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La “Via Resurrectionis et Lucis” di Padre Igino da Firenze

per Pentecoste a Montughi

Domenica 5 giugno, Solennità di Pentecoste, l’Ordine Francescano


Secolare (OFS), ha celebrato nella chiesa di San Francesco a Montughi, la
Via Resurrectionis et Lucis, secondo il testo scritto da Padre Igino da
Firenze Cappuccino. L’OFS si era riproposto lo scorso anno, stimolato
anche dalla pandemia incombente, di dare inizio a questa nuova
tradizione, innestandola però sull'amato appuntamento della Via Crucis,
la Domenica delle Palme al Monte alle Croci. Una tradizione nuova che,
celebrando la sorgente della nostra fede, la Resurrezione del Signore,
rivelasse pienamente il senso e desse compimento alla Via Crucis. Lo
scorso anno abbiamo iniziato, ma per forza maggiore, abbiamo fatto
germogliare questo seme…. “nella serra”. Costretti dalla pandemia
abbiamo organizzato l'evento “on line”: si è comunque cominciato!
Quest’anno si è potuta fare la celebrazione in presenza: un nuovo inizio
dunque. Avevamo pensato di collocare le varie stazioni a Montughi,
all'aperto, nei luoghi francescani in cui Giorgio Chiari, poi Padre Igino ha
vissuto la sua vocazione, ha gioito, ha sofferto ed ha esercitato il suo
ministero sacerdotale….. fin all'offerta della sua sofferenza.
Provvidenzialmente ci è stato fatto notare che il caldo non consentiva
questo programma: abbiamo deciso di spostare tutto al coperto. Alle 16
ci siamo ritrovati nella chiesa di San Francesco: francescani secolari e non,
amici, parrocchiani, frati, suore e lettori delle stazioni; una presenza
numerosa quanto quella che si registra per una messa domenicale, una
presenza variegata dalle diverse realtà cristiane presenti. Tutto è scorso
serenamente ed alla fine tanti i ringraziamenti e l'esternazione della gioia
scaturita dall'aver vissuto intensamente questa memoria divenuta
preghiera.

Sono particolarmente legato ed affezionato alla Via Resurrectionis et


Lucis, non solo perché a scriverla ed a viverla come preghiera del cuore, è
stato Padre Igino che ha segnato profondamente nel Signore Gesù, la mia
vita, ma perché rispecchia in se, nel come è stata inserita nelle
celebrazioni del periodo pasquale e nel come è stata disegnata
l'individuazione dei lettori, un'esigenza viva e profonda delle persone che
sono state chiamate a vivere il nostro tempo.

Il cristianesimo è religione molto concreta e totalizzante. Il venire a


contatto, a sapere della stupefacente Resurrezione di Gesù Uomo/Dio,
genera una santa curiosità verso tutta la Sua storia. Lo Spirito, poi, come
con Maria e gli Apostoli, illumina il cuore e altrettanto concretamente,
nell'intimo si incontra il Risorto; poi Lo si incontra di nuovo
nell'Eucarestia, nei fratelli ed in ogni creatura. C'è tanto bisogno di
rendersi di nuovo conto e di vivere fino in fondo questa realtà: di vivere
rinnovati, presi, trasformati di vivere il Regno di Dio e che “già è”. E'
questo un momento in cui sembra che si sia toccato il fondo e per certi
versi apocalittico: c'è un diffuso desiderio, una speranza di risalita, di
rinascita di... resurrezione. Come a suo tempo si è diffusa la Via Crucis,
prima in Palestina e poi dal 1300, in tutto il mondo, così sembra che la
celebrazione della Resurrezione del Signore e della Discesa dello Spirito
Santo corrisponda, dia forza e fiamma a questa profonda esigenza
dell'animo umano nei tempi odierni. In effetti dal 1988 quando fu scritta
e celebrata per la prima volta la Via Lucis, questa devozione si va
diffondendo con varianti nel testo e nelle stazioni: la nostra a Montughi
vuol essere una tappa di questa riscoperta e di questo cammino in
risalita.

Altro motivo per cui sono legato a questa pratica è che genera, vista
anche la collocazione fisica degli eventi, un abbraccio di preghiera per la
città di Firenze: è la mia città, e che amo teneramente ma che è anche
una delle radici del mondo. A guardar bene è la radice primigenia
dell'oggi: la civiltà che nel bene e nel male, ha unificato il mondo, lo ha
globalizzato, rinasce dalle ceneri dell'impero romano, soprattutto a
Firenze, in un tripudio di bellezza ed intelligenza che non ha eguali.
Purtroppo nel tempo tanti peccati, errori, cadute, perdita della retta via.
Purtuttavia penso che il Signore, che ha donato a questa città fino a pochi
anni fa, persone come La Pira, Fioretta Mazzei, Maria Cristina Ogier e
tanti altri, punti ancora sui su di noi fiorentini. Facciamo germogliare i
semi buoni che continuamente ci sono donati! Guarendo la radice si
guarisce la pianta!

C'è un altro e non ultimo perché. Il Padre San Francesco quando gli fu
chiesto come doveva essere un frate minore perfetto, rispose che doveva
avere le virtù che rifulgevano, una in un confratello, l'altra in un altro e
via dicendo. Ecco che per fare una buona fraternità c'è bisogno del
contributo e delle virtù di ciascuno, virtù che vanno a riempire i limiti che
poi ogni uomo ha. Nessuno basta a se stesso! Senza limiti è l'Amore di Dio
e noi...uomini, che dovremmo essere Cristo per altri Cristo, noi piccinini,
riusciamo ad incarnare solo una parte della virtù. Così riconoscendoci
limitati ed osservando nell'altro ciò di cui siamo carenti, ci apriamo al
dono dell'altro e costruiamo una realtà solida che da esempio di concreto
amore e che tiene. Così dovrebbe essere.... ma così purtroppo spesso non
è. Ci si arrocca e ci si chiude nel nostro gruppo, si loda e si apprezza solo il
nostro messaggio, il nostro dono, scambiandolo per il tutto ed evitando di
ascoltare, anzi magari contrapponendoci all'altro. Si resta isolati: i
Benedettini con i Benedettini, i Domenicani con i Domenicani, i
Francescani con i Francescani, l'OFS con l'OFS, la GiFra con la GiFra e la
Parrocchia con la Parrocchia. Questo vale anche per tante realtà
ecclesiali: quelli che si occupano di sacralità delle vita e della famiglia
spesso hanno incomprensioni o addirittura confliggono con chi ha a cuore
la solidarietà sociale. Questo è opera del nemico. Ecco dunque che con la
Via Crucis di Monte alle Croci, evento tutto francescano, vogliamo
inchiodare sul legno della croce ogni nostro individualismo e nella Via
Resurrectionis et Lucis, vogliamo pregare e risorgere con la nostra
identità, accanto alle altre identità della Chiesa. Sono realtà con cui
dobbiamo riconoscerci concretamente fratelli, dalla cui spiritualità
dobbiamo farci fecondare, che dobbiamo ammirare per il loro servizio, di
cui abbiamo bisogno, anzi che ci è indispensabile. Solo “noi con loro”
siamo coerenti con il nome di “cristiani”, completiamo ciò che manca al
Sacrificio di Gesù, contribuiamo a formare la Sua persona nella storia di
oggi e nell'eternità. Per questo le stazioni della Via Resurrectionis et Lucis
vengano assegnate in parte a realtà distinte dal francescanesimo.
Quest'anno abbiamo avuto, tra gli altri, le Suore Missionarie della Carità,
il Movimento per la Vita, l'associazione Fioretta Mazzei. E' bello sentirsi
così in sintonia con Papa Francesco e la Chiesa di oggi, impegnati a vivere
la fede e la vita sempre di più come “Cammino insieme: Sin Odos”

Ecco perché ho proposto la Via Resurrectionis et Lucis alla mia fraternità


ed al consiglio regionale e sono grato a loro ed a tutti quelli che si sono
impegnati per darle vita. Grazie per il vostro si!

Pace e Bene

Alvaro Ringressi

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