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ANGOLA
I CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
Huambo, 14 giugno 2017
Discorso di apertura
di S. E. Mons. Piero Marini
Presidente del Pontificio Comitato
per i Congressi Eucaristici Internazionali
Fratelli e sorelle,
Cari amici Angolani
«Riconoscere il Signore nel gesto dello spezzare il pane», significa, infine, entrare
nell’atto oblativo di Gesù che si fa servo dei fratelli e offre corpo e sangue per la vita del
mondo.
«Nell’Eucaristia – scriveva Benedetto XVI in Sacramentum Caritatis (n. 11) – noi
veniamo coinvolti nella dinamica della donazione di Cristo. Egli ci attira dentro di sé. La
conversione sostanziale del pane e del vino nel suo corpo e nel suo sangue pone dentro la
creazione il principio di un cambiamento radicale, come una sorta di “fissione nucleare”
portata nel più intimo dell’essere, un cambiamento destinato a suscitare un processo di
trasformazione della realtà». Così, l’unione con Cristo che si realizza nel Sacramento ci
abilita anche ad una novità di rapporti sociali e stabilisce una chiara relazione con il bene
comune e con le realtà sociali.
Ritornando domenica dopo domenica alla “stanza superiore”, grembo della Chiesa, i
cristiani servono la causa del Vangelo inserendosi nei luoghi della debolezza e della croce
per condividere e sanare. E questi luoghi possiamo oggi identificarli con l’epocale
migrazione dei popoli, con gli estremismi contrapposti, la violenza insensata, i problemi del
lavoro, della convivenza pacifica, della giusta distribuzione dei beni, ecc...
È in queste prove, e in altre ancora più disumane, che i cristiani celebrano il memoriale
della croce e rendono vivo e presente il Vangelo del Servo consegnatosi per amore.
In questo senso i battezzati costruiscono una cultura eucaristica se, invece di diventare
i cortigiani del mondo, si fanno servitori dei poveri. Nell’esortazione apostolica Evangelii
gaudium (nn, 197-201), Papa Francesco ha risolutivamente suggellato il ritorno dei poveri
nel cuore della Chiesa: non è una moda passeggera né solo il frutto di ingenui idealismi, ma
regola della vita cristiana. Partecipando al dono di Cristo col dono di se stessi, si fonda il
servizio della carità solidale e fraterna che sola può aiutare la convivenza umana a
strutturarsi “civilmente”.
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La celebrazione del primo Congresso Eucaristico dell’Angola si realizza all’interno di
questo percorso di novità e di conversione. Esso ricorda che al centro di ogni comunità
cristiana c’è la celebrazione dell’Eucaristia. Questo Sacramento influenza positivamente
non solo i singoli battezzati, ma anche le città e i villaggi in cui i cristiani vivono e lavorano.
Offre un aiuto per avviare processi di rinnovamento storici perché la salvezza sociale di cui
l’Eucaristia è fonte si traduca in una cultura eucaristica capace di ispirare l’impegno dei
cristiani nel campo della famiglia, della carità, della solidarietà, della pace, dell’ecologia,
della comunità umana.
Che ciascuno di noi possa fare, in questi giorni, l’esperienza dei discepoli di Emmaus
e, dopo aver riconosciuto i Signore nel gesto dello spezzare il pane, sappia annunciare il suo
amore e la sua salvezza.