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Viviana Vivarelli
Larte degli stregoni non sta nello scegliere quanto nellessere abbastanza sottile da
acconsentire.
(Castaneda)
Ho desiderato allontanarmi
dal sibilo delle trascorse menzogne
e dallurlo eterno degli antichi terrori
che pi mostruoso ingigantisce mentre il giorno
sinabissa oltre le colline del mare profondo
Dylan Thomas
Ognuno di noi pu compiere un movimento dal visibile allinvisibile, pur restando nel
campo delle possibilit umane, ma c chi ha fatto di pi e ha tentato di oltrepassare
anche il mondo strutturato a misura umana.
Questo avanzamento oltre ogni limite del conoscibile, lo sciamanesimo, possiamo
considerarlo lestremo tentativo della mente di penetrare lignoto.
C stato un ricercatore, o forse un sognatore, che ha affermato di essere penetrato
per 37 anni nella visione magica di una civilt perduta, prima come apprendista e poi
come sciamano, si chiama Carlos Castaneda ed uno degli scrittori pi famosi del
mondo.
Castaneda morto il 27 aprile 1998, a 73 anni, vissuto lontano dal mondo e dalla
curiosit della gente, sempre circondato da un alone di mistero. Solo dopo la sua
morte si conosciuto il suo viso, perch la moglie ha pubblicato la sua fotografia, era
un uomo di cui non si sapeva nulla, ma che dal suo eremo ogni tanto pubblicava una
tappa del suo straordinario diario personale, diario che in tutto il mondo milioni di
lettori fedeli hanno letto avidamente.
Castaneda era peruviano, un etnologo e antropologo allUniversit della California, uno
studioso e universitario di tipo occidentale.
Nel 1968, a 43 anni, and nel deserto del Messico (a Sonora) per studiare una pianta
allucinogena, il mescal o meztcal, considerato dagli indigeni una delle 12 divinit
messicane.
Castaneda arriva nel deserto messicano per studiare il peyote. Gli viene
indicato come esperto un vecchio indio Yaqui, di nome DON JUAN MATUS, uno
yerbero, cio un conoscitore di piante. Lindio ha il viso cotto dal sole, la pelle molto
scura e profonde rughe, i suoi capelli sono corti e bianchi. Allinizio parla un dialetto
assurdo, poi il suo eloquio diventa sempre pi fluido ed esatto. Castaneda attraversa
una crisi esistenziale. Lindio gli chiede: Cosa sai della conoscenza?, lui risponde che
ha una laurea universitaria, ma lindio non parla dei titoli accademici, parla della
conoscenza diretta del mondo.
Sai qualcosa del mondo attorno a te? Senti mai il mondo attorno a te? Devi sentire
tutto altrimenti il mondo perde il suo senso.
Nel suo lungo diario, per 37 anni, Castaneda descrive puntualmente tutto quello che
avviene tra lo stregone e lui con la progressiva apertura a nuovi livelli di realt.
Dapprima spettatore di quei mondi, poi lentamente ne diventa protagonista, cio si
fa stregone, entrando nella realt separata.
I suoi tredici libri vanno letti in ordine, come capitoli successivi di un apprendistato
magico e formano una delle opere pi originali del mondo, lo studio della magia di una
civilt perduta attraverso lesperienza di un uomo moderno, un diario progressivo,
molto dettagliato, che apre a poco a poco allattenzione la struttura di un esistente
stupefacente, attraverso una percezione modificata, una realt parallela.
Noi abbiamo molti scritti su taoismo, tantrismo, lamaismo ma non sappiamo nulla
della magia tolteca e, se questi libri di Castaneda fossero veritieri, avremmo qui per la
prima volta un intero sistema sciamanico, la testimonianza di un sistema sapienziale
ormai scomparso, unopera unica nel suo genere.
Don Juan uno strano personaggio, brusco ma anche amorevole, beffardo ma anche
paziente, a poco a poco conduce lamericano sulle soglie di un altro mondo possibile.
Castaneda lallievo perfetto, testardo, tenace, profondo, ubbidiente, coraggioso.
Lambiente il deserto sassoso collinare del Messico nord occidentale, luogo primitivo
e povero, spoglio e pauroso, con secchi cespugli, sole a picco, coyote, serpenti,
aquile Gli altri personaggi del diario sono indios poveri e macilenti, soprattutto
donne indie selvagge dalle personalit potenti, vere streghe inquietanti in grado di
operare trasformazioni terribili.
Castaneda dice: Don Juan minacciava la mia idea del mondo. Lo stregone lo
destrutturava. Ci che chiamiamo REALTA non un dato oggettivo che ci limitiamo a
ricevere ma un costrutto mentale, il risultato di un lavoro storico sociale di
elaborazione del pensiero, frutto di cultura e abitudine, in cui anche le modalit
percettive pi elementari sono condizionate.
Noi non riceviamo la percezione oggettiva del mondo, ma costruiamo un
mondo per induzione sociale e culturale. Lalbero che vediamo non lalbero
come ma una costruzione mentale strutturata, una interpretazione storica e
personale, e lintero mondo un repertorio infinito di interpretazioni.
Noi lanciamo sguardi distratti alle cose ma sappiamo ben poco dellintero flusso di
energia che ci viene da esse Tutti guardano, ma ben pochi vedono. Essi sono i
veggenti Lo sciamano un uomo che mette tutto se stesso in ci che fa e
qualunque cosa faccia lo fa per la conoscenza. Ogni sciamano segue la sua via della
conoscenza. Pu darsi che conosca ballando, ma allora non baller come un uomo
comune, baller con tutto quello che ha, e ballare sar il suo particolare modo di
conoscere, cio di essere nellenergia.
Tutto ci che siamo, tutto ci che vediamo, luso dei sensi pi ordinari, tutto viene
imparato, frutto di un imprinting continuo che stato esercitato su di noi. Siamo
strutturati e programmati come un computer, per cui impariamo ad usare le nostre
funzioni, i nostri organi, la nostra mente in un modo culturale prestabilito e non in un
altro.
Questo produce una certa visione della realt.
Don Juan mostra a Castaneda come questa percezione sia relativa. Ma, per
cambiare la visione ordinaria, occorre prima di tutto cambiare
comportamento, lasciarsi andare ad una nuova mobilit e leggerezza.
Tu sei spaventato gli dice Don Juan- perch ti senti troppo maledettamente
importante. Sentirsi importanti fa diventare pesanti, sgraziati e vani. Un uomo di
conoscenza deve essere leggero e fluido.
La prima prova sembra semplice: i due sono nel patio della povera casa dello
stregone e questi dice a Castaneda di cercarsi il suo posto, il posto dove si sentir
forte e sicuro, e poi se ne va. La cosa sembra senza senso, Castaneda impiega 6 ore
per cercare, in quei pochi metri quadri, questo suo posto di cui non ha nessuna idea.
Si mette in tutte le posizioni, si sdraia, si rotola, sentendosi sciocco e stanco, ma non
cede. Alla fine, a forza di storcersi e guardare sopra e sotto e di lato, intravede
nellaria sopra il pavimento due punti, una piccola luminescenza verde (energia
buona) e una piccola luminescenza rossa (energia cattiva). Quando sta nel secondo
punto si sente male, gli si rizzano i capelli e le mani gli diventano artigliate. Ma nel
primo cade in un sonno profondo. Il sito buono il luogo del suo benessere, il semplice
fatto di stare l lo fa stare bene, accresce la sua conoscenza e il suo equilibrio.
La sua ostinazione paziente ha avuto un risultato, il premio della ricerca sar ogni
volta vedere lenergia. Ma nessun progresso facile. Ci sono progressi che arrivano
dopo anni di sforzo.
Carlos ha paura e allora lo stregone gli dice: Cos hai paura? Non c nulla di nuovo
nellaver paura. Non pensare alla tua paura, pensa alle meraviglie del vedere. La tua
ragione non la paura.. Il modo migliore per vivere vivere come un guerriero.
Preoccupati e pensa prima di prendere una decisione, ma una volta deciso segui la tua
strada libero da preoccupazioni o pensieri. Ci saranno ancora milioni di altre decisioni
ad aspettarti.
Don Juan maestro della magia dei Toltechi, grandi guerrieri di una civilt guerriera,
insegna dunque al suo allievo a diventare un guerriero spirituale, addestrandolo
come se dovesse andare alla guerra e insegnandogli a essere vigile, con giusto
timore, rispetto e assoluta sincerit.
Per procedere liniziato ha bisogno di un ALLEATO, ma la droga non un buon
alleato, il mescalito veloce, produce rapidi movimenti di coscienza, ma infido e
pericoloso, non controllabile, occorre suscitare un alleato interno, una
precisa disposizione dellenergia, lINTENTO, solo lintento porter luomo
oltre i confini di s, aprendo il contatto con una energia universale, ma questo
un lavoro lungo e paziente che nessuno ha voglia di fare, perch ognuno pigro, non
ama lavorare su se stesso e cerca miracoli veloci e a buon mercato.
Pi veloce il miracolo, pi inconsistente. Ci che non cambia nel profondo non
trasforma affatto. Ma luomo impaziente e la ricerca faticosa, un lavoro di
pazienza e di ostinazione, che solo pochi riescono a reggere. Il giusto adepto
quello che pi forte degli altri, si impegna pi a lungo, d tutto se stesso,
resta umile, non si perde al primo ostacolo, non si ferma mai. Solo la sua
pazienza e la sua purezza raggiunger alla fine un sapere esoterico, cio limitato a
pochi, indicibile, interiore, modificativo, un sapere danima, non trasmissibile e
inesplicabile.
Ogni cosa di grande valore comporta un gran costo in termini di energia, e il costo dei
veri beni non ha un prezzo economico, un costo interiore che impegna
profondamente il cuore, richiedendo dedizione totale, lungo tirocinio, capacit di
affrontare il dolore e grande pazienza.
Quando Castaneda trova il suo posto nel patio, ha realizzato una conquista
personale. Lo stregone avrebbe potuto dirgli subito quale era il posto giusto, tanto che
lo aveva segnato da subito con una piccola pietra, ma il buon maestro non quello
che d la soluzione, quello che spinge a cercarla. Il novizio deve trovare cercando
perch ci che non entra nella sua esperienza non entra nella sua vita, la ricerca fa
parte del risultato, e senza ricerca personale non si trova nulla che abbia
significato. Solo ci che esce dal nostro travaglio, dai nostri errori, dal nostro
sforzo, diventa POTERE, e quello lunico SAPERE vivente perch il
potere dellenergia.
A volte potere e potenza si mescolano e abbiamo cattivi stregoni, molto potenti ma
molto pericolosi, che possono plagiare gli altri e farne dei servi, creature affascinanti
ma infide come serpenti. Il maestro non deve essere piacevole. Il maestro deve essere
duro, cos far scappare i falsi allievi.
Un altro ostacolo LA POTENZA, cio luso del potere per gestire gli altri ed
aumentare il proprio EGO. Solo colui che rifiuta la potenza esteriore per il potere
spirituale e capir che egli solo uno strumento dellenergia, diventer Uomo di
Conoscenza.
Solo alla fine si evidenzier lescogto, leletto, colui che stato scelto, liniziato.
Essere guerrieri una forma di autodisciplina in cui luomo ha profondo rispetto per
tutto ci che inerisce alla conoscenza in quanto nel suo percorso si confronta con
lIgnoto ed egli stesso un Ignoto.
La paura necessaria perch d il senso della grandezza di ci che si sta facendo; chi
non ha paura nellincoscienza, la paura genera rispetto della vita ed necessaria
come la morte.
Liniziato colui che sta per cambiare e la morte il supremo cambiamento che
ostacola tutti i cambiamenti, ma senza di questi non c crescita, non c evoluzione.
Ogni nostro mutamento si nutre di piccole morti, non essere pi quello che si era
prima per diventare pi evoluti di quel che eravamo.
Per questo liniziato sa che la morte gli cammina a fianco e che per trasformarsi deve
morire. Nel suo cammino il guerriero solo e procede attento, oltre i suoi limiti,
equilibrando terrore e ammirazione.
Don Juan dice che nella stregoneria c una parte concreta, di rituali e tecniche, e una
parte astratta, che la ricerca della libert, la libert di percepire senza
condizionamento tutto quello che possibile percepire, percepire lessenza energetica
delle cose, vedere.
Non ha molta importanza che il viaggiatore sia gi un sensitivo, importa che arrivi alla
purezza del guerriero, col giusto lavoro del tempo e con la totalit di se stesso. Non
lui che procede verso il sapere, il sapere che lo cerca e che lo trova se resta puro.
Occorre che egli sia fluido, duttile e non rigido, che sappia abbandonare gli schemi
percettivi e conoscitivi, e si apra lasciando il riflesso distorto delle sue idee; occorre
che si abbandoni al nuovo che si rivela, tenendosi vigile ma duttile, paziente ma
inflessibile, mettendo da parte ci che non comprende e lasciando che tutto si faccia
chiaro nella necessit del tempo.
Il suo dovere limpeccabilit.
Lazione pi umile significativa se rafforza la sua impeccabilit.
Impeccabilit vuol dire perfezione.
Con la perfezione lenergia si focalizza e diventa una forza formidabile che raggiunge il
sapere, e il sapere non significa nulla se non diventa potere cio trasformazione.
Perfezione vuol dire dare importanza a ci che si fa e non essere mai superficiali,
cialtroni, frettolosi, impazienti o pigri.
Qualunque cosa deve essere fatta bene.
Noi siamo a un passo di distanza dal mondo. Tra noi e la realt vera c il
VELO DI MAIA, di cui parlano le tradizioni indiane, il compito squarciare il velo che
ci separa dallenergia assoluta cos da contattarla direttamente.
Nessuno nasce guerriero, guerrieri si diventa lentamente e non basta una vita. Per
questo compito dobbiamo usare molte intelligenze.
Lo stregone Don Juan insegna: Noi pensiamo con la testa che il centro della ragione
ma sentiamo con il cuore. La volont sta sotto lombelico: Noi sogniamo col fianco
destro e vediamo col fianco sinistro.
Solo lesperienza convincer la ragione e gli atti della volont ci porteranno a vedere
ci che veramente siamo: esseri luminosi, percettivi, consapevoli, e senza limiti
Il mondo degli oggetti apparenti, il mondo come ci appare, solo una
rappresentazione ma non esaurisce tutta la realt, solo una costruzione della
mente in cui restiamo intrappolati cos che poi siamo incapaci di uscirne per vedere le
cose in un altro modo e, quando ci accade di avere dei flash diversi di percezione, li
scartiamo o rimuoviamo perch non sono inseribili nellordine noto. Ma il mondo che
percepiamo illusorio proprio perch artificiale.
Noi, dice lo stregone, siamo nati con due anelli del potere, la ragione e la volont; se
usiamo solo la ragione per creare un mondo, essa poi non ne vorr altri, solo la
volont pu fare esperienze che possono aprirci a conoscenze diverse.
Lo stregone usa la volont in senso magico, come spada di energia in un mondo di
energia, cambiando la sua visione.
Il Nagual invece lignoto, tutto ci con cui non abbiamo a che fare, che non
conosciamo, che non immaginiamo nemmeno, tutto quello che cade fuori
dalla nostra consapevolezza, che non messo a fuoco dal nostro sguardo, il
pensiero che pensa fuori di noi, la parte di realt per cui non abbiamo
percezione, n descrizione, o parola o sospetto.
Tutto questo avviene dentro o attorno alla mente. Ma anche la mente un elemento
della tavola e anche lanima un elemento della tavola e anche i pensieri sono un
elemento della tavola. Anche Dio sulla tavola, se penso a Dio.
Il Tonal tutto ci che penso sia il mondo, compreso lio e Dio, la totalit dei pensieri
che penso, il conoscibile in quanto entra nella mia mente.
Il Nagual invece ci di cui non sono cosciente, il pensiero che fuori di me si pensa, la
realt a me inconscia, tutto ci che non appare nellarco del mio sguardo, che non
entra nella mia consapevolezza, la realt oscura oltre la soglia di ogni possibile
percezione e idea.
Ognuno di noi ha una zona di realt abitata, controllata e conosciuta, unisola coi suoi
confini, ma il Guerriero andr oltre i confini, entrer nel Nagual, diventando
nagual egli stesso, dunque sciamano, affrontando lignoto.
Il Nagual lenergia che pu essere a servizio del guerriero, che ne pu essere
testimoni ma non ne pu parlare, indicibile perch non sta sulla tavola ma fuori di
essa. L il potere si libra.
Allistante della nascita siamo tutti Nagual, realt inconscia, poi il Tonal comincia il suo
paziente lavoro per delimitare il mondo, per ritagliare lisola del conosciuto.
Dalloceano inconscio iniziale comincia a individuare una zona di controllo che la
nostra realt di coscienza; alla fine questa cresce e si sviluppa tanto da negare che
loceano inconoscibile esista e la volont le crede perch non vuole aver paura.
Ma il Guerriero abbandona ogni sponda sicura e sfida loceano, si immerge nella
conoscenza totale col rischio di essere travolto, perch il Guerriero sa che la nostra
isola una realt piccolissima rispetto alla realt assoluta e il Guerriero, sopra ogni
altra cosa, curioso. La curiosit in lui vince la paura. Perch fa questo? Perch la
sofferenza di non sapere per lui troppo forte, perch non sopporta i propri limiti, per
un amore irrefrenabile di libert.
Quando noi viviamo solo in ci che siamo, senza andare oltre, finiamo col
soffrire un senso di incompletezza, di insufficienza, una inquietudine che a
volte diventa lacerante, siamo depressi e angosciati, qualcosa ci chiama oltre il
conosciuto, soffriamo un senso di mancanza.
Non facile vivere solo nel Tonal, perch la nostra stessa natura infinita e
anela a qualcosa che sta oltre, anela allinfinito.
Se questo cammino non avviene, qualcosa muore dentro di noi e noi non stiamo pi
vivendo, stiamo vegetando, ci ripieghiamo su noi stessi nella ripetizione del nostro
conosciuto, smettiamo di evolvere.
Ogni cultura non ha fatto che occuparsi di Tonal e Nagual chiamandoli in molti modi:
coscienza e inconscio, materia e spirito, mondo e Dio, Atman e Brahman, Tonal o
Nagual, Io e Non Io Noi riusciamo a fare coppie solo di ci che appare sulla tovaglia,
ma in fondo nessuna coppia esiste, n Tonal n Nagual, la realt una sola, energia
che appare o non appare.
Noi non possiamo dire cosa sia il Nagual, cos come un taoista non pu dire cosa sia il
Tao e Il Tao che si chiama Tao non pi il Tao, perch ci significherebbe porlo sulla
nostra tavola, nominandolo lo faremo essere altro da s. Non sarebbe pi
linconoscibile.
Anche nel Buddhismo tibetano il mondo che conosciamo una realt virtuale, una
proiezione del pensiero. Il pensiero pu elaborare mondi e pu creare o cogliere fasce
di realt diverse che corrispondono a elaborazioni mentali, ma ogni mondo non in
fondo che una costruzione mentale, una realt ideale.
Il mondo apparizione o rappresentazione.
Luomo comune crede che questa sola sia la realt oggettiva e che ogni altra realt sia
virtuale, ma lo sciamano sa, perch lo sperimenta, che le realt possono essere molte
e tutte possono sembrare vere e oggettive.
Nel Buddhismo tibetano la ruota delle vite divisa in sei spicchi, ognuno dei
quali corrisponde a una sfera di realt, che insieme un tipo di esistenza e un tipo di
rappresentazione, ognuna allo stesso tempo un modo di vedere il mondo e un
mondo.
Ci che uno determina ci che vede e viceversa.
Ogni fascia di pensiero, ovvero ogni fascia vibrazionale, individua una posizione
dellenergia e un tipo di realt percepita.
Le sei fasce vibrazionali buddhiste sono sei modi simbolici cui lenergia originaria
pu vibrare. Ogni vibrazione crea esseri che vedono il mondo in un certo modo,
dunque vivono e sono in mondi diversi.
Queste sei fasce sono chiamate LOKA e sono: esseri infernali, spiriti affamati, animali,
uomini, divinit gelose, divinit celesti.
Un giorno, presso un fiume, si incontrarono i rappresentanti delle sei Loka. Ognuno
vide una cosa diversa: lessere infernale vide fuoco e ghiaccio, lo spirito affamato vide
carne e sangue, lanimale animali e pesci, luomo acqua da bere, il dio geloso un
campo di battaglia, il dio celeste un paradiso di luce. Ognuno vide secondo ci che e e
vide il mondo per come lui era.