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La Via Resurrectionis et Lucis e la Festa della Beata Umiliana de’

Cerchi: due nuovi incontri per pregare insieme ai francescani


secolari per Firenze e per il Creato

Cari amici, in questi due anni, un po’ alla chetichella, due nuovi eventi
sono stati offerti dai Francescani Secolari fiorentini, per conoscersi, farsi
conoscere, ri-trovarsi e pregare “insieme”: la Via Resurrectionis et Lucis,
per Pentecoste a Montughi e la Festa della Beata Umiliana de’ Cerchi a
Santa Croce. Sono quasi una risposta al nemico che ci assedia, che ci
tormenta con pestilenze e guerra, sono una partita di calcio giocata in
piazza, in faccia agli assedianti che guardano stupiti dalle colline, come
nell'assedio di Firenze del 1530; sono anche due cannonate sparate dove
la truppa è più fitta, una sortita con alla testa chi è invincibile. No, noi non
abbiamo paura! Scommettiamo….., si puntiamo tutto su Dio sicuri di……..
sicuri che ha già vinto.

E' questo un periodo storico apocalittico, in cui sembra che l'umanità


abbia toccato il fondo: tutto il creato pare sull'orlo del baratro. C'è un
diffuso desiderio, un'intensa speranza di risalita, di rinascita, di
resurrezione. Come a suo tempo si è diffusa la Via Crucis, prima in
Palestina e poi dal 1300, in tutto il mondo, così dal 1988 quando fu scritta
e celebrata per la prima volta, la Via Lucis o Via Resurrectionis et Lucis, si
va diffondendo: la nostra di Montughi vuol unirsi a questo coro di
preghiere per una rigenerazione in Dio di tutto il creato. Abbiamo deciso
di dare inizio a questa nuova tradizione, innestandola però sull'amato
appuntamento della Via Crucis, la Domenica delle Palme al Monte alle
Croci. Una tradizione nuova che, celebrando la sorgente della nostra fede,
la Resurrezione del Signore, rivelasse pienamente il senso e desse
compimento nella salvezza eterna, alla Via Crucis.
Ecco che già dallo scorso anno, seguendo il disegno di Padre Igino da
Firenze, un cappuccino vissuto santamente, abbiamo celebrato la “Via
Resurrectionis et Lucis” in streaming, limitati dalla pandemia. Quest’anno
ci siamo dati appuntamento nella Chiesa di San Francesco a Montughi, ci
siamo messi a fianco del Signore ed abbiamo ascoltato, le Sue parole, i
Suoi inviti, le Sue rassicurazioni e le Sue premesse, il battito del Suo
Cuore: tredici i momenti nel percorso che procede dalla Resurrezione
all’Ascensione; alla fine ci siamo devotamente messi in attesa, facendo
memoria della discesa dello Spirito Santo: quattordicesima stazione. La
partecipazione è stata sentita e i “grazie” sinceri. Così facendo abbiamo
disegnato un percorso di preghiera e partecipazione che si apre la
Domenica delle Palme a Monte alle Croci, accompagnando il Signore che
è nel dolore e che muore e si conclude per Pentecoste, al colle di
Montughi, nella gioia senza fine a cui sono diretti i Suoi discepoli.
Abbiamo cinto con un “Buon Assedio d’Amore” la nostra cara città di
Firenze, per invitarla ed accompagnarla verso un cammino di conversione
e resurrezione e perché insieme a lei si converta e risorga quel mondo
della cui civiltà è radice primigenia. In questo percorso da Monte alle
Croci a Montughi ci siamo voluti far coinvolgere in un’altra conversione,
quella dal “noi” a “noi con gli altri”. Per fare una buona fraternità c'è
bisogno del contributo e delle virtù di ciascuno. Nessuno basta a se
stesso! Noi...uomini piccinini, riusciamo ad incarnare solo una parte della
virtù: osservando nell'altro ciò di cui siamo carenti, ci apriamo al loro
dono e costruiamo una realtà solida, esempio di concreto amore. Così
dovrebbe essere: purtroppo spesso ci si arrocca nel proprio gruppo, si
apprezza solo il proprio messaggio, il proprio dono, scambiandolo per il
tutto. Non solo non si collabora ma ci si contrappone, si confligge: si resta
così isolati, non si costruisce e non siamo attrattivi. Questo è opera del
nemico. Ecco dunque che con la Via Crucis di Monte alle Croci, evento
tutto francescano, abbiamo voluto inchiodare sul legno della croce ogni
nostro individualismo e nella Via Resurrectionis et Lucis, abbiamo voluto
risorgere con la nostra identità, accanto alle altre identità della Chiesa.
Per essere immagine di Gesù nel mondo, bisogna essere “in unione
d'amore con Gesù e con i fratelli”. Per questo le stazioni della Via
Resurrectionis et Lucis sono assegnate in parte a realtà non francescane:
le Suore Missionarie della Carità, il Movimento per la Vita, l'associazione
Fioretta Mazzei per ricordarne alcune.

Nel pomeriggio del 15 maggio, a Santa Croce, abbiamo ricordato la Beata


Umiliana de' Cerchi che, vissuta dal 1219 al 1246, è stata la prima
francescana secolare fiorentina di cui si abbia notizia. Da tempo
immemorabile la fraternità francescana di Santa Croce ricorda questa sua
capostipite con grande fedeltà impegno e bellezza. Vogliamo ricordare la
sacra rappresentazione della vita di questa nostra consorella, curata da
Silvia Bargellini e più volte ben rappresentata dalla Compagnia delle
Seggiole; quindi, per certi versi niente di nuovo........ ma un po' si. La festa
di una fraternità è diventata la festa di tutti i francescani secolari
fiorentini: una cosa più corale. Abbiamo ripensato alla Beata Umiliana ed
a cosa potevamo trasmettere di lei al mondo di oggi a partire dalla sua
esperienza di vita. Umiliana donna di grande carità, di grande fede e
tenacia; donna maltrattata, umiliata, derubata, emarginata dal marito e
dal padre. Nella sacralità e bellezza del complesso di Santa Croce che di
più è difficile pensare, ci siamo accostati ai resti di questa umile e grande
consorella, abbiamo pregato ascoltato e meditato la sua vita,
approfondito la sua spiritualità, abbiamo ammirato il frutto della fedeltà
alla sua vocazione: alla luce della sua testimonianza abbiamo rivisto la vita
di tante donne di ieri e di oggi. Siccome Umiliana nasce in una famiglia da
poco immigrata in città, abbiamo deciso di accogliere, conoscere e farsi
conoscere, stabilire contatti con una comunità cristiana di immigrati ed
abbiamo scelto la comunità Filippina. L'idea era di verificare la fattibilità
ed i frutti di quest'incontro ed eventualmente ripeterlo l'anno successivo
con un diverso gruppo di cristiani immigrati. Dobbiamo dire che è stata
una sorpresa conoscere questi fratelli. Ci hanno parlato del loro paese,
del loro passato e del loro incontro con il cristianesimo: lo vivono come il
momento più bello ed importante della loro storia. Ci hanno parlato delle
loro relazioni, dei loro santi e del loro cibo, delle difficoltà a vivere in un
paese straniero, lontano dalla famiglia. Li abbiamo trovati uguali a noi,
con una fede profonda, vissuta, ricca di tradizioni. Siamo usciti
dall'incontro trasformati. Si è rotto quel muro di diffidenza che ci
portiamo tutti dentro quando incontriamo chi ci appare diverso. Già nella
preparazione dell'evento abbiamo imparato a conoscerci, abbattuto
diffidenze, acquisito fiducia reciproca. Cerchiamo con quest'incontri di
costruire semplici relazioni umane, fatte di un saluto, un “come stai”, una
messa insieme, una pizza insieme. Anno dopo anno vorremmo incontrare
tanti popoli: sentiamo di essere sulla strada giusta per costruire dentro ed
intorno a noi, un mondo veramente più fraterno. La città , per rinascere
ha bisogno di legami d'amore tra chi costituisce il suo tessuto vivo, che
discenda dai veterani di Giulio Cesare o che sia arrivato da poco in città.
Vogliamo ringraziare la fraternità regionale che ci ha dato l'input, ci ha
sostenuto e guidato: anche per noi è stata una sfida ed una crescita
individuare e raggiungere questi traguardi.

Un grazie a Sua Eminenza Monsignor Betori che ha autorizzato questi


eventi, ai nostri frati francescani ed alle suore clarisse: senza la loro guida,
il loro aiuto e le loro preghiere niente sarebbe stato possibile. Grazie
anche alla comunità Filippina ed a tutte gli ordini, le associazioni e le
singole persone: sono stati tutti protagonisti indispensabili.

E' bello sentirsi così in sintonia con Papa Francesco e la Chiesa di oggi,
impegnati a vivere la fede e la vita sempre di più come “Cammino
insieme: Sin Odos”.

Pace e Bene

Fraternità Francescane Secolari fiorentine

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