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Simona Mazza

Pensieri fumati
Simona Mazza
Pensieri Fumati

Indice

1 Risvegli e sonno
2 L'Uno: la matrice di tutte le cose 3 Il processo creativo
4 Autostima ed ego
5 Consapevolezza
6 Coscienza
7 Pensieri surreali
8 Amori e amore
9 Intelligenza
10 Meditazione o psicologia?
11 Identificazione e malattia
12 Paura
13 Miti
14 Realizzare l'obiettivo dell'anima 15 Uomini e animali
16 Siamo donne quando
17 Gioco
18 Preghiera e fede
19 Valori rovesciati
20 La solitudine
21 Tutto è narrazione
22 Centro di gravità
23 Maschere
24 Potere e boicottaggio
25 Pensieri fumati
Dedico questi "pensieri fumati" ai miei figli, alla mia
famiglia, ai miei affetti più cari e a tutti coloro che hanno
bisogno di sognare e cambiare la narrazione della propria
vita. Un ringraziamento particolare a Vincenzo
Fiaschitello, che ha curato l’introduzione del libro, a
Roberto Cristiano, che ne ha scritto la postfazione e al
“Maestro di luce” Pietra Barrasso che mi ha consentito di
utilizzare due delle sue opere.
Simona Mazza
Foto di copertina: “Erna con sigaretta”
Ernst Ludwig Kirchner-1913

Vita spezzata 2
Pietra Barrasso “Maestro di luce” 2018
Le tre farfalle
Pietra Barrasso “Maestro di luce” 2022
Introduzione

Illustrato con bellissime immagini di opere artistiche di


pittori del nostro tempo, questo prezioso libretto di Simona
Mazza, contiene venticinque originali riflessioni su temi
che ci riguardano molto da vicino.
Libro di poesia? di aforismi? di filosofia?
Per contenuti, registro e stile, per parte mia propendo per
tutte e tre le cifre. Poi certamente ciascun lettore potrà
leggervi la preferenza che il personale retroterra culturale
gli suggerisce.
Ma andiamo con ordine.
C’è della poesia, non nel senso tradizionale (presenza di
metrica, di rima, di strofe, ecc.), ma nel modo in cui le
parole si intrecciano all’interno di ogni espressione. C’è una
magia delle parole sempre sul punto di dissolversi, al punto
che la prosa si fa poesia. C’è un bisogno di sogno, un
continuo riferimento a un tempo fuori dal tempo: sono
espressioni che sembrano venire da molto lontano, da un
orizzonte cosmico, che senza rumori e impacci
nell’interminabile infinito viaggio giungono al nostro
orecchio e risuonano misteriosamente nella nostra intimità.
E’ proprio quel che accade per la poesia. Il poeta greco
Ghiannis Ritsos diceva: non chiedetemi di spiegarvi il
significato di questi miei versi, io stesso non lo conosco!
Forse la stessa cosa, per alcune frasi, per alcuni aforismi,
potrebbe dire l’autrice se interrogata.
E questo perché?
Simona Mazza rivela che in gran parte questi scritti
nascono come un flash, magari al risveglio da un sogno, per
cui quando si è ritirata la luce che li accompagna, occorre
lavorare a lungo entro se stessi per ritrovare quell’equilibrio
spirituale, quella superiore coscienza che ci procura
l’illuminazione per una reale personale comprensione. Il
che significa che non è questione di intelligenza. Crediamo
di aver compreso, di aver afferrato un senso, ma subito
dopo accade che questo senso ci sfugga perché la nostra
intelligenza non è adeguatamente illuminata. Così scrive
l’autrice: Puoi essere intelligentissimo ma se non sei
illuminato hai perso solo tempo.
Nell’insieme si tratta di pensieri fumati: fumati forse nel
senso di consumati, così come si consuma una sigaretta?
Non certo “sperperati”!
C’è comunque di mezzo il fumo. E il fumo è sempre
qualcosa che avvolge, che copre, che nasconde e insomma
che non ci fa vedere chiaro.
E’ il fumo che ci viene incontro? O siamo noi che ci
avventuriamo entro un cielo di fumo?
Sono vere entrambe le ipotesi, perché, come già detto,
questi pensieri vengono dal sogno, da un abisso misterioso,
immersi in una luce istantanea, pronta a spegnersi
immediatamente (il flash), carichi di una logica illogica.
A noi spetta il compito di metterci su una strada che ci
congiunge e al tempo stesso ci separa dagli altri; a noi il
compito di mutare in inizio quel che ci sembra il termine,
non dimenticando che anche quando la vita ci sembra
insopportabile nella solitudine, senza ardore, è pur sempre
vita. Sperimentiamo incontri e perdite in questo nostro
procedere per trovare il senso dell’universo, per aspirare a
trovare la via stretta, il sentiero scosceso, che ci ricondurrà,
frammento tra frammenti, all’Uno.
Conta molto, nel viaggio della vita, spogliarci della nostra
barbosa gravità, godere della bellezza della natura,
compiacerci della semplicità degli animali senza guardarli
dall’alto della nostra presunta superiorità, come scrive
Simona Mazza.
Se le nostre risposte alla vita, ai problemi che ogni giorno ci
attanagliano, alle richieste degli altri che ci circondano sono
di tipo meccanico, senz’anima, allora è il momento di girare
l’angolo e, meglio ancora, di riconoscere il nostro sonno,
risvegliarci e sfruttare la forza negativa come quella del filo
elastico che più ti spinge verso il basso, più la sua energia
ti catapulterà verso l’alto… la sofferenza non è punitiva,
serve a bruciare il karma. Così facendo, un po’ alla volta,
saremo in grado di ricevere quella illuminazione che ci
cambia la vita, gettare la maschera che rende oscura e falsa
la nostra personalità, liberarci dallo stato di ordinario basso
livello di coscienza che ci tiene costantemente immersi nel
sonno e chiusi nella nostra identità.
Dinanzi a noi, invece, c’è la vita, un bellissimo campo da
gioco, dove possiamo esercitare tutta la nostra gioiosa
energia se solo ci mettiamo in condizione di non aver paura
degli altri, pensando che essa non è altro che la proiezione
di ciò che non ci piace di noi.
E allora facciamo in modo di rompere gli schemi, di porre
sempre nuovi interrogativi senza temere che qualcuno possa
essere ritenuto “scandaloso”. Gesù di Nazareth nel suo
straordinario cammino terreno lo fece e prima di lui un
greco di nome Socrate. Crocifisso il primo, condannato al
veleno il secondo, entrambi esempi luminosi di una vita
vissuta nell’amore incondizionato per l’uomo; entrambi
costruttori di ponti per insegnare un attraversamento
illuminato del mondo, differente dai valori cristallizzati e
freddi senz’anima. L’uno percorreva le strade della Galilea,
l’altro quelle di Atene; loro due, maestri, disvelavano la vita
in tutta la sua meraviglia, tenendo conto di ogni possibilità
che si apre all’uomo. Entrambi accomunati nella diffusione
di un metodo di ricerca del consenso attraverso il dialogo,
l’incontro con gli altri e non nell’isolamento.
Questo tipo di saggezza ha sempre trovato terreno fertile
più in oriente che in occidente.
Purtroppo noi occidentali abbiamo privilegiato una cultura
accademica, fondata sulla logica, poco incline alla
“meraviglia”, all’accordo con lo stato naturale, al
misticismo. Una piccola prova di tale trascuratezza la
troviamo per esempio negli stessi manuali di Storia della
filosofia in uso nelle nostre scuole. Tutti fanno iniziare la
filosofia con i presocratici, Nulla o quasi, se non uno scarso
accenno, troviamo sul pensiero orientale. Schopenhauer con
il suo “velo di Maya” è semplicemente una eccezione!
Probabilmente tutto è dipeso dal fatto che l’uomo
dell’occidente, ritenendo che in Grecia la nascita della
filosofia costituì un rimedio migliore del mito per
combattere il terrore della morte, tradusse il termine
thauma con “angoscia”, anziché con “meraviglia”, per cui il
pensiero occidentale, più tormentato, si è concentrato sui
problemi della conoscenza, dell’etica, della politica, ecc.
invece che sulla contemplazione e sulla meditazione.
Una filosofa del futuro dovrà lavorare sodo per una felice
integrazione dei due punti di vista, se vogliamo alzare il
tetto del mondo.
Le esperienze non mancano: i viaggi dei giovani finalizzati
all’incontro con la spiritualità orientale, le stesse
espressioni artistiche della danza, della immagini, della
musica. E per quest’ultima, come non ricordare l’esempio
straordinario di Franco Battiato?

Il presente volumetto di Simona Mazza, dunque, si


inserisce con profitto in questo clima di rinnovata cultura.

Vincenzo Fiaschitello
Prefazione

“Pensieri fumati” è una raccolta di aforismi,


apparentemente sconnessi, arrivati all’autrice come “luce
di lampo” durante la meditazione trascendentale, in uno
stato di coscienza ampliato.
Sono intuizioni dettate dall’anima e non dalla mente iper-
razionale. Pensieri compiuti, talora incompiuti, riportati
così come sono apparsi, senza abbellimenti o aggiunte che
ne avrebbero fondamentalmente minato la visione.
Al lettore l’interpretazione.

Buona lettura
Risvegli e sonno

Sogno causato dal volo di un'ape

Salvador Dalì (1944)

Risvegli e sonno

Credo solo nella gerarchia “cognitiva”: apprendista, mago e


illuminato.
L’universo e la grande Madre: un sistema di anelli
concentrici.
Ognuno ha il suo grado di comprensione e ognuno trae
beneficio a seconda della vicinanza alla sua fonte di luce.
Talora quelli che si trovano in un gradino superiore
scendono in quello inferiore per aiutare i più
“addormentati” a salire.
Hai presente che quando togli il tappo del lavandino, tutta
l’acqua stagnante fluisce con grande energia? Nel
risvegliarsi accade pressapòco così.
Ti senti come una sorta di lavandino sturato.
L’intelletto da solo non conduce da nessuna parte, anzi può
fare pure grandi danni. Ha bisogno della luce per
risvegliarsi. Solo allora può produrre frutti sani.
Solo allora fa della cura un capolavoro.
Inizi calpestando le orme del guru, dici quello che lui dice
perché ti piace, ti sembra corretto, ma non l’hai ancora
compreso.
Poi arriva l’illuminazione e tutto diventa chiaro e non hai
più bisogno di seguire le sue orme perché pensi in maniera
indipendente e ti sorprendi nel sentire che altre persone
sono illuminate e che ci sono discorsi che scorrono su un
piano parallelo, un piano più alto.
E che avevi sentito quei discorsi e non li avevi capiti
pienamente, anche nei testi di certe canzoni.
Poi ti sembra di impazzire e capisci tutto. Pure i passi della
Bibbia, le parabole, il Padre Nostro, ogni singola parola.
Ma in maniera intimissima e capisci quanto
la religione abbia strumentalizzato concetti che non
vengono capiti.
E capisci pure i Santi, e la Madonna e Gesù e altri che,
come loro, sono scesi sulla Terra per portare
le persone a un gradino di coscienza superiore,
ma non ci sono riusciti.
E se fosse tutto un sogno?
Il sonno è quel momento in cui le nostre esperienze
quotidiane o si dissolvono o si cristallizzano.
L'Uno: la matrice di tutte le cose

La creazione dell'uomo
Marc Chagall 1956-58
L’Uno: la matrice di tutte le cose

L’Uno ha scelto il Maestro per veicolare i suoi messaggi:


umile servitore dell’Uno, dignitario della moltitudine.
L’entusiasmo (en thèos) è essere tutt’uno con il Dio. Dio ci
ha creato e ci ha voluto così, propio così come siamo, tutti
diversi. E non ci ha mai giudicato, né ci giudicherà. Ha
creato delle creature cui è stata conferita a loro volta la
proprietà di creare e cui ha donato (in maniera, anzi in
quantità casuale) una parte della sua intelligenza cosmica.
Invece di limitarsi a creare e a divertirsi in questo processo,
l’uomo ha inventato la “morale”.
Da quel momento sono nati il giudizio, il concetto di bene e
di male, di giusto di sbagliato.
L’inizio della sofferenza.
Noi siamo frammenti dell’emanazione dell’Uno e
l’Uno è solo energia cosmica, infinta e pulsante.
Tutto molto semplice in fondo.
Ma solo un’anima umile ed essenziale può comprendere
che siamo solo gli scarti energetici di Dio.
Voglio guardare il Dio dell’amore direttamente dalla fonte,
non attraverso gli occhi di un comune mortale.
Dal tuo volere scaturisce il mio agire, mio Signore. Sono
grandiosa perché ho scoperto la grandiosità di Dio.
Se Dio ha creato tutto, il visibile e l’invisibile, allora
l’invisibile è solo un diverso modo di essere.
Quanto è presuntuoso e cieco l’essere umano.
Non ammette il potere di Dio perché si sente sminuito, in
quanto “unico” essere intelligente.
Però la sua vita brucia in un istante come una fiamma
brucia una spiga.
E l’Universo invece esiste ancora e si espande, in un
eternità che non soggiace al tempo.
Quanto sono credenti gli atei! Sono più credenti dei
cristiani.
Questi ultimi credono per fede, gli altri credono di non
credere per dogma.
La ierogamia è la fusione eterica fra un corpo fisico e
l’Uno.
Fare l’amore con il divino non è un concetto che va
letteralizzato.
Vuol dire fare l’amore, anche a livello fisico, ma
la penetrazione coinvolge ogni singolo poro della tua pelle.
Significa avere il divino in ogni singola cellula.
Esserne completamenti intrisi e attraversati.
È un concetto diverso di piacere.
È un piacere totalmente fisico, mentale e spirituale, ma non
sessuale.
C’è un’identità nazionale e un’identità cosmica. A noi la
scelta.
Il processo creativo
Il letto volante
Frida Kahlo-1932

Il processo creativo
Anche la distruzione fa parte del processo creativo. L’Uno
la utilizza per ripristinare l’ordine primevo, l’Uomo
dovrebbe utilizzarla per superarsi, per creare e rinascere in
una forma superiore che lo avvicini sempre di più
all’emanazione primordiale. Il piacere sta nel mezzo.
Se non creiamo nulla, la nostra esistenza non serve a niente.
Se dovessi pensare che il fine ultimo della mia vita debba
essere pagare le bollette, sarei finita.
Non è importante creare consapevolmente, è importante
essere consapevoli del processo creativo.
L’arte è l’alibi che ci permette di liberarci delle nostre
maschere senza essere smascherati.
Un giornalista illuminato- almeno per me- getta il seme. Sta
al lettore, raccoglierlo, piantato o gettarlo al vento.
Ai media: date belle notizie.
Quelle belle notizie che non fanno notizia.
Il male si combatte con il bene; il brutto con il bello.
La parola è simbolo di un’ Idea.
E’ logos: il principio stesso della creazione.
De Pretore Vincenzo (1) mi ha fatto piangere.
Non è stato il pianto struggente, melanconico che viene da
una qualsiasi circostanza che in fondo non ci tocca più di
tanto.
Mi ha fatto piangere come un pugno nello stomaco, un
cazzotto violento, maledetto, dannato, senza possibilità di
redenzione.
Un livido tatuato nell’anima.

Autostima ed ego
Narciso
Caravaggio 1597-99

Autostima ed Ego
L’autostima presuppone che la stima di voi dipenda dalla
stima che un’altra persona ha di voi. A Robinson Crusoe
non serviva affatto.
E poi cosa vuol dire autostima?
Per progredire occorre farsi schifo ogni tanto. Dunque, più
che di sedute per aumentare l’autostima, avremmo semmai
bisogno di fare delle sedute di auto schifo.
Insultati da solo fino a trovare il peggiore degli epiteti:
vedrai che quando ti insulteranno gli altri, la cosa non ti
farà più né caldo né freddo.
Quando gratti la superficie di un grande Ego e trovi nel
nucleo un Ego ancora più smisurato, non si può che provare
compassione per chi ha una visione così ristretta.
Eco fa rima con Egoooooooooo.
L’Io in relazione al Tu diventa Sé. L’Ego è l’Io ripiegato su
se stesso.
Sicurezza e autostima non ti fanno progredire. Ti fanno
restare nel più basso livello evolutivo, nel più basso gradino
di coscienza.
Ci offendiamo solo quando ci affidiamo ai giudizi esterni.
Non mi offendono i tuoi giudizi su di me, mi offende che tu
giudichi.
Dai tuoi giudizi mi autoassolvo. Non è il mio Ego che
si offende. È la mia anima.
Consapevolezza
Il viandante sul mare di nebbia
Caspar David Friedrich- 1818

Consapevolezza
Ci ho messo 25 anni per essere consapevole dei miei 25
anni.
Brutto capire senza comprendere.
Eppure ridono! E pensano di aver capito tutto.
In certi casi, la resa è la manifestazione della vera
consapevolezza.
Sono consapevole di essere un’incompiuta:
sto percorrendo tutti gli stadi evolutivi a partire dal gradino
più basso.
Adesso ho smesso di punirmi.
Ho raggiunto gli inferi della mia anima, ho compiuto il mio
viaggio ctonio e sono pronta alla rinascita.
Con l’autostima non ci fai niente.
Ti anestetizza dicendoti “sei perfetto così”.
I nostri obiettivi vanno invece misurati secondo metri
di giudizi interni.
È questo il punto di partenza della consapevolezza.
Se ci giudichiamo prendendo riferimenti esterni, abbiamo
bisogno dell'autostima.
Con la consapevolezza puoi scoprire realmente te stesso e
superare i tuoi limiti. Tutto il resto è relazione.
Se sei consapevole di te stesso, nessuna relazione può
spostare il tuo baricentro e niente può scalfirti.
Vive nella più meravigliosa semplicità o l’uomo totalmente
ignorante o quello altissimamente consapevole.
Specchi: gli altri sono lo specchio riflesso di noi stessi e
viceversa.
Leggerezza vuol dire liberarsi dai pesi interiori.
Non è ignoranza ma altissima comprensione del tutto. Non
va confusa con la frivolezza.
Sono a un livello di comprensione avanzata. Non ha nulla a
che vedere con la cultura o con l’intelligenza.

Coscienza
Il figlio dell'uomo
Rene Magritte-1964

Coscienza
Se ci si trova su piani di coscienza diversi non si può
comunicare.
Piani diversi di coscienza sono infatti piani diversi di
comunicazione.
Io capisco il tuo stato di coscienza e posso comunicare con
te, perché l’ho sperimentato e superato, ma tu non puoi
capire il mio stato di coscienza. Sta a te decidere di cogliere
i messaggi o restare compiaciuto e beato al tuo livello.
Ci sono persone, gli zombie, con le quali non si può
istaurare alcun tipo di relazione.
Se fossi un insegnante direi loro “torna a settembre”.

Pensieri surreali
BrainChain
Willem den Broeder-2001

Pensieri surreali
Bello non distinguere la realtà dal sogno.
Chissà cosa vedevano i tuoi occhi quando morivi.
Per vedere la Galassia bisogna uscire fuori da essa.
La gente teme coloro che ragionano: ma la maggior parte di
voi non capisce a cosa mi riferisco.
La vita è solo una delle tante possibili forme dell’energia e
della materia e noi siamo solo una delle tante possibilità.
Potevamo essere delle pietre, delle piante, dei virus, delle
cacche di topo...
La terra è un punto finito nell’infinità. La lumaca è una
piccola galassia.
Non è che sei inferiore, è che non sei riuscito a vedere oltre.
Quanto è bello non avere certezze, a parte che il sole sorge
e tramonta lasciando il posto alla luna.
Non posso controllare i miei pensieri, figuriamoci se posso
controllare i pensieri altrui!
Vorrei scrivere un romanzo dal titolo “la bambina che
aveva capito il mondo”.
Negli occhi dei bambini vedo la più sublime e pura forma
di certezza.
Sapete già che non cerco consensi esterni.
La bellezza è necessità, il male ignoranza.
Il male me lo immagino come qualcosa di rattrappito che
implode dentro sé stesso.
Il bene me lo immagino come un fuoco d’artificio che si
espande.
Ci sono persone che non superano mai la condizione di
figlio.
Chi investe non vuole dare i numeri: li vuole fare.
Amo l’estate. Godi pienamente di ogni raggio di sole per
poi scivolare soddisfatto e appagato nei raggi benevoli della
luna.
Così dovrebbe essere ogni vita degnamente vissuta.
Il bosco è un luogo dove ci si ritrova dopo essersi persi, non
dove ci si perde senza possibilità di ritorno.
Una civiltà desacralizzata ha bisogno della morale per darsi
delle regole.
La legge è solo un buon deterrente ma non è una soluzione.
I soldi sono la materializzazione del concetto universale di
abbondanza. Andrebbero benedetti.
Combattere la guerra! Lottare per la pace! Che controsensi
dialettici.
Se non si è disposti ad accogliere non arriva niente.
Niente è giusto o sbagliato, buono o cattivo, bello o brutto.
Tutto esiste in quanto “possibilità” e in quanto possibilità,
tutto ha il diritto di esistere.
Sono incompiuta perché sono completa.
Chiudo le situazioni quando hanno concluso il loro ciclo.
Quando mi hanno fatto guarire da una mancanza.
Facciamolo distinzione fra il “perché" critico, accusatore,
vittimista e il “perché” indagatore, conoscitore, quello che
si chiede quale messaggio ci sta inviando una determinata
cosa.
Cerca sempre l’abbondanza esperienziale: per tutto il resto,
cerca l’essenziale. Nell’essenziale c’è molta più ricchezza
di quanto si possa immaginare.
Il Covid non è un nemico da combattere ma una divinità
con cui condividere questo spazio e questo tempo.
Non importa quello che fai ogni giorno, importa quanto ti
emozioni ogni giorno.
Le nostre reazioni agli eventi sono i meccanismi naturali di
guarigione.
Venerate gli Dei e i loro capricci.
Se non avessero le nostre virtù e le nostre degenerazioni,
penserebbero ad altro.
Gli audaci hanno il favore degli Dei.
Gli attaccamenti creano resistenze insormontabili: sono una
costante sontuosa.
E che sia rabbia! Ma rabbia sacra.
Il viaggio dentro l’anima è il viaggio più bello.
Se non lavoro mi sento in colpa.
Devo sempre fare qualcosa.
Ma è proprio qui il problema.
Stare in silenzio, senza fare nulla mi ha permesso di vedere
oltre, di capire l’imperscrutabile.
E’ la mente che non vuole essere superata.
Ti vuole controllare e allora ...via... una corsa ad
affaccendarsi in mille faccende.
Un amaro nettare per non pensare che non ci serve niente di
più che il nulla.
Amori e amore

Il Bacio
Francesco Hayez-1859
Amori e amore
Cammino sul ponte,
raggi di sole intermittenti tra le sbarre di ferro. Sprazzi di
luce e vibrazioni infrante nel pilastro senz’anima.
Vivo colpi di fulmine a lento rilascio.
Nebbia all’orizzonte, si apre una nuvola di nome Ariel.
Stesa sul letto, gli occhi...un vetro che nasconde i segreti
dell’infinito.
Un saluto, un bacio e poi l’incontro con l’eterno.
E’ un amore a lento rilascio, una frazione di tempo che è
già un paradosso.
Non ha inizio e non ha fine.
Mi presento: sono la Signora Unadelletante.
Al signore Unodeitanti: nel letto dell’amante non fare mai
entrare tua moglie.
Alla fine della fiera, conta solo quello che ti ha lasciato una
storia.
Adesso so perché sto con lui e ho bisogno di stare con lui.
Più lo osservo e più mi rendo conto che lui è tutto quello
che non voglio essere io.
O forse, perché essendo tutto ciò che non voglio in un
uomo, sto bruciando il karma in vista della mia successiva
rinascita? Sto forse espiando le mie colpe? Oppure sto con
lui perché mi fa vedere, riflessi, tutti quelli che considero
come miei “difetti”, tutte le mie mancanze e tutti i limiti.
Tutto ciò che c’è di irrisolto nella mia vita. Lui è la sintesi
dei difetti di mia madre, di mio padre e di mio fratello.
Ecco perché l’ho scelto. Per sciogliere le resistenze
transgenerazionali.
Sono nata per elevarlo ad un livello superiore di coscienza
ed evoluzione. Ecco perché mi venera.
Così accade nella scelta delle amicizie: ognuna di esse
riflette una mia mancanza, un problema irrisolto. Le chiudo
quando ho risolto lo specifico problema interiore. Dipende
forse da questo l’attrazione “masochista” che abbiamo
verso cose o persone che non ci piacciono?
Non riusciamo a vederci perché viaggiamo a velocità
diverse.
Sono pronta ad amare e riscattare la mia stirpe.
L’amore va tramandato alle generazioni future.
Un amore? Non l’hanno voluto né il fato, né l’accidente, né
la volontà.
Non sono bella, non sono colta, non sono sexy, non sono
intelligente, non sono ricca. Però ti amo.
In affari, i regali mi danno l’idea del ricatto. In amore però
li temo: mi danno l’idea della sottomissione.
Quando si ama, fare l’amore diventa un linguaggio
universale.
Il mio concetto di "fare l’amore". Non mi piace l’amore
romantico e neppure l’amore fisico: sono per l’amore
cosmico.
E' questa l’attività erotica più bella, quella che tutti
dovrebbero sperimentare, meritando in cambio
l’abbondanza dell’Universo.
Solo chi ama può fare sesso. Viceversa, chi fa sesso non è
detto che possa amare.
Il sesso nell’amore illuminato è “necessità”. È l’unico
modo affinché due anime si compenetrino e si connettino
intimamente utilizzando il mezzo fisico.
Le altre forme sessuali sono solo piacevoli prestazioni
meccaniche.
L’amore ci spetta, non come possesso egoistico, ma come
diritto di nascita. Come espressione vera dell’Uno. La parte
mancante che ci riunisce alla nostra stessa anima e ci
ricongiunge con Dio.
Annulliamoci nei ruoli! Nè uomini né donne: solo anime
che si amano.
In una vita passata ero la bella ninfa che poteva tutto e che
tutti amavano. Un ciclo che si ripete in moto perpetuo.
L’amore scappa da chi non lo sa o non lo vuole riconoscere.
Amare non è una mia necessità. È perché così dev’essere.
E’ giusto che sia!
Il “ti voglio bene” mi sembra la dichiarazione di un
sentimento un po’ stitico.
Intelligenza

La faccia di genio
Rene Magritte-1926
Intelligenza
Solo una persona intelligente può dire cose stupide in
maniera intelligente.
Siamo gli unici animali che non solo si sentono separati
dalla Natura, ma anche superiori. Pensa come siamo
intelligenti...
Puoi essere intelligentissimo ma se non sei illuminato hai
perso solo tempo.
Una persona intelligente è intelligente in tutto.
Una persona stupida è stupida in tutto.
Poi ci sono persone intelligenti in certi campi e stupide in
altre e viceversa.
Non ho capito a quale categoria appartengo.

Meditazione o psicologia?
La meditazione, o Madame Monet sul sofà
Claude Monet-1871

Meditazione o psicologia?
Con la meditazione impari a respirare ogni sensazione,
impari ad accoglierla in ogni cellula per poi dissolvere
fisiologicamente, attraverso i pori, tutte le cose inutili. Con
la psicologia analizzi e giudichi ogni minima sensazione,
fino a quando non si cristallizza e sedimenta dentro di te. È
li che ne diventi vittima.
Siamo solo noi a decretare se una cosa è disturbante oppure
no. Non è lo psicologo. A lui raccontiamo la nostra
narrazione di vittime o vincitori. Lui semplicemente
constata il ruolo, il mito che abbiamo scelto di impersonare
e ce lo spiega facendosi pagare.
Chiacchierare fa bene a noi che parliamo, un po’ meno a
quelli che ci ascoltano, psicologi a parte...
Nella stragrande maggioranza dei casi, quello che per la
psicologia è "patologia" per me è semplicemente "sonno
inconsapevole"
Woody Allen? Se avesse conosciuto un bravo psicologo
non avrebbe scritto i suoi capolavori.
Identificazione e malattia
Autoritratto con orecchio bendato
Vincent Van Gogh-1889

Identificazione e malattia
La patologia è uno stato ordinario di identificazione.
Identificarsi vuol dire trasferire il nostro senso di realtà su
qualcosa che sta al di fuori di noi. In questo caso sono gli
altri a spostare il nostro umore. Non siamo liberi.
Noi siamo l’insieme di tanti Io condizionati dall’esterno:
vince quello che al momento è più forte.
Molti malati di mente lo sono, non per via della patologia
stessa, ma per il fatto di credere di essere malati.
I finti matti sono un genere di matti creati da quelli che non
sanno di essere matti davvero.
Quello che noi chiamiamo “problema” a volte può
trasformarsi in un processo creativo.
Il delirio è Dioniso liberato.
Bisognerebbe essere all’altezza della propria follia.
Quando fai un lavoro, anche qualcosa che non ti piace,
bisogna che ci metti sempre un po’ del tuo e ...tanto amore,
perché altrimenti hai solo perso del tempo della tua vita
stando male.
Paura
L'urlo (Skrik)
Edvard Munch-1893-1910

Paura
Abbiamo paura degli altri quando non conosciamo noi
stessi.
Abbiamo paura degli altri quando, come specchi, riflettono
qualcosa che non ci piace di noi.
Quello che non ci piace degli altri è spesso una proiezione
dei nostri limiti e dei nostri difetti.
Gli uomini apprezzano il mio lato fisico ma temono il mio
lato mentale e spirituale.
Uno non mi ha riconosciuta, Uno mi ha riconosciuta e ne ha
avuto paura. Non so cosa sia peggio.

Miti
Dedalo e Pasifae
Affresco Pompei-Casa dei Vettii

Miti
Impersono il mito della maga Circe. Anche io isolana, che
ama sempre il viandante già ammogliato. È lui il mio
archetipo. Ecco perché ho dovuto scegliere l’uomo che odia
il viaggio, il sapere, che non ha curiosità. Avevo bisogno di
lui per riscattarmi.
Circe seduce per vendetta.
Raccontandoti il mito, ti ho fatto capire che porti il cappello
da cornuto. Hai riso. O non hai capito o sei un uomo
ironico. Nel secondo caso, ti stimo.
Identificarsi con Zeus è un po’ azzardato: lui è potente tu
no.
Tu rappresenti la legge degli uomini, ma io sono legge di
natura.
Impara a restituire il Toro Bianco: il potere non ci
appartiene. (2)
Realizzare l'obiettivo dell'anima

La Gioconda (Monna Lisa)


Leonardo Da Vinci-1503-1506
Realizzare l’obiettivo dell’anima
Si può decidere di passare la vita a beccare chicchi di grano
come le galline o si può decidere di volare alto.
Possiamo sempre scegliere di essere il concime della Terra
o di innalzare la coscienza del Se’ collettivo.
Ognuno trova e manifesta tutto quello che cerca realmente.
Ognuno ha la sua missione: bisogna compierla fino in
fondo.
Alla fine, siamo qui per far chiarezza su due punti:
qual è il senso della nostra vita e qual è la nostra missione.
Se non vengo riconosciuta come Amore, la mia missione
non ha senso.
Solo io e mio cugino potevamo bruciare il karma familiare.
Solo noi potevamo essere all’altezza di sopportare tanto.
Tutti e due accomunati dallo stesso destino: genitori,
fratelli, figli, coniugi....
Adesso che abbiamo “sbloccato” i nostri parenti, nella
nostra famiglia potrà rinascere l’Amore. Si potrà iniziare a
procreare davvero una nuova genia da quella che si è
appena estinta e che abbiamo riscattato in vita. Abbiamo
portato a termine la “missione” di un’intera stirpe.
I sogni si realizzano sempre. Non si realizzano solo quando
ci appropriamo di quelli altrui.
Uomini e animali
Il sogno
Henri Rousseau-1910

Uomini e animali
Chi l’ha stabilito che un pangolino, uno scarafaggio, una
zanzara, un cinghiale o un virus debbano avere meno diritto
di vivere rispetto a noi?
Non è che l'abbaiare del cane sia privo di significato! E' che
non siamo in grado di decifrare tale linguaggio. Non è che
gli animali siano meno intelligenti di noi.
Noi non siamo abbastanza intelligenti da capire la loro
intelligenza.
Gli animali hanno un’intelligenza diversa. Non è affatto
inferiore alla nostra.
Dovendo scegliere di incarnarmi in un triceratopo o in un
uomo non saprei davvero decidere.

Siamo donne quando


Le lacrime di Freyja
Anne Marie Ziberman

Siamo donne quando...


Siamo donne quando siamo disposte a sacrificare la nostra
vita per generare una stella che pulsa dentro di noi;
Siamo donne quando viviamo cento vite oltre alla nostra;
Siamo donne quando non possiamo permetterci il lusso di
ammalarci;
Siamo donne quando il nostro capo, anche lui figlio di una
donna, bruciato ogni ricordo della sua infanzia, ci considera
un peso se siamo assorte nelle nostre preoccupazioni
familiari o se aspettiamo l’ennesimo bambino;
Siamo donne nel silenzio del dolore, nel confine incerto di
un sorriso che vuole mascherarlo, quando nostro marito ci
picchia e ci umilia;
Siamo donne quando perdiamo un figlio per qualsiasi
ragione e troviamo la forza di non lasciarci morire;
Siamo donne quando portiamo la nostra croce senza
lamentarci mai;
Siamo donne quando, sole al mondo, rifiutiamo di
sottometterci ai ricatti e alle meschinità pur di elemosinare
un lavoro;
Siamo donne anche quando, sopraffatte dalla paura, non ne
abbiamo il coraggio;
Siamo donne quando non pretendiamo dall’Uomo più di
quanto ci spetti;
Siamo donne quando pretendiamo il massimo dalla vita,
perché ci spetta per diritto di nascita;
Siamo donne quando per campare accettiamo il più umile
dei lavori;
Siamo donne quando cadiamo e ci rialziamo, dopo
essere state schiacciate da tutte quelle insegne del potere
che sono un insulto alla verità, alla giustizia e alla dignità;
Siamo donne quando non permettiamo che qualcuno
calpesti la nostra intelligenza o ci neghi la libertà; Siamo
donne quando invecchiamo e ci rottamano in qualche triste
ospizio;
Siamo donne quando sulla nostra lapide nessuno porta un
fiore;
Siamo Donne, Anima, Madre, Materia nello spirito, Spirito
nella materia, Sophia, Conoscenza, Matrice. Siamo la colla
di qualsiasi tela di ragno, ali di farfalle che nessuno può
imprigionare.
Siamo sempre vincenti.
Gioco

Arearea (Giocosità)
Paul Gauguin.1892
Gioco
Noi (gli esseri umani) siamo delle storie che servono ad
animare il gioco.
Siamo il giocattolo di Dio. Lui si trastulla e noi siamo
prigionieri all’interno di un gigantesco videogame.
E poi un giorno ci sveglieremo e realizzeremo che siamo
solo dei giocattoli. Che il tempo, il tempo degli umani
intendo, non ha un inizio e non ha una fine. Corriamo come
in una ruota per criceti. Quando moriamo è solo perché
abbiamo esaurito l’energia o perché ci hanno ammazzato
sotto varie forme, come in un videogioco, ma più articolato.
E di volta in volta saliamo o scendiamo al livello
successivo o inferiore, in base alla nostra abilità di giocare.
Chi supera le difficoltà, accede a un livello superiore. Solo
questo. E i creatori di videogiochi secondo me l’hanno
capito bene!
Dio vuole solo che noi animiamo e teniamo pulito il suo
giocattolo.
Inoltre, nel creare il gioco Dio ha gettato su di noi alcune
gemmazioni del suo intelletto, così come fosse sale, in
ordine sparso, per potersi svagare con degli esseri
“coloriti”, in grado di creare qualche diversivo all’interno
di una noiosa ruota.
C’è chi ha una più alta concentrazione di sale e chi meno. È
un fattore del tutto casuale. Sarà per questo che si dice
avere del “sale in zucca?”
Alla sofferenza fisica si può porre rimedio con dei potenti
antidolorifici, l’unico modo per guarire l’anima è rendersi
conto che è tutto un gioco e che siamo fatti della stessa
sostanza del Creato. E che se siamo storpi è solo una
“possibilità”, non è giusto o sbagliato. Dio ha voluto degli
esseri così, proprio perché magari gli piacevano...
La vita è un bellissimo gioco. Il vero problema è che
abbiamo preso tutto sul serio. Ognuno inoltre è libero di
scegliere il gioco che preferisce. Alla fine ritorneremo a
essere polvere. Tanto vale giocare a essere felici.
Hai giocato? Ti sei divertito? Hai creato? Solo questo
importa.
Purché tu sia consapevole di far parte del gioco dell’Uno. E
se hai utilizzato il denaro per giocare, divertirti a creare,
non ti devi vergognare di averne ricevuto tanto. Ricordati
che la vita è un gioco ma intanto vivila.
Il mio motto è “sul serio e per gioco”.
Prima il piacere e poi il dovere. Se fai qualcosa che ti piace,
hai energia a sufficienza per affrontare quello che non ti
piace. Viceversa, se inizi a fare quello che non ti piace, non
avrai energia a sufficienza per godere pienamente di ciò che
ti piace.
Preghiera e fede
Donna che prega
Franco Battiato

Preghiera e fede
La preghiera non è un atto di sottomissione, ma un
momento di intima connessione.
Ecco perché necessita il silenzio della mente.
Dervish rotanti: una preghiera danzata.
Ti prego mio Signore, tienimi lontana dalla vanità!
Tu non hai bisogno dei miei ringraziamenti, sono io che ho
bisogno di ringraziarti.
La fede è molto più del credo. Nel credo tu pensi di capire.
Nella fede ti affidi perché hai compenetrato pienamente il
mistero dell’inspiegabile e una volta che comprendi
l’ingranaggio, tutta la nebbia si dirada.
Quando sto nella fede mi sento la persona più ricca del
mondo.

Valori rovesciati
L'uomo con la testa rovesciata
Marc Chagall

Valori rovesciati
In certi stadi di coscienza, l’abito fa davvero il monaco.
Viviamo credendo in valori capovolti. Percepiamo gli
animali e gli zulù delle tribù come degli esseri lontani,
addormentati, incoscienti. Noi ci percepiamo come i
“privilegiati” gli “illuminati”. Bisogna capovolgere
quest’ordine. Gli animali e gli zulù sono i più vicini allo
stato naturale. Non fanno altro che realizzare il loro
compito, con uno stato di coscienza intuitivo. Noi invece,
non solo non realizziamo alcun compito che sia compatibile
con lo stato naturale delle cose, stiamo distruggendo
quest’ordine e ci compiaciamo persino della nostra presunta
superiorità.

La solitudine
La Solitudine
Mario Sironi-1925-1926
La solitudine
Se dovessimo dire tutto quello che pensiamo degli altri,
resteremmo soli.
Ma se dovessimo misurare la solitudine in base alla nostra
piena soddisfazione nella relazione con gli altri, allora ci
accorgeremmo di essere davvero soli.
I soldi non possono comprare un abbraccio. I regali cafoni
non valgono una canzone.
Un abbraccio è l’unica materia che può colmare il vuoto.
Devi apprezzare l’immensità del vuoto, perché non è
mancanza è solo “materia invisibile”.
Che tristezza i sani di testa: dovranno soffrire tanto di
solitudine.

Tutto è narrazione
L'assenzio
Edgar Degas-1875-1876

Tutto è narrazione
Davanti a ogni situazione che non ti piace, immagina di
stare sulla vetta di una montagna e osserva tutto dall’alto.
Guarda con l’occhio dell’osservatore esterno e capirai che è
solo una sfida, un messaggio da decifrare. Esercitati a
capire il messaggio nascosto. Tutto è come fosse. Tutto è
narrazione.
Ogni notte lascia che le tue cristallizzazioni si sgretolino.
Evita di sedimentare strati di fango.
Ogni volta che una forza negativa ti si presenta, immagina
che sia un filo elastico: più ti spinge verso il basso, più la
sua energia ti catapulterà verso l’alto.
Bisogna invertire la narrazione: pensiamo di doverci
divertire tutto il giorno e pensiamo al lavoro come una
piccola pausa dal divertimento, per altro retribuita.
Siamo il riflesso di ciò che pensiamo e di come
giudichiamo. Ognuno guardi sé stesso e troverà la
spiegazione.
I concetti sono sempre gli stessi ma quando vengono
espressi in maniera diversa, cambia totalmente il loro
significato intrinseco.
Se siamo fatti della stessa sostanza di Dio, non esiste
imperfezione. È solo un costrutto mentale. Quelle che
crediamo imperfezioni sono solo diverse possibilità
espressive, narrazioni alterate.
Se viviamo ogni istante presente con creatività, non solo
saremo in grado di costruire il futuro come vogliamo ma
riusciremo a cambiare la narrazione del nostro passato.
Ognuno è quel che pensa. Ogni verità è vera nella testa di
chi la ritiene tale.
Le vittime sono persone che hanno già scelto il loro destino
attraverso una narrazione moralistica.
La sofferenza non è punitiva, serve a bruciare il karma. Mai
giudicarla!
Molti sentimenti, quando li narriamo, assumono una
dimensione di automatismo. Perdono la loro forza. Se li
evochiamo e ci lasciamo andare all’esperienza senza
giudicare, diventano pura potenza.
Centro di gravità
Funambolo
August Macke-1913
Centro di gravità
Quando si è fortemente radicati, tutto ciò che accade
all’esterno non ci può scalfire.
Questo comporta un grande lavoro interiore di
atomizzazione.
La nostra sicurezza non deve venire dall’esterno e poggiarsi
a cose materiali o alla nostra collocazione sociale, ma deve
venire dall’interno e si deve fondare sulla certezza della
vacuità e dell’effimero.
Non incolpiamo gli altri dei nostri stati d’animo o dei nostri
fallimenti. Negli altri e in ciò che ci accade risuona sempre
la parte di noi che fingiamo di non vedere.
L’Uno ha emanato le sue monadi, gemme che si sono
diramate a cascata. Più arrivano al centro di gravità terrestre
e più sono numerose. Cadendo hanno raccattato tante
possibilità e si sono diversificate ma anche frammentate
dall’Uno. Ecco, se ci vogliamo elevare al livello dell’Uno
dobbiamo riunire ogni frammento. Solo così arriveremo a
uno stato di coscienza unitario e talmente pieno che la
staticità in moto sarà il più grande piacere.
Lo scopo del gioco è restare in equilibrio.
Non è che all’Uno interessi il singolo, affida alle sue
gemmazioni il compito di mantenere tutto in equilibrio e
ripristinare l’ordine primevo.
Maschere
L'uomo con maschere
Raphael Chanterou-1930

Maschere
Un giorno inventeranno delle maschere da indossare sul
viso come una seconda pelle. Ognuno potrà scegliere i
connotati che preferisce.
Quando devi fare qualcosa che ti fa veramente schifo,
indossa una delle tante maschere del tuo Io e recita la parte
fino in fondo.
L’abito ha un fine.

Potere e boicottaggio
Eclissi di Sole
George Grosz-1926

Potere e boicottaggio
Il potere è bello quando è un gioco di alleanza e complicità
con il divino. Quando cerchi di imitarlo, ma sai di esserne
solo il riflesso. In questo caso il desiderio di potere è
volontà di perfezionamento.
Quando diventa una sfida contro il Dio, il potere è un
giocattolo crudele che ti illude, ti porta vicino alla fonte ma
poi ti fa crollare giù senza pietà.
Avevo capito Babbo Natale, avevo imparato a scrivere
prima degli altri, avevo capito Dio e il clero
istituzionalizzato, avevo capito la scuola, gli insegnanti,
l’educazione e la morale e mi sentivo in colpa per tutto ciò.
Perché suscitavo le invidie di tutti. Iniziai allora ad auto
boicottarmi per espiare le mie colpe.
Il potere mi si è sempre presentato sotto mentite spoglie,
quelle più brutte e reiette, e io l’ho cacciato, perché non
avevo fede in lui. Me lo sono fatto scivolare tra le dita.
Non lo volevo, mi faceva sentire in colpa perché sapevo di
meritarlo. Anzi sapevo che mi apparteneva naturalmente.
Quando ho bruciato le mie convinzioni e mi sono
accoppiata con il potere dalla faccia caprina, mi è apparso il
potere vero, quello più nobile e bello. Quello che avevo
perso ma che in realtà era sempre stato dentro di me. Mi
sono boicottata per un senso di colpa transgenerazionale?
Tenetevi il potere! Non voglio essere l’oggetto di consumo
di nessuno. Dalla vetta della montagna vi vedo così
piccoli…
Il potere andrebbe usato non contro gli altri ma a beneficio
degli altri.
Se Dio ti ha dato più potere degli altri, usalo! Ma usalo per
far crescere il prossimo insieme a te, in base al suo grado
evolutivo.
In queste quattro mura sei importante e riverito. Se giri
l’angolo, ti conoscono diverse persone e sei “qualcuno”.
Cambi città e sei il Sig. Nessuno. Cambi dimensione sei
solo una delle tante monadi dell’Universo.

Pensieri fumati
Fumatore
Renato Guttuso-1958

Pensieri fumati
Ho scritto una frase mentre ero fumata, l’ho letta da sobria
e non l’ho capita, l’ho riletta da fumata e l’ho compresa.
Non fumo ma non ci credo.
Se a te ve bene, a me pure. Se tu ci credi, io pure, se tu ci
credi...
Qualche volta sono intelligente.
L’autunno è la migliore stagione per prepararsi alla
primavera.
Adesso posso ritornare nel mio loculo.
A volte un cognome non ha possibilità di redenzione. Come
ti chiami? Mi puoi chiamare anche... sorella.
Com’è facile disegnare un cerchio partendo dal quadrato.
Il rito dovrebbe servire a semplificare una sana abitudine.
Ma perché in questa vita arrivo sempre in ritardo?
Gurdjieff lo capisco solo quando fumo.

Sono iperattiva per combattere la mia pigrizia. Sono la


figlia di mio figlio e madre del Re.
Lo so per scontato, ma nel dubbio lo preciso.
I’m so Happy i’m so high-ppy.
Nata prima del tempo per risparmiare l’affitto.
Devo superare la mia relazione karmika con la candeggina.
"Smoke on the water"? Non parlava di un incendio al
Casinò di Montreux! I Deep Purple si stavano solo
facendo un canna in riva al lago.
Ognuno ci legga quello che vuole in queste frasi sconnesse.
Sono venute loro a me non le ho cercate io!

Note
1. De Pretore Vincenzo. Nel 1948 Eduardo De Filippo
scrisse un poemetto intitolato Vincenzo De Pretore,
pubblicato nel 1950 sulla rivista "Sipario". Nel 1951 fu
incluso nella raccolta di poesie "Il Paese di Pulcinella", nel
1971 nel volume "'O canisto" e nel 1975 nella raccolta "Le
poesie di Eduardo”. La storia affronta il tema dei figli di
N.N., raccontata dal punto di vista dei figli e quello del
rapporto con l’aldilà. Il poemetto da cui Eduardo trasse la
commedia racconta di un uomo che fa il ladro per necessità:
«De Pretore Vincenzo s'arrangiava.
Campav' 'a bona 'e Dio, comme se dice.
Figlio di padre ignoto, senz' amice
Facev' 'o mariuolo pe' campà». Dopo essere stato ucciso,
chiede di parlare con Dio:-Tu ti chiami Vincenzo?
Vincenzo:-Sissignore.
Dio:-E di cognome?
Vincenzo:-faccio De Pretore.
Dio:-Tuo padre?
Vincenzo:-Ve l’ho detto poco fa.
Narratore :-N’ata voce dicette:
Dottore :-Su coraggio, cercate di rispondere al signore.
Vincenzo:-Gnorsì, già mi ha concesso l’alto onore. Sul’isso
me puteva perdunà.
Ce ll’aggio ditto, che so mariunciello e ca pè chesto songo
muorto acciso. Fatemi rimanere in Paradiso!...Teng’a
prumessa e voglio restà ccà...
Il Toro bianco
2. Nel mito, Minosse, il re di Creta che chiese al dio degli
oceani, Poseidone, il potere sulla natura. Poseidone lo
avvertì che non era cosa per lui, ma, alle sue insistenze,
rispose mandandogli un toro bianco, simbolo del fatto che
poteva provare il potere, ma che poi avrebbe dovuto
restituirlo attraverso un sacrificio rituale. Minosse rifiutò di
restituire il toro e da qui incominciarono tutti i suoi guai.
Passifae, sua moglie, si innamorò del toro bianco e, chiusa
in una giovenca di legno, si accoppiò con lui. Nacque il
Minotauro che Minosse fece rinchiudere nel labirinto.
Teseo, il falso eroe, venne da Atene per uccidere il
Minotauro. Teseo, però, è il falso eroe, perché rappresenta
il bisogno di controllo sull’istinto. Se fosse stato il vero
eroe, infatti, avrebbe detto a Minosse di restituire il toro
bianco e di ristabilire in questo modo l’equilibrio primario,
l’ordine universale, così da far finire i guai. Invece Teseo
decide di uccidere il Minotauro e si serve, per questo, di
Arianna, la sorella del Minotauro. Il Minotauro rappresenta
proprio l’anima selvaggia di Arianna, il suo istinto. La
donna, però, da questo allontanata, fa lo sbaglio di
innamorarsi di Teseo, che a sua volta si serve di Arianna
per uccidere la sua stessa anima, abbandonandola sull’isola
di Nasso. In questo modo, l’eroe sarà perseguitato da grandi
sciagure personali e familiari, mentre Arianna diverrà la
sposa del dio ribelle Dioniso. (Selene Calloni Williams).
Un grazie a Selene Calloni Williams per avermi guidato nel
percorso di crescita.

Donne recline
Egon Schiele-1915
Postfazione

Simona Mazza, siciliana di nascita, è una giornalista/scrittrice,


molto nota per le sue inchieste relative alla messa al bando
globale dell’amianto e di tutti gli altri agenti tossici nocivi
per la salute. Approdata molti anni fa al ‘continente’, vive a
Roma ed è autrice dei libri; Carta Carbone (2012); “Dai
Memoriali di Vincenzo Calcara: le 5 Entità rivelate a Paolo
Borsellino” (2014); “La Mafioneria è uno Stato perfetto”
(2015), ristampato nel 2017; “La rivelazione: 6 luglio 1950.
Portella della Ginestra” (2020). Pubblica oggi ‘Pensieri
fumati’, raccolta di aforismi che fonde con immagini derivanti
da quadri che impattano fortemente con gli argomenti illustrati
attraverso la scrittura.

• In ‘Risvegli e sonno’, che accompagnano l’opera ‘Sogno


causato dal volo di un’ape’, di Salvador Dalì (1944),
l’essere umano, uomo o donna che sia, vive in uno stato di
assoluta sonnolenza finché non arrivi, o giunga, se preferite,
ad uno stato di risveglio che gli permetta di cogliere che vive
una vita assolutamente ripetitiva, da uomo accecato che
quotidianamente non recepisce di essere rintanato in un
semplice nascondiglio.

‘L’universo e la grande Madre: un sistema di anelli


concentrici. Ognuno ha il suo grado di comprensione e 
ognuno trae beneficio a seconda della vicinanza alla sua fonte
di luce. Talora quelli che si trovano in un gradino superiore
scendono in quello inferiore per aiutare i più “addormentati” a
salire’.

‘…Poi arriva l’illuminazione e tutto diventa chiaro e non hai


più bisogno di seguire le sue orme perché pensi in maniera
indipendente e ti sorprendi nel sentire che altre persone sono
illuminate e che ci sono discorsi che scorrono su un piano
parallelo, un piano più alto…’

• ‘La creazione dell’uomo’ di Marc Chagall apre la visione di


‘L’Uno: la matrice di tutte le cose’, da cui deriva per diretta
conseguenza ‘l’Universo’.

‘Noi siamo frammenti dell’emanazione dell’Uno e l’Uno è


solo energia cosmica, infinita e pulsante. Tutto molto semplice
in fondo. Ma solo un’animo umile ed essenziale può
comprendere che siamo solo gli scarti energetici di Dio.
L’entusiasmo (en thèos) è essere tutt’uno con il Dio. Dio ci ha
creato e ci ha voluto così, proprio così come siamo, tutti
diversi. E non ci ha mai  giudicato, né ci giudicherà. Ha creato
delle creature cui è stata conferita a loro volta la proprietà di
creare e cui ha donato (in maniera, anzi in quantità casuale)
una parte della sua intelligenza cosmica. Invece di limitarsi
a creare e a divertirsi in questo processo, l’uomo ha inventato
la “morale”. Da quel momento sono nati il giudizio, il concetto
di bene e di male, di giusto di  sbagliato. L’inizio della
sofferenza’, annota con infinita tristezza animica Simona
Mazza. Viene scelto Marc Chagall, maggiore interprete della
Bibbia nell’arte contemporanea, che incanta con il suo alfabeto
fatto di colori e fede. La fine è l’inizio. Sono queste le parole
che Chagall pare trasmetterci: inizialmente sembra di
partecipare alla disperazione silenziosa di un defunto:
l’abbandono del corpo tra le braccia dell’angelo, il senso di
freddo suggerito dal blu, lo sguardo dell’angelo rivolto verso
sinistra come per chiamare qualcuno a partecipare alla
tragedia, la bocca assente come per rimandarci a un dolore
trattenuto; e invece dal titolo del quadro comprendiamo che
non è un morto qualsiasi, bensì è Adamo: il primo uomo
secondo la Creazione della Terra e l’inizio dell’Umanità.

• “Il processo creativo”. “Il letto volante” di Frida Khalo.

“Anche la distruzione fa parte del processo  creativo. L’Uno la


utilizza per ripristinare l’ordine primevo, l’Uomo dovrebbe
utilizzarla per superarsi, per creare e rinascere in una forma
superiore che lo avvicini sempre di più all’emanazione
primordiale. Il piacere sta nel mezzo. Se non creiamo nulla, la
nostra esistenza non serve a niente. Non è importante creare
consapevolmente, è importante essere consapevoli del
processo creativo”.

Singolare e significativo scegliere questa tela di Frida Khalo da


parte di Simona Mazza. Frida realizzò questo quadro dopo il
1930: in quell’anno, l’artista dovette interrompere una
gravidanza a causa di alcuni problemi di salute.
Successivamente, rimase nuovamente incinta, ma molti dottori
le consigliarono di non tentare di avere un bambino, a causa
della tripla frattura delle ossa del bacino che aveva; questo
avrebbe reso impossibile un normale parto. Unicamente il
dottor Eloesser era propenso, e Frida divenne grande amica di
quest’ultimo, scrivendogli spesso e chiedendo consigli a tal
merito. Nonostante molti dubbi ed incertezze, Frida decise di
continuare questa seconda gravidanza, ma purtroppo il 4
luglio, a causa di un aborto spontaneo, perse anche questo
bambino. Rimase i successivi tredici giorni in ospedale, e da lì
cominciò a disegnare a matita uno schizzo su questo funesto
evento, ed in un secondo momento lo ripropose come dipinto
ad olio. La protagonista è la stessa Frida, sdraiata nuda su un
letto molto più grande di lei: il suo corpo è circondato dal
sangue; dalla pancia, ancora ingrossata per la gestazione del
bambino, escono tre vene, che conducono a vari elementi
differenti. Osservando bene, in basso, si può notare anche uno
oggetto meccanico: è una parte dello sterilizzatore a vapore,
oggetto presente usualmente negli ospedali del tempo;
probabilmente, la forma di questo macchinario ha ricordato a
Frida il “malfunzionamento” del suo corpo. Infine, l’orchidea
viola che si trova in basso, al centro della tela, è un fiore che
Diego le portò mentre lei era ricoverata, e per l’artista,
simboleggerebbe la sessualità ed i sentimenti. Sul volto di
Frida è presente una lacrima, e ciò indica la grande tristezza e
forte dolore legati a quel terribile evento. In definitiva, essere
mutilato nel processo creativo e nella creazione ascensionale,
leggi di resurrezione e riproduzione, genera un reale annulla-
mento anche se non viene percepita la triste realtà che,
purtroppo, non merita neanche una lacrima…

• “Autostima ed Ego”, “Narciso” di Caravaggio.


‘L’autostima presuppone che la stima di voi dipenda dalla
stima che un’altra persona ha di voi. A Robinson Crusoe non
serviva affatto. E poi cosa vuol dire autostima? Per
progredire occorre farsi schifo ogni tanto. Dunque, più che di
sedute per aumentare l’autostima, avremmo semmai bisogno
di fare delle sedute di auto schifo. Insultati da solo fino a
trovare il peggiore degli epiteti: vedrai che quando ti
insulteranno gli altri, la cosa non ti farà più né caldo né
freddo. Quando gratti la superficie di un grande Ego e trovi
nel nucleo un Ego ancora più smisurato, non si può che
provare compassione per chi ha una visione così ristretta.
Eco fa rima con Egoooooooooo. L’Io in relazione al Tu
diventa Sé. L’Ego è l’Io ripiegato su se stesso. Sicurezza e
autostima non ti fanno progredire. Ti fanno restare nel più
basso livello evolutivo, nel più basso gradino di coscienza.
Ci offendiamo solo quando ci affidiamo ai giudizi esterni.
Non mi offendono i tuoi giudizi su di me, mi offende che tu
giudichi. Dai tuoi giudizi mi autoassolvo. Non è il mio Ego
che si offende. È la mia anima’, sono le considerazioni
dell’autrice.
• “Consapevolezza”. “Il Viandante sul mare di nebbia” (Der
Wanderer über dem Nebelmeer), è il dipinto più noto e
famoso di Caspar David Friedrich. È  considerato una
icona che rappresenta il piacere del viaggiare. In particolare
è stato adottato dagli amanti della montagna quale
espressione della passione che li spinge a conquistare le
grandi vette. Per Simona Mazza rappresenta iniziaticamente
il ‘cercatore’, ovvero chi spiritualmente ricerca l’elevazione
ascensionale: ‘Sono consapevole di essere un’incompiuta:
sto percorrendo tutti gli stadi evolutivi a partire dal gradino
più basso. Adesso ho smesso di punirmi. Ho raggiunto gli
inferi della mia anima, ho compiuto il mio viaggio ctonio e
sono pronta alla rinascita. Con l’autostima non ci fai niente.
Ti anestetizza dicendoti “sei perfetto così”. I nostri obiettivi
vanno invece misurati secondo metri di giudizi interni. È
questo il punto di partenza della consapevolezza. Se ci
giudichiamo prendendo riferimenti esterni, abbiamo bisogno
dell’autostima. Con la consapevolezza puoi scoprire
realmente te stesso e superare i tuoi limiti. Tutto il resto è
relazione. Se sei consapevole di te stesso, nessuna relazione
può spostare il tuo baricentro e niente può scalfirti’.
• “Coscienza”. “Il figlio dell’uomo” è probabilmente uno dei
quadri più celebri di Magritte, semplice ed enigmatico.
Rappresenta un uomo posizionato frontalmente rispetto allo
spettatore, con una bombetta in testa, un cappotto elegante,
camicia bianca e cravatta rossa. Il quadro è apparentemente
semplice e privo di dettagli ed è necessario ricordare che
doveva essere un autoritratto ma Magritte ha numerose
difficoltà nel dipingere un ritratto di se stesso, che in
numerose lettere da lui scritte definisce come un problema di
coscienza. L’opera esprime una forte critica rivolta alla
classe borghese, dato l’abito formale del protagonista, che
Magritte reputava meschina e ipocrita.

‘Se ci si trova su piani di coscienza diversi non si può


comunicare. Piani diversi di coscienza sono infatti piani diversi
di comunicazione. Io capisco il tuo stato di coscienza e posso
comunicare con te, perché l’ho sperimentato e superato, ma tu
non puoi capire il mio stato di coscienza. Sta a te decidere di
cogliere i messaggi o restare compiaciuto e beato al tuo
livello’, annota l’autrice. ‘Vivo nel timore di non essere
incompreso’, annotava Oscar Wilde.

• “Pensieri surreali”. Simona Mazza sceglie un’opera del


surrealista contemporaneo Willem den Broeder per
mostrare quella parte di noi che emerge durante i sogni, ma
che può emergere anche quando siamo svegli permettendoci
di associare libere parole, pensieri ed immagini senza freni
inibitori e scopi preordinati. ‘Pensieri fumati’ di Simona
Mazza è un testo volutamente surrealista, ‘prodotto dal
comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo
esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione
estetica e morale’, per dirla con Breton. Automatismo
psichico che può dare vita al ‘cadavere squisito’ frutto della
poetica casualità.
‘Chissà cosa vedevano i tuoi occhi quando morivi. Per vedere
la Galassia bisogna uscire fuori da essa. La gente teme coloro
che ragionano ma la maggior parte di voi non capisce a cosa
mi riferisco. La vita è solo una delle tante possibili forme
dell’energia e della materia e noi siamo solo una delle tante
possibilità. Potevamo essere delle pietre, delle piante, dei
virus, delle cacche di topo… La terra è un punto finito
nell’infinità. La lumaca è una piccola galassia. Non è che sei
inferiore, è che non sei riuscito a vedere oltre. Quanto è bello
non avere certezze, a parte che il sole sorge e tramonta
lasciando il posto alla luna. Non posso controllare i miei
pensieri, figuriamoci se posso controllare i pensieri altrui!’,
annota l’autrice nel testo.

• “Amori e amore” ‘Il bacio’ di Francesco Hayez


accompagna amore e amori dell’autrice: ‘…Sono pronta ad
amare e riscattare la mia stirpe. L’amore va tramandato alle
generazioni future. Un amore? Non l’hanno voluto né il fato,
né l’accidente, né la volontà. Non sono bella, non sono colta,
non sono sexy, non sono intelligente, non sono ricca. Però ti
amo. In affari, i regali mi danno l’idea del ricatto. In  amore
però li temo: mi danno l’idea della sottomissione…’.

Il dipinto rappresenta una scena, apparentemente, intima tra


due innamorati, ambientata nel passato medioevale
cavalleresco tra le mura di un castello. Il Romanticismo, in
Italia, si declinò nell’amore nazionalista e nell’odio verso lo
straniero, che nelle zone dell’attuale Lombardia, era
rappresentato dalla dominazione austriaca.

Fu il conte Alfonso Maria Visconti a commissionare il dipinto


all’artista per creare un simbolo di patriottismo. Infatti, Hayez
frequentava i circoli indipendentisti dell’epoca ed era molto
apprezzato da Giuseppe Mazzini.

• “Intelligenza”. Viene scelta da Simona Mazza l’opera del


surrealista Rene Magritte ‘La faccia di genio’ come
immagine per illustrare il paragrafo ‘intelligenza’: ‘Siamo gli
unici animali che non solo si sentono separati dalla Natura,
ma anche superiori. Pensa come siamo intelligenti…Puoi
essere intelligentissimo ma se non sei illuminato hai perso
solo tempo. Una persona intelligente è intelligente in tutto.
Una persona stupida è stupida in tutto. Poi ci sono persone
intelligenti in certi campi e stupide in altre e viceversa. Non
ho capito a quale categoria appartengo’.
• “Meditazione o psicologia?” ‘La meditazione, o Madame
Monet sul Sofà’ di Claude Monet accompagna ‘Meditazione
o psicologia?’: ‘Con la meditazione impari a respirare ogni
sensazione, impari ad accoglierla in ogni cellula per poi
dissolvere fisiologicamente, attraverso i pori, tutte le cose
inutili. Con la psicologia analizzi e giudichi ogni minima
sensazione, fino a quando non si cristallizza e sedimenta
dentro di te. È li che ne diventi vittima. Siamo solo noi a
decretare se una cosa è disturbante oppure no. Non è lo
psicologo. A lui raccontiamo la nostra narrazione di vittime
o vincitori. Lui semplicemente constata il ruolo, il mito che
abbiamo scelto di impersonare e ce lo spiega facendosi
pagare’, annota l’autrice. In fondo la tela scelta per il
paragrafo dello scritto può essere niente altro che una
pregevole decorazione murale che può raffigurare il ruolo o
il mito che abbiamo scelto di impersonare…
• “Identificazione e malattia” ‘L’Autoritratto con l’orecchio
bendato’ di Vincent van Gogh apre il paragrafo che parla
di patologie e del senso della realtà proiettato sulle persone
dall’esterno, ovvero da qualcosa che è al di fuori di se
stessi. La patologia, in tal caso, è uno stato ordinario di
identificazione guidato dall’esterno. A volte il ‘problema’
può trasformarsi in un processo creativo. Il delirio, in tal
caso’ è Dioniso liberato’, osserva l’autrice.

Van Gogh si amputò l’orecchio sinistro con un rasoio, a causa


di un eccesso di cerume che il suo medico curante non aveva
saputo asportare bene. Dopo due settimane di degenza in
ospedale, Van Gogh si ritrasse numerose volte con l’orecchio
fasciato. Questo autoritratto con l’orecchio bendato,
inizialmente posseduto da van Gogh, pervenne in circostanze
non chiare a Julien père Tanguy, titolare di un negozietto di
colori a Parigi che accettava in forma di pagamento i quadri
offertigli dal pittore, quando ancora nessun mercante d’arte gli
dava credito. Nell’Autoritratto con l’orecchio bendato
predominano i colori freddi che danno una nota ancor più
malinconica al dipinto. Il volto dell’artista è invero smunto e
ossuto, con la carnagione definita da un giallo cereo, ed il suo
sguardo abbattuto e perso nel vuoto sembra quasi affondare in
mondi immaginari dove egli può eludere dall’etichetta di
«folle» che la società gli ha imposto. Il cappotto abbottonato e
il cappello, indossati anche in casa, sembrano alludere
all’assenza di un impianto di riscaldamento, che forse, per le
condizioni economiche sempre precarie, l’artista non poteva
permettersi: ma non va tuttavia dimenticato anche il significato
più profondo di riparo da un mondo ormai ritenuto nemico
dall’artista.

• “Paura”. “L’ Urlo” di Edvard Munch accompagna il


paragrafo di ‘Pensieri fumati’ dove Simona Mazza osserva
che ‘Abbiamo paura degli altri quando non conosciamo noi
stessi. Abbiamo paura degli altri quando, come specchi,
riflettono qualcosa che non ci piace di noi. Quello che non ci
piace degli altri è spesso una proiezione dei nostri limiti e dei
nostri difetti. Uno non mi ha riconosciuta, Uno mi ha
riconosciuta e ne ha avuto paura. Non so cosa sia peggio’.
• “Miti”. “Dedalo e Pasifae” in un affresco della Casa dei
Vettii. ‘Impersono il mito della maga Circe. Anche io
isolana, che ama sempre il viandante già ammogliato. È lui il
mio archetipo. Ecco perché ho dovuto scegliere l’uomo che
odia il viaggio, il sapere, che non ha curiosità. Avevo
bisogno di lui per riscattarmi. Circe seduce per vendetta.
Identificarsi con Zeus è un po’ azzardato: lui è potente tu no.
Tu rappresenti la legge degli uomini, ma io sono legge di
natura. Impara a restituire il Toro Bianco: il potere non ci
appartiene’, la nota dell’autrice.

Zeus si innamorò di Europa mentre la osservava su una


spiaggia insieme a delle ancelle, con le quali raccoglieva dei
fiori e per averla ordinò ad Ermes di guidare i buoi del padre di
Europa verso quella spiaggia. Poi assunse le sembianze di un
toro  bianco e le si avvicinò per distendersi ai suoi piedi.
Europa salì sul dorso del toro, impressionata dalla sua
mansuetudine, e questi la rapì e la portò attraverso il mare fino
all’isola di Creta.

• “La Gioconda (Monna Lisa)” di Leonardo Da Vinci è


l’immagine indicata per ‘Realizzare l’obiettivo
dell’anima’. ‘Si può decidere di passare la vita a beccare
chicchi di grano come le galline o si può decidere di volare
alto. Possiamo sempre scegliere di essere il concime della
Terra o di innalzare la coscienza del Se’ collettivo. Ognuno
trova e manifesta tutto quello che cerca realmente’, le parole
di Simona Mazza.

La Gioconda, o meglio Monna Lisa, è l’opera iconica ed


enigmatica della pittura mondiale, con il suo sorriso
impercettibile ed enigmatico. La particolare storia del dipinto,
che seguì Leonardo fino alla sua morte in Francia, e che venne
ritoccato per anni e anni dall’artista. Alcune analisi ai raggi
X hanno mostrato che ci sono tre versioni della Monna Lisa,
nascoste sotto quella attuale.

‘Realizzare l’obiettivo dell’anima’ ci dice che ognuno ha la sua


missione: bisogna compierla fino in fondo. Alla fine, siamo qui
per far chiarezza su due punti: qual è il senso della nostra vita è
qual è la nostra missione. I sogni si realizzano sempre. Non si
realizzano solo quando ci appropriamo di quelli altrui’, le
parole dell’autrice. E quale ‘Gioconda’ immagine, attraverso le
rivisitazioni  compiute nel corso della vita può raggiungere e
realizzare i propri sogni? Solo chi non si ispira ad altri per
realizzarli, per i quali resterà sempre sorridente ed
enigmatica…

• “Il sogno” di Henri Rousseau viene  scelto per illustrare


‘Uomini e animali’. Il dipinto rappresenta una giovane donna
bianca nuda, sdraiata su un divano rosso, in una giungla: si
tratta di Yadwigha, un’amica polacca del pittore. La
attorniano vari animali – un grosso serpente arancione,
alcuni uccelli, un elefante, una coppia di leoni (maschio e
femmina) e un gruppo di scimmie – tutti affascinati
dall’ascolto della melodia eseguita da un pifferaio indigeno;
ma né essi né la giungla esistono, se non nel sogno di
Yadwigha.

Nel timore che il pubblico non capisse il quadro, Rousseau


scrisse una poesia per accompagnarlo, intitolata “Inscrizione
per “Il sogno”:

“Yadwigha in un bel
sogno
Yadwigha dans un beau rêve dolcemente
S’étant endormie doucement addormentata
Entendait les sons d’une musette sentì il suon di
Dont jouait un charmeur bien pensant. cornamusa
Pendant que la lune reflète d’un incantator cortese.
Sur les fleuves [ou fleurs] les arbres Mentre la luna riflette
verdoyants, sui fiumi [o fiori] i verdi
Les fauves serpents prêtent l’oreille alberi,
Aux airs gais de l’instrument. serpenti l’orecchio
prestan
alle liete melodie.”

 
‘Chi l’ha stabilito che un pangolino, uno scarafaggio, una
zanzara, un cinghiale o un virus debbano avere meno diritto di
vivere rispetto a noi? Non è che l’abbaiare del cane sia privo di
significato! E’ che non siamo in grado di decifrare tale
linguaggio. Non è che gli animali siano meno intelligenti di
noi. Noi non siamo abbastanza intelligenti da capire la loro
intelligenza. Gli animali hanno un’intelligenza diversa. Non è
affatto inferiore alla nostra. Dovendo scegliere di incarnarmi in
un triceratopo o in un uomo non saprei davvero decidere’, la
nota della scrittrice.
• “Siamo donne quando”. “Le lacrime di Freyja”, realizzata
da Anne Marie Zilberman, pittrice contemporanea francese
che ha  lavorato come pubblicitaria e in seguito, come stilista
per alcune note case di moda, tra cui Kenzo. Anne Marie
Zilberman, suo malgrado è diventata ‘famosa’ per l’erronea
attribuzione del dipinto da lei realizzato, a Gustav Klimt,
subito smentito, ma verosimilmente accaduto per
l’assonanza di stile ed in particolare per l’utilizzo della foglia
d’oro impiegata per simboleggiare le lacrime che versa la
protagonista del quadro, ma anche per quell’intrinseco
fascino sensuale e sognante che sprigiona il dipinto e che è
presente anche nelle opere di Klimt.

La Dea Freyja, risalente alla dea mitologia nordica, nella


religione tradizionale pre-cristiana dei popoli della
Scandinavia, era considerata la dea della fertilità, della guerra,
della seduzione e dell’amore, della bellezza e dell’oro, nonché
delle virtù profetiche. Narra la leggenda che ogni volta che il
marito Odur si allontana per dedicarsi ai propri doveri, la
splendida elfa piange lacrime d’oro, per amore, tingendo l’alba
dei suoi colori vividi. E, anche quando i due amanti si
ricongiungono, al calar del sole, il pianto colora l’orizzonte di
caldi toni dorati.

‘Siamo Donne, Anima, Madre, Materia nello spirito, Spirito


nella materia, Sophia, Conoscenza, Matrice. Siamo la colla di
qualsiasi tela di ragno, ali di farfalle che nessuno può
imprigionare.

Siamo sempre vincenti’, dice la nota tenue, umile ed elegiaca


della giornalista che accompagna la tela. 
• “Gioco”. “Arearea” di Paul Gauguin accompagna queste
parole: ‘Noi (gli esseri umani) siamo delle storie che servono
ad animare il gioco.

Siamo il giocattolo di Dio. Lui si trastulla e noi siamo


prigionieri all’interno di un gigantesco videogame.

E poi un giorno ci sveglieremo e realizzeremo che siamo solo


dei giocattoli. Che il tempo, il tempo degli umani intendo, non
ha un inizio e non ha una fine. Corriamo come in una ruota per
criceti. Quando moriamo è solo perché abbiamo esaurito
l’energia o perché ci hanno ammazzato sotto varie forme,
come in un videogioco, ma più articolato’.

Da notare che la tela scelta vede l’utilizzo del termine


‘Arearea’, che ha il significato di ‘felicità’, di  ‘giocosità’,
indispensabili per ricordarti che ‘la vita è un gioco ma intanto
vivila…’.

• “Preghiera e fede”. “La Donna che prega” è una tela di


Franco Battiato. ‘La preghiera non è un atto di
sottomissione, ma un momento di intima connessione. Ecco
perché necessita il silenzio della mente.
Quando sto nella fede mi sento la persona più ricca del
mondo’.
Cantautore, compositore, regista e, tra le altre cose, anche
pittore, Franco Battiato è stata una figura irripetibile della
scena artistica e culturale italiana.  L’arte è prima di tutto un
esercizio spirituale. Una via per giungere all’assoluto, come
tanti filosofi hanno provato a teorizzare. Eppure, non di rado,
essa si manifesta con maggiore intensità quando si presenta
spontanea, priva di costrutti, libera di essere al di fuori di un
sistema che la inquadri o legittimi. Semplicemente è,
semplicemente ne godiamo. Se intesa quindi come una delle
(poche) vie utili alla conoscenza di sé, non ci deve sorprendere
che Franco Battiato l’abbia percorsa. ‘L’obiettivo ultimo della
mia vita è conoscere me stesso’. É sulle basi di un dialogo –
prima sofferto, poi molto sereno – con la propria individualità
che il poliedrico artista ha intrapreso un cammino di ricerca,
pennello in mano. Aveva iniziato a dipingere nel ’93, non
senza incontrare difficoltà: ‘Ho iniziato a dipingere vent’anni
or sono, spinto dalla mia incapacità’ amava ripetere. Forse un
mantra utile a ricordare che l’arte è tecnica, esercizio che si
accompagna all’ispirazione. E il nodo per Battiato stava
proprio qui. L’immagine, lo slancio del genio, l’intuizione
folle, l’artista l’ha sempre avuta. Quel che mancava, a suo
parere, era la capacità di metterla in pratica, di riportare sulla
tela un’idea che nella sua mente appariva delineata: ‘qualsiasi
cosa diventava una cosa diversa’.

Un anno di tanti sforzi e altrettanti delusioni, ma «un bel


giorno all’improvviso la figura di un danzatore derviscio si
materializzò sulla tela, nel modo giusto, nel modo che volevo.
Fu una gioia immensa, anzi di più. Fu un orgasmo cosmico».

Da quel momento, a fasi alterne, Franco Battiato si è dedicato


anche alla pittura. Una “terapia riabilitativa”, un ulteriore
mezzo per migliorarsi artisticamente e personalmente. Le
opere figurative prodotte sono circa 80, tra tele e tavole dorate.
La miscela, tendenzialmente, ad olio. Süphan Barzani lo
pseudonimo con cui firmava i suoi dipinti. Per intenzione e
ispirazione intima Battiato ha riportato sulla tela un sentimento
archetipale, intriso di spiritualità e bellezza. Difatti, al di là di
ogni dimensione temporale, il colore oro è simbolo di purezza
e ascensione spirituale. Da qui la sua presenza, quasi costante,
nelle opere di Battiato.
• “Valori rovesciati”. ’L’uomo con la testa rovesciata’ di
Marc Chagall accompagna le considerazioni del paragrafo
di ‘Pensieri fumati’: ‘In certi stadi di coscienza, l’abito fa
davvero il monaco. Viviamo credendo in valori capovolti.
Percepiamo gli animali e gli zulù delle tribù come degli
esseri lontani, addormentati, incoscienti. Noi ci percepiamo
come i “privilegiati” gli “illuminati”. Bisogna capovolgere
quest’ordine. Gli animali e gli zulù sono i più vicini allo
stato naturale. Non fanno altro che realizzare il loro compito,
con uno stato di coscienza intuitivo. Noi invece, non solo
non realizziamo alcun compito che sia compatibile con lo
stato naturale delle cose, stiamo distruggendo quest’ordine e
ci compiaciamo persino della nostra presunta superiorità’.
‘Mi trascino per le vie di Mosca. Né la Russia imperiale, né la
Russia dei Soviet hanno bisogno di me. Io sono
incomprensibile per loro, straniero… Sono certo che
Rembrandt mi ama. Molti hanno fatto dell’umorismo sui miei
dipinti, soprattutto sui miei quadri con le teste all’ingiù. Non
ho fatto niente per evitare quelle critiche. Al contrario.
Sorridevo – tristemente certo – della meschinità dei miei
giudici. Ma avevo, malgrado tutto, dato un senso alla mia vita.
Se sei pittore puoi avere la testa al posto dei piedi e resterai
pittore’, l’amara considerazione di Marc Chagall.

• “La solitudine”. ’La solitudine’ di Mario Sironi ispira


all’autrice di ‘Pensieri fumati’ queste considerazioni: ‘Se
dovessimo dire tutto quello che pensiamo degli altri,
resteremmo soli. Ma se dovessimo misurare la solitudine in
base alla nostra piena soddisfazione nella relazione con gli
altri, allora ci accorgeremmo di essere davvero soli. I soldi
non possono comprare un abbraccio. I regali cafoni non
valgono una canzone. Un abbraccio è l’unica materia che
può colmare il vuoto. Devi apprezzare l’immensità del
vuoto, perché non è mancanza è solo “materia invisibile”.
Che tristezza i sani di testa: dovranno soffrire tanto di
solitudine’.

In “Solitudine”, Mario Sironi rappresenta il dramma dell’uomo


contemporaneo. I suoi personaggi sono essenziali e diventano
dei simboli della condizione vissuta dagli abitanti delle
periferie urbane. Nei suoi dipinti Sironi muove una critica
verso il progresso e i colori che utilizza lo dimostrano. La
donna è sola all’interno di un ambiente essenziale e arcaico. Le
architetture sono fredde e sovradimensionate rispetto alla
dimensione umana. Infine il volto della protagonista ha
un’espressione triste e rassegnata’.

• “Tutto è narrazione”. “L’assenzio” di Edgar Degas viene


incardinato nella narrazione per  informarci che: ‘Davanti a
ogni situazione che non ti piace, immagina di stare sulla
vetta di una montagna e osserva tutto dall’alto. Guarda con
l’occhio dell’osservatore esterno e capirai che è solo una
sfida, un messaggio da decifrare…Ogni volta che una forza
negativa ti si presenta, immagina che sia un filo elastico: più
ti spinge verso il basso, più la sua energia ti catapulterà verso
l’alto… Siamo il riflesso di ciò che pensiamo e di come
giudichiamo… Se siamo fatti della stessa sostanza di Dio,
non esiste imperfezione… La sofferenza non è punitiva,
serve a bruciare il karma. Mai giudicarla!’.

Edgar Degas visse nel diciannovesimo secolo e fu legato alla


scuola dell’impressionismo. Le caratteristiche fondamentali di
questo movimento sono la pittura all’aria aperta e il nuovo
utilizzo della luce. Alla base di questo procedimento vi era la
pittura ‘en plein air’, ovvero all’aperto, luogo dove il pittore
esercitava la propria visione e riportava sulla tela.
• “Centro di gravità”. Il ‘Funambolo’ di August Macke ci
trasmette che se si trova il ‘centro di gravità’, ‘tutto ciò che
accade all’esterno non ci può scalfire…La nostra sicurezza
non deve venire dall’esterno e poggiarsi a cose materiali o
alla nostra collocazione sociale, ma deve venire dall’interno
e si deve fondare sulla certezza della vacuità e
dell’effimero… L’Uno ha emanato le sue monadi, gemme
che si sono diramate a cascata…  Lo scopo del gioco è
restare in equilibrio…’, sono parte delle considerazioni di
Simona Mazza.
• ‘Maschere’ si apre con l’immagine di ‘L’uomo con
maschere’ di Raphael Chanterou. Qui l’artista ha saputo
esprimere e dar volto alla psiche moderna: fa letteralmente
fumare anche le maschere, che sono facce occhialute,
impudiche, che fanno linguaccia all’osservatore. ‘Un giorno
inventeranno delle maschere da indossare sul viso come una
seconda pelle. Ognuno potrà scegliere i connotati che
preferisce. Quando devi fare qualcosa che ti fa veramente
schifo, indossa una delle tante maschere del tuo Io e recita la
parte fino in fondo. L’abito ha un fine’, osserva Simona
Mazza in un pirandelliano ‘Uno, nessuno e centomila’.
• “Potere e boicottaggio” mostra ‘L’eclisse di sole’
dell’artista tedesco George Grosz e rappresenta una
denuncia al potere di sempre. E’ un duro atto d’accusa di
Grosz nei confronti della realtà politica ed economica della
Germania durante la Repubblica di Weimar, in particolare
degli interessi economici che dominavano il nuovo regime.
Al tavolo ci sono quattro uomini, politici o finanzieri, senza
testa, in abiti formali. Essi rappresentano la classe politica,
cieca ai problemi della Germania, affarista e corrotta, nonché
priva di reale autonomia perché serva del potere militare,
rappresentato da Paul von Hindeburg. L’attenzione di
Hindenburg è rivolta altrove, al di là della sua spada
insanguinata e della croce funeraria, davanti a lui a tavola,
come residuo del ruolo che ebbe nella prima guerra
mondiale, e di tutte le vite perse allora.

‘Il potere è bello quando è un gioco di alleanza e complicità


con il divino. Quando cerchi di imitarlo, ma sai di esserne solo
il riflesso. In questo caso il desiderio di potere è volontà di
perfezionamento. Quando diventa una sfida contro il Dio, il
potere è un giocattolo crudele che ti illude, ti porta vicino alla
fonte ma poi ti fa crollare giù senza pietà… Tenetevi il potere!
Non voglio essere l’oggetto di consumo di nessuno. Dalla vetta
della montagna vi vedo così piccoli. Il potere andrebbe usato
non contro gli altri ma a beneficio degli altri. Se Dio ti ha dato
più potere degli altri, usalo! Ma usalo per far crescere il
prossimo insieme a te, in base al suo grado evolutivo. In queste
quattro mura sei importante e riverito. Se giri l’angolo, ti
conoscono diverse persone e sei “qualcuno”. Cambi città e sei
il Sig Nessuno. Cambi dimensione sei solo una delle tante
monadi dell’Universo,’ è la chiusa di ‘Pensieri fumati’.

Conclusioni

‘Pensieri fumati’, di Simona Mazza riporta in prima di


copertina ‘Erna con sigaretta’, di Ernst Ludwig Kirchner.

La donna protagonista di questo quadro è intenta a fumare con


lo sguardo rivolto verso il basso. ‘Pensieri fumati’ è un’opera
scritta in totale rilassamento, con la protagonista che è
ben ingoiata dai propri pensieri.  ‘La sigaretta è il modello
perfetto di un piacere perfetto: è squisita e ti lascia
insoddisfatto. Che cosa si può volere di più?’, annotava Oscar
Wilde. Simona Mazza in un paragrafo dedicato alla
meditazione osserva: ‘Con la meditazione impari a respirare
ogni sensazione, impari ad accoglierla in ogni cellula per poi
dissolvere fisiologicamente, attraverso i pori, tutte le cose
inutili’; in ‘Preghiera e fede’ riporta le considerazioni di
Franco Battiato: ‘La preghiera non è un atto di sottomissione,
ma un momento di intima connessione. Ecco perché necessita
il silenzio della mente’. Da notare che si parla di ‘dissolvere
fisiologicamente…tutte le cose inutili…; e poi: …intima
connessione…perché necessita del silenzio della mente…’. Io
lascio la meditazione per approdare a quanto insegnato da
Rudolf Steiner e Massimo Scaligero. La meditazione è una
pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore
padronanza delle attività della mente, in modo che questa
divenga capace di concentrarsi su un solo pensiero, su un
concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, cessando
l’usuale chiacchierio di sottofondo e divenendo un ‘pensiero
purificato’. Osservando la donna raffigurata nella tela si noterà
che non si trova nella posizione del ‘faraone’, abitualmente
usata nelle pratica del pensiero, o meditazione, cose ben note a
Simona, che lascia scorrere il suo flusso di pensiero
disseminando per il lettore considerazioni dedicate
all’elevazione del pensiero religioso, spirituale e filosofico.
Interessanti i riferimenti dell’autrice alle monadi, o alla
monade, entità unitaria, semplice, indivisibile; nella filosofia
pitagorica, l’elemento primo matematico dell’universo;
accezione ripresa da Giordano Bruno che ne fa l’unità
indivisibile, spaziale e psichica, in antitesi agli atomi; secondo
Leibniz, ciascuna delle infinite sostanze inestese o centri di
forza, o di coscienza che, come unità autonome, costituiscono
l’universo. Altamente interessante e suggestiva
l’impaginazione che fonde immagini e parole scritte, realtà che
darà al fruitore, o al lettore, immagini altamente impattanti ben
fuse con le parole scritte. E’ questo un lodevole sistema che, in
leggerezza, condivide conoscenze interiormente conquistate.
Roberto Cristiano

Simona Mazza, nata a Noto (Sr) il 30/04/71 giornalista e


scrittrice è autrice dei libri:
Carta Carbone (2012);
“Dai Memoriali di Vincenzo Calcara: le 5 Entità rivelate a
Paolo Borsellino” (2014);
“La Mafioneria è uno Stato perfetto” (2015), ristampato nel
2017;
“La rivelazione: 6 luglio 1950. Portella della Ginestra”
(2020)

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