I motivi per cui il credente appena nato di nuovo fa richiesta del battesimo sono:
1) per ubbidienza al Signore e alla Sua Parola (Matteo 28:19; Marco 16:15-16);
2) per fede nella Parola di Dio “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato...” (Marco 16:
16);
3) per testimonianza, testimoniando pubblicamente di un opera ricevuta nel cuore e di volere ora
servire il Signore per vita e per morte (1 Timoteo 6:12);
4) per sottomissione, dichiarando di appartenere a Lui (Matteo 28:19).

2.3 Quando fare il battesimo?


La Scrittura non indica un’età entro la quale bisogna fare il battesimo. Sicuramente non è valido il
battesimo fatto ai bambini perché richiede delle caratteristiche e delle facoltà che possono essere espresse
e riscontrabili solamente in una persona adulta. I bambini fino a quando non giungono ad una età dove
riescono a distinguere il bene dal male, e quindi ad avere una coscienza personale attiva, non sono
responsabili ma sono innocenti davanti a Dio (Matteo 19:14 cfr. Genesi 8:21). I genitori cristiani per tanto
devono insegnare la Parola di Dio, educare nel timore del Signore e indirizzare i figli al Signore, perché
quando essi giungeranno all’età della responsabilità personale possono volgere il cuore al Signore (Efesini
6:4; Colossesi 3:21).
Il battesimo è una scelta compiuta da un adulto in evidenza di alcune caratteristiche che precedono la
scelta del battesimo:
1) avviene dopo aver creduto (Marco 16:16);
2) la dottrina del battesimo deve essere compresa (Ebrei 6:1-2);
3) richiede una coscienza purificata (1 Pietro 3:21 cfr. Ebrei 9:14).
Tutto ciò esprime facoltà che un bambino ancora non possiede.
Perciò il battesimo è richiesto da chi ha creduto con tutto il cuore in Cristo Gesù come personale Salvatore
(Atti 8:36-37). Impedimento al battesimo sono il dubbio, l’assenza di una vera fede e la non comprensione e
consapevolezza di ciò che si sta facendo. Elementi che per l’appunto non sono riscontrabili in un bambino,
che non possono essere espressi da qualcun’altro al posto nostro, ma che ogni uomo nel tempo della sua
coscienza e responsabilità ha l’onere di realizzare personalmente.
Dal momento che un cuore si è aperto al Signore avendo creduto nell’opera redentrice di Cristo non deve
passare molto tempo dal decidere spontaneamente e volontariamente di compiere in ubbidienza questo

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ordinamento lasciato dal Signore (Marco 16:16; Atti 8:36-38). Per il battesimo non è richiesta una maturità
spirituale ma l’evidenza dell’inizio di una nuova vita (Giovanni 3:3; 2 Corinzi 5:17).

3. Le implicazioni del battesimo


Con il battesimo si entra a far parte ufficialmente della vita della comunità cristiana (Atti 2:41) distinguendo
questo momento dall’ingresso spirituale nel corpo di Cristo che avviene nell’esperienza della salvezza (1
Corinzi 12:13), per questo motivo il credente nato di nuovo non attenderà “eternamente” la scelta del
battesimo, perché con il battesimo si ufficializza l’appartenenza alla famiglia del Signore e si assume
consapevolezza delle responsabilità di figli di Dio.
Con il battesimo si esprime il desiderio di servire il Signore e di non volere più indugiare nella vecchia vita
(Atti 22:16), con ciò consegue l’impegno a una vita di servizio e di santificazione (Ebrei 12:14) e ad una
ricerca dei doni spirituali (1 Corinzi 14:1), perché il battesimo non è un punto di arrivo ma l’inizio di un
cammino con Dio nella Chiesa e davanti alla società (Atti 24:16; 2 Corinzi 8:21; Colossesi 4:5; 1 Tessalonicesi
4:12; 1 Timoteo 3:7).

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Il battesimo nello Spirito Santo


Matteo 3:11 “...Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco”.

Il battesimo nello Spirito Santo è una esperienza susseguente alla nuova nascita con la quale il credente
viene rivestito di potenza spirituale per servire il Signore (Atti 1:8).

1. Definizione di battesimo nello Spirito Santo


Innanzitutto procediamo nel definire il battesimo nello Spirito Santo.

1.1 I termini biblici


In Matteo 3:11 troviamo l’espressione tratta dalla predicazione di Giovanni battista riguardo a Gesù “...Egli
vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco”. Innanzitutto abbiamo menzione di Colui che amministra il
battesimo nello Spirito Santo “...Egli vi battezzerà...”, cioè Cristo (Atti 2:33). Notiamo come Giovanni il
battista si esprima al futuro, e il tempo in cui questo battesimo sarebbe stato amministrato è dopo la
glorificazione di Cristo (Giovanni 7:37-39), dove come Redentore dell’uomo Gesù riceve la promessa del
Padre per spargerla sulla Chiesa (Atti 2:33).
Nel testo greco l’espressione per indicare il battesimo nello Spirito Santo (bapt…sei ™n pneÚmati ¡g…J kaˆ
pur… - baptisei en pneumati hagiôi kai puri) utilizza la stessa forma verbale impiegata per il battesimo in
acqua con la semplice distinzione dell’elemento nel quale si è immersi. Nel battesimo nello Spirito Santo
l’elemento in cui il credente è battezzato è lo Spirito Santo, tale battesimo consiste in una immersione nella
presenza della terza Persona divina ovvero lo Spirito Santo.
Alcuni interpretano l’espressione “con lo Spirito Santo e con il fuoco” come indicante due battesimi distinti,
esprimendo un ulteriore battesimo a quello nello Spirito Santo, cioè il battesimo nel fuoco, che sarebbe
attuato negli ultimi tempi nei confronti dei peccatori, praticamente un battesimo di giudizio. Questa
interpretazione prende forza dal contesto che per due volte evidenzia il fuoco del giudizio, anche se ciò non
conferma automaticamente tale interpretazione (Matteo 3:10, 12).
Altri infatti vedono nell’espressione congiunta l’indicazione da un lato dell’elemento nel quale si è immersi
“lo Spirito Santo” e dall’altro l’aspetto che lo caratterizza “il fuoco”, come rafforzativo, vedendo
semplicemente in quest’ultimo l’espressione simbolica dell’azione dello Spirito Santo che è come potenza
ardente e purificante nel cuore del credente simile all’azione del fuoco in natura (Atti 4:31) e a prova e
conferma di ciò considerano il segno eccezionale, delle lingue di fuoco, manifestato a Pentecoste quando la
Chiesa realizzò per la prima volta la promessa del battesimo nello Spirito Santo (Atti 2:3). Noi propendiamo
per quest’ultima interpretazione anche perché nelle Scritture non troviamo alcuna menzione di un
battesimo di giudizio.

1.2 Significato di battesimo nello Spirito Santo


Il battesimo nello Spirito Santo è una promessa per tutti i credenti che sussegue alla nuova nascita (Atti
2:38-39 cfr. Atti 8:14-17). Un’esperienza che va ricercata per essere realizzata (Atti 1:4) perché il credente
possa ricevere dall’Alto maggiore forza spirituale (Atti 1:5, 8).
In Atti 1:8 il termine usato è “potenza” in greco “dÚnamin” (dunamin) che indica forza, potenza e abilità. Il
termine greco “dunamis” vuol dire più di semplice forza e capacità umane. E’ una forza spirituale che rende
i credenti strumenti validi nella mani di Dio (Atti 2:14; 4:8).
Questa esperienza è un battesimo dove il credente è immerso nello Spirito di Dio. Con ciò il battesimo non
vuol dire ricevere lo Spirito Santo, benché a volte semplicisticamente ci esprimiamo così cosa che facevano
anche i primi credenti (Atti 10:47) anche se in realtà si vuol dire di aver ricevuto il dono del battesimo nello
Spirito Santo, perché Egli è già stato ricevuto nel cuore al momento della salvezza (Giovanni 20:22) e non è
andato via ma vi ha fatto dimora. Bisogna pertanto distinguere chiaramente che il battesimo nello Spirito

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Santo è un’immersione nella presenza dello Spirito Santo per realizzare forza, potenza e abilità spirituali ed
essere resi validi testimoni di Cristo al mondo intero. Ma allo stesso modo il battesimo nello Spirito Santo è
un’ulteriore riempimento dello Spirito di Dio che già dimora nel cuore del credente (Atti 2:4). Poiché al
momento della salvezza il credente riceve lo Spirito Santo, che prende il controllo di quella vita la quale si
sottomette alla sua azione ed opera, ma con il battesimo il credente è riempito fino al traboccare, e
contemporaneamente è avvolto ed immerso nella presenza dello Spirito Santo, come fiumi di acqua viva
che sgorgano dal proprio cuore (Giovanni 7:38 cfr. Atti 34:31), realizzando che la propria vita è
maggiormente arresa all’azione dello Spirito di Dio, il quale prende maggiore controllo su quella vita per
sospingerla secondo i Suoi propositi e la Sua volontà ed ecco il motivo del segno esteriore delle altre lingue
(Luca 6:45).
In generale quando una persona o un oggetto vengono immersi in un elemento sono abbandonati alla forza
di quell’elemento, similmente il credente immerso nello Spirito Santo realizza una maggiore resa e
sottomissione all’azione e all’opera dello Spirito Santo che riveste della Sua potenza. Così anche per un
recipiente che viene riempito di un liquido, può essere pieno realizzandone diversi livelli ma non ripieno;
ma se quel liquido dall’alto continua ad essere versato copiosamente sul recipiente quest’ultimo sarà
riempito e quindi ripieno fino al traboccare ed essere letteralmente immerso in quell’elemento, similmente
il credente realizza il riempimento dello Spirito di Dio che inonda completamente la sua vita perché la
presenza dello Spirito Santo sia tangibilmente manifesta da quel cuore traboccante.
Come esperienza non incide sulla salvezza, perché si è salvati per grazia (Efesini 2:8), ma incide
sensibilmente sulla qualità del servizio e della testimonianza di ogni credente (Atti 1:4-5, 8). Non è
indispensabile per la salvezza personale, ma è indispensabile per vivere un’esperienza di fede piena e
completa (Efesini 5:15-21).

2. L’esperienza del battesimo nello Spirito Santo


L’esperienza del battesimo nello Spirito trova il suo fondamento nella Scrittura; nell’Antico Testamento
troviamo la base profetica della promessa (Gioele 2:28-32) e nel Nuovo Testamento troviamo la sua
realizzazione e spiegazione dottrinale (Atti 2:1-4). Una promessa preparata da Dio per la Chiesa perché essa
possa espletare la missione che è chiamata a svolgere (Atti 1:4-8).

2.1 L’attualità della promessa


Alcuni credono che l’esperienza di Atti 2 sia una esperienza legata soltanto al periodo neotestamentario, e
che oggi tale esperienza sia cessata, o almeno la manifestazione del segno delle altre lingue, la cosiddetta
“glossolalia”. Ma il Nuovo Testamento esprime che ovunque si è sparso il messaggio dell’Evangelo tale
esperienza si è anch’essa realizzata:
• a Gerusalemme (Atti 2:1-4) e non solo una volta come esperienza unica nel suo genere, ma come
un’esperienza che si rinnova nella presenza del Signore (Atti 4:31);
• a Samaria (Atti 8:14-23);
• nella vita di Paolo (Atti 9:17);
• a Cesarea in casa di Cornelio (Atti 10:44-47; 11:15-18);
• ad Efeso (Atti 19:1-7);
• nella chiesa di Corinto (1 Corinzi 14:5).
In tutti questi passaggi bisogna notare come sia chiaro che tale manifestazione è accompagnata dal segno
delle altre lingue. Inoltre nella predicazione dell’apostolo Pietro a Pentecoste è espresso chiaramente che
tale promessa ed esperienza è attuale per tutti i chiamati da Dio in ogni tempo fino al ritorno del Signore
Gesù (Atti 2:39).

2.2 Il segno iniziale


Alcuni ritenendo che il segno delle altre lingue sia ormai cessato insegnano, erroneamente, che il battesimo
nello Spirito Santo sia realizzato al momento della salvezza, nel battesimo o in una esperienza di profonda
benedizione, senza alcun segno particolare. Altri insegnano ancora, sbagliando anch’essi, che vi siano
diverse manifestazioni per segnalare l’avvenuto battesimo nello Spirito Santo.

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L’insegnamento biblico, ben diverso da queste affermazioni, è estremamente chiaro distinguendo


innanzitutto prima di ogni cosa l’esperienza della salvezza che è poi seguita, in una seconda fase,
dall’esperienza del battesimo nello Spirito Santo (Giovanni 20:22; Atti 2:1-4; Atti 8:14-17). Dopodiché la
Scrittura esprime chiaramente come tale esperienza sia comprovata da un segno iniziale: il parlare in altre
lingue (Atti 2:4; 10:44-47; 11:15; 19:6). Tale segno non varia da caso a caso ma rimane identico per essere
un chiaro segnale, un segno evidente ed inconfondibile, della reale esperienza del battesimo nello Spirito
Santo. Le lingue espresse saranno delle lingue non conosciute dal credente battezzato ma suggerite dallo
Spirito. Quando un credente parla in altre lingue, potrebbe pronunciare parole in una lingua umana
esistente (Atti 2:5-11) ma anche in una lingua sconosciuta sulla terra, infatti Paolo fa menzione di lingue
angeliche (1 Corinzi 13:1).
Senza l’evidenza di questo segno non vi può essere battesimo di Spirito Santo, vi sarà una profonda
benedizione ma non ancora la pienezza dello Spirito Santo.

2.3 Dimora, battesimo e pienezza


Per comprendere chiaramente l’esperienza del battesimo nello Spirito Santo bisogna inoltre fare
distinzione fra i termini dimora, battesimo e pienezza in relazione alla presenza dello Spirito Santo nella vita
del credente.

2.3.1 La dimora dello Spirito Santo


Per ordine bisogna innanzitutto comprendere l’aspetto della dimora dello Spirito Santo.
Nel non credente lo Spirito Santo agisce dall’esterno convincendo il cuore (Giovanni 16:7-8); quando un
cuore si ravvede e si apre Egli entra a dimorare in quel cuore (Giovanni 14:17; 1 Corinzi 3:16; 6:19). In
questa esperienza il credente riceve la dimora dello Spirito Santo nel suo cuore comportando la Sua opera
rigeneratrice e trasformatrice (Romani 5:5).

2.3.2 Il battesimo nello Spirito Santo


Nel battesimo nello Spirito Santo risulta evidente che non si riceve lo Spirito Santo, ma si riceve il dono e la
promessa del battesimo nello Spirito Santo. Perché lo Spirito Santo già dimora nel credente, il battesimo è
un’immersione del credente nella presenza dello Spirito (Atti 2:1-4 cfr. Giovanni 20:22).

2.3.3 La pienezza dello Spirito Santo


Il battesimo nello Spirito Santo è l’esperienza che conduce a realizzare tale pienezza. I termini battesimo e
pienezza in riferimento allo Spirito Santo si integrano per formare un quadro completo di questa
esperienza. La parola battezzati indica un’immersione ma in realtà il credente ha già ricevuto lo Spirito nel
cuore, pertanto nel battesimo il credente sarà così riempito fino al traboccare ed essere completamente
immerso nello Spirito Santo (Giovanni 7:37-39). Con il battesimo nello Spirito Santo si evidenzia il momento
in cui si riceve tale promessa, successivamente il credente non sarà nuovamente battezzato, perché ha
ricevuto tale dono ma sarà riempito ulteriormente per continuare ad esserne traboccante (Atti 2:4 cfr. Atti
4:31).
La pienezza sarà pertanto distinta, com’è evidenziato da alcuni termini biblici:
• ripieno, riempito (Atti 2:4; 4:8; 4:31; 9:17) indicando il momento di un riempimento;
• “siate ricolmi di Spirito” (Efesini 5:18) questa espressione indica la ricerca di una pienezza continua.
Non basta essere riempiti una volta soltanto, ma bisogna ricercare continuamente questa pienezza perché
se un contenitore ripieno e usato nel tempo senza essere ulteriormente riempito, risulterà a certo punto
svuotato (2 Timoteo 1:6-7).

2.4 Il candidato
Il battesimo nello Spirito Santo è una promessa che va esperimentata, ma bisogna rispecchiare delle
attitudini e della caratteristiche precise che permettono di essere idonei per ricevere un dono così prezioso.
Pertanto il candidato deve:
• essere nato di nuovo (Atti 2:38);
• ricercare con fede (Luca 24:49);

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• attendere l’attuazione della promessa (Atti 1:4);


• ubbidire alla Parola del Signore (Atti 1:12);
• perseverare nella preghiera (Atti 1:14).
Basta che manchi uno solo di questi elementi per impedire l’attuazione della promessa del battesimo nello
Spirito Santo.

2.5 Lo scopo
Gesù prima da ascendere alla destra del Padre comandò ai discepoli di non allontanarsi da Gerusalemme
prima di aver ricevuto l’attuazione della promessa del Padre: il battesimo nello Spirito Santo (Atti 1:4).
Quest’ordine del Signore mette in evidenza l’importanza di questa promessa per la vita spirituale di ogni
credente. Poi il Signore conclude quest’ordine esprimendone il significato e lo scopo: ovvero ricevere
“potenza” per essere testimoni (Atti 1:8). Una potenza (gr. dunamis), o anche abilità, che provengono
dall’Alto, dalla presenza traboccante dello Spirito Santo nella vita del credente. Una potenza che rende
validi testimoni del Signore.
La Chiesa vive per servire il Signore e testimoniare al mondo della Sua salvezza. Gesù ha lasciato alla chiesa
il mandato di andare per il mondo è predicare l’Evangelo (Marco 16:15), insieme a questo mandato Egli
lascia l’ordine di aspettare il ricevimento del battesimo nello Spirito Santo (Luca 24:49; Atti 1:4-8), perché la
pienezza dello Spirito Santo avrebbe dato loro la forza spirituale necessaria per servire il Signore
pienamente.
Per ordine osserviamo lo scopo della promessa del battesimo nello Spirito Santo:
1) Atti 1:8 evidenzia “mi sarete testimoni” come risultato della potenza ricevuta nel battesimo in
Spirito Santo, ciò parla in modo esplicito di potenza nella testimonianza:
• caratterizzata da una maggiore franchezza nel parlare del Signore (Atti 4:8, 31);
• ma ancora dall’assistenza della potenza dello Spirito Santo nell’annuncio del Vangelo
compiuto con segni e prodigi miracolosi (Atti 2:43; 3:1-8; 5:12; 6:8);
• ed una guida speciale nell’evangelizzazione (Atti 8:29, 39-40).
2) Ma la testimonianza dell’Evangelo non è un arida dissertazione dottrinale ma è la testimonianza di
una vita di fede ed implicitamente prevede anche una vita santificata e consacrata; perciò il
battesimo nello Spirito Santo, che dona potenza per essere testimoni di Cristo, dona forza maggiore
nella propria santificazione e consacrazione al Signore (Efesini 5:18; 2 Timoteo 1:6-8).
3) Il battesimo nello Spirito Santo è necessario al servizio cristiano e al ministerio (Atti 6:1-6), le abilità
umane che Dio ha donato arrivano fino a un certo punto dove soltanto le abilità dello Spirito
possono proseguire, per tanto è opportuno ricercare questa promessa prima di dedicarsi a qualsiasi
servizio comunitario.
4) Necessario anche per discernere spiritualmente la menzogna e i falsi cristiani infiltratisi nella Chiesa
(Atti 5:1-11).
5) Il battesimo nello Spirito Santo è inoltre necessario per prendere parte attiva all’edificazione
comunitaria (1 Corinzi 12:7; Efesini 5:18-21).

3. I 9 carismi dello Spirito Santo


In ultima analisi riguardo al battesimo nello Spirito Santo è necessario considerare i carismi dello Spirito
Santo elencati in 1 Corinzi 12:7-11.
I carismi dello Spirito Santo si possono suddividere in tre gruppi:
• carismi di pensiero o conoscenza soprannaturale (parola di sapienza, parola di conoscenza,
discernimento degli spiriti);
• carismi di potenza soprannaturale (carismi di guarigione, potenza di operare miracoli, fede);
• carismi di parola soprannaturale (diversità di lingue, interpretazione delle lingue, profezia)
Quando la Chiesa si riunisce nella presenza del Signore dovrebbe realizzare la manifestazione dello Spirito
per il bene comune (1 Corinzi 12:7). Infatti il battesimo nello Spirito Santo è una “porta” che apre alla
realizzazione di questi carismi nell’ambito comunitario per l’edificazione della Chiesa.
Gli elementi necessari per realizzare nella propria vita l’esercizio di questi carismi sono:

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• la pienezza dello Spirito Santo (Efesini 5:18-20), aver ricevuto il battesimo nello Spirito Santo e
realizzare una pienezza continua dello Spirito Santo (Atti 19:6);
• la fede (Giacomo 1:6-7), senza fede non è possibile realizzare alcuna delle promesse del Signore;
• la ricerca (1 Corinzi 14:1), come altri doni e promesse anche i carismi vanno ricercati, desiderati e
richiesti al Signore, con pazienza e perseveranza;
• il desiderio ardente di essere strumento di edificazione (1 Corinzi 14:26), la ricerca non deve essere
mai spinta da motivi egoistici ma dal desiderio di essere usati dallo Spirito Santo per edificare i
propri fratelli.

3.1 Carismi, ministeri e operazioni


Il capitolo 12 di 1 Corinzi inizia nei primi sei versetti con una introduzione ai carismi dello Spirito Santo. In
questa introduzione alla lista dei carismi dello Spirito Santo l’apostolo Paolo parla di “doni spirituali” in gr.
pneumatikîn (pneumatikôn) (1 Corinzi 12:1).
In 1 Corinzi 12:1-6 si fa distinzione di tre tipi di doni spirituali: carismi, ministeri e operazioni.
1) I carismi (1 Corinzi 12:4) (in alcune versioni è utilizzato in modo fuorviante la stessa parola del v.1
“doni”, infatti al v.1 per doni si traduce il gr. pneumatikôn che indica in generale i doni spirituali, qui
nel v.4 invece con doni si traduce la parola gr. charismatôn che indica in questo passaggio delle
Scritture i doni dello Spirito Santo, per distinzione e maggiore comprensione utilizziamo la
traslitterazione del termine greco originale: carisma). Sono i doni dello Spirito Santo, ed è lo Spirito
Santo che li distribuisce (1 Corinzi 12:11).
2) I ministeri (1 Corinzi 12:5), sono sempre doni spirituali e sono dati dal Signore Cristo Gesù
glorificato (Efesini 4:7-16). I ministeri sono dei doni personali che identificano coloro che lo
esercitano, quando parliamo del ministero noi identifichiamo la persona, il ministro di Dio, invece
quando parliamo dei carismi dello Spirito noi identifichiamo il carisma e non la persona che lo
esercita.
3) Le operazioni (1 Corinzi 12:6), tali doni spirituali sono dati e operati da Dio Padre, sono quelle
opere soprannaturali che non rientrano nei carismi e nei ministeri (ad es. Atti 12 sia la liberazione di
Pietro dal carcere, che il giudizio caduto su Erode Agrippa)

3.2 Significato di carisma


Abbiamo distinto il termine generale “doni spirituali” utilizzato dall’apostolo Paolo al v.1, il quale essendo
un termine generale racchiude sia i carismi dello Spirito Santo, che i ministeri del Signore Gesù glorificato
ed anche le operazioni di Dio Padre, distinguendolo dal termine specifico “carismi” che nel testo indica
univocamente quei doni o carismi distribuiti dallo Spirito Santo. Il termine gr. c£risma (charisma) che
significa “doni di grazia” indica dei doni spirituali che lo Spirito Santo distribuisce ai credenti ripieni di Lui
per il bene comunitario, un bene che indica aiuto e convenevolezza, cioè edificazione spirituale della
Chiesa. Il carisma esercitato sarà di aiuto comportando del bene alla vita sia di chi lo esercita sia
dell’assemblea che dal loro posto come semplici astanti ne realizzano la manifestazione, al contempo sarà
anche esercitato in modo convenevole, ovvero non arrecherà disturbo e non risulterà una “nota stonata”
nello svolgimento della riunione ma comporterà ricchezza spirituale all’assemblea (1 Corinzi 12:3; 14:39-
40).

3.3 Carismi di pensiero soprannaturale


Definiamo carismi di pensiero soprannaturale quei carismi dello Spirito Santo che riguardano la sfera della
mente e del pensiero.

3.3.1 Parola di sapienza


In gr. lÒgoj sof…aj (logos sofias), “parola di sapienza”, come saggezza larga e piena di intelligenza,
indicando una sapienza che viene dallo Spirito Santo. Pertanto non è frutto dell’intelligenza umana, non è
appresa dallo studio, dall’esperienza, dall’intuito, né da abilità e qualità personali ma viene dallo Spirito di
Dio. Questa è la sapienza divina che si riceve in un istante ben preciso, in modo chiaro, unico, ed è una

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profonda rivelazione soprannaturale di come intervenire e agire su di una determinata circostanza


manifestando la sapienza di Dio.

3.3.2 Parola di conoscenza


In gr. Ògoj gnèsewj (logos gnôseôs) “parola di conoscenza”, che permette di conoscere una situazione, un
avvenimento, un pensiero o quant’altro sconosciuti fin a quel momento alla persona che esercita tale
carisma, una conoscenza che è rivelata dallo Spirito Santo il quale essendo Dio è onnisciente conoscendo
ogni cosa. Questo carisma può essere esercitato insieme alla parola di sapienza; la parola di conoscenza
permette di conosce qualcosa per rivelazione dello Spirito Santo e la parola di sapienza dona la soluzione
per intervenire.

3.3.3 Discernimento degli spiriti


In gr. diakr…seij pneum£twn (diakriseis pneumatôn) “discernimento degli spiriti”, intende il discernimento
come distinzione e giudizio, permette di avere comprensione soprannaturale sugli spiriti che si hanno di
fronte distinguendo ciò che è spirito umano, demoniaco, angelico o divino, e portandone un giudizio
appropriato (Atti 5:1-11). Bisogna distinguerlo dall'ordinario discernimento che ogni cristiano ha e che
consiste nella sensibilità spirituale che risiede in ogni credente (1 Giovanni 4:1-3).

3.4 Carismi di potenza soprannaturale


Sono definiti carismi di potenza soprannaturale quei carismi che riguardano operazioni che applicano il
potere soprannaturale dello Spirito Santo nella vita dei credenti e attraverso di essa.

3.4.1 Carismi di guarigione


In gr. car…smata „am£twn (charismata iamatôn) “carismi di guarigione” espresso al plurale per indicare la
varietà dell’infermità sulle quali è possibile realizzare tale carisma. E’ la capacità inaspettata data dallo
Spirito Santo di intervenire su di una qualsiasi infermità fisica per vederla guarita. Si differenzia dalla
semplice guarigione divina come risultato della preghiera (Atti 9:36-43) e dell’unzione dell’olio (Giacomo
5:13-15), essendo in questo caso effetto dell’azione dello Spirito Santo attraverso il carisma donato ad un
credente che esercitandolo con fede vede intervenire la potenza di Dio attraverso la sua vita (Atti 9:32-35).

3.4.2 Potenza di operare miracoli


In gr. ™nerg»mata dun£mewn (energêmata dunameôn), “potenza di operare miracoli” si differenza dai
carismi di guarigione perché riguarda miracoli in generale che consistono in opere straordinarie che
superano il limiti delle leggi naturali manifestando il soprannaturale attraverso la vita del credente che fa
esercizio di questo carisma (Atti 13:6-12).

3.4.3 Fede
In gr. p…stij (pistis) “fede”, questa fede si distingue dalla fede personale che è riposta in Dio e che salva
(Efesini 2:8), si distingue anche dalla fede come espressione del carattere del cristiano frutto dello Spirito
Santo cioè la fedeltà (Galati 5:22). Il carisma della fede è una fede straordinaria, riguardante un momento e
una situazione specifica che permette di porre totalmente la propria fiducia in Dio per vederlo operare (Atti
3:1-8) può essere esercitato insieme ad un altro carisma come il carisma di guarigione.

3.5 Carismi di parola soprannaturale


Definiamo carismi di parola soprannaturale quei carismi dello Spirito Santo che riguardano la sfera del
linguaggio parlato e dell’espressione verbale.

3.5.1 Diversità di lingue


In gr. gšnh glwssîn (genê glôssôn) “diversità di lingue”, questo carisma si differenzia dal segno delle
lingue, in quanto esprime un messaggio che necessita di essere interpretato attraverso il carisma di
interpretazione perché questo messaggio possa essere compreso dalla comunità.
Le caratteristiche del parlare altre lingue come evidenza di pienezza:

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1) parla a Dio (1 Corinzi 14:2);


2) prega lo spirito dell’uomo, pertanto è personale (1 Corinzi 14:14);
3) è una preghiera personale (1 Corinzi 14:16-17);
4) deve essere fatto in modo ordinato e silenzioso, parlando a se stessi e a Dio (1 Corinzi 14:27-28).
Le caratteristiche del carisma di diversità di lingue:
1) è un messaggio per la chiesa (1 Corinzi 14:5);
2) deve essere seguito dal carisma di interpretazione (1 Corinzi 14:5, 27-28)
3) in mancanza di interpretazione si deve tacere nell’assemblea, potrebbe venire scambiato con il
segno delle altre lingue (1 Corinzi 14:27-28).
Nell’assemblea sarà cosa ordinata che se c’è chi parla in altra lingua siano due o tre al massimo a farlo per
poi lasciare spazio all’interpretazione.

3.5.2 Interpretazione delle lingue


In gr. ˜rmhne…a glwssîn (hermêneia glôssôn), “interpretazione delle lingue”, segue il carisma di diversità
di lingue e ne interpreta il messaggio in un linguaggio comprensibile all’intera adunanza (1 Corinzi 14:5, 27-
28), la Chiesa poi giudicherà valutando spiritualmente se tale messaggio viene da Dio (1 Corinzi 14:29 - la
congiunzione “anche” collega i passaggi che regolamentano l’interpretazione e la profezia).

3.5.3 Profezia
In gr. profhte…a (profêteia) “profezia”, si distingue dal ministero di profeta, in quanto la profezia come
aspetto del ministerio è data soltanto ad alcuni nell’espletamento del loro ministerio, invece il carisma di
profezia è il risultato dell’esercizio del dono e non di un ministerio profetico. La profezia biblicamente non è
soltanto l’anticipazione di avvenimenti futuri ma l’annuncio della volontà di Dio e della sua parola, quindi il
genere di messaggio può variare tra esortazione, riprensione, incoraggiamento, rivelazione, può svelare le
condizioni del cuore, difatti è un messaggio da parte di Dio (1 Corinzi 14:3). Non è un messaggio preparato
in precedenza ma è l’espressione di un messaggio ricevuto istantaneamente dallo Spirito di Dio (Atti 13:1-
3).
Questo dono è esercitato per parlare agli uomini e alla chiesa (1 Corinzi 14:3-4). Anche per i profeti è cosa
ordinata di parlare al massimo in due o tre e la Chiesa che ascolta il messaggio deve giudicare se esso viene
da Dio (1 Corinzi 14:29); il profeta non cadrà in estasi e non darà in escandescenza, non sarà “fuori di sé”
perché lo Spirito comunica il messaggio allo spirito dell’uomo che poi lo esprime (1 Corinzi 14:32-33).

4. Conclusione
Il battesimo nello Spirito Santo è un’esperienza preparata dal Signore per la Sua Chiesa, perché ogni
credente possa realizzare maggiormente l’azione del Divino Consolatore, il cui scopo è portare la gloria di
Cristo nella Chiesa e attraverso di essa (Giovanni 16:14). Ogni credente è chiamato a ricevere questo dono e
a vivere una vita ripiena della presenza dello Spirito Santo per poter vedere maggiormente la gloria di Cristo
nella propria vita. Questo studio vuole avere l’unica pretesa di spingere e incoraggiare quanti più credenti a
ricercare maggiormente la pienezza dello Spirito Santo per una maggiore consacrazione personale,
manifestata in una maggiore santificazione personale e in un ardente desiderio di testimoniare di Cristo al
mondo, ed ancora per prendere parte attiva all’edificazione del corpo di Cristo attraverso l’esercizio dei
quei carismi dello Spirito Santo che Egli distribuisce secondo il Suo volere per il bene comune.

Nicola Pascuzzi

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