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Il Triangolo dei Coralli, una biodiversità da tutelare

Gli esperti del Global Coral Reef Monitoring Network


hanno pubblicato un interessante rapporto sul
Triangolo dei coralli, dal titolo “Sixth Status of Corals
of the World”.
Pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per
l'ambiente (UNEP), il rapporto contiene dati raccolti da
più di 300 scienziati provenienti da 73 paesi, nell’arco
di 40 anni.
Include altresì due milioni di singole osservazioni su
barriere coralline locali.
Dal rapporto si evince chiaramente che i rapidi
aumenti delle temperature marine sono tra le cause
principali della mortalità dei coralli in tutti gli oceani.
Purtroppo la mortalità è destinata ad aumentare man
mano che il pianeta continua a riscaldarsi. Ma le
minacce non finiscono qui.

Triangolo dei coralli: il paradiso della biodiversità

Il Triangolo dei coralli si estende per 5,7 milioni di


chilometri quadrati, toccando l’Indonesia, la Malesia,
le Filippine, la Papua Nuova Guinea, le Isole
Salomone e Timor Est.
Questa straordinaria distesa oceanica corrisponde,
per ricchezza, complessità degli habitat e biodiversità,
alla foresta pluviale amazzonica.
E in effetti, in nessun’altra parte del mondo si possono
trovare così tante creature marine diverse tra loro.
I colori poi sono qualcosa di straordinario: pesci
pappagallo blu, verdi e viola, coralli rosso brillante o
gasteropodi dai colori sgargianti.

Ospita oltre 600 specie di coralli che costruiscono


barriere coralline (il 75% di tutte le specie conosciute
dalla scienza); 3.000 specie di pesci di barriera (40
percento delle specie di barriera corallina del mondo);
sei delle sette specie di tartarughe marine esistenti al
mondo e tre quarti dei molluschi conosciuti.

Nelle strutture coralline sottomarine, i coralli morbidi si


piegano e ondeggiano sulle estremità superficiali dei
coralli duri, contribuendo così all’eccezionale diversità
dei reef corallini.
Inoltre forniscono indirettamente habitat e cibo per
pesci, lumache e altre creature marine.

Una fonte di sostentamento

Il Triangolo dei coralli è anche la fonte di


sostentamento per quasi 120 milioni di persone.
Le zone altamente pescose rappresentano una
preziosa risorsa per l’economia locale.
Anche il turismo trae beneficio da questo habitat da
sogno: il Triangolo dei coralli è infatti la meta ideale di
subacquei, appassionati di snorkeling e amanti della
spiaggia.

Origini della straordinaria biodiversità


Gli scienziati non hanno ancora compreso come mai
questo angolo di paradiso sia l'epicentro della
biodiversità marina.
Alcune teorie sostengono che il Triangolo del corallo
sia il luogo in cui le specie della barriera corallina
hanno avuto origine, prima di proliferare in altre
località della regione indo-pacifica.
C’è pure chi pensa che la biodiversità sia una
conseguenza della sovrapposizione o dell'accumulo di
fauna dell'Oceano Indiano e del Pacifico.
Ad ogni modo, sebbene gran parte della diversità
all'interno del Triangolo dei coralli sia nota, la maggior
parte rimane ancora sconosciuta e non documentata.

La sede di importanti processi geologici

Anche i processi geologici hanno svolto un ruolo


importante a livello di biodiversità.
Durante l'era glaciale, il livello delle acque in questa
parte del mondo era più basso di circa 200 metri.
C’era più terraferma e l'habitat era meno adatto alle
specie marine.
L'attuale mare a flusso libero era essenzialmente
composto da una serie di laghi marini isolati e mari
poco profondi.
Gli organismi si erano adattati ai loro habitat isolati,
divergendo geneticamente e morfologicamente da
quelli dei vicini mari di acque poco profonde.
Quando le acque si sono innalzate, si è creato un
collegamento tra i mari poco profondi e i laghi, in un
sistema aperto che ha consentito alla vita marina di
muoversi liberamente.
Questo avrebbe dato vita alla straordinaria diversità
all'interno del Triangolo dei Coralli.

Conseguenze delle temperature troppo elevate

Ma torniamo alle nostre preoccupazioni. Come


accennato, il Triangolo dei coralli è in pericolo per via
di una serie di fattori, tra cui il cambiamento climatico.
Temperature marine troppo elevate causano infatti
una serie di danni irreparabili. Vediamo i suoi
principali effetti:

1) Quando le acque oceaniche si surriscaldano, i


coralli espellono le loro microalghe simbionti (i cui
pigmenti sono responsabili della colorazione del
corallo che le ospita).
Di conseguenza, assumono un colore bianco,
calcareo. Questo fenomeno, che prende il nome di
bleaching, cioè “sbiancamento” causa la morte di
intere barriere coralline;

2) Le temperature incidono anche sull’ecosistema.


Può capitare per esempio che l’habitat corallino venga
invaso dalle alghe.
Una popolazione sovrabbondante di alghe crea ampie
zone d’ombra, limita lo spazio disponibile per il
reclutamento delle larve di corallo e veicola agenti
patogeni.
Questo non solo riduce la diversità biologica, ma
anche la complessità architettonica e l'integrità
strutturale di questi habitat, portando all’ulteriore
perdita di specie e riducendo i servizi ecologici di cui
le popolazioni locali beneficiano;

3) Il rapporto UNEP ha evidenziato anche che, dal


2010 c'è stata una costante diminuzione della
copertura di corallo duro in Asia meridionale,
Australia, Pacifico, Asia orientale, Oceano Indiano
occidentale, Golfo e Golfo di Oman. Ancora una volta,
il fenomeno è imputabile al surriscaldamento degli
oceani;

4) Il cambiamento delle temperature provoca inoltre


l’esplosione demografica di predatori di coralli quali la
stella marina corona di spine, Acanthaster planci.

Anche la pesca distrugge i coralli

Oltre al surriscaldamento delle acque, un altra


minacciare il Triangolo dei coralli viene dalla pesca
indiscriminata.
Il 55% delle barriere coralline del mondo è minacciato
dalla pesca eccessiva e/o da quella distruttiva.
La prima consiste nella cattura di più pesce di quanto
il sistema possa supportare.
Essa provoca un calo delle popolazioni ittiche e ha un
impatto negativo a livello di ecosistema.
La seconda scaturisce da un insieme di
comportamenti dannosi per l’ambiente perpetrati dalle
comunità e dalle attività costiere.

Conclusioni

A minacciare la salute delle barriere coralline sono


fattori di stress antropogenici e ambientali come il
cambiamento climatico, la pesca eccessiva, i detriti
marini, l'introduzione di specie invasive e lo sviluppo
costiero.
Conoscere la biodiversità è indispensabile per la
gestione e conservazione di questa ricca risorsa.
Occorre pertanto intensificare gli studi sulle
complesse interazioni fra i vari fattori che minacciano
la sopravvivenza degli ecosistemi corallini e la
risposta di quest’ultimi.
Solo così si riusciranno a pianificare misure
di conservazione effettive.
Purtroppo non c’è molto tempo. Stando alle proiezioni
dei ricercatori del Global Coral Reef Monitoring
Network, entro il 2060 tutte le località di reef
potrebbero aver subito almeno un grave evento di
mortalità di massa dei coralli.

L’appello del WWF

Già dal 2009 il WWF si batte per la tutela del


Triangolo dei coralli. Riportiamo a seguire il suo
appello:
“Collaboriamo con i governi e altri partner di sviluppo
con l’obiettivo di elaborare e attuare direttive,
condizioni quadro politiche e programmi di formazione
a favore di uno sviluppo sostenibile delle regioni
costiere.
Al fine di proteggere la fonte di sostentamento della
popolazione del Triangolo dei coralli e la salute degli
ecosistemi, promuoviamo investimenti sostenibili nella
regione da parte di aziende private, destinati in
particolare alla pesca e alle acquacolture.
Oggi le aree protette sono indispensabili per tutelare
la biodiversità e mantenere stock ittici sani. Per
questo ci impegniamo a favore della creazione di
nuove aree marine protette e della gestione efficiente
di quelle esistenti. La creazione di intere reti di aree
protette, un altro dei nostri obiettivi, rende possibile lo
scambio di conoscenze ed esperienze. Inoltre
garantiamo il nostro sostegno a progetti per il turismo
sostenibile, mirati a limitare l’impatto del settore".

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