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Passione, morte e risurrezione di Ges: fatti accertati anche dalla storia


1 aprile 2015

La Pasqua la festivit pi importante per i cristiani: senza risurrezione Ges sarebbe stato soltanto uno

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dei tanti saggi profeti apparsi nella storia, forse il pi ammirabile, forse ispirato dallo Spirito Santo, ma

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il percorso della libert delluomo, chiamato a riconoscere questo, a testimoniarlo e ad attendere il
mantenimento di tale promessa vivendo gi un anticipo, qui e ora, di compimento.
Ma cosa dice la storia di quei tre giorni che sconvolsero lumanit? La passione, la morte e la risurrezione di Ges hanno lasciato tracce storiche?
Per rispondere a questa domanda ci affidiamo principalmente a due autorit internazionali: John P. Meier, docente di Nuovo Testamento alla Notre
Dame University e unanimamente riconosciuto il pi eminente studioso vivente della storicit del cristianesimo, e Bart D. Ehrman, direttore del
dipartimento di studi religiosi dellUniversit del North Carolina e studioso di Nuovo Testamento. Questultimo una figura di secondo piano rispetto
ai pi importanti esperti del tema ma ha la particolarit di essere un non credente, molto spesso onesto e oggettivo. In realt la posizione
personale non dovrebbe contare nulla in quanto il metodo scientifico non si basa sul principio di autorit e, sia il cattolico Meier che lagnostico
Ehrman, sono chiamati a dimostrare le loro tesi in modo oggettivo alla comunit scientifica e solo su questo si basa la loro autorevolezza. Tuttavia,
preferiamo considerare anche il suo punto di vista essendo, per molti che non fanno questo ragionamento, una fonte imparziale in quanto non
cristiano e non credente.

Consideriamo i principali eventi che hanno caratterizzato gli ultimi giorni della vita pubblica di Ges:
ULTIMA CENA. Lultima cena tra Ges i suoi discepoli non oggetto di discussione tra gli studiosi, si accetta la sua storicit ma solitamente ci si

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divide sul fatto se sia stata o meno un banchetto pasquale. Questo perch i sinottici sembrano apparentemente affermare che Ges volle
celebrare la pasqua ebraica, al contrario di quanto riporta il Vangelo di Giovanni. Il prof. Meier, nel suo celebre Un ebreo marginale, ha tuttavia
evidenziato che non c nessuna contraddizione tra le due fonti perch se si separano dai racconti sinottici della passione i riferimenti, posteriori
o redazionali, alla pasqua presenti attualmente, comprendiamo che lultima cena nella tradizione sinottica soggiacente non un banchetto pasquale
analogamente a quanto avviene per lultima cena nel vangelo secondo Giovanni (p. 397). Ges, infatti, non celebr la Pasqua ebraica con i suoi
discepoli durante lultima cena ma, sentendosi braccato dalle autorit ebraiche e romane, organizz un solenne banchetto daddio con la
cerchia pi intima dei suoi discepoli immediatamente prima della pasqua [] nella casa di qualche sostenitori benestante di Gerusalemme il gioved
verso il tramonto, quando cominciava il quattordicesimo giorno di nisan []. Se ammettiamo la fondamentale storicit del racconto eucaristico,
dobbiamo ammettere che Ges nellultima cena disse alcune cose sorprendenti e senza precedenti che non possono essere spiegate
semplicemente ipotizzando il contesto di un banchetto rituale giudaico [], non sorprende che quanto fece durante il suo ultimo banchetto con la
cerchia pi intima dei suoi discepoli non coincida esattamente con nessuno rito religioso convenzionale del tempo. Questo uno dei diversi casi con
i quali solitamente si dimostra che il Vangelo di Giovanni, seppur scritto posteriormente e basato su altre fonti indipendenti, spesso risulta essere
pi affidabile storicamente rispetto ai sinottici.
TRADIMENTO DI GIUDA. Il processo a Ges inizia in seguito al tradimento da parte di Giuda, secondo il prof. Ehrman, ci sono ottime ragioni
per credere che Ges sia stato tradito da uno dei suoi discepoli, Giuda Iscariota. Ovviamente, il dato attestato da una molteplicit di tradizioni
indipendenti: il Vangelo di Marco, la Fonte M, il Vangelo di Giovanni e il libro degli Atti. Inoltre, la tradizione sembra soddisfare il criterio della
dissomiglianza e non d lidea di essere uninvenzione cristiana successiva (B.D. Ehrman, Did Jesus Exist?, HarperCollins Publishers 2012 p.
335).
PROCESSO A GESU. Per quanto riguarda la descrizione analitica del processo, il prof. Ehrman fatica a trovarlo storicamente affidabile in quanto
non c nessun testimone nei Vangeli che affermi di aver assistito in prima persona agli eventi descritti (non la pensano cos celebri studiosi,
come N.T. Wright). Quello su cui pu pronunciarsi, tuttavia, il motivo per cui venne messo in croce: Un elemento anomalo dei racconti evangelici
che narrano la morte di Ges che Pilato labbia condannato alla crocifissione per essersi definito re dei giudei. Lattestazione multipla e
presente in tutte le tradizioni, inoltre soddisfa il criterio della dissomiglianza, perch, da quanto ne sappiamo, un appellativo che i primi cristiani non
usarono mai per riferirsi a Ges. Non possono aver fabbricato ad arte laccusa che gli fu effettivamente rivolta, e sembra probabile sia stato
quello il suo crimine (p. 336).
EPISODIO DI BARABBA. Pilato, indeciso sul da farsi, domanda alla folla se preferisce liberare Ges o Barabba, noto malfattore della citt. E un
episodio molto conosciuto, soddisfa il criterio della molteplice attestazione e, secondo il prof. Meier e molti altri studiosi, uno dei pi antichi
strati del primitivo racconto della passione (p. 399). E giusto per questo considerare la sua alta probabilit storica, sopratutto dopo che
numerosi studiosi -come Richard L. Merritt- hanno rilevato che nel mondo antico era abbastanza diffuso luso di liberare qualche prigioniero in
occasione delle feste. Il prof. N.T. Wright, tra i principali studiosi del Nuovo Testamento del mondo anglosassone, ha sostenuto -tramite i testi dello
storico romano Tito Livio- la certezza storica delluso di liberare prigionieri a Pasqua. I governatori romani si comportavano cos per accontentare le
folle e mostrare rispetto verso le feste ebraiche (N.T. Wright, Gli ultimi giorni di Ges, San Paolo 2010, p.28).
CROCIFISSIONE. Nessuno studioso serio nega la storicit della crocifissione di Cristo, il prof. Ehrman ha infatti spiegato che assai improbabile
che i primi seguaci di Ges, essendo ebrei palestinesi, abbiano inventato di sana pianta lidea del messia crocifisso, il criterio della dissomiglianza

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perci soddisfatto. Lasserzione trova molteplici attestazioni in tutte le nostre tradizioni (Vangelo di Marco, Fonti M e L, Vangelo di Giovanni, epistole
paoline, testi di Giovanni Flavio e di Tacito). Se ci di cui siamo alla ricerca sono solide probabilit, questa una tradizione che vanta un alto grado
di probabilit. Ges stato crocifisso! (p. 191).
MORTE E SEPOLTURA. Per quanto riguarda la datazione, possiamo dire che la data pi probabile della morte di Ges secondo la maggioranza
degli studiosi il 7 aprile del 30 d.C., i motivi sono diversi e accenniamo soltanto al fatto che si arrivati a questa conclusione sopratutto
scartando le ipotesi meno probabili (il confronto solitamente avviene tra il 29, il 30, il 32 e il 33 d.C.). Il prof. Ehrman ha riconosciuto che, grazie
alle lettere paoline scritte verso la met degli anni Trenta, le notizie sui fatti che hanno caratterizzato la morte e la sepoltura di Ges cos come li
conosciamo oggi, risalgono probabilmente a un paio di anni circa dopo la morte di Ges (p. 132), ovvero vicinissime agli eventi. Secondo il
prof. Jacob Kremer, ritenuto il pi importante biblista del 20 secolo, la maggior parte degli esegeti considera saldamente affidabili le
dichiarazioni bibliche relative al sepolcro vuoto (J. Kremer, Die OsterevangelienGeschichten um Geschichte, Katholisches Bibelwerk 1977, pp.
49-50). Il prof. Raymond Brown, docente emerito presso lUnion Theological Seminary di New York, ha pi volte mostrato lalta probabilit storica
della sepoltura organizzata da Giuseppe dArimatea, dal momento che una creazione cristiana immaginata dal nulla sul fatto che un membro
Sinedrio ebraico abbia fatto una cosa cos onorevole quasi inspiegabile, conoscendo lostilit nei primi scritti cristiani verso le autorit ebraiche,
responsabili della morte di Ges. Mentre lalta probabilit non corrisponde a certezza, non vi nulla nelle fonti pre-evangeliche sulla sepoltura di
Ges da parte di Giuseppe dArimatea che potrebbe non farla considerare storica (R. Brown, The Death of the Messiah, 2 vols. Garden City 1994,
1240-1241).
RISURREZIONE. Abbiamo mostrato qualche tempo fa che c la possibilit di avanzare prove indirette a conferma della storicit della
risurrezione di Ges, mentre per quanto riguarda le prove dirette occorre riconoscere che in linea generale i miracoli possono essere affermati
con certezza per sola fede. Bench sia un avvenimento reale avvenuto a Ges Cristo, ha spiegato il prof. Meier, levento della risurrezione non
avvenuto nel tempo e nello spazio e perci non dovrebbe essere chiamato storico (p.186). Possiamo per approcciarci ad esso indirettamente
attraverso vari argomenti: noto agli storici, ad esempio, che quello della risurrezione di Cristo un racconto molto antico, come spiegato dal
prof. Ehrman quando ha ammesso la testimonianza di esso nelle lettere di San Paolo, scritte prima dei Vangeli. Lo studioso americano ha inoltre
usato numerose pagine contro i negatori della storicit dei Vangeli, spiegando che levento della risurrezione da loro descritto unico e originale
in tutta la storia della letteratura precedente: La morte e la resurrezione di Ges sono un evento unico, tra le antiche divinit del Vicino Oriente
non si riscontra nulla di simile. Chiunque pensi che Ges si stato plasmato prendendo a modello tali divinit deve portare qualche prova -di
qualunque genere- che gli ebrei palestinesi furono influenzati da quei racconti. In ogni caso, le differenze tra Ges e gli dei di morte e rinascita
dimostrano che Ges non fu plasmato con le loro caratteristiche, persino nel caso che ai suoi tempi ci fossero persone che parlavano di quelle
divinit (p. 234,235). Uno studioso, ben poco cristiano come il teologo Hans Kng, ha riconosciuto che non fu la fede dei discepoli a risuscitare
Ges ma fu il resuscitato a condurli alla fede (H. Kng, Essere cristiani, Rizzoli 2012, p.421).

Arrivati alla fine di questo piccolo resoconto possiamo concludere che gli eventi che ricorderemo e celebreremo questa settimana sono il cardine
della fede cristiana e contemporaneamente fatti documentati e incarnati nella storia (per la risurrezione parliamo di documentazione storica
indiretta), sostenuti da un ampio grado di attendibilit e probabilit.
Auguriamo buona Pasqua a tutti i lettori e alle loro famiglie. Laggiornamento quotidiano del sito web UCCR ricomincer dal 12 aprile 2015.

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Qui sotto il bellissimo cortometraggio di E. Groth: anche noi viviamo la Pasqua con questa intensit!

La redazione
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