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La settimana santa

Domenica delle palme

La Domenica delle Palme precede la Pasqua e segna l’inizio della Settimana Santa. Ricorda l’ingresso trionfale di Gesù

a Gerusalemme, quando venne accolto dai cittadini festanti come Messia, acclamandolo con queste parole: “Osanna

al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nel più alto dei cieli.” (Mt 21,9). Per gli

ebrei, la palma era una delle quattro piante portate in processione per la festività del Sukkot, la festa del

pellegrinaggio, che ricordava il viaggio del popolo di Israele verso la Terra promessa e in particolare il tempo trascorso

nel deserto, quando vivevano in capanne chiamate appunto sukot. Durante la festa venivano usati un ramo di palma

(lulav), uno di cedro (etrog), tre rami di mirto e due di salice. Dunque la palma indicava felicità e trionfo, prosperità e

ricchezza, così come anche secondo i greci e i romani.La Domenica delle Palme è conosciuta anche come domenica De

Passione Domini “della passione del Signore”, perché sebbene sia un giorno di festa, è il primo degli eventi che

porteranno all’agonia e alla Crocifissione di Gesù. Nel rito romano la domenica delle palme fa ancora parte della

Quaresima, mentre nella Forma straordinaria quest’ultima si conclude la domenica precedente.

Lunedì

I tre giorni successivi alla Domenica delle Palme ricordano alcuni fatti della vita di Gesù a Gerusalemme e in particolare

il tradimento di Giuda. Ogni giorno, come prima lettura della messa, viene letto uno dei primi tre canti del Servo del

Signore dal libro del profeta Isaia. La lettura del Vangelo, invece, racconta gli ultimi giorni di Gesù prima dell’arresto. Il

lunedì è il giorno dell’amicizia, sentimento importante per Gesù, che amava circondarsi di buoni amici e trascorrere

tempo con loro. In questo giorno in particolare si ricorda di come lui si sia recato a Betania a visitare tre grandi amici:

Marta, Maria e Lazzaro. “Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva

risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese

trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e

tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.” (Gv 12,1-11)

Martedì

Il martedì della Settimana Santa inizia a delinearsi nella mente di Gesù la consapevolezza del tradimento. La lettura

del Vangelo nella liturgia racconta questo: “In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu

profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un

l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di

Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli

disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo

prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.” (Gv 13,21-25)

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Mercoledì

Il mercoledì della Settimana Santa ricorda il tradimento vero e proprio di Giuda, che si reca dai Sacerdoti per vendere

Gesù. “Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare

perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione

propizia per consegnarlo.”(Matteo 26:14-16)

Il Giovedì santo

È l’ultimo giorno di Quaresima, ma anche il primo del cosiddetto Triduo Pasquale, che comincia con la messa in Cena

Domini di Giovedì santo, e termina con la Domenica di Pasqua. Questi tre giorni rappresentano il tempo centrale

dell’anno liturgico e celebrano il Mistero pasquale di Gesù Cristo: istituzione dell’eucaristia, appunto, e

poi passione, morte, discesa agli inferi e la resurrezione. La mattina del Giovedì santo è dedicata alla consacrazione

degli oli santi, ovvero quelli che serviranno per celebrare i Sacramenti, e i sacerdoti rinnovano le promesse fatte il

giorno dell’ordinazione. La sera si celebra la messa in Cena Domini, che ricorda l’Ultima cena di Gesù e dunque

l’istituzione dell’Eucaristia. Si tratta di una cerimonia importante, perché vengono benedette anche le ostie che

verranno distribuite il giorno dopo. La Cena Domini decreta la fine della Quaresima e l’inizio del Triduo Pasquale. Il

Giovedì santo festeggia anche l’is]tuzione del sacerdozio ministeriale e il comandamento dell’amore fraterno.

Gesù lava i piedi ai suoi discepoli come estrema forma d’amore. “Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era

venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù,

sapendo che il Padre gli aveva dato tuYo nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose

le vesZ, prese un asciugamano e se lo cinse aYorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel caZno e cominciò a lavare i piedi

dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.” (Gv 13,1-5)

Ancora, il Giovedì Santo si celebra la consegna del nuovo comandamento di Gesù, il comandamento dell’amore. “Vi

do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34)

Infine, il Giovedì santo la croce dell’altare maggiore viene coperta con un velo bianco e poi viene lasciata velata fino

al giorno successivo. Fa parte della Velatio, la velatura delle croci e delle immagini sacre esposte alla venerazione dei

fedeli, con esclusione di quelle della Via Crucis. “Finita la Messa e prima dei Vespri si coprono le croci e le immagini

della chiesa con veli violacei; le croci restano coperte fino al termine dell’adorazione della croce da parte del celebrante

il Venerdì Santo, le immagini fino all’intonazione del Gloria nella Messa della Vigilia Pasquale” recita il messale

tridentino, frutto del Concilio di Trento. Inoltre la liturgia e accompagnata de momenti di silenzio solenne.

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Il Venerdì santo

Il Venerdì santo precede la Domenica di Pasqua e ricorda la passione di Gesù, la sua crocifissione e morte. Prevede

l’astinenza dalla carne per i fedeli dai 14 anni di età, e astinenza e digiuno ecclesiastico per quelli dai 18 ai 60 anni. Si

tratta dell’ultimo atto di penitenza da parte dei fedeli per preparare il ritorno di Cristo e la liberazione dalla morte.Il

Venerdì santo non si celebra l’Eucarestia. Le ostie che vengono offerte sono state infatti consacrate il giorno prima, il

Giovedì santo. La liturgia del Venerdì santo celebra la Passione del Signore, e prende il nome di celebrazione ”in

Passione Domini’. In passato veniva celebrata la liturgia del Venerdì santo alle ore 15:00, ora della morte di Gesù

secondo i Vangeli. Oggi viene celebrata nel pomeriggio, in un orario più consono per permettere la frequentazione da

parte dei fedeli.

La Liturgia in Passione Domini è composta da tre parti:

• liturgia della Parola, composta di numerose letture e dalla solenne preghiera universale,

• adorazione della santa Croce dell’altare maggiore, che viene liberata dal velo con cui è stata coperta il giorno

prima;

• comunione con i presantificati (le ostie consacrate la sera prima).

Di solito la liturgia del Venerdì santo è seguita dalla Via Crucis, cortei con statue processionali o altri atti di devozione.

Il Sabato santo

Il Sabato santo celebra il giorno in cui Gesù sarebbe disceso negli inferi. Tale discesa ha visto come protagoniste

la divinità di Cristo e la sua anima umana, mentre il suo corpo restava nel sepolcro protetto dal decadimento dalla

grazia divina. Durante il tempo trascorso negli inferi Gesù trionfa contro il diavolo e libera le anime dei giusti traendole

in Paradiso. Solo una volta compiuta la sua missione anima e divinità tornano a ricongiungersi col corpo incorrotto. È il

momento della Resurrezione. Secondo giorno liturgico del Triduo pasquale, è un giorno dedicato al raccoglimento e

alla preghiera. Tutti i fedeli sono in attesa della Resurrezione, che verrà annunciata durante la veglia pasquale che ha

inizio al tramonto.

“Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta

sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto

nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.” (da un’antica Omelia sul Sabato santo).

Nel giorno di Sabato santo non si celebra la messa, l’altare rimane spoglio, a simboleggiare l’assenza di Cristo, il suo

essere momentaneamente altrove. L’eucarestia è concessa solo in punto di morte. I sacramenti sono sospesi. Digiuno

ecclesiastico e astinenza dalle carni sono consigliati, ma non obbligatori. Dopo il tramonto comincia la Veglia

pasquale, con l’accensione del cero pasquale, e la proclamazione della luce di Cristo.

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Domenica di Resurrezione

La Domenica di resurrezione conclude la Settimana santa celebrando la gioia e il trionfo di Gesù risorto. La

Resurrezione rappresenta il fondamento della fede cristiana, che si rinnova a ogni liturgia eucaristica e perpetra il

proprio miracolo nel tempo.

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