Sei sulla pagina 1di 6

Pinocchio: una delle più grandi “favole” esoteriche 

Simona Mazza 4 Maggio 2023 HomePage, Libri,


Scripta Manent 2 Commenti

Pinocchio di Collodi non è solo una favola formativa,


ma la storia di una metamorfosi iniziatica di grande
portata.
Pinocchio: un libro “iniziatico”
Chi non ha mai letto Pinocchio? Il capolavoro di
Collodi (pseudonimo di Carlo Lorenzini) pubblicato nel
1881, è stato tradotto in quasi tutte le lingue ed è uno
dei libri più veduti al mondo. Contrariamente a quanto
si ritiene, non è solo una suggestiva favoletta per
bambini o un romanzo di formazione. E’ in realtà una
sorta di testo sacro, intriso di kabalismo, esoterismo,
messaggi archetipici, riferimenti alle Sacre Scritture e
soprattutto ai principi massonici.
Dietro alla banale interpretazione del testo, il
capolavoro parla infatti di un cammino di elevazione
spirituale (riservato a pochi eletti), attuabile solo dopo
aver compiuto un viaggio iniziatico. 
La scelta del nome 
Iniziamo dal nome, la cui scelta non è affatto causale. 
In latino “pinoculos” vuol dire “piccolo pino”, ma noi vi
forniremo un’altra interpretazione. Pinocchio “pin-
occhio”= occhio pineale”, si riferisce alla ghiandola
pineale, il cosiddetto “terzo occhio”, quello della
visione non ordinaria, superiore, metafisica. Si tratta di
un concetto chiave presente nelle religioni e
nell’esoterismo. Aprire il “terzo occhio” equivale infatti
ad aprire la soglia in grado di condurre l’uomo
all’interno di mondi interiori e spazi di coscienza
superiore.
La storia di un burattino che ricorda Gesù
Passiamo alla storia di Pinocchio. Collodi ci parla di
un pezzo di legno, un burattino che prende vita, cui
viene insufflata l’anima e che, attraverso varie prove
“iniziatiche”, diventa un bambino in carne e ossa. 
Il burattino è una chiara allegoria alla mancanza di
volontà tipica del Sè inferiore, mentre la sua
trasformazione in creatura umana rappresenta la
nascita del Cristo nell’uomo, del Sè superiore. 
In effetti, la favola ci racconta che a a creare
Pinocchio, un essere imperfetto assoggettato alle
insidie della vita materiale, è il novello “demiurgo”
Mastro Geppetto. 
Il nome di quest’ultimo deriva da Giuseppe, un
falegname, proprio come il padre di Gesù.
Pinocchio, come Cristo, viene insomma sulla terra e si
incarna. Gesù muore sulla croce e un pezzo di legno
è l’ultimo testimone della vita di Gesù. Pinocchio è
forse un sequel dei vangeli?
La Fata Turchina 
La Fata Turchina, come Maria, emissaria del Grande
Dio (Grande Architetto della massoneria?), discende
sulla Terra per donare al burattino una scintilla della 
Mente Universale.
Questa figura esprime dei concetti cari alla
massoneria. Pinocchio le chiede se diventerà mai un
bambino vero, chiara allegoria del percorso di ogni
iniziato all’esoterismo. 
La Fata gli risponde: “No, Pinocchio. Il desiderio di tuo
padre si avvererà solo se saprai meritarlo. Mettiti alla
prova con coraggio, sincerità e passione, e un giorno
diventerai un bambino vero”.
I temi dell’autonomia, dell’autodeterminazione, del
perfezionamento, sono centrali nel Tempio
massonico, i cui simboli sono la pietra grezza e la
pietra levigata. 
Il “bussante”, l’iniziato, rappresenta la pietra grezza e
solo dopo un lavoro di “muratoria” riesce a trasformasi
in pietra levigata, raggiungendo così l’illuminazione.
Nulla gli è dovuto.
Altre figure allegoriche: il grillo parlante
Il Grillo parlante, insieme al Gatto e la Volpe,
rappresenta il corpo astrale e quello mentale.
In campo esoterico, si ritiene che il corpo astrale, cioè
“stellare”, emozionale, sia tanto più sottile quanto più
l’uomo è elevato ed è contraddistinto da una
particolarità luminosa. Il corpo mentale, adibito alla
formulazione del pensiero, è la sede dell’Io e delle
intuizioni, ma si trova al di sotto della percezione pura
dello Spirito. E’ pertanto esclusivo dell’essere umano.
Il Grillo, simbolo della coscienza, interviene affinché
Pinocchio realizzi quel processo interiore-alchemico
che lo renda degno dell’illuminazione. Per riuscirci
deve però lottare contro le tentazioni e trovare da
“retta via”. Sul suo cammino tuttavia non tardano a
presentarsi delle insidie nascoste.
Il Gatto e la Volpe 
Pinocchio si imbatte nel Gatto e la Volpe, che gli
propongono la via più semplice. Decide così di
ignorare gli avvenimenti della coscienza, finendo per
cacciarsi nei guai.
Viene dunque venduto a Mangiafuoco, il burattinaio,
non può tornare dal padre (il Creatore), e tutto quello
che guadagna finisce nelle mani del suo aguzzino.
Inizia pertanto a comprendere che bisogna percorrere
una strada diversa. Anche in questa circostanza, gli
eventi lo spingono nella direzione sbagliata.
Pinocchio nel paese dei balocchi 
Pinocchio si imbatte in Lucignolo, un “poco di buono”,
che lo trascina nel Paese dei Balocchi, un luogo in cui
non si va a scuola, non esistono leggi e dove i
bambini possono bere, fumare e fare i loro comodi
allegramente, guidati dal cocchiere.
In chiave massonica, il Paese dei Balocchi è una
metafora del mondo inferiore dei profani, assoggettati
dal piacere e dai vizi.
Qui, il nostro protagonista inizia a trasformarsi in
asinello. Cosa che in termini esoterici, si riferisce alla
condizione di bestialità in cui versano coloro i quali si
allontanano dal cammino di luce.
Pinocchio diventa asinello: la bestialità del profano
Analizziamo il significato nascosto dietro questa
trasformazione. Nel capitolo XXXIII si legge “Diventato
un ciuchino vero è portato a vendere, e lo compra il
Direttore di una compagnia di pagliacci, per
insegnargli a ballare e saltare i cerchi: ma una sera
azzoppisce e allora lo ricompra un altro, per far con la
sua pelle un tamburo”. 
Il compratore porta la bestiola a mare. Gli mette una
corda al collo per affogarla e ottenere in questo modo
una pelle morbida da scorticare. Dei pesci tuttavia
mangiano la “scorza esterna” liberando il burattino.
Risalito in superficie grazie alle naturali proprietà del
legno, il compratore resta di stucco e, ascoltata la
versione del miracolato, esclama “Il mare ne fa di
questi scherzi!” 
In alchimia l’asino rappresenta la materia primordiale,
ma l’asino ci riporta ancora più indietro nel tempo fino
ai miti egizi.
Per gli egizi l’asino era l’animale sacro a Seth,
simbolo malvagio legato alla terra e al caos. 
I pesci sono invece un simbolo cristiano: ci ricordano il
battesimo e la morte-rinascita. Stessa morte e
rinascita di chi abbandona la vita profana per darsi
all’iniziazione esoterica.
La pancia della balena: l’iniziazione di Pinocchio 
Dopo la disavventura, Pinocchio ritorna alla casa del
padre ma la trova vuota. Scopre che Geppetto è stato
inghiottito da una balena. Decide pertanto di tuffarsi in
mare e farsi a sua volta ingoiare dal cetaceo per
ricongiungersi con il proprio “creatore”.
Questo episodio segna il passaggio dalla bestialità del
profano all’iniziazione. Pinocchio, prigioniero nel
ventre della balena (ricorda dettagliatamente la
“camera di riflessione” massonica), sceglie di fuggire
dal buio della vita ignorante per raggiungere la “luce”.
Cavalca il dorso del tonno, allievo e Maestro insieme,
che facendogli superare il “mare” dell’inconscio, lo fa
approdare finalmente alla spiaggia della coscienza.
Emerge quindi dalle tenebre come Cristo Risorto per
abbracciare il suo Sè superiore. 
L’episodio narrato da Collodi, oltre alla massoneria ci
rimanda al Libro di Giona, un caposaldo della
letteratura sacra studiato in tutte le scuole misteriche.
Le trasformazioni dell’uomo interiore 
Lavorando a regola d’arte il legno, la “materia
grezza”e dopo aver compiuto i suoi viaggi iniziatici
(attraverso gli elementi acqua, aria, terra e fuoco), che
lo portano a morire e rinascere, Pinocchio riesce
finalmente ad elevarsi. 
Ed è così che il Burattino-Profano rinasce Uomo-
Iniziato.
I riferimenti descritti in questo articolo, sono solo una
minima parte di ciò che si può trovare leggendo il
capolavoro di Collodi. Abbiamo esaminato solo quelli
più lampanti e quelli più fruibili ma ci sarebbe ancora
molto da discutere.
Foto di jacqueline macou da Pixabay

Potrebbero piacerti anche