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Il compagno d’arte

Alle origini della massoneria “operativa” quella legata


all’ambiente lavorativo, dopo che l’apprendista aveva
terminato il suo percorso formativo nella bottega del
Maestro d’arte, diventava “compagno” e iniziava a
percepire un salario per le sue mansioni.

Etimologia del termine compagno

Il termine deriva dal latino “cum panis” quindi colui con


cui si spezza insieme il pane, “che collabora", dal
verbo συντρέφω, "crescere insieme", "essere
educato", "essere composto da") con una chiara
analogia alla ritualità cristiana e all’eucaristia.

Aumento di salario a Compagno

L’Aumento di Salario è simbolicamente legato alle due


Colonne collocate all’entrata del Tempio, un chiaro
riferimento a quelle poste all’entrata del Tempio di
Salomone.
Proprio ai piedi delle rispettive colonne gli operai, a
seconda del grado di abilità, ricevevano il proprio
salario, da qui il termine “Aumento di Salario “ detto
anche “ Aumento di Grado” o “ Aumento di Luce “ di
un Libero Muratore da Apprendista a Compagno e da
Compagno a Maestro.
Nella massoneria, tale passaggio di salario avviene a
patto che si sia lavorato con assiduità sul I grado.
Il passaggio da Apprendista a Compagno non è una
promozione, ma un’ assunzione di nuove
responsabilità.
Se si fallisce allora il fallimento è completo. Hiram
infatti non viene ucciso da profani o da chi, come
Apprendista, è all’inizio del cammino, ma da
Compagni, anzi (in alcune versioni della leggenda) da
Compagni che avevano il compito di sovrintendere al
lavoro, quindi da lavoranti ai vertici del cantiere.

Ad ogni aumento di salario deve corrispondere


una maggiore conoscenza dei simboli massonici,
dei riti, di un maggior lavoro sulla pietra grezza e
di conseguenza su se stesso.

Nel corso dell’elevazione a Grado di compagno d’arte,


il Maestro Venerabile ricorda al fratello che sta per
ricevere l’aumento di salario, come la via della Gnosi
sia ardua da percorrere. Si tratta di un percorso che
non lo porterà in un luogo fisico ma lo farà entrare nel
luogo interiore che prima di allora (vita profana) era a
lui sconosciuto o parzialmente percepito.
E se da bussante aveva avanzato la richiesta di voler
vedere la Luce, cosa possibile attraverso il
superamento della condizione profana, il salto verso
un livello di coscienza superiore e il passaggio di
grado segna quindi nella sua un evoluzione, un
percorso di avvicinamento alla Grande Luce.
Cosa possibile attraverso un viaggio interiore di
perfezionamento e virtù.
Insomma, il secondo Grado Massonico si sostanzia
nella piena estrinsecazione della nuova vita,
conquistata con l’iniziazione, nella sua espansione a
stella, entro la sfera d’azione della singola
individualità.
E’ sostanzialmente un momento di studio e di
perseveranza che lo prepara all’ultima tappa del
cammino iniziatico, quella della Maestranza.

Passi del compagno

La marcia del Massone rappresenta l’allegoria del


Viaggio dell’iniziato che cerca di migliorarsi,
percorrendo la difficile Via del perfezionamento.
Da Apprendista muoveva i suoi passi lungo una linea
retta, che va da Occidente a Oriente, portando il piede
sinistro avanti con impeto, per poi essere equilibrato
dal destro. Questo tipo di andatura serviva a ricordare
al Neofita la necessità di conciliare le aspirazioni
spirituali del piede sinistro con le necessità materiali
del piede destro.
Poiché “non è mai al primo passo che si perviene alla
virtù”, se vogliamo andare avanti e “vincere le nostre
passioni” bisogna Rettificarsi, cioè liberarsi dal peso di
quei metalli caratteriali che rallentano e ostacolano.
La posizione dei piedi del Compagno è a Squadra, ma
stavolta si trovano entrambi alla stessa altezza, dato
che in questo tratto di strada bisogna imparare ad
armonizzare il pensiero lineare con quello laterale e
quindi la vecchia vita riflessiva e solitaria da
Apprendista con la nuova vita attiva e pubblica da
Compagno.
Grazie a questa posizione il Compagno riuscirà a
mantenere l’equilibrio, a progredire e salire di grado.

La marcia del Compagno è composta di 5 passi, il


Libero Muratore, sommando i 3 passi dell’Apprendista
con i nuovi 2 passi da Compagno, si ritrova a dover
operare nuove conciliazioni e a fare nuove
esperienze. Dopo i 3 passi lineari si avventura infatti,
con un passo di lato, fuori dal solco rettilineo che ha
seguito fino a quel momento, per poi tornare con il 5°
sulla Retta Via, anche nel 4° e nel 5°.

Il passo di lato corrisponde all’insieme dei 5 viaggi che


il Massone deve compiere in 5 anni per perfezionarsi,
ciò significa che una volta raggiunto un sufficiente
grado di autocontrollo, pazienza e riflessività, può
finalmente iniziare a viaggiare al di fuori dei confini
conosciuti per fare tutta una serie di nuove esperienze
senza le quali non potrebbe continuare ad avanzare.
Il 5° passo rappresenta perciò il momento in cui ciò
che è stato appreso viene sintetizzato e trasformato in
esperienza, mentre, come detto, la forma a Squadra
di entrambi i passi serve a ricordarsi di verificare
costantemente l’equilibrio dell’ Edificio interiore,
rimettendo continuamente in discussione se stessi e
tutto ciò che stato appreso.
Come Apprendisti ci si muove, infatti, seguendo le
orme di coloro che ci hanno preceduto, certi così di
non sbagliare, ma come Compagni bisogna
imparare ad orientarsi da soli, ad assumersi la
responsabilità delle tracce che ogni scelta lascia
nel Mondo.

Squadra e compasso incrociati

Nel grado di Compagno, questi simboli appaiono


incrociati, in un perfetto equilibrio. La Squadra,
simbolo di rettitudine, è preminentemente legata al
grado di Apprendista mentre il Compasso, simbolo
della Spiritualità è più legato al grado di Maestro.
Le modalità della loro sovrapposizione marcano i tre
gradi dell’Ordine, alludendo al progressivo predominio
della flessibilità e circolarità dello Spirito sulla staticità
e spigolosità della materia.
La Squadra incrociata con il Compasso indica che ci
si trova in una posizione di perfetto equilibrio tra
Spiritualità e Materialità.

Le prove

Le prove che il Compagno d’Arte deve superare sono


innanzi tutto i demoni delle sue paure, alimentate
dall’ignoranza. Si tratta quindi di viaggio verso la luce
e verso la vera Gnosi superando cosi le catene
dell’ignoranza del proprio Ego (personale, sociale)
che tende a trascinarlo inesorabilmente verso il
basso, verso la densa materia e mai verso l’alto
perché, solo rinunciando all’ego, lo spirito si eleva.

Nel corso del rituale di elevazione al Grado di


Compagno, l'Apprendista deve compiere il suo
viaggio allontanandosi dalla loggia che lo aveva
formato ed istruito cosi come avviene per
l’adolescente che prima di diventare adulto deve
lasciare la casa dei genitori e iniziare il suo viaggio
personale avendo con sé gli insegnamenti e le
conoscenze che gli sono stati impartititi della famiglia
cosi, allo stesso modo, il MV consegna al Compagno
d’Arte, nel momento della elevazione, tutti gli
strumenti dell’arte muratoria, quale appunto la
squadra, il filo a piombo e la livella del grado per
affrontare, insieme ai suoi fratelli, il viaggio finale che
lo porterà al grado di maestro.
Allo stesso modo il Compagno d’Arte deve osservare
scrupolosamente regole e leggi, comportandosi in
modo tale da meritare d'essere portato come esempio
agli fratelli Apprendisti.

I cinque viaggi

Prima di diventare “Compagno”, l’apprendista passa


attraverso cinque viaggi:
• Il primo viaggio dei sensi: Vista-udito-olfatto-
gusto-tatto. Il compagno è chiamato a dominare i 5
sensi, non a reprimerli, a utilizzarli con talento e
coscienza, a rendersi conto che esiste un senso
sottile e invisibile che va scoperto e accresciuto per
avvicinarsi alla Trascendenza. Il viaggio si riferisce
alla Levigatura della Pietra e al perfezionamento
della pratica del taglio, quindi si utilizzano Maglietto
e Scalpello. Si chiede al Compagno di imparare a
vedere con gli occhi dell’altro, ad ascoltare con le
orecchie dell’altro, ad annusare col naso dell’altro, a
gustare con la bocca dell’altro, a toccare con la
mano dell’altro. Solo così si può essere partecipi
della sua realtà e condividere. Il Compagno impara
che il cuore è lo strumento e l’obiettivo al tempo
stesso. Si chiede di condividere il cuore,
metaforicamente e realmente, di strapparlo dal petto
e di offrirlo all’altro… La mano ad artiglio sul cuore,
quale segno del compagno, esprime alla perfezione
il concetto;
• Nel secondo viaggio, con regolo (mano destra) e
compasso (mano sinistra), si arriva al Meridione
(luogo della purificazione con l’Acqua nel corso
dell’Iniziazione). Qui si lavora sui simboli
architettonici: Egizio-ellenico-etrusco-romano-
gotico, che altre “officine” hanno già prodotto, per
passare oltre. Il secondo viaggio si riferisce al
Marchio della Pietra, o meglio, all’arte della
marcatura, in quanto spiega come tracciare linee
sulla pietra sgrossata, quindi si utilizzano Regolo e
Compasso. Al Compagno viene insegnato che
deve misurare se stesso, ogni sua azione,
attraverso il regolo, cioè uno strumento normativo, e
aprirsi al nuovo, al non razionale, applicando su se
stesso un utensile “comprensivo”, cioè il Compasso;
• Nel terzo viaggio, con Cazzuola (mano destra) e
Regolo (mano sinistra), si approda all’Oriente (già
luogo della purificazione con il Fuoco). Qui si
apprendono le arti liberali: Grammatica-
Geometria-Filosofia-Poesia-Musica. Grazie a tali
arti ci si può impadronire dei segreti dell’Arte
necessaria alla realizzazione della Grande opera. Il
terzo viaggio si riferisce al Trasporto e al
Sollevamento della Pietra, quindi utilizza Regolo e
Cazzuola, che gli insegnano a misurare ogni atto
umano, non solo rispetto a se stesso, ma anche in
relazione agli altri;
• Nel quarto viaggio, muniti di Regolo (mano destra)
e Squadra (mano sinistra), il Compagno si dirige a
Settentrione (luogo della Terra che nell’iniziazione
era “fuori del Tempio”: il Gabinetto di Riflessione).
Ora questo luogo è “nel Tempio” ed è l’ultimo dei 4
viaggi in cui il Fratello ha bisogno degli
strumenti/simboli visibili. E’ a Settentrione che ci si
impossessa della Sapienza di alcuni dei più grandi
Adepti della Tradizione occidentale: Mosè-Platone-
Ermete Trismegisto-Pitagora-Paracelso. Il
compito è quello di riunire ciò che è sparso ( ma
anche operare con il Solve et Coagula), con
coscienza dell’unicità della Tradizione Iniziatica. Per
far ciò è essenziale Sapere, Potere, Osare,
giungendo alla coscienza del Dovere che conduce
allo stato finale di “Tacere”. Il quarto viaggio si
riferisce all’Edificazione. Ecco perché il Compagno
utilizza Regolo e Squadra. Gli viene infatti ricordato
quello che sarà il momento più significativo del
lavoro della Camera: posizionare la pietra
correttamente nella costruzione, se avrà
perseverato e appreso a regolarsi al “giusto” modo;
• Il quinto ed ultimo viaggio. Il Compagno si ritrova,
a “mani nude”, senza strumenti, né simboli, di nuovo
al punto di ri-partenza di ogni viaggio, tra le
Colonne, laddove il Primo Sorvegliante aveva
assistito al suo ingresso del Tempio. E’ il momento
in cui il Dovere d'intuire quanto si cela dietro il velo
del linguaggio simbolico lo pone di fronte alla prova
più ardua. Il quinto viaggio si compie a mani libere,
poiché è programmatico e di suggerimento; è per
ricordarsi che gli strumenti non vanno mitizzati e
universalizzati ma considerati come semplici mezzi:
una volta esaurito il loro compito vengono sostituiti
con altri.

Compito del compagno

Ma quali sono i compiti specifici del Compagno? Il suo


compito ha una valenza “conservativa”: dalla ricerca
sul piano materiale passa al piano astrale
simboleggiato dalla stella fiammeggiante a cinque
punte. Si tratta di una stella polare che direziona le
sue scelte e lo induce ad una progressiva
introspezione delle conoscenze sino a quel momento
apprese, così da renderlo maturo per il grado
successivo.
La Stella Fiammeggiante o Pentalfa, ricorda il
numero Cinque come inestricabilmente legato
all’operatività del Grado di Compagno.
Si ottiene dall’incrocio delle diagonali di un pentagono,
è posizionata a Oriente e simboleggia l’Universo e
l’Uomo, non l’uomo comune, ma l’Uomo armonioso e
luminoso.
E’ interessante notare che se uniamo le diagonali date
dalla Stella, si ottiene una nuova stella a cinque punte
rovesciata rispetto alla precedente e così in una
progressione infinita, l’alternanza dei suoi sensi si
possono interpretare come un’ alternanza tra opposti
che danno equilibrio.
Nel Pentalfa si può collocare la figura di un Uomo,
l’uomo vitruviano, con la testa in alto e gli arti che
occupano i quattro vertici ed è indice del dominio dello
spirito sulla materia, al contrario, il pentalfa con la
punta verso il basso è emblema degli istinti dell’ani-
malità. Situata al centro della Stella fiammeggiante,
dalla quale è ormai indissociabile, si trova la lettera G
per designare Dio in inglese (God) ma anche un
significato complementare, quello di Geometria,
Gnosi, Genio, etc.
Di conseguenza, la progressione infinita che si ottiene
disegnando pentagoni uno dentro l’altro può essere
considerata come l’eterna lotta tra il bene e il male.
Le cinque punte rappresentano i cinque sensi: ogni
essere che aspira alla conoscenza deve infatti in
primis conoscere se stesso, sgrossando la pietra
grezza.
Così, se l’Apprendista aveva imparato a modellarne le
asperità, il Compagno deve imparare a non fidarsi dei
suoi sensi, a comprendere come interporre la facoltà
di discernimento tra percezione e reazione. Solo in
questo modo potrà controllare le impulsività insite
nell’uomo onde poter governare i propri istinti.
Il Compagno passerà pertanto dal “sapere” delle
conoscenze teoriche dell’Apprendista, al “saper fare”
delle competenze pratiche, per continuare poi con il
“saper essere”, cioè il modo in cui il futuro Maestro
Libero Muratore perviene al Sapere.

Se l’Apprendista agisce quindi sull’animus, egli opera


sull’anima, per elaborare la pietra fino a levigarla in
modo che si inserisca perfettamente nell’Edificio che è
chiamato a costruire, sia su un piano solido, terreno,
in comunione con gli altri fratelli, sia lavorando su se
stesso per realizzare il suo Tempio interiore.

Se l’Apprendista lavora sulla Forza, il Compagno


lavora sulla Bellezza e sui rapporti tra Bellezza e
Forza.

Contemplazione e meditazione
Il compagno si dedica quindi alla contemplazione e
alla meditazione (i doveri verso la società, Dio e i
fratelli), per poterne ricavarne stimoli di ricerca,
ovvero quegli insegnamenti che, assimilati, lo
condurranno sulla strada della Maestranza Muratoria,
della Gnosi.

Nel secondo Grado, la Libera Muratoria gli offre


l’apprendimento di un’Arte, l’Ars Latomorum, una via
di perfezionamento terrena che conduce verso il bene
e la verità.
Detta anche Arte Reale, indica con ciò la sua
trascendenza filosofica e metafisica e fa trasparire,
nello stesso tempo, il lavoro spirituale iniziatico, di
anelito alla divina Sapienza, che occorre compiere per
giungerne alla perfezione.
Per arrivare alla meta, il Compagno dovrà ovviamente
studiare la simbologia, il linguaggio e le regole.

Demolire per costruire

Il bussante che si appresta ad entrare nel Tempio


viene fatto spogliare dei metalli, cioè di tutti quei
fardelli, bassezze e cose grezze che caratterizzano la
sua essenza.
Prima di riempire una tazza di the occorre svuotarla!
Questo è il senso.
Il Compagno dovrà dunque ristrutturare e, molto
spesso, anche demolire tutto quello che ha realizzato
per ricostruire secondo i principi dell’Arte.

Seduta in loggia

All’interno del tempio, il compagno prende posto a


destra colonna B e diversamente dall’apprendista,
può prendere la parola.
Questa consuetudine era nota fin dal tempo di
Pitagora, il quale non permetteva agli iniziati
nemmeno di poter vedere il Maestro. Egli infatti
svolgeva le sue lezioni dietro a una tenda.

Nell’antica Massoneria, il trasferimento del nuovo


Compagno dalla Colonna di Settentrione a quella di
Meridione era anche definito il passaggio dal “Greco”,
un vento freddo di Nord-Est che simboleggia la
freddezza delle correnti cui era esposto prima del
passaggio di salario, allo “Scirocco”, un vento caldo e
amichevole del Sud. Questo concetto esprimeva in
forma allegorica come egli fosse ora esposto al
ricevimento di correnti sottili assai diverse da quelle
legate alla sua precedente collocazione.

Il sud massonico può essere pertanto considerato il


punto cardinale-simbolo della manifestazione formale;
e su scala più microcosmica il simbolo della vita
organica sulla Terra, che del Sole del Meridione si
nutre, e se ne sviluppa.

La sua parola di passo Shiboleth, e la sua parola


sacra "J", il nome della Colonna presso cui lavora.

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