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MISTERO EUCARISTICO

“L’eucaristia è, insieme, la ripresentazione reale del sacri-


ficio della croce e il convito sacrificale di partecipazione
ad esso” (Duci, p. 30)

Mediante il mistero della sua incarnazione, morte e ri-


surrezione, Gesù Cristo ha riconciliato il creato al suo cre-
atore ed in particolare l’uomo a Dio, restaurando una comu-
nione che si era interrotta col peccato.

L’eucaristia è la celebrazione e la memoria di questa celebrazione - memoria/memoriale


comunione ritrovata, istituita da Gesù stesso e comandata al- istituzione
la sua chiesa, nella quale egli dà ai suoi amici il suo corpo
e il suo sangue -cioè tutto se stesso- come nutrimento perpe- corpo, sangue, persona
tuo sotto le specie del pane e del vino, al fine di produrre res et sacramentum
in essi gli svariati effetti della grazia, e come pegno della res
nostra gloria futura e della nostra eterna felicità. Diventa
così anche il simbolo di quell’unico corpo di cui lui è il
capo e noi le membra1.
DIMENSIONE CONVIVIALE
Nella celebrazione eucaristica Gesù Cristo risorto è
presente -tra l’altro2- come ospitante, come padrone di casa Cristo ospitante
che invita gli amici al proprio banchetto e a vivere in leti-
zia la comunione con lui, partecipando della sua gloria e
della sua gioia. È questa la dimensione conviviale
dell’eucaristia, che racchiude in sé la finalità della sua
istituzione: Cristo cioè ha istituito l’eucaristia destinan- uso e finalità (Bonaventura)
dola ad un uso umano quale la consumazione di un banchetto,
per gli scopi che si era prefisso. Questo uso motiva la con-
formazione del sacramento come segno alimentare. Infatti, con segno alimentare
il crollo fisico-chimico del segno il sacramento non può più crollo del segno
conseguire la finalità per la quale è stato istituito; non la
consegue nemmeno nei casi non previsti dall’istitutore, per
esempio nel caso di un destinatario non umano. La dimensione
conviviale si esprime in senso “orizzontale” nelle azioni e
nelle relazioni che intercorrono tra l’ospitante e gli ospi- orizzontalità
ti, tra chi dà e chi è attivo nel ricevere; questa rinnovata
convivialità tra Dio e l’uomo è segno della nuova alleanza convivialità segno della nuova alleanza,
stipulata tra Dio (Cristo/Dio) e l’uomo (Cristo/uomo). banchetto escatologico
Oltre che come donante Gesù è presente nella celebrazio- PRESENZA REALE
ne eucaristica come donato: è egli stesso il cibo che offre Cristo cibo donato agli uomini
ai suoi ospiti. La sua è una presenza reale, la più eccellen-
te e piena fra tutte le attuabili, comprendendo il Cristo
nella totalità della sua persona umano-divina e nella pienez- presenza eccellente
za del dinamismo salvifico della sua Pasqua ed essendo stata
intesa e voluta direttamente per se stessa. La presenza reale
viene meno con il crollo fisico-chimico della dimensione ma-
teriale del segno o anche in caso di destinazione aberrante esautoramento della presenza
del sacramento (es. del topo).

Quella di Gesù è dunque una presenza personale e dinami- DIMENSIONE SACRIFICALE


camente operante.La santa operazione salvifica si esprime sa-
cramentalmente per mezzo dello Spirito Santo nella memoria
dell’evento redentivo della croce comandata dal Cristo duran- sacramento
te l’ultima cena. Nella memoria l’azione espiatrice e propi- memoria/memoriale
ziatoria del Calvario è sempre eternamente valida e disponi-
bile a tutte le generazioni che, nella celebrazione, vengono
rese contemporanee dell’evento. Il memoriale liturgico rende
dunque presente e dispiega l’agire di Dio per l’assemblea di
oggi. L’eucaristia è dunque la presenza reale non solo della
persona del Cristo, ma anche della sua opera redentrice. Alla
dimensione orizzontale si accompagna una dimensione vertica- redenzione
le; qui Cristo non si raffigura più come anfitrione che dà da verticalità
mangiare un cibo ai suoi ospiti, bensì come sacerdote che of-
fre a Dio la vittima in sacrificio propiziatorio. Tuttavia
l’effetto espiatorio della croce non è prodotto direttamente Cristo sacerdote
dal sangue ivi versato, ma dall’oblazione di amore di cui è espiazione

1
(DS1638, Trento capII, Duci p.7)
2
Non consideriamo la presenza nella Parola, nell’assemblea, ecc
segno. L’amore di Gesù verso il Padre e verso gli uomini, che
in tutta la sua vita Gesù aveva praticato nell’obbedienza e oblazione
nel servizio, trova sul Calvario la sua manifestazione più segno/amore/obbedienza
grande. La morte di Gesù liberamente offerta è in continuità
con la sua vita liberamente offerta; c’è continuità tra Bet-
lemme e il Calvario, tra l’incarnazione e la passione. Non il
corpo seppure del più nobile dei capri espiatori muove Dio al continuità
perdono e alla riconciliazione con l’uomo (anzi, questo ne offerta libera
avrebbe provocato l’ira3), ma il sacrificio spirituale, cioè
l’atto di amore totale di cui è segno4. Nell’eucaristia viene
ripresentata5 in modo incruento non l’immolazione storica di sacrificio spirituale
Gesù (che è l’effetto), ma le disposizioni spirituali che
l’hanno generata (che sono la causa); quel suo sacrificio ripresentazione incruenta
spirituale egli lo significa e lo comunica alla sua chiesa e immolazione
lo offre al Padre nella celebrazione del suo corpo dato e del
suo sangue versato. Il dono di sé e al Padre a noi che Gesù
ha fatto sul Calvario resta per sempre, e Gesù risorto può
ripresentarlo nell’eucaristia. Il memoriale della passione
agisce nella sua dimensione verticale (ripresenta, ricorda a
Dio che l’offerta e la conseguente espiazione del Calvario ha
valore salvifico eterno) prima che i suoi effetti ricadano e
vengano distribuiti orizzontalmente verso il popolo. movimento ascendente verticale e discen-
L’eucaristia è infine anche sacrificio della Chiesa, che of- dente orizzontale
frendo anche se stessa insieme con Cristo obbedisce al coman-
do di far memoria di lui. E come il sacrificio del Calvario
era il segno del sacrificio spirituale e della vita offerta sacrificio della Chiesa
da Cristo, così la chiesa che imita Cristo nella celebrazione
del sacrificio significa in questo il proprio sacrificio spi-
rituale e lo sforzo di renderlo coerentemente attuale nella
vita di tutti i giorni. In quanto nutrimento è l’eucaristia celebrazione e vita
stessa che sostiene questa azione.

3
Che sentimenti benevoli potreste nutrire verso chi vi ammazza il figlio?
4
Come in ogni sacrificio l’offerta riesce gradita solo in quanto segno delle disposizioni interiori e della rette intenzioni dell’offerente
(del quale è segno); ed essendo la vita l’offerta più grande che un uomo può fare di ciò che gli è proprio; Dio gradisce in sommo gra-
do il sacrificio in cui si identificano totalmente vittima e sacerdote
5
L’eucaristia è ripresentazione del sacrificio della croce e rappresentazione dell’ultima cena

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