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PONTIFICIO ATENEO SANT’ANSELMO

FACOLTÁ DI TEOLOGIA

LA PARTECIPAZIONE ALL’EUCARISTIA
SECONDO NICOLA CABASILAS

Corso: 41020

La teologia liturgica di Nicola Cabasilas


Nicola Cabasilas, umanista ed esicasta, mistico e teologo

Studente:
Oliveira Silva, Cleusiomar.
Matricola
12441

Docente: Bianchi

ROMA
Anno Accademico 2023
SUMARIO........................................................................................................ 1

INTRODUZIONE................................................................................................. 2

I SACRAMENTI COME ITINERARIO DI VITA


CRISTIANA......................3
L’EUCARISTIA................................................................................................... 5
CONCLUZIONE...................................................................................................7
BIBLIOGRAFIA.................................................................................................10

1
INTRODUZIONE
La ragione della scelta e del mio interesse per il tema della partecipazione
all’Eucaristia è data la consapevolezza che questo mistico ha lasciato nei suoi
scritti: Partecipare all’eucaristia, infatti, non è semplice osservanza di un rito,
ma molto di più: suo fine è entrare nella vita di Cristo, nella sua logica, nei suoi
pensieri e nei suoi sentimenti; significa esercitarsi, secondo le parole di
Cabasilas, “ad avere gli stessi desideri di Cristo e a godere con lui delle stesse
gioie”, significa guardare se stessi, gli altri e il mondo con il medesimo sguardo
di Dio».
Nella tradizione liturgica delle Chiese orientali i sacramenti dell'iniziazione
cristiana designano il battesimo, la cresima e l'eucaristia, amministrati insieme e
per mezzo dei quali l'essere umano - appena nato o in età adulta - viene
configurato pienamente a Cristo e inserito nella vita di grazia della Chiesa.
Battesimo e cresima sono conferiti una sola volta poiché costituiscono
l'essere e l'agire cristiano; l'eucaristia, data una prima volta come coronamento
degli altri due - e a sua volta loro fonte - è ripetuta come sacramento di vita per
ogni cristiano.
Secondo Cabasilas la divina eucaristia sostiene e custodisce la vita e la
salute: è il pane della vita, infatti, che permette di conservare quanto è stato
acquisito e di serbarsi vivi. Perciò in virtù di questo pane viviamo e in virtù
del miron ci muoviamo, dopo aver ricevuto l'essere dal lavacro battesimale»1.
Nicola Cabasilas nel suo IV libro conferisce la Santa Comunione alla vita in
Cristo. La tavola è il vertice della vita.È il mistero sublime, che rende perfetti gli
altri misteri. In questo libro è evidente un grande realismo sacramentale
dell'Eucaristia. Parla dell'assimilazione fisica del corpo e del sangue. La vita
spirituale è associato il realismo fisico dell'Eucaristia: "abbiamo sempre bisogno
della carne di Cristo "2.
La tavola è il vertice della vita. È il mistero sublime che rende perfetti gli
altri misteri. In questo libro è evidente un grande realismo sacramentale
dell'Eucaristia. Si parla dell'assimilazione fisica del corpo e del sangue. La vita
spirituale è associata al realismo fisico dell'Eucaristia: "abbiamo sempre

1
Introduzione a. N. CABASILAS, La vita in Cristo 18-19.
2
CABASILAS, La vita in Cristo 202.

2
bisogno della carne di Cristo"3. Con l'Eucaristia, l'autore approfondisce la
dottrina dell'incorporazione a Cristo: "se Cristo è in noi, cosa ci manca?" 4 e "se
siamo in Lui, cosa possiamo desiderare di più?" 5. L'analogia con il corpo di
Cristo lo porta a marcare il suo cristocentrismo, facendo riferimento alla
comunione frequente, in modo che il corpo sia intero: membra, testa, cuore.
La vita cristiana è quindi come un itinerario sacramentale. L'opera di
salvezza si compie nell'uomo attraverso la vita di Cristo, paragonata a un seme
piantato nell'anima e che si sviluppa nella partecipazione ai sacramenti. L'uomo
è chiamato a collaborare all'esercizio delle virtù, è come il vivente in Cristo e
Cristo come il vero uomo( Eucaristia-Comunhão).

I SACRAMENTI COME ITINERARIO DI VITA CRISTIANA

Il celebre trattato La vita in Cristo del teologo bizantino Nicola Cabasilas è

strutturato mediante i santi misteri del battesimo, dell’unzione con il miron e

della santa comunione”. Nei sette libri che compongono “La vita in Cristo”, il

teologo bizantino analizza in profondità i sacramenti fondanti della vita cristiana

indissolubilmente intrecciati affinché la Grazia di Dio operi nella vita spirituale e

materiale di ciascuno. Se dunque Cabasilas si occupa così a lungo dei

sacramenti è perché è solo attraverso di essi “il cristo viene nell’uomo e

l’uomo passa nel Cristo” 6

3
0 CABASILAS, La vita in Cristo 202

4
0 CABASILAS, La vita in Cristo 202

5
CABASILAS, La vita in Cristo 185-186

6
Introduzione a: N. CABASILAS, La vita in Cristo, cit. p. 8.

3
EUCARISTIA

CRESIMA
BATTESIMO

In Oriente questi sacramenti vengono visti e accolti come dono della grazia
divina; il catecumeno ricevendoli viene a sua volta ricevuto e accolto da Cristo
nella sua vita divina.
Il battesimo incorpora il cristiano alla morte e alla risurrezione di Cristo, e
attraverso questa unione vitale l'uomo è spinto dalla grazia di Dio a configurarsi
a lui e a vivere in modo pieno la vita che viene da lui. Il culmine di questo
cammino è la partecipazione all'eucaristia, i Santi doni attraverso i quali l'uomo
viene misteriosamente assimilato a Cristo stesso.Tra il battesimo e l’eucaristia il
cristiano riceve la cresima(myron), l’unzione dello Spirito Santo.
Battesimo e cresima sono conferiti una sola volta poiché costituiscono
l'essere e l'agire cristiano; l'eucaristia, data una prima volta come coronamento
degli altri due - e a sua volta loro fonte - è ripetuta come sacramento di vita per
ogni cristiano e per la Chiesa. Secondo la tradizione, i tre sacramenti sono
conferiti in una stessa celebrazione, nel seguente ordine:

4
inserzione
Che dà la piena nella
che dà
grazia per nuova
BATTESIMO l'essere CRESIMA EUCARISTIA
l'agire alleanza per
cristiano
cristiano mezzo della
grazia

I tre sacramenti manifestano e attuano un unico avvenimento di salvezza. Per


mezzo di essi l'uomo, lavato e liberato dal peccato, rinasce come figlio di Dio,
viene configurato a Cristo ed è colmato dallo Spirito Santo.
Il battesimo come porta alla vita sacramentale - la vita in Cristo - è
sottolineato dal fatto stesso della congiunzione, che è stretta unità, tra
battesimo, cresima ed eucaristia. Cirillo di Alessandria nel commento al vangelo
di Giovanni afferma che i catecumeni non partecipano alla mensa eucaristica
perché lo Spirito Santo non abita ancora in essi, anche se come tali hanno già
confessato la divinità di Cristo; dopo avere ricevuto lo Spirito Santo, essi
potranno toccare il Signore. La cresima, unzione con il myron consacrato subito
dopo il battesimo, significa la forza dello Spirito Santo sul nuovo battezzato:
dono dello Spirito e corazza per il combattimento della vita cristiana,
sacramento legato al battesimo e che nel fedele completa e conferma i doni
dello Spirito Santo.
Rinato in Cristo, confermato dalla forza dello Spirito Santo, accolto nel
corpo di Cristo che è la Chiesa, naturalmente il nuovo battezzato si avvicina - o,
se è appena nato, viene portato - alla mensa di vita nella comunione ai Santi
doni del corpo e del sangue di Cristo, di cui la Chiesa è dispensatrice nella
celebrazione della Divina liturgia.

5
L’EUCARISTIA
Nicola Cabasilas illustra in modo excelente questo aspetto quando afferma
a proposito della comunione eucaristica: « Sono queste le nozze tanto lodate
nelle quali lo Sposo Santissimo conduce in sposa la Chiesa come una vergine
fidanzata. Qui il Cristo nutre il coro che lo circonda e per questo, solo fra tutti i
misteri, siamo carne della sua carne e ossa delle sue ossa». Conferma qui
Cabasilas quanto aveva detto inizialmente della vita in Cristo: “Le nozze
(umane) non possono unire gli sposi a tal punto da vivere l'uno nell'altro, come
è di Cristo e della Chiesa”7.
Ancora oggi l'antica liturgia eucaristica etiopica così esorta i fedeli a
partecipare alla celebrazione eucaristica: “Chi ha mai visto uno Sposo tagliare il
proprio corpo nel giorno delle nozze per essere nutrimento in eterno? Nel
giorno delle sue nozze il Figlio di Dio ha offerto ai convitati il suo corpo santo e il
suo sangue prezioso perché ne mangiasse e avesse la vita chiunque crede in
lui. Il cibo e la bevanda è il nostro Signore Gesù Cristo nel giorno delle sue
nozze”8.
Al cume dei sacramenti è posta l’eucaristia. Si può affermare che il Libro
IV della Vita in Cristo, in cui Cabasilas tratta dell’eucaristia, non è altro che una
sintesi dell’intera sua teologia a partire dal mistero eucaristico. «Dopo il miron,
veniamo alla mensa: qui è il culmine della vita, giunti qui non mancherà più
nulla alla felicità che cerchiamo. La mensa non ci dà più soltanto la morte e il
sepolcro e la partecipazione a una vita migliore, ma lui stesso, il risorto; non più
i doni dello Spirito, per quanto grandi si possano ricevere, ma lo stesso
benefattore, il tempio stesso su cui è fondato tutto l’universo dei doni»9.
«Il Cristo perfettamente si unisce a noi e interamente ci penetra, e ci
possiede nell’intimo, e ci avvolge. […] Non accogliamo nell’anima un raggio o
una luce, ma il sole stesso, così da abitare in lui, essere inabitati da lui e
divenire un solo spirito con lui. E l’anima e il corpo e tutte le potenze
immediatamente divengono spirituali; perché l’anima all’anima, il corpo al corpo,
il sangue si mescola al sangue. Qual è la conseguenza? Il più forte e il più
7
La vita in Cristo, pp. 215.216 e anche 69; ed in genere pp. 212-222
8
L'Ordinario e quattro anafore della messa etiopica, Roma 1969, p. 11.
9
Vita in Cristo, IV, 1: PG 150, 581A; tr. it. a cura di U. NERI, 183.

6
eccellente vince il più debole, il divino vince l’umano e, come dice Paolo
parlando della risurrezione, ciò che è mortale è inghiottito dalla vita (2 Cor 5, 4),
e ancora: Vivo non più io, ma vive in me il Cristo (Gal 2, 20)»10.
San Nicola Cabasilas definisce l'Eucaristia come l'«unico rimedio ai mali
della nostra natura». «Dobbiamo ricorrere a questo rimedio non una sola volta
ma continuamente [...]; occorre che il medico ci prodighi continuamente le sue
cure per guarirci», aggiunge più avanti. «Che le tue sante specie guariscano la
mia anima e il mio corpo».
Nient'altro che questo corpo glorioso che si è mostrato più forte della morte,
divenuto per noi fonte di vita», scrive San Gregorio di Nissa.
Che le tue sante specie guariscano la mia anima e il mio corpo», chiede al
Cristo il fedele prima di comunicarsi, in una preghiera composta da San Basilio.
La stessa richiesta è espressa nella prima preghiera dopo la comunione.
La comunione permette così all'uomo di vivere eternamente 11, rendendolo
incorruttibile. È per questo che Clemente d'Alessandria lo chiama «rimedio
d'immortalità», così come Sant'Ignazio d'Antiochia che lo definisce anche
«antidoto per non morire, bensì per vivere in Gesù Cristo per sempre».

CONCLUZIONE
Il fondamento della teologia di Cabasilas è la vita di Cristo, che rivela e
comunica la vita trinitaria. Cabasilas la vede svolgersi nel cosmo, nella chiesa,
nei sacramenti, nella vita umana: una impostazione poderosa che ha al centro
Cristo.
I sacramenti sono anzitutto una esperienza dell’agire di Dio, in Cristo, per
opera dello Spirito Santo, ma anche il luogo della nostra risposta filiale a un
dono di amore che sempre ci precede, ci accompagna e ci guida.
“Nell'Eucaristia, a preferenza di ogni altro sacramento, nell mistero della
comunione possediamo Cristo stesso, non qualcosa di Lui; non riceviamo

10
Vita in Cristo, IV, 1: PG 150, 584D; tr. it. a cura di U. NERI, 186.
11
Gv 6,51: Io sono il pane vivo , disceso dal cielo.Se uno mangia di questo pane vivrá in eterno e il pane
che io darò è la mia carne per la vita del mondo.

7
qualche raggio, ma il sole in persona, al punto di compenetrarci, di formare un
solo spirito”12.
Cabasilas è una delle luci della Chiesa greca del XIV secolo. Il suo stile
letterario si distingue per la semplicità e la perfetta chiarezza. La sua capacità di
sintetizzare gli autori della Tradizione cristiana, la sua spiritualità cristologica e
trinitaria, profondamente radicata nella vita ecclesiale sacramentale, il grande
fondamento biblico, lo rendono originale e di alto valore teologico, spirituale e
liturgico. L’attualità della proposta teologica di questo ispirato teologo
ortodosso, così vicino alla sensibilità della spiritualità cattolica, è evocata dal
magistero del Santo Padre, il quale, a conclusione dell’anno giubilare, invita a
contemplare il volto di Cristo e a ripartire da lui13.
Il loro patrimonio spirituale raggiunge i fedeli di diverse chiese e si distingue
per la presentazione di una solida vita spirituale, incentrata sulla visione dei
sacramenti e in particolare dell'Eucaristia, come sintesi della vita cristiana,
luogo in cui si realizza pienamente la nostra vita in Cristo.
Nicola Cabasilas scrive: "già in questo mondo presente è concesso ai santi non
solo di prepararsi alla vita eterna in Cristo, ma fin d'ora di vivere e operare in
conformità ad essa"14. Il Regno di Dio, anticipazione del compimento escatologico, è
già accessibile nel corpo di Cristo: questo Regno di Dio, anticipazione del compimento
escatologico, è già accessibile nel corpo di Cristo: questa possibilità di essere in Cristo,
di partecipare alla vita divina, allo stato naturale dell'umanità, è essenzialmente Questa
possibilità di essere in Cristo, di partecipare alla vita divina, stato naturale dell'umanità,
si manifesta per i bizantini essenzialmente nei misteri o sacramenti della Chiesa.
Nella Celebrazione eucaristica dobbiamo avere un atteggiamento interiore
di devozione, perché non sperimentiamo qualcosa di semplice o fantasioso, ma
qualcosa di reale e totalmente soprannaturale. Pertanto, è necessario un
cambiamento di mentalità e un atteggiamento interiore di profonda gratitudine
verso Dio per un dono così grande a ciascuno di noi di partecipare alla sua vita
divina. Gesù si è donato sul Calvario con amore generoso e totale, circondato
dalla malvagità e senza calcolarne il prezzo. In ogni celebrazione
dell'Eucaristia, Cristo ci permette di sperimentare la vita che scorre dall'unico
sacrificio del Calvario.
12
Vita in Cristo, pag 150
13
GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), n. 29.
14
De vita in Christo I, 3: PG 150,496 D. In: MEYENDORFF. La teologia bizantina..., 231.

8
Noi battezzati, mediante il sacrificio sacramentale della Messa, siamo
associati all'unico sacrificio di Gesù, e siamo invitati a vivere ogni giorno nel
generoso spirito di autodonazione del Signore che riceviamo nella Santa
Comunione.Con questo sacarmento, non solo partecipiamo alla morte e alla
risurrezione del Signore rigenerandoci, e non traiamo semplimente il movimento
del nostro nuovo essere: nella Eucaristia tutto ciò è recapitulato e perfezionato,
poichè “portiamo dentro di noi il Cristo risorto”. Gesù vive. “Dio lo ha risuscitato
rompendo i legami della morte” (At 2,24). Se avete quindi incontrato Cristo,
vivete Cristo, vivete con Cristo! Annunciatelo in prima persona, come autentici
testimoni: “Per me la vita è Cristo” (Fil 1,21).
L'Eucaristia deve essere la fonte e il culmine della nostra vita di seguaci di
Cristo, poiché ci dà l'opportunità di partecipare alle sue nozze eterne. Entrando
nella Messa entriamo nel tabernacolo di Dio e abbiamo l'opportunità di vederlo
faccia a faccia. In questa celebrazione eucaristica, dobbiamo sentire il
rapimento, il dono della meraviglia e dello stupore.
L'Eucaristia elude sempre i nostri sforzi di comprensione, poiché è un
mistero di Dio. I divini misteri non sono degli indovinelli che possiamo risolvere
in un tempo determinato, ma sono degli aspetti della stessa vita e azione di Dio
che noi, fragili creature, per principio non possiamo dominare.
Ma Dio vuole che entriamo nei divini misteri e che ne veniamo
continuamente arricchiti. Essi sono come un'infinita miniera d'oro che non si
esaurisce mai e quotidianamente ci arricchisce. Possiamo ricevere delle vere
illuminazioni, per quanto sempre imperfette, quando ci troviamo dinanzi
all'Eucaristia.
Nel fissare il nostro sguardo sul mistero dell'Eucaristia, scopriamo molteplici
sfaccettature, come quelle di un diamante. Ognuna di esse, in cambio, ci
aiuterà
ad ottenere delle sicure, anche se limitate, conoscenze sulla realtà
dell’Eucaristia.Nella Comunione, secondo Nicolas Cabasilas, possediamo
Cristo stesso, non qualcosa di Lui; non riceviamo qualche raggio, ma il sole in
persona, al punto di compenetrarci, di formare un solo spirito. .

9
NOTA BIBLIOGRAFICA

CABASILAS N., La vita in Cristo, a cura di U. Neri, Città Nuova, Roma 20024
(1a ediz.: UTET, Torino 1971);

BÍBBIA DE GERUSALEMME, ed. Paulo Bazaglia, Paulus, 2002, 2206.

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