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Studio biblico: Il Natale - L’altra faccia della verità Relatore: Nicola Pascuzzi Chiesa di Potenza

Il Natale
L’altra faccia della verità
Viviamo in un paese che si definisce cristiano ed ogni anno assistiamo ad una serie di festività di
carattere religioso. In particolare nel mese di dicembre inizia un periodo di festeggiamenti che è
ritenuto da secoli di carattere religioso e di origine cristiana. L’apice di questi festeggiamenti è il
Natale. Oggi noi assimiliamo ciò che il passato ci ha trasmesso, molte volte con superficialità
prendiamo per vero e assodato ciò che solo nel tempo si è consolidato. Con questo breve studio
storico e biblico noi vogliamo domandarci: il Natale è veramente una festività cristiana?
Tratteremo perciò questo argomento in ottica apologetica, perché come ogni vero cristiano
vogliamo piacere al Signore e fare ciò che Egli ci ha comandato (1 Corinzi 9:26-27).

1. L’origine del Natale


Questa festività nell’ambito cristiano è ignota ai primi scrittori cristiani fino al III secolo. Manca una
tradizione autorevole circa la data della sua istituzione. Cosa certa è che non era celebrata dagli
apostoli, dai cristiani del primo secolo e da coloro che immediatamente gli succedettero. Si ritiene
che sia d’origine romana ed è certo che a Roma, versò la metà del IV secolo, si celebrava il 25
dicembre. Fu il papa Giulio I ad ufficializzare tale data.
Nella scelta di tale data ha influito il calendario romano, questo calendario scandiva delle festività
pagane. Infatti secondo il corso del calendario romano il 25 dicembre si festeggiava il solstizio
invernale (il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno) e il giorno del natale del sole invitto
(Dies Natalis Solis Invictus). La divinità celebrata era il sole (Deus Sol Invictus). Era preceduto dai
saturnali (dal 17 al 23 dicembre) dove non di rado assumevano carattere immorale. I cristiani
vollero così opporre e sovrapporre alla festa pagana la festa della nascita di Cristo. L’appiglio
utilizzato da quest’ultimi era che la Scrittura presenta Cristo come il sole di giustizia (Malachia 4:2).
Sicuramente ad influenzare tale assimilazione fu innanzitutto l’editto di Milano del 313 con
l’imperatore Costantino che diede così fine alla persecuzione contro il cristianesimo e
successivamente l’editto di Tessalonica del 27 febbraio 380 in cui l’imperatore Teodosio I stabiliva
che l’unica religione di Stato era il cristianesimo, bandendo di fatto ogni altro culto. Questo
comportò l’affluire inesorabile di pagani che a forza dovettero convertirsi al cristianesimo senza
una reale esperienza di conversione, carichi di costumi, usanze e tradizioni pagane che furono nel
tempo assimilate al cristianesimo.
Nella Bibbia non troviamo menzione della data di nascita del Signore, né l’ordine di una sua
commemorazione. Questo effettivamente è qualcosa di importante, perché Gesù lasciò degli
ordinamenti (Il Battesimo, e la Santa Cena) ma nessuna traccia di un Natale biblico e cristiano e
così anche per altre feste simili.

1.1 L’albero di Natale


Mentre oggi gli alberi natalizi sono tradizionalmente associati al simbolismo cristiano il loro utilizzo
deriva in gran parte dal mondo secolare. L’uso di alberi sempreverdi, ghirlande per simboleggiare
la vita eterna era un’usanza degli antichi Egizi, Cinesi ed Ebrei. Gli alti luoghi nella storia biblica
erano adornati di alberi verdeggianti (Deuteronomio 12:2; 1 Re 14:23; 2 Re 17:10; Geremia 3:6;
Ezechiele 6:13). Il culto degli alberi era comune tra gli europei pagani e sopravviveva alla loro
conversione al cristianesimo. Troviamo l’uso dell’albero nelle usanze scandinave dove decoravano
la casa e il granaio con sempreverdi durante il nuovo anno per spaventare gli spiriti e
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successivamente il diavolo. Sopravvisse anche in Germania l’uso di collocare un albero di Yule


all’ingresso o all’interno della casa durante le vacanze di metà inverno (nelle tradizioni germanica
e celtica precristiane Yule era la festa del solstizio d’inverno).

1.2 Il presepe
Presepe o presepio è una rappresentazione della nascita di Gesù. Le sue origini sono da ricollegare
a Francesco a Greccio dove fu ricostruito un presepe vivente (1200-1300). Dopo il XIV secolo
nacquero i primi allestimenti plastici permanenti. Gli sviluppi sono all’interno dell’iconografia
religiosa e quindi dell’iconolatria della chiesa romana.

1.3 Il ceppo, i fuochi e i falò


Storicamente anche queste non sono alte che sopravvivenze dei fuochi accesi in antico per il
solstizio. Una tradizione molto antica che vedeva anche nelle ceneri proprietà magiche (si credeva
che favorissero il raccolto, l’allevamento, la fertilità delle donne, degli animali e la salute). Alcuni
studiosi vedono delle reminiscenze dell’accensione del focolare sacro, in ambito pagano
rappresentava sia il centro della vita familiare sia la dimora degli spiriti degli antenati.

2. L’insegnamento biblico
Il cristiano non può vivere la sua fede basandola su tradizioni d’uomini. Anche se il Natale è
entrato a far parte di una cosiddetta “tradizione cristiana” ciò non rende legittimo il suo
festeggiamento (Marco 7:8, 13). La fede è fondata sulla Parola di Dio (Romani 10:17); la Scrittura è
unica ed infallibile regola e guida di fede e condotta (2 Timoteo 3:16-17). Pertanto non bisogna
togliere e non bisogna assolutamente andare oltre (1 Corinzi 4:6), ma restare unicamente
nell’insegnamento delle Sacre Scritture. Bisogna vagliare se un comportamento, un insegnamento
e quant’altro siano in accordo e in armonia con la Parola di Dio (Atti 17:11).

2.1 Si può trasformare una festa pagana in una festa cristiana?


Nell’Antico Testamento vi è un passaggio della storia d’Israele che ha da insegnare riguardo alla
possibilità di “cristianizzare” usanze pagane. Quando Davide trasporto l’arca del patto a
Gerusalemme dovette comprendere l’importanza di rimanere guidato e fondato sulla Parola di Dio
(2 Samuele 6:1-11). Davide commise un errore: trasportò l’arca su un carro nuovo (1 Samuele 6:3)
come avevano fatto i Filistei (1 Samuele 6:7-8). Invece l’arca andava trasportata sulle spalle dei
Leviti, e nel particolare i figli di Cheat (1 Cronache 15:2 cfr. Numeri 3:30-31; 4:15; 7:9) usando le
stanghe di ordinanza (Esodo 25:12-15).
Per questo errore Uzza morì (2 Samuele 6:6-7), quando non seguiamo la Parola di Dio le
conseguenze sono sempre tragiche.
Da questa storia impariamo come non possiamo prendere usanze, costumi e modi di fare pagani
per velarli di carattere cristiano, perché rimarranno sempre delle cose non gradite al Signore. Non
possiamo prende il “carro nuovo” del Natale del sole invitto per trasformarlo nel Natale cristiano,
altri “Uzza” morranno a causa di questa imperizia!
Tutto ciò che è utile alla nostra vita spirituale e ciò che il Signore desidera che noi facciamo ci è
stato trasmesso nella Sua Parola (2 Timoteo 3:16-17).

3. Conclusione
In conclusione esaminiamo alcuni punti essenziali perché non festeggiare il Natale:
• non è Scritturale (1 Corinzi 4:6);
• è di origine pagana;

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• i cristiani non sono tenuti a seguire giorni, mesi e anni, seguendo così un calendario
religioso (Galati 4:9-11);
• la Scrittura non lascia una data per ricordare la nascita del Signore Gesù, ed Egli non ci ha
comandato di farlo.
Questi semplici punti sono sufficienti a esprimere il perché il vero cristiano non prende parte a
questi festeggiamenti. La vera festa è nel cuore, ben lontana dal tipo di festeggiamento di questo
mondo, ed è continua perché la gioia della salvezza non si diparte dal cuore del credente (Romani
14:17).

Nicola Pascuzzi

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