Sei sulla pagina 1di 9

02 – LE 7 TAPPE PIÙ IMPORTANTI DELLA VITA DOPO LA MORTE TRA DUE

INCARNAZIONI – I 7 GRADI PRINCIPALI DELLA NUOVA VIA DI INIZIAZIONE


CRISTIANO-ROSICRUCIANA
Le 7 tappe più importanti della vita dopo la morte tra due
incarnazioni. 
I 7 gradi principali della nuova via di iniziazione cristiano-rosicruciana.
Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri

 
Vogliamo basare la descrizione della vita dell’anima dopo la morte sul
terzo capitolo della «Scienza occulta» e aggiungere a questo tema alcune
dichiarazioni da conferenze di Rudolf Steiner. Ne deriva il seguente quadro
d’insieme:
 
▸ la Iª tappa dell’esistenza dopo la morte comprende
• il passaggio della soglia del mondo spirituale nell’attimo della morte,
• e la percezione del panorama della vita trascorsa, durante i successivi tre
giorni,
dove il corpo eterico del morto si dissolve gradualmente nelle
lontananze cosmiche.
 
 
▸ Con la IIª tappa inizia l’ascesa propriamente detta nel macrocosmo.
• Dapprima l’anima si desta sul piano astrale, ovvero nel mondo
immaginativo,
dove sperimenta ancora una volta, e in senso inverso la vita trascorsa,
percorrendo così nel contempo un vero processo di autoconoscenza.
 
Non vi possono sussistere illusioni riguardo a se stessa:
l’anima viene a conoscere il vero valore della vita passata, veduta dal punto di
vista del cosmo;
essa riceve dalla terza gerarchia, quella degli spiriti delle anime,
un giudizio sulla sua vita, in forma di maestose immaginazioni.
 
Tale esperienza risveglia in lei l’impellente premura di lavorare al
miglioramento delle sue mancanze,
sentimento che la prepara già lentamente alla vita nelle sfere superiori.
 
Nella sfera lunare, ma anche in quelle di Mercurio e Venere,
l’anima continua a passare per simili prove, che sono tutte collegate
con un lento dissolvimento delle parti inferiori del corpo astrale.
 
 
▸ Nella IIIª tappa l’anima sale, attraverso la porta cosmica del Sole,
dal mondo delle anime al paese dello spirito, ed entra nel Devachan
inferiore,
ossia nella sfera solare propriamente detta.20
 
Qui, nel mondo dell’ispirazione,
l’anima collabora con le entità della seconda gerarchia, con gli spiriti della
luce
a trasformare le esperienze raccolte nella vita terrena trascorsa, nelle sue
future capacità,
nel mentre attraversa i quattro settori del Devachan inferiore
con i ritmi universali della musica cosmica delle sfere.
 
 
▸ Nella IVª tappa l’anima continua a salire nel cosmo,
entra nel Devachan superiore nelle regioni della intuizione cosmica,
dove essa, liberata dai suoi involucri inferiori, si sperimenta come puro
ente-io.
 
Ora la musica delle sfere si tramuta per lei nella Parola universale,
nelle cui forze si manifestano in lei le entità della prima gerarchia,
gli spiriti delle forze, che operano attraverso le sfere dei pianeti superiori, fin
su nelle stelle fisse.
 
Insieme ad esse l’anima partecipa alla configurazione della sua futura
vita terrena;
si avvicina gradualmente all’ultima meta del suo pellegrinaggio,
alla mezzanotte cosmica, la grande ora della mezzanotte dell’essere.
• Qui l’anima che si è elevata fino ai confini tra il Devachan superiore e il
mondo del Budhi, 
scorge nelle azioni sublimi della prima gerarchia, il proprio karma futuro,
nel suo rapporto con il karma universale, con il karma dell’intero
macrocosmo.
 
Questa somma sfera forma l’apice del cammino dell’anima dopo la morte:
qui essa concepisce ora il primo impulso, che inizia in lei in
quell’attimo, verso la seguente discesa.
 
 
▸ Dapprima discende di nuovo nella sfera solare
e il secondo soggiorno in tale sfera rappresenta la V ª tappa della
migrazione dopo la morte.
 
Qui spetta all’anima, insieme agli spiriti superiori e alle anime dei
defunti,
di formare un nuovo corpo astrale, traendolo dalle forze del Sole spirituale,
dove la possibilità di partecipare coscientemente a questo lavoro, dipende
da quanto del principio del sè spirituale essa abbia elaborato nella vita
passata.
 
 
▸ Durante la VIª tappa l’anima attraversa la sfera lunare,
nella quale deve formarsi un nuovo corpo eterico.
 
La sua formazione cosciente dipende però da quanto spirito vitale ha potuto
essere sviluppato,
di cui dispone solo l’uomo che nella vita trascorsa ha sviluppato il discepolato
spirituale.
• Perciò degli esseri superiori, detti maestri lunari dalla scienza dello spirito
(maharajas nella terminologia orientale), eseguiscono questo lavoro per gli
uomini.
 
 
▸ Infine, nella VIIª tappa,
l’anima, caduta in profonda incoscienza discende direttamente nella sfera
terrena,
ove si congiunge con il germe del suo futuro corpo fisico.
 
Poiché solo chi ha sviluppato fino a un certo punto l’uomo spirituale
può conservare la sua coscienza su questo gradino,
vien qui compiuto il lavoro per l’uomo da entità spirituali ancora più alte,
i cosiddetti signori del karma (Lipikas nella terminologia orientale),
con l’aiuto dei quali l’uomo entra ora nella nuova vita terrena.
 
La sua migrazione stellare è terminata.
Sono queste, in breve, le sette tappe dell’esistenza dell’anima dopo la morte,
tra due incarnazioni.
 
                                      ♦
 
Vogliamo ora considerare la feconda possibilità di vita cosciente dell’uomo nel
mondo spirituale,
che si apre attraverso la via moderna di iniziazione cristiano-
rosicruciana,
svolgentesi anch’essa attraverso sette gradi.
 
• Troviamo la precisa descrizione di questa via nel quinto capitolo della
«Scienza occulta»:
i sette gradi vi sono specificati nel modo seguente: 21
 
1. Lo studio della scienza dello spirito, per il quale ci si serve dapprima
della forza di giudizio acquisita nel mondo fisico-sensibile,
2. l’acquisizione della conoscenza immaginativa,
3. l’acquisizione della conoscenza ispirativa (la lettura della scrittura segreta),
4. l’acquisizione della conoscenza intuitiva (lavoro sulla pietra del passaggio),
5. la conoscenza del rapporto tra macrocosmo e microcosmo,
6. l’unificazione con il macrocosmo,
7. la beatitudine in Dio.
 
• Con questo sentiero settemplice vien data una via di iniziazione che, nel suo
insieme, comprende l’uomo intero.
 
In conseguenza
 
• il discepolo deve approfondire, sul 1° gradino le dottrine della scienza dello
spirito
valendosi della sua abituale e desta coscienza dell’io  e della propria capacità
di giudizio.-
 
 
• Nel 2° gradino deve cominciare, mediante i corrispondenti esercizi spirituali,
a sviluppare nel suo corpo astrale
i suoi organi soprasensibili di percezione, o fiori di loto,
cosicché quando ha raggiunto un determinato grado di sviluppo,
egli possa adire al mondo immaginativo ossia al piano astrale.
 
 
• Il seguente 3° gradino è connesso con lo sviluppo degli organi spirituali
nel corpo eterico.
 
Durante il lavoro su questo gradino, vengono in primo luogo
impresse nel corpo eterico le esperienze del corpo astrale
nell’ulteriore svolgimento si forma poi un proprio centro eterico;
ciò si verifica all’inizio nell’ambito della testa
poi si muove lentamente verso l’ambito del cuore,
dove diventa un nuovo centro per le correnti del corpo eterico.
 
Con ciò questo consegue una propria mobilità indipendente rispetto al corpo
fisico
per cui nel discepolo si risveglia la coscienza che lo conduce nel mondo
dell’ispirazione,
del Devachan inferiore, della sfera dei pianeti e delle stelle fisse
ove egli impara a leggere la scrittura delle stelle.
 
 
• Al 4° grado, alfine, il discepolo comincia il lavoro a quello che,
nella tradizione esoterica occidentale, si è chiamato da tempo immemorabile
il «lavoro sulla pietra del saggio», vale a dire il lavoro sul suo corpo
fisico.
 
Con questo si provoca un parziale distacco del corpo eterico dal corpo
fisico,
che comporta che il discepolo spirituale è ormai in grado di entrare con la sua
coscienza
nel mondo dell’intuizione o del Devachan superiore,
dove verrà trovato degno, per la prima volta, di sperimentare il suo «vero
Io»,
che può venir riconosciuto realmente solo nella sfera dell’intuizione:
nei gradini precedenti il discepolo lo poteva percepire solo negli involucri eterici
o astrali che lo avvolgono.22
 
Qui, in questa alta sfera cosmica l’uomo sperimenta l’incontro con il Cristo,
che gli si presenta come il prototipo del suo «vero Io»,
e grazie a questo incontro soprasensibile, può iniziare in questo ciclo di tempo,
il rifacimento essenziale delle sue tre parti costitutive inferiori nelle tre
superiori.
 
In conseguenza i tre seguenti gradini della via di iniziazione cristiano-
rosicruciana,
corrispondono alle parti costitutive superiori dell’uomo: sé spirituale, spirito
vitale e uomo spirituale.
 
Mentre dunque nei primi quattro gradini si tratta di conoscenza
(che ha naturalmente anche lo scopo di elaborare fino a un certo grado la
trinomia superiore dell’uomo),
si può completare l’ulteriore sviluppo del discepolo
solo attraverso la trasformazione essenziale dei suoi involucri inferiori in quelli
superiori.
 
Infatti il raggiungimento
del 5° gradino presuppone, fino a un certo grado, tale trasformazione del
corpo astrale in sé spirituale,
il 6° gradino quella del corpo eterico in spirito vitale
e il 7° gradino quella del corpo fisico in uomo spirituale.
 
La correlazione tra gli ultimi tre gradini di iniziazione 
e le tre parti costitutive superiori dell’uomo,
è illuminata, secondo le indicazioni di Rudolf Steiner,
ancora particolarmente dal fatto che queste parti sono nell’uomo
le immagini microcosmiche dei principi macrocosmici di Spirito, Figlio
e Padre.
 
Laddove il Principio dello Spirito, fin dove compare nel sè spirituale,
dona all’uomo tutta la pienezza della sapienza cosmica (Sofia),
anzitutto però la conoscenza del rapporto tra microcosmo e
macrocosmo.
 
Il Principio del Figlio,
che una voltasi è incarnato completamente sulla Terra nella persona del Cristo
Gesù,
e che opera specialmente attraverso lo spirito vitale,
gli dà la possibilità di unirsi al macrocosmo, al grande universo,
dal quale l’uomo fu staccato una volta dal peccato originale.
 
Il Principio Padre
finalmente che ha la sua copia nell’uomo spirituale,
conduce l’uomo alla massima condizione «della beatitudine in Dio».23
 
Così l’ascesa ai più alti gradini dello sviluppo spirituale
si dimostra come il più importante raggiungimento per l’uomo incarnato.
 
• Come tuttavia vedremo più oltre, questa ascesa è divenuta possibile in piena
coscienza, cioè come avviene sulla via di iniziazione cristiano-rosicruciana, solo
mediante l’entrata dell’impulso Cristo nell’evoluzione umana, grazie al Mistero
del Golgota, perchè solo così si poterono aggiungere ai primi quattro gradini i
tre seguenti, rendendoli accessibili a tutta l’umanità.
Prima del Mistero del Golgota, erano in grado di giungere ad una
esperienza cosciente e «naturale» di questi tre gradini solo quegli esseri che si
erano emancipati dall’evoluzione terrena propriamente detta e avevano già
intrapreso la strada dell’evoluzione cosmica.
 
Nel terzo capitolo di questo libro si è già parlato esaurientemente di questi
esseri soprattutto di quelli che avevano raggiunto la dignità di Bodisattva, e
che durante lo sviluppo del loro sè spirituale attingevano le loro forze dalla
visione immediata del Cristo nella sfera del Budhi. Quella visione svela nel
senso più profondo la conoscenza del rapporto tra macrocosmo e microcosmo,
tra l’essere macrocosmico del Cristo e l’essere microcosmico del Bodisattva.
Il Budda si trova su di un gradino ancora superiore: egli lavora già allo
sviluppo del suo spirito vitale e sperimenta così il suo ingresso nel Nirvana,
cioè in senso più ampio, la sua unione con tutto l’essere, con il macrocosmo.
Ancora più in alto stanno i Dhyani-Budda24 i quali, mentre lavorano al
principio dell’uomo spirituale, si trovano in uno stato che può essere
espresso in parole umane con una circonlocuzione: la «Beatitudine in Dio».
 
Ora, in base a queste considerazioni, ci conviene esaminare
che corrispondenza c’è
• tra l’esistenza dell’anima dopo la morte, che comprende sette tappe,
• e la via di iniziazione rosicruciana, che consiste anch’essa di sette
gradini.
 
• La corrispondenza dei primi quattro gradini delle due forme di esistenza
spirituale – in quanto ha luogo in esse un processo di ascesa – è già stato
commentato sopra.
• Riguardo ai tre gradini seguenti, non sembra a tutta prima che vi sia
alcuna corrispondenza, poiché mentre l’anima del morto inizia una lenta
discesa verso la Terra, l’iniziato segue invece una ulteriore ascesa nel
macrocosmo.
Se però prendiamo in considerazione che l’anima nelle tre ultime fasi della sua
esistenza dopo morte, si immerge in uno stato di incoscienza sempre più
profonda mentre procede alla formazione, traendola dal cosmo, dei suoi corpi
astrale, eterico e fisico, e siccome una partecipazione cosciente dell’anima
stessa a questi processi presupporrebbe che sia stata realmente elaborata in
lei già fino a un certo grado la triplicità superiore dell’essere umano, diventa
chiaro che le due forme di esistenza spirituale si corrispondono anche qui.
 
Dunque
• l’iniziato sviluppa in sè in questi sommi gradini, liberamente
e coscientemente,
• quelle forme dalle quali l’anima, nella sua discesa verso la Terra, si
crea inconsciamente,
sotto la guida di entità superiori, i suoi involucri per la sua nuova incarnazione.
Perciò per l’iniziato 
la partecipazione cosciente alla discesa comporta un ulteriore processo
di ascesa.
 
Infatti, come lo dimostreranno le seguenti descrizioni
la «discesa» dell’anima è anche una copia microcosmica
della discesa macrocosmica dell’Essere-Cristo verso la Terra
grazie alla quale venne donata a tutta l’umanità la possibilità della più alta
ascensione spirituale.
 
 

 
Note:
20        – Su questo passaggio dal mondo animico a quello spirituale, come
ascesa dalla sfera della Luna a quella del Sole, Rudolf Steiner parla con le
seguenti parole:
▸ «Quando questo ripercorrere la vita a ritroso è finito (attraverso l’esperienza
dell’ultima vita nel tempo del kamaloka) e siamo cioè tornati al punto d’inizio,
dobbiamo compiere quel trapasso che in ‘Teosofia’ ho indicato
come passaggio dal mondo animico a quello spirituale. Esso si connette
con l’abbandono dell’ambito lunare, e con la penetrazione nella sfera del Sole.»
(O.O. 226, O conf. del 17/5A923, ITE 1937 pag. 42).
21        – Il IV e il VII grado di tale formulazione sono contenuti solo nelle
prime edizioni di «Scienza occulta» (Vedi anche O.O. 99, 6/6/1907, EAM 1959
pagg. 157 158).
Nell’ultima edizione (1925)
• il quarto grado vien formulato:
▸ «L’inserimento nell’ambiente spirituale (corrispondente all’intuizione)»
• e il settimo: ▸ «Lo sperimentare complessivo delle precedenti esperienze,
vissuto come stato fondamentale dell’anima» EAM 1969 pagg. 318 319.
22        – La correlazione  qui riportata tra i quattro primi gradi della via
cristiano-rosicruciana, e le quattro parti costitutive inferiori dell’essere
umano, possiamo considerarla anche da un altro punto di vista, e invero
osservando nel discepolo spirituale il processo della salita alla vera
conoscenza del suo Io superiore, che è abitualmente separato da noi da tre
suoi involucri.
• In questo caso il Iº grado della via cristiano-rosicruciana
corrisponde alla conoscenza dell’Io nel
suo rispecchiamento nel corpo  fisico,
a t t r a v e r s o   gli involucri astrale ed eterico.
• Con il raggiungimento della coscienza immaginativa,
il discepolo può già sperimentare sul piano astrale (nel mondo
degli elementi)
il suo Io superiore nel suo rispecchiamento nel corpo  eterico,
a t t r a v e r s o   l’involucro astrale.
• Inoltre il discepolo, nel conseguire la coscienza ispirativa,
dopoché ha raggiunto il Devachan inferiore (il mondo delle stelle mobili)
può farvi l’esperienza del suo io superiore che si
rispecchia nel corpo astrale.
• E finalmente, dopo essersi elevato al Devachan superiore (il mondo delle
stelle fisse),
può sperimentare il suo Io superiore, per modo di dire, «faccia a faccia»,
e può riconoscere il Cristo che, a partire dal Mistero del Golgota, opera in lui.
(Ecco perchè la parola «intuizione», persino nel suo uso abituale, è pur sempre
collegata con qualcosa di molto intimo nell’uomo, così come, nella
conoscenza spirituale, solo nell’intuizione si manifesta il vero volto
dell’Io umano – il suo Santissimo).
• Una tale successione nella correlazione dei gradi di iniziazione con gli
involucri dell’essere umano, corrisponde pienamente alla sequenza che è stata
data nella sua graduale ascesa dall’inferiore al superiore (corpo fisico, corpo
eterico, corpo astrale, io…) come è stato esposto, per es. nella «Teosofia» di
Rudolf Steiner.
• Tuttavia la sequenza data nel V capitolo (di questo libro), cioè: io, corpo
astrale, corpo eterico, corpo fisico, corrisponde a quella «della trasformazione»
degli involucri nel corso dello sviluppo occulto, che è descritto nel V capitolo
della «Scienza occulta».
Dobbiamo quindi prendere in considerazione il fatto che in entrambi i casi
abbiamo a che fare solo con aspetti diversi dello stesso processo:
• nel primo caso la considerazione parte dallo sviluppo del discepolo
che, come soggetto di conoscenza, lavora al graduale risveglio della coscienza
negli involucri;
• nel secondo caso (come è meglio descritto sopra in questa stessa nota)
la descrizione è condotta nell’aspetto dell’oggetto di conoscenza:
dell’Io superiore nell’uomo, alla cui diretta percezione il discepolo deve elevarsi
gradualmente
come alla massima mèta della propria vita spirituale.
Si può trovare una rappresentazione specialmente ampia di questa ascesa del
discepolo dal corpo fisico all’Io superiore, attraverso al corpo eterico e al corpo
astrale, nel processo della nuova iniziazione, nella IV e V conferenza del ciclo
«Antroposofia» O.O. 234, EAM 1965, dove Rudolf Steiner descrive come
• noi, nel pensiero ordinario, comprendiamo solo le parti componenti solide
dell’organismo umano,
• nella conoscenza immaginativa il nostro corpo eterico,
che opera nel cosiddetto uomo liquido (cioè nelle parti liquide del nostro
organismo);
• nella conoscenza ispirativa il nostro corpo astrale, che opera nell’«uomo
aeriforme»,
• e finalmente ci si manifesta nella conoscenza intuitiva l’essere del nostro
vero «Io»,
che trova la sua espressione esteriore nell’«uomo di calore»
(vedi anche l’iniziazione, più volte descritta da Rudolf Steiner, corrispondente
alla via che dovette percorrere Brunetto Latini: per es. nella conferenza del
13/7/1924, O.O. 237, inoltre nella conferenza del 28/7/1922 O.O. 214, e
anche nella nota 88 del III capitolo di questo libro).
23        – Su questo rapporto, nell’esoterismo cristiano, tra i principi dello
Spirito, del Figlio e del Padre, e le parti costitutive superiori dell’essere umano,
cioè il sè superiore, lo spirito vitale e l’uomo spirituale, vedi la conferenza del
25/3/1907, O.O. 96 RA 1957/66.
24             – Vedi la nota 124 di questo capitolo.
 
By CTSadmin|Novembre 14th, 2018|IL CONVEGNO DI NATALE|Commenti
disabilitati

Potrebbero piacerti anche