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Prepariamo la strada al Signore che viene

La pericope evangelica della II domenica del Tempo di Avvento (Mc 1,1-8) riporta le prime e significative
parole del secondo vangelo: «Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). Non è il titolo dello
scritto, ma l’incipit di una storia nuova che l’Evangelista annuncia con la sua opera; è la lieta notizia che cambia
la storia e la vita degli uomini, è un inizio, un “in principio” come quello della Genesi. La lieta notizia è Gesù
Cristo, il Figlio di Dio che rinnova il cuore di ogni uomo.
Il Vangelo, dunque, è una persona da accogliere dignitosamente. Tutte le letture odierne presentano i due
“poli” della salvezza: l’annuncio gioioso della venuta del Signore e l’esortazione a preparargli una degna
accoglienza mediante la conversione.
La lieta notizia del profeta Isaia nella prima lettura (Is 40,1-5.9-11) è la fine dell’esilio per Israele, grazie
all’intervento diretto di Dio: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza» (Is 40,9-10). È una
grande gioia da annunciare coralmente: «Consolate, consolate il mio popolo» (Is 40,1). È un “parlare al cuore”
perché Dio vuol ristabilire innanzitutto la relazione con il suo popolo. Il Signore stesso con dolcezza guiderà la
carovana dei reduci, «come un pastore Egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli
agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri» (Is 40,11).
Al lieto annuncio segue un appello: «Nel deserto preparate la via al Signore» (Is 40,3). Riferendosi all’usanza
di rendere più agevoli le strade quando i sovrani visitavano le città, il profeta invita a spianare la strada al
Signore perché possa portare a compimento la sua opera.
San Pietro nella seconda lettura (2Pt 3,8-14) ricorda ai suoi destinatari il glorioso futuro che gli
aspetta: «Secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia» (2Pt
3,13). È la meta della nostra vita, di cui l’Avvento ci fa celebrare l’attesa. Ma anche l’Apostolo esorta a
preparare degnamente il grande evento: «fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza
macchia» (2Pt 3,14).
Nel brano evangelico il lieto annuncio è dato da un testimone, Giovanni Battista: «Viene dopo di me colui
che è più forte di me […] egli vi battezzerà in Spirito Santo» (Mc 1,7-8). La sua missione è il compimento della
profezia di Isaia, egli è «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri» (Mc 1,3). La preparazione è richiesta con la proclamazione di un «battesimo di conversione per il
perdono dei peccati» (Mc 1,4) e conversione non è cambiamento di atteggiamenti, ma della mente e del
cuore per volgere il proprio sguardo a Dio, cambiando la propria visione su di Lui, sulla propria vita e sugli
altri.
La testimonianza di Giovanni è autentica perché confermata da uno stile di vita sobrio ed essenziale,
proprio di chi ha compreso la ricchezza dei doni di Dio e ha scelto di seguirlo e servirlo: «era vestito di peli di
cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico» (Mc 1,6). È la
testimonianza di vita a rendere credibile l’annuncio.
La Parola di Dio in questa domenica ci chiama a vivere l’Avvento come un nuovo “inizio” realizzato dal
Signore che viene. È un dono che richiede conversione, la capacità di riconoscere che lontani da Dio non
troveremo vie migliori e che potremo riprendere la strada verso di Lui, “innalzando le valli” della paura e della
sfiducia e “abbassando i monti e i colli” dell’orgoglio, dell’individualismo e dell’indifferenza verso gli altri.
La venuta del Signore è un dono da condividere con la testimonianza. Gesù ha bisogno di testimoni che lo
annuncino e che gli preparino la strada liberandola dagli ostacoli del rancore, del sospetto e dell’egoismo e
operando la “manutenzione” della preghiera, del coraggio e della carità.
Percorriamo con gioia la via che conduce al Signore e come il Battista con il nostro esempio facciamo
accorrere folle all’incontro con Dio.

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