Altro motivo per cui sono legato a questa pratica è che genera, vista
anche la collocazione fisica degli eventi, un abbraccio di preghiera per la
città di Firenze: è la mia città, e che amo teneramente ma che è anche
una delle radici del mondo. A guardar bene è la radice primigenia
dell'oggi: la civiltà che nel bene e nel male, ha unificato il mondo, lo ha
globalizzato, rinasce dalle ceneri dell'impero romano, soprattutto a
Firenze, in un tripudio di bellezza ed intelligenza che non ha eguali.
Purtroppo nel tempo tanti peccati, errori, cadute, perdita della retta via.
Purtuttavia penso che il Signore, che ha donato a questa città fino a pochi
anni fa, persone come La Pira, Fioretta Mazzei, Maria Cristina Ogier e
tanti altri, punti ancora sui su di noi fiorentini. Facciamo germogliare i
semi buoni che continuamente ci sono donati! Guarendo la radice si
guarisce la pianta!
C'è un altro e non ultimo perché. Il Padre San Francesco quando gli fu
chiesto come doveva essere un frate minore perfetto, rispose che doveva
avere le virtù che rifulgevano, una in un confratello, l'altra in un altro e
via dicendo. Ecco che per fare una buona fraternità c'è bisogno del
contributo e delle virtù di ciascuno, virtù che vanno a riempire i limiti che
poi ogni uomo ha. Nessuno basta a se stesso! Senza limiti è l'Amore di Dio
e noi...uomini, che dovremmo essere Cristo per altri Cristo, noi piccinini,
riusciamo ad incarnare solo una parte della virtù. Così riconoscendoci
limitati ed osservando nell'altro ciò di cui siamo carenti, ci apriamo al
dono dell'altro e costruiamo una realtà solida che da esempio di concreto
amore e che tiene. Così dovrebbe essere.... ma così purtroppo spesso non
è. Ci si arrocca e ci si chiude nel nostro gruppo, si loda e si apprezza solo il
nostro messaggio, il nostro dono, scambiandolo per il tutto ed evitando di
ascoltare, anzi magari contrapponendoci all'altro. Si resta isolati: i
Benedettini con i Benedettini, i Domenicani con i Domenicani, i
Francescani con i Francescani, l'OFS con l'OFS, la GiFra con la GiFra e la
Parrocchia con la Parrocchia. Questo vale anche per tante realtà
ecclesiali: quelli che si occupano di sacralità delle vita e della famiglia
spesso hanno incomprensioni o addirittura confliggono con chi ha a cuore
la solidarietà sociale. Questo è opera del nemico. Ecco dunque che con la
Via Crucis di Monte alle Croci, evento tutto francescano, vogliamo
inchiodare sul legno della croce ogni nostro individualismo e nella Via
Resurrectionis et Lucis, vogliamo pregare e risorgere con la nostra
identità, accanto alle altre identità della Chiesa. Sono realtà con cui
dobbiamo riconoscerci concretamente fratelli, dalla cui spiritualità
dobbiamo farci fecondare, che dobbiamo ammirare per il loro servizio, di
cui abbiamo bisogno, anzi che ci è indispensabile. Solo “noi con loro”
siamo coerenti con il nome di “cristiani”, completiamo ciò che manca al
Sacrificio di Gesù, contribuiamo a formare la Sua persona nella storia di
oggi e nell'eternità. Per questo le stazioni della Via Resurrectionis et Lucis
vengano assegnate in parte a realtà distinte dal francescanesimo.
Quest'anno abbiamo avuto, tra gli altri, le Suore Missionarie della Carità,
il Movimento per la Vita, l'associazione Fioretta Mazzei. E' bello sentirsi
così in sintonia con Papa Francesco e la Chiesa di oggi, impegnati a vivere
la fede e la vita sempre di più come “Cammino insieme: Sin Odos”
Pace e Bene
Alvaro Ringressi