La religione cristiana si è appropriata della festività
dell’Epifania. Forse non tutti sanno che, la storpiatura
che ha trasformato il termine Epifania in “Befana”, ha delle origini molto antiche, antecedenti al cristianesimo.
Epifania: una cerimonia legata alle stagioni
Le antiche cerimonie iniziatiche delle scuole
misteriche si svolgevano in determinate stagioni dell’anno, in concomitanza con specifiche condizioni astrologiche. Una di queste iniziava con il solstizio d'inverno (21 o 22 dicembre) e culminava quattordici giorni dopo, il 4 gennaio, quando sole e luna e almeno altri due pianeti erano più o meno in sizigia (congiunzione). Parecchi secoli dopo, i cristiani chiamarono la celebrazione “Epifania” e il calendario riformato di Giulio Cesare, spostò la festività dell’Epifania il 6 gennaio. Vedremo nel corso della lettura, che il senso della festa subì qualche modifica.
Significato del termine Epifania
In greco, il termine Epifania, formato da epi, "su" e phaino, che significa "splendere", "far apparire”, era usato per indicare le apparizioni delle divinità ai loro adoratori. Nella cultura greca, gli Epifani erano in effetti le divinità che apparivano agli uomini (ad esempio Zeus, Atena, Ermete). Sia i Misteri Orfici sia quelli Eleusini (650 a.C), narravano che nell’intervallo di tempo dei quattordici giorni (dal solstizio), in cui l’anno vecchio era già morto, ma il nuovo non era ancora nato, ci si trovava in una vera e propria situazione di “regressione al Caos primigenio”, antecedente alla creazione. Finito il periodo di transizione, il Caos veniva riassorbito dal Cosmo (il disordine veniva riassorbito dall’ordine) e dalle tenebre della “crisi solstiziale”, il 6 gennaio, nasceva il “Fanciullo di Luce”, simbolo appunto del sole invitto risorto. In questo giorno, i morti ritornavano nel Regno di Ade e i vari “dèi Vecchi”, quali Odino/Santa Claus e Hölle/Befana, dopo aver distribuito dei doni, lasciavano la terra per ritornarvici solo al termine dell’anno successivo, nei famosi giorni di transizione
Significato esoterico di Epifania
Nei Misteri e nei culti esoterici, la parola “Epifania” assunse il significato di “manifestazione” del dio interiore, il christos che risplende nel corpo del neofita, illuminandolo per un breve periodo. Una sorta di “rinascita”. Le cerimonie invitavano pertanto ad accogliere il “dio interiore” e farlo risplendere della luce solare spirituale. Questa condizione era possibile solo dopo il rito di iniziazione, quando il neofita aveva superato con successo le sue prove e la divinità interiore risplendeva attraverso di lui, come dicevano i cristiani, "come il Cristo-sole".
Epifania e Fanes
Riguardo al termine “epifania” lo ritroveremo nel nome
Fanes (phos= luce; phane= torcia), divinità dei seguaci dell’orfismo, che onoravano in lei la fase ultima dell’evoluzione della vita, dunque un nuovo tempo di redenzione, di apocalisse (apo: sopra, calypso: il velo= al di là del velo). Per i culti esoterici, l’uomo, era considerato un essere in perpetuo divenire delle dodici energie primordiali (le forze zodiacali), nelle quali si sarebbe scissa l’Energia. Lo scopo supremo della sua esistenza nello spazio, nel tempo e nella materia, sarebbe consistito in un ritorno alla sua origine immortale, facendo coscientemente la sintesi di queste energie dissociate, attraverso un lavoro d’introspezione, di osservazione di Sé stesso e di attività interiore.
Secondo questa interpretazione, Fanes il “raggiante”
avrebbe rappresentato l’intelligenza, la luce divina che si manifesta nell’uomo, l’Epifania divina nell’umanità, l’uomo vittorioso che finalmente vive come anima cristica, cioè con un coscienza risvegliata.
Questo concetto di Epifania subì delle mutazioni e
degli “adattamenti circostanziali” in epoca romana.
Un rito agricolo legato a Madre Natura?
Gli antichi romani ereditarono i riti pagani legati
all’agricoltura e così, nei quattordici giorni successivi al solstizio, iniziarono a celebrare la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura di Madre Natura. Stanca per via delle energie spese durante l’anno, essa veniva rappresentata sotto forma di una vecchia e bonaria strega, che volava a bordo di una scopa insieme ad altre figure femminili. Durante questo rito prettamente agricolo, si facevano bruciare dei rami secchi, che rappresentavano la vecchia Madre Natura, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri, come giovinetta Natura, una luna nuova.
La dodicesima notte
In epoca medioevale, si iniziò a considerare un
periodo di dodici giorni per svolgere le celebrazioni dell’Epifania (quello compreso tra il Natale e il 6 gennaio) e non più a partire dal solstizio. Tanto che la notte dell’Epifania prese il nome di “Dodicesima notte”. Anche in questo caso, le celebrazioni erano legate al mondo agricolo e alla seminagione appena ultimata, dalla quale sarebbe dipeso l’intero raccolto. In quelle dodici notti, i contadini credevano che Diana e un gruppo di altre donne, volassero sopra i terreni seminati per rendere appunto fertili i campi. Precisiamo che nell’antica Roma, Diana non era solo la dea della luna, ma anche della fertilità e come tale continuò a essere venerata anche durante il Medioevo, nonostante la cristianizzazione. Da divinità a befana
Inizialmente Diana, in quanto dea della fertilità, era
considerata come una figura assolutamente positiva. La Chiesa cristiana tuttavia condannò questa figura, in quanto appartenente al culto pagano e da quel momento la dichiarò "figlia di Satana”. Fu così che la povera Diana si trasformò in una divinità infernale, costretta a volare di notte insieme alle sue compagne, a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Presso i tedeschi del nord, Diana prese il nome di Frau Holle, nella Germania del sud, fu chiamata Frau Berchta (per i celti Perchta). Questa personificazione femminile della natura invernale era sia buona sia cattiva, gentile, e benevola (era la dea della vegetazione e della fertilità), ma al contempo spietata contro i prepotenti. La donna era rappresentata come una vecchia gobba, con naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi enormi, vestita di stracci e scarpe rotte. Volava di notte sopra terre e campi a bordo di una scopa e ne propiziava la fertilità. Valicate le Alpi, la Diana-Berchta, venne battezzata Befana. Il termine Befana, costituisce una “corruzione” lessicale del termine Epifania dal greco ἐπιφάνεια, epifáneia), attraverso bifanìa e befanìa. Anche in Italia la vecchietta veniva rappresentata come una strega a cavallo della scopa, che, volando nella dodicesima notte, lasciava ai bambini dolci o carbone.
La Befana italiana: una sintesi di antichi culti
Nella Befana italiana ritroviamo simbolicamente i culti
pagani, antiche consuetudini e tradizioni magiche: la generosità della dea Strenia dell’antica Roma (da cui deriva la parola strenna come sinonimo di regalo), la fertilità e fecondità di Diana; il brutto aspetto esteriore delle streghe e un pizzico di crudeltà ereditata da Frau Berchta.
L’ Epifania di Gesù
Come avrete notato, l’Epifania cristiana, non s’ispira
affatto al culto pagano. Mentre nella mitologia greca si parlava di rivelazione esterna all’umanità, l’Epifania di Gesù, coincideva con con la sua trasfigurazione. E qui casca l’asino… Teofania o Epifania
A questo punto occorre fare chiarezza su due termini
che sono stati spesso considerati, erroneamente, come dei sinonimi: teofania ed epifania. Per “Teofania” si intende la “manifestazione di Dio”, mentre l’Epifania rappresenta il momento della trasfigurazione di Cristo, che sarebbe avvenuta quando Gesù aveva all’incirca 30 anni.
Il giorno dell'Epifania è tradizionalmente associato a
degli eventi specifici, che spesso hanno generato confusione:
• Nei racconti evangelici che hanno a che fare con la
rivelazione o il riconoscimento della divinità in Cristo, l’epifania coincide con la visita dei Magi (o "Tre Re", che vengono a onorare il Cristo bambino e fare doni simbolici); • Nel I sec. d.C, coincide con il battesimo di Gesù da parte di Giovanni Battista nel Giordano (nel quale si aprono i cieli, una voce proclama "Questi è mio figlio", e lo Spirito scende come una colomba). Era celebrata in questa maniera dalla setta degli gnostici basilidiani; • In altri casi si fa coincidere con le nozze di Cana (in cui si compie il primo miracolo pubblico, nella trasformazione dell'acqua in vino). Quindi sempre ad una sua manifestazione come divinità. Questa confusione della festa perdura anche oggi, in quanto i Cristiani orientali associano all’Epifania il suo significato più originale, ovvero il battesimo di Gesù nel Giordano, mentre i cristiani occidentali ormai associano la data alla sola venuta dei Magi.
Leggende legate alla Befana
Concludiamo con due leggende legate alla vecchietta.
1) La prima narra che, mentre i Magi si dirigevano a Betlemme per onorare il Bambino Gesù, la Befana era così presa dalle faccende domestiche, da non potersi occupare di loro. La vecchietta attese invano il loro ritorno, ma sembra che i Magi presero un’altra strada. Così, ogni "dodicesima notte”, (altro termine che indica l’Epifania), dopo il Natale, la Befana solcherebbe i cieli nella speranza di vederli passare. 2) Un’altra leggenda religiosa, sempre legata ai Re Magi, racconta che mentre erano in viaggio per Betlemme, chiesero informazioni sulla strada ad una vecchia. I Magi insistettero affinché andasse con loro a portare i doni al bambinello, ma la vecchia rifiutò. Poco dopo, pentita, preparò un sacco pieno di doni e si mise in cerca dei Magi e del bambino Gesù. Non trovandoli bussò ad ogni porta e consegnò i doni ai bambini sperando di potersi così farsi perdonare.
Lonardo Andrea - La Scelta Del 25 Dicembre Per Celebrare Il Natale Cristiano - Dal Dies Natalis Del Sol Invictus, Espressione Del Culto Solare Di Emesa (E Del Dio Mitra), Alla Celebrazione Del Cristo