Rimandiamo a questa versione della croce zodiacale per impostare le osservazioni che seguiranno
http://www.arcadiaclub.com/img/occu/thumb/cerchio_zodiacale.JPG
Cfr. Ren Gunon, Il simbolismo della croce, Adelphi, Milano, 2012: Certi autori occidentali, dalle
pretese pi o meno iniziatiche, hanno voluto attribuire alla croce un significato esclusivamente
astronomico, sostenendo che essa <<un simbolo della congiunzione cruciale che lellittica forma
con lequatore>>, nonch <<unimmagine degli equinozi, quando il sole, nel suo percorso annuale,
occupa successivamente questi due punti>>. A dire il vero, se la croce tale, perch, come abbiamo
spiegato, da un punto di vista pi elevato si possono considerare come simboli anche i fenomeni
astronomici, ed quindi possibile ritrovare in essi, come pure da qualunque altra parte, quella
rappresentazione dell<<Uomo Universale>> alla quale abbiamo accennato nel capitolo precedente;
ma se i fenomeni sono simboli, evidente che non sono la cosa simboleggiata, e il fatto di prenderli
per questultima costituisce un capovolgimento dei rapporti normali tra i diversi ordini di realt. La
figura della croce che possiamo trovare nei fenomeni astronomici o di altro genere ha esattamente lo
stesso valore simbolico di quella che possiamo tracciare noi stessi; tutto ci prova soltanto che il vero
simbolismo, lungi dallessere un prodotto artificiale delluomo, si trova nella natura stessa o, meglio
ancora, che la natura tutta non altro che un simbolo delle realt trascendenti. Anche ripristinando
cos linterpretazione corretta della questione, le due frasi citate contengono entrambe un errore:
infatti, da un lato lellittica e lequatore non formano una croce, perch i due piani non si intersecano
ad angolo retto; dallaltro lato i due punti equinoziali sono palesemente congiunti da una sola linea
retta, sicch qui la croce appare ancor meno. In realt occorre considerare, nel primo caso, il piano
dellequatore e lasse che, congiungendo i poli, perpendicolare a tale piano; e, nel secondo, le due
linee che congiungono rispettivamente i due punti solstiziali e i due punti equinoziali; otteniamo cos
quella che pu essere definita una croce verticale nel primo caso, e una croce orizzontale nel secondo.
Linsieme di queste due croci, che hanno il medesimo centro, forma la croce a tre dimensioni, le cui
braccia sono orientate nelle sei direzioni dello spazio; queste corrispondono ai sei punti cardinali, i
quali, unitamente al centro, formano il settenario; ivi, cit. pp. 33-34. Se vogliamo rimanere
nellambito del settenario, esso rimanda anche i principali pianeti utilizzati dal simbolismo ermetico
e magico, ossia Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Avremo modo di tornare,
nello specifico, su quattro di questi pianeti.
2
subito le due direttrici, verticale e orizzontale, hanno in realt significati anche diversi,
a partire ad esempio dalla relazione che sussiste tra il ciclo equinoziale e quello
solstiziale.
Non del resto un caso che, perlomeno nel simbolismo di base3, la linea
dellAscendente/Discendente percorra una direttrice posizionata su quelle che sono le
due porte equinoziali. Lo zodiaco simbolico inizia infatti sotto il segno dellAriete e
il viaggio di Dante, nella Commedia, comincia proprio con la Pasqua del 1300, e questo
nella reminiscenza del concetto di resurrezione caro alle celebrazioni pasquali4, ma
anche allidea (che poi quella realmente ispiratrice) che Dio abbia creato il mondo
sotto il segno dellAriete; si veda in tal senso anche il valore simbolico di Agni5.
Simbolismo di base che colloca i quattro punti che abbiamo segnalato ad altezza dellAriete
(Ascendente), tra Gemelli e Cancro (Fondo Cielo), tra Vergine e Bilancia (Discendente) e tra
Sagittario e Capricorno (Medio Cielo) uno schema che ovviamente varia poi, di volta in volta, a
seconda del tema natale di ciascun individuo.
4
Largomento risaputo, ma citiamo per essere pi precisi lesegesi in Dante Alighieri, Commedia
Volume primo, Inferno, Meridiani Mondadori, Milano, 1991. Il passo dal quale partire il seguente:
Ier, pi oltre cinquore che questotta, mille dugento con sessanta sei anni compi che qui la via fu
rotta; Inferno, canto XXI, vv. 112-114. Ecco cosa leggiamo nella nota delledizione a cui facciamo
riferimento: () cinque ore pi tardi di questora (otta per ora, come allotta per allora).
Lindicazione esatta ci porta dunque al giorno successivo alla morte di Cristo, e a cinque ore prima
dellora di quella morte, avvenuta secondo il Convivio (IV, XXIII 10-1) allora sesta (il mezzogiorno)
nel venerd che precedeva la Pasqua dellanno 34 dallIncarnazione. Siamo dunque alle sette del
mattino (12 meno 5) del Sabato Santo dellanno 1300, essendosi compiuto ieri, da quellora, 1266
anni. Il passo importante per la datazione del viaggio come Dante lo ha immaginato, essendo lunico
che dia unindicazione cos precisa. Si conferma cos lanno 1300 suggerito dal primo verso del
poema (cfr. I 1 e nota) e da Purg. II 98-9; e basandosi sullindicazione qui fornita del giorno e dellora
si possono datare anche le altre fasi del viaggio, di cui Dante via via solito dare lora del giorno
misurandola sugli astri (la posizione del sole, della luna, delle stelle ecc.); ivi, cit. p. 646. Dodici
meno cinque per dire sette: a livello numerologico questo passo ha ben pi di una rilevanza; basti per
ora notare che il cinque cifra della quintessenza, altro punto fondamentale che incontreremo di
nuovo, e che il sette esprime valori di completezza: dai sette sacramenti ai septem triones, i sette buoi
che identificano le stelle pi luminose dellOrsa Maggiore. Torneremo inoltre sullimportanza del
mezzogiorno, qui presente come orario della morte di Cristo, pure in senso rituale. In generale il
valore della Pasqua quello di una resurrezione dovuta a una nuova messa in asse proprio attraverso
la croce; la stessa festivit nota come Ostara (da cui l Easter pasquale) rimanda allost, ossia
allOriente. E Oriente, come abbiamo detto anche in un nostro studio passato che citeremo quando
necessario http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, richiama
propriamente lurgenza di riorientarsi. Approfondiremo questo concetto, dal momento che la linea
equinoziale che va dallAscendente al Discendente parte ad ovest e guarda ad est.
5
Lagnello pasquale delle celebrazioni cristiane riferibile proprio ad Agni, divinit vedica del fuoco,
quando noto che proprio lAriete un segno di fuoco cardinale o angolare, coincidendo con
uno dei quattro estremi della croce zodiacale, in questo caso il primo, ove risiede lAscendente; pi
in generale i segni cardinali e angolari sono quelli dove si trova il Sole allinizio di ogni stagione;
gli altri tre sono il Cancro, la Bilancia e il Capricorno. Anche il Futhark runico esordisce daltro canto
con un segno di fuoco, Fehu, la cui base ha dato origine a parole come feuer e fire. Agni,
analogamente, il fuoco della vita, il gran mediatore tra Cielo e Terra, e non stupisce pertanto che
proprio sotto lAriete cominci il ciclo zodiacale. Il fuoco dellAriete per la precisione corrispondente
allignis latino, o appunto allAgni sanscrito, inteso come propriet calorosa del fuoco, laddove Aor,
3
Analogamente Dio crea ogni individuo proprio attraverso il suo Ascendente che
infatti, al di l del tema natale singolo, simboleggiato in senso archetipico dallAriete.
Labbinamento chiaro: se Dio pone lAriete come prima tappa per realizzare il suo
piano, ogni uomo trova nel suo Ascendente, che sia Ariete o meno, il principio del suo
viaggio, della sua Grande Opera. Pure in senso stagionale abbiamo del resto
nellequinozio primaverile il senso di risveglio, di nuovo rigoglio, di qualcosa che, non
pi sopito, torna alla vita. Il valore della nascita, espresso in termini esoterici, il
medesimo: un destarsi a una rinnovata forma di esistenza, indispensabile per maturare
alcune possibilit la stessa resurrezione che Cristo ottiene attraverso la croce
pasquale, per lappunto sotto il segno dellAriete, un passaggio necessario da un
certo tipo di vita a un altro tipo di vita; metaforicamente, il sacrificio dellagnello
propizia poi anche la discesa dello Spirito Santo pentecostale6. inevitabile dunque
che proprio la croce rappresenti, attraverso i due assi che abbiamo indicato, la struttura
portante dello zodiaco. Quello orizzontale, che entra con lAscendente, si chiude con
il Discendente: questultimo, sempre volendo considerare le tappe dello zodiaco
archetipico, rappresentato dallequinozio autunnale e quindi dallo snodo tra i segni
della Vergine e della Bilancia. Proprio nel Discendente, e nella casa numero sette che
lo definisce, lindividuo scorge il senso dellaltro che dentro di s, del suo opposto,
del suo nemico, come altrimenti viene detto7. O forse qualcosa che va fatto
crescere, a partire proprio dallAscendente. in effetti interessante ricordare quali
due momenti agricoli gli equinozi promuovano: quello primaverile presiede la
semina, quindi una scommessa con la nuova vita che in qualche modo riguarda anche
linterpretazione dei valori dellAscendente nel quadro astrologico individuale.
LAscendente, abbiamo detto, lingresso nella e sulla terra: ossia il primo seme
lanciato sul terreno della singola esistenza. Se la semina primaverile, peraltro, avviene
seguendo i ritmi lunari e lAscendente un ingresso che promuove linizio di un nuovo
ciclo esistenziale, dobbiamo vedere in questo transito i valori della luna nuova. La vita
terrena tale, lunare: un passaggio, tra crescite e decrescite, crisi e rinascite, che mira
sostanzialmente alla pienezza. Condizione che in qualche modo il Discendente reca e
svela, specificando il concetto di altro, ossia ci che di s lindividuo aveva un misto
di speranza e timore a scoprire e ad incontrare. Opposto allequinozio primaverile
per lappunto lequinozio autunnale che, daltro canto, si abbina al secondo raccolto
parola di origine ebraica, indica la luce, ossia la propriet illuminante del fuoco. Su Agni ed Aor
(pp. 33-34) si rimanda a Ren Gunon, Forme tradizionali e cicli cosmici, Edizioni Mediterranee,
Roma, 1974.
6
Pentecoste che come sappiamo rimanda al 50, ossia la data, cinquanta giorni dopo la Pasqua, in cui
cade proprio questa celebrazione. Il riferimento chiaramente anche alle cinque piaghe principali
patite dal Cristo durante la sua Passione.
7
Ritorneremo in particolare sul significato delle singole case, in occasione dellultimo capitolo di
questo studio. E spiegheremo meglio proprio questo significato dell altro.
punto che coincide con il solstizio destate. Altres il Medio Cielo collima con il
solstizio invernale, che si situa nel passaggio tra Sagittario e Capricorno. Nel
simbolismo tradizionale abbiamo ampia conferma di questa impostazione: il solstizio
destate viene fatto giacere sulla Janua Inferni, mentre quello invernale
rappresentazione della Janua Coeli. Janua porta, quindi i due estremi, per
trasposizione, definiscono il passaggio verso il Cielo e verso lInferno12. Non sfugge
del resto che il Sole del solstizio estivo sia giunto al suo apice e che si accinga appunto
a calare, a oscurarsi scendendo nei suoi abissi. Il Fondo Cielo detto anche Imum Coeli;
esso il punto pi basso del cerchio zodiacale e lidea di imum/abisso rimasta anche
nel debito etimologico di alcune parole odierne, come gli abmes, gli abissi tante volte
evocati da Baudelaire13.
Daltro canto la porta solstiziale dinverno quella che immette nelle realt pi elevate,
e in effetti il Medio Cielo identifica anche in senso astrologico le nostre ambizioni
superiori14. E quale ambizione superiore, in un viaggio di tipo ascensionale, quindi
12
Rimandiamo in questo senso ai capitoli dedicati in Ren Gunon, Simboli della Scieza sacra,
Adelphi, Milano, 1975; in particolare Le Porte solstiziali, p. 203 e sgg.; Il simbolismo solstiziale
di Giano, p. 212 e sgg.; A proposito dei due San Giovanni, p. 216 e sgg.; Janua Coeli, p. 305.
13
Et brl par lamour du beau / Je naurai pas lhonneur sublime / De donner mon nom labme /
Qui me servira de tombeau. Cfr. Charles Baudelaire, I Fiori del Male, Universale Economica
Feltrinelli, 1997, Milano, cit. p. 350, dalla poesia Les Plaintes dun Icare. Non citiamo a caso questa
poesia, dal momento che proprio gli abissi sono qui la conseguenza di quellavvicinarsi eccessivo al
Sole, ossia, parafrasando in senso esoterico (e non stiamo qui facendo la ricostruzione del pensiero di
Baudelaire), senza gli strumenti iniziatici adatti, dellIcaro che ha scherzato col fuoco; ossia
subendo il Sole nel suo eccessivo calore, i valori di Agni, per aver equivocato il vero senso
dellilluminazione spirituale, le propriet di Aor. Gli abissi che ne conseguono sono in fondo il
simbolo di qualcosa che ci ha scottato e ci valido anche in senso psichico: ogni ferita del
passato, ogni debito contratto rosicchia le basi del credo spirituale. Il serpente biblico un primigenio
simbolo di questa incertezza latente, di quello snodo tra ragioni corporee e spirituali che infatti
tradizionalmente collochiamo ad altezza dellosso sacro, laddove risiede la Kundalini. Frequenti
mitologie riportano la presenza di un serpente alla base dellalbero macrocosmico: in quella nordica
accade con lYggdrasil mordicchiato costantemente da Nidhggr, che infatti fa il paio con Nauthiz,
runa del need fire, un rito di purificazione collettiva che avveniva attraverso laccensione di un fal
sacro. E infatti i fuochi di San Giovanni si pongono come luci alternative nel momento in cui si
verifica il temporaneo esilio dellastro principale approdato al solstizio estivo; lImum Coeli raccoglie
tutti questi valori. Su Nauthiz rimandiamo anche al nostro precedente studio
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, il secondo capitolo (p.
30 e sgg.).
14
Come ha modo di notare, tra gli altri, Sasportas, proprio la decima casa, che quella che coincide
appunto con la collocazione nel nostro tema natale del Medio Cielo, indica le coordinate della nostra
autonomia e indipendenza, fornendo specifiche riguardo a carriera e vocazione. Cfr. Howard
Sasportas, Le dodici case. Importanza delle case nel tema astrologico natale, Edizioni Mediterranee,
Roma, 2006. Scrive Sasportas: posta alla sommit del tema natale, la X casa riguarda laffermazione
della personalit attraverso la soddisfazione raggiunta con le proprie capacit e il talento usati per
servire e influenzare la societ; ivi cit. p. 99. Chiaramente ci che nei tempi moderni diventata la
spirituale, se non quella di entrare in contatto con la nostra porta celeste, rappresentata
appunto, archetipicamente, sia in senso microcosmico che macrocosmico, dalla Janua
Coeli? Anche il simbolismo cristiano eloquente in tal senso: Cristo nasce sotto il
solstizio dinverno e muore (per poi risorgere) ai tempi dellequinozio primaverile.
Questi due punti coincidono, non casualmente, con il primo e lultimo della croce
zodiacale. Teniamo presente che la croce davvero il crogiuolo di una materia prima,
quella del Cristo rigenerato, prototipo delliniziato ideale, e questo passaggio nutre
anche un evidente legame con la struttura delle chiese cattedrali: Tranne qualche rara
eccezione, la pianta delle chiese gotiche, cattedrali, abbaziali o conventuali, assume la
forma di una croce latina stesa al suolo. Ma la croce il geroglifico alchemico del
crogiuolo, un tempo chiamato cruzol, crucibile e croiset (nel tardo latino, crucibulum,
crogiuolo, ha per radice crux, crucis, croce, secondo Du Cange)15.
La rinascita di Cristo sotto lAriete, a ridosso dellequinozio primaverile, ha dunque un
ulteriore valore specifico: il suo confermarsi in vita dopo la morte la allegoria delle
possibilit dellindividuo liberato dalla vita terrena, ossia dal piano orizzontale della
croce, presupponendo la discesa dello Spirito Santo su coloro che analogamente
oseranno compiere quel fatidico passo. Ma questo un problema esoterico che nel
corso dei secoli ha poi perso rilevanza a favore delle urgenze religiose del
Cristianesimo. Per liniziato la vera nascita non coincide infatti con il proprio
ingresso terreno, con la propria Pasqua personale, bens, allopposto, quando si
realizza il percorso di colui che nel Taoismo detto uomo vero16. In senso esoterico
societ, intesa come agglomerato collettivo, in cui il dare/avere e il mutuo soccorso sono concepiti
secondo (almeno in teoria) i fondamenti della legge o, pi semplicemente, del senso civico, in origine
rappresentava la vita di una comunit che sispirava ai dettami del Cielo (pertanto anche nella vera e
propria osservazione e conformazione astrologica) per concepire il suo senso sulla Terra.
15
Cfr. Fulcanelli, Il Mistero delle Cattedrali e linterpretazione esoterica dei simboli ermetici della
Grande Opera, Edizioni Mediterranee, Roma, 2001, cit. p. 49.
16
Scrive a tal proposito Gunon, con tutte le associazioni del caso alla dimensione macrocosmica (in
quanto ispiratrice del piano microcosmico) che stiamo analizzando: Fou-hi, per fissare i princpi
della tradizione, fece uso di simboli lineari di estrema semplicit e insieme di estrema pregnanza: il
tratto continuo e il tratto spezzato, segni rispettivi dello yang e dello yin, cio dei due princpi attivo
e passivo i quali, procedendo da una sorta di polarizzazione della suprema Unit metafisica,
producono lintera manifestazione universale. Dalle combinazioni di questi due segni, in tutte le loro
possibili disposizioni, vengono formati gli otto koua o trigrammi, che sono poi sempre rimasti come
simboli fondamentali della tradizione estremo-orientale. Si dice che, <<prima di tracciare i trigrammi,
Fou-hi guard il Cielo, poi abbass gli occhi verso la Terra, ne osserv le particolarit, consider i
caratteri del corpo umano e di tutte le cose esteriori>>. Questo testo (appartenente al Libro dei Riti
dei Tcheou, come segnala ledizione che stiamo citando, n.d.a.) particolarmente interessante perch
contiene lespressione formale della grande Triade: il Cielo e la Terra, ovvero i due princpi
complementari da cui sono prodotti tutti gli esseri, e luomo, il quale, partecipando con la sua natura
delluno e dellaltra, il termine mediano della Triade, il mediatore fra il Cielo e la Terra. Conviene
precisare che si tratta qui dell<<uomo vero>>, cio di colui che, raggiunto il pieno sviluppo delle
sue facolt superiori, <<pu aiutare il Cielo e la Terra nel mantenimento e nella trasformazione degli
esseri, e per ci stesso costituire un terzo potere con il Cielo e la Terra; cfr. Ren Gunon, Scritti
sullesoterismo islamico e il Taoismo, Adelphi, Milano, 1993, cit. pp. 96-97.
torniamo cos ai significati di Raido, ossia al suo volgersi verso Oriente, cio per tornare alle origini.
La croce zodiacale in effetti procede in senso antiorario, da Occidente a Oriente, e questo del resto
lo stesso senso della rotazione della terra attorno al suo asse. Sottolineiamo che il trittico dei guna
pu essere pure associato con la locuzione lEssere lEssere, che per Gunon la traduzione pi
sensata dellespressione Ehieh asher Ehieh con la quale Dio risponde a Mos nel Roveto ardente. In
questa sentenza abbiamo la scomposizione del soggetto, della copula e delloggetto, tanto da
arrivare alla conclusione che la vera conoscenza risiede nella coincidenza di soggetto e oggetto,
ossia quando lidentit perfetta raggiunta. chiaro infatti che lessere ottiene la perfezione nel
momento in cui egli identico al Principio; identit da individuare non nel dotarsi delle stesse
irraggiungibili possibilit, bens nellaccedere alla conoscenza di queste stesse possibilit. Loggetto
nel nostro caso proprio la croce zodiacale, intesa quale rappresentazione del mondo fatto a
immagine e somiglianza del centro originale. Lo zodiaco schema ideale, dal momento che la
distanza che soggiace tra il punto originante della circonferenza e la circonferenza stessa via via
destinato ad aumentare. Gunon stesso in Il simbolismo della croce (p. 166) precisa che il punto
iniziale perfetto poich contiene tutte le cose e tutte le conseguenti possibilit di espansione. Man
mano che tale espansione avvenuta, la perfezione rimane retaggio del solo punto originante che
eterno e infinito nella sua condizione. Lastrologia ripropone in qualche modo il trittico fondamentale
che abbiamo visto; come nota Howard Sasportas tre sono gli elementi fondamentali per analizzare un
quadro astrologico di base, ossia i segni, i pianeti e le dodici case. I pianeti mostrano ci che avviene,
i segni come avviene e le case dove avviene; cfr. Le dodici case, cit. p. 26. Tornando alla struttura
soggetto - copula - oggetto, potremmo dire che il segno il soggetto, il pianeta il verbo e che le case
sono loggetto, come alcuni astrologi hanno avuto modo di rilevare.
22
Secondo la tradizione estremo-orientale, <<luomo vero>> (tchenn-jen) colui che, avendo
realizzato il ritorno allo <<stato primordiale>> e di conseguenza la pienezza dellumanit, si trova
ormai definitivamente stabilito nell <<Invariabile Mezzo>>, e per questa ragione sfugge alle
vicissitudini della <<ruota delle cose>>. Al di sopra di questo grado l<<uomo trascendente>>
(cheun-jen) che, a rigore, non pi un uomo poich ha oltrepassato lumanit ed completamente
affrancato dalle sue condizioni specifiche: colui che pervenuto alla realizzazione totale, all
<<Identit Suprema>>: egli dunque diventato effettivamente l<<Uomo Universale>>. Non cos
per l<<uomo vero>>, bench questultimo, almeno virtualmente, si possa chiamare <<Uomo
Universale>> in quanto, non dovendo egli pi percorrere altri stati in modo distintivo, perch passato
dalla circonferenza al centro, lo stato umano dovr necessariamente essere per lui lo stato centrale
dellessere totale, anche se non lo ancora in modo effettivo; Cfr. Il simbolismo della croce, cit. pp.
158-159.
sestende sino a lui dal lato di Noto, poich Noto caldo; e lemisfero settentrionale dal lato di Borea,
perch questo vento freddo. Non senza ragione che si associavano i venti alle anime che vanno
verso la generazione o che ne ritornano, poich stando allopinione di qualcuno, le anime attirano il
soffio e ne formano la loro sostanza. Ma il vento di Borea destinato per quelle che vanno verso la
generazione: e perci il soffio di Borea ravviva gli agonizzanti che respirano con difficolt, mentre il
vento di Noto ne accelera la morte. Poich luno congela e limita perch freddo e domina nella
freddezza della generazione terrestre, e laltro dissolvente perch caldo e rimanda verso il calore
divino. Ma dato che la terra che noi abitiamo inclina piuttosto verso Borea, le anime che su di essa
nascono debbono per forza preferire il vento di Borea, mentre quelle che abbandonano questa terra
preferiscono il vento di Noto. [.] Poich dalla porta di Borea che le anime giungono alla
generazione, si chiam questo vento: amoroso. Perci i seguenti versi -Simile ad un cavallo dalla
criniera nera esso giacque con esse; Ed ingravidate esse partorirono dodici puledri.- E, dicesi, rap
Orithyia e gener Zets e Kalas. Ma poich Noto riservato a gli dei, nei templi si stendono i veli a
mezzogiorno pieno: si osserva cos il precetto Omerico che proibisce a gli uomini lentrata nei templi
quando il sole inclina a mezzogiorno. [] Per tal modo Noto considerato quale simbolo del
Mezzogiorno, poich dio sullora di mezzogiorno sulla porta del tempio. Similmente anche per le
altre porte non era permesso di parlare in qualunque ora, quasi le porte avessero un carattere sacro.
Per questa ragione, i Pitagorici ed i saggi dellEgitto proibivano di parlare nel varcare le porte e le
entrate delle case ed onoravano con il silenzio il dio che regge linsieme delle cose. Omero non
ignorava affatto che le porte sono sacre; ci che ci insegna nei suoi scritti Oineo che bussa la porta
prima di volgere le sue supplicazioni: - Bussando le porte ben chiuse, supplicando suo figlio. - Egli
conosceva le porte del cielo affidate alle Ore e che hanno origine nelle regioni nebulose; esse sono
aperte e chiuse dalle nuvole, -Sia chessi disperdano o interpongano una nube spessa.- Ed egli dice
ancora chesse mugghiano poich il tuono nasce dalle nubi: -Da per se stesse le porte del cielo
mugghiano, a guardia delle quali son le Ore.- Similmente ci parla delle porte del sole, designando, in
tal caso: il Cancro ed il Capricorno. Orbene, il Capricorno ed il Cancro sono vicini alla Via Lattea
della quale ne occupano lestremit: il Cancro a Borea, il Capricorno a Noto. Secondo Pitagora,
lassembramento che talvolta vediamo nei sogni, non son altro che le anime: queste si riuniscono
nella Via Lattea che loro concede il suo nome, poich le anime, una volta cadute nella corrente della
generazione, si nutrono di latte: per questo, per evocare le anime si usa fare libazioni di latte e miele:
poich il desiderio della volutt le attira verso la generazione, ed il latte si va formando
contemporaneamente alla gestazione; cfr. Kremmerz, Commentarium, Anno II 1911, Nardini
Editore - Centro Internazionale del Libro S.p.A. Firenze, 1980, cit. pp. 294 - 297. Siamo stati lunghi
e fedeli nel riportare tutte queste nozioni perch Porfirio affronta molti argomenti utili a questo studio.
Per il momento evidenziamo il riferimento ai venti di Borea e Noto, forze accostabili allo yin e allo
yang, al ghiaccio e al fuoco della mitologia nordica (si rimanda anche alle nostre conclusioni qui
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, in particolare alle pp.
50-52) e alle forze coagulanti e dissolventi delliter ermetico sulle quali peraltro ci focalizzeremo ora.
Altro elemento rilevante: Porfirio paragona il vento alle anime e, nella fattispecie, i
soffi boreali vengono giudicati i pi adatti a conservare la vita, perch con il loro gelo
delimitano e mantengono. Limmagine chiaramente ermetica e rimanda a quanto
Gunon riporta a proposito delle ghiacciate del Cocito, sottintendendo quella forza
ridimensionante che propria del simbolismo dellInferno. Il fatto che qui stiamo
parlando di esistenza terrena, indicando con Porfirio il movimento discendente e
incarnante delle anime, non contraddice lassunto dottrinale secondo il quale la vita
sulla terra limitata e finita rispetto a possibilit superiori. LInferno dantesco
quindi unimmagine, portata alle estreme conseguenze, della ristrettezza della vita
umana proprio Lucifero con le sue ali ghiaccia le distese del Cocito: questi stessi aliti
sono i venti boreali, sono i limiti che ingessano lesistenza di quaggi e che indicano
il necessario transito per tale via delle anime destinate, in un secondo tempo, ad
ascendere. Lascensione, per mezzo di soluzione, avviene invece attraverso i venti
di Noto che dominano la parte meridionale della terra. questa propriamente la qualit
espansiva del fuoco, del solve alchemico, che Gunon contrappone appunto alla facolt
contenente e contraente del ghiaccio25.
25
In questo passo ritroviamo del resto la sostanza di quanto esposto da Porfirio a proposito delle due
vie imboccate dalle anime: Si pu infatti dividere linsieme in due fasi, luna discendente, che va nel
senso di una differenziazione sempre pi accentuata, e laltra ascendente, di ritorno verso lo stato
principiale. Queste due fasi, che la dottrina ind paragona a quelle della respirazione, si ritrovano
anche nelle teorie ermetiche, in cui sono chiamate <<coagulazione>> e <<soluzione>>: in virt delle
leggi dellanalogia, la <<Grande Opera>> riproduce in compendio tutto il ciclo cosmico. Vi si pu
vedere la prevalenza rispettiva delle due tendenze contrarie, tamas e sattwa, che abbiamo definito in
precedenza: la prima si manifesta in tutte le forze di contrazione e di condensazione, la seconda in
tutte le forze di espansione e di dilatazione; e troviamo anche, a questo riguardo, una corrispondenza
con le propriet opposte del caldo e del freddo: il primo dilata i corpi, il secondo li contrae; per questo
motivo lultimo cerchio dellInferno gelato. Lucifero simboleggia l<<attrazione inversa della
natura>>, cio la tendenza allindividualizzazione, con tutte le limitazioni inerenti; la sua dimora
dunque <<l punto / al qual si traggon dogne parte i pesi>> (Inferno XXXIV, 110-111 n.d.a.), o, in
altri termini, il centro di quelle forze attrattive e compressive che nel mondo terrestre sono
rappresentate dalla gravit; e questa, che attira i corpi verso il basso (che in ogni luogo il centro
della terra), veramente una manifestazione del tamas. Possiamo osservare di sfuggita che ci
contrario allipotesi geologica del <<fuoco centrale>>, giacch il punto pi basso deve essere
precisamente quello dove la densit e la solidit sono al loro massimo; ed altrettanto contrario
allipotesi, avanzata da certi astronomi, di una <<fine del mondo>> per congelamento, poich tale
fine non pu essere altro che un ritorno allindifferenziazione; cfr. Lesoterismo di Dante, Adelphi,
Milano, 2001, cit. pp. 99-100. Come si vede le forze di tamas coincidono con i venti boreali di cui
parla Porfirio, cos come le modalit di sattwa rientrano nellazione dei venti di Noto. Solo la
dilatazione e lespansione di questultimi fattori possono consentire il ritorno al Principio e proprio
attraverso le calde braccia di Noto effettivamente le anime, secondo Porfirio, riescono a compiere la
loro ascensione; vedremo ad ogni modo come sia sensata anche unanaloga opposizione di forze, in
cui a tamas si sostituisce laltro guna di rajas. Gunon scrive inoltre, citando Matgioi e La Voie
Mtaphysique, in cosa consista questo tipo di rilascio consentito dai venti di Noto, altrimenti detto
Moksha o Mukti: questo, propriamente parlando, a costituire la <<trasformazione>>, intesa come
qualcosa che implica il <<ritorno degli esseri in modificazione nellEssere immodificato>>, al di
fuori e al di l di tutte le condizioni speciali che definiscono i gradi dellEsistenza manifestata. <<La
modificazione, dice il saggio Shi-ping-wen, il meccanismo che produce tutti gli esseri; la
trasformazione il meccanismo nel quale tutti gli esseri si riassorbono; cfr. Il simbolismo della
Sempre Gunon, del resto, fa risalire la dottrina primordiale alle terre dellestremo nord
se dunque iperborea lorigine della tradizione, dobbiamo considerare che in effetti
lingresso nella vita terrena sia avvenuto attraverso il percorso a scendere delle anime
boreali, per parafrasare le parole di Porfirio. Che ci rappresenti pur il picco della
conoscenza terrestre alle sue origini, non smentisce daltro canto levidente assunto che
tale manifestazione sia solo lo specchio inferiore della conoscenza che giace nel
Principio e che, quindi, anche la stessa tradizione iperborea sia il punto pi alto di un
tratto di cose per forza di cose destinato a calare. Capiamo cos come le due porte di
Giano, a maggior ragione nellassociazione che Porfirio fa con i venti di Borea e di
Noto, siano equivalenti delle forze di contrazione che segnano lingresso delle anime
nel percorso terrestre e quelle di espansione che liberano gli stessi esseri verso la porta
celeste. La fase discendente (e fredda) giustappunto quella di Borea, ovvero l dove
vige il Tropico del Cancro, e per trasposizione nella met del cerchio zodiacale ove si
colloca il Fondo Cielo. Proprio il Fondo Cielo, sempre considerando lo zodiaco di base,
cade nel passaggio dai Gemelli al Cancro (con riferimento dunque al Tropico), e
questultimo segno come sappiamo prettamente lunare, indicando pertanto una via
passiva e acquatica, che nei suoi estremi pu farsi fredda come il soffio dei venti
boreali. Mentre il gioco di espansione avviene sotto il Capricorno (proprio dove
astrologicamente noi poniamo il Medio Cielo e per corrispondenza nella zona del
relativo Tropico) e i venti di Noto che disciolgono lanima permutandola in fuoco
trascendente26.
il caso comunque di citare ancora una volta Gunon, perch proprio riprendendo
lAntro delle Ninfe di Porfirio, egli sottolinea il problema del senso inverso, ossia a
seconda che si consideri la disposizione delle due porte, da un punto di vista terrestre
o celeste: () la porta solstiziale dinverno, o il segno del Capricorno, corrisponde
al nord del ciclo annuale, ma al sud in relazione al cammino del sole nel cielo; cos, la
porta solstiziale destate, o il segno del Cancro, corrisponde al sud nel ciclo annuale, e
al nord in relazione al cammino del sole. Per questo, mentre il movimento ascendente
croce, cit. p. 154. Lo stesso Gunon rimprovera a Matgioi un cattivo utilizzo dei termini, laddove alla
parola meccanismo sarebbe il caso di preferire il termine processo. In ogni caso i concetti di
emissione e ritorno sono assolutamente accostabili alle due correnti di Borea e Noto che abbiamo
analizzato con Porfirio.
26
Come ha modo di specificare Gunon: La porta degli uomini, corrispondente al solstizio destate
e al segno zodiacale del Cancro, lingresso nella manifestazione individuale; la porta degli di,
corrispondente a sua volta al solstizio dinverno e al segno zodiacale del Capricorno, luscita da
questa manifestazione e il passaggio agli stati superiori (); cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p.
123. Il dualismo tra forze restrittive ed espansive lo stesso peraltro del bianco e del nero nel
gioco degli scacchi. Scrive a tal proposito Titus Burckhardt: Tale diagramma simbolo
dellesistenza, concepita come un <<campo dazione>> delle potenze divine. Il combattimento
rappresentato dal gioco degli scacchi dunque figura, nel suo significato pi universale, del
combattimento dei devas con gli asuras, degli <<dei>> con i <<titani>>, o degli <<angeli>>
(i devas della mitologia ind sono infatti analoghi agli angeli delle tradizioni monoteiste) coi
<<demoni>>:
tutti
gli
altri
significati
del
gioco
derivano
da
questo.
http://www.centrostudilaruna.it/burckhardtsimbolismoscacchi.html.Sullargomento si rimanda
anche a Simboli della Scienza sacra, il capitolo 47, Il bianco e il nero, p. 263 e sgg.
del sole va da sud al nord e il suo movimento discendente da nord a sud, il periodo
ascendente dellanno devessere invece considerato compiersi nella direzione nordsud, e il suo periodo discendente in quella sud-nord, come abbiamo gi detto in
precedenza. Proprio in rapporto a questultimo punto di vista, secondo il simbolismo
vedico, la porta del dva-loka, situata verso nord e quella del pitri-loka verso sud,
senza che vi sia in ci, malgrado le apparenze, alcuna contraddizione con quello che
troveremo pi avanti27.
Su questi passaggi Gunon cerca di fare ulteriore chiarezza, riprendendo uno studio di
Jrme Carcopino28, sulla trasmissione pitagorica che avvenne con Numenio, Proclo
e appunto Porfirio: () visibile che Numenio non ha fatto altro che ripetere, sulla
funzione delle due porte, linsegnamento tradizionale conosciuto; daltra parte, se egli
pone, come indica Porfirio, il Cancro a nord e il Capricorno a sud, evidentemente egli
considera la loro posizione nel cielo; lo indica daltronde abbastanza chiaramente il
fatto che, in quel che precede, sono in questione i tropici, che non possono avere altro
significato oltre quello, e non i solstizi, che si riferirebbero invece pi direttamente al
ciclo annuale; e per questo la posizione qui enunciata inversa a quella data dal
simbolismo vedico, senza tuttavia che ci costituisca alcuna differenza reale, giacch
si tratta di due punti di vista ugualmente legittimi, che si accordano perfettamente fra
di loro se si capito il loro rapporto29. Gunon chiude peraltro in modo esplicito:
Insomma, che la posizione delle due porte sia considerata in rapporto al cammino del
sole nel cielo, come nella tradizione greca, o in rapporto alle stagioni nel ciclo annuale
terrestre, come nella tradizione ind, sempre il Cancro a essere la porta degli uomini
e il Capricorno la porta degli di ().30. Si pu quindi ammettere che la prospettiva
del cerchio zodiacale rispetta la struttura vedica del ciclo annuale, con la Janua Coeli
a nord e la Janua Inferni a sud, impostazione sulla quale torneremo nellultimo
capitolo, anche a proposito della struttura delle caste ind. Mentre la visione di Porfirio
capovolge questo assetto, semplicemente perch egli considera gli spostamenti del sole
nel cielo.
Fatto questo excursus, che ci aiuta comunque a comprendere meglio in quale quadro si
inseriscano i passaggi di Porfirio, possiamo tornare ad analizzare le sue valutazioni
rispetto al nostro punto di partenza, quello del simbolismo dello zodiaco. Se
paragoniamo infatti il ghiaccio di Borea e il fuoco di Noto alle linee della croce
zodiacale, sensato dire che il primo corrisponde alla direttrice orizzontale, una linea
di conservazione che segna appunto lingresso nella vita, con la posizione
dellAscendente, fino ad approdare al Discendente. Mentre altrettanto lecito attribuire
al fuoco le caratteristiche ascensionali della linea verticale che parte dal Fondo Cielo
in direzione del Medio Cielo. Del resto lanima si cristallizza e si ghiaccia nel
momento in cui fa lingresso nella vita corporea, e quando pronta per passare oltre,
27
si scioglie, nel senso che appunto scioglie i suoi legami con linvolucro fisico31.
Daltro canto bisogna interpretare in maniera flessibile il simbolo, ossia sui vari livelli
di competenza che gli spettano. Se riprendiamo le concezioni di rajas, il guna che
equivale alla forza despansione, e che gi qui avevamo considerato32, notiamo che
esso in qualche modo patrocina il viaggio dellindividuo nel suo corso terrestre. Nel
nostro studio precedente abbiamo notato come rajas abbia qualche rapporto con la
ruota della runa Raido e con il colore rosso. In effetti lindividuo, al di l dei motivi
contraenti che ne hanno segnato lingresso sul piano terrestre, esce, si fissa e
comincia da l una sua personalissima espansione, che culminer ovviamente con
quell espansione finale corrispondente al rilascio dai vincoli del corpo terrestre e
che abbiamo sintetizzato nelle propriet dei venti di Noto. Lingresso sullo zodiaco,
che in qualche modo identifica anche la vita terrena del singolo soggetto, avviene sotto
il segno proprio di Raido, ossia una ruota che si volge verso destra, o meglio nella
destra e giusta direzione, come del resto fa il cerchio zodiacale, che leggiamo
comunemente da sinistra a destra. Questo orientarsi, ossia latto di guardare a
oriente, passa appunto attraverso due tipi di rosso, uno di base, la pasta ermetica
primigenia dellAdamo caduto e corrotto dellAscendente, che equivale al rajas
elementare che inizia il suo tratto espansivo e che mira a un tipo superiore di rosso,
quello dellAdam Qadmn primordiale, che certifichi cio unespansione non pi
possibile se non nellatto di confluire nellambito superiore di sattwa, che equivale
alluscita dal corpo, ma dopo aver raggiunto determinate qualifiche, per fare il proprio
ingresso in una conoscenza ancora pi direttamente prossima al Principio.
La medesima realt rinvenibile nel simbolo del rosone centrale delle cattedrali,
prototipo mutuato dalla Rota. Scrive Fulcanelli: Nel medioevo, il rosone centrale dei
portici si chiamava Rota, la ruota. Ora, la ruota il geroglifico alchemico del tempo
necessario alla cottura della materia filosofale e, in seguito, rappresent la cottura
stessa. Il fuoco sostenuto, costante ed eguale che lartista mantiene giorno e notte
durante questa operazione, chiamato, perci, fuoco di ruota. Per, oltre al calore
necessario alla liquefazione della pietra filosofale, c bisogno in pi di un secondo
agente, chiamato fuoco segreto o filosofico. proprio questultimo fuoco, risvegliato
dal calore volgare, che fa girare la ruota e provoca i diversi fenomeni che lartista
31
Si veda in tal senso il valore del nodo, knot in inglese, da cui anche il significato della runa Nauthiz
che
in
qualche
modo
riproduce
i
valori
della
croce.
Rimandiamo
qui
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, al secondo capitolo
dedicato a Nauthiz, p. 30 e sgg, con dettaglio della nota 128 e al simbolo del strtm.
32
Ivi, da p. 67, con particolare riferimento alle osservazioni contenute nella nota 227. Ritorniamo
brevemente sui tre guna, per meglio comprendere le valutazioni su rajas che ci apprestiamo a fare:
I tre guna sono: sattwa, la conformit allessenza pura dellEssere o Sat, che identificata con la
luce intelligibile o la conoscenza, e rappresentata quale una tendenza ascendente; rajas, limpulso
espansivo, secondo il quale lessere si sviluppa in un certo stato e, in qualche modo, a un determinato
livello dellesistenza; infine tamas, loscurit, assimilata allignoranza e rappresentata quale una
tendenza discendente; Cfr. Ren Gunon, Introduzione generale allo studio delle dottrine ind,
Adelphi, Milano, 1989, cit. p. 185.
osserva nel proprio vaso33. Chiaramente questo linguaggio appartiene alle cifrature
dei codici ermetici, ma chiara per noi la distinzione di due fuochi, uno volgare e
uno segreto o filosofico, che possiamo serenamente far coincidere con le due linee
che abbiamo gi specificato sulla croce zodiacale. Entrambe lavorano sulla ruota e anzi
il fuoco di ruota fa appunto il suo esordio nelle condizioni di rajas/Raido attraverso
lAscendente, quel punto sotto il quale avviene lingresso del calore corporeo, che in
effetti dovr essere mantenuto tale per tutto il giro della ruota, per tutta la cottura della
vita. Chiaramente questo lambito inferiore del cammino ermetico che abbisogna
invece di un fuoco superiore, quello segreto o filosofico, coltivato dallartista,
come lo chiama Fulcanelli, secondo tratte che evocano i venti di Noto. Mentre per certi
versi il fuoco volgare equivale al ghiaccio dei venti di Borea, poich essendo fiamma
bassa essa presenta soprattutto un ruolo conservativo34.
Anche questo in teoria dovrebbe essere il regolare corso di un ciclo dellera terrestre,
sebbene ormai la distinzione netta tra un ghiaccio che immette e un fuoco che
rilascia, sembra essere manomessa, dal momento che il nostro preciso periodo
storico sembra indeciso tra forze che puntano i piedi per auto-conservarsi e spinte che
muovono invece per un cambiamento radicale. Ma non essendo unevoluzione
cosciente, cos come del resto testarda e bieca lautoconservazione, sono oggi venute
meno le stesse attribuzioni dei venti di Borea e Noto, che rappresentavano altres
energie capaci di dare il senso della continuit, mentre la nostra epoca indecisa giace
senza dubbio sotto il segno della discontinuit e della dissoluzione35.
in ogni caso da rilevare che queste due correnti, in linea di principio, corrispondono
anche ai due serpenti del caduceo ermetico, che a loro volta identificano spinte basse
(o appunto orizzontali equinoziali/lunari) e forze alte (o appunto verticali
solstiziali/solari)36. Come abbiamo detto riprendendo Gunon, entrambe queste
direttive rappresentano dei piani orizzontali rispetto allasse metafisico che procede dal
punto originale; eppure esse stesse hanno tra loro una relazione gerarchica. Questa
medesima gerarchia si ritrova peraltro nella descrizione delle linee a spirale che
Gunon offre a proposito dello sviluppo delle possibilit dellessere lungo la
successione che illustra i diversi gradi dellEsistenza; uno sviluppo che avviene in
33
Cfr. Il Mistero delle Cattedrali, cit. p. 54, con riferimento qui di Fulcanelli al Pome philosophic
de la Verit de la Phisique Mineralle del De Nuysement.
34
Notiamo che tale distinzione rimanda alle due differenti propriet del fuoco che abbiamo gi
menzionato, Agni, il calore, e Aor, la luce.
35
Chiaramente questo senso di dissoluzione, che non regolare scioglimento e rilascio, come lo
intendeva Porfirio a proposito dei venti di Noto, pu oggi essere letto su vari piani. Partendo dai
fenomeni naturali, ossia i sorprendenti sobbalzi climatici ai quali stiamo assistendo, fino ad arrivare
al problema centrale delle ideologie che non riescono pi a incidere, quantomeno come riferimento
di una civitas che invece pare compromessa da tutte le direzioni. Per non parlare del fenomeno del
terrorismo che si evoluto in forme sempre pi ibride e caotiche, confermando il senso di unepoca
che non riesce a spiegare nemmeno il suo valore quando si tratta di fornire diagnosi specifiche sui
propri avversari.
36
Lo stesso Gunon ha modo di notare come lasse verticale e lasse orizzontale della croce
coincidano con la Shruti, la luce diretta e solare della dottrina, e la Smriti, che invece la luce
riflessa, ossia lunare; cfr. Il simbolismo della croce, p. 93.
verticale e che Gunon spiega dopo aver illustrato le capacit di un singolo piano
orizzontale: () abbiamo finora considerato soltanto un piano orizzontale, cio un
solo stato dellessere, e dobbiamo ora raffigurare anche la continuit di tutti i piani
orizzontali, che rappresentano lindefinita molteplicit di tutti gli stati. Questa
continuit si otterr geometricamente in maniera analoga: invece di supporre che il
piano orizzontale sia fisso nello spazio a tre dimensioni (supposizione che del resto, se
si tiene conto del movimento, materialmente irrealizzabile, tanto quanto il tracciato
di una curva chiusa), ci basta supporre che esso si sposti in modo impercettibile
parallelamente a se stesso, rimanendo quindi sempre perpendicolare allasse verticale,
e in modo da incontrare successivamente tale asse in tutti i suoi punti consecutivi, il
passaggio da un punto allaltro dellasse verticale corrispondendo al percorso di una
delle spire della nostra figura. Supporremo che il movimento spiroidale sia isocrono,
anzitutto per semplificare il pi possibile la rappresentazione, e poi per esprimere
lequivalenza delle molteplici modalit dellessere in ciascuno dei suoi stati, quando
siano considerati dal punto di vista dellUniversale37. Notiamo in effetti che spire
(da cui spirale) un termine legato alle caratteristiche formali del serpente, e quindi
capiamo cos anche il valore dellavviluppamento del serpente lungo il caduceo, che in
effetti altro non che lasse verticale che fa da sostegno alle trame a spirale di cui dice
Gunon. Queste trame che vengono definite isocrone spiegano anche la simultaneit
del tempo metafisico rispetto alla cronologia che contraddistingue il semplice piano
orizzontale38.
37
Detto questo, c un altro passo rilevante nelle annotazioni di Porfirio che vale la pena
di riprendere: si tratta del mezzogiorno che, come abbiamo esposto nella lunga nota
24, identifica un momento cruciale da un punto di vista rituale: Ma poich Noto
riservato a gli dei, nei templi si stendono i veli a mezzogiorno pieno: si osserva cos il
precetto Omerico che proibisce a gli uomini lentrata nei templi quando il sole inclina
a mezzogiorno. [] Per tal modo Noto considerato quale simbolo del Mezzogiorno,
poich dio sullora di mezzogiorno sulla porta del tempio. Similmente anche per le
altre porte non era permesso di parlare in qualunque ora, quasi le porte avessero un
carattere sacro. Per questa ragione, i Pitagorici ed i saggi dellEgitto proibivano di
parlare nel varcare le porte e le entrate delle case ed onoravano con il silenzio il dio
che regge linsieme delle cose. Se consideriamo che Giano proprio il signore delle
porte, in quanto varco iniziatico, concludiamo che linterno del tempio specifica la
vera via e lesterno la vita profana il passaggio da Borea a Noto quindi, in
teoria, precluso a mezzogiorno39. Proprio lingresso del tempio, questa intercapedine,
questo spazio inafferrabile tra il dentro e il fuori, spiega il sacro mistero che
corrisponde alla terza faccia di Giano. Il Mezzogiorno del resto la sintesi tra lalba e
il tramonto, tra Noto (con il Sole in ascesa) e Borea (il Sole in discesa) e lo stesso vale
in termini alchemici, essendo la terza faccia di Giano la mediazione tra la fase
solvente e quella coagulante; lo stesso Dante colloca la morte di Cristo al
mezzogiorno del venerd precedente la Pasqua, nel 34esimo anno dalla sua
incarnazione si riprenda in tal senso la nota numero 4.
Nel simbolismo ermetico si dice daltro canto volatilizzare il corpo e corporizzare
lo spirito. La volatizzazione rappresenta appunto la dissoluzione del nostro peso
corporeo a favore della liberazione spirituale, laddove la corporizzazione data dalla
contrazione (con conseguente limitazione) della nostra anima nella sua deriva
discendente40. Il Mezzogiorno pertanto un tabu fino a quando le possibilit
dellambiente allattivit volitiva dellindividuo, la perseveranza di attivit volitiva, lintelligenza
o spirito di luce intellettuale; ivi, p. 223-224. Come si nota la compenetrazione dei fattori notevole,
anche considerando la differenza tra le predisposizioni originali e quegli elementi che invece
condizionano lesistenza sul piano fisico, quali ad esempio gli influssi educativo-ambientali in cui
lindividuo si ritrova a maturare.
39
Notiamo di sfuggita che il termine canicola in qualche modo riferibile alle ore pi calde della
giornata, quelle mediane appunto, alla calura estiva, che cade proprio nel periodo successivo al Fondo
Cielo/solstizio destate, e alla costellazione di Sirio, che ad agosto sorge insieme al Sole. Ma il cane
anche un simbolo lunare, come appare chiaro dalla presenza di due di questi animali nellArcano
maggiore numero 17 dei Tarocchi, peraltro in compagnia di un granchio assimilabile al Cancro, o
dallaccostamento che lo stesso Porfirio fa appunto tra Sothis e il Cancro (si veda la nota 24). Il
Cancro del Fondo Cielo e il solstizio destate hanno in sostanza un legame sotto pi di un aspetto.
40
Come sintuisce, lassociazione tra alchimia e astrologia assolutamente pertinente, e costante:
Secondo gli alchimisti, i metalli rappresentano tutte le forze planetarie riunite; per questa ragione
definiscono la loro arte anche come <<astronomia inferiore>>. In corrispondenza dei dodici settori
dello zodiaco, la materia deve superare dodici porte o stadi, fino a quando non ha raggiunto la
definitiva solidit nel colore rosso e <<lo zodiaco non ha pi potere su di lei>> (Nicolas Flamel);
cfr. Alexander Roob, Il Museo Ermetico - Alchimia & Mystica, Taschen, Colonia, 2003, cit. p. 80. Il
riferimento alla rubedo qui esemplare. Daltro canto, per riprendere le parole di Flamel, bisogna
considerare che proprio il raggiungimento dell opera al rosso consente di uscire definitivamente
E infatti colui che abbia raggiunto i pi alti livelli si trova di fronte a una doppia strada:
quella di restare, portando la sua saggezza superiore in terra, oppure di fondersi con
il Tutto, con il Principio che lha generato. E qui salta fuori, dalla duplice valenza
della ruota zodiacale, la reale istanza della creazione. Se liniziato rientra al centro della
croce inferiore esso agisce in senso microcosmico, ossia risorge come il Cristo,
realizzando le possibilit delluomo che sta nel mezzo del versante bidimensionale,
un ambito di conoscenza e saggezza che identifica una vita vissuta secondo le pi alte
possibilit spirituali concesse in questo pi ristretto territorio. Tale individuo
propriamente al centro del mondo terreno, come l uomo vero di cui abbiamo gi
detto. Se invece decide di proseguire il suo viaggio verso la fonte suprema della
conoscenza, esso si sublima con il centro della ruota macrocosmica e partecipa del
movimento eterno che la fa girare, diventando cos Uomo Universale; questo
propriamente lambito della croce superiore o tridimensionale.
va intesa in senso assoluto e totale. Ma perch sia possibile pensarla nella nostra attuale condizione
(di esseri appartenenti allo stato individuale umano) occorre che questa nozione sia resa intelligibile
secondo una modalit distintiva: tale concepibilit la <<perfezione attiva>> (Khien), possibilit
della volont nella Perfezione e naturalmente possibilit di onnipotenza, identica a quella che viene
chiamata <<Attivit del Cielo>>. Ma per poterne parlare anche necessario rendere sensibile tale
nozione (poich il linguaggio, come ogni espressione esteriore, necessariamente di ordine
sensibile); si tratta allora della <<perfezione passiva>> (Khouen), possibilit dellazione come motivo
e come fine. Khien la volont atta a manifestarsi, e Khouen loggetto di questa manifestazione;
per, quando si parla di <<perfezione attiva>> o <<perfezione passiva>>, non si parla gi pi della
Perfezione in senso assoluto, in quanto si introdotta una distinzione e una determinazione, dunque
una limitazione.; cfr. Il simbolismo della croce, cit. pp. 131-32. Gunon prosegue associando Khien
al Cielo, e all essenza, e Khouen alla Terra e alla sostanza. Questo ordine di cose pu essere
riferito a una serie di gerarchie complementari, a noi basta qui ribadire che i due diametri principali
della croce zodiacale hanno tra di loro un rapporto analogo, se non quando essi diventano il versante
inferiore (sia esso Terra, sostanza, Khouen o perfezione passiva) rispetto a quellasse verticale
(e nascosto in questo caso) che domina la croce tridimensionale. Poco pi avanti nel suo studio, a
pagina 134, Gunon, riprendendo ancora una volta i tre assi che determinano questa croce
tridimensionale, associa alla Via, ossia al Tao nella sua completezza per riprendere lo stesso
Matgioi, la direttiva dellasse verticale. Seguono poi i due assi orizzontali, uno simbolo della Verit,
e laltro della Vita. La Verit nello specifico si riferisce alluomo intellettuale ed secondo noi
associabile alla linea Fondo Cielo-Medio Cielo che in effetti rappresenta la ricerca del proprio s
superiore, della propria intellettualit pura. Ovvero si d il caso che sia la Verit a introdurre
lindividuo nelle coordinate dellessenza che promana dalla Via che autentico Principio. Mentre
la Vita indica non dimeno laspetto corporeo, e abbiamo visto come abbia senso attribuire questi
aspetti alla linea equinoziale che unisce lAscendente col Discendente.
maggiore, che infatti simbolo delliniziato in potenza, colui che in qualche modo
si trova ad agire nello snodo della croce zodiacale, muovendosi tra passato e futuro
(ciclico e individuale), alla ricerca del suo eterno presente, identificato, come abbiamo
visto, dal centro stesso della croce e dalla terza faccia di Giano.
Nellultimo Arcano maggiore una donna nuda a dominare questo punto, la Sophia
finalmente denudata agli occhi di colui che si fatto sapiente, e che ha potuto far
mediare in s i quattro elementi, raggiungendo la quintessenza. Notiamo di sfuggita
come proprio il cinque sia cifra accostabile alla Sophia svelata anche nelle
interpretazioni qabbalistiche suggerite da Gershom Scholem45 a proposito della
Shekhinah. La questione ovviamente complessa e non risolvibile qui; daltro canto le
speculazioni in materia abbondando al punto da portare lo studioso della Qabbalah a
una ricostruzione stratificata. La Shekhinah viene intesa anche come lapprodo delle
sefirot, adagiandosi a Malkhut, ossia con quello stesso Mondo di cui sintesi il
ventunesimo Arcano maggiore, tanto che in un passo del Bahir si legge: () essa il
<<principio di questo mondo>> e il <<riflesso>> che stato preso dalla luce
primordiale nascosta, dalla <<buona luce che stata nascosta a beneficio dei giusti>>.
Dio ha preso da questo raggio e <<ha ricapitolato in esso le trentadue vie della Sophia
per darlo al mondo terreno>> ()46. Ci che a noi interessa che queste trentadue
vie, per addizione interna, diano vita proprio al cinque, che effettivamente cifra della
Sophia svelata, tanto da associare nuovamente lArcano ventuno allessenza esoterica
della Shekhinah stessa; sebbene nel corso della sua trattazione, Scholem faccia anche
distinzione tra una Shekhinah superiore e una Shekhinah inferiore47.
Torneremo pi avanti ad analizzare i punti di contatto tra Tarocchi e Qabbalah, per ora
limitiamoci a comprendere il valore delle quattro creature che campeggiano ai lati
dellArcano ventuno. Esse sono state chiaramente riferite al Tetramorfo, e dunque agli
evangelisti. Oswald Wirth, tra gli altri, riferisce il Toro/Bue (ma lo chiameremo dora
queste direzioni intercardinali la pianta tetragonale di una casa tradizionale e del disegno di una
griglia sacra; cfr. Nigel Pennick, Tradizione Nordica, Atanr, Roma, 1990, cit. p. 15. Queste otto
direzioni peraltro equivalgono alle quattro dritte e alle quattro oblique del Tai Chi.
45
Cfr. Gershom Scholem, La figura mistica della divinit Studi sui concetti fondamentali della
Qabbalah, Adelphi, Milano, 2010.
46
Ivi, cit. p. 147. Il ritorno al 5 peraltro frequente: Scholem parla anche delle cinque anime,
nefesh, ruah, neshamah, hayyah e yehidah, a loro volta corrispondenti ai cinque mondi; ivi, p. 204.
Le anime, nello specifico, sono entit ancora pi interne rispetto agli angeli e contribuiscono a
creare un ponte tra la dimensione umana e quella universale; un ponte che sappiamo essere
venuto meno, tanto che la stessa Qabbalah insiste sulla cosiddetta rottura dei vasi prodottasi in seno
alle sefirot.
47
Senza entrare eccessivamente nellargomento, segnaliamo che Scholem rinviene appunto nelle
trattazioni qabbalistiche una differenza sostanziale tra una Shekhinah superiore, fatta coincidere con
una delle sefirot iniziali, Binah (sulla cui natura peraltro torneremo), e una Shekhinah inferiore,
appunto specificata dallultima sefirah di Malkhut; ivi, pp. 150 e sgg. interessante notare come
queste due Shekhinah siano messe in relazione tra loro come i due triangoli che costituiscono il sigillo
di Salomone.
in poi Toro per semplificare le cose) alla terra, a San Luca e alla primavera; il Leone
al fuoco, a San Marco e allestate; lAquila allaria, a San Giovanni e allautunno;
lAngelo allacqua, a San Matteo e allinverno48. Se non sussistono dubbi sul
simbolismo del Toro e del Leone, che lo stesso Wirth associa ai rispettivi segni
astrologici, di pi difficile individuazione rimane il rapporto che lega lAquila e
lAngelo allo Scorpione e allAcquario dello zodiaco. Ci torneremo in un secondo
tempo, mentre ora importante capire che cosa suggeriscano questi quattro segni.
Innanzitutto va precisato che essi rappresentano le modalit fisse dei quattro elementi
ai quali appartengono (il Toro per la terra, il Leone per il fuoco, lo Scorpione per
lacqua e lAcquario per laria)49. La questione da porsi successivamente la seguente:
in che maniera essi stessi si relazionano rispetto ai quattro punti principali che abbiamo
indicato sulla ruota zodiacale di base? Se teniamo conto che lAscendente si posiziona
nella cuspide tra Pesci e Ariete (e che poi giunge il Toro), che il Fondo Cielo
collocabile tra Gemelli e Cancro (e a essi segue il Leone), che il Discendente presente
a cavallo di Vergine e Bilancia (prima dello Scorpione); e che, infine, il Medio Cielo
si trova tra Sagittario e Capricorno (in uno snodo che procede lAcquario), potremmo
ipotizzare che si compia qui una sorta di scivolamento verso un segno che in qualche
modo prodotto dallincontro dei due segni che lo anticipano nella ruota zodiacale.
Uno scivolamento che in vero combacia con la cosiddetta teoria della precessione
degli equinozi. Ormai quasi una trentina danni fa David Ulansey fece scalpore
accademico, rinvenendo nella simbologia del culto di Mithras la conferma della
precessione degli equinozi e nella tauroctonia, ossia nelluccisione del toro, immagine
tipica dellesoterismo e del ritualismo mitraici, una precisa mappatura del cielo50. I 7
elementi della rappresentazione mitraica sono il Toro (che collima con lomonimo
segno astrologico), lo Scorpione (con le medesime analogie), il Cane (ossia il Cane
Minore), il Serpente in quanto riproduzione della costellazione dellIdra, il Corvo (che
a sua volta il nome specifico di una costellazione), il Leone, che simboleggerebbe
appunto le stelle del Leone, la Coppa (da riferire allAcquario proprio secondo
Ulansey, e ne capiremo ora il perch); infine, elemento accessorio, la Spiga, che in
alcune testimonianze germoglia proprio dalla coda del Toro sacrificato, da associare
naturalmente a Spica, la stella pi luminosa della costellazione della Vergine51.
interessante che nel ragionamento di Ulansey sia presente proprio il richiamo alla Spiga
e alla costellazione della Vergine, dato che in precedenza abbiamo riferito limmagine
48
Cfr. Oswald Wirth, I Tarocchi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1973, con particolare riferimento
agli schemi di pagina 90 e 104.
49
Come ampiamente noto, i trigoni dei segni zodiacali, distribuiti secondo il loro legame con gli
elementi, sono divisi in cardinali, fissi e mutevoli. I quattro segni fissi, per ciascun elemento,
sono appunto il Toro, lo Scorpione, il Leone e lAcquario. Torneremo pi avanti su questi aspetti.
50
Cfr. David Ulansey, I misteri di Mithra - Cosmologia e salvazione nel mondo antico, Edizioni
Mediterranee, Roma, 2001.
51
Ivi, p. 24, con riferimento al contributo di K.B. Stark, Die Mithrasteine von Dormagen.
di una spiga che fiorisce dopo un lungo trambusto (una spiga che in qualche modo
indica la pienezza della fase lunare giunta al culmine della sua crescenza) alla posizione
del Discendente, ossia quella tappa che conclude la via equinoziale iniziata con
lAscendente. In effetti il Discendente, nello zodiaco di base, si colloca proprio tra
Vergine e Bilancia, ossia possiamo ipotizzare che nella tauroctonia vi siano gli indizi
di tale simbologia.
In ogni caso tutte queste informazioni hanno portato Ulansey a riflettere sui possibili
sovvertimenti, avvenuti nel corso dei secoli, nel rapporto tra equatore celeste e
calendario terrestre: () la precessione degli equinozi causa un lento movimento a
ritroso dei punti equinoziali lungo lo zodiaco, che impiegano 2.160 anni ad attraversare
ogni costellazione, e coprono lintero zodiaco in 12 volte 2.160, cio in 25.920 anni 52.
Perci, al momento attuale lequinozio di primavera ha luogo quando il sole si trova
nella costellazione dei Pesci, ma tra qualche centinaio danni lequinozio sar
nellAcquario (quando sorger la cosiddetta Et dellAcquario)53. E, punto da notare,
nel periodo greco-romano lequinozio di primavera era nella costellazione dellAriete,
mentre lequinozio dautunno era nella Bilancia. Ecco perch, dovremmo ricordarlo,
la teoria di Speidel54 sullequatore celeste problematica, in quanto il simbolismo della
tauroctonia include chiaramente Toro e Scorpione e non Ariete e Bilancia, che, essendo
le costellazioni equinoziali nel periodo greco-romano, avrebbero dovuto essere
mostrate in ogni rappresentazione dellequatore celeste dellepoca. Tuttavia, il
fenomeno della precessione degli equinozi potrebbe anche fornirci una possibile
52
Si nota qui di sfuggita come questa cifra coincida in qualche modo con il doppio della durata di un
Manvantara. Scrive a tal proposito Gunon: Il periodo che nelle diverse tradizioni appare con
maggior frequenza non tanto quello della precessione degli equinozi quanto la sua met: questo
in effetti il periodo che corrisponde al <<grande anno>> dei Persiani e dei Greci, spesso calcolato
approssimativamente in 12.000 o 13.000 anni, e la cui esatta durata di 12.960 anni; cfr. Forme
tradizionali e cicli cosmici, cit. pp. 18-19.
53
Et dellAcquario che, come noto, ha dato il via a una serie di teorie e interpretazioni, sulle quali
non vale la pena dinsistere. Come abbiamo detto in chiusura di primo capitolo qui
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, secondo noi una nuova
Et dellOro, quindi una rinascita pi che un rinnovamento, sar possibile solo nel momento in cui
lattuale Kaly-Yuga avr raggiunto il suo punto pi basso.
54
Ulansey si riferisce al trattato di Michael Speidel, Mithras-Orion, E.J. Brill, Leien, 1980, in cui
lautore sostiene che le costellazioni della tauroctonia mitraica siano quelle presenti ininterrottamente
nella porzione di cielo che va dal Toro allo Scorpione. Aggiunge Ulansey: Ipotizza quindi che, se
tutte le figure della tauroctonia rappresentano costellazioni sullequatore, lo stesso Mithras deve
rappresentare una costellazione equatoriale, e propone limportante costellazione equatoriale di
Orione, come corrispettivo astrale di Mithras. Sfortunatamente, anche la teoria di Speidel presenta
seri punti deboli perch, stando ad essa, ci aspetteremmo di trovare le rappresentazioni di Ariete e
Bilancia nella tauroctonia (un ariete e due piatti di bilancia), dal momento che, in quanto costellazioni
degli equinozi (i due punti in cui lequatore incrocia lo zodiaco), erano nel periodo greco-romano le
due pi importanti costellazioni equatoriali. Ma invece di Ariete e Bilancia, troviamo nella
tauroctonia due altre costellazioni dello zodiaco: Toro e Scorpione; Cfr. I misteri di Mithra, cit. p.
32. Il motivo di tale avvicendamento proprio quello che stiamo rilevando nel corpo principale del
testo.
Torneremo tra breve su questo lasso di tempo, cercando di suggerire alcune chiavi di lettura.
Ivi, cit. pp. 58-59.
57
Ivi, cit. p. 62.
58
Secondo Porfirio: Come creatore e signore della genesi, Mithras posto nella regione
dellequatore celeste. Chiaramente, laffermazione di Porfirio in sorprendente sintonia con la nostra
interpretazione della tauroctonia. il caso per di notare che poche righe prima Porfirio afferma
esplicitamente che i punti equinoziali sono in Ariete e in Bilancia, e non in Toro e Scorpione, come
56
Ivi, cit. pp. 37-39. Gunon ebbe modo di notare come, al di l di precedenti o successive
trasmissioni, la parola Tul designasse la Bilancia; cfr. Ren Gunon Il Re del Mondo, Adelphi,
Milano, 1977, p. 96. Ad ogni buon conto, se la tradizione primordiale andava collegata allOrsa
maggiore, e allestremo settentrione boreale (da cui appunto i septem triones del grande carro),
nelle manifestazioni successive che ancora conservavano la denominazione Tula (come nel caso della
civilt atlantidea) per forza di cose doveva essersi prodotto un trasferimento, da una costellazione
allaltra, di una dottrina sempre pi distante dal punto della sua originale propagazione; cfr. Forme
tradizionali e cicli cosmici, p. 29. Ci torneremo a breve.
63
Scrive a tal proposito Ulansey, riferendosi al ruolo simbolico di Perseo e alle scoperte di Ipparco,
colui che avrebbe appunto osservato il fenomeno noto come precessione degli equinozi: Quindi,
detto ci, possibile offrire unulteriore spunto di riflessione, che segnaliamo in nota
consci della sua problematicit64.
la scoperta di Ipparco ha chiarito che prima del periodo greco-romano, durante il quale lequinozio
di primavera cadeva in Ariete, lultima costellazione in cui lequinozio di primavera cadeva era quella
del Toro. Cos sarebbe difficile immaginare per la precessione un simbolo pi appropriato del simbolo
della morte di un toro, che rappresenta la morte della precedente Et del Toro, causata dalla
precessione. E, in tale contesto, la posizione fortuita della costellazione di Perseo direttamente sopra
il Toro avrebbe quindi suggerito limmagine di Perseo come responsabile della morte del toro. Leroe
che uccide il toro simboleggerebbe la forza cosmica, che, muovendo lintera struttura del cosmo in
modo da spostare lequinozio di primavera dalla costellazione del Toro allattuale posizione
dellAriete, distrusse, in tempi antichi, il potere del toro. Cos sarebbe sorto il nucleo iconografico
della tauroctonia. Ma, siccome la precessione sposta non solo gli equinozi, ma anche lequatore
celeste, le costellazioni equatoriali dellet del Toro (ma solo quelle che si trovavano al di sotto della
costellazione di Perseo, in omaggio alla sua sovranit) sarebbero state incorporate nelliconografia,
dandoci cos la tauroctonia completa; cfr. I misteri di Mithra, cit. p. 92-93.
64
Pi in generale, proprio la precessione degli equinozi potrebbe suggerire uno schema a scalare,
al fine di rinvenire le corrispondenze tra le precessioni e gli Yuga. vero che la precessione degli
equinozi, che prevede una durata fissa anche nelle parole di Ulansey, si confronterebbe cos con la
variabile evoluzione dei singoli Yuga, eppure alcune rilevazioni simboliche paiono sensate.
Consideriamo infatti le quattro et, ipotizzando che proprio il Kaly-Yuga sia la fase inaugurata dall
uccisione del Toro e dal passaggio allAriete. Tornando indietro avremmo che il Dwpara-Yuga (o
Et del bronzo) equivarrebbe a unera con lequinozio di primavera in Toro; che il Trta-Yuga (o
Et dellargento) avrebbe lequinozio in Gemelli e che infine il Krita-Yuga o Satya Yuga (o Et
delloro) presenterebbe lequinozio in Cancro. Lelemento pi lampante, in base ai discorsi illustrati
nel secondo capitolo, il riferimento al Cancro, alla porta dunque degli uomini che Porfirio associa
ai venti di Borea. Proprio la fase iperborea quella che Gunon considera la pi alta del ciclo terrestre,
avremmo quindi in questa sovrapposizione un riferimento a sostegno. Bisogna tuttavia considerare
che lanno tradizionale iperboreo iniziava con il solstizio invernale, e non con lequinozio di
primavera, pertanto necessario calcolare sotto quale segno astrologico potesse collocarsi il solstizio
invernale, tenendo conto che lequinozio di primavera era in Cancro. Operando gli slittamenti del
caso, il risultato il seguente: solstizio dinverno in Ariete; equinozio di primavera appunto in
Cancro; solstizio estivo in Bilancia ed equinozio dautunno in Capricorno. Che cosa notiamo? Che i
segni astrologici interessati sono i medesimi di adesso, sebbene con ruoli invertiti, dal momento che
lAriete e la Bilancia sono ora sedi equinoziali, mentre secondo questo calcolo allepoca lo sarebbero
stati in chiave solstiziale; e lo stesso dicasi per Cancro e Capricorno, ora momenti solstiziali,
quando allepoca dovevano essere equinoziali. Ne deriverebbero in sostanza alcune significative
corrispondenze, sebbene le due porte solstiziali indicate da Porfirio sotto i segni di Cancro e
Capricorno, secondo questo calcolo basato sulle precessioni, in unipotetica Et delloro sarebbero
state porte equinoziali. Altres ne esce confermato il ruolo dellAriete quale segno sotto il quale il
mondo stato creato. infatti indiscutibile che, stando al quadro astrologico delineato da Ulansey,
la croce zodiacale, per come labbiamo interpretata in apertura di questo studio, rappresenterebbe lo
schema vigente ai tempi dei greco-romani, quindi dopo lavvenuta precessione degli equinozi che la
tauroctonia mitraica suggerisce. Lesordio in Ariete dello zodiaco attuale potrebbe essere la
rievocazione, nellultima fase del presente Manvantara, di quello che era il quadro iniziale.
Ovviamente noi non stiamo calcolando qui quanto dovr ancora durare il presente Kaly-Yuga,
sebbene i segni dei tempi siano tutto fuorch confortanti; lo stesso Gunon, senza chiaramente fornire
date precise, sottoline il progressivo moto di accelerazione che il corso della manifestazione
intraprende man mano che le ere si susseguono: Se la durata complessiva del Manvantara
rappresentata dal numero 10, quella del Krita-Yuga o Satya-Yuga, lo sar dal 4, quella del Trta-Yuga
dal 3, quella del Dwpara-Yuga dal 2 e quello del Kaly-Yuga dall1; cfr. Forme tradizionali e cicli
sorso dissolvente, cos come la luna in senso astrologico (e pure ermetico) fornisce il
primo, sottile, scioglimento dai vincoli terreni.
Si posiziona invece a destra, ricalcando lasse verticale della croce zodiacale che
connette il Fondo Cielo con il Medio Cielo, il percorso che lega il Leone allAquila,
omologhi del Leone e dellAcquario astrologici, vettori del fuoco e dellaria, che
hanno in comune, bench quello dellaria presenti un tratto orizzontale nella sua
meridiana, il simbolo del triangolo dritto. In questo caso il fuoco a bruciare ci che
superfluo e a consentire la mutazione/realizzazione di ci che necessario in estrema
istanza e che stato cristallizzato dalla purificazione - questo processo chiarito dal
ritorno del trattino nel triangolo dellaria, dettaglio che evidenzia la fissazione del
corpo spirituale. Va da s che lacqua e laria siano i vertici elementali, rispettivamente,
del percorso lunare e solare che lo zodiaco sottintende e che ritroviamo in Il
Mondo, cos come la terra e il fuoco inquadrano altres i supporti inferiori, ma
imprescindibili, di entrambe le vie. Lacqua mette cos le ali al Toro (le ali dellAngelo)
e laria mette le ali al Leone (le ali dellAquila).
A proposito di quest ultimo passaggio, lo stesso Ulansey ha modo di notare come pi
di un monumento mitraico riproduca il dio alato dalla testa leonina, unione quindi di
Aquila e Leone, peraltro in piedi su una sfera celeste su cui si intersecano due cerchi
che corrispondono alleclittica e allequatore celeste74. Platone nel Timeo associa
proprio lorigine della creazione del Demiurgo a due cerchi uniti a forma di X75; un
segno che indica, anche nei monogrammi di Cristo e Costantino, il versante passivo
della manifestazione, ossia il Mondo76: proprio lArcano ventuno, nella composizione
dei quattro angoli e dellelemento centrale, suggerisce la traiettoria di una X. Questa X
idealmente fusione delle due principali linee della croce zodiacale, delle due verticali
delimitanti lArcano 21 e anche dei due triangoli che costituiscono il Sigillo di
Salomone; certamente pure Bohas e Jakin, le colonne del vestibolo del tempio
salomonico, sono emblemi delle due laterali de Il Mondo e, pi in generale, il
simbolismo delle colonne rientra costantemente negli Arcani maggiori dei Tarocchi77.
74
Cfr. I misteri di Mithra, p. 57. Simbolo analogo alla sfinge e al dio leonino alato quello del drago
cinese. La via del drago, proprio nellesoterismo cinese, rappresenta quella delliniziato.
Sullargomento il gi citato La Via metafisica di Matgioi, p. 45 e sgg.
75
77
nel
capitolo
Ricorrente il riferimento in Wirth, che proprio nel dualismo della Papessa riconosce la distinzione
tra le due colonne: Uscendo dallUnit in cui tutto si confonde, noi entriamo nel dominio del Binario
o della distinzione; il sagrato del Tempio di Salomone, dove sinnalzano le due colonne Jakin e
Bohas, tra le quali troneggia la Papessa, davanti ad un velo dalle sfumature cangianti, che maschera
lingresso del santuario; cfr. I Tarocchi, cit. p. 128.
Ivi, p. 53.
E che infatti pone a confronto lindividuo con laltro che in lui. Avremo modo di capire meglio
queste attribuzioni nel corso dellultimo capitolo, allorch analizzeremo le case, sia dal punto di vista
dellermetismo che di pi recenti studi astrologici.
86
Ossia mettendo in relazione lindividuo con la sua essenza spirituale. Anche qui rimandiamo
allultimo capitolo e ai suoi approfondimenti.
87
Beninteso intendiamo qui la Iside svelata, quella che abbia nel frattempo fruttificato e partorito
il seme buono; in tutto il simbolismo ermetico esiste infatti anche una Iside primitiva, che stata
fatta coincidere con le Vergini nere delle cattedrali: Il senso esoterico delle nostre Vergini nere non
pu esser meglio definito. Esse raffigurano, nella simbologia ermetica, la terra primitiva, quella che
lartista deve scegliere come soggetto della propria grande opera. la materia prima allo stato di
minerale, come e quando viene estratta dai filoni metalliferi, profondamente nascosta sotto la massa
rocciosa.; cfr. Il mistero delle cattedrali, cit. p. 62. In ogni caso questa linea evolutiva coincide con
le operazioni duali della Papessa e con il versante passivo delliniziazione.
85
nellacquisizione di quelle chiavi dorate o solari che patrocinano invece la linea del
Fondo Cielo/Medio Cielo che dal Leone conduce allAcquario, o dal Leone allAquila,
sempre rievocando il senso della linea di destra de Il Mondo dei Tarocchi88.
La quintessenza si compie nellincontro tra i due percorsi, e proprio i valori numerici
dellArcano ventuno sortiscono dallaccoppiamento del due di sinistra con luno di
destra. Se inoltre moltiplichiamo il 21 per le quattro ricorrenze annuali (equinozi e
solstizi) che abbiamo associato ai quattro angoli dellultimo Arcano maggiore,
otteniamo l84, la cui somma interna d il 12 che proprio la cifra zodiacale per
eccellenza, delle case e dei segni, e cos degli altrettanti mesi su cui si innesta il ciclo
annuale. Il 12 daltro canto inversione del 21, e in ogni caso la somma dei fattori di
tali numeri produce sempre il 3, cifra dei gradi iniziatici in quanto specchio dei tre
livelli di cui imbevuta la stessa sostanza dellindividuo (spirito/anima/corpo) e la
stessa manifestazione, intesa nella sua complessit generale: Principio immanente,
Cielo (Sole) e Terra (Luna)89.
88
Ricordiamo quale sia il valore del rosso nel senso delle operazioni ermetiche. Abbiamo
precedentemente ribadito questo aspetto nei suoi rapporti col guna rajas e con la runa Raido.
89
Chiaramente questo ternario pu essere scomposto in tanti modi, a seconda della simbologia
considerata e dei livelli di interpretazione. Rimandiamo in tal senso a Ren Gunon, La Grande
Triade, Adelphi, Milano, 1980. Ecco allora che a Spiritus / Animus / Corpus (p. 92 e sgg.) si associano
rispettivamente Zolfo, Mercurio e Sale (p. 100 e sgg).
91
In altri testi ed autori lermetismo ricorre al simbolismo della distillazione intesa ad ottenere la
quintessenza (quinta essenza) di un 1iquido. Si riscalda la materia prima nellalambicco, si separa la
parte densa dalla parte sottile mediante levaporazione, si condensa la parte sottile evaporata, si
distilla a parte e si finisce con l'ottenere lacquavite (aqua vitae), lacqua della vita, lacqua ardente,
lelisir di lunga vita, lo spirito puro o concentrato (Raimondo Lullo o pseudo Raimondo Lullo); cfr.
Arturo Reghini, I numeri sacri nella Tradizione Pitagorica Massonica, Casa Editrice Ignis, Roma,
1947, cit. p. 82.
91
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, p. 40 e sgg.
90
. Proprio Gebo inglobata allinterno di Dagaz , lultima runa del Futhark antico
ultima secondo noi, visto che la collocazione di Dagaz controversa, come abbiamo
avuto modo di rilevare in passato92. Daltro canto la struttura de Il Mondo (con le sue
figure laterali e il suo nucleo centrale) riproduce la stessa immagine di Dagaz, intesa
quale quintessenza; lo stesso simbolismo celtico dice qualcosa in merito, peraltro con
ulteriori risvolti sulla fusione di aspetti lunari e solari, a proposito del cinque93.
Ad ogni modo in Dagaz questo incrocio, lo abbiamo chiarito altrove94, rappresenta il
risveglio del terzo occhio. Dagaz infatti super sintesi di due facolt parallele,
rispettivamente Janua Inferni e Janua Coeli, oppure Luna e Sole, unione delle due
fondamenta che costituiscono la res bina dellAndrogino. Non solo; Dagaz, come ha
suggerito Freya Aswynn, e cos del resto accade con lossatura del ventunesimo Arcano
maggiore, riproduce la struttura del cervello umano95. Lemisfero sinistro regola infatti
Ivi, laccenno nella nota 82 e largomento sviluppato nelle pagine successive.
In Europa, il numero cinque viene visto, tra laltro, come simbolo del collegamento di sole e luna;
cfr. Sabine Heinz, I Simboli dei Celti-Il fascino magico di un popolo straordinario, Edizioni Il Punto
dincontro, Vicenza, 2000, cit. p. 238. Particolare rilevanza ha anche il cinque nelle ricostruzioni di
Reghini: Il numero cinque o pentalfa il simbolo dellarmonia, e quindi anche il simbolo della
fratellanza pitagorica come la stella fiammeggiante il simbolo della fratellanza massonica cementata
dal brotherly love. I pitagorici scrivevano in corrispondenza dei vertici del pentalfa le lettere
componenti la parola , ossia salute, perch larmonia di tutti gli elementi e di tutte le funzioni
del corpo si manifesta come salute e larmonia di tutti gli elementi spirituali rende possibile la salute
o salvezza, intesa sia nel senso escatologico dellorfismo sia nel senso pitagorico della palingenesi;
cfr. I numeri sacri nella Tradizione Pitagorica Massonica, cit. p. 56. Anche il Kremmerz si esprime
in termini analoghi a proposito del simbolismo della stella caudata: Lemblema dellantico magismo
era la stella caudata, come lemblema delluomo evoluto era la stella a cinque punte (il pentagramma
dei cabalisti). La stella il simbolo di luce sul fondo cupo del cielo dove la divinit e i fati si celano.
La stella caudata non lastro in visione continua. la cometa, vale a dire una apparizione ciclica
della luce che, come nelle prime idee dei popoli, ha influenza sulle cose del mondo. La stella fissa e
luminosa, senza coda, levoluzione compiuta di un uomo intelligente integrato nei suoi poteri divini.
Immaginate le luci che sono sul fondo cupo della volta celeste da voi dipinta su di un foglio piano,
aggiungetevi un disco molto grosso che rappresenti il sole, e un disco pi piccolo la luna, ed avrete
la concezione del magismo jeratico. Cio una forza maschia generante, luminosa e calda per s, il
sole, simbolo di tutta la forza attiva trasformante continuamente il creato: un utero che riceve la
fecondazione solare, e impregnato e fecondato pone in gestazione il creabile, Luna: circondate questi
due astri maggiori che rappresentano lattivo e il passivo della creazione, di tante stelle e in ogni stella
vedrete una vita evoluta, ossia appunto delle forze da fondere in un solo afflato; cfr. Giuliano
Kremmerz, La Scienza dei Magi - volume secondo, Edizioni Mediterranee, Roma, 1975 , cit. p. 234.
94
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, p. 99 e sgg.
92
93
Cfr. Freya Aswynn, Runes & Feminine Powers Northern Mysteries & Magick, Llewllyn
Worldwide, Woodbury, 1998. Magically, Dagaz can function internally as a rainbow bridge by
connecting the right hemisphere of the brain with its left hemisphere. The left eye is controlled by the
right hemisphere and the right eye by the left hemisphere. By visualizing a golden line of light,
starting in the left eye, moving upwards to the left hemisphere and then downwards connecting with
the right eye, and then continuing to visualize the line upwards to the right hemisphere and
downwards to the left eye again, thereby closing the circuit, a Dagaz rune is traced; ivi, cit. p. 89.
95
cervello creando quella sintesi particolare che produce lintellettualit pura. Ci non di
meno notiamo che, cos come la Terra uno specchio del Cielo, cos lo schema del
nostro cervello un riflesso del piano divino, e tale piano passa per la raffinata funzione
del terzo occhio che tanto Dagaz (nel suo incrocio centrale) che lArcano maggiore
numero ventuno (nella donna svelata al centro) suggeriscono.
Proprio per la sua antichit, lo stesso cerchio zodiacale va interpretato come originale
tabulato del complesso intreccio macrocosmico/microcosmico. Daltro canto se
uniamo i quattro punti principali della croce zodiacale otteniamo un quadrato inserito
nel cerchio che cosa appunto questa, se non una quadratura del cerchio? Tale
infatti lopera che abbia saputo amalgamare i due risvolti di una medesima
medaglia98 attraverso un perno centrale che ancora una volta principio originante
oppure terzo occhio, a seconda della prospettiva con cui si vive ed osserva la
rappresentazione universale.
A proposito della norma sacra del dodici, in relazione peraltro al cinque, oltre che allo zodiaco,
citiamo il Reghini, in particolare riallacciandoci alla figura del dodecaedro: Ora il dodecaedro il
poliedro polare dellicosaedro ed ha pertanto dodici facce che sono dei pentagoni regolari, ha venti
vertici e trenta spigoli. () i diametri della circonferenza circoscritta ad una faccia passanti per i
vertici la suddividono in dieci triangoli rettangoli eguali, ma se nella faccia si inscrive il pentalfa tutto
il pentagono viene suddiviso dai lati del pentalfa e dai diametri passanti per i vertici del pentalfa in
trenta triangoli rettangoli, i quali questa volta non sono isosceli, non sono neppure i triangoli rettangoli
bellissimi cari a Timeo (cio con lipotenusa doppia del cateto minore) e non sono neppure tutti eguali
n equivalenti. In compenso la superficie del dodecaedro si suddivide in tal modo in 360 triangoli, e
corrispondentemente il dodecaedro si decompone in 360 tetraedri che li hanno per base ed hanno per
vertice il centro del poliedro. Ora 360 il numero delle divisioni dei dodici segni dello zodiaco, ed
il numero dei giorni dellanno egizio cfr. I numeri sacri nella Tradizione Pitagorica Massonica, cit.
p. 52.
103
Va anche notato che una precisa norma rimasta nelle chiese cattedrali, sempre nel rapporto tra
orientazione e punti cardinali: Tutte le chiese hanno labside rivolto verso sud-est e la loro facciata
verso nord-ovest, mentre i transetti, che formano il braccio trasversale della croce, sono orientati nella
direzione nord-est, sud-ovest. Questa orientazione invariabile, deliberatamente voluta, in modo che
i fedeli ed i profani entrando in chiesa da Occidente, avanzassero dritti verso il santuario con la faccia
rivolta verso il luogo da cui sorge il sole, verso Oriente, la Palestina, culla del Cristianesimo. Essi
lasciano le tenebre e vanno verso la luce; cfr. Il Mistero delle Cattedrali, cit. p. 53. Notiamo quindi
una sorta di spostamento su quella che abbiamo definito essere la linea orizzontale del cerchio
zodiacale, da Ascendente a Discendente, da Occidente a Oriente appunto, da Shdra a Kshatriya, per
dirla in un altro modo. Anche questa direttiva principale della chiesa cattedrale, fondata sulla linea
minore del cerchio zodiacale, verosimilmente suggerisce il decadimento qualitativo di cui abbiamo
gi parlato e che larte costruttiva medievale, chiaramente fondata su crismi tradizionali, non poteva
che confermare.
Nella ruota zodiacale il dodici chiaramente una cifra fondamentale, indicando i segni
e anche le case. Le case sono i gradini, le caselle, le tessere di un mosaico che delinea
propriamente il percorso di ciascun individuo. E ci valido tanto dal punto di vista
preliminare, ossia determinando quelle che sono le qualifiche di base, sia per quanto
riguarda quelle che sono le prove da sostenere, e i punti critici da sciogliere. Ecco che
allora diventa quanto mai sensato parlare delle dodici fatiche dErcole a proposito di
quello che il viaggio personale lungo le case, con rispettivi collocamenti di segni e
pianeti, nella misurazione del proprio tema natale104.
Detto questo, introduciamo il nostro viaggio nelle dodici case, partendo dai principali
pianeti presi in considerazione dallermetismo, sebbene sarebbe pi corretto parlare di
piani piuttosto che di pianeti, ma del resto questa assonanza assolutamente
coerente anche considerando che la pianeta un paramento sacerdotale che definisce
precise funzioni e che specifica particolari periodi del calendario liturgico.
Analogamente le quattro nature ermetiche -Saturno, Luna, Mercurio, Sole- presentano
attribuzioni particolari e modalit despressione complementari tra loro.
Saturno indica chiaramente il piombo corporeo, la pasta di base, la pietra su cui
comincia lopera di rimodellamento delliniziato. La Luna apporta invece i primi
elementi sottili, concerne la vita onirica e astrale, quel distacco non ancora cosciente e
totalmente differenziato che liniziato percepisce su di s. La luce lunare del resto
riflessa rispetto a quella solare. A far da tramite tra le due opera nello specifico il
Mercurio: egli, nella sua variante mitologica, alato, lo psicopompo ideale, il
trasportatore dellanima, colui che mette in comunicazione i piani bassi e alti dell
insieme. Il Sole raccoglie e fissa in s tutte le qualit sottostanti e le sublima in un
corpus unico che rappresenta la luce di riferimento, lastro personale105 del soggetto106.
http://www.eridanoschool.it/rubriche/dettaglio_rubrica.asp?id=245 si vede qui come le dodici
fatiche dErcole siano associate alle dodici case e dunque ai dodici segni. Come vedremo nel corso
di questo capitolo la nostra interpretazione delle dodici case si appogger prevalentemente su
argomenti ermetici.
105
Ci che stiamo dicendo peraltro non smentisce il fatto che qualsiasi individuo, al di l delle sue
possibilit personali, possegga contemporaneamente queste nature. Liter iniziatico ha chiaramente
lo scopo di mettere in un corretto rapporto di forze queste quattro istanze, facendo in modo che alla
fine il Sole sublimi tutte le qualit di base nella propria essenza spirituale, consentendo cos il
compimento della Grande Opera demandata allindividuo.
106
Spiega Kremmerz: Dobbiamo pedestremente sapere che luomo composto di carne, ossa,
sangue, organi complessi e funzionanti con liquidi e essudati particolari (corpo saturniano) cio corpo
materiale visibile, che si rinnova consumando s stesso e riproducendosi come Saturno. [] Man
mano che nel corpo saturniano umano si addensano esalazioni e nubi della materia elementare
costituente il Saturno, la vaporosa nuvolaglia si condensa in materia cerebrale e in tutta la rete
nervosa, ed sensibile a tutte le impressioni e alle reazioni dei contatti. E, mutevole come la luna []
forma il corpo della coscienza e della mutabilit o corpo lunare. [] Nelloscurit pesante del corpo
simboleggiato in Saturno e come Saturno, nellincertezza nebulosa del Corpo Lunare, di dubbia luce,
vagante e mobile, crepuscolare e indefinita, sede dellastrale dei Magi, zona priva di chiarezza, le
immagini si arrestano, si formano, si deformano, si trasformano, si affacciano irriconoscibili alla
coscienza o simboliche allintelligenza. Questa, pi mobile, pi mutevole, pi penetrativa, sorvola i
104
Questi quattro pianeti o piani sono peraltro riferibili ai tre centri o cervelli
teorizzati da Gurdjieff. Essi, noto, sono associabili alla Kundalini, al Plesso solare e
alla Corona. Diciamo piuttosto che Gurdjieff, in questo tipo di classificazione, fa di
una cosa sola il corpo saturniano e il corpo lunare, il che del tutto comprensibile
dal momento che le proiezioni sottili dello stato lunare derivano per lo pi dalle
impressioni e dalle reazioni del corpo saturniano. Inoltre, come spesso accade in
Gurdjieff, ma del resto naturale perch le cifre principali prevedono spesso dei
sottoinsiemi particolari, i tre cervelli possono essere scomposti fino ad arrivare a sette,
un numero che comunque rimanda ai pianeti conosciuti e ammessi dalle dottrine
antiche107.
Notiamo per inciso che anche il dodici riveste unimportanza rilevante in Gurdjieff,
dato che il maestro caucasico classific proprio dodici diverse tipologie di essenza, a
partire dallEternit, rappresentante evidentemente il Principio superiore metafisico, e
giungendo fino al semplice Calore, ossia a tutte le forme di energia non organizzata
sulla terra. Notiamo come questultimo stadio ricordi in parte le caratteristiche
dellAgni vedico, ossia il fuoco inteso nelle sue propriet di calore, il fuoco che
specifica lingresso, sotto il segno dellAriete, delluomo nello zodiaco di base.
Luomo, in questa sequenza di Gurdjieff108, viene inserito in ottava posizione e appunto
mari torbidi e bui dellastrale immaginativo e percepisce i caratteri divini delle interpretazioni
auguste: il Mercurio o Corpo Mercuriale della coscienza delle cose, viventi sullestremo margine del
centro di luce divina delluomo e del mondo, che compendia lEssere eterno che si riproduce e
continua, il Corpo Solare, o stella di splendore delle forze divine e della Eterna Luce; cfr. La Scienza
dei Magi volume terzo, Edizioni Mediterranee, Roma, 1975, cit. p. 56. Sempre Kremmerz insiste
poco pi avanti sulla compenetrazione e levoluzione dei corpi: Il nostro organismo non ha parti
oltre le divisioni anatomiche, ma i suoi componenti sono corpi di natura elementare e complessa, in
modo che ogni atomo, molecola e cellula comprende specificamente questi corpi che sono, come
origine, Saturniani, e poi, in istato di trasformazione, Lunari e Mercuriali, evolventisi e sublimantisi
fino al corpo in vibrazione di Luce, che solare. Ivi, cit. p. 57.
107
Abbiamo gi considerato la semplice rappresentazione delluomo in quanto ha tre tipi di
esperienza: mentale, sentimentale e istintiva. Gurdjieff li ricollega a tre centri che hanno una rilevanza
anatomica, essendo in rapporto con diverse parti del sistema nervoso. Questo del tutto chiaro e,
quando ci fu rappresentato per la prima volta, effettuammo molti esperimenti e osservazioni allo
scopo di convincerci della validit del concetto dei tre centri. Tuttavia, Gurdjieff complic il problema
distinguendo fra centro mobile e istintivo e aggiungendo un centro del sesso, arrivando in tutto a
cinque. Poi a questi cinque ne vennero aggiunti altri due: il centro emotivo superiore e il centro
mentale superiore, arrivando finalmente a un totale di sette; cfr. Gurdjieff Un nuovo mondo, cit. p.
252. La divisione in tre centri, ad ogni modo, ribadisce poco pi avanti Bennett, quella principale,
in quanto chiarisce la morfologia umana in corrispondenza della Legge del Tre.
108
Questa sequenza appunto composta da 12 gradi che contribuiscono nello specifico alla
definizione della cosiddetta legge del reciproco mantenimento, e sono appunto: 12. Eternit La
suprema volont creatrice; 11. Trogoautoegocrat Lattivit spirituale con cui viene mantenuta la
Creazione; 10. Individualit cosmica La Volont divina; 9. Demiurghi La schiera angelica; 8.
Uomo Esseri a tre cervelli; 7. Vertebrati Esseri a due cervelli; 6. Invertebrati Esseri a un cervello;
5. Piante Forme statiche di vita; 4. Suolo Lo strato sensibile di superficie; 3. Cristalli Forme
statiche non viventi; 2. Semplici Combinazioni originarie di materia; 1. Calore Energia non
organizzata; ivi, cit. p. 210. Chiaramente il termine che d vita a pi interpretazioni quello di
presentato come essere dotato dei tre cervelli che abbiamo gi commentato. Per non
generare confusione, non ci produrremo qui in unanalisi sistematica del rapporto che
lega le dodici essenze di Gurdjieff con le dodici case astrologiche, ci non di meno
anche questo schema potrebbe aiutare a comprendere levoluzione che un singolo
essere compie lungo la via del cerchio zodiacale109.
Il dodici che a noi interessa scomporre qui infatti quello che moltiplica i quattro
pianeti ermetici per i tre gradi iniziatici, un po come accade nella struttura della
triplice cinta druidica. Il rischio, ovvio, quello di cadere in forzature, ma la nostra
intenzione di dimostrare che Saturno, Luna, Mercurio e Sole operano tre volte, e
in perfetta scala, lungo il cammino delle dodici case astrologiche.
Ovviamente i significati delle case sono stati oramai esplorati e spiegati da molti punti
di vista, spesso eredi delle analisi simboliche junghiane o di pur successive
interpretazioni psicologiche. Non mancheremo di citare questi ultimi contributi,
consci del fatto che qualora qualche affezionato della Scienza tradizionale capitasse tra
i nostri lettori potrebbe storcere il naso. Vale allora la pena di spiegare che lo facciamo
proprio per risalire, dalla base pi comprensibile, a quella che per noi la fonte della
simbologia zodiacale.
La posizione dellAscendente, che coincide con la prima casa, il viatico
dellincarnato, il primo ingresso nel mondo da parte dellindividuo. Che questa casa
sia sotto il valore ermetico di Saturno ci pare assolutamente comprensibile; qui
comincia, in senso esoterico, la lenta, lentissima, opera di trasformazione della pietra
grezza110. Poco pi sopra noi labbiamo anche associata alla condizione degli Shdra,
ossia i servi nella gerarchia ind. Luomo, inteso quale rappresentante del genere
Trogoautoegocrat, che proprio il reciproco mantenimento. Gurdjieff era solito creare neologismi
per far respirare alcuni dei concetti del suo pensiero; Bennett chiarisce pi avanti cos: Il mondo
fu creato perch essere e tempo si distruggono reciprocamente. Ogni cosa separata e chiusa dentro
se stessa deve morire per mancanza di un principio rinnovatore. Si ha un rinnovamento parziale
attingendo energia dallesterno, ma questo non sufficiente. Il rinnovamento completo esige
completa reciprocit. mediante il dare e il ricevere energie a livello universale che si mantiene
lArmonia cosmica. Questa, a sua volta, esige una struttura organica che data dallinterazione delle
diverse categorie di essenza. Questo il significato del sistema di Gurdjieff; ivi, cit. p. 211.
Ovviamente questo sistema rievoca la reciprocit dello yin e dello yang, dellinspirazione e
dellespirazione, dei venti freddi di Borea e dei venti caldi di Noto, cos come dei due serpenti
arrotolati sul caduceo ermetico.
109
Chiaramente opera complessa, anche perch si tratterebbe di attribuire alluomo caratteristiche
che appartengono ad altre categoria di essenza. E con ci non sbagliato asserire che lungo il suo
cammino luomo pu passare da fasi pi elementari, e basiche, a evoluzioni spirituali angeliche,
persino divine. La scala di rapporti e del reciproco mantenimento di Gurdjieff dunque rivolta
anche a un cammino individuale, e proprio nelle dodici tappe dello zodiaco noi ritroviamo in fondo
la traccia di questo percorso.
110
Limmagine , pi in generale, quella della caduta. La pietra piomba dal cielo; questa la
natura del piombo saturnino. Analogamente allo smeraldo a suo tempo confitto nella testa di
Lucifero, e oramai decaduto, essa il Luz ancora grezzo. Lingresso boreale delle anime per
come ce lha restituito Porfirio ha valenze del tutto analoghe. Sul Luz, rimandiamo nello specifico a
Il Re del Mondo, p. 69 e sgg.
umano, nasce in effetti come totalmente asservito a logiche di sussistenza che non
dipendono da lui e a regole pi grandi che egli dovr comprendere e oggettivare nel
corso del tempo e dellapprendistato. Gli Shdra vengono peraltro paragonati ai piedi
di Brahma, ossia il supporto pi elementare dellessere nel suo contatto con la terra; ed
effettivamente in questa condizione di base e di energia non ancora organizzata,
parafrasando la rispettiva categoria di essenza di Gurdjieff, che noi ritroviamo il
soggetto nella sua prima manifestazione terrestre.
La seconda casa, come stato rilevato anche in seno allastrologia umanistica111,
intesa quale sede del primo allontanamento: il neonato percepisce qui, secondo
modalit del tutto abbozzate, di non essere tuttuno con il corpo della madre e pertanto
coglie lesistenza di una realt a s stante. In senso ermetico potremmo parlare di un
primo livello di separazione; scrive Howard Sasportas a tale riguardo: ma la scoperta
della distinzione del nostro corpo risveglia anche un senso di vulnerabilit e di
compiutezza che in precedenza non cera. A tale tremenda rivelazione segue il bisogno
di difendere il s separato dalla morte e dalla distruzione, e desideriamo ardentemente
divenire pi forti, sicuri e resistenti112. Notiamo qui il primo passaggio dellindividuo
alla sua ombra, ossia quella luce che, riflessa, attribuiamo alla Luna. La seconda
casa, secondo lo zodiaco archetipico che abbiamo pi volte menzionato, corrisponde
daltro canto anche al segno del Toro, uno di quelli che maggiormente presenta tratti
lunari, dal momento che la Luna ha qui molto a che fare con le esigenze di
nutrimento, di inserimento in un ciclo definito di sussistenza e conservazione, tutti
elementi naturalmente associati al segno del Toro113 e, in generale, ad alcuni aspetti
delle dee lunari. Laltra faccia di questa maternale accoglienza del resto la morte,
suggerita dalle stesse divinit notturne che offrono nella loro ambivalenza quel senso
critico del distacco che ha evidenziato Sasportas. Esemplare in tal senso il caso di Iside
che si ritrova a cercare di riunire ci che sparso allorch va in cerca del corpo
Si soliti originare la scuola dellastrologia umanistica con Dane Rudhyar, vero nome Daniel
Chennevire, che negli anni 30 del secolo scorso abbin gli studi astrologici con filosofia e
psicologia del profondo. Come si intuisce dallaggettivo umanistico, si tratta di una disciplina
concentrata sulla dimensione dellindividuo e delle sue problematiche. Abbiamo gi avuto modo di
spiegarlo: il nostro approccio differente, e chiaramente non perch non ci interessino i problemi
delle persone, ma perch in questo studio, e in generale nel nostro contributo, intendiamo affrontare
i valori massimi dei simboli, nella loro interpretazione esoterica, lasciando meno campo a quelle che
sono le questioni pi contingenti. Se citeremo dunque ora gli argomenti dellastrologia umanistica
proprio per mostrare come, sotto forme diverse, il simbolo originario continui a esprimere una
dottrina imperitura.
111
112
113
Su alcune caratteristiche del Toro astrologico, per come lo si inteso pi di recente, si rimanda a
questo approfondimento http://www.eridanoschool.it/scuola/lezioni/il-progetto-del-sole-toro.asp
separato di Osiride114. La seconda casa separa dunque per la prima volta quella
materia che lindividuo dovr poi riassettare e ricomporre per tutta la vita; la morte
per smembramento del resto uno dei temi iniziatici pi rilevanti115.
Ancora pi evidente il lascito di Mercurio in terza casa; sempre Sasportas a
specificare: quando raggiungiamo la terza casa, larea del tema natale associata a
Mercurio e i Gemelli, siamo ormai sufficientemente evoluti da esaminare lambiente
pi da vicino, interagire con esso e farci delle opinioni riguardo a ci che incontriamo.
Dal punto di vista dello sviluppo, la terza casa corrisponde alla fase della vita in cui
iniziamo ad andare carponi e impariamo a camminare116. chiaro che lermetismo, il
senso mercuriale del comunicare, lo intende in maniera molto differente, ma abbiamo
in questi pochi cenni tutto il senso della terza casa rispetto alle possibilit di espandersi
attraverso la comunicazione. In senso ermetico tale comunicazione si compie,
interagendo su pi piani, spostandosi letteralmente da un livello allaltro del proprio
essere. Liter ermetico ammette vari ambiti; in tali ambiti liniziato deve essere in grado
di riconoscersi (conoscendo quindi anche i suoi limiti) e di superarsi, apportando al suo
pozzo nuova sapienza. Lerma, la pietra simbolica che veniva posta in corrispondenza
dei crocicchi, per definire appunto le zone di confine in nome del dio psicopompo
Ermes, aveva proprio questa valenza117. La terza casa, analogamente, offre il senso
della prima erma, intesa quale limite di un ambiente che il bambino impara a recepire
come parte del suo territorio. Sar dovere dellermetista bambino, ossia delliniziato
alle prime armi, e alle prime erme, consolidare il potere dazione nella terra vergine
nella quale si trova ad operare, per poi passare a paesaggi che tempi esatti e capacit
acquisite gli consentiranno.
114
Proprio Gunon ne parla in un omonimo capitolo di Simboli della Scienza sacra, in cui evidente
il riferimento al simbolismo massonico: Questo ci riporta direttamente al simbolismo massonico del
grado di Maestro, nel quale liniziato si identifica effettivamente con la vittima; si daltronde spesso
insistito sui rapporti fra la leggenda di Hiram e il mito di Osiride di modo che, quando si tratta di
riunire ci che sparso, si pu immediatamente pensare a Iside che riunisce le membra disperse di
Osiride; ma in fondo la dispersione delle membra di Osiride appunto identica a quella delle membra
di Purusha o Prajpati: sono soltanto, si potrebbe dire, due versioni della descrizione del medesimo
processo cosmogonico in due forme tradizionali diverse, cit. p. 260. La vittima, che poi liniziato,
deve quindi subire determinate separazioni affinch la riunione degli elementi che lo compongono
avvenga sotto auspici e possibilit superiori.
115
Sullo smembramento rituale http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacraReload, in particolare il capitolo dedicato alla morte di Atteone, p. 90 e sgg.; numerosi riferimenti
anche a p. 78 e sgg. (in particolare da pagina 86) con il rilievo delle note 253 e sgg.; pi in generale
si rimanda allo studio di Mircea Eliade, Lo Sciamanismo e le tecniche dellestasi, Edizioni
Mediterranee, Roma, 1974.
116
Cfr. Le dodici case, cit. p. 55.
117
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, pp. 43-44. Notiamo
per inciso che erma rimanda anche all ermafrodito ermetico, ossia allunione nellandrogino
dellelemento maschile e femminile, nati in senso mitologico dallunione di Ermete e Afrodite, intesi
come fratello e sorella; si rinvia in tal senso a Karl Kernyi, Gli dei e gli eroi della Grecia - Il
racconto del mito, la nascita delle civilt, Il Saggiatore, Milano, 2009, p. 148 e sgg.
Entriamo in quarta casa, entriamo nel regno del Fondo Cielo, che abbiamo pi volte
nominato nel corso di questo studio. Seguendo la scia che abbiamo stabilito in base ai
quattro principali pianeti ermetici, siamo qui nella postazione del Sole, quindi alla
chiusura di un primo ciclo. Il Fondo Cielo, si detto, coincide con il solstizio estivo;
si tratta quindi di un sole nero. Sasportas descrive del resto questa casa come quella
in cui ci ritiriamo in noi stessi118, una sorta di anima dalla quale ogni essere parte per
compiere le imprese che lo riguardano, unanima che pu essere anche clanica,
raccontando le radici della famiglia e un bagaglio di valori che stato specificamente
demandato. Lastrologa Liz Greene ha daltro canto associato la quarta casa al Padre,
anche se in medesimi ambienti proprio questa postazione era precedentemente
attribuita alla Madre. Tuttavia il sole nero che abbiamo sovrapposto al Fondo Cielo
racconta proprio di questo padre nascosto, di questo fattore che ha coltivato e che ha
prodotto la natura dellindividuo e che in qualche modo lascia unimpronta occulta sul
suo stampo, segnandone una preliminare oggettivazione. Il primo Sole che
lermetista incontra sulla sua strada dunque la definizione di s stesso rispetto a tutte
le potenzialit accatastate anche in anni di confusione e di fatica. il compimento della
nigredo, della prima fase alchemica, che ha eliminato quanto era di troppo. Ora il Sole
illumina solo ci che ci deve essere. Tornando alla prospettiva astrologica moderna,
abbiamo qui la prima lucida archiviazione di tutti i valori che hanno specificato
lindividuo esso sa che cosa gli occorre e sa che cosa pu conservare del bagaglio
che ha ricevuto dal padre.
Se invece consideriamo il rapporto vigente tra il cerchio zodiacale di base e la struttura
della societ tradizionale ind abbiamo qui la zona dei Vaisha. Questultimi escono
dalle cosce di Brahma, peraltro come Dioniso esce dalla coscia di Zeus che laveva
nascosto l a terminare la sua incubazione119. Dioniso dio delle viti e del vino, entit
agricola, e in effetti i Vaisha sono agricoltori e mercanti. Essi vivono una prima
emancipazione rispetto alla condizione di servit degli Shdra. In questo senso essi
diventano autonomi economicamente, pur essendo dei subordinati; si liberano
insomma della figura ingombrante del padre, escono allo scoperto, cos come Dioniso
emerge dalla coscia del padre Zeus. Questa coscia del resto associabile al Mru,
quindi al monte olimpico e solare della tradizione ind120. Che Dioniso incarni un
118
Gunon riprende peraltro questa associazione tra monte coscia e Dioniso in Il Re del Mondo,
nella nota 2 di pagina 55, chiarendo il valore del vino presso i greci, in quanto equivalente del Soma
vedico. Dioniso o Bacco ha molti nomi, corrispondenti ad altrettanti aspetti diversi; sotto almeno
uno di questi aspetti la tradizione lo fa venire dallIndia. Il racconto secondo cui egli nacque dalla
coscia di Zeus poggia su una assimilazione verbale estremamente curiosa: la parola greca mros,
120
Sole nero rispetto al Sole luminoso che lApollo iperboreo121, si ricollega in effetti ai
rapporti che abbiamo gi spiegato tra il Sole del solstizio estivo e del Fondo Cielo e il
Sole del solstizio invernale e del Medio Cielo. Dioniso del resto figura ambigua
anche nella mitologia greca: egli fino a un certo punto dio, quasi pi un eroe. O
quanto meno, come leroe dellIliade Diomede, egli dio per unispirazione che gli
proviene dallalto e che lo vivifica, in particolare tramite una bevanda di
conoscenza122. Daltro canto innegabile sottolineare che una prima affermazione si
compie qui, in quarta casa, ed essa concerne in qualche modo la coltivazione di un
Sole personale; un Sole destinato ad emergere.
Gi di per s questa struttura lascia intendere che la quinta casa implichi una rinascita,
consistendo cio nellinnesto di un nuovo Saturno. Anche il numero cinque offre in
tal senso discrete attinenze. Tale il numero dellindividuo, del suo essere stella in
senso ermetico, ossia del proliferare e agire nella proiezione di s stesso su un piano
superiore123. Scrive sempre Sasportas: Radicato profondamente nella nostra psiche e
riflesso in tutta la quinta casa vi linnato desiderio di vedere riconosciute le nostre
straordinarie qualit124 o ancora: Un altro elemento distintivo della quinta la
capacit di produrre125. Dopo essere stato plasmato e forgiato attraverso la prima casa,
quindi lindividuo a plasmare e forgiare. Saturno qui presente quale creatore e
non pi come creato; come attore e non pi come agito. Saturno in effetti anche
in senso mitologico affronta pi fasi126. Egli il figlio, oscurato dal padre Urano,
<<coscia>>, stata sostituita al nome del Mru, <<la montagna polare >>, al quale foneticamente
quasi identica; ivi, cit.
121
un ambivalenza che stata esplorata anche in senso filosofico, ad esempio da Nietzsche in La
Nascita della Tragedia, con la famosa opposizione tra apollineo e dionisiaco, tra la magnificenza
olimpica e la furia orgiastica, che daltro canto rappresentano in senso esoterico forze diverse che non
possiamo limitarci a catalogare dal punto di vista umano e speculativo.
122
Sul Diomede illuminato da una bevanda superiore abbiamo gi detto qui
http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-La-Scienza-sacra-Reload, nel citato capitolo
dedicato alla formula ALU (p. 78 e sgg.) sulla figura di Diomede rimandiamo in particolare alle
spiegazioni della nota 255.
123
Si rimanda in tal senso alle annotazioni sul simbolo della stella che abbiamo riportato alla nota 93.
124
Cfr. Le dodici case, cit. p. 67.
125
Ivi, cit. p. 68.
126
Sul mito di Saturno, rimandiamo al suo equivalente greco, ossia alle vicissitudini di Kronos, come
le narra Esiodo nella sua Teogonia. O, per ci che riguarda pi recenti studi astrologici,
http://www.eridanoschool.it/scuola/lezioni/saturno.asp. Notiamo per inciso che Kronos/Saturno evira
il padre Urano con un falcetto datogli dalla madre Gaia. Questo falcetto, emblema lunare, semplifica
anche il rapporto che vige tra una dimensione superiore e una dimensione inferiore. Ossia Urano
incarna la manifestazione celeste, olimpica, che subisce un decadimento, il che chiarito dal fatto
che Gaia sia la terra e che lo strumento usato da Kronos rimandi alla mutabilit lunare. Mutevole
del resto la condizione di Kronos/Saturno, dio per acquisizione, titano infatti, e non per diritto
conclamato. Kronos / Saturno che rimane poi come divinit agricola e della fertilit, a chiarire ancora
una volta il senso dello scivolamento avvenuto tra la dimensione terragna e quella uranica che lha
partorita.
sottomesso alle leggi passive della sopravvivenza e della precariet: tale lingresso
nel mondo, laddove la tenera vita sottoposta alle abitudini e ai ritmi di chi lha
generata. Con il Saturno in quinta casa emergono invece le possibilit dellindividuo
di creare a sua volta, di dare vita a sua volta. Saturno ha ucciso il padre in quarta
casa, il Sole calante, lastro che offuscava la sua anima, che incideva il suo senso di
appartenenza, indeciso tra laccettazione del dono ereditato e la definizione di una sua
propria identit. Ci verissimo anche in senso iniziatico. Il Saturno ripulito che apre
le danze di una seconda esperienza, sempre allinterno del viaggio che si compone
lungo le dodici case, il corpo cristallizzato che ha chiare in s le possibilit e le
strategie di realizzazione. Tornando alla pi recente chiave astrologica, davvero
calzante questa sovrapposizione tra mito saturnino, con uccisione del padre Sole,
e nuovo slancio creativo posizionato in quinta casa.
La sesta daltronde rappresenta unulteriore espansione: il soggetto ha ora necessit di
una tavolozza, di un campo dazione specifico. questa, di nuovo, una dimensione
lunare, un territorio sottile capace di sublimare limpeto artigianale e plastico
dellartefice ermetico, di offrirle una prima dissolvenza. La sesta casa, secondo
lastrologia moderna, per inciso unarea di individuazione di s stessi in ci che si fa
ogni giorno, tanto che lo stesso Sasportas, come del resto altri, la identifica con la
routine lavorativa, con le esigenze quotidiane che pongono a confronto lindividuo e
una realt da normalizzare. Sono gi di per s temi lunari, anche solo volessimo
restare nellambito interpretativo pi banale il lavoro il riflesso di quello che
sappiamo fare, o almeno di qualcosa che sappiamo fare; laffitto che paghiamo il
riflesso di quello che riusciamo a guadagnarci, e cos via. Chiaramente il problema
diventa pi profondo qualora si voglia tornare in territori ermetici. Qui la Luna riprende
a essere luce riflessa del Sole, oppure striscia sottile che diparte dallessenza
saturnina, delineando una coltre successiva di percezioni che vanno dalle emozioni
pi basilari occorse durante lo stato di coscienza a quelle che invece vengono indotte
nel corso della gestazione onirica. Visto che, seguendo il nostro ragionamento, la sesta
casa dovrebbe incarnare la proiezione lunare di un secondo ciclo ermetico, dobbiamo
figurarci che qui il Saturno raffinato produca sensazioni pi obiettive e di una qualit
superiore; un Saturno disciplinato determina in teoria una proiezione lunare pi
diligente. Rimanendo nel generico, abbiamo comunque un nuovo e pi competitivo
livello di separazione. Nel passaggio dalla prima alla seconda casa tale separazione
si manifesta in maniera abbozzata: si riconosce l, appena, lesistenza di una realt a s
stante rispetto alla madre e allindifferenziazione di base; il dispiegamento
ipotetico di un personalissimo fiat lux. Nel passaggio dalla quinta alla sesta casa il
gioco diventa di ben altra levatura, poich la separazione delle intenzioni e delle
possibilit di Saturno si attua su un livello cosciente. E chiaramente, anche in senso
astrologico, ci comporta che le facolt creative di quinta casa vengano veicolate sul
piano della costruzione di un regime di sopravvivenza allargata, che consiste cio, per
lindividuo, nel percepire le proprie capacit di essere madre, Luna di s stesso e di
Su Diana abbiamo detto anche qui, http://www.scribd.com/doc/243569809/Le-rune-e-LaScienza-sacra-Reload, nel capitolo dedicato appunto allo smembramento di Atteone, p. 90 e sgg. Sulla
figura di Diana / Artemide rimandiamo al gi citato Gli dei e gli eroi della Grecia, p. 115 e 127.
128
Sulla figura di Mercurio quale trickster e fondatore, rimandiamo alla descrizione offerta dal
recentemente scomparso Walter Burkert; cfr. Walter Burkert, La religione greca di epoca arcaica e
classica, Jaca Book, Milano, 2003.
daria legato quindi a Mercurio e in cui evidente lurgenza dellequilibrio, della tenuta
in pari di forze inizialmente opposte, o quantomeno separate alla nascita. Scrive
Sasportas: La settima casa, che opposta alla prima, denominata casa del tu. anche
conosciuta come la casa del matrimonio e curiosamente come la casa dei nemici
dichiarati129. Quel tu insomma dentro ciascun individuo; quel tu nemico fino
a quando non diventi amico, alleato, sposo perfetto. Laltro, una volta
individuato e oggettivato, diventa il miglior compagno possibile; il Mercurio ermetico,
che agente sottile, ha proprio tale mandato: sintonizzare sullo stesso livello forze
ambivalenti che fino a quando non si siano abbracciate rappresentano le due facce,
disgiunte, del rebis ermetico.
Come gi abbiamo sottolineato, la casa del Discendente, inoltre, corrisponde allest,
ossia dove vengono collocati gli Kshatriya nell acquartieramento ind. Abbiamo
anche associato tale posizione alla conquista passiva della conoscenza, si attui questa
attraverso il possesso delle chiavi argentate o la degustazione della bevanda
dimmortalit, identificata dallAngelo de Il Mondo, in quanto equivalente della
coppa mistica. Questa coppa anima colma del vino dionisiaco che inizia a essere
coltivato in quarta casa, nelle posizioni del Vaisha. Tale vino supera qui ogni origine
di umana agricoltura per sacralizzarsi in bibita sapienziale. Lo Kshatriya incarna
dunque uno stadio di conoscenza, una conoscenza che, lo abbiamo gi detto,
raggiungibile svelando laltro che dentro lindividuo, e venendoci a patti. Questo
spiega anche il ruolo conflittuale dello Kshatriya: non la guerre pour la guerre,
beninteso, ma la guerra interiore, ossia la capacit di domare la bestia inside130, ossia
dentro laltro lato, e cos ci ricolleghiamo al valore preciso dellaltro identificato
dal Discendente. Gli Kshatriya, idealmente, escono infatti dalle braccia di Brahma e
si pu dire che qui quello destro impari a giostrare con quello sinistro; dove il braccio
destro chiaramente quello del potere spirituale, il Sole ermetico, e quello sinistro,
lunare, lo specifico della facolt regale. Abbiamo gi raccontato come la rinuncia
alla mano destra, si vedano in tal senso gli episodi simbolici di Muzio Scevola e del
dio Tyr, implichi di fatto una manomissione dellarmonia originale131. Il passaggio
ciclico dalla posizione pi a nord, alla quale arriveremo, e che descrive le prerogative
del Brhmano, a quella succedente a est, e appunto specifica degli Kshatriya, chiarisce
il transito dalla fase primordiale e iperborea a quella secondaria132; in questo senso il
129
131
Rimandiamo in tal senso al capitolo di Simboli della Scienza sacra, Il Cinghiale e lOrsa, p. 146
e sgg., dove appunto il cinghiale viene presentato come simbolo dei Brhmani rispetto agli Kshatriya:
Presso i Celti, il cinghiale e lorso simboleggiavano rispettivamente i rappresentanti dellautorit
132
134
140
141
142
Persefone ragazza alla Persefone donna di cui dice Sasportas si compie, per
parafrasi, una nuova identificazione con un proprio astro personale, ulteriormente
sgrezzato dai sedimenti impropri e dalle impurit. La seconda fase ermetica, lAlbedo,
del resto opera di pulizia: Iside cerca Osiride fatto a pezzi e Osiride rinasce integro
e purificato. La luce diretta emerge vera e reale dopo il matrimonio con la luce
riflessa.
Inevitabile quindi che in nona casa riprenda ad operare un Saturno netto, nel senso e
della pulizia e del suo peso effettivo, liberato da tutto ci che ancora era superfluo, sia
in prima che in quinta casa. Qui il soggetto dovrebbe avere davvero chiaro il senso
delle sue azioni in seno al mondo; qualche richiamo a questa particolare condizione lo
abbiamo anche in Sasportas: Le posizioni nella nona casa rivelano qualcosa riguardo
al modo in cui affrontiamo temi religiosi e filosofici, e indicano il tipo di divinit che
adoriamo o la natura della filosofia di vita che formuliamo143. Ci sono qui alcune
parole chiave, come leggi e base. Saturno in effetti proprio la base, il mallo del
lavoro ermetico, il supporto da cui partono tutte le operazioni successive. Se in prima
casa esso deve preparare il giardino alla separazione dalla madre, e quindi favorire la
prima individuazione del s, e se nella quinta casa esso deve creare le condizioni ideali
affinch lindividuo capisca come e che cosa debba plasmare, per poi garantirsi una
vita in seno alla societ, in nona casa questo stesso Saturno, quantunque rigenerato,
apporta ladeguamento del senso corporeo nei confronti delle questioni metafisiche.
tale lapice del gradino terrestre rispetto alle possibilit solari che ancora avranno da
compiersi.
La decima casa, di nuovo, suggerisce invece una qualche autonomia, la proiezione e lo
svolgimento di un proprio mandato, di una presenza che immedesimi lindividuo nel
suo raggio dazione e in ci che pu donare nel contesto in cui vive. il Medio Cielo
e Sasportas definisce la decima stazione del cerchio zodiacale come la sede della
carriera e della vocazione. O anche, per estremo, la rappresentazione che il singolo
intende offrire di s allo sguardo che viene da fuori. O, altrimenti detto, quello che egli
addirittura simboleggia, fornendo quindi una precisa luce interpretativa allocchio
che osserva144. Decisamente abbiamo a che fare con una forza che riflette e che invita
pure a una qualche riflessione. Ci che lindividuo simboleggia rispetto a ci che
realmente equivale a ci che la Luna (il simbolo) fa intravedere del Sole (lessenza).
Lo stesso Gunon evoca il mazzo di chiavi argentate a proposito del possesso integrale
della conoscenza riflessa, la Smriti, laddove la Shruti incarna la fonte originale della
dottrina. Anche Kremmerz associa al disvelamento dei misteri della dea Iside, il vertice
di possibilit microcosmiche. Sebbene il modo di intendere questi passaggi sia per
molti aspetti differente, Sasportas, e con lui la scuola astrologica umanista, individua
143
144
in questa posizione lapice, il dono, il segreto, il motivo per cui un essere vige sul tratto
della vita terrena. Teniamo presente che il Medio Cielo, lo abbiamo ripetuto pi volte,
la zona dove si conclude la linea solstiziale della croce zodiacale. Ci pu indicare
che la Luna, ossia per metafora il viaggio terreno dellindividuo, raggiunge qui
possibilit solari, ossia il vertice di unesistenza, la ragione stessa di una messa in
essere. Anche da una prospettiva prettamente geometrica, questo punto risulta come
quello pi alto in tutto il cerchio zodiacale. In effetti proprio la decima casa, o appunto
Medio Cielo, la sede pi elevata, uttara, the uttermost come rimasto in inglese.
la bocca di Brahma da cui escono, simbolicamente, i Brhmani. La bocca rimanda
allalito superiore, alla via degli di che abbiamo associato ai venti di Noto e al solstizio
invernale o Janua Coeli. il grande Medio, dunque, attraverso cui le anime tornano a
Dio o le intellettualit pure discendono sulla terra con un preciso compito. I
Brahmani in effetti sono il medio, il mezzo attraverso il quale il Principio superiore
dispone le cose in terra. La gerarchia parte da loro e bisogna considerare tutto ci che
viene prima sulla ruota zodiacale come inferiore. Mentre sar superiore la possibilit
del singolo essere che abbia oggettivato nella decima casa la sua reale portata.
Da questo punto di vista, lundicesima casa non pu che delineare un gradino pi in l
verso la propria liberazione, ossia la messa in atto, letteralmente missione, di
quanto il viaggiatore ha capito di s e del suo stesso senso. Secondo la direttiva che
stiamo seguendo troviamo qui lapice qualitativo dellelemento Mercurio, quellagente
che abbiamo associato alla fluida capacit di salire, di esplorare nuovi stadi e livelli.
Non solo: Mercurio, parlando pi astrologicamente che ermeticamente, anche se si
sfiorano temi che di frequente sono il risvolto della stessa medaglia, un pianeta di
comunicazione e di scambio, di rilascio e discernimento di dati e informazioni.
Lundicesima casa, nelle parole di Sasportas, prende decisamente questa piega:
Secondo la Teoria dei sistemi generali, niente pu essere compreso separatamente dal
resto, ma solo come parte di un complesso, le cui componenti e relativi attributi sono
considerati funzioni dellinsieme. Il comportamento e la manifestazione di ogni
variabile influenzano tutte le altre e ne sono influenzate. In quella che si definisce una
societ ad alta sinergia, i fini dei singoli sono in armonia con le necessit dellintero
sistema. In un sistema a bassa sinergia i singoli, nel soddisfare i propri bisogni, non
agiscono necessariamente per il bene dellinsieme. Lundicesima casa rivela come
funzioniamo in quanto elementi di un sistema145. Se torniamo ad esprimerci in termini
ermetici, abbiamo qui il definitivo consolidamento del Mercurio individuale, di quella
forza cio che anima e guida la trasformazione dellessere. In questa precisa fase la
permutazione pare essere sul punto di compiersi. Il Mercurio davvero in totale
armonia rispetto agli altri piani (o pianeti) dellinsieme composito che costituisce il
corpo alchemico. Ossia esso svolge a pieno, per parafrasare Sasportas, la sua funzione
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allinterno di un sistema. Dato che Mercurio identificabile con lanima, abbiamo qui
lultimo viaggio dello psicopompo interiore verso lo stadio finale delle possibilit
individuali in un determinato ciclo di esistenza.
La dodicesima casa segna infatti la liberazione, o Moksha. La dodicesima casa
restituisce lindividuo alla sua unit, al ricongiungimento, e con qualit graduale
rispetto al valore conquistato nel passaggio terreno, con il Principio che lha generato.
Riprendendo i passi di Porfirio, si compie qui lopera demandata al caldo, se non
caldissimo, vento di Noto che discioglie e dissolve nellinfinito lanima del
viaggiatore; il corpo brucia e lo spirito sale. Anche nella simbologia astrologica la
dodicesima casa viene spiegata come il varco che consente il ritorno nelle acque
indifferenziate dellutero materno; lo stesso Sasportas insiste sul concetto di
dissoluzione, sullabbandono della propria individualit terrena in unopera di
destrutturazione e assorbimento, su quello che un vero e proprio rientro a casa146.
Ossia la casa per eccellenza, la realt del non manifestato, quella che in senso esoterico
vera vita e vera casa rispetto alla transitoriet dellesistenza terrena. Proprio il
dodici esprime la grazia e il ritmo dellarmonia che vige tra due differenti
rappresentazioni, quella superiore e quella inferiore. Entrata, permanenza e uscita: sono
questi del resto tre buoni termini di paragone per raccontare il triplice compimento del
processo ermetico, che nello specifico abbiamo voluto far rientrare nelle evoluzioni e
compenetrazioni di Saturno, Luna, Mercurio e Sole sulla carta zodiacale.
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